Bollettino Roncioniano Bollettino Roncioniano Pubblicazione Periodica a Cura Della Biblioteca Roncioniana Di Prato VI, 2006
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Bollettino Roncioniano Bollettino Roncioniano Pubblicazione periodica a cura della Biblioteca Roncioniana di Prato VI, 2006 Direttore Enrico Bini Redazione Felicita Audisio Alessandro Savorelli SOMMARIO IL GOVERNO DELLE CITTA` NELL’ITALIA COMUNALE. UNA PRIMA FORMA DI DEMOCRAZIA? Atti della giornata di studi, Prato 12 ottobre 2005 Andrea Mazzoni, Le ragioni di un convegno ................................. 7 Mario Ascheri, Riconsiderare la civilta` comunale: con Maire Vigueur e oltre ...................................................................................... 9 Enrico Artifoni, Repubblicanesimo comunale e democrazia moderna (in margine a Giovanni Villani, IV, 10: “Sapere guidare e reggere la nostra repubblica secondo la politica”) ......................................... 11 Giuliano Milani, Partecipare al comune: inclusione, esclusione, demo- crazia ................................................................................... 35 Rubrica pratese Sergio Nannicini, La catena della Calvana .................................. 53 Alessandro Savorelli, Prato miniata ......................................... 71 Giovanni Pestelli, Il “linguaggio” dei pratesi: una breve rassegna bi- bliografica .............................................................................. 77 Eventi e notizie Il filosofo Croce. Una cronaca del convegno pratese (a. m.) ................... 81 In appendice al convegno ‘Il filosofo Croce’: una nuova traduzione russa dell’Estetica (f. a) ................................................................... 89 Restauri a PratoeaVaiano (s. n.) .................................................. 93 Natale alla Roncioniana (a. s.) ....................................................... 99 Biblioteca Roncioniana. Nuove acquisizioni − anno 2006 .......... 105 IL GOVERNO DELLE CITTA` NELL’ITALIA COMUNALE: UNA PRIMA FORMA DI DEMOCRAZIA? Il 12 ottobre 2005 la Biblioteca Roncioniana ha ospitato un incontro di stu- dio da titolo “Il governo delle citta` nell’Italia comunale: una prima forma di de- mocrazia?”. L’occasione dell’incontro, patrocinato dall’assessorato alla cultura del Comune di Prato, e coordinato da Alessandro Savorelli, e` stata la pubblicazione di un importante volume di Jean-Claude Maire Vigueur, docente di storia medie- vale presso l’Ateneo fiorentino (Cavalieri e cittadini. Guerre, conflitti e so- cieta` nell’Italia comunale, Bologna, Il Mulino, 2004; traduzione italiana di Cavaliers et citoyens. Guerre, conflits et socie´te´ dans l’Italie communale: XIIe-XIIIe sie`cles, Paris, Ed. de l’Ecole des hautes e´tudes en sciences sociales, 2003). Questo testo che indaga prevalentemente, spingendosi fino al tardo Due- cento, la fase meno studiata e conosciuta della civilta` comunale italiana, quella co- siddetta “consolare”, ha segnato un’importante novita` nel panorama degli studi sull’argomento. Del volume, delle prospettive di ricerca che esso apre, hanno di- scusso, insieme all’Autore, autorevoli studiosi della storia comunale (Mario Asche- ri, Universita`diRoma 3; Enrico Artifoni, Universita`diTorino; Giuliano Mila- ni, Universita`diRoma La Sapienza), tracciando un bilancio degli studi del settore e sottolineando le novita` interpretative emerse negli anni recenti su un tema ‘clas- sico’ della storiografia italiana medievale. Pubblichiamo qui di seguito le relazioni presentate al convegno, precedute dalla premessa di Andrea Mazzoni, assessore alla cultura del Comune di Prato. LE RAGIONI DI UN CONVEGNO E` con soddisfazione della citta` che tutti gli anni la Biblioteca Ron- cioniana e` − ormai da qualche anno − sede di convegni di alto valore scientifico, con cui viene fatto il punto su problematiche culturali che af- fondano le loro radici nel passato ma che sicuramente hanno una grande eco contemporanea. Rammentava Enrico Bini il bel convegno dell’anno scorso su “La riscoperta del ‘sacro’ tra le due guerre mondiali”, di cui so- no usciti gli Atti ed ecco quest’anno questo nuovo appuntamento dedi- cato al governo nelle citta` medievali e la democrazia. Questa scelta rappresenta una doppia soddisfazione per chi come il sottoscritto, essendosi laureato sui rapporti tra Pasquale Villari e Gaetano Salvemini, qualcosa di tali questioni ha dovuto necessariamente masticare e credo che in qualche modo la riflessione che ci stimola stasera alla ri- considerazione di quei tempi, di quelle realta`, di quegli statuti, di quelle forme giuridiche, etc., ci rimanda forse alla stessa riflessione sviluppatasi, un secolo fa all’incirca, proprio in questa terra di Toscana che viveva tra Pisa e Firenze, in una temperie storiografica, culturale, di impronta posi- tivista tra la scuola medievalistica di Pisa (penso alla rivista «Studi storici» di Crivellucci) e la scuola di Firenze, con l’«Archivio Storico Italiano» di- retto da Cesare Paoli, la rivista su cui Salvemini si andava formando e provando. Anche allora la discussione affondava nel passato ma guardava pure al presente. Basta pensare a certi scritti di Salvemini, ai suoi carteggi: si sa bene che quel suo guardare agli statuti comunali dell’eta` medievale o a che cosa succedeva alla Rocca di Tintinnano (oggetto di un suo scritto giovanile) o da altre parti della Toscana o dell’Italia centrale a livello di statuti dei comuni cittadini o rurali, serviva poi a Salvemini, spesso e vo- lentieri, anche a pensare il proprio presente, facendo persino da stimolo all’azione sociale e politica dello stesso storico pugliese. 8 Andrea Mazzoni Voglio ricordare soltanto una delle riflessioni salveminiane che in qualche modo mi pare esemplificativa di questa tematica, di questo guar- dare al passato anche cercando lumi per il presente. Salvemini stabiliva un parallelo tra il libero comune, che da soggetto associativo si era poi trasformato in soggetto pubblico, in istituzione, e quella che lui − da giovane socialista − sperava potesse essere la struttura su cui imperniare l’evoluzione della democrazia in Italia: mi riferisco al fatto che in certi scritti egli pensava che come era successo per il comune nel medioevo, cosı` pure le allora sorgenti Camere del Lavoro potessero diventare il prototipo di un nuovo modello sociale, che da soggetto associativo po- tesse farsi soggetto pubblico. Questa e` una riflessione che Salvemini ha coltivato per un certo periodo di tempo, almeno finche´fuilgiovane so- cialista di Via Lungo il Mugnone, facendosi in qualche modo testimone di come certe questioni che affondano le loro radici nel lontano passato poi possono servire fortemente di stimolo anche per la riflessione sul- l’agire contemporaneo. Credo che sicuramente la nostra democrazia, quella che viviamo og- gi, debba ancora qualcosa a quella democrazia degli antichi statuti comu- nali e sono sicuro che gli illustri studiosi qui presenti − e che hanno molta piu` competenza e capacita`dimenell’affrontare questi temi − sapranno ap- profondire la questione e offrirci spunti di riflessioni importanti in merito. L’augurio e` che questi appuntamenti promossi dalla Biblioteca Ron- cioniana possano continuare e noi li sosterremo per quanto possibile. Non sono stato io stavolta il primo a lanciare il sasso, anche se di solito sono proprio gli assessori alla cultura che cominciano i loro interventi la- mentandosi delle attuali difficolta` finanziarie: questa volta le ha ricordate, in qualche misura, lo stesso Enrico Bini all’inizio del convegno. Certo e` che le citta` vivono di cultura, di quella cultura che si riesce a costruire, a realizzare giorno dopo giorno, faticosamente. Cerchiamo di farlo anche dando un contributo a chi insieme a noi, nella societa` pratese, si impegna quotidianamente per mantenere viva questa fiaccola, e quindi speriamo di poter continuare a giovarci di queste importanti iniziative che la Bi- blioteca Roncioniana regala alla citta`enon solo ad essa, ma a un piu` am- pio dibattito culturale. Andrea Mazzoni Assessore alla Cultura del Comune di Prato RICONSIDERARE LA CIVILTA` COMUNALE: CON MAIRE VIGUEUR, E OLTRE... 1. Con Maire Vigueur Mi si consenta di dire che gli organizzatori sono stati due volte ‘bir- bissimi’, come si dice da queste parti. Primo, per aver collegato, sia pur problematicamente, un libro che parla di militari e di guerra a una ‘prima forma di democrazia’; quindi, giustamente a mio avviso ammettendo che una societa` pronta a usare le armi, e piu` precisamente come vedremo bellicosa in senso proprio, possa essere anche una civilta`inqualche modo democratica, come appunto quella comunale: non e` facile con i tempi che corrono fare associazioni del genere. Secondo, perche´ avendomi messo in apertura sono anche il relatore che ha il diritto-dovere di dire qualcosa di essenziale sul libro, senza ovviamente precludere gli interventi in merito dei colleghi. Tant’e` vero che Maire Vigueur e`inchiusura, quasi a tirare le fila, a rispondere ed eventualmente a difendersi... E allora, molto sinteticamente, ecco qualcuno dei punti tra i tanti importanti che Maire Vigueur ha messo a fuoco o sui quali ha apportato delle decisive innovazioni storiografiche. Amesembra che la revisione − parola che bisogna impiegare anche se non reca un carico molto positivo con se´, oggi, e percio` nel titolo ho parlato di ‘riconsiderazione’ − sia sostanziale per un periodo centrale della storia comunale. Perche´ bisogna precisare che il titolo non pone precisa- zioni temporali, ma il libro copre essenzialmente il 1100 e la prima meta` del Duecento, anche se dice molto di parte dell’ultimo 1000 e del secon- do Duecento. Insomma, e` l’eta` dell’epopea dei Comuni quella oggetto del