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a cura di

Giuseppe Tagliente Francescopaolo D’Adamo Giovanni Di Rosso

 Vasto, città di grazia, fiore della mia terra.

G. d’Annunzio 3UHPHVVD

Certe cose nascono per scherzo. E questa è appunto una di quelle, nata così, dall’in- contro casuale di tre amici, diversissimi per carattere, per età, per orientamento cul- turale, che si son voluti regalare una piccola strenna di un lunario che richiamasse giorno per giorno quanto invece li può accomunare, anzi li accomuna senz’altro, e cioè l’appartenenza ad una stessa cultura, ad una terra, ad una Città. “Lu lunarie de lu Uaste” vuole riproporre con noterelle, aneddoti, ricordi pure e sem- plici di persone e di personaggi ed anche richiami ad usanze, rituali e ricette culina- rie, la vastesità nella sua accezione più ampia, quella che è stata e quella che è, nel tentativo di legare sempre più quanti, per nascita o per adozione, vivono su questo benedetto lembo dell’Abruzzo citeriore. Certo, il poco tempo dedicato alla redazione di queste paginette non ci ha consentito di fare un lavoro organico e completo, come avremmo voluto, e chiediamo scusa sin d’ora per gli eventuali vizi e le immancabili omissioni, alle quali cercheremo di porre rimedio già dal prossimo anno. Sì, dal prossimo anno, perché se questo lunario, anzi “stu lunarie”, risulterà, come speriamo vivamente, almeno un po’ gradito, ci rimetteremo di nuovo subito al lavoro per proseguire in questo viaggio alla scoperta della dimensione senza tempo che si chiama Vasto. Gli autori &DUWDG¤,GHQWLWj

Nome: Vasto (Istonio dal 1938 al 1944)

Denominazione antica: Histonium

Altitudine: 143 m. s.l.m.

Superficie: 70,63 Kmq

Denominazione abitanti: vastesi, localmente vastaroli

Numero abitanti: 34.770 al 31 12/1999

Provincia: Chieti

Economia: a prevalenza industriale, commerciale. Fiorentissimo il turismo negli ultimi anni.

Santo Patrono: San Michele Arcangelo (dal 1827 con breve papale di Leone XII) &HQQLVWRULFLVXOODFLWWj “Antico municipio dei romani, ove apersi le luci ai rai del giorno, Tu che ornando la spiaggia dei Frentani, hai l’Adria a fronte e lieti colli intorno...

Il verso iniziale del canto poetico che Gabriele Rossetti dedicò alla sua città natale, richiama la sua storia millenaria Una storia che sconfina addirittura nella leggenda che la vuole fondata da Diomede, uno dei mitici eroi dell’Iliade di Omero, ma che in realtà ha ini zio con l’arrivo dei Frentani, una popolazione italica di stirpe sannitica, che nella zona si dedicò soprattutto al commercio della lana. Histonium, dal greco Iston che vuoi dire appunto tela di lana, fu, quindi, il nome con cui venne anticamente denominata Vasto ed istoniesi furono detti i suoi primi abitanti. Alleata di Roma, Histonium ne condivise gli eventi divenendo una delle città più fio renti della costa adriatica con il privilegio della cittadinanza romana e della potestà di imporre tributi (municipium vuoi dire appunto “munus capere” ossia la potestà di esigere tasse). Con la caduta dell’impero e la invasione dei barbari la città divenne sede di guastaldato, cioè residenza di un guastaldo (amministratore di giustizia) del ducato longobardo di Benevento. Per questa ragione venne denominata “Guasto” da cui derivò il nome Vasto. Distrutta dai Franchi di Pipino, figlio di Carlo Magno, la città venne divisa tra il Guastaldo Aymone e il Guastaldo Gisone, conservando tale ripartizione amministrativa anche con i suc- cessivi feudatari. Saccheggiata e distrutta a più riprese, dai Saraceni e dagli Ungari. restituita - infine -ad unità territoriale nel 1385 per decreto di Carlo III di Durazzo, Guasto, fu feudo dapprima dei Caldora, quindi dei Guevara ed infine dei d’Avalos, che la tennero ininterrottamente dal 1496 al 1798. Per tre secoli, la storia della città si confuse con quella di questa nobile famiglia di ori- gine spagnola, i cui esponenti di maggior spicco furono Alfonso II, governatore del ducato di Milano, Ferrante Francesco, famoso condottiero vincitore della battaglia di Pavia contro i fran- cesi di Francesco II di Valois e marito di Vittoria Colonna; Ferdinando Francesco -che fu viceré di Sicilia, e Cesare Michelangelo, ricordato per aver fatto coniare moneta (il tallero del Vasto, il mezzo tallero, lo zecchino ed il mezzo zecchino) e per aver ottenuto da Carlo III il diploma con il quale venne conferito a Vasto il 29 Marzo del 1710 il titolo di Città e l’autorizzazione a sede vescovile. Gli avvenimenti conseguenti alla rivoluzione francese del 1789, i moti del 1799, l’in- staurazione della monarchia napoleonica di Gioacchino Murat, che abolì le leggi feudali, ebbero un notevole influsso sulla vita della Città, che fu uno dei centri abruzzesi più attivi nella lotta per l’indipendenza e l’unità d’Italia a cui tributò un notevole contributo di sangue. All’inizio del nuovo secolo e dopo quello che ha visto due guerre mondiali ed una profonda e radicale trasformazione della società, Vasto è una città moderna, tra le più popolose ed indu- striose d’Abruzzo che guarda al futuro con fiducia e con nuove e più che legittime ambizioni. Tra i tanti concittadini che nell’arco dei secoli hanno onorato Vasto si ricordano:

Lucio Valerio PUDENTE, che venne incoronato poeta dall’Imperatore Traiano all’età di 13 anni in Campidoglio a Roma;

Caio DIDIO, ammiraglio della flotta romana nella guerra tra Cesare e Pompeo;

Riccio DE PARMA, uno dei 13 cavalieri italiani che sfidarono i francesi a Barletta;

Bernardino CARNEFRESCA, (nato nel 1490 circa - morto nel 1555 circa) detto il Lupacchino, musicista del 1600, autore di famosi madrigali e maestro del Palestrina;

Giulio Cesare DE LITIIS, (1734 - 1816) autore di dipinti a soggetto religioso;

Nicola TIBERI, (1745 - 1805) pittore, letterato e poeta;

Francesco ROMANI, (1785 - 1852) medico che per primo introdusse in Italia l’ome- opatia;

Gabriele ROSSETTI, (1783 - 1854) poeta e patriota esule in Inghilterra per sfug- gire all’arresto del Borbone, padre di Dante Gabriel Rossetti capofila del preraffaellismo inglese;

Gabriele SMARGIASSI, (1798 - 1882) pittore della Scuola napoletana, precursore e maestro dei più noti fratelli, Giuseppe PALIZZI (1812-1888), Filippo PALIZZI (1819 - 1899), Nicola PALIZZI (1820 - 1870) e Francesco Paolo PALIZZI (1825 - 1870);

Luigi CARDONE, (1789 - 1855) patriota e carbonaro;

Giuseppe DE’ CONTI RICCI, caduto nella battaglia di Mentana nell 870;

Valerico LACCETTI, (1836 - 1909) pittore anche lui di fama che operò in Roma nella seconda metà del secolo scorso;

Luigi MARCHESANI, (1802 - 1870) medico ed autore della “Storia di Vasto”;

Silvio CICCARONE, (1821 - 1897) patriota, comandante del battaglione Vasto della Guardia Nazionale;

Francesco DEL GRECO, (1864 - 1947) psichiatra ed antropologo; Ettore IANNI, (1875 - 1956) scrittore e giornalista che per anni fu una delle firme più prestigiose del “Corriere della Sera”;

Luigi ANELLI, (1860 - 1944) storico patrio e dialettologo, autore di saggi e commedie in vernacolo;

Ramualdo PANTINI, (1877 - 1945) poeta e tragediografo, collaboratore de “Il Mar- rocco” rivista letteraria tra le più importanti del primo novecento;

Raffaele MATTIOLI, (1895 - 1973) il banchiere umanista che per un quarantennio diresse la Banca Commerciale Italiana;

Carlo D’ALOYSIO da Vasto, (1892 - 1971) pittore ed illustratore;

Nicola GALANTE, (1883 - 1969) pittore tra i più rappresentativi della pittura del Novecento, esponente del “Gruppo dei sei”, operante a Torino e Genova;

Giuseppe SPATARO, (1897 - 1979) uomo politico, più volte ministro nei governi del secondo dopoguerra;

Aniello POLSI, (1905 - 1983) musicista, autore di notissime melodie popolari;

Giuseppe PERROZZI, (1899 - 1973) poeta dialettale;

Espedito FERRARA, (1908 - 1992) giornalista e commediografo.

Numerosi i vastesi, inoltre, che si sono distinti all’estero. Tra questi:

Carlo DELLA PENNA, (1879 - 1971) che emigrato in Argentina, divenne uno dei più valenti industriali, editore e fondatore della rivista culturale “Histonium”;

Franco PAOLANTONIO, (1887 - 1979) e Juan DEL PRETE (1897 - 1987) pittori che acquisirono grande notorietà in America Latina;

Pietro DI DONATO, (1911 - 1992) scrittore, autore di “Cristo tra i muratori” e “Tre cerchi di luce” romanzi improntati alle vicende degli emigrati vastesi in USA. L6LQGDFL dall’Unità d’Italia

1860- 68 Filoteo D’IPPOLlTO 1868- 76 Silvio CICCARONE Senior 1876 Carlo NASCI 1878- 96 Francesco PONZA 1897 Luigi D’ALOISIO 1897-1919 Luigi NASCI 1919 Gelsomino ZACCAGNINI 1920- 21 Filoteo PALMIERI 1921- 23 Florindo RITUCCI CHINNI 1924- 33 Pietro SURIANI 1934- 35 Gaetano DEL GRECO 1937- 40 Erminio SCARDAPANE 1941 Francescopaolo GIOVINE 1942- 43 Silvio CICCARONE Junior 1943- 44 Emilio ZARA 1944- 45 Giuseppe NASCI 1946- 55 Florindo RITUCCI CHINNI 1955- 56 Olindo ROCCHIO 1956- 62 Idiano ANDREINI 1962- 73 Silvio CICCARONE 1973- 79 Nicola NOTARO 1980- 93 Antonio PROSPERO 1994-2000 Giuseppe TAGLIENTE 2000- Giovanni BOLO- GNESE OR6WHPPD$UDOGLFR

Lo stemma della città è uno scudo quadripartito a scacchiera con i colori del rosso e dell’ar gento tra di loro incrociati, circondato dalla scritta “VASTUM OLIM HISTONIUM ROMANUM MUNICIPIUM” (Vasto l’antica Histonium Municipio Romano) 8DVWH%EHOOH7HUUDG¤(XUH di Francesco Paolo Votinelli

1.

M’ arecorde de lu Uaste lu paése addò so’ nate, cande jè’ pe la bbisagne a sta terra ajje migrate. Nemme puzze ma scurdaje fore la porte a lu Cuastelle, addò Sande Pandalàune vennàive ndriche e sciavunèlle.

Ritornello Uaste bbèlle, terra d’éure notte e jurne penz’ a ttaje ma fa prima che mme méure te putésse arevidaje.

2.

De la fàmmene a la Mèreche l’ome fanne nu cciudaje: ppén’ asciute da la scagne dànne satte a fà bbattaje. Se le mbiàschene la facce nghe la ciprie e lu rusciatte ma nen vàlene nu pàile de na tosta cafunàtte.

Uaste bbèlle, ecc.

3.

Se vvulème fà le bbagne s’ ha da ije a Sàute Bbìcce ma nge sta le bbille scuje che ttinème a la Pinnicce. Aècche, l’acche de lu mare mbuzzenite de bbinzèine: a Ccasàrze sinde l’acche addurà de quarajèine.

Uaste bbèlle, ecc. )UDQFHVFR3DROR9RWLQHOOL il cantore della vastesità La vita di Francesco Paolo Votinelli (in realtà il suo vero cognome era Cutinelli(1) non differisce molto da quella di tanti altri giovani vastesi nati sul finire del secolo scorso, con cui ha in comune lo stesso destino: l’abbandono della terra natia e l’emigrazione verso il nuovo continente, l’America degli Stati Uniti(2). Nato il 13.10.1891 da Domenico Cutinelli e da Rosalinda Giosi visse la fanciullezza nel popolare quartiere del “Castello” sino all’età di sedici anni, quando il bisogno materiale (cande je pe la bbisagne...) e forse anche quello di evasione dalla chiusa realtà paesana lo spinge ad imbarcarsi su uno dei basti- menti in rotta da Napoli a New York. Restare aVasto, microcosmo ancora impermea- bile ad ogni novità ed in cui il tempo aveva ancora l’aspetto ed il ritmo delle epoche più lontane, doveva certamente sembrare intollerabile ad un adolescente a cui, venuti a noia le scorribande sulla piana dell’Aragona (“For la porte a lu Castelle”...), arrivava l’eco dei favoleggiamenti sul Nuovo Mondo, così diverso e soprattutto così ricco, tanto più ricco di quello dove gli era capitato di nascere. Il misero stipendio del padre, un brav’uomo che svolgeva le mansioni di vigile urbano con tanta umanità da meritarsi il soprannome di “la mamminelle” e che una delle prime cartoline di Vasto ci mostra impettito in divisa a piazza Caprioli, non sarebbe stato neanche sufficiente a sfamare la famiglia se ad esso non si fosse aggiunto la modestissima entrata derivante dalla vendita dei setacci per farina e “chitarre per maccheroni” che la madre realizzava in un basso di piazza Barbacani. L’unico sbocco per un futuro migliore rimaneva dunque anche per il giovane Francesco Paolo la partenza per la mitica America, ove come riferiva “Istonio”, il giornale vastese diretto da Emilio Monacelli, in un articolo del 23 dicembre 1906, un capofamiglia lavorando da solo poteva mettere da parte circa mille lire annue di contro alle duecentosettantasette di debito che per lo stesso periodo poteva totalizzare in Italia lavorando molto di più e con l’aiuto della moglie e dei figli. A New York Votinelli lavora come sarto e grazie al suo carattere gioviale ed alla sua disponibilità diventa subito un punto di riferimento per la numerosa comunità vastese. Non c’è festa, cerimonia, ricor- renza cui Frank non venga invitato ed a cui non porti il suo calore umano, la sua innata simpatia, la sua conversazione arguta, la sua “vastesità”. Per tutti diventa “lu pelajje” (l’origano), e questo nomignolo gli resta appiccicato addosso per tutta la vita proprio per la sua naturale, spontanea capacità di insaporire le serate e di alleviare il peso dell’angoscia ch’è nei cuori degli emigrati. Nasce così, in uno di questi incontri serali, incredibilmente ad opera di uno che igno- rava note e solfeggi(3), istintivamente còme le voci che sgorgano dal cuore, il capola- voro di Votinelli, “Uaste bbelle, terra d’èure...”, che rimbalzando da un capo all’altro del mondo in ogni sponda toccata dall’emigrazione diventa ben presto la canzone dei vastesi all’estero e quindi l’inno di tutti i vastesi. Canzone della nostalgia, tra le più belle e suggestive di quelle aventi per tema l’emigrazione e la lontananza, “Uaste bbelle, terra d’èure...”, si snoda in sei strofe tra l’invocazione ricorrente della terra natia, che si chiude con l’anelito struggente di poter almeno morire nel paese lontano: Uaste bbélle, terra d’èure notte e jurne penz’a ttaje ma fa prima che mme mèure te putesse arevidaje” e l’evocazione di momenti vissuti prima del distacco “M’arecorde de lu Uaste lu paése addò so’ nate ....” e di personaggi... “Sande Pandalàune vennaive ndriche e sciavunelle” e di situazioni custoditi nel profondo della memoria, messi a confronto, anche con effi- caci battute di spirito, “con il presente americano” sentito come estraneo, in contrasto stridente col proprio animo, colla propria cultura, col modo stesso di concepire la vita: De le fàmmene a la Méreche l’ome fanne nu cciudaje: ‘ppèn’ asciute da la scagne dànne satte a ffà bbattaje

Se le mbiàschene la facce nghe la ciprie e lu rusciatte ma nen vàlene nu puàile de na tosta cafunàtte. oppure: Aècche, l’acche de lu mare mbuzzenite de bbinzèine: a Ccasàrze sinde l’acche addurà de quarajèine”. Questo sentimento di estraneità, percepito sempre forte nei confronti dell’America, dove pure Votinelli attraversò tutte le stagioni della vita, dove trovò quel lavoro che non aveva potuto avere in Italia e conobbe l’amore e la paternità (aveva sposato una siciliana di nome Rosalia da cui aveva avuto due figli), ma soprattutto il prepotente senso di appartenenza e di identità che lo aveva sempre sentimentalmente legato al luogo d’ori- gine, indussero Francesco Paolo Votinelli a ripercorrere a ritroso, ormai vecchio e stanco, la strada fatta ancora adolescente. Nel 1965 abbandona l’amata e odiata America, tron- cando persino ogni rapporto con la famiglia, che non lo asseconda in questo suo pro- posito, e rientra finalmente a Vasto dopo circa settant’anni di lontananza, all’età di 74 anni. Qui muore il 14 novembre 1969 e le sue spoglie riposano, come aveva desiderato in vita,sotto l’amata terra natia.

Note: 1) All’Anagrafe del Comune di Vasto, nel registro degli atti dell’anno 1891, risulta iscritto:Francesco Paolo Cutinelli,nato a Vasto il 13.10.1891, alle ore 3.00 da Domenico, nato a Vasto il 20.10.1841 e da Rosalinda Giosi. 2) Tra il 1900 ed il 1914 emigrano nella sola provincia di Chieti ben 168.198 persone la maggior parte delle quali verso i paesi trans-oceanici. L’esodo rallenterà negli anni seguenti, come pure a livello nazionale,per effetto della crisi del 1929 negli USA e frenerà quasi completamente intorno al 1939 per ricominciare purtroppo nell’immediato dopoguerra. 3) In una lettera inviata nel 1965 da Vasto all’amico Umberto Bottari, residente a New York,Votinelli candidamente confessa: “Tu ben sai che io di musica non lo so...”. LO*LXELOHRGHLYDVWHVL Una ricorrenza annuale

Vasto annovera un privilegio unico e particolare che rinnova e celebra la terza domenica di ogni anno. Tale “beneficium” fu concesso alla comunità ecclesiale vastese dal Papa Pio VI il 12 dicembre 1777 in riconoscenza alla stessa che offrì rifugio ed ospitalità dal 7 febbraio al 9 marzo1177 al papa Alessandro III. Il 7 febbraio 1177 le navi di Alessandro III approdarono al porto di San Nicola della Meta di Vasto e ne ripartirono il 9 marzo dello stesso anno, giorno delle Ceneri che egli benedisse e distribuì al popolo vastese ed ai numerosi grandi per- sonaggi accorsi. Dopo la fine della Messa, Alessandro III, cinque cardinali e tutto il seguito presero posto sulle galee della flotta papale e dopo 4 giorni sbarcarono a Zara. Il Papa era partito da Siponto per raggiungere Venezia, messaggero di pace, in una Italia lacerata dalle lotte fra i comuni e Federico Barbarossa. Il viaggio si concluse a Venezia dove il Barbarossa, che si era rifugiato nel Tirolo dopo la sconfitta di Legnano, si umiliò al Pontefice tenendogli la staffa in segno di sottomissione davanti al Doge. Tale episodio, passato alla storia come la Tregua di Venezia, pose le basi per la Pace di Costanza che fu solennemente conclusa il 25 giugno 1183. Il “beneficium “concesso dal Papa Pio VI alla comunità vastese è stato confermato anche dall’attuale Pontefice e tutta Vasto ogni anno lo celebra con profonda devo- zione e grande riconoscenza presso la chiesa di S. Pietro in S. Antonio.

2001 GENNAIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

       

   

Van dicendo per la via: Ivi giunti Santi Re E con bella cortesia OD3DVTXHWWD Già è nato il gran Messia! Genuflessi tutti, e tre, Alla nostra compagnia (·WUDGL]LRQHYDVWHVHVD OXWDUH SHU OH VWUDGH LO I tre Re dell’Oriente A Gesù, vago tesoro, Date a noi un gallinaccio, &DSRGDQQRHSRLDQQXQ FLDUH O·(SLIDQLD FLRp Se ne partirono allegramente. Diéro incenso, mirra ed oro. O salsicce, o sanguinaccio. DSSXQWROD3DVTXHWWD Noi veniamo in questa sera Grande stella rifulgeva, Adorato Iddio Bambino O prosciutto e mortadelle, Con una nuova più che véra: Per la via li dirigeva, Si rimisero incammino, O buon cacio o scamorzelle; Domattina è la Pasquetta E arrivato ad un tal loco E devoti rimarranno Noi di qui non ce ne andremo Che sia sempre e benedetta. Si fermò la stella un poco. Anche al tempio se non vanno. Se di doni non ne avremo.

Si riempi i nostri cori Si fermò la bella stella Or che detto il gran vero E se ora non pòtete, Di contenti e di stupori: Sopra rozza capannella, Noi abbiamo di un mistero, Domattina ci darete; Vanno gli angioli cantando Dove era il gran Signore, Date a noi da mangiar pane Ed intanto vi auguriamo E i pastori festeggiando. Il Dio nato, il Redentore. Per stasera e per domani. Buona Pasqua e ce n’andiamo. Venerdì Sabato LO&DSRGDQQR   Cand’ àjje caminàte chista notte, P’ aritruvà la porta di stu loche.   Ringràzie Dè’, ca I’ àjj’ aritruvàte, Salute canda ggènde sta a stu loche.

I’ ti salùte ‘ssa cambre e ‘ssa cucèine, Addò’ spassògge ‘ssa donna riggine.

 I’ ti salùte chi ‘ssa bella tàvele. Domenica ‘Nghi ‘ccanda ggènde ci staj’ a magnà.

I’ ti salùte chi ‘ssa bella trècce, Pi’ ccanda vodde ti li sciujj e ‘tacche.

‘I’ ti salùte chi ‘ssa bella veste,  Pi’ ccanda punde ci’ à messe la màstre.

I’ ti salùte cuscine e mataràzze, Addò ripose li vostre billezze.

Queste li diche e li diche candànne, A lu bon brincìpie d’ ànne.

Di una cosa mi n’avè’ scurdate, A . . . ni l’avè’ salutate. Ajje sumundate ‘na misùre di lènde, Bbòn’ gapidànne pur’ a la jumènde.

Si mi dèje ‘na scrippèlle Mo’ ti sone tande ‘bbèlle; Si ml dèje nu quaggiaune Mo ti sone n’addre ccàune; E si ni mmi vu rrapì Bbòna nott’ à ‘ssugnuri’ ! GENNAIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

      

   

Li parind’ a Sand’Andune Sand’Andun’ aripizzave Ma dapù chi ci aripenze, 6DQG¤ Li vulèven ‘accasaje: Nghi la sibber ‘e nghi l’ache. Pi li come ti l’afferre; Ma lu Sande penze bbune Lu dumonie i stuqquave Nghi na viss a vija ‘nnenze E al diserte si ni vaje, Mò lu ràife e mò lu spache. Li fa ji’ di cule ‘nderre. $QGXQLH Pi ‘n ‘avè’ la siccatiure Ma ‘na vodde ci l’ingojje ‘M bette i piande nu hinucchìe (·XQRGHLULWLSLDQWLFKL D’ alluvà’ li crijature. E i’ ammàine gnè nu bojje. E da fèure i fa ‘sci l’ucchie! H VXJJHVWLYL 8QD  DOOH JUD EULJDWD GL FDQWDQWL E cambanne da rumèite Pi suspette lu dumonie Sand’Andune nghi la mbisse H GL PXVLFL JLUD SHU OH Va’ lu céfer’ a tindarle: J’ arimmocche la pignete. Jav’ a cacce a ciammajjèiche. VWUDGH GHOOD FLWWj ULHYR Li disfèit’ a ‘na partèite... ‘Ngifirèite Sand’Andonie Lu dumonie nghi ‘na visse FDQGR OD YLWD GHO 6DQWR Ma lu sande poche parle: Ti l’aggrapp’ a vij’ arrete; Li fa jì’ sopr’ a l’ardeiche. 8QÀQWRIUDWHHXQGLDYR Li vichele scole chilme L’appindàune a nu curnacchie Sand’Andune ci si stezze, OHWWRPLPDQROHVWURIH E lu cefre mann’ all’ hilme. E i màcceche ‘na racchie. Gnè nu cèfere s’ arrezze.

Bona sàir ‘a tutte quende A la cassce Sand’Andonie ‘Na matèine Sand’Andonie Arrizzete Sand’Andonie Bona ggenda cristijane; Ci tinè du caracèine. Si magnà’ du taijulèine. Nghi l’ardèiche fa nu fasce, Bona sàir e allecramente Annaschiusce lu dumonie Zitti zette lu dumonie E acchiappate lu dumonie Ca vi dèiche ch’ è dumane L’assimav’ ògne matèine. I sbascesce la fircèine; Prèim ‘annende l’arimbasce, Sand’Andune binidatte Sand’Andun’ ci li toppe E lu sande nin zi ‘nganne Po’ vuddat’ a part’ arrete Nghi la mazz’ e lu purcatte. E i fa’ sunà’ la groppe. Nghi li mene si li magne. I li striusce a lu sucrete. Venerdì Sabato lu Sangunate   Dose per 8-10 persone

I 250 gr. di cioccolato fondente 150 di zucchero  80 gr. di cedro candito 30 gr. di strutto un litro di mosto cotto 1/2 litro di sangue di maiale (appena ucciso) 1 stecca di cannella  una manciata di mandorle e pinoli Domenica ed una buccia di arancia

Prima di versare il sangue in una capace pentola, filtrarlo così da eliminare eventuali residui, unirvi il mosto cotto, lo strutto e la cannella, porla sul fuoco molto debole (fare attenzione a che il sanguinaccio non giunga  mai ad ebollizione) e mescolare. Dopo circa due ore di cottura, aggiungere il cioccolato a pezzetti, i pinoli e lo zucchero, il cedro, la scorza dell’arancia e le mandorle (preventi- vamente scottate in acqua bollente, pelate Lu dumonie a tanda hueje Lu dumonie scurtuquate e tostate lievamente in forno) il tutto fine- Pi ‘n’ zi fa’ cchiù ‘rruvuneje Ni lassav’ a ji’ ppritanne. mente tritato. Dèice: Ndu’ vi ch’ è nu scherze, Sand’Andune dispirate Rimescolare continuamente e sempre a ‘N’ di li tojje ‘a la dimmerze. Pi purcille si li scanne: fuoco debolissimo. E lu sande: Pure jejje Si li spezz, si li sale, Il tempo di cottura varia dalle tre alle tre ore L’ àjje fatte Pi pascejje. E ci fa bon Garnivale. a mezza; il grado di cottura è possibile con- Sand’Andunie huatte huatte S’ àjje dette ‘sta sturielle statarlo dalla consistenza del sanguinaccio Jav’ a faje nu bbusagne. e pi ress’ ‘arihalate su un piattino; se esso si presenta come una Lu dumonie da ‘na fratte Fitatezze, custatelle, crema è pronto. Lasciarlo raffreddare siste- I smicceve la vrivagne. Saggicciutt’ e sangunate: marlo in vasi di vetro e lasciarlo al fresco. Lu rumeite si ‘na ddàune Chi mi da’ lu porche sane E i’ ammolle lu gruppàune. Sci bbindatte chili mane.

‘N’ addrà vodde si va a matte Nghi sta nèuve chi vi porte è A ffa a lotte nghi lu sande, firniute lu quandaje. Arra- Lu rumèite ti l’ahhuande pèteme ‘ssi porte, Ti li matt’ a cocce satte; Ca mi vujj’ ariscallaje: E nghi l’acche di cutèine Ca ‘stu fradde malidatte I li fa nu lavatèine. Mi fa’ sbatte li hangatte. GENNAIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

/DQjLYHGL,QQjUHqIRUWHJQqO·DFFLjUH HTXHOOHGL)XUEjUHqJQqODSDLLHDOO·DUH

15 Gennaio 1667 - Da Diego, VII marchese del! Vasto, e Francesca Carafa, figlia di Girolamo principe della Roccella, il giorno 15 gennaio 1667 nasce nel Vasto Cesare Michelangelo d’Avalos. Mortogli il padre nel 1697, in età di 30 anni divenne mar chese del Vasto; ma nel 1701, succeduto nel regno di Napoli il dominio spognuolo, egli, fedele a casa d’Austria, fuggì a Vienna e fu dichiarato ribelle da re Filippo V, che di questa signoria investì il Duca Antonio Lanti della Rovere. Nel 1707, occupato il Napoletano dagli Austriaci, Cesare Michelangelo ritornò al possesso dei feudi, e nel 1710, a sua istanza, l’imperatore Carlo III dava al Vasto l’onorifico titolo di città e l’autorizzazione di sede vescovile. Sposò Ippolita, figIia di Giovanni d’Avalos, e, non avendo eredi, nel 1709 ebbe facoltà dall’impera- tore di disporre dei suoi titoli e dei suoi feudi in favore di uno dei figli maschi del prin cipe di Troia, come fece con testamento del 16 giugno 1716, destinando a succedergli Giovan Battista d’Avalos. Cesare Michelangelo, il più splendido marchese del suo casato, ebbe dimora fissa nel Vasto, e mostrò molto attaccamento a questa città. Ma tanta munificenza doveva costare ben cara alla città, che alla sua morte si vide ridotta nella condizione del sequestro per gli esorbitanti debiti contratti dal marchese. Cesare Michelangelo morì in Vasto il giorno 8 agosto 1729, e fu seppellito nella chiesa di S. Francesco da Paola. Venerdì Sabato $/8*,8'(&(3,&&,1,11(

  – Gnorscè, signore Ggi, ‘n àjje pahate, l’affëtte di sittembr’ ‘i l’àjja dà’; ma a ‘ssu sugnâure chi ‘i l’à nihate? me’ Pi’ qquàsse m’ aveva fa’ chiamà’?...  Ahuanne, ‘n grazie a Ddè’, è bbon’ annate, schinenz’ ala riccodde à d’aspittà’... ca mi fa l’indirresse, ‘n è piccate? ddo’ l’a’jja tojje?...’ pozze i’ a rrubbà’?...

Jè mè’ li màtte ‘m mene a ‘ssugnurè; a vvinnégne li vujje ì’ a pahà’  come nu huandéume, crëit’ a Ddè’! Domenica Si dapù ‘ngocce nin zi vo’ ‘ccurdà’, ‘sugnurè stàsse fàjjil’accapè’ ca mé’ quatrèine ni’ mmi pozze fa’!

Luigi Anelli "  ,QDXJXUD]LRQHGHOWHOHIRQR La mattina di giovedì, alle ore il è stato inau- gurato nella nostra città il servizio telefonico; presenti il sotto prefetto cav. Cani, il Sindaco cav. Nasci, l’ispettore centrale dei telefoni cav. Polzella, l’ispettore centrale dei telegrafi cav. Tentenni... Alla inaugurazione assisteva molto pubblico, che per l’intera giornata si è affollato alla cabina. L’ufficio è posto al corso Plebiscito presso la cartoleria del sig. Vederico Pietrocola, e l’impianto con molta proprietà, è stato ese- guito dal meccanico della Direzione comparti- mentale sig. Nazareno Centini. " Auguri a... Don Giovanni Molinari, Giuseppe Catania, Mons. Luigi Smargiassi, Angela Poli Molino, Adelio Tilli ...ricordiamo Umberto Bottari (industriale emigrato a New York), Padre Valeriano Mileno, Prof. Donetro De Fanis GENNAIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

24 gennaio 1924

)HVWDGL6DQ6HEDVWLDQR Perchè quest’anno nel 20 gennaio ricorreva il Giu- Ricordiamo poi per la storia, che in questa festa bileo, la festa di S. Sebastiano è stata qui celebrata era tradizionale la dispensa di li PRICCILLETTE nel seguente giorno 21; e sin dalle prime ore di (grandi ciambelle di pasta ridotte a forma di cer- questo giorno, la Chiesa di San Pietro fu invasa da chio), che era chiesa, durante la messa, venivano una folla di popolo che ininterrottamente si rin- offerte a coloro che più erano in grado di contrac- novò per tutta la mattinata, sino all’ultima messa. cambiare il dono con un’abbondante elemosina. Una credenza popolare attribuisce a questo Santo il Dalla quale usanza trasse origine il motto vastese: potere di preservare i suoi devoti dalla polmonite, A LI NIJJE LI NEJJE SI DA LI PRICCILLETTE, malattia che facilmente si contrae a chi è esposto alle che si usa ripetere da chi si vede trascurato, quando intemperie e per queste ragioni i muratori vastesi altri e trattato bene. hanno eletto S. Sebastiano loro celeste patrono. Le generose oblazioni raccolte in quest’anno dai mura- " tori stessi, hanno permesso un continuo sparo di ...ricordiamo grosse bombe durante tutta la giornata, e l’acquisto I Fratelli Michele Zaccardi (operatore sociale) di un ricco lampadario, con cui fu ornata la cap- e Antonio Zaccardi (musicista). pella del Santo. Fondatori della Schola Cantorum di S. Pietro. 7LSR]]HQDO·RPDWDMMjOLUDFFKLH Venerdì Sabato JQH5REEDFLSDOOH

  Tra i tanti banditi che le truppe del generale Manhes riuscirono a catturare nella campa- gna vastese nel principio dell’anno 1810, vi fu pure il famigerato Saverio Pomponio, il quale, rinchiuso nelle carceri vecchie di S.Maria  (oggi Palazzo Mucci), era costretto a subire in santa pace gli insulti che il contadino Michele Molino, “Robbacipalle”, non gli risparmiava tutte le volte che capitava a passare dinanzi alla di lui prigione. Se non che a Pomponio un bel giorno riuscì di evadere e incontrando “Robbacipalle” nel bosco  di Monteodorisio dove era andato a far legna, Domenica per rappresaglia gli tagliò la orecchie. Da ciò l’imprecazione: “Ti pozzena l’oma tajjà li racchie gne Robba- cipalle”.  (Luigi Anelli)

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Le bevande alcooliche tradizionali dei vastesi venivano (e vengono) rigorosamente preparate in casa. I liquori più diffusi esistono: Il “rosolio”, a base di petali di rose o d’altri fiori, messi a macerare; il “nocino” ricavato dalla macerazione (40 giorni) del mallo delle noci in alcool puro al 95%; il “limoncello” e il “mandarinetto” ricavati, rispettiva- mente, dalla macerazione (una settimana) della buccia dei due agrumi. Molto diffuso è anche il “Ratafià” a base di amarene, vino rosso, alcool, cannella e zucchero. Il nome di questo di questo liquore deriva dall’espressione latina rata fiat (è approvato) poichè era invalso l’uso di berne un bicchiere (ed anche più di uno) per suggellare un accordo od un contratto. GENNAIO FEBBRAIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

     

   

24 febbraio 1924

/D´6WRULHµ rado, disgradano le cosiddette poesie che si leggono 1117 gennaio, con Sant’Antonio Abate, entra il in certi libri stampati. Gli autori viventi di Storie, santo dei cervelli scarichi e dei buontemponi: Car- sono: Ferdinando Calvano, di cui tutti ricordiamo la nevale; e prima che si arrivi al giorno delle Ceneri, Storia di Amba-Alagi, che fece furore nel Carnevale si e certi che nel Vasto, nel pomeriggio di una di del 1896; Antonio D’Adamo (Cillacchie) che nelle quelle domeniche, esce la “Storie”, che un gruppo sue storie si compiace di mettere in rilievo le astuzie di contadini, vestiti in maschera, cantano, disposti di cui sono capaci le donne per ingannare gli uomini, in circolo, nei crocicchi. Con accompagnamento di Luigi Di Santo (Sande Lùjegge), che nel 1912 trasse fisarmonica, ogni maschera, su un motivo popolare, il soggetto della sua “Storie” dalla nostra conquista canta la sua strofa, per lo più in versi ottonarii, della della Libia; Angelo De Felice (Criscenze), che nel quale i due ultimi vengono poi ripetuti in coro da Carnevale del 1919 compose la Storie dell’Inglese- tutti; e così una dopo l’altra, sino a che, finito il giro Americano; e finalmente Antonio Muratore (Fo-Fo) dei cantanti, anche la “Storie” finisce... D’ordina- e Sebastiano Ricchezza (Carpindane)... rio, chi compone la “Storie” e un con-tadino, che è pure il corifeo della comitiva; ed il più famoso, fra /DWUDGL]LRQHqVWDWDULSUHVDQHJOLXOWLPLDQQLGDO quelli che ricordiamo, e Antonio Parisi, un versifica- FRURGHOOD3DUURFFKLDGL6$QWRQLR$EDWH/·XOWLPR tore in dialetto, che, malgrado i suoi 80 anni, con- JUDQGH FRPSRVLWRUH GL ´6WRULHµ q VWDWR 'RPHQLFR tinua ancora ad improvvisare versi, i quali, non di *LDQJUDQGHVFRPSDUVRDSSHQDTXDOFKHDQQRID Quando la realtà supera la fantasia Venerdì Sabato L’italiano   come optional Lovasto, 25 marzo 1925 L’Ostrissimo Signor Potestà. Il sottoscritto Gioseppi Della Porti fa presenti   che non si fidi più di stare alivostri servizi. Il troppi ettroppi. Chii vieni che gli devi fari il mazzo grosso per li sposi, chi perli compari e chi per li morti; e Gioseppi zappi, arranni, adac- qui e polisce. Ci vanni per ciamaiche e marro- vini tutti i vaioli; come si scapocci un fiore se li  còglioni e se li mettono al mazzo o all’ochetti. Schinanzi a ieri ci o incappati quel bandito del Domenica gistori del doppilavori che con la scali in mano coglievi li fichi acciani. Gli o fatti capiri con una parti che lui non ha niente che spartirci col ciardini, lui e soli patrono delli spiazzi e delli palli delli doppolavoristi. Lui si scusate che li fichi eri ammanniti, ma questi cosi a gioseppi non si viene a dire perchè io o girati tutti il  Brasile e conoscio tutti li fichi e filacciane di questi mondi interi. Li doppolavoristi immece di darmi arragioni si anno messi a ridere collo palli immani. Con me non si riti, piechè si o il berretti vecchio, dentro però ci sta anche il cirvelli. capiti? Vi saluta il vostri indi pindenzi. 5LFRUGLGLVWRULDYDVWHVH Gioseppi 6 febbraio 1799 Michelangelo Pellicciotta alias Cippociappa, Domenico Ulisse, Nicola Adriano e Giuseppe della Penna, alias lo Sballatore, insieme con dieci contadini di Casal- bordino, arrestano nelle vicinanze del fiume Sinello i fuggitivi municipalisti Floriano Pietrocola e Francesco Antonio Ortensio, i quali sono ricondotti nel Vasto, dove gran folla di popolo li chiama a morte, metre i catturanti affacciano pretese di largo premio. Questi sono contenuti con ducati quaranta (L. 170,00) ed i due infelici prigionieri il giorno seguente vengono fucilati presso la chiesa di S. Donato. Non si diede nemmeno sepoltura ai loro corpi; ma furono gettati a marcire dietro le mura della chiesa, dove rimasero ventiquattro giorni, cioe sino al due marzo quando il generale francese Luigi Gouthard li fece pietosamente tumulare nella chiesa di S. Pietro. FEBBRAIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

       

   

Mare maje ecc. Mare maje ecc. ODSqFKHUD Tinghe ‘ngolle ‘na sbirraje Jurn’ arrète n’ tinè pane: Pe j’ ppiagne a lu cumbére c’ scazz’ e nniute e ppijatàuse penze bbèune da j’ fèure appattasse la juchuète mar’ VSLUGLXWH che la notte s’ arisbaje: a ccavaje du cechèure a mmà m’ aj’ abbuschète na vo’ lu pane e jè ne ll’ àje. p’accibbèje la famèje. vattènne nghe la sdaje. Mare majje, scur’ a màje Mare maje ecc. Mare maje ecc. Mare maje ecc. tu sì mmorte e jè che facce mo me sceppe trecce e facce mo mm’ accèite ‘n goli’ a J’ tenè ‘na casarèlle: Accumenz’ a darme plette Criste mè, famm’ ascì preste ttàje. mò me manghe lu ruccètte na quatrare, che m’ affrande; nu muarèite strippilàune, senza fèuche, senza lette jè nghe na petrate ‘mbrande canda manghe lu mundàune Mare maje e scur’ a maje senza véine e cumbanaje. n’ addre ccàune l’annucchève. va la pèchere a ddammaje. mo mm’ accèite ‘goll’ a ttàjje, Mare maje ecc. Mare maje ecc. sciòscia màje! Mare maje e scur’ a maje La sbirraje me turmende E nghe tutte ca nisciune mo mm’ accèite ‘goll’ a ttàjje, So na pèchera spirdiute, sciòscia màje! lu mundàune m’ ha lassate, pe le dèbbete e ppisìure, m’ avè vèste, vudd’ e ggèire lu cacciune sembr’ abbaje me siquestre la tinaje a la càuse, chi sse tèire, pe la fame mo’ s’ arraje. la fissàure e lu cuttire. nghe tre mèisce me ne vaje. Mare maje ecc. Venerdì Sabato /8%$77(//(',¶66$66Ê,1(

  - Si pi’ mare vu fa’ ‘na spassiggiate, sta aècche lu battelle di ‘Ssassëine; e doppe chi vu’ i’ ala Cavallèine, «Sirpende» ti ci porte nghi nu fiate!

  Ccuscì belle, pulèite e arizilate ‘n gi sta ‘n addre battelle a ‘sta marèine; pi’ càrre ‘n gi l’appe nu talifèine: gne’ ‘na zèite ti porte siduhate!

‘Ssassé’; ni’ mi parlaje di battille  nghi ‘stu maràune; mi vulisse fa’ Domenica magnà’ la quiule da li grangitille?...

Nin gi vinghe pi’ mare je massàire, e la liranne chi t’ avrija dà’ mo mi li vajje a vàive a Corve nàire!  Luigi Anelli (1930) "

IHEEUDLR Il gruppo corale Dopolavoristico del Vasto alla Radio di Roma Secondo giorno di Quaresima venne una neve così grande, che mai si era veduta da vecchi di L’Ente l’lazionale Audizioni Radiofoniche, a mezzo del 97 anni, la quale fu ben misurata da D. Ciccio Dopolavoro locale, ha invitato per domenica (14 dicembre della Rocca, Gentil’huomo della Casa Sereniss. 1930 NDR) il gruppo corale di Vasto per una grande serata d’Avalos nelle piane della Penna otto palmi folklo-ristica abruzzese da tenersi a Roma. L’esecu-zione meno un terzo. Per la Città poi da cinque a sei verrà effettuata dalle ore 21 alle ore 22. Riteniamo super- palmi. fluo accennare all’importan-za dell’avvenimento artistico: basti solo ricor-dare che in considerazione dei trionfali suc-cessi, riportati dal gruppo corale di Vasto in occasione " della settimana abruzzese, esso sarà il primo in tutta l’ita- lia a tenere audizioni di canzoni all’EIAR. Vasto farà così Auguri a... giungere la eco dei nostri canti pastorali sin nelle lontane Franco Del Casale (Argentina), Luigi Canci Americhe, i nostri corregionali residenti colà riudiranno le Giovanni Bolognese allegre note della Pasquetta, l’appassionato lamento di una giovane vedova in “So ‘na pechera spirdute”, i canti augu- ...ricordiamo rali per il Capo d’Anno, espressioni schiette della genero- Prof. Guerino Della Vecchia sità del nostro popolo... Giovanni Peluzzo (Scrittore) FEBBRAIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

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Splendida questa immagine da cui traspare tutto l’amore del fotografo, nei confronti della Città. L’autore è Michele Benedetti, purtroppo scom- parso nel 1999. Un vastese autentico al quale i vastesi devono un appassionato impegno per la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio archeologico ed artistico della Città. Ancora viva in tutti è la memoria della Mostra d’Arte Sacra da lui allestita, in Palazzo D’Ava- los, nel luglio del 1995. Venerdì Sabato la Ciciricchiate Dose per 8-10 persone   I 500 gr. di farina tipo 00 5 uova  5 cucchiai di olio di oliva 5 cucchiai di zucchero 500 gr. di miele 200 gr. di mandorle tritate 2 bicchieri di alcool per liquore olio per friggere

 50 gr. di confetti di sulmona. Domenica Mettere a macerare, 24 ore prima, le man- dorle nei bicchieri di alcool. Porre la farina su di un piatto ed impastarla unitamente all’uova, lo zucchero, l’olio e l’alcool in cui hanno macerato le mandorle, così da risultare un composto ben amalga-  mato. Dividere la pasta in mucchietti rica- vando da ognuno di essi tanti bastoncini i quali vanno ridotti a dadetti lasciandoli sparsi sulla spianatoia infarinati. Mettere sul fuoco una capace padella con olio di semi e ad ebollizione, friggere i dadolini di pasta. +DGDWHGLFXOHDOXWDPPXOH Far bollire a parte il miele ed immergerci i dadolini che saranno ben impregnati del Così si indica oggi a Vasto il negoziante fallito, al quale anticamente, veniva rimesso ogni debito, allorchè denu- dulcolorante. Bagnare con acqua fredda dato si esponeva al pubblico seduto sulla misura del un piano di marmo, versarvi il composto tommolo, che sorgeva in mezzo alla piazza dello stesso dandogli la forma voluta (cuore, ciambella, nome. Di tale piazza si fa menzione la prima volta in un ecc..) ed accanto cospargerlo di mandorle Privilegio di Giovanna II, del 26 aprile 1426, che con- tritate e confettini di Sulmona. cedeva al Vasto un mercato ogni domenica “da tenersi ne la Piazza del Tommolo”; e la misura in grossa pietra " incavata, che ivi si vedeva, fu poi impiegata come vasca ,WRPPROLVWL della Fontana di Porta Castello. I così detti tommolisti, i bravi bevitori di Vasto, (Luigi Anelli) pel soverchio consumo di vino e pel seguente inaffiamento delle cantonate, ci raccomandano ! di far intendere a chi di dovere, che nè pressi 15 Febbraio 1945 del Largo del Tomolo occorre un orinatoio pub- Viene istituito il Tribunale di Vasto. I vastesi esultano. blico, per la igiene e la decenza. E pare che non Finalmente... come Lanciano. hanno torto. FEBBRAIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

13 Febbraio 1503

Fra i tredici campioni italiani che presero parte alla disfida di Barletta, pel focoso destriero si distingueva Riccio de Parma, che alcuni dicono di Soragna, altri di Parma, altri infine di Somma Vesuviana. Noi intanto, avvalorando la tradizione con indiscuti- bili do cumenti, rivendicheremo alla nostra patria la gloria di aver dato i natali a questo prode guerriero. Virgilio Caprioli, archeologo e giureconsulto distinto, che nacque nel Vasto il 30 gennaio 1548, ricordando nei suoi ma noscritti la clamorosa vittoria degl’Italiani, aggiungeva che molti, ancora viventi al suo tempo, avevano conosciuto il Riccio nel Vasto; e che Parma era cognome, siccome cantò il poeta descrittore del combattimento: Riccius de Parma insignis, qui gloria Vasti. Venerdì Sabato 27 gennaio 1921   Per gli orfani di guerra Sin dallo scorso dicembre si è costituito nella nostra città un Comitato per l’assistenza civile e religiosa degli orfani dei morti in guerra ed a Presidente venne eletta la nobile e colta signora  Baronessa D. Michelina Nasci. Tale benefica opera è sorta tra noi per iniziativa dell’Unione Donne Cattoliche, la quale, per la solerzia ed attività della sua presidente signora Baronessa D. Elisa Genova, coadiuvata dalla sua gentile figliuola signorina Irmina, che n’è bravissima ed intelligente segreta- ria, già ascende al bel numero di trecento e più  socie. Ieri, per invito della Presidente del suddetto Comitato, si sono riunite molte e nobili signore Domenica nella gran sala dell’Unione Operaia S.Giuseppe per la costituzione delle madrine. Apertasi la seduta, la presidente signora Nasci pronunziò un bellissimo e forbito discorso, spiegando con parola che cosa significa l’Opera nazionale per l’assistenza civile e religiosa degli orfani dei morti in guerra e l’obbligo che tutti hanno di soccorrere ed aiutare i poveri bambini rimasti senza padre. Tutti si com-  mossero quando la nobile signora, con parole scul- torie, descrisse l’eroismo dei prodi soldati caduti da valorosi sul campo dell’onore per la grandezza e la gloria della nostra cara patria. Inneggiò anche alla nostra bella, immortale, benefica Religione, chiamandola “faro luminoso” che dirada le tene- 3HSHWULWRHSHSH¶EERQH bre dell’orrore e vuole il pieno trionfo della verità, dellagiustizia e della vera libertà. La gentile oratrice fu salutata da cordiali applausi e tutte si congratu- C’è differenza tra “lu pepe trite” e “lu pepe ‘bbone”? larono con la nobile donna, che seppe così bene Il primo si ricava pestando, in grossi mortai, i peperon- avvincere l’uditorio con le sue parole persuasive e cini essiccati sino a ricavarne una sottile polvere rossa. smagliante. Subito dopo il discorso si è costituito Il secondo è il pepe vero e proprio (perciò “’bbone”) che il gruppo delle madrine, le quali hanno eletta ad si presenta normalmente in grani od in polvere nera. unanimità di voti l’egregia ed ottima signora D. Maria Anna Palmieri a loro presidente. La segre- taria signorina Genova lesse gli articoli dello Sta- " tuto riguardanti gli obblighi che hanno le madrine ...ricordiamo verso i poveri orfani e tutte promisero che con Dott. Elios Petrilli (medico), Carlo Boselli (imprenditore) amore si sforzeranno di soccorrere gl’infelici bam- bini. Domenica prossima si distribuirà agli orfani Dott. Piero Desiati (imprenditore), Avv. Ugo D’Ugo un piccolo sussidio, avendo il Comitato dosponi- Midiuccio Novembre (balneatore) bile una modesta somma di denaro. Tutti i buoni Espedito Sarodi (bagnino) cittadini sono invitati a far parte del Comitato sot- toscrivendosi per una quota di lire cinque all’anno. Auguri a... E’ cosa santa, pia e doverosa il venire in aiuto a Prof. Elio Bitritto tanti poveri orfanelli. FEBBRAIO MARZO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

     

   

26 febbraio 1799

Una banda di briganti albanesi arriva in Monteodo- risio, e di là manda al Vasto la intimazione di spedire ad essa gran somma di denaro; in contrario sarebbe venuta ad unirsi ai rivoltosi per dare l’ultima mano al saccheggio. Per allontanare questa nuova sciagura i generali ed altri gentiluomini riuniscono alcune cen- tinaia di ducati, che mandano agli Albanesi; però, non essendo stati trovati nel luogo da loro designato, la somma viene divisa fra i latori. Adirati per ciò gli Albanesi, la sera seguente piombano sul Vasto ed incominciano a saccheggiarla; ma verso un’ora di notte sono costretti a ritirarsi per l’arrivo di mille uomini di truppa francese comandata dal generale Luigi Gouthard. Auguri a... Avv. Giuseppe Giangiacomo Venerdì Sabato 0$1*+·$/,&+(1(

  (Nella sagrestia della chiesa di..., mentre i confratelli indossano i camici per uscire in processione)

– Sanghe di...! ma ci vò’ pruprie nu quéure di bojje Pi’ cummatte ‘m mezz’ a vvî!   Sete cichete ‘n ditte? ‘n gì vidäite ch’ aècche dändre ‘n gi si cape cchii? Chi s’ è vistute già, nghi na sajätte, si ni pò ‘sci’ dafêure: pi’ tanda purce aècche la štalle è šträtte!

 – ‘Štu quàmesce a mä è ccârte, ni’ mi va. Domenica – Mèttetle gna vè’ vè’, nin gi fa case; cà’ ‘n addre, Pi’ cagnarle, ‘n gi ni sta; e s’ è ccârte, arignùgnece ‘ssu nase!

– E lu quàmesce mè’? – Tu ci mangheve pi’ farme arinnihà’ ‘n eddre ddu sende:  aviva mini’ prëime e li truveve! Luigi Anelli

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Sarà un’ingiustizia, una crudeltà, chiamatela come In omaggio ai buoni costumi ed ai volete, ma il fatto è che allorquando tra noi una donna regola-menti di Polizia urbana richiamo sopra parto dà alla luce una bambina, tutti fanno il l’attenzione delle competenti autorità sul muso lungo nella casa, non esclusa la levatrice che, seguente fatto. anch’essa, avrebbe preferito un maschio, per ever diritto Ci viene assicurato che nelle adiacenze a più generoso compenso. del pubblico passeggio, alcuni forestieri Ad Angelo De Paola, dunque, giocatore di professione, abbiano stabilito una stazione di monta accadde una volta di far nottata intorno ad un tavolino equina... Domenica scorsa, per esempio, di Zecchinetto; e quando al mattino, dopo aver perduto proprio nell’ora della passeggiata si ebbe a sino l’ultimo spicciolo, si accingeva a ritornare a casa vedere presso i Tre Segni... vennero a dirgli che la moglie, in quel momento, aveva E dire che si ha fuori Porta Castello un partorita una bambina. posto di guardie daziarie. E fu all’annunzio di questa nuova disdetta capitatagli, Tanto per avvertenza, anche nella spe- che il De Paolo esclamò: ranza di non dover tornare sull’argo- “Mala nuttata e citela fammene” mento. MARZO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

       

   

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Nella sala: quadretti compagni di Salvatore Rosa - La decolla- Uno specchio grande Ottangolo - Un quadro di S. zione di S. Gennaro del Coppola - Un quadro di un Domenico del Veronese - Un quadro rappresentante huomo ligato con un altro con la falce in mano - Un Loth del Bairocci - Sette altri quadri del Giordano Ritratto di una Signora della Casa - Un quadro di la Circoncisione del Signore; l’Orazione nell’horto S. Maria Maddalena, del Guido Reni - Un Christo due fosofi in due quadri due quadri con figure di schiodato colla Beat.ma Vergine et altre figure del frutti; un quadro di pastori coll’apparizione dell’An- Caraccioli (Questa Deposizione, di Annibale Car- gelo - Quattro quadri del Cav. Farelli: il Ratto di racci, in ottimo stato di conservazione, si trova ora Europa, il Parto di Calisto, il Ratto di Proserpina; nel palazzo del cav. Idulterico d’Alfonso in Monteo- e Sara - Quatto quadri del Bassani - Un quadro dorisio), - Due altri quadretti con figurine e campa- gande con molte figure piccole in atto di danzare di gnole - Due quadri grandi, tutti due colle figure di un Fiammengo. Tre altri quadri del Barocci cioe il S. Geronimo, dello Spagnoletto - Un altro quadro Tronfo di Davide; un quadro di pastori e pecore ed grande di S. Paolo Primo Eremita, dello Spagnoletto un quadretto che figura un uomo che si uccide da - Una S. Maria Maddalena, del Vaccari - Una Bea- sé - Un quadro con una donna, un pastore et ani- tissima Vergine, del Tiziano - Altri otto quadri; cioè: mali - Un altro quadretto con campagnola - Quattro una Venere coll’arco ed il dardo nelle mani; un Satiro Venerdì Sabato Perciatelli neri   di “Za Libbrate” Dose per 8-10 persone

I 500 gr. di bucatini (perciatelli) secchi   4 grosse seppie fresche 100 gr. di pomodorini freschi 1 alice sott’olio olio d’oliva - 1 spicchio d’aglio prezzemolo - sale - pepe nero basilico  cottura 1 ora Domenica Una volta pulite e lavate con cura le 4 seppie, tagliarle a tranci ampi avendo attenzione a sal- vare, internamente, le relative “sacche del nero” e usando grande delicatezza perchè non si rom- pano. Preparare, intento, un soffritto a base di: aglio soltanto schiacciato,prezzemolo sminuz- zato, olio d’oliva; a robusta rosolatura, aggiun-  gere la polpa sbriciolata per bene dell’alice, le sacche del nero- conservate gelosamente a parte- e un bicchiere di acqua tiepida. Far cuocere per buoni 10 minuti a fuoco galop- pante (non tanto da farvi evocare Cocco Bill, ma pió moderatamente Kansas Kid, mai Tex Willer compromesso con l’associazione dei con amorini; una Lucrezia nell’atto di ammazzarsi; una consumatori..) e a coperchio fisso, perchè le Donna con varii Puttini; Nostro Signore che dorme con sacche.. scoppietteranno; aggiungere, quindi, i un Angelo assistente; una Beatissima Vergine col Bam- pomodorini spezzettati e continuare la cottura bino; ritratto di un Bassà a mezzo busto; ritratto di una per altri 25 minuti almeno, dopo avere tuffato donna a mezzo busto - Nove portieri di velluto verde anche i tranci di seppia, senza rincalzare dopo il coi loro ferri e fiocchi; in quattro però solamente ci sono restringimento dovuto. i loro falpalà - Sette tavole di pietra - Undici sedie d’ap- Nel frattempo, il bollore del pentolone con poggio di drappo chiamato Trippeta - Quattro sediole acqua e sale è divenuto vivace: tuffarvi i buca- di alàc - Cinque lampadari di legno indorati a falso”. tini e farli lessare, estraendoli rigorosamente al dente! Condire nella “golosa” Vazzije e cospargere di basilico spezzettato a mano; solo adesso è la volta della vostra... impazienza, che sarà pre- miata da questo succulento piatto di colore scuro. Comprese le altrettanto squisite seppie, ovvia- mente da consumare come secondo. MARZO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

18-19 marzo 1906: ,OOXPLQD]LRQHHOHWWULFD Domenica, 11... ha avuto luogo la inaugurazione mente illuminata, ed il passeggio, protratto fino a della illuminazione elettrica della Città con una festa tarda ora da un pubblico numerosissimo ed elegante riuscitissima. nelle vie principali e massime, a Piazza Pudente, a Quasi tutti gli edifizi delle strade principali erano via de Parma, a piazza Diomede ed a piazza Cavour, imbandierati, ed alle ore 16 la festa ha avuto il prin- è stato rallegrato da scelti concerti delle due bande cipio col giro delle bande musicali di Lanciano e di musicali... Montenero... La benedizione al macchinario è stata A proposito di questa illuminazione diamo succinta- impartita dal rev. arcipr. Bonacci, assistito dal rev. mente alcune notizie relative. Concessionaria dell’ap- Teologo Canci e dal rev. Prof. Suriani. palto è la ditta lng. Vittorio Argnani e C., di Ancona, Nel momento della benedizione la sala delle mac- ed il canone annuo convenuto a carico del Comune chine è stata inondata di luce, ed i motori sono stati è di L. 12,400. messi in azione tra uno scroscio di battimano, cui L’officina elettrica, sorta in pochissimi mesi, è posta han fatto eco le acclamazioni della folla, che stazio- sulla strada di circonvallazione ed ha una costruzione nava innanzi lo stabilimento, e il suono delle bande scelta e simpatica. L’impianto è a corrente continua musicali. il momento di entusiasmo è stato solenne, con una tensione sui circuiti di 220 volts. indescrivibile... Intanto la città veniva splendida- I circuiti nella città sono cinque, fra loro indipen- Venerdì Sabato 07/04/1919   9DVWRSHULO33, HSHUOD/HJDGHO/DYRUR

Dopo la riunione preliminare tenuta il 25 marzo nella sala del Cinematografo per illustrare alla  massa operaia ed agricola la nuova epoca del lavoro e di indipendenza politica che deve affrontare la classe dei lavoratori anche nell’in- teresse del paese, fa grandissimo il numero degli iscritti alla costituenda Sezione del Partito Popo- lare Italiano. Molti dei nostri operai e contadini,  emigrati in altre regioni d’Italia o all’estero per ragioni di lavoro, hanno potuto apprezzare la Domenica chiarezza con cui si conoscono i propri interessi e la possibilità di farli valere, secondo giustizia, per mezzo delle organizzazioni ed essi stessi si sono fatti propagandisti. La classe intelligente, convinta che per avere il buon governo non si può prescindere da quell’ordine che nasce dalla società, ben organizzata, ha mostrato di com-  prendere che nell’ora attuale il Partito Popolare Italiano è destinato a diventare il primo e più vivo organismo pubblico nel Mezzogiorno fin qui assente. Risultato: oltre duecento adesioni per adesso degli operai e contadini intervenuti perchè sono in corso trattative per la fusione in una sola possente Unione operaia di tutte le società già esistenti nella forma del mutuo soc- denti. La corrente è data ai circuiti mediante cinque corso. punti d’alimentazione, dei quali tre sono per la illumi- A presidente e consiglieri provvisori della nazione privata e due per la pubblica. La distribuzione è Sezione del Partito Popolare Italiano sono stati a due fili. il filo di ritorno è comune a tutti i circui-ti, ed scelti fra gli intervenuti i signori: Marchesani è posto a terra nei punti di alimentazione. Alfonso, Mayo Mario del fu Pasquale, Mariani Oltre a ciò, nel rione Marina, un sesto punto di alimen- Ettore, Fiore Giuseppe, Molino Antonio, Bene- tazione provvede a un circuito di illuminazione a tutta detti Francesco. Sono stati costituiti due segre- notte e un altro a mezzanotte. tra la città, i sobborghi tariati per la classe dei contadini e pescatori e, ed il rione Marina sono installate per la illuminazione appena aperta la sede, funzionerà un ufficio di pubblica ordinaria 305 lampade da 10, 16 e 25 can- assistenza militare o segretariato dei soldati e dele, a due serie di archi da 8 ampères di cinque archi degli smobilitati e delle loro famiglie. Ha illu- ciascuna... strato, a varie riprese, il programma del Par- Come vedesi, l’illuminazione attuale è più che duplicata tito Popolare l’Avv. Carlo Mayo, che ha anche di fronte allo scarso numero e alla debole luce dei 147 promosso qui in vasto la sezione circondariale fanali a petrolio prima esistenti, e la cui accensione pur dell’Associazione nazionale dei mutilati e inva- costava ai Comune circa 9.000 lire all’anno. lidi di guerra. MARZO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

)XMM·DPPqVFKH 3527(67$ Gli scapeciari che gettano in certe stradicciole le teste Detta anche “Misticanza”; insalata nella quale si del pesce, dovrebbero sapere che talune cose, che a mischiano, condite con aceto, olio extra vergine loro sembrano di nessun rilievo, offendono l’olfatto d’oliva e sale: Indivia, lattuga, cicoria, finocchi, e fanno male alla salute pubblica. rucola,aglio e carote con qualche fogliolina di men- Fa caldo, perdinci, e non è ben fatto gettare sulla tuccia. strada della roba che va in putrefazione. Lo stesso dobbiamo dire anche per l’acqua che si usa " per lavorare il pesce. /D¶QQXMH Salsiccia di trippa (budello retto) riempita di carne " di maiale, fortemente aromatizzata. Il termine deriva dal francese Nouille (tagliolino) o Andouille (salsic- ciotto). Particolarmente indicato per insaporire il Auguri a... ragù. Avv. Silvio Ciccarone, Mons. Giovanni Pellicciotti " Paolo Del Casale (residente a Perth), Calogero Marrollo Venerdì Sabato /(,(/8, Pasqualino è tornato da To rino con l’argento   vivo addosso. Si precipita dalla corriera corre a casa, irrompe nella stanza e abbracciando la mamma esulta: – Mamma, lèi come sta, e lui, babbo, come va. – Fie mé, risponde la cara vecchietta, l’èjie sta  a dduciuènde lire la cèrche e ll’uje sse sbruvu- gnéte le vanne a settecèndecinquanda lèire lu luètre... " PDU]R  Nel 1657, quando uno spaventevole terremoto Domenica devastava la Puglia e la peste infieriva in quasi tutto il regno, i cittadini del Vasto, immuni da tali flagelli, votano un tempio all’Arcangelo S. Michele; ed il giorno 19 marzo dello stesso anno, il clero di Santa Maria, accompagnato da tutto il popolo, va a gettare la prima pietra del sacro edifizio. La chiesetta di S. Michele, a circa 300 metri  dalla estremità meridionale del Vasto, sorge su di un ameno poggio, e guarda ad oriente il pro- montorio del Gargano, dove è la celebre basilica dello stesso santo. Francesco Crisci donò il ter- reno per edificarvi il tempio, che fu compiuto nel 1675; e sulla porta di esso si legge ancora una bella iscrizione latina dettata da Giovanni Palma, che in quel tempo era segretario del marchese Diego d’Avalos. Degno di nota in questa chiesetta, è il ricco altare di legno con doratura ad oro di zecchino, opera veneziana del XVII secolo. " ...ricordiamo Gaetano Murolo (operatore culturale) Prof.ssa Olga Boraschi (insegnante di francese) Prof. Pierino Mariani (preside del “Palizzi”) Avv. Antonio Fanghella Dott. Francesco Rocchio (Medico) Avv. Ennio Rocchio MARZO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

31 marzo 1912: )HVWDGHOOD6DQWD6SLQD Ogni anno in Vasto, per tradizione secolare, nei di sangue ed un capello del Redentore; e il popolo venerdì santo, si celebra la festa della sacra Spina, accorre a vedere il miracolo, che dura qualche ora. una caratteristica festa popolare che richiama anche La tradizione ricorda tanti prodigi della Sacra Spina; molti forestieri. e fra l’altro rammenta che una volta, incendiatasi la L’origine della venuta in Vasto della reliquia, la quale chiesa di Santa Maria, la preziosa reliquia sarebbe è costituita da una spina, lunga pochi pollici, della rimasta distrutta da un fuoco se un turco, a servizio corona che recinse la testa del Redentore, è dovuta ai di Casa D’Avalos, non si fosse fatto coraggiosamente Marchesi D’Avalos, che vari secoli or sono la dona- in mezzo alle fiamme - che si aprivano come d’in- ròno alla chiesa di Santa Maria. E conservata entro canto al suo passaggio - e non fosse così riuscito a una piccola piramide dai lati di cristallo; poggia salvarla.... sopra una specie di anfora, della scuola del Cellini, e viene esposta in un tabernacolo di grande valore artistico. 31 marzo 1938: Ogni anno di venerdì santo, la Sacra Spina presenta alla punta una effiorescenza, come una specie di Con Regio Decreto N. 517 si stabilisce che Vasto si lanuggine, e mette in evidenza qualche macchiolina chiami Istonio ed i vastesi si chiamino Istoniesi. APRILE Venerdì Sabato Scapece di Vasto

  Dose per 6 persone

I 600 gr. di razza 600 gr. di palombo  farina olio per friggere 2 bustine di zafferano aceto sale q.b.

Lavare a pulire ben bene la razza ed il palombo  possibilmente con acqua di mare, tagliarli a Domenica pezzetti e passarli nella farina. Immergerli in abbondante olio di semi e farli friggere. In un mastello di legno, versarvi l’aceto, lo zafferano, del sale, lasciandovi marinare il pesce fritto per due giornate.  "

&KLSHUGDSHUGH

Giovanni Marino, “Lu stagnarille”, era uno di quei contadini di cui a ragione poteva dirsi che aveva le scarpe grosse ed il cervello fino. Avaro per indole, gli avresti più facilmente cavato un dente di bocca anzichè un soldo dalla tasca; e se gli accadeva di andare in cantina in compagnia dei suoi amici, trovava sempre modo di indurre qualcuno a pagargli da bere. Aveva però l’astuzia di darsi l’aria di persona che non calcolava la moneta; ed in fatto d’interessi, egli diceva di non aver l’abitudine di guardare tanto pel sottile: “Chi perda perde!”. Viceversa, poi colui che non perdeva mai era sempre lui. Una bella foto scattata da Michele Benedetti APRILE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

       

   

Marzo 1956 ,OFUROORGHOOD]RQDRULHQWDOHGL9DVWR chiudeva. Una lunga incrinatura lungo il muro della Alla distanza di 140 anni la nostra Città rivi ve e canonica: a mano a mano si allargava, si allargava piange le giornate del grande dolore, quelle, che nes- come se si smagliasse... cade un mattone, due mat- suna parola può confortare, quelle, che nessuna forza toni, alcuni mattoni e poi tutta la parete sprofonda può trattenere: la via orientale, aperta all’azzurro del in un nugolo di polvere. Il cuore si lacera, il nostro mare no stro, al sorriso dei nostri sogni e crollata tra pensiero corre al caro, patriottico, italianissimo don il Palazzo Marchesani fin quasi alla chiesa di S. Anto- Romeo Rucci. nio. Si sono sprofondate le forti mu ra, le numerose A intervalli più o meno lunghi le mura e le case a casette della nostra gente di mare, la canonica di S. blocchi, a tronconi, come sotto i colpi d’un piccone, Pietro, che per prima ha ceduto alla violenza oscura si rovesciano, si frantumano, sono ingoiate con pro- degli elemen ti sotterranei alle 11,45 del 22 febbraio. fondi boati. Eravamo sul posto ad una trentina di metri. Vi era il Il pericolo si e esteso frontalmente e in profondità; il Sindaco, il Segretario, il Commissa rio di S., il Mare- numero delle famiglie sfollate e sa lito a 116; i punti sciallo Naselli, l’instancabi le Direttore dell’Ufficio di resistenza tra gli scoscendimenti del terreno e i Tecnico, che effettuava giorno e notte sopraluoghi crolli dei mu ri delle case lesionate e già cadute, si su sopraluoghi. Alle 11.30 la famiglia del rag. Bene- sono localizzati al Palazzo Marchesani e alla Cap- detti ave va rivolto l’ultima lacrima alla casa che si pella della Croce di San Pietro, che ormai si trova Venerdì Sabato /DIUDQDGHO

   

 Domenica

La drammatica immagine del crollo del palazzo delle Poste,  già Convitto Nasuti.

sull’orlo dell’abisso. Le crepe affiorano tortuose alla sede zie, dall’immancabile privilegio del gran senno stradale come una vena tura crudele verso la balconata del poi. Sulle rovine della più bella zona di Vasto, di Piazza del Popolo, verso via Barbarotta, rendendo sulla solidarietà affettuosa delle Autorità Centra li, pre cario anche il lato orientale di Via San Pietro. Dalla Frovinciali, Locali e della Commissione Pontificia città il processo franoso lentamente, ma inesorabil- di Assistenza, sul pianto accorato di tanta povera mente, si e esteso alla statale 86, che collega con Vasto- gente han fiutato gli sciacal li, le iene, gli avvoltoi, Marina, ormai travolta (si utilizza la recente variante deridendo perfino la nostra fede. del l’A.N.A.S.) e alla ferrovia, intorno alla quale lavo- Contro le vili, ignominiose speculazioni ci e giunta rano giorno e notte numerosi operai per mantenere le cara, consolante, incoraggiante la vo ce dei nostri comunicazioni. concittadini da tutte le parti d’I talia e dell’Estero, Le piogge insistenti aggravano la situazione, già com- voce, che rimane con noi a sperare, a sperare promessa dalle nevicate scorse. sempre sulla rinascita della nostra bella Città. L’uomo e la sua tecnica debbono dichiarare la loro Nel numero delle famiglie non sono compre se impotenza: a 300 m. di profondità l’oc chio non riesce a quelle, che prese dal panico, hanno abban donato penetrare. lì triste fenome no di corrosione sotterranea e le loro case. profondo, molto profondo e può essere afferrato, vedu- Sollecitamente, condividendo il dolore della citta- to e giudicato, come suole avvenire in caso di disgra- dinanza, è giunto da Roma l’on. Spataro. APRILE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

     

   

DSULOH

Cominciarono ad uscire e nascere li grilli in tanta i grilli; di questa gratia però no siamo stati degni, quantità che a discorrere, resterebbe qualsiasi huomo ma bensì per mezzo della sua misericordia ha voluto incredibile, à segno tale che si comandava dalla Città aprire la mente che per via delle genti con li loro dà 100 huomini al giorno a far fuoco con radunare sudori restare e far restare poco aha poco a nulla, li detti per mezzo de’ lenzuoli, e se ne abbruggiava senza far nessun danno notabile. il giorno da 60 tomola, e questo seguitò, e va segui- tando sin hoggi che son li 30 Aprile; e si vedeva per quei valli e per quei monti della Selvotta, della Vili- " gnina, della Cunicella, del Collo della Mandola, et FLQHPDWRJUDIR altre parti pieni di questi, a tal segno che si caminava Ieri sera nel nostro teatro si e avuto un bril lante espe- no sopra della terra, ma sopra di cotesti animali. rimento di cinematografo Lumié re, che è una vera Si inviò la Compagnia del Gonfalone dall’Univer- meraviglia, per opera dell’avv. Enrico de Gaetani, sità per la Madonna del Saccione per pigliar l’acqua qui di passaggio. Tutta una serie di scene viventi si et la terra, acciò poi spargendo detta terra et acqua, e presen tata all’occhio dello spettatore, soddisfatto Siccome si dice, che avrebbe fatto restare morti tutti dalla più completa illusione... Venerdì Sabato 9(&&+,$7(55(12675(

  Chi tt ‘ha dduddate, Tèrre, de ssu céle, Ddo’ core nnammurate e rinnelélle Se ‘ncondre a vvole?... e de ssu mare bbèlle, Ddo’ sonne e pparanzèlle annanze vèle?  E fforze, caggiané!... Sand’lsedore Je dà na mane per la pertecare; E n ‘addre Sand’Adréja marenare A cchi va spèrze pe ssu monna fore. E dda lu mare schine a la Majèlle Terra sì ttu de cande e dde fatìje...  Massére ‘m mèzz’a ll’are che ppascìje: Domenica «Le bbille fè’ e jamme, tarandèlle!...» Lu hrane crèsce, bbone è ppo’ lu vine, Dogge la ‘live, Tèrra sci bbendétte, L’Angele ‘n tàvele nghe nnu’ s’assétte: «Avande, furastiére, San Mmartine!» Se ‘ndrecce l’ore gné na mmaiétte ‘Nnome de Ddi gna véne, a mmane a mmane;  ma sta chi parte, e sta chi s’allundane: Lu fije pròdeghe sta Tèrre aspètte. E scorre l’acche de lu ruvanèlle, Se porte la bbarchétte de na fronne. Vèrgene de l’Amore, che n’ s’affonne!... È la speranze de na cetelélle. Auguri a... Espedito Ferrara Prof. Angelo Cianci, Geom. Nicola Notaro, Angelo Ricciardi (esperto d’arte) "

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Malgrado il tempo orribile ed il vento che sof- fiava impetuoso, gran folla di pubblico accor se la sera di giovedì nella vasta sala dell’antica sede dell’Unione Operaia Rosset ti per assistere alla lettura di Ciamarèlle, un volume di versi in ver- nacolo scritti da Gaetano Murolo. Il nostro amico Luigi Anelli presen tò agli inter- venti il poeta concittadino con acconce ed indo- vinate parole... APRILE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

17 Aprile 1960: 0RVWUD9DVWHVHGLSLWWXUD e Cultura e con quelli della Azienda di Soggiorno, 3UHPLR&DUOR'HOOD)HQQD in merito alla fase organizzati va della seconda edi- La Mostra Vastese di Pittura Estemporanea Premio zione del concorso che si svolgerà nella nostra città Carlo Della Penna ha lo scopo di raccogliere le nel prossimo mese di giugno. Il nostro benemerito espressioni pittoriche, le più genuine, mediante concittadino cav. Carlo Della Penna, dopo la felice una manifestazione artistica che, richiamando i e lusinghiera aff ermazione della Mostra dei Pittori maestri del pennello di ogni parte della nostra Vastesi Contemporanei, tenutasi nelle aule del suo Penisola, contribuisca a far conoscere sempre più le Asilo ha deciso di istituire un premio di lire 500.000 bellezze pano ramiche e la tradizione artistica della che costituirà la dotazione, oltre agli altri premi che nostra città. Le opere infatti, devono essere esclusi- perverranno da Enti ed Organizzazioni varie, della vamente di tendenza veristica, giacchè la mo stra Seconda Rassegna pittorica che si avvia già a com- intende riallacciarsi alla tradizione che dal Palizzi pimento. Il Comitato, durante la sua ultima seduta e dal Laccetti in poi ha dato lustro alla regione; pre sieduta dal rev. Don Salvatore Pepe ed alla pre- e alla nazione. Il critico d’arte Mario Massarin senza dei membri Antonio Fanghella Giu seppe Per- già segretario della Biennale di Venezia è stato in rozzi, Giovanni Peluzzo, Gaetano La Palombara, proposi to gradito ospite dell’Azienda di Soggiorno Luigi Martella, Adelio Tilli, Luigi Del Greco, Giu- di Vasto. L’egregio pittore ha avuto uno scam bio seppe Catania, Gaetano Muro lo, Espedito Ferrara, di idee con i rappresentanti del Comitato di Arte Michele Ronzitti, Miche le Canci, Antonio Renella, Venerdì Sabato 17/04/1919

  )HVWDGHOOD6DQWD6SLQD Tra le molte ed insigne reliquie, che la città di Vasto ha l’onore di avere, la chiesa di S.Maria Maggiore ne possiede una prodigiosissima e pre- ziosissima. E’ dessa una ben lunga Spina della Corona di N.S.Gesù Cristo, intrisa del sangue  divino verso la punta, mirasi, tra sesta e nona del del venerdì santo, in cima covrirsi di materia bianca simile a delicatissima lanuggine. Questo visibile annual miracolo e le grazie che dispensa fanno sì che tutti i cittadini vastesi sentano nel loro cuore una speciale divozione per la S.Spina e ne celebrano la festa con grande solennità e pompa  il venerdì di passione. Quest’anno la cara festa è Domenica riuscita a preferenza degli altri anni, solennissima. La tradizionale processione è stata imponente e commovente. Circa duemila persone, tra uomini e donne, recanti grossi ceri, le due Confraternite del S.S.mo Sacramento e del Gonfalone il Capi- tolo Cattedrale precedevano la Sacra Reliquia por- tata dal Rev.mo Monsignor Arciprete D. Filippo Bonacci, seguito da una folla immensa di popolo. I due concerti musicali di Lanciano e Atessa, rispet-  tivamente diretti dai bravi maestri Centofanti e Di Iorio ci fecero gustare scelti pezzi di musica ese- guiti con una valentia e precisione da non potersi descrivere. Magnifico lo sparo di bombe e di casta- gnole a Porta Palazzo ed a Piazza Cavour, dove la processione presentava un bel colpo d’occhio. La sacre funzioni riuscirono decorose ed affolla- Michele Fiore, Nicolvido Di Marco, Vittorio Russo, tissime, specialmente la sera di venerdì la grande Giuseppe Recinelli, Raffaele Martone dopo la relazione chiesa, capace di contenere diverse migliaia di sulla attività esposta dal segretario organiz zativo cav. persona sfarzosamente illuminata era alla lettera Giuseppe Perrozzi, ha deliberato le finalità che debbono gremita. Il panegirico venne recitato dal Rev.mo ispirare i concorrenti. D. Tommaso Trozzi, Arciprete di Fossacesia il quale con parola smagliante inneggiò alle glorie della Santa Spina. La bella e cara festa si è chiuso col suono delle campane dell’alta e riquadrata torre di S. Maria, illuminata artisticamente. Una parola di plauso va data alla Commissione com- posta dei signori Michele Celenza (Passalacqua), Barnardino De Filippis, Francesco Rucci, Cesario Martella, Luigi Teotonico, Nicola Alleva e Michele Del Prete, i quali non risparmiarono fatica alcuna, affinchè la festa riuscisse come è riuscita, solenne ed imponente. Ora però si raccomanda alla Congrega di pensare a terminare la Cappella dell S.Spina, la quale deve Dipinto di Luciano Tosone essere al più presto collocata in luogo migliore. APRILE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

12 aprile 1814. Ad ore italiane 20, sette comitive di masnadieri Accortisi di ciò i Vastesi, mandarono i migliori tira- condotte da Fulvio Quici, Pasquale Pressete e Basso tori nell’interno della torre Diamante, che era dirim- Torneo (Vassariello), accresciute dall’unione di molti petto alla cappella di S. Giacomo; e con ripetute briganti del distretto, in numero di duemila cinsero scariche incominciano a fulminare i briganti, che, d’assedio la città del Vasto. rinchiusi nella chiesa, e non potendo più riuscire Mentre il piccolo distaccamento di soldati Corsi dalla porta, senza andare incontro a certa morte, faceva fuoco dal Castello, il Sottointendente Durini furono obbligati a forare il muro dalla parte opposta guidava sulle mura i cittadini; e tra questi i nostri all’uscio, per mettersi in salvo. In questo stato si durò vecchi ricordano ancora Gia cinto della Guardia, il sino alle ore italiane 17 del giorno seguente, quando quale presso Porta Palazzo respinse da solo un gruppo arrivarono i soccorsi e la città fu libera. di assalitori, e poco mancò che con un’archibugiata Durante l’assedio i banditi abbatterono il telegrafo uccidesse colui che guidava i banditi all’assalto. ad asta nell’Aragona, ruppero l’acquedotto della Visto impossibile espugnare il Vasto da quel lato, i pubblica fontana, si impadronirono delle farine ma snadieri girarono verso S. Spirito; ma anche colà indirizzate alla città, scassinarono i fondaci dei sali furono re spinti, ed alcuni di essi si ritirarono nella ed il Burò Doganale, e divelsero le canne di piombo cappella di S. Giacomo, sperando in quel luogo di dell’organo di S. Onofrio per fonderle in palle d’ar- offendere senza essere colpiti. chibugio. Venerdì Sabato Cipollata

  Dose per 4 persone

I 1 kg. di cipolle; 200 gr. di pomodori;  alcune fette di pane abbrustolito; olio, sale e pepe.

Tagliare a fette sottili molte cipolle, salarle peparle e farle rosolare a fuoco lento in olio abbondante e poca acqua. Quando le cipolle  sono ben colorite, aggiungere pomodori pelati, Domenica un mestolo di acqua e alzare la fiam ma lasciando cuocere ancora per cinque minuti; se necessario aggiungere ancora acqua. Intanto preparare delle fette di pane tostato raffermo, porre nelle singole scodelle e versarvi  sopra la cipollata. "

/H/DLQH Paulìcce chiappamasche vedénne ca le laìne pi lu féche stattev a finé cummanne li fejie dicenne: “Iàte a lu bosche e ripurtate na ‘bbella pruvvéste”, Micchele e ’ndrà, une arrete l’addre, vànne a lu bosche e a nu mumende fà ‘ndrà: “A frà... guarde quà... ch’ furtiune ugg..., ècche mill’ lèire”. Di risposte Micchéle ammolla nà friselle a ‘ndrà e ià rispanne: “Lande chesse ‘’ndérre, ha dette papà cà ugge adéma ié ‘ppi laìne..., dumane ‘ncaseménde ariminé’ime a circà li quatréine!!!”. " ...ricordiamo Domenico (Mimì) Laporese (politico) Nicola Scotti (fotografo) Arialdo Serafini (fotografo) APRILE MAGGIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

       

   

PDJJLR

Nasce nel Vasto Antonio Molino, cugino di Filippo arrestarono. Molti giorni restò il Molino in prigione, rinomato pittore del suo tempo. confuso tra i borsaiuoli e gli assassini; e solo mercè i Antonio Molino da magnano divenne scultore ed buoni ufficii di alcuni suoi concittadini, che in quel animato dalla febbre dell’arte andò in Napoli dove, tempo erano in Napoli, fu rilasciato libero. invece di cogliere, allori, trovò la triste realtà dell’esi- Per campare la vita entrò disegnatore in una fonde- stenza a raffreddare i suoi entusiasmi di artista. ria di ferro; poscia diventò pittore e nell’Esposizione Un giorno, smunto e pallido per la fame patita, e annuale di Belle Arti, tenuta in Napoli nel 1839, con un abito ridotto a brandelli si trascinava lenta- venne premiato con medaglia d’argento. mente per Toledo, portando tra le mani un Cristo in Ancora giovane negli anni ammalò gravemente, e legno, vero capolavoro di finitezza e di gusto. ridotto nella più squallida miseria fu ospitato dal A questo ed a quello lo offriva, ma niuno voleva concittadino Nicola Tiberi, dove morì. acquistarlo; ed egli senza perdersi d’animo, conti- Di lui trovasi nel Vasto una statua della Madonna nuava il cammino. Ma arrivato ad un punto si vide del Carmine* nella chiesa dello stesso nome. fermato da due gendarmi che, messi in sospetto dai suoi abiti dimessi, credettero di aver tra le mani un (*) n.d.r. a causa di un incendio negli anni ‘60 anche ladro che avesse rubato quel bellissimo Cristo, e lo questa statua bruciò. Venerdì Sabato Quando la realtà supera la fantasia /HVDPDHVWj   Vasto, 4 Settembre 1944

Ill.mo Sig. Sindaco Il sottoscritto Vi informa di quando segue:   Ieri verso la ore 16,40 trovandomi passare in via S.Pietro vide un carretto che scaricava del pesce. Pur non dovendo comprare, mi vensi voglia di andare a guardare sia la qualità e il prezzo. Mi mise nella parte opposta della vendità e la guar- dia Levino D’Amore manteneva ordine e distri- buiva biglietti. Ad un tratto abbandonava il suo  servizio e si diresse verso di me, intimandomi Domenica di andare via. Da parte mia in un 1º tempo gli rispose con calma che io potevo stare in quel posto, ma lui replicò di nuovo il via; All’ora gli rispose ma come non mi conoscete? che sono il vostro superiore? cioé un’assessore Comunale? Di nuovo Lui non vi conosco bisogna che andate via da qui!  Gli rispose per non riconoscere e segno che sei ubriaco. Costui vestitasi di via mi disse che piuttosto di andare il piazza a comandare fosse megli che andasse a zappare e facendosi ritenere dal pubblico mi si scaglio contro di me in via di minacce. Nel frattempo giunse la guardia Catania ed allora si poté calmare la rissa. A mia volta gli ordinai subito la sospensione del servizio la quale obbedì, ed il Catania coadiuvato da me poté seguitare la vendita. Quando cercò di andar via il sull’odato D’Amore ebbe a dirmi che suo padre era stato in manicomio e lui era più matto del padre, e se veniva tolto da vigile dovevo fare i conti con lui. Concludo quando o descritto. Rivolgo all’Ill.ma S.V. ed all’onorevole Giunta Comunale Amministrativa di prendere il mas- simo provvedimento del caso. Con Stima l’Assessore D. C. N. I fratelli Palizzi MAGGIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

       

   

Una rappresentazione teatrale negli anni ‘50. Si tratta de “Il Cardinale”, con la regìa di Paolo De Guglielmo (al centro nella foto) Venerdì Sabato Carcio!   alla vastese Dose per 6 persone

I  6 carciofi 200 gr. di mollica di pane 100 gr. di pecorino grattugiato 1 mazzetto di prezzemolo 2 spicchi d’aglio 1 uovo  1 limone Domenica 5 cucchiai di olio d’oliva acqua e sale q.b.

Mondare i carciofi e pulire il loro gambo; fare un composto di mollica di pane preventiva- mente bagnata e strizzata, pecorino, prezzemolo e l’aglio tritato, l’uovo, un cucchiaio di olio d’olivo ed un pizzico di sale. Riempire i carciofi  bagnati esteriormente con una parte del limone per farli annerire, porli in un tegame, immer- gendoli per metà in acqua e olio d’oliva; coprire il recipiente con un foglio di carta oleata, inco- perchiare e far cuocere.

0257(',6,%%87( " – Chi è mmorte? – ‘Ndunuicce! E com’ è mmorte? $FDVDGLVXQDWLXUH – Di sibbute, cumbà’, ‘n zaliut’ a nni’! ¶]LSRUWHVXQH trumminde chi ssarchiave ‘m mezz’ all’orte, (A casa di cuonatori non si portano suoni) casche senza putè’ chiamà’ Ggisi!... Dendr’ ala massarè’ li l’ome porte; lu piand’ amare... vàttene cunni!... &KLWH·ODPRMMDEHOOH vè’ lu médech’ e ifa lu musse torte: s’ ave’ ggilate, ch ‘i putè’ fa’ cchii?... Q·qWXWWHOLVq· – Signore Ddè’ a chi mmànne mé’ stattime: (Chi tiene la moglie bella, non è tutta la sua.) canda ma’ ti la pinz’ ‘è nu mmalanne, e doppe’ ni’ tande ci prubbalàime! " E ‘n gi sta ‘ppelle!... A ggrusse e ppiccinènne, abbaste che j’ aèsce la cunnanne, Auguri a... vè’ Machinande e ddèice: Jamicènne!... Piero Cipollone, Avv. Luigi Guidone MAGGIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

18 maggio 1924: d’azzurro, di messi opime ondeggianti al vento e di )HVWDGL0DULD66GHOOD3HQQD gigantesche vele latine naviganti sulla scia spumata Anche quest’anno la tradizionale festa della del mare nostro. Madonna della Penna, che può chiamarsi la festa del nostro mare, si è celebrata con la consueta pompa, richiamando un numeroso concorso di popolo che a torma, in comitiva, sugli asinelli, in carrozza, in automobile da Vasto e dai paesi vicini si riversò a Punta Penna per godersi una giornata di svago e di sole. Quando processionalmente giunge la Madonna sul seno Lotta, le colline circostanti si popolano come per incanto. Una prima barca prende a bordo la statua della Vergine; le altre, legate fra loro, inco- minciano a sfilare per doppiare, fra spari di gioia e commozione intensa dei devoti, la Punta della Penna e poi sbarcare la statua della Madonna al seno Lebba, e riportarla nella sua chiesetta. La scena, veramente grandiosa è incorniciata in un quadro di verde e Venerdì Sabato 22/05/1923   La consacrazione della Chiesa Cattedrale Mercoledì prossimo avrà luogo la solenne con- sacrazione di questa Chiesa Cattedrale, com- pletamente arricchita di affreschi e pregevoli  decorazioni per la munificenza del sig. Luigi Genova. E’ assicurata per tale occesione l’in- tervento di quasi tutti i parroci della diocesi di Vasto, i quali si riuniranno anche in fraterno convegno per discutere sui vari problemi religiosi riguardanti le loro parrocchie. Il Convegno sarà presieduto da S.E. Mons. Arcivescovo.  Domenica ,OFRQWHJQRGLXQDFRQIUDWHUQLWDH O¶LQIUDPPHWWHQ]DGLDXWRULWjLQFRPSHWHQWH Sono circa due anni che le confraternità di Santa Maria in Vasto, a proposito della processione di S. Michele, si ribella alle disposizioni dell’Auto- rità Ecclesiastiche. Ciò - come ogni persona che possegga un pò di buon senso può giudicare - è, oltrechè scandaloso e sacrilego, supremamente  ridicolo, perchè compiuti da persone che pur così agendo, pretendono di essere dei buoni cattolici e di essere ossequienti a S.Michele che invece in tal modo vituperano e offendono. Ma se il contegno della Confraternita è alta- mente condannabile, che dire di quelle autorità che, contrariamente al loro dovere, invece di far 7HDWUR rispettare gli ordini della competente autorità La sera di domenica 4 aprile, nel nostro Rossetti si è religiosa, secondano i ribelli nell’assurda protesta dato un trattenimento a beneficio della banda musi- di poter agire contro ogni disciplina religiosa e in cale cittadina. La sala presentava un bel colpo d’oc- modo veramente inqualificabile? chio. Dopo un pro logo d’occasione in versi martelliani, scritto dal direttore di questo giornale e declamato con PDJJLR molta grazia dal giovanetto sig. France sco Laccetti, si Si è dato fine in ammazzare li grilli, mentre era e recitato un bozzetto riuscitissimo in dialetto vastese impossibile il ridurre a niente con la rovina e (A ch’attocche attocche), del nostro amico e concitta- danno notabile, à segno tale che le inorre del dino Luigi Anelli, il noto cultore di studi dialettali e di grano talune no facevano restare che il fusto memorie patrie... della paglia. Alli 15 a notte di giugno andò a marina una galera Venetiana, assieme con due pergantini nella spiaggia di S. Vito, senza " speranza di ponersi più nell’acqua con la per- ...ricordiamo dita di sei Turchi fuggiti col Raiso, parlandosi Francesco Paolo Celenza (giornalista), delli forzati. Nella festa di S. Onofrio si ruppe Nicola Martella (musicista) la campanella di S.M.M. Saverio Molino (Dirigente Banca Commerciale Italiana) MAGGIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

1HOOD9LOODSXEEOLFD il direttore della villa, quel matto di don Ciccio ´3ULQFLSHGL3LHPRQWHµ Pomponio che però da dei numeri a molti suoi savii uniti insieme, ha opportunamente apposto il “Si Nella nostra ridente Villa Pubblica “Principe di loca”. Piemonte”, di cui è attivo e geniale diret tore Don Tra i molti aspiranti ad occuparlo, dato l’odierno Ciccio Fomponio si è svolta nella se rata di dome- carofitti, il più quotato è un tale che agli speciali nica scorsa, una bella festa: il varo cioè, nell’ampio e caratteri somatici, che intonerebbero perfetta- pittoresco la ghetto del battello “Delfino” col quale mente con quelli della casi gliana del vano nord, molti bambini ogni giorno si divertono a solcare il unisce il merito di aver saputo in questi giorni magnifico specchio d’acqua, popolato da di verse imbroccare una feli ce idea: farsi cioè promotore anatre e da innumerevoli pesciolini dai più svariati di una agitazio ne per la soppressione del “Vastese colori. d’oltre oceano”. obbligati, per debito di cortesia a ri cambiare le sue premure a nostro riguardo lo rac- 1HOODQRVWUD9LOODSXEEOLFD comandiamo caldamente all’amico Don Ciccio, il Per la morte dell’inquilino che v’era ospitato, si è quale, ne siamo certi, accoglierà a braccia aperte il reso vacante nella gabbia della scimmia, nella nostra nuovo inquilino, ascrivendo a sua fortuna di poter Villa Pubblica, il lato sud, bene arieggiato, con vista arricchire la fauna del Giardino zoologico della Villa sul mare e munito di solida inferriata, al quale vano Pubblica di un esemplare esotico così raro ed inte- Venerdì Sabato 586(526,1$

  Tenaive n’ asenicce pe’ sciagne abbasse all’orte e p’arisajje la coste careche de ‘rrobbe.

Fenucchie e chicuccialle ‘nzalète e pammadere che t’arcumpunzave de tutte lu sudere  Sindeive solamende l’uddare diii fiure e noneme che candave a ‘sta manire: Ruse Rosina ‘nghi lu, quappelle n’gape sta matina ti mi pere pruprie na signurine che canda pesse tutte quende fi rivuddà.

 Nu jurne ma ricorde sopra lu pundecelie Domenica asse s’a ‘mpundate pruprie a lu ‘cchiù ‘bbèlle. Micchele li tirave pi caute e pi capazze si stàive a elle n zè smoste pi nu pezze s’ è smoste solamende pe’ l’uddare di li fiure e noneme che candave a ‘sta manire: Ruse Rosina....

Mo’ ne ‘nzente ‘cchiù l’uddare di li fiure  sende solamende la pizze di li mutiure Noneme ‘ngi. sta ‘cchiù e l’asene nemmene nisciune cande ‘cchiù a ‘sta manire: Ruse Rosina ‘nghi lu quappelle n’gape sta matina ti mi pere pruprie ‘na signurine &RUUHFFKLPHVFKHOH che canda pesse tutte quende fi rivuddà. D¶QDKDFFHGLPHOH Francescopalo D’Adamo FKHD¶QDYDUpLOHGL¶FLjLWH (Corrono più mosche ad una goccia di miele, che ad un barile di aceto) " /DFLFjOHWDQGHFDQGH FDVFDWWH (La cicala tanto canta che schiatta) " Auguri a... Avv. Franco Del Prete MAGGIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

10 giugno 1924: Nicola, a cui fa ala tutto il popolo del Vasto, entra )HVWDGL61LFRODGHOOD0HWD nella Chiesa di S. Pietro, e qui finalmente sosta la Illuminato dai raggi del più bel sole primaverile, che processione! La mattina seguente per via terra, fra fa sembrare tutto un masso d’oro la statua di San spari, suoni e canti, il Santo viene di nuovo riportato Nicola, nelle ore pomeridiane dello scorso sabato il alla sua cappella rurale; e durante tutta la giornata simulacro del glorioso taumaturgo portato proces- le nostre popolane, sfoggiando i loro più lussuosi sionalmente dai fedeli, che in coro ne cantavano le vestiti dai vivaci colori, affollano la suggestiva strada lodi, abbandona la sua cappella rurale e va ad im- di S. Nicola della Meta, indorata dal sole e profu- barcarsi al Porto della Meta dove la nostra piccola mata dalla zagara dei sottostanti giardini. flottiglia peschereccia lo attende per condurlo alla spiaggia del Vasto. E perché nemmeno un alito di vento turba la calma ´$SUXWLXP)LOPVµ del nostro incantevole golfo, per molte ore s’indugia Con questo nome si è presentata in Abruzzo una in mare il caratteristico corteo, che a notte approda Industria Cinematografica con sede nel Vasto, la alla marina, dove processionalmente prosegue poi quale per assecondare il desiderio di tutti gli abruz- verso la Città, fra le luci di migliaia di ceri, i canti dei zesi lancerà per la fine del prossimo Agosto una gran- pellegrini, il suono della banda, gli spari... diosa pellicola che, per la varietà del programma, e Mezz’ora prima della mezzanotte la statua di San destinata a conseguire un importante successo... GIUGNO /8&8087$7( Venerdì Sabato 3,·/$67$'8(',5866&,­77(

  – Mo’ ch’ è rissciute ‘n addre Cumutate ch’ à da fa’ fa’ la stadue di Russciätte, chi déiee ch’ ala Piazze sta culate, e chi li vé’ ‘m me2z’ alu Ciardinàtte.   – A da resse’ di mmarme, è ehiù ppriggiate! – Chi t’ acchinde, d’ abbrànze s’ à da màtte; ‘ca si i 1’ ome màine ‘na pitrate la vrogne ‘i pu’ vidà’, ma ‘n giò eh’ è ratte!

– L’ à da fa’ nu frastire - dèice hiune... – Già si sa, lu frastire à da i’ ‘nnende,  lu paisane à da rristà’ ddijiune! Domenica Lu Cumutate sende tutte quende, e, pi’ ‘n zi fa’ malalme nghi nisciune, stupitijàjje e ni’ zi fa nijende!  Luigi Anelli

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L’Abruzzo film sin dal 28 marzo ha incomin ciato a girare il suo grande film. Fino ad oggi sono stati ripro- dotti i seguenti avveni menti: Vasto: Festa della Sacra Spina e del Legno del la Croce. Cocullo: Festa di San Domenico. Ortona a mare: Maggiolata e inaugurazione del monu- mento ai caduti. Domenica 6 maggio, verrà cinematografata a Vasto la l’esta della Penna ed il 12 quella di S. Giustino a Chieti. Tutti gli abruzzesi resi denti in America avranno il pia- cere di rivede re sullo schermo nel prossimo Ottobre i principali avvenimenti della loro patria lontana; e dal conto nostro non possiamo fare a meno di augurare un grande successo al l’Abruzzo film, che non risparmia sacrifizi per valorizzare le bellezze della nostra regione. GIUGNO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

       

   

,O´*LURµD9DVWR Venerdì Sabato

  %HQHGL]LRQHGHOODEDQGLHUD VRFLDOHD9DVWR

Domenica scorsa ebbe luogo in Vasto una bella cerimonia per la benedizione della bandiera   della “Società degli agricoltori”. Nella sede sociale, nel Corso Dante, erano rac- colti, circa trecento soci, che uscirono in corteo, accompagnati dalle Associazioni locali con ban- diere : Società Operaia, Mutuo soccorso, Stella Azzurra, i Calzolai, gli Ortolani, ed i Muratori. Si recarono nella Chiesa Cattedrale dove il Rev.  mo Can Mons. Bonacci benedisse la bandiera Domenica pronunziando un indovinato discorso. La Cat- tedrale era gremita di cittadini. Fece da madrina la signorina Maria Benedetti in rappresentanza della signorina M. Ciccarone. Dopo la benedi- zione i soci della nuova Associazione, ristabi- lito il corteo, con la musica di Atessa in testa, sotto una pioggia di fiori, si sono diretti alla  sala della “Conciliazione” dove hanno parlato il presidente della Società degli Agricoltori, sig. Gaetano Smargiassi e l’avv. Giuseppe Nasci applauditissimo. Per tutta la giornata sparo di castagnole e grande animazione.

Quando la realtà supera la fantasia " *OLDVLQLGLGRQ&LFFLR Auguri a... All’inizio del 1900 gli uffici comunali erano ubicati nel Luciano Tosone (architetto e pittore) palazzo Vescovile di via Arcivescovado «‘nzomme appic- Mons. Michele Ronzitti, cichète a la chi’jse di lu Carmine, scimbeddatte». Mons. Decio D’Angelo Essendo invalso l’uso di “parcheggiare” i quadrupedi dinanzi alla porta del Municipio, don Ciccio, inte- gerrimo funzionario di segreteria ordinò un giorno di ...ricordiamo Don Salvatore Pepe, affiggere alla porta del Comune un cartello con questa Giuseppe Vennitti (consogliere comunale) scritta: “E’ severamente vietato parcheggiare gli asini perché disturbano quelli di sopra”. " E’ passato un secolo, ma la morale resta? Dajie e dajie che ‘ccedajie. 1LQIjEHQHFDqVSULFjWH E’ passate schininze nu sèchele, ma la specie àresèste e QLQID·PDOHFDqSLFFjWH nin’zipò perde sumènde. (Non far bene che è sprecato, non far male che è peccato) GIUGNO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

/DYjFFKHqVWUDWWH PDFLFDSHODFDVH QJKLWXWWHOXWDWWH (La bocca è stretta, ma ci entra la casa con tutto il tetto)

/XVDFFKHYXWWH QLQ]·DWWqDOO·LPEuWH (Il sacco vuoto, non si tiene in piedi)

1DYRGGHFDUUHOXTXDQH H¶QDYRGGHOXOHEEUH (Una volta corre il cane, ed una volta la lepre) Venerdì Sabato Piccioncini   ripieni

I Piccioncini  Pancetta di maiale Aglio rosso Rosmarino di montagna Alloro di montagna Vino bianco secco Olio extra vergine di oliva sale, pepe nero.  Domenica Per il ripieno: Pane grattugiato parmigiano uova, latte prezzemolo, timo, sale

Pulire i piccioncini, lavarli, sgocciolarli, insapo- rirli con una presa di sale e una presa di pepe  e tenerli da parte. In una terrina preparare il ripieno formando un impasto con pane grattato, parmigiano grattugiato, prezzemolo tritato, un pugnotto di foglioline di timo sminuzzate, un uovo, una tazzina di latte e un pizzico di sale. Farcire i piccioncini con il ripieno e cucire, 14 giugno 1590 con uno spago da cucina, la parte ventrale e la pelle del collo perchè il ripieno non fuoriesca Verso le prime ore della notte seicento banditi, con- durante la cottura. Foderarli con sottili fettine dotti da Marco Sciarra, fuggiti dagli stati romani dove di pancetta di maiale e adagiarli in un tegame Sisto V dava loro la caccia, con l’intelligenza di alcuni con il brodo alto. Irrorarli con olio, unire uno della città, scalano il baluardo di S. Spirito ed entrano spicchio di aglio, un rametto di rosmarino, una improvvisamente nel Vasto per saccheggiarlo. I più foglia di alloro spezzata in due e farli rosolare da ricchi della città vengono imprigionati, e solo mediante ogni parte a fuoco moderato. Bagnare con un forti somme di denaro sono rilasciati liberi. bicchiere di vino bianco secco, fare evaporare Rimangono però uccisi dai banditi: Giovanni Antonio lentamente, chiudere il tegame con un coper- di Santo della Rocca, Giulio Cesare Ventura ed Antonio chio e lasciare cuocere a fuoco basso bagnando di Pietra Abbondante, famiglio del vice-marchese. con il fondo di cottura. Appena i piccioncini risulteranno ben cotti, ! levarli dal tegame, eliminare lo spago, accomo- ...ricordiamo darli su un bel piatto da portata, bagnarli con il Nicola (Nick) Malatesta (bidello ITIS) fondo di cottura filtrato con un colino e servirli Prof. Ottavio Molisani (insegnante di francese) velocemente in tavola. Micchele... Del Borrello (ristoratore) GIUGNO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

GDOO¤¢,QYHQWDULRGHOOHUREEHFKHVRQRQHOO¤DSSDUWDPHQWRGL6XD$OWH]]D¢ Nell’anditello che seguita: Un parato di venti terza di Nella prima anticamera dei Gentiluomini: Setta drappo di seta turchina con argento, con una sopra- pezzi di Arazzi che rappresentano boscaglie - Tre porta dallo stesso drappo - Una portiera di Damasco sopraporta di tela pinta - Un Baldacchino di brocca- turchino, guarnito intorno dello stesso drappo e fran- tallo rosso, tutto fornito, a colla sua francia intorno, cia di seta Ct argento col suo ferro - Due altre por-tiera dentro e fuori - Uno strato sotto detto Baldacchino ad di velluto blù, coll’arma dalla Casa e colli suoi ferri - una ta-vola coperta di Damasco - Tra portiera di broc- Due sediola di trippetta - Un Paggio di legno. catallo rosso, guarnita con falpalà a fiocchi, e colli suoi Nella camera che siegue, detta degli Arazzi di Adamo: ferri - Due altre consimili portiera di finestre, guarnita Sette pezzi di Arazzi, due rappra-sentano la creazione come sopra - Vanti sedia di trippetta - Due tavole di di Adamo e l’omicidio di Caino, con due sopraporta - pietra - Due spacchi grandi, ornati, guarniti con cor- Quattro sopra-porta di tela pinta - Tra portiere di bro- nici di oro e cristallo - Una lampada di cristallo a sei ecatallo rosso, con i loro falpalà, cordoni e ferri -Due lumi - Due tavolini usati da giuocare, di rasetta’~. altre portiera di finestra, guarnita come sopra - Dodeci Nella camera detta di Udienza: Sei pazzi di Arazzi di sedie di broccatello rosso, compagna alla portiera - Fioranza con oro ed argento, con quattro sopraporte Quattro tavolini da gluocare di broccatello, guarniti di tela pittata - Un Baldacchino di velluto verde con- con francia di seta rossa e gialla - Due tavolini d’ebano trotagliato, col suo Cielo tutto guarnito - Uno strato di liscio - Una lampada di cristallo a sei lumiarie. velluto verde orlato di lania d’oro all’intorno - Dodeci Venerdì Sabato /8'81$7(,9(

  – Maddemane vi vujje fa magnà’ ma huè, nu soprettàvele ‘ngartate: circh’ e ddummanne aècche a mmezze stà: cannule, pastatelle, pignulate...

 – Angili, sì’ carlëine vujje dà’. – Ti diche jèjje ca ti si’ sfurzate! – Sije e mmezze! – Ma chi ji vu’ pahà’, la huandìre u la carta ‘nnargindate?

 – Nove carlèine. Domenica – A néuve chi l’à màsse? – Jè! – Dannate, tè’; pùrtele a Ciarciajje, ocche si specchie l’ucchie ‘m bacce a quàsse.

– Nu coppe!  – Eh, sta a nu coppe: arivì’ ‘rrete! Sta a nu coppe... nisciune la risajje? L’ àjja dà’?... L’ àjja dà’?... papa... è libbrete! Luigi Anelli sedia di appoggio con legni dorati, guarniti dell’istesso controtaglio - Quattro portiere colli loro falpalà, ferri e fiocchi dall’istesso controtaglio - Tra tavola dorata in tutto a per tutto - Una lampada tuttà d’argento massiccio con 18 lumiere. Nell’anticamera grande, detta di S. Pietro: Dodeci pezzi di Arazzi fra grandi e piccoli: rappresentano l’bistoria di S. Paolo, tutti contornati con cornici durate - Tre sopra- porte di tela pittata - Cinque portiere di broccatello rosso, coi loro falpalà, fiocchi e ferri - Diciotto sedie senz’ap- poggio dell’istesso broccatallo - Quattro tavolini intagliati con legno tinto -Due baulatti d’ebano guarniti d’ottone e pietre - Uno specchio ornato con cornice dorata -Un paro di capifuochi coi pomi grandi d’argento massiccio e cui suoi finimenti interni guar-nitj d’argento - Una lampada tutta d’argento massiccio, con otto lumiere - Un librone di Carte Geografiche D. GIUGNO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

&KLSLGRWWHYR·SDVVj ...ricordiamo VLVWD]HWWHFDQGDQLQ]D Don Romeo Rucci (parroco di S. Pietro), (Chi per dotto vuol passare, Geom. Michele Canci (imprenditore) si sta zitto quando non sa) " *QDPLVXQH DFFXVFq·W·DEEjOOH (Come mi suoni, così ti ballo)

$uQQHU·HQLSuXWHFDQGD QLIq·WXWW·qSLUGuXWH (A generi e nipoti, quanto ne fai tutto è perduto) LUGLIO Venerdì Sabato

  'D9DVWR SUHDQQXQFLRGLIHVWH

Annunziate da un attraentissimo programma, le tradizionali feste di mezz’agosto in onore  dell’Assunta, hanno già messo nella città una nota di brio. E’ un fervore di preparativi, che agita la Commissione e tutto si annunzia assai promettente. Nei giorni 13, 14, e 15 corrente avremo tutta una serie di svariati divertimenti, che attire- ranno dai più lontani paesi i forestieri, che  alle attrattive della festa sentiranno congiunte Domenica quelle dell’incantevole nostra riviera lunata, nel suo superbo panorama, unico nel nostro abruzzo. E la banda di Pescina, dopo i trionfi di Abruzzo e di Napoli, ci allieterà tutti con la sua arte mirabile; le grandi corse al trotto all’ippo- dromo dell’Aragona formeranno il numero più importante del programma col premio vistoso  di L. 1.200; i fuochi grandiosi, gli spari, le lumi- narie, tutto si annunzia e si prepara attraente. Ed infine la fiera di beneficenza, per cui già molti ricchi e splendidi premi sono stati raccolti e veggono esposti nelle vetrine del Bar Mar- tone, appresterà a tutti doni e sorprese. Vasto 0LIDFFHPDUDYHMMHGLOX6HQHFKH si sveglia. Alla festa dell’Assunta seguirà, il 18, FKLPPDQQHVVXSRUFKHSLOD7HUUH quella di Sant’Elena a Punta Penna. Ricor- rendo quest’anno la festa di domenica, si pre- Ad una femminuccia del nostro volgo non si può fare vede un più largo concorso di popolo. Il faro maggiore ingiuria di quando le si dice: “Mi facce mara- già in funzione, i lavori del porto saranno un vejje di lu Seneche, chi mmanne ssu porche pi la Terre!” potente richiamo. Non si potrebbe costituire Che relazione possa esserci tra il capo dell’amministra- un comitato (ci sono tanti giovani a Vasto ad zione comunale ed il compagno di Sant’Antonio, di essi ci rivolgiamo) per organizzare divertimenti primo accitto non si comprende; ma sfogliando gli Sta- a mare? tuti del Vasto dell’anno 1503 troviamo che nel capitolo ! XVIII del libro III il Sindaco ordina che “non si pondo mandar li porci per la Terra”; e nel capitolo VII del libro 'DOOLOXJOLRVLQ·KRJJLG·DJRVWR IV, che “è vietato de legare lo porco innante la casa”. Ed ecco come una frase ingiuriosa del nostro popolino, No lasciano da comparire grilli per le nostre tramandata di generazione in generazione, viene a ricor- possessioni, et hoggi son arrivati dentro della darci degli ordinamenti di pulizia urbana, che erano in Città. In quest’anno non si discorre d’olive, vigore nel Vasto circa quattrocento anni sono. mentre da nessun arbore no ci si può trovare qualche acino. LUGLIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

       

    Venerdì Sabato Cavatelli   alla Pescatrice

I 500 gr. di cavatelli;   1 kg. di pescatrice; una cipolla; un mazzetto di prezzemolo; 500 gr. di pomodori pelati; un bicchiere di vino bianco secco, sale, pepe e olio.

 Pulire e lavare con cura il pesce e tagliarlo a Domenica pezzi. In un tegame versare l’olio e la cipolla tagliata a fettine sottili e farla rosolare, aggiun- gere i pezzi di pescatrice e fare insaporire per 10 m. circa. Versare il vino bianco, lasciarlo evaporare, aggiungere il pomodoro passato e lasciar cuo- cere a fuoco lento per 15 m. circa. Se il sugo si rapprende troppo, aggiungere un  pò di acqua. Far cuocere ancora per 20 m. e fil- trare con un colino non troppo sottile. Lessare i cavatelli in abbondante acqua salata, scolarli e condirli con questo particolare sugo, aggiungendovi una manciata di prezzemolo tri- tato. &KLQLQIDWHMMHPD· IDWHMMHGL&DUQLYjOH (Chi non fatica mai, fatica di Carnevale)

&KLVLYLVFKHQ·]·DQQqFKH (Chi si muove non si annega)

&KLPDOHWLYR·GHLFH ¶PPDVFLDWjXUHVLID·FKLDPj· (Chi male ti vuol dire, ambasciatore si fa chiamare)

$OXTXDYjOOHVFXUWXTXjWH FDUUHOLPjVFKHOH (Al cavallo scorticato, corrono le mosche) LUGLIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

     

    Venerdì Sabato $/$0$5(,1(

  – Jam’ a ‘sta vanne, oooh!... chi vo’ ‘ccattaje!... mé’ è ‘rruuéte ‘n derre ‘stu panare, vivi vèive, ‘gna è ‘sci’utè dalu mare,  tutte risciule, sghimmure e palaje! Sbrihémece, fijjù’, ch’ avema faje?... Vujjc tre cuppe, uhè, ca nin è care! – Dece carlëine! – Sta a ddece, Vaccare!  vujje trende, pi’ ddece 1’ àjja daje? Domenica

Vi’ a ‘stu quarte, cumbà’ Cicchipallätte; ji vujje vindinêuve!... vindisette!... vindiquattre!...  – Quattòdece li màtte! – Sta a quattòdece, e vujje vinditràjje!... vujj e vindiune!... vende!... dicissette!... – Fàrme! Pi’ dicissett’ arrest’ a mmàjje!

Luigi Anelli 7RVRQG¤RUR !

23 ottobre 1723

Giunge nel Vasto il conte- stabile Fa brizio Colonna per essere insignito della collana del Toson d’oro, che l’imperatore Carlo III gli aveva conferito, inca- ricando della collazione Cesare Michelangelo d’Avalos.

Sergio Romano riceve il Premio “Toson d’oro” LUGLIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

19-20 luglio 1896: /D)HVWDGHO&DUPLQH La sera di giovedì, nella ricorrenza della festa del altre che lasciavano capire il desiderio di passeggiare Carmine, un passaggio veramente fiorito, splendido maestose al fianco della mamma, scambio di prece- ammiravasi a Piazza Pudente, dove erasi riversato derla coi fratello, col cuginetto, cavalieri in minia- tutto quanto di bello e di fine si conta tra il sesso tura, non sempre aggraziati e cortesi... gentile della città nostra. Era un rimescolio, un agi- tarsi continuo di belle signore e signorine, di belle donnine del popolo e di fanciulle di tutti i ceti, brune e bianche d’una bianchezza sorprendente di madreperla. Alcune passavano coll’incedere di regine, con gli abiti elegantissimi, a colori simpatici, altre civet- tuole, dondolandosi, cianciando, ridendo.... Molte coppie di fanciulli si vedevano quà e là; i maschi col costume alla marinara, le femmine a gonne corte o col camiciotto bebè, con la pamela ornata di fiori e di nastri, alcune con l’aria ingenua e spensierata, 4XDQGRODUHDOWjVXSHUDODIDQWDVLD Venerdì Sabato 3URPR]LRQH   WXULVWLFD Gentilo Signore,

Mi chiedeto se posso dare il mare per il mese di  luglio e agosto. Si, questa è la risposta. Qui la rena è fine e sottile, il mangiare è crepa- pelle volontariamente che più ce ne sta dentro chiscicciso. Il casino c’ià 2 camere matrimoniali a tre posti  e una a 1 letto a due Posti, tutto senz’inzetti. Stanzio fresco e sopra il letto Vi cacciate scarpe Domenica e cavizetto, bagno al mare doccio e sciampo pe’ la coccio. Col callaro la mia prediletto Filo mena, quando angòro presto vollo l’acqua già e vi cucina coni- glio, àllino, paparòno, allinaccio e a la matino rosciotovo ed appresso cioccolatiero di caffè ristretto nero benservito dal figlio Raffaele.  Per lavare c’è mia figlia. Qesta e la mia casa, la stazione, Perchè il paese è lontano 3 chilo mètro. Per il gabbinetto con- viene andare alla stazzione, così la puzza rimane al Capostazzione. I bisogni notturni li porta via la mia predi letto Filo mena alla matino presto presto. Di divertente c’è il vino e il Capostaz- zione che a carte sa giocare e scopa bene. Di vestirsi non c ‘è bisogno, siamo tutti fra loro e senza scomodo di gabine. Noi ci abbiamo la radio aggiustato. Il prezzo al giorno e mille lire a persona escluso il viaggio e le sigirette che vendo i0 assieme al sale fino e pure quello grosso. Si esce di casa e si passa l’asfalto nella quale passano tante belle machine su e giù e… zac- chete… si è al mare azzurro che spero mi dirà di si. Se venite, vi faremo anche ritere e la suo- cera predi letto Carmela racconta fregnacce a volontà.

Saluti Pasquale LUGLIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

*LXVHSSH6SDWDUR

Di antica famiglia vastese partecipa fin dalla fonda- zione al Partito Popolare di Don Luigi Sturzo di cui diventa stretto collaboratore e poi biografo. Eletto nel dopoguerra deputato per il collegio dell’Abruzzo, ricopre numerosi incarichi parlamentari e ministe- riali. Diresse il dicastero delle Poste e Telecomunica- zioni, della Marina Mercantile, degli Interni. Eletto senatore ricoprì infine la carica di Vicepresidente a Palazzo Madama. Venerdì Sabato

10 Agosto 1912   )HVWDDOOD6WHOOD0DULV

Anche quest’anno la festa alla “ Stella Maris” -la  dolce figura, che la poesia e la fede ha posto a patrono della nostra spiaggia ridente e del nostro mare poetico- è riuscita solenne per decoro di funzioni e per il largo intervento di bagnanti e di cittadini, accorsi ad onorare Maria nella elegante e civettuola chiesetta del beneme- rito cav. Marchesani.  Per nove sere il festoso argentino squillare delle Domenica campanelle armoniose, spandentesi per l’ampia distesa degli orti ubertosi, per la vasta spiaggia arenosa, sul mare verde ammaliante, ha richia- mato alla preghiera il popolo devoto che sempre numeroso si é raccolto ai piedi di Maria,e un coro di voci bianche, (un coro di fanciulle) si levava ogni sera -possente richiamo alle voci  osannati nei cieli- ripetendo il bellissimo litur- gico canto dell’Ave Maria Stella,preparato e diretto con cura paziente dallo stesso cav. Mar- chesani. E negli ultimi giorni i Vespri solenni e le Messe affollate,le molte Comunioni e la funzione di chiusura col discorso d’occasione hanno dato alla poetica festa l’impronta più bella: quella di una fede sentita e viva nel popo- loso rione di Vasto-Marina. Ha preso parte alle funzioni della festa lo zelante parroco della città arc. Filippo Bonacci. Di tutto questo ci rallegriamo vivamente con l’ottimo cav. Marchesani e con la virtuosa sua signora, che con generoso spirito di sacrificio e con vero intelletto d’amore si sono consa- crati alla elevazione morale e religiosa del rione Vasto-Marina Sappiamo che il cav. Marchesani a completare la sua opera e dare ad essa un avvenire sicuro,sta provvedendo alla erezione di un conventino pei religiosi,cui affidare la cura spirituale della chiesa.La fabbrica procede alacremente.Plau- diamo alla bella opera. LUGLIO AGOSTO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

      

   

/XJOLR 1RQQD0DULjWWH Viene posta la prima pietra del Politeama Ruzzi. Il ter- reno viene dato in concessione dal Comune e lo stabile Avè ‘rruvete a nuvand’anne e nzi’ sindeive ‘bene. viene realizzato a cura e spese di Luigi Ruzzi, un vastese La fe’ije Natucce chiame lu mediche . emigrato in Argentina ove, dapprima in società con Dopo una lunga ed accurata visita, Carlo Della Penna e quindi singolarmente, realizzò una Mariatte gli domanda: notevole fortuna. “Nbè dottò... cch’ ‘ci vulasse ?” ! Il medico replica: “ Ehh!?! ci vulàssa na ‘bbona chiu’re... 6LYYX··FFDWWj·ODWHUUHDER·PPLUFjWH Ci vulasse la chiure di lu mar’eite “. DFFDWWHDFKLO·j¶ULGLWjWH e nonna Mariatte arispanne: (Se vuoi comprare la terra a buon mercato “Natucce ! Fi’ja ‘bbelle, ‘iamme si, comprala a chi l’à ereditata) ni’mbèrte tembe... và a lu spizîale e spidèsce la midicéine 7pLUHFFKLX·QXSHOHGLIjPPHQH ch’ dèice lu dottore, FKHQXVVDUWHGLEDVWLPHQGH scibbindatte la mamme chi la fatte studié” (Tira più un pelo di donna, che una gomena di bastimento) Venerdì Sabato

   

 Domenica

1HOO·DPHQRFROOH GL0RQWHYHFFKLR TXHVWDVDFUDFURFH VSHUDQ]DGLYLWD  HYHVVLOOR GLULFRQRVFHQ]D DTXDQWL DEUX]]HVLHYDVWHVL QRQIHFHURSLULWRUQR QHOO·DPDWDWHUUDQDWLD

/D SULPD GRPHQLFD G·DJRVWR VX LQL]LDWLYD GHOO·$VVRFLD]LRQHSURHPLJUDQWLYLHQHFHOH EUDWDOD´)HVWDGHOULWRUQRµFKHRUPDLFRQWD EHQHGL]LRQL7DOHIHVWDqXQRPDJJLRDJOL HPLJUDQWLYDVWHVLVSDUVLQHOPRQGRFKHVRQR ROWUH GLHFLPLOD /·LQWUDWWHQLPHQWR VL VYROJH QHOO·$UHQDGHOOH*UD]LHHDQQRYHUDHVLEL]LRQL FDQRUHLQOLQJXDHGLDOHWWDOLUHFLWHLQYHUQD FRORHGHJXVWD]LRQHGLGROFLWLSLFLORFDOL

$XJXULYLYLVVLPLDGRWW$OIUHGR3DJOLRQH H VLJQRUD 7HUHVLWD DL TXDOL YD DQFKH LO ULQJUD]LDPHQWRGLWXWWLLYDVWHVLSHUDYHUH FRQFHVVRDO&RPXQHSDUWHGHOODVXDULF FKLVVLPD FROOH]LRQH G·DUWH FRQWHPSRUD QHD FKH YHUUj FRQVHUYDWD LQ 3DOD]]R G·$YDORV AGOSTO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

       

    Venerdì Sabato 9DVWR)LOP)HVWLYDO

  E’ ormai diventato l’appuntamento cultural- mondano più atteso dell’anno. Nato come Adventure film festival, ha assunto poi il nome di Vasto Cinema Vasto e quindi quello di Vasto Film Festival.  Ha avuto come direttori artistici Franco Cauli, nelle prime tre edizioni e quindi Franco Mari- otti. Direttore artistico Edmondo Del Borrello. Organizzazione “Dreams Service”. Le ultime edizioni sono state ospitate nella magica cornice di Palazzo d’Avalos che si tra-  sforma ogni anno per questo importante Domenica appuntamento in un meraviglioso, fantasmago- rico, suggestivo Palazzo del Cinema. 

Numerosi ed importanti gli ospiti presenti nelle cinque edizioni del Festival. In quella dell’estate scorsa, pre- sentata da Clarissa Burt, tra gli altri sono intervenuti Ornella Muti, Giancarlo Giannini, Giuliana De Sio, Nancy Brilli, Michele Placido, Alessandro Haber, AGOSTO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

14 agosto 1907: )HUUDJRVWR9DVWHVH trattenimenti economici e... sportivi. Domani gran Le feste si sono aperte ieri mattina alle undici con gala, gran movimento, il grande divertimento popo- spari, giro di bande musicali per la città e musica in lare; e suoneranno le bande e le nostre deliziose Piazza Pudente; e ieri sera Piazza Cavour presentava signorine faranno sfoggio delle più belle acconcia- un magnifico colpo d’occhio per la splendida illumi- ture e degli abiti migliori; e tutta una grande poesia nazione, del passeggio fiorito, per la signorilità delle popolare sarà rievocata e riprodotta, e le ore passe- toilettes estive... nonchè per i giovanotti che seguono ranno deliziose, indimenticabili; e a tarda sera, dopo le orme e fanno la rota... l’incendio di una grandiosa macchina Pirotecnica, Stamane alle 6 la città era già rallegrata dal giro delle la chiusura della festa avverrà con spari fragorosi, bande musicali, e mentre scriviamo le ultime note di suono di campane, musiche popolari, tra lo splen- cronaca, il “donativo” tradizionale si apparecchia ed dore degli archi e le ultime invocazioni dei venditori, in Piazza Pudente si eseguono scelte sinfonie. dei giocolieri, degli espositori di tante meraviglie del Oggi, alle 18, corse al galoppo nell’ippodromo “mondo vecchio e del mondo nuovo”, mentre l’ul- dell’Aragona con ottimi cavalli di rinomate scuderie. timo invito dei tenitori di bersaglio. Stasera, poi, grande e svariato divertimento nel viale - Avanti signori! Due palle per un soldo! Tre centri di Piazzza Cavour dove ci sarà da vedere il “mondo il primo premio! - andrà smorzandosi con le ultime vecchio e il mondo nuovo”, e dove ci saranno tanti note degli organini... Venerdì Sabato /·$9$5· (/80$/(3$+$7­85(   – Dapù dèice ca hiuije s’ ingujete!... li dece lëire, ‘Ndò’; mi li vu’ dà’?... li scarpe, è ccerte, ti li si’ fruvete;  dëmmele ti, dicchiî t’ àjj’ aspittà’?!... – Ci perle piure?... Chéume, jurn’ arrete, ‘n di l’aricurde, ti vulè’ pahà’: fin’ a nu coppe ti 1’ àjj’ arruvete; embè, ti si’ vulute cundundà’?!...

 Bille scarpe, dapù, chi mi si fatte! Domenica schinenz’ a mê’ putévene durè’?!... ci si mässe la pelle dila hatte!...

Ma, ‘n dîtte ciê, lu copp’ ècch’ addò’ sta. – M’ à’ da dà’ déce lëire! – Si’ ‘gna è,  si tu avenze da mä, famme chiamà’!... Luigi Anelli

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Nelle vicinanze della chiesa di S. Giuseppe, la polvere ed i rottami, che cadendo dall’alto co stringono i passanti a guardare il restauro che si fa nella cattedrale, fanno riflettere che anche il nostro clero pensa finalmente a dar risalto alla bellissima facciata, che costitui sce uno dei nostri più belli monumenti del l’arte medioevale. L’ingegnere addetto ai lavori è il signor Fran cesco Bene- detti, il quale con l’apertura di quattro finestroni di stile gotico, bene prov vede ad armonizzare tutto l’esterno all’anti co, mentre è da sperare che vorrà anche nell’in- terno, nei limiti del possibile, far risul tare un accordo architettonico. Aggiungiamo che nel restauro della facciata si provvede perchè il rosone di mezzo ad imi- tazione di quelli che si osservano in Aquila, torni ad ave re i suoi raggi, senza dei quali non è minima mente conservata l’architettura medioevale. AGOSTO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

    Venerdì Sabato Triglie   del Marinaro

Dose per 6 persone  I n. 18 triglie n. 34 foglie di alloro olio di oliva sale q.b.

Dopo aver pulito e lavato le triglie in acqua di  mare, asiugarle bene. Domenica Prendere una graticola e coprirla con uno strato di foglie di alloro e cospargerlo col sale; coprire, indi, le triglie con un secondo strato di alloro a mò di sandwich e mettere la graticola così com- posta sulla brace non troppo viva per evitare la repentina bruciatura dell’alloro.  " /DKDWWDJUDVVHqXQzUH GLOXSDWUjXQH (La gatta grassa è onore del padrone)

38/&,1(//$ &DQGDODIjPPHQHYq· Nell’agosto scorso agiva a piazza Rossetti il teatro dei QLVFLQHGLMDYHOHFLO·DSSH· burattini. Fra tutti spiccava Pulcinella, delizia di tanti (Quando la femmina vuole, nessun diavolo ci puole.) bambini. Il povero Pulcinella però non piaceva a qual- cuno, che telefonò alle autontà preposte affinchè ces- sasse l’insulto alla serietà del secolo XX. *QDWLIq·OXOHWWH E ne ebbe risposta assicurativa: sfratto immediato a Pul- cinella. Se non che una sera, piombando con l’auto in DFFXVFH·WLFLFKuOHFKH piazza Rossetti vide con sorpresa l’odiato Pulcinella, che (Come ti fai il letto, così ti ci corichi) divertiva il pubblico presente. Lascia la macchina e avvicinandosi a un gruppo di " vastesi borbotta: - Ma come, mi avevano detto che sarebbe partito imme- Auguri a... diatamente, invece Pulcinella e ancora qui. Giuseppe Pietrocola, Gianfranco Bonacci Meine, dotto’, risponde un vastese, è menenïute tanda puggeullie a stu pajàise e cc’è rrestate, mo pruprete ...ricordiamo quasse se n’ha da jè!... Cap. Michele Olivieri AGOSTO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

11 Agosto 1929 Vengono inaugurate la Mostra Palizziana e la Mostra Regionale d’Arte. Nella foto a destra il taglio del nastro alla presenza del podestà Pietro Suriani.

Luglio 1999 Nel centenario della morte di Filippo Palizzi viene inaugurata una grande mostra dedicata a Questi ed ai fratelli Giuseppe, Nicola e Francescopaolo. La rassegna viene allestita nella pinacoteca di Palazzo d’Ava- los, riaperta in occasione della significativa ricorrenza. SETTEMBRE

Venerdì Sabato =u1LFROH

  Na mate’ine zi Nicole iave a fa la fire a lu Casale. Careche la ruse’ine ‘nghì troppa mercanzie e n’arre’ive all’asinelle che ruse’ine ‘nposte e ‘ntoste, se caleche e pi lu paise e non vo chiù sapà di i’ a fa’ la fire a lu Casale.   L’imprecazïune e li mazzanne se sprecave’ne. Passe lu vitirinarie e fa: “Zì Nicole, ca fatte rusinelle?” “Sta fi’jie di na ‘atte ni li vo sapé cchi !” - ari- sponne zì Nicole-. “Nndì priuccupà, mo ti dinghe sta supposte a  diavilalle; però us’ sole na ‘mmetà. Domenica Lu vitirinarie si ni và picché tinaive firie e doppe cacche jurne a’rivaide zi Nicole e ià ‘ndummanne: “E’ i’iute bene la riccètte ?” Zì Nicola ià rispanne: “Dottor ! E’ iute troppe ‘bbeune... l’addre ‘mmezze diavilalle mi l’a’ija vuluta mette  ié’ pi supposte pi corre appresse a rusinelle che mi scappave a cent’allaure. SETTEMBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

       

   

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Capostipite della nota famiglia di antiquari e galleristi che opera ancora oggi a Napoli ed a Roma. Nasce a Vasto, dove inizia ad operare come falegname e quindi, sollecitato dall’amico Filippo Palizzi, si trasferisce nel 1837 a Napoli dove apre una vendita di scatole di legno per pennelli e colori, di cavalletti, di telai e di tele. Amico anche di Gabriele Smargiassi, De Nittis, Bonolis, Cammarano e di tanti altri pittori insi- gni della scuola napoletana dell’ottocento. Venerdì Sabato

   

 Domenica 

Vincenzo Canci, decano dei pittori vastesi, in una caricatura di Pino Jubatti ! &DQGDWu·Wu· Auguri a... Vincenzo Canci (pittore), Evandro Sigismondi FDQGDQLQWu·VSULFKH Giuseppe Tana (presidente Vasto Club - Perth) (Quando tieni tieni, quando non tieni spreca) ! /LFXPEqUHGLOX8DVWHXMMH %5,//$17,(3$1( Un capo della opposizione consiliare dilun- VLID·HGXPDQHVLVJXDVWH gandosi sulle questioni di fondo, tra le quali la (I compari del Vasto, oggi si fanno e domani si guastano) disoccupazione, la miseria, la fame, ad un certo punto esclama: - Se voi date un anello di brillanti ad un povero, &KLFDFKHDODQjLYH ma non gli date il pane, non avete risolto il pro- SUHVWHVLVEjLOH blema. Che volete che se ne faccia di un anello (chi c.. alla neve presto si scopre) di brillanti, quando non ha il pane?.., La voce di un povero (sottovoce): - Me vènne l’anelle e mm’accatte lu puène... SETTEMBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

La Pro Vasto del Presidente Enzo Savelli Anno 1970/71 Venerdì Sabato Coniglio   ripieno

I Coniglio  Patate a pasta gialle Aglio rosso Semi di Finocchio selvatico Rosmarino di Montagna Olio extra versgine di Oliva Sale e Pepe nero  Lavare il coniglio, sgrassarlo, dissossarlo e met- Domenica terlo aperto su un tagliere. Salarlo, peparlo e farcirlo con abbondanti semi di finocchio selva- tico e tre o quattro spicchi di aglio. Arrotolare il coniglio tenendo ben stretta la carne, legarlo con uno spago da cucina e adagiarlo in un testo oliato. Sbucciare le patate, tagliarle a tocchetti e metterle in una terrina con un pò di olio, una  presa di sale, il rosmarino fresco di montagna e un pizzico di semi di finocchio selvatico. Farle insaporirle più volte con le mani e versarle nel pesto intorno al coniglio. Irrorare con olio di oliva e mettere in forno riscaldato a 180 gradi C. Appena il coniglio risulterà ben cotto e le patate avranno formato una crosticina croc- cante, tirare via il testo dal forno, eliminare lo spago, tagliare il coniglio a fette, sporzionare nei piatti da portata insieme alle patate e servire in tavola. L’occasione è per pochi, ma è davvero un gran vantaggio cucinare un genuino coniglio di allevamento familiare nutrito solo di orzo e di erbe campagnole.

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Il Principe ereditario Umberto di Savoia inau- gura il nuovo acquedotto del Sinello, il Palazzo scolastico ed il monumento a Rossetti. SETTEMBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

Bando a stampa diretto ai fornai di Napoli, emesso dai capi rivoltosi di quella Città nel settembre del 1701. &$5/29,5(',1$32/,

In nome di noi marchese del Vasto, principe di Caserta, principe della Riccia, duca di Telese, duca della Casteliuccia, prin cipe di Macchia, D. Malizia Carafa, principe di Cfriusano, D. Carlo di Sangro, D. Giuseppe Capece, etc, onorato ordine civile, e fe delissimo popolo: si fa ordine a tutti li fornari di questa fede lissima città di Napoli, che sotto pena della vita e saccheggio delle loro case panizzino conforme il solito al medesimo prezzo, acciocché il popolo goda tutta quell’abbondanza, ch’è dovuta alla fedeltà di esso. Venerdì Sabato

22 Settembre 1912   'D9DVWR 8QUHGXFHGDOOD/LELD Reduce dal teatro della guerra, nella quale ha  preso parte a tutti i più arditi combattimenti col glorioso 84.o fanteria, col quale era partito col grado di sergente, è qui tra noi , in licenza, il valoroso giovane concittadino Peppino Anelli, promosso già sul campo sottotenente per meriti distinti. Il giovane ardimentoso ha bril- lanti pagine sul suo diario di guerra ed ora è  qui a godersi il meritato riposo dopo gli eroici Domenica slanci coi quali sino all’avanzata di Misurata si è coperto di gloria. Egli è stato destinato al 50º fucilieri. Ieri erano a riceverlo alla stazione fer- roviaria moltissimi parenti ed amici, i quali lo hanno fatto segno a una vera ovazione. Il giovane ufficiale è da tutti festeggiatissimo in città e noi ci uniamo al coro degli amici per feli-  citarlo vivamente.  8QQXRYRVWDELOLPHQWRWLSRJUD¿FR Abbiamo ricevuto, un biglietto d’invito- un vero gioiello di arte tipografica -per partecipare domenica alla inaugurazione del nuovo stabili- mento tipografico “L’arte della stampa” che gli intelligenti e bravi giovani concittadini francesi e Guzzetti hanno regalato alla città nostra. C’è una grande aspettativa per l’apertura dello sta- bilimento e la cerimonia di domenica sarà una vera festa di arte e di progresso. Non mancherà il rito religioso della benedizione del superbo macchinario e degli ampi locali. Interverranno le autorità e i rappresentanti degli uffici pub- blici, delle associazioni e della stampa. A Vasto era desideratissimo un moderno stabili- mento tipografico e quello della Ditta Francesi e Guzzetti risponderà degnamente a tutte le esigenze dell’arte moderna, perchè corredato di macchinario perfetto di ultima creazione e di un estesissimo assortimento di caratteri. SETTEMBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

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Attrice, nata a Vasto il 5 settembre 1897. Scomparsa a Roma il 26 gennaio 1969. 6LFKLDPDYDLQUHDOWj0DULD$QWRQLHWWD%DUWROL$YYH GXWL'RQQDGLUDUDEHOOH]]DGLYHQQHDQFRUDJLRYD QLVVLPDIDPRVDFRPHLQWHUSUHWHGLÀOPGLVXFFHVVR QHOO·HUDGHOPXWRFRPH´)DELRODµ´/D*HUXVDOHPPH /LEHUDWDµ´0DFLVWHDOO·LQIHUQRµ´4XRYDGLVµ 1HO  )HGHULFR )HOOLQL OH DVVHJQz XQD SDUWH LQ ´2WWRHPH]]Rµ)XDPDWDSHUGXWDPHQWHGD*DEULHOH '·$QQXQ]LRFKHDOHLGHGLFzLO´&DUPHQ9RWLYXPµ Venerdì Sabato Polipi   “in Purgatorio”

Dose per 4 persone  I 1 kg. di polipi freschi non tanto grandi 2 spicchi d’aglio 1 ciuffo di prezzemolo olio d’oliva sale peperone rosso (possibilmente piccante)  cottura 2 ore e 15 minuti Domenica Il polipo va trattato in modo del tutto speciale, per ottenere una buona cottura; in partico- lare, per la riuscita di questa succulenta ricetta, occorre percuotere energicamente il mollusco, con il battilardo, lu taccalerde, di piatto, onde alleggerire la tenacia delle sue carni, ma senza frantumarlo!  Nel tegame di terracotta, si introducono tutti gli ingredienti elencati: polipi a secco, l’aglio, il prezzemolo, il sale, il peperone a pezzi; la conse- gna assoluta è, adesso, di far cuocere per buone due ore a coperchio fisso! Chi opera in cucina sa che queste semplici ma &DQG·qEERQHVWjFLSDOOH ferree regole, determinano la buona riuscita di siffatta leccornia. Ancora appena dopo il secondo conflitto mondiale era in uso a Vasto che il calzolaio andasse a fare riparazioni " a domicilio... direttamente nelle case rurali. 'Gq·WLKXDUGH In in queste, mastro Filippo era seguito da Giacomino l’apprendista. GDPLUFDQGHIDOOHLWH Un giorno una furba padrona di casa gli prepara una HGDSLGFFKLHDULQIDULQqWH ricca colazione con fette di formaggio e cipolla in un (Dio ti guardi da mercante fallito, gran vassoio..”la spirlongh’”. Anche per onore e rispetto e da povero arricchito) a mastro Filippo partecipa alla colazione Richicce (lu patrone di case) che, vedendo come il mastro e l’ap- prendista inforchettavano volutamente solo le fette di 4XDWUHLQHHFHSSDVHFFKH formaggio, ripete più volte: “Cand’è bbone stà cipalle! ID·DUGHOXIqXFKH “ al sibillino invito mentre stà per abboccare l’ingenuo Giacomino lo stesso si prende un sonoro malrovescio DPH]]·DOO·DFFKH da Mastro Filippo che esclama:” Screanzato! magne lu (Quattrini e ceppe secche, furmagge pecchè la cipalle piace a lu patrone”. fanno ardere il fuoco in mezzo all’acqua) OTTOBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

       

   

$/$35,&,66,­81(

Vèit’ a chila patane di Cungette chi ssorte di turciàune si strascèìne?! e ssè’ piccà porte tand’ éure ‘m bette? ca è ‘sciute zèite chila vrettacchièine! Ci va ‘nzimbre la sore di ‘Sabbette, chi ttè’ l’orte ala vè’ dila marèine; manghe linzule ttè’ chijlì alu lette, ma ogn anne va ‘ppress’ ala Sanda Spéine!

L’ ùtema càcchie, hiun’ è Fulummè’, chi ddoppe ca si màtte li bbirlande lu uffe torte ni’ i fa ‘ddirrizzè’;

e Il’ addre è ‘Ngiamarè’ di Colasande...; Ma ecche la cràuce, ‘samm’ aggiunucchiè’: «Nnòmmene Patre, Fèjj’ e Spirde Sande! Venerdì Sabato Spaghetti   alla Vastese

Dose per 6 persone   I 650 gr. di spaghetti 400 gr. di polipi 3 cucchiai di olio di oliva 1/2 cipolla prezzemolo 100 gr. di pecorino  vino bianco trebbiano Domenica 500 gr. di pelati passati pepe sale.

Mettere a soffriggere in una casseruola la cipolla ridotta a lettine. Non appena indoreranno unire i polipi spezzettati lasciando cuocere len- tamente e bagnandoli di tanto in tanto con del vino Trebbiano. A cottura avvenuta, aggiungere  il pomodoro pelato passato ed il prezzemolo tri- tato finemente, coprire il tutto e portare il for- nello ad una fiamma labile (il pomodoro deve risultare cremoso). Lessare, a parte, gli spaghetti in acqua poco salata, scolarli al dente ed unirli ai polipi mantecando con il pecorino. $FTXD]]RQH La notte dal 27 al 28 agosto, mentre veniva giù un ! acquazzone, e mentre lampi e tuoni si seguivano a brevissimi intervalli, un bue, che veniva condotto 5HFODPR allo scannatoio, dando uno strappo alla fune a cui era legato, si dava a fuga precipitosa attraverso la In omaggio ai buoni costumi ed ai regola- Piazza Castello, la Corsea, il Largo del Carmine ed menti di Polizia urbana richiamo l’attenzione il Corso Plebiscito, immettendosi poscia nella strada delle competenti autorità sul seguente fatto. di circonvallazione, andava fino alla chiesetta rurale Ci viene assicurato che nelle adiacenze del di S. Lucia e da questa saltando per dirupi e per val- pubblico passeggio, alcuni forestieri abbiano loni giungeva a lido di mare, entrava nell’acqua, ed stabilito una stazione di monta equina... inoltrandosi a nuoto, affogava a qualche chilometro Domenica scorsa, per esempio, proprio nel- da lido. l’ora della passeggiata si ebbe a vedere presso Il giorno seguente il bue, rigettato dalle acque, fu i Tre Segni... E dire che si ha fuori Porta rinvenuto stecchito sull’arena verso il fiume Trigno. Castello un posto di guardie daziane. Luigi Mattioli, proprietario del bene, ne ha utilizzato Tanto per avvertenza, anche nella speranza di la sola pelle. non dover tornare sull’argomento. OTTOBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

      

   

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Di lui si hanno poche immagini in quanto il suo carattere schivo lo portava a rifuggire ogni occa- sione mondana. Il disegno di Renato Guttuso lo coglie in una espressione che rivela la personalità di questo personaggio che è entrato, a giusto titolo, nella storia della Nazione. A Lui, proprio di recente, l’Amministrazione Comunale ha voluto intitolare la nuova Biblioteca sistemata nella sua casa natale in corso De Parma. Venerdì Sabato

Ottobre 1912   8QDJLWDD)RVVDFHVLD Domenica questo circolo cattolico si recava in gita sportiva ed istruttiva a Fossacesia, per visi-  tare colà quell’insigne monumento che è gloria pura dell’arte abruzzese: la storica basilica di S. Giovanni in Venere. Alle 9 i baldi giovani usci- vano dalla sede del circolo, schierati come tanti soldati in marcia, all’ombra del bianco vessillo, dirigendosi alla volta della stazione ferroviaria e fatti segni a festose dimostrazioni da parte dei  cittadini. Parecchi soci onorari accompagna- Domenica vano i giovani gitanti:abbiamo notato fra essi il Cav. Marchesani, il can. Amicucci, il prof Canci ed altri. La Presidenza era quasi al completo,ricordiamo il Presidente Florindo Ritucci Chinni, il Vice Pres. Prof. Del Fra, i consiglieri Trivelli, Lac- cetti, l’ass. eccl. don Pomponio; tutti i soci più  attivi: Muzii, Palucci, Nocciolino, Del Prete, Barbone, Russo, Della Guardia, Scopa, Cieri, Pisarri, Ronzitti, Laccetti, Trivelli ed altri. I gitanti in numero di oltre 70 vennero rice- vuti alla stazione di Fossacesia dal rev. don Giu- seppe Mayer, conservatore della monumentale Auguri a... basilica di San Giovanni, del prof. don Tom- Mons. Edoardo Menichelli, Roberto Ventura maso Trozzi e dal giovane studente Ernesto Gennaro Strever, Pino Jubatti, Gianni Petroro, Tozzi. Ordinato il corteo, si andò alla volta di Trentino Colantonio San Giovanni, dove, dopo un dotto discorso storico-artistico del cav. Marchesani, che seppe ...ricordiamo opportunamente richiamare ricordi di storia Aniello Polsi (compositore) vastese, fù offerto dall’egr. Rettore e Conserva- tore della storica Badia, un sontuoso rinfresco. Quindi i giovani si divisero in gruppi e in grup- petti per smaltire le loro vettovaglie. Regnò fra tutti la massima allegria. Alle 15 si fornò il corteo per andare a Fossacesia, dove furono ricevuti dalla fam. del prof. Tizzi, che offrì a tutti un lauto rinfresco. Alle 18 nel teatrino comunale,gremitissimo i giovani filodramma- tici del circolo diedero due produzioni musicali. OTTOBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

&DUOR$QHOOL

Presidente del Consiglio di Stato, docente universitario in contabilità dello Stato. Fu anche Presidente del TAR Lazio ed autore di numerosi studi giuridici. Un vastese auten- tico, fortemente attaccato alla Sua terra. Venerdì Sabato ,6721,2

  Sei bella o patria mia! Da la pupilla Di Dio sorrisa chi può dir di quanta Rigogliosa freschezza Ogni dì piu non si rinfranca e brilla Il fior di tua perenne giovinezza?  Di cristalline fonti, e di gentiIe Verzura sempre lieti Sono i tuoi poggi, e a gli aliti nudrito Dei zeffiri vaganti, Tra un mar di luce aprile Soavemente infiora i tuoi roseti.  Più che altrove di vivido vermiglio Domenica Sotto il tuo cielo imporpora la vite Nom ti sdegna l’arancio, e redimite Hai le colline di virenti ulivi. Né men cara ti mostri, se di bruna Notte ne i ombre meste, Come una fida amica Ti sorride dal cielo e ti riveste  Di placidi candori. Luigi Laccetti

Auguri a... ! Domenico Zambianchi ...ricordiamo Prof. Cenzino Russo, Prof. Ernesto Cianci (economista), Dott. Gaetano Vallone (radiologo), Prof. Vincenzo Suriani, Prof.ssa Laura Troiani. ! &KLGRUPHQJKL O·XPPXQqLQHVLQLQqSUHQH ODVDLUHHSUHQHODPDWHLQH (Chi dorne con gli uomini, se non è pregna la sera e pregna la mattina) OTTOBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

&DUGLQDOH9LQFHQ]R)DJLROR

Arcivescovo della Diocesi di Chieti-Vasto ha lasciato un vivo ricordo nei vastesi per la mis- sione pastorale svolta in città per tanti anni e per l’amore sempre manifestato nei confronti di questa terra. Personaggio di primo piano della Curia romana, è stato anche autore apprezzato di numerosi studi giuridici e teologici. Venerdì Sabato Scrippelle

  I 2 Kg. di farina; 700 gr. di patate lessate e pelate (facoltative); 3 cubetti di lievito di birra; molto olio;  sale; zucchero.

S’impasta la farina con le patate passate al setac- cio e il lievito sciolto in acqua calda e si lascia riposare l’impasto per circa tre ore. Successivamente con le mani bagnate d’acqua  si pren de un pò di pasta e si allunga, a forma di bastoncino. La si mette quindi a friggere in Domenica abbondante olio bollen te, la si lascia dorare e la si rigira. Ogni “scrippelle” va cosparsa di zuc- chero. ! *LXRFRYLQRHFROWHOOR

In questi giorni, mentre una comitiva di mari-  nai, che trovavasi in una cantina, giuocava alla maledetta “passatella”, ch’è spesso causa di spiacevoli incidenti, Luigi Ronzitti e Francesco Bucco, vennero a diverbio per questioni sorte nel giuoco, ed il primo riportò dal secondo una ferita di coltello, guaribile in 10 giorni, alla &$03$*1$(/(7725$/( regione scapolare destra. La padrona della cantina fu dichiarata in con- In una competizione elettorale si era candidato anche il travvenzione per aver fatto giuocare alla “pas- figlio di Ciambuttàlle “c’ avè fatte le scole sirale a la vïè satella”. di Paiarïlle”. Appunto Fedëreiche Ciambuttalle aveva preparato qualche discorsetto e a un piccolo comizio. ! Durante la campagna elettorale una domenica va alla melle che l’accumpagnave sempre)”. zona di Sande Lurenze e tra l’addre dëice: Fa Iummelle: “Cari concittadini ecc.... (quelle e quell’addre ) “Cumbà Fed’ereiche, angora c’endre -concludendo- “..datemi il vostro voto e Vi assicuro che a lu Cummiune e già si ‘mpuzzineite...; io porterò i Vostri bisogni !!” areterite ca fì chiù ‘bbella fighiu’re..”. Secco gli risponde Pasquale, dette cambesande, da ‘mmezza a l’eddre fa “... e doppe sinde ch’ pizz’..”. Lo stesso Ciambuttalle, naddra dumàneche va e tenà nu ! cumezie a la ‘Ngurnate e a’rifà: “Cari concittadini ecc...... ricordiamo (un po’ di quello e di chill’addre) mi duvèta pirdunà, Dott. Alfonso Perrotti (dirigente Regione Abruzzo), nïn tinghe chiù la vauce e, allaure, Vittorio d’Anelli (storico patrio), facce parlà il mio di dietro (indicando Francische Ium- Dott. Mario Gaspari (dirigente ASL), OTTOBRE NOVEMBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

     

   

/XPDOXFFKLH Poi impone le mani sulla fronte del malcapitato Il malocchio e la jettatura è “l’influenza negativa e segnandogli, con i pollici, una croce sulla fronte e nefasta esercitata da uomini, da cose, da animali e recita una formula magica: da speciali situazioni su altri uomini, intenzional- “Malucchie malucchiate, mente o involontariamente. du ucchie t’anne adduchiete, A base della credenza è il potere attribuito all’oc- tre Sende t’anne aiutate: chio, come centro dal quale può emanare un Padre, Fijje e Spirte Sande. influsso distruttivo e maleaugurante” (Alfonso M. Lu Malucchie puzza ji ‘rrète Di Nola). e nin puzza ji cchiù annènde. Da questo concetto dell’occhio “che getta” il male Nnome de Patre, deriva appunto il termine “iettatura”. Fijje e Spirte Sande”. Nella tradizione vastese, per verificare l’esistenza Due gocce d’olio d’oliva versate, subito dopo, nel di un malocchio ed anche per allontanarne gli piatto, a seconda della compattezza che prende- effetti, la “magara” (la Mmahàre) mette in un ranno nell’acqua, stabiliranno se il malocchio c’è, piatto due dita d’acqua con una forbice aperta sul oppure no. Se le gocce rimarranno intere il maloc- fondo. chio non c’è più. NOVEMBRE Venerdì Sabato

  &DSSHOODGHO&LPLWHUR

In riferimento alla corrispondenza pubblicata il 23 u.s. sul n.274, ed a completamento delle notizie in essa contenute, ci piace rilevare che i   lavori della cappella, da poco inauguratasi, procedono alacremente, mercé l’attività instan- cabile del Consigliere comunale sig. Umberto Manzitti che, validamente assistito dalla civica Amministrazione, tutto sé stesso ha consacrato all’opera civile e pietosa dell’ampliamento del

 Cimitero e della erezione della Cappella; all’uopo infatti ha promosso una sottoscrizione Domenica cittadina, ed in questi giorni è stato pubblicato un primo elenco di oblatori. Ne cogliamo l’oc- casione per rinnovare un caldo appello a tutti i Vastesi, affinchè facciano giungere al sig. Man- zitti le loro generose offerte, che permetteranno di veder presto compiuta la sistemazione della  Cappella, ed il suo arredamento.

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Come le patate, il pomodoro ed il tabacco è originario dell’America del Sud, chiamato in dialetto “lu diavu- lelle” è un ingrediente importante nella cucina vastese che ne prevede l’impiego sia fresco che fritto o sott’olio. Accanito consumatore del peperoncino e brillante sostenitore delle sue proprietà terapeutiche fu Raffaele Mattioli, del quale si dice che ne portava sempre qual- cuno in tasca. Si racconta che giunto a New York, per partecipare ad una importante riunione del Fondo Monetario Interna- zionale, venne bloccato all’aeroporto per introduzione abusiva di un barattolo di peperoncini, e che dovette intervenire addirittura il Sindaco Fiorello La Guardia per lasciare passare i pepe- roncini, dai quali il nostro concittadino non intendeva separarsi. NOVEMBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

       

   

5 Novembre 1943 4XDQGRODUHDOWjVXSHUDODIDQWDVLD

Le truppe inglesi occupano la città. Il generale Mon- ´&LjGDWH3XPEpµ tgomery stabilisce il suo quartier generale a Palazzo Palmieri e la sua residenza a Villa Angelucci, in Via Allarmata dalla presenza di topi in casa, la moglie di Tre segni. don Pompeo sistema alcune trappole in camera da letto prima di andare a dormire. Richiamata da alcuni squittii sveglia il marito nel ! cuore dela notte e gli ingiunge di andare a cintrollare. Don Pompeo, in camicia da notte, non trovando la Auguri a... candela (in quei tempi non c’era luce elettrica) cam- Roberto Bontempo, Vittorio Tagliente mina carponi sollecitato continuamente dalla moglie Don Stellerino D’Anniballe, Lello Martone che rimane sotto le coperte. All’improvviso un urlo disumano lacera l’aria. Atter- ...ricordiamo rita la moglie esclama ansiosa: «Cià date Pumbe?». Don Felice Piccirilli, Dall’altro canto della stanza una voce strozzata Padre Alberto Mileno, risponde: «Cià date!? Cià date lu sorge mé!». Amelio Mariani (detto La Mannella) Venerdì Sabato 0DULq

  Me vujje fà ‘na cas’ a la marine, Mariè, Sopr’ a le vriccilèlle de lu mare, Nachetanzeranzeranzera   Nachetanzeranzeranzà, jùh! Chi tte l’ha ditte, ‘More, ca nen te voj e, Mariè, Fatte nu puajarèlle ca me te toje, Nachetanzera ecc.  Domenica Me vujje fà ‘na casa sottatèrre, Mariè, Le pinge d’ ore e le matune de fèrre, Nachetanzera ecc.

E ccand’ è bbrutte la fèmmene senza pètte, Mariè,  Me pare nu scutullare senza piètte, Nachetanzera ecc.

E ccand’ è bèlle la fèmmene nghe lu pètte, Mariè, Me pare na vaccarèlla nghe lu làtte, Nachetanzera ecc. Canda ne fà ‘na mamma pe’ la fije, Mariè, Arrive nu uastarole e sse la pije, Nachetanzera ecc.

Che mme 1’ ha fatte fà pijà la moj e, Mariè, Prime durmiv’ a lu lètte e mmo’ la paie, Nachetanzera ecc.

Tutte le uastarule sonne bbìlle, Mariè, L’Avv. Roberto Bontempo Picchè so’ nnate accant’ a la marine, in una gustosa caricatura di Pino Jubatti Nachetanzera ecc. NOVEMBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

Dante Gabriel Rossetti

Figlio di Gabriele Rossetti, rifugiatosi a Londra a seguito del fallimento dei moti carbonari del 1821 e da Francesca Polidori, Dante Gabriel Rossetti (1828 1882) è considerato uno dei più importanti artisti inglesi del XIX secolo. Fondatore con Holman Hunt, John Everett Wil- lais, della Pre Raphaelite Brotherhood, influenzò, in maniera considerevole, la pittura e la poesia inglese dell’ottocento. Alla figura di Dante Gabriel è ispirato il romanzo ”Gabriele” di Giancarlo Marmori, edito nel 1991 da Mondadori. Dante Gabriel Rossetti (Autoritratto 1847) London, National Portrait Gallery Venerdì Sabato /·$'',-('(0$00(

  La citilanze mé è state triste da quanda mamme j nin so cchiù viste. Voc ‘è parole j li sent ‘angore; arigistrate stà dentr’a lu core. «Nte pozze nazzicà cchiù nghe ste vracce,  lu latte te so date di stu pette de mamma tè nin perde ma l’affette. La malattì chi tingue nin pirdone: tu fije mé cirche da ‘resse bbone, la vi di Ddije, tu fije nin lassà, se la pace e lu bbene vu truvà».  Troppe preste tu, ma mi si lassate Domenica ngime a stu monne, trist’e scunzulate. Lu bbene so pirdute lu cchiù care la vite senza «mamme» è amare!

Ezio Pepe !  1RYHPEUH La Città riassume il nome di Vasto ed i cittadini tornano a chiamarsi vastesi

Cristina Georgina Rossetti (1830 1894)

Figlia di Gabriele e sorella di Dante Gabriel fu raffinata poetessa, annoverata tra le maggiori della letteratura inglese dell’ottocento. Scrisse anche verso in Italiano.

William Michael Rossetti (1829 1919)

Figlio del poeta vastese e fratello di Dante Gabriel e Christina, fu tra i primi membri della ”Pre Raphaelite Brotherhood” e diresse la rivista ”*e Germ” della Con- fraternità. Fu scrittore e critico. NOVEMBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

20 novembre 1899

Nelle ore pomeridiane di giovedì un terribile fortunale Un comitato di soccorso è già stato nominato dalla ha gettato nel lutto e nella miseria diverse famiglie di Giunta Comunale, che ha votato anche un primo marinai, i quali, sorpresi dalla tempesta, non hanno sussidio di lire duecento e che non tralascerà di fare, potuto guadagnare il lido. come sempre, il proprio dovere in aiuto dei danneg- Alcune barcotte sono state travolte dalla violenza del giati. mare che faceva spavento, e il numero delle vittime Sulla nostra riviera si deplorano pure altre disgra- finora accertate è di undici fra giovani e ragazzi. zie, essendo state trasportate dalla corrente diverse Sono accorsi prontamente sulla spiaggia Autorità e i barche forestiere, capovolte ed abbandonate. carabinieri, ma nemmeno un tentativo di salvataggio è Mancano al momento notizie precise. stato possibile per l’altezza dei furibondi marosi. Era uno spettacolo straziante quello delle donne " piangenti,degli uomini atterriti, della folla assiepata lungo il muraglione della via Adriatica, dove giungeva &DQG·DUUHLYHDODFLQTXHQGpLQH l’eco delle grida disperate dei naufraghi. ODVVHODIHPPHQH E’ un vero lutto, una vera desolazione per la nostra città, ove la classe de’ marinai è povera e numerosa. HDFFKLDSSHOXYHLQH Venerdì Sabato Brodetto di pesce   alla Vastese

I 700 gr. di pesce assortito  300 gr. tra vongole e panocchie o cicale di mare un bicchiere di olio 250 gr. di pomodori pelati due spicchi di aglio un peperone rosso dolce, prezzemolo, basilico, sale.

 Pulire e lavare il pesce che, per la buona riuscita Domenica del brodetto, deve essere di molti tipi (mer- luzzi, triglie, sogliole, scorfani, calamari, ecc.). Tagliare a pezzi i grandi e lasciare interi i pic- coli. Versare in un tegame di terracotta l’olio, il peperone, il pomodoro, il basilico, il prezze- molo, l’aglio ed un pizzico di sale. Aggiungere i crostacei (panocchie) ed i pesci meno teneri. Fare cuocere a fuoco lento, per cinque minuti  circa; aggiungere poi gli altri pesci ed in ultimo le vongole. Cuocere ancora per dieci minuti a fuoco lento a tegame coperto, senza mai rime- stare. Servire caldissimo.

3$648,&&(

Pasquicce era tante tëmeràte, bruvugnïause, riliggiause e recitave la Bebbie tutta a memorie. Dopo tand’anne c’avé spusate la fijie di papucchiatte Serafëine, si sende male e li port’ne di corso a lu spedàle. Parinde e ‘micezie li vanne a visità e mi paraïve na prucissiaune. Tutte quende addummavene: «Coma sti? Ch’sse fatte ? Coma ti sinde?» Pasquicce stanche e zètte..., arispunnäive la cara moglie ch’ dicia’ve «Ess’ è na sittimmane chi nin z’ sende e se masse päine. Te pai’ure ca se mëure. Nbò Ggisì... se more tanda ‘ggende !». NOVEMBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

   

GLFHPEUH Il Giuri dell’Esposizione Universale di Londra asse- sia ed al figlio, che fu poi Napoleone III, e con essi gna il primo premio per la pittura, la gran medaglia si recò prima ad Aremberg nella Svizzera e poscia a d’oro, al quadro La grotta azzurra di Capri, di cui è Parigi. autore il vastese Gabriele Smargiassi. Colà divenne celebre il suo nome. Gabriele Smargiassi, nato nel Vasto il 22 luglio 1798, fu da uno zio prete destinato alla carriera ecclesiastica: ma egli non volle saperne ed a 19 anni " si portò in Napoli dove appre se i primi rudimenti della figura nello studio del vecchio Cam marano; e poscia, abbandonando la figura, divenne discepolo ORFDQGHGLXQDYROWD del fiammingo Antonio Pitloo, che in quel tempo quando si veniva a Vasto in carrozza era professore di paesaggio nell’Istituto di Belle Arti. A 24 anni il nostro Smargiassi andò in Roma, dove &LFFKH3DOODWWH fece rapidi progressi nella scuola pittorica dell’epoca; &RUYH1DLUH e protetto dal duca di Fitz-James e dalla duchessa di =L·$OELQD Saint-Leu, venne rac comandato alla regina Orten- GD)UDQFHVFR DICEMBRE /2**,$$0%/,1*+ Venerdì Sabato Lontano   dall’erta tua loggia, minuscole pallide vele come fantasmi, estatiche su un filo d’orizzonte.   A manca muri scuri, merlati; più su, balconi, avviluppati da glicini in fiore a grappoli spioventi d’azzurro.

 A lato, un volto scarno asciutto: un vecchio pescatore adusto con mano incerta Domenica tesse, sperando, l’ultima rete.

In alto il cielo, aperto, e rapidi festosi tornei di rondini che sfiorano tetti, comignoli e la dolce mia visione.

 E bimbi, altrettante rondini, sulla tua piazzola, e con loro la sua voce d’allora; questo cuore tutt’ora. Renato Terpolilli DICEMBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

       

   

8 dicembre 1928: ,OPLUDFRORGL6&HVDULR il giorno seguente alla festa Vesta di S. Cesario, il 4 ad affermare che il sangue effettivamente rigava la novembre scorso, una notizia sensazionale si popo- guancia del Santo e gl’increduli ad osservare invece lava in un baleno per la Città, scaldando le fantasie di non vedere nulla, i cabalisti non si lasciavano sfug- delle donnicciuole facili a prestar fede a tutto ciò che gire l’occasione per ricavare dall’inaspettato evento i ha del soprannaturale: il corpo santo del Martire S. numeri dei lotto: Cesario, estratto dai cimitero di Castuli il 9 maggio 80 Corpo santo 1695 e dal marchese del Vasto Cesare Michelangelo 18 sangue d’Avalos donato alla chiesa di S. Maria Maggiore il 3 30 popolo basso novembre dello scorso anno mostrava sulla guancia 66 miracolo destra delle macchie di sangue. 9 segno celeste In men che non si dica folla di popolino si riversò quintena che nel seguente novembre uscì intera nella nella cripta della chiesa di S. Maria per vedere il ruota di Napoli. miracolo e il brusio assordante di quella folla che era Solo qualche maligno insinua che i cabalisti avevano, accorsa turbò per qualche ora la solennità del luogo è vero, indovinati quei numeri, ma nella settimana sacro dove è esposto il corpo del martire alla venera- seguente, quando cioè erano già usciti nella ruota di zione dei fedeli. E mentre i più esaltati affannavano Napoli! DICEMBRE Venerdì Sabato 48$//(&+(6(0$*1(

  Dù salateine p’arrapi lu stòmeche N ‘apiriteive a ttoneche di moneche Lu bbreude di virdiure ‘nghi la carne e na hallein’ allasse pi... cuntarne. Li cannilliùne (quand’è bbune chèlle!...)   La gginuvaise ‘zimbre a li pisèlle. Pò, lu pullastre arraste e la ‘nzalate tenere, sapurite e ddilicate. Appresse... Mè ci vè nu bbelle frette di rrahustall’ e di calamarètte. Ci sta lu riste appresse? ‘n ti sti zètte?  Santa Libbrate! Demme addò li mètte!? Domenica La frutta di staggiaune o macidonie; Nu veine, bbene mò, ch ‘è nu dimonie! Pò si li vù, sta l’acca minirale, ma nine bbaive troppe... Ti fa male! All’itime schinenze lu spumante che fa la bbotte, è bbone e friccicante. La pizza dagge, fatte ‘nghi la panne  da deice panza mà, fatte capanne! Sì tutte quaste ti li si magnate ti pù salvà ‘nghi lu bbicarbunate!

Giuseppe Perrozzi

Auguri a... Silvio Petroro, Giuseppe D’Adamo Antonio Prospero, Teodoro Spadaccini Franz Ritucci Chinni, Gabriella Izzi Benedetti ...ricordiamo Mario, Peppino ed Elio Molino (Capefuche), Giuseppe Laccetti, DICEMBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

    Venerdì Sabato Finocchi   gratinati

I  Finocchi pane grattugiato aglio, prezzemolo semi di finocchio selvatico, parmigiano olio extra vergine di oliva burro, sale, pepe nero  Domenica Lavare per bene i finocchi, tagliarli a fettine dello spessore di un centimetro e farli saltare in una padella con un po’ di olio, uno spicchio di aglio spellato e una presa di semi di finocchio selvatico. Appena avranno assunto un colore ambrato, salarli, peparli e travasarli in una pirofila. Spolverare i finocchi con un composto di pane  grattato, prezzemolo tritato, parmigiano rag- giano grattugiato al momento e una presa di semi di finocchio selvatico pestati in un mor- taio. Cospargere con piccoli fiocchetti di burro e mettere in forno preriscaldato a 180 gredi C. " Appena il pane grattato risulterà un bel colore dorato, tirare fuori la pirofila dal forno, lasciare La foto, scattata 6DQGD%LEELjQH riposare una diecina di minuti e servire in negli anni ‘50, TXDUDQGHMXUQH tavola. ritrae il corpo docente Quando al mercato si acquistano i finocchi, è dell’allora HQDVHWW·PjQH bene scegliere quelli di produzione locale e in Scuola di Avvviamento particolar modo le “femmine” che risultano “Gabriele Rossetti”. essere di forma più allungata e soprattutto più Si riconoscono, " saporiti e profumati. tra gli altri, i proff. Polsi, Suriani, Olivieri, Cavallone, /DYLFFKLHGH·FHQG·DQQH Trizzino, Russo, Q·YYXODYHPjPXUp Della Vecchia, De Fanis. SHFFKpFDQGDFFKLVWDLYH FFKLQ·YXODLYHVLQGp DICEMBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

    DICEMBRE /81'5$+21( Venerdì Sabato -HYHEEDUGDVFHDOORUHHSH·OD   3LDQHPLMWWDYHDVFDSSD·QJKHOX QGUDKRQH &DQGHVXGDWHVRSUHDOD5UDKRQH QJKLFKLODUXFLXOHOOHVWUHWWH¶Q  PDQH -FLSDVVDYHOHMXUQDWHVDQH QLVFLXQHFFKLGLPHMHYHFXQWHQWH 0·DULFRUGHQXMXUQHFDOXYHQWHP· KDVÀFFDWHOXÀOHGDOLPDQH

 HOXQGUDKRQHVHPSUHFXQQXOqQQH Domenica qMXWHDVFHJQHDUUHWHDQXSDMMDUH -SHQVHOXQGUDKRQHqJQqODYLWH HJQpODYLWHGDQXÀOHSqQQH

QDVFHV·DQQDO]HYROHHSR·VFXP SDUHODVVDQQHDSSLDJQHFKLO·KD FXQFHSLWH  Giuseppe Perrozzi

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Lu saule chéuce, abbriusce li cirvelle. Lu marinare, nghi la pippe ‘n maeche, guarde l’acche di sotte a lu trabbaeche, spiranne d’ acchiappà cacche mmijelle.

A mezz’ all’ acche, sott’ a Ccungarelle, Pasquale [a l’amaure nghi Giuvèine; darasse ad hann’ sta’, senza mmujèine, ca la mamme i fa la sindanelle.

Ma trumminde la mamme sta vuddate Pasquale, quatte quatte s’ abbicèine... Smorze sott’ acche ghi du tre vracciate... Jette nu strelle chi la bahattelle! Deice a la mamme pi nzi cumbrumatte: – « M’ha pizzichete mé lu gragnilatte!! » DICEMBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì

    

    Venerdì Sabato 9 Gennaio 1921   /DIHVWDGHOO¶DOEHURGL1DWDOHD9DVWR

La riunione delle Donne Cattoliche, per far divertire i duecento bambini e bambine del fiorente Ricreatorio “S.Margherita Maria”, ha  festeggiato, nella gran sala dell’Unione Operaia Cooperativa S.Giuseppe, la tradizionale festa dell’albero di Natale. La sala era gremita di bambini e bambine, di signore e signori di ogni ceto e di ogni condizione. In fondo ad essa si ergeva un bellissimo ed artistico albero d’abete  pazientemente costruito dal giovane Corradino Domenica Panerai sotto la direzione del comm. Nasci, dottore in scienze agrarie. Era riccamente ador- nato di giocattoli e giungilli, di lampadine e di altri oggetti fatti venire da Roma dalla gentilis- sima signora Baronessa D. Michelina Nasci, la quale, con finissimo gusto ha saputo così bene accomodare l’albero da destare gran meraviglia. La piccola e cara bambina Emma Celano recitò  benissimo un componimento in prosa. Vi furono delle poesie e due bambine De Luca e La Verghetta recitarono un piccolo dialogo, preparate datta solerte ed infaticabile segretaria Lunedì Irmina Genova, la quale è stata l’anima della festa. I bambini cantarono un bellissimo inno, diretto dal sa. D. Nicola Suriani, il quale coa- diuvato dal bravo giovane Ettore Cavallone, curò pure la illuminazione a lampadine elettri- che riuscita a meraviglie. Infine si sorteggiarono /DVSOHQGLGD i numerosi e svariati doni consistenti in vestine, IRWRJUDÀD in grembiali, in giocattoli, in dolci, in paste ed GL1LFROD6FRWWL  in frutta regalati dalla nobile signora Nasci, XQPDHVWUR patronessa del Ricreatorio. GHOODIRWRJUDÀD La serata non poteva riuscire più bella e quindi YDVWHVH va data una parola d’encomio alla presidente FRPHDXJXULR dell’Unione Baronessa Genova, alla Baronessa GLXQ·DOED Nasci promotrice della simpatica e gaia festa, alle patronesse del Ricreatorio, alla intelligente GLXQDQQRIHOLFH ed operosa segretaria sig.na Irmina Genova e a tutta quelle gentili signorine, che tanto operano si cooperano per l’incremento del nostro Ricre- atorio. A tutte auguri senza fine, con la speranza di poter avere qualche altra bellissima serata. 1RWH OD*LXQWD&RPXQDOH

Sindaco f.f. Giovanni BOLOGNESE Assessori: Filippo Pietrocola - Roberto Suriani - Nicola Mastrovincenzo Pio Bucciarelli - Vincenzo Ottaviano LO&RQVLJOLR&RPXQDOH

Nicola Carlesi - Dario Ciancaglini - Nazario Augelli Giuliano Fariello - Giacinto Mariotti - Etelwardo Sigismondi Sabrina Bocchino - Nicola Traino - Franca Cardone Fernando Muratore - Giovanni Sce - Michele Cianci Giuseppe Belfiore - Guido Giangiacomo - Amerigo Oliva Fabio Giangiacomo - Giovanni Di Nocco - Michele Sonnini Francesco Paolo D’Adamo - Michele Notarangelo Levino Torrione - Rossana Porcelli - Pietro Falcucci - Davide Silano Luciano D’Ercole - Nicola D’Adamo - Nicola Del Prete Mario Olivieri - Lucio Basso Ritucci - Roberto Molino Segretario GeneraleAugusto Giacci L'LULJHQWL

Livia Del Prete (Anagrafe, Stato civile, Elettorale) Michele D’Annunzio (Urbanistica) Roberto D’Ermilio (Lavori pubblici, Servizi, Acquedotto) Paolino Di Lello (Polizia urbana) Mariapia D’Ugo (Pianificaizone territoriale, PRG, Tributi) Vincenzo Marcello (Pubblica istruzione, Cultura, Beni culturali) Giacinto Palazzuolo (Bilancio, Programmazione economica, Personale, Patrimonio) Domenico Smerilli (Commercio, Annona, Turismo) Caterina Barbato(Direttrice della Istituzione dei Servizi Sociali) 6FXROD&LYLFD0XVLFDOH

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Abruzzo Promozione Turismo: L’Abruzzo a tavola. Annuario dei ristoranti e delle Aziende vinicole d’Abruzzo - Ed. 2000 Luigi Anelli: Ricordi di storia vastese - Arte della stampa - 1982

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Associazione Amici degli Anziani - TeleRadioVasto: 55 Ricette del Cuore Sac. Antonio Bevilacqua: Don Felice Piccirilli un testimone del nostro tempo - Ed. Arte della stampa - 1993 Sac. Antonio Bevilacqua: Storia religiosa di Vasto e del suo territorio - Ed. Il Nuovo - 1998 Candido Calabrese: La cucina abruzzese - Ed. Mauria -Villa S. Maria - 2000 Giuseppe Catania: Natale, Capodanno, Epifanìa - Ed. Botolini - Lanciano - 1987 Francesco Ciccarone: Ricordi. Società e politica a Vasto dall’unità d’italia al fascismo - Cannarsa - 1998 Francescopaolo D’Adamo: Testimonianze storice di cultura vastarola - Ed. Histonium - Vasto - 1993 Vittorio d’Anelli: Histonium ed il Vasto - Cannarsa - 1977 Gabriele D’Annunzio: Alla Piacente - a cura di Leoanrdo Sciascia - Ed. Nuovo portico - Bompiani - 1988 Nino D’Antonio: Pittura e costume a Napoli fra otto e Novecento - Casa ed. Fausto Fiorentino - 1995 Angelo Maria Di Nola: Le superstizioni degli italiani - Ed. Laterza - 1993 Espedito Ferrara: Histonium voce d’Abruzzo - alcuni numeri del 1963 Giovanni Peluzzo: Scrittori a Vasto. Antologia di poeti e scrittori vastesi - A. D’Adamo - ed. 1981 Sac. Michele Ronzitti: Don Romeo Rucci e la vita religiosa di Vasto nel 1900 Virgilio Sambuco: Padre Valeriano Mileno Cappuccino - Ed. E.F.I. - Perugia Tagliente-Giudici: Memorie di Vasto un secolo di storia vastese nelle cartoline d’epoca - Vasto - 1990 Giuseppe Tagliente: Le immagini e la memoria. I Bagni di mare - Vasto -1994

Gli autori ringraziano per la gentile collaborazione prestata Massimo Molino, Pino Jubatti e Bruno D’Adamo (GLWRDSURSULHVSHVHGDJOLDXWRUL 6WDPSDWRSUHVVROD/LWRJUDÀD%UDQGROLQL 6DPEXFHWR6*LRYDQQL7HDWLQR QHOGLFHPEUH

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