Catalogo Dei Novellieri Italiani in Prosa Testo Restaurato
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Collana DI Facezie e novelle del Rinascimento A cura di Edoardo Mori Testi originali trascritti o trascrizioni del 1800 restaurate www.mori.bz.it GIOVANNI PAPANTI Catalogo dei novellieri italiani in prosa Testo restaurato Vol II di due Bolzano – 2017 Ho creato questa collana di libri per il mio interesse per la sto- ria della facezia e per riproporre il tesoro novellistico del Ri- nascimento italiano. Molte opere sono note e reperibili, altre sono note solo agli specialisti e difficilmente accessibili in te- sti non maltrattati dal tempo. Inoltre mi hanno sempre di- sturbato le edizioni ad usum Delphini, adattate a gusti bigotti, o le antologie in cui il raccoglitore offre un florilegio di ciò che piace a lui, più attento all'aspetto letterario che a quello umoristico. Un libro va sempre affrontato nella sua interezza se si vuole comprendere appieno l'autore. Perciò le opere pro- poste sono sempre complete; se non le ho trascritte, stante la difficoltà di fa comprendere ai programmi di OCR il lessico e l'ortografia di un tempo, ho sempre provveduto a restaurare il testo originario per aumentarne la leggibilità. Edoardo Mori In questi due volumi Giovanni Papanti (1830-1893) ha raccol- to l'elenco della sua impotente raccolta di libri e manoscritti di novellieri italiani; erano circa 12.000. CATALOGO DEI NOVELLIERI ITALIANI IN PROSA RACCOLTI E POSSEDUTI DA GIOVANNI PAPANTI AGGIUNTEVI ALCUNE NOVELLE PEH LA MAGGIOR PARTE INEDITE. IN LIVORNO. PEI TIPI DI FRANE. VIGO, EDITORE. 1871. AGLI AMATORI DELLE ITALIANE NOVELLE GIOVANNI PAPANTI Alle 33 Novelle antiche, aggiunte in fine del vo lume primo, tengon dietro, in questo secondo, le appresso indicate: Novo inganno. Novella inedita di Giovanni Sercambi, lucchese. * Avuto riguardo alla gelosa custodia, in cui la nobil famiglia Trivulzio di Milano ha sempre tenuto e tiene il codice del lucchese Sercambi, la pubbli cazione di questa inedita di lui Novella, apparirà certamente come un vero miracolo ; e così è. Tra le poche carte, manoscritte spettanti al Poggiali, che, or fa pochi mesi, riusciva al Sig. Mario Consigli di salvare dalla stadera del pizzicagnolo, cui già furon consacrate ben altre, e chi sa come importanti, di questo illustre livornese (e ciò sia detto a vergogna di chi ereditava tanto tesoro); io m’ebbi la somma ed inaspettata ventura, gentilmente invitato ad esa minarle, di trovar copia della suddetta Novella (quinta della Giornata terza), trascritta dal Padre Luigi Ba PREFAZIONE roni, Servita, di sul prezioso codice autografo, che tale reputavasi, da lui posseduto, ed ora smarrito, non essendo già, quel medesimo che in oggi si con serva dal Trivulzio, come erroneamente affermava il ch.mo prof. Alessandro D’Ancona (*). E che fosse scrittura dello stesso Baroni non mi rimase alcun dubbio, confrontata ch’io l’ebbi con una sua lettera indirizzata al Poggiali, in data di Lucca, 17 Tm - glio 1793, che a quella si stava unita, e che insieme comperai e tuttora possedo. In detta lettera leggonsi le seguenti indicazioni: , Il MS. del Sercambi ha per „ titolo: Novetticro di Scr Giovanni Sercambi, lucchese; „ lo scriveva nel 1374 come apparisce da una No- „ velia di un Giudice che comincia: In questo dì 4 „ Aprile 1374 avvenne in Inicca che uno Giudice Mar » chigiano ecc: Sono cento Novelle (*), con rime alla „ fine di ogni diecina, e dette Novelle sono avven- , ture accadute a suo tempo, nominando le famiglie , e le campagne del lucchese Stato dove accadute. „ Lo stile è buono, ma mischiato di qualche termine * popolare del volgo, come si ragionava a suo tempo. „ Questo Giovanni fu di casa illustre perchè godè „ nel 1400 delli onori della Repubblica: morì nel 1413 „ o 14 0 , ottogenario, come apparisce da un vecchio (') Novelle di Giovanni Sercambi ( Bologna , Romagnoli, 1871 ) ; prefazione, pag. VI. - (*) Il codice Trivukia.no ne contiene 156. V. Novelle di Giovanni Sercambi (Venezia, Tip. diAlvimpoli, 1816); dedicatoria di Bartolommeo Gamba al March. Gio. Giacomo Trivulzio. (!) Ma forse volea dire 1123 o 24. V. M ixrrou; Vita di Giovanni Sercambi, la quale va innanzi alle di lui Novelle, pubblicate in Locca nel 1855 (png. XXVI). PREFAZIONE , necrologio che tengo. Si può vedere su questo au- „ tore il celebre Muratori, tomo XVIII, Scrittori * Italici, dove porta un frammento di Cronica della „ città di Lucca, scritta da questo Sercambi. e por * tata fino al 1410, se non fallo. „ È poi a mia certa notizia, che intorno all’an no 1S0S, tutti i libri del prefato Baroni, furono da lui venduti alla principessa Baciocehi, la quale, in quel tempo, signoreggiava il territorio lucchese; ma se, com’è da supporsi, in quelli fosse pur compreso il codice Sercambi, è cosa che non giunsi ad assi curarmi, per quante pratiche io abbia fatte in pro posito. Seppi bensì che, dopo la caduta del primo Napoleone, i Baeiocchi, caduti essi pure, presero . stanza in Bologna, dove la loro Biblioteca andò dispersa. Justa Victoria, Novella inedita di Feliciano Antiquario. Secolo XV. Il manoscritto di questa Novella, probabilmente autografo, sta nella Riccardiana (codice 1459), e la fedelissima copia di cui mi sono giovato per man darla in luce, io la ottenni dall’amicizia e cortesìa dell’egregio prof. Ottaviano Targioni Tozzetti. Chi bramasse aver notizie intorno l’autore, che fu vero nese, può attingerle dalla Storia della letteratura ita liana del Tiraboschi ('), e dalla Verona illustrata del (') Firenze, STalim e Laudi, 1605-1813, tomo VI,-parte I, pi». 23. PREFAZIONE Maffei ('). Anche Apostolo Zeno, nel Giornale dd let terati (*), lo ricorda tra gl’ italiani, che dal 1400 al 1500 erano intenti a raccogliere antiche iscrizioni; ma il solo Conte Alessandro Mortara, in quel suo Catalogo dd manoscritti italiani ecc., che si conservano nella Biblioteca Bodlejana a Oxford (*) , ci fa noto ch’egli nacque nel 1432, secondo che ricavasi da una lettera di lui, autografa, tra le varie che arricchiscono la suindicata Biblioteca. Credesi morisse intorno al 1480. Avverto finalmente che di Feliciano Antiquario tro viamo pur fatta menzione nelle Porretane dell’Arienti, ov’egli è fatto argomento delle due Novelle III e XIV, la prima delle quali è narrata appunto da quel Gre gorio Lavagnola, che il nostro autore rammenta in principio della Novella, e consorte a Francesca, cui la Novella stessa è intitolata. Novella inedita di Pietro Fortini, senese. Fu estratta dal cod. I, VII, 19 della Comunale di Siena. Due Novelle inedite di Gentile Sennini d a S ie n a . È un cortese dono del cav. consigliere France- scaijtonio Casella di Napoli, alla cui Biblioteca (una delle più cospicue private d’ Italia) venivano già con- (') Milano, Tipografia dà Classici Italiani, 1825, voi. Ili, pag. 191. (*) Venezia, Erte, 1711, tomo V, pag. 51. (*) Oxonii, E x Typographeo Clarendoniano, 1864, col. 15. PREFAZIONE vij sacrate. Si copiarono dal codice Palatino di Modena, collazionandole sopra altro della Marciana di "Venezia, dal ch.mo sig. cav. Antonio Cappelli, e sono sue le note che si leggono a piè di pagina. Queste Novelle non erano destinate a vedere la luce in questo Catalogo, stante la loro oscenità, : allorquando determinai pub blicarle nelle sole 25 copie distinte, quella di Pietro Fortini era già impressa; e ciò avverto affinchè non abbia a recar maraviglia il vederle inserite dopo la medesima, mentre ragionevolmente si reputano del secolo antecedente. Due Novelle inedite di Giovanni Forteguerri da Pistoia. Undici sono le Novelle lasciateci da Giovanni Forteguerri, e si erano rimaste a tu tt’oggi nella maggior dimenticanza, quantunque dal Zaccaria, fino dall’anno 1752, ci venissero indicate in quella sua Iìibliotheca Pistoricnsis (pag. 193). Furono esse dirette a Don Francesco de’ Medici, ed offrono i seguenti argomenti, eh’ io tolgo dall’ Indice che si legge, al di sotto del titolo (Novelle per S. Giovanni Fortegucrri da Pistoia), nella prima carta del codice : Per che causa Astio é Invidia non morranno mai — E seri avvedremmo e’ ciechi — Chi inganna, perde — Chi la fa, l’aspetti — Chi fa quel eh’ei non deve, gl’avviene quel ch’ei non crede — Quanto uno è più geloso, più .facilmente venta becco — Per che VAringhe sanno di qudl’odore — Disho- nesto disio, danno d vergogna apporta — L ’importunità procede da ignoranza — El lupo muta el pelo d non el vitio — L ’abito non fa monaco. viij PREFAZIONE Le prime due sono quelle da me oggi pubblicate, insieme colla dedicatoria e proemio, e delle quali vò debitore alla cortesìa del M. Rev."0 cav. canonico Don Gherardo Tozzi, Bibliotecario della Librerìa For- teguerri di Pistoia, ove il codice autografo è serbato : le altre sono quasi tutte licenziose. Due Novelle inedite di Giulio Del Testa Piccolomini, il Vivace Intronato. In un codice cartaceo in foglio, del secolo XVII, autografo, oggi posseduto dalla nobil famiglia Pal mieri Nuti di Siena, e che fu già del canonico Ame- righi, quindi del cav. Gio. Antonio Pecci, parimente senesi, leggonsi 20 Novelle di cotesto scrittore, le quali, da quanto egli ci fa noto nell’Avviso che le accompagna, erano in punto d’esser da lui stesso consegnate alle stampe. Detto codice lia per titolo : Avvenimenti vani di Giulio Bel Testa Piccolomini, il Vivace Intronato, cui sottosta un’Impresa tratteggiata a penna, rappresentante un tronco d’albero abbru ciato che germoglia, col motto Incendio vivacior. L’opera è dedicata a Galgano Bichi, Marchese di Roccalbegna, e va divisa in due Parti, ciascuna delle quali contiene dieci Avvenimenti o Novelle, per la maggior parte di soggetti amorosi e poco castigati. Produco la. prima (gentilmente indicatami dal ch.mo sig. Enea Piccolomini) sopra un codice della Palatina di Firenze, segnato E. 5. 4. 1, ove trovasi unita coll’Avviso suddetto e colla dedicazione ; e cor risponde &\V A vvenimento primo, Parte prima dell’intero PREFAZIONE Novelliere, dal quale si dichiara (nel codice Palatino) che il tutto fu trascritto.