Luigi M. Grassi - Vescovo Di Alba LA TORTURA DI ALBA E DELL’ALBESE (Settembre 1943 – Aprile 1945) RICORDI PERSONALI
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Luigi M. Grassi - Vescovo di Alba LA TORTURA DI ALBA E DELL’ALBESE (Settembre 1943 – Aprile 1945) RICORDI PERSONALI Dedico queste pagine alla memoria del mio Sacerdote, D. Demetrio Castelli, iniquamente fucilato dai tedeschi a ventisette anni, il 25 Agosto 1944, e a quella di tanti miei figli della Diocesi Albese che morirono per la li- bertà d’Italia nella guerra di liberazione. La loro voce, o lettore, salga con la nostra al trono di N. S. Gesù Cristo, Unico Maestro di Pace, di vera Libertà e di Giustizia e supplichi per tutti gli Italiani sentire cristiano, amore vero, operosità silenziosa e concorde. Luigi M. Grassi Vescovo di Alba Alba, 2 febbraio 1946 113 I centri dell’Albese nella rappresentazione dei profili dei castelli, che caratterizzano le colline delle Langhe e del Roero 114 ALBA E L’ALBESE Alba, città romana, giace serena sulla sponda destra del fiume Tanaro. Dei suoi anni remoti70 non ha più che qualche rudere e qualche torre; fu fiera nel so- stenere lotte e vessazioni71 per difendere la sua libertà, entrò fidente72 nello Stato sabaudo73 e poi nell’Unità nazionale, dando per l’indipendenza e la grandezza italiana molto e generoso sangue. Per la sua posizione appartata, la guerra mondiale, che cominciò nel 1939, la lasciò nella sua pace fino al Luglio 1944, ma da quel mese fino al 26 Aprile 1945 fu per Alba e per tutta la vasta e ferace74 zona a cui essa dà il nome di «Albese», una tortura, quale forse poche città soffrirono. Tortura dico, perché non ebbe a subire che pochissimi e non terroristici bombardamenti, ma fu posta dalle forze nazi-fasciste come sotto un torchio75, al quale non mancò mai ogni giorno un rabbioso giro di vite, e questo per circa 300 giorni. Ne uscì spossata76 ma libera, dissanguata ma fiera d’aver affrontato a viso aperto e vinto un nemico davanti al quale, essa inerme77, non era che poco più d’un trastullo78. L’Albese poi, terra bellissima, molto estesa e molto ferace, che dipende da Cuneo nella sua vita amministrativa e da Alba ecclesiasticamente, è una vasta zona che abbraccia parte delle quattro valli del Tanaro, del Belbo, della Bormida, dell’Uzzone e i colli e la piana che s’estendono al nord-ovest del Tanaro verso la QJBOVSBUPSJOFTFFBEPWFTUWFSTPMBDJUUËEJ'PTTBOP Non degenere79 dalla sua gentile capitale, divise con essa in questa guerra ansie e timori, il pane del dolore e il calice delle amarezze, come già sempre nei secoli passati. Non è mia intenzione tracciare in queste pagine la storia di tutto quanto è avvenuto in Alba e nell’Albese dal Luglio 1944 all’Aprile 1945; non lo potrei e più d’un attore delle tristi scene di quei giorni troverà mancati nomi e date, fors’anche qualche errore, e ne domando venia80, ma narrerò le cose principali a cui ho preso qualche parte e che si svolsero sotto i miei occhi in quel periodo nefasto81. 70 Anni remoti: anni molto lontani nel tempo, passati. 71 Vessazioni: prepotenze, angherie. 72 Fidente: fiduciosa. 73 Sabaudo: dei Savoia. 74 Ferace: fertile, produttiva. 75 Sotto un torchio: in una condizione di costrizione, di pressione. 76 Spossata: indebolita, fiaccata. 77 Inerme: indifesa, disarmata. 78 Trastullo: divertimento, svago. 79 Non degenere: non lontana dai caratteri, dalle qualità. 80 Venia: perdono, benevolenza, indulgenza. 81 Periodo nefasto: periodo luttuoso, sciagurato. 115 SETTEMBRE 1943-SETTEMBRE 1944 1 - Soldati prigionieri Due giorni dopo l’armistizio con gli alleati, anche la città di Alba vede comparire i tedeschi delle SS. Acquartierati nella caserma Govone, essi ottengono la resa dei 1500 soldati presenti, che vengono condotti alla stazione ferro- viaria e chiusi in carri bestiame per un giorno e mezzo. Mons. Grassi incontra il comandante delle SS e leva la sua voce di protesta per il trattamento inumano dei prigio- nieri e per l’uccisione immotivata di quattro soldati. SETTEMBRE 1943 Il mio primo contatto con la guerra di liberazione data dal 10 Settembre 1943, quando le formazioni tedesche delle S.S. comparvero in Alba la prima volta. Arrivarono di buon mattino in un forte gruppo motorizzato e andarono subito alla Caserma Govone ad intimare la resa ai 1500 soldati che colà si trovavano. Lo scom- bussolamento di quei giorni e la disorganizzazione dell’Esercito davano buon gio- co82 ai tedeschi armatissimi e disciplinati, di intimare e ottenere la resa. E avutala non si acquietarono, ma fatta una lunga colonna di soldati e condottili alla vicina stazione ferroviaria li rinchiusero in un lungo treno di carri-bestiame e li lasciarono lì chiusi, pigiati, senza aria, senza cibo e senza possibilità di prov- vedere a intime ne- cessità per 36 ore, sotto un sole che li coceva, senza neppur potersi se- Alba - Caserma Govone dere tant’erano fitti e senza scampo d’uscita. Sicchè cominciaron a manifestarsi dolori viscerali, casi d’insolazione svenimenti. Gli urli di protesta, di spavento, di dolore non si posso- OPEFTDSJWFSF'VSPOPEFJNJFJ4BDFSEPUJBEBDDPSSFSFUSBJQSJNJ JM$BO$BTFUUBF 82 Davano buon gioco: facevano comodo, giovavano. 116 il Can. Basso della Cattedrale, assieme ad 83 Nazismo = abbreviazione di nazio- alcune buone signorine ; furono tagliati nalsocialismo, il nazismo ebbe come i fili di ferro che chiudevano le porte dei simbolo ufciale la svastica. Svastika, vagoni, si mandò subito a cercare medici dal sanscrito “sole, apportatore di be- e accorse il Prof. Carusi Primario dell’O- nessere”. Difuso in India come sim- spedale e così se ne poterono salvare da bolo religioso, nel 1910 fu assunto da morte parecchi e molti altri, fintisi gravi gruppi antisemiti tedeschi come sim- con la complicità di tutti, furono barellati bolo di “arianità” e superiorità razzia- e mandati all’Ospedale, senza che avesse- le. La svastica con le braccia volte a ro male alcuno, altri poi riuscirono a fug- destra, detta poi anche “croce uncina- gire. Le guardie tedesche non reagirono. ta” diventerà il simbolo del nazismo. PRIMO CONTATTO COI TEDESCHI 'VJORVFMHJPSOPDIFFCCJJMQSJNPNJPDPOUBUUPDPJUFEFTDIJ QFSDIÏNJSFDBJ alla Caserma Govone a protestare presso il Comandante delle S.S. per il trattamento inumano che si faceva ai soldati, rei84 di nulla, per i pericoli continui a cui li esponevano colle loro bravate di sparatorie nella Caserma e perché uccisine quattro senza motivo alcuno, al mattino, li avevano sepolti come cani presso il letamaio della Caserma senza neppure prendere i loro dati. La protesta ebbe il suo effetto, i soldati furono lasciati più tranquilli, i tedeschi non andarono neppur più all’Ospedale come avevano assicurato per fare un controllo di quelli portativi al mattino e così si riuscì a dare presto la libertà ai finti ammalati e poi ai veri ammalati, appena guariti, e tutti si salvarono. I tedeschi lasciarono perfino che la popolazione albese provvedesse ogni ben di Dio ai mille e più soldati prigionieri nei parecchi giorni che rimasero ancora in Alba. /ÏGFDFSPPTTFSWB[JPOFBMDVOBBMMFDPSBHHJPTF'JHMJFEJ4BO1BPMP85, che senza invito di sorta, s’erano installate in Caserma per assistere e preparare i pasti ai prigionieri che Alba largamente provvedeva e a cui i tedeschi non davano cibo di sorta. E quanti di quei poveri soldati furono portati fuori caserma e poi nascosti dall’a- stuzia dei Sacerdoti, da quella più fine ancora di donne, di signorine della città, che fingendosi lacrimosissime madri, spose e sorelle dei prigionieri riu- scivano a intrufolarsi in caserma e portare i soldati, fino all’atrio della caserma, dove c’era molta confu- sione di parenti e di conoscenti e di lì portarli addirittura fuori sotto i baffi dei tedeschi e poi salvarli. Alba - Stazione FS 83 Buone signorine: crocerossine che si prodigavano alla cura dei soldati. 84 Rei: responsabili, colpevoli 85 Figlie di S. Paolo: suore Paoline. 117 LA PARTENZA DEI PRIGIONIERI Per l’ultimo giorno che do- SS = sigla di “Schutzstafeln”, in tedesco, vevano restare in Alba, i poveri pri- “reparti di difesa”: costituiscono un’orga- gionieri avevano domandato di poter nizzazione paramilitare del partito nazio- ricevere i SS. Sacramenti; furono ac- nal- socialista, nata come guardia persona- contentati, si confessarono, ricevet- le di Hitler, ma ben presto trasformata in UFSP MB 4 $PNVOJPOF MF 'JHMJF EJ 4 potente strumento di pressione terroristi- Paolo fecero miracoli di bravura per ca, usato per la conquista del potere e poi trattarli molto bene e parecchi Sacer- nell’esercizio della dittatura. Sotto la guida doti ed io e alcune signorine passam- di Heinrich Himmler le SS semineranno il mo tutto il pomeriggio con essi per terrore in Germania e in Europa, svolgendo confortarli e ricevere centinaia e centi- anche compiti tipicamente militari. specia- lizzandosi nella persecuzione antiebraica, naia di indirizzi dei loro cari, ai quali ci nelle campagne di deportazione, nella lotta impegnammo di scrivere per far avere antipartigiana. loro notizie e consolarli, il che fu fatto scrupolosamente. Alla partenza dei tedeschi i quattro uccisi, di cui sopra, furono esumati e sepolti nel Cimitero; due furono identificati e due no. 'VRVFTUPJMQSJNPEPMPSPTPFQJTPEJPEJHVFSSBDIFUVSCÛ"MCB NBTVCFOUSÛ tosto86 la calma colla partenza dei tedeschi, che lasciarono bensì un piccolo pre- sidio87, ma non dette che piccoli fastidi e per dieci mesi ci fu tranquillità. I grandi dolori cominciarono col Luglio 1945. I campi di concentramento di Bolzano e di Fossoli, “tappe italiane” della deportazione verso i lager nazisti Borgo S.Dalmazzo - Memoriale della deportazione 86 Tosto: presto. 87 Presidio: guarnigione, reparto militare. 118 2 - In visita pastorale (e non solo) Mons. Grassi compie la sua visita pastorale in diverse parrocchie della zona: S. Rocco della Cherasca, Benevel- lo. Qui ritiratosi a sera per riposare dalla profonda stan- chezza, viene svegliato a notte fonda perché si richiede la sua presenza a Sommariva Perno dove i partigiani hanno catturato dei tedeschi. Il paese intero è minac- ciato di incendio. Si rende necessario uno scambio di prigionieri.