lunedì 7 luglio 2003 lo sport 13

CICLISMO/1 CICLISMO/2 GIRO D’ITALIA DONNE MOUNTAIN BIKE Maratona delle Dolomiti: vince Pozzato vince il Trofeo Matteotti Tappa alla bielorussa Stahurskaia Bettin fallisce il 4˚ assalto Negrini, in gara anche Prodi Il gruppo regolato da Bartoli Rasa Polikieviciute resta in rosa Sulle Dolomiti vince Dietsch flash Emanuele Negrini ha vinto la 17û edizione della ha vinto La bielorussa Zinaida Stahurskaia ha Con il tempo di 4û 22’ 37” sulla distanza di della Maratona delle Dolomiti, su un la 58û edizione del Trofeo Matteotti di vinto la seconda tappa del Giro d’Italia 111kn, il francese Thomas Dietsch ha tracciato di 147 km con 4.345 metri di ciclismo, classica che si è svolta tra Pescara femminile, da Colle Sannita a San Marco vinto la 9û edizione della Dolomiti dislivello, con il tempo di 4˚38’04”. La gara - e Montesilvano su un circuito di 14,5 km, dei Cavoti di 85 km. Leader della Superbike di mountain bike, battendo su tre diversi tracciati a partire dal più ripetuto tredici volte, per un totale di 188,5 classifica generale rimane la lituana l’azzurro Mauro Bettin che puntava alla impegnativo di 147 km, attraverso tutti i km. Sul traguardo di piazza Duca degli Rasa Polikieviciute che deve però ha quarta vittoria consecutiva nella passi dolomitici - ha visto 8 mila Abruzzi, Pozzato ha concluso la gara con il dovuto cedere 9 secondi alla competizione altoatesina che ha visto al partecipanti tra cui il presidente Romano tempo di 4û 37’ 07”, alla media di 40,813 connazionale Edita Pucinskaite, seconda via 3.011 atleti. Al terzo posto si è Prodi che ha gareggiato nella competizione km/h, regolando in volata Alessandro nella tappa odierna, sconfitta al piazzato un altro italiano, Dario Acquaroli, più breve di 57 km. Alle spalle di Negrini si Spezialetti della . Terzo, a 38 secondi, fotofinish. Male le italiane con la Luperini con 4 minuti e 28 secondi di ritardo dal è piazzato Fabio Bulgarelli, mentre terzo è Claudio Bartoli della Ceramiche Panaria mentre la campionessa nazionale vincitore che ha anche realizzato il nuovo arrivato Mirko Puglioli. Tra le donne si è Fiordo. La volata del gruppo è stata vinta da Alessandra Cappellotto è 22» in record del tracciato. Tra le donne vittoria imposta Monica Bandini. piazzatosi quarto.. classifica. della svizzera Andrea Huser. Per Petacchi il Tour è quasi un Giro L’azzurro vince la prima volata davanti a McEwen e Zabel. Maxi-caduta a centro gruppo

Pino Bartoli mette in resta negli ultimi 3 chilo- metri, mento giù e birra. Dietro l’unica maglia del suo colore è quel- MEAUX È di Petacchi la prima zam- Le classifiche la di Loda, poi quello da protegge- pata sprint del Tour. Il Fassa Borto- 1ª tappa, Montgeron-Meaux, re, per cui quando finisce il carbu- lo taglia il vento in faccia degli ulti- 168 chilometri rante Petacchi deve fare i conti solo mi 150 metri come un bufalo, non su un amico. Ci provano i Caldiro- ce n’è per nessuno. Nè per il cangu- ORDINE D’ARRIVO: la, ma aspettano Bossoni e lui non ro Robbie McEwen, nè per sua mae- 1. Petacchi (Ita/Fassa Bortolo) in c’è, allora sbuffano e si rialzano. I stà Erik Zabel 11 centri alla corsa 3h44’33”, Lotto per McEwen, ma vanno sciol- gialla. E nemmeno per Paolo Betti- 2. McEwen (Aus/Lotto), ti. O’Grady, l’australiano dell’Agri- ni, che a infiltrasi tra quelle spalle 3. Zabel (Ger/Telekom), cole, punta sulla ruota dei Fassa, larghe almeno c’ha provato. Dietro 4. Bettini (Ita/Quick Step), poi ci sono gli altri di cartello. Ai il drappello volata di 20-25 maglie, 5. Cooke (Aus/FdJeux), 700 la caduta («È destino che succe- un buco. Quello scavato dalla scivo- 6. Hushovd (Nor/Agricole), da - Petacchi - se continuano a met- lata del Kelme José Enrique Gutier- 7. Freire (Spa/Rabobank), tere curve a gomito vicino all’arrivo rez, la ruota posteriore che slitta sul- 8. Paolini (Ita/Quick Step), quando in 200 sprintiamo a 70 al- l’alzata di pedali in mezza curva e il 9. Vainsteins (Let/Caldirola), l’ora. Ci fanno mettere il casco e poi primo domino dell’edizione 2003. 10. Kirsipuu (Est/Ag2r), insistono con finali del genere... »), Tutti per terra a 60 orari, bici che tutti con lo stesso tempo ma davanti nemmeno la sentono. volano come grilli, in ospedale il CLASSIFICA GENERALE: Tirano via con la strada che becca francese della FdJeux Jimmy Ca- 1. McGee (Aus/FdJeux) in verso il su. Loda fa il cuneo, Petac- sper con la testa fermata da collare, 3h51’55”, chi parte e la linea sembra distantis- ma le lastre dicono nulla di rotto. 2. Millar (Gbr/) a 4”, sima. Ma quelli per cui non arriva Ingollati tra le forcelle Lance Arm- 3. Zubeldia (Spa/Euskaltel) a 6”, mai sono gli altri, passerella a brac- strong e la maglia gialla McGee, 4. Ullrich (Ger/) st, cia alzate. sbucciature solo. Tyler Hamilton, 5. Pena (Col/US Postal) a 10”, La mattina s’era partiti dalla lo- quest’anno a segno alla Liegi e al 6. Hamilton (Usa/CSC), canda “Le Reveil Matin”, fuori Pari- Romandia, in pectore uno che a Pa- 7. Flickinger (Fra/Ag2r) st, gi, da cui il Tour aveva iniziato la rigi poteva fare scherzi, peggio: frat- 8. Armstrong (Usa/US Postal) a prima volta, nel 1903. I chilometri tura della clavicola, Tour chiuso. 11”, per arrivare a Meaux 168, 3 côtes di Poi gli altri, fermi davanti alla trin- 9. Beloki (Spa/ONCE) a 13”, 4ª categoria a muovere la pianura. cea della caduta ad aspettare il pas- 10. Botero (Col/Telekom) st Cercano l’avventura per primi i Il tedesco della Gerolsteiner Olaf Pollack taglia il traguardo trasportando a piedi la bicicletta dopo la caduta del gruppo nella volata di Meaux saggio, all’arrivo si vedono alla spic- francesi, quasi d’obbligo. 19 chilo- ciolata. La giuria condona, tutti con metri nel gruppo, poi via sul primo lo stesso tempo. sprint intermedio: Flickinger E se quindi McGee resiste anco- RICORDI Al seguito della corsa gialla dormendo negli scantinati e scrivendo sulle ginocchia. Ma almeno in gruppo c’era Hinault... (Ag2r), Mengin (FdJeux) e Benete- ra leader in classifica, quello che au (La Boulangere). D’accordo a di- splende al sole è Alessandro Petac- vidersi gli applausi della gente del chi. Che dopo le 6 tappe al Giro, Tour, quella che sul ciglio tra strada dopo la faccenda dinastica dell’ere- e prati gialli d’estate aspetta, man- dità di Cipollini (che avrà pensato La vecchia Grande Boucle con la Lettera 22 gia, chiacchiera di ciclismo. Il van- Re Leone stavolta dalla poltrona do- taggio mai un’abisso, sembra ve l’ha confinato in “vacanza” Le- un’avanscoperta giusto per vedere blanc?), dopo il mese d’attesa che Gino Sala nanze di Valence d’Agen i corridori scende- ra 22 appoggiata sulle ginocchia. Il tutto Delfinato ha lasciato a desiderare in salita. l’effetto che fa. Dietro il gruppo tie- separa il rosa dal giallo, scrolla le vano dalla bici per raggiungere a piedi la provocava disagi, ma anche, come dire?, E pertanto Simoni, Ullrich, Beloki, Botero ne la regia del cronometro, che non parole e rimette il punto da dove linea d’arrivo. uno spirito di sopportazione, un sentirsi e Garzelli sperano (non più Hamilton co- sfora mai i 9 minuti. Poi, lento, il aveva lasciato. Dalla menata di retti- uon viaggio e buona fortuna ai 36 Altri tempi, altri campioni, uomini che nel mezzo dell’avventura col proposito di stretto al ritiro dopo la caduta di ieri) fer- recupero. Che certe volte rallenta: lineo, potenza, occhio e tempo. B ciclisti italiani intruppati nel Tour de non abitano più nel gruppo di oggi. Se così non mollare. Cosa che principalmente de- mo restando che nel borsino dei favoriti bisogna finire col volatone di grup- Quello che riesce a vedersi d’antici- France. Potevano essere di più senza l’esclu- fosse anche quel despota da Jean Marie ve accompagnare l’azione dei concorrenti Armstrong occupa largamente il primo po- po, quindi l’aggancio non deve es- po, ma che non diventa troppo pre- sione di Cipollini e compagni, ma si tratta Leblanc dovrebbe fare i conti con chi fatica anche nel ciclismo del 2003. Per certi versi sto. serci troppo presto, la consegna è sto. «Se sono il miglior velocista del comunque di una buona rappresentanza. e non vuole essere maltrattato. A proposito il Tour rimane una brutta bestia e se mi Da constatare se lo statunitense è in splen- evitare altre uscite in contropiede. mondo? Non lo so, non sta a me Mi sono trovato al seguito della corsa in di Leblanc prendo nota a malincuore che aspetto di vedere Gilberto Simoni tra i mi- dida forma, se le vicende di famiglia (sepa- Per i fuggitivi c’è tutto il tempo di dirlo - Petacchi dopo il finish - quel- periodi decisamente peggiori, addirittura gli è stato prolungato il contratto. Doveva gliori è perché il trentino sembra munito di razione dalla moglie) non lo hanno condi- dividersi la gloria mignon sotto stri- lo che credo però è che quello di senza partecipanti di casa nostra. Come andare in pensione nel 2004, ma non sarà una bella determinazione, di un entusia- zionato. Insomma, nulla bisogna dare per scioni di terzo grado, magari qual- oggi è stato il migliore della mia nell’edizione del 1978, quando il belga Pol- così, purtroppo. Lui si è vantato di aver smo indispensabile per distinguersi in un scontato anche perché siamo nelle fasi d’av- che franco, anzi euro. Mengin sce- stagione». Detto da uno che in Fran- lentier, vincitore sul tetto dell’Alpe d’Huez ridato prestigio alla competizione, io sono confronto che richiede gambe robuste, ma vio e tutto è da verificare. Ieri la prima glie invece le collinette, e punto a cia non ci voleva nemmeno venire: venne squalificato per tentativo di frode di tutt’altra opinione e temo di dover ri- anche una forza mentale senza la quale tappa e il primo squillo di tromba di Ales- punto si costruisce su misura la pri- «È che certe volte non credo abba- durante il controllo antidoping. marcare altri colpi di testa, altre gravi man- non si va lontano. sandro Petacchi a spese di McEwen e Zabel ma casacca a pois della Boucle. Ma stanza in quello che posso fare. Ma Appunto nel ’78 Bernard Hinault si aggiu- canze. I ricordi sono tanti. Simoni ha cominciato bene, meglio del pre- in una volata di pochi contendenti, quelli l’ombra del peloton è lì. Flickinger quando si arriva ai 500 metri non dicava il primo dei suoi cinque Tour mo- Devo dire che i miei Tour erano decisamen- visto nella cronoprologo di sabato scorso. che non sono stati coinvolti nel patatrac non ci sta, mentre gli altri due mol- mi spaventa più niente e nessuno». strando il carattere del condottiero in uno te più difficoltosi e più sofferti se confronta- Buon segno. In quanto ad Armstrong si dell’ultimo rettilineo. Feriti e contusi han- lano lui si prende altri chilometri A Montgeron-Meaux il treno Fassa sciopero che annullava la dodicesima tap- ti con quelli degli ultimi vent’anni. Mi è direbbe che abbia snobbato la gara avendo no poi maledetto Leblanc, per la curva si- solitari. Quelli della maglia bianca Bortolo quasi non c’è, giusto il vago- pa. Motivo della protesta i numerosi e lun- capitato di dormire in uno scantinato, di rinunciato di provare il tracciato. È pero tuata in prossimità del traguardo. Intanto di miglior giovane. Poi il risucchio ne Gustov. Ucraino del ‘77 che si ghi trasferimenti da una località all’altra. scrivere sulle scale di una palazzina pompo- aumentato il numero dei dubbiosi sul con- oggi Petacchi pedalerà col miraggio della violento della macchia pedalante. Ricordo che giunti lentamente nelle vici- samente definita sala stampa, con la Lette- to dell’americano che nel recente Giro del maglia gialla. Che ingoia i nomi e le facce a metà. l’altro Tour

l traguardo è vicino, anzi lontanis- C'è, perché no?, la scommessa con se I simo. Orly, quindici chilometri stessi. Ma basta a sobbarcarsi tanta da Parigi: gli ultimi dopo un viaggio fatica? O è proprio la fatica che si cer- di oltre mille. Sei lì, a un passo dalla ca? A volte hai quasi l'impressione che meta, ma non sai più come fare. La Tre uomini (anzi uno) in bicicletta le stesse domande le stiano ponendo, strada si allarga, il traffico è intenso e in silenzio, i ciclisti che incontri. Ma veloce, compare un tunnel dietro l'al- Paolo Branca forse è solo un effetto del caldo. tro. *** Poche ore prima, a Fontainbleu, un brio, e infilare tutto in una borsa stan- Raffarin sono parecchio impopolari. per passare dalla Costa Azzurra all'in- massimo in un tappone con 7 colli. no per rifiatare, bighellonare, fare il Compaiono, finalmente, i cartelli che poliziotto aveva avvertito: «In biciclet- dard 1 metro e 20 per 90 centimetri. Non va bene, la stiamo già buttando terno qualche salita bisogna affrontar- **** turista e basta. indicano Parigi: ancora trecento, due- ta a Parigi? Impossibile, è meglio pren- Arrivati a destinazione si rimonta. in politica. E poi, a dirla tutta, se abbia- la. Meglio così, comunque. Meglio pren- Il giorno dopo la tappa più lunga Lio- cento chilometri, il più ormai è fatto. dere un treno...». Ma proprio quando Secondo problema: con la ruota poste- mo scelto la Francia non è per la sensi- Sosta a Grasse, per una baguette e ri- dersela comoda, magari stare in sella ne-Vichy, chilometri 164, tempo 10 Da Nevers deviazione verso est per cominci a rassegnarti, ecco il cartello riore non è facile, c'è la catena di mez- bilità pacifista mostrata dai suoi gover- fornirsi d'acqua. Dei consigli appresi qualche ora di più senza affannarsi ore e 30. Ma non è solo per recupera- arrivare ad Auxerre attraverso la della pista ciclabile. Sono appena un zo, o sei un ciclista provetto o ci perdi nanti, ma per il fascino delle sue stra- dai vari manuali di viaggio, questo è il troppo. re il tempo perduto: non si trova un “route des vignables”, la strada dei vi- paio di chilometri di stradina sconnes- del tempo. Ci perdi del tempo. Che de. più importante (e scontato): l'acqua. Nei giorni successivi Draguignan-Ca- albergo libero per strada. E poi Vi- gneti. Poi su, a Fontainbleu, i boschi e sa, che per un tratto fiancheggia l'aero- fare poi della sacca? Non puoi portar- Attraversare qualche tratto del Tour, Non farsela mai mancare. Tanto più denet, chilometri 120, otto ore. Cade- chy-Nevers. La Loira, i tetti grigi, fose il castello di Napoleone. porto: ma tanto basta per evitare i tela dietro, è troppo ingombrante. Per dove abbiamo visto passare (in tv) Gi- in questo torrido inizio d'estate. Bere net-Montelimar, sul fiume Rodano, la Francia più suggestiva. All'arrivo mancano meno di 70 chilo- rettilinei più pericolosi. viaggiare veloci (si fa per dire) è me- mondi, Merckx, Hinault, Indurain, molto, e in continuazione. chilometri 137, nove ore. Monteli- *** metri, ma sono per certi versi i più Parigi, la periferia. Porte d'. Il lun- glio portarsi al massimo uno zainetto. Armstrong. L'altro riguarda le strade: evitare le mar-Saint Valley sur Rhone, chilome- Cosa si prova a pedalare per tante ore, impegnativi: bisogna sfuggire al retico- go Senna. Perché no? L'Arco di Trion- Spediremo la borsa direttamente a Pa- Dove eravamo rimasti? La sacca. La grandi arterie nazionali, che comun- tri 110, sette ore e mezzo. per tanti chilometri? Provi a capirlo lo di autostrade. Fino all'aeroporto di fo. È finita. rigi. depositiamo in uno sportello della sta- que - in Francia - hanno sempre una Per Lione torniamo sulla strada nazio- dai volti degli altri viaggiatori di bici- Orly quando ti prende la paura di *** Terzo problema: c'è uno sciopero al zione di Nizza. Se a qualcuno serve, è corsia per il traffico lento. Ma pedala- nale numero sette, è sabato non circo- cletta (tanti) che incroci sulla strada. aver perso la scommessa. «L'unico Era cominciata dieci giorni prima sul servizio postale della stazione. E an- ancora lì. re mentre accanto sfrecciano i camion lano camion, si può fare. Facce sudate e sofferenti, posizioni modo per arrivare a Parigi in biciclet- treno Roma-Nizza. La bicicletta. che un corteo per le strade di Nizza, *** non è proprio il massimo. Meglio al- All'ingresso di Lione, prima foratura. che gli esperti in tv definirebbero po- ta è partecipare al Tour de France». smontata, dentro una sacca. dove intonano "Bella Ciao". Finalmente in bicicletta. La prima tap- lungare per stradine interne, anche a È sera, i negozi di biciclette sono chiu- co eleganti. La speranza prende la forma di un È il primo problema per chi vuole La prima di una serie di manifestazio- pa segnata sull'itinerario prevede l'ar- costo di qualche salita in più. Alla fine si, non si trova un “mecanicen du ve- C'è la natura, è vero. I paesaggi che cartello blu col disegno di una biciclet- affrontare un viaggio di questo tipo: i ni: il credito guadagnato da Chirac rivo a Draguignan, Provenza, un centi- della giornata il contachilometri se- lo”, un meccanico di biciclette. non spariscono dopo pochi secondi ta: la pista ciclabile. Si aprono final- treni non trasportano biciclette. È pos- con l'opposizione alla guerra in Iraq naio di chilometri dopo. Siamo stati gna 105, tempo impiegato 7 ore. Me- E neppure la domenica: scopri con come quando viaggi in auto o in tre- mente le porte della capitale. sibile solo su quelli locali, e non tutti. sembra già esaurito, le "riforme" (pen- un po' ottimisti, anche perché la no- dia tonda: 15 chilometri l'ora. Che sa- sorpresa che le festività, da queste par- no. Il sole e l'effetto dell'asfalto assola- In fondo, non era anche questo un Devi smontare le ruote, girare il manu- sioni e scuola) del suo primo ministro stra cartina non segna i dislivelli. E rebbe almeno due volte fuori tempo ti, sono ancora più sacre. Sarà un gior- to. Tour de France?