Dottorato Di Ricerca in Storia Antica E Archeologia. Storia Dell'arte Ciclo XXII

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Dottorato Di Ricerca in Storia Antica E Archeologia. Storia Dell'arte Ciclo XXII Dottorato di ricerca in Storia Antica e Archeologia. Storia dell’Arte Ciclo XXII (A.A. 2006/2007 - 2008/2009) ASPETTI DELLA COMMITTENZA VENEZIANA IN RIFERIMENTO ALL'OPERA DI BATTISTA ZELOTTI SETTORE SCIENTIFICO DISCIPLINARE DI AFFERENZA: L-ART/04 Tesi di dottorato di Alessandra Lotto, matricola 955385 Coordinatore del Dottorato Tutore del dottorando Prof. Giuseppe Barbieri Prof. Sergio Marinelli 1 Alessandra Lotto Aspetti della committenza veneziana in riferimento all'opera di Battista Zelotti Sommario: Introduzione Capitolo 1 Fuggevolezza del pittore e silenzio delle fonti Capitolo 2 I committenti veronesi e veneziani di Battista Zelotti 2.1.I Malaspina a Verona 2.2.Antonio di Giovanni Battista Cappello 2.3.La famiglia Soranzo 2.4.Alvise di Federico Foscari 2.5.Leonardo di Alvise Emo 2.6.Camillo di Bernardo Trevisan 2.7.Alvise di Girolamo Cùccina Capitolo 3 3.1.Il nome del pittore nelle fonti storiche e documentarie 3.2.Possibili esordi veronesi di Battista Zelotti a San Giovanni in Sacco Capitolo 4 Battista Zelotti e Antonio Cappello 4.1.Tra pubblico e privato. La committenza veneziana 2 4.2.Antonio Cappello procuratore di San Marco de supra Capitolo 5 La decorazione della libreria antica dell’abbazia di Santa Maria di Praglia. 5.1.Ricostruzione dell’originaria disposizione dei dipinti nella Biblioteca e coordinate cronologiche per la commissione 5.2.La decorazione della Biblioteca e il suo programma iconologico 5.3.Orientamenti culturali e tradizione libraria cassinese 5.4.L’Ordine Benedettino e la riforma cattolica Capitolo 6 Documenti d'archivio 6.1.Testamento di Antonio Cappello procuratore di San Marco 6.2.Condizione di decima di Antonio Cappello procuratore di San Marco 6.3.Testamento di Giovanni Battista q. Antonio Cappello procuratore 6.4.Condizione di decima di Giovanni Battista q. Antonio Cappello procuratore 6.5.Testamento di Gasparo di Antonio Cappello procuratore 6.6.Testamento di Marino q. Antonio Cappello procuratore 6.7.Testamento di Antonio q. Alvise q. Giovanni Battista q. Antonio Cappello procuratore 6.8.Testamento di Alvise q. Giovanni Battista q. Antonio Cappello procuratore 6.9.Inventario dei beni appartenuti ad Antonio IV q. Antonio q. Marino q. Antonio Cappello 6.10.Testamento di Alvise Cùccina 6.11.Testamento di Camillo q. Bernardo Trevisan 6.12.Testamento di Orsa di Piero Trevisan 3 6.13.Condizione di Decima di Camillo q. Bernardo Trevisan 6.14.Condizione di Decima di Alvise q. Federico Foscari ·Albero genealogico della famiglia Cappello, ramo di San Polo ·Bibliografia ·Immagini 4 Introduzione: Questa ricerca nasce dalla necessità di definire con maggior chiarezza la figura di un artista per certi aspetti ancora sconosciuta. La letteratura artistica, sostenuta in primis dalla voce autorevole di Giorgio Vasari, designa Zelotti quale artista veronese, formatosi alla scuola di uno zio pittore e successivamente condiscepolo di Paolo Caliari.1 Pur condivisa da quasi tutta la storiografia contemporanea e successiva, tale asserzione solleva una serie di questioni che necessitano di un ulteriore chiarimento: dal contesto sociale alla formazione, dai legami familiari alla stessa denominazione, le informazioni sulle origini di Battista Zelotti richiedono d'essere verificate alla luce di un'indagine sui documenti d'archivio. Questo interesse, in ogni caso, tracima gli argini di una ricerca finalizzata unicamente all'individuazione di coordinate spazio- temporali: l'analisi delle fonti manoscritte tenta di comprendere l'artista inserendolo in uno specifico contesto storico e culturale. Prima di avviare una ricerca sulle fonti documentarie è necessaria un'operazione preliminare: indugiare sulla ben nota letteratura artistica, riflettere sugli storiografi coevi e successivi a Zelotti non è superfluo come sembra. Da un'attenta rilettura delle parole di Vasari, di Andrea Palladio, di Francesco Sansovino o di altri autori, emergono situazioni che richiedono di essere scandagliate. Silenzi, omissioni, incongruenze - reali o soltanto apparenti - tra le diverse testimonianze possono costituire il segnale esteriore di circostanze complesse e non ancora chiarite. Dopo aver riflettuto sui testi della letteratura artistica, ma prima di procedere ad una nuova ricerca d'archivio, è necessario prendere in esame 1 Vasari, 1568, (1878-1885), VI, p. 369. 5 le fonti documentarie note. Questa revisione diventa un passaggio imprescindibile se si intende verificare la qualità e soprattutto la provenienza delle informazioni disponibili. Operando un confronto tra tutti questi elementi, vengono a galla ulteriori incongruenze, alterazioni, piccole variazioni, talvolta incomprensibili: intorno a uno dei protagonisti della pittura veneta della seconda metà del Cinquecento si sviluppano dense zone d'ombra, difficili da spiegare. Volendo menzionare solo una delle questioni emerse nel corso di queste indagini preliminari, a titolo esemplificativo, possiamo anticipare un semplice dato: l'artista, presso i contemporanei, assume molteplici denominazioni, e solo nell'ultima fase della sua esistenza sarà chiamato definitivamente con l'appellativo di Battista Zelotti. Come si vedrà nel corso della trattazione, la problematicità di certi aspetti ha un peso rilevante nella conoscenza del pittore, della sua produzione, dei suoi committenti, e nella comprensione delle fasi alterne della sua fortuna critica. La prima ricognizione documentaria prende avvio proprio dall'Archivio di Stato di Verona. Soffermandoci sui fondi archivistici delle Anagrafi cittadine, contenute nella Cancelleria dell'Estimo, possiamo tentare una verifica delle informazioni in nostro possesso, con l'obiettivo di circoscrivere le origini dell'artista e la sua collocazione nella Verona della prima metà del secolo. La tradizione storico- artistica, attraverso le parole di Bartolomeo Dal Pozzo, Battista Lanceni, Scipione Maffei, e Giambettino Cignaroli, attribuisce all'ambito veronese anche la prima commissione ricevuta da Zelotti. Qui dunque il pittore non solo sarebbe nato e avrebbe avuto la prima formazione, ma avrebbe ricevuto anche il suo primo incarico. Stando 6 alle sintetiche affermazioni dello storiografo settecentesco e dei suoi contemporanei, la nobile famiglia Malaspina avrebbe commissionato al pittore le decorazioni a fresco per la chiesa e per la facciata dell'edificio ad essa adiacente, costruiti nella contrada di San Giovanni in Sacco. Oltre alla chiesa e al palazzo gentilizio, questo agglomerato conteneva anche una casa di accoglienza per i nobili decaduti. Le movimentate vicende storiche che percorsero la città in età moderna, colpirono in più occasioni anche il complesso malaspiniano, che fu abbattuto definitivamente nel 1888. Le ricerche archivistiche a questo punto si concentrano sul fondo Luoghi Pii e soprattutto sul cospicuo Archivio Privato Malaspina. Oltre a tracciare delle coordinate cronologiche, ho provato ad approfondire la conoscenza di questa famiglia, della sua attività e delle sue istanze per comprendere i rapporti stabiliti con l'artista. Da portatrice dei valori di una nobiltà antica, di diretta nomina imperiale, la potente famiglia Malaspina aveva cercato di imporsi entrando in concorrenza con le altre istituzioni cittadine. Una conferma documentale alla letteratura artistica settecentesca sarebbe stata estremamente utile per la biografia zelottiana: avrebbe attribuito al pittore, nel panorama artistico veronese, un ruolo rilevante già in età giovanile. Nonostante gli sforzi attivati in questa direzione, la ricerca nei fondi veronesi non ha portato all'acquisizione di nuovi documenti. I rapporti allacciati da Zelotti con la nobiltà veneta, le prime commissioni fuori dalla città d'origine, l'ingresso a Venezia e gli incarichi di Stato sembrano segnalati quasi esclusivamente dalla letteratura artistica. Le notizie in nostro possesso il più delle volte sono sintetiche e tendono ad affidarsi a quella tradizione che penalizza Zelotti a favore del condiscepolo 7 Caliari. Dopo l'iniziale ricerca nei fondi archivistici veronesi, era dunque necessario proseguire con una serie di indagini presso l'Archivio di Stato di Venezia. Già ad una prima ricognizione, esteriore e sommaria, si può intuire l'ampiezza e la varietà della committenza zelottiana, a partire dal sesto decennio del secolo. Nelle celebri pagine che Vasari scrisse in margine alla Vita di Michele Sanmicheli, compare la copiosa serie degli incarichi affidati al pittore. Lo stesso storiografo, pur attenendosi alla retorica di un elogio piuttosto convenzionale, sembra stupirsi dell'operosità di questo artista non ancora trentenne: E se tanto ha fatto in sì poca età, ch'è non passa trenta anni, pensi ognuno quello che di lui si può nel processo della vita sperare.2 Dalla nobiltà di terraferma al patriziato lagunare, dagli eruditi ai mercanti, dallo Stato veneziano alle congregazioni religiose, la committenza del pittore, oltre a essere ampia, è anche estremamente varia. Questa curiosa eterogeneità esigeva un approfondimento, che permettesse di seguire l'artista lungo le tappe di un percorso articolato. Dalla ricerca archivistica non ci si aspettava la scoperta di risposte conclusive, ma il reperimento di indizi apparentemente insignificanti comunque può illuminare tracce nascoste, vie percorribili o passaggi precedentemente ignorati. Giunti a questo punto occorreva in sostanza trovare una certa coesione a un percorso artistico che, vista la carenza di appigli documentari, appariva piuttosto sconnesso, costituito da una vasta serie di interventi puntiformi e slegati tra loro. 2 Vasari, 1568,
Recommended publications
  • Serena Romano
    ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte SERENA ROMANO GLI AFFRESCHI DI PAOLO VERONESE li affreschi del palazzo Trevisan di Murano sono carsi un pittore impegnato e richiesto come Paolo Vero­ G stati finora noti per essere uno dei pochi cicli ese­ nese negli anni in cui lavora a ritmo incalzante per le guiti da Paolo Veronese a Venezia, e l'unico superstite commissioni pubbliche induce una volta di più a pre­ in un palazzo privato. I) Per questo sono stati sempre stare molta attenzione alla figura del Trevisan,3) e a in­ considerati come una testimonianza, insostituibile an­ dagare più a fondo, come sperano di fare gli autori in corché troppo degradata, delle concezioni decorative del un prossimo futuro, sulla sua personalità esulI' ambiente pittore: tanto più perché aggiungono una tessera dalla di cui si circondava. 4) Ambiente che era certamente tra fisionomia singolare e specifica a quanto si sa dell'atti­ i più spregiudicati e colti dell'epoca; libero fino ai limiti vità del Veronese alla fine del sesto decennio del secolo. dell' assoluto individualismo, 5) ma garantito da una ric­ Gli anni sono quelli cruciali dell'affermazione progres­ chezza non indifferente e da un prestigio culturale di siva e definitiva del pittore a Venezia: lanciato dalle gran­ prim'ordine. È evidente che - se è vero quanto finora di commissioni sanmicheliane, Veronese invadeva ormai risulta sulla non nobiltà di Camillo Trevisan, sul suo le maggiori imprese decorative ufficiali, da quelle del essere semplice " cittadino " - il ricco intellettuale Palazzo Duca le (le sale delle Udienze, della Bussola, dei sanzionava così non solo con i meriti della propria elo­ Tre Capi), alla Libreria Marciana (il Salone), all'intera quenza, ma anche con lo sfarzo della propria casa dalla decorazione di San Sebastiano e, naturalmente, appunto profana decorazione, 6) il buon diritto e il lustro del pro­ al palazzo muranese.
    [Show full text]
  • Schede Di Presentazione Delle Ville Venete Proposte Per L’Inserimento Negli Itinerari Di Visita Culturale
    Villa di Montruglio Via Montruglio 9 36024 Mossano (VI) Cod Fisc: 94025480271 Tel: 0444/1836858 Fax: 0444/776138 Allegato alla Relazione dell’Associazione Ville Venete alla Direzione Regionale del Turismo 19 Dicembre 2008 SCHEDE DI PRESENTAZIONE DELLE VILLE VENETE PROPOSTE PER L’INSERIMENTO NEGLI ITINERARI DI VISITA CULTURALE 1. ELENCO DELLE VILLE VENETE PROPOSTE PER L’INSERIMENTO NEGLI ITINERARI DI VISITA CULTURALE PROVINCIA PADOVA 1. Ca' Marcello – Levada di Piombino Dese 2. Castello del Catajo – Battaglia Terme 3. Castello di San Pelagio – Terradura di Due Carrare 4. Giardini di Villa Emo – Rivella 5. Giardini di Villa Pizzoni Ardemani - Valsanzibio di Galzignano Terme 6. Villa Contarini – Piazzola sul Brenta 7. Villa Cornaro – Piombino Dese 8. Villa Emo Capodilista “la Montecchia” – Selvazzano Dentro 9. Villa Pisani Bolognesi Scalabrin – Vescovana PROVINCIA ROVIGO 10. Villa Badoer “la Badoera" – Fratta Polesine PROVINCIA TREVISO 11. Castello di Roncade – Roncade 12. Villa di Maser – Maser 13. Villa Emo – Fanzolo di Vedelago 14. Villa Tiepolo Passi – Carbonera PROVINCIA VENEZIA 15. Museo Nazionale di Villa Pisani – Stra 16. Villa Foscari "la Malcontenta" – Malcontenta 17. Villa Foscarini Rossi – Stra 18. Villa Widmann Rezzonico Foscari – Mira PROVINCIA VERONA 19. Giardino di Villa Giusti – Verona 20. Villa Arvedi – Grezzana 21. Villa La Mattarana - Verona 22. Villa Sagramoso Perez Pompei – Illasi PROVINCIA VICENZA 23. Castello Porto Colleoni Thiene – Thiene 24. Villa Almerico Capra detta "la Rotonda" – Vicenza 25. Villa Caldogno – Caldogno 26. Villa Cordellina Lombardi – Montecchio Maggiore 27. Villa da Schio – Costozza di Longare 28. Villa di Montruglio – Mossano 29. Villa Fracanzan Piovene – Orgiano 30. Villa Godi Malinverni – Lugo di Vicenza 31. Villa Loschi Zileri – Monteviale 32.
    [Show full text]
  • L'influenza Paesaggistica Ed Architettonica Palladiana Nella
    Corso di Laurea Specialistica in Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici Prova finale di Laurea L’influenza paesaggistica ed architettonica palladiana nella pittura veneta del 1500 Relatore Ch.ma Prof.ssa Martina Frank Correlatore Ch.mo Prof. Luca Baldin Laureando Diana Andreetta Matricola 819597 Anno Accademico 2011 / 2012 1 Dedicato a Antonio, Mariella e Micaela e alla mia migliore amica Angiolina 2 Ringraziamenti Desidero sentitamente ringraziare per la squisita collaborazione e per avermi permesso di scattare alcune foto utili allo sviluppo del mio studio: - Il Comune di Vicenza – Settore Musei e Monumenti Civici – Palazzo Chiericati; - La Curia Vescovile di Treviso – Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali; - La Villa di Maser – Direzione; - La Fondazione Querini Stampalia - Direzione; - La Biblioteca Civica della città di Bassano del Grappa; - La Biblioteca della città di Musile di Piave; - La Biblioteca Area Umanistica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; 3 Indice 1 – Il paesaggio veneto nel 1500………………..…………..6 1.0. Caratteristiche e cenni storici…………………………………….6 1.1. La città ideale di Palladio……………………………………………9 1.2. Note biografiche sulla vita di Palladio ………………………10 2 – La villa per Palladio……………………..………………….12 2.0. La villa ed il suo nuovo significato……………………………12 2.1. Alcuni elementi inerenti la tecnica architettonica di Palladio…………………………………………….………………………14 2.2. Il paesaggio teatrale nell’architettura palladiana.……16 2.3. Il giardino della villa veneta………………………………..……19 3 – Il paesaggio nella pittura veneta del 1500………...24 3.0. Premessa…………………………………….……………………………24 3.1. Le rappresentazioni religiose…………….………………………24 3.2. Susanna e i Vecchioni………………………………………….……26 3.3. Noli me tangere………………..………………………………..……44 3.4. Il ritorno del figliol prodigo…….…………………………..……50 3.5.
    [Show full text]
  • &#Srgssf#Í.# G3##. É &Éessé *F S ,.##Ès,Ífu ,Oxswsét"Mf {
    &#srgssF#í.# g3##. É &ÉessÉ *f s ,.##Ès,ífu ,oxsWsét"mf { ill:)il 1.,1ì IrRLI'.,/lN{:iì 1}Ì \;llltíll!tÌ,, R(.)ví{:,,..t l:.vi\:1:!:t{i:.?,.. ... ". Relazione storico-artistica Palazzo Repeta a San Lorenzo, edificato da Francesco Muttoni su commissione di Scipione Repeta tra il 1701 e il 1711, e subito dopo decorato con sculture di Orazio Marinali e affreschi di Louis Dorigny (1707), è uno degli edifici privati di maggior rilevanza nel panorama artistico vicentino di inizio secolo. I1 complesso è stato dichiarato di rilevante interesse con D.R. del 241712003. La decorazione interna furealizzata da Dorigny cui spetta la scenografica decorazione ad affresco dello scalone con la raffrgarazione di Atena fulmina i Vizi sul soffitto e numerosi medaglioni con rappresentazioni mitologiche alla sommità delle pareti. All'artista è stato con ragione attribuito di recente anche un dipinto su tela, conseryato nella seconda sala a est al piano nobile del palazzo, raffigurante Zefiro e Flora. L'opera, ampiamente ridipinta, è infissa al centro del soffitto affrescato con una decorazione non pertinente di epoca neoclassica. Per le strette affinità con le illusionistiche architetture che incorniciano scene figurate, tipiche di Dorigny, gli va attribuito anche un affresco staccato, gravemente compromesso, emerso in occasione del generale restauro del 1960-61, che riproduce una'terra Balaustra mqrmorea con telamoni efestoni vegetali GNV. 182021), oggi nel vestibolo del piano (Pasian 2009, p. 204). Le due opere documentano la rilevante estensione dell'intervento di Dorigny nel palazzo il quale probabilmente decorò, oltre allo scalone, anche altre stanze dell'edificio, oggi non più identificabili.
    [Show full text]
  • Le Prospettive Architettoniche Di Paolo Veronese Analisi Grafica E
    Silvia Masserano La ricerca esamina l’impalcato delle prospettive architettoniche realizzate da Paolo Caliari (Veronese) in due tipologie di teleri veneziani per comprendere le modalità che governano gli sfondati di queste pitture. Dopo aver delineato l’ambito culturale entro il quale il maestro operava, il modus operandi della sua bottega, e vagliato i contenuti dei trattati prospettici coevi, lo studio ana- lizza la geometria dei teleri dipinti dal pittore per refettori e chiese per poi approfondire l’indagine in due casi studio: il Convito in casa di Levi (1573) e l’Apoteosi di Venezia (1582). PREMIO TESI DI DOTTORATO - I risultati ottenuti hanno attestato le cognizioni prospettiche del pittore e l’abili EUT Edizioni Università di Trieste tà con la quale spesso egli infrangeva il rigore del metodo per produrre efficaci illusioni spaziali. Le considerazioni emerse dall’analisi del bozzetto dell’Apo- Le prospettive teosi di Venezia - e dai soffittali esaminati hanno anche consentito di ipotizza Silvia Masserano re l’uso di un sistema diretto di costruzione prospettica da parte dell’officina Caliari. architettoniche SILVIA MASSERANO, laureata allo IUAV di Venezia, è stata assegnista di ricer- ca presso il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano con il program- di Paolo Veronese ma “Rilievo e restituzione prospettica di architetture dipinte in ambito veneto/ friulano con l’uso di tecnologie avanzate” (2014). Ha ricevuto la Menzione Gaspare De Fiore 2017 dalla UID e, con A. Sdegno, ha all’attivo varie pubbli- Analisi grafica cazioni
    [Show full text]
  • Catalogo Disegni, Museo Di Castelvecchio
    Premi sullimmagine per continuare Le collezioni grafiche dei Civici Musei darte di Verona pres- La rassegna, se da un lato vuole comprovare lidentità e la so il Museo di Castelvecchio conservano oggi oltre 3500 continuità di una scuola di disegno a Verona, intende dal- disegni, databili tra il Cinque e il Novecento, provenienti laltro dar conto della varietà ed eterogeneità delle opere per la maggior parte dalla locale Accademia di Pittura e oggi conservate nelle collezioni civiche, dopo la dispersio- passati al Museo allinizio di questo secolo. A essi si aggiun- ne delle molte e ricche raccolte più antiche che facevano di gono alcuni acquisti degli ultimi decenni e il ricco fondo Verona una città di solida tradizione nel collezionismo del- dei disegni realizzati dallarchitetto Carlo Scarpa nel corso la grafica. del restauro di Castelvecchio. Si tratta in assoluto della prima occasione in cui si presen- A coronamento della campagna di catalogazione di tutto il tano i disegni più significativi di una raccolta pressoché fondo, finanziata dalla Regione del Veneto, e dopo la re- inedita, con una selezione di oltre 150 fogli lungo un per- cente inaugurazione del Civico Gabinetto di Disegni e Stam- corso che dal Cinque al Novecento interessa tutta lampia pe, sistemato con il contributo degli Amici di Castelvecchio gamma di possibili funzioni affidate al disegno, dagli schizzi e dei Civici Musei dArte veronesi nella torre di nord-est del in presa diretta, agli studi decorativi o ai progetti castello scaligero, la mostra intende far conoscere al pub- architettonici, agli appunti di documentazione, alle copie, blico più vasto la ricchezza e la varietà di un patrimonio ai modelli, ai disegni di figura e in particolare daccademia, artistico tra i meno noti delle collezioni civiche, che per ov- esercizio imprescindibile nel tirocinio formativo degli arti- vie ragioni conservative non è possibile esporre permanen- sti.
    [Show full text]
  • 00 Prelims 1630
    02 Howard 1630 13/11/08 11:01 Page 29 ITALIAN LECTURE Architectural Politics in Renaissance Venice DEBORAH HOWARD St John’s College, Cambridge WHATISTHE ROLE OF ARCHITECTURE in the self-definition of a political regime? To what extent are the ideologies of state communicated in public space? Can public confidence be sustained by extravagant building initiatives—or be sapped by their failures? These issues are, of course,as relevant today as they were in the Renaissance.Venice,in particular,seems closer to our own times than most other Early Modern states because of its relatively ‘democratic’ constitution, at least within the ranks of the rul- ing oligarchy. It was a democracy only for noblemen, since voting rights and eligibility for important committees and councils were limited to members (men only, numbering about 2,000) of a closed, hereditary caste. Nevertheless,many of the problems over decision-making ring true to modern ears.Indeed, it could be argued that the continual revision of public building projects during their execution is an essential characteristic of the democratic process. It has been claimed by architectural historians over the past few decades that ambitious programmes of building patronage in Renaissance Venice helped to communicate political ideals to the public.1 Read at the Academy 10 May 2007. 1 See,for example,Manfredo Tafuri, Jacopo Sansovino (Padua, 1969; 2nd edn., 1972); Deborah Howard, Jacopo Sansovino: Architecture and Patronage in Renaissance Venice (New Haven & London, 1975; rev.edn., 1987); Manfredo Tafuri, ‘“Renovatio urbis Venetiarum”: il problema storiografico’, in M. Tafuri (ed.), ‘Renovatio urbis’: Venezia nell’età di Andrea Gritti (1523–1538) (Rome,1984), pp.9–55; Manfredo Tafuri, Venezia e il Rinascimento (Turin, 1985; English edn., trans.Jessica Levine,Cambridge,MA and London, 1989).
    [Show full text]
  • Bibliografia Veronese 2009 2011 Viviani Volpato UV 2014.Indd
    G. F. VIVIANI ACCADEMIA DI AGRICOLTURA SCIENZE E LETTERE DI VERONA G. VOLPATO UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI VERONA BIBLIOGRAFIA VERONESE BIBLIOGRAFIA VERONESE (2009-2011) (2009-2011) di GIUSEPPE FRANCO VIVIANI e GIANCARLO VOLPATO Supplemento al vol. 185° degli Atti e Memorie dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona MMXIV VERONA · MMXIV ISBN 978-88-98513-63-5 Volumi pubblicati della “Bibliografia Veronese” Volume I: 1966-1970 (esaurito) Volume II: 1971-1973 (esaurito) Volume III: 1974-1987 (esaurito) Volume IV: 1988-1992 (esaurito) Volume V: 1993-1996 (esaurito) Volume VI: 1997-1999 (esaurito) cd: 1966-1999 (esaurito) Volume VII: 2000-2002 (esaurito) Volume VIII: 2003-2005 Volume IX: 2006-2008 Volume X: 2009-2011 ACCADEMIA DI AGRICOLTURA SCIENZE E LETTERE DI VERONA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI VERONA BIBLIOGRAFIA VERONESE (2009-2011) di GIUSEPPE FRANCO VIVIANI e GIANCARLO VOLPATO Supplemento al vol. 185° degli Atti e Memorie dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona VERONA · MMXIV Pubblicato con il contributo del Fondo di ricerca (ex 60%) © 2014 - Dipartimento Tempo Spazio Immagine Società (TeSIS) Università degli Studi di Verona Impaginazione e stampa: Tipolitografia «La Grafica», Vago di Lavagno (Verona) ISBN 978-88-98513-63-5 INDICE Presentazione 7 Al Lettore 9 Selezione dalla critica: non per gloria né per interesse 11 Abbreviazioni 25 Avvertenza 29 Piano di classificazione 31 schede bibliografiche Generalità 41 Filosofia e discipline connesse 53 Religione 56 Scienze sociali 71 Linguistica 115 Scienze pure 120 Tecnologia (Scienze applicate) 129 Arti 135 Letteratura 206 Storia e Geografia 239 Indice degli autori 401 Indice dei soggetti 429 PRESENTAZIONE Sono trascorsi molti anni da quando i due autori della Bibliografia veronese hanno cominciato a lavorare assieme: siamo stati abituati, ormai, ad aspetta- re, a ritmi cadenzati ma sempre precisi, i loro volumi.
    [Show full text]
  • Proposte Didattiche
    Basilica palladiana, Vicenza Proposte didattiche Proposte La Città di Vicenza e le ville del Palladio nel Veneto La città di Vicenza e le ville del Palladio nel Veneto 3ITOISCRITTONELEAMPLIATONEL Breve sintesi La città di Vicenza e le ville palladiane del Veneto costituiscono un sito seriale che include la città di Vicenza e ventiquattro ville palladiane disseminate nel Veneto. Iscritto nell’Elenco del Patrimonio Mondiale nel 1994, il sito inizialmente COMPRENDEVA SOLO LA CITT¸ DI6ICENZA CON I SUOI VENTITRÁ EDIÚCI ATTRIBUITI AL Palladio, e tre ville extra muros. Ventuno ville situate in diverse province furono poi incluse nell’estensione del sito avvenuta nel 1996. Fondata nel II secolo a.C. nell’Italia settentrionale, Vicenza prosperò sotto IL DOMINIO VENEZIANO DALLmINIZIO DEL 86 SECOLO ÚNO AL TERMINE DEL 86))) secolo. L’opera di Andrea Palladio (1508-1580), basata sullo studio dettagliato dell’architettura classica romana, conferisce alla città il suo aspetto unico. I palazzi, o case di città, sono stati inseriti nel tessuto urbano della città medievale, CONLACONSEGUENTECREAZIONEDIGRUPPIPITTORESCHIDIEDIÚCIEFACCIATESTRADALI continue in cui lo stile gotico veneto si combina con l’elaborato classicismo del Palladio. ,ATIPICAVILLADICAMPAGNAPALLADIANASINTETIZZA INSENSOÚGURATOEMATERIALE GLI ASPETTIFUNZIONALIDELLAGESTIONEDELTERRITORIOELmAUTO GLORIÚCAZIONEARISTOCRATICA del proprietario. Il suo nucleo è la casa-tempio, impreziosita da una scalinata monumentale e coronata da un timpano sorretto dalle colonne della loggia. I PORTICISIESTENDONOLUNGOLEALIAPARTIREDALLmEDIÚCIOPRINCIPALEESPESSOSONO
    [Show full text]
  • Steamplant Application
    STEAMplant Application Project Title “Time traveling through art, materials and technology: Replicating the Garden Fresco of the House of the Golden Bracelet, Pompeii “ Name and contact information of residents Gary Cullen, MFA, Painting Pratt Institute 2005 71-41 8th Street, Ridgewood, New York 11385 [email protected], (330) 704-4879 Katelin Fallon, MS, History of Art and Design: Pratt Institute 2013 1012 Urban Avenue 919.451.0690 Durham, NC 27701 [email protected] (919)-451-0690 Name and contact information of the faculty member from Pratt Institute’s Mathematics and Science and time commitment Prof. Eleonora Del Federico , [email protected] Committed to 10 hours per week. Prof. Del Federico main responsibilities will involve coordinating the project, exhibit and publication and advising the residents along with Prof. Diana Gisolfi from History of Art and Design, with whom she has collaborated on teaching and research about artists’ materials for the last 15 years. Name and contact information of the faculty member from the other department at Pratt Institute and time commitment Prof. Diana Gisolfi, History of Art and Design, [email protected] Committed to 10 hours per week, Prof. Gisolfi along with Prof Del Federico will coordinate the project and will also advise the residents in the Art Historical context of the project. Describe the type of interdisciplinary work to be carried out including the roles and responsibilities of each project member In this project we will replicate, on a wall at Pratt Institute, a fresco painting found at the house of the Gold Bracelet, in Pompeii. The house, which receives its name from the body of a woman wearing a gold bracelet found at the house, was buried by the eruption of Mount Vesuvius in 79 CE.
    [Show full text]
  • Paolo Veronese a San Bernardino Di Verona
    ALESSANDRA ZAMPERINI PAOLO VERONESE A SAN BERNARDINO DI VERONA ABSTRACT - The paper is focused on the beginnings of Paolo Veronese, showing that his Raising of Jairus’Daughter for San Bernardino (1546 c.) was favored by the painter’s relations with Antonio Badile. In addition, thanks to the Badile family, Paolo could be in touch with some of his first patrons and with his most famous friend, Michele Sanmicheli. KEY WORDS - Paolo Veronese, Antonio Badile, Michele Sanmicheli, Canossa family, Della Torre family. RIASSUNTO - L’articolo tratta degli esordi di Paolo Veronese, evidenziando come la sua Resurrezione della Figlia di Giairo eseguita per San Bernardino (1546 c.) fosse stata favorita dai rapporti che legavano il pittore ad Antonio Badile. Attraverso le relazioni dei Badile, inoltre, Paolo poté entrare in contatto con alcuni dei suoi primi committenti e con il suo più celebre mentore, vale a dire Michele Sanmicheli. PAROLE CHIAVE - Paolo Veronese, Antonio Badile, Michele Sanmicheli, Canossa famiglia, Della Torre famiglia. Non era raro, in passato, che i lavori si prolungassero per tempi lun- ghissimi, ma chissà se Bartolomeo Avanzi, predisponendo nel 1492 l’in- nalzamento della cappella familiare a San Bernardino, poteva immagi- nare che il completamento di quell’impresa avrebbe richiesto oltre cin- quant’anni (1). Legenda delle abbreviazioni: ASVr=Archivio di Stato di Verona. T= Antico Ufficio del Registro, Testamenti. (1) Per la cappella Avanzi (in merito alla commissione fondativa, alla decorazione e alla storia più tarda) si rimanda a R. BRENZONI, L’organo dei Rossi e la cappella degli 212 Atti Acc. Rov. Agiati, a. 262 (2012), ser.
    [Show full text]
  • 4184 F Palladio.Pdf
    O 1508-1580 Andrea Palladio 1508-1580 ANDREA PALLADIO 1508-1580 ANDREA PALLADIO 1508-1580 First published in 2010 by The Embassy of Italy. Designed by: David Hayes. Typeface: Optima. Photographer: Pino Guidolotti. Photographer Lucan House: Dave Cullen. © The Embassy of Italy 2011. All rights reserved. No part of this book may be copied, reproduced, stored in a retrieval system, broadcast or transmitted in any form or by any means, electronic, mechanical, photocopying, recording or otherwise without prior permission of the copyright owners and the publishers. Lucan House, Co. Dublin Palladianism and Ireland NDREA PALLADIO GAVE HIS NAME to a style of architecture, Palladianism, whose most obvious Afeatures – simple lines, satisfying symmetry and mathematical proportions – were derived from the architecture of antiquity and particularly that of Rome. From the seventeenth century onwards Palladianism spread across Europe, with later examples to be found as far afield as America, India and Australia. Irish Palladianism has long been recognised as a distinctive version of the style. Editions of Palladio’s Quattro Libri dell’Architettura were second in popularity only to editions of Vitruvius amongst the Irish architects and dilettanti of the eighteenth century but, fittingly, it was another Italian, Alessandro Galilei, who may be said to have introduced the style to Ireland at Castletown, Co. Kildare (under construction from 1722). Thus began a rich tradition of Palladianism in Irish country house architecture, with notable examples at Bellamont Forest, Co. Cavan (c.1730), Russborough, Co. Wicklow (1742), and Lucan House, Co. Dublin (1773), now the Residence of the Ambassador of Italy. Ireland can also boast, in the facade of the Provost’s House, Trinity College Dublin, the only surviving example of a building erected to a design by Palladio outside his native Italy.
    [Show full text]