LE VILLE DEL PALLADIO Elenco
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LE VILLE DEL PALLADIO Elenco Le 24 ville palladiane del Veneto, che tra il 1994 e il 1996 sono state inserite nella lista Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO : 1. Villa Almerico Capra , detta La Rotonda (Vicenza) 2. Villa Gazzotti Grimani (Vicenza località Bertesina) 3. Villa Angarano , conosciuta anche come Villa Bianchi Michiel (Bassano del Grappa, provincia di Vicenza) 4. Villa Caldogno (Caldogno, provincia di Vicenza) 5. Villa Chiericati (Vancimuglio di Grumolo delle Abbadesse, provincia di Vicenza) 6. Villa Forni Cerato (Montecchio Precalcino, provincia di Vicenza) 7. Villa Godi (Lonedo di Lugo di Vicenza, provincia di Vicenza) 8. Villa Pisani (Bagnolo di Lonigo, provincia di Vicenza) 9. Villa Pojana (Pojana Maggiore, provincia di Vicenza) 10. Villa Saraceno (Agugliaro, provincia di Vicenza) 11. Villa Thiene (Quinto Vicentino, provincia di Vicenza) 12. Villa Trissino (Meledo di Sarego, provincia di Vicenza) 13. Villa Trissino (Vicenza, località Cricoli) non è attualmente attribuita a Palladio, ma rimane legata tradizionalmente al suo nome 14. Villa Valmarana (Lisiera di Bolzano Vicentino, provincia di Vicenza) 15. Villa Valmarana (Vigardolo di Monticello Conte Otto, prov. di Vicenza) 16. Villa Piovene (Lugo di Vicenza, provincia di Vicenza) 17. Villa Badoer , detta La Badoera (Fratta Polesine, provincia di Rovigo) 18. Villa Barbaro (Maser, provincia di Treviso) 19. Villa Emo (Vedelago, provincia di Treviso) 20. Villa Zeno (Cessalto, provincia di Treviso) 21. Villa Foscari , detta La Malcontenta (Mira, provincia di Venezia) 22. Villa Pisani (Montagnana, provincia di Padova) 23. Villa Cornaro (Piombino Dese, provincia di Padova) 24. Villa Serego (Santa Sofia di Pedemonte di San Pietro in Cariano, provincia di Verona) Altre ville palladiane non comprese nell'elenco UNESCO: • Villa Thiene (Cicogna di Villafranca Padovana), incompiuta, costruita solo una barchessa • Villa Repeta (Campiglia dei Berici), distrutta da un incendio e ricostruita in altra foggia • Villa Porto (Molina di Malo), incompiuta • Villa Porto (Vivaro di Dueville), di incerta attribuzione anche se tradizionalmente attribuita a Palladio • Villa Contarini (Piazzola sul Brenta), il cui primo nucleo è probabilmente di Palladio • Villa Arnaldi (Sarego), incompiuta. fonti : http://it.wikipedia.org - http://www.villevenete.net/portalVV/ - http://www.irvv.net/ - http://www.cisapalladio.org/ - http://www.enrosadira.it/ 1. Villa Almerico Capra detta La Rotonda (conosciuta anche come Villa Capra o Villa Capra Valmarana) è una villa veneta a pianta centrale costruita da Andrea Palladio a partire dal 1566 a ridosso della città di Vicenza per Paolo Almerico. "Capra" era il cognome dei due fratelli che completarono l'edificio dopo che fu ceduto loro nel 1591. Villa più famosa del Palladio e probabilmente di tutte le ville venete, la Rotonda è uno dei più celebrati edifici della storia dell'architettura dell'epoca moderna. Quando nel 1565 il canonico e conte Paolo Almerico, ritiratosi dalla Curia Romana dopo essere stato referendario apostolico sotto i papi Pio IV e Pio V, decise di tornare alla sua città natale Vicenza e costruirsi una residenza di campagna, non avrebbe potuto immaginare che la casa da lui commissionata all'architetto Andrea Palladio sarebbe divenuta uno dei prototipi architettonici più studiati e imitati per i successivi cinque secoli. Malgrado Villa Almerico Capra abbia ispirato in seguito migliaia di edifici, essa stessa è senza dubbio ispirata al Pantheon di Roma. Nel corso della sua vita, Palladio progettò più di venti ville in terra veneta. Questa residenza, più tardi nota come "La Rotonda", sarebbe divenuta una delle sue più celebri . Il sito prescelto fu la cima tondeggiante di un piccolo colle appena fuori le mura di Vicenza. A quel tempo il fascino per i valori arcadici iniziava a spingere molti nobili possidenti a misurarsi con le gioie della vita semplice, malgrado gli aspetti piacevoli della vita a contatto con la natura rimanessero ancora in secondo piano rispetto alla scelta, tutta economica, di orientare gli investimenti verso un'agricoltura di tipo intensivo. Essendo celibe, il prelato Almerico non aveva bisogno di un vasto palazzo (vendette anzi quello che la sua famiglia aveva in centro città) ma desiderava una sofisticata villa, e fu esattamente questo che Palladio ideò per lui: una residenza suburbana con funzioni di rappresentanza, ma anche tranquillo rifugio di meditazione e studio. Isolata sulla cima del colle, questa sorta di originale "villa-tempio" in origine era priva di annessi agricoli. L'architetto la incluse, significativamente, nell'elenco dei palazzi e non tra le ville nei suoi Quattro libri dell'architettura pubblicati a Venezia nel 1570. La costruzione , iniziata nel 1566 circa, consiste di un edificio quadrato, completamente simmetrico ed inscrivibile in un cerchio perfetto (vedi figura). Descrivere la villa come "rotonda" è tuttavia tecnicamente inesatto, dato che la pianta dell'edificio non è circolare ma rappresenta piuttosto l'intersezione di un quadrato con una croce greca. Ognuna delle quattro facciate era dotata di un avancorpo con una loggia che si poteva raggiungere salendo una gradinata; ciascuno dei quattro ingressi principali conduceva, attraverso un breve vestibolo o corridoio, alla sala centrale sormontata da una cupola. L'aula centrale e tutte le altre stanze erano proporzionate con precisione matematica in base alle regole proprie dell'architettura di Palladio che egli elaborò nei suoi Quattro libri. Proprio la sala centrale rotonda è il centro nevralgico della composizione, alla quale il Palladio imprime slancio centrifugo allargandola verso l'esterno, nei quattro pronai ionici e nelle scalinate. La villa risulta così un'architettura aperta, che guarda la città e la campagna. Il progetto riflette gli ideali umanistici dell'architettura del Rinascimento. Per consentire ad ogni stanza un'analoga esposizione al sole, la pianta fu ruotata di 45 gradi rispetto ai punti cardinali. Ognuna delle quattro logge presentava un pronao con il frontone ornato di statue di divinità dell'antichità classica. Ognuno dei frontoni era sorretto da sei colonne ioniche. Ogni loggia era fiancheggiata da una singola finestra. Tutte le stanze principali erano poste sul piano nobile. Con l'uso della cupola, applicata per la prima volta ad un edificio di abitazione, Palladio affronta il tema della pianta centrale, riservata fino a quel momento all'architettura religiosa. Malgrado vi fossero già stati alcuni esempi per un edificio residenziale a pianta centrale, la Rotonda resta un unicum nell'architettura di ogni tempo, come se, costruendo una villa perfettamente corrispondente a se stessa, Palladio avesse voluto costruire un modello ideale della propria architettura. L'interno avrebbe dovuto essere splendido non meno dell'esterno. Tra i quattro principali saloni del piano nobile vi sono la sala ovest (con affreschi di tema religioso) e il salone est, che ospita un'allegoria della vita del primo proprietario conte Paolo Almerico, con le sue numerose ed ammirevoli qualità ritratte in affresco. Il luogo più notevole dello spazio interno è senza dubbio la sala centrale circolare, dotata di balconate, che si sviluppa a tutt'altezza fino alla cupola; il soffitto semisferico è decorato da affreschi di Alessandro Maganza; anche qui troviamo allegorie legate alla vita religiosa ed alle Virtù ad essa collegate, dove sono raffigurate accanto alla Fama la Religione, la Benignità, la Temperanza e la Castità. La parte inferiore della sala, alle pareti, è invece adornata con finte colonne dipinte in trompe l'oeil e gigantesche figure della mitologia greca Scorci degli interni fonti : http://it.wikipedia.org - http://www.villevenete.net/portalVV/ - http://www.irvv.net/ - http://www.cisapalladio.org/ - http://www.enrosadira.it/ 2. Villa Gazzotti (chiamata anche Gazzotti Grimani ), sita a Vicenza in località Bertésina, fu progettata da Andrea Palladio fra il 1542 e il 1543. Soggetta nel tempo a diverse manomissioni legate all'uso agricolo ed attualmente disabitata, quest'opera appare in stato di degrado e necessita di un complessivo restauro. Taddeo Gazzotti, il committente di Palladio, non è di nascita aristocratica, ma è un uomo colto, appassionato di musica e legato da vincoli di parentela acquisita ad Antenore Pagello, elemento di spicco della nobiltà vicentina, e infine fautore — insieme a Giangiorgio Trissino — del rinnovamento architettonico della città. Una speculazione sbagliata sul dazio del sale porta Gazzotti alla rovina e nel 1550 è costretto a vendere la villa, ancora in costruzione, al patrizio veneziano Girolamo Grimani che la completa nel giro di alcuni anni. Nel progettare la villa, Palladio deve innanzi tutto fare i conti con la necessità di assorbire in un insieme aggiornato e coerente una casa a torre preesistente, citata nei documenti e ancora ben visibile all’angolo destro dell'edificio realizzato. Palladio la raddoppia all’altra estremità della pianta, creando due appartamenti simmetrici di tre stanze ciascuno, collegati da una loggia voltata a botte alla grande sala coperta a crociera. fonti : http://it.wikipedia.org - http://www.villevenete.net/portalVV/ - http://www.irvv.net/ - http://www.cisapalladio.org/ - http://www.enrosadira.it/ 3. Villa Angarano , situata a Bassano del Grappa (Provincia di Vicenza). Originariamente concepita da Andrea Palladio intorno al 1548, solo le ali laterali furono costruite su progetto del celebre architetto. Il corpo centrale è opera di Baldassare Longhena nel Seicento. Della villa