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Relazione storico-artistica

Palazzo Repeta a San Lorenzo, edificato da Francesco Muttoni su commissione di Scipione Repeta tra il 1701 e il 1711, e subito dopo decorato con sculture di Orazio Marinali e affreschi di Louis Dorigny (1707), è uno degli edifici privati di maggior rilevanza nel panorama artistico vicentino di inizio secolo. I1 complesso è stato dichiarato di rilevante interesse con D.R. del 241712003. La decorazione interna furealizzata da Dorigny cui spetta la scenografica decorazione ad affresco dello scalone con la raffrgarazione di Atena fulmina i Vizi sul soffitto e numerosi medaglioni con rappresentazioni mitologiche alla sommità delle pareti. All'artista è stato con ragione attribuito di recente anche un dipinto su tela, conseryato nella seconda sala a est al piano nobile del palazzo, raffigurante Zefiro e Flora. L'opera, ampiamente ridipinta, è infissa al centro del soffitto affrescato con una decorazione non pertinente di epoca neoclassica. Per le strette affinità con le illusionistiche architetture che incorniciano scene figurate, tipiche di Dorigny, gli va attribuito anche un affresco staccato, gravemente compromesso, emerso in occasione del generale restauro del 1960-61, che riproduce una'terra Balaustra mqrmorea con telamoni efestoni vegetali GNV. 182021), oggi nel vestibolo del piano (Pasian 2009, p. 204). Le due opere documentano la rilevante estensione dell'intervento di Dorigny nel palazzo il quale probabilmente decorò, oltre allo scalone, anche altre stanze dell'edificio, oggi non più identificabili. Accanto a Dorigny, probabilmente in anni immediatamente successivi il suo intervento, a confermare l'indiizzo classicista delf illustre committente, vennero chiamati artisti di cultura veneziana attivi tra Seicento e Settecento che dipinsero alcune grandi tele incorniciate da stucchi nel soffitto del salone d'onore e nella stanza di nord-ovest del piano nobile. Francesco Migliori (1677-1739) realizzo per il salone tre dipinti dal profilo mistilineo, incastonati tra gli stucchi, che raffigurano l'Aurora, 1l Giorno e la Notte, opere di notevole impegno per le dimensioni e la compléssa orchestrazione delle figure che rivelano una sicura p1{r-g.l3l=z_g t_ecnica. La recente attribuziorre delle tre importanti tele all'artista, documèntato nella fraglia Aèi piitoìi di veneziatralÎ lltl e il l715 (Favaro t}lsl,e attivo n"ffu.ittj lagunare nella prima metà del Settecento, consente di acquisire un gruppo di opere che per impegno e prestigio della committenza, costituiscono un caposaldo nel percorso artistico àel pittorè la cuifigura, ancora poco definita, recentemente ha suscitato I'interesse della critica (Pasian 2011, p. 150). I tre dipinti sono tra le prime opere conosciute dell'artista: nel nitore del disegno, nelle superfici levigate, infine nell'intonazione fredda, rawivata da un pregnante chiaroscuro di marca giordanescu irr" documentano la matrice classicista della pittura di Migliori ed i suoi rapporti con I'arte di Gregorio Lazzanni e di Antonio Balestra. Agli stessi anni appartiene la tela attribuita a Nicolò Bambîni (165r-1736) che raffigural'Imeneo di Bacco e Arianna. Il dipinto dal profilo mistilineo è incastonato tra gli stucchi del soffitto nella sala a nord-ovest del piano nobile e si distingue per un accentuato gusto barocchetto morbido ed effuso, tipico dei modi del pittore veneziano il quali fu influenzato dalla scuola accademica di Maratta. La biografia del pittore poggia su pochi documenti e date certe: egli risulta registrato fin dal 1687 nella fraglia dei pittori di Venezia dove è attestata la sua preminenza nel panorama artistico dell'epoca e il suo successo come decoratore di paLazzi cittadini. L'attribuzione del dipinto di palazzo Repeta a Bambini è un'acquisizione recente (Re 2007, pp.370-373) ed è di estrema nlevanzaperche permette di aggiungere un'opera importante al suo catalogo, documentando la presenza del pittore aYicenza.

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Latela viene awalorando I'attribuzione di un altro dipinto che decora una delle sale del prestigioso palazzo palladiano dei Chiericati, in quegli stessi anni oggetto di rinnovamento. La decorazione di palazzo Repeta venne ripresa in anni di maturo Settecento, secondo il gusto dell'epoca, come documenta una serie di affreschi tradizionalmente assegnati ad Andrea Urbani (I7ll-1798), o alla sua cerchia, emersi durante il restauro del 1960-61. Gli affreschi, probabilmente provenienti da un unico ambiente del palazzo non meglio identifìcato, sono stati staccati e riportati su supporto rigido. Due sono conservati nella sala di nord-est al piano nobile e mostrano ricche architettule illusionistiche che incorniciano due scene mitologiche a monocromo (INV. 181744, 181745). Gli altri due, conservati invece nel vestibolo del pian terreno e molto impoveriti nella pellicola pittorica, riproducono motivi decorativi a grottesche (INV. 182019, 182020): in uno dei frammenti campeggia lo stemma della famiglia Repeta, che conferma la presenza dell'illustre committenza anche in questa fase decorativa del palazzo. Il ritrovamento di maggior rilievo, awenuto sempre al tempo dei restauri degli anni sessanta, è costituito tuttavia da un fregio cinquecentesco con figure femminili allegoriche, putti e grandi girali che è stato rinvenuto in un ambiente del piano nobile del palazzo e che ne decorava probabilmente la sommità delle pareti. L'affresco lacunoso è stato staccato, suddiviso in quattro ampi lacerti (INV. 181476, 181479, 181747,181748) e riportato su supporto rigido: esso costituisce un documento di eccezionale interesse per la storia del palazzo che è stato costruito nelle forme attuali inglobando edifici precedenti (Barbieri 1964, pp. 199-201). I quattro affreschi staccati, oggi conservati nella stanza dell'angolo nord-est del piano nobile, sono stati attribuiti a Giovanni Antonio Fasolo (1530- 1572) (Barbieri 1964, pp. 199-201; Anapoli 2009, pp. 37-39), pittore vicentino tra i maggiori esponenti della grande decorazione di palazzi e ville venete del Cinquecento. Pur frammentari, gli affreschi, databili tra il 1550-1555, si segnalano per espressività iconografica e qualità esecutiva e vengono riconosciuti dalla maggior parte della critica come rara opera giovanile del pittore, del quale testimoniano il precoce successo presso la committenza aristocratica vicentina, evidenziando d'altra parte come, nel momento d'esordio, Fasolo si distingua per la forte suggestione della pittura di . Il ciclo'superstite di palazzo Repeta si inserisòe dunque-àppieno.nel filone figurativo profano di marca veronesiana esemplificato tra gli altri in città dai cicli di palazzo e , con particolare riferimento in quest'ultimo agli interventi di Giambattista Zelotti e Domenico Brusasorzi. Emergono d'altra parte confronti significativi soprattutto con alcuni importanti complessi decorativi in ville del territorio vicentino quali villa Da Porto Colleoni Thiene e villa Sesso Schiavo a Sandrigo. I quattro affreschi staccati attribuiti a Fasolo, il dipinto su tela e I'affresco staccato di Dorigny, ed ancora i dipinti di Migliori e di Bambini -infissi rispettivamente nel soffitto del salone del piano nobile e della stanza di nord-ovest- questi ultimi coevi alla decorazione ad affresco commissionata dai Repeta a Dorigny, infine il piu maturo e circoscritto intervento settecentesco ad opera di Urbani, rappresentato da quattro affreschi staccati, costifuiscono un complesso decorativo, pur disomogeneo, di grande rilevanza per la storia del palazzo di cui documentano le diverse fasi deqorative a partire dal Cinquecento fino al maturo Settecento. Nel sottolineare la qualità e I'importanza che riveste il fregio di Fasolo per la conoscenza degli esordi del pittore, e I'interesse che I'articolata decorazione di inizio Settecento assume nel panorama vicentino dell'epoca, si sottolinea come la serie dei dipinti sopraelencati venga a costituire un nucleo unitario per provenienza che riveste un rilevante interesse storico artistico e documentario. Si rileva inoltre che lo stesso variegato nucleo di opere risulta

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strettamente connesso a palazzo Repeta, tra le più importanti dimore vicentine di primo Settecento. I1 predetto legame si sostanzia nella circostanza che vede le opere in esame conservatesi nel luogo originario, qualificarsi da una parte quale eccezionale testimonianza della pittura di Fasolo, dall'altra quale episodio cardine della decorazione del Settecento a . I-.'avvio del suindicato procedimento di verifica è motivato all'interesse culturale dell'immobile descritto in oggetto, in relazione al quale si intende dichiarare il legame con i dipinti ivi contenuti che ne connotano in maniera determinante gli ambienti e testimoniano della storia del complesso, tutti riconosciuti beni culturali ai sensi dell'ar1. 10, comma 2,lett. a) del citato decreto legislativo n.42104 e costituenti con l'immobile stesso ununicum inscindibile.

Bibliografia:

S. Anapoli, L'opera pittorica di Giovanni Antonio Fasolo,Yicenza,2009. F. Barbieri, Un fregio inedito cinquecentesco nel vicentino palazzo dei Repeta, in (Studi in onore di Antonio Bardella>>, 1964, pp. 199-201. E. Favaro, Lafraglia dei pittori veneziani,Yenezia 1975. A. Pasian, Asterischi per Louis Dorigny: novità, correzioni, proposte, in , n. 3 l, 2009, pp. 17 5-235. A. Pasian, Vicenza, rn La pittura nel Veneto. Il Settecento di Terraferma, à c.di G. Pavanello, Milano, 2011, pp. 149-1 90. M. L. R.e, Un dipinto di Nicolò Bambini in palazzo Repeta a Vicenza, in Il cíelo, o qualcosa di più: scrittí per Adríano Mariuz, a c. di E. Saccomani, Padova,2007,pp.370-373.

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