Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Varena. Inventario dell'archivio storico (1428 - 1954)

a cura di Cooperativa Koinè

Provincia autonoma di . Soprintendenza per i Beni librari e archivistici 2006

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati realizzati, per incarico e con la direzione tecnica della Soprintendenza per i Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino, a cura della Cooperativa Koinè di Trento; il lavoro è stato ultimato nel 2006. L'inventario, redatto originariamente con il programma "Sesamo", è stato successivamente convertito alla versione "Sesamo 2000" e pubblicato in questo formato nella sezione riservata agli archivi del portale Trentinocultura (www.trentinocultura.net). L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del e la conseguente revisione dei dati sono state curate dalla Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici con la collaborazione di Marica Odorizzi, Renata Tomasoni e Maria Letizia Tonelli (Cooperativa Arcadia) nel corso del 2010, secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006".

Nella descrizione delle unità archivistiche si è fatto ricorso alle seguenti abbreviazioni e sigle: c., cc. carta, carte recto - verso cc. sd carte sinistra - destra, cioè con la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte ex. exeunte in. intrante n., nn. numero, numeri n. n. non numerato/e num. orig. numerazione originale p., pp. pagina, pagine tit. dorso titolo dorso tit. int. titolo interno

ADT Archivio Diocesano Tridentino

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Albero delle strutture

Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Varena, 1428 - 1954 Ufficio parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo in Varena, 1677 - 2005 Registri dei nati e battezzati, 1707 - 1989 Registri dei matrimoni e dei morti, 1702 - 1747 Registri dei matrimoni, 1747 - 1991 Registri dei morti, 1747 - 2005 Registri dei cresimati, 1789 - 2005 Stati delle anime, 1892 - 1892 Registri degli sponsali, 1940 - 1950 Atti matrimoniali, 1823 - 1956 Registri dei legati, 1747 - 1829 Registri delle soddisfazioni delle messe legatarie, 1943 - 1978 Registri di cassa generale, 1916 - 1968 Resoconti delle amministrazioni ecclesiastiche, 1931 - 1938 Registri di amministrazione di associazioni e opere pie, 1872 - 1952 Protocolli degli esibiti, 1921 - 1948 Carteggio e atti ordinati, 1677 - 1955 Carteggio e atti, 1873 - 1953 Beneficio parrocchiale in Varena, 1904 - 1978 Partitari, 1934 - 1978 Resoconti, 1930 - 1945 Carteggio e atti, 1904 - 1964 Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in Varena, 1481 - 1990 Urbari, 1547 - 1947 Registri delle rese di conto dei sindaci, 1532 - 1715 Registri delle locazioni, 1672 - 1799 Partitari, 1944 - 1990 Registri di cassa, 1950 - 1982 Resoconti, 1806 - 1950 Carteggio e atti, 1481 - 1828 Beneficio primissariale don Giuseppe Bonelli in Varena, 1930 - 1990 Partitari, 1932 - 1990 Resoconti, 1930 - 1950 Confraternita del Santissimo Sacramento di Varena, 1899 - 1988 Registri di amministrazione, 1899 - 1988 Fondo pergamenaceo della parrocchia di Varena, 1428 - 1655 Pergamene, 1428 - 1655

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Albero dei soggetti produttori

Curazia dei Santi Pietro e Paolo, Varena, 1702 marzo 11 - 1919 dicembre 11 Successori: Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, Varena, 1919 dicembre 12 - Si separa in : Curazia di San Tommaso, Daiano, 1768 aprile 16 - 1919 maggio 14 E' filiale di : Parrocchia di Santa Maria Assunta, , [1112] -

Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, Varena, 1919 dicembre 12 - Predecessori: Curazia dei Santi Pietro e Paolo, Varena, 1702 marzo 11 - 1919 dicembre 11 Assorbe : Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, Varena, [1193] - 1987 gennaio 24

Beneficio parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, Varena, [1702] - 1987 gennaio 24

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, Varena, [1193] - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, Varena, 1919 dicembre 12 -

Beneficio primissariale don Giuseppe Bonelli, Varena, 1768 aprile 30 - 1987 gennaio 24

Confraternita del Santissimo Sacramento, Varena, 1899 giugno 16 - [1988]

4 superfondo Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Varena, 1428 - 1954

Storia archivistica Gli archivi parrocchiali, come tutti gli archivi ecclesiastici, sono soggetti storicamente a determinate prescrizioni e regolamenti approvati dall'autorità competente. In particolare attualmente essi trovano una loro legislazione nel Codice di diritto canonico (1983). Il canone 535 (cfr. §§ 1-5) regolamenta gli obblighi del parroco per la tenuta e la conservazione dei "libri parrocchiali" e degli "altri documenti che si devono conservare per la loro necessità o utilità". Lo stesso canone prevede anche i controlli periodici che il Vescovo diocesano o il suo delegato deve effettuare su tali libri e documenti affinchè non vadano dispersi. Tutti i documenti, anche i libri parrocchiali più antichi, devono essere custoditi diligentemente in una stanza apposita detta "tabularium" o archivio. Il Codice stabilisce ancora che "il Vescovo diocesano abbia cura che anche gli atti e documenti degli archivi delle chiese cattedrali, collegiate, parrocchiali e delle altre chiese che sono presenti nel suo territorio vengano diligentemente conservati e che si compilino inventari o cataloghi in due esemplari, di cui uno sia conservato nell'archivio della rispettiva chiesa e l'altro nell'archivio diocesano" (can. 491 § 1). Circa la consultazione di tali atti e documenti "si osservino le norme stabilite dal Vescovo diocesano" (can. 491 § 3). L'Ordinariato di Trento ha istituito con decreto arcivescovile di data 10 febbraio 1993 l'Archivio diocesano tridentino attribuendogli competenze di conservazione, coordinamento e consulenza, tutela, promozione e valorizzazione degli archivi ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana.

La documentazione dell'archivio della parrocchia di Varena si trovava, al momento del riordino, depositata in due locali della canonica del paese abitata dal parroco, nella casa ereditata da don Antonio Longo. Parte della documentazione si trovava in un mobile-scrittoio e parte in una cassapanca di legno nel locale della canonica che funge da pinacoteca dei dipinti del Longo. Una parte della documentazione era conservata invece in un armadio al secondo piano della canonica. L'archivio conserva i registri anagrafici a partire dal 1702, anno di erezione della curazia di Varena, e i registri relativi all'amministrazione della chiesa e dei benefici. Il carteggio e gli atti relativi alla gestione dell'ufficio parrocchiale e alle varie amministrazioni si trovava conservato in diversi faldoni originali, conservati nel presente intervento di riordino. Si nota la rilevante quantità di carteggio e atti prodotti soprattutto dai curati Amech, Felicetti e Corradini, tra la fine del XIX secolo e la metà del XX secolo, e al contrario la esiguità di quelli più antichi(1). Anche dall'esame degli atti di consegna e di altri strumenti contenuti in archivio(2), il materiale non sembra aver subito rilevanti perdite, tranne qualche documento antico, i diari delle messe, un registro delle rese dei conti dei sindaci della chiesa.

Modalità di acquisizione e versamento L'archivio è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali del 15 dicembre 1993 è stato dichiarato di interesse storico.

Lingua Italiano; latino; tedesco 5

Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Varena ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" e a quanto indicato nelle "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dalla Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'ordinamento poiché non è stato possibile ricostruirne uno preesistente, si sono individuate le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua diretta o indiretta responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'Archivio diocesano tridentino e con il referente della Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. Per l'elaborazione delle schede ci si è avvalsi del supporto informatico ed è stato utilizzato il programma Sesamo. Si ritiene perciò utile far presente che le modalità di descrizione archivistica corrispondono alle possibilità offerte dal programma e alle scelte compiute dalla Soprintendenza, scelte tese ad un progressivo adeguamento alle norme internazionali.

Il presente inventario si chiude al 1954, limitandosi a quella parte dell'archivio dichiarata di interesse storico dalla Commissione Beni Culturali del 15 dicembre 1993. Le "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", stabiliscono infatti che negli archivi ecclesiastici riconosciuti di interesse storico la documentazione, alla scadenza dei cinquant'anni, entri a far parte dell'archivio storico e ricada sotto le disposizioni ad esso relative. Si segnala comunque che in alcuni casi gli estremi cronologici di una singola unità archivistica possono superare il limite del 1954.

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione della parrocchia relativa all'anagrafe e all'amministrazione della chiesa parrocchiale, in quanto l'ente è ancora attivo.

Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. La consultazione di documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, è regolata in termini di legge statale (D. L. 30/6/03 n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali") richiamata dal "Testo unico provinciale dei Beni Culturali" (L. P. n. 1/2003). Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire

6 mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.

Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale. Presso l'Archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale.

Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961

Nota dell’archivista Archivio diocesano tridentino, "Atti visitali"

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

Fonti normative Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari Codice di diritto canonico (1983) Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11) Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali Codice in materia di protezione dei dati personali, D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196

Note (1) Cfr. "Archivio della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo", "Carteggio e atti", fasc. 1. (2) Ibidem, cfr. l'inventario delle scritture della chiesa redatto dal curato don Bartolomeo Paolazzi nel 1738 e l'elenco dei documenti redatto dal curato don Giovanni Amech.

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Ente Curazia dei Santi Pietro e Paolo 1702 marzo 11 - 1919 dicembre 11

Altre Forme autorizzate del nome Cappellania curata dei Santi Pietro e Paolo Curazia di Varena e Daiano (denominazione in uso fino al 1768)

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo in Varena, 01/01/1677 - 31/12/2005

Storia Varena, distante pochi chilometri da Cavalese, è una delle "ville" più antiche della Val di Fiemme: Martino da Varena fu uno dei firmatari dei noti "patti gebardini" stipulati nel 1111 con il vescovo Gebardo, il quale confermò privilegi e consuetudini agli abitanti della valle, ne garantì i possedimenti e accordò loro l'esenzione da dazi e balzelli. Anticamente la popolazione di Varena dipendeva, dal punto di vista ecclesiastico, dalla pieve di Cavalese. Il vescovo di Trento Bernardo nel 1538 durante la visita pastorale compiuta a Cavalese registrò infatti la presenza di alcune chiese che dipendevano direttamente dalla matrice. Tra queste c'era anche la cappella dei Ss. Pietro e Paolo di Varena, che dai visitatori fu trovata ben provvista(1). Il pievano, di persona o tramite un suo delegato, si recava in paese per portare l'assistenza spirituale e celebrare alcune funzioni. In cambio i vicini di Varena erano tenuti al pagamento di una quota per il suo mantenimento. Nel 1688 i vicini di Varena, insieme a quelli di Daiano, presentarono una supplica al vescovo di Trento Francesco Alberti Poia al fine di ottenere il permesso di avere un cappellano o un primissario che risiedesse stabilmente in uno dei due paesi e che celebrasse quotidianamente una funzione nelle due cappelle. La necessità era sorta poiché, soprattutto nei mesi invernali quando il tempo era sfavorevole, le persone più deboli, i ragazzi, gli infermi e talvolta anche le donne non potevano recarsi a Cavalese ad assistere alla messa. I rappresentanti delle ville si dicevano disponibili al mantenimento del sacerdote istituendo una dote. Il vescovo concesse la licenza l'8 novembre a condizione che non venissero lesi i diritti del pievano. Il primissario inoltre istruiva i fanciulli e insegnava loro la Dottrina Cristiana(2). Alcuni anni più tardi, l'11 marzo 1702, il vescovo Giovanni Michele Spaur eresse Daiano e Varena a curazia, detta anche cappellania curata(3). I vicini di Varena e di Daiano infatti, considerata la distanza dei due villaggi dalla chiesa parrocchiale, sentivano la necessità di un proprio sacerdote stabile che si occupasse della cura d'anime dei due paesi, amministrasse i sacramenti e celebrasse in loco. Nel decreto di erezione il vescovo poneva come prima condizione il consenso del parroco di Fiemme e stabiliva alcune condizioni affinché non venissero meno i diritti parrocchiali, a cominciare dal mantenimento delle decime e degli altri proventi dovuti per consuetudine. Il cappellano di Varena e Daiano inoltre non poteva tenere le sacre funzioni contemporaneamente alla parrocchiale, non poteva fare processioni senza speciale permesso, era obbligato ad assistere il pievano in tutte le feste dell'anno a Cavalese, poteva officiare la funzione dei defunti il giorno di Ognissanti e il giorno seguente. Al cappellano infine competevano i soli diritti di stola bianca per le sepolture dei bambini, mentre i diritti di stola per i matrimoni e per i battesimi erano riservati al parroco di Fiemme. Il primo curato eletto dai capifamiglia delle due ville fu Giovanni Francesco Clais, il quale riceveva per il suo mantenimento 120 fiorini, metà in grano e metà in denaro, e 12 "passi" di legna per il riscaldamento dalle regole di 8

Varena e Daiano(4). Le facoltà di battezzare e di celebrare matrimoni vennero in seguito ulteriormente concesse con decreti vescovili del 3 ottobre 1706 e del 5 gennaio 1712(5). In relazione alla residenza del cappellano sorse in breve una controversia tra le due regole, risolta dall'arciprete di Cavalese e decano foraneo Giuseppe Antonio Manci e conclusa il 10 aprile 1721 con la sottoscrizione di una transazione(6). Il cappellano eletto dalle regole e confermato dall'autorità vescovile di Trento doveva da quel momento abitare a Varena nella casa della regola, che fu il palazzo del barone Firmian, a spese della sola regola di Varena, mentre la regola di Daiano era obbligata a fornire a sue spese una conveniente abitazione al primissario. In occasione della visita pastorale compiuta nel 1738 si giunse alla soluzione di una controversia che già da molto tempo intercorreva tra il parroco di Cavalese don Bartolomeo Trentini e le comunità di Daiano e Varena in merito all'amministrazione dei sacramenti e di altre funzioni nelle due ville. Varena inoltre contava un maggior numero di vicini e quindi concorreva in maggior misura nella scelta del curato, a danno di quelli di Daiano. Il 14 luglio 1738 davanti ai visitatori venne stipulata una convenzione(7) con la quale si stabiliva che da quel momento il diritto di presentazione del cappellano passava all'arciprete di Cavalese e che gli incerti dei battesimi e dei matrimoni spettavano al cappellano. L'ennesima controversia sorse nel 1755(8) quando i vicini di Daiano, da sempre ritenuti svantaggiati, chiesero di svincolarsi dal pagamento del salario del curato e di avere il permesso di mentenere un proprio sacerdote. I rapporti tra Varena e Daiano si risolsero solo il 16 aprile 1768 quando, con decreto vescovile, le due postazioni si separararono creando due curazie con uguali diritti e indipendendi l'una dall'altra(9). La curazia, che con il passare del tempo assunse caratteristiche sempre più di indipendenza, venne eretta a parrocchia con decreto del vescovo di Trento Celestino Endrici il 15 maggio 1919(10). Il 12 dicembre dello stesso anno venne nominato primo parroco don Giacomo Felicetti che era stato già eletto curato nel 1907. Egli rimase a Varena fino alla sua morte avvenuta nel 1931. Con D.M. del 30 dicembre 1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987 la parrocchia è stata dichiarata persona giuridica privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n. 600). La parrocchia di Varena fa parte del decanato di Cavalese.

ELENCO DEI CURATI E PARROCI DI VARENA

1702-1709 Giovanni Francesco Clais 1709-1710 Antonio Bonelli da Cavalese 1710-1712 Andrea Tabarelli da Faver 1712-1720 Giovanni Battista Guadagnini da Castello di Fiemme 1720-1721 Valentino Gianmoena da Varena (vicecurato) 1721-1729 Giuseppe Bonelli da Cavalese 1729-1732 Carlo Antonio Vincenzi da Cavalese 1732-1738 Bartolomeo Paolazzi da Faver 1739-1749 Gregorio Braito da Daiano 1749-1752 Gregorio Giacomuzzi da Varena 1752-1758 Giovanni Battista Monte 1759-1761 Giuseppe Bonelli da Cavalese (vicecurato)

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1761-1768 Ildefonso Miorini da Cavalese 1768-1797 Domenico Antonio Fattarsi da Caldes 1798 Giuseppe Poli da Romagnano 1798-1819 Antonio Longo da Varena 1820-1829 Giuseppe Donati da Lisignago 1830-1851 Giulio Gottardi da Vervò 1851-1853 Giuseppe Betta da Cavalese 1854-1870 Antonio Maria Soraperra da Alba di Canazei 1871 Antonio Venturini da Pergine 1872-1875 Giovanni Zancanella da Molina di Fiemme 1875-1885 Giovanni Mich da Varena 1885-1888 Domenico Bais da Cles 1889-1907 Giovanni Amech da Trento 1907-1931 Giacomo Felicetti da Predazzo - I° parroco 1931-1939 Domenico Corradini 1939-1949 Giuseppe Endrizzi 1950-1975 Giuseppe Weber 1976-1978 Tomaso Volcan 1979-1990 Giovanni Battista Chiocchetti 1991-2002 Fabrizio Tomasini 2002- Donato Vanzetta

Funzioni, occupazioni e attività Con il termine "curazia" si vuole indicare un luogo o un territorio determinato, con chiesa propria, situata all'interno dei confini della parrocchia, sottratta parzialmente alla giurisdizione del parroco e affidata a un curato. La curazia poteva essere, in relazione alla parrocchia d'origine, completamente o parzialmente dipendente, o indipendente a seconda delle concessioni ottenute a mano a mano dall'autorità ecclesiastica e civile. Nei territori soggetti alla giurisdizione austriaca venivano riconosciute come indipendenti quelle sole stazioni di cura d'anime delle quali si poteva comprovare l'erezione a cura indipendente con il beneplacito dello Stato. I sacerdoti che ambivano all'assegnazione del beneficio curaziale dovevano sostenere gli esami di concorso indetti dall'Ordinariato. Il curato era tenuto a celebrare la messa "pro populo" ed era autorizzato a tenere, senza delegazione parrocchiale, i registri di battesimo, matrimonio e morte(11). Nel Tirolo tuttavia si ebbero curazie erette anche senza la presenza di tutti gli elementi descritti sopra. Tra le due guerre mondiali la maggior parte delle curazie presenti sul territorio tridentino ottennero l'elevazione a parrocchia e il sistema curaziale fu abolito completamente in seguito al Concordato del 1984.

Fonti normative Raccolta di Concordati su materie ecclesiastiche tra la Santa Sede e le autorità civili / a cura di Angelo Mercati, Città del Vaticano : Tipografia poliglotta vaticana, 1954. Codice di diritto canonico (1983)

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Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio diocesano tridentino, "Atti visitali" Archivio diocesano tridentino, "Parrocchie e curazie" Archivio diocesano tridentino, "Investiture" Archivio diocesano tridentino, "Atti civili" Archivio diocesano tridentino, "Benefici" Archivio storico della parrocchia di Cavalese Bibliografia AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento, 1995 BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765 COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999 FELICETTI L., Memorie storiche di Cavalese Varena e Daiano, Trento: Artigianelli, 1933 Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, XIII (1929-31), XV (1937-41) Fonti per la storia del principato e della chiesa tridentina: atti del convegno Trento 16-17 maggio 1991, Trento, 1995 KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone, Trento, 1964 LUTTEROTTI VON A., "Il Trentino", Bolzano, 1997 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo Stenico, Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970 WEBER S., I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, 1932

Note (1) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 1, p. 167. (2) Cfr. Inventario dell'archivio storico della parrocchia di Cavalese, "Fondo cartaceo della parrocchia di Cavalese", "Carteggio e atti", b. 7, c. 1. (3) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Investiture", n. 7, p. 253 e "Atti civili", n. 1078, cc. 3-6. (4) Ibidem, "Atti civili", n. 1078, c. 39. (5) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Parrocchie e curazie", 30.B/2. (6) Ibidem, "Atti civili", n. 1078, cc. 36-37. (7) Ibidem, cc. 7-12. (8) Ibidem, cc. 15-18. (9) Ibidem, "Parrocchie e curazie", 114.1/2B n. 1a. (10) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 9.3, c. 19. (11) Cfr. BAZZANELLA G., "Manuale d'ufficio per il clero curato", Trento, 1888 (2.a ed.), pp. 501-503.

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Ente Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo 1919 dicembre 12 -

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo in Varena, 01/01/1677 - 31/12/2005

Funzioni, occupazioni e attività Il termine "parrocchia" (1) deriva dal greco e indica, dal punto di vista etimologico, una qualsiasi circoscrizione territoriale. Nei primi secoli della cristianità fino al basso medioevo il termine venne adottato per indicare le ripartizioni dei territori diocesani in circoscrizioni minori, fenomeno nato in conseguenza del moltiplicarsi nelle diocesi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del "sistema parrocchiale" si ebbe con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. I legislatori del Concilio prescrissero che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse venisse assegnato un sacerdote che vi risiedesse, soltanto dal quale i fedeli potevano ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). Si ordinò così che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e si stabilirono delle norme per assicurare ai parroci un reddito minimo. Il parroco si impegnava a risiedere nel luogo assegnatogli, ad approfondire la conoscenza della comunità dei fedeli attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali e a partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento e successivamente ribaditi nella normativa pontificia sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". L'istituzione parrocchiale dunque risulta costituita, oltre che dall'elemento territoriale, da altri tre elementi: un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto".

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio diocesano tridentino, "Atti visitali" Archivio diocesano tridentino, "Parrocchie e curazie" Archivio diocesano tridentino, "Investiture" Archivio diocesano tridentino, "Atti civili" Archivio storico della parrocchia di Cavalese Archivio diocesano tridentino, "Benefici" 12

Note (1) Le presenti notizie informative sono da ritenersi generali e non esaustive. Per un approfondimento e una bibliografia articolata si rimanda alla voce corrispondente dell'"Enciclopedia del diritto", Giuffré, Varese, 1958-1995.

13 fondo Ufficio parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo in Varena, 1677 (copia) - 2005

regg. 27, quadd. 3, bb. 15, fascc. 2

Soggetti produttori Curazia dei Santi Pietro e Paolo, 1702 marzo 11 - 1919 dicembre 11 Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, 1919 dicembre 12 -

Contenuto La documentazione conservata in archivio è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari.

Vedi anche: Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Varena. Carteggio e atti relativi alla confraternita si trovano i "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 10.5.

Nota dell’archivista Archivio diocesano tridentino, "Atti visitali"

14 serie 1 Registri dei nati e battezzati, 1707 - 1989

Contenuto I registri dei battesimi insieme a quelli dei matrimoni furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei battezzati vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili e anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni.

La serie è formata da cinque registri riportanti i nati e battezzati della curazia di Varena e, fino al 1747 anche quelli di Daiano. I primi due registri sono redatti in lingua latina e in forma discorsiva, con l'indicazione della data di nascita e di battesimo, del nome del battezzato, dei suoi genitori, del ministro celebrante e dei padrini. Gli altri registri sono strutturati a tabella prestampata nella quale sono registrati, in italiano e secondo le disposizioni governative, le generalità del battezzato, "il tempo della nascita" (anno, mese, giorno e ora), il luogo di nascita, il giorno del battesimo, i nomi dei genitori, del ministro battezzante e dei padrini, e la condizione sociale di questi ultimi.

A. 1. 1 "Liber baptizatorum pro aecclesia Varenae et Daiani. Anno Domini 1707" (tit. int.) 1707 luglio 5 - 1747 febbraio 19 Latino Registro, legatura in cartone, cc. 110 Segnature precedenti: I

A. 1. 2 "Liber baptizatorum villae Varennae a me p. Gregorio Braito curato eiusdem villae et Daiani incaeptus anno Domini 1747" (tit. int.) 1747 aprile 2 - 1820 luglio 12 A p. 314: annotazione relativa a una legittimazione, 1839 gen. 31;

15 alle pp. 317-340: anagrafe delle famiglie di Varena, 1841; alle pp. 343-360: registro dei cresimati di Varena nella chiesa parrocchiale di Cavalese il 21 agosto 1875 e il 20-21 agosto 1880, 1877 ago. 2-1880 ago. 24. Italiano, latino Registro, legatura in mezza pelle, pp. 360 (bianche le pp. 315-316, 341-342) Segnature precedenti: II

A. 1. 3 "Registro nati" 1820 agosto 1 - 1876 novembre 19 Italiano Registro, legatura in pelle, cc. sd 129, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: III

A. 1. 4 "Registro nati" 1877 febbraio 1 - 1946 gennaio 6 Italiano Registro, legatura in pelle, cc. sd 225, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: IV

A. 1. 5 "Registro nati" 1946 gennaio 9 - 1989 ottobre 20(1) Italiano Registro, legatura in pelle, cc. sd 127, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: V Note (1) L'ultima data si riferisce alla nascita; il battesimo è stato impartito il 1 aprile 1990.

16 serie 2 Registri dei matrimoni e dei morti, 1702 - 1747

Contenuto Per un'introduzione generale alle singole tipologie di registri si vedano più avanti le introduzioni generali delle serie "Registri dei matrimoni" e "Registri dei morti".

La serie è formata da un registro sul quale si trovano le registrazioni più antiche sia dei morti, a partire dal 1702, che dei matrimoni, a partire dal 1705, della curazia di Varena e di Daiano.

A. 2. 1 "Morti. 1702-1747. Matrimoni. 1705-1747" 1702 agosto 5 - 1747 marzo 13 cc. 1-46: registro dei morti, 1702 ago. 5-1747 mar. 13; cc. 48-80: registro dei matrimoni, 1705 giu. 16-1746 ott. 3. Latino Registro, legatura in pergamena, cc. 80 (bianca c. 47) Segnature precedenti: I, I

17 serie 3 Registri dei matrimoni, 1747 - 1991

Contenuto I registri dei matrimoni, insieme a quelli dei battesimi, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri dei matrimoni infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, i riti civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al Comune, per la sua trascrizione nei registri anagrafici.

La serie è formata da sei registri. Il primo riporta in forma discorsiva e in lingua latina i dati relativi ai matrimoni fino al 1815 e sia in lingua latina che in quella italiana quelli celebrati dopo il 1815. I registri successivi sono strutturati a tabella prestampata e riportano, secondo le disposizioni governative, la data del matrimonio, le generalità degli sposi, del ministro celebrante, dei testimoni e la condizione sociale di questi ultimi. Gli ultimi due registri sono compilati secondo le norme concordatarie. A partire dal 1878, accanto alle registrazioni dei matrimoni, sono riportate annotazioni archivistiche relative alla "Teca" e al numero del matrimonio(1). Per le registrazioni dei matrimoni dal 1705 al 1746 si veda in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Registri dei matrimoni e dei morti", reg. 1, cc. 48-80.

Note (1) Cfr. l'introduzione alla serie "Atti matrimoniali".

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A. 3. 1 "Liber continens matrimonia villae Varenae incaeptus a me P. Gregorio Braito curato praedictae villae et Daiani. Anno Domini 1747" 1747 luglio 26 - 1819 ottobre 19 Alle cc. 38v e 39r: annotazione relativa alla registrazione dei matrimoni in base alla legge 20 aprile 1815, [1815]; a c. 55v: annotazione del curato don Giuseppe Donati relativa al coro, 1826; alle cc. 188-206, 218-237: registro dei cresimati, 1815 lug. 24-1864 ago. 5; alle cc. 207-217: stato delle anime della cura di Varena, 1800; alle cc. 324v-325: elenco dei curati di Varena e Daiano dal 1702 al 1854, s.d. Italiano, latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. 325 (bianche le cc. 54, 56-187, 194, 238-323) Segnature precedenti: II

A. 3. 2 "Libro de' matrimoni della villa di Varena l'anno 1820 fino all'anno 1876 inclusivo" 1820 novembre 14 - 1876 luglio 31 Incollata sulla prima c.: circolare del Capitanato distrettuale di Cavalese relativa alla concessione dei permessi politici di matrimonio, 1871 mag. 1; alle cc. 50-58: registro delle promesse di matrimonio e dei consensi paterni, 1886 gen. 23-1888 gen. 7; alla fine, prima dell'indice: due registrazioni di consensi paterni, 1854 feb. 23; 1854 apr. 18. Latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 49, cc. 50-58, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: III

A. 3. 3 "Libro IV dei matrimoni celebrati nella chiesa curaziale di Varena dal 1878-1918" 1878 gennaio 29 - 1918 ottobre 15 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 64, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: IV

A. 3. 4 "Matrimoniorum in ecclesia Ss. Ap. Petri et Paoli Varenae celebratorum. 1919-1936" 1919 febbraio 18 - 1936 gennaio 4(1) Alle cc. 51-55: registrazioni di matrimoni celebrati fuori parrocchia, 1936 gen. 5-1939 nov. 4. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 55, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: V Note (1) Il matrimonio celebrato il 4 gennaio 1936 è stato trascritto sul registro successivo.

A. 3. 5

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"Libro dei matrimoni della chiesa parrocchiale di Varena. 1936-1950" 1936 gennaio 4 - 1950 novembre 4 All'inizio, incollato sulla c. di guardia: "Ricordi di matrimonio e polizze d'assicurazione distribuiti in Varena", 1934-1936. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 74, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: VI

A. 3. 6 "Libro dei matrimoni della chiesa parrocchiale di Varena." 1950 dicembre 23 - 1991 maggio 25 Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 204, con indice alfabetico alla fine n.n. Segnature precedenti: VI

20 serie 4 Registri dei morti, 1747 - 2005

Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilivano anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni.

La serie è formata da quattro registri. Il primo registro è redatto in lingua latina e riporta in forma discorsiva i dati relativi ai defunti e alla loro sepoltura. Gli altri registri sono impostati a tabella prestampata e riportano, in lingua italiana e secondo le disposizioni governative, le generalità del defunto, la causa di morte e il luogo di sepoltura. Per le registrazioni dei morti dal 1702 al 1747 si veda in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Registri dei matrimoni e dei morti", reg. 1, cc. 1-46.

A. 4. 1 "Liber defunctorum villae Varennae incaeptus a me p. Gregorio Braito curato eiusdem villae et Daiani. Anno Domini 1747" (tit. int.) 1747 marzo 22 - 1820 giugno 7 Latino Registro, legatura in mezza pelle, pp. 198 Segnature precedenti: I

A. 4. 2 "Libro dei morti di Varena dall'anno 1820 fino all'anno 1876 inclusivo" 1820 luglio 18 - 1876 dicembre 27 Italiano

21

Registro, legatura in mezza pelle, pp. 31, cc. 32-41, pp. 42-86, con indice alfabetico a rubrica incompleto alla fine n.n. Segnature precedenti: III

A. 4. 3 "Libro IV dei morti in Varena dall'anno 1877 fino all'anno 1950" 1877 gennaio 1 - 1950 aprile 16 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 302, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: IV

A. 4. 4 "Registro morti. Parrocchia di Varena dall'anno 1950 in poi" 1950 luglio 21 - 2005 novembre 14 Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 274, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: V

22 serie 5 Registri dei cresimati, 1789 - 2005

Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilirono anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal secolo XIX.

La serie è formata da un registro iniziato dal curato don Giovanni Amech che trascrisse le registrazioni relative ai cresimati di Varena dai registri dei cresimati della parrocchia di Cavalese e le annotazioni riportate su vari registri conservati nell'archivio parrocchiale di Varena. Per i cresimati dal 1815 al 1864 si veda in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Registri dei matrimoni", reg. 1, cc. 188-206 e 218-237; per i cresimati del 1875 e del 1880 si veda in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Registri dei nati e battezzati", reg. 2, pp. 343-360.

A. 5. 1 "Registro cresim[ati] di Varena dal 1789-***" 1789 giugno 28; 1875 agosto 21 - 2005 maggio 8 All'inizio, incollato sulla c. di guardia: "Avvisi per la cresima", istruzioni per la cresima, sec. XX. Mancano le registrazioni delle cresime dal 1980 al 1993. Italiano Registro, legatura in tela, cc. 56 n.n. (num. orig. incompleta)

23 serie 6 Stati delle anime, [1892]

Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al parroco di conoscere in modo esatto la composizione, la situazione anagrafica e l'impartizione dei Sacramenti delle famiglie sottoposte alla sua cura al fine di facilitare il suo compito di sacerdote e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi concilii e sinodi ordinarono che durante la Quaresima di ogni anno questi libri venissero aggiornati(1). Queste disposizioni non furono applicate diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: prima del XIX secolo infatti si sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili(2). Molti sono i vescovi tridentini che, negli atti delle visite pastorali, richiamano l'attenzione su questa lacuna; ma fu il vescovo Celestino Endrici che in occasione della sua prima visita pastorale nella diocesi stilò un formulario in cui si richiedeva, tra l'altro, e per la prima volta in forma esplicita, di segnalare la presenza in parrocchia degli "Status animarum" o "Anagraphes" (Foglio diocesano, VII, 1905, p. 239). Nel 1917 il Codice di diritto canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione (cfr. CIC, can. 440).

La serie è formata da un registro compilato dal curato don Giovanni Amech a partire dal 1892 e usato per tutto il secolo XX, con qualche annotazione del secolo XXI. Le famiglie di Varena sono descritte in ordine alfabetico secondo il cognome, con frequenti rimandi alle famiglie collegate. Lo stato delle anime della cura di Varena nell'anno 1800 si trova in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Registri dei matrimoni", reg. 1, cc. 207-217; un'anagrafe delle famiglie di Varena dell'anno 1841 si trova in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Registri dei nati e battezzati", reg. 2, pp. 317-340.

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., "Manuale d'ufficio del clero curato", Trento, 1888 (2.a ediz), p. 52. (2) Cfr. SPARAPANI L., "I libri parrocchiali nella diocesi di Trento" in "La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze" a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989, pp. 277-319.

A. 6. 1 "Anagrafe della curazia di Varena. 1892" (tit. int.) [1892] (con integrazioni e annotazioni fino al 24 marzo 2002) Italiano Registro, legatura in pelle, pp. 193, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n.

24 serie 7 Registri degli sponsali, 1940 - 1950

Contenuto Papa Pio X nel decreto "Ne temere" (cfr. Foglio diocesano, a. 1908, n. 3) stabilì che dal giorno di Pasqua del 1908 la promessa di matrimonio per essere valida dovesse essere fatta per iscritto, alla presenza del parroco oppure di due testimoni e firmata dai due fidanzati. Tutto questo allo scopo di impedire problemi o controversie che potevano nascere in seguito ad accordi segreti e di evitare litigi o inimicizie tra persone e famiglie. Il decreto era anche in sintonia con il Codice civile austriaco che stabiliva inoltre che la promessa di matrimonio non imponeva alcun obbligo legale nè a contrarre il matrimonio nè a versare quanto era stato pattuito, nel caso uno dei due fidanzati mancasse alla promessa.

La serie è composta da un registro.

A. 7. 1 "Sponsali" 1940 aprile 4 - 1950 dicembre 16 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 30 n.n.

25 serie 8 Atti matrimoniali, 1823 - 1956

Contenuto La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Il permesso politico, introdotto nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciato dal Comune e doveva dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'attività o fosse garantito da una paga giornaliera. Ai parroci era vietato benedire i matrimoni di coloro che non lo avessero presentato(1). In seguito alla legge n. 847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei contraenti", consistente nelle domande da farsi agli sposi secondo il can.1020 del Codice di diritto canonico, e comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali.

La serie è formata da cinque buste corrispondenti ai faldoni originali rinvenuti in fase di riordino. Nella prima busta gli atti matrimoniali non sono completi e mancano diverse annate. Nella seconda e nella terza busta, dal 1876 fino al 1924, gli atti riportano una numerazione unica e progressiva (nn. 1-270) che trova corrispondenza con quella apposta sui relativi registri dei matrimoni. In tale numerazione sono talvolta compresi anche gli atti dei matrimoni celebrati fuori Varena, mentre in fondo alle annate possono essere presenti atti non numerati.

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 174-175.

A. 8. 1. b. 1 "Atti matrimoniali dal 1816(1)-1875. Pubblicazioni matrimoniali dal 1841" 1823 - 1875 Contiene anche, alla fine: richieste di pubblicazioni per matrimoni celebrati fuori Varena, 1841-1900. Busta, cc. 412 n.n. Note (1) Il documento del 1816 si riferisce ad un matrimonio celebrato fuori Varena e notificato nel 1861.

A. 8. 2. b. 2 "Atti matrimoniali dal 1876-1906" 1876 - 1906 Busta, cc. 449 n.n.

A. 8. 3. b. 3 "Atti matrimoniali dal 1907-***"

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1907 - 1928 Busta, cc. 396 n.n.

A. 8. 4. b. 4 "Atti di matrimonio dal 1929 (Concordato) al 1946" 1929 - 1946 Busta, cc. 812 n.n.

A. 8. 5. b. 5 "Matrimoni dall'anno 1947 al 1956 incluso" 1947 - 1956 Busta, cc. 808 n.n.

27 serie 9 Registri dei legati, 1747 - 1829

Contenuto La serie è costituita da un registro iniziato dal curato Gregorio Braito e riportante i legati pii e le relative disposizioni testamentarie, in ordine cronologico secondo le date dei testamenti. I testatori davano indicazioni in merito alla propria sepoltura, alle messe d'obito, alle elemosine in favore della Cattedrale di Trento e alla chiesa di Varena, a distribuzioni varie ai vicini di Varena e all'istituzione di legati pii. Frequenti sono le annotazioni relative alla soddisfazione delle disposizioni testamentarie e dei legati pii.

A. 9. 1 "Legata pia villae Varennae in hoc libro descripta a me p. Gregorio Braito curato Varennae et Daiani. Anno Domini 1747" (tit. int.) 1747 febbraio 3 - 1829 giugno 28 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 291 (bianche le pp. 199-200; mancano le pp. 201-282)

28 serie 10 Registri delle soddisfazioni delle messe legatarie, 1943 - 1978

Contenuto La serie è formata da un registro, iniziato dal parroco don Giuseppe Endrizzi, sul quale sono registrate le soddisfazioni delle messe legatarie della chiesa parrocchiale, del beneficio parrocchiale, del Comune, del fondo poveri e di altri legati, con annotazioni relative alle eventuali riduzioni degli oneri missari.

A. 10. 1 Registro delle soddisfazioni delle messe legatarie 1943 febbraio 22 - 1978 marzo 2 All'inizio: annotazione relativa alla compilazione del registro da parte del parroco don Giuseppe Endrizzi, 1943 feb. 22. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 29 n.n.

29 serie 11 Registri di cassa generale, 1916 - 1968

Contenuto La serie è formata da tre registri in uso al parroco di Varena sui quali venivano annotate le entrate e le uscite delle varie amministrazioni da lui controllate.

A. 11. 1 "Prima nota per le seguenti amministrazioni 1) Fondo missioni 2) Fondo organo 3) Fondo abbellimento venerabile chiesa 4) Legati missari fiduc(iari)" 1916 gennaio 1 - 1940 giugno 14 Registro cassa di diverse amministrazioni ecclesiastiche: chiesa, fondo organo(1), fondo missioni, collette, fondo "pro animabus", fondo abbellimento chiesa(2), legati missari fiduciari, ecc. Italiano Registro, in mezza tela, con appigli, cc. 71 n.n. Segnature precedenti: N. 1 Note (1) Luigi Delvai, con testamento del 22 luglio 1903, istituì la chiesa di Varena erede della propria sostanza lasciando alla stessa la somma di 3000 Corone per la costruzione dell'organo. Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 6.3. (2) Maria Longo, con testamento del 15 dicembre 1907, lasciò 200 Corone allo scopo di abbellire la chiesa di Varena. Ibidem.

A. 11. 2 "Registro fondi minori. 1) Fondo missioni 2) Fondo organo 3) Fondo asilo 4) Fondo istituzioni femminili 5) Fondo opere di carità a disposizione del parroco 6) Fondo decorazione chiesa 7) Legato missario di Vanzo Caterina(1)" 1938 gennaio 1 - 1968 gennaio 10 Registro cassa di diverse amministrazioni ecclesiastiche: fondo organo, fondo missioni, fondo istituzioni femminili, fondo asilo, fondo decorazione chiesa, legato missario Caterina Vanzo(1), ecc. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 91 (bianche molte pp.), con indice delle amministrazioni a p. 1 Note (1) Con testamento dell'8 novembre 1942 Caterina Vanzo dispose di lasciare alla chiesa di Varena il suo prato in località Veriago al Casale, con la condizione che una parte dell'affitto del prato rimanesse alla chiesa e una parte fosse impiegata per la celebrazione di messe a suffragio della sua anima. Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 6.3.

A. 11. 3 "Registro cassa. 1) Azione cattolica 2) Buona stampa 3) Opere S. Vigilio e Missioni 4) Opere diverse" 1939 gennaio 1 - 1965 Registro cassa di diverse amministrazioni: Azione cattolica (Gruppo uomini, Sezione aspiranti, Unione donne, Gioventù femminile), Buona stampa, Opera di S. Vigilio, Giornata sacerdotale, Propagazione sacerdotale, elemosine "pro animabus", ecc. Italiano Registro, legatura in mezza tela, con appigli, cc. 47 n.n. 30

Segnature precedenti: N. 2

31 serie 12 Resoconti delle amministrazioni ecclesiastiche, 1931 - 1938

Contenuto La serie è costituita da un fascicolo contenente i resoconti delle amministrazioni ecclesiastiche controllate dal parroco. Alcuni resoconti riportano l'annotazione della regolare approvazione da parte della Curia vescovile di Trento, mentre altri non sono compilati sui moduli ufficiali e sono sottoscritti solo dal parroco. I resoconti sono ordinati in ordine cronologico per amministrazione.

A. 12. 1. b. 1 "Conti enti ecclesiastici di Varena pro 1930/31/32/33/34/35/36" 1931 - 1938 Resoconti di diverse amministrazioni ecclesiastiche: fondo per le istituzioni ecclesiastiche (1931-1938), legato Antonio Giacomuzzi- Asilo (1932-1938), legato Antonio Giacomuzzi-Opere di carità a disposizione del parroco (1932-1938), legati missari fiduciari (1933-1936), fondo abbellimento chiesa (1933-1938), fondo missioni (1935-1938), fondo organo (1935-1938). Fascicolo, cc. 98

32 serie 13 Registri di amministrazione di associazioni e opere pie, 1872 - 1952

Contenuto La serie è formata da due registri e da un quaderno relativi a confraternite, associazioni e opere pie attive in Varena. I primi due riportano registrazioni relative agli iscritti e allo stato di cassa della Congregazione del Terz'Ordine di S. Francesco, mentre il terzo si riferisce all'attività della Pia unione delle Figlie di Maria. La Congregazione del Terz'Ordine di S. Francesco venne eretta canonicamente a Varena da padre Pacifico Zini con delega del Padre provinciale dei Minori della Provincia trentina e con il permesso dell'Ordinariato vescovile di Trento in data 11 gennaio 1914. La Pia unione delle Figlie di Maria venne eretta canonicamente con decreto dell'Ordinariato vescovile di Trento i 21 gennaio 1914 con proprio statuto e in seguito aggregata alla Confraternita primaria dei Canonici regolari Lateranensi in Roma.

A. 13. 1 "Registro dei Terziari e Terziarie di S. Francesco, Congregazione di S. Antonio Pat(avino) in Varena, dipendenti dai m. r. pp. Francescani di Cavalese" 1872 ottobre 10 - 1952 Registro delle consorelle e dei confratelli.

Alla fine: notizie di cronaca della congregazione dal 1914 al 1948, s.d. Italiano Registro, legatura in mezza tela, con appigli, cc. sd 39 (bianche molte cc. sd)

A. 13. 2 "Libro cassa congregazione T. O. F. Varena" 1914 gennaio 11 - 1925 ottobre 26 (con annotazioni posteriori del 1948) Italiano Quaderno, legatura in cartone, cc. 2 n.n.

A. 13. 3 "Registro della Pia Unione delle Figlie di Maria in Varena" 1914 marzo 1 - 1933 marzo 26 - Registro dei verbali delle riunioni, 1914 apr. 13-1932 dic. 8; - elenco delle Figlie di Maria, 1914 mar. 20-1932 gen. 24; - elenco delle socie 'aspiranti', 1914 mar. 1-1933 mar. 26; - elenco delle socie 'angeli', 1914 apr. 3-1918 gen. 27. Italiano Registro, legatura in mezza tela, con appigli, cc. 18 n.n.

33 serie 14 Protocolli degli esibiti, 1921 - 1948

Contenuto I protocolli degli esibiti sono registri sui quali devono essere annotati, secondo una numerazione progressiva, gli atti e la corrispondenza in arrivo e in partenza di una amministrazione con l'indicazione della data e del contenuto. Ai parroci venne raccomandata la compilazione di tali registri per una corretta gestione del loro ufficio sia dall'autorità politica (Raccolta delle leggi provinciali, 19.12.1816) sia da quella ecclesiastica (Decreto vescovile 9.03.1887 nel Foglio Diocesano, 1887)(1).

La serie è costituita da due quaderni e da un registro che coprono gli anni 1921-1948. Dall'esame del carteggio prodotto e ricevuto dai curati di Varena nel periodo antecedente appaiono annotazioni archivistiche relative a data di ricevimento e a numero di protocollo che fanno pensare alla presenza di protocolli degli esibiti, non rinvenuti al momento del presente intervento di riordino.

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 120-121.

A. 14. 1 "Protocollo" 1921 settembre 1 - 1931 novembre 26 Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 10 n.n.

A. 14. 2 "Protocollo esibiti" 1931 novembre 26 - 1936 dicembre 5 Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 20 n.n.

A. 14. 3 "Protocollo degli esibiti della parrocchia di Varena. 1 gennaio 1937-***" 1937 gennaio 10 - 1948 gennaio 21 All'inizio, incollato sul piatto inferiore della coperta: avviso del comune di Cavalese in merito al rilascio di documenti di stato civile, 1939 mag. 13. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 14 n.n.

34 serie 15 Carteggio e atti ordinati, 1677 (copia) - 1955

Contenuto La serie è formata da 10 buste che raccolgono la parte più consistente del carteggio e degli atti della parrocchia di Varena. Al momento del riordino dell'archivio tale documentazione era conservata in altrettanti faldoni riportanti sul dorso un'etichetta con l'elenco particolareggiato del contenuto. Dall'esame delle grafie di tali elenchi si sono potuti individuare tre interventi di ordinamento attribuibili a tre curatori d'anime di Varena. La prima busta è stata formata dal curato don Giovanni Amech probabilmente allo scopo di raccogliere la documentazione, soprattutto di carattere amministrativo, da consegnare al nuovo fabbriciere della chiesa di Varena(1). La busta è stata integrata in seguito con altra documentazione inerente al contenuto originale. Il secondo intervento è riconducibile a don Giacomo Felicetti, che ha formato le successive sette buste. Il sacerdote ha raccolto la documentazione in fascicoli divisi per argomento e li ha contraddistinti con lettere alfabetiche maiuscole, mentre sul dorso dei faldoni ne ha riportato un elenco dettagliato. Unica eccezione a questo metodo è rappresentata dalla busta inserita in inventario al n. 8 che non presenta la suddivisione contraddistinta da lettere alfabetiche maiuscole. La documentazione contenuta in tali buste non è molto antica e, con rare eccezioni, è datata a partire dal secolo XIX con maggiore presenza di carteggio e atti prodotti dal curato Amech e dallo stesso Felicetti. Integrazioni successive sono state effettuate soprattutto dai parroci Corradini e Weber. Le ultime due buste sono state formate dal parroco don Giuseppe Endrizzi, il quale ha raccolto fascicoli formati da don Felicetti e da don Corradini, integrandoli con documentazione più recente, ne ha formato altri di nuovi e ha riportato l'elenco completo sul dorso dei faldoni. Alcuni fascicoli(2) sono contraddistinti da lettere alfabetiche maiuscole in quanto nella formazione di queste buste don Endrizzi li ha tolti dalle buste ordinate dal Felicetti. Nel presente intervento di riordino le buste imputabili ai tre interventi di ordinamento sono state suddivise in tre raggruppamenti (b. 1; bb. 2-8; bb. 9-10).

Note (1) Cfr. l'atto di consegna al fabbriciere Massimino Longo dell'anno 1893 in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 1.3, cc. 21-22. (2) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati, fasc. 9.3 e fasc. 10.5.

A. 15. 1. b. 1 "Documenti della chiesa N. 19. Locazioni ed inventari. Contratti col personale" 1854 - 1927 Busta

A. 15. 1.1. b. 1 "Documenti di credito della venerabile chiesa di Varena" 1876 - 1916 35

Documentazione relativa ai capitali della chiesa curaziale di Varena. Fascicolo, cc. 51

A. 15. 1.2. b. 1 "Atti d'asta anteriori e fogli di possesso della chiesa, del beneficio parrochiale e primissariale" 1882 - 1927 Atti d'asta per l'affitto dei fondi della chiesa, del beneficio parrocchiale e del beneficio primissariale; fogli di possesso fondiario della chiesa, del beneficio curaziale e del beneficio primissariale. Fascicolo, cc. 106

A. 15. 1.3. b. 1 "Contratti col sindaco, cantori, ecc. e sacristano(1). Conto corrente della fabbriceria" 1854 - 1920 Carteggio e atti relativi al coro e ai coristi (1854-1898) e alle nomine dei fabbricieri (1893; 1920). Fascicolo, cc. 27 Note (1) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 9.7.

A. 15. 2. b. 2 "A. Patrimonio chiesa I. Documenti vecchi B. Patrimonio chiesa II C. Ristaori chiesa e canonica D. Impianto libro fondiario E. Estratto vecchi aggravi F. Avvisi archiviazione e cancellazioni ipotecarie G. Fassioni equivalente H. Fondo missioni(1)" 1677 (copia) - 1927 (con documenti fino al 1942) Busta Note (1) Manca. Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 9.2.

A. 15. 2.1. b. 2 "A. I. Patrimonio della chiesa, documenti vecchi" 1677 (copia) - 1820 (con annotazioni fino al 1918) Concessioni di sedili, stima di un fondo donato alla chiesa, costituzione di un legato di mezza orna di vino da distribuire alla regola di Varena (1750-copia), inventario dei beni del legato di Antonio e Maria Defrancesco (1772), dazione in pagamento e permuta della chiesa (1782, 1800), fassione della chiesa e del beneficio primissariale (1804), documenti di credito (1820). Fascicolo, cc. 38

A. 15. 2.2. b. 2 "B. II. Patrimonio della chiesa" 1890 - 1925 (con documenti del 1942) 36

Carteggio e atti relativi all'amministrazione del patrimonio della chiesa di Varena: vendita di beni immobili, mutui ipotecari, approvazione dell'inventario dei beni, domande di autorizzazione di acquisto di fondi, ecc. Fascicolo, cc. 74

A. 15. 2.3. b. 2 "C. Ristaori chiesa e canonica" 1882; 1905 - 1923; 1926 - 1927 Carteggio relativo all'ampliamento della chiesa (1882), alla costruzione della cantoria (1905), a lavori di restauro della canonica (1909-1910) e della chiesa con i suoi affreschi (1910-1914), alla tutela dei monumenti, all'installazione della luce elettrica in canonica e ai lavori per l'isolazione della chiesa. Fascicolo, cc. 93

A. 15. 2.4. b. 2 "D. Impianto del libro fondiario" 1901 - 1909 Circolari relative all'impianto del libro fondiario, carteggio relativo all'iscrizione nel libro fondiario dei beni ecclesiastici della curazia di Varena. Fascicolo, cc. 25

A. 15. 2.5. b. 2 "E. Estratto vecchi aggravi" 1906 Estratti sommari dal foglio "vecchi aggravi": prospetti relativi a fondi ipotecati a favore della chiesa di Varena. Fascicolo, cc. 10

A. 15. 2.6. b. 2 "F. Avvisi di archiviazione e di cancellazioni ipotecarie" 1906 - 1923 Comunicazioni del Giudizio distrettuale di Cavalese relative alla cancellazione dei diritti di pegno per i capitali della chiesa curaziale di Varena e alle modifiche catastali conseguenti a compravendite. Fascicolo, cc. 19

A. 15. 2.7. b. 2 "G. Fassioni equivalente di imposta" 1898 - 1922 Fassioni per la commisurazione dell'equivalente d'imposta sul valore dei fabbricati della chiesa, del beneficio curaziale e del fondo missioni, diffide di pagamento e carteggio. Fascicolo, cc. 53

A. 15. 3. b. 3 "A. Patenti di reliquie e consecrazioni(1) B. Beneficio curaziale e atti di consegna(2) C. Fassioni curaziali I 37

D. Fassioni curaziali e intercalari II E. Fassioni curaziali e intercalari III F. Beneficio primissariale G. Legato Trentini per le spose povere H. Conti dei benefici parrochiale e primissariale" 1768 (copia) - 1936 Busta Note (1) Manca. (2) Manca. Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 9.3.

A. 15. 3.1. b. 3 "C. I. Fassioni curaziali" 1885 - 1896 Prospetti relativi ai diritti di stola, fassioni delle rendite del beneficio curaziale(1), carteggio e atti relativi alla congrua del curato e agli obblighi del comune di Varena verso lo stesso, capitoli del curato, diffide di pagamento, nomina definitiva di don Giovanni Amech a curato. Fascicolo, cc. 40 Note (1) Documentazione dello stesso periodo relativa alla presentazione delle fassioni e ai rapporti con il comune di Varena per il contributo al curato si trovano anche in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 10.6.

A. 15. 3.2. b. 3 "D. II. Fassioni curaziali e conto intercalare" 1898 - 1908 Carteggio e atti relativi al completamento della congrua del curato, all'indipendenza della curazia e al pagamento dell'equivalente d'imposta, pensionamento di don Giovanni Amech, conto intercalare del beneficio curaziale per il periodo di vacanza dal 4 agosto al 27 ottobre 1907. Fascicolo, cc. 55

A. 15. 3.3. b. 3 "E. III. Fassioni curaziali e conto intercalare"(1) 1907 - 1912 Carteggio e atti relativi ai rapporti con il comune di Varena, fassione per il completamento di congrua (1907), esenzione dal pagamento dell'equivalente d'imposta per il decennio 1911-1920 (1912). Fascicolo, cc. 8 Note (1) Manca il conto intercalare.

A. 15. 3.4. b. 3 "F. Beneficio primissariale don G. Bonelli" 1768 (copia) - 1936

38

Inventario dei beni mobili e immobili del beneficio (1768-copia), inventario delle scritture del beneficio consegnate ai regolani di Varena (sec. XVIII), carteggio e atti riguardanti l'amministrazione del patrimonio del beneficio, resoconti (1863-1864), nomina del primissario don Sebastiano Debortol (1912), carteggio e atti relativi alla celebrazione di messe, quietanze, nomina del primissario don Antonio Gabrielli (1925), nomina del primissario don Enrico Corradini (1929), inventario (1932), ecc. Fascicolo, cc. 168

A. 15. 3.5. b. 3 "G. Legato Trentini per le spose povere" 1842; 1894 - 1913 Carteggio e atti relativi all'assegnazione delle doti del legato Trentini di Cavalese in favore delle spose della parrocchia di Cavalese, norme per il conferimento delle doti. Fascicolo, cc. 22

A. 15. 3.6. b. 3 "Resoconti annuali dei benefici parrochiale e primissariale" 1918 - 1929 Amministrazione del beneficio parrocchiale e del beneficio primissariale: entrate ed uscite, riscossione degli affitti dei fondi. Fascicolo, cc. 69

A. 15. 4. b. 4 "A. Pastorali I B. Pastorali II C. Ricerche e avvisi diversi I D. Ricerche e avvisi diversi II E. Ricerche e avvisi diversi III F. Atti relativi alla guerra(1) G. Affari scolastici e autoambulanza" 1851 - 1926 Busta Note (1) Manca.

A. 15. 4.1. b. 4 "A. I. Pastorali" 1887 - 1905 Lettere pastorali del vescovo di Trento. Fascicolo, cc. 82

A. 15. 4.2. b. 4 "B. II. Pastorali" 1906 - 1922 Lettere pastorali del vescovo di Trento. Fascicolo, cc. 109 39

A. 15. 4.3. b. 4 "C. Ricerche e avvisi diversi" 1851; 1864; 1879 - 1895 Circolari provenienti da autorità civili relative allo stato civile, richieste di certificati, di notizie anagrafiche e di dati statistici per la compilazione del catalogo del clero, avvisi da pubblicare in chiesa, comunicazioni e carteggio dell'ufficio curaziale, carteggio amministrativo. Fascicolo, cc. 88

A. 15. 4.4. b. 4 "D. Ricerche varie" 1896 - 1904 Circolari provenienti da autorità civili relative allo stato civile, richieste di certificati, di notizie anagrafiche e di dati statistici per la compilazione del catalogo del clero, avvisi da pubblicare in chiesa, comunicazioni e carteggio dell'ufficio curaziale, carteggio amministrativo. Fascicolo, cc. 83

A. 15. 4.5. b. 4 "E. Richieste varie" 1905 - 1921(1) Circolari provenienti da autorità civili relative allo stato civile, richieste di certificati, di notizie anagrafiche e di dati statistici per la compilazione del catalogo del clero, avvisi da pubblicare in chiesa, comunicazioni e carteggio dell'ufficio curaziale, carteggio amministrativo. Fascicolo, cc. 72 Note (1) In questo fascicolo potrebbe essere compresa la documentazione riconducibile al fascicolo mancante indicato sul dorso del faldone con la lettera "F".

A. 15. 4.6. b. 4 "Patronato scolastico e autoambulanza" 1925 - 1926 Statuto del Patronato scolastico del comune di Varena (1925), regolamento per il servizio dell'autoambulanza per la Val di Fiemme (1926). Fascicolo, cc. 8

A. 15. 5. b. 5 "A. Matrimoni all'estero B. Nati all'estero C. Morti all'estero D. Illegittimi E. Legittimati F. Affari giudiziari" 1851 - 1949 40

Busta

A. 15. 5.1. b. 5 "A. Matrimoni all'estero" 1861 - 1949 Fedi, certificati e partecipazioni di matrimoni celebrati fuori Varena. Fascicolo, cc. 178

A. 15. 5.2. b. 5 "B. Nati all'estero" 1883 - 1927; 1931 - 1946 Certificati, partecipazioni di nascite e battesimi avvenuti fuori Varena. Fascicolo, cc. 98

A. 15. 5.3. b. 5 "C. Morti all'estero" 1863 - 1925; 1931 - 1937 Certificati, comunicazioni di morti avvenute fuori Varena, dichiarazioni di morte di militari, autorizzazioni al trasporto delle salme. Fascicolo, cc. 124

A. 15. 5.4. b. 5 "D. Illegittimi" 1851 - 1918 Fedi di nascita e battesimo di illegittimi e carteggio relativo alla loro legittimazione. Fascicolo, cc. 38

A. 15. 5.5. b. 5 "E. Legittimati" 1878 - 1929; 1941 Atti di legittimazione in conseguenza del matrimonio. Fascicolo, cc. 45

A. 15. 5.6. b. 5 "F. Affari giudiziari" 1888 - 1916 Richieste di certificati di nascita e altre informazioni attinenti all'anagrafe da parte del Giudizio distrettuale di Cavalese e di altre autorità civili. Fascicolo, cc. 61

A. 15. 6. b. 6 "A. Visite pastorali

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B. Messe pro populo e ad mentem episcopi C. Disposizioni testamentarie D. Affari scolastici E. Scuola serale F. Sordomuti G. Consiglio di tutela H. Circolo di coltura I. Croce Rossa L. Confraternita del SS. Sacramento(1) M. Confraternita Figlie di Maria N. Confraternita del Terz'Ordine O. Processione Addolorata P. Circolo giovanile Q. Padri di famiglia" 1862 - 1955 Busta Note (1) Manca. Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 10.5.

A. 15. 6.1. b. 6 "A. Visite pastorali e decanali" 1888 - 1914; 1946 - 1955 Decreti visitali (1888; 1911), relazioni delle visite decanali (1909; 1914), programmi e relazioni per le visite pastorali (1946; 1955), norme per le visite pastorali. Fascicolo, cc. 34

A. 15. 6.2. b. 6 "B. Messe pro populo e ad mentem episcopi" 1896 - 1917 Carteggio e concessioni dell'Ordinariato vescovile di Trento in merito alla celebrazione e all'applicazione delle messe. Fascicolo, cc. 22

A. 15. 6.3. b. 6 "C. Disposizioni testamentarie" 1862; 1886 - 1920 Comunicazioni del Giudizio distrettuale di Cavalese riguardanti disposizioni testamentarie di legati pii di privati al fine di sorvegliare il loro adempimento e carteggio relativo alla costituzione di alcuni legati (per l'abbellimento della chiesa, per l'acquisto dell'organo e per i poveri di Varena(1)). Fascicolo, cc. 29 Note (1) Don Giovanni Mich, investito del beneficio Muratori di Cavalese, nel suo testamento del 3 dicembre 1885, lasciò 100 Fiorini da distribuire ai poveri di Varena.

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A. 15. 6.4. b. 6 "D. Affari scolastici" 1888 - 1915 Circolari e avvisi relativi all'insegnamento religioso nelle scuole e ad affari scolastici in genere. Fascicolo, cc. 16

A. 15. 6.5. b. 6 "E. Scuola serale" 1909 - 1915 Carteggio, quietanze, elenchi relativi all'istituzione e alla gestione di una scuola serale a Varena. Fascicolo, cc. 54

A. 15. 6.6. b. 6 "F. Sordomuti" 1888 - 1923 Richieste di offerte in favore dell'Istituto vescovile sordomuti di Trento, con relative ricevute, carteggio relativo all'accoglimento in istituto di fanciulli di Varena. Fascicolo, cc. 66

A. 15. 6.7. b. 6 "G. Consiglio di tutela dei minorenni" 1911 - 1922 Carteggio e circolari del Giudizio distrettuale di Cavalese in merito all'erezione del Consiglio di tutela a Varena, carteggio e circolari della Lega di provvidenza per la gioventù per il Tirolo e Vorarlberg di Innsbruck, carteggio relativo a minori in genere. Fascicolo, cc. 35

A. 15. 6.8. b. 6 "H. Circolo di cultura donn'Antonio Longo" 1914 - 1915 Carteggio e atti relativi all'erezione e allo scioglimento del Circolo di cultura intitolato a don Antonio Longo.

Contiene anche due opuscoli a stampa relativi alla costituzione dei circoli di lettura e dei circoli di istruzione, 1912, pp. 24. Fascicolo, cc. 5

A. 15. 6.9. b. 6 "I. Croce Rossa" 1887 - 1897; 1913 - 1917 Carteggio con la Società filiale della Croce Rossa di Cavalese, elenchi di soci, offerte.

Contiene anche, a stampa, la relazione sull'attività della Croce Rossa nel primo anno di guerra, [1916], cc. 2, in tedesco. Fascicolo, cc. 27

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A. 15. 6.10. b. 6 "M. Pia Unione delle Figlie di Maria" 1909 - 1914 Erezione della Pia unione delle Figlie di Maria in Varena, elezione delle cariche.

Contiene anche documentazione a stampa, s.d. Fascicolo, cc. 7

A. 15. 6.11. b. 6 "N. Terz'Ordine di S. Francesco Congregazione di S. Antonio" 1914 - 1948 Erezione della Congregazione del Terz'ordine secolare di S. Francesco in Varena, sotto il patrocinio di S. Antonio, elezioni delle cariche, visite da parte dei superiori francescani. Fascicolo, cc. 17

A. 15. 6.12. b. 6 "O. Processione della Addolorata di Cavalese" 1893 - 1928 Carteggio e atti relativi alla processione con la statua di Maria Vergine Addolorata di Cavalese e ad altre funzioni sacre in suo onore. Fascicolo, cc. 26

A. 15. 6.13. b. 6 "Circolo giovanile di Varena" 1921 - 1930 Carteggio relativo al Circolo giovanile di Varena, circolari della Federazione regionale tridentina dei circoli giovanili cattolici di Trento, regolamento del Circolo giovanile di Varena. Fascicolo, cc. 56

A. 15. 6.14. b. 6 "Associazione Padri di famiglia" 1919 Appello dei capifamiglia di Varena per ottenere il mantenimento dell'istruzione religiosa nelle scuole. Fascicolo, cc. 12

A. 15. 7. b. 7 "A. Circolari e avvisi vescovili B. Permessi dall'Ordinariato C. Avvisi ed istruzioni decanali D. Ordinanze E. Collette F. Affari comune locale

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G. Intimazioni a terzi H. Atti anagrafici I. Notifiche e congressi" 1864 - 1924 Busta

A. 15. 7.1. b. 7 "A. Circolari e avvisi vescovili e curiali" 1888 - 1922 Circolari vescovili e dell'Ordinariato vescovile di Trento. Fascicolo, cc. 108

A. 15. 7.2. b. 7 "B. Permessi dall'Ordinariato" 1894 - 1923 Richieste all'Ordinariato vescovile di Trento di autorizzazioni per l'investimento di capitali della chiesa curaziale, per la stipulazione dei contratti di compravendita e per altre operazioni amministrative, con relative autorizzazioni. Fascicolo, cc. 26

A. 15. 7.3. b. 7 "C. Avvisi ed istruzioni decanali" 1889 - 1918 Circolari, avvisi e comunicazioni del decano e dell'ufficio decanale di Cavalese. Fascicolo, cc. 72

A. 15. 7.4. b. 7 "D/1 Ordinanze" 1864 - 1918 Circolari, avvisi, norme, ecc. del Giudizio distrettuale di Cavalese, del Capitanato distrettuale di Cavalese, della Luogotenenza per il Tirolo e Vorarlberg di Innsbruck e di altri enti civili. Fascicolo, cc. 138

A. 15. 7.5. b. 7 "D/2 Ordinanze" 1919 - 1924 Circolari, avvisi, norme, ecc. del Commissariato civile di Cavalese, della Sottoprefettura di Cavalese, della Pretura di Cavalese e di altri enti civili. Fascicolo, cc. 82

A. 15. 7.6. b. 7 "E. Collette" 1885 - 1921

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Appelli del Capitanato distrettuale di Cavalese e del Commissariato civile di Cavalese per la raccolta di elemosine in favore di popolazioni danneggiate da incendi, inondazioni, ecc., ricevute di tali elemosine, ricevute di elemosine raccolte dall'Ordinariato vescovile di Trento in favore della redenzione degli schiavi, di s. missioni, ecc., richieste di elemosine varie. Fascicolo, cc. 97

A. 15. 7.7. b. 7 "F. Affari col comune locale" 1889 - 1923 Carteggio con il guardiano del Convento dei francescani di Cavalese per la celebrazione della messa festiva in accordo con il comune di Varena, carteggio con il comune di Carano in merito ai festeggiamenti per l'ingresso del nuovo curato di Carano, carteggio con il comune di Varena in qualità di patrono della chiesa in merito all'amministrazione della chiesa, richieste di certificati, ecc. Fascicolo, cc. 30

A. 15. 7.8. b. 7 "G. Intimazioni a terzii" 1894 - 1913 Carteggio relativo all'ingresso in monastero di fanciulle di Varena, all'ammissione di un giovane nel Collegio arcivescovile di Trento, comunicazioni dell'Ordinariato vescovile di Trento in merito al trasferimento di sacerdoti. Fascicolo, cc. 10

A. 15. 7.9. b. 7 "H. Atti anagrafici" 1888 - 1906 Certificati di nascita e notizie anagrafiche per la compilazione del registro dell'anagrafe della curazia di Varena(1), richieste di certificati di nascita da parte del Capitanato distrettuale di Cavalese. Fascicolo, cc. 80 Note (1) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Stati delle anime", reg. 1.

A. 15. 7.10. b. 7 "I. Notifiche e congressi" 1903 - 1913 Appello del Comitato diocesano trentino, illustrazione delle norme per gli statuti delle società locali di assicurazione del bestiame, esposizione del programma del Congresso eucaristico internazionale di Vienna, circolari di società cattoliche di assicurazione. Fascicolo, cc. 9

A. 15. 8. b. 8 "Inventari. Urbari. Movimento del patromonio della chiesa" 1803 - 1913 Busta Busta

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A. 15. 8.1. b. 8 Inventari della chiesa di Varena 1803 - 1905 Inventario dei beni mobili (1803-1812), inventari del patrimonio (1846, 1871, 1894, 1905). Fascicolo, cc. 67

A. 15. 8.2. b. 8 Movimento del patrimonio della chiesa 1907 - 1913 Prospetti del movimento dei capitali e delle obbligazioni di stato. Fascicolo, cc. 22

A. 15. 9. b. 9 "Decorazione chiesa. Missioni. Beneficio, atti di consegna. Facoltà, indulti. Contratti di affittanza. Quarantore. Santese. Cantori. Campane. Binazioni. Fondazioni missarie. Registri di stato patrimoniale. Testamento don Antonio Longo. Permute. Corrispondenza col Comune. Depositi in Curia" 1712 - 1955 Busta

A. 15. 9.1. b. 9 "Decorazione venerabile chiesa parrocchiale Varena" 1921; 1934 - 1948 Benedizione e regolamento del nuovo cimitero (1921), carteggio, atti, preventivi e ricevute relativi ai restauri della chiesa di Varena, dei suoi affreschi, della sacrestia e delle vetrate, all'acquisto di arredi sacri e all'esecuzione della statua di S. Pietro. Fascicolo, cc. 76

A. 15. 9.2. b. 9 "Missioni Varena" 47

1908 - 1948 Carteggio e atti relativi all'organizzazione delle s. missioni a Varena e all'amministrazione del fondo per le missioni lasciato da Maddalena Monsorno da Varena. Fascicolo, cc. 67

A. 15. 9.3. b. 9 "B. Beneficio curaziale e atti di consegna"(1) 1820 (copia) - 1955 Capitoli del curato (1820-copia-1842), circolare del Giudizio distrettuale di Cavalese relativa alla presentazione delle fassioni dei benefici curaziali e parrocchiali (1822), lite tra il curato e il comune di Varena per la somministrazione di legna e di vino per la s. messa e per i restauri della canonica (1837), atti di consegna e di riconsegna e atti di installazione (1885-1955), decreto di erezione a parrocchia (1919), cartelle dei pagamenti esattoriali (1924-1927), fassione e rettificazione della congrua (1939), ecc. Fascicolo, cc. 106 Note (1) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", b. 3.

A. 15. 9.4. b. 9 "Facoltà e indulti concessi al curato locale" 1895 - 1931 Concessioni di facoltà e indulti: celebrazione di uffici sacri, deleghe per assumere protocolli di esami dei testimoni, per rilevare lo stato libero e per concedere dispense matrimoniali, binazioni, uso di incenso nella messa cantata, ecc. Fascicolo, cc. 14

A. 15. 9.5. b. 9 "Contratti d'affittanza recenti. 1930-1938" 1930 - 1939 Ruoli e atti d'asta per l'affitto dei fondi della chiesa, del beneficio parrocchiale e del beneficio primissariale. Fascicolo, cc. 63

A. 15. 9.6. b. 9 "Vertenza Quaranta Ore" 1904 - 1914 Carteggio e atti relativi alla vertenza insorta con il comune di Varena e con l'arciprete di Cavalese in merito alla partecipazione della popolazione di Varena all'adorazione detta delle "Quaranta ore" nella chiesa parrocchiale di Cavalese. Fascicolo, cc. 17

A. 15. 9.7. b. 9 "Sacristano" 1867 - 1947 Contratti con il sacrestano, atti di immissione in possesso, carteggio relativo al suo salario, ai suoi compiti, ecc. Fascicolo, cc. 32

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A. 15. 9.8. b. 9 "Cantori" 1922 - 1924; 1940 - 1949 Carteggio e atti relativi alla retribuzione dei coristi, al contributo comunale in favore del coro, regolamento del coro, ecc. Fascicolo, cc. 15

A. 15. 9.9. b. 9 "Campane" 1916 - 1943 Requisizione, fusione nuova campana e collocamento nella chiesa, rimborso spese per danni di guerra, raccolta delle campane di edifici di culto durante la seconda guerra mondiale. Fascicolo, cc. 37

A. 15. 9.10. b. 9 "Binazioni" 1924 - 1942 Concessioni di facoltà per la binazione di messe. Fascicolo, cc. 22

A. 15. 9.11. b. 9 "Fondazioni missarie" 1712 - 1950 Documentazione raccolta e ordinata da don Giovanni Amech(1) relativa alle messe legatarie a carico della chiesa, del beneficio curaziale, del beneficio primissariale, del comune di Varena e di privati: urbario delle messe legatarie (1893), documenti di fondazione, decreti di riduzioni di messe ecc. (1712; 1751; 1821-1894); documento di fondazione del legato disposto da Battista Monsorno per la distribuzione di sale e carteggio relativo al legato (1850-1871; 1909); carteggio e atti relativi alle messe legatarie e ai legati. Fascicolo, cc. 161 Note (1) Tale documentazione si trova in una cartellina riportante l'elenco del contenuto e la segnatura "E" di mano di don Amech.

A. 15. 9.12. b. 9 Registri dello stato patrimoniale ed economico 1929 - 1946 Registri dello stato patrimoniale ed economico della chiesa parrocchiale (1929, con estratti tavolari del 1937 e 1945), del beneficio parrocchiale (1929, con estratti tavolari del 1945) e del beneficio primissariale (1929, con estratti tavolari del 1937, 1945 e 1946). Fascicolo, cc. 61

A. 15. 9.13. b. 9 Testamento di don Antonio Longo 1820 (copia) Copia del testamento di don Antonio Longo.

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Fascicolo, cc. 10

A. 15. 9.14. b. 9 "Permute del beneficio primissariale" 1929 - 1933 Permute di diversi fondi appartenenti al beneficio primissariale. Fascicolo, cc. 33

A. 15. 9.15. b. 9 "Corrispondenza col Comune" 1930 - 1949 Carteggio con il comune di Cavalese e con il comune di Varena relativo alla rinnovazione delle iscrizioni ipotecarie, ai restauri della chiesa parrocchiale di Varena, al supplemento di congrua, alla commemorazione del secondo centenario della nascita di don Antonio Longo, alla ricostituzione di Varena in comune autonomo, ecc. Fascicolo, cc. 32

A. 15. 9.16. b. 9 "Depositi in Curia" 1932 - 1947 Ricevute dell'Ordinariato vescovile di Trento del deposito presso l'Ufficio amministrativo diocesano dei valori appartenenti agli enti ecclesiastici di Varena(1). Fascicolo, cc. 25 Note (1) I depositi vennero effetttuati in esecuzione delle istruzioni impartite dalla S. Congregazione del Concilio dd. 20 giugno 1929, art. 19.

A. 15. 10. b. 10 "1) Azione missionaria e S. Vigilio 2) Documenti di assicurazione 3) Stampiglie per denunce 4) Affari Mich di 5) Manomorta 6) Confraternita del Santissimo 7) Fassioni parrocchiali 8) Moduli per conti chiesa" 1893 - 1950 Busta

A. 15. 10.1. b. 10 "Raccolta degli atti relativi all'azione missionaria e all'Opera di S. Vigilio" 1931 - 1938 Documentazione relativa alle Opere di S. Vigilio, della Propagazione della Fede, di S. Pietro Apostolo e della S. Infanzia.

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Contiene anche opuscoli informativi e manifesti a stampa. Fascicolo, cc. 34

A. 15. 10.2. b. 10 "Documenti di assicurazione" 1911 - 1947 Contratti di assicurazione contro i danni di incendi per il quadro rappresentante S. Agnese del pittore Unterperger, per i quadri dipinti da don Antonio Longo, per la casa del beneficio primissariale Bonelli, assicurazione previdenziale del sacrestano, circolari e quietanze. Fascicolo, cc. 23

A. 15. 10.3. b. 10 "Atti amministrativi venerabile chiesa 1) Affari fratelli Mich Tesero" 1923 - 1938; 1948 Carteggio e atti relativi al credito della chiesa parrocchiale di Varena nei confronti dei fratelli Mich, eredi di Francesco Mich da Tesero. Fascicolo, cc. 40

A. 15. 10.4. b. 10 "Denunce tasse di manomorta" 1935 - 1945 Denunce delle rendite della chiesa parrocchiale, del beneficio parrocchiale e del beneficio primissariale Bonelli per il pagamento della tassa di "manomorta". Fascicolo, cc. 47

A. 15. 10.5. b. 10 "L. Confraternita del SS. Sacramento"(1) 1899 - 1922; 1933 - 1950 Carteggio relativo all'approvazione dello statuto (1899), quietanze per l'acquisto di un gonfalone, di un piviale, di torce e di altri arredi (1905-1909), indizione e programma della giornata eucaristica del decanato di Cavalese (1922), ecc. Fascicolo, cc. 34 Note (1) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", b. 6.

A. 15. 10.6. b. 10 "Fassioni parrocchiali" 1893 - 1943 (con trascrizione di un doc. del 1839) Documentazione relativa alla presentazione delle fassioni(1), carteggio e atti relativi ai rapporti con il comune di Varena per il contributo al curato, inventari del beneficio curaziale (1898-1932), documentazione relativa alla determinazione del supplemento di congrua, tabelle di servizio, prospetti delle rendite e del patrimonio, ecc. Fascicolo, cc. 146 Note

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(1) Don Corradini ha qui raccolto documentazione relativa alle fassioni presentate dai suoi predecessori (don Amech e don Felicetti) aggiungendo poi quella da lui prodotta. Cfr. anche "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fascc. 3.1, 3.2 e 3.3.

52 serie 16 Carteggio e atti, 1873 - 1953

Contenuto La serie è formata da un fascicolo contenente la documentazione prodotta o ricevuta dal curato, poi dal parroco di Varena relativa alla gestione dell'ufficio parrocchiale.

A. 16. 1. b. 1 Carteggio e atti 1873 - 1953 Elenco degli iscritti alla Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth, elenco di militari, quietanze, elenco delle famiglie di Varena, statuto e carteggio relativo alla Società apistica fiemmese, repertori degli atti soggetti a tassa di registro, iscritti all'Opera della S. Infanzia, discorsi in memoria di don Giacomo Felicetti, processioni, prospetto dell'archivio parrocchiale, scuola materna, ecc. Fascicolo, cc. 377

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Ente Beneficio parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo [1702] - 1987 gennaio 24

Archivi prodotti Fondo Beneficio parrocchiale in Varena, 01/01/1904 - 31/12/1978

Storia Fin dall'erezione della curazia, il cappellano curato di Varena e Daiano veniva mantenuto dai vicini dei due paesi. Nel 1722, in occasione della visita pastorale, don Giuseppe Bonelli dichiarò di ricevere 124 fiorini complessivi e 16 "passi" di legna e di avere l'usufrutto della canonica con gli orti annessi(1). L'elezione di don Bonelli venne effettuata dalle due regole e confermata dall'arciprete di Fiemme Giuseppe Antonio Manci nel 1721, quando vennero stilati anche i capitoli che regolavano i rapporti del cappellano curato con le due regole e con l'arciprete stesso, nonché se ne stabilivano gli obblighi e i compensi(2). Al mantenimento del sacerdote contribuivano anche le entrate derivanti dalle rendite dei fondi del legato ordinato da Pietro Ceol(3). In favore del curatore d'anime di Varena furono lasciati a varie riprese nel corso del XVIII secolo diversi legati che confluirono nelle rendite del beneficio parrocchiale: il legato lasciato da don Gabriele Braito con testamento del 17 novembre 1740 e fondato con atto del 10 novembre 1751; il legato lasciato da don Valentino Gianmoena con testamento del 1753; il legato lasciato da Anna Maria Longo da Varena con testamento dell'11 marzo 1785(4). Nel 1798, dopo la separazione da Daiano, il curato di Varena era obbligato a cantare la messa, spiegare il Vangelo e la Dottrina Cristiana ai fanciulli tutte le feste di precetto, celebrare la prima messa nei giorni feriali, somministrare i sacramenti ai curaziani e assistere i moribondi, tenere le solite processioni, insegnare la scuola ai fanciulli, celebrare tutte le messe richieste dalla regola e dai curaziani, offrire ai cantori e al sacrestano un pranzo il giorno di Natale e una cena la sera dei Santi e il giorno dei morti. Era inoltre tenuto a comunicare la sua partenza alla regola entro tre mesi. Come compenso la regola di Varena era obbligata a contribuire al curato 60 fiorini in denaro e 60 fiorini in grano, 12 "passi" di legna ogni anno, oltre alla canonica con due orti contigui(5). Proprio in conseguenza della separazione da Daiano i vicini di Varena si sentivano sobbarcati da un contributo troppo oneroso per il mantenimento del loro curato. In seguito alle richieste di don Antonio Longo vennero accordati in favore del curato i capitali derivanti da due legati lasciati dal defunto arciprete di Cavalese Giovanni Francesco Riccabona e fondati uno il 16 luglio 1802 e l'altro il 22 maggio 1804(6). In base ad una convenzione stipulata con l'arciprete di Cavalese Giuseppe conte d'Arsio nel 1804, il curato di Varena era autorizzato ad esigere in perpetuo 10 fiorini annui dal parroco di Cavalese "tanto per appianare certe vertenze e pretese sopra vari punti"(7). Un consistente contributo al mantenimento del curato venne dalle rendite derivanti dai capitali e dai fondi lasciati in legato nel 1822 da don Antonio Longo(8), il quale destinò anche due terzi della sua casa ad uso di canonica incaricando il comune di Varena al suo mantenimento(9). Il beneficio divenne proprietario dell'intera canonica nel 1838 quando il Comune acquistò dagli eredi di don Antonio Longo la terza porzione della casa per donarla poi al beneficio curaziale. Lo stesso Comune acquistò anche un "broilo" confinante con la canonica allo scopo di costruire un edificio da destinare per una parte dell'anno a locali scolastici e per il rimanente periodo ad uso del curato(10). Patrono del beneficio era quindi il comune di Varena, il quale fino al 1919 ne fu anche l'amministratore(11). 54

In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio ha perso la personalità giuridica civile.

Funzioni, occupazioni e attività Una precisa definizione dei benefici, e tra questi del beneficio parrocchiale, come enti giuridici si ha solo con il Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 1409, infatti, lo definisce come "un ente giuridico costituito o eretto in perpetuo dall'autorità ecclesiastica, composto di un ufficio sacro e del diritto di percepire i redditi della dote, spettanti all'ufficio". Il beneficio era dunque costituito da due elementi: uno definito "spirituale", cioé l'ufficio sacro, e l'altro "materiale", la dote annessa. L'origine dei benefici si deve ricercare nelle prime fasi della cristianizzazione quando il vescovo distribuiva le offerte dei fedeli al clero, ai poveri e alle chiese. I sacerdoti rurali godevano, a loro volta, dell'usufrutto dei diritti feudali o prestazioni reali. Soltanto verso l'XI secolo i benefici divennero perpetui. La dote del beneficio poteva essere costituita da beni mobili o immobili, come campi, vigneti, boschi, pascoli, case e in seguito titoli del debito pubblico o titoli di stato; da prestazioni certe e obbligatorie da parte di famiglie o persone morali, come le decime, assegni dal Comune; da offerte sicure dei fedeli spettanti al beneficiato come le tasse o quotazioni liberamente assunte; dai diritti di stola, nei limiti delle tasse diocesane o della legittima consuetudine. Il beneficio parrocchiale aveva annessa la cura d'anime era perciò un beneficio curato: in analogia con gli uffici ecclesiastici anche i benefici potevano distinguersi in riservati e di libera collazione, elettivi e di giuspatronato. L'erezione era l'atto legittimo con cui la competente autorità ecclesiastica costituiva il beneficio. La fondazione consisteva invece nella costituzione della dote beneficiaria. Il beneficio non si poteva erigere se non aveva una dote stabile e conveniente, con redditi perpetui. Una forma particolare di conferimento del beneficio era quella preceduta dalla presentazione del candidato da parte di un patrono (comunità, padronato, famiglia, clero regolare, re, governo). Nel Trentino, in seguito alla secolarizzazione del principato vescovile, tutti i benefici esistenti nel territorio e non soggetti già a un patronato privato, divennero di patronato cesareo. Solo con il Concordato del 1929 (art. 25) lo stato italiano rinunciò alla prerogativa sovrana del regio patronato sui benefici maggiori e minori, che gradualmente decaddero. Con la nomina e il conferimento del beneficio e con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco otteneva la legittima rappresentanza per l'esercizio del suo diritto di usufrutto delle temporalità del beneficio. In quanto rappresentante dell'ente egli aveva inoltre l'obbligo di difendere e assicurare l'integrità del patrimonio e di amministrarlo sotto la sorveglianza dei vescovi, dei patroni e dello stato. Nel corso dei secoli le rendite di alcuni benefici parrocchiali vennero a poco a poco assottigliandosi fino a non essere sufficienti al mantenimento del beneficiato. I governi dovettero perciò provvedere stabilendo congrue e supplementi di congrue a carico dei Comuni o di altri enti. L'istituto del beneficio ecclesiastico fino al Concilio Vaticano II ha costituito il principale strumento tecnico per procurare il sostentamento del clero; il Concilio pervenne alla decisione che esso doveva "essere abbandonato, o almeno riformato a fondo" ("Presbyterorum Ordinis", decreto 7 dicembre 1965 § 20). Così il Codice di diritto canonico del 1983 ha prefigurato (CIC 1983, can. 1272 § 2) la costituzione dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e ha chiamato la Conferenza episcopale alla graduale devoluzione di redditi e per quanto possibile della dote stessa beneficiale all'istituto.

Note (1) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 36, c. 7.

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(2) Cfr. Inventario dell'archivio storico della parrocchia di Cavalese, "Fondo cartaceo della parrocchia di Cavalese", "Carteggio e atti", b. 7, cc. 5-8. (3) Ibidem. (4) Cfr. "Archivio del Beneficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti", fasc. 1. (5) Cfr. i capitoli del curato in "Archivio diocesano tridentino", "Libro B" 95, n. 75. (6) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 9.12. (7) Ibidem e "Archivio del Beneficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti", fasc. 1. (8) Don Antonio Longo, nativo di Varena, curato a Varena dal 1798 al 1819, fu anche un celebre pittore e lasciò alla chiesa di Varena molti dei suoi quadri, tuttora conservati in canonica. Cfr. FELICETTI L., "Memorie storiche di Cavalese, Varena e Daiano", Trento, 1933, pp. 206-208. (9) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 9.12 e "Archivio del Beneficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti", fasc. 1. (10) Ibidem. (11) Cfr. la relazione alla visita vescovile del 1946 in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 6.1, c. 25.

56 fondo Beneficio parrocchiale in Varena, 1904 - 1978

quad. 1, fascc. 2

Soggetti produttori Beneficio parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, [1702] - 1987 gennaio 24

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al fondo "Ufficio parrocchiale di Varena".

Vedi anche: Fondo Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in Varena. L'urbario dei beni immobili del beneficio parrocchiale di Varena per l'anno 1947 si trova in "Archivio della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo in Varena", "Urbari", reg. 4, cc. Sd 91-104.

57 serie 1 Partitari, 1934 - 1978

Contenuto La serie si compone di un registro.

B. 1. 1 "Partitario beneficio parrocchiale per crediti e fondi. Varena" 1934 luglio 27 - 1978 aprile 4 Partitario dei beni immobili e dei capitali. Italiano Quaderno, legatura in cartone, cc. 29 n.n.

58 serie 2 Resoconti, 1930 - 1945

Contenuto La serie è composta da un fascicolo che conserva i resoconti del beneficio parrocchiale di Varena. I resoconti per gli anni 1937-1945 sono stati presentati alla Curia arcivescovile di Trento per l'approvazione e la liquidazione.

B. 2. 1. b. 1 Resoconti 1930 - 1945 Nn. 1-9 Per gli anni 1939-1945 anche quietanze. Fascicolo, cc. 94 n.n.

59 serie 3 Carteggio e atti, 1904 - 1964

Contenuto La serie è costituita da un fascicolo formato da documenti attinenti alla canonica e alla congrua. Tali documenti provengono quasi sicuramente dai fascicoli ordinati dell'archivio della parrocchia di Varena, la cui posizione attualmente non è più individuabile. In tempi relativamente recenti sono stati raccolti in una cartella, senza titolo originale, probabilmente allo scopo di ricostruire la storia della canonica e i rapporti con il comune di Varena in merito all'uso dei suoi locali. Altra documentazione relativa al Beneficio curaziale/parrocchiale si trova in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati".

B. 3. 1. b. 1 Canonica e congrua 1904 - 1964 (con documenti del 1751-1838) Carteggio relativo all'impianto del libro fondiario, all'intavolazione della canonica e al diritto del beneficio curaziale di godere di due locali scolastici comunali attigui alla canonica (1904-1905), comunicazione dell'Ordinariato in merito alla relazione dei redditi dell'eredità di don Antonio Longo con la congrua curaziale (1914, con allegati del 1751-1838), estratto tavolare della canonica, casa comunale e scuole (1922), carteggio e atti relativi alla permuta con il comune di Cavalese di locali della canonica (1930-1938), carteggio e atti relativi al diritto d'uso dei locali scolastici e a lavori della canonica (1963-1964). Fascicolo, cc. 91

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Ente Chiesa dei Santi Pietro e Paolo [1193] - 1987 gennaio 24

Archivi prodotti Fondo Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in Varena, 01/01/1481 - 31/12/1990

Storia La chiesa di Varena, dedicata ai Ss. Pietro e Paolo, è di origini molto antiche. La prima notizia attestata risale al 28 novembre 1193 quando venne consacrata da vescovo di Trento Corrado da Beseno insieme a quella di S. Tommaso di Daiano(1). Probabilmente in seguito ad un ampliamento venne riconsacrata il 28 luglio 1428(2) e poi di nuovo il 26 marzo 1531(3). Nel 1580 il vescovo Ludovico Madruzzo nella sua visita pastorale nella Val di Fiemme dà disposizioni in merito alla conservazione del vasetto per il SS. Sacramento e del tabernacolo, ordina di provvedere alle pale per i due altari laterali, dedicati a S. Sebastiano e a S. Caterina, e di restaurare il tetto della chiesa(4). Il vescovo inoltre invita i sindaci a rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa, costituito in interessi su capitali, in affitti di fondi e nella raccolta delle elemosine. Il fonte battesimale venne concesso nel 1702 al momento dell'erezione della curazia di Varena. L'edificio, insufficiente per contenere la popolazione di Varena, fu ampliato nel 1882 coll'aggiunta di un'arcata alla navata della chiesa(5). L'attuale chiesa è in stile gotico con contrafforti in pietra rossa all'esterno e timpano acuto ornato dalla statua di s. Pietro in pietra rossa, opera dello scultore Luigi Degasperi da Trento. In essa si trovano tre altari: quello maggiore dedicato ai Ss. Pietro e Paolo e i due laterali dedicati rispettivamente a S. Vigilio e all'Immacolata. La chiesa contiene dipinti di don Antonio Longo e di Francesco Unterperger. Patrono della chiesa era il comune di Varena che provvedeva alle spese di mantenimento.

Funzioni, occupazioni e attività Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amminstrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il 61 curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione"(6). I fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765

Note (1) Cfr. BONELLI B., "Monumenta ecclesiae tridentinae", Trento, 1765, p. 45. (2) Cfr. "Fondo pergamenaceo della parrocchia di Varena", "Pergamene", perg. 1. (3) Ibidem, perg. 9. (4) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 4, c. 422. (5) Non si sono raccolte notizie sull'ingrandimento della chiesa in quanto scarsa è la documentazione conservata nell'archivio storico della parrocchia di Varena. (Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 2.3) Probabilmente l'archivio del comune di Varena è più ricco di documenti in proposito in quanto patrono della chiesa. (6) Cfr. "Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici, nonché delle fondazioni ecclesiastiche della diocesi di Trento", 1865, Capitolo I, Sezione I, § 10.

62 fondo Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in Varena, 1481 (copia) - 1990

regg. 9, bb. 2, fasc. 1

Soggetti produttori Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, [1193] - 1987 gennaio 24

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al fondo "Ufficio parrocchiale di Varena".

Vedi anche: Fondo Beneficio parrocchiale in Varena. L'urbario dei beni immobili del beneficio parrocchiale di Varena per l'anno 1947 si trova in "Archivio della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo in Varena", "Urbari", reg. 4, cc. Sd 91-104. Fondo Beneficio primissariale don Giuseppe Bonelli in Varena. L'urbario dei beni immobili del beneficio primissariale di Varena per l'anno 1947 si trova in "Archivio della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo in Varena", "Urbari", reg. 4, cc. sd 42- 87.

63 serie 1 Urbari, 1547 - 1947

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni della chiesa e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio, si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium". In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

La serie è formata da quattro registri. Il primo urbario venne redatto nell'anno 1547 per avere una più esatta possibile situazione dei redditi della chiesa di Varena, dopo che un incendio scoppiato nel 1546 bruciò il registro del 1524 che si trovava presso il notaio Bartolomeo Braito da Daiano(1). L'urbario, detto anche "quaterno", venne rinnovato nel 1615 per volontà di don Stefano Grossi, pievano di Fiemme, in esecuzione di un decreto vescovile al fine di garantire una corretta amministrazione del patrimonio della chiesa. Il pievano a tale scopo nominò due commissari, scelti tra i vicini della villa di Varena, i quali insieme al sindaco o massaro della chiesa, in presenza di alcuni vicini, del regolano di Varena e del pievano stesso e con l'ausilio del notaio procedettero alla descrizione dei beni, degli affitti e delle messe perpetue della chiesa. La compilazione dell'urbario si concluse nel 1633 con la sua pubblicazione(2). Sul secondo registro venne redatta la successiva rinnovazione dell'urbario, con le stesse modalità di quello precedente, sempre su indicazioni vescovili e per far fronte alle continue variazioni dei beni della chiesa. Si trovano in questi registri frequenti riferimenti sia all'urbario "vecchio" sia a quello "nuovo". Il terzo urbario venne redatto nel 1834 da un geometra di Cavalese per ordine del governo. Ogni stabile di proprietà della chiesa viene descritto con dovizia di particolari: se ne danno l'ubicazione, l'estensione, i confini, il numero catastale e la stima e ogni descrizione è corredata da una mappa riportante le particelle catastali con le relative misure. Annotazioni posteriori indicano le eventuali vendite o modifiche subite dai terreni. L'ultimo urbario contiene la descrizione dei beni immobili della chiesa, del beneficio primissariale e del beneficio parrocchiale.

Note (1) Cfr. "Archivio della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo in Varena", "Urbari", reg. 1, cc. 1-2. (2) Nel 1670 tale urbario, "descriptum in membrana satis eleganter", viene presentato dai sindaci della chiesa in occasione della visita pastorale. Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 12, c. 104 e c. 119.

C. 1. 1 Urbario 1547 gennaio 18 - 1599 gennaio 15; 1615 aprile 22 - 1633 (con annotazioni post. fino 25 agosto 1699) A c. 27v: annotazione non pertinente, 1766 set. 29. Italiano, latino Registro; pergamena, legatura in pelle, con lacci, cc. 19, cc. 27, con indice della seconda parte alle cc. 23-24

64

C. 1. 2 Urbario 1672 maggio 22 - 1674 (con annotazioni posteriori fino al 19 marzo 1776) Italiano, latino Registro, legatura in pergamena, pp. 70, cc. 71-76, pp. 77-90

C. 1. 3 "Urbario" [1834] (con annotazioni posteriori fino al 4 gennaio 1864) Urbario redatto dal geometra Pietro fu Domenico Rizzoli da Cavalese. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 43

C. 1. 4 Urbario 1947 (con annotazioni posteriori fino all'11 novembre 1953) cc. sd 1-38: urbario dei beni immobili della chiesa parrocchiale (con il legato missario di Caterina Vanzo); cc. sd 42-87: urbario dei beni immobili del beneficio primissariale (con il legato Giacomuzzi); cc. sd 91-104: urbario dei beni immobili del beneficio parrocchiale. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 106 (bianche le cc. sd 39, 40, 88, 89, 105), con indici dei beni immobili alle cc. sd 41, 90, 106

65 serie 2 Registri delle rese di conto dei sindaci, 1532 - 1715

Contenuto La serie è formata da due registri sui quali i sindaci della chiesa di Varena, detti anche massari o canevari, eletti dalla comunità, annotavano le entrate e le uscite relative al patrimonio della chiesa e le rese di conto annuali. Il saldo e le rese di conto venivano presentati in genere verso la fine dell'anno o all'inizio di quello successivo alla presenza del pievano di Fiemme, del regolano e di alcuni vicini di Varena, redatti e sottoscritti da un notaio. A partire dal 1702, in seguito all'erezione della curazia di Varena e Daiano, le rese di conto venivano redatte alla presenza del curato. La serie presenta una lacuna dal 1564 al 1677 dovuta alla mancanza di un registro(1).

Note (1) La presenza di tale registro è documentata nel 1738 dall'inventario redatto dal curato don Bartolomeo Paolazzi. Cfr. "Archivio della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo in Varena", "Carteggio e atti", fasc. 1.

C. 2. 1 Registro delle rese di conto dei canevari 1532 gennaio 7 - 1564 gennaio 7 Alle pp. 11, 38-44, 46: nota delle "masarie"(1) consegnate al nuovo "monego" della chiesa, 1533 gen. 6-1566 gen. 7; a p. 45: nota delle entrate della chiesa, 1533. Italiano Registro, legatura in pergamena, pp. 46 Segnature precedenti: L (2) Note (1) Arredi sacri consegnati al sacrestano. (2) Cfr. elenco redatto da don Amech in "Archivio della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo in Varena", "Carteggio e atti", fasc. 1.

C. 2. 2 "Libro nel quale si noterano le rese de conti et amministratione deli honorandi massari della chiesa delli gloriosi santi apostoli Pietro et Paulo di Varena ... incominciandosi a quella di messer Antonio Braito che fu massaro della medema chiesa dal s. Michele 1676 sino al s. Michele del 1677 et così sussequentemente" (tit. int.) 1677 dicembre 9 - 1715 novembre 18 Mancano le rese di conto (cc. strappate) degli anni 1678-1685, 1690-1691 e 1706; altre rese di conto sono parziali. (1) Italiano legatura in cartoncino rustico, cc. 41 n.n., mutilo Note (1) Le rese di conto in origine arrivavano fino all'anno 1725. Cfr. inventario redatto dal curato don Bartolomeo Paolazzi nell'anno 1738 in "Archivio della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo in Varena", "Carteggio e atti", fasc. 1.

66 serie 3 Registri delle locazioni, 1672 - 1799

Contenuto La serie si compone di un registro sul quale venivano annotate le locazioni temporali dei fondi di proprietà della chiesa di Varena. Le locazioni venivano concesse su licenza dell'arciprete di Fiemme e sottoscritte da un notaio, dal sindaco della chiesa o dal curato di Varena, con frequenti riferimenti all'urbario sul quale venivano descritti i fondi. Accanto alle locazioni si possono trovare annotazioni posteriori relative alle rinnovazioni.

C. 3. 1 "Libro nel quale sono scritte et si devono scrivere le locationi temporali de benni aspettanti alla chiesa delli gloriosi apostoli Santo Pietro e Santo Paulo della villa di Varena ... incominciando l'anno 1672 inditione decima 22 del mese di maggio" (tit. int.) 1672 maggio 22 - 1799 aprile 6 Alle cc. 153-154: memoria relativa all'aumento dell'affitto dei fondi compreso della quota di steora, 1788 feb. 29; alla fine, incollata: quietanza del sindaco della chiesa, 1837 ott. 30. Italiano Registro, legatura in pergamena, con lacci, pp. 51, cc. 52-154

67 serie 4 Partitari, 1944 - 1990

Contenuto Il partitario, o libro maestro, è un registro suddiviso in tante partite distinte quante sono le persone con le quali subentra un rapporto di interesse. Una parte delle registrazioni è relativa alla descrizione del credito e un'altra alla registrazione degli acconti e/o saldi a mano a mano che avvengono i versamenti da parte del debitore.

La serie è costituita da un registro relativo ai beni immobili della chiesa e alla riscossione degli affitti.

C. 4. 1 "Partitario venerabile chiesa di Varena" 1944 gennaio 21 - 1990 dicembre 17 Partitario dei beni immobili. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 75, con indice dei fondi alle pp. 73-74

68 serie 5 Registri di cassa, 1950 - 1982

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale è riportata la situazione di cassa della chiesa parrocchiale come luogo di culto (arredi sacri, cera, organista, messe, ecc.) e le entrate e le uscite relative all'amministrazione del suo patrimonio.

C. 5. 1 "Libro cassa della chiesa parrocchiale di Varena" (tit. int.) 1950 ottobre 3 - 1982 dicembre 30 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 38 n.n.

69 serie 6 Resoconti, 1806 - 1950

Contenuto Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il Ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un esatto conto. Sei settimane dopo il termine dell'anno militare, che cominciava il primo novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime di fare un estratto di tale conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio delle chiese della sua diocesi. La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava quindi agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

La serie è formata da due buste.

C. 6. 1. b. 1 "Conti della chiesa dal 1812-1906" 1806 - 1906 Nn. 1-52 Per l'anno 1806/07 anche resoconto del legato Giacomuzzi a favore dei poveri. L'anno 1807/08 è corredato da quietanze. Mancano i resoconti per gli anni 1811, 1813-1824/25, 1826/27-1829/30, 1832/33-1836/37, 1838/39-1845, 1848-1864, 1894. Per l'anno 1812 solo estratto dei livelli perpetui, delle realità e degli interessi sui capitali. Per gli anni 1830/31 e 1831/32 solo lettera di liquidazione. Busta, cc. 491 n.n.

C. 6. 2. b. 2

70

"Conti della chiesa e formulari dal 1907-1937" 1907 - 1950 Nn. 53-85 Mancano i resoconti per gli anni 1946-1948. Per gli anni 1949/50 solo quietanze. Busta, cc. 409 n.n.

71 serie 7 Carteggio e atti, 1481 (copia) - 1828

Contenuto La serie è costituita da un fascicolo che raccoglie la documentazione più antica relativa all'amministrazione della chiesa di Varena. Al momento della rilevazione dell'archivio gli atti si trovavano in una scatolina di cartone, piegati e riportanti lettere alfabetiche maiuscole. Nella scatola si trovava anche una "nota" redatta da don Giovanni Amech con la descrizione di atti e registri "esistenti nell'archivio della chiesa di Varena", elencati dalla lettera A alla lettera R. Oltre a quelli contenuti nel presente fascicolo, l'elenco comprende anche altri documenti, pergamene e registri aventi altra collocazione in archivio. Alle lettere A, B, D sono elencate alcune pergamene; alla lettera L un registro delle rese di conto dei sindaci(1), alla lettera Q un'altra pergamena(2). Non sono stati rinvenuti invece i documenti elencati alle lettere C, M e P. Una particolare segnalazione merita l'inventario degli atti e registri dell'archivio redatto nel 1738 dal curato don Bartolomeo Paolazzi e segnato nel citato elenco alla lettera F. Tale inventario può servire da riferimento per le segnature di alcune pergamene e di altri atti presenti in archivio e per i registri di amministrazione della chiesa allora presenti. Altra documentazione relativa alla chiesa di Varena si trova in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati".

Note (1) Cfr. "Archivio della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo", "Registri delle rese di conto dei sindaci", reg. 1. (2) Cfr. "Fondo pergamenaceo della parrocchia di Varena", "Pergamene", perg. 9.

C. 7. 1. b. 1 "Documenti e carte esistenti nell'archivio della chiesa di Varena" 1481 (copia) - 1828 Atti raccolti ed elencati da don Giovanni Amech e riportanti lettere alfabetiche maiuscole (E, F, G, H, N, O) e relativi all'amministrazione della chiesa di Varena: censi, compravendite, decreto visitale (1580), inventario degli atti e dei registri dell'archivio (1738), inventari dei beni mobili consegnati al sacrestano, autorizzazione all'indoratura di una pala, minuta di un urbario, formulario per il conto della chiesa. Fascicolo, cc. 98

72

Ente Beneficio primissariale don Giuseppe Bonelli 1768 aprile 30 - 1987 gennaio 24

Archivi prodotti Fondo Beneficio primissariale don Giuseppe Bonelli in Varena, 01/01/1930 - 31/12/1990

Storia Il beneficio primissariale fu fondato da don Giuseppe Bonelli, curato di Varena dal 1759 al 1761, con testamento del 23 febbraio 1761 ed eretto in beneficio ecclesiastico con documento del 30 aprile 1768(1). Secondo le disposizioni testamentarie il beneficiato, scelto tra i sacerdoti della famiglia Bonelli, era obbligato a celebrare nella chiesa curata di Varena la prima messa tutte le domeniche e le feste di precetto, a tenere la Dottrina Cristiana e celebrare le messe a suffragio dell'anima del fondatore. Ai beni lasciati da don Bonelli furono aggregati quelli lasciati da Antonio Defrancesco con testamento del 2 aprile 1766 e quelli lasciati da Gregorio Giacomuzzi con testamento del 17 ottobre 1755, oltre ad una donazione del comune di Varena(2). Patrono del beneficio era il comune di Varena, il quale era obbligato alle riparazioni della casa beneficiale e a fornire al primissario la legna necessaria per il riscaldamento. In base ad una convenzione stipulata tra don Edoardo Devescovi e il comune di Varena il 25 novembre 1866) il beneficiato era obbligato ad assolvere a tutti gli oneri beneficiali e ad aiutare il curato nella cura delle anime, lasciando al Comune l'amministrazione del patrimonio e l'uso di un locale come magazzino comunale per il legname. Il Comune concesse inoltre al beneficiato il fabbricato ad uso di abitazione beneficiale con l'orto e la campagna e un onorario di 300 fiorini, oltre a 25 fiorini per il combustibile. Il Comune rimase amministratore del beneficio fino al 1919, con l'obbligo di sostenere le spese per le riparazioni della casa e di presentare i resoconti annuali(4). Dalle relazioni presentate dal parroco per le visite pastorali del 1946 e del 1955 appare che in quegli anni nessuno era investito di tale beneficio. In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio primissariale ha perso la personalità giuridica civile.

Note (1) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Investiture", n. 10, c. 267. (2) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 9.12. (3) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Benefici", n. 56. (4) Cfr. la relazione alla visita vescovile del 1946 in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 6.1, c. 25.

73 fondo Beneficio primissariale don Giuseppe Bonelli in Varena, 1930 - 1990

regg. 2, fasc. 1

Soggetti produttori Beneficio primissariale don Giuseppe Bonelli, 1768 aprile 30 - 1987 gennaio 24

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al fondo "Ufficio parrocchiale di Varena".

Vedi anche: Fondo Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in Varena. L'urbario dei beni immobili del beneficio primissariale di Varena per l'anno 1947 si trova in "Archivio della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo in Varena", "Urbari", reg. 4, cc. sd 42-87.

74 serie 1 Partitari, 1932 - 1990

Contenuto La serie è costituita da due registri.

D. 1. 1 "Partitario rendite e spese del beneficio primissariale di Varena" 1932 ottobre 23 - 1977 marzo 7 Partitario dei beni immobili e dei capitali. Incollato all'interno del piatto anteriore della coperta: stato del patrimonio del beneficio primissariale, 1929. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 42 n.n. (num. orig. imprecisa), con indici dei beni immobili e dei capitali alla fine di ogni parte

D. 1. 2 "Partitario beneficio primissariale" 1945 gennaio 14 - 1990 dicembre 17 Partitario dei beni immobili. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 97, con indice dei fondi alle pp. 95-96

75 serie 2 Resoconti, 1930 - 1950

Contenuto La serie è composta da un fascicolo che conserva i resoconti del beneficio primissariale di Varena presentati alla Curia arcivescovile di Trento per l'approvazione e la liquidazione.

D. 2. 1. b. 1 Resoconti 1930 - 1950 Nn. 1-14 Manca il resoconto per l'anno 1948. Per gli anni 1949-1950 solo quietanze. Fascicolo, cc. 125 n.n.

76

Ente Confraternita del Santissimo Sacramento 1899 giugno 16 - [1988]

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Varena, 01/01/1899 - 31/12/1988

Storia La Confraternita del SS. Sacramento, per interessamento del curato don Giovanni Amech, venne eretta canonicamente con proprio statuto il 16 giugno 1899. Non possedendo un proprio patrimonio, le spese per la celebrazione delle messe venivano pagate con le quote annuali dei confratelli e con elemosine volontarie raccolte a seconda dei bisogni.

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede Apostolica" del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1806 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie.

77 fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Varena, 1899 - 1988

regg. 2, quad. 1

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, 1899 giugno 16 - [1988]

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al fondo "Ufficio parrocchiale di Varena".

Vedi anche: Fondo Ufficio parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo in Varena. Carteggio e atti relativi alla confraternita si trovano i "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Varena", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 10.5.

78 serie 1 Registri di amministrazione, 1899 - 1988

Contenuto La serie è costituita da due registri e un quaderno. Sul primo, fin dall'erezione della confraternita, venivano registrati sia i nomi dei confratelli, sia i verbali delle riunioni, sia la cassa con i resoconti annuali. Sugli altri due registri, di data più recente, erano tenuti distintamente l'elenco degli iscritti e la cassa della confraternita.

E. 1. 1 "Confraternita del Santissimo" 1899 - 1952 - Registro degli iscritti e delle riscossioni delle tasse annuali, 1899-1952; - elenco dei confratelli defunti, 1900 lug. 13-1929 feb. 8; - registro di cassa con resoconti annuali, 1900 feb. 26-1936 giu. 2; - registro dei verbali delle riunioni, 1900 mar. 19-1942 gen. 1. Alla fine, incollate, 2 cc. relative all'amministrazione della confraternita del SS. Sacramento, della confraternita del Terz'Ordine e della confraternita delle Figlie di Maria, 1930-1932. Italiano Registro, legatura in mezza tela, con appigli, cc. 114 n.n., con indice alfabetico alla fine della prima parte

E. 1. 2 "Libro [c]assa della confraternita del Santissimo" 1947 gennaio 26 - 1977 settembre 16 Italiano Quaderno, legatura in cartone, cc. 8 n.n.

E. 1. 3 Registro degli iscritti e delle riscossioni delle tasse annuali 1948 - 1988 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 30 n.n.

79 fondo Fondo pergamenaceo della parrocchia di Varena, 1428 - 1655

pergg. 16

80 serie 1 Pergamene, 1428 - 1655

Contenuto La serie raccoglie 16 pergamene appartenenti all'archivio storico della parrocchia di Varena. I documenti furono redatti nell'arco di tempo che va dal 1428 al 1655 e riguardano la chiesa dei Ss. Pietro e Paolo di Varena. Si trovano le più antiche consacrazioni della chiesa e degli altari e atti riguardanti l'amministrazione del suo patrimonio, come compravendite, locazioni, costituzioni di censi e donazioni. La maggior parte delle pergamene riporta sul verso delle segnature antiche. Si tratta di numeri arabi riconducibili all'inventario redatto dal curato don Bartolomeo Paolazzi nel 1738 e di lettere alfabetiche maiuscole che si rifanno all'elenco redatto dal curato don Giovanni Amech(1).

Per la descrizione dei singoli pezzi ci si è attenuti a quanto stabilito dalle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, cap. 3 - parte prima, che integrano quanto già predisposto dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966. Le pergamene sono descritte e inserite in ordine cronologico, non avendo in fase di inventariazione rilevato altro criterio preesistente di ordinamento. In questa sede si sono adottati i seguenti criteri di descrizione: - ogni unità è indentificata con un numero progressivo in cifre arabe che corrisponde a un ordine prettamente cronologico; - a questo numero segue l'intitolazione che esprime la natura giuridica del documento; - si sono riportate la data cronica completa(2) e quella topica, quest'ultima espressa ove sia possibile con toponimo moderno. A queste informazioni segue un breve regesto nel quale vengono segnalati: - la natura dell'atto giuridico; - i nomi delle parti contraenti con relativa indicazione del patronimico e provenienza, menzionati singolarmente fino a un massimo di tre persone; - l'oggetto dell'atto stesso. I termini mancanti di una perfetta traduzione in italiano sono stati riportati tra virgolette; i nomi propri di persona non traducibili si sono dati in latino al caso nominativo; i cognomi sono stati omologati alla forma attuale, se esistente, o se comunque attestata verso l'inizio del secolo scorso. Viene indicato il notaio rogante, con relativo patronimico e provenienza. Gli elementi dedotti da fonti esterne e non dal testo sono forniti fra parentesi quadre. Riguardo alla tradizione del documento si è distinto tra 'originale', 'originale da rogiti' o 'copia autentica'. Si intende per originale il documento tratto dal protocollo e sottoscritto dallo stesso notaio rogante; per originale da rogiti di un altro notaio la stesura in forma pubblica del documento, previa autorizzazione di un'autorità competente, fatta da un notaio diverso da quello che aveva prodotto l'atto sul suo protocollo originale; per copia quei documenti che tali si definiscono. Si forniscono inoltre indicazioni in merito alle dimensioni del supporto scrittorio, espresse in millimetri con la segnalazione dell'altezza e della base (per forme irregolari, la misura maggiore è seguita, tra parentesi rotonde, da quella

81 minore); alla presenza di sigilli; alla presenza di note di contenuto e archivistiche sul verso o sul recto; a eventuali antiche segnature o danni riscontrati. Viene infine data notizia di altri regesti con la relativa citazione bibliografica.

Sigle adottate nella descrizione delle pergamene:

SI Sigillum impressum Sigillo impresso SP Sigillum pendens Sigillo pendente SPC Sigillum pendens cereum Sigillo pendente di cera SPD Sigillum pendens deperditum Sigillo pendente perduto ST Signum tabellionis Segno del notaio

Bibliografia LECCISOTTI T., AVAGLIANO F. (a cura di), Abbazia di Montecassino. I regesti dell'archivio, vol. XI, Roma, 1977 (Ministero per i Beni culturali e ambientali. Pubblicazione degli Archivi di Stato)

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda LORENZI E., Dizionario toponomastico tridentino, 1932 (ristampa) MASTRELLI ANZILOTTI G., Toponomastica Trentina. I nomi delle località abitate, Provincia autonoma di Trento, Servizio Beni librari e archivistici, Trento, 2003 NICOLAO F., I dati cronologici nei documenti trentini, Trento, 1934 STENICO R., Notai che operarono nel Trentino dall'anno 845, Trento, Provincia autonoma di Trento, 2000 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo Stenico, Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970

Note (1) Cfr. "Archivio della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo in Varena", "Carteggio e atti", fasc. 1. (2) Lo stile maggiormente in uso dal XII al XVI secolo è quello della "Natività" che stabiliva il primo giorno dell'anno al 25 dicembre.

F. 1. 1. b. 1 Consacrazione di chiesa e di altari 1428 luglio 28 , Varena Frate Giovanni degli Ordini minori, vescovo di Tino e Micone, consacra la cappella dei Ss. Pietro e Paolo apostoli in Varena con i suoi tre altari e concede 40 giorni di indulgenza ai fedeli che visiteranno la cappella nel giorno della dedicazione della cappella e dell'altare maggiore e nel giorno della dedicazione degli altari laterali. Originale, documento di cancelleria vescovile; latino Documento singolo; pergamena, mm 220 x 350, con plica inferiore di mm 65, sul verso note di contenuto e note archivistiche, SPC Segnature precedenti: B; N. 14

F. 1. 2. b. 1 Testamento 1447 novembre 20(1) , Cavalese 82

Biagio Scarian fu Ognibene "a Tela" da Varena dispone le sue ultime volontà, costituendo, tra l'altro, un legato di quattro messe a suffragio della sua anima da celebrarsi nella chiesa dei Ss. Pietro e Paolo di Varena e assicurato su tre prati situati nei territori di Daiano, Varena e Cavalese. Notaio: Antonio fu Enrico del fu Guidone Sommariva (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 515 x 160, sul verso nota di contenuto Note (1) Il 20 novembre 1447 era lunedì e non sabato come riportato nel documento.

F. 1. 3. b. 1 Compravendita 1461 febbraio 3 , Cavalese Nicolò fu "Zancarinus" da Cavalese vende a Nicolò detto "Fassano" da Fassa abitante a Varena, in qualità di canevaro o massaro della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo di Varena, un prato situato nel territorio di Cavalese in località "a Rizolo de sora", per il prezzo di 18 lire di moneta di Merano. Notaio: Tommaso fu Michele Dalle Campane di Francia abitante in Val di Fiemme (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 420 x 165(120), sul verso note di contenuto

F. 1. 4. b. 1 Compravendita 1490 dicembre 29 (1) , Cavalese Antonio Goss da Varena vende a Bartolomeo fu Antonio Braito da Varena, in qualità di canevaro o rettore della chiesa di S. Pietro di Varena, e al notaio rogante agente a nome della chiesa stessa, un prato situato sui luoghi di fienagione degli uomini della Val di Fiemme in località "ai Seradori", per il prezzo di 105 lire di moneta di Merano. Notaio: Antonio figlio di Bertello Bertelli da Vigo (Preore) Originale da rogiti del notaio Antonio Bertelli redatto, su licenza del 1503, dal notaio Alessandro fu Andrea Cirambelli da Gandino(2) abitante a Cavalese (ST), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 395 x 150, sul verso note di contenuto in parte sbiadite Note (1) Nel testo l'anno indicato è il 1491 secondo lo stile 'a Nativitate'; negli estremi cronologici si è scelto di indicare l'uso moderno. (2) Provincia di Bergamo.

F. 1. 5. b. 1 Procura 1500 febbraio 15 , Cavalese Giuliano Delugan da Varena, in qualità di canevaro della chiesa di S. Pietro di Varena, nomina procuratori generali della chiesa Bartolomeo figlio di Giovanni Giacomuzzi e Antonio fu Bartolomeo Goss, entrambi da Varena. Notaio: Alessandro fu Andrea Cirambelli da Gandino abitante a Cavalese (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 590 x 150, sul verso note di contenuto

F. 1. 6. b. 1 Compromesso e sentenza arbitrale

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1500 aprile 24; 1501 febbraio 8 , Cavalese Bartolomeo figlio di Giovanni Giacomuzzi e Antonio fu Bartolomeo Goss entrambi da Varena, in qualità di procuratori della chiesa di S. Pietro di Varena, da una parte, e Battista fu Donato Girardi da Varena, dall'altra, si rimettono al giudizio di don Pietro "de Roziis"(1), vicepievano di Fiemme, e del notaio Giacomo Bertelli, arbitri eletti, per la soluzione della controversia riguardante i diritti di possesso di fondi della chiesa di Varena. Alcuni mesi dopo gli arbitri eletti emettono sentenza. Notaio: Alessandro fu Andrea Cirambelli da Gandino abitante a Cavalese (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 810 x 125, sul verso note di contenuto Note (1) Nella sentenza arbitrale del 1501 don Pietro "de Roziis" viene qualificato pievano di Civezzano. Il Tovazzi lo enumera tra i parroci di Civezzano come "Petrus de Rogiis". Cfr. TOVAZZI G., "Parochiale tridentinum", Trento, 1970, p. 141.

F. 1. 7. b. 1 Locazione 1511 febbraio 15 , Trento Nicolò fu Giovanni Giacomuzzi e Biagio fu Pietro Scarian, entrambi da Varena, in qualità rispettivamente di canevaro e di procuratore della chiesa di S. Pietro di Varena, danno in locazione per cinque anni a Battista fu Donato Girardi da Varena alcuni prati situati sul monte degli uomini della Val di Fiemme e un fondo arativo situato nel territorio di Varena in località "ai Mascli", dietro pagamento annuo di 20 lire di moneta di Merano. Notaio: Giacomo figlio di Domenico Fanti da Vigolo Baselga abitante a Trento (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 500 x 195, sul verso nota di contenuto

F. 1. 8. b. 1 Testamento 1527 aprile 18 (1) , Varena Battista fu Boninsegna Divan da Varena dispone le sue ultime volontà costituendo, tra l'altro, un legato di due messe annue da celebrarsi nella chiesa di S. Pietro di Varena e lasciando 10 ragnesi alla stessa chiesa. Notaio: Bernardino figlio di Francesco Cazzani abitante a Cavalese (ST) Originale, atto notarile Documento singolo; pergamena, mm 400 x 180 Note (1) Il 18 aprile 1527 era giovedì e non mercoledì come indicato nel testo.

F. 1. 9. b. 1 Consacrazione di chiesa e di altari 1531 marzo 26 , Varena Girolamo Vascherio da Carpi, vicario generale e vescovo suffraganeo del vescovo di Trento, consacra la cappella dei Ss. Pietro e Paolo apostoli in Varena con i suoi tre altari, vi inserisce alcune reliquie, consacra il cimitero di Varena e concede 40 giorni di indulgenza ai fedeli che visiteranno la cappella la prima domenica di maggio. Originale, documento di cancelleria vescovile; latino Documento singolo; pergamena, mm 240 x 270, sul verso nota di contenuto e note archivistiche, SPC in teca metallica Segnature precedenti: Q; N. 13

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F. 1. 10. b. 1 Costituzione di censo 1584 luglio 25 , Cavalese Giovanni fu Biagio Rizzoli costituisce in favore di Cipriano Bonelli un censo annuo del sette per cento assicurato su un fondo arativo situato nel territorio di Cavalese in località "al Rinaldo", per il capitale di 40 ragnesi. Notaio: Giovanni Francesco Cazzani da Cavalese Originale da rogiti del notaio Giovanni Francesco Cazzani redatto dal notaio Cipriano Menghini (ST), atto notarile; italiano, latino Documento singolo; pergamena, mm 205 x 140, sul verso, in italiano, affrancazione del censo del [...] aprile 1603 e nota di contenuto

F. 1. 11. b. 1 Donazione 1587 dicembre 28 , Cavalese Antonio Defrancesco da Varena dona a Giovanni fu Michele Ceol da Varena, in qualità di canevaro della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo di Varena, la servitù di passaggio su un prato situato nel territorio di Varena in località "alla Molla". Notaio: Alessandro Giovanelli Originale da rogiti del notaio Alessandro Giovanelli redatto dal notaio Giovanni Giacomo fu Alessandro Giovanelli (ST), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 225 x 115, sul recto nota di contenuto coeva; sul verso nota di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: N. 8

F. 1. 12. b. 1 Donazione 1628 novembre 30 (1) , Cavalese Battista fu Battista Ceol da Varena dona a don Stefano Grossi, pievano di Fiemme, e a Michele fu Nicolò Ceol, sindaco della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo di Varena, entrambi a nome della chiesa, un campo situato nel territorio di Varena in località "Corozolla". Notaio: Bartolomeo fu Giovanni Braito da Varena abitante a Cavalese (ST) Originale, atto notarile; latino mm 340 x 145, sul verso nota di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: N. 6 Note (1) Il 30 novembre 1628 era sabato e non giovedì come indicato nel testo.

F. 1. 13. b. 1 Compravendita con patto di riscatto 1647 maggio 21 , Cavalese Antonio fu Giovanni Divan da Varena vende, con patto di riscatto entro nove anni, a Giovanni Vaia da Varena, in qualità di massaro della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo di Varena, un campo situato nel territorio di Varena in località "al Fologno", per il prezzo di 29 ragnesi e mezzo. Notaio: Giovanni Battista figlio di Giovanni Domenico Bonelli da Cavalese (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 385(370) x 210(160), sul verso nota di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: N. 16

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F. 1. 14. b. 1 Costituzione di censo 16[4]9 gennaio 3(1) , Cavalese Battista fu Bartolomeo Braito da Varena, in presenza di don [Giovanni Giacomo] Calavini, pievano di Fiemme, costituisce in favore di Antonio Scarian, in qualità di sindaco della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo di Varena, un censo annuo redimibile di tre ragnesi, due troni e sei carantani assicurato su un campo situato in località "all'Oro de Valle", per un capitale di 50 ragnesi. Notaio: Bartolomeo Braito da Varena abitante a Cavalese (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 395(200) x 140(100), sul verso note di contenuto in parte sbiadite Note (1) Nella data nel testo è stata omessa l'indicazione delle decine. L'anno 1649 è stato dedotto dal periodo in cui don Giovanni Giacomo Calavini fu arciprete a Cavalese.

F. 1. 15. b. 1 Donazione 1654 maggio 23 , Cavalese Vincenzo fu Giovanni Scarian da Varena, con l'autorizzazione di don Giovanni Francesco Geremia, pievano di Fiemme, dona a Giacomo Doliana, in qualità di sindaco della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo di Varena, un prato situato nel territorio di Varena in località "ai Prai de sora". Notaio: Giovanni Giacomo fu Alessandro Giovanelli da Cavalese (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 255 x 145(130), Originale, pergamena, mm 255 x 145(130). Sul verso note di contenuto e nota archivistica. Segnature precedenti: N. 7

F. 1. 16. b. 1 Compravendita 1655 giugno 23 , Cavalese Libera fu Alessandro Milano da Calliano, vedova di Bartolomeo Defrancesco da Varena, vende a Simone Monsorno da Varena, in qualità di sindaco o massaro della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Varena, un prato situato nel territorio di Varena in località "alla Palla", per il prezzo di 25 ragnesi. Notaio: Giovanni Giacomo fu Alessandro Giovanelli da Cavalese (ST)

Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 185(170) x 130, sul verso nota di contenuto

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