Esempi Dall'archivio Del Teatro Sociale Di Como

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Esempi Dall'archivio Del Teatro Sociale Di Como UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DEI BENI CULTURALI A.A. 2003-2004 Le beneficiate nel teatro ottocentesco: esempi dall’archivio storico del Teatro Sociale di Como Elaborato finale di CHIARA TARABOTTI Matricola n° 638455 Relatore: Chiar.mo Prof. CLAUDIO TOSCANI Correlatore: Chiar.mo Prof. ALBERTO BENTOGLIO A mia madre e mio padre. 2 INDICE. 1. Premessa. p. 5 2. Introduzione. p. 7 2.1. Brevi cenni sulla storia del Teatro Sociale di Como. p. 7 2.2. Un’ipotetica storia dell’archivio. p. 8 3. Beneficiate nella letteratura. p. 10 3.1. La beneficiata: una definizione. p. 10 3.2. Piccola storia di una pratica. p. 10 3.3. A confronto con i trattati dell’epoca. p. 12 4. Le beneficiate presso l’archivio storico del Teatro Sociale di Como. p. 18 4.1. Distribuzione temporale dei documenti. p. 18 4.2. Tipologie dei documenti presi in esame. p. 19 4.3. I contenuti: a beneficio di chi? p. 20 4.3.1. Il Pio Istituto Filarmonico Teatrale. p. 22 4.3.2. Le altre istituzioni. p. 25 4.3.2.1. Gli asili di carità per l’infanzia. p. 26 4.3.2.2. Le pie case d’industria e di ricovero. p. 26 4.3.2.3. L’opera pia baliatico. p. 26 4.3.3. Le beneficiate per i singoli artisti. p. 27 4.3.4 Serate per pubblica beneficenza. p. 28 4.3.4.1. Gli alluvionati di Brescia. p. 28 4.3.4.2. L’anno 1848 p. 29 4.4. Spese e ricavi. p. 32 4.5. Interpreti. p. 34 4.6. Repertorio. p. 36 4.6.1. Prosa. p. 36 4.6.2. Musica danzata, suonata e cantata. p. 37 3 Appendici: A. Indice dei nomi citati nei documenti riguardanti le beneficiate. p. 42 B. Trascrizione del documento manoscritto relativo alle entrate ed uscite della sera del 27 agosto 1840. p. 75 C. Trascrizione di alcuni documenti presi in esame. p. 76 D. Fotografie di alcuni documenti. p. 82 Bibliografia p. 86 4 1. Premessa. L'interesse per il materiale oggetto del presente studio è dovuto ad uno stage di formazione effettuato dal mese di gennaio 2004 a quello di aprile dello stesso anno presso il Teatro Sociale di Como, in gestione all'Associazione Lirica e Concertistica Italiana (As.Li.Co.), sotto la guida del prof. Claudio Toscani (in qualità di tutor universitario), docente di Storia e Critica del Testo Musicale presso questa università e della dott.sa Raffaella Valsecchi (tutor aziendale), responsabile dell'ufficio Associazione Teatri Storici presso l'As.Li.Co., con l’obiettivo di classificare i materiali d’interesse musicale e musicologico depositati presso l'archivio del teatro stesso, comprendenti locandine degli spettacoli, bilanci, corrispondenze artistiche, nonché documenti storici inerenti l'edificazione del teatro e le attività svoltesi al suo interno. In quattro mesi di impegno costante, l'ingente mole di materiale è stata classificata in base alla tipologia e alla successione cronologica dei documenti, in modo da renderne più facile una eventuale consultazione da parte di terzi (possibilità, questa, per il momento non ancora prevista); dallo studio del materiale depositato presso l’archivio sono emerse notizie risultate estremamente interessanti sia in quanto conferme delle conoscenze già note sulla storia di questo importante tassello della cultura di Como, sia in quanto testimonianze di valore generale della vita teatrale ottocentesca: tra i materiali più importanti e significativi riguardanti il secolo XIX possiamo ricordare per esempio degli autografi dell’impresario Bartolomeo Merelli e numerosi faldoni di corrispondenza teatrale che ben documentano la gestione finanziaria ed artistica del teatro, mentre, accostandosi alla storia più recente, sono sicuramente da ricordare i documenti inerenti la trasformazione del teatro in cinematografo agli inizi del XX secolo e quelli riguardanti l’occupazione alleata dell’immobile dopo la 2^ Guerra Mondiale. L’archivio si è rivelato una miniera di informazioni preziose su fatti e periodi di cui purtroppo ancora troppo poco si è scritto e discusso: è quindi importante, attraverso studi approfonditi, ridefinire la funzione del Teatro Sociale nel contesto regionale, come quella di un luogo che ha ricoperto e ancora potrebbe ricoprire un ruolo centrale non soltanto nella storia dello spettacolo ma anche nella storia del territorio lombardo e in quella delle identità locali. Col presente lavoro si vuole focalizzare l’attenzione su un ristretto gruppo di 5 documenti a stampa riguardanti la pratica della beneficiata presso il Teatro di Como nel periodo che va dalla sua fondazione all’anno 1883: queste carte comprendono locandine, avvisi teatrali, programmi degli spettacoli e inviti, con qualche incursione nel campo dei manoscritti inerenti l’argomento scelto. Vorrei quindi ringraziare il prof. Toscani e la dott.ssa Raffaella Valsecchi per avermi seguita e aiutata in questa esperienza per me nuova e stimolante; un ringraziamento particolare va anche all’entourage del Teatro Sociale di Como che mi ha accolto per la durata dello stage e oltre: ai palchettisti, per avermi gentilmente lasciato svolgere il lavoro sull’archivio di loro proprietà; alla dirigenza e tutti gli impiegati del Teatro per essersi presi cura di me e avermi accolto nel loro ambiente. Dedico in questa sede un pensiero alle persone che mi sono sempre state vicine e che hanno permesso che raggiungessi questo risultato: i miei genitori, in primis, ma anche i miei amici e le persone speciali che ho avuto la fortuna di incontrare lungo il mio cammino. A tutti loro il mio incommensurabile e perenne affetto. 6 2. Introduzione. 2.1. Brevi cenni sulla storia del Teatro Sociale di Como. L’anno 1808 non era che agli inizi quando, a Como, un gruppo di nobili proprietari di palchi che erano soliti ritrovarsi nel teatro di legno del Broletto, costruito nel 1764, accettò la proposta del Prefetto Vismara, avanzata pochi mesi prima, di rinunciare al Salone in cui tenevano le loro riunioni in cambio della cessione dell’area del vecchio Castello, detto della «Torre Rotonda», edificato dalla famiglia dei Rusca nel XIII secolo. Il Conte Gian Pietro Porro, podestà di Como dal 1808 al 1815 e presidente della neo-insediatasi commissione per il Nuovo Teatro, diede vita, insieme ad altre personalità molto influenti in città, quali gli Odescalchi, i Guaita, i Somigliana, gli Olginati e altri, a un progetto decisamente ambizioso: l’edificazione di un teatro stabile, costruito di pietre e marmi, con una struttura più adeguata per accogliere un pubblico la cui domanda di spettacolo aumentava vieppiù, di modo da poter così rispondere adeguatamente ai bisogni della crescente facoltosa borghesia dell’élite napoleonica. Le trattative andarono avanti, fino a giungere alla riunione del consiglio comunale del 31 gennaio 1809, con Alessandro Volta presidente della seduta e firmatario dell’atto in cui si sancì la cessione di ogni diritto sull’area del castello: finalmente, nell’anno 1811, i lavori di costruzione del teatro poterono iniziare, seguendo il progetto proposto dall’architetto milanese Giuseppe Cusi (il quale collaborò anche con l’architetto Canonica alla costruzione del teatro Carcano a Milano), che prevedeva un teatro di stile neoclassico con la possibilità dei realizzare, lungo la facciata meridionale, una zona deputata ad «Anfiteatro-Arena», sede di spettacoli all’aperto ma anche luogo di riposo e di pace. Solamente due anni dopo, il 28 agosto 1813, si alzò il sipario sul primo spettacolo del Teatro Sociale di Como: in scena Adriano in Siria di Marco Portogallo. I lavori (e, con loro, i conti) si chiusero definitivamente dieci anni più tardi, nel 1823. Molti furono i lavori che nel corso nel tempo interessarono il teatro, tra cui importante da ricordare è l’ampliamento del 1855, su progetto dell’architetto Leopoldo Rospini: furono aggiunti 38 palchi, ricavati in parte dall’ampliamento della platea, in parte dall’esistente quarto ordine. Nello stesso anno, per costruire il quinto ordine, il loggione, fu necessario sacrificare la volta originale dello stabile attribuita ad Alessandro Fiori, in mezzo alla quale campeggiava la figura di Vittorio Alfieri 7 incoronato e circondato da baccanti; la volta attuale è invece opera di Eleuterio Pagliano su progetto di Gaetano Speluzzi e rappresenta le muse che scendono dall’olimpo ad incoronare gli artisti, mentre il velario originale del teatro è tuttora conservato: dipinto da Alessandro Sanquirico, rappresenta la morte di Plinio il Vecchio tra i suoi soldati durante l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Un’altra data importante da ricordare è il 1899, anno del centenario dell’invenzione della pila di Alessandro Volta, in cui arrivò in teatro la luce elettrica: la sala, ripulita per l’occasione, splendette agli occhi di un pubblico meravigliato. I mutamenti nella struttura del teatro mostrano come questa si adegui anche ai cambiamenti interni alla società: nel 1909 i palchi di quart’ordine vengono aboliti per farne un’unica galleria, assecondando le richieste di cultura della gente comune. Diversi furono gli avvenimenti che interessarono il Teatro Sociale nel XX secolo: il più importante, anche dal punto di vista del rilievo e della visibilità che diede al teatro, fu l’ospitalità che Como diede al Teatro alla Scala dopo il bombardamento del 1943, che la rese inagibile; ebbero così occasione di esibirsi a Como i migliori artisti dell’epoca. Dall’anno 1984 al 1988 il teatro venne chiuso per lavori di adeguamento e di restauro, ma grazie alla forte volontà e all’impegno economico dei palchettisti, che ancora conservano la proprietà dello stabile, la riapertura del 23 ottobre 1988 riconsegnò alla città il suo teatro in veste rinnovata. Dal primo gennaio 2002 la gestione degli spettacoli e dell’attività di questo teatro di tradizione passa all’As.Li.Co, Associazione Lirica e Concertistica Italiana, che rileva dalla Società dei Palchettisti la ragione sociale, divenuta Teatro Sociale di Como – As.Li.Co, facendo del teatro stesso la sua sede ufficiale.1 2.2.
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