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46-50 Orto - Marsaglia.indd 46 23/01/15 10.50 il territorio e la sua storia speciale sicilia

il giardino botanico di

di Donatella Marsaglia

oi, dopo aver riflettuto sulla piccolezza – sovente non disgiunta da presunzione – dell’individuo umano di fronte alla natura, è ammesso fotografare i colossi, cercando di catturarne non l’anima, troppo difficile da comprendere per noi che abbiamo solo due gam- P be e due braccia, ma un’immagine del corpo almeno parziale, ché intero difficilmente entra nell’obbietti- ‘HORTUS DELICIARUM, vo di una macchina fotografica. Il nome scientifico LOCUS AMOENUS’ è ma è noto anche come ficus magnolioide o fico della Baia di Moreton, la località I giganti della terra australiana dove grosso modo ha le sue origini: è il più esteso albero del mondo, un gigante dalla for- In ogni città c’è qualche ma complessa e articolata che qualcuno ha definito monumento che non può “albero camminatore”. Il suo “camminare” è dovuto essere tralasciato nemmeno allo sviluppo di radici aeree colonnari che scendono da colui che le guide dai rami e raggiungono il terreno dove si tramutano del Touring Club Italiano in tronchi supplementari, pilastri che collaborano di una cinquantina d’anni col tronco principale a sostenere il peso della gran- fa definivano “il turista de chioma dell’albero e funzionano anche come ra- affrettato”. A Palermo dici per assorbire acqua e nutrimento dal terreno. Le alcuni di questi imperdibili radici colonnari espandono il territorio vitale dell’al- monumenti sono capolavori bero mentre il tronco e le radici principali inglobano della natura, di fronte tutto ciò che trovano intorno, spostano e demolisco- ai quali qualsiasi ‘Homo no muri1. Uno dei più grandi Ficus macrophylla d’I- sapiens’ dovrebbe sostare talia troneggia tra i viali dell’Orto Botanico di Paler- in ammirazione mo, una delle maggiori istituzioni di questo genere e raccoglimento con umiltà. in Europa. ‘Ceiba pentandra’ fiorita: è il kapok, Dall’Eden al dopoguerra grande albero di origine americana e “Dio piantò un giardino a oriente, nella regione di Eden e vi africana dai cui frutti si ricava una fibra mise l’uomo che aveva plasmato. Fece spuntare dal suolo al- tessile leggerissima.

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46-50 Orto - Marsaglia.indd 47 23/01/15 10.50 beri d’ogni specie: erano belli a vedersi e i loro frutti co) sede della Schola Regia ‘Encephalartos wodii x squisiti…”2. Anche se la maggioranza dell’umanità Botanices, dell’ e natalensis’, ibrido di due cicadacee di cui vive nelle città tra cemento e asfalto, nel profondo dell’alloggio per il direttore, la prima (‘E. wodii’) è dell’anima siamo e restiamo animali “da giardino”. e gli adiacenti Calidarium ormai estinta in natura E non è per caso che il sostantivo Paradiso derivi da e Tepidarium. Tutto, tranne e sopravvive solo in alcuni orti botanici. un vocabolo antico-persiano che significa proprio l’Acquarium, era stato pro- “giardino”: un luogo dove la natura è regolata e con- gettato dall’architetto fran- fiori di ‘Plumeria trollata dall’uomo per viverci in pace e sicurezza. cese Léon Dufourny5. Tra rubra’, dall’America tropicale. Correvano gli ultimi decenni del Settecento e il re- il 1796 e il primo ventennio gno di Napoli e di Sicilia, governato dai Borbone, non del XIX l’Orto si ingrandì, pag. 49: il ‘Ficus macrophylla’ era estraneo al diffondersi delle idee illuministe che si impiantò un boschetto bene inserito nel dominavano, con maggior o minor successo, la cul- esotico e venne sistemato lussureggiante tura delle nazioni europee. Nel 1779 venne fondata il Giardino d’inverno. Nel contesto vegetale dell’Orto. la Regia Accademia degli Studi di Palermo, antena- 1906 ulteriori ampliamenti ta dell’attuale Università che dopo due anni otten- gli diedero le dimensioni ne dal Senato cittadino un modesto appezzamento attuali di circa 10 ettari. Ma più grande non significa di terra sul Baluardo di Porta Carini per destinarlo più sicuro…dal piano regolatore cittadino del 1886 a a Orto Botanico dove coltivare i “semplici” ovvero quello di ricostruzione postbellica del 1946 furono di- le piante medicinali utili all’insegnamento. Ma lo versi i tentativi di ridurlo e smembrarlo; a ciò si oppo- spazio era inadeguato così si decise il trasferimen- sero sempre i direttori che si susseguirono nel tempo to nel Piano di Sant’Erasmo, nelle terre della Vigna e toccò a Francesco Bruno ottenere nel 1954, dopo del Gallo del duca Ignazio Vanni d’Archirafi accan- una battaglia sua personale e del mondo accademico to alla pubblica Villa Giulia sorta nel 1777 presso la e culturale palermitano, la delibera comunale per la riva del mare. All’inaugurazione, nel dicembre 1795, definitiva conservazione dell’Orto Botanico. l’Orto era ampio solo 1,2 ettari ed era ripartito in quat- tro settori rettangolari con le collezioni ordinate da Orto, non giardino Bernardino da Ucria3 secondo il sistema di Linneo4; vi erano poi fontane e vasche fra cui un magnifico Un orto botanico è diverso da un normale giardi- Aquarium, dono dell’arcivescovo di Palermo, Filippo no perché le collezioni sono disposte non tanto se- Lopez y Royo. Il complesso comprendeva tre edifici, condo canoni estetici quanto per criteri scientifici. il centrale Gymnasium in stile neoclassico (neogre- I circa 100 mila metri quadrati dell’Orto botanico

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46-50 Orto - Marsaglia.indd 48 23/01/15 10.50 di Palermo sono suddivisi in settori di cui alcuni nea” vivono alcuni endemismi della siciliana, e risalgono alla fondazione, altri sono nati nel secolo nell’arboreto australiano svetta un’Araucaria colu- scorso, altri risalgono agli ultimi dieci anni grazie mnaris10 che è il più alto albero di Palermo. all’opera di arricchimento delle collezioni in corso. Alcuni edifici adiacenti all’Orto botanico ospitano I settori più importanti per quantità di piante e per l’Erbario Mediterraneo che custodisce circa 500.000 estensione sono quelli secondo i sistemi di Linneo exsiccata collezionati dal XVIII secolo e provenien- e di Engler6. Il settore linneano è diviso in “aiuole”, ti per lo più dalla Sicilia e dall’area mediterranea. quello di Engler distingue fra Gimnosperme e An- Utile, la collezione, per studi di sistematica, ecolo- giosperme, e in esse tra Mono e Dicotiledoni. I set- gia, fitogeografia ed evoluzione. L’Erbario ospita an- tori sperimentale e delle piante utili sono dedicati che laboratori scientifici e una biblioteca. In analo- allo studio e all’acclimatazione di specie tropicali e gia a quanto avviene negli erbari di tutto il mondo, subtropicali di interesse alimentare, medicinale, or- anche qui si sta creando un “erbario digitale”, una namentale e tessile. Sono storici anche il boschetto banca dati per i campioni conservati. A completare esotico con un insolito Ficus rubiginosa7, il giardino le collezioni sta la Biblioteca universitaria di Scien- delle succulente, l’Aquarium che ospita il loto in- ze Botaniche, con un fondo antico che comprende diano () e la grande Serra Caro- ottocento volumi dalla prima metà del Cinquecento lina del 1860 (500 mq). Datano a tempi più recenti alla fine dell’Ottocento e un fondo moderno con più altri settori quali il Cicadeto che ospita quei fossili di 38 mila volumi e quasi 25 mila periodici. viventi che sono le Cycas, gimnosperme dell’emi- Nel 1993 nell’Orto Botanico è nata la banca del sfero australe che esistono da più di 200 milioni di germoplasma che si prefigge molteplici scopi: sal- anni; simili a piccole palme, sono invece parenti ar- vaguardare il patrimonio genetico della flora me- caiche delle conifere; qui c’è una che diterranea e la sua diversità, educare il pubblico fu donata nel 1799 da Maria Carolina di Borbone ed sull’importanza delle piante, controllare e protegge- è il più antico esemplare di questa specie collocato re i siti ricchi di piante, proteggere le specie rare e in piena aria in Europa. Seguono il Palmeto con un quelle minacciate, reintrodurre le specie e le varietà centinaio di specie di palme, il frutteto tropicale che a rischio, conservare i genotipi degli alberi monu- ospita un albero “del budino al cioccolato”8 e un ma- mentali, promuovere la coltivazione di piante utili gnifico esemplare di “sangue di drago”9, il settore di origine tropicale. La banca pubblica un Index delle piante medicinali e aromatiche (giardino dei Seminum11 con cui intrattiene scambi con centinaia semplici), altre serre con piante degli ambienti cal- di istituzioni nazionali e internazionali. Un bel muc- do-umidi e caldo-aridi. Sulla “collinetta mediterra- chio di lavoro…

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46-50 Orto - Marsaglia.indd 49 23/01/15 10.50 La storia raccolta di un sistema di classificazione delle piante più moderno di quello linneano, che si basa sull’idea che le forme semplici si- ano più primitive e quelle complesse più evolute. Così come La raccolta di oggetti e documenti che narrano la evolvono le piante, anche la loro classificazione evolve e oggi il sistema di Engler è ritenuto superato. storia dell’Orto dà vita a un museo che conserva 7. è un “cugino” del più grande macrophylla testimonianze sulla nascita della Scienze botani- con un portamento però più ordinato e meno invasivo. 8. Diospyros nigra, chiamato in inglese Chocolate pudding che in Sicilia, sulla costruzione del Gymnasium fruit, è originario dell’America Centrale e parente stretto del con le riproduzioni di appunti e disegni dell’archi- kaki (Diospyros kaki); il suo frutto è simile al pomodoro ma quando matura la polpa assume un colore, una consistenza tetto Dufourny, e sulle figure dei direttori storici e un sapore che ricorda i budini al cioccolato. Così afferma dell’Orto fra cui Antonino Borzì, direttore dal 1892 chi lo ha assaggiato 9. Il “sangue di drago” si chiama in realtà ed al 1921 e figura cruciale e geniale nello sviluppo è una pianta della famiglia delle agavi delle isole Canarie, delle scienze botaniche. A ciò si affianca una sin- di Madera, delle Isole del Capo Verde e dei monti dell’An- ti-Atlante in Marocco. Senz’altro non passa inosservata: è un golare collezione naturalistica che comprende una grosso arbusto che può raggiungere i 20 metri di altezza, con xiloteca con un centinaio di blocchi di legno di di- un tronco che si divide in rami nudi che terminano con ro- sette di foglie coriacee. Il più vecchio è il “drago millenario” verse parti del mondo, una spermoteca che offre che vive a Icod de los Vinos nell’isola di Tenerife e si ritiene un vasto panorama dei vari tipi di semi e dei modi abbia tra i mille e i tremila anni d’età. Per i Guanci, il popo- 12 lo indigeno delle Canarie estinto dagli spagnoli alla fine del con cui le piante li diffondono, e una carpoteca XV secolo, la Dracaena possedeva proprietà magiche; ciò con centinaia di frutti di svariata forma. dipendeva forse dal fatto che quando la corteccia o le foglie vengono recise secernono una resina rossastra, il sangue di Ultima ma non minore è la mostra permanente drago, che gli antichi romani usavano come colorante “Palme d’autore” nel Calidarium: dal 1998 espo- 10. Araucaria columnaris è una conifera endemica della Nuova Caledonia e può raggiungere i 60 metri d’altezza ne opere di pittura italiana contemporanea che 11. Index Seminum MMIX - Sporae et semina anni MMIX hanno come soggetto le palme, piante importan- quae Hortus Botanicus Panormitanus pro mutua commuta- tione offert, Palermo, 2009 ti nella storia dei popoli mediterranei. Alla colle- 12. Se xiloteca (collezione di legni) e spermoteca (collezione zione di dipinti si affianca una raccolta di oggetti di semi) sono sostantivi tecnici di facile comprensione, forse “carpoteca” è più insolito: deriva anch’esso dal greco antico, realizzati con parti di palma; si possono anche os- lingua in cui “frutto” suonava servare semi singolari per forma e dimensione e 13. Rhynchophorus ferrugineus o punteruolo rosso, è un gros- so coleottero originario dell’ sudorientale che i com- alcuni esemplari di Rhynchophorus ferrugineus, il merci internazionali hanno portato in Italia dal 2004. Lungo punteruolo rosso, che sta facendo strage di palme tra 20 e 45 centimetri, depone le uova nelle parti giovani e 13 tenere della pianta e le larve scavano gallerie all’interno del in tutta Italia . tronco presso la corona fogliare. Finora ogni tentativo di lot- ta chimica o biologica è stato vano e le palme continuano a morire. Note

1. In Italia il Ficus macrophylla è stato introdotto in Sicilia Ringraziamenti nel XIX secolo e successivamente in diversi orti botanici e Al Direttore dell’Orto Botanico, professor Francesco Maria parchi di altre città. I più maestosi esemplari si trovano a Pa- Raimondo, per il libro donatomi; a Fabio Piraino di Carige lermo in piazza della Marina, a Siracusa, a Reggio Calabria, a Italia per avermi accompagnato nella visita all’Orto. Cagliari, a Sanremo e a Bordighera. 2. Genesi, 2,8-9. Informazioni 3. Padre Bernardino da Ucria, al secolo Placido Michelangelo Orto Botanico ed Herbarium Mediterraneum. Aurifici (1739-1796), fu un botanico siciliano; raccolse e ca- Università degli Studi di Palermo, Via Lincoln 2, 90133 talogò numerose specie vegetali sulle Madonie, sull’Etna e Palermo in altre zone della Sicilia e dal 1798 fu custode dell’Orto Bo- http://147.163.105.178/home.htmlBenvenuto.html tanico, che arricchì con piante che lui stesso aveva raccolto e catalogato secondo l’allora modernissima classificazione Bibliografia linneana. Francesco M. Raimondo, Maurizio Rotolo, La cultura della 4. Il sistema di classificazione ideato dal naturalista svedese biodiversità, l’Orto Botanico di Palermo, Provincia Regionale (1707-1778) distingue le specie vegetali in base di Palermo, Palermo, 2010. ai caratteri sessuali dei fiori, alla struttura e al numero degli Quaderni di Botanica ambientale e applicata, a cura della stami e dei pistilli. cattedra di Botanica dell’Università degli Studi di Palermo, 5. Léon Dufourny (1754-1818) fu un importante architetto ne- Palermo, dal 1990. oclassico, studioso dell’archeologia classica, teorico dell’ar- Tiziano Fratus, Il bosco di Palermo. Itinerari alla scoperta dei chitettura e collezionista di antichità. Secondo la storiografia maggiori alberi esotici d’Europa, Ed. della Meridiana, Firen- corrente, a lui si deve l’introduzione del neoclassicismo in ze, 2012. Sicilia, sino ad allora dominata dal tardo barocco. 6. Il botanico tedesco (1844-1930) fu l’ideatore

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