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Quad. Bot. Ambientale Appl., 27 (2016): 43-49. Pubblicato online: 09.10.2019 http://www.quadernibotanicambientaleappl.it

Francesco Lojacono (1838-1915) e il suo rapporto con l’Orto Botanico di

V. Magro1, F. La Sorte1 & F.M. raiMondo2 1Società cooperativa Cultura Botanica, via Lincoln 13-15, i - 90123 Palermo. 2dipartimento SteBiCeF/Sezione di Botanica ed ecologia vegetale, Via archirafi 38, i - 90123 Palermo.

aBStraCt.–Francesco Lojacono (1838-1915) and his relationship with the of Palermo – the figure of the painter Francesco Lojacono (1838-1915), defined as the most famous Sicilian landscape painter of the 1800’s, and in particular his paintings inspired by the Botanical garden of Palermo are here analyzed and commented. after brief biographic references of the famous artist, the authors analyze the works inspired to the Botanical garden placed in Public institutions and private collections. they are five works for each of which synthetic description cards with their own pictures are presented. Finally, the evaluation of places and subjects is offered.

Key words: and art, painting, Sicilian ‘800, landscape painting, Verismo.

introduzione note BiograFiChe e artiStiChe Su FranCeSCo LojaCono

non tutti gli orti botanici offrono valori estetici suscettibili Francesco Lojacono nasce a Palermo il 16 maggio 1838 da attrarre l’attenzione di artisti sensibilizzati dalle piante che dove muore il 27 febbraio 1915. il padre, Luigi, pittore ospitano o dal paesaggio che esprimono per farne oggetto di anche lui, lo istrada nell’arte dallo stesso praticata. Luigi soggetti della loro arte. in realtà, quello di Palermo comincia Lojacono dipingeva scenari di battaglia soprattutto. Ben già a suggestionare solo come architettura. il complesso monu- altro indirizzo avrà il figlio Francesco dopo avere frequen- mentale non a caso è opera celebrata dell’architettura neoclas- tato Salvatore Lo Forte e poi essersi formato a napoli, alla sica, ma lo è anche l’acquario, la serra Carolina, e così una scuola di Filippo Palizzi, maestro del realismo. Come il serie di luoghi al suo interno, meno visibili, oltre alle stesse padre e il fratello, sposa la causa garibaldina e si arruola nei piante. L’orto palermitano fu oggetto di visite e di attenzione Mille. Parteciperà così alla battaglia sul Volturno. esaurita da parte sia di viaggiatori che trascrissero le impressioni rac- l’enfasi risorgimentale, comincia la sua piena attività arti- colte nei loro resoconti di viaggio, sia di artisti, in particolare stica: nel 1964 esporrà le sue prime opere a Firenze, quindi musicisti, architetti e pittori. Fra questi ultimi nell’800 primeg- nel 1871 a Vienna, a napoli nel 1876 e due anni dopo a gia il celebre paesaggista siciliano Francesco Lojacono, men- Parigi. tornato in Sicilia, si relazionerà con i fratelli Sinatra tre nel 900 sarà Bruno Caruso ad eccellere. il primo ritrae pae- di suoi importanti futuri committenti. non si saggi particolari dell’orto, il secondo la Serra Carolina con le contano le opere ispirate non solo al paesaggio siciliano ma sue piante e poi il grande Ficus [Ficus magnolioides Borzì = F. anche ad altri luoghi. Molte sono famosissime e si trovano macrophylla subsp. columnaris (C. Moore) P.S. green]. in numerosi musei e gallerie italiane e straniere, come Lojacono e ancor più Bruno Caruso hanno lasciato una consi- anche in sedi istituzionali. artista osannato e più volte derevole testimonianza della forza ispiratrice e del fascino che medagliato, dal 1896 al 1914, insegnerà all’accademia di l’orto palermitano riesce ad imprimere nei suoi frequentatori. Belle arti di Palermo. Formerà una schiera di allievi. Fra i Lojacono, tuttavia più che Caruso, coglie la vera atmosfera che più noti si annoverano e Michele promana dall’orto e la rappresenta nel suo stile etereo, caldo, Corteggiani. diversi gli autori che hanno scritto di lui e armonioso. e’ dunque l’arte di Lojacono ispirata dall’orto della sua arte (cfr. SPadaro, 1993). Botanico dell’università di Palermo che costituirà l’oggetto di questo ulteriore contributo dedicato ad un orto botanico fami- L’artiSta eL’orto BotaniCo di PaLerMo liare, questa volta visto come patrimonio culturale e scientifi- co insieme, il giardino che gli autori hanno frequentato e stu- Per il maestro Francesco Lojacono, l’orto Botanico di diato ognuno dalle proprie diverse angolazioni. Palermo rappresentò una fonte privilegiata di ispirazione. il pittore, infatti, fu uno tra i più assidui frequentatori del della Sicilia greca, riaffiorate durante le scoperte archeolo- giardino botanico che seppe “rinnovarsi”, seguendo gli giche nel secolo dei Lumi. La sintesi di queste conoscenze indirizzi culturali ed artistici del periodo romantico, dive- diede vita all’eccezionale padiglione centrale dell’orto o nendo meta di numerosi ed illustri viaggiatori, da Wagner Schola botanica, per dufourny “il recupero della memoria”, (1881) e renoir (1882) a gabriele d’annunzio (1899) a e certamente in italia uno dei primi esempi, seppur con tanta oscar Wilde (1900). L’orto Botanico di Palermo, frutto libera interpretazione, di neoclassicismo (Lo nardo, della cultura illuministica che pervade l’europa del 2004). Proprio per l’affascinante aderenza dell’alzato ai pre- Settecento, è una istituzione accademica, nata per volontà cetti dell’arte antica – che come un tempio con le sue soli- della deputazione degli Studi e del Senato palermitano, de colonne doriche dei pronao e la sua cupola in malta rossa sotto gli auspici del regnante Ferdinando iii di Borbone, domina il pianoro di Sant’erasmo – l’edificio che ospitò la grazie al suo personale contributo, a quello della Schola botanica rientrò, tra la fine del Settecento e gli inizi Municipalità, del vicerè Caramanico oltre che di ricchi e dell’ottocento all’interno dei soggetti preferiti dai disegna- munifici patrizi e prelati cittadini.1 il progetto fu affidato – tori-reporter del Grand Tour, avvalorato dagli scritti del nel Settembre 1789 – all’architetto francese Léon dufourny drammaturgo e poeta tedesco johann Wolfgang goethe (1754-1818), formatosi durante il revival stilistico del perio- (1749-1832) che soggiornò a lungo nella città2 (Figg.1, 2). do neoclassico, studiando e interessandosi alle architetture Possiamo affermare che, fin da subito, l’orto palermitano divenne un punto di riferimento e d’ispirazione per i numerosi artisti che lo visitarono, coinvolti dallo spirito evocativo spri- gionato dall’ordine della natura del mondo vegetale. Così fu probabilmente per lo scultore palermitano nunzio Morello, che volle donare la straordinaria scultura del Paride pensante alla custodia dell’orto e che oggi, divenuto il genius loci, sembra incarnare col suo perfetto equilibrio di composizione, l’equili- brio primordiale della natura e il primato della sua contempla- zione (Magro & al., 2017) (Fig.3). Sulla base di studi dal vero e di prototipi fotografici, Lojacono ritrasse il meraviglioso giardino in una nutrita serie di tele e bozzetti su carta, studiando quasi con scrupolo scientifi- co le varie piante in collezione, ritratte dal vero, nonché le atmosfere boschive e palustri soggetti privilegiati nella produ- zione artistica della sua maturità. a questa fase, frutto della frequentazione certezza le tele: Veduta dell’orto Botanico di Palermo, Viale dell’orto Fig. 1 - L. dufourny, 1789-1795, orto Botanico di Palermo.

1. esso nasceva grazie anche al contributo del francescano Bernardino da ucria, sotto la direzione di giuseppe tineo, come supporto all’insegnamento superiore e alla ricer- ca. nel Febbraio del 1789 erano state iniziate le opere di sistemazione del terreno per essere completato e inaugurato solennemente nel 1795 (raiMondo & MazzoLa, 1992). 2. risale già al 1817, un acquerello di un’artista anonimo intitolato “Orto Botanico in Palermo” che raffigura il padiglione centrale, a cui fanno da sfondo rigogliosi arbu- sti, tra cui una palma ed evanescenti montagne. Sullo spiazzo antistante tre uomini in abiti d’inizio secolo sono raffigurati durante una silente passeggiata, mentre un fanti- no è al galoppo. (Lo nardo, 2004).

Fig. 2 - L. dufourny, 1789-1795, prospetto del gymnasium visto Fig. 3 - n. Morello, 1838, Paride pensante, orto Botanico di dal viale principale con le statue delle quattro stagioni, opera di g. Palermo, piazzale agostino todaro. Firriolo (da rotoLo, 2004).

44 Botanico, agave, Banano, orto Botanico, Viale delle Palme e’ possibile collocare il soggetto – per la dovizia di par- (i Pilastri) [Collezioni private palermitane]; Vaso dell’orto ticolari – sul lato destro del piazzale che ospita la grande Botanico, orto Botanico-nubi vaganti, all’ombra del vasca – opposto al boschetto di bambù – all’ombra del gran- Banano, Banano, Pino e Stroppa [Collezione Sinatra presso de Ficus magnoliodes, che prospera all’interno del sistema Museo Civico di agrigento]; Vasca con Capelvenere e linneano. La giovane donna, raffigurata in un elegante abito alocasia [galleria d’arte Moderna di Palermo]; giardino di bianco e cappello – secondo la moda d’inizio secolo – ele- primavera, giardino botanico, orto botanico di Palermo, gantemente accomodata su una delle panche in calcarenite conosciuto anche con il nome in giardino [galleria con seduta in marmo – uno dei sedili di fine XViii sec. con Fondazione Sicilia]; Ficus magnolioides, e nelubium sostegni in pietra scolpita – posti a coppia di due lungo il [Collezione privata]. muro che delimita il piazzale (Mauro & al., 1987). Lungo il suo perimetro, posto in prospettiva è possibile riconosce- re l’ingresso ad uno dei quartini, segnato da due bassi pro- raSSegna deLLe oPere iSPirate daLL’orto BotaniCo pilei modanati, sormontati da vasi in terracotta. al di là del muretto di delimitazione, la vegetazione è Come si è detto, la nostra rassegna si limita alle opere rappresentata a macchia, in maniera rapida, il libero pittori- consultabili o perché presenti in gallerie e musei pubblici e cismo sperimentato nella resa materica della luce che filtra privati, o, di privati, già ampiamente divulgate. Si tratta di attraverso il fogliame; una tecnica non ignara della lezione Orto Botanico – piccola tela nota anche come In giardino – impressionista. non è da escludere che l’autore abbia lavo- Orto botanico di Palermo – Viale delle palme (I pilastri), rato in studio attraverso il supporto della fotografia. Vasca con Capelvenere e Alocasia, Ficus magnolia, Banano. Veduta dell’Orto Botanico e in ultimo, Orto Botanico [I piloni o I pilastri]. orto BotaniCo di PaLerMo (in giardino) orto BotaniCo di PaLerMo - ViaLe deLLe PaLMe (i PiLaStri)

Fig. 4 - in giardino (da MattareLLa, 1982). Fig. 5 - i pilastri (da BarBera & al, 2005).

Francesco Lojacono Francesco Lojacono 1890-1900 circa 1838-1915 Olio su tela, 50x81cm. Olio su tela, 60x100cm. Firmato in basso a sinistra: “F. Lojacono” Firmato in basso a sinistra: “F. Lojacono” Palermo, Fondazione Banco di Sicilia, inv.496. Collezione privata.

L’olio su tela firmato in basso a sinistra, datato tra il 1890 L’olio su tela, conservato presso collezione privata, raffi- e il 1900 è intitolato In giardino – già transitato sul mercato antiquario – raffigura in realtà parte del piazzale posto all’e- stremità orientale dell’orto, che ospita il magnifico 3. La vasca circolare in calcarenite, seminterrata, è composta da tre ampi bacini con- Aquarium3, destinato ad ospitare numerose piante con esi- centrici di varia profondità, nel complesso, suddivisi in ventiquattro scomparti, dona- genze idriche differenti, tra cui un tempo anche una delle ta nel 1796 a spese di Mons. Filippo Lopez royo e denominata “grande Lago” sul finire del Viale Centrale Vincenzo tineo. Qui prosperano varie idrofite fra le quali più espressive idrofite tropicali, la Victoria cruziana,.da alcune specie e varietà di Nynphaea, il loto indiano (Nelubium speciosum), Nuphar anni assente nelle collezioni dell’orto. luteum, , e periodicamente anche Victoria cruziana (raiMondo & in forte taglio prospettico – in cui Lojacono ha preferito MazzoLa, 1992). eliminare ogni accenno alla vasca – è possibile notare una 4. il Paride pensante è l’opera in marmo di Carrara di nunzio Morello (1806-1875) giovane figura femminile, seduta all’ombra di un grande eseguita nel 1838 e oggi custodita all’interno dell’orto Botanico di Palermo come ele- mento decorativo della vasca ovoidale del Piazzale agostino todaro, collocata nel sito albero, riparata da un parasole rosso che crea un vivace con- accademico già poco tempo dopo la sua realizzazione, in prossimità dell’antico setto- trasto cromatico in relazione al fitto sfondo carico di verde re sistematico, noto come giardino linneano, impiantato negli anni 1789-1791.La scul- della vegetazione, segnando inoltre il punto focale e il cen- tura si inserisce all’interno di un contesto scenografico di gusto tipicamente ottocen- tesco, in armonia con lo stile architettonico in cui l’orto fu concepito (Magro & al., tro del dipinto (iMBeLLone, 2014). 2017). 45 gura parte dell’odierno piazzale agostino todaro – posto in Palermo, Galleria d’Arte Moderna – G.A.M. – Empedocle continuità con il Viale delle Palme – nel punto in cui questo Restivo, inv. 1017. interseca il Viale Vincenzo tineo, riconoscibile dai due propi- lei sovrastati da vasoni in arenaria, collocati all’ingresso del L’olio su tela, dipinto dal maestro sul finire del secolo, suddetto piazzale (Magro & al., 2017), che congiunge l’origi- raffigura la porzione centrale di una vasca circolare. in nario ingresso dell’orto alla “Serra Carolina”, quest’ultima primo piano, in posizione appena decentrata, si eleva il pic- donata all’istituzione accademica, dalla regina Maria Carolina colo scoglio verdeggiante di Capelvenere dal quale si innal- di Borbone nel 1799 e in seguito ricostruita nel 1895 in ghisa e zano gli steli sottili di alocasia, sinuosamente piegati dal vetro su progetto dell’architetto Carlo giachery (1812-1865) peso delle larghe foglie dall’inconfondibile forma, realizza- (Mauro & al., 1987). te con verdi lividi e intensi, con lumeggiature leggere di Con dinamiche e materiche pennellate, Lojacono mostra le giallo di cadmio. La pianta potrebbe essere stata ritratta alla tante varietà botaniche del giardino, dai gerani alle opunzie, fine del suo ciclo estivo, con le foglie in parte ingiallite, dalle alocasie ai grandi alberi che chiudono la parte destra del lacere e spezzate. Sullo sfondo è raffigurata una selva rigo- quadro. nella parte sinistra si nota anche, sebbene riassunto in gliosa ottenuta con varie e minuscole pennellate impressio- rapide pennellate accese di luce, il Paride pensante di nunzio niste. Morello (1806-1878), opera marmorea realizzata dallo sculto- Possiamo annoverare l’opera della galleria d’arte re palermitano nel 1838.4 Moderna – g.a.M. – empedocle restivo, all’interno del La scena è rappresentata con taglio obliquo, taglio, nostro percorso di ricerca, in quanto si tratterebbe della raf- accentuato dai filari di vasi in terracotta ritratti in primo figurazione pittorica di una delle vasche collocate nei “quar- piano, dalla caratteristica cordonatura circolare alla base - tini linneani”, ordinati dal botanico Bernardino da ucria questi ospitano, anche oggi, le collezioni in vaso distribuite (1739-1796) (giaCoBBe, 2005). in particolare essa corri- ai margini dei viali, nelle varie piazzole, e sui muretti peri- sponde alla vasca destra delle due antistanti il prospetto metrali - e che trovano il punto focale nei bianchi che costi- anteriore del Gymnasium. Possiamo infatti, individuare la tuiscono la scultura del Paride pensante, posto al centro fontana raffigurata con una delle tre circolari – una delle della vasca ospitante delle idrofite, rappresentate con rapide quali presente all’interno della Serra Carolina – con bordo pennellate a macchia. La composizione risulta compatta ed in marmo (XiX secolo, circa) e pistrice, in origine dotate di elegante, grazie alla naturale combinazione e all’incastro zampillo (Mauro & al., 1987). La stessa pistrice5 che si delle due aree principali del dipinto, il fondale verde livido torce a spirale tra le foglie di alocasia, raffigurata con grigi degli arbusti e la pavimentazione in terra battuta del piazza- intensi e tocchi di bianco. L’opera risente di una nuova pit- le, ottenuta con pastose pennellate ocra, bianche e terra di tura, una nuova maniera fatta di toni più bassi e smorzati, Siena per le zone in ombra. in netto contrasto con i verdi, si eseguiti tramite una stesura di colori più sfumati, lividi, tipi- innalzano i due eleganti propilei modanati in stile neoclassi- ca degli ultimi anni di attività del Maestro. co. non è improbabile ritenere che, per la realizzazione del- l’opera, il maestro abbia studiato la produzione fotografica coeva, per esempio le immagini di giorgio Sommer o le car- toline postali Trenkler di Lipsia. una circostanza conferma- ta da una vecchia fotografia d’inizio novecento di eugenio interguglielmi dallo stesso taglio prospettico e dalla caratte- ristica infilata di vasi (giaCoBBe, 2005).

VaSCa Con CaPeLVenere e aLoCaSia FiCuS MagnoLia

Fig. 6 - Vasca con capelvenere e alocasia (da troiSi & niFoSì, Fig. 7 - Ficus magnolia (da aCCaSCina, 1982). 2014).

Francesco Lojacono 5. Leggendario mostro marino della mitologia greco-romana, ibrido tra muso di pesce 1895-1905 circa e corpo di serpente. È raffigurato in mosaici ellenistici a tema marino, nelle mappe Olio su tela, 70,5x41,7cm. nautiche fino al rinascimento e in epoca Barocca quale ornamento di fontane. Simboleggia l’ignoto, riferibile alle profondità marine.

46 Francesco Lojacono Soggetto di questo olio su tela è un banano (Musa para- 1890-1895 circa disiaca). e’ noto come il Maestro dipinga anche un solo Olio su cartoncino, 39,5x64,5cm. albero quale protagonista della sua tela, analizzato in manie- Collezione Banco di Sicilia. ra minuziosa, alla stregua di un paesaggio: si pensi per esempio ad Ulivo saraceno del Museo civico di agrigento o realizzato su cartoncino, in maniera rapida e poco detta- a Ficus magnolia della collezione Banco di Sicilia. gliata, attraverso macchie di colore e ampie pennellate, La restituzione su tela è di strabiliante verismo. il tronco Ficus magnolia, raffigura il monumentale esemplare di del banano si eleva dal terreno ombroso con i segni eviden- Ficus magnolioides, dell’orto Botanico di Palermo ti di una potatura e si anima con la larga apertura del foglia- (aCCaSCina, 1982). L’opera appare con una particolare me che si spande oltre i confini della tela. Con ampie cam- forza plastica e un possente solidità. il grande fusto, appena piture di verde olivastro, verde cinabro e vasti tocchi di gial- decentrato, occupa il primissimo piano del dipinto, coi gran- lo, dalle mutevoli gradazioni, vengono rese le ampie foglie di rami che vanno oltre la tela, da cui discendono le radici turgide e poderose della pianta, che riflettono la loro ombra aeree, alla cui base trovano posto le grandi radici tabulari. sul terreno, resa con lunghe e rapide pennellate di blu di L’immenso tronco è realizzato attraverso larghe pennellate Prussia; lo sfondo cespuglioso, posto in piena luce, è reso a dai toni scuri: bruno Van dyck, rame, seppia, con lumeg- macchie. giature rame. Sullo sfondo è raffigurato un boschetto, rea- impossibile localizzare il sito in cui fu realizzata l’ope- lizzato macchia, con discontinue tonalità di verde e di gial- ra. e’ improbabile che si tratti di un esemplare posto nel lo. tra le fronde, piccoli spazi di cielo, realizzato con ampi giardino di qualche villa gentilizia palermitana e neppure di tocchi di azzurro pervinca. un giardino pubblico (giaCoBBe, 2005). Si potrebbe ricon- Con grande realismo è restituita su tela l’atmosfera al di durre piuttosto ad uno dei banani della piantagione del set- sotto del grande esemplare. tore delle piante utili dell’orto botanico di Palermo o del “giardino di acclimatazione” istituito a Mezzomonreale, nel 1867, su iniziativa di alcuni botanici (a. todaro, g. inzenga e a. Spagna) (cfr. giaCoBBe, 2005). L’interesse del pittore per questa pianta esotica traspare anche in altre opere: figura con grande evidenza nel dipinto In Giardino (Collezione privata), in All’ombra del banano (Museo Civico di agrigento) e in un altro dipinto presso la collezione Mulè di roma. non è da escludere che la picco- la tela possa essere uno studio preliminare per un’opera più grande e “ufficiale”.

Banano Veduta deLL’orto BotaniCo di PaLerMo

Fig. 8 - Banano (da BarBera & al., 2005). Fig. 9 - Veduta del ginnasio dell’orto Botanico di Palermo (dalla copertina della guida alla mostra “ispirandosi all’orto Botanico. rapporto tra arte, cultura e natura” a cura di P. PortogheSi & S. Francesco Lojacono Lo nardo,1996). 1895-1905 circa Francesco Lojacono Olio su tela, 52,3x40,7cm. 1895-1905 circa Firmato in basso a destra “F. Lojacono” Olio su tela Collezione privata. Collezione privata

47 L’inedita tela “orto Botanico” da collezione privata paler- diSCuSSione e ConCLuSioni mitana – di cui si attribuisce la paternità al Lojacono – raffigura, da un’ardita angolazione, parte del Come si evince dalle premesse e poi dalla rassegna delle Gymnasium, progettato dall’architetto dufourny tra il opere, Francesco Lojacono ispirerà una decina di tele 1789 e il 1795 e del Tepidarium. L’opera presenta i carat- nell’orto botanico di Palermo. i luoghi o i soggetti ispirato- teri tipici della pittura del Maestro, ricollegabili sopratut- ri sono oggi ancora ben riconoscibili. una lettura dell’orto to alla parte matura della sua attività. in un’ottica museale più che scientifica, deve portare ad una La resa coloristica, inoltre, risponde a quella studiata valorizzazione di questi luoghi e soggetti. era intendimento sintesi di effetti cromatici ora armonizzati, ora divergen- di uno degli autori di porre in prossimità di essi un pannel- ti che magistralmente si può cogliere nell’ombreggiatura lo esplicativo con impressa l’immagine dell’opera e una in basso o nelo svettare delle palme sul cielo velato da scheda di commento bilingue. Per questo, in considerazione nuvole (ViteLLa, 1996). del nuovo indirizzo dato all’orto dalla nuova direzione, quelle riportate nella nostra rassegna possono costituire un utile modello di riferimento. orto BotaniCo [I piloni o I pilastri]

BiBLiograFia

aCCaSCina M., 1982 – Ottocento siciliano – Pittura – ed. Fondazione Withaker, Palermo. BarBera g. & al. (a cura), Francesco Lojacono 1838-1915. Silvana editoriale, Milano. P.310-311. giaCoBBe L., 2005 – Francesco Lojacono, Orto botanico – Viale delle Palme. 106; – in BarBera g. & al. (a cura), Francesco Lojacono 1838-1915. Silvana editoriale, Milano. Pp.308-309. giaCoBBe L., 2005 – Francesco Lojacono, Vasca con Capelvenere e Alocasia. 108; – in BarBera g. & al. (a cura), Francesco Lojacono 1838-1915. Silvana editoriale, Milano. P.312. giaCoBBe L., 2005 – Francesco Lojacono, Banano. 107; – in BarBera g. & al. (a cura), Francesco Lojacono 1838-1915. Silvana editoriale, Milano. P.310-311. iMBeLLone a., 2014 – I Luoghi – Francesco Lojacono – Fig. 10 - orto Botanico [I piloni o I pilastri] (dalla collezione di Orto Botanico (In Giardino), scheda 20 – in troiSi antonello governale, Palermo). immagine concessa per il manife- sto dell’evento “L’orto Botanico in mostra” organizzato nel mag- S. & niFoSì P. (a cura), Di là del faro. Paesaggi e pit- gio 1991 dal dipartimento di Scienze Botaniche dell'unversità di tori siciliani dell’Ottocento. Silvana editoriale, Palermo. Milano. Pp.176-177. Lo nardo S., 2004 – Il progetto di Leòn Dufourny – in Francesco Lojacono rotoLo M. & Lo nardo S. (a cura) – Il Gymnasium 1895-1905 circa dell’Orto botanico di Palermo – Storia e restauro – Olio su tela Provincia regionale di Palermo, 2004. Pp.23-28. Firmato in basso a destra: “F. Lojacono” Magro V., raiMondo F.M., raiMondo L.C. & La Sorte F., Con dedica in basso a destra: “Al mio amico e fratello” 2017 – Contributi alla interpretazione, conservazio- collezione privata. ne e restauro dei manufatti storico-artistici dell’Orto Botanico di Palermo: Il Paride di Nunzio Morello. L’olio su tela – già transitato nel mercato dell’antiquaria- Quad. Bot. amb. appl. 26: 73-84. to – ha come soggetto i propilei in arenaria dell’orto MattareLLa i., 1982 – Pittori siciliani dell’800 – ed. Botanico di Palermo, che immettono su piazzale agostino Fondazione Whitaker, Palermo. todaro, soggetto presente in altre opere (orto Botanico – i Mauro e., SeSSa e. &BuFFa M., 1987 – Scheda pilastri). Lojacono non è estraneo, come già esposto, alle Parchi/Giardini: Orto Botanico – in Mauro e. (a cura), architetture dell’ortoriprodotte su tele di piccolo formato. Orto Botanico. Concorso internazionale d’idee per una una calda luce illumina i due propilei neoclassici realiz- più moderna organizzazione funzionale dell’orto bota- zati in un’ardita prospettiva. nico di Palermo: proposta per un progetto di amplia- i toni del giallo, dell’ocra, del terra di Siena, dei bruni si mento, n.1. Centro studi di storia e arte dei giardini, stagliano contro i verdi delle specie raffigurate e l’azzurro Palermo. Pp.41-44. del cielo terso. un delicato chiaroscuro plasma i plinti raiMondo F.M. &MazzoLa P., 1992 – L’Orto Botanico modanati e i due eleganti vasoni ospitanti anch’essi specie dell’Università di Palermo – in raiMondo F.M. (a vegetali. L’opera risulta essere uno dei tanti esercizi “an cura) – Orti botanici, giardini alpini, arborei italia- plein air” tipici del pittore. quest’ultima, in particolare, è un’ ni. ed. grifo, Palermo. Pp.165-192. “omaggio” come attestato dalla dedica autografa in basso a rotoLo M., 2004 – La Manifestazione per il bicentenario destra. dell’Orto botanico di Palermo (1795-1995) – in rotoLo M. & Lo nardo S. (a cura) – Il Gymnasium 48 dell’Orto botanico di Palermo - Storia e restauro – Provincia regionale di Palermo, 2004. Pp.39. SPadaro M.a. (a cura) 1993 – Francesco Lojacono. in SaruLLo L., Dizionario degli Artisti Siciliani, Vol ii (Pittura) – novecento, Palermo. Pp.299-300. ViteLLa M., 1996 – Sezione storico-artistica. L’Orto Botanico e i pittori dell’Ottocento in PortogheSi P., & Lo nardo S., (a cura) – Ispirandosi all’Orto Botanico. Rapporto tra arte, cultura e natura – Manifestazioni celebrative del bicentenario dell’ortoBotanico di Palermo (1795-1995), Palermo orto Botanico 4 ottobre-10 novembre 1996. P.49. riaSSunto – La figura del pittore Francesco Lojacono (1838-1915), definito come il più celebre paesaggista sici- liano dell’ottocento, e in particolare la sua opera pittorica ispirata dall’orto Botanico di Palermo vengono qui analiz- zate e commentate. dopo brevi cenni biografici dell’artista, gli autori analizzano le cinque opere di cui si ha conoscen- za e attualmente presenti presso istituzioni pubbliche e col- lezioni private. Si tratta di dipinti di cui si riportano sinteti- che schede descrittive corredate da rispettive immagini foto- grafiche. Viene infine prospettata una forma di valorizza- zione in situ dei luoghi e dei soggetti.

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