MARTEDÌ 4 AGOST01992 POLITICA INTERNA PAGINA 5 L'UNITÀ La tesa Una modesta ma «ferma» relazione apre il Consiglio nazionale L'ex ministro degli Esteri rilancia: «Rinnovamento subito» dei conti Andreotti in attesa: per i «suoi» più posti al vertice? La sinistra divisa all'appuntamento ma Bodrato attacca «Non faccio il segretario dimezzato» Forlani liquida Segni: «Può andarsene». Scotti: «Vai via tu» «Sono sempre pronto ad andarmene, ma se resto non faccio il segretario dimezzato». Forlani ha af­ frontato il suo partito a muso duro, indicando le li­ nee del «suo» rinnovamento e richiamando tutti al­ , l'unità e alla disciplina. «Nessuno è obbligato a stare segretario nella De», ha detto alludendo a Segni. Gli ha rispo­ della De con ; sto Scotti: «Siete voi a dovervi fare da parte». E Bo­ a destra drato: «Dobbiamo cambiare subito».

ALBERTO LBISS ECI ROMA. «Non ho voglia di elettorale della De, dice che è lezione dei presidenti delle Ca­ il contrattacco di Scotti tocca l'impressione, dopo tre mesi di parlare qui delle mie dimissio­ «dialetticamente» aperta al mere e per quello della Repub­ anche qualche corda profon­ incertezze, di tornare al punto ni», dice Forlani nel silenzio, confronto, ma sottolinea che blica ( e il primo applauso del­ da dell'impaurito corpo demo­ di partenza, saremo tutti più nella calca, e nel caldo soffo­ chi rappresenta la De nella la sala va a Scalfaro), è stato cristiano. Nessuna nostra por- deboli, anche se uniti». Né la cante in cui si svolge a palazzo commissione è tenuto a difen­ cosi per il varo del governo posta, e nemmeno questo go­ De si trastulli - avverte Bodrato Sturzo questo drammatico derla. Nelle frasi conclusive la Amato. Al quale il leader de verno - dice Scotti - può esse­ - se l'accordo sul costo del la­ consiglio nazionale della Oc. dose è rincarata: ci vuole un giura lealtà e fedeltà. Anche se re credibile senza segni evi­ voro ha messo in luce l'incon­ Però due cose le afferma con «costume diverso e più severo», aggiunge: non è detto che la denti e immediati di nnnova- sistenza di una «alternativa» nettezza: resta la sua •disponi­ dice Forlani, «un partito ha for­ salvezza della legislatura cosi mento. Non potete in nome Occhetto-La Malfa. Anzi l'ine­ bilità» ad andarsene «In ogni za se chi vi partecipa agisce sia garantita, ma bisognava sistenza di un'alternativa è un momento», «se si presenta una non per corroderlo dall'inter­ dell'«emergenza» condannare impedire che «la nave affon­ me, o cercare un coinvolgi­ pericolo per la De. È il segnale soluzione più convincente»; no o delegittimarlo all'ester­ dasse in porto ancor prima di che la sinistra darà battaglia' ma - scandisce - «una sola co­ no...ciò vale per me come per mento del Pri e del Pds solo partire». Sarà cosi per l'iniziati­ per portare acqua destinata a In una riunione tenuta al matti­ sa non potete chiedermi: che il tutti gli iscritti...nessuno è co­ no dalla corrente De Mita ave­ segretario possa essere dimez­ stretto a militare In un partito, va prossima e futura della De. spegnere l'incendio della «ca­ zato. La situazione è tale che tanto più nel nostro partito. E di fronte alla secchezza sa che brucia». Cosi l'incendio va cercato di calmare gli ani­ se rimango, o chiunque verrà, L'unità deve essere finalizzata, del discorso di Forlani acqui­ non si spegne. Una sola cosa mi, contro gli insofferenti Mar- occorrerà esigere un più alto li­ oggi più che nel passato, a di­ stano un sapore di maggiore seria potete fare, «amici di tinazzoli, Elia e lo stesso Bo­ vello di responsabilità». E certo aderenza alla realtà le stesse drato: «11 rinnovamenti ,,on è fendere le ragioni della De». Il S.Genisio», cedete il passo. Il sostituire una persona». Ma il ciò che colpisce di più dei 40 messaggio è più che esplicito: parole di Scotti. Avete bollato il cambio non avverrà mai, cari minuti di asciutta relazione del chi non difende le ragioni del­ mio «gesto drammatico ma ca­ corpo della De scalpita. In se­ Forlani e De Mita, se non siete rata gli andreottiani smenrisco- segretario è la durezza del ri­ la De, non è obbligato a resta­ rico di speranza» come un tra­ voi a deciderlo. chiamo all'unità e alla solida­ re. dimento o il frutto di un «colpo no l'esistenza di un accordo È lo sfogo di un «solitario» un Andreotti-Forlani, raggiunto rietà di partito, un partito che si Del resto anche sul «rinnova­ di sole» -dice risentito l'ex mi­ rinnova - a modo suo - che nistro a Forlani e a De Mita. Ma po' amletico, che forse ha scel­ sin dal primo pomeriggio sulla mento» di cui la De ha biso­ to di mettersi «in corsa» sba­ avverte tutta la drammaticità di gno, Forlani è stato abbastan­ io l'ho fatto contro la «scelta base di un allargamento della una fase in cui la contestazio­ l'«onda di contestazione» vogliono «nuove regole», ripete lamentari (e nell'«understate- Frasi nette e invito alla concre­ gattopardesca» confezionata gliando clamorosamente la segreteria.. «La relazione - sen­ za netto: non è quello che può esplosa dopo la fine del comu­ ad una platea che non sembra meni» forlaniano, scompare tezza, ma non è certo un pro­ partenza. Ma quando concetti ne contro i partiti rischia di tra­ venire da «passaggi rapidi», per questo consiglio naziona­ tenzia Cirino Pomicino - lascia volgere l'intero sistema demo­ nismo (perchè si sono liberati proprio entusiasta, e bisogna anche ogni riferimento esplici­ gramma da suscitare entusia­ le. Ero restato nel governo - simili li ripete aperti molti vuoti che bisogne­ •vie brevi», o peggio, «scosse •gli squilibri e le contraddizioni definirle per l'autunno: dopo to alla «bomba» Scotti). Poi in­ smi. Tanto più che lo sfondo scattano gli applausi convinti rà riempire col dibattito» Oggi cratico. Forlani non pronuncia traumatiche». C'è una linea di che nella contrapposizione la Festa dell'Amicizia un nuo­ dica altri punti: il «concorso politico-strategico in cui Forla­ racconta Scotti - perchè Gava mai il nome di Segni, ma alcu­ •falso rinnovamento» a cui mi aveva garantito che il rinno­ della platea. «Osservazioni in­ si riunisconotutt e le correnti, e ni passaggi del suo discorso planetaria erano rimasti com- vo Cn deve approvarle per degli iscritti a definire i pro­ ni lo inserisce appare ancora hanno contribuito non solo «i jressi») viene «cavalcata» in viaggiare poi con qualche cer­ grammi», la «nforma del tesse­ più esile: siamo sempre stati vamento sarebbe avvenuto, e teressanti», quelle di Forlani. parlano i «big», a cominciare sono chiaramente riferiti al partiti di opposizione», ma an­ ftalia indicando un «capro tezza verso il congresso. Un ramento», un «maggiore spazio coerenti con la linea stabilita lui stesso aveva già tracciato l'i­ Ma il segretario - dice l'espo­ dal vecchio Giulio. 1 giochi «caso» esploso con l'esclusio­ che «gruppi e persone che cer­ espiatorio»: la De e «il sistema primo punto di credibilità - ri­ ai gruppi parlamentari e agli dopo il 5 aprile, recita Forlani, dentikit del nuovo segretario. nente della sinistra - ha «ri­ sembrano ancora aperti. Pas­ ne del leader referendario dal­ cano di (onere il piede in staffe di alleanze» con cui ha gover­ vendica - è stato aver fatto eletti», la «riforma del finanzia­ quella del «confronto» e del Ma non era vero niente. È que­ schiato di mettere in ombra serà alla fine il duro nehiamo la commissione bicamerale diverse, in attesa di vedere co­ nato in tutti questi anni. passare, sia pure tra difficoltà e mento», e una migliore selezio­ coinvolgimento di tutte le forze sta la sua spiegazione. Lascia un'esigenza di autocritica del­ all'unità di Forlani' Chi se ne per le riforme. Il segretario par­ me andrà a finire». E non man­ Ma qual'è allora il «rinnova­ sacrifici, il principio dell'in­ ne dei quadri dirigenti all'ine- politiche democratiche «re­ un po' freddino - nonostante la De». Lo sa bene il commissa­ mostra comunque sicuro è An­ ia della proposta di riforma ca un accento vittimistico: mento» che piace a Forlani? Ci compatibilità tra ministri e par­ segna della «professionalità». sponsabili». È stato cosi per re­ l'afa - il «parlamentino» de. Ma rio a Tangentopoli. «Se diamo tonio Gava.

Intervista a SBARDELLA Intervista a GRANELLI

somma, senza fare proclami sa. Quindi, in queste condi­ roboanti, prima a Assago, ora zioni, rischiamo di mettere «Un sì convinto qui. noi la riforma della De «Non mi piace in gioco i nostri uomini mi­ l'abbiamo delineata. gliori senza avere il consen­ Condivide anche li richiamo so necessario a impedire netto all'unità Interna e la che essi siano condizionati Chi si dissocia critica alle posizioni trasver­ ma l'alternativa dagli Scotti, dai Cirino Pomi­ sali? cino. Del resto, il ruolo della Certo, perchè ciascuno di noi sinistra è sempre stato quel­ è un disertore» chiede agli elettori il consenso dov'è?» lo di offrire » tutto il partilo su una linea sulla quale, con­ una prospettiva più ampi.i. seguentemente, viene eletto. Ed è esattamente quello che FRANCA CHIAROMONTI Da questo punto di vista, allo­ facciamo quando poniamo ra, ogni dissociazione si conli- l'esigenza di una svolta poli- •• ROMA. Onorevole Sbardella, » lei è piaciu­ Ma tecondo lei Scotti ai muove da solo o è gura, in qualche misura, come una diserzione. assi ROMA. Senatore Granelli, è soddisfatto del può limitarsi a dire che non ci sono le condizio­ ta la relazione di Forlani? d'accordo con qualcuno? Dunque anche la volontà di distinzione modo In cui Forlani ha aperto U Cn? ni per un'intesa più ampia, per un governo dav­ Granelli, lei ha interrotto polemicamente SI, perché mi è parsa misurata e consapevole Beh, qualche spinta credo che l'abbia ricevuta. Non direi. La relazione del segretario mi è par­ vero riformatore: in politica le condizioni si espressa dalla sinistra de può essere consi­ creano. Allora, o ci mettiamo nell'ottica di que­ l'intervento di Scotti. Perché? dei problemi che stiamo vivendo non solo co­ Da Andreotti? sa di ordinaria amministrazione a fronte, inve­ me De, ma complessivamente come classe po­ derata una diserzione? ce, di una situazione che è tutt'altro che ordi­ sta svolta, oppure anche il problema delle re­ Perché non si può entrare in un governo, di­ litica. Quanto alle dimissioni di Forlani, esse so­ Non lo so. Certo, Andreotti è quello che vedo Mi pare che in questa fase anche nella sinistra naria. Più precisamente, mi pare che le manchi gole inteme appare solo un aggiustamento. mettersi e poi venire in Consiglio nazionale a più motivato rispetto a un cambiamento degli il respiro sufficiente ad aprire nel partito quella Tra l'altro, non si può fare finta che a sinistra fare una predica su come dovrebbe andare il no sempre attuali, condizionate solo a un con­ democristiana stia maturando una visione più non sia successo nulla. Oggi ci sono le condi­ mondo. Verso chi si dimette da un incarico si senso più vasto sulla successione. Consenso assetti attuali del partito, più desideroso di rien­ critica dell'unità, dell'idea di unità intema. Si fase di svolta necessaria ad avviare il congres­ che, per ora, non si è verificato. Nel momento trare nei giochi. so. Naturalmente, questo non vuol dire che il zioni per una politica che sia all'altezza dell'a­ può e si deve avere comprensione Ma anche tratta, naturalmente, in questo caso, di posizio­ dibattito non possa aiutare anche Forlani a pertura a sinistra che sapemmo avere negli an­ l'interessato deve porsi in un atteggiamento di in cui si verificasse, lui se ne andrebbe. Torniamo a Forlani. Lei condivide II percor­ ni Settanta. E dell'intervento di Scotti cou pensa? so Indicato per la riforma del partito? ni più che legittime. Spero, tuttavia, che il dibat­ chiarire meglio la strategia politica che lui ritie­ ricerca, insieme a tutti gli altri. La riforma del partito noi la stiamo già facendo. tito intemo alla sinistra non preluda a una divi­ ne utile per la De. Cirino Pomicino dice che l'andamento di Come giudica l'attacco di Forlani a Segni? Mi è parso motivato da grandi sensi di colpa. sione perché sarebbe un fatto estremamante A settembre ci saranno le nuove regole. Intan­ Sta dicendo che alla De manca una linea? questo Consiglio nazionale dipende dall'at­ Ritengo che la posizione di Segni, >.ome tutte Je Può darsi che sia in buona fede, ma il suo gesto to, mi pare che aver posto con forza la questio­ grave. teggiamento che la sinistra De sceglierà di può essere definito quanto meno avventato: in Le rispondo con una battuta: abbiamo fatto il altre, non debba essere criminalizzata. Non ne deli'incompatibilità tra ministri e parlamen­ avere nel confronti di Forlanl. Lei che cosa credo, però, che per il solo fatto di appellarsi un momento di destabilizzazioni, non c'era al­ Grave? governo possibile, ora si tratta di (are quello ne­ risponde? cun dubbio che esso apparisse come un'ulte­ tari sia un passo importante nella direzione di SI, grave, perché verrebbe reso un colpo all'i­ cessario al paese. all'esterno nella sua critica interna alla De, Se­ riore destabilizzazione del quadro politico. Del togliere ai capicorrente la possibilità di gestire il Rispondo che se la sinistra esistesse, con una gni debba godere di un diritto in più rispetto a resto, qualcuno ha già paragonato questo sus­ consenso attraverso l'attribuzione di incarichi spirazione popolare propria della Democrazia Il governo Amato non lo è? sua piattaforma unitaria e un suo programma, chi, invece.difende il partito. Detto questo, cn seguirsi di destabilizzazioni a una specie di governativi e di ridurre il numero delle persone cristiana, a partire dalla quale, poi, si articola­ Ripeto, il governo Amato è quello possibile. allora potrei anche condividere il giudizio di Ci­ posto nella commissione bicamerale si poteva complotto. direttamente legate alla gestione del potere. In­ no, nel partito, le diverse posizioni. Una grande forza come la nostra, però, non rino Pomicino. Ma non è cosi: la sinistra è divi­ anche darglielo. Ci F.C. La tristezza del Grande Incompreso: «Ormai nulla li scuote» SCI ROMA. Enzo Scotti se ne tempo è finito. Manco un gesto congressi decisi a tavolino, stosi del comunismo cinese. 0 faceva gli scongiuri, chi evoca­ avanti né indietro. E Fontana va, curvo tra la scorta, lungo i drammatico riesce più a scuo­ con compravendita di pacchi Scotti parla mentre Forlani legge «Il Popolo» magari avventurarsi per la va altre adunate ben più infuo­ che gnda al mondo: «Forlani é corridoi di Palazzo Sturzo. Sor­ terli... C'è solo fastidio». Ma chi di tessere. E Scotti?Scivola lun­ Cappadocia. Ecco, forse, il po­ cate. Eccolo qui, Forlani, all'ar­ insostituibile!». Gava che anti­ ride, di un sorriso faticoso. E glielo ha fatto fare? Non ri­ go i muri Pier Ferdinando Casi­ e Granelli gli grida: «Ma dicci perché ti sei dimesso» sto adatto per Forlani, che qui rivo. Assediato ai quattro lati cipa: «Sarà confermato come confida: «Questi del Consiglio sponde, Scotti. Ripete: «Loro ni, bello e forlaniano. probabi­ dentro soffre per Scotti, soffre dai giornalisti, sorride nono­ segretario». E il mite Luigi Gra­ nazionale pensano che chiu­ non riescono più a capire la si­ le futuro direttore del Popolo. E alla fine De Mita ironizza: «Fa ancora caldo» per Martinazzoli, soffre per Bo­ stante rischi di beccarsi alme­ nelli, vicepresidente del Sena­ dere gli occhi porti a qualche tuazione. Contenti di que­ Cosa ne pensa? «Io non penso drato, soffre per Andreotti... Un no venti microfoni sui denti e to, che alza le bracci;:: «Io tor­ risultato. Ma chiudere gli occhi sto...». niente», borbotta per tutta n- L'ex ministro: «Continuano a chiudere gli occhi» calvario, per Arnaldo. Fuma la una decina di telecamere sulla no da quattro giorni negli Stati è solo male». Il cemento e i ve­ Loro, i capi democristiani, sposta. Si avvia verso l'uscita sua sigaretta quasi di nascosto, testa. Avanza sorridente e pa­ Uniti. Sono innocente di qua­ tri del palazzotto dell'Eur ardo­ sono nella saia di sotto, nel ca­ anche Nicola Mancino, mini­ Stoccate feroci e poi nel cortile l'abbraccio con Gava con le mani sotto il tavolo. Ha cifico, come se fosse al festival lunque cosa». no sotto II sole, ma forse Scotti tino del Consiglio nazionale, stro dell'Interno. «Scotti? - dice parlato, ha parlato a lungo, pri­ rossiniano, rompe l'assedio e Per tirar fuori una battuta porta ancora dentro il gelo con gravido d'afa e di folla: un car­ -. Non lo so... Meglio rispettare ma che si scatenasse il ciclone infila le scale. Segretario, ma polemica ai dici c'è chi ricorre cui l'hanno accolto 11 dentro, naio soffocante. I riflettori delle il suo travaglio». No, non parla­ Scotti. Parlato per dire cosa? lei se lo ricorda un Consiglio alle metafore olimpionictie. nella sala del parlamentino telecamere allungano sul mu­ no volentieri i capi del Bianco­ STEFANO DI MICHELE «Una relazione senza com­ nazionale altrettanto compli­ Sciabola o fioretto? Ma figurar­ scudocrociato. E quelle parole ro bianco le ombre di Forlani e fiore di quel «Tarzan» parteno­ menti», si lamenta Calogero cato? Sorride paziente, Forlani, si se un democristiano di razza con cui De Mita ha salutato la De Mita, che arrivano a sfiorare Un'ombra ingobbita, appesan­ zione non solo politica, ma an­ Vitalone, quello che voleva fa­ come chi ha visto cose ben fine del suo intervento: «Vedo peo che ha lanciato poco pri­ tita dagli occhiali: fa venire in che psicologica», commenta. re il ministro ma anche il sena­ Mannino, dici siciliano. «Una si impressiona per questo. «Al­ lo sguardo accigliato e dubbio­ ma, contro alcuni di loro, le relazione che lascia aperti peggiori: «Eh, carissimo, certo le Olimpiadi non ci sono solo il so di De Gasperi che fruga l'in­ mente quella inconfondibile di Picchiano duro, i democristia­ tore, sbeffeggiando Forlani, si che ne ricordo. Questo non è fioretto e la sciabola», bacchet­ che continua a far caldo bare di Falcone e Borsellino Andreotti. E infatti dice Angelo ni della maggioranza. Come mostra benevolo: «Quello di molti vuoti», dice Paolo Cirino niente al confronto, non è Come a dire: avevo ragione, quieto esercito democristiano. («Usereste ancora quelle paro­ Pomicino, evocando l'immagi­ ta subito sulle mani Andreotti. è seduto in Sanza, demitiano di Potenza- Bruno Tabacci, demitiano Scotti è un discorso che merita complicato...». Mah, se lo dice E poi non caccia più una paro­ l'altro giorno, quando ho detto le, "un amico che esagera un «Il suo mi pare un atto dovuto, lombardo. Sentite un po': «Col grande rispetto...». ne di una sorta di groviera pe­ il diretto interessato.,. Forse è che Scotti si era dimesso per settima fila, vicino a suo nipote pò"', che avete usato a marzo sarese. In un angolo di corri­ la «Un fioretto leggero», preci­ Luca Danese, giovane dici ro­ difficile da giudicare nel meri­ tuo gesto, caro Enzo, hai man­ Caldo torrido, afa mortale. cosi. Sentite cosa racconta il sa Piccoli. Annuncia Gava. «un colpo di sole». E Granelli nei miei confronti quando ho to...». In prima (ila c'è Sandro dato in malora quello che la doio, il ministro Giovanni Go­ vecchio : «Me che grida: «Dicci perchè ti sei mano. Si asciuga II sudore con lanciato l'allarme?»), che Iro­ De aveva deciso ad Assago. LI nell'atrio, accanto alle pro­ lia esibisce una cannottiera su­ «Useremo il fioretto, che è l'ar­ dimesso!». E urli, e qualche fi­ un fazzoletto bianco, poi ri­ Fontana, il «Bertoldo» che diri­ poste di riforma istituzionale ne ricordo certi... Solo per dire: ma tradizionalmente usata nizza sull'«ollmpica serenità di geva il Popolo, ora innalzato Non ci stiamo, è stata una scel­ data di craxiana memoria e in­ quelli in cui io entravo segreta­ schio. Quel Forlani che osten­ prende a scrivere su un blocco Forlani», che racconta delle ta sbagliata». E Romeo Ricciuti, dello scudocrociato e alle pile tanto commenta feroce con un dalla De». Cosi è, in casa dici: tatamente legge il Popolo, oggi di fogli posato sulle gambe. Fa alla dignità ministeriale. E cosa di copie del Popolo e della Di­ rio e alla fine votavano un al­ arsenico e fioretto. E infatti, una certa impressione, il sena­ donne di Parigi che marciava­ dice, della requisitoria appena un doroteo accasato nelle in­ altro democristiano: «Se gli ita­ tro». Sono fatti cosi, i democri­ evidentemente di travolgente no su Versailles. «Cos'è, una ri­ nocenti contrade abruzzesi, si scussione, fanno bella mostra liani sapessero che noi stiamo quando cala il sole, nel cortile interesse, che si toglie la giac­ tore Andreotti, confuso nella sentita? «Da una parte c'è una pacchi di depliant per le va­ stiani: prima della guerra, si di Palazzo Sturzo, Gava e Scotti folla, tra i tanti... Tutto sembra volta?, chiedeva Luigi XVI. No, sincera volontà di rinnova­ associa alle analisi nietereolo- meditando...». sorridono tutti Ira di loro. Arri­ ca, che confabula con De Mita. maestà, una rivoluzione, gli ri­ giche di De Mita: «Il caldo di canze. Se i democristiani vo­ si abbracciano: «Il rapporto E Gava che sbuffa. Il in secon­ un po' surreale, anche quel mento: dall'altra il tentativo di gliono, possono rinfrescarsi a va ridendo anche Scotti, che a personale non è mai stato in­ , Gran Vizir spondevano». utilizzare un cavallo sbagliato, agosto ha cancellato le ultime Ma no, che nessun dici d'Ita­ un certo punto si impiccia con taccato...». Oggi pomeriggio, di da fila. Ora, mentre avanza tracce di una speranza politica Tropea o alle Seychelles, pro­ lia si aspettava un Consiglio i fili dei microfoni e delle tele­ verso l'uscita, l'ex ministro de­ abruzzese del doroteismo che quello dell'incompatibilità, per vare i brividi peccaminosi di nuovo pugnali, pardon: fioret­ tuona contro le tangenti e i I riflettori allungano sul mu­ della De». Guarda caso, solo nazionale tranquillo. Magari camere, senza poter andare né gli Esteri si lascia andare: «Il ro anche l'ombra di Scotti. portarla avanti. Unacontraddi- un andreoltiano come Claudio Parigi o quelli certo meno gu­ qualcuno ci sperava, c'era chi ti, al lavoro.