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Pubblicazione quadrimestrale dell’Associazione Culturale LUMEN (onlus) Miscellanea 46 lumen Dicembre 67061 Carsoli (AQ) * via Luppa, 10 - Pietrasecca * e-mail: [email protected] 2016 Sommario Michele Sciò 2 Sicurezza pubblica. Dalla Gendarmeria borbonica ai Reali Carabinieri tra la piana del Cavaliere e Tagliacozzo Michela Ramadori 8 Le iconografie di San Nicola di Bari e San Berardo sullo storico stendardo della Confraternita di San Berardo di Colli di Montebove d. Fulvio Amici 11 Un Pandolfo di Collalto acquista da Nicola di Boiano la metà della rocca e castello di Pietrasecca e Poggio Cinolfo (Napoli 1326) Massimo Basilici 12 Una comunità e la sua campana. Storia ed immagini della campana maggiore della parrocchiale di San Giorgio a Pereto Claudio De Leoni 16 Notizie e avvenimenti. Visita a colle Sant’Angelo, viaggio nella memoria, Rocca di Botte, ritratto di donna dipinto sulla facciata dell’ingresso alla vecchia caserma dei Reali la ristampa anastatica della Reggia Carabinieri (foto: M. Sciò, 2012). Marsicana, visita a Colli di Montebove n anni in cui si parla tanto di identità, personale, di genere e di famiglia, Angelo Bernardini 17 può apparire strano insistere su una presunta identità dei centri che si Sant’Angelo di Colli di Montebove. affacciano sulla piana del Cavaliere. A leggere i passaggi dei feudi La grotta, gli affreschi (Pietrasecca e Poggio Cinolfo), le vertenze di confine (Pereto-Carso- Mario Cerruti 20 li) e le vicende di gendarmerie e caserme (a Carsoli, Pereto, Rocca di Botte e Divisione e riunificazione della I Diocesi dei Marsi tra luci ed Tagliacozzo) c’è da perdersi tra i mille rivoli di una storia conflittuale e fati- ombre del Medioevo e problemi cosa. dei giorni nostri Ci conforta però l’idea che il culto a Michele Arcangelo nella grotta tra Paola Nardecchia 23 Pietrasecca e Colli di Montebove abbia unito più comunità, o che la me- La Madonna dei Raccomandati a Orte e . Storie di dievale Carsoli sia sorta raggruppata sul Colle Sant’Angelo, intorno alla confraternite, di ospedali e di opere rocca e alla sua chiesa rinnovata; o che a Orvinio e a Marcetelli, nel vicino d’arte Reatino, chiese locali raffigurassero nel primo Cinquecento la Madonna della Paola Nardecchia 30 Misericordia con il manto aperto a proteggere i suoi figli, come accadde con Appendice: l’ispettore Lorenzo Fiocca, l’Abruzzo e Collalto la pala d’altare della chiesa della confraternita dei Raccomandati a Orte, dove Sabino era vescovo Giorgio Maccafani nativo di Pereto; o che in tempi recenti il Massimo Basilici 31 popolo di Colli si sia raccolto in processione dietro lo stendardo con le I confini tra Pereto e Carsoli (1761) immagini di s. Nicola e del patrono Berardo; o che infine la comunità Luigi Petrucci 34 peretana abbia unito le forze fisiche e spirituali per issare nel 1970 la sua Autori e libri campana maggiore sulla torre della parrocchiale. Un auspicio di pace, in , per questo tempo di Natale.

L’Associazione LUMEN (onlus) è una organiz- In evidenza: zazione di volontariato riconosciuta dalla re- gione Abruzzo. Chi vuole sostenere le nostre I Reali Carabinieri a Rocca di Botte, Pereto, Carsoli e Tagliacozzo attività può farlo con il contributo del 5 per 1000 firmando sotto la dicitura Sostegno del Pereto e le sue campane volontariato, delle organizzazioni non lucra- tive ... indicando il nostro codice fiscale La Madonna dei Raccomandati nell’arte 90021020665 2 lumen Storia Sicurezza pubblica. Dalla Gendarmeria borbonica ai Reali Carabinieri tra la piana del Cavaliere e Tagliacozzo

’organizzazione di un servizio di con spese a carico della provincia. stando armati di fucile con baionetta L pubblica sicurezza in senso mo- Il titolo XIII della legge ne elencava i (le spese per l’armamento erano a ca- derno ebbe inizio con Giuseppe Bo- compiti. Si ordinava di pattugliare l’in- rico degli addetti) e le guardie doveva- naparte, posto sul trono di Napoli dal terno dei paesi e le vie di comunicazio- no portare il distintivo della coccarda rossa più noto fratello Napoleone. Il suo ne, si raccomandava di raccogliere al cappello. Spettava loro eseguire arresti governo iniziò il 30 marzo 1806 e informazioni sui luoghi controllati e di nel territorio di competenza, sorve- terminò il 5 luglio 1808, quando fu arrestare i malfattori, vigilare gli oziosi gliare detenuti, collaborare con la gen- destinato dall’illustre congiunto al tro- e i vagabondi, sorvegliare fiere e mer- darmeria ecc., e ogni turno di guardia no di Spagna, lasciando a Gioacchino cati, tenere sotto controllo i disertori e (2) doveva essere intervallato da un Murat un regno in pieno rinnova- i renitenti alla leva. periodo di riposo di 10 giorni. mento. Fino ad allora, in base alla legge n. 70 Unitamente al decreto fu pubblicato La prima azione del sovrano francese del 15 maggio 1806, era stata attiva una anche il regolamento, che ne stabiliva fu la pubblicazione della legge n. 120 guardia civica provinciale, composta da la formazione e i compiti. del 24 luglio 1806 (1), con la quale si uomini maggiori di 18 anni, proprie- Il decurionato di ogni comune si riu- organizzava la Gendarmeria reale. È tari iscritti a ruolo, o figli di proprietari, niva per preparare una lista di guardie un testo di 180 articoli che ordina nei o esercitanti una professione o un me- effettive e di riserve, scegliendo tra i minimi dettagli scopi, funzioni e stiere. La forza era a disposizione degli maschi dai 24 ai 50 anni. Preparato organigramma del corpo preposto alla Intendenti, vale a dire dei massimi l’elenco, si inviava all’Intendente della sicurezza. rappresentanti civili del governo a provincia, nel nostro caso all’Aquila, Si legge all’art. 1: Sarà creato un corpo di livello provinciale. che controllava i nominativi. Termi- gendarmeria reale per assicurare nell’interno Le citate leggi, sebbene modificate nel nate le verifiche venivano spedite le del nostro regno il mantenimento dell’ordine, corso degli anni, garantirono la sicu- patentiglie, vale a dire un documento di l’esecuzione delle leggi, la ricerca degli accu- rezza pubblica del Regno di Napoli nomina a guardia urbana, compren- sati, la repressione de’ delitti, ed il rispetto fino al 1827, quando Ferdinando I ri- sivo di licenza per porto d’armi. delle persone, e delle proprietà. All’art. 2 si formò la sicurezza a livello locale con La storia dei Carabinieri Reali (3) ha dice che repressione e vigilanza costi- decreto del 24 novembre. La guardia qualcosa di simile, perché nasce il 13 tuivano l’essenza del servizio, mentre civica fu abolita e creata al suo posto la luglio 1814 in epoca di Restaurazione, all’art. 4 si aggiunge: il servizio della gen- guardia urbana, operante in tutti i paesi per volontà di Vittorio Emanuele I di darmeria reale è specialmente destinato alla del Regno meno che nei capoluoghi di Savoia, adocchiando l’organizzazione sicurezza delle campagne, e delle strade. Il provincia e di distretto, oltre che in della Gendarmeria francese. Il rego- corpo era formato da 130 brigate a ca- specifici luoghi indicati nel decreto. Il lamento interno è datato 16 ottobre vallo e 160 a piedi, ogni brigata com- servizio era gratuito e obbligatorio. 1822 e rimase in vigore fino al 1 mag- posta da sei uomini, che nell’insieme Nei comuni fino a 1000 abitanti erano gio 1892. Si distinguono ugualmente davano vita a tre legioni. Ciascuna previste al massimo 40 guardie più una militi a cavallo e a piedi, capaci di legione svolgeva il servizio in 4 pro- riserva, pari a un quinto degli effettivi. leggere e scrivere, con un’anzianità di vince. I gendarmi a cavallo dovevano Nei comuni da 1001 a 2000 abitanti se servizio di 4 anni in uno dei corpi del- avere un’anzianità di servizio di 4 anni ne prevedevano 90 più la riserva. Il l’esercito. Con l’Unità d’Italia (1861) presso i reparti di cavalleria; quelli a reclutamento colpiva determinate tutti i corpi militari a cui era affidata la piedi la stessa anzianità conseguita in classi sociali: impiegati, proprietari, ca- sicurezza pubblica vennero riuniti in qualsiasi corpo dell’esercito. Età dai 23 pitalisti, negozianti, professori di arti uno solo, istituendo i Carabinieri Reali, ai 40 anni, statura cinque piedi e quat- liberali, capi artefici, imprenditori di o- prima Arma del novello esercito ita- tro pollici di Parigi (circa 1,72 m) per i pere, maestri di bottega. Se non erano liano. primi; la stessa altezza, meno un pol- sufficienti si sceglieva tra gli agricoltori I centri della piana del Cavaliere lice (circa 1,70 m), per gli altri. La buo- affittuari o, extrema ratio, tra gli operai na condotta doveva essere certificata e più idonei. Poco prima dell’Unità d’Italia esisteva bisognava saper leggere e scrivere. Un Nei luoghi dove risiedeva il Giudice una gendarmeria a Tagliacozzo, ospi- gendarme a cavallo guadagnava an- regio, tale forza era alle sue dipenden- tata in una parte del complesso con- nualmente 246 ducati, uno appiedato ze; negli altri posti era agli ordini del ventuale di San Francesco (4), mentre 123. Ogni gendarmeria occupava edi- Sindaco. Ma anche Prefetto di Polizia, per i paesi della piana del Cavaliere le fici militari; se non erano disponibili si Intendente e Sottointendente poteva- guardie urbane svolgevano le attività affittavano fabbricati adatti allo scopo, no disporne. Il servizio si svolgeva di pubblica sicurezza. lumen 3 Con la formazione del Regno d’Italia fu normale installare nei luoghi rite- nuti importanti un servizio di polizia, anche se le scelte spesso erano dettate da fattori come la lotta al brigantaggio e la repressione dei movimenti legitti- misti lungo il confine, che nelle nostre contrade furono particolarmente forti fin dai primi giorni del 1861 (5). Ma in quell’anno non era opportuno parlare di pubblica sicurezza, perché la partita veniva giocata da militari e da forma- zioni paramilitari come la guardia na- zionale; solo con lo stemperarsi dello scontro armato, la mano passò ai Reali Carabinieri, che si insediarono prima a Carsoli (dove l’Arma è rimasta, seppur cambiando indirizzo nel corso degli anni) e poi a Rocca di Botte, ove è re- Pereto, cartolina ante Seconda Guerra Mondiale, caserma dei regi carabinieri in piazza San Giorgio. stata qualche decennio, trasferendosi poco accoglienti e superate le neces- rimborsare i proprietari della vecchia poi a Pereto. sità del momento (si ricordi che siamo caserma delle mensilità perdute con la A Rocca di Botte tutto ebbe inizio il 2 nel 1862, in piena reazione borbonica) rescissione anticipata del contratto. aprile 1862 (6), quando il maresciallo si cercò un posto più idoneo presso il La decisione di allontanare i cara- dei reali Carabinieri di Tagliacozzo barone Luigi Coletti. L’accordo si binieri da Rocca di Botte cominciò a prese possesso di un locale di pro- raggiunse e l’Amministrazione Pro- maturare nel gennaio 1903, quando il prietà di Carlo Fiori, nella parte alta del vinciale stipulò un contratto d’affitto il Prefetto di Aquila informò l’Ammini- paese in contrada Filaro, oggi nei pres- 1 agosto 1870 per quattro anni, tacita- strazione Provinciale che il Ministero si di via Roma 53. Superato il portone mente rinnovabili per altri quattro, al dell’Interno aveva disposto l’istituzio- con questo numero civico, ci si inoltra prezzo di 300 lire annue. La nuova ne di una caserma a Pereto, che dove- in un sottopasso male illuminato e caserma, situata nella contrada detta il va essere provvisoria. salite poche scale si incontrano due Colle, era fatta di un cucinotto, di una La scelta cadde su un immobile sito in porte, la seconda è quella della vecchia stanza di riunione, di una camera libera per il piazza San Giorgio (oggi il civico 1), caserma. Sopra l’architrave si osserva capo stazione, di una camera libera per allora affittato dal comune ed utiliz- quel che resta dello stemma dei RR. ufficio, di un camerone recipiente di quattro zato come scuola. I proprietari, signori CC. e, più a destra, il volto dipinto di letti, e di un altro recipiente per tre, più di una Angelomaria e Domenico Carlizza di una donna (7). camera di disciplina, e di una dispensa. Villaromana, si dichiararono disponi- I locali di questa prima caserma erano Negli accordi Coletti si obbligava a bili a sciogliere il rapporto di locazione e a svolgere i lavori di adeguamento richiesti, ultimati nell’agosto 1903, con consegna dei locali il mese successivo. Comunque l’ingresso dei militi non fu immediato perché mancavano alcuni pezzi per arredare la cucina: bottiglie, bicchieri, una catena per il camino e due capifuoco. Nella bozza di contratto leggiamo che i Carlizza avrebbero ricevuto 700 lire annue per nove anni, con la possibilità di un rinnovo tacito per altri tre. Ma in prossimità del rinnovo si fece avanti il sig. Agostino Balla di Pereto, propo- nendo una sua proprietà. Nell’offerta del 22 novembre 1913, così descrive il locale (oggi in via San Giorgio 33): oltre ad essere nella parte cen- Rocca di Botte, stemma dei Reali Carabinieri dipinto sopra l’ingresso alla vecchia caserma. trale del paese, è di gran lunga migliore dell’at- 4 lumen svincolando l’Amministrazione Pro- vinciale dagli obblighi contrattuali, a condizione che si pagasse l’affitto fino a quando i carabinieri rimanevano. t È interessante leggere la memoria da- tata 11 giugno 1884 stilata da Giacomo Angelini, figlio del defunto Gregorio. All’Ill.mo Sig.r Prefetto della Provincia di Aquila Essendo ormai fatto compiuto il trasloco della caserma dei Reali Carabinieri in questo Co- mune, avendone ieri di buon grado sottoscritta nella segreteria Comunale formale disdetta, e

Pereto, planimetria del piano terra del fabbricato dei Carlizza a piazza San Giorgio, la freccia indica per quanto mi riguarda a mezzo della S.V. l’ingresso dalla piazza, sono visibili le trasformazioni da fare (ASA, Amministrazione Provinciale di Ill.ma ne rendo sentitissime grazie al Con- L’Aquila, b. 2301, fasc. 64). siglio Provinciale per avermi fatta cosa assai tuale caserma e per numero di vani ampi ed Angelini, proprietario dello stabile sito gradita. igienici, essendone sedici, e per aver annessa in in contrada Capo Croce della Piazza Pub- Colgo poi quest’occasione per sottoporre all’al- sua attiguità un vasto orto con frutteto e blica, [composto da] portone, gradinata di to criterio della S.V. Ill.ma i fatti che seguono cortile. legno, cinque cammere, anticammera e cucina, sicuro che da nessuno potrò essere smentito. Nell’offerta dell’ 8 giugno 1914, era nonché un altro membro ad uso di passaggio, i Le persone oneste del mandamento si doman- disposto a cedere l’abitazione per un quali membri sono custoditi da tre finestre, dano a vicenda quali siano stati i veri motivi affitto inferiore di 50 lire rispetto a con balconcini di ferro […] guardanti il mez- perché oggi, dopo oltre ottanta anni [?] di quello che l’Amministrazione Provin- zo giorno. L’affitto di tre anni, tacita- affitto continuato, venga traslogata la caserma ciale già pagava. Seguirono altre offer- mente rinnovabile di tre in tre; si fece dal punto più centrale del paese, esposta a te, ma la Provincia, riconoscendo che decorrere dal 1 gennaio 1862, epoca in mezzo giorno, asciutta, in posizione elevata, fino ad allora non c’erano state lamen- cui il fabbricato venne occupato dai areata, con finestre sporgenti alla piazza, ed tele da parte dei militi, intendeva rin- carabinieri a piedi (10). Il locatore si al trivio principale del paese con un prezzo novare il contratto ai vecchi proprie- impegnava ad eseguire a sue spese le meschinissimo; per essere trasportata in un tari, a patto che accettassero un com- necessarie trasformazioni e a rifornire luogo fuori centro, in posizione umida per- penso annuo di 650 lire, cosa che i giornalmente la caserma d’acqua, manentemente, per essere sita nella parte più Carlizza fecero. Così quando questi visto che ne era priva. depressa del paese, priva di estetica, sole, aria videro arrivare in casa l’ufficiale giu- Il successivo contratto d’affitto che con prezzo di fitto triplicato e quel che conta diziario, che gli comunicava la cessa- abbiamo rintracciato è del 26 novem- (occhio alla penna a chi tocca) in detto luogo vi zione del contratto, rimasero scon- bre 1876, firmato dai fratelli Mari Er- regna costantemente per tre mesi l’anno la certati. rico Vittorio e Angelo Alessandro in- malaria, ed è notorio a tutti gli abitanti, lì La confusione creata dall’insistenza sieme a Gregorio Angelini con l’Am- vicino, di prendere le febbri miasmatiche del del Balla stizzì a tal punto le autorità ministrazione Provinciale per un più cattivo genere, e ciò per l’essiccamento delle aquilane che gli scrissero il 13 maggio fabbricato in via Valeria 32, e decorre acque confluenti del fiume e stagnanti del 1915: torno a confermare alla S.V. per dal 1 gennaio 1874 fino al 31 dicembre paese. l’ultima volta che il comando dell’arma dei 1883 (11). Così sono descritti gli am- La risposta è la seguente, intrigo, intrigo, in- RR. CC. non ha sollevato obiezioni alla rin- bienti: vano d’ingresso che immette in un an- trigo. Non vi è cavillo, non artifizio od altro novazione del contratto. Così la caserma trone con scala comune tra i detti fratelli degli amminicoli a cui non si abbia ricorso per rimase in piazza San Giorgio fino a Mari, Gregorio Angelini, ed eredi di far vedere bianco il nero e viceversa. dopo la Seconda Guerra Mondiale, Domenico Angeli, e con passetto parimenti Si disse la vecchia caserma non è più adatta quando venne trasferita in corso Um- comune che da adito al primo piano di perché è stretta, la latrina tramanda degli berto I, in corrispondenza dell’attuale proprietà di essi Mari, composto di numero odori fetidi, l’assieme del locale è umido, i civico 67, dove rimase fino agli anni tre vani, il tutto in buono stato di riparazione soffitti delle stanze sono bassi ecc., cose tutte Settanta, sostituita dalla nuova sede in […] Tornando sul passetto indicato altro per servirsi di pretesto per ottenere l’ambito corso Umberto I 87 (8). vano che immette ad un secondo piano di traslogo, mentre si sarebbe potuto rimediare a Analogo fu lo stanziamento dei cara- proprietà del sig.r Angelini, composto di tutti degli inconvenienti se al proprietario si binieri a Carsoli (9). Il primo con- numero otto membri in mediocre stato di fosse rivolta domanda. tratto d’affitto è datato 28 marzo 1863 riparazione. Il contratto non fu però Chi asserisce l’umidità dell’abitazione? ed è firmato dall’assessore anziano rinnovato, forse perché i proprietari È un medico di Pereto che non la conosce Francesco Marcangeli, che svolgeva le non vollero o non poterono effettuare affatto, perché non servirsi del medico locale? funzioni di Sindaco, e da Gregorio alcune trasformazioni dei locali (12), Perché questi si sarebbe rifiutato sapendo che lumen 5 il nuovo locale è dieci volte più umido dell’at- fermò sostanzialmente quanto detto tuale. Sul resto ci è la validissima ragione che i dal maggiore Ramorini, precisando carabinieri per ottanta anni [?] stettero sem- che alcune modifiche del nuovo fab- pre bene, solo oggi si è trovata inabitabile. Ma bricato avrebbero corrisposto alle esi- che forse se si avesse avuto bisogno di aumen- genze dei militi, essendo all’aperto e non tar gli ambienti non avevo io disponibili di circondato da altre case […] più luminoso, darne al loro bisogno? Ma non fu questa la asciutto ed arieggiato. causa unica, né il giusto motivo per dovere Malgrado le varie proposte di Paoni e abbandonare la caserma furono tuttaltro le Angelini (14), il Comando di divisione ragioni del traslogo; e lascio al tempo galan- incaricò la Tenenza di Avezzano di tuomo di portarle alla luce, e provare col fatto cercare un altro locale, individuato in che il nuovo locale del Paone (13) scelto non è una proprietà della signora Marianna né adatto, né igienico, non economico, non Mattei vedova Mari, posto sulla piazza politico, a dir breve sarà la tomba dei cara- del paese nel vecchio palazzetto Or- binieri, e la rovina della sicurezza pubblica sini, poi distrutto durante la Seconda del paese. Guerra Mondiale (15). L’accordo fu Il contratto con Candido Paoni fu fir- firmato il 24 giugno 1902 dalla figlia mato il 30 novembre 1884 e durò fino Carsoli, planimetria dell’abitazione di Giovanni della signora Marianna, Clorinda Mari a 15 anni dopo. Nel ultimo rinnovo Angelini proposta come caserma dal maggiore e prevedeva una durata di nove anni a Ramorini (da: ASA, idem, b. 2297). quinquennale (30 novembre 1894) decorrere dal 30 novembre 1899 per l’affitto annuo era di 700 lire. Ad agosto un ingegnere dell’Ufficio un canone annuo di 700 lire, specifi- Alla scadenza, il maggiore Ramorini Tecnico provinciale relazionò sulla cando che per il periodo 30 novembre comandante la divisione dei Reali reale situazione: il fabbricato del sig. Pavo- 1899-9 luglio 1900, intervallo in cui i Carabinieri con sede ad Aquila, scrisse ni [sic!] Candido, situato all’ingresso del carabinieri vennero alloggiati in modo alla Deputazione Provinciale il 24 paese, trovasi in comoda posizione, con vani provvisorio, sarebbero state pagate so- maggio 1899: la caserma attuale dell’arma sufficienti e ben mantenuti. Motivo di la- lo 210 lire (16). in Carsoli, a causa dell’avvenuta costruzione mentele erano alcune camere rese Poco prima che scadesse l’accordo, si di una fabbrica sul davanti ed altra di fianco, umide dalle infiltrazioni di una rua cercarono altri alloggi, ma non venne- si è resa oscura, mancante d’aria, umida, e acquaria, posta tra i muri della caserma ro trovati, così la Provincia accettò la perciò non corrispondente più alla igiene cui e le case vicine, con tracce di umidità proposta di rinnovo per altri nove anni non deve far difetto, proponendo di sosti- presenti in altri ambienti ed in par- fatta dal locatore per 1500 lire annue, tuirla con un locale di proprietà di Gio- ticolare nelle camere di sicurezza poste chiedendo in cambio l’esecuzione di vanni Angelini situato a 150 metri sotto il livello stradale; il vantato pozzo alcuni lavori e altri tre vani al secondo dall’abitato di Carsoli, in direzione della era inquinato dagli scoli del cortile. piano dello stabile. stazione ferroviaria ed a circa 250 metri da Visitando la proprietà Angelini, con- Di nove anni in nove anni si arrivò fino questa. È situato in mezzo a due strade, cioè all’ultimo rinnovo, quello del 1941, per la via principale che lo rasenta sul davanti e la 10.000 lire annue, che durò fino allo strada detta Vecchia, a tergo. Riconobbe scoppio delle bombe degli aerei alleati, che il sito era sprovvisto di un cortile nella primavera del 1944. con fontana o pozzo e l’acqua neces- Tagliacozzo saria si doveva trasportare da una vi- cina fonte. In questo centro il primo contratto per Candido Paoni, per difendere le sue fornire un alloggio ai carabinieri venne ragioni, inviò in Provincia una me- firmato il 10 febbraio 1862 (17). Si moria datata 21 luglio 1899 nella quale trattava di un fabbricato di 11 stanze sminuiva il fabbricato dell’Angelini, ceduto per 64 ducati annui. Il proprie- situato fuori dell’abitato oltre mezzo tario, don Vincenzo Brancamati, ven- chilometro, si debbono transitare due ponti, in ne rappresentato all’atto della firma da aperta campagna, isolato e vicinissimo al fiu- tale Giovanni Onofri. Si trovava nella me Turano, antigienico e malsano, senza contrada gli annidati e fu ceduto per un acqua potabile, mentre il suo locale era anno, con possibilità di proroga per un dotato di un pozzo con acqua sorgiva. altro anno. I carabinieri lo occuparono Inoltre si dichiarava disponibile a for- il 6 gennaio del ’62. nire la caserma di un’uscita secondaria Ma già il 14 ottobre 1864 la Prefettura Carsoli, palazzetto Orsini, cartolina ante 1944; e di provvedere per l’alloggio del bri- sopra il portone lo stemma dei carabinieri (foto: chiedeva agli uffici tecnici di trovare gadiere con famiglia. archivio De Leoni). residenze più agibili. Tempo dopo, il 6 lumen comandante la divisione, il maggiore Zunini, venne a Tagliacozzo per ispe- zionare i locali proposti allo scopo (18). Il primo locale preso in esame fu il convento di San Francesco. Il Sin- daco di Tagliacozzo Giuseppe Iaco- mini voleva cedere i locali già occupati dalla Pretura, dal telegrafo e dalla scuola di musica, insieme ad altri ambienti occupati dagli uffici comu- nali, per complessivi 14 vani. Il co- mandante non li ritenne idonei perché non v’è il cortile e il pozzo per l’acqua sarebbe in comune come pure l’ingresso alla caserma. Fu scartato anche il teatro Talia perché là non vi sono che le quattro mura, avanzo di un incendio, e dovrebbe fabbricarsi di nuovo, privo anche di cortile e pozzo per l’acqua. La terza casa ispezionata era di proprietà di Luigi Mancini, sviluppata su tre piani, in posizione centrale e fornita di molti vani. Il proprietario, per particolari suoi accordi aveva avuto affida- mento che sarebbe stata accettata, [così] si diede premura di riattarla, e sta attualmente lavorando, e fra poco tempo sarà ultimata, ma per questioni di partito e scissure che ha con il Sindaco di Tagliacozzo, la sua proposta venne osteggiata. Maldestro fu il comportamento della Provincia, molto simile a tanti fatti odierni di cronaca. Trascriviamo una lettera di Mancini: Tagliacozzo 27 marzo 1889. Ill.mo Sig.r Prefetto […] Col prelodato foglio [fa riferimento alla lettera del 18 del mese ] Ella mi fa una disdetta […]. Vera- Tagliacozzo, planimetria dei locali del conte Resta destinati ad accogliere la Tenenza dei Reali mente della Deputazione Provinciale, e della Carabinieri (da: ASA, idem, b. 2303) S. V. Ill.ma, potrei lamentarmi a buon dirit- cose stavano all’ultimo termine e se io avessi osservare: ma quali sono questi danneggiati to, perché quando le trattative di un contratto risposto: accetto le lire 800, la locazione era interessi? Ragioniamo. Il contratto non era si portano fino al punto, che l’unica questione avvenuta. firmato, ed io non avrei dovuto né licenziare rimane il prezzo, è solamente il non convenire E se il Maggiore dei Reali Carabinieri dovea gl’inquilini, né preparare i materiali, né ap- sul medesimo, che può giustificarne l’abban- venire a vedere il mio fabbricato, perché si è prontare gli operai, né dar principio ai lavori; dono. voluta cercare ed ottenere l’adesione dei pro- ma la locazione in parola dovea ritenersi, da A che serviva dirmi che il Maggiore dei prietari dell’attuale caserma per la ricon- un uomo di buona fede, siccome già avvenuta, Carabinieri doveva venire qui prima che la duzione del suo contratto locativo? Ma è vera e se avessi voluto attendere la formazione Deputazione deliberasse […]. L’arma de’ questa adesione? No: è un altro errore nel dell’atto, non sarei stato in tempo a mettere il Carabinieri aveva fatte le sue proposte, V.S. quale è caduto il Sig. Prefetto, o chi per esso casamento nello stato locativo per l’epoca me l’aveva partecipate, ed erano state da me […] comunque finisca questa vertenza, i dettami. […] Per i materiali deve darsi la accolte. La Deputazione Provinciale mi restauri e le nuove opere […] si porteranno a commissione con molta antecedenza […]. Di aveva offerte lire 800 per l’affitto e V.S. in compimento […] mi risento per la mancanza muratori ora qui si scarseggia per le molte e data del 3 marzo mi scriveva: «sempre ferma ai giusti riguardi. E nella maniera, onde straordinarie opere pubbliche iniziate […] ed la durata di anni dieci, nonché la condizione codesto ufficio ha creduto risolvere la que- in tutti i tempi non si trovano. […] L’Onore- del pagamento semestrale» e poi «Rimango in stione, non vi è semplicemente mancanza ai vole Deputazione Provinciale e V.S. Ill.ma attesa di un suo gentile riscontro per poterle riguardi morali, ma vi è pure danno ai avrebbero dovuto riflettere quello che io scrivo, inviare la bozza del contratto». Dunque le materiali interessi. […] Potrebbe V. S. e che già avevo manifestato, e non venirmi a lumen 7 dire con ammirabile disinvoltura che per ora 4500 lire annue, ma vi erano buoni nistrazione Provinciale di L’Aquila, b. 2303. I dati intende di soprassedere da qualunque motivi per scendere a 3000 lire. relativi a Tagliacozzo sono sparsi in più fasci- coli, alcuni non numerati. trattativa […]. Le annuncio che amici e L’ultimo caseggiato era di Antonio 5) Sulle attività legittimiste cfr. il foglio di Lumen, nemici, quanti insomma han saputa la cosa, Bevilacqua, che chiedeva 2000 lire 29(2011), passim. ne son rimasti scandalizzati. Del resto ciò all’anno. Venuto a conoscenza dei la- 6) Il contratto d’affitto, della durata di tre anni non importa, perché il Governo ed i suoi rap- vori da fare, si ritirò dalle trattative rinnovabili, fu firmato il 4 maggio 1863, fa- presentanti se ne ridono della pubblica opi- (19). cendolo decorrere dalla data della presa di possesso, pagando al Fiori la somma di 45 nione, del pubblico malcontento, e non si inca- Cercò di subentrare il commendator ducati l’anno che convertiti in lire corri- ricano delle private dispiacenze. Iacomini, offrendo di cedere l’albergo [dei spondevano a 191,25. Il 22 gennaio 1866 Fiori Le ho cennato di maliziosi suggerimenti: ora Mille] ed un fabbricato attiguo di sua vendette il locale a Vincenzo ed Elia Penna di voglio narrarle un piccolo incidente, fra i molti proprietà. L’offerta non fu ritenuta Pereto; poi con una dichiarazione del 15 che conosco, e che dimostrerà come certe fiducie conveniente e si aprirono le trattative settembre successivo avvisò l’Amministra- zione Provinciale di pagare l’affitto ai nuovi siano ingiuste al pari di certe sfiducie. Sappia con il conte Resta, ma a causa del proprietari. che Gattinara Francesco, Consigliere Provin- recente terremoto si chiese di fare le 7) La toponomastica urbana in questo punto ciale, diceva or sono cinque giorni che si sa- necessarie verifiche tecniche. non è chiara, sia perché non è indicato il nome rebbe fatto tagliare la testa prima di lasciare Resta, in una lettera dell’agosto 1917 a della strada che è stato desunto da un cartello che si stabilisse la caserma nel mio fabbricato. Iacomini, che fungeva da interme- privato, sia per la numerazione civica assai confusa. Veramente non disse che si sarebbe fatta ta- diario, si diceva disposto ad effettuare i 8) ASA, idem, b. 2301, fasc. 64, Pereto (1863- gliare la testa ma altro, che la decenza mi vieta lavori richiesti dai carabinieri, ma non 1921). ripetere, e che equivale effettivamente alla testa ad acquistare le stufe per riscaldare i 9) I relativi documenti sono in ASA, idem, b. di lui. Anche Iacomini Giuseppe, che per locali né a provvedere ad un collega- 2297, fasc. 52, Carsoli. Caserma pei R. Carabinieri sventura di questo paese, é novellamente Sin- mento con l’ufficio telegrafico, perché e b. 2321, fasc. 119, Caserma. Locazione Carsoli. 10) La pigione era di 212,50 lire l’anno. daco, aveva parlato in modo da farmi indo- era collocato dirimpetto all’alloggio suddetto, 11) La pigione era di 312,50 lire annue così vinare la risoluzione della Deputazione Pro- di modo ché dalla finestra possono chiedersi le ripartita: 212,50 all’Angelini e 100 ai fratelli vinciale prima che avvenisse. […] conversazioni telefoniche. Il conte pro- Mari. Io con la presente non mi raccomando, e si vede poneva un affitto di 1500 lire annue, 12) Deduciamo questo da una dichiarazione bene, perché le raccomandazioni si scrivono che scesero poi a 1400, perché i cara- resa dagli stessi fratelli Mari e dal figlio del defunto Gregorio Angelini, Giacomo, il 10 con altro stile; io protesto contro un brutto binieri ritennero superflue quattro ca- giugno 1884. procedimento, e non mi sdegno, essendo assue- mere del palazzo. Il contratto venne 13) La parola del Paone è aggiunta a lato dalla fatto a vederne dei più inqualificabili nelle più firmato, ma la faccenda delle stufe stessa mano ed è richiamata nel testo con un rispettabili autorità. rimase lì come un convitato di pietra, e segno di rimando posto in apice al vocabolo Nonostante ciò l’Amministrazione Provin- quando i carabinieri tornarono a chie- locale; cfr. ASA, idem, b. 2297. 14) Le trattative con l’Angelini procedettero a ciale potrà senza tema di ricambio dispettoso, dere una stufa per scaldarsi, il nobile stento perché voleva 1000 lire all’anno. Nei tornare a richiedere il mio fabbricato per la rispose che al massimo avrebbe fatto primi giorni di ottobre il Paoni cercò di caserma, ed il concedergliela sarà per me una riattivare un vecchio camino, cosa che rientrare nelle trattative offrendo all’Arma una soddisfazione, che farebbe onore a chi me la fece, ma di stufe non se ne parlava. sua abitazione di 14 vani situata a Tufo con desse. orto e cortile annesso per sole 400 lire annue, Michele Sciò ma fu inutile, l’11 ottobre 1899 si procedette Potrei dirle ancora tanto da farne un opuscolo, alla disdetta del passato accordo. A questo ma son miserie indegne di me e di lei […]. punto l’Angelini, forse rinfrancato dall’uscita Mi scusi intanto e mi creda. 1) Per la raccolta di leggi del Regno di Napoli del Paoni, scrisse alla Provincia per riaprire le Un altro momento particolare fu quel- abbiamo consultato Collezione degli editti, deter- trattative dicendosi disponibile ad accogliere lo dell’insediamento della Tenenza, minazioni, decreti, e leggi di S.M. da’ 15 febbrajo a’ provvisoriamente i carabinieri. Le contratta- 31 dicembre 1806, Napoli s.d., pp. 187-231 e zioni però non dovettero dare alcun frutto. perché il sisma del 13 gennaio 1915 Repertorio Amministrativo […] compilato dal ba- 15) Sul palazzetto si veda P. Nardecchia, Il aveva distrutto la sede di Avezzano. rone Pompilio Petitti […], vol. III, Napoli 1851, palazzetto Orsini a Carsoli tra Otto e Novecento, in il L’affitto della caserma terminava a fi- pp. 211-217. foglio di Lumen, 40(2014), pp. 35-39. ne luglio 1917 e si dovevano cercare 3) Il turno di guardia durava 24 ore ed era 16) Il comando di divisione informò l’Ammi- locali che accogliessero anche la Te- svolto in un locale fornito dal comune. Nei nistrazione del trasloco, l’ 11 dicembre 1899, e luoghi con meno di 1000 abitanti ogni giorno circa un anno dopo, il 28 dicembre, il Con- nenza. Si ispezionò un fabbricato del turnavano 4 persone. L’art. 10 del reg. parlava siglio Provinciale approvò la bozza del con- conte Resta, non in buona esposizione delle sanzioni disciplinari: per la prima volta si tratto d’affitto. e per questo un po’ umido, compren- era puniti con due giorni consecutivi di guar- 17) La documentazione riguardante questo sivo di una scuderia e numerosi am- dia, la seconda volta c’era l’arresto da 3 a 10 paese è in ASA, idem, b. 2303. bienti abitabili, che era possibile mettere giorni da scontare nel posto di guardia. Per i 18) Con una nota del 27 aprile 1889 ne casi più gravi il regio rescritto del 3 dicembre informava la Deputazione Provinciale. in comunicazione con l’attuale caserma. 1831 prevedeva il carcere fino ad un mese. 19) Il comandante di divisione dell’Arma, Un altro edificio, da poco costruito, 3) Cfr. Enciclopedia Italiana (1930), la voce Cara- maggiore Casagrande, visitò questi locali il 4 era del signor Tommaso Prosperi, con binieri. dicembre 1916. orto recintato; il proprietario voleva 4) Archivio di Stato di L’Aquila (ASA), Ammi- 8 lumen Storia dell’arte Le iconografie di San Nicola di Bari e San Berardo sullo storico stendardo della Confraternita di San Berardo di Colli di Montebove an Nicola di Bari viene rappre- S sentato in genere (1) vestito da vescovo, con la mitra, il bastone pa- storale e tre sacchetti di monete o anche tre palle d’oro. Si può trovare, inoltre, affiancato da tre bambini, rap- presentazione ricondotta da Carofi- glio ad uno slittamento nell’interpreta- zione iconografica dell’episodio della liberazione di tre prigionieri innocenti (Cristiani) dalle carceri dell’imperatore Costantino a Costantinopoli, rappre- sentati in scala ridotta rispetto al Santo (2). A Colli di Montebove, nella chiesa di San Nicola di Bari, il santo a cui è dedicato il sacro edificio viene rap- presentato in abiti vescovili dorati, mi- San Nicola di Bari, olio su tela, altare maggiore della chiesa di San Nicola di Bari, Colli di Montebove tra terminante a punta, bastone pasto- (Foto: Antonio Barnabei 2011) rale e tre palle d’oro poste sul libro, vescovo in ginocchio, con la barba più portato nel 1080 alla creazione dell’an- come risulta sia dalla Natività al di lunga e con il capo coperto da una tipapa Clemente III (6) (Guiberto sopra del primo altare a sinistra che dal mitra cattolica terminante a punta, con Correggia di Parma, arcivescovo di dipinto sovrastante l’altare maggiore, il bastone ed il cappello cardinalizio Ravenna scomunicato), opposto al dove, in quest’ultimo caso, il copri- rosso a falde sorretti ai suoi lati da due pontefice Gregorio VII (7), al secolo capo e gli oggetti sono posti accanto al angioletti, è identificabile con San Be- Ildebrando di Soana (1020 circa 1085 Santo, sulla destra. rardo per motivi agiografici ed in sin- circa; papa dal 1073), e lo aveva con- San Nicola è rappresentato in modo tonia con l’iscrizione, contenente il dotto a Roma con i suoi eserciti. Presa diverso sullo stendardo della confra- riferimento al patrono della confra- la città, lo collocò sulla sede pontificale ternita di San Berardo, la Societas Sancti ternita. nel 1084 e a Pasqua si fece incoronare Berardi, approvata dal vescovo dei San Berardo (5) nacque a Colli di Imperatore dall’antipapa. A maggio Marsi Michelangelo Sorrentino l’8 Montebove tra il 1079 ed il 1080, da Roberto Guiscardo andò in aiuto di dicembre 1857 come Venerabile Com- Berardo dei Conti dei Marsi, signore Gregorio VII e cacciò l’antipapa. En- pagnia del Glorioso San Berardo (3). Su un del luogo, e da Teodosia, sua consorte. rico, costretto a ritirarsi in Germania, lato dello stendardo, di circa 4,5 x 2,5 Entrato nel Convitto di Santa Sabina, lasciò in Italia Guiberto ed a Roma m, in cui è scritta la data “1859”, presso la cattedrale dei Marsi dedicata persone del suo partito, tra i quali i firmato “L. Giannantorij”, custodito a San Martino e Santa Sabina, dove Colonna ed i Frangipani, che conti- nella chiesa di San Berardo a Colli di ricevette un’educazione letteraria, fu nuarono ad affliggere il papa. La mor- Montebove (4), San Nicola, ai piedi ordinato accolito dal vescovo Pandol- te dell’antipapa Guiberto, avvenuta nel della Madonna con il Bambino, ab- fo che successivamente lo inviò al mo- 1100, non pose fine allo scisma che binato a San Michele, è rappresentato nastero benedettino di Monte Cassino proseguì anche dopo la morte di accanto ad una tinozza contenente tre per proseguire i suoi studi. Pasquale II, Enrico IV. bambini vivi ed è raffigurato in abiti pontefice dal 1099 al 1118, lo ricevette Il conte Pietro Colonna, Console di vescovili ma senza bastone pastorale e a Roma per ordinarlo Suddiacono e lo Roma fautore degli antipapi, che aveva con un particolare copricapo in cui è inviò nella provincia di Campagna occupato dei territori appartenenti al rilevabile il richiamo fantasioso ad una come Delegato Pontificio, in un pe- pontefice Pasquale II, tra i quali Cave e mitra della Chiesa greca, oltre a recare riodo caratterizzato da grandi diffi- Palestrina, fece catturare Berardo. Do- il libro accompagnato dalle tre palle coltà. Infatti, l’imperatore di Germa- po averlo fatto condurre a Palestrina, d’oro. nia Enrico IV in precedenza aveva lo fece spogliare delle vesti, picchiare e Sull’altro lato dello stendardo, il introdotto un nuovo scisma che aveva gettare in una cisterna senza acqua, lumen 9 matrimonio ed i soprusi dei potenti locali che scomunicò più volte. Il pontefice gli affidò i popoli di Alatri e Veroli e lo mandò Legato in Sardegna. Nel settembre 1130 Berardo, in visita presso la chiesa di San Giovanni in Capite Aquae, nella regione di Celano, cadeva malato e si faceva trasportare nella cattedrale di Santa Sabina, dove morì il 3 novembre e dove fu sepolto. La sua tomba fu subito oggetto di culto nella diocesi dei Marsi. Gli sono attribuiti, durante la vita, il miracolo del granaio vuoto nel quale dà ordine di andare a cercare il grano per due poverette che si scopre pieno, la liberazione di un bambino dal tor- solo di prugna che gli ostruiva la gola ed il miracolo del potente conte sco- municato con altri tre vescovi che, as- L. Giannantorij, San Berardo, 1859, un lato del- sassinato, fu raggiunto ed assolto da lo stendardo della Confraternita di San Berardo, Berardo prima della morte. A questi si dimensioni totali circa 4,5 x 2,5 m, chiesa di San Berardo, Colli di Montebove (Foto: Michela Ra- aggiungono molti miracoli postumi. madori 2016) Ad un’epoca precedente appartiene L. Giannantorij, San Nicola di Bari, 1859, detta- glio del dipinto sullo stendardo della Confra- San Nicola di Bari (11), noto anche so un boscaiolo), in cui Nicola, essen- ternita di San Berardo, dimensioni totali circa 4,5 come San Nicola di Myra, San Nicola do giorno di astinenza, chiese cibi di x 2,5 m, chiesa di San Berardo, Colli di Monte- bove (Foto: Michela Ramadori 2016) Magno e San Niccolò, nato probabil- magro e gli fu mostrato in un tino del mente a Patara, in Licia, tra il 260 ed il pesce in salamoia. Nicola, illuminato dove fu salvato prodigiosamente dal 280. I genitori, Epifanio e Giovanna, da Dio, tracciò un segno di croce e dal parente Giovanni dei Conti de’ Marsi, cristiani, morirono di peste quando era tino uscirono vivi tre bambini che signore di Petrella (nella Valle di Cap- ancora fanciullo, lasciandogli un in- l’oste aveva ucciso e tagliato a pezzi. padocia). Il pontefice ordinò Berardo gente patrimonio che impiegò per aiu- Tra i numerosi miracoli attribuiti a Diacono, poi lo creò Cardinale del tare i bisognosi. Nicola, vi è l’episodio della liberazione titolo di Sant’Angelo in Pescheria e lo La leggenda narra che Nicola venne a di tre prigionieri innocenti Cristiani condusse con sé nel viaggio intrapreso conoscenza che un ricco uomo deca- dalle carceri dell’imperatore Costan- in Francia. Talvolta è attribuita a Be- duto non aveva i soldi per la dote delle tino a Costantinopoli. rardo anche la carica di Cardinale Pre- figlie e, non potendo assicurare loro Nicola, imprigionato ed esiliato du- te del titolo di San Crisogono (8). un matrimonio, voleva avviarle alla rante le persecuzioni di Diocleziano, Nell’anno 1109 papa Pasquale II con- prostituzione. Nicola prese dunque fu poi liberato dall’imperatore Costan- sacrò Berardo Vescovo dei Marsi. Alla del denaro, lo avvolse in un panno e, tino I, convertitosi al Cristianesimo, e diocesi, lacerata dallo scisma nelle per tre notti consecutive, lo gettò nella riprese l’attività apostolica. Si narra che mani di Sigenolfo, installatovi dal- casa dell’uomo, in modo che ciascuna partecipò al Concilio di Nicea, durante l’antipapa Clemente III, Berardo, se- delle figlie avesse il necessario per il quale avrebbe condannato l’Ariane- condo il racconto di Panegrossi, rivol- sposarsi. simo e difeso la fede cristiana, pren- se le sue cure «ai sacri tempii per pro- Lasciata Patara, Nicola si trasferì a dendo addirittura a schiaffi Ario in curarne il decoro; al clero per cor- Myra, dove venne ordinato sacerdote. uno scatto d’ira. Si racconta, inoltre, reggerne i traviamenti… agli orfani, Alla morte del vescovo metropolitano che Nicola ottenne dei rifornimenti alle vedove, ai poveri, ai bisognosi tutti del luogo, venne acclamato dal popolo per gli abitanti di Myra durante una per farsi loro aiuto e sostegno. Mise come nuovo vescovo. In questo perio- grave carestia e la riduzione delle im- mano a giudicar le questioni dei varii do, secondo una narrazione, resuscitò poste da parte dell’Imperatore, oltre individui del gregge di Dio a lui affi- tre bambini che un macellaio aveva ad aver sedato una furiosa tempesta. dato…» (9), inoltre «estirpò bentosto ucciso e messo sotto sale per venderne Nicola morì a Myra il 6 dicembre, la simonia» (10). L’attività episcopale la carne. Lo stesso prodigio è narrato, probabilmente del 343. di Berardo si rivolse, inoltre, alla lotta con alcune varianti, ambientando l’e- Il culto di San Nicola di Bari è stato contro il concubinato del clero, la vento in un piccolo albergo (secondo interessato da importanti sviluppi nel- dissolutezza dei laici in materia di una canzone popolare francese, pres- l’epoca in cui viveva San Berardo 10 lumen (1079/1080 1130). Benché fosse ve- potere civile, e difese la fede cristiana (3) Per i riferimenti sulla fondazione della nerato in Occidente già da tempo, una condannando l’Arianesimo, mentre confraternita: Regolamenti per la Venerabile Compagnia del Glorioso San Berardo Nativo e maggior diffusione universale e ge- San Berardo, idealmente cresciuto an- Protettore di Colli Eretta nella Chiesa dedicata al nerale del culto di San Nicola è legata che sull’esempio di San Nicola, visse in suo Nome In questo Paese Ed approvata Da Mon- al trasporto del suo corpo, nel 1087, da prima persona, all’indomani dello Sci- signor Vescovo de Marsi Il di 8 Dicembre 1857 Myra a Bari (12), città in cui si tenne tra sma d’Oriente, la presenza degli anti- Coll’aggiunta Degli atti delle Congregazioni, dalla il 1097 ed il 1098 il concilio per la riu- papi, combattendo la Simonia e tutte Stamperia Simoniana, Colli (resi disponibili dal vicepriore della confraternita Giovanni nione della Chiesa greca alla latina quelle devianze interne ed esterne alla Anastasi). (13), alla presenza di Urbano II. Chiesa cattolica. (4) La chiesa di San Berardo mi è stata aperta Negli anni seguenti, a testimonianza La distanza storica tra i due santi ve- dal priore della confraternita Giuseppe Si- del nuovo impulso dato al culto di San scovi è richiamata attraverso la rap- meoni e dal vicepriore Giovanni Anastasi Nicola nella Chiesa cattolica, nella ba- presentazione di San Berardo come che ringrazio per l’accoglienza. (5) Per le notizie biografiche di San Berardo: silica romana sorta sui tre templi del giovane, dai capelli e dalla barba ca- D. Ferdinando Ughello, Italia sacra sive de Foro Olitorio, attualmente detta “San stani, e di San Nicola come uomo ma- episcopis Italiæ, t. I Complectens Eccliafias Nicola in carcere” (14), ha preso il so- turo, con barba e capelli bianchi. Sanctæ Romanæ Sedi immediate fubjectas, pravvento il nome del Santo sulla Il culto di San Nicola di Bari è stato ed. II, a cura di Nicolai Coleti, Apud Seba- dedica primitiva. Appena una trentina promosso dalla Chiesa cattolica in un stianum Coleti, Venetiis 1717, coll. 892-903; Pietro-Antonio Corsignani, Reggia marsicana di anni dopo, due anni prima della periodo caratterizzato dal tentativo di ovvero Memorie topografico-storiche Di varie morte di Berardo, la basilica romana riunificazione delle due chiese (greca e Colonie, e Citta antiche e moderne della Provincia de venne solennemente consacrata, latina), dunque leggibile come un i Marsi e di Valeria: compresa Nel Vetufto , e come ricordato da una piccola lapide, mezzo per veicolare una base comune negli Abruzzi, colla descrizione Delle loro Chiefe, e murata all’inizio della navata destra, tra il Cristianesimo d’Occidente e Immagini miracolofe; e delle Vite de’ Santi, cogli Uomini Illuftri, e la Serie de’ Vefvi Marficani. Di- che recita: «Nell’anno della Incarna- quello d’Oriente. Nel 1859, quando visa in due parti, parte II, Preffo il Parrino, zione del Signore 1128, quarto del viene dipinto lo stendardo, è ribadito il Napoli 1738, pp. 152-165; Paolo Panegrossi, pontificato di Onorio II, papa, il 12 del ruolo attribuito a San Nicola di Memorie storiche intorno a S. Berardo cardinale mese di maggio, indizione VI, questa intercessore, benché l’intermediario vescovo e protettore principale della diocesi de’ Marsi, chiesa fu dedicata in onore di san per eccellenza posto in risalto sia San tipi della Civiltà Cattolica, Roma 1867, rist. Comune di Carsoli, Tipografia Fabreschi, Nicola confessore», iscrizione in pas- Berardo, in continuità con San Nicola. Subiaco 2011, pp. 12-39. Zelina Zafarana, sato completata dalle parole «da Cor- San Berardo, rappresentato come l’in- Berardo, santo, in Dizionario Biografico degli rada vescovo di Sabina», il cardinale tercessore prediletto che ha colto gli Italiani, vol. 8 (1966), [pagina consultata il 03/07/2016]; Jacques Dalarun, papa con il nome di Anastasio IV una maggiore vicinanza al suo luogo Berardo dei Marsi un modello episcopale gregoriano. (1153-1154) (15). È interessante al ri- natio in cui si trova la confraternita. La Con lo studio della Raccolta inedita dei Miracoli di guardo notare che il cardinale bene- contestualità di San Berardo con il San Berardo, trad. dal francese da Maurizio dettino appartenesse all’ordine con cui paese e, in generale, con la Chiesa Cat- Anastasi, 2010, in particolare pp. 8-9. era entrato in contatto San Berardo, al tolica viene espressa attraverso la mi- (6) Per le notizie sull’antipapa Clemente III: Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione stori- tempo in cui si era recato a studiare al tra occidentale, a terminazione trian- co-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, vol. monastero di Monte Cassino. golare. Inoltre, il bastone pastorale, II, dalla Tipografia Emiliana, Venezia 1840, Dunque, l’elemento iconografico co- dipinto in prossimità di San Berardo ad vocem antipapa. XXIII antipapa, p. 191; mune sia a San Nicola che a San Be- ed assente per San Nicola, è leggibile Paolo Panegrossi, Memorie…, op. cit., p. 20. rardo è l’abito vescovile, ottenuto, come un richiamo esplicito al ruolo di (7) Per i riferimenti biografici e cronologici relativi a Gregorio VII: John Henry New- secondo i racconti, dal primo per invo- pastore di anime attribuito a San Be- man, Historical Sketches, vol. II, parte I, trad. e cazione popolare e dal secondo per rardo, idealmente ricevuto da San note di Stefano Maria Malaspina, La Chiesa nomina papale. Nello stendardo della Nicola. dei Papi. Profili storici, introduzione di Inos confraternita di San Berardo è riscon- Biffi, Jaca Book, Milano 2005, p. 35, nota 2. trabile una parentela iconografica tra Michela Ramadori (8) Per le notizie sulle diatribe sull’attribu- le rappresentazioni dei due santi, raf- zione a Berardo della carica di Cardinale (1) Per le notizie sull’iconografia che in ge- Prete del titolo di San Crisogono si veda: figurati con tunica bianca e mantello nere contraddistingue San Nicola di Bari: Zelina Zafarana, Berardo, santo, in Dizio- dorato, entrambi vescovi vissuti in Alba Maria Bosi, A che santo mi voto. Storie dei nario…, op. cit. periodi storici caratterizzati da grandi santi protettori di arti, mestieri, professioni, Im- (9) Paolo Panegrossi, Memorie…, op. cit., p. 27 forze eversive. Infatti, San Nicola visse primatur, Reggio Emilia 2015. (10) Ibid., p. 29. in un periodo in cui i Cristiani erano (2) Cfr. Vito Carofiglio, San Nicola nelle imma- (11) Per le notizie biografiche di San Nicola gini francesi, in Il segno del culto. San Nicola. Arte, di Bari: Vito Carofiglio, San Nicola…, art. cit., perseguitati, quando la Chiesa delle iconografia e religiosità popolare, a cura di Nino p. 104; Giovanni Antonazzi, Fogli sparsi. Rac- origini stava andando verso una istitu- Lavermicocca, Prefazione di Giorgio Otran- colti per il sabato sera, Seconda serie, Edizioni di zionalizzazione strettamente legata al to, Edipuglia, Bari 1987, pp. 101-118, p. 104. Storia e Letteratura, Roma 2000, p. 125; Alba lumen 11 Maria Bosi, A che santo…, op. cit. (14) Per le notizie sulla chiesa di San Nicola 1326, regnando il serenissimo Do- (12) Per le notizie sul trasporto del corpo di in carcere a Roma: Giovanni Battista Proja, mino Roberto, per grazia di Dio inclito San Nicola a Bari: Giuseppe Vaccarini, L’an- San Nicola in carcere, Istituto di Studi Romani, tico santorale riminese. Studio e analisi eucologica di Fratelli Palombi editori, Roma 1981 (II ed.), re di Gerusalemme e d’Italia ... nel- alcuni testi liturgici dell’XI-XVII secolo, Gua- pp. 40-41. l’anno diciottesimo del suo regno, nel raldi, Rimini 2016, pp. 155-156. (15) L’iscrizione completa della lapide della penultimo giorno del mese di maggio, (13) Per le notizie sul Concilio di Bari (1097- chiesa di San Nicola in carcere a Roma e indizione nona. 1098): Gaetano Moroni, Dizionario di erudi- l’identificazione del vescovo Corrado di Sa- Il linguaggio notarile del trecento zione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri bina sono riportate da Proja (Giovanni giorni, vol. IV, dalla Tipografia Emiliana, Ve- Battista Proja, San Nicola…, op. cit., pp. 40- appare anche più farraginoso e solen- nezia 1840, ad vocem Bari, pp. 127-129, p. 41) che rinvia a P. B. Gams, Series episc. Eccl. ne di quello odierno, forse per il latino, 129. Catholicae, Graz 1957, p. XIII. lo risparmio a tutti anche perché va avanti per ben 69 righe. L’atto viene rogato a Napoli, Nicola De Boyano, cavaliere, vende la metà Documenti della rocca e del castello di Pietrasecca (Rocce et castri Petreficte) e la metà del Un Pandolfo di Collalto acquista da castello di Poggio Cinolfo (castri Pogiy Siginulfi, de provincia Aprutina) al no- Nicola di Boiano la metà della rocca e bile Pandolfo fù Roberto di Collalto del castello di Pietrasecca e di Poggio che acquista anche per conto dei fra- telli Rinaldo e Giordano. Il pagamento Cinolfo (Napoli 1326) in carleni non l’ho capito bene come non è chiaro se la seconda metà riman- a ricerca storica focalizzata su allora, partito da Roma passò a Carsoli ga a Nicola o appartenesse già ai com- L ristrette realtà locali spesso risul- per andare a dar fuoco alla città Chieti, pratori. La seconda ipotesi è quella più ta fonte di frustrazioni cocenti. Tal- prima di morire nell’anno 810 all’età di probabile, infatti già dal 1270 Collalto volta cominciano con il nome quando 33 anni. Una fatica improba che i po- risulta eponimo di un signore feudale e esso non denota banalmente la situa- chi addetti sosterranno con gioia nell’aprile-maggio 1279, dal Registro zione ovvia dell’ambiente. Vedi Rio- quando si perviene a qualche risultato. dei Conti, Pietrasecca risulterebbe già freddo appacinato da sempre alle falde Alle volte però non mancano le sor- sotto Collalto (cfr. Paolo De logu, di tramontana del Sant’Elia oppure prese piacevoli e allora è gioia pura e Lineamenti della Storia, p.10). Tuttavia Tufo, Tufo Alto naturalmente, col suo profonda. Inaspettatamente da Colli solo nel 1355, 24 anni dopo l’atto in bastione di arenaria. Anche Pietrasec- l’amico Maurizio Anastasi, ricercatore esame, troviamo la prima attestazione ca è nome ovvio a prima vista e se uno di talento e collaboratore attivo di del titolo di Baronia per Collalto (Pao- si domanda chi mai abbia deciso di AEQUA, è venuto con un documen- lo De Logu, ibidem). Pietrasecca ne farà fondare un paese su quella vena, come to prima e poi con una serie di scritti parte fino alla divisione di essa e alla appunto definiscono la roccia, anche il reperiti nella capitale capaci di far costituzione della Baronia del Peschio. più sprovveduto dei locali è fieramen- rivivere persone e fatti inerenti ad un Solo dopo Napoleone rientrerà nel- te in grado di rispondere: Re Pipino! momento preciso della storia di Pie- l’ambito di Carsoli come era al tempo Provate a Tagliacozzo, a Pereto, a Car- trasecca, di Poggio Cinolfo e di Colli di di Federico II. soli o Avezzano … Giusto a Roma la Montebove. La nota esplicativa chia- risposta sarebbe univoca, con il nome riva l’anno, 1326, ed il contenuto, una d. Fulvio Amici del primo dei sette re, anche a Poggio compravendita di metà dei due piccoli non manca la risposta ma chi dice centri della Marsica occidentale. A Agilulfo e chi Sigenolfo. quel tempo i paesi, detti castelli, si Certo Pietrasecca ha le sue peculiarità compravano e si vendevano, anche a ma è meglio non esagerare con do- metà per volta come una pagnotta di mande relative al come?, quando? o per- pane. ché? La frustrazione risulta inevitabile La notizia in se poteva anche bastare se provate a fare domande sulla even- ma la bella grafia trecentesca tentava a tuale identità del re fondatore a tutti scoprire qualcosa di più. Dopo vari noto. inutili tentativi alla ricerca di esperti mi Il ricercatore allora si domenderà se un sono rassegnato a tentare la lettura qualche re Pipino sia mai passato da armato di quella infinita risorsa che nei queste parti e scoprirà che effettiva- nostri paesi prende il nome di tigna. mente il sunnominato figlio di Carlo In Dei Nomine Amen. Nel nome di Magno, elevato al trono dell’Italia di Dio Amen! Nell’anno della Sua nascita 12 lumen Campane Una comunità e la sua campana. Storia ed immagini della campana maggiore della parrocchiale di San Giorgio a Pereto

ul campanile della chiesa di San Per questo si pensò di rifonderla per S Giorgio martire in Pereto si realizzarne un’altra. Si racconta che la trovano tre campane. Questo articolo stessa fu rifatta utilizzando il precede- riporta informazioni ed immagini nte calco che si trovava presso la relative alla campana maggiore. fonderia Mari di Torre de’ Passeri. I Le notizie più antiche su questa cam- manifesti per comunicare l’intenzio- pana le troviamo in una relazione, ne di rifonderla furono fatti stampare dell’anno 1942 (1), redatta dall’arci- nello stesso anno da don Enrico Pen- prete don Felice Balla in cui si dice: na (4), e da lì a poco la nuova campana 1. la campana grande, di 10 quintali, fu fu issata sul campanile. Possiamo dire rifusa nel 1931 da una vecchia cam- che in se racchiudeva gran parte della pana datata anno 1325, la più antica storia del paese, visto che il bronzo campana d’Italia, secondo don Felice, la usato era quello del XIV secolo ed il quale venne lesionata da una folgore il messaggio che recava impresso era 9 luglio 1930. Fu rifusa a spese dello quello della precedente campana. Nel- stesso arciprete Balla nel 1931 e de- la fig. 1 è riportata una fotografia della dicata ai 40 soldati di Pereto morti nel- nuova campana. (5) Fig. 1. La campana maggiore fotografata dall'in- la guerra 1915-1918. Sul bordo della Nella fusione del 1970 furono intro- terno del campanile. campana fu apposta la seguente iscri- dotti due nuovi testi. Uno sulla faccia zione: A ricordo dei 40 eroici soldati di Pe- che ora guarda a Sud, quella che da più estesa possiamo dire: chiamo il po- reto caduti nella grande guerra italo austriaca all’esterno del campanile, leggiamo: polo, celebro la festa, allontano i mali, pian- 1915-1918. Questa campana lesionata go i morti, squarcio i fulmini. Più che nell’uragano 9 luglio 1930 venne rifusa nel PLEBEM VOCO FESTA squarciare i fulmini, la campana o più 1931 a spese dell’arciprete D. Felice Balla. CELEBRO in generale il campanile, attirano i La campana era riccamente decorata. MALA REPELLO MORTUOS fulmini. In questo modo la funzione Nel corso della Seconda Guerra Mon- PLANGO della campana/campanile non è diale una circolare governativa intimò FULGURA FRANGO quella di squarciare, ma di proteggere ai sacerdoti di dare il bronzo delle loro chi si trova intorno al campanile, campane (2) per fare cannoni. Il no- È questa una frase tipica che si ritrova salvo che questo non venga distrutto stro arciprete, grazie alla dedica fatta ai in molte campane. In una traduzione dal fulmine stesso, producendo calci- soldati morti nella Grande Guerra, chiedeva nel 1942 che questa fosse esentata dalla requisizione. 2. la campana mezzana, di 4 quintali di peso, era stata fusa nel 1884. 3. la campana piccola, di circa un quin- tale, risaliva al 1528. La campana maggiore, da quanto si racconta in paese, non fu requisita e rimase sul campanile fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale. Dall’inventario del parroco don En- rico Penna, redatto nel 1970, risulta- vano Due campane per avvertire la popola- zione sull’orario delle messe e funzioni. 1 Campanone di oltre 9 quintali è in refusione perché rotto. Due campane per l’orologio che anticamente era sul campanile.(3) Questa notizia ci dice che nel 1970 la campana maggiore era già rotta, anche se non si svela la causa della rottura. Fig. 2. La campana maggiore, particolare dell'iscrizione sul lato interno lumen 13 nacci che ricadono sulle abitazioni la sopravvivenza di una comunità. l’interno del campanile, il suo situate intorno al campanile. In que- L’altra iscrizione è sul lato opposto contenuto è riportato nella fig. 2: sta circostanza la campana è utile per della precedente, quello che guarda

QUANDO NOI TUTTI CHE A TE RIDONAMMO UNA VOCE NON TI UDREMO PIU CON ORECCHI MORTALI TU VIBRANDO SONORA SU LE NOSTRE COSE E SU LE NOSTRE CASE RICORDA AI NOSTRI CARI CHE NELL’ANNO 1970 TUTTO IL POPOLO DI PERETO ED ORIUNDI PERETANI DI TIVOLI E DI ROMA UNITAMENTE ALLA CONFRATERNITA DELLA MADONNA DEL SS. ROSARIO AD INTEGRAZIONE DEL GENEROSO CONTRIBUTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE AD ONORE DEI NOSTRI CADUTI DI TUTTE LE GUERRE CERCAMMO E DONAMMO IL DANARO PER PAGARE LA DITTA MARI DI TORRE DE PASSERI PESCARA PER LA TUA RIFUSIONE E TU FIN DA ORA SEMINA NEI CIELI QUESTO RICORDO E SALUTA TRE VOLTE AL GIORNO PER NOI LA VERGINE MARIA MADRE DI DIO E MADRE NOSTRA AFFINCHE NON SI DIMENTICHI DI NOI E SALUTA LA VITA CHE PASSA COME IL FRUSCIA E DI UN AVE CHE PASSA SI PERDE (6) E SI FONDE NELLA INFINITA ARMONIA E NEL SILENZIO AFFONDA PER RIVIBRARE ANCORA AMEN

Anche qui si trova un tema ricorrente, ovvero la dedica a chi è morto in guer- ra, il suono doveva ricordare questi ca- duti. La campana maggiore di San Giorgio, oltre ai soliti festoni che si trovano in alto o nel lembo delle cam- pane, riporta dei simboli cari alla Cri- stianità ed al paese in particolare. A rilievo si trova Gesù Cristo con la cro- ce (fig. 3), San Giorgio martire (fig. 4), protettore del paese, la Madonna con il Bambino (fig. 5), riconducibile alla Madonna del Rosario, confraternita citata nella campana ed esistente nella chiesa di San Giorgio martire, ed in- fine San Giuseppe (fig. 6), sposo di Maria. È evidente in questi testi e nelle im- Fig. 3. Gesù Cristo Fig. 5. Madonna magini scolpite la voglia di fare della campana la sintesi di un paese e della sua storia. Nel corso delle ricerche di materiale fotografico utile per la storia di Pereto ho trovato alcune immagini che mo- strano il trasporto della campana mag- giore. Pensavo che la campana fosse stata trasportata con qualche auto- mezzo fin sotto il campanile e da qui sollevata fino a raggiungere la sua col- locazione definitiva. Le foto recupe- rate mostrano invece una sequenza di- versa. Prima di passare alle foto voglio forni- re alcune notizie raccolte presso la gente del paese. La campana maggiore nel 1968 risultava spaccata, quale sia il Fig. 4. San Giorgio martire Fig. 6. San Giuseppe 14 lumen motivo è sconosciuto. La società ad- Si ringrazia Antonella Palombo, En- detta alla fusione fu la ditta Mari. Gli rico Bianconi e Fernando Meuti per le incaricati della ditta vennero in paese e foto storiche, Pierluigi Meuti per le calarono la campana dal campanile, notizie sulla fusione, Sandro Ventura trasportandola nella loro fonderia. per le foto dell’attuale campana. A fine agosto 1969, Pierluigi Meuti, Francesco Cristofari, Francesco Bo- Massimo Basilici nomini e Lino Conti si recarono pres- so la fonderia. Arrivati all’alba trova- 1) Archivio diocesano di Avezzano (ADM), C/98/2467. rono il forno pronto, la vecchia cam- 2) Sull’argomento cfr. Campane per le chiese, pana fu fatta a pezzi con delle mazze e campane per la guerra, in il foglio di Lumen, 15 messa dentro la fornace. Poi attesero (2006), pp. 21-23. che il vecchio bronzo si liquefacesse e 3) Archivio parrocchiale della chiesa di San venisse colato nello stampo della nuo- Giorgio martire in Pereto (ARPA), Documenti vari, cartellina 4, foglio 406. va campana. Tutto questo perché in 4) ARPA, quaderno dal titolo: Diario e nota paese si raccontava che nella vecchia delle spese nella chiesa. campana ci fosse dell’oro donato dalla 5) La campana ha un’altezza di cm 122 e un baronessa Agnese Maccafani (Roma, diametro di cm 112. 17 febbraio 1812 - Roma, 22 febbraio 6) In questa riga manca la lettera R che segue 1891). Quindi i quattro peretani pote- la parola FRUSCIA, ovvero la parola dovrebbe essere FRUSCIARE. Fig. 7. Corteo municipale rono testimoniare che l’oro non era separato dalla lega di cui era composta la vecchia campana. Le foto mostrano alcune persone di Pereto che si avvicendano nel trasloco della campana verso il campanile della chiesa di san Giorgio martire. Si racconta che il trasporto fu aperto da un corteo con in testa la bandiera italiana ed altre bandiere insieme ad una serie di corone (fig. 7). Non si sa dove la campana fu scaricata, se a piazza Mazzini, ovvero all’inizio di via San Giorgio, oppure a piazza Cesare Battisti, ovvero a metà di via San Gior- gio. La campana, calata dal mezzo che la trasportò in Pereto, fu poggiata a terra. Adagiata di lato su una trave, Fig. 8. Su via San Giorgio, inizio scalini a piazza Cesare Battisti utilizzando assi di legno come leve e cunei per impedirne il ritorno in dietro, fu fatta rotolare per la salita di via San Giorgio facendo la massima attenzione (figg. 8-12) fino ad arrivare ai piedi del campanile. Ognuno voleva essere partecipe. Alla fine furono scattate alcune foto ricor- do (figg. 12-13). Fatte le foto, la cam- pana fu preparata per essere innalzata (fig. 14). Negli ultimi scatti si vede Antonio Camerlengo, all’epoca sinda- co del paese, che dirige le operazioni. Dal campanile venne calata una corda d’acciaio che faceva capo ad un sistema di sollevamento posto in alto e in poco tempo la campana raggiunse il suo posto dove è tutt’ora (figg. 15-16). Fig. 9. Su via San Giorgio davanti il negozio della Cooperativa lumen 15

Fig. 10. Su via San Giorgio, dopo il negozio della Cooperativa Fig. 14. Rotazione della campana

Fig. 11. Su via San Giorgio, avanti l’entrata del palazzo Balla Fig. 15. Sollevamento della campana.

Fig. 12. Arrivo sotto il campanile Fig. 13. Foto ricordo Fig. 16. Salita della campana. 16 lumen Cronache Notizie e avvenimenti. Visita a colle Sant’Angelo, viaggio nella memoria, la ristampa anastatica della Reggia Marsicana e visita a Colli di Montebove arsoli, 20 agosto 2016. L’asso- hanno osservato l’assetto viario di proiezioni di immagini e commenti, in C ciazione culturale Lumen, con la impianto medievale, le grandi dimore ambiente idoneo, magari nel periodo sponsorizzazione dell’Amministra- storiche seicentesche, che partendo invernale. zione Comunale, rappresentata dalla dalla porta dell’Arco Sbarrino si colle- La Associazione Lumen ringrazia tutti dot.sa Alessandra Zazza, presidente gano, in alto, alla chiesa di Sant’An- i visitatori per la nutrita partecipazione del Consiglio Comunale, ha accolto gelo nuovo del 1607. Nella corte in- e la dot.sa Alessandra Zazza, in rap- alle ore 17.00, a Porta dei Merli (belve- terna, cortesemente aperta da Gian- presentanza dell’Amministrazione dere) un nutrito gruppo di parteci- luigi De Leoni, adiacente alla chiesa di comunale, per il decisivo sostegno da- panti in visita al Borgo fortificato di colle Sant’Angelo Nuovo, è stato tradotto il to all’iniziativa. Sant’Angelo di Carsoli. Claudio De Leo- dettagliato testo latino, inciso sulla bel- Carsoli, 25 agosto 2016. Grazie alla ni, come rappresentante e guida inca- lissima lapide di fondazione della chie- disponibilità dell’amministrazione ricata dell’associazione, ha delineato il sa, nel 1607, che ricorda l’antica migra- comunale, rappresentata dalla dot.sa percorso della visita con l’ausilio del- zione del popolo di Carsioli su Colle Alessandra Zazza, presidente del l’ingrandimento di una dettagliata car- Sant’Angelo, lo stato dell’omonima Consiglio Comunale, alle ore 17.00, tolina panoramica dei primi anni del chiesa alto medievale, il costo dell’o- nella sala consiliare del Comune di 1900 e di un tracciato delle mura pe- pera, 250 aurei, sostenuto da Anna De Carsoli, l’Associazione Lumen ha te- rimetrali del borgo riportato su mappa Leoni, a scioglimento di un voto per la nuto un incontro pubblico per pre- catastale. I partecipanti hanno rilevato miracolosa liberazione del marito sentare il n. 45/2016 della miscel- che lo stato dei luoghi, all’epoca della Giovan Festa De Leoni, da non con- lanea il foglio di Lumen e la ricerca sto- cartolina, ben curato da “mani conta- rica condotta da Mauro Marzolini: dine” e privo delle attuali piante infe- Viaggio nella memoria della civiltà conta- stanti, svelava, completamente, l’iden- dina e tra le donne. Dopo le presenta- tità di Colle Sant’Angelo col suo arti- zioni di rito i presenti hanno osser- colato complesso architettonico, abi- vato un minuto di profondo racco- tativo e difensivo, leggibile fin nei det- glimento in memoria delle vittime del tagli con le merlature del rivellino, a terremoto che ha colpito, in modo guardia della Porta dei Merli, e dei due devastante, ed Accumuli torrioni circolari della cinta muraria (RI) ed Arquata del Tronto (AP), alle prospettanti sul paese in basso. Su una Lapide della chiesa di Sant’ Angelo Nuova. ore 3 e 36’ del 24 agosto, spazzando pianta rappresentativa del circuito mu- fondere con il successivo Giovan Fe- via affetti, beni e memorie storiche rario, sono state indicate le posizioni di sta “tiranno carseolano”, dalle mani ne- delle locali comunità, alle quali è an- tre porte del Castrum Sancti Angeli. miche. Della chiesa è stato possibile, dato il sincero cordoglio dei presenti Prima della visita itinerante, si è fatto con rapida e parziale osservazione dal- ed un commosso abbraccio simbo- cenno all’evoluzione orografica della l’esterno, dare cenni sulla struttura, su- lico ai bambini volati in cielo come angeli sottostante Pianura del Cavaliere, alle gli altari laterali e sul campanile, total- del dolore e della memoria. Il Presidente, sue risorse naturali ed alle sue mente occultato da edera. La visita, don Fulvio Amici, ed il segretario frequenta-zioni, con le presenze della durata di poco più di un’ora, si è prof. Angelo Bernardini, hanno romane (da fine IV secolo a. C.) e conclusa in Largo del forte Angioino rammentato la cospicua produzione longobarde (da metà VI a metà VIII con cenni sul circuito murario degli editoriale dell’Associazione e si sono secolo). Poi la domi-nazione dei Orsini, del 1340, e sui danni subiti alternati nella lettura dei diciotto Franchi con la potente fa-miglia dei terremoto del 1349. L’impossibilità di titoli del numero 45 de il foglio di Berardi, Conti dei Marsi, da fine X a accesso nel recinto del Forte Angioi- Lumen, già in distribuzione e a dispo- circa metà del XII secolo, edificatori no, per ragioni di sicurezza e per la fitta sizione dei convenuti. In sala quattro del primitivo Castello di Sant’Angelo e vegetazione, ha permesso solo dei giovani donne indossavano costumi dell’articolato e circo-stante sistema di cenni sulle tre torri, la Nord, la Est e la rievocativi del territorio, frutto delle incastellamento di altura. Sono seguiti Ovest, e sui restauri eseguiti nei primi lunghe e sapienti ricerche storiche di brevi cenni sulle presenze dei anni del ‘900 e nei successivi anni Set- Paola Bonanni, che la Lumen rin- Normanni in Italia (meta XII secolo), tanta. Per dovere di cronaca si segnala grazia ed alla quale augura ben altri su Svevi, Angioini, Aragonesi e che i visitatori hanno apprezzato que- riconoscimenti, per l’attento e pre- Spagnoli fino alla storia recente. I sta visita ed alcuni ne hanno proposto zioso lavoro di documentazione con- visitatori percorrendo Via Ciccosanti la presentazione, in forma statica, con dotto negli in anni. lumen 17 Mauro Marzolini, dopo aver letto una Santuari rupestri sua poesia dedicata alle vittime del terremoto, ha guidato i presenti in un Sant'Angelo di Colli di Montebove. lungo viaggio nella memoria della La grotta, gli affreschi nostra civiltà contadina. Citiamo alcuni passaggi del viaggio mediatico, ulla via mulattiera che da questo santuario con la pia leggenda condotto intorno agli anni Cinquanta S Pietrasecca porta a Colli di Mon- del sangue dei martiri che scorre tra del ’900. Dalla narrazione e dalle tebove, a tre km da Pietrasecca e c.a queste rocce e di una treccia della immagini proiettate sono riemerse le due da Colli, ci imbattiamo in questo Madonna che sarebbe nascosta tra le figure del contadino, piccolo alleva- piccolo santuario ricavato nella cavità rocce stesse. tore ed artigiano, dei bambini, a scuo- della roccia. Era molto frequentato nei La Chiesetta del santuario. Il vano la con il loro pezzo di legno per la stu- tempi passati quando la mulattiera che della grotta adibito al culto è stato fa e le punizioni severe a loro riserva- collega i due paesi era molto utilizzata. normalizzato con opere in muratura: te. Particolare risalto ha avuto la figu- Questo, infatti, era il collegamento più in alto è stato creato un arco absidale, ra della donna, alle funzioni religiose rapido tra due paesi che, in linea d’aria, sotto il quale è stato posto l’altare. Sul della domenica, in cucina, a preparare non sono molto distanti tra loro. lato sinistro è stata realizzata una il pane, dedita al cucito, alla gestione Inoltre c’erano poche vetture e le stra- scaletta per accedere ad uno spazio del risparmio, alla cura degli animali, de carrozzabili erano ridotte. E infatti soprelevato rispetto al piano d’in- alla fonte per l’acqua, con la conca di per andare da Pietrasecca a Colli con gresso. rame in bilico sulla testa, in chiesa alle una vettura a motore bisognava prima Pitture rupestri: Sia l’arco absidale che la feste patronali, lavandaia al fiume, scendere a Carsoli (allora 12 Km.) e parete di fondo sono affrescate; questi curatrice del corredo per le figlie, poi risalire a Colli, altri 9 km. dipinti sono stati restaurati qualche raccoglitrice di ghiande per il maiale, Il percorso passava per Fonte Car- decennio fa per l’intervento della So- novella Vesta addetta alla cura del bonara per arrivare sopra Vallintenza e vrintendenza BB. AA. CC. di L’Aqui- fuoco, l’allattamento dei neonati, poi giungere nella parte bassa di Colli, la, ad opera della restauratrice Eli- l’orgoglio per i suoi coralli. Poi ecco al cimitero, per poi risalire al centro sabetta Sonnino. materializzarsi la casa, con la chiave abitato. La vicinanza tra i due paesi era La due composizioni pittoriche, quella nella toppa esterna anche di notte, rafforzata anche dalla comunanza del dell’arco absidale e quella dell’altare, santi e santini ben esposti, gli utensili Medico Condotto che risiedeva a Pie- sono semplici, limitate alle raffigu- del focolare e della cucina, i racconti trasecca e da una parte si spostava ver- razioni di Santi ed angeli e prive di davanti al camino, la culla dei bimbi, so Tufo, dall’altra a Colli di Monte- sfondi paesaggistici. le fornacelle a carbone per cucinare. bove; spesso a groppa di mulo o ad- La prima in alto, ha una struttura sim- Tutti i passaggi della memoria della dirittura a piedi, percorrendo questo metrica: al centro c’è la Madonna col nostra cultura contadina erano ac- collegamento “campestre” abba- bambino; ad ognuno dei due lati un compagnati da diapositive che illu- stanza breve. santo ed una santa. La Vergine, è raffi- stravano persone reali, ricorrenze ed Anche i terreni agricoli dei due paesi oggetti, strani per la civiltà dell’oggi. sono confinanti nel territorio di Speriamo che queste bellissime me- Vallintenza e di Carbonara, tanto che morie non svaniscano come lampi di nel “Catasto Onciale di Pietrasecca del luce ma possano trovare forma e 1749”, vengono elencate ben 66 sostanza in una prossima pubblica- proprietà di abitanti di Colli, nel terri- zione dell’Associazione. torio di competenza dell’ “Università Avezzano, 13 ottobre 2016. Il di Pietrasecca” (1). segretario della nostra Associazione, Tra le due comunità c’era grande prof.r Angelo Bernardini, in com- vicinanza, dunque, e questo santuario, pagnia dello scrivente hanno pre- pur se più vicino a Colli, era ritenuto senziato, presso la sala conferenza un patrimonio comune. ERSA (Palazzo Torlonia), alla pre- È dedicato a San Michele Arcangelo e sentazione, da parte della fondazione rientra nella tradizione religiosa lon- CARISPAQ, della ristampa anasta- gobarda che intitolava all’Arcangelo i tica della monumentale opera di Pie- santuari posti in prossimità di cavità tro Corsignani: Reggia Marsicana ov- sotterranee: l’Arcangelo, infatti, era vero Memorie Topografico-storiche di varie venerato come il difensore dei Cri- Colonie, e Città antiche e moderne della stiani dal diavolo che sta “sotto terra”. Provincia de i Marsi, edita a Napoli nel La devozione popolare, inoltre, ha Pietrasecca / Colli di Montebove, l’ingresso segue a p. 19 arricchito con la fantasia la presenza di alla grotta di Sant’Angelo visto dall’interno. 18 lumen tiochia, martirizzata a 15 anni nel 290 d.C. ed invocata come protettrice delle partorienti. Il titulo della Santa a sinistra della Ver- gine non è leggibile, non se ne trovano tracce. Qualche particolare ci po- trebbe far pensare a S. Lucia: gli occhi sono ritratti in modo diafani ed eva- nescente, quasi a sottolineare che le erano stati cavati. Anch’essa vergine, martirizzata qualche anno dopo Santa Margherita (304 d.C.) sotto Diocle- ziano e, come S. Margherita e S. Biagio, ugualmente venerata sia dalla Chiesa cattolica che da quella ortodossa. In queste stesse caratteristiche rientra al- tresì S. Caterina di Alessandria (2), ma il culto per S. Lucia è maggiormente testimoniato in queste terre. Grotta di Sant’Angelo, santa Margherita. Oltre ai particolari nella pittura e alla Grotta di Sant’Angelo, santa a sinistra della Vergine. gurata seduta su un trono dal dosso venerazione comune, ci spinge a que- decorato con disegni quadrangolari, sta ipotesi anche la presenza nei dipinti affianca quella di tradizione islamica su un cuscino che fuoriesce dai due di particolari e caratteristiche bizzanti- che lo ritrae con la bilancia simbolo di lati. Le vesti sono molto rifinite con neggianti, che confermerebbero la equità e giustizia, preferendo il con- ampi drappeggi; sulla testa ha la vicinanza dell’artista al mondo e al cetto dell’arcangelo che amministra la corona e un’ampia aureola circondata culto ortodosso, come anche la de- giustizia con la legge e non con la da perline che la rifiniscono tutt’in- vozione del tempo. spada. La parte sottostante S. Michele torno. Rientra nella ritrattistica della Dalla parte destra della Vergine, è deteriorata, ma verosimilmente, in Μήτηρ Θεοu (madre di Dio), come dunque, c’è San Biagio, chiaramente analogia con altri numerosissimi di- peraltro siglato a lato in alto a sinistra indicato dal titulo (Blasius), sulla fascia pinti, doveva rappresentare il diavolo di chi guarda. L’immagine rientra nella rossa in basso e vestito con i paramenti trafitto dalla lancia che l’Arcangelo ha tipologia della “Virgo lactans”, cioè vescovili. È rovinato nella parte ante- in mano. mentre allatta il Bambino. Questa riore in corrispondenza del petto, ma Nel vano sottostante dove è stato po- ritrattistica, molto diffusa già nel Due- la parte mancante non doveva sizionato l’altare, sulla parete di fondo, cento, si riscontra in numerosi dipinti contenere particolari di rilievo vista la è stato realizzato un dipinto, quasi presenti in tutto il mondo cattolico. Si ritrattistica che si limitava ai tratti come un drappo appeso orizzontal- ispira all’episodio evangelico riferito lineari ed essenziali. mente. Su uno sfondo blu, al centro, da Luca che mette in bocca a una don- Biagio visse tra la fine del III e l’inizio dentro una cornice circolare, è ritratto na del popolo il grido di ammirazione: del IV sec.; era medico e fu nominato il Cristo benedicente, con l’aureola in “Beato il ventre che ti ha portato e il Vescovo della sua città; fu martirizzato giallo che porta sullo sfondo la sagoma seno da cui hai preso il latte!” (Lc XI, nel 316 a Sebaste, in Armenia. A Lui della croce. Purtroppo il dipinto è am- 27). vengono attribuiti diversi miracoli, tra piamente danneggiato nella parte Il Bambino con la destra benedice, cui il salvataggio di un bambino che destra in basso e sull’occhio sinistro rivolto alla Santa alla sinistra della stava soffocando dopo aver ingerito del Cristo; in ogni caso la compo- Vergine, mentre con la sinistra sor- una lisca di pesce e per questo è sizione generale è semplice e facil- regge il rotolo della lAegge. invocato contro i mal di gola; e nella mente intuibile nella sua struttura; non La due Sante immediatamente ai lati sua festa che si celebra il 3 febbraio, c’è dovrebbero essere andati perduti, per- del trono, hanno i capelli raccolti con l’uso della benedizione della gola con ciò, particolari di rilievo. eleganza entro le cuffie ed hanno un due candele benedette il giorno prima Ai due lati, come riempimento dello giglio in mano, simbolo della verginità. nella Candelora. spazio che sarebbe rimasto vuoto, Quella a destra è S. Margherita, come Alla destra c’è San Michele Arcangelo, sono ritratti due angeli a figura intera, riporta il titulo che si legge ancora con cui è dedicata la chiesetta, con le ali che risultano sottodimensionati qualche difficoltà dopo il restauro ( S spiegate e la lancia in mano per tra- rispetto al Cristo che resta la figura MA .. GARITA), verticalmente a lato figgere il diavoBlo. La figura dell’Arcan- principale. Hanno ambedue in mano in basso a sinistra di chi guCarda. Si gelo guerriero rientra nella iconografia un giglio e con un’ala accompagnano, identifica con S. Margherita di An- di tradizione longobarda; ad essa si avvolgendola, la figura del Cristo. La lumen 19 [...] da p. 17 1738. Segnaliamo ai lettori che la ristampa dell’opera di Pietro Corsi- gnani è accompagnata dall’opuscolo Reggia Marsicana ovvero memorie topogra- fico-storiche di Erminio M. Cavalli. In questo opuscolo i lettori interessati possono trovare interessanti analisi storiche e critiche sull’opera del Cor- signani. La pubblicazione è com- posta di due volumi, per complessive 1436 pagine, con frontespizi, indici ed illustrazioni. Di una copia dell’o- pera è stato fatto dono agli ospiti convenuti. L’opera, da alcuni studiosi definita un po’ romanzata, comun- que di grande interesse, è fonda- Grotta di Sant’Angelo, Vergine in trono con sante. mentale per lo studio e la ricerca sto- figure degli angeli sono “a specchio”, questa chiesa - grotta e con le pitture rica sulla Marsica e sull’Abruzzo. Se- probabilmente disegnate a ricalco con più antiche del Santuario della Ma- gnaliamo, brevemente, alcuni pas- i cartoni-modello, che venivano ribal- donna dei Bisognosi tra Pereto e Roc- saggi degli interventi proposti, nel tati sui due lati per tracciare lo stesso ca di Botte. corso dell’evento, da alcuni relatori. disegno, ma invertito. Riguardo a queste pitture non ci sono Il dr. Natalia, per il Comune di Avez- Le pitture di questa grotta, pur nella particolari studi e pubblicazioni; ab- zano, ha ringraziato CARISPAQ per loro semplicità, sono cariche di biamo, comunque un pregevole sag- questa opera storica e letteraria di ri- significati per la devozione ad esse gio di Valentino Pace (3), già da noi costruzione della memoria, da collegate e testimoniano la religiosità citato, pubblicato nel 1996, probabil- proiettare nel futuro, da parte di un del Duecento, periodo in cui, secondo mente prima del restauro, che analizza marsicano. il critico Valentino Pace sarebbero le pitture con vera perizia e offre in- Sergio Iacoboni, ricercatore celanese, state realizzate. Dal punto di vista arti- teressanti riferimenti con altre manife- per comunanza di natali, ha sottoli- stico non sono di alta qualità; il lin- stazioni pittoriche del territorio. neato l’origine ed il legame con la sua guaggio pittorico è piuttosto formale e Il piccolo santuario merita una visita terra del Corsignani, patrizio celanense, semplice; l’uso dei colori non presenta ed è facilmente raggiungibile dalla oltre che figura di erudito di un mon- grandi varietà; sono, di massima, strada mulattiera che parte dal ci- do vicino alla Chiesa. Ancora Iaco- colorature di riempimento con scar- mitero di Colli di Monte Bove. boni ha evidenziato la ricchezza sissime sfumature. dell’opera, per toponimi e dettagli Risultano, però, particolarmente cu- Angelo Bernardini territoriali, tesa ad avvicinare, con rate le decorazioni delle vesti, degli passione, il volgo alla propria terra. ornamenti e delle aureole nei dipinti 1) A. Bernardini, Il Catasto di Pietrasecca del Emilio Cavalli, critico letterario, ha 1749, Pietrasecca 2007. della parte superiore; questi partico- 2) Giovane nobile di Alessandria, rifiutò di sottolineato che il testo rientra tra le lari, unitamente all’impostazione sacrificare agli dei e l’imperatore ordinò la grandi opere del ‘700 da riscoprire frontale delle immagini, rientrano nel condanna a morte su una ruota dentata: nella perché racconta i tempi con cura, gusto e nello stile della pittura bizan- iconografia successiva viene rappresentata mediante una scrittura fresca e mo- tina. con a fianco una ruota dentata. Tuttavia, lo derna. Sempre Cavalli, ha citato la strumento di tortura e condanna si ruppe e si Questi dipinti, pur trovandosi in una decise di farla decapitare (305 d.C.). figura di San Martino, con una scrit- grotta sperduta sulla costa della mon- 3) V. Pace, Gli affreschi della Grotta di S. Angelo tura ricercata e con la sua mitizza- tagna, oltre al valore intrinseco che di Colli di Monte Bove, 1996. zione, per cui, dalla coscienza storica abbiamo messo in evidenza, acqui- si passa alla coscienza del mito. Sem- stano ulteriore importanza per i colle- pre lo stesso relatore ha evidenziato gamenti che si possono stabilire con che Corsignani racconta fatti dispa- altre espressioni pittoriche ad essi rati per raccontare la storia di un po- contemporanee, presenti nella stessa polo e colmare una lacuna storio- area geografica; si possono chiara- grafica con raffinatezza linguistica ed mente individuare dei collegamenti in chiave moderna, fino ad “annullare con i monasteri benedettini di Subiaco il tempo”. Segnaliamo ai lettori del nella cui area di influenza è collocata segue a p. 22 20 lumen Storia Divisione e riunificazione della Diocesi dei Marsi tra luci ed ombre del Medioevo e problemi dei giorni nostri ivisione e riunificazione del- na, ciascuna delle quali brigava per fare È stato necessario riproporre questa D la Diocesi. Come la luna, durante eleggere un proprio candidato: Be- ridda di nomine, scomuniche e il suo corso mensile, viene a mancare e si nedetto IX, nato Teofilatto dei Conti deposizioni di papi e antipapi perché, riaccende, così nella Chiesa militante, soggetta di Tuscolo, ottenne la nomina per tre proprio durante i periodi del suo pon- a vicende umane, si verificano assai spesso volte; la prima volta (in giovanissima tificato, Benedetto IX decise la divi- regresso e progresso in continua alternan- età) dal 1033 al 1044, la seconda nel sione della Diocesi dei Marsi. za....(1). 1045 (per tre mesi) ed una terza nel Suscita, pertanto, qualche dubbio la Con questa poetica similitudine, biennio 1047-1048. tesi secondo la quale la divisione della contenuta nella sua Bolla In specula Negli intervalli tra questi tre periodi di Diocesi dei Marsi andrebbe , invece, Sanctae del 9 dicembre 1057, il Papa pontificato di Benedetto IX si susse- riferita al Conte dei Marsi, Oderisio II, Stefano IX – restituendo al legittimo guirono le nomine di Silvestro III il quale, nel 1050, avrebbe creato una vescovo Pandolfo l’intero episcopato (gennaio-febbraio 1045) e di Gregorio Diocesi carseolana con a capo suo marsicano già diviso – fa riferimento, VI (maggio 1045- settembre 1046). figlio Attone. Tale convinzione trar- in modo velato ma eloquente, ai mali A questo punto, per porre fine alla rebbe conforto dal fatto che il legame fra che affliggevano la Chiesa ai suoi tem- lotta tra i diversi pretendenti al Papato, Oderisio II e il giovane Benedetto IX (Teophi- pi, proprio in quanto soggetta a vicen- su richiesta di Enrico III di Germania lato, figlio di Alberico, Conte di Tuscolo) de umane. (2) lo stesso papa Gregorio VI ritenne dovette favorire la nascita della nuova Diocesi Ma per comprendere più a fondo il necessario indire un Concilio che si carseolana (3). senso di tali allusioni, sembra oppor- tenne, poi, il 20 dicembre 1046 a Sutri: Le perplessità su tale tesi nascono dalle tuno considerare i fatti che avevano Silvestro III fu privato della dignità seguenti considerazioni: preceduto quel Documento. sacerdotale in quanto ritenuto un a) che autore della divisione sia stato Ovviamente, l’esame dei singoli episo- antipapa ed esiliato in un monastero, Benedetto IX risulta, con estrema di va effettuato risalendo brevemente Gregorio VI costretto ad abdicare per chiarezza, dalla Bolla del Papa Stefano alle cause ed ai soggetti che li hanno avere comprato il soglio pontificio da IX il quale afferma testualmente che la determinati non solo in ambito locale Benedetto IX, e lo stesso Benedetto Chiesa Marsicana già miseramente smem- ma anche nel più ampio quadro degli IX dichiarato decaduto per averlo brata per mali intestini e diuturni, oltre che interventi operati dal Potere politico e venduto a Gregorio (entrambi, quindi, per la civile discordia dei laici, fu divisa, contro dal Papato. per evidente peccato di simonia). i Canoni dei Santi Padri, in due Episcopati Si tratta di avvenimenti certamente In sostituzione di Benedetto IX, che, dal cosiddetto Papa Teofilatto. noti ma che può risultare interessante peraltro, continuava a rivendicare le b) il Papa Benedetto IX aveva cessato qui ricordare anche nella considera- sue pretese sul Papato, Enrico III definitivamente il suo pontificato il 6 zione che avevano riguardato, in par- scelse il vescovo di Bamberga che di- luglio 1048 e, pertanto, pur avendo lui ticolare, la sede di S. Maria in Carsoli e venne papa con il nome di Clemente deliberato a suo tempo la divisione le chiese ad essa adiacenti. II. Il nuovo pontefice , ovviamente, si della Diocesi, non avrebbe potuto fa- E che le presenti, sommarie note affrettò ad incoronare Enrico III im- vorire il Conte Oderisio II con possano essere ricondotte nei limiti di peratore del Sacro Romano Impero, l’insediamento di Attone avvenuto nel un semplice esercizio di memoria, lo conferendogli, inoltre, il titolo di Pa- 1050. determina proprio la vastità e l’impor- tricius Romanorum che dava il diritto di c) nella citata Bolla, Stefano IX riferi- tanza della materia in esame. proporre per primo i nomi dei nuovi sce, poi, che il suo predecessore Leone Ciò premesso, come indicato nella Pontefici. Di conseguenza, Enrico III IX (pontefice dal 1049 al 1054) col per- stessa Bolla di Stefano IX, va posto in poté far eleggere altri tre papi tedeschi: messo più che col consenso, per necessità più evidenza che gli accadimenti relativi Damaso II (1048), Leone IX (1049) e che per utilità, la lasciò come l’aveva trovata. alla Diocesi Marsicana trovano origine Vittore II (1055). Quindi, già dal 1049 Leone IX aveva e sviluppo nella situazione del Papato Dopo pochi mesi dalla sua elezione trovato divisa la Diocesi dei Marsi e in quel particolare momento storico e, Clemente II morì improvvisamente( 9 come tale l’aveva lasciata. soprattutto, nell’avvicendamento ottobre 1047) e il deposto Benedetto d) nel Decreto di riassegnazione al convulso di vari pontefici. IX riuscì nuovamente a risalire sul Vescovo Pandolfo della Chiesa Marsica- Il Soglio pontificio, infatti, dopo esse- Soglio di Pietro, dove rimase fino al na tutta intera (contenuto nella stessa re divenuto, per lungo tempo, mono- luglio 1048, quando fu definitiva- Bolla) si riaffermano i poteri spettanti polio dei Conti di Tuscolo, era conteso mente deposto e sostituito con il Papa allo stesso Vescovo sia di quella parte che tra le varie fazioni della nobiltà roma- Damaso II. possedevi prima, sia di quella che ingiusta- lumen 21 mente ti fu usurpata da altri vescovi. Dal che Vergine Maria in Carseolo con le decime e le - S. Tommaso, Santa Maria, S. Salva- si evince che prima di Attone, e cioè offerte, anzi con tutte le chiese ad essa adi- tore e S. Stefano ad Oricola. prima del 1050, ci sono stati nella sede acenti e le rende giustamente pertinenti. Se- - S. Pietro e S. Biagio a Rocca di Botte. usurpata altri vescovi. gue, poi, la riaffermazione dei poteri - S. Pietro, S. Lorenzo, S. Nicola, S. Ne conseguirebbe, in conclusione, che spettanti al Vescovo Pandolfo. Giorgio e S. Salvatore a Pereto. la Diocesi era già stata divisa assai Malgrado l’analitica esposizione dei - S. Pietro a Poggio Cinolfo prima che lo stesso Attone desse luo- luoghi soggetti all’episcopato marsica- - Santa Maria e S. Giovanni a Luppa. go all’ingiusta occupazione, (non oltre, no contenuta nella Bolla del 1057, i - S. Giovanni a Colli di Montebove quindi, il 6 luglio 1048, data della de- reiterati tentativi delle chiese locali e - S. Bartolomeo a Camerata finitiva destituzione di Benedetto IX) dei monasteri di sottrarsi all’autorità Su questo elenco il Grossi (7) fa, molto anche se – almeno fino ad ora – non si del vescovo per ottenere maggiore opportunamente, due rilievi. Il primo hanno notizie sugli eventuali altri autonomia soprattutto in materia di riguarda la chiesa citata come Sanctae antivescovi che l’hanno preceduto. decime e di offerte, indussero il Papa Mariae in Cellis posta fra Podio (Pog- Comunque, per porre fine alla scis- Pasquale II ad emettere, in data 25 getello di Tagliacozzo) e Oloreto (piana sione della Diocesi, che, minando febbraio 1115, la Bolla Sicut iniuxta di Tagliacozzo): tale chiesa è in realtà l’autorità del legittimo vescovo Pan- indirizzata a Berardo, vescovo della riconoscibile in quella di Santa Maria in dolfo, generava forti contrasti all’in- Chiesa Marsicana. Nella predetta Oloreto con i suoi titoli della bolla di Pa- terno della comunità, durante il pon- bolla, il Papa ammonisce, tra l’altro, squale II del 1115 e non va identificata tificato del nuovo Papa Vittore II( in che a nessuno, dunque, assolutamente sia con Santa Maria in Cellis di Carsoli, carica dal 1055 al 1057) un Sinodo di lecito turbare la tua Chiesa o sottrarre dei che, in quel periodo, costituiva pos- Roma abolì la divisione in due parti possedimenti o tenerli, una volta sottratti, o sesso di Montecassino. della Diocesi dei Marsi e ne confermò adibirli a usi diversi dai propri se dati in L’altra nota si riferisce, poi, alla chiesa l’antica unità, con la sua assegnazione affitto, ridurli o svilirli con arbitrarie modi- indicata nell’elenco come Sanctae Ma- ad un solo vescovo. Contemporanea- fiche, ma tutti siano conservati intatti per riae in Petra-sicca tra le località di Pereto mente l’antivescovo Attone venne poter giovare tanto agli usi tuoi quanto a e Camerata: poiché una chiesa con la trasferito alla sede di Chieti (4). quelli dei chierici e dei poveri (6). stessa denominazione è già stata inse- Nel menzionare quest’ultimo provve- Inoltre, a conferma di quanto stabilito rita precedentemente tra quelle erette dimento la Bolla definisce Attone nella precedente Bolla di Stefano IX, si in Pietrasecca, secondo lo stesso Au- vescovo dimissionario, lasciando intendere riporta ancora la descrizione dei con- tore si deve ritenere che in questo caso che prima che ne fosse deciso il trasfe- fini e delle località facenti parte della si tratti, invece, di Sanctae Mariae in rimento, egli, presumibilmente, sia Diocesi dei Marsi. Serra-sicca, l’attuale Santa Maria dei stato indotto a presentare, obtorto collo, Ma, evidentemente, nemmeno questo Bisognosi di Pereto, posta sul monte le proprie dimissioni dall’Episcopato Documento era riuscito a produrre gli Serrasecca, citata nelle Decime Vati- di S.Maria in Carseolo. (5) effetti sperati se, in data 31 maggio cane del 1324 come chiesa dipendente Poiché i provvedimenti del Sinodo 1188, il Papa Clemente III fu costretto da Oricola. non erano stati trascritti per la precoce ad emettere un’altra Bolla, indirizzata 2. La sede della Diocesi. Al fine di morte del papa Vittore II, la loro al Vescovo Eliano, nella quale si ribadi- avere, poi, una più completa disa- esecuzione venne effettuata dal suc- sce che a nessuno è lecito recare turba- mina delle vicende della Chiesa dei cessore Stefano IX sempre con la in- mento alla Chiesa Marsicana, fruire Marsi, può risultare utile fare una bre- dicata Bolla del 9 dicembre 1057, nella dei suoi beni, portarli via per tratte- ve notazione sulla scelta della Sede quale viene concessa al vescovo Pan- nerli, modificarne ingiustamente l’uso Episcopale. dolfo (già titolare della Diocesi sin dal o fare vessazioni con l’usura. Inoltre, a Già dai tempi del Vescovo Rottario 1032) ed ai suoi successori – per sem- maggiore specificazione rispetto ai (X secolo) la sede della Diocesi Mar- pre – la Chiesa Marsicana tutta intera. Ed precedenti interventi degli altri Pon- sicana era la città di Marsia (Civitas al riguardo, con decreto contenuto tefici, la nuova Bolla, oltre a descrivere marsicana) corrispondente all’odierna nella Bolla, il Papa Stefano IX speci- i confini della Diocesi, fa un elenco S. Benedetto dei Marsi (8). Cattedrale fica che l’assegnazione concerne l’inte- analitico delle chiese ricomprese nella della Diocesi, fino al XVI secolo, è ro Episcopato marsicano con tutte le sue sua giurisdizione. stata la chiesa di Santa Sabina, pure a dipendenze, fra cui quelle che sono proprie Nell’elenco vengono indicate, tra le S. Benedetto dei Marsi, della quale re- della chiesa di Santa Sabina dell’antica altre, le seguenti : sta, ora, soltanto la splendida fac- Civitas Marsorum ed ancora le rimanenti - S. Angelo, S. Paolo, Santa Vittoria e S. ciata. chiese di tutta la Diocesi dei Marsi con le loro Nicola in Celle di Carsoli. Nei citati Documenti pontifici si tro- pertinenze, decime ed offerte tanto per i vivi - Santa Maria in Carseolo. va conferma di tale destinazione: nel- quanto per i defunti, secondo quel che - S. Giovanni, Santa Maria e S. Stefano la bolla In specula Sanctae di Stefano IX stabiliscono i Sacri Canoni. Inoltre la chiesa a Pietrasecca. (9 dicembre 1057) si assegna alla Sede di Nostra Signora Madre di Dio e sempre - S. Stefano e S. Lorenzo a Tufo. episcopale di Pandolfo l’intero 22 lumen Episcopato marsicano con tutte le sue dipen- turbolente vicende vissute nel passa- XIV secolo per la costruzione dell’attuale denze, fra cui quelle che sono proprie della to dalla Diocesi dei Marsi, quando Basilica di S. Pietro. 5) Secondo il Grossi, op. citata, si tratterebbe chiesa di Santa Sabina dell’antica città dei seminari e conventi di tutte le terre di una chiesa eretta sui resti dell’antica città Marsi. cristiane non avevano spesso la ca- romana di Carsioli e non della chiesa di S. Nella Bolla Sicut iniuxta di Pasquale II pienza per accogliere i tanti aspiranti Maria in Cellis, in territorio carseolano. (25 febbraio 1115) si afferma abbiamo al sacerdozio e alla vita monacale, 6) Traduzione di G. Grossi, op. cit. decretato che la chiesa di Santa Sabina sia eventi certamente non più ripetibili ai 7) G. Grossi, op. citata 8) La Diocesi di Avezzano, da wikipedia. ritenuta, come fino ad ora è stata, la Chiesa nostri giorni. 9) idem. Matrice e anche la Sede episcopale sia presso Per avere , invece, un quadro della 10) idem. essa ubicata. attuale situazione della Diocesi di A- 11) Come risulta nello stesso Annuario Re- Ed, infine, nella bolla 31 maggio vezzano, è interessante, a conclu- gionale, tra le foranie è prevista la forania di 1188 di Clemente III al Vescovo Elia- sione, dare una scorsa ai dati relativi Carsoli, comprendente le parrocchie di Carsoli, Colli di Monte Bove, Montesa- no, si dà ancora assicurazione che alla sua giurisdizione episcopale, co- binese, Oricola, Pereto, Pietrasecca, Pog- Chiesa Matrice è quella della Beata me pubblicati dall’Annuario Ponti- giocinolfo, Rocca di Botte, Tufo, Villaroma- Martire Sabina, che deve permanere ficio del 2013 (10) e aggiornati con na. come Sede Episcopale. l’Annuario 2015 della Regione Eccle- Resta, ovviamente, la già ricordata siastica Abruzzese-Molisana (11): parentesi (chiusa con la riunificazio- -Superficie:1.700 Kmq [...] da p. 19 ne della Diocesi) dell’antivescovo At- -Comuni ricompresi nella Diocesi: 31 Carseolano le parti di loro ricorrente tone, il quale, dopo la divisione della -Abitanti: 115.137 interesse. Parte I, Capo XII, Dell’an- Diocesi in due Episcopati operata dal -Foranie : 7 tica colonia di Carsoli e della moderna terra Papa Benedetto IX, aveva occupato -Parrocchie: 97 e Capo XIII, Della chiesa di S. Maria de’ la sede di Santa Maria in Carseolo. -Cattedrale: S. Bartolomeo-Avezzano Bisognosi di Pereto o di Carsoli. Parte II, Nel 1580, poi, con la Bolla In suprema -Concattedrale: S. Maria delle Gra- Capo VI, Dei Marsi eruditi nelle lettere, dignitatis di Papa Gregorio XIII , la zie-Pescina famosi nelle armi, e celebri per alcuna pos- cattedrale e la Sede Vescovile venne- -Vescovo e Vicario Generale sessione, per impieghi onorati, o per Titoli di ro trasferite a Pescina nella chiesa di -Sacerdoti: 83 (nel 2013 erano 103) firma; in questa parte abbiamo notizie Santa Maria delle Grazie. -Religiosi : 30 (nel 2013 erano 26 uomini su Celle di Carsoli, sui De Leoni pres- Successivamente, nel sec. XVIII, il e 128 donne) so Re Ladislao di Napoli, in Carsoli, Vescovo Benedetto Mattei, a causa -Diaconi permanenti : 5 Oricola, Luppa, Tagliacozzo, presso i del precario stato del palazzo vesco- Il confronto tra i dati contenuti nei Colonna ed in Roma. Il Corsignani vile, decise di portare la sede da Pe- due Annuari sopra citati fa emergere inoltre ricorda tra gli uomini illustri scina a Celano. una cruda realtà: la diminuzione, nel della sua epoca, i Maccafani di Pereto In data 16 gennaio 1924 dopo il terre- breve periodo di un biennio, di oltre ed i Graziani di Rocca di Botte e non moto del 1915, con la Bolla Quo aptius il venti per cento del numero dei sa- possiamo ignorare che sua madre era di Papa Pio XI, la Sede Vescovile fu cerdoti ed un più alto calo dei reli- Beatrice Bernardini, altro cognome trasferita ufficialmente da Pescina ad giosi. E, in presenza di tali dati, ben noto e tutt’ora presente. Avezzano – dove si trova tuttora – e diviene superfluo ogni commento. Colli di Montebove di Carsoli, 30- la chiesa di S. Bartolomeo divenne la 31 ottobre e 1 novembre. La Pro- nuova Cattedrale diocesana, mentre Mario Cerruti Loco di Colli, DMC - Abruzzo qualità e la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Comune di Carsoli, hanno messo in Pescina ebbe il titolo di Concatte- 1) Bolla In specula Sanctae del 9 dicembre campo la tre giorni Abruzzo winter drale (9). 1057, riportata e tradotta in italiano da Giu- day per far conoscere territorio, sto- In merito a quest’ultima sede, va evi- seppe Grossi in: La terra dei Marsi. La Diocesi dei Marsi da Giovanni XII a Clemente III, Atti ria, cultura, paesaggio e cucina tradi- denziato che con Decreto Instante del Convegno di Avezzano 24-26 settembre zionale del luogo. Questo piccolo Petro Santoro Marsorum Episcopo della 1998. Tutte le citazioni della Bolla qui conte- centro storico che si snoda, seguendo Sacra Congregazione del Culto Divi- nute sono riprese dalla stessa traduzione. il profilo montano, lungo l’antica via no e dei Santi Sacramenti in data 7 2) Enrico III di Franconia fu Rex Romanorum Valeria, ha offerto ai visitatori scorci luglio 2016, la chiesa di santa Maria dal 1039 al 1056 e dal 1046 Imperatore del Sacro Romano Impero. urbani e paesaggi remoti di grande delle Grazie di Pescina, fermo re- 3) G. Grossi, op. cit.; dello stesso Autore: fascino, il tutto nel segno di un’antica e stando il suo riconoscimento di Con- Longobardi, Franchi e Conti dei Marsi (home familiare ospitalità. Questo il pro- cattedrale della Diocesi, ha avuto in‚ page della Città di Avezzano). gramma offerto ai visitatori: 30 otto- concessione il titolo di Basilica 4) Deliberazione del Consiglio Generale del bre, ore 17.00, accoglienza ospiti e Minore. Sinodo in data 18 aprile 1057, riunito a Roma nella Basilica Costantiniana, come risulta visita guidata nel borgo storico ed in 3. Alcuni dati attuali della Dioce- nella Bolla del 1057. La Basilica Costan- serata Cena di Comunita; 31 ottobre, si. Molti secoli sono trascorsi dalle tiniana fu eretta nel IV secolo e demolita nel segue a p. 34 lumen 23 Storia dell’arte La Madonna dei Raccomandati a Orte e Orvinio. Storie di confraternite, di ospedali e di opere d'arte Roma si è da poco conclusa, in datato 30 marzo dell’anno 1500 (qual- nome del patrono di Orte. L’ancona A una sala al pianterreno del com- che giorno dopo la festa dell’Annun- proviene dall’altare della chiesa affi- plesso capitolino, la mostra intitolata ciazione alla Vergine), stipulato con il data alle cure della confraternita laicale “La Misericordia nell’arte”, che ha ac- pittore Cola da Roma ma residente da della Madonna dei Raccomandati che compagnato il lungo tempo del Giu- tempo a Orte, ammiratore dello stile l’aveva commissionata (4), in contrada bileo straordinario indetto da papa dolce e prezioso dell’umbro Pinto- San Sebastiano, ente attivo fin dal se- Francesco. ricchio, suo conoscente, e in contatto condo Duecento in opere di carità con Piermatteo d’Amelia, entrambi nell’abitato e nell’annesso hospitium Orte già largamente operosi tra Roma, Um- sorto più tardi. Ma non era l’unico Il relativo catalogo riproduce in co- bria e alto Lazio. ospedale della cittadina, perché la con- pertina una pala d’altare con la Ma- Cola avrebbe dovuto completarla fraternita dei Disciplinati (praticanti donna del Manto o della Misericordia entro il giorno di Natale, fissato come cioè il rito penitenziale dell’autodisci- (1), iconografia largamente diffusa termine del coincidente Anno Santo, plina), detta anche della Santa Croce, nell’Italia interna specie tra XIV e XV che fu invece prorogato all’Epifania aveva sede in contrada Olivola nell’o- secolo (2). È un’opera a tempera su per la notevole affluenza di devoti (3). monima chiesa, cui era annesso l’ora- tavola alta quasi due metri, custodita Morto il pittore, si impegnò a conclu- torio dedicato al patrono Egidio, en- nel Museo di Arte Sacra di Orte, in derla dai primi del 1502, con paga- trambi aggregati alla chiesa di S. provincia di Viterbo (fig. 1). Se ne menti estesi all’aprile 1503, il figlio Agostino dotata di un ospedale (5), di conserva il contratto di allogazione, Egidio, che aveva ricevuto lo stesso cui fu rettore e amministratore dei be- ni nel 1492 il pittore Cola. Orte in quel tempo andava a fatica ripopolandosi e tentava di rianimare la sua produttività (6), sfruttando l’otti- ma posizione geografica tra più assi stradali a nord di Roma (l’Amerina che portava ad Amelia – il più breve trac- ciato tra Lazio settentrionale e Umbria meridionale – congiungeva le conso- lari Flaminia e Cassia) e non era distan- te dall’imboccatura del fiume Nera sul Tevere, dotato questo di un vicino ponte e di un porto lungo il medio corso ben navigabile. L’ospedale era dunque un luogo di sosta, di ricovero e di prima assistenza per i numerosi viandanti e mendicanti, oltre che per gli emarginati, gli svantaggiati, i biso- gnosi, i poveri infermi che conduce- vano una vita stentata, da confortare e A corroborare con una buona alimen- tazione, che consisteva in genere in legumi e formaggi, oltre che carni fre- sche e salate (7). La Confraternita dei Raccomandati continuò per anni a disporre di beni (8) e a provvedere alla salute pubblica, anche se sotto diverso nome. Trascri- viamo dalle pagine iniziali dello statuto B organico degli Ospedali Riuniti di C Orte, approvato dal Ministero dell’In- Fig. 1. Cola ed Egidio da Orte, Madonna dei Raccomandati, 1500-1503, Orte, Museo d’Arte Sacra. terno il 20 novembre 1909 (9): 24 lumen “L’attuale Ospedale civile di Orte dal titolo dei membri, intenti a prestare assi- Ospedali Uniti vanta la sua origine da prima stenza in forma diretta o indiretta (10). del secolo XIV ed è il risultato della fusione degli Ospedali degli Infermi, di S. Croce, dei Era però comune nell’Italia centrale di Raccomandati, avvenuta per decreto del ve- quegli anni che i laici delle compagnie, scovo Fabroni nel 1617, confermata con Bre- sentendosi parte attiva della società, ve di Gregorio XV nel 1622, nonché succes- dedicassero parte della preghiera indi- sivamente, del ricovero per i Convalescenti e viduale e delle sedute comuni nell’in- Pellegrini istituito nel 1654 per opera di Simo- ne Alonio Ortano. Per effetto di tale fusione tercedere per la salvezza delle fami- l’ospedale venne nel 1817 trasportato nell’ex glie, dei governanti e dei religiosi del monastero delle Agostiniane della Madonna proprio abitato e del mondo intero, co- Fig. 2. Madonna della Misericordia, xilografia di Loreto, già in precedenza servito ad uso me documenta il seguente brano (11): tedesca, 1508. ospedale dei Raccomandati. È quivi che tut- mitrata), nonché un prelato con cuffia tora esiste ed è mantenuto coi contributi fissati “Preghiamo […per] la reformazione de tutto e galero rosso a larghe falde, ma senza dai tre rispettivi Enti, che nel 1868, quando si il clero nela sancta chiesa et maxime di questa stabilì di affidare ai religiosi Ospedalieri chia- cità […] e per tutta la cristianità, per tutti i nodi e fiocchi disposti su due lati. mati Concettini la direzione ed assistenza del tribolati, infermi, mendici […] et per i poveri Tutti sembrano implorare dalla iera- Pio Istituto, contava un annuo introito di £ vergognosi et per tutti queli che sono in tica Madonna una duratura ed efficace 3550, ma che poi è stato aumentato dalle mag- peccato et specialmente per i principi chri- protezione dai pericoli interni ed ester- giori rendite derivanti da parte della cessione stiani et per il nostro principe et per tutta la co- ni, e non, piuttosto, a vivere della sua del patrimonio della Compagnia di S. Croce, munità nostra, che gli doviate perpetua pace da quello dei Raccomandati per intero, come interiore et exteriore, deffendendoli da tutti li grazia o condividere i dolori dei soffe- da atto 3 febbraio 1891 della rispettiva Con- inemici nostri” . renti nel corpo e nello spirito (14). Così gregazione, nonché di quello di accettazione Maria in piedi e frontale, dolce nello della Congregazione economica dell’Ospeda- Questa ci sembra la prospettiva giusta sguardo, incoronata regina da angeli in le in data 12 agosto 1893”. per comprendere la presenza nella ta- volo, allarga con le braccia i lembi del Ricordiamo che nel 1904 fu tolto il vola, simmetricamente disposti in gi- suo mantello per accogliere quei figli nome di Ospedale della Madonna dei nocchio e in più piccole dimensioni, di resi adottivi come i fedeli riuniti in una Raccomandati ed attribuito quello di altri “raccomandati”, uomini e donne chiesa, alla quale rinvia la foglia d’oro S. Croce derivante dall’omonima com- ai lati della Vergine, che incarnano non applicata sullo sfondo. Dunque più pagnia. Nel tempo poi della lunga ge- tanto le diverse tipologie sociali ma che Mater omnium, invocata con le pa- stazione della riforma nazionale delle sono persone agiate, ben abbigliate e role della nota preghiera Sub tuum prae- Opere Pie, furono proposte da figure con singolari copricapi e acconciature sidium confugimus (15), la Madonna sem- locali o governative diverse redazioni per sottolineare la loro dignità (12). bra concedere i favori alla specifica dello statuto, che avrebbero dovuto Oltre ai probabili pittori Egidio ed il comunità ortana, come ci si aspettava compensare le deficienze di quello defunto padre Cola, sono presenti al- dalle statue lignee o dalle icone che datato 1869, specie riguardo alle com- cune donne anziane e vedove in abito sfilavano processionalmente per le vie petenze e al numero proporzionale dei scuro, una religiosa con soggolo bian- cittadine, con le sovradimensionate confratelli presenti nel consiglio di co e soprattutto molte indistinte figure mani per l’intercessione, applicate o amministrazione, dove anche il vesco- attive nella gestione della cosa pu1b- dipinte su stoffa o su tavola. Peralt2ro vo chiedeva di essere rappresentato. blica, tra le quali forse il nobile Giro- nei gonfaloni contra pestem prodotti Vistosa ad esempio, e largamente lamo Roberteschi, referente ortano nella vicina Umbria, in basso e dunque osteggiata, fu l’incompatibilità delle del papa Alessandro VI e suo familiaris ben visibile ai fedeli, veniva solitamen- cariche gestite da d. Zeffirino Ralli, (13). Né mancano in primo piano il te rappresentato il profilo delle città presidente degli Ospedali Riuniti e pontefice Borgia, con tiara e piviale a dove operavano le rispettive confra- rettore della Compagnia della S. Cro- destra della Vergine, ed i figli Cesare ternite committenti, come a sancire un ce, gravata di debiti e tributaria dello (da poco eletto duca del Valentinato da patto di esclusivo patronato con la stesso ente, tanto da scatenare “forti Luigi XII di Francia, nonché sposo Madre di Dio (16). Patronato che, per attriti e avversioni personali e di parte” della cugina del re Carlotta d’Albret, la trattatistica dell’epoca, valeva anche che trascuravano il bene comune a utile pedina nella reciproca strategia) e per i massimi poteri sulla terra [fig. 2] vantaggio degli infermi, dei convale- Lucrezia, la giovane donna vicina for- (17). scenti, dei pellegrini o dei malati di se alla sposa dell’Orsini Giulia Farne- Nel nostro caso la Madonna di Orte, ambo i sessi, affetti da malattie acute o se, residente nel non lontano castello segno della cultura e delle aderenze croniche curabili. di Vasanello e nota “favorita” del papa. politiche del gruppo confraternale, Nella pala d’altare di inizio Cinque- Ci sono anche il re di Francia (nella sembra personificare, più che la cento non sono tuttavia presenti i so- veste di duca di Milano, da poco oc- Chiesa tradizionalmente intesa, lo dali della confraternita dei Raccoman- cupata), la regina Anna di Bretagna Stato della Chiesa, che a cavallo tra i dati, magari abbigliati con la tradizio- (sua recente consorte) e Massimiliano due secoli andava rafforzando il suo nale veste che mascherava l’identità I d’Asburgo (con la singolare corona potere ed assicurava finalmente a Or- lumen 25 te, piccolo ma strategico centro nel per la rinnovata veste figurativa di un militari, guidasse in Italia il partito Patrimonio di San Pietro in Tuscia, ampio ciclo di affreschi (24). Seguono guelfo, sostegno di altri del partito per l’equilibrio tra le parti sociali, sino allo- la rettoria di alcune chiese limitrofe garantire pace e stabilità nel Patrimo- ra in conflitto tra loro o in lotta con i con annessi monasteri già benedettini, nium, nell’Umbria e nella Campania la- vicini abitati (18). Potere centralizzato ceduti dai vescovi consanguinei della ziale. E quel casato, proprio tra Quat- dunque attraverso il riordino ammi- diocesi con sede allora a Pescina (pri- tro e Cinquecento, aveva interesse ad nistrativo, mediato in un vincente rap- ma Angelo, poi Francesco, poi Ga- entrare “nel gioco politico delle allean- porto di forze con i quadri locali attra- briele dal 1471, coadiuvato dal nipote ze di tutte le forze politiche italiane ed verso il controllo delle cariche pubbli- Giacomo Maccafani dal 1498), o dagli europee” (34), specie con la Francia che e l’assegnazione di ricche preben- abati commendatari del cenobio di ormai scesa nella penisola (35). Gior- de in città e nell’immediato territorio a Farfa (utile presidio degli Orsini, tra i gio Maccafani inoltre era legato al fidati ecclesiastici, le cui maggiori tito- molti loro possedimenti in Sabina); cardinale Alessandro Farnese, carico larità, specie quelle vescovili, non veni- non ultima la rettoria di una sede a di onori e dal 1495 legato papale del vano mai lasciate ai membri di un uni- larga frequentazione come quella di S. Patrimonium nella Tuscia tiberina, con co casato, seppur forestiero (19). Tut- Maria in Piano, poco fuori l’antica autorità proprio nella regione da cui to questo nel quadro locale e ponti- Canemorto (l’attuale Orvinio in pro- proveniva la sua famiglia, ed era vesco- ficio di una più ampia rete di legami vincia di ) (25), con affaccio stra- vo dal 1501 della ricca diocesi di Mon- con i potentati “esteri”, allora tutti di tegico più che panoramico su un am- tefiascone e Corneto, non lontana da fede cattolica, la cui presenza andava pio territorio lungo la valle del Turano Orte, una di quelle accorpate nel più giustificata, agli occhi dei fedeli, con (affluente del Velino), a ridosso dei vasto piano di riordino amministra- l’auspicio di una pace universale pro- Monti Sabini contigui ai Carsolani, nel tivo; infine nel primo decennio del mossa dal giubileo (20). corridoio montano tra la via Tibutina- ‘500 era arciprete della cattedrale Ricordiamo inoltre che l’unione avve- Valeria, il Farfense e la media valle del romana di S. Giovanni in Laterano, per nuta aeque principaliter nel 1437 sotto il Tevere (26). la quale aveva scelto come vicario l’or- pontificato di Eugenio IV (ma attiva Se alcuni studiosi hanno immaginato mai esperto Maccafani (36). solo due anni dopo) di due mense epi- di veder ritratto nell’ancona di Orte il Il vescovo Giorgio poi a Orte aveva scopali poco redditizie come quelle di vescovo Maccafani, appena dietro il fatto costruire a sue spese nella platea Orte e Civita Castellana (con manteni- papa ed accosto al manto della Vergine communis all’ingresso della città una mento di diritti giurisdizionali, curie, (27), ma avrebbe dovuto indossare la fontana monumentale, con due leoni e sedi cattedrali e residenze) (21), fu l’oc- mitria con le infule (28), e se altri han- gli stemmi della sua famiglia sotto il casione per accrescere di prestigio gli no tentato di identificare il prelato in petto e ai lati, valorizzando con la abitati, interessanti perché vicini a Ro- abito e galero rosso con il cardinale mostra dell’acqua l’efficiente impianto ma, con vescovi che dal primo Cin- Giovanni Borgia il minore, nipote di idrico della città (37). Qui inoltre il quecento si intercambiarono con i col- Alessandro VI, protettore di Orte ne- Maccafani poteva disporre come vica- leghi delle diocesi vicine, non obbligati gli ultimi anni del ‘400 (29), o con il rio amministrativo del gentiluomo ancora alla residenza dai decreti tri- cardinale Alessandro Farnese (30), noi Domenico Sordolini, che perduto nel dentini (22). non vogliamo trascurare il cardinale 1499 il padre in una faida interna, ot- Gli anni infatti entro cui cade l’inter- Giovanni Battista Orsini, commenda- tenne dal suo vescovo, con atto firma- vento del pittore Cola sono quelli del tario di Farfa dal 1482 e nell’autunno to nel palazzo romano degli Orsini, di vescovato a Orte di Giorgio Macca- del ‘99 legato pontificio presso il re di completare la costruzione della chiesa fani (tra il 1498 e il 1501, quando passò Francia a Milano per tessere alleanze di S. Gregorio al Vascellaro, presso l’o- alla più vasta diocesi di Sarno, presso (31). monima porta urbana, dove gli era Salerno), colto membro di una illustre Ricordiamo poi che il vescovo Giorgio stato concesso di costruire un altare di famiglia di Pereto, piccolo centro oggi era tra i fedelissimi della clientela bor- suo patronato, ornato nel 1501 con la della provincia aquilana ma allora tra i giana, prelato domestico e assistente al soglio tavola a tempera dell’Annunciazione a confini settentrionali del Regno di pontificio, considerando che pochi ave- Maria, dipinta da un anonimo autore Napoli e lo Stato della Chiesa (23). Egli vano il privilegio di accostare il papa, in oscillante per stile tra Piermatteo d’A- aveva goduto di cospicui benefici, la- un difficile distinguo tra dimensione melia, Antoniazzo Romano e Pintu- sciati al momento della nomina ai pubblica e privata (32). Inoltre egli era ricchio (38). nipoti ecclesiastici. Anzitutto la retto- amico e familiarissimo del citato cardinale Orvinio e Marcetelli ria del Santuario della Madonna dei Bi- Orsini (33), e quale illustre giurista fu sognosi tra Pereto e Rocca di Botte, suo vicario dopo che il porporato ven- Anche in questo non popoloso abitato che raccoglieva un ampio flusso di de- ne nominato arciprete della Basilica di dell’Alta Sabina in provincia di Rieti, in voti dal Reatino, dal Sublacense, dalla S. Maria Maggiore nel 1498. Del resto un territorio di confine con il Carso- Marsica e dalla contigua diocesi di So- è ben noto quanto quel lignaggio, tra- lano, è documentata in un frammen- ra, resa “immagine” di propaganda dizionale accaparratore di condotte tario affresco di inizio ‘500 su super- 26 lumen dere a bella posta” (42), nel cap. 5 dedi- cato alla chiesa poteva aver tratto in inganno, citando “un antico affresco riproducente le Vergini Sembianze della Madre di Dio dipinto da mano maestra e ultimamente ritoccato da Suor Maria, suora delle Figlie della Croce (la stessa che ha riaffrescato le tele degli Stendardi di entrambe le Confraternite del Gonfalone e del Sa- cramento)”. Se osserviamo però la re- lativa fotografia n. 70 [Fig. 5] e leg- giamo altrove nel testo, notiamo che l’autore per dire “tela” usa a volte il

termine “affresco” e utilizza “riaffre- Fig. 5. Orvinio, Altare della Madonna dei Racco- scare” per intendere “ridipingere”. mandati (da: Fabriani, 1939). Aggiunge poi che le religiose (dette comprato i beni e Convento, rimase con alcuni anche Suore di Sant’Andrea, perché fondi che costituivano una Cappellania, pro- fondate nel 1807 nella diocesi di Poi- prietà del Comune di Orvinio. I beni della tiers da S. Andrea Alberto Fournet, Cappellania si godevano dal Cappellano, con principalmente dedite all’istruzione e l’obbligo di fare la scuola e di officiare la chiesa […]. Il Cappellano ora nominato a benepla- all’assistenza dei malati) risiedevano ai cito del Comune, ha in consegna la chiesa con Fig. 3. Orvinio, S. Maria dei Raccomandati, suoi tempi al terzo piano dell’annesso l’obbligo di celebrare la messa circa le ore 11 altare maggiore. antimeridiane in tutti i giorni festivi […]. Il ficie leggermente concava (cm. 80x95) mantenimento della chiesa è a totale carico e l’immagine della Vergine della Mise- spese del Comune, da cui ben poche volte si può ottenere qualche arredo […]. L’annesso ricordia. È inquadrata dalla macchina convento di proprietà Borghese è abitato da architettonica seicentesca dell’altare quattro Religiose dette Figlie della Croce, o maggiore della chiesa della Madonna Suore di Sant’Andrea, delle quali due reggono dei Raccomandati [Fig. 3], edificio che le Scuole Comunali ed una l’asilo d’Infanzia si crede costruito ex novo in epoca di fondato dalla S. [Borghese] Principessa di Sulmona. Nella loro prima venuta in Orvinio, Controriforma (39), non lontano dal avvenuta nell’ottobre 1886, hanno ottenuto castello allora abitato dalla famiglia per un quinquennio la conservazione nella Muti. Si trova all’apice dello scosceso chiesa del Santissimo Sacramento, pagando la centro storico, raggiungibile dalla sca- spesa della lampada la Principessa Borghese”. linata costruita nel ‘700 che sale dal Le notizie sono utili per vari motivi borgo [fig. 4], quando la chiesa era evi- (44), ma soprattutto è confermata dentemente assai frequentata, luogo di l’esistenza di un convento, che da altra sepoltura di illustri personaggi ed ar- fonte sappiamo presente a Canemor- ricchita da pregevoli affreschi realiz- to (45), nome medievale dell’abitato di Fig. 4. Orvinio, Salita del borgo. zati dalle maggiori glorie locali, Asca- Orvinio (46), posto “fuori dalla terra, nio e suo figlio Vincenzo Manenti, ca- convento, impegnate nell’asilo infan- congiunto alle mura, piccolo, senza paci di una pittura gradevole e devo- tile. claustro ma in bella posizione”, già zionalmente efficace (40). È interessante anche leggere il docu- “hospitale” presumibilmente per i po- L’affresco, scoperto nel corso dei re- mento datato Orvinio 30 settembre veri, ceduto con la chiesa ai France- stauri condotti dalla Soprintendenza 1890, pochi mesi dopo che la Congre- scani Conventuali nel 1582, quando i del Lazio nel 1968-70, fu reso noto gazione dei Riti aveva riconosciuto il Muti reggevano l’abitato e costrui- una ventina d’anni fa, ma si confuse processo apostolico avviato nella dio- rono, o meglio inglobarono secondo per l’attribuzione con la tela d’altare cesi francese per attestare i meriti del la nostra ipotesi una piccola chiesa segnalata da precedenti studiosi, ascri- fondatore dell’istituto femminile (43): forse annessa all’ospedale, dotata nel vibile alla scuola romana della cerchia primo Cinquecento della consueta dei Manenti (41). In particolare l’eru- “La chiesa di Maria Santissima dei Racco- mandati, con Sacrestia, Coro ed Oratorio per immagine della Madonna della Mise- dito Amaranto Fabriani, compilando la Compagnia del Gonfalone, apparteneva nel ricordia. I Muti scelsero poi, in pieno nel 1939 un accurato studio sulla storia passato secolo ad una riforma dei religiosi diritto, di venire sepolti nel coro dietro e sugli edifici monumentali del paese Francescani. Dopo la soppressione del Primo l’altare maggiore, porzione comune nativo, arricchito da foto “fatte pren- Napoleone, avendone la famiglia Borghese nelle chiese dell’ordine mendicante, lumen 27 utilizzato anche come oratorio dalla catino absidale della cappella del Cro- devoti figurano i plausibili commit- Confraternita del Gonfalone e del cifisso annessa alla chiesa di S. Oliva a tenti della famiglia Mareri, scena so- Santissimo Sacramento, eretta in data Cori (50). vrastata dall’Incoronazione della Ver- imprecisata, raccogliendo forse l’ere- Egli, in contatto con l’anonimo Mae- gine, entrambe restaurate dopo il ter- dità di un più antico sodalizio. Questa stro di Farfa e con Desiderio da Subia- remoto del 1997 senza rispettare le doveva essere solo una delle pie asso- co (tanto sono frequenti i richiami, calde tinte dei colori originari (52). ciazioni riconosciute dal vescovo di quanto diverse le mani di tali artisti di Ricordiamo per Orvinio le parole Sabina, che estendeva le sue compe- provincia, nel consueto intreccio di la- scritte da Lorenzo Fiocca, ispettore tenze fino a questo lembo sud orien- voro tipico delle botteghe tardorina- nei primi del Novecento della compe- tente Soprintendenza dell’Umbria, il quale in eroici sopralluoghi in carrozza e a dorso di mulo percorse in ricogni- zione il relativo mandamento: “Un’ul- teriore ispezione ai monumenti di Or- vinio […] senza dubbio darebbe mi- gliori e più completi risultati, sia per i rilievi che per le fotografie da rifarsi ed a farsi di monumenti e oggetti d’arte di non lieve importanza […]” (53). Un patrimonio, allora come oggi, da inda- gare con serena ed appassionata one- stà intellettuale, con il supporto dei documenti d’archivio.

Paola Nardecchia

1) La Misericordia nell’arte. Itinerario giubilare tra i Fig. 6. Orvinio, Affresco della Madonna dei Raccomandati, inizio XVI secolo. capolavori dei grandi artisti italiani, a cura di M.G. Bernardini, M. Lolli Ghetti, Roma 2016, cata- tale della diocesi (47), poi passato nel scimentali!) affrescò per lo più nei 1841 a quella di Tivoli (48). primi decenni del XVI secolo, la- L’affresco che ci riguarda [fig. 6], con la sciando tracce in territori tra loro con- Vergine abbigliata in tunica operata da tigui. Nel Carsolano (Pietrasecca di un motivo arabescato con fiori di car- Carsoli, Parrocchiale di S. Maria: tri- do (le cui spine evocano quelle della buna con l’Assunzione della Vergine e corona di Cristo, segno del patimento la sua Incoronazione; Oricola, S. Re- condiviso dalla Corredentrice dell’u- stituta, Madonna in trono con Bam- manità) tiene con le mani le nappe che bino ed angeli; Tufo di Carsoli: S. raccolgono i lembi del suo mantello, Maria delle Grazie: logora lunetta di sotto cui immaginiamo riuniti e pro- facciata); nella valle dell’Aniene (Filet- tetti i committenti o i membri della tino, chiesa di S. Giovanni: Madonna confraternita o i più eminenti cittadini in trono tra santi e cornice con l’Eter- di Orvinio, dominata tra ‘400 e ‘500 no benedicente; Subiaco, S. Maria del- dagli Orsini, che controllavano anche la Croce: Madonna in trono con Gesù, la vicina abbazia di S. Maria in Piano, S. Sebastiano; Anticoli Corrado, S. Pie- lasciata dal citato Giorgio Maccafani tro: prima cappella a destra); nella quando fu eletto vescovo di Orte. Marsica, lungo l’antica via Quintia che L’immagine, dal volto ben tornito e dai univa Albe a Rieti (Rosciolo, S. Maria caldi colori, secondo un prototipo dif- delle Grazie: Antonio da Padova e Ma- fuso nella cerchia di Pintoricchio (49), donna in trono con il Figlio tra gli apo- Fig. 7. Marcetelli, S. Maria in Villa, Madonna si staglia su un fondo d’oro a finto mo- stoli Pietro e Paolo) (51); infine nell’at- della Misericordia, inizio XVI secolo (Panetti, BTA n. 514). saico, che da anni abbiamo ricono- tuale Reatino, lungo la via proveniente sciuto quale sigla caratteristica del da Carsoli e , nel santuario logo ricco di interessanti contributi, frutto di Maestro di Cori, un artista al quale rurale della Madonna di S. Maria in precedenti interventi dei rispettivi autori. 2) Per una rassegna, con precedente bibliogra- abbiamo voluto assegnare il nome dal Villa presso Marcetelli, con un’analoga fia, cfr. C. Cieri Via, La Madonna della Misericor- suo maggiore intervento, datato 1507, Vergine della Misericordia [fig. 7], sot- dia. Origine e diffusione di una iconografia, in Ordini nel tamburo, nell’arco trionfale e nel to il cui manto oltre ai soliti indistinti religiosi e produzione artistica, a cura di M.T. 28 lumen Mazzilli Savini, Pavia 1998, pp. 77-93; T. ivi, cat. 12, pp. 37-38), fossero a rischio di Orte 1993, Roma 1995, pp. 201-209: 206-209; Castaldi, La Madonna della Misericordia. L’icono- vendita o di restauro da parte di “un pittore da F.T. Fagliari Zeni Buchicchio, Attività edilizia ad grafia della Madonna della Misericordia e della Ma- strapazzo”, vd. la corrispondenza intrecciata Orte nel XV secolo, ivi, pp. 275-296: 283-285. donna delle frecce nell’arte di Bologna e della Romagna tra Adolfo Venturi direttore della Galleria di 7) In genere, per gli ospedali come luoghi di nel Tre e Quattrocento, Imola 2011; M. Zanchi, Arte Antica a Palazzo Corsini, la Prefettura di accoglienza più che di cura , cfr. M. Bacci, Inve- Madonna della Misericordia nell’arte tra Duecento e Roma e la Direzione Generale per le Antichità stimenti per l’aldilà. Arte e raccomandazione dell’a- Cinquecento, in Contemporanea Misericordia, Ber- e Belle Arti del Ministero della Pubblica nima nel Medioevo, Bari-Roma 2003, pp. 96-97. gamo 2015, pp. 14-35. Istruzione, depositata nell’Archivio Centrale 8) Nel maggio del 1881 il segretario della Con- 3) In quel giubileo fu introdotto per la prima dello Stato (d’ora in poi ACS), fondo MPI, grega autorizzava il sig. Giovanni Golini di volta il rituale di apertura e chiusura delle por- AABBAA, III vers., seconda parte, b. 308, Bagnaia, appassionato cultore di archeologia, te sante nelle quattro basiliche patriarcali di fasc. 11. Tra il dicembre dell’anno successivo e ad effettuare scavi in un fondo a Orte di pro- Roma, che restavano aperte tutti i giorni e le il gennaio 1902 Venturi attribuì il “quadro” prietà confraternale, in località “Muro dei notti e presso le quali si gettava in un forziere (per il quale erano state offerte per l’acquisto Cappuccini”. Golini, vista la mancata nomina l’obolo per lucrare l’indulgenza, da unire alle £ 2000) alla scuola del Perugino, ma andavano di un ispettore onorario che sorvegliasse le pratiche di preghiera e penitenza, cfr. in sintesi assicurate con urgenza le “particelle sollevate antichità e gli oggetti d’arte nel territorio orta- S. Ravaglioli, Papa Borgia e l’Anno Santo, in “30 di colore”. Si tornò a parlare delle opere nel no, chiese legalmente il consenso alla Di- Giorni”, 12, 1998. maggio 1906, quando unitamente ad alcuni rezione Generale delle Antichità e Belle Arti. 4) F.T. Fagliari Zeni Buchicchio, La Madonna oggetti archeologici sembrava imminente la Lo scavo fu autorizzato, ma sotto sorveglianza dei Raccomandati di Orte e i pittori Cola e Giovanni vendita della tavola con la Madonna, sventata di una guardia comunale e dell’ispettore ono- Antonio da Roma, in “Biblioteca e Società. Ri- da un’indagine condotta dal Delegato di Pub- rario del circondario di Viterbo Bazzichelli, vista del consorzio per la gestione delle Biblio- blica Sicurezza, dall’ispettore del MPI Giorgio cfr. ACS, MPI, AABBAA, II vers., prima par- teche Comunali degli Ardenti e Provinciale di Bernardini (vd. la relazione del 14.5.1906) e te, b. 266, fasc. 4656. Viterbo”, X, 1991, 1-2, pp. 17-22. Per il cata- dall’ispettore onorario Francesco Manni. Si 9) Cfr. l’interessante materiale depositato in logo dell’autore, cfr. S. Petrocchi, La Madonna accertò che Ultorio Ralli, amministratore laico ACS, fondo Ministero dell’Interno, D.G. Am- dei Raccomandati di Orte: Cola da Orte e Giovanni della Compagnia della S. Croce, negoziante di ministrazione Civile, Opere Pie 1910-1912, b. Francesco d’Avaranzano, in Tesori di Orte. Giornata oggetti antichi, si era forse sentito libero di 205, Orte. Ospedali Riuniti. Dispiace non aver di studio per la storia della Tuscia 1994, a cura di S. agire perché in un inventario dei beni delle potuto consultare i fondi d’archivio depositati Maddalo, Roma 1998, pp. 147-166. Per una confraternite locali sia il quadro della Vergine a Orte. sintesi degli studi cfr. F. Santarelli, Madonna dei che le tavole con le storie egidiane erano tra gli 10) Per il frequente abbinamento dell’imma- Raccomandati, in L. Russo, F. Santarelli, La media “oggetti di nessun valore artistico”. Se ne or- gine della Madonna della Misericordia con le valle del Tevere. Riva destra. Repertorio dei dipinti del dinò la catalogazione, primo strumento di attività ospedaliere, cfr. ad esempio A. Gianni, Quattrocento e Cinquecento, Roma 1999, cat. 118, tutela. Dall’agosto 1906 la Compagnia, preoc- Iconografia della Madonna della Misericordia nell’arte pp. 171-173. Per una dubitativa estensione cupata degli oneri di custodia, suggerì di tra- senese, in La Misericordia di Siena attraverso i secoli. dell’attività del pittore, cfr. S. Petrocchi, Da sferire le opere in cattedrale a titolo di depo- Dalla Domus di Misericordia all’Arciconfraternita di Lorenzo da Viterbo a Piermatteo d’Amelia: ipotesi sito temporaneo, superando le resistenze del Misericordia, a cura di M. Ascheri e P. Turrini, intorno a Nicolaus pictor alias il Maestro del Trittico Ralli, vinte nel luglio 1907. Nel marzo 1909, Siena 2004, pp. 95-98. Per le forme di sostegno di Chia, in “Rivista dell’Istituto Nazionale di per serpeggianti duraturi risentimenti di parte, per lo più esterno, attraverso la creazione di Archeologia e Storia dell’arte”, serie III, 28, si discusse sul modo in cui erano state esposte una rete di amicizie per raccogliere soldi, do- 2005 [2009], pp. 175-192: 180-185, proposte le opere in cattedrale: l’icona mariana era me- nazioni e lasciti testamentari, cfr. T. Frank, in parte discusse da L. Principi, Il Sant’Egidio da glio protetta in una custodia di legno e cristallo Confraternite e assistenza, in Studi confraternali. Orte: aperture per Saturnino Gatti scultore, in (sull’altare del Santissimo Sacramento?), men- Orientamenti, problemi, testimonianze, a cura di M. “Nuovi studi”, 17, 2012, pp. 101-128: 121-122 tre le tavole egidiane erano affisse in alto, Gazzini, Firenze 2009, pp. 215-238: 219-224. note 28-29; L. Principi, Madonna dei Racco- smembrate, sui pilastri che introducevano alla 11) G. Andenna, La devozione confraternale per la mandati, in S. E. Anselmi, L. Principi, Museo cappella maggiore, prive della reclamata pro- Passione di Cristo nel Tardo Medioevo, in Il teatro d’Arte Sacra di Orte, Orte 2013, cat. 13, pp. 39- tezione in vetro, che il Soprintendente Canta- delle statue. Gruppi lignei di Deposizione e Annuncia- 41; L. Principi, Madonna dei Raccomandati, in La lamessa giudicava comunque superflua. Il zione tra 12° e 13° secolo, a cura di F. Flores Misericordia nell’arte cit., pp. 80-81. funzionario sostenne Francesco Cochetti che D’Arcais, convegno Milano 15-16 maggio 5) Fagliari Zeni Buchicchio, La Madonna cit., p. restaurò, entro agosto e per un importo di £ 2003, Milano 2005, pp. 21-31 con utili rimandi 18 e il sito www.cassiciaco.it/Orte/S. 150, la tavola mariana (disinfestazione dai tarli bibliografici. Agostino. Da questa chiesa proviene, perché e iniezioni di gesso nei piccoli fori, fissaggio 12) Per le dibattute proposte di identifica- ordinata da quella Compagnia, la custodia a delle parti di colore sollevate, pulitura da mac- zione dei personaggi, cfr. A. Barlozzetti, portelli mobili, dipinti alcuni su due facce, oggi chie e risarcimento dei graffi in superficie, Guelfi e ghibellini contra pacificum statum civitatis attribuita al Maestro del Trittico di Chia, che integrazione con un piccolo tassello supe- Hortanae, in Il Lazio e Alessandro VI. Civita Ca- già conteneva la statua in legno dipinto di S. riore) a Orte, perché i locali ne temevano il stellana Cori Nepi Orte Sermoneta, a cura di G. Egidio, eseguita dopo un decennio verso la trasferimento nella capitale. Non fu possibile Pesiri, Roma 2003, pp. 107-182: 162-166 e E. metà degli anni Ottanta del ‘400 dall’intaglia- invece intervenire sulle quattro tavole egidiane Gnignera, “Quod dicte figure sint pulcherrime”. tore e pittore abruzzese Saturnino Gatti, cfr. (bisognose di adesione delle scrostature di Moda e lusso sotto il manto della Madonna dei Rac- L. Principi, Custodia di S. Egidio con storie della colore e di una pulitura generale), perché la comandati di Orte (1500-1503): per una rilettura vita di S. Egidio, in Museo d’Arte Sacra di Orte cit., Confraternita e il Capitolo della cattedrale non vestimentaria, in “Frammenti 2015. Annuario cat. 8, pp. 29-32 e L. Principi, S. Egidio abate vollero contribuire all’importo complessivo di di studi storici, artistici ed archeologici, So- benedicente, ivi, cat. A/1, pp. 104-105. Nell’e- £ 400, cfr. ACS, MPI, AABBAA, IV vers., Div. cietà archeologica Pro Ferento onlus”, pp. state del 1900 si temeva che gli sportelli dipinti, I 1908-1924, b. 741, fasc. Orte, Cattedrale, Re- 39-54, con rimandi bibliografici. custoditi nella sacrestia di S. Agostino insieme stauro di quadri 1901-1912. 13) L’attributo di familiare era assai diffuso, ad una tavola di Madonna con Bambino (cre- 6) M. Miglio, Ad honorem et gloriam communis et veicolo di privilegi e compensi, ma privo di duta di un giottesco del Trecento, oggi attri- populi civitatis ortane: vita quotidiana e buono stato, “obblighi di servizio e residenza”, cfr. M. An- buita al viterbese Andrea del Massaro detto il in Storie a confronto. Le Riformanze dei Comuni della sani, Curiali lombardi nel secondo Quattrocento: Pastura, artista di raffinata cultura umbra, cfr. Tuscia alla metà del Quattrocento. Giornate di Studi appunti su carriere e benefici, in Roma capitale (1447- lumen 29 1527), a cura di S. Gensini, Pisa 1994, pp. 415- mari 2001, cap. II e cap. III.2.1. schede i tesori d’arte della cittadina, obbli- 471: 426, 439-440. 25) Per il peso storico dei rettorati di S. Gio- gando i consegnatari all’inalienabilità ed alla 14) La tradizionale classificazione delle opere vanni in valle Calvula presso Oricola, di San buona conservazione dei pezzi (ACS, idem, b. di misericordia comprendeva, tra quelle cor- Silvestro ai piedi dell’abitato di Pereto, e di S. 308, fasc. 9). Nel giugno del 1907 Giovanni porali: dar da mangiare agli affamati, dar da Maria in Piano, ivi, pp. 88-92. Gargiolli, direttore del Gabinetto Fotografico bere agli assetati, vestire i nudi, alloggiare i pel- 26) Cfr. il sito web www.santamariadelpiano. Nazionale, consegnava al Ministero dell’Istru- legrini, visitare i carcerati, seppellire i morti; tra blogspot.it. zione ben dieci foto di imprecisate opere le spirituali: consigliare i dubbiosi, insegnare 27) Gioacchini, Centro di memoria storica cit., p. d’arte locali (ACS, idem, III vers., seconda agli ignoranti, ammonire i peccatori, conso- 14; Barlozzetti, op. cit., p. 164. parte, b. 741 fasc. Orte fotografie). Nel 1917 la lare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare 28) Nelle sepolture terragne o nelle epigrafi Direzione Generale Antichità e Belle Arti con pazienza le persone moleste, pregare Dio commemorative, i coevi vescovi Maccafani discuteva il preventivo di un restauro, a luglio per i vivi e per i morti. sono sempre ritratti con la mitria. non ancora autorizzato, presentato da Vitto- 15) Il testo tradotto recita: “Sotto la tua pro- 29) Barlozzetti, op. cit., p. 166. rio Franceschelli per incarico del Soprinten- tezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di 30) Gnignera, p. 44. dente alle Gallerie, Musei ed opere d’arte di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che 31) In sintesi cfr. K. Toomasoeg, Orsini Gio- Roma e Abruzzi (ACS, ivi, fasc. Orte, Cat- siamo nella prova ma liberaci sempre da ogni vanni Battista, in Dizionario Biografico degli Italia- tedrale, restauro di quadri). Riguardava sia la pericolo o Vergine gloriosa e benedetta”. ni, vol. 79, Roma 2013. tavola con l’Annunciazione (bisognosa di una 16) In sintesi cfr. M. R. Silvestrelli, Benedetto 32) J. Heers, La vie quotidienne a la Cour pontificale pulitura generale, del fissaggio delle “impri- Bonfigli, Bartolomeo Caporali e l’iconografia della au temps des Borgia et des Médicis 1420-1520, Paris miture smosse per le scosse subite” o del Madonna della Misericordia nell’arte umbra, in La 1986, pp. 29-33, oltre a C. Schuchard, I tedeschi rifacimento di quelle cadute, oltre che di inie- Misericordia nell’arte cit., pp. 31-38. alla curia pontificia nella seconda metà del Quattro- zioni nei fori prodotti dai tarli) e altre due 17) Cfr. la xilografia illustrativa del Discorso sulla cento, in Roma capitale cit., pp. 51-71: 60. tavole su fondo oro, una dell’Assunta quat- morte di C. Ritter, 1508, in P. Perdrizet, La Vier- 33) L. Leoncini, La Fabrica Ortana cit., vol. II, trocentesca e firmata (quella di Taddeo di ge de Miséricordie: ètude d’un thème iconographique, c. 28. Bartolo del 1420; con analoghi interventi Paris 1908, pag. 149. 34) È la tesi acutamente sostenuta, a partire dal oltre alla chiusura dei fori procurati dall’in- 18) D. Gioacchini, Centro di memoria storica e te- dottorato discusso all’università degli studi di serto di gioie e corone) ed un’altra del Salva- stimonianza dello spirito, in Tesori di Orte cit, Oxford nel 1983, da C. Shaw, The political role of tore (con interventi peggiorati dai fori di una 1994/1998, pp. 11-15: 14 estrapolava dal ma- the Orsini family from Sixtus IV to Clemente VII: corona d’argento), forse il Redentore bene- noscritto incompiuto La Fabrica Ortana di Barons and Factions in the Papal States, Roma dicente, datato 1491, eseguito da un anonimo Leandro Leoncini (cronista vissuto tra il 1548 2007 (introduzione, con aggiornamento cri- affine a Piermatteo d’Amelia, opera giunta in e il 1634), oggi custodito nell’Archivio storico tico, alla ristampa, pp. 5-19: 8, 12-16). Cfr. cattedrale nel 1916 dalla chiesa gestita dalla del Comune di Orte: “si avvicinava l’anno san- anche C. Shaw, The Roman Barons and the Guelf Confraternita dei Raccomandati (cfr. L. Prin- to e la comunità voleva essa pure purificarsi”; and Ghibelline Factions in the Papal States, in Guelfi cipi, in Museo d’Arte Sacra cit., cat. 10, pp. 33- Barlozzetti, op. cit., pp. 162-163. Per un ana- e Ghibellini nell’Italia del Rinascimento, cura di M. 35). Ma potrebbe essere anche il più de-bole logo caso di “Madonna pacificatrice”, vd. l’af- Gentile, Roma 2005, pp. 475-494. Eterno benedicente, eseguito da altra mano a fresco eseguito da Guidaccio da Imola nel 35) C. Shaw, The Roman Barons and the French fine secolo, cfr. ivi, S. Cavatorti, cat. 11, p. 36). 1472, già nel coro della chiesa francescana Descent into , in The French Descent into Renais- 39) M. G. Massafra, Orvinio. Chiesa di S. Maria dell’Osservanza di Imola, cfr. Castaldi, op. cit., sance Italy 1494-1495: Antecedent and Effects, a dei Raccomandati, in Patrimonio artistico e monumen- pp. 221, 270-271. cura di D. Abulafia, Adelshot 1995, pp. 249- tale dei Monti Sabini, Tiburtini, Cornicolani e 19) G. Chittolini, Società e poteri. Note sull’orga- 261. Prenestini. Catalogo generale, Tivoli 1995, pp. 291 nizzazione territoriale del Patrimonium nel secolo 36) Per approfondire le relazioni, cfr. Nardec- ss; Aa.Vv., L’edificio di culto - Codice del territorio. XV, in Patrimonium in festa. Corte, tornei, artifici e chia, op. cit., pp. 93-95. Recuperare per valorizzare. Anagrafe Regionale di feste alla fine del Medioevo (secoli XV-XVI), a cura 37) Fagliari Zeni Buchicchio, Attività edilizia chiese, cappelle e santuari di proprietà pubblica del La- di A. Modigliani, Congresso Orte 1995, Orte cit., pp. 286-291, 295-296. zio, Roma 2010, scheda R3, pp. 48-49. La 2000, pp. 9-24. 38) Gioacchini, Centro di memoria cit., p. 14, da chiesa, a navata unica e con due cappelle ai lati 20) Gnignera, op. cit., p. 46 da un appropriato Leoncini, Fabrica Ortana cit., vol. II, cc. 230v- del presbiterio, fornita di organo e cantoria, è spunto di Petrocchi, op. cit. 1994/1998, p. 153. 231r; S. Cavatorti, Annunciazione, in Museo stata vincolata dal Ministero per i Beni e le 21) D. Gioacchini, Vita religiosa e rapporto con la d’Arte Sacra cit., cat. 14, pp. 42-43, oltre a F. Attività culturali nel 2003 ed ha goduto l’anno Curia romana, in Storie a confronto cit., pp. 263- Santarelli, Annunciazione, in La media valle del successivo di un consolidamento murario e 274: 270-271; Chittolini, op. cit., pp. 9-18. Tevere cit., cat. 119, p. 173 che a p. 183 illustra del restauro dei numerosi affreschi. La Deli- 22) Cfr. in breve il sito web www. il coevo ciclo affrescato della Madonna con bera Comunale n. 38 del 13.6.2015 ha invoca- diocesicivitacastellana.com. Bambino e santi, con un membro della fami- to un ulteriore contributo alla Regione Lazio 23) Cfr. Compendiolo della vita dei Vescovi Mac- glia Sordolini inginocchiato. La tavola per il restauro conservativo dell’edificio. cafani [1788], a cura di Massimo Basilici, Cer- dell’Annunciazione fu segnalata in cattedrale 40) B. Fabjan, Ascanio e Vincenzo Manenti ad chio 2010; Gian Gabriello Maccafani, Serie nel 1900 da Adolfo Venturi, informato dell’i- Orvinio, in Il Cavalier Vincenzo Manenti e il suo Cronologgica degli Abbati della Chiesa di Santa Ma- dea del vescovo di venderla al papa a £ 17.000, tempo, a cura di B. Fabjan, Atti del convegno, ria dei Bisognosi in Pereto. Giorgio, rimasto in per racimolare fondi per pagare la facciata Orvinio 14.10.2000, Roma 2003, pp. 37-48; F. carica a Sarno fino al 1513 per poi tornare della primaziale (ACS, MPI, AABBAA, III Trastulli, Manenti Vincenzo, in Dizionario Biogra- nella Marsica, fu sepolto nella vecchia chiesa di vers., seconda parte, b. 308, fasc. 11). Si tornò a fico degli Italiani, vol. 68, Roma 2007 evidenzia la San Silvestro a Pereto e le sue ossa, riesumate parlarne nel 1902 e un anno dopo, quando capacità del maestro di miscelare cultura ma- nel 1723, furono trasferite nella chiesa locale l’opera era in sacrestia e il presule fu diffidato a nierista romana, classicismo emiliano e con- appena fuori l’abitato dedicata ai santi Gio- sospendere ogni trattativa nel rispetto degli servatorismo di provincia. vanni Batti-sta ed Evangelista, cfr. M. Basilici, artt. 9, 25, 27 e 28 della legge n. 185 del 1902 41) Massafra, op. cit; l’affresco è riprodotto a La storia nascosta, in www.pereto.info/ (ACS, idem, b. 308, fasc. 10). Immediatamente p. 297; F. Palmegiani, Rieti e la regione sabina, documenti/ articoli/comune. gli organi centrali sollecitarono Giuseppe Roma 1932, p. 531; O.T. Locchi, Orvinio ed il 24) P. Nardecchia, Pittori di frontiera. L’affresco Gherardi, ispettore onorario del circondario suo castello, in “Latina Gens” , XIV, 1936, n. 3, quattro-cinquecentesco tra Lazio e Abruzzo, Casa- di Nepi e Civita Castellana a catalogare in 300 marzo, pp. 45-57: 52; C. Verani, La provincia di 30 lumen Rieti, Rieti 1960, p. 149. alla Misericordia di Roma, presumibilmente nel rituale romano” il 17.1.1872, ma bisognava 42) Gianni Forte nel 2014 ha postato il mano- quella omonima istituita all’Esquilino nel 1267 autorizzare, con incarico provvisorio, la nomi- scritto del cosiddetto Libro di Orvinio, consul- riunendo ben sei compagnie dedite all’assi- na a cappellano del coadiutore parrocchiale d. tabile nel sito www.librodiorvinio.blogspot.it. stenza ai confratelli, ai suffragi per i defunti Pietro Felizzola, gradito al Comune perché 43) Notizie sulle Confraternite di Orvinio e descri- membri e benefattori, all’ospitalità per i poveri affidabile maestro, capace di “togliere l’educa- zioni di Fondi e dei Beni indemaniati, in Archivio infelici e malati, mentre il nome di Confra- zione a insegnanti sospetti in fatto di religio- storico della Diocesi di Tivoli, fondo Coc- ternita del Gonfalone venne concesso da papa ne”, ivi, posizione 14 Orvinio, fasc. 7. canari, serie per luoghi, posizione 14 Orvinio, Innocenzo VIII nel 1486, elevata a rango di 49) P. Nardecchia, Note d’arte abruzzese tra la fasc. 7 Confraternite, cc. 26r-27r. Ringrazio lo Arciconfraternita nel 1578, cfr. A. Martini, Marsica e il Carseolano, Subiaco 2004, p. 13. staff dell’archivio per aver facilitato la con- L’Arciconfraternita del Gonfalone, in L’Oratorio del 50) Per la vasta attività di questo anonimo fre- sultazione del carteggio. Gonfalone a Roma. Il ciclo cinquecentesco della Pas- scante, vd. P. Nardecchia, Pittori di frontiera cit., 44) Ad esempio si cita la proprietà Borghese, sione di Cristo, Milano 2002, pp. 19-29: 19-21. cap. IV. Per una diversa attribuzione all’unica perché il lignaggio comprò nel 1632 dai Muti 48) È inedita la notizia dell’ordine ingiunto il mano del pittore Desiderio da Subiaco, cfr. da l’abitato ed il territorio facendone un ducato. 27.9.1847 dal vescovo tiburtino Carlo Gigli, ultimo S. Petrocchi (che riassume ed integra Aboliti nel 1816 i diritti feudali, rimanevano al durante la sua vista pastorale, per effettuare precedenti interventi), Botteghe ed esperienze arti- ramo collaterale di Sulmona alcuni oneri, riparazioni interne: “1. Si ripari il tetto della stiche nella pittura delle province romana e frusinate anche se la chiesa, di proprietà comunale, era chiesa e quello dell’Oratorio; 2. Si tolga l’umi- della fine del Quattrocento, in La pittura del Quat- gestita da un cappellano. dità della prima cappella a cornu evangelii trocento nei feudi Caetani, a cura di A. Cavallaro, S. 45) Bonaventura Theuli, Apparato minoritico dando al di fuori uno scolo regolare alle acque Petrocchi, Roma 2013, pp. 387-460: 401, 420- della Provincia di Roma, Velletri 1648, cap. XIII, facendo due o tre palmi di sclerata. […] 4. Si 424. p. 143 ss. restauri il mattonato della chiesa nelle parti più 51) Gli interventi marsicani sono stati resi noti 46) Canemorto fu compreso nello Stato della bisognose […] e tutto ciò nel termine di tre da Nardecchia, Note d’arte abruz-zese cit., pp. 8- Chiesa e poi Pontificio, assumendo dopo l’U- mesi sotto pena di sospensione della chiesa del 13. nità, con R.D. 29.3.1863, il nome italianizzato decadimento del patronato [comunale] ed 52) Nardecchia, Pittori di frontiera cit., pp. 160- dell’antica supposta Orvinium. Come capo- altro diritto, in Archivio storico della Diocesi 165, da cui largamente riprende, con inter- luogo di mandamento, compreso nel cir- di Tivoli, fondo Coccanari, serie per luoghi, venti sul web, F. Panetti, Il ciclo pittorico di Santa condario di Rieti entro la provincia di Perugia, posizione 14, fasc. 16 Orvinio. Confraternita Maria in Villa di Marcetelli: un episodio di pittura fu riferimento per altri nove comuni: Collalto dei Raccomandati. La chiesa era comunque in laziale dei primi del ’500, in “Bollettino Tele- con le frazioni di San Lorenzo e Ricetto, Col- cattive condizioni se venne sospesa al culto nel matico d’Arte”, 7 gennaio 2009, n. 514, con legiove, Marcetelli, , , 1867. Nei primi del 1871 si stavano ultimando ulteriori richiami bibliografici, e F. Panetti, Petescia oggi , con la i restauri, ma l’economo curato della parroc- Chiesa di S. Maria delle Grazie di Pietrasecca di frazione Cerdomare, Pozzaglia con le frazioni chiale di S. Nicola, tale Valentino Valentini, si Carsoli: analogie con il ciclo di S. Maria in Villa di di Pietraforte e Montorio in Valle, rifiutava di “ribenedirla”. A fine anno il pre- Marcetelli, ivi, 6 dicembre 2009, n. 545. con la frazione di Ponticelli. Il comune nel sule informava della visita ispettiva di un suo 53) Relazione datata 1 giugno 1910, dopo un 1923 passò alla provincia di Roma e nel 1927 a delegato, il quale verificò che il luogo era an- sopralluogo effettuato a maggio, in ACS, MPI, quella neoistituita di Rieti. cora ingombro di materiali da costruzione, ma AABBAA, IV vers., Div. I 1908-1924, b. 847, 47) Il citato documento custodito nell’Archi- lesse pure “nel volto di tutti la compiacenza fasc. Orvinio, S. Maria del Piano. L’ispettore vio diocesano di Tivoli Notizie sulle Confra- nel sentire prossima la riapertura di quella tornò a visitare quei luoghi con il solleone di ternite, cc. 2 r/v segnalava la perdita del relativo chiesa molto comoda ad una parte del paese e luglio, cfr. L. Fiocca, in “Natura ed Arte”, XX, ar-chivio e delle memorie storiche. Locchi, op. nel vedere le premure” del vescovo. L’edificio 1911, fasc. 4, pp. 221-228: 221-223 e in cit., p. 52 precisa che il sodalizio fu aggregato fu “riconciliato secondo la forma prescritta “Bollettino d’arte”, XI, 1911, pp. 405-418.

Biografie Appendice: l’ispettore Lorenzo Fiocca, l’Abruzzo e orenzo Fiocca, nato il 24.6.1866 a marzo 1900 presso la Direzione Ge- sul monumento funebre del card. De LLanciano (Chieti) e fornito di di- nerale Antichità e Belle Arti del MPI Bray a Orvieto e sugli affreschi nella ploma di licenza tecnica nell’a.s. 1881- come disegnatore, ma spesso utiliz- regione, che con altri studi dovevano 82, era interessato a quelle che allora si zato come ispettore, perlustrò, scavò e sfociare nella pubblicazione dal titolo chiamavano “glorie patrie”, dedican- disegnò quanto restava della abbazia L’Umbria Monumentale, basata “su studi do alcuni saggi (pubblicati sulla tera- cistercense di S. Maria della Vittoria rigorosi di tecnica e d’arte conformi mana “Rivista abruzzese di Scienze presso Scurcola Marsicana (“L’Arte”, agli ultimi risultati della critica mo- lettere e Arti”, 1897-1899) all’identifi- 1903, VI, fasc. V-VII, pp. 201-205). derna”. Apprezzato per la sua “opero- cazione dell’antico sito di Aufidena- Nel 1908 chiese di progredire di car- sità costante, diligenza assidua, disci- Castel di Sangro (AQ). Dal 1899 fu in riera per curare “gli interessi dell’am- plina irreprensibile, condotta morale servizio in Sicilia, regione alla cui arte ministrazione e degli studi”. Passato ottima”, mai trascurava l’amato terri- dedicò varie pubblicazioni nel 1904- nel 1910 alla R. Soprintendenza ai Mo- torio abruzzese (es. L’arte negli Abruzzi. 1908, corredate da disegni e fotografie numenti dell’Umbria, compì vari stu- Porte delle chiese marse, in “L’Arte”, XI, scattate in proprio. In servizio dal di sulla basilica di S. Francesco a Assisi, 1908, fasc. I, pp. 47-51), sfociando, a lumen 31 quanto sembra, in un lavoro dal titolo de” da Alessandro Alfieri, Il lago Trasimeno Storia “Arte e Storia abruzzese inedita” e le sue rive, p. 92]. In pianta ha forma qua- drangolare, rinforzato agli angoli da torri a I confini tra Pereto (ACS, MPI, AABBAA, Div. I 1908-24, merli rettangolari che vanno a ricongiungersi b. 944, fasc. Fiocca Lorenzo). In ser- con i vasti fabbricati interni che costitui- e Carsoli (1761) vizio come ispettore fino all’aprile scono il palazzo baronale e le altre abitazioni 1921, continuò a dedicarsi agli studi, della famiglia alla dipendenza della baronia, iportiamo la trascrizione di una fino a logorarsi di mente e a ridursi cioè degli armigeri, dei satelliti ecc. Il pa- lettera manoscritta di 12 pagine, lazzo, nel cui centro si erge la torre o mastio, R “nella più squallida miseria”. Internato è coronato da merli rettangolari e presenta conservata in casa Falcone a Pereto. È nel manicomio di Palermo nel 1932, agli angoli nella parte superiore dell’edificio uno dei pochi manoscritti superstiti morì poco dopo; nel ‘34 la moglie, in specie di gabine o vedette [a forma di am- dell’antico archivio della famiglia Mac- grave disagio sociale e con due figli boni, cui la vigile scolta scrutava il sotto- cafani di Pereto. La comunicazione è minorenni, chiedeva almeno la rever- posto piano, irrigato dal fiume Turano, ove diretta All. Ecc.mo Sig.re Il Sig.r Conte- oggi non si muovono che i lavoratori dei sibilità della pensione (ACS, MPI, campi e i pacifici visitatori del castello]. Nei stabil Colonna Padrone.(1) Il mittente so- Personale cessato al 1956, b. 103, fasc. massicci muri perimetrali si aprono le no Li Cittadini dell’Università di Pereto Fiocca Lorenzo). feritoie. Nella fig. 7 è rappresentata la rampa suoi sudditi, e Vassalli.(2) Segnaliamo dalla relazione del di ascesa e la porta di ingresso al palazzo. L’argomento della lettera è la fontana 1.6.1910 citata nel precedente articolo In origine il castello in parola appartenne alla di Fontecellese, abbeveratoio situato potente famiglia dei Barberini che ne ebbe quanto l’ispettore Fiocca scrisse a pro- per secoli il possesso, e fu poscia acquistato in montagna, nel territorio di Pereto. posito di Collalto Sabino, centro che dal barone Enrico di Curvino di Collalto, e Oggi vi troviamo una grande vasca in guarda dall’alto l’intera Piana del Cava- presentemente è di proprietà della vedova cemento armato (3), utilizzata come liere. Tra parentesi quadre abbiamo sua moglie marchesa Maria Cavalletti abbeveratoio per gli animali, con a aggiunto quanto da lui integrato nel- Carletti [nata marchesa Cavalletti] la quale monte un pozzetto di decantazione ebbe il gentile pensiero di far scolpire in una l’articolo pubblicato sulla rivista “Na- lastra di marmo, ora infissa lateralmente ad dell’acqua. È un luogo fuori mano, tura ed Arte”, XX, 1911, fasc. 4, pp. una delle feritoie del palazzo, il cane (fig. 8) anche se non molto lontano dai paesi 222-223: prediletto al defunto marito di lei, di forme di Pereto e Villaromana, quest’ultima poco elette. frazione di Carsoli. Scomodo da rag- “La Sabina, com’è noto, presenta aspetti Tenuto conto della brevità del tempo di giungere in quanto la carrareccia che vi continuo piovoso, non mi fu dato di eseguire sorprendenti ed incantevoli di natura, però è conduce non raggiunge il fontanile, priva di comode vie di comunicazione, per rilievi, buone fotografie, e quindi dettagliati cui riesce difficile il transito finanche alle studi del castello medievale di Collalto (ori- ma passa qualche centinaio di metri cavalcature, le quali, ad esempio, per recarsi ginale di forma), per il che sarebbe oppor- più in basso, e non è neanche un punto da Pietraforte a Collalto (piccolo villaggio tuno che, per conto della R. Soprintendenza di transito per recarsi altrove. sulla cima di un monte alto 995 m.) devono ai Monumenti dell’Umbria, si eseguissero Fino a qualche anno fa Monte Fonte- ulteriori studi che costituiranno senza dub- guadare il fiume Turano che non ha ponte cellese era un luogo di pascolo dove le qualsiasi. Le vie mulattiere, in certi punti, bio un addentellato per la storia dei castelli non sono che ripidi scoscendimenti ricolmi medievali costrutti in Italia [...]”. femmine degli animali domestici (ca- di sassi, ai quali non fu dato quello svolgi- valle, mucche, asine) andavano a par- mento viatorio necessario per un comodo Paola Nardecchia torire. Lo preferivano perché era ap- transito. A Collalto poi l’ascesa è veramente partato e fornito di acqua. In prossi- disagevole. mità della fonte transitavano i confini [Orvinio…]. Collalto è un piccolo villaggio a 12 chilometri di Orvinio sulla cima di un alto di tre centri abitati: Pereto, Villaro- monte (995 m), alla destra del Turano, mana e Colli di Montebove, per questo nell’alta Sabina. motivo è stato per molto tempo og- Rimarchevole è l’antico castello medievale, getto di controversia tra i paesi con- pregevole opera di architettura militare della finanti. fine del secolo XIV e dei primordi del secolo XV. Sorge sopra un rialzo all’estremità destra Ecc.mo Sig.re del paese. [L’aspetto del castello, per la patina I Cittadini dell’Università di Pereto sudditi, e del tempo, ha un tono arcigno e superbo; qua vassalli U.mi di V.E. umilm.e l’espongono, e là l’edera si abbarbica tenace e abbondante come dalli loro Antenati fu donata dal- alle mura. Codesti castelli antichi dell’Um- l’Ecc.ma sua Casa la Fonte cellese, con essersi bria si rassomigliano un po’ tutti: “case scure e logore, una chiesetta, mura merlate e sdru- riserbato dentro il quarto della med.a l’istesso cite, torri ruinose prese e riprese e insan- ius di pascolare, acquare, legnare, seminare, e guinate; vestigia di prepotenza e di difesa, di falciare, che ab immemorabbili ci godevano, e opulenza e di miseria. Ha ognuno tuttavia la che pur fino a Maggio pross.o pass.o dello nota pittoresca propria che non si può scorso anno 1760 hanno continuato à goderci descrivere, ma bisogna vedere, tanta n’è la varietà del paesaggio negli sfondi, nei con- pacificam.e, e senza il menomo contrasto, come torni, nelle sfumature, nelle opere vecchie e rispetto alla donazione se ne confermano le nuove: e, osservando, provasi diletto gran- Collalto Sabino, Castello già Barberini. valide, e solenni scritture nell’Archivio del- 32 lumen l’Ecc.ma sua Casa, e riguard’al pacifico pos- volte Comprato l’erbaggio,(8) e l’acqua della ostante che questi lavoratori fossero l’istessi sesso non si pon in dubio, ed impugnandosi si ridetta Fonte in vigor di scritture, che si con- mandati ivi a travagliare dal Sig.r Soprain- farà costare con superlative prove ed irrefra- servano nell’Archivio dell’Ecc.ma Casa Co- tendente ad oggetto di fare in essa fonte la gabbili documenti; specialm.e dimostranti lonna, alla quale ne dovrebbe assai più preme- conserva,(14) senzachè esso Sopraintendente l’assegna de suoi giusti locali fattasi colla re l’esibizione, non tanto per fondamento del- avesse fatto alcun riferimento di tall’affronto sentenza, ò sia laudo emanato nell’anno l’intenzion di Pereto, quanto per vantaggio di temerariamente fattogli. D’onde nasce, che li 1517, (4) della maniera, che siegue, cioè essa Ecc.ma Casa, acciò con essi dimostrar Carsolani sempre più insolentiscono facendo Principiando dal sasso di là dal Montero- possa la proprietà, che gode sopra detta Mon- con somma, ed incredibbile audacia continue mano per dritto à capo la selva grossa, che tagna promiscuamente colli frutti spettanti impertinenze, à cagion della soverchia docili- resta sotto il largo di detto Monte. E da capo all’Università di Pereto, e suoi Cittadini pra- tà, che da Superiori ad essi si usa. Nè deve di detta selva per dritto al Colle Iannelli, al tari.(9) finalmente omettersi la seguente circostanza, Colle di S. Croce, ed al fossato di Chiavica. Pruovandosi altresì tal vero, ed antico confine cioè, che li Carsolani per usurpare l’indicata Da questo fossato principia il Promiscuo, che non solo con deposizioni de Testimoni Esteri, fonte à Pereto, ed a V.ra Ecc.za, devono rub- tira per dritto al fosso, che si dice Licavafossi mà altresì delli affidati Fossi di V.ra Ecc.za, bare inevitabilmente all’Università di Colli sino alli Cerri inclusivam.e per Pereto. Indi li quali non meno depongono fin dove sono una parte del suo Territorio, altrimenti non ritira à man destra verso il Culmine delle sempre arrivati a pascolare; mà ben anche di potrebbero coprire la loro insussistente preten- Sodine d’onde per dritto à capo la Valle de’ non aver avuto mai li Carsolani verun Ius zione, siccome già l’hanno fatto situare in Savi alla strada antica, che da Carsoli và à sopra detta Fonte; Anzi per contrario non si ambedue le piante sopra enunciate difendendo Pereto. Dalla quale strada passando per il pone in dubio, che tante per parte delli tal capricciosa, e strana idea à forza d’equivo- Culmine di Valle lupa per dritto a Colfarola, Cittadini di Pereto Oratori, quanto degli che parole comprese nella divisata sentenza, si ritruova ivi una pietra con 3 lettere C. P. O. Doganieri di V.ra Ecc.za si sono sempre quale per altro non hà avuta mai il suo effetto, dinotanti il confine tra Carsoli, Pereto, ed catturate le bestie alli Naturali di Villa per esser stati i Peretani, e l’Ecc.ma Casa nel Oricola. E ritornando al Colle delle Sodine Romana,(10) quando si sono ritrovate in det- continuo possesso di essa Fontecellese, che i per dritto al Colle del Peschieto si ricala giù al to Quarto di Fontecellese.(11) Aggiungendo- Carsolani tentano appropriarsi. Fossato di Chiavica. si, che Fontecellese è un quarto della Mon- Sicchè toccandosi con mani, né potendosi più Questi Locali assegnati come sopra in d.a tagna donata all’Ecc.ma Casa Colonna e mascherare, che l’idea de Carsolani sia quella sentenza, e Laudo, e goduti pacificam.e per detto Quarto prende la denominazione dalla di spogliare in un colpo l’E.V. della proprie- quasi due secoli da Cittadini di Pereto, ulti- stessa Fontecellese, quale avrebbe altra deno- tà, che da più centinaia d’anni gode in vigor mam.e, cioè non p.a del sud.o mese di Maggio minazione, sicchè fa ben capire, che resta den- della divisata donazione ricevuta dall’ante- 1760: si è preteso per via d’Equivoci, e false tro non fuori il quarto di Pereto.(12) nati dell’Università di Pereto, e nello stesso supposizioni dall’Università di Carsoli con- Ma poiché Ecc.mi Sig.ri li Carsolani per tempo spogliare la stessa meschina U.nità finante in volverli, e confonderli con negare i abbatter le ragioni dell’Università di Pereto, e dalli Iussi, che sopra d.a fonte rappresenta col- veri Locali, e battezzarne altri à loro Capric- per ottener per via d’inganno il poter entrare al l’antico, quieto, immemorabil possesso. cio, e con ciò dilatare il suo territorio, cercando godimento di essa Fonte si sono ingegnati ad Perciò ricorrono, ed implorano dall’E.V. il con inganni, prepotenze, ed industriose ma- espescar [?] fedi false non meno con prepoten- suo nobil, alto, e soprano braccio, ed officio, niere di vessare, e spogliare i poveri Oratori ze, che con sotto mani. E si è appurato ancora, acciò si degni frenare tanta libertà, presun- (5) de divisati iussi di pascolare, acquare, che siansi inoltrati ad offerire All’Ecc.ma zione, ed audacia di essi insolentissimi Carso- legnare, seminare, e falciare goduti, e posseduti Casa in dono la loro assoluta Montagna, che lani, con pigliar quell’espediente, che più p.pij, per sì diuturno chè manca ogni prova, ogni di p.nte godono, con donarle però il Sole no spazio di tempo immemorabile senza veru- dimostrazione, che li Carsolani abbino mai d’Agosto sotto lusinghiera apparenza d’esser na interruzzione, Non lasciandosi da essa avuto, né tam poco esercitato alcun ius sopra un dono di molt’importanza, quando in real- Università di Carsoli avversaria di corrom- la ridetta Fonte cillese, che non si è posta mai tà incontrastabbile tal Montagna non arriva pere i giudizi, ed Agrimensori che hanno avu- in Controversia. Nè le due sentenze, cioè una ad un rubbio di terreno pulito, ed atto à pasco- ta ingerenza in d.a causa senza che gli O.ri ne del 1517, (6) l’altra del 1696 (7) emanate lare per esser tutt’il rimanente macchioso, ed abbino potute ricever giustizia veruna, non che tra dette due Università, percuotono in modo unicamente atto al pascolo de Cignali. (13) alcun favore. alcuno il presente punto di differenza concer- Al che s’aggiunge di aver i Carsolani fatte Ed acciò l’Ecc.za V.ra abbia un saggio più nente la Fontecellese, su di cui non è nato mai formare due piante una dal primo, e l’altra chiaro della differenza che passa tra le sud.e contrasto veruno, benzì sopra un certo sito che dal 2.do Agrimensore a lor modo, e capriccio, due Communità di Pereto, e Carsoli si degni stà nel piano il quale è discosto, e separato da ripiene tutte di falsità, e di errori contradicenti sapere, che tal differenza principia da Capo detta Fontecellese. alla verità, mà soltanto uniformi alle perizie Colle Iannelli in sù verso la Montagna; di Per far sempre più toccar con mani, che da essi formate à seconda della loro p.pia idea, modo che q.do i Carsolani sono à capo del l’Università di Carsoli non hà mai avuta con essersi estorte per via di mezzi indiretti, ed sud.o Colli Iannelli tirano la lor linea à mano azzione, né raggione alcuna sopra essa Fon- illeciti, non essendosi arrossiti, ne di anche di destra verso un altro Colle chiamato Colle tecellese si aggiunge alle già enunciate dimo- far intimare un ord.e spedito dalla Corte di crescenzo, d’onde colla linea vanno ad incon- strazioni, un altro più evidente riflesso, cioè, Carsoli alle genti, che lavoravano in d.a fonte, trare un sasso segnato con croce naturale, che che li Naturali di Villa Romana hanno più acciò desistessero di lavorare nella med.a, non resta sopra la Fontecellese, ed indi rivoltano la lumen 33 linea, e vanno a trovare un’altro Colle che si le continue lotte tra i paesi confinanti 1) Testo posto in fondo al documento. dice il Colle di Fontecellese, q.le p.ò ora dalli per accaparrarsi le fontane/sorgenti 2) Testo posto in fondo al documento. 3) Coordinate N 42,07403, E 13,13498, altitu- Carsolani si battezza per Monte Romano utili ad abbeverare il bestiame. Se la dine 1520 m s.l.m. contro l’evidenza, e contro ogni principio di fonte era di un paese gli allevatori di 4) Si riferisce alla sentenza arbitrale del 6 rag.e, anzi dietro à d.o Colle chiamano la quel paese non pagavano tasse per ab- ottobre 1517 del dottor Bernardino de Ami- Selvagrossa quella che stà situata tutta den- beverare, mentre gli altri dovevano cis, uditore generale dello stato di Tagliacozzo. tr’il Territorio di Colli. E questi sono i Locali versare un tributo all’Università che ne 5) Nel documento gli Oratori sono gli scriventi della lettera. che per parte di Carsoli si assegnano. deteneva il dominio. In un ambiente 6) Vedi nota 3. Rimangono però i Carsolani smentiti di tal dove vivere era estremamente difficile, 7) Non si è trovato alcun riferimento a questa loro falsa, ed erronea supposiz.e à vista del- pagare era un verbo poco apprezzato sentenza. l’antica pianta mandata all’Ecc.za V.ra da dalla gente. Queste dispute sono state 8) In questo punto si evidenzia l’affitto di cui chiaram.e si vede, che ritornando nel sito di in essere fino a qualche decennio fa pascoli, quindi l’utilizzo di fontane connesse con l’affitto, usanza ancora oggi in uso in Colle Iannelli ove principia la differenza, quando nei paesi di Pereto ed in quelli paese. poggia à man sinistra il Monteromano dimo- limitrofi ancora operava qualche pa- 9) Per cittadini pratari sono da intendersi gli strando quell’istesso, in cui stà situato, ed eret- store con greggi di poche decine di allevatori di bestiame. to l’Eremitorio di S. Martino. animali. (16) 10) Qui si evidenzia un altro punto collegato Ed acciò con maggior evidenza si conosca che La concessione al principe Colonna all’allevamento di animali domestici che si muovevano allo stato libero. Questi animali, quello sia il vero Monteromano, basta osser- del territorio intorno alla fonte deno- per necessità alimentari o per richiami di ac- vare gl’antichi catasti di Pereto, ne q.li truo- minato Quarto di Fontecellese, fu o- coppiamento, a volte sconfinavano in territori vansi registrato, che la Villa romana anti- pera dell’Università di Pereto, la quale di comuni limitrofi. Incaricati o guardie del cam.e chiamavansi villa di Monteromano, si riservò il diritto di pascolare, utiliz- paese se trovavano questi animali nel territorio qual Monte Romano senza dubio p.pia, ove zare l’acqua, fare legna, seminare e fal- dove svolgevano il controllo, sequestravano l’animale, portandolo in paese, poi chiedevano stà eretto tal Romitorio, e termina alla Fossa, ciare. Interessante è il termine “semi- al proprietario il pagamento di una multa in che dicensi dell’Imperadore, che è territorio di nare”. Da diversi decenni non si usa relazione al cosiddetto “danno arrecato” all’e- Colli, ove termina il Territorio di Carsoli. più coltivare questi luoghi, mentre il conomia del paese e al numero di giorni che All’incontro per parte di Pereto ritornandosi documento rivela più volte che la gen- l’animale rimaneva sequestrato prima del ove p.pia la differenza, cioè a Capo colle te del posto seminava anche a queste pagamento della multa e conseguente ritiro da parte del padrone. Iannelli, si piglia la linea diritta che da d.o quote. 11) La montagna di Pereto era divisa in quattro Colle sino à Capo la Selva grossa per diritto Motivo d’interesse per questo docu- quarti, denominati rispettivamente di Fon- alla fossa dell’Imperadore, che è territorio di mento sono i toponimi riportati, alcu- tecellese, Macchialunga, Campo Catino e Ser- Colli. Da che per necessaria conseguenza si ni di questi ancora in uso a Pereto. rasecca. deduce, che ove Colle principia il suo confine Oltre a ciò vi è la notizia che l’attuale 12) Qui il documento sottolinea che se il quarto di Fontecellese era di proprietà di Pe- con Pereto, ivi deve cedere il Territorio di Villa Romana in tempi antichi si chia- reto, di conseguenza, la fonte che vi si trovava Carsoli. mava Villa di Monte Romano e che il all’interno, era di pertinenza del comune di Oltre, che tutti li Terreni Seminatori posti Monte Romano in questione era quel- Pereto. intorno la Fontecellese trovandosi descritti lo dove stava, e sta tutt’oggi, il romito- 13) È utilizzata una metafora offrire il sole d’ago- negl’antichi Catasti di Pereto, anzi molte rio di San Martino. Questo secondo la sto, ovvero veniva offerto un qualcosa che tutti desiderano. Così da parte degli abitanti di Car- partite di essi citano per confine l’acqua della ricostruzione del confine fatta dall’u- soli era offerta al principe una parte della stessa fonte, senza che all’opposto ne Catasti niversità di Pereto. montagna, che sembrava estesa e di valore, ma di Carsoli vi sia memoria antica, ò moderna Il romitorio è situato a 1049 m s.l.m., a invece era un appezzamento ridotto e di poco con cui pruovar si possa la sua strana inten- circa un chilometro dall’abitato dell’at- conto. zione; poiché brevi, e men dispendiosi parran- tuale Villa Romana, ed è stato restau- 14) Qui il testo indica che alcuni operai furono inviati a lavorare con gran fatica (travagliare) per no alla sua irriprensibbile prudenza, ad rato qualche anno fa. Al suo interno realizzare un serbatoio idrico (conserva). oggetto di definire si delicato punto percutiente sono conservati affreschi degli ultimi 15) Segue uno svolazzo nel testo che termina la proprietà dell’Ecc.ma sua Casa, al posses- anni del Quattrocento. in questo modo. so insieme di poveri O.ri, con ordinare di esser 16) Un fatto curioso, che passò alle cronache essi mantenuti nel lor legitimo possesso della Massimo Basilici del comune di Pereto, si verificò negli anni Ottanta del secolo passato, quando si stava suddetta Fonte privativamente alli Carsolani. picchettando il tracciato del gasdotto. Alcuni Che (15) locali, giunti in montagna, notarono questi Alcune considerazioni. Il testo è senza Ringrazio la famiglia Falcone, in parti- picchetti e li considerarono come un tentativo data, ma da quanto riportato nel docu- colare Maria, Sandro e Mario Falcone degli abitanti di Carsoli di modificare il mento dovrebbe essere stato scritto per il manoscritto, e Fernando Meuti tracciato del confine. Tornarono in paese e si per i riferimenti topografici dell’at- recarono in municipio gridando: “Sindaco, nel 1761 a sostegno degli interessi di sindaco, hanno spostato i confini!”. Pereto. Lo scopo era quello di farlo tuale fontana. conoscere al principe Colonna, feu- datario del luogo. Il documento rivela 34 lumen [...] da p. 22 montagna, vengono illustrati i tratti architettonici unici; ne viene ricostrui- ta la storia, anche mostrandone i legami con altri eremi d’altura disse- minati per tutta la Piana del Cavaliere. In riferimento a questi ultimi, inoltre, L. Del Giudice, l’autore offre ai lettori, oltre ad accenni Villa Romana riguardo la loro fondazione e le me- (AQ). La chiesa di raviglie artistiche ancora oggi ammi- San Martino e gli rabili, informazioni su dove si trovano eremi d’altura della e su come raggiungerli, destinate a Piana del Cavaliere, chiunque voglia visitarli per riposarsi Pietrasecca di dagli affanni quotidiani e ritemprarsi Carsoli 2016. In nello spirito. 8°, illustr., pp. 60. Un libro agile, breve ma non per que- Famiglie nobili, sto meno ricco di conoscenze ed aned- culti millenari, eremi mistici e radici doti che rimangono nella mente del romane: luoghi e persone che ci implo- lettore quantunque non addentrato Colli di Montebove, resti del mastio. rano di conoscerli, portarli alla luce nel nelle cose storiche ed artistiche; un

[...] da p. 22 presente e tramandarli alle generazioni testo piacevole da leggere nonostante che verranno per scampare alla con- debba, necessariamente, trattare delle ore 09.00, escursione alla grotta san- danna dell’oblio, alle tenebre del tem- nozioni e degli argomenti di tipo “te- tuario di Sant’Angelo con la narra- po che tutto, impietosamente, divora. cnico”. Ma, prima di tutto, il merito di zione dei suoi suggestivi affreschi Ad una tale invocazione ha risposto quest’opera sta nell’aver dato un con- medievali. L’escursione è proseguita l’autore, il quale, con questa ultima ap- tributo nella ricostruzione della me- nella spettacolare Riserva Naturale passionata fatica, ha cercato di rischia- moria delle nostre terre e quindi nella delle grotte di Pietrasecca. Al ritorno rare la storia ed i misteri di Villa Ro- custodia della loro identità, cosa som- nel borgo, alle ore 13.00 si è tenuto il mana e dei suoi tesori: vestigia romane mamente utile in questa nostra epoca Pranzo di Comunità e nel pomeriggio La e testimonianze di vita monastica; an- bisognosa di quei valori e di quei punti libertà di essere felici presentata dall’As- tichi casati che hanno dato rinomanza di riferimento attingibili soltanto dal sociazione Freedom di Avezzano con- a queste contrade e, soprattutto, l’ere- patrimonio che abbiamo ereditato dal- dotta da Adelmo e Cristiano Di Salva- mo di S. Martino, luogo in cui regna le generazioni passate e che rischiamo tore. In serata la festa della Castagnata. perenne una pace sovrannaturale che indegnamente di dissipare. A partire dalle ore 09.00 del 1° no- da sempre si profonde nel cuore di (Petrucci Luigi - 1990) vembre ha avuto inizio la salita, lungo ogni viandante che vi giunge. le vie del borgo, verso il sito del Di questa chiesetta rurale, un vero castello medievale fondato, intorno gioiello preservato tra i boschi di alta all’anno 1000 dai Berardi, Conti dei Marsi, nel quale, secondo la tradizione storica, nacque il patrono San Berar- do. Abbiamo preso parte a questa visita, avendo modo di apprezzare la grande cura riservata al sito, nono- stante l’eccesso di presenze arboree, Pubblicazioni dell’Associazione da parte della comunità locale, nonché Le Tesi: la cordiale assistenza data ai visitatori, 1. J. Drabo, Les medias dans le dialogue islamo-chretien. Une opportunité pour le Mali, da Elio Anastasi, Presidente della Pro- Pietrasecca di Carsoli 2010. In 8°, pp. 98. Loco, Giuseppe Simeoni, priore della Narrativa/poesia: Confraternita di San Berardo ed Al- 1. P. Fracassi, Amori di altri tempi, Pietrasecca di Carsoli 2004. In 8°, pp. 73. 2. C. De Leoni, La ragione, il cuore e l’arte, Pietrasecca di Carsoli 2011. In 16°, pp. 96. varo Santarelli, membro del direttivo 3. Ciao Maestro: omaggio a Pietro Iadeluca. 1° concorso di poesia “Pietro Iadeluca e Amici”. Pereto della Pro-Loco. Si ringraziano gli or- 28 agosto 2013. A cura de “il cuscino di stelle-Pietro Iadeluca”, Associazione Culturale (onlus). ganizzatori dell’evento e si spera che lo Pietrasecca di Carsoli 2013. In 8°, pp. 76. stesso possa ripetersi, con lo stesso i Quaderni di Lumen: 1. G.J. Pfeiffer, Th. Ashby, Carsioli. Una descrizione del sito e dei resti romani, con note storiche entusiasmo dimostrato in questa oc- ed una bibliografia. Versione italiana dall’inglese a cura di F. Amici e A. Crialesi. Pietrasecca di casione. Carsoli 1994. In 4°, illustr., pp. 36. 2. Pia dei Tolomei a Pietrasecca. Testo dal canto di Giuseppe Lucantoni. Pietrasecca di Carsoli Claudio De Leoni 1997. In 4°, pp. 18. lumen 35 3. A. Zazza, Notizie di Carsoli. Dal ms. C/86/1924 dell’Archivio della 40. G. Nicolai, M. Basilici, Le “carecare” di Pereto, Pietrasecca di Carsoli Diocesi dei Marsi; a cura di: M. Sciò, F. Amici, G. Alessandri, 2009. In 8°, illustr., pp. 20. Pietrasecca di Carsoli 1998. In 4°, illustr., pp. 44. 41. M. Basilici, Pereto: gli statuti delle confraternite, Pietrasecca di Carsoli 4. B. Sebastiani, Memorie principali della terra di Roviano (ms. dei primi 2010. In 8°, illustr., pp. 64. decenni dell’Ottocento), a cura di M. Sciò. Pietrasecca di Carsoli 42. d. F. Amici, Domus Dei et porta coeli. Casa di Dio e porta del cielo. 2001.In 8°, illustr., pp.141. Ricordi personali e memorie storiche sul santuario di Santa Maria del 5. A. Battisti, Piccolo dizionario dialettale di Pietrasecca, Pietrasecca di Monte o dei Bisognosi, Pietrasecca di Carsoli 2010. In 8°, pp. 24. Carsoli 2001. In 8°, pp. 38. 43. M. Ramadori, Chiesa di San Nicola a Colli di Montebove: dipinti del 6. D. Guidi, Topopgrafia medica del comune di Arsoli. Da un ms. inedito ‘500 nel ducato di Tagliacozzo, Pietrasecca di Carsoli 2010. In 8°, di metà XIX secolo; a cura di G. Alessandri. Pietrasecca di Carsoli illustr., pp. 76. 2002. In 8°, illustr., pp. 20. 44. M. Basilici, Le donne dei misteri. Storie di donne e confraternite a 7. L. Verzulli, Le iscrizioni di Riofreddo, Pietrasecca di Carsoli 2002. In Pereto nei secoli XVII e XVIII. Pietrasecca di Carsoli 2011. In 8°, illustr., 8°, illustr., pp. 48. pp. 72. 8. T. Flamini, Fortunia, il corpo di una santa a Poggio Cinolfo (AQ). 45. C. Iannola, Don Angelo Penna Canonico Regolare Lateranense. Sto- Pietrasecca di Carsoli 2003. In 8°, illustr., pp. 22. rico ed esegeta di Sacre Scritture, Pietrasecca di Carsoli 2011. In 8°, 9. Il catasto del gentilesco di Oricola (sec. XVIII), a cura di G. Alessandri. illustr., pp. 48. Pietrasecca di Carsoli 2003. In 8°, illustr., pp. 68. 46. M. Basilici, Le reliquie e i reliquiari in Pereto (L’Aquila) (parte 1), Pie- 10. I banni del governatore baronale di CollaltoSabino (1589), a cura di S. trasecca di Carsoli 2011. In 8°, illustr., pp. 62. Maialetti. Pietrasecca di Carsoli, 2004. In 8°, illustr., pp. 24. 47. M. Basilici, Le reliquie e i reliquiari in Pereto (L’Aquila) (parte 2), Pie- 11. Dai frammenti una cronaca. San Silvestro, Pereto (L’Aquila), a cura di trasecca di Carsoli 2011. In 8°, illustr., pp. 48. M. Basilici. Pietrasecca di Carsoli, 2004. In 8°, illustr., pp. 56. 48. F. D’Amore, Pereto. Nel terremoto del 13 gennaio 1915, tra impegno bel- 12. Don Enrico. Il cammino di un uomo. Pietrasecca di Carsoli 2004. In 8°, lico e opera di soccorso, Pietrasecca di Carsoli 2011. In 8°, illustr., pp. 96. illustr., pp. 76. 49. M. Basilici, Voce del Santuario. Santa Maria dei Bisognosi, Pereto-Roc- 13. Luchina Branciani, Guglielmo Capisacchi ed il suo “Chronicon del ca di Botte (L’Aquila), Pietrasecca di Carsoli 2011. In 8°, illustr., pp. 40. Sacro monastero di Subiaco (a. 1573)”. Pietrasecca di Carsoli 2004. In 50. M. Basilici, La chiesa di San Giorgio martire in Pereto: anno 2010, 8°, illustr., pp. 27. Pietrasecca di Carsoli 2011. In 8°, illustr., pp. 47. 14. Michele Sciò, Livio Mariani. Note biografiche. Pietrasecca di Carsoli 51. M. Cerruti, Il sistema tributario in Abruzzo durante il Regno di Napoli, 2005. In 8°, illustr., pp. 36. Pietrasecca di Carsoli 2011. In 8°, illustr., pp. 36. 15. Anonimo, Vita di padre Andrea da Rocca di Botte (1585-1651), a cura 52. M. Ramadori, Iconografia francescana nella chiesa di Santa Maria di S. Maialetti. Pietra-secca di Carsoli 2005. In 8°, illustr., pp. VII+29. delle Grazie a Pietrasecca di Carsoli, Pietrasecca di Carsoli 2012. In 16. Dai frammenti una cronaca. Gian Gabriello Maccafani, a cura di M. 8°, illustr., pp. 116. Basilici. Pietrasecca di Carsoli 2005. In 8°, illustr., pp. III+24. 53. C. De Leoni, Ristretto dell'Antica, e Generosa Nobiltà della Famiglia, e 17. Dai frammenti una cronaca. Santa Maria dei Bisognosi. Pereto-Rocca Casa De' Leoni, Pietrasecca di Carsoli 2012. In 8°, illustr., pp. 34. di Botte (L’Aquila). Le fonti, a cura di M. Basilici. Pietrasecca di Carsoli 54. M. Basilici, La cartografia di Pereto (L’Aquila), Pietrasecca di Carsoli 2005. In 8°, illustr., pp. XI+33. 2012. In 8°, illustr., pp. 40. 18. M. Meuti, Le parole di Pereto. Piccola raccolta di vocaboli dialettali, 52. M. Ramadori, Iconografia francescana nella chiesa di Santa Maria Pietrasecca di Carsoli 2006. In 8°, pp. 51. delle Grazie (...), Pietrasecca di Carsoli 2012. in 8°, illustr., pp. 116. 19. M. Basilici, S. Ventura, Pereto: statue e statuette, Pietrasecca di 53. C. De Leoni, Ristretto dell'Antica, e Generosa Nobiltà della Famiglia, e Carsoli 2006. In 8°, illustr., pp. 44. Casa De' Leoni, Pietrasecca di Carsoli 2012, In 8°, illustr., pp. 36. 20. M. Basilici, La famiglia Vendettini, Pietrasecca di Carsoli 2007. In 8°, 54. M. Basilici, La cartografia di Pereto (L'Aquila), Pietrasecca di Carsoli illustr., pp. 72. 2012. In 8°, illustr., pp. 44. 21. M. Basilici, Pereto: le processioni, Pietrasecca di Carsoli 2007. In 8°, 55. M. Basilici, Poste e Telegrafo a Pereto, Pietrasecca di Carsoli 2012. In illustr., pp. 50. 8°, illustr., pp. 112. 22. M. Basilici, Pereto: il castello, Pietrasecca di Carsoli 2007. In 8°, 56. M. Basilici, Saluti da Pereto (L'Aquila), Pietrasecca di Carsoli 2012. In illustr., pp. 60. 8°, illustr., pp. 62. 23. d. F. Amici, Livio Laurenti. Un vita per la scuola, Pietrasecca di Carsoli 57. L. Del Giudice, La chiesa di S. Vincenzo di Saragozza o della 2007. In 8°, illustr., pp. 84. Madonna delle Rose in Carsoli (AQ). Indagini archeologiche sul sito, 24. Il catasto di Pietrasecca del 1749, a cura di A. Bernardini, Pietrasecca Pietra-secca di Carsoli 2013. In 8°, illustr., pp. 68. di Carsoli 2007. In 8°, illustr., pp. 138. [segue] 25. C. De Leoni, Colle Sant’Angelo di Carsoli. Un complesso monumenta- Pubblicazioni realizzate in collaborazione con istituti culturali: le da riscoprire e tutelare per le generazioni future, Pietrasecca di Carsoli 2008. In 8°, illustr., pp. 58. 1. Guglielmo Capisacchi da Narni, Chronicon Sacri Monasterii Sublaci 26. F. Malatesta, Ju ponte, Pietrasecca di Carsoli 2008. In 8°, illustr., pp. 148. (Anno 1573), a cura di Luchina Branciani, Subiaco 2005. In 8°, 27. Pereto, a cura di M. Basilici, Pietrasecca di Carsoli 2008. In 8°, illustr., illustr., pp. 1583. pp. 32. Pubblicazioni speciali: 28. W. Pulcini, Arsoli. Il suo sviluppo e la sua cultura, Pietrasecca di Carsoli 2008. In 8°, illustr., pp. 164. 1. Paola Nardecchia, Pittori di frontiera. L’affresco quattrocinquecente- 29. Nomina eorum in perpetuum vivant, Pietrasecca di Carsoli 2008. In 8°, sco tra Lazio e Abruzzo. Casamari 2001. In 8°, illustr., pp. XVII + 334. illustr., pp. 46. 2. Angelo Bernardini, Attecchia po’! Il dialetto nel territorio di Carsoli. 30. M. Basilici, La chiesa di San Giorgio martire in Pereto. La storia, Subiaco 2003. In 8°, illustr., pp. 200. Pietrasecca di Carsoli 2008. In 8°, illustr., pp. 64. 3. Paola Nardecchia, Note d’arte abruzzese tra la Marsica e il Car- 31. M. Basilici, La chiesa di San Giorgio martire in Pereto. I documenti, seolano, Subiaco 2004. In 8°, illustr., pp. X + 166. Pietrasecca di Carsoli 2008. In 8°, illustr., pp. 36. 4. Terenzio Flamini (a cura di), “Prigionieri di guerra 1943-1944”. Le 32. M. Basilici, La chiesa di San Giovanni Battista in Pereto. La Storia, fughe e le avventure attraverso Vivaro Romano, Turania, Collalto Sa- Pietrasecca di Carsoli 2009. In 8°, illustr., pp. … bino, Poggio Cinolfo, Tufo, Carsoli. Roma 2005. In 8°, illustr., pp. 93. 33. M. Basilici, Pereto: le Confraternite e la vita sociale, Pietrasecca di 5. Domenico Iannucci, Augusto Sindici, Poggio Cinolfo. Storia, leggen- Carsoli 2009. In 8°, illustr., pp. 56. de, poesie a braccio, versi romaneschi, ristampa a cura di Terenzio 34. A. De Santis, T. Flamini, Parole: il colore, l’odore, il rumore. Maledi- Flamini, Roma 2006. In 8°, illustr., pp. 150. zioni in dialetto nei paesi della Paina del Cavaliere, Pietrasecca di 6. Luchina Branciani, Interventi di restauro alla cinta muraria di Pereto Carsoli 2009. In 8°, illustr., pp. 38. (AQ), Subiaco 2008. In 8°, illustr., pp. 200. 35. D.M. Socciarelli, Il «libro dei conti» della SS.ma Trinità di Aielli. Carat- 7. Achille Laurenti, Oricola e contrada Carseolana nella storia di nostra teri di una chiesa e di una comunità nella Marsica del primo Cinque- gente. Una fonte per la storia tra Lazio e Abruzzo, Subiaco 2009. Ri- cento, Pietrasecca di Carsoli 2009. In 8°, illustr., pp. 64. stampa dell’edizione 1933 a cura di don Fulvio Amici. In 8°, illustr., 36. G. De Vecchi Pieralice, L’ombra di Ovidio fra le rovine di Carseoli, pp. 184+XL. Pietrasecca di Carsoli 2009. In 8°, illustr., pp. 68. 8. Massimo Basilici, d. Fulvio Amici, Santa Maria dei Bisognosi. XIV° 37. C. De Leoni (a cura di), Indice generale ed elenco delle pubblicazioni Centenario del santuario di Santa Maria dei Bisognosi. 11 giugno 2010, dell’Associazione Culturale Lumen, Pietrasecca di Carsoli 2009. In 8°, Subiaco 2010. In 8°, illustr., pp. 241. illustr., pp. 32. 9. Dal passato per il futuro. Dieci anni di lavoro insieme. Ristampa dei 38. T. Sironen, Un trofeo in osco da Poggio Cinolfo (AQ), ristampa da: quaderni pubblicati dal comune di Pereto con l’Associazione Lumen, ARCTOS, Acta Philologica Fennica, v. XL, 2006, pp. 109-130. Roma Subiaco 2011. In 8°, illustr., pp. 852. 2009. In 8°, illustr., pp. 32. 10. Paola Nardecchia, Giacinto de Vecchi Pieralice. Un intellettuale tra la 39. M. Ramadori, L’Annunziata di Riofreddo: il contesto storico, gli provincia dell’Aquila e Roma nel secondo Ottocento, Subiaco 2014. In affreschi, gli artisti, Pietrasecca di Carsoli 2009. In 8°, illustr., pp. 67. 8°, illustr., pp. 307. 36 lumen il foglio di Lumen ASSOCIAZIONE LUMEN (onlus) 2016, n. 46, dicembre via Luppa 10, 67061 Pietrasecca di Carsoli (AQ) e-mail: [email protected] miscellanea quadrimestrale * di studi e ricerche iscritta presso il Registro del Volontariato della regione Abruzzo www.lumenassociazione.it Direttore Codice Fiscale 90021020665 don Fulvio Amici (Presidente della Associazione Lumen - onlus) Presidente: don Fulvio Amici. Segretario: Gabriele Alessandri Progetto grafico Direttivo: Fulvio Amici, Gabriele Alessandri, Claudio De Leoni, Annarita Eboli, Michele Sciò Sergio Maialetti, Pierfranco Ventura, Michele Sciò Redazione ` via Luppa 10, 67061 Pietrasecca di Carsoli (AQ) ATTIVITA DELL’ASSOCIAZIONE e-mail: [email protected] 3332478306 - 360943026 Convegni: per le date si consulti il sito web. Escursioni: itinerari naturalistici e Fulvio Amici, Claudio De Leoni, Sergio storici. Visite guidate: musei, luoghi d’arte e siti archeologici. Collaborazioni: Maialetti, Paola Nardecchia, Michele Sciò con scuole, ricercatori e studenti universitari. Biblioteca: libri di archeologia, sto- Editore ria locale e generale, arte, letteratura, periodici e materiale archivistico. Stampa: i Associazione Lumen (onlus) Quaderni di Lumen, il foglio di Lumen, monografie di vario argomento. via Luppa 10 - 67061 Pietrasecca di Carsoli (AQ) Codice Fiscale: 90021020665 I QUADERNI DI LUMEN [dalla pagina precedente] 58. T. Flamini, Il cardinale Francesco Segna. Annotazioni comparate, Roma 2013. In 8°, illustr., pp. 36. NORME PER GLI AUTORI 59. A. Verna, Ricetto di Collalto Sabino. Le chiese, Pietrasecca di Carsoli 2013. In 8°, illustr., pp. 28. 60. F. Malatesta, Dagliu Bastione ... alla Portella, Pietrasecca di Carsoli 2014. In 8°, illustr., pp. 126. L’Associazione Lumen (onlus) è una orga- 61. A. Bernardini, Precetti di politica del Cardinal Mazarino, Subiaco 2014. In 8°, illustr., pp. 60. nizzazione senza scopo di lucro fondata il 1 a- 62. M. Ramadori, Arte e confraternite a Carsoli, intorno alla chiesa di Santa Vittoria. Dipinti del '600 gosto 1999, tra le sue attività contempla la commissionati dalle confraternite laicali carseolane e dalla Misericordia dell'Ordine dei Cavalieri pubblicazione di scritti divulgativi utili alla vita di Malta, Pietrasecca di Carsoli 2014. In 8°, illustr., pp. 92. sociale e culturale del Carseolano e dei territori 63. G. Alessandri, Il Danno Dato. Il caso Riofreddo.Disposizioni sul Danno Dato dal bestiame pasco- lante nel territorio del Comune di Riofreddo in Comarca. 1863, Pietrasecca di Carsoli 2015. In 8°, limitrofi. illustr., pp. 100. I contributi inviati sono editi su il foglio di Lu- 64. M. Ramadori, L’Assunzione della Vergine della chiesa di Santa Maria Assunta a Poggio Cinolfo. men; distribuito ai soci, alle diverse istituzioni Un dipinto inedito di Agostino Masucci, Giuseppe Bottani e Stefano Pozzi, Pietrasecca di Carsoli culturali regionali ed extra regionali e, a chi ne 2015. In 8°, illustr., pp. 64. fa richiesta. 65. M. Fracassi, Ma ne è valsa la pena? Riflessioni private sulla Grande Guerra, Pietrasecca di I lavori spediti per la pubblicazione devono Carsoli 2015. In 8°, illustr., pp. 22. pervenire all’indirizzo: Associazione Lumen, 66. P. Carrozzoni, Ancora sul castello di Roccasinibalda (Con immagini inedite del restauro del 1925), Pietrasecca di Carsoli 2015. In 8°, illustr., pp. 49. via Luppa, 10 - 67061 Pietrasecca di Carsoli 67. M. Ramadori, La Strage degli Innocenti. Un dipinto post-risorgimentale a Pietrasecca di Carsoli, (AQ) o, alla e-mail: [email protected] Pietrasecca di Carsoli 2016. In 8°, illustr., Pp. 36. La collaborazione è da intendersi a titolo gratuito. 68. L. Del Giudice, Villa Romana (AQ). La chiesa di San Martino e gli eremi d’altura della Piana del Cavaliere, Pietrasecca 2016. Illustr. in 8°, pp. 60. Preparazione dei testi Titolo. Titolo ed eventuale sottotitolo dovran- no essere brevi e chiari. Immagini nascoste Autore. Il nome dell’autore o degli autori dovrà comparire per esteso. Testo. Dovrà essere redatto in formato digitale (ambiente IBM e compatibili, non Macinto- sh), le note poste alla fine dello stesso. Saranno accettati solo scritti inediti e, in casi particolari, anche dattiloscritti, purché mai pubblicati. Illustrazioni. Disegni, grafici, fotografie e tabel- le, devono essere inviate separate dal testo. La redazione si riserva di stabilire il formato in cui saranno stampate, se in bianco/nero o colori. Per immagini di grandi dimensioni la redazio- ne deciderà caso per caso. Tutte le illustrazioni devono essere corredate da una didascalia. Bibliografia. Si invitano gli autori a contenere le voci bibliografiche. Responsabilità degli autori Gli autori sono responsabili del contenuto dei loro scritti, l’Associazione Lumen (onlus) de- clina ogni responsabilità civile e penale. 1 1 2 Compiti della redazione Le bozze verranno corrette internamente e non saranno allestiti estratti. 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