James Guillaume L'internazionale
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James Guillaume vai all’indice L’INTERNAZIONALE documenti e ricordi (1864 -1878) QUARTO TOMO edizioni del Centro Studi Libertari Camillo Di Sciullo Chieti 2004 Titolo originale: L’Internationale. Documents et souvenirs (1864-1878) Traduzione di Andrea Chersi La riproduzione totale o parziale è permessa a tutti sotto la condizione della fedeltà al testo e della indicazione della fonte C.S.L. Di Sciullo casella postale 86 66100 Chieti James Guillaume L’INTERNAZIONALE documenti e ricordi (1864-1878) QUARTO TOMO Centro Studi Libertari Camillo Di Sciullo Adhémar Schwitzguébel PREFAZIONE Potrei forse pubblicare quest’ultimo tomo di “Documen- ti e Ricordi” senza farlo precedere da qualche riga? Degli amici mi hanno domandato se non sia il caso di tirare a que- sto punto una conclusione di questi quattro volumi, di tenta- re di riassumere la filosofia di quanto ho riferito. A questi amici ho risposto: no. Il carattere di una pubblicazione come la presente è proprio quello di non aver nulla di sistematico: sta al lettore formarsi da sé un’opinione. Inoltre, il termine stesso di conclusione mi pare esprima una falsa idea. Nulla si conclude né si completa; tutto continua, ricomincia trasfor- mandosi. L’evoluzione è costantemente in marcia, la vita è immortale. Engels aveva scritto a Sorge, nel settembre 1874: “Con il tuo ritiro la vecchia Internazionale è del tutto finita ed ha cessato di esistere”. Questo voleva semplicemente dire che la cricca marxista era alla deriva. Per ricuperare l’influenza perduta, Engels e Marx progettarono di favorire la costitu- zione di partiti socialisti nazionali, destinati a prendere il posto delle federazioni dell’Internazionale. La manovra ven- ne tentata dapprima in Belgio ed in Svizzera: la costituzione, nel 1877, di un Partito socialista belga per i fiamminghi e di un Sozialdemokratischer Partei per gli svizzeri tedeschi avvenne con l’idea confessata di mettere in crisi l’Internazionale che, come dimostrerà il presente volume, ben lungi dall’avere “cessato di esistere”, era in quel momento più viva che mai. La trama anti-internazionale proseguì negli anni successivi. Si estese alla Francia nel 1880, dopo l’amnistia e il rientro dei proscritti; il 5 novembre di quell’anno Marx scrisse (in tedesco) a Sorge: “Avrai di certo notato che l’«Egalité»1 (grazie all’ingresso di Guesde nelle nostre file e agli scritti di mio genero La- fargue) è ora diventata un vero giornale operaio. Anche Malon, nella «Revue socialiste», – seppure con le incon- 1. Si tratta della seconda serie dell’«Egalité», che è uscita dal 21 gennaio al 25 agosto 1880. 7 gruenze inseparabili dalla sua natura eclettica, – è stato co- stretto (eravamo nemici, perché lui è stato in origine uno dei co-fondatori dell’Alleanza) a convertirsi al “socialisme moderne scientifique 2”, ovvero al socialismo tedesco. Ho scritto per lui il “Questionario”3 che è apparso prima sulla «Revue socialiste» e che è stato poi diffuso con tiratura a parte in tutta la Francia. Poco dopo, Guesde è venuto a Londra, per elaborare qui con noi (myself 4, Engels e Lafargue), un pro- gramma elettorale per i lavoratori in vista delle prossime ele- zioni generali… “«L’Emancipation», che ha cominciato ad uscire a Lione da qualche giorno, sarà l’organo del Parti ouvrier 5 che si è costituito sulla base del socialismo tedesco. Abbiamo poi dei campioni fin nel campo degli stessi avversari, ossia in quello radicale. Theiss tratta della questione operaia sull’«Intran- sigeant», l’organo di Rochefort; giunto a Londra, dopo la disfatta della Comune, come prudhoniano, così come tutti i socialisti francesi “pensanti6 ”, si è completamente trasforma- to, attraverso i suoi rapporti personali con me e attraverso uno studio coscienzioso del Kapital. D’altronde, mio genero Longuet, rinunciando al suo posto di professore al King’s College, è ritornato a Parigi, dove è diventato uno dei redat- tori più influenti della «Justice» di Clémenceau, il capo del- l’estrema sinistra. Egli ha lavorato così bene che Clémenceau, che ancora nell’aprile scorso aveva pubblicamente preso po- sizione contro il socialismo, è appena passato dalla parte no- stra, nel suo recente discorso pronunciato a Marsiglia con- tro Gambetta, tanto come tendenza generale che nel detta- glio dei punti essenziali contenuti nel Programma minimo. Manterrà quanto ha promesso? Questo è del tutto indiffe- rente. In ogni caso egli ha introdotto il nostro elemento nel partito radicale, i cui giornali, cosa comica, lo ammirano come 2. In francese nell’originale. 3. Nel libro di Sorge si legge Questionneur anziché Questionnaire. Si tratta con ogni evidenza dell’articolo (non firmato) che è apparso in testa al n° 4 della «Revue socialiste» (20 aprile 1880) col titolo di “Inchiesta operaia”: contiene cento doman- de alle quali i lavoratori sono invitati a rispondere, in modo da compilare i “quader- ni del lavoro”. 4. In inglese nell’originale. 5. In francese nell’originale. – «L’Emancipation sociale», che uscì a Lione da ottobre a dicembre 1880, come organo quotidiano del “Partito operaio”, aveva Malon come redattore capo e Brousse e Guesde come collaboratori. 6. Wie alle “denkenden” französischen Sozialisten. – Marx dunque ignorava che l’In- ternazionale francese, sotto l’influenza di Varlin e di tanti altri, era nella sua gran- dissima maggioranza “collettivista” fin dal 1869? 8 something wonderful 7, per bocca di Clémenceau, cosa che essi si vantavano di ignorare o di respingere finché il Partito ope- raio era il solo ad affermarlo. “Non ho bisogno di dirti – perché tu conosci lo sciovinismo francese – che i fili segreti per mezzo dei quali i leaders, da Guesde e Malon fino a Clémenceau, sono stati fatti muove- re, devono rimanere entre nous. Non dobbiamo parlarne. Quando si vuole agire per lorsignori i francesi, bisogna farlo anonimamente, per non urtare il sentimento national 8”. Questa lettera ci fa assistere alla nascita del Partito sociali- sta francese, – si vede chi ne è stato il vero padre, – che si divise ben presto in parrocchie rivali alle dipendenze delle ambizioni dei capi, ma in tutte le fazioni si ebbe quella carat- teristica comune di cercare di dirigere i lavoratori sulla via del parlamentarismo. Era l’influenza tedesca – Marx lo costa- ta con orgoglio – che aveva fatto deviare il movimento, e la deviazione durò quasi un quarto di secolo. Ma, nonostante gli sforzi dei politici, i salariati di Francia, nella loro massa, non avevano dimenticato quelle verità ri- conosciute e proclamate dalla generazione precedente: “L’emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavo- ratori stessi”; - “L’emancipazione dei lavoratori non è un pro- blema nazionale, ma un problema internazionale”. Vivendo la loro vita di classe, essi proseguirono la lotta economica; e, mentre i parlamentari dedicavano tutta la loro attività a re- clutare un esercito elettorale, essi si organizzavano in rag- gruppamenti operai locali (Borse del lavoro) da un lato, in federazioni di mestiere dall’altro. Dall’unione di queste due organizzazioni nacque, nel 1895, la Confederazione genera- le del lavoro che, a partire dal 1904, si è posta, nella sua mag- gioranza, sul terreno del sindacalismo rivoluzionario. E che cos’è la Confederazione generale del lavoro, se non la continuazione dell’Internazionale? James GUILLAUME 7. “Qualcosa di meraviglioso”; in inglese nell’originale. 8. Le ultime tre righe, dopo “entre nous” compreso, fino alla fine, sono in francese nell’originale. (Briefe und Auszüge aus Briefen an F. A. Sorge und Andere, Stuttgart, 1906; p. 170). 9 INDICE DEL QUARTO TOMO SESTA PARTE La Federazione giurassiana: terzo periodo (Marzo 1876 – Aprile 1878) I. - Dal 18 marzo 1876 a metà maggio 1876. – In Italia: Com- memorazione del 18 marzo; apertura del processo degli internazionalisti italiani a Bologna (15 marzo): interroga- tori; deposizioni dei testimoni (il poeta Carducci, Aurelio Saffi, ecc.); requisitoria; lettera dei detenuti al Comitato federale giurassiano. - secondo processo degli internazio- nalisti di Roma, loro assoluzione (11-16 maggio). la sini- stra sale al potere, ministero Nicotera (fine marzo) – Com- memorazione del 18 marzo in Spagna. – Lettera pubblica di C. Beslay a Thiers riguardo all’amnistia; chiarimento tra Lefrançais e Beslay sul nostro «Bulletin» (aprile-mag- gio); - proposta di amnistia avanzata da Raspail alla Came- ra francese, respinta (18 maggio). – Commemorazione del 18 marzo in Belgio; il Consiglio regionale belga invia al- l’ambasciatore di Francia a Bruxelles una protesta contro i maltrattamenti inflitti ai deportati (aprile). – La stampa “popolare” in Inghilterra. – Il governo prussiano ordina la “chiusura provvisoria” del Partito operaio socialista e vieta le riunioni di questo partito. – Manifestazione socialista a San Pietroburgo ai funerali di Cernysev (aprile). – In Ser- bia, preparativi di guerra contro la Turchia. – Delegazio- ne operaia francese all’Esposizione di Filadelfia; protesta di vari trade-unionisti americani contro la delegazione, in quanto i lavoratori parigini sono dei comunisti; risposta del «Socialiste» di New York. – Congresso operaio in Mes- sico (marzo). – Riunione di delegati delle Sezioni giurassiane e di proscritti della Comune a Losanna, il 18 e 19 marzo; seduta di studi e meeting di propaganda. – A Berna, corteo organizzato la sera del 18 marzo dal Sozialdemokratischer Verein, associazione estranea all’Inter- nazionale; brutale aggressione contro i manifestanti, la ban- diera rossa viene strappata; varie associazioni operaie di Berna si dichiarano solidali coi manifestanti;