Casal Di Principe, Blitz Contro I Casalesi: 46 in Manette Per Racket E Gioco Online
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Casal di Principe, blitz contro i Casalesi: 46 in manette per racket e gioco online CASAL DI PRINCIPE (CE) – I Carabinieri di Casal di Principe (Caserta) hanno eseguito 46 misure cautelari nei confronti di 46 indagati ritenuti appartenenti a clan dei Casalesi. I provvedimenti sono stati eseguiti nelle province di Caserta, Napoli, Benevento, Viterbo, Parma, Cosenza e Catanzaro. Tra i destinatari anche l'ex boss Francesco Schiavone, detto Sandokan, e il figlio Walter. Scoperto un gruppo, riconducibile alla fazione Venosa-Schiavone del clan, che si occupava anche di racket di una piattaforma per il gioco online che imponeva agli esercenti. Il clan manteneva per se circa il 60% dei guardagni. I militari hanno scoperto, anche grazie alle rivelazioni del collaboratore di giustizia Raffaele Venosa, ex reggente del clan, tutte le attività illecite del clan che andavano dalle estorsioni allo spaccio di droga, dal riciclaggio al poker on-line. Il presunto gruppo criminale accusato di essere dedito, tra l'altro, alle estorsioni e alla gestione del gioco on-line, è riconducile alla fazione Venosa-Schiavone del clan dei Casalesi e secondo le indagini incassava quasi il 60% dei guadagni degli esercenti ai quali veniva imposta la piattaforma. Agiva prevalentemente nei comuni casertani dell'Agro Aversano. Le misure cautelari sono state emesse dal Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea. Le accuse contestate dagli inquirenti sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, ricettazione, estorsione, illecita concorrenza con minacce e violenza, intestazione fittizia di beni, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio e detenzione illegale di armi. CASALESI: ECCO IL BUNKER DEL BOSS MICHELE ZAGARIA. GUARDA LE FOTO di Christian Montagna GUARDA LA FOTO GALLERY IN FONDO ALL'ARTICOLO Caserta – Era il 26 luglio 2010 quando la polizia scientifica diffuse l’ identikit aggiornato del boss Michele Zagaria, storico capo dei Casalesi. Grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, il 7 Dicembre 2011 gli uomini della III Sezione della Squadra Mobile di Napoli lo arrestarono all’interno di un bunker di cemento armato costruito sotto un’ abitazione di Casapesenna. Eppure, il boss super latitante era stato cercato in tutta la nazione e all’estero ma l’omertà della gente aveva contribuito alla sua latitanza di anni. Le condanne. Il 19 giugno 2008, nel processo d'appello del maxiprocesso Spartacus, viene condannato alla pena dell'ergastolo, insieme ad altri componenti del clan dei Casalesi. Il 13 ottobre 2010 la Corte d'assise di Latina infligge a Zagaria l'ergastolo risultando il mandante dell'omicidio di Pasquale Piccolo, ucciso il 21 luglio 1988 a Gaeta. Il 15 ottobre 2010 riceve una nuova condanna all'ergastolo dalla Corte d'appello di Latina. La Polizia di Stato ha pubblicato le foto di quei bunker in cui si sono nascosti per anni latitanti, a cominciare da quello di Zagaria. Abbandonate però ogni immaginario collettivo, lusso, santini ed extra tecnologia non sono sempre gli ingredienti principali di queste abitazioni. Come si nascondono i superlatitanti? Come vivono, cosa fanno mentre le forze dell’ordine danno loro la caccia? Difficile stabilirlo ma con un po’ di immaginazione, attraverso le foto esclusive è possibile tracciare uno stile di vita tipo all’interno di quei bunker. Il bunker di Zagaria. Il rifugio bunker del boss dei Casalesi è stato “profanato” all’alba quando il latitante ormai privo di elettricità si arrese. All'operazione partecipò, inoltre, personale del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, della Squadra Mobile di Caserta e del Nucleo Prevenzione Crimine Campania . Considerato il “re del cemento”, aveva fatto anche della sua dimora una degna abitazione. Una scala a strapiombo nell’abitato incastrata tra due pareti permetteva l’accesso al bunker. Grandi stanze dotate di comfort; sul tavolo i libri sulla criminalità organizzata, alle pareti il poster di “Che” Guevara e in giardino la statua della Madonna. NAPOLI, CAMORRA: DURO COLPO AI CASALESI. 44 ARRESTI Redazione Napoli – Blitz anticamorra della Dia di Napoli. La Dia sta eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 44 persone, ritenute appartenenti al clan dei Casalesi. È in corso di esecuzione anche un decreto di sequestro preventivo di beni sul conto di cinque aziende nel settore della distribuzione dei giochi elettronici da intrattenimento per un valore complessivo stimato in 20 milioni di euro circa. Nel corso dell'operazione, sono stati sequestrati 3200 videopoker e slot machine, distribuiti tra le province di Napoli e Caserta da 5 aziende; il valore del sequestro è di circa 20 milioni di euro. Le indagini hanno rivelato anche la presenza del clan Russo non solo nella provincia di Caserta ma anche nel Napoletano, dove sono state arrestate 8 persone ritenute vicine ai Russo. C'è anche un noto fantino, Mario Minopoli, tra gli arrestati nel corso del blitz della Dia di Napoli nell'ambito dell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea sul gruppo Russo del clan dei Casalesi. Il fantino, che ha condotto il cavallo Madison Om, è accusato di averlo fatto pur consapevole che il cavallo era di proprietà di un esponente del clan. Rispondeva direttamente al boss, Massimo Russo, detto Paperino, esponente apicale della fazione Schiavone dei Casalesi, Mario Minipoli, driver conosciuto negli ippodromi nazionali e internazionali. A Russo, attraverso prestanome, era legata una soscieta' proprietaria di cavalli, la O.M. Srl che, nella sua scuderia, annoverava un trottatore baio maschio nato in Italia nel 2006, di pregio, Madison Om, 74 corse, ha totalizzato 15 vittorie e 35 piazzamenti, vincendo oltre 91 mila euro in premio. Il sulky era guidato quasi esclusivamente da Mario Minopoli. Il fantino, il 28 agosto scorso e' stato uno degli otto destinatari di un daspo singolare del questore di Cesena, dopo un sit-in di protesta all'ippodromo Savio del 27 giugno scorso a sostegno del mondo dell'ippica. NAPOLI: SEQUESTRATI 11 MILIONI AD IMPRENDITORE AFFILIATO AI CASALESI di A. B. Napoli – Sono stati sequestrati beni da 11 milioni di euro all’imprenditore di Aversa Francesco Grassia, di 70 anni. Secondo gli inquirenti l’uomo fa parte del gruppo di Michele Zagaria del clan dei Casalesi. L’imprenditore è stato arrestato dalla Direzione investigativa antimafia di Napoli che ha ottenuto il provvedimento dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Ma non è la prima volta che scattano le manette ai polsi per l’imprenditore poiché nel giugno del 2000 era stato arrestato insieme ad altri soggetti che sono considerati elementi di spicco della cosca: Dario De Simone, Francesco Biondino e Vincenzo Zagaria ed è stato accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Ma perché è stato arrestato l’imprenditore? Quali erano i suoi legami con il clan? L’imprenditore di occupava, secondo l’accusa, di riciclare il denaro delle attività illecite e forniva appoggio logistico agli affiliati, nascondeva armi, importava anche armi dalla guerra della ex Jugoslavia e riscuoteva il pizzo dalle estorsioni. All’imprenditore sono state sequestrate società ad Aversa, in particolare due imprese di costruzione; Aversa srl, Industria srl, Officine meccaniche Sessane srl, Barca srl, Maiora srl, Emmegi srl (con sede a Napoli). CASERTA, BLITZ AI CASALESI: RICHIESTO L’ARRESTO DEL DEPUTATO CARLO SARRO DI FI di Ch. Mo. Caserta – Una nuova ondata di arresti ha visto protagonisti gli storici casalesi, gruppo camorristico operativo nel casertano. I Ros hanno scoperto un sistema corruttivo all'interno degli enti che gestiscono i servizi idrici della Regione Campania oltre ad illeciti finanziamenti a politici locali. C'e' anche tra le tante custodie cautelari, una richiesta di arresto per l'onorevole Carlo Sarro, coordinatore provinciale di Forza Italia nel Casertano. Non sarebb il primo politico ad essere arrestato a Caserta per coinvolgimenti con clan camorristici: prima di lui, l'ex sindaco di Caserta Pio Del Gaudio, l'ex consigliere regionale Angelo Polverino, già destinatario di altre misure cautelari in diverse inchieste, e Tommaso Barbato. L’inchiesta. Secondo l’inchiesta condotta dai Ros, alcuni imprenditori presentavano false denunce per presunte estorsioni da parte di emissari del boss dei Casalesi, Michele Zagaria, con l'intento di “ripulirsi” dalla fama di persona collusa. Inoltre, in seguito all’arresto dello stesso Zagaria, la sparizione di materiale informatico nel suo covo sarebbe stata causata dagli esponenti del clan. L'indagine ha portato nel Napoletano e nel Casertano all'esecuzione di 13 misure cautelari nei confronti di esponenti e fiancheggiatori dei Casalesi, oltre al sequestro di beni per 11 milioni di euro. I reati contestati sono di associazione a delinquere di stampo mafioso, corruzione, intestazione fittizia di beni, turbativa d'asta e illecito finanziamento a partiti. NAPOLI, CASALESI: 10 ARRESTI PER ESTORSIONI A ESERCIZI COMMERCIALI di Matteo La Stella Napoli – L'operazione dei Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere ha portato all'arresto di 10 persone, ritenute affiliate all'"ala" Schiavone del clan dei Casalesi per un giro di estorsione che aveva colpito 350 aziende partenopee. Delle 10 misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura Antimafia, 7 sono state disposte in carcere e 3 in casa. Le accuse mosse a vario titolo nei confronti della decade sono di: associazione mafiosa, detenzione