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1 A mia madre, grazie di tutto il tuo aiuto.

2 3 Indice Introduzione...... 8

Capitolo 1 Introduzione sugli Etruschi ...... 10 1.1 Nove secoli di Storia Etrusca...... 10 1.2 L'origine genetica degli Etruschi...... 14

Capitolo 2 Cibo, Agricoltura ed Erbe Medicinali ...... 16 2.1 Cibo, Agricoltura ed Erbe Medicinali...... 16 2.1.1 Il banchetto...... 18 2.1.2 Le erbe medicinali degli Etruschi...... 18 2.2 Alimentazione e Convivio nei riti funebri...... 19 2.2.1 Uso di alcune piante nei rituali...... 20

Capitolo 3 La Confederazione delle Dodici Città ...... 21 3.1 I Lucmoni – la Dodecapoli Etrusca...... 21 3.2.1 Il ...... 22

Capitolo 4 La Lingua...... 23 4.1 L'enigma dei Pelasgi e degli Etruschi...... 23 4.2 La lingua25...... 24 4.3 La donna che tradusse l'Etrusco: Nermin Vlora Falaschi...... 25

Capito 5 Gli Etruschi Un Popolo Misterioso...... 29 5.1 Gli Etruschi Un Popolo Misterioso...... 29 5.2 La storia ciclica dimenticata...... 32

Capitolo 6 Il rapporto Degli Etruschi Col Metafisico...... 36 6.1 Conoscenza Arcaica...... 36 6.2 Luoghi Magici...... 38 6.2.1 Le Vie Cave...... 38 6.3 La porta di Agarthi...... 39

Capitolo 7 Nuove Scoperte...... 41 7.1 Piramidi Etrusche trovate in Italia...... 41 7.1.1 : Serie di piramidi scoperte nel 201237...... 41 7.2 Una città sotterranea di 5.000 anni fa scoperta in Cappadocia, Turchia38...... 42 7.3 Trovati in Africa i resti di una antica civiltà avanzata, di 200.000 anni, questi confermerebbero la teoria della storia ciclica...... 43

Conclusioni...... 44 Ringraziamenti...... 125 Bibliografia...... 126 Sitografia...... 128

4 Contents

Introduction...... 48

Chapter 1 Introduction To The Etruscans...... 50 1.1 Nine Centuries of ...... 50 1.2 Genetic origin of the Etruscans...... 54

Chapter 2 Food, Agriculture and Herbs...... 56 2.1 Food, Agriculture and Herbs...... 56 2.1.1 Banquet...... 57 2.1.2 Etruscan medicinal plants...... 58 2.2 Food and dining in funeral rituals...... 59 2.2.1 Use of some plants in rituals...... 60

Chapter 3 Confederation of 12 Cities...... 62 3.1 Etruscan Lucumonie – Etruscan Dodecapolis...... 62 3.2 Fanum Voltumnae56...... 62

Chapter 4 The ...... 64 4.1 The Enigma of and Etruscans...... 64 4.2 The language...... 65 4.3 The woman that translated Etruscan: Nermin Vlora Falaschi (1921-2004)...... 66 4.3.1 The Lemno ...... 68

Chapter 5 Etruscans Mysterious People...... 70 5.1 Etruscans Mysterious People...... 70 5.2 Forgotten Time Cycles...... 74

Chapter 6 Etruscan' Metaphysics...... 77 6.1 Archaic Knowledge...... 77 6.2 Magical Places...... 79 6.2.1 Vie Cave...... 79 6.3 The Gate of Agarthi...... 80

Chapter 7 New Discoveries...... 82 7.1 Etruscan Pyramids Found in ...... 82 7.1.1 Orvieto Series of pyramids mostly uncovered in 2012...... 82 7.2 Vast 5,000 year-old underground city discovered in Turkey's Cappadocia region...... 83 7.3 The remains of a 200,000 year old advanced civilization found in Africa confirms the cyclic history theory...... 83

Conclusion...... 85

5 Sumario

Introdução...... 89

Capítulo 1 Introdução sobre os Etruscos...... 91 1.1 Nove séculos de história etrusca...... 91 1.2 A origem Genética dos Etruscos...... 95

Capítulo 2 Alimentação, Agricultura e Ervas Medicinais...... 96 2.1 Alimentação, Agricultura e Ervas Medicinais...... 96 2.1.1 O banquete...... 97 2.1.2 Ervas medicinais dos Etruscos...... 98 2.2 Nutrição e Convívio nos rituais fúnebres...... 98 2.2.1 Uso de algumas plantas nos rituais...... 100

Capítulo 3 A Confederação Das Doze Cidades...... 101 3.1 Os Lucmones – a Etrúria...... 101 3.2 O Fanum Voltumnae...... 102

Capítulo 4 A língua...... 103 4.1 O enigma dos pelasgos e dos Etruscos...... 103 4.2 A língua etrusca...... 104 4.3 A mulher que traduziu o Etrusco: Nermin Vlora Falaschi (1921-2004)...... 105

Capítulo 5 Os Etruscos, Um Povo Misterioso...... 109 5.1 Os Etruscos, Um Povo Misterioso...... 109 5.2 CICLOS TEMPORAIS ESQUECIDOS...... 112

Capítulo 6 A Metafísica Dos Etruscos...... 116 6.1 Conhecimento arcaico...... 116 6.2 Lugares misteriosos...... 118 6.2.1 A s “Vie Cave”...... 119 6.3 A porta de Agartha...... 119

Capítulo 7 Novas Descobertas...... 121 7.1 Pirâmides Etruscas encontradas na Itália...... 121 7.1.1 Orvieto...... 121 7.2 Cidade subterrânea de 5.000 anos descoberta na região da Turquia na Capadócia...... 122 7.3 Os restos de uma civilização avançada 200.000 anos, encontrados na África confirmam a teoria da história cíclica...... 123

Considerações Finais...... 124

Agradecementos...... 125 Bibliografia...... 126 Webgrafia...... 128

6 SEZIONE LINGUA ITALIANA

7 Introduzione In tuscorum iure pene omnis Italia fuerat Quasi la gran parte d'Italia fu un tempo sotto il dominio Etrusco1.

La terra di Italia conobbe un popolo fenomenale che portò con se conoscenza, tecnica e sapienza fino ad allora sconosciute in questa area geografica. Un popolo che molto probabilmente venne dal Medioriente e seppe ritrovare se stesso dopo aver conosciuto fame e carestie. Un popolo altamente raffinato e amante della bellezza; quintessenza dell'evoluzione dei popoli di antichissima origine. Grazie non solo ad armi, acciaio e malattie2 che un popolo si sviluppa, ma per la fertilità del terreno, il cibo e le erbe medicinali. Non vi è popolo europeo che sia stato maltrattato quanto gli Etruschi, non c'è popolo, la cui identità sia stata così sistematicamente distrutta. Quasi come se la posterità si sia ripromessa di spegnere ogni traccia del ricordo di una nazione che un tempo scrisse, con la sua azione pionieristica, il primo grande capitolo della storia dell'occidente.3

Nel percorso di questa tesi si trovano alcuni punti salienti per iniziare a conoscere gli Etruschi: la storia, le abitudini alimentari, che tanto incidono sul destino di un popolo, il sentimento religioso, la lingua. Nel primo capitolo, con breve excursus, si percorrono nove secoli di storia; dalla fase villanoviana a quella orientalizzante, per finire alla “tabula rasa” imposta dai Romani. Il contributo a tutto tondo che dettero i Rasna4 ai Romani fu di tale forza e pressione che oggi non si può sostenere un discorso sui Romani senza riferirsi ai padri della cultura romana: gli Etruschi. Il secondo capitolo fa una panoramica sulle attività agricole, l'enorme fecondità del terreno in cui essi vivevano, i cibi, le bevande e i commerci. Termina poi portando a conoscenza le erbe medicinali che questo popolo affascinante riusciva a produrre e a procurarsi.

1 Catone II sec. d.C 2dall'omonimo libro di Jared Diamond, 1997. Giulio Einaudi Editore

3 Werner keller, da Civiltà etrusca, Garzanti, Milano 1999

4Rasenna o anche Rasna vengono menzionati da Dioniso di Alicarnasso I.30.3. o anche dal Cippo Perugino.

8 Il terzo capitolo è dedicato alla dodecapoli etrusca, al Fanum Voltumnae, che ancora oggi gli studiosi non sono riusciti ad individuarne il luogo esatto, molte sono le supposizioni. Nel quarto capitolo si va a guardare da vicino la lingua e le sue supposte origini, con particolare attenzione a dare onore alla grande Nemrin Vlora Falaschi, appassionata studiosa di lingua etrusca. Il quinto capitolo porta il lettore verso i misteri che circondano il popolo del tuono, della predestinazione, della natura dominata dagli idei e il loro volere. Ma non solo questo è l'aspetto dominante del capitolo: ci si confronta con la storia ciclica e i cicli temporali. Il sesto capitolo vuol introdurre al lettore il concetto di una conoscenza arcaica a tutte le antiche che si ritrovano spesso scritte nelle sacre scritture di tutte le religioni; dai Veda ai Libri della Bibbia, il grande diluvio e l'idea di una grande e unica civiltà divenuta molte. Poi nello specifico gli Etruschi e i libri mai ritrovati: Fulgurales, Haruspicini e Rituales. Le Disciplinae e la loro applicazione su tutte le cose. Il settimo capitolo si dedica alle nuove scoperte che stanno a confermare alcune ipotesi archeologiche: la storia ciclica, la monogenesi dei popoli ( le piramidi ritrovate nella ), la città sotterranea in Cappadocia, fonte di nuove ipotesi sull'esistenza di Atlantide o anche di popoli che vivevano nella terra; Agarthy.

9 Capitolo 1 Introduzione Sugli Etruschi

1.1 Nove secoli di Storia Etrusca5

Nono Secolo a.C.

Durante il nono secolo un nuovo popolo iniziò a conoscere gli albori della propria civiltà, le metropoli etrusche iniziarono a sorgere su aree dove vi erano già piccole società di uomini di natura chiamati Villanoviani. Gli abitanti erano stanziali, che vivevano in capanne di paglia e fango, si dedicavano all'agricoltura e alla pastorizia, in modalità prettamente elementari. Era loro costume cremare i morti e inumarli vicino alle proprie abitazioni. Non è conosciuto esattamente da dove gli Etruschi vennero, ma gli archeologi pensano che vennero dall'est del mediterraneo, probabilmente dall'Asia minore o dall'isola di Lemno. Sappiamo per certo che quando arrivarono in Italia portarono con se la civilizzazione e l'urbanizzazione. La loro civilizzazione partiva dall'Arno fino al fiume Tevere; fu proprio sul fiume Tevere, dove vi era un piccolo villaggio di una tribù chiamata Latini, che un giorno sarebbe sorta Roma. Ottavo Secolo a.C.

La civiltà etrusca arrivò al suo splendore durante questo periodo, le tombe erano già espressione del loro grande benessere. Verso la fine di questo secolo le relazioni commerciali con altri paesi del Mediterraneo iniziarono ad intensificarsi molto. La prova di questa espansione commerciale la si trova in un vaso egizio corredato di geroglifici che parlano del faraone Bocchoris (718/712 a.C.), ritrovato in una tomba nella Necropoli di . I Romani, che allora vivevano ancora in capanne durante lo splendore della

5 Storia degli etruschi -. , 2005, Laterza.

10 civiltà etrusca, erano a stretto contatto con gli Etruschi, la loro lingua, le idee, la religione e la civiltà; gli Etruschi furono la prima grande influenza sulla cultura romana. In greco Attico, gli Etruschi erano conosciuti come Τυρρηνοὶ (Tyrrenoi). Più tardi come Tyrsenoi, dal quale nome i Romani ne derivarono il nome Tyrrheni ( Etruschi), Tyrrhenia () e mare Tyrrhenium ( Mare Tirreno ). Tant'è che alcuni studiosi li associano con i Teresh ( i popoli del mare). La parola potrebbe essere associata all'Ittita Taruisa (gr. Tursha). Gli Etruschi chiamavano se stessi Rasenna o Rasna, ( che in sanscrito रसा significa “raggio di luce” “tuono”).

Settimo Secolo

Gli Etruschi vivevano in città-stato fortificate; queste città-stato formavano piccole confederazioni. Nel periodo più antico tali città-stato erano dominate da un monarca, ma furono poi sotto il dominio di oligarchie che governavano attraverso un consiglio e persone elette. Come i popoli vicini, gli Etruschi erano perlopiù una società agricola, ma avevano anche un forte esercito, che usavano per dominare i popoli vicini. Queste popolazioni dominate erano forzate a fare i lavori più duri in seno alle fattorie, così da permettere agli Etruschi di dedicarsi al commercio e all'industria. Tra il settimo e il sesto secolo gli Etruschi ebbero dominato la maggior parte d'Italia, inclusa Roma e le aree al di fuori della penisola.

Questo secolo è conosciuto come il periodo orientalizzante. Le comunicazioni con il resto del mediterraneo intensificarono enormemente. I Lucmoni aumentarono le proprie ricchezze, come se ne deduce dal ritrovamento di moltissimo oro e argento all'interno delle necropoli. Le città evolsero, iniziarono a costruire case dall'aspetto più moderno ed evoluto tecnicamente. Erano ormai genti sofisticate, con un alfabeto basato su quello Greco di Lemno, una potente tradizione scultorea e pittorea, una religione basata su dei antropomorfi e una serie complicata di rituali per la divinazione, che fu poi portata ai

11 Romani. Al contrario degli altri popoli del tempo, l'eguaglianza di genere era presente e pronunciata.

Sesto Secolo

In questo secolo la civiltà etrusca iniziò a far fiorire il proprio benessere e il proprio dominio sull'area del Tirreno. Molto del potere sulle città-stato passò nelle mani delle famiglie aristocratiche, e i principi-lucmone perdevano il loro monopolio. Una gran quantità di tombe a Tarquinia erano abbellite da affreschi di scene di banchetti, giochi, danze e cacciatori; tutti temi apprezzati dagli aristocratici Etruschi. Da un punto di vista commerciale diviene il centro dei commerci internazionali; vi si trovavano vasi Ateniesi, stoffe pregiate e ogni genere di bene. I primi grandi templi furono costruiti, il porto marino di Gravisca divenne famoso per gli scambi commerciali, che coinvolgevano mercanti dalla Grecia, dall'Asia minore e da Cartagine. Mentre gli Etruschi erano occupati a far crescere il proprio potere e si dedicavano al commercio con l'Oriente e l'Africa, una città a sud del loro territorio iniziava a crescere precipitosamente, una città che imitava gli Etruschi in ogni modo ad essi conveniente: Roma.

Quinto Secolo

Durante questo secolo l'ordine politico delle città- stato viene messo in crisi, molto probabilmente a causa di conflitti sociali. Questa crisi è ancor più accentuata a causa della sconfitta militare a Cuma nel 474 a.C. perpetrata dai Greci. La metà del secolo è caratterizzata da una stagnazione economica sottolineata da quasi la scomparsa di beni di lusso che si erano prima

12 importati dalla Grecia e dal mediterraneo. Il porto di Gravisca è quasi abbandonato. Da un altra parte però viene costruito il tempio di Pirgi, una chiara prova che l'economia etrusca era ancora in piedi.

Quarto Secolo

Dopo die ci anni di assedio, nel 396 a.C. la città Etrusca di Veio è conquistata da Furio Camillo. Questa è la prima città conquistata dai Romani. Vetere e Vulci ospitano artigiani Ateniesi che portano alla ricca produzione di vasi etruschi dalle figure rosse così tipiche di questo secolo. Questa epoca vede l'egemonia politica e religiosa di Tarquinia, che interviene senza esitazione in un conflitto interno accaduto nella città di . Durante la metà del secolo Tarquinia e Falerii Veteres combattono contro Roma, finisce senza vincitori una lotta durata quarant'anni (358 a.C.). si allea con Roma, ottenendo la civitas sine suffragio.

Terzo Secolo

Roma conquista Tarquinia (281 a.C.). Volsini, Vulci e Caere poco più tardi. I Romani fondano la colonia di (274 a.C.) nel territorio di Vulci, lasciando la metropoli Etrusca senza strada per il mare. L'espansione romana continua nel 265 a.C. con la conquista di Vetus (Orvieto). I Romani saccheggiano rovinosamente le aree conquistate e portano tutto a Roma. La città Etrusca è distrutta e i suoi abitanti si spostano a Volsinii Novi (). Una cosa molto simile accade alcuni anni dopo a Faleria. L'espansione romana è inarrestabile. Alla fine del secolo, durante la seconda guerra

13 Punica, nella battaglia di Cartagine, le città etrusche diventano leali alleate di Roma.

Secondo Secolo

Roma dopo aver vinto la battaglia con Cartagine diviene la dominatrice del mediterraneo occidentale. Le città Etrusche sono sotto il controllo dei Romani e le poche ribellioni degli Etruschi sono estinte facilmente. Nel 181 a.C. la colonia romana di Gravisca è fondata presso il porto di Tarquinia.

Primo Secolo

Nel 40 a.C. Ottaviano conquista, saccheggia e brucia () dove i partigiani di Marco Antonio si nascondevano. La battaglia è molto breve tra gli Etruschi e i Romani. Da questo momento l'Etruria è una provincia Romana.

1.2 L'origine genetica degli Etruschi

Erodoto scrisse che gli abitanti della Lidia furono sottoposti a un periodo di gravi carestie nell'area occidentale dell', “il loro re divise il popolo in due gruppi, così che una parte sarebbe rimasta e una sarebbe partita.

Egli rimase nella sua terra e suo figlio, , andò col gruppo che partiva”. Erodoto ci racconta che questo popolo fu il primo ad usare monete d'oro e d'argento. “ricco come Creso” era un modo di dire tra i Romani di allora. Creso fu il loro ultimo re. La storia di Erodoto potrebbe essere un mito o una leggenda, ma sappiamo

14 dalla ricerca genetica che gli antichi popoli della Lidia lasciarono la terra natia, viaggiando via Lemno, arrivando in Italia. Questo fatto ce lo dimostra una recente ricerca genetica chiamata “la variazione mitocondriale del DNA dei moderni Toscani prova che gli Etruschi siano di origine medio-orientale”6. E' interessante notare che una simile derivazione genetica ha trovato conferma in uno studio parallelo al precedente sul DNA dei bovini, pubblicata sul British Proceedings della Royal Society. Il DNA di questi animali, che si trovano nella regione dove abitavano un tempo gli Etruschi appartiene a quello dell'Anatolia e il Medioriente. Questo conferma l'antica convinzione di Erodoto, lo storico Greco, assieme alla conferma che anche la lingua etrusca viene da un area semitica, come ha scoperto il prof. Giovanni Semeraro. La ricerca genetica prova, senza ombra di dubbio, che gli Etruschi venivano da un area che oggi è la Turchia e che oggi i parenti genetici di tale popolazione, i Toscani e gli , si trovano non in Italia, ma in Turchia vicino l'Izmir.

6 Apparsa sul bollettino americano di genetica umana, nel febbraio del 2007-diretta dal prof. Antonio Torroni e il prof. Luca Cavalli-Sforza

15 Capitolo 2 Cibo, Agricoltura ed Erbe Medicinali

2.1 Cibo, Agricoltura ed Erbe Medicinali

“Quasi nessuna espressione culturale muta nel tempo più lentamente della tradizione alimentare di una popolazione”7

Diodoro Siculo 8 ci tramanda che la terra etrusca produceva ogni bene; notevole era l'ammirazione per la fertilità delle terre nel mondo antico: Tito Livio9 ritiene tra le più feconde d'Italia le terre etrusche e descrive la meraviglia dei Galli e dei Romani per le campagne d'Etruria. L'annalistica romana ricorda come, in tempi di carestia, nel corso del V sec. a.C. Roma si rivolse più volte ( 492, 440, 433, 411) al mercato etrusco per acquistare il grano. Tali risultati non erano dovuti solo alla fertilità del terreno, ma anche all'attenzione prestata ai campi e alle tecniche di coltivazione da parte degli agricoltori. Le famose Tavole Eugubine e un'iscrizione rinvenuta a ci tramandano i “Cuestur Fararies”, curatori e responsabili della gestione dei campi e del loro sfruttamento; inoltre da Varrone10 ci viene tramandata la notizia che le macine girevoli vennero inventate a Bolsena. Lo studio dei reperti paleobotanici ci fornisce la prova che la coltivazione di cereali in Etruria risale al II millennio a.C. La ricerca archeologica ha documentato alcuni interventi finalizzati alla bonifica e all'irrigazione delle campagne: canali sotterranei, la cui presenza si trova a , Caere e Veio.

7 Brecciaroli-Taborelli 2005, pag. 9. 8 Biblioteca Historica, V, 40, 3. 9 Nat. Hist. XXII, 3, 3. 10 in Plinio, Nat. Hist. XXXVI, 135

16 La data di passaggio tra la coltivazione di farro e quella di grano la possiamo cogliere attraverso una citazione di Verrio Flacco in Plinio11 , che ci racconta come Roma avesse consumato solo farro per anni; si passa così al pane vero e proprio. Gli autori ricordano che Tarquinia, Caere, , Arezzo, Perugia, Chiusi, Roselle avessero frumento in eccedenza, tanto da utilizzarle come indennizzo di guerra nel 308 a.C. dopo il conflitto con Roma e poi rifornendo Scipione nel 20512 Le colture estensive di grano si accompagnavano a quelle intensive di vite e ulivo (VII sec. a.C.) tanto da convincere i galli a invadere la penisola. L'utilizzo dell'olio e del vino entrarono presto a far parte dell'uso delle classi più abbienti; elemento primario dei banchetti. Non è da escludere una forma di allevamento atipico che garantisse un maggiore utilizzo in vita dell'allevamento degli animali. Anche gli alberi da frutto erano particolarmente curati per ottenere una produzione abbondante, gli Etruschi impararono presto dai Greci l'arte di migliorarne lo sfruttamento e importando alberi come l'albicocco, il cedro, il ciliegio, il cotogno, il mandorlo, il pero e l'uva. Da Perugia provenivano le allora famose ciliegie rosse di Apronius, a famose furono il pero, il fico, il corniolo, il nocciolo e a Bolsena il corniolo, la prugna selvatica e il nocciolo.

Inoltre conosciamo dalle pitture tombali la presenza di melograni e uva nera, fichi e meli, infine le olive ad uso alimentare. Caccia e pesca non erano da meno; da Virgilio sappiamo che gli Etruschi erano abili cacciatori13 , l'arte etrusca ci tramanda scene di caccia, che ci mostrano quanto fosse diffusa questa attività sin dall'epoca villanoviana. 14

11 Nat. Hist. XVII, 62 12 Livio IX, 41,5 13 Aeneides, VII, 651-78; XI, 686 14 Trad. Dal libro “L'alimentazione degli Etruschi” Cocomazzi F.L.

17 2.1.1 Il banchetto

La scena del banchetto è uno dei generi più ripresi dall'iconografia etrusca. Tutti abbiamo ben presente la figura dell'aristocratico sdraiato sulla kline, il letto conviviale, oppure quella della coppia di commensali, sia tra le pitture tombali sia nell'arte scultorea delle urne/sarcofagi. Posidonio ci racconta “ si apparecchiano tavole sontuose due volte al giorno, si dispiegano tappeti fioriti e coppe d'argento di ogni tipo e assiste una moltitudine di schiavi di bell'aspetto, vestiti con abiti lussuosissimi” Il ritmo del banchetto era scandito dal susseguirsi di pietanze, all'incirca come una cena odierna, i primi erano di norma a base di zuppe o minestre di farro, a seguito vi erano le carni e qui si interrompeva la fase principale del banchetto al quale seguivano frutta e dolci. Il tutto accompagnato da vino mescolato a miele e spezie. Probabilmente vi erano musici e saltimbanchi e danzatori presenti per allietare I commensali. Nell'antica Roma e in Grecia la presenza della donna in tali riunioni dava scandalo, le donne Etrusche venivano spesso rimproverate per la loro “scostumatezza” . Teopomo disapprova che esse banchettano accanto, non ai propri mariti, ma al primo che capita. Sono anche grandi bevitrici” in verità non erano cos'è licenziose ma grande era il clamore che recavano alla cultura ginorepressiva dei romani e dei greci. Gli Etruschi erano anche molto famosi per mangiare esageratamente, tanto da fare dire a Catullo che “ aut porcus Umber aut obesus Etruscus” e Virgilio li definisce “pinguis... Tyrrhenus. “

2.1.2 Le erbe medicinali degli Etruschi In un recente articolo intitolato “Erbe medicinali etrusche”15 Kyle P Johnson della New York University ha portato a conoscenza undici piante, conosciute nell'antichità, appartenenti alle pratiche religiose degli Etruschi. Queste piante erano: Valeriana, Arum Arum Italicum, la primula rossa, le primulacee, la genziana, le Asteracee, il timo volgare, tanacetum vulgare, la rubiacea, l'asteracae, la rubiacae, solanacae, le smilacaceae. L'autore concluse che “ulteriori studi sull'uso di queste

15vol. 5, Etruscan News, http://www.umass.edu/etruscannews/

18 erbe potranno rivelare di più sulla religione etrusca e l'uso delle erbe medicinali”. E con questo fine sembra logico identificare non solo la visione erboristica di queste undici piante, ma anche l'opinione moderna della conoscenza scientifica.

2.2 Alimentazione e Convivio nei riti funebri I secoli ottavo fino al quinto a.C. furono un periodo di crescita culturale in Etruria, canalizzati da un economia e un commercio marittimo attivi. Questa epoca è generalmente considerata essere il tempo in cui i Greci importavano molto della loro cultura agli etruschi e davano alla cultura etrusca il suo colore ellenico distintivo. Visto che ancora vi sono pochi ritrovamenti nei siti scavati, questa influenza si nota solo in alcune tombe dove gli elementi stranieri sono stati trovati, inclusi suppellettili e scene di banchetti dipinti con molti elementi greci. La presenza di questi elementi fu nel passato interpretata come se gli Etruschi si facessero invadere dalla cultura greca. Invece, come Bruno D'agostino conferma16 “ nell'antico mondo mediterraneo il momento della morte è occasione nella quale la comunità a rendere espliciti i propri sistemi di valori...”E le immagini funerarie sono la descrizione propria di se stessa. Così, come dimostrato dalle loro tombe, gli Etruschi assorbirono degli elementi culturali greci e del medio-oriente e li adattarono per il proprio uso in seno alle tradizioni. La civiltà etrusca si basava sul commercio, l'agricoltura e vaste risorse minerarie. Il suo territorio conteneva pianure e colline e la terra era molto buona per avere le prime necessità dell'antichità: grano, uva, olive e lino come anche animali. “La ricca terra etrusca”, che Livio descrive, permise agli Etruschi dell'età del bronzo a produrre un economia autonoma benché avessero contatti coi Micenei e le genti degli Appennini. L'economia etrusca crebbe grazie al commercio marittimo, esportando materie prime e beni di necessità. Così stabilirono con i vicini popoli scambi di ogni genere, anche per porli nelle loro tombe. Benché si possa solo esplorarle, vi sono alcune cose che possono essere dette sugli Etruschi. Seguendo la teoria di D'Agostino, il cibo e il convivio è qualcosa che gli Etruschi sentivano come importante nella propria società, tanto da includere nelle tombe beni e immagini sin dall'età del ferro. Durante il periodo orientalizzante e arcaico nuovi metodi di celebrare questo tema furono introdotti dal medio oriente e

16 “Il mare, la morte, l'amore. Gli etruschi, i greci e l'immagine” Cerchiai Luca; 1999, Donzelli

19 dalla Grecia, inclusi vari stili di banchetto. Come l'economia cresceva crescevano accanto ad essa nuovi stili di convivio. Gli Etruschi usavano occasionalmente queste maniere per partecipare ai rituali stranieri di convivio, come il simposio, ma anche usando lo stile etrusco locale. Da ciò possiamo vedere che l'enfasi del rituale funerario sul cibo e il convivio era un enfasi Etrusca, più che un influenza straniera. Gli elementi stranieri e gli stili trovati nelle immagini funerarie etrusche e gli oggetti funerari non erano messi lì a causa di un invasione culturale, ma perché gli Etruschi li usavano per esprimere le loro tradizioni culturali. Come visto attraverso gli studi sul cibo e il convivio, gli Etruschi erano cosmopoliti che integravano la propria distinta identità culturale nel più largo mondo mediterraneo interagendo coi Greci, i Fenici e altre genti.

2.2.1 Uso di alcune piante nei rituali Per quanto riguarda gli Etruschi, sappiamo che portarono con se il nocciolo in Italia17 (origine mediterranea, balcanica) come pianta magica e la utilizzarono come pianta esoterica associata alla madre terra, alla fertilità, per la protezione, guarigione e saggezza. Infatti è per queste ragioni che i rabdomanti Etruschi adottavano rami biforcuti di nocciolo, perché i suoi poteri avrebbero portato a luoghi energetici, dove solitamente passava l'acqua sottoterra. Per gli Etruschi l'albero di sorbo (Asia minore) fa parte delle divinità Catoniane; vi erano rituali e culti per le divinità sotterranee e la personificazione di dei attraverso eventi sismici e vulcanici. Il legno del sorbo era usato dagli Etruschi per la produzione di molti oggetti domestici e per tenere lontane le energie negative. L'ingestione del suo frutto favoriva la possibilità di trovare chiarezza nella vita, la comunicazione con piani eterici e protezione dalle energie negative e dalla paura. Il legno del sorbo quando riscaldato sul fuoco può essere piegato, così era possibile creare zangole, diverse forme in legno per fare il formaggio, o anche per farne bastoni per i pastori. Inoltre, era usato come talismano per proteggere la persona dai fulmini e dalle influenze negative. Infine le sue applicazioni raggiunsero anche attività come la navigazione. Il sorbo era considerato un grande protettore per le mareggiate; pezzi di questo legno erano attaccati a parti della chiglia barca

17 http://www.battifolle.it/etruschi.html

20 Capitolo 3 La Confederazione delle Dodici Città

3.1 I Lucmoni – la Dodecapoli Etrusca

Come già detto la civiltà Etrusca viene alla luce nel nono secolo a.C. mentre l'età del ferro era in atto. Oggi possiamo ancora ammirare le rovine etrusche e attraverso esse possiamo cercare di seguire e ricostruire la loro storia. Questo popolo costruì molte città stato che più avanti nel tempo permisero loro di espandere il dominio. I Lucmoni erano i governanti, titolo onorifico dato ai loro re. Gli stati quindi erano chiamati Lucmonia. Molti etruscologi pensano che vi erano dodici città-stato, una confederazione, tale lega fu fondata molto probabilmente per stabilire un legame, più religioso che politico. Ogni anno vi era un incontro di queste città presso il Fanum Voltumne, un luogo probabilmente sito vicino Volsini.

Durante codesta occasione i rappresentanti delle città eleggevano il leader della Federazione e si discuteva di problemi riguardanti la politica e l'economia, benché le città fossero in competizione tra di loro. Quest'ultimo problema fu inevitabilmente il lato debole di questa civiltà nei confronti di nemici esterni. Sin dal quinto secolo a.C. l'ordine politico fu basato sulla monarchia, dove gli aristocratici facevano da padroni. Più avanti nel tempo la democrazia prese il sopravvento. Riguardo la dodecapoli e la lega non ci sono tracce certe della loro presenza e nemmeno si sa con certezza quali fossero queste città. Tutto quello che sappiamo viene raccontato dagli storici romani. Presumibilmente le prime città furono Veio, Caere, Tarquinia, Vulci, Roselle, , , Volsini, Chiusi, Perugia, Arezzo e Volterra.

21 Nel tempo alcune città persero territorio, mentre altre crebbero e si sostituirono alle originali, divenendo parte della Dodecapoli. Tra esse si ricordano Falerii, e .

3.2.1 Il Fanum Voltumnae18

Il santuario maggiore Etrusco era chiamato Fanum Voltumne ( Tempio ) fanum significa luogo sacro, un significato più ampio di un solo tempio. Molte sorgenti parlano alla lega “dei dodici popoli” d'Etruria. Il fanum era sito in un luogo scelto come omphalos ( ombelico sacro), il centro geografico e spirituale dell'intera nazione etrusca. Plinio, nel descrivere le città e i popoli dell’Etruria al tempo di Augusto, parla di VESENTINI, antichi abitanti della città Etrusca di VESENTUM, situata sulla sponda meridionale del Lago di Bolsena, sul colle che da essa ha ereditato il nome di Monte Bisenzio. Tito Livio, lo storico Romano menziona il nome Fanum Voltumne per cinque volte nelle sue opere e indica “..Apud Volsinios..” come il luogo dove il santuario si trovasse. Gli storici hanno cercato il Fanum dal 15° secolo, ma l'esatto luogo ancora non si conosce, benché si pensi stia vicino a Orvieto o Bolsena. Livio descrive gli incontri che avevano luogo presso il Fanum. Egli si riferisce particolarmente a un incontro nel quale due gruppi fecero richiesta di assistere la città di Veio in una guerra che stava intraprendendo. La risposta del consiglio fu no, poiché Veio aveva dichiarato guerra senza prima renderlo noto al consiglio. Tito fu l'unico che parlò del Dio Voltumna, mentre Marco Terenzio Varro indica un principe-dio dell'Etruria. Properzio, il poeta latino, parla di un Dio Etrusco portato a Roma da Velzna (la città di Orvieto). Purtroppo nessuno ci indica con esattezza dove fosse il Fanum.

18 Fanum Voltumnae: Parliament of the Etruscan League. World 2007 Issue 26

22 Capitolo 4 La Lingua

4.1 L'enigma dei Pelasgi e degli Etruschi L'enigma che riguarda I Popoli del Mare e il marchio che lasciarono all'età del bronzo ha messo a dura prova gli studiosi per secoli. Questa confederazione di tribù che passarono grandi difficoltà per superare le prove di una vita durissima fino ad arrivare alle ricche terre d'Egitto e ai lidi italici. Gli studiosi conoscono la loro storia dai racconti dei loro nemici, per ora nulla ci arriva direttamente da essi. I Pelasgi, antichi popoli, antenati di tutti i popoli indoeuropei, arrivarono in Europa e portarono cultura e conoscenza19. L'alfabeto di questo misterioso popolo è chiamato Pelasgico; Diodoro Siculo ci informa che i poeti Preomerici si esprimevano solo con quell'alfabeto e ci dice che per almeno dieci secoli usarono solo questo alfabeto. Ancora Diodoro ci racconta che furono i primi a portare il proprio alfabeto in Italia. Anche Plinio il Vecchio conferma le informazioni di Diodoro. “ viene detto che i primi abitanti dell'Italia furono i Pelasgi” Dagli autori antichi si apprende che prima dell'arrivo dei Greci, quei territori erano conosciuti come Pelasgia, numerose sorgenti storiche dicono che i Greci impararono dai Pelasgi non solo l'arte di lavorare i metalli e della costruzione delle mura, ma anche il modo per migliorare la propria scrittura e fecero delle loro divinità le proprie. Pausania20 dice: “Molte popolazioni, specie le Pelasgiche, dettero al paese il proprio nome. Ancora Pausania21 afferma: “Gli arcadi raccontano che Pelasgo fu il primo uomo nato in Arcadia. Sin da quando Pelasgo divenne re, il paese fu chiamato in suo onore Pelasgia”. Pindaro22 dice:

19 I popoli del mare: Guerrieri dell'antico mediterraneo, Edizione Rivista. Londra :Thames and Hudson.

20 Arcadia, VIII, 1,4,6

21 Arcadi, VIII 1,4,6 22 Carminia, Fragmenta Selecta, I, 240

23 “portò un bel regalo il divino Pelasgo, la terra fece il primo essere umano, nacque in Arcadia, prima che la luna fu”. Omero menziona i Pelasgi come alleati dei Troiani23, e narra che Achille pregò il Dio Pelasgico di Didone” (Iliade, II). Omero li chiama anche come il popolo di Creta24. Eforo, lo storico, racconta di un libro di Esiodo che attesta della tradizione di genti appartenenti ai Pelasgi in Arcadia e sviluppa la teoria che erano popoli guerrieri, nativi di una terra annessa e che colonizzarono tutta la regione della Grecia, nella quale l'autore antico parla che avevano conquistato gli Elleni e avevano stretti legami di sangue coi Tirreni, cioè gli Etruschi. Il legame tra queste genti e l'alfabeto si trova nella stele di Lemno, ove il suo alfabeto è identico a quello Etrusco. Gli Etruschi secondo l’uso dei Romani, subirono la “Damnatio memoriae” che consisteva nella “tabula rasa”, o distruzione totale, della civiltà Etrusca; dei loro usi,costumi, leggi, letteratura e perfino il ‘ricordo’ degli stessi. Perciò oggi non si trovano i loro preziosi libri.

4.2 La lingua25 Gli Etruschi produssero molti libri, benché solo un esempio sia arrivato a noi (in una forma altamente danneggiata, che fu utilizzata per fasciare una mummia Egizia). Anche dopo che il Latino ebbe sostituito l'Etrusco alcuni Romani ancora studiavano l'Etrusco, benché la conoscenza della lingua pare sia morta attorno il 100 d.C. Sembra che l'Etrusco faccia parte delle lingue tirrene legate ai Minoici e agli abitanti di Lemno. La famiglia linguistica apparterrebbe a una lingua pre- indoeuropea, che si trova presente dall'Egeo all'Anatolia (turchia odierna) e dalla Grecia fino alla penisola Italiana, fino ad includere alcune antiche lingue Raetiche delle Alpi. Negli ultimi anni vi è stato un largo consenso sempre crescente sulla connessione Etrusco-Tirrenica e il lavoro sta continuando su tale fronte. Questo lavoro è interdisciplinare. Ad esempio gli studi sul DNA, che

23 Iliade, II, 840-843 24 Odissea, XIX, 117

25 Helmut Rix ed. Roger D. Woodard (Cambridge University Press, 2008), pp. 141-164. “l'etrusco nelle lingue antiche d'europa,

24 dimostrano l'origine anatolica degli Etruschi, confermano i racconti di Erodoto. Più di 10.000 iscrizioni etrusche sono state trovate. Le parole possono essere pronunciate, ma ancora gli studiosi non sono sicuri del significato. Sembra che nessuna opera letteraria sia sopravvissuta, benché vi siano prove dell'esistenza di letteratura storica e religiosa e di opere teatrali.

4.3 La donna che tradusse l'Etrusco: Nermin Vlora Falaschi

Nermin Vlora-Falaschi nacque a Tirana nel 1921, dove fu cresciuta fino all'età di 17 anni, quando si sposò con un italiano e si trasferì in Italia. In Italia iniziò a lavorare con le traduzioni e tradusse molte lingue verso l'Albanese. Si laureò poi in scienze politiche e questo le proferì la possibilità di acquisire maggiore conoscenza. La Falaschi parlava molte lingue, e questo la portò a confrontarsi e a tradurre l'Etrusco verso l'Albanese e ad interpretare anche il "Cippo Perugino", una stele di pietra tombale. Scrisse molti libri, tra i quali è importante ricordare "L'Etrusco Lingua Viva" Nermin dichiarava che gli Etruschi erano Pelasgi, essendo i Pelasgi antenati degli Illiri che a loro volta erano antenati degli Albanesi. Morì nel 2004, lasciando una grande eredità culturale.

In un sarcofago si trova un epigrafe che così recita:

25 La Falaschi tradusse semplicemente verso l'Albanese

“la nave è per noi fierezza, libertà”

E ancora:

“Sopporta il tuo dolore e piangi, se ciò allevia l'angoscia, ma lascialo andare alla calda terra, a l l a g r a z i a celeste e al supremo Dio”

La stele di Lemno Al fine di verificare la Monogenesi delle lingue, che viene supportata da eminenti studiosi, nel Museo Archeologico di Atene c'è una stele che è molto antica e che contiene una scritta bustrofedica con l'alfabeto Pelasgico ed esprime un lutto che

26 spezza il cuore.

Traduzione della Falaschi della stele di :

LUTTO, siamo in lutto completo angoscia, sfortuna donne coperte con veli neri. Dolore ha dato alla comunità, Ah! Egli appartiene al nostro popolo , Oh! Egli è stato strappato via da noi, che vergogna. Ma dare la colpa a cosa, questo disastro? freddo è il tuo trono d'oro, Oh! Della sua fama eravamo orgogliosi, Oh! Dolore, dolore nel mondo, Siamo finiti insieme a lui, noi siamo decapitati. Questa sofferenza è apparsa a noi improvvisamente, Oh! Purtroppo, chissa 'per' quale colpa? Oh! Era il nostro parente, Perche ' ci ha colpito con tanta sofferenza? Nel dolore e nella disperazione, Oh! Le lacrime ci soffocano, Oh! Egli, che ha accompagnato il nostro popolo, Per quale colpa, ora egli ci spegne? Oh! Oh! Oh! era prezioso, Ferite di coltello, oh disgrazia, Ha sofferto così tanto. In silenzio, non ha mai pronunciato un insulto! Oh! Oh! Tu, Parente, ci hai decapitato , Oh!

27 Tu, grande afflizione, ci fu data, Ah! Oh!

Trad Falaschi: ” Lo dedicai agli esseri celesti quando ancora ero in vita”

Diversi studiosi sostengono la tesi della monogenesi delle lingue, in particolare in questi ultimi due secoli: Alfredo Trombetti, Elia Lattes e Francisco sono stati citati come gli Italiani validi sostenitori di questa tesi, oltre che per l'Illirico, per l'origine delle popolazioni italiane. Oltre ai citati autori, ci sono anche altri studiosi da tutto il mondo, che sostengono questa tesi. Un merito particolare va al prof. il Zacharie Mayani, docente alla Sorbona, che negli anni '70 pubblicò 3 grandi volumi al fine di sostenere che la lingua etrusca può essere compresa solo attraverso la lingua Albanese. Al fine di verificare la veridicità della sua scoperta, ha studiato l' Albanese. Dai tre volumi pubblicati da Mayani si legge: “Les Etrusques Commencent un Parler; Les Etrusques Parlent; La fin du Mystere Etrousque”. In ogni caso, colui che per primo ha lanciato e diffuso l'idea della monogenesi delle lingue fu Sir William Jones (1746-1794), famoso orientalista che, alla fine della sua intensa vita, sapeva 28 lingue.

28 Capitolo 5 Gli Etruschi Un Popolo Misterioso

5.1 Gli Etruschi Un Popolo Misterioso

Fra gli Etruschi…e noi [Romani] c’è questa differenza: noi riteniamo che i fulmini scocchino quando c’è stato uno scontro di nuvole, essi credono invece che le nuvole si urtino per far scoccare i fulmini. Infatti, dal momento che attribuiscono ogni cosa alla divinità, essi sono convinti non già che le cose abbiano un significato in quanto avvengono, ma piuttosto che avvengono perché debbono avere un significato” Seneca26.

Il rapporto molto stretto con il magico che avevano gli Etruschi li portò a studiare e decodificare il magico, grazie a norme e discipline come la numerologia e l'astrologia. Per esempio essi dividevano il Paradiso in 16 case astrologiche. La divinazione della “Madre Terra” neI culto della natura, il legame tra le “Vie di Pietra”celtiche e le Vie Cave etrusche, direttrici di quel magnetismo terrestre che avrebbe condotto alla conoscenza, sono solo alcune delle somiglianze inspiegabili tra antiche civiltà così lontane nel tempo e nello spazio. È proprio dall’osservazione delle “Vie Cave”, enormi precipizi, nascosti nella vegetazione e scavati con il solo aiuto di scalpelli e piccoli martelli, che potrebbe dare un aiuto a capire il mistero degli etruschi. Uno squarcio profondo trenta metri, scavato nelle profondità di quella Terra che gli Etruschi consideravano sacra27. Secondo John Feo, forse l'unico ad aver approfondito, benché tacciato di “eretico”, il tema delle Vie Cave, si potrebbe associare quest?ultime ai così detti Dromi ( corridoi funerari di accesso alle tombe). Ambedue tagliate nella roccia, con un uso collettivo e comunitario nel caso delle vie cave. Non per nulla la magia e la divinazione erano molto estese su tutti i cammini

26 Seneca, Nat. Quaest., 2, 32 27 da astrambiente.com

29 dalla vita, così tanto da definire gli Etruschi i padri della “superstizione”. In fine, se ci concentriamo, il mondo degli Etruschi era pieno di timore reverenziale e di adorazione per la terra, la continuazione di questa spiritualità si può intuire nelle Vie Cave proprio come vie Sacre. Perché chiese templari ed eremitaggi sono sorti nelle loro vicinanze? E come mai alcuni credono che, ancora oggi, questi luoghi abbiano un “potere” particolare, tanto da celebrare al loro interno riti di iniziazione spirituale? La spiegazione del mistero sarebbe da cercare nell’origine dei riti e dei miti etruschi. La dea creatrice per gli Etruschi è , la Madre Terra. Il suo potere sacrale ispira tutta l’arte etrusca, terrena e ultraterrena. Secondo la leggenda, è il primo re-sacerdote Tarkun a ricevere gli insegnamenti sacri direttamente da un essere soprannaturale: , fanciullo con voce da anziano, che sorge dal solco di un aratro nella Terra. Tages, prima di inabissarsi nel sottosuolo, detta a Tarkun e ai dodici sacerdoti etruschi (i Lucumoni) i Libri Acherontici: testi sacri sul viaggio delle anime oltre il fiume dell’Aldilà, verso il regno sotterraneo di Ade e Persefone. E’ il libro dei morti etrusco, la via d’accesso al mondo dei morti. Per gli Etruschi esisteva dunque nel sottosuolo una divinità dispensatrice di forza e conoscenza. Tutto il loro culto della Terra è la penetrazione fisica e rituale del mondo sotterraneo, alla ricerca di sapere e di potere sacro. Ma c’è un’altra civiltà arcaica che onora lo stesso culto: sono gli Inca dell’antico Perù. L’oscuro regno sotterraneo di Ukupacha è analogo al regno dei morti etrusco, e il suo signore,Washarinka, quando viene evocato dai sacerdoti Inca emerge, come Tages, a dispensare potere e conoscenza. Ma questa non è l’unica analogia tra le due civiltà… Le vie cave sarebbero, per alcune teorie, cammini sacri, passaggi rituali che conducevano dalle città dei vivi a quelle dei morti. La loro profondità sarebbe servita a renderli più vicini al sottosuolo, a contatto con quella che gli Etruschi consideravano la fonte diretta del potere sacro. In che modo questa ipotesi sarebbe allora legata alla scomparsa degli etruschi? La mappa delle vie sacre finora rinvenute mostra come la loro distribuzione sembri obbedire ad un grande disegno geometrico. E’ come se tutte le vie cave

30 convergessero verso un preciso centro geografico: il lago di Bolsena. Velzna era l’antico nome dell’attuale Bolsena, il più grande lago vulcanico d’Europa. Intorno al lago sorgeva il Fanum Voltumnae, il più importante bosco sacro dell’Etruria, dedicato alla dea dell’acqua. Il lago fu scelto dai sacerdoti come omphalos, cioè ombelico sacro di tutta la civiltà etrusca. Qui, una volta l’anno, i dodici Lucumoni si riunivano per celebrare l’unità spirituale del popolo etrusco28. Al centro del lago sorgono due isole: la Martana e la Bisentina. Quest’ultima era considerata dagli Etruschi un’isola sacra, il vero cuore geografico e spirituale di tutta la “nazione” etrusca. Il maggiore tempio sacro, però, non è mai stato ritrovato e testi antichi fanno pensare che fu probabilmente occultato dagli stessi sacerdoti, insieme alle sue torri d’oro e ai suoi tesori segreti. Il lago di Bolsena ha però una somiglianza impressionante con l’andino Titikaka, lago sacro e centro spirituale della civiltà Inca. Anche sul Titikaka affiorano due isole, e anche lì, gli Inca ne scelsero una come loro ombelico sacro. Sotto le sue acque, i sacerdoti ritenevano infatti che abitasse lo spirito di Washarinka. Per entrambe le civiltà, dunque, l’isola sul lago rappresentava la porta di comunicazione con loscuro e sacro mondo dell’aldilà. Proprio come per gli Inca, alcuni pensano che una parte del popolo etrusco possa allora aver deciso di scomparire inabissandosi nel sottosuolo. In quest’ipotesi fantasiosa, l’Isola Sacra Bisentina rappresenterebbe uno degli accessi alla mitica e favolosa Agarthi. Livio29, pur nominando più volte il Fanum, non ne fornisce l’esatta ubicazione: “Così, le due città, inviati gli ambasciatori ai dodici popoli chiedendo che fosse indetto un concilio di tutta l’Etruriapresso il Fanum Voltumnae…”; “Le assemblee per stabilire se muovere guerra si tennero presso Volsci ed Equi e in Etruria, presso il Fanum Voltumnae…”; “essendosi tenuto un grande raduno degli Etruschi presso il Fanum Voltumnae…”.

Presso il Santuario di Voltumna si svolgeva “ogni primavera, il congresso federale delle 12 città etrusche.Il congresso prendeva prima in esame gli affari comuni di carattere generale, e quelli di politica estera, deliberava la pace e la

28 De Grummond and Nancy Thomson (2006).mitologia etrusca, storia sacra e legende: un introduzione.

29 Livio, Ab Urbe condita, IV, 23, 25, 61; V, 17, VI, 2.

31 guerra…” Nel tempio di Voltumna veniva affermata l’unità della nazione… della lingua, e, soprattutto, della comune fede religiosa… Il FANUM VOLTUMNAE, espressione viva dell’unione e della fede del popolo etrusco, non cessò mai, anche dopo la conquista romana, di rappresentare il ‘cuore’ dell’Etruria…”.30 Gli scritti etruschi, molto diffusi e apprezzati, purtroppo sono tutti andati persi, tra incendi di biblioteche e censure inquisitorie. Chissà se qualche antico scritto nascosto in qualche collezione privata, o negli archivi vaticani potrà mai svelarci i segreti di un popolo così misterioso? Un solo grande mito etrusco è giunto integro ai nostri giorni: il mito di Tages (Tagete). Un bambino super-sapiente, Tages nasce da un solco d’aratro, tracciato da Tarkun (Tarquinio), il mitico fondatore di Tarquinia. Non appena Tages comincia a parlare, accorrono i Lucumoni , i sacerdoti etruschi, per trascrivere le parole del “genio della terra”. Nato dalla Madre Terra, come il suo omologo Erictonio (il serpente era il simbolo della dea della terra), Tages probabilmente dettò nei suoi libri sacri, i libri Tagetici, temi relativi al mondo del quale era l’araldo, il mondo sotterraneo e terrestre. Per questo i libri furono anche detti “Acherontici”, in riferimento al fiume infero che conduceva nel mondo sotterraneo degli dei della terra: Aita e Phersipnai. Parole che andranno a costituire i “Libri Tagetici” o “Acherontici”, andati purtroppo perduti. Gli Etruschi come gli Indiani d’America adoravano la Madre Terra. Scavavano vaste aree sacre rupestri, labirinti ipogei e monumentali necropoli, quasi a voler penetrare fisicamente e ritualmente nelle profondità del mondo sotterraneo. Queste storie hanno in comune un credo: l’adorazione della Madre Terra, ma anche qualcosa che forse non comprendiamo più perché abbiamo perso la” memoria” di un tempo in cui conoscevamo tante cose. Forse se riuscissimo ritrovare i ” Libri Tagetici” la memoria potrebbe tornare e potremmo scoprire tanti segreti o verità.

5.2 La storia ciclica dimenticata Molte antiche culture possedevano un concetto mitico della storia e del tempo che non era lineare.

30 Timperi, Angelo (2010). Il Fanum Voltumnae a Bolsena – Dovuto a Voltumna. : S.Ed editore.

32 Essi credevano che la storia fosse ciclica con alternanti ere oscure e d'oro. Platone li chiamava Grande Anno e altri Greci li chiamavano Eoni. Esiodo descrive cinque età: Età dell'oro, dell'argento, del Bronzo, degli Eroi e del Ferro, che iniziò con l'invasione Dorica. Altri studiosi suggeriscono che vi erano solo quattro età, corrispondenti ai quattro metalli. Quattro sono le età per i veda dell'induismo, Kali, Dwapara, Treta and Satya yugas. Secondo il Jainismo, questo mondo non ha né inizio né fine, ma va incontro a costanti cicli. Molti Greci credevano che come l'umanità andava incontro a quattro età durante la crescita e la caduta della storia così facevano i governi. Consideravano la democrazia e la monarchia come i più sani regimi delle età più alte e l'oligarchia e la tirannia come regimi corrotti associati alle età più basse. In oriente le teorie della storia ciclica furono sviluppate in Cina (come teoria ciclica delle dinastie) e nel mondo islamico da Ibn Khaldun

I Veda ( Dal Sanscrito: वद véda, "conoscenza") E' detto che gli stati, i paesi o gli imperi appaiano in maniera naturale in seno alla società umana come segno di evoluzione e avanzamento, invece la letteratura vedica li dipinge come avere ben altra natura: Dai Veda apprendiamo che vi furono tempi in cui gli esseri umani vivevano in pace ed avevano tecnologie che non avvelenavano l'ambiente, non esistevano gli stati poiché non vi era bisogno, non c'erano nemici e non vi era desiderio di conquista, non esistevano il mio o il tuo. Non esistevano paesi o nazioni esisteva solo un unico mondo, una sola cultura che erano stati portati dai sopravvissuti di una catastrofe globale agli autoctoni primitivi. L'età dell'ignoranza nei Veda corrispondono al kali yuga, oscurità della visione spirituale e caduta profonda nel materialismo, con tutte le sue conseguenze. Esistettero dei sopravvissuti all'impero dell'età dell'oro, questo impero non aveva forma o confini, poiché non ne aveva proprio.

Ma Ecco in breve alcune delle tradizioni di cicli dimenticati della preistoria, da

33 diverse parti del mondo: 31

*Gli indios Seneca ricordavano sei epoche. *Gli Zoroastriani dell’antica Persia, nell’opera Bahman Yast, uno dei loro sacri libri detti Avesta, contavano l’esistenza di sette epoche trascorse, per il mondo. *Gli enigmatici Etruschi erano conosciuti come esperti nella scienza delle stelle, e dalle loro osservazioni indicavano nei loro libri il passaggio di sette epoche già trascorse. *I Toltechi parlavano di diversi periodi in cui la Terra aveva sofferto di distruzioni, a causa di cataclismi. *I Kahuna, nelle Hawaii, cantavano ancora i ricordi dei cataclismi delle epoche dimenticate, con fulmini, tempeste e grandi ondate. *Gli antichi Islandesi ricordavano in tutto nove mondi di diversi esseri, passati sulla Terra. *I Cinesi chiamavano Kis le epoche perdute, e contavano dieci Kis dall’inizio del mondo. La loro grande enciclopedia, Sing–li–at–tsiuen–chou, trattava della lunghezza dei vari tipi di cataclismi che periodicamente colpiscono il pianeta e l’umanità. *I Normanni ricordavano molte epoche antiche e la loro distruzione e rinascita nei grandi cicli del tempo. *Gli Oracoli Sibillini, a Roma, parlavano di sette età precedenti e ne profetizzavano ancora due da venire. *Gli Ayyavazhi dell’India meridionale credevano in otto Yukam e ritenevano che oggi ci troviamo nel Dharma Yukam o Ultima Epoca. *I Greci Alessandrini conoscevano un lungo periodo, che chiamavano Anno Supremo, alla fine del quale il sole, la luna e tutti i pianeti ritornavano alle loro posizioni originali. Ciascun Anno Supremo ha un Katak o Grande Inverno, segnato da un Diluvio, e un’Ekpyrosis o Grande Estate che termina in una conflagrazione generale del mondo. *Secondo le antiche tradizioni ebraiche, la Terra non fu creata una sola volta, ma era già stata creata sei volte prima, per soddisfare il progetto divino. Ogni creazione fu separata dalla successiva da un periodo di caos e di diluvi distruttivi, simili a quello di Noé. La prima Terra era chiamata Eretz, la seconda Adamah, la

31 http://www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=347

34 terza Arka, la quarta Harabah, la quinta Yabbasha, la sestaTevel e quella attuale Heled. *Certe sette islamiche credono che migliaia di epoche o di mondi siano andati e venuti, dei quali il nostro mondo attuale è solo un’espressione. Ciascun mondo comincia con un Adamo e un’Eva, che diventano gli Imam o Gran Maestri per la sua durata, e sono pure gli ultimi sopravviventi che trasferiscono la loro sapienza nel mondo successivo. Adamo porta con sé le leggi eterne e le loro estrapolazioni, mentre Eva è la madre di tutti gli insegnamenti esoterici e nascosti. Alla fine di ciascun mondo, avviene un’integrazione tra i due e lo stesso potere del Tempo è sconfitto da loro, pronti a riceverlo, indebolito come è, ed essi trascendono in un’altra sfera, al di là della Terra. *Tra i Buddisti Tibetani c’è il libro sacro Visuddhi Magga, che comprende un lungo capitolo sui Cicli del Mondo. Esso descrive tre maggiori catastrofi globali, che avvengono periodicamente – una di fuoco, una d’acqua e la terza di vento. Altre distruzioni erano attribuite al ghiaccio, al prosciugamento degli oceani e al fumo che invadeva il mondo, coprendo la luce del sole. *Platone, che viaggiò nel paese del Nilo e fu iniziato nei suoi Templi come un Maestro, scrisse: ”L’Egitto ha registrato e conservato in eterno la saggezza di tutti i tempi. Tutto è provenuto da un tempo immemorabile, quando gli dei reggevano la Terra, all’alba della civiltà”.

35 Capitolo 6 Il rapporto Degli Etruschi Col Metafisico

6.1 Conoscenza Arcaica Dalle Tavole Brahminiche, ai Testi Cuneiformi di Ur, alla Bibbia con Isaia troviamo la descrizione della discesa degli dei su carri di fuoco che portano all’uomo la conoscenza, ma anche regole e leggi (Mosè). Un altro importante avvenimento, che troviamo descritto da tutte le civiltà è il Diluvio Universale. Nel corso dei secoli, ogni popolo si è autonomamente trasformato sviluppando forme di cultura che sembrano originali ma se studiate più approfonditamente ci mostrano una matrice comune. Per quanto riguarda la Cosmogonia, una prima distinzione riguarda la figura dell’essere supremo creatore delle cose, trascendente, dotato di personalità e separato dal mondo, nelle religioni monoteiste; immanente, che permea tutte le cose dell’Universo nelle religioni panteiste, definito come un mago o uno sciamano che ha la facoltà di creare mediante la sola forza del pensiero. Altra differenza è che, mentre nelle religioni monoteiste, il Cosmo una volta creato è e rimane, per le religioni panteiste l’ordine va continuamente sostenuto da un complesso mitico-rituale, che deve essere ripetuto e rivitalizzato periodicamente o in circostanze particolari32.

Altro tema cosmogonico fondamentale è la creazione dell’uomo che vede sempre la formazione di due esseri (uomo e donna) diversi ma complementari. Per quanto riguarda la Cosmogonia etrusca le fonti e i documenti pervenuti sono pochi, scarni e sempre filtrati da chi li ha scritti. Seneca cita la ninfa Vegoe o Vegonia, che rivela all’Etrusco Arunte Veltimna come il mare fu separato dall’etere cosmico per volontà di un creatore, un’entità divina che appare sempre in maniera imprecisa, sia nell’aspetto che nelle mansioni e che si manifestava in molteplici modi, assumendo connotati diversi.

32 De Grummond and Nancy Thomson (2006).mitologia etrusca, storia sacra e legende: un introduzione.University of Pennsylvania Museum of Archaeology.

36 Nella Suda Bizantina (una sorta di enciclopedia contenente 30.000 voci, scritta in greco bizantino, riguardante l’antico mondo mediterraneo e la cui compilazione si fa risalire al sec. d.C.) per gli Etruschi un’artefice massimo impiegò 12.000 anni, suddivisi in 12 millenni detti case (12 Chiliadi), per costruire l’Universo, di cui 6000 anni occorsero per creare tutte le cose, mentre i successivi 6000 anni contengono tutta la storia delle vicende umane. In particolare, la creazione viene così suddivisa: Nel primo millennio viene formato il cielo e la terra Nel secondo il firmamento Nel terzo il mare e tutte le acque che sono sulla superficie del globo Nel quarto il Sole, la Luna e le altre stelle Nel quinto tutti gli animali che abitano le acque, l’aria e la terra Nel sesto l’uomo In tutto questo, il Mondo soprannaturale e il Mondo naturale sono strettamente collegati ed obbediscono ad un unico principio d’ordine. L’entità suprema si manifesta attraverso eventi naturali che l’uomo deve interpretare. Nel caso degli Etruschi, questo compito era riservato agli Auguri e agli Aruspici. I libri sacri degli Etruschi erano tre: Rituales (diviso in Fatales, Acherontici e Ostentaria), Fulgurales (trasmesso da Ninfa Baegonia) e Haruspicini (trasmesso da Tagete). riassume le scritture conosciute come i Libri Haruspicini, contenenti la teoria e le regole di divinazione dalle interiora degli animali; i Libri Fulgurales, la divinazione dei fulmini; e i Libri Rituales. Quest'ultimo si divide in Libri Fatales, specificano i metodi religiosamente corretti per fondare città e santuari, drenare campi, formulare leggi e ordinanze, misurare lo spazio e dividere il tempo; i Libri Acherontici hanno a che fare con l'aldilà; e i Libri Ostentaria, contenenti le regole per l'interpretazione di prodigi. Le rivelazioni del profeta Tagete sono stati scritti nei Libri Tagetici, che comprendeva i Libri Haruspicini e Acherontici e quelli della profetessa nei Libri Vegoici, che comprendeva i Libri Fulgurales e parte dei Libri Rituales. I libri degli Etruschi erano testi pieni di principi creati per guidare la società, la politica e la vita religiosa degli Etruschi. Successivamente durante il primo secolo A.C., questi libri sono stati tradotti in latino da Tarquinio Prisco (Libri Tarquitani) e riesaminati da Cicerone (De Divinatione). Più tardi Cicerone attacca con scetticismo filosofico tutti gli aspetti relazionati a oracoli e astrologia (la divinazione

37 haruspicina) criticando l'affidabilità di questi culti. Tuttavia, Cicerone dichiara che la loro pratica è necessaria per garantire l'armonia interna e l'equilibrio dello stato romano e per conservare le tradizioni.

Disciplina Etrusca

6.2 Luoghi Magici

Quando circa 1000 prima di Cristo gli Etruschi approdarono sulle coste tirreniche dell’Italia, non fu casuale lo stabilirsi in questo territorio. Il litorale sabbioso con la tipica vegetazione mediterranea, i monti fitti di querce e castagni, i , i laghi vulcanici, il tufo in ogni dove diventano il giusto scenario per una storia lunga novecento anni. Vie Cave o Vie Buie o Tagliate, ciclopici percorsi artificiali tagliati nella roccia vulcanica tipica dell’Etruria, vere e proprie costruzioni megalitiche che non trovano eguali in nessun’altra parte del mondo. Molte sono le supposizioni: passaggi per evitare zone a rischio allagamento, canali per convogliare le acque piovane dai pianori alle valli, vie di comunicazione e passaggi strategici da utilizzare in battaglia, sentieri cerimoniali. Dimensione unica.

6.2.1 Le Vie Cave Le Vie Cave sono sempre presenti nelle vicinanze delle Necropoli e questo ci fa propendere per un motivo sacro, legato a cerimonie religiose, quasi un percorso iniziatico. Numerose sono le Vie Cave presenti nel territorio di Bolsena e del suo lago, ritenuto il centro spirituale degli Etruschi, probabile sede del Fanum Voltumnae. Questi passaggi giganteschi, possono arrivare alla lunghezza di mezzo

38 chilometro con pareti ripide, alte fino a trenta metri. In alcuni casi le pareti sono arricchite da incisioni, piccole nicchie o “stretti passaggi”33. Spesso si trovano alcuni simboli sacri tra cui la svastica, che è simbolo del Sole Ruotante (che si ritrova anche nella cultura Vedica), il cui ciclo permetteva il perpetrarsi della vita; il guerriero a cavallo, emblema del viaggio del defunto nell’Oltretomba e organi genitali maschili e femminili, che rappresentano la forza generatrice di vita34.

6.3 La porta di Agarthi

Agarthi è l’immaginario mondo sotterraneo dove, secondo credenze esoteriche, vivrebbero grandi maestri antichi, depositari di segreti arcaici e che ospiterebbe, nella sua oscurità, anche gli scomparsi sacerdoti etruschi. Ma che legame c’è tra gli Etruschi e Agarthi? Chi erano gli Etruschi? Per alcuni l'Etruria potrebbe essere un punto di passaggio, un cancello, un passo avanti verso qualcosa di indefinito e misterioso. Sembra che uno di questi passaggi sia nell'isola Bisentina, sul lago di Bolsena. Il lago di Bolsena, Lacus Volsinii, è il più grande lago di origine vulcanica d'Europa e ospita due belle isole: la Martana e la Bisentina. Gli Etruschi consideravano l'isola Bisentina un luogo sacro, il cuore spirituale dell'intera nazione etrusca ed era il luogo dove tutte le loro conoscenze si sarebbero conservate al meglio. Gli Etruschi avevano un rapporto molto stretto con la 'magia', che studiavano e decodificavano grazie a regole e principi tracciati dalle "discipline", tra cui la numerologia e l'astrologia. Gli Etruschi credevano nell'esistenza di una divinità che poteva trasmettere la forza e la conoscenza dal sottosuolo. Il loro culto intero della terra è interamente dedicato alla comprensione del mondo sotterraneo, in cerca di conoscenza e potere sacri. Come già accennato, molti ricercatori ritengono che sull'isola c'era il mitico Fanum Voltumnae, il Santuario della federazione etrusca. Sappiamo che il lago, in generale, rappresenta per gli Etruschi la comunicazione con il mondo oscuro e sacro. L'isola Bisentina si estende per molti ettari e c'è una piccola collina alta 56 mt, chiamata Monte Tabor. Dalla parte superiore di essa si può godere uno splendido

33Robert D. Morritt, Sassi che parlano (2010) 34Signorelli, Mario (1973). Le vie segrete degli Etruschi. Milan: SugarCo Editore.

39 panorama sul lago di Bolsena. Inoltre, è possibile trovare sull'isola sette cappelle e la Malta dei Papi, una prigione scavata nel sottosuolo, utilizzata un tempo per i clerici condannati di eresia. La presenza di cappelle cristiane in un luogo sacro dovrebbe suggerire essere ulteriormente esplorate. Sappiamo che la cancellazione della memoria è molto comune nella storia passata e recente. I Cristiani costruivano chiese sopra templi pagani o sacri, poste per affermare la loro supremazia religiosa ed eliminare le tracce di quella precedente. In una lettera a San Giusto di Canterbury, Papa San Gregorio Magno (540-604 d.C) scrive "quando sei con nostro fratello Agostino, digli che dopo un esame lungo e attento della questione inglese, ho giudicato che non si dovrebbe distruggere i templi pagani, ma solo gli idoli in loro. …. Perché tutti gli dei antichi sono demoni". Considerato che ogni mito o leggenda nasconde alcune verità, possiamo vedere in alcune nuove scoperte alcune prove sul mondo sotterraneo (Vedi Cap. 7). Pertanto l'umanità del passato ha sicuramente ancora molto da dire35.

35De Grummond and Nancy Thomson (2006).mitologia etrusca, storia sacra e legende: un introduzione.University of Pennsylvania Museum of Archaeology.

40 Capitolo 7 Nuove Scoperte

7.1 Piramidi Etrusche trovate in Italia La prima piramide fu scoperta nella primavera del 1991 da ricercatori locali: Giovani La Moratta e Giuseppe Maiorano. Purtroppo, l'archeologia ufficiale non ha ancora fatto uno studio approfondito di questa struttura. Si chiama piramide di Bomarzo36, anche se in realtà solo parzialmente assomiglia a un tronco di piramide e in realtà è più propriamente un altare, un ' come gli altari dell'età del bronzo in Spagna o in Perù. Un nome più appropriato potrebbe essere altare piramidale. Con l'individuazione delle piramidi di Orvieto, sicuramente l'archeologia ufficiale dovrà dare attenzione a questa piramide trovata molto prima. L'area dove si trova la piramide viene chiamata Tacchiolo ed è ricca di artefatti e insediamenti appartenenti al periodo etrusco e precedenti. Grazie a Salvatore Fosci l'area è pulita e ben curata e grazie a lui questa piramide non è caduta nell'oblio.

7.1.1 Orvieto: Serie di piramidi scoperte nel 201237. Le piramidi etrusche sono state trovate sotto una cantina nella città di Orvieto in Italia centrale, da un team di archeologi americani ed italiani. Esse sono scavate nel tufo nella zona dell'Altopiano, un roccia sedimentaria che è il risultato di attività vulcaniche, su cui sorge la città. Le strutture sotterranee furono in gran parte riempite. Solo il livello più alto moderno era visibile. All'interno di questa sezione superiore, che era stata modificata in epoca moderna ed è stata usata come una cantina di vini, abbiamo notato una serie di scale antiche scolpite nella parete. Erano chiaramente di costruzione etrusca, David B. George del dipartimento di studi classici presso Saint Anselm, detto Discovery News. Come hanno cominciato a scavare, George e il co-direttore dello scavo Claudio Bizzarri del Parco Archeologico Ambientale dell'Orvietano, hanno notato che lungo

36 http://www.antikitera.net/ 37 http://www.sulletraccedelmistero.it/

41 le pareti delle grotte erano intagliate in modo piramidale. Una serie di gallerie, di costruzione etrusca, ancora sotto la cantina accennano alla possibilità di strutture più profonde da scoprire lì sotto.

7.2 Una città sotterranea di 5.000 anni fa scoperta in Cappadocia, Turchia38. La città potrebbe essere la più grande del mondo, dicono i funzionari. Una città sotterranea di 5.000 anni, si pensa essere la più grande del mondo, è stata scoperta in Turchia centrale. L'insediamento sotterraneo è stato rinvenuto nella regione dell'Anatolia centrale a Nevşehir, una provincia della Turchia, nella zona storica della Cappadocia. La Cappadocia è famosa negli ambienti archeologici per il grande numero di insediamenti sotterranei. Ma il sito, situato nei dintorni della fortezza della collina di Nevşehir, vicino alla città di Kayseri, sembra sopraffare tutte le altre scoperte fino ad oggi pervenute. Hasan Ünver, il sindaco della città sopra l'area scoperta, ha detto che altre città sotterranee erano nient'altro che una "cucina" rispetto a ciò che si è appena scoperto. "Non è una nota città sotterranea. Ci sono passaggi di tunnel di sette chilometri e sono ancora in discussione. Abbiamo fermato i lavori, che avevamo intenzione di fare su queste aree, quando è stata scoperta una città sotterranea,"il Signor Turan ha dichiarato nel periodico turco Hurriyet Daily News. Il tufo in Cappadocia è il paesaggio caratteristico e si presta alla costruzione di città sotterranee. Una città multi-livello abbastanza grande per ospitare molte migliaia di persone e il loro bestiame. La Regione della Cappadocia è un terreno che si presta per città sotterranee a causa della sua morbida roccia vulcanica che è facile da scolpire. È interessante dire a proposito che gli Etruschi, i cui antenati vivevano in Anatolia, trovarono in Italia centrale la stesso tufo per costruire le loro necropoli.

38 http://www.ilnavigatorecurioso.it/

42 7.3 Trovati in Africa i resti di una antica civiltà avanzata, di 200.000 anni, questi confermerebbero la teoria della storia ciclica39. L'incredibile scoperta è stata fatta in Sud Africa, a circa 150 km a ovest di Porto Maputo. Lì troviamo i resti di una metropoli enorme che misura, secondo i test, circa 1500 chilometri quadrati. Questa antica città è, secondo i ricercatori, parte di una comunità ancora più grande con circa 10.000 chilometri quadrati e si crede sia stato costruito 160.000 a 200.000 anni prima di Cristo. "Quando Johan mi ha presentato le antiche rovine di pietra dell'Africa del sud, non aveva idea delle incredibili scoperte che avremmo fatto negli anni successivi. Le fotografie, i manufatti e le prove che abbiamo accumulato, puntano verso una civiltà perduta, che non è mai stata trovata prima e che precede tutte le altre – non per qualche centinaio di anni, o qualche migliaio di anni... ma molte migliaia di anni." Secondo Tellinger queste scoperte sono così incredibili che ci sarà bisogno di un completo cambiamento di paradigma nel modo in cui vediamo la nostra storia umana. La geologia circostante, è interessante notare, ha numerose miniere d'oro che si trovano nelle vicinanze. I ricercatori hanno proposto che una civiltà scomparsa in un lontano passato potrebbe avere vissuto e scelto quella parte di mondo per cercare l'oro . Intarsiavano la roccia più dura per creare immagini dettagliate, adoravano il sole e furono i primi a intagliare un'immagine di Ankh, il dio Egizio (chiave della vita universale) 200.000 anni prima che gli Egiziani venissero alla luce. Tellinger presenta questa nuova prova innovativa, che è stata pubblicata nel suo ultimo libro “templi delle divinità Africane”. Graficamente espone queste scoperte e senza dubbio sarà il catalizzatore per riscrivere la nostra storia umana antica.

39 http://www.liutprand.it/

43 Conclusioni

Benché non si abbia molto materiale scritto, gli studiosi nei secoli addietro e soprattutto quelli odierni sono riusciti ad accumulare moltissime informazioni sui Rasna. Ebbene, questo popolo a causa di carestie fu costretto a lasciare l'Anatolia; terra di antichi scavi nel tufo, dove città intere furono scavate all'interno della terra. E sempre all'interno della terra troviamo le radici storiche degli Etruschi. La Madre Terra che dona vita, conoscenza e cibo ai suoi figli. Un cibo, nel senso più largo del termine, che porta conoscenza spirituale e potere interiore. Dunque per bisogno di cibo gli Etruschi trovarono una nuova patria, fertilissima, che li protesse per molti secoli dalla fame e dalle invasioni. Riuscirono a fare di una perdita una virtù, crebbero pieni di beni materiali tanto da farne commercio. Fino a quando nei secoli furono sopraffatti da ciò che i Greci chiamerebbero l'età buia dell'ignoranza, dove un altro popolo, i rozzi Romani, ne fecero tabula rasa o semplicemente li assorbirono e ne appresero le arti del vivere. Questo popolo raffinato e altero ci parla attraverso le sue Vie Cave, le bellissime pitture di Tarquinia, le iscrizioni funerarie. Ci parla attraverso la scelta dei luoghi dove vivere e morire, bellissimi da perdere il fiato e la vista verso l'orizzonte. Tarquinia, Orvieto, Arezzo e tante altre godono di un panorama da far commuovere. Quando si entra in una tomba si ha la sensazione di essere in una comoda casa, dà piacere esserci. Nel camminare tra le Vie Cave, si ha la sensazione di non essere soli, ci si trova in una dimensione iniziatica, davvero nella grande Madre Terra. Gli etruschi, si evince, non furono un popolino superstizioso come alcuni insegnano nelle scuole, hanno da insegnare moltissimo e si spera presto si possano ritrovare i loro preziosi libri e la loro Conoscenza.

44 SEZIONE LINGUA INGLESE

45 46 Contents

Introduction...... 48

Chapter 1 Introduction To The Etruscans...... 50 1.1 Nine Centuries of Etruscan History...... 50 1.2 Genetic origin of the Etruscans...... 54

Chapter 2 Food, Agriculture and Herbs...... 56 2.1 Food, Agriculture and Herbs...... 56 2.1.1 Banquet...... 57 2.1.2 Etruscan medicinal plants...... 58 2.2 Food and dining in funeral rituals...... 59 2.2.1 Use of some plants in rituals...... 60

Chapter 3 Confederation of 12 Cities...... 62 3.1 Etruscan Lucumonie – Etruscan Dodecapolis...... 62 3.2 Fanum Voltumnae56...... 62

Chapter 4 The Etruscan Language...... 64 4.1 The Enigma of Pelasgians and Etruscans...... 64 4.2 The language...... 65 4.3 The woman that translated Etruscan: Nermin Vlora Falaschi (1921-2004)...... 66 4.3.1 The Lemno Stele...... 68

Chapter 5 Etruscans Mysterious People...... 70 5.1 Etruscans Mysterious People...... 70 5.2 Forgotten Time Cycles...... 74

Chapter 6 Etruscan's Metaphysics...... 77 6.1 Archaic Knowledge...... 77 6.2 Magical Places...... 79 6.2.1 Vie Cave...... 79 6.3 The Gate of Agarthi...... 80

Chapter 7 New Discoveries...... 82 7.1 Etruscan Pyramids Found in Italy...... 82 7.1.1 Orvieto Series of pyramids mostly uncovered in 2012...... 82 7.2 Vast 5,000 year-old underground city discovered in Turkey's Cappadocia region...... 83 7.3 The remains of a 200,000 year old advanced civilization found in Africa confirms the cyclic history theory...... 83

Conclusion...... 85

47 Introduction

In tuscorum iure pene omnis italia fuerat. Nearly the whole of Italy was once under Etruscan Rule-Cato 2nd Century BCE 40

Italian knew for the first time some phenomenal people, which brought new knowledge, technology and wisdom for the first time probably in this geographical area. A population that probably came from the and was able to restore itself, after having passed through hunger and famine. A highly refined people that loved beauty, highest expression of the very old civilizations. Not only due to "Guns, Germs and Steel,"41 that civilizations develop, but also for the soil fertility, food and medical herbs.

“There are no European people who have been so ill-treated as the Etruscans, there are no people who’s heritage has been so systematically destroyed. Almost as if posterity has planned to conceal the memory of a Nation that once wrote, through its pioneering action, the great first-chapter in the history of the West”42. By reading this thesis some key points may be found to start up knowing the Etruscans: their history, their religious belief, their language, their nutrition habits, that so much affect people's destiny. In the first chapter, in a few words we will go through nine centuries history of the Etruscans; from the Villanovian era to the orientalizing one, to end-up with the Roman “tabula rasa”. Rasna's43 full tribute to the Romans was so powerful and imprinting that we can't undergo a conversation about Romans without relating to

40 Catone II sec. d.C 41 Jared Diamond, Guns, Germs and Steele, 1997. Giulio Einaudi Editore

42 Werner keller, da Civiltà etrusca, Garzanti, Milano 1999

43Rasenna or also Rasna are mentioned from Dioniso of Alicarnasso I.30.3. or also by Perusinum.

48 their fathers, the Etruscans. In the second chapter an overview is given about their agricultural activities, the great good lands they lived in, their food, drinks and trade. It ends with informing about the ritualistic-medical herbs of this fascinating people. Third chapter is dedicated to the Etruscan dodecapolis, and the Fanum Voltumne, about whose exact location is still unknown to scholars, many are the assumptions. In the fourth chapter Etruscan language and its origin are given a closer look, with particular attention to the great Nemrin Vlora Falaschi, fond scholar of Etruscan language. Fifth chapter leads the reader towards the mysteries surrounding the “thunder people” (Etruscans), whose character was involved with predestination, nature dominated by gods and their will. Least but not last we will deal with the forgotten cyclical history. Sixth chapter would like to introduce to the reader the concept of an archaic knowledge which is found in many different old-civilizations, usually written in holy scriptures of all religions; from the Vedas to the Bible; the great flood and the theory of monogenesis of human kind. Later focusing on Etruscans lost books: Fulgurales, Haruspicini, and Rituales. Disciplinae applied throughout all things. Last chapter, the seventh, is about new discoveries that confirm some archeological theories: cyclical history (200,000 years-old metropolis found in South Africa), civilization monogenesis, underground city found in Anatolia; new hypothesis of Atlantis or people who lived in the underground? Agarathy.

49 Chapter 1 Introduction To The Etruscans

1.1 Nine Centuries of Etruscan History44

9th Century BC The great arose from places where there were already tribes living in, called Villanovans. The inhabitants were farmers living in straw and mud huts. Their costume was to burn their dead and bury them near their villages. Archaeologists think that they came from the eastern Mediterranean, exactly Asia Minor or the Lemno isle, but we don't know exactly where the Etruscans came from. We do know that when they came to Italy, they brought civilization and urbanization with them. Their civilization stretched from the Arno river to the river towards the center of the ; it was on the Tiber river that a small village of was growing slowly, the village that one day would become .

8th Century BC The reaches its splendor. During this period, were already expression of great wealth. In the middle of this century, commercial relationships with other Mediterranean intensified very much. Proof of this international trade is an Egyptian vase with hieroglyphics that recall the Pharaoh Bocchoris (718/712 B.C.), an evidence found in a tomb of Tarquinia Necropolis.

44 Storia degli etruschi -Mario Torelli. , 2005, Laterza.

50 The Romans, who lived merely in huts during the splendor of the Etruscan civilization, were in close contact with the Etruscans, their language, their ideas, their religion, and their civilization; the Etruscans were the first important influence on Roman culture in its way of civilization.

In , the Etruscans were known as Τυρρηνοὶ (Tyrrhēnoi), earlier Tyrsenoi, from which the Romans made the names Tyrrhēni (Etruscans), Tyrrhēnia (Etruria), and Mare Tyrrhēnum (), some scholars associate them with the Teresh ( or Pelasgians). The word may also be linked to the Hittite Taruisa (greek Tursha- see in italian Turchia may have the same root). The Etruscans called themselves Rasenna or Raśna ( which in sanscrit रसा means “ray of light" i.e. thunder ).

7th Century BC

The Etruscans lived in fortified city-states; these city-states would form small associations. these city-states, in the earliest times, were ruled by a king, but were later ruled by oligarchies that governed through a council and through elected officials. The Etruscans were largely agrarian people, as all other surrounding populations, but they also had a strong army, and used it to dominate the territory. These dominated tribes were forced to work the land on the Etruscan farms, so that the Etruscans had time for commerce and industry. In the seventh and sixth centuries, the Etruscan army had controlled much of Italy, including Rome.

This century is known as the . Communication with the rest of the Mediterranean populations intensified very much. The Lucumoni increased their wealthiness and started placing a great quantity of precious and silver objects inside their tombs. Etruscan towns evolved; houses with walls of stone and tile replaced the huts. The great necropolis of Caere Agilla began to take rise,

51 with tombs reproducing houses and often covered with mounds of earth. They were a sophisticated people, with an alphabet based on the , near the Lemno alphabet, an intensely original sculptural and painting tradition, a religion based on human-type gods and a complicated set of rituals to foresee the future, which they passed along the Romans. Unlike most civilizations of the time, gender inequality seems not to have been very pronounced.

6th Century BC This century Etruscan C i v i l i z a t i o n b e g a n t o increase its opulence and dominion over the Tyrrhenian area. Some of the power passed more towards the aristocratic families and the prince-lucumone lose their power. A significant number of in Tarquinia were filled with of banquettes, games, dances, and hunting decorations – all themes quite wanted by the Etruscan aristocrats. Vulci becomes the main market place, for trade, where vases made in Athens were very much sold. The first great monumental temples were built. The seaport of Gravisca became famous for its commercial exchange, including merchants from , Asia Minor and . While the Etruscans were busy in growing their dominance over Italy and trading with the east and with Africa, a city to their south began to grow impetuously, a city imitating Etruscans in many ways: Rome.

5th Century BC

Presumably, due to social conflicts, the political order of the Etruscan City States falls into crisis. This crisis is even more emphasized due to the military defeat suffered in in 474 B.C against the . The middle of the century is characterized by economic stasis; disappearance of luxurious goods imported from

52 Greece and other Mediterranean countries is an evidence. While the port of Gravisca seems to be nearly abandoned, on the other hand a new monumental temple is built in , hinting that Etruscan economic power is still significant. Towards the end of the century reconciliation is made up with the Greek world, especially with Athens.

4th Century BC After ten years of siege, in 396 BC, the Etruscan city of is c o n u e r e d b y F u r i u s Camillus. This is the first Roman advance against the Etruscans. Falerii Veteres and Vulci host craftsmen from Athens who lead the way to the rich production of the Etruscan vases of red figures, so typical of this century. This era sees the political and religious authority of Tarquinia arbitrating in an internal conflict happening in the city of Arezzo. During the middle of the century Tarquinia and Falerii Veteres fight against Rome, it ends without a winner, lasting for forty-years (358/351 BC). The alliance between Rome and Caere takes place during these years. Civitas sine suffragio is conferred to Caere (citizenship without vote right).

3rd Century BC Around the end of 200 BC Rome conquers Tarquinia, Volsini and Vulci, and also Caere. The Romans construct the colony of Cosa (274 BC), in the territory of Vulci, leaving the Etruscan town without a way to the sea. Volsinii Vetus (Orvieto) is conquered. Romans plunder extremely the areas conquered and take everything to Rome. The Etruscan city is destroyed, and its inhabitants move to Volsinii Novi (Bolsena). Same thing happens later in Falerii. The expansion of Rome is unstoppable.

53 2nd Century BC Rome becomes the ruler of the western Mediterranean, after winning the fight with Carthage. The Etruscan are controlled by the Romans and the few glows of Etruscan rebellion are soon wiped away. In 181 BC the Roman colony of Gravisca is also founded at Tarquinia harbour.

1st Century BC In 40 B.C. Octavian conquers, plunders and burns Perusia (Perugia), the “tabula rasa is applied”. A significant number of Marco Antonio partisans were hiding there. The battle ends quickly. From this moment Etruria becomes a province of Italy unified by Rome.

1.2 Genetic origin of the Etruscans wrote that, after the Lydians had undergone a period of severe deprivation in western Anatolia, "their king divided the people into two groups, and made them draw lots, so that one group should remain and the other should leave the country; he himself was to be the head of those who drew the lot to remain there, and his son, whose name was Tyrrhenus, of those who departed". ( see new discoveries in Anatolia chap.7)

By then the Lydian empire passed into history. Herodotus said that its people have been the first to make gold and silver and the first to trade. They gave Romans the saying "as rich as Croesus" - Croesus was their last king. Herodotus's story may or may not be true, but the genetic research indicates that some Lydians did, as he wrote, leave their native land and travel, probably via

54 Lemnos, to Italy.

The Etruscans' contribution to Roman civilization is still debated The very first Roman kings were Etruscan and maybe they also gave Rome its name. The "", the bundle of whipping rods around a double-bladed that became an emblem of authority for the Romans, was almost certainly of Etruscan origin.

The above was confirmed by a recent article entitled “Mitochondrial DNA Variation of Modern Tuscans Supports the Near Eastern Origin of Etruscans”45,, a group of geneticists, directed by Prof. Antonio Torroni of the University of Pavia and by famous geneticists as Prof. Luca Cavalli-Sforza of the Stanford University they have found enough direct genetic ties between the genetic patrimony of the actual Tuscans and that of some Anatolian populations.

It is interesting to notice that similar genetic derivation has found confirmation in a parallel study on the mtDNAs of the cattle, published contemporarily on the magazine British Proceedings of the Royal Society: The team found that mitochondrial DNA in cows in the central Tuscan region of the country - where the Etruscan civilization is thought to have arisen - was the same as that in cows from Anatolia and the Middle East. Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences (DOI: 10.1098/rspb.2006.0258)

Herodotus conviction is confirmed by science and it also confirmed the linguistic derivation of the Etruscan language with that Semitic area, prof. Giovanni Semerano discovered. Genetic research appears to put the matter beyond doubt, however. It shows the Etruscans came from the area which is now Turkey-and that the nearest genetic relatives of many of today's Tuscans and Umbrians are to be found, not in Italy, but around Izmir.

45 American Journal of Human Genetics, February, 2007

55 Chapter 2 Food, Agriculture and Herbs

2.1 Food, Agriculture and Herbs “Hardly any other cultural expression changes over time as slowly as the traditional eating habits of a population”.46 hands down how the etruscan land was highly productive; the ancient world had considerable admiration for land fertility: Livy47 considers Etruscan lands as the most fertile of all Italy and describes 's and Roman's wonder for the Etruscan farms. During the fifth century BC Roman Annals tell that, in times of famine, Rome would turn a number of times to the etruscan market for wheat (492 BC, 440BC, 433BC, 411BC). Such outcomes were not only due to land fertility, but also to the attention given to their fields and field techniques made by farmers. The Famous Eugubine Tables and the Inscriptions found at Bevagna tell about the CVESTVR FARARIES, which were the care takers and managers of farms, and land users; moreover Varrone 48 tells that millstones were invented in Bolsena. The study of Paleo-botanical Findings evidence that in Etruria cereal cultivation dates back 2,000 b.C. Archaeological research reports that Etruscans were able to clean-up soil and irrigate land: underground stream was present in Chiusi, Caere and Veio. The date of transition between the use of spelt and to the use of wheat can be read from Verrio Flacco in Plinius49 , it reports how Rome would have had used only spelt for three hundred years- this represents the shift toward proper bread consumption. Scholars recall that Tarquinia, Caere, Volterra, Arezzo, Perugia, Chiusi, Roselle had surplus production of meslin wheat, enough to use it as war compensation in 308

46Diodorus Siculus (biblioteca historica, V, 40, 3.) 47Livy (Nat. Hist. XXII, 3, 3.) 48 Plinius, Nat. Hist. XXXVI, 135 49 Nat. Hist. XVII, 62

56 BC, after the conflict with Rome, and supplying Scipio50 in 205 BC . Extensive cultivation of wheat went together with intensive cultivation of vine and olive grows (VII century b.C.) this was enough to convince to overrun the peninsula. Use of olive oil and wine soon became part of aristocrats habits; essential element of their banquets. It cannot be excluded that an atypical type of breeding was used in order to provide a greater exploitation of livestock. Also fruit trees were particularly carefully dealt with in order to produce abundantly; Etruscans learned quickly from the Greeks the way to improve their exploitation, importing as well trees like: Apricot, Cedar, Cherry, Quince, Almond, Pear and Vine trees. Apronius Red cherries came from Perugia, as well as trees like Pear, Fig, Dogwoods, Wild Plum and Hazel. Moreover by gravestones frescoes we learn that there was the presence of pomegranate and black vine, figs and apple trees, as well as food-use olives. Hunting and fishing were no less; Virgil51 reports that Etruscans were very good hunters , passes on hunting scenes, which express how spread was this activity since Villanovian times. 2.1.1 Banquet Banquet scene is one of the most usual scenes in Etruscan iconography. Everybody knows well the picture of the aristocrat reclining on the Kline, dining couch, or the of the Spouses, c. 520 B.C.E., banquet is also found again in tomb frescoes as well as in sculptural art of ossuary/sarcophagus. Posidonius tells: “They set lavish tables twice a day, lay floral carpets and silver cups of every kind, and it is all served by many beautiful slaves, dressed with luxurious garments as well”. Banquet was very similar to our fashion, with the same series of dishes. First course were usually soups or spelt gruel, the following course was meat and here they would interrupt their main meal, for a break, to which followed fruit and sweets. All the above was combined with wine mixed with honey and spices. Probably musicians, dancers and tumblers were present to please diners. 50 Livio IX, 41,5 51 Aeneides, VII, 651-78; XI, 686

57 In and Greece, the presence of a woman in such meetings was scandalous; Etruscan women were usually blamed for their “licentiousness”, Theopompus tells disapprovingly that they “feast not with their husbands, but with whoever stands around. They are also great drinkers” Verily they were not so licentious, but great was the clamor they caused in a woman-repressive society as Rome and Greece were. Etruscans were also famous for being food-greedy, so much that Cato stated “aut porcus Umber aut obesus Etruscus” and Virgil defines them as “pinguis...Tyrrhenus”.52

Among Etruscans, Plautus tells, it was a common fashion eating spelt-polenta, enough to be called pultiphagos (polenta eaters) by Greeks. Romans, in turn, made the habit of eating it since the beginnings of their civilization.

2.1.2 Etruscan medicinal plants In a recent article entitled “An Etruscan Herbal”53 , Kyle P Johnson of New York University made reference to eleven plants understood in antiquity to pertain to Etruscan religious practice. These plants being Valeriana officinalis (Valerianaceae), arum Arum italicum (Araceae), pimpernel, scarlet or blue Anagallis arvensis / caerulae (Primulaceae), gentian Gentiana acaulis (Gentianaceae), tuberous thistle Cnicus tuberosus (Asteraceae), thyme Thymus vulgaris (Lamiaceae), feverfew Tanacetum parthenium (Asteraceae), madder Rubia tinctoria (Rubiaceae), helichrysum Helichrysum stoechas (Asteraceae), henbane Hyoscyamus niger (Solanaceae) and rough bindweed Smilax aspera (Smilacaceae). The author concluded “further study of the use of these herbs may reveal more about Etruscan religious and herbal practices” and to this end it seems logical to identify not only the modern herbalists view of these eleven plants, but also the opinion of modern scientific knowledge.

52Translated from the book “L'alimentazione degli Etruschi” Cocomazzi F.L. 53 v o l 5 , E t r u s c a n N e w s , http://www.umass.edu/etruscannews/

58 2.2 Food and dining in funeral rituals Between the 8th to the 5th century it was time of cultural growth in Etruria, nourished by a growing economy and dynamic maritime trade. This period is generally considered to be the time when the Greeks imported much of their culture to the Etruscans and gave Etruscan culture its distinct Hellenistic fashion. Only in a very few Etruscan habitations this Ellenic influence is found- since findings of such settlements are few- it is highly prominent in the many burials, where foreign materials were found, including imported dining wares and banquet frescoes with much Greek elements. The presence of these materials made scholars think that Etruscans allowed Greek civilization to overtake their own. Bruno D’Agostino54 states, “...in the ancient Mediterranean world the moment of death is the occasion on which the community tends to make explicit its own system of values...” and a society expresses itself through funerary images, which are the description of

themselves. Thus the Etruscans took cultural elements from Greece and the Near East and absorbed them without neglecting their own traditions, as shown by their own burials. Etruscan civilization depended on agriculture, trade, and vast mineral resources. Its territory had plains and hills and the land was very good for growing basic necessities, grain, vines, olives and flax as well as livestock. The “rich ploughlands of Etruria” that described (IX.35) allowed Age Etruscans to foster a self-independent economy in spite of their contact with Mycenaeans and Apennine peoples to the north.

Etruscan economy bloomed through maritime trade, exporting raw minerals or bulk goods. This fostered trade exchange with the near peoples in order to get goods for their aristocratic tombs. As a result of this trade the foreign elements seen in burials seeped into Etruscan culture. How these elements were transmitted is important since this process establishes the nature of the influence on Etruscan culture. Although we could only investigate so far, there are some more things which can be said about the Etruscans. D'Agostino states “food and dining is something which the Etruscans felt was important in their own society to consistently include in

54 “Il mare, la morte, l'amore. Gli etruschi, i greci e l'immagine” Cerchiai Luca; 1999, Donzelli

59 their and funerary images since the ”. During the Orientalizing and Villanovian periods, new ways of honoring the dead was introduced from the Near East and Greece, including various styles of banquet. As the economy grew alongside the Etruscan presence in the Mediterranean, new styles of dining ware were also introduced. The Etruscans did sporadically use these new dining ware styles to participate in foreign banqueting rituals such as the Greek , but more often simply used them in Etruscan style alongside locally made wares. From this, we can guess that the prominence in funerary ritual on food and dining was an Etruscan priority, rather than a foreign influence. The foreign elements and styles found in Etruscan funerary representations and materials were not placed there because the Etruscans adopted styles somehow “culturally superior” to their own, but because the Etruscans used them to express their own cultural traditions. In Etruscan funerary ritual, as seen through the discussion about food and dining, they were a cosmopolitan people who integrated their specific cultural identity into the larger Mediterranean world, as they prospered along with the Greeks, Phoenicians, and other peoples with which they interacted. 2.2.1Use of some plants in rituals Regarding the Etruscans, we know that they introduced hazel themselves55 (Mediterranean, balkan origin) in Italy as a magic plant and used it as esoteric plant associated to Mother Nature, fertility, protection, healing and wisdom. It is in fact for these reasons that Etruscan dowsers adopted forked branches of Hazel, because its powers would lead to energetic places where usually water springs passed underground. For the Etruscans the Whitebeam tree (Asia Minor) relates directly to the Chathonian ; so there were rituals and cults for underground divinities and the personification of the divine powers through seismic and volcanic events. Thus, the wood of the Whitebeam was used by the Etruscans for the production of many domestic objects to keep away negative energies. The ingestion of its fruit favored to find clarity in life, the communication with etheric planes, and protection from negative energies and fear.

55 http://www.battifolle.it/etruschi.html

60 The wood of the Whitebeam when heated on fire could be bent, so that was possible to create butter churns, different wooden shapes to make cheese, or even to bend the sticks of the shepherds. Besides, it was used as Talisman to protect the person from lightning and negative influences. Finally its applications reached even activities as the navigation, the Whitebeam was considered a great protector against sea storms; pieces of this wood would be attached to parts of the boat keel.

61 Chapter 3 Confederation of 12 Cities

3.1 Etruscan Lucumonie – Etruscan Dodecapolis As mentioned before, the Etruscan civilization come to light in the 9th century B.C. while the iron age was taking place. Today we can still admire Etruscan ruins and through them try to comprehend and reassemble their story. This civilization built many City States that later on spread their domain. Lucumones were their governors, an honorific title given to their kings. The states were named Lucumonias, a name derived from their rulers. Many scholars believe that there was a league of twelve city states, such federation was presumably founded to establish a religious bound rather than a political one. A summit between these Etruscan cities was held every year in Fanum Voltumnae, a place possibly located near Volsinii. During this circumstance all leaders were electing the head of the Federation, important political and economic concerns were discussed, though the Dodecapoli (the twelve cities) were in constant competition. Competition was a distinct aspect of the Federation that unavoidably caused weakness against external enemies. Since the 5th century B.C political order was based on where aristocrats would be the rules, after these centuries democracy will take place. There are no traces of the League or Dodecapolis, neither it is known which were the cities. All that is known comes from Roman historians. Scholars presumably state that the first cities were Veio, Caere, Tarqinia, Vulci, Roselle, Vetulonia, Populonia, Volsini, Chiusi, Perugia and Volterra.

3.2 Fanum Voltumnae56 Etruscan's main sanctuary was the Fanum Voltumnae (Shrine of Voltumna) fanum means a holy place, a wider meaning than a single temple. Many authors talk about a league of the “Twelve Peoples” (lucmonies) of Etruria, made for religious purposes, but seemingly having some political functions. The Etruscan league met yearly at the Fanum, based in a place chosen as sacred navel (the omphalos), the geographical and spiritual centre of the entire Etruscan nation.

56 Fanum Voltumnae: Parliament of the Etruscan League. World Archaeology 2007 Issue 26

62 Each spring political and religious leaders from the cities would meet to discuss military campaigns and civic affairs, and pray for their common gods. Chief amongst these gods was Voltumna (or Veltha), possibly state god of the Etruria. Pliny, in describing the city and the etruscan peoples at the time of Augustus, talks about Vesentins, old inhabitants of the Etruscan city, Vesentium, located on the southern side of Bolsena lake, on the top of the hill that bears the same name, Monte Bisenzio. Titus Livius, the Roman historian, mentioned the Fanum Voltumnae five times in his works and suggests "...apud Volsinios..." as the place where the shrine was. Archaeologists have been looking for the shrine from at least the 1400, but the exact place of the Fanum is still unknown, though it may have been in an area near modern Orvieto or Bolsena. Livy describes the reunions that took place at the Fanum between Etruscan kings. Livy refers in particular to a meeting in which two groups asked to assist the city of Veii in a war it was waging. The council's answer was negative, because Veio had declared war without first informing it. Livy was the one who mentioned the god Voltumna, while indicated a god-prince of Etruria. , the Latin poet, writes about an Etruscan god taken to Rome from Velzna (the town of Orvieto). Unfortunately none indicates exactly where the Fanum was located.

63 Chapter 4 The Etruscan Language

4.1 The Enigma of Pelasgians and Etruscans The enigma of the Sea Peoples and their mark left on the Late has confused scholars for centuries. These tribes passed life-threatening hard-ships to reach the wealthy lands of Egypt and Italy. Scholars know about their story only by the accounts of their enemies. Pelasgians57, ancient population, ancestors of all the Indo-Europeans, are known to have brighten and given culture to Europe, about them it is known little, or nearly nothing. The alphabet of this mysterious population is called Pelasgic from the civilization that made it. informs us that the Pre-Homeric poets used only that alphabet, and from the same author, we learn that the same writing was used at least for one-thousand years. Moreover Diodorus reports that they were the first to bring an alphabet to Italy. Also confirms the information of Diodorus. Virgil, writes:"It is said that the first dwellers of Italy were the Pelasgians". From the ancient authors we have learned that before the arrival of the Greeks, those territories were known as Pelasgia, several sources inform us moreover, that the Greeks learned from the Pelasgians not only the art of working metals or construction of walls, but they learned, improving it, their way of writing and made their their own. Pausanias58 reports:“many populations gave their own names to their territory, especially the Pelasgians”. “The Arcadians tell that Pelasgus was the first born in Arcadia. Since Pelasgus became king, the country was called Pelasgia in his honour “

57 I popoli del mare: Guerrieri dell'antico mediterraneo, Edizione Rivista. Londra :Thames and Hudson. 58Arcadia, VIII, 1,4,6

64 Pindar59 tells: “Bringing a beautiful gift, the earth made the first human being, the "Divine Pelasgus", be born in Arcadia, long before making the moon” mentions the Pelasgians allied with the Trojans,60 and narrates that prayed the "Pelasgian Zeus of Dodona" 61. Homer also mentions them like people of Crete62. Ephorus, the historian, talks about a book of that tells about the tradition of the Pelasgians in Arcadia and develops the theory that they were warriors from a native land, or an annexed land, when they had colonized all the regions of Greece. They had tightened blood-relation with the i.e.the Etruscans -the link between these people is the alphabet found in Lemno, whose writing is almost equal to Etruscan.

4.2 The language63 The Etruscans wrote many books, though only one exists (in a very spoiled form, as it was preserved as a wrap for an Egyptian mummy). Some Romans still studied Etruscan, even after Latin had displaced their language, the language seems to have died out around 100 AD. The Etruscan language should be part of a family that would include some ancient languages of the Aegean, like for example Lemnian (from the island of Lemnos). The family would be a pre-indo-european or non-Indo-European group, going from the Aegean to Anatolia (Turkey), from Greece to the Italian peninsula, including some old languages of the ( languages). In the last years, there has been a growing general agreement on the Etruscan- Tyrrhenian connection and the work goes on. Such work is cross-disciplinary. DNA studies confirm the Anatolian origin of the Etruscans and supports the claim by Greek historian Herodotus (c.484-425 BC) -”in Histories”- that the Etruscans were from Anatolia. More than ten-thousand Etruscan inscriptions have been found. Etruscan texts

59Carminia, Fragmenta Selecta, I, 240 60 Iliad, II, 840-843 61 Iliad, XVI, 223 62 Odyssey, XIX, 177 63Helmut Rix ed. Roger D. Woodard (Cambridge University Press, 2008), pp. 141-164. “l'etrusco nelle lingue antiche d'europa,

65 can be read, though scholars are not sure what all the words mean. No major literary works in Etruscan have survived, however there is evidence for the existence of religious and historical literature and drama.

4.3 The woman that translated Etruscan:Nermin Vlora Falaschi (1921-2004) Nermin Vlora-Falaschi was born in Tirana in 1921, where she was brought up till the age of 17, when she got married to an italian and moved to Italy. In Italy she started working with translations, and translated from many languages to Albanian. She graduated in political science, and this aloud her to acquire more knowledge. Falaschi spoke many languages, and this brought her comparing Etruscan to Albanian and interpreted also the “Perusian Cippus”, a tombstone stele. She wrote many books, among them it is important to remember ”Etruscan Living Language” Nermin stated that Etruscans were Pelasgians, being Pelasgians ascendants of the Illiarians which in turn were ancestors of Albanians. Concludes that Etruscans were simply related to Albanians. She passed away in 2004 leaving behind a great cultural heredity.

One particularly beautiful and interesting registration on a sarcophagus bears the following inscription:

66 Nermin Vlora Falaski simply translated this Pelasgian inscription with the

Albanian language:

67 4.3.1 The Lemno Stone In order to verify the monogenesis of the languages that is supported from eminent scholars, in the Archaeological Museum of Athens there is a stele that is quite ancient and that contains a written up bustrophedic registration with the Pelasgian alphabet and expresses an heartbreak mourning. This stele has been discovered in the island of Lemno. MOURNING, we are in full mourning, anguish, ill luck all over, women covered with black veils. Grief you have given to the kinship, oh kinsman! He bel ongs to our people, Ah! , Oh! He was torn away from us, what misfortune. But in order of which guilt, this disaster? Gelid is his golden throne, Ah! Of his fame we were proud, Oh! Grief, grief in the whole world, tearing him away, we are beheaded! This grief struck us suddenly, ah! Alas, who knows for what fault? Oh! Our kinsman he was, Why ever did he struck us with such grief? In Grief and despair, ah! tears choke us, Oh! He, who kept up our stock, for what fault, now does he extinguish it? Ah! Oh!

68 Oh! precious he was, knife wounds, oh misfortune, he suffered so much! In Silence, never uttering an insult! Ah! Oh! You, kinsman, you have beheaded us, Oh! You, great affliction you have given us, Ah! Oh!

Several scholars uphold the thesis of the monogenesis of the languages, particularly during these last 2 centuries. Among Alfredo Trombetti, Elia Lattes and Francisco are valid supporters of this thesis, and also of the Illyrian origin of the Italian populations. Beyond these cited authors, there are other scholars from allover the world. A particular merit goes to prof. Zacharie Mayani, teacher of Sorbonne who in 1970 published 3 large volumes, in order to support that the Etruscan language can be understood only through the Albanian language. In order to verify the truth of its discovery, he studied Albanian. The three volumes published by Mayani are entitled: “Les Etrusques Commencent a Parler; Les Etrusques Parlent; La fin du Mystere Etrousque”. In any case, the first that launched and spread monogenesis theory of languages was Sir William Jones (1746-1794), famous orientalist that, at the end of his intense life, knew 28 languages.

69 Chapter 5 Etruscans Mysterious People

5.1 Etruscans Mysterious People "This is the difference between us [Romans] and the Etruscans" Seneca wrote. "We believe that lightning is caused by clouds colliding, whereas they believe that clouds collide in order to create lightning. Since they attribute everything to gods, they are led to believe not that events have a meaning because they have happened, but that they happen in order to express a meaning."64

Etruscans had a very tight relationship with “magic” which they studied and decoded thanks to rules and principles taken from numerology and astrology. According to the testimony of Pliny and , the Etruscans divided the heavens into 16 astrological houses. “Mother earth” divination, the cult of nature, the bond between Celtic Stone Roads and the Etruscan Vie Cave, bring the initiate to the earth magnetism that would bring knowledge, these are just some uncanny similarities between these two civilizations, which are so faraway from each other, in terms of time as well as in terms of space. Etruscan roads dug out of tufa, the “Vie Cave”, enormous cliffs, hidden under an overwhelming vegetation and dug with the mere help of chisels and small hammers, Vie Cave as Paths of the Sacred Ways. It was noted that, on average, they have a fixed length, namely 400 meters, deeply incised (as if you wanted to enter in “communion” with Mother Earth, its energy and its divinity) and have a trend in the maze (the maze is a constant in magic rituals of the past).65 According to the scholar John Feo, probably the only one who studied in deep the theme of the Vie Cave, despite sometimes he was considered an “heretic”, you could read a similarity between the Vie Cave and the so-called “dromos” (funeral corridors of access to the tombs ).

64Seneca, Nat. Quaest., 2, 32 65 astrambiente.com

70 It is also important to highlight, that the Etruscans, perhaps more than other contemporary people, were aware that the human existence had mysterious meanings. If you want to generalize, earthly life was lived in constant awareness of being at the mercy of the divine will, which could be interpreted but never changed. Not without reason, magic and divination were widespread in all walks of life, so much to define the The Etruscans “the Fathers of all superstition.” In the end, if we concentrate, the world of the Etruscans was full of AWE and adoration for the Earth, the Vie Cave are nothing but Sacred pathways, it is extremely likely that the interpretation of “sacred” just mentioned above is the correct key to the mystery of the Vie Cave. Why did templar churches and hermitages were made above these sites or in the nearby area? Why do some people nowadays believe that these places have particular power such as to celebrate spiritual initiation rituals? Explanation should be found in the origins of Etruscan's rites and myths. The goddess creator was Uni for the Etruscans, Mother Earth. Its sacral power inspired all etruscan arts, the art about earthly life and beyond. According to the legend it was Tarkun, the first king-priest, who received the holy teachings from a supernatural being: Tages, the child with the voice of an old man, emerging from a farrow. Tages, before sinking back into the underground, dictates to Tarkun and to twelve priests (Lucmones) the Acherontic Books: this is the Etruscan book of the dead, the gateway to the underworld. Therefore for the Etruscans there was an underworld divinity that would give strength and knowledge. Their cult for the Earth can be explained as the physical and ritual penetration of the underworld, in the search of knowledge and sacred power. But there's another archaic civilization that honors the same cult: the Incas of ancient Peru. The Dark underground kingdom of Ukupacha goes along with Etruscan underworld, and their lord Washrinka; when summoned by Incan priests, the divinity emerges from the earth, as Tages does, in order to give power and knowledge. But that's not the only similarity between these two civilizations... Thus the Vie Cave could be sacred walk-paths, ritual passages that would lead the initiated from the living cities to the dead cities-kingdom. Their depth would be

71 fit for getting near the underworld, nearing to the direct source of the sacred power, as the Etruscans considered it. How would this hypothesis be bound to the Etruscans disappearance? So far the map of Vie Sacre recovered show how their distribution seem to obey to a wider geometrical pattern. Seems like that Vie Cave converge toward a specific geographical spot: Bolsena Lake. Velzna, or Volsini, was its ancient name, the greatest volcanic lake of all Europe. Fanum Voltumnae was located near the lake, where their most important holy grove can be found, dedicated to the goddess of waters. The lake was chosen by the priests as the omphalos, i.e. the holy navel of all etruscan civilization. There is a theory that in this place, once a year, twelve Lucmones66 would gather to celebrate the spiritual unity of the etruscan people. At the center of the lake two beautiful isles arise: Martana and Bisentina, the latter was considered a holy isle by the Etruscans, the geographical and spiritual heart of all the etruscan nation itself. The main temple, unfortunately, has never been found and old books hint that it was probably hidden by the priests themselves, together with its golden and its secret treasures. Bolsena lake has a startling likeness with Titikaka lake, sacred lake and spiritual center of the Incan civilization. Two isles arise on Titikaka as-well, and also there, Incas chose one of these isles as their holy navel. Priests believed that Washarinka's spirit would live underwater. Both these two civilizations, therefore, had an isle on a lake symbolizing the communication gate for the holy and dark afterworld. Just like the Incas, some people think that a part of the Etruscans could have decided to disappear into the underground. In this fanciful assumption, the holy Isola Bisentina represents one of the gates that lead to the mythical Agarthy. Livy67, though mentioning the Fanum many times, never gave the specific location: “thus, the two towns, sent the ambassadors to the twelve people calling for a council for all Etruria within the Fanum Voltumne...”; “ ...Assemblies. in order to decide whether to wage war. met Volsci and Equi in Etruria, within Fanum Voltumnae...”; “a great gathering was held by the Etruscans within the Fanum

66De Grummond and Nancy Thomson (2006).mitologia etrusca, storia sacra e legende: un introduzione.

67 Livio, Ab Urbe condita, IV, 23, 25, 61; V, 17, VI, 2.

72 Voltumnae” It was at the Sanctuary of Voltumna that "....every spring the Federal Congress of the Twelve Etruscan Cities..." convened. Firstly, the Congress would examine mutual affairs in general, together with foreign policy, they would deliberate peace and war..... internal and Foreign Policy. ..In the Unity of the Nation was the reaffirmation at the temple of Voltumna....of the mother tongue and, most of all, confirmation of the shared Religious Faith....The Fanum Voltumnae, fervent expression of the unity and faith of the Etruscans, never ceased, even after the Roman conquest, to represent the "HEART" of Etruria68..... Etruscan writings, very much widespread and valued, unfortunately have all gone lost, between library burnings and inquisition. Wonder if some hidden ancient book, found in some private collection or Vatican's archives, shall reveal the secrets of such mysterious people. The only Etruscan myth that came intact to our days is the myth of Tages. The super-wise child who sprang up from the freshly plowed “mother earth”, plowed by Tarkum (Tarquinius), the mythic founder of Tarquinia. As soon as Tages starts speaking, Lucomones priests run at his place to write down the words of the genius of the earth. Tages probably dictated his sacred books, the Tagetic Books, subjects related to the world, of whom he was the herald, the undeworld and the upper one. For this reason these books were called “Acherontic”, referring to Infero river which would bring the earth gods toward the underworld: Aita and Phersipnai. Unfortunately these books went lost. Etruscans, as the American Indians did, worshipped Mother Earth. They carved large holy cave-areas, hypogaeum labyrinths and monumental necropolis, almost as if they wanted to enter physically and ritually into the deep-depths of the underworld. These above cited stories have a common belief: the worship of Mother Earth, but also something that maybe we don't understand anymore, because we have lost the “memory” of a time when we all knew many things. Maybe if we could find back the “Tagetic Books”, memory would come back again and we could discover many secrets or truths.

68 Timperi, Angelo (2010). Il Fanum Voltumnae a Bolsena – Dovuto a Voltumna. Viterbo: S.Ed editore.

73 5.2 Forgotten Time Cycles Many old-civilizations had a mythical conception of history, whose time was not linear. They believed that history was cyclical with alternating Dark and Golden Ages. Plato called this the Great Year, and other Greeks called it Aeon. For example: the ancient doctrine of eternal return, of Ancient Egypt, the Indian religions, or the Greek Pythagoreans' and the Stoics' conceptions. Hesiod describes five Ages of Man: the Golden Age, the Silver Age, the Bronze Age, the Heroic Age, and the Iron Age, which began with the Dorian invasion. Other scholars suggest there were just four ages, corresponding to the four metals, and the Heroic age was a description of the Bronze Age. A four age count would be in line with the Vedic or Hindu ages known as the Kali, Dwapara, Treta and Satya yugas. According to Jainism, this world has no beginning or no end, but goes through cycles of upturns (utsarpini) and downturns (avasarpini), constantly; Many Greeks believed that just as mankind went through four stages of character, during each rise and fall of history so did governments. They considered democracy and monarchy as the healthy regimes of the higher ages; and oligarchy and tyranny as corrupted regimes, common to the lower ages. In the East cyclical theories of history were developed in China (as a theory of dynastic cycle) and in the Islamic world by Ibn Khaldun.

Vedas: The Vedas ( Sanskrit: वद véda, "knowledge") are a large body of texts originating in ancient India. Composed in Vedic Sanskrit, It is said that States, or countries, or empires, appeared naturally within human society as a sign of sophistication and as advancement, however the ancient Vedic literature portraits a complete different picture: From the vedas we learn that there were times when humans lived in internal peace and had technology that did not poison the environment, there were no countries because there was no need, no enemies and no desire to conquer- there was no natural resources in term of mine or yours or theirs and so on. There were no countries or states, there was one world only, one culture brought by the survivors of a global catastrophe to the primitive locals. The dark age in Vedas correspond with the kali yuga, darkness of spiritual reason and fall into deep materialism with al its consequences. There were survivors

74 of the golden age empire, which is not shaped or seen as nowadays, since it did not have borders... Here are some of the forgotten ciclic tradition of the past, from allover the world and all times:69 *Indian Seneca remembered six ages. *Old Persia's Zoroastrians, in the book Bahman Yast, one of their sacred books called the Avesta, count seven ages for the world. *Enigmatic Etruscans were famous experts on star science and by their observation they spoke about seven ages already passed. *The Toltecs spoke about different times where the Earth had suffered destruction, due to cataclysms. *The Hawaian Kahunas, still sing about the memory of long time ago cataclysms, with thunders, storms and immense waves. *Ancient Islanders reminded about several beings living in nine worlds passed on earth. *Chinese called Kis the lost ages, and counted ten Kis from the beginning of the world. Their great encyclopedia, Sing–li–at–tsiuen–chou, spoke about the length of various cataclysms, which periodically strike the world and humanity. *Normans remembered many old ages and their destruction and rebirth of the great time cycles. *Sibyiline Oracles, in Rome, spoke abut seven ages in the past, and predict still two to come. *The southern India Ayyavazhy believed in eight Yukam and thought that today we are in the Dharma Yukam or Last Age. *Alexandrine Greeks knew a long period of time, which they called Supreme Year, at the end of whom the Sun, the Moon and all planets turn back to the original spots. Every Supreme Year have a Katak or Great Winter, marked by a flood, and an Ekpyrosis, or Great Summe,r that ends with a general conflagration of the world. *According to the old Jewish tradition, the Earth was not created only once, but it was already created six times, in order to accomplish a divine will. Every creation was separated from the next by a period of chaos and destructive floods, similar to Noah's. The first Earth was called Eretz, the second Adamah, the third Arka, the Fourth Harabh, the Fifth Yabbasha, The Sixth Tevel and the current one

69 http://www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=347

75 Heled. *Some Islamic cults believe that thousands of ages or worlds have already come and gone, the current one is only their expression. Each world begins with an Adam and Eve, which become Imams or Great Masters for the length of that age, they are also the only survivors and they move towards the new world, along with their wisdom. Adam brings the eternal laws and their predictions, while Eve is the mother of all esoteric and hidden teachings. At the end of each world an integration between the two takes place and the same Time power is defeated by them, ready to receive it, weakened as it is, and they transcend into another dimension beyond the Earth. *Among Tibetan Buddhists there is the holy Visddhy Magga, that includes a chapter about the Cycles of the World. It describes the great global catastrophes that take place periodically: one made of fire, one of water and the third made of wind. Some other destructions are given to ice, oceans dry up and some to smoke, that would invade the world, hiding up sun's light. *Plato, who travelled in the country of Nile and was initiated in its Temples as a Master, once wrote:”Egypt has recorded and preserved eternally the wisdom of all times. Everything comes from time immemorial, when gods would keep the Earth, since the dawn of civilization. With the destruction of the ancient libraries of Alexandria and China, the only remaining records of the very ancient past are to be found in India and Tibet. They speak of a golden age when men could fly in fantastic crafts that could defy gravity (Vedas). What happened to these fabulous civilizations? It appears that they disappeared from the face of the earth in a series of environmental catastrophes. Such was the destruction that virtually nothing remained. But as shown above, evidence has been coming to light. As this evidence slowly accumulates, it is becoming clear that man has had a far more glorious past than the one that has been painted by modern archaeology.

76 Chapter 6 Etruscan's Metaphysics 6.1 Archaic Knowledge From the first ancient brahmin tablets (the cuneiform scripts of Ur) to the Bible, where Isaiah describes the arrival from the sky of angels descending on burning chariots, we see the transmission of knowledge, laws and rules given to the Humankind. Moreover, another occurrence that is mentioned by all civilizations is the Great Flood. Throughout the centuries, each civilization transformed and developed forms of cults and myths, but all of them, when deeply studied, seem to belong to a common original matrix. Regarding Cosmogony: First, it possible to notice a distinction regarding the figure of the Supreme (Creator of everything); celestial, full of personality and separated from the world as the monotheistic religions declare. On the other hand he is immanent, and pervades everything in the Universe in the pantheistic religions. He is usually defined as a Wizard or a Shaman that with the will of his thoughts is able to create (the power of creation)70. Second distinction, in the monotheistic religions the Cosmos once created there is nothing more to do; in a pantheistic religious view the order of the Cosmos has to be revitalized continuously through a complex of sacred rituals, following a periodic pattern or particular circumstances. Another main theme to consider is the continuous creation of two individuals (man and woman) diverse, but completing. What concerns the Etruscan Cosmogony, sources and documents are not many, meagre and usually filtered by others. Seneca cites about the nymph Vegoe or Vegonia who reveals to the Etruscan Arunte Veltimna how the waters of the sea had been separated from cosmic ether under the will of the Creator; He is a divine entity that appears always imprecisely whether in aspects that in his responsibilities, and thus always obtains different representations. The Byzantine Suda (some kind of encyclopedia, containing 30.000 entries, written in Byzantin Greek) is a collection of the ancient Mediterranean World and whose design dates back to the 10th century AC. So from here it seems that, for the

70De Grummond and Nancy Thomson (2006).mitologia etrusca, storia sacra e legende: un introduzione.

77 Etruscans the Creator took 12.000 years to create the Universe. 6000 years had to be used to create all things around, and the other 6000 years were used later to create and contain all human kind history. The creation is divided as follows: 1st millennia Sky and Earth. 2nd millennia the Firmament. 3rd millennia all the waters and the surfaces of the globe. 4th millennia the Sun, the Moon and the Starts. 5th millennia all animals that live in the waters, in the sky and on the ground. 6th millennia the Human being.

Supernatural and Natural worlds are strictly connected and obey to one order only. The Supreme Entity can manifest itself through natural events that men have to interpret. In the case of the Etruscans, this task was destined to the Augurs and the . The sacred books of the Etruscans were three: Rituales (divided into Fatales, Acheruntic and Ostentaria), Fulgurales (transmitted by Ninfa Baegonia) and Haruspicini ( Transmitted by Tagetes). Massimo Pallottino summarizes the known scriptures as the Libri Haruspicini, containing the theory and rules of divination from animal entrails; the Libri Fulgurales, describing divination from lightning strikes; and the Libri Rituales. The last was composed of the Libri Fatales, detailing the religiously correct methods of founding cities and shrines, draining fields, formulating laws and ordinances, measuring space and dividing time; the Libri Acherontici, dealing with the hereafter; and the Libri Ostentaria, containing rules for interpreting prodigies. The revelations of the prophet Tages were given in the Libri Tagetici, which included the Libri Haruspicini and the Acherontici, and those of the prophetess Vegoia in the Libri Vegoici, which included the Libri Fulgurales and part of the Libri Rituales.

The Etruscan books were texts full of principles created to guide society, politics, and the religious life of the Etruscans. Subsequently during the first century BC, these books were translated in latin by Tarquinius Priscus (Libri Tarquitani) and re-examined by Cicero (De Divinatione). In the latter Cicero attacks with philosophic skepticism all aspects related to oracles, and haruspicina astrology (divination)

78 criticizing the reliability of these cults. Nevertheless, Cicero declares that their practice is needed to ensure the internal harmony and balance of the Roman state and to preserve traditions.

Etruscan Discipline.

6.2 Magical Places When about 1000 BC the Etruscans arrived on Tyrrhenian coasts of Italy, they did not choose randomly to settle there. The sandy coastline with the typical Mediterranean vegetation, the plains of Maremma Tosco-Laziale , the oaks chestnut trees dense mountains, the frightening beech forest of the Cimini Mountains as insurmountable bulwark for their Roman opponents, the volcanic lakes, the river gorges, the tuffaceous spurs, became the right scenario for a nine hundred years long history. These places with a wild and evocative landscapes will help to improve the golden age of magic and mystery that surrounds the Etruscan civilization. Thanks to the myths and legends that for centuries surrounded this territory the Etruscans remained isolated from the insatiability of the Roman conquerors. 6.2.1 Vie Cave Vie Cave are always present near necropolis and this underlines the possibility of a sacred reason, linked to religious ceremonies, almost an initiates path. Many are these paths around Etruscan area, especially near Bolsena lake. These passages may reach half kilometer length with steep walls, 20 meters high. In some cases walls are decorated with inscriptions, niches or “tight passages”71. Often some holy symbols

71Robert D. Morritt, Sassi che parlano (2010)

79 are found, like the Rotating Sun symbol, whose cycle permitted life going on. “The riding man”, symbol of the dead's journey in the beyond. Masculine and feminine genitals which represented life generation power72. This is a further confirmation that Etruscans were the last to keep a secret science. The Disciplina Etrusca, linked and related to nature, Earth divinities, of water and sky, and the underground as well.

6.3 The Gate of Agarthi Agarthi is a legendary Kingdom located in the Inner Earth, closely connected to the hollow earth theory. According to this theory, beneath the surface of the earth there would be different concentric surfaces that could be inhabited or habitable. But which is the link between Etruscans and Agharty? Who were the Etruscans? For some people Etruria as well could be a point of passage, a gate, a breakthrough toward something undefined and mysterious. It seems that one of these tunnels is on the Bisentina Island, on Bolsena Lake. The lake of Bolsena, Lacus Volsinii, is the largest volcanic origin lake in Europe and hosts two beautiful islands: the Martana and the Bisentina. The Etruscans considered the Bisentina Island a sacred place, the spiritual heart of the whole Etruscan nation and was the place where all their knowledge would be preserved at its best. The Etruscans had a very close relationship with the ‘magic’; they studied and decoded it thanks to rules and principles drawn from “disciplines”; some of them were numerology and astrology. The Etruscans believed in the existence of a divinity that would transmit strength and knowledge from the underground. Their entire cult of the Earth is all about the understanding of the underworld in search of knowledge and the sacred power. As already mentioned, many researchers believe that on the island there was the mythical Fanum Voltumnae, the sanctuary of the Etruscan Federation. We know that the lake in general represented for the Etruscans the communication GATE with the dark and sacred underworld. The Bisentina island extends for many hectares and there is a small hill of 56 m. height called Mount Tabor, from the top of it you can

72Robert D. Morritt, Sassi che parlano (2010)

80 enjoy a splendid panorama on the Bolsena Lake. In addition, you can find on the island seven chapels and the Malta dei Papa, a prison dug in the subsoil used for those clergymen sentenced of heresy. The presence of Christian chapels in sacred places should hint scholars to further explore the area. We know that the cancellation of memory is very common in past and recent history. The Christians built above pagan temples or sacred places to affirm their religious supremacy and eliminate the traces of the previous ones. In a letter to San Giusto of Canterbury, Pope St. Gregory the Great (540-604 a.C.) writes “When you are with our brother Augustine, tell him that after long consideration and careful examination of the English question, I judged that you should not destroy the pagan temples, but only the idols in them. [ …]. Because all the ancient gods are demons”. Considered that every myth or legend hide some truth, we can see in some new discoveries the evidence about the underworld (see chap. 7). Therefore humankind of the past has surely a lot to tell.73

73De Grummond and Nancy Thomson (2006).mitologia etrusca, storia sacra e legende: un introduzione.University of Pennsylvania Museum of Archaeology.

81 Chapter 7 New Discoveries

7.1 Etruscan Pyramids Found in Italy The Pyramid of Bomarzo The pyramid was discovered in the spring of 1991 by local researchers Giovani Lamoratta and Giuseppe Maiorano. Unfortunately, official archaeology has not yet made a thorough study of this structure. It is called "Pyramid of Bomarzo"74 although in reality it only partially resembles a truncated pyramid, and is actually more properly an altar, somewhat in the manner of Bronze Age altars in or Peru. A more appropriate name may be "pyramidal altar". With the finding of the Orvieto Pyramids surely the official archaeology shall give attention to this very first pyramid. The area where the pyramid is located is called "Tacchiolo" and is rich in artifacts and settlements belonging to the Etruscan period and earlier. Thanks to Salvatore Fosci the area was cleaned up and well cared for. 7.1.1 Orvieto Series of pyramids mostly uncovered in 2012 75 The Etruscan pyramids have been located underneath a wine cellar in the city of Orvieto in , according to a team of U.S. and Italian archaeologists. Carved into the rock of the tufa plateau --a sedimentary area that is a result of volcanic activity-on which the city stands, the subterranean structures were largely filled. Only the top-most modern layer was visible. "Within this upper section, which had been modified in modern times and was used as a wine cellar, we noticed a series of ancient stairs carved into the wall. They were clearly of Etruscan construction," David B. George of the Department of at Saint Anselm, told Discovery News.

74 http://www.antikitera.net/ 75 http://www.sulletraccedelmistero.it/

82 As they started digging, George and co-director of the excavation Claudio Bizzarri, of the Parco Archeologico Ambientale dell'Orvietano, noted that the cave's walls were tapered up in a pyramidal fashion. Intriguingly, a series of tunnels, again of Etruscan construction, ran underneath the wine cellar hinting to the possibility of deeper undiscovered structures below.

7.2 Vast 5,000 year-old underground city discovered in Turkey's Cappadocia region76 The city may be the biggest in the world, officials say. A 5,000 year-old underground city thought to be the largest in the world has been discovered in central Turkey. The subterranean settlement was discovered in the Nevşehir province of Turkey’s Central Anatolia region, in the historical area of Cappadocia. Cappadocia is famous in archaeological circles for its large number of underground settlement. But the site, located around the Nevşehir hill fort near the city of Kayseri, appears to overwhelm all other findings to date. Hasan Ünver, the mayor of the city above the discovery area, said other underground cities were nothing more than a “kitchen” compared to the newly uncovered settlement. “It is not a known underground city. Tunnel passages of seven kilometers are being discussed. We stopped the construction we were planning to do on these areas when an underground city was discovered,” Mr Turan told Turkish publication Hurriyet Daily News. Cappadocia's characteristic volcanic rock landscape lends itself to underground cities, a multi-level city large enough to house many thousands of people and their livestock. It lies within an hour’s drive south of the new discovery. Cappadocia region is fertile ground for underground cities because of its soft volcanic rock which is easy to carve. It is interesting to say that Etruscans, whose ancestors lived in Anatolia, found in central Italy the same tufa-rock to build their necropolis.

76 http://www.ilnavigatorecurioso.it/

83 7.3 The remains of a 200,000 year old advanced civilization found in Africa confirms the cyclic history theory77 The incredible discovery was made in South Africa, around 150 km west of port Maputo. There, we find the remains of a huge metropolis that measures, according to tests, around 1500 square kilometers. This ancient city is, according to researchers, part of an even larger community with about 10,000 square kilometers and is believed to have been constructed 160,000 to 200,000 years before Christ. “When Johan first introduced me to the ancient stone ruins of southern Africa, he had no idea of the incredible discoveries we would make in the following years. The photographs, artifacts and evidence we accumulated, point towards a lost civilization that has never before been and precedes all others – not for a few hundred years, or a few thousand years … but many thousands of years.” According to Tellinger, these discoveries are so incredible that it will need a complete paradigm shift in how we view our . The surrounding geology is interesting due to the numbers gold mines located in the vicinity. Researchers have proposed that a vanished civilization from the distant past, could have lived and proposed in that part of the world while mining gold. They carved detailed images into the hardest rock, worshipped the sun, and are the first to carve an image of the Egyptian Ankh – key of life and universal knowledge, 200,000 years before the came to light. Tellinger presents this groundbreaking new evidence in which is released in his latest book “Temples Of The African Gods”. It graphically exposes these discoveries and will undoubtedly be the catalyst for rewriting our ancient human history.

77 http://www.liutprand.it/

84 Conclusion

Though there is not direct written material, scholars have been able to gather much information about the Etruscans. Now this population due to famine was forced to leave Anatolia; land of very old tufa excavations where entire old towns were dig into the underground. Again into the ground we find historical roots of Etruscans. Mother Earth that gives life, knowledge and food for her children. A food, in the wider sense of the term, that brings spiritual knowledge and inner power. Thus the Rasnas for the need of food, found a new homeland, extremely fertile, which protected them for centuries from famine and invasions. Their virtue, after their loss, was becoming strong in trade and commercial exchanges. Up until they got overwhelmed by what the Greeks would call “the Dark Age if Ignorance”, where another population, the rough Romans, slate them clean (Tabula Rasa) or simply absorbed them into their empire. This people, refined and proud, speak through the Vie Cave, the very beautiful frescoes of Tarquinia, and the Funeral Inscriptions. They communicate through the rituals for the choice of the place where to live or die, so attractive to take your breath away and the sight toward the horizon. Tarquinia, Orvieto, Arezzo and many others have a heart warming landscapes. When getting into a tomb one feels like being in a comfortable home, its pleasing being there. By walking through Vie Cave, an initiatory feeling overwhelms the observer, one feels being not alone, as if you were into the womb of Mother Earth. It appears that Etruscans were not common people, they have a lot teach and hopefully their precious books will be found soon.

85 SEZIONE LINGUA PORTOGHESE

86 87 Sumario

Introdução...... 89

Capítulo 1 Introdução sobre os Etruscos...... 91 1.1 Nove séculos de história etrusca...... 91 1.2 A origem Genética dos Etruscos...... 95

Capítulo 2 Alimentação, Agricultura e Ervas Medicinais...... 96 2.1 Alimentação, Agricultura e Ervas Medicinais...... 96 2.1.1 O banquete...... 97 2.1.2 Ervas medicinais dos Etruscos...... 98 2.2 Nutrição e Convívio nos rituais fúnebres...... 98 2.2.1 Uso de algumas plantas nos rituais...... 100

Capítulo 3 A Confederação Das Doze Cidades...... 101 3.1 Os Lucmones – a Etrúria...... 101 3.2 O Fanum Voltumnae...... 102

Capítulo 4 A língua...... 103 4.1 O enigma dos pelasgos e dos Etruscos...... 103 4.2 A língua etrusca...... 104 4.3 A mulher que traduziu o Etrusco: Nermin Vlora Falaschi (1921-2004)...... 105

Capítulo 5 Os Etruscos, Um Povo Misterioso...... 109 5.1 Os Etruscos, Um Povo Misterioso...... 109 5.2 CICLOS TEMPORAIS ESQUECIDOS...... 112

Capítulo 6 A Metafísica Dos Etruscos...... 116 6.1 Conhecimento arcaico...... 116 6.2 Lugares misteriosos...... 118 6.2.1 A s “Vie Cave”...... 119 6.3 A porta de Agartha...... 119

Capítulo 7 Novas Descobertas...... 121 7.1 Pirâmides Etruscas encontradas na Itália...... 121 7.1.1 Orvieto...... 121 7.2 Cidade subterrânea de 5.000 anos descoberta na região da Turquia na Capadócia...... 122 7.3 Os restos de uma civilização avançada 200.000 anos, encontrados na África confirmam a teoria da história cíclica...... 123

Considerações Finais...... 124

Agradecementos...... 125 Bibliografia...... 126 Webgrafia...... 128

88 Introdução

In tuscorum iure pene omnis italia fuerat. Quase toda a Itália foi uma vez sob o domínio Etrusco .78

A terra da Itália experimentou um povo fenomenal que trouxe consigo conhecimento, técnica e sabedoria até então desconhecida nesta região. Um povo que provavelmente veio do Oriente Médio e conseguiu encontrar-se tendo conhecido fome e carestia. Um povo altamente refinado e amante da beleza; quinta-essência da evolução dos povos de origem antiga. Não è só pelas armas, germes e aço 79 que um país se desenvolve, mas para a fertilidade do solo, dos alimentos e das ervas medicinais. Não há nenhum povo Europeu que tem sido maltratado como os Etruscos, não há pessoas, cuja identidade foi tão sistematicamente destruída. Quase como se a semente se comprometeu a apagar todas as traças da memória de uma nação que uma vez escreveu, com sua ação pioneira, o primeiro grande capítulo da história do Oeste. 80 No caminho desta tese ha alguns pontos salientes para a aprender um pouco da história sobre os Etruscos: a história, os hábitos alimentares, que afetam o destino de um povo, o sentimento religioso, a linguagem. No primeiro capítulo, na totalidade, ha nove séculos de história; do tempo pré-histórico Villanoviano ao período Orientalizante, terminando com a “tabula rasa” perpetrada pelos Romanos. A contribuição de todos os comércios que deram os Rasna81 para os Romanos foi de tal força e pressão que hoje não pode ser feito um discurso sobre os Romanos sem se referir aos pais da cultura Romana: os Etruscos. O segundo capítulo apresenta uma visão geral sobre as actividades agrícolas, a gigantesca fecundidade do solo em que viviam, os alimentos, bebidas e empresas. Então acaba levando ao conhecimento de ervas medicinais, e não, que este povo fascinante poderia produzir e adquirir. O terceiro capítulo é dedicado à Etrúria, ao Fanum Voltumnae, que os

78 Catone II sec. d.C 79 Jared Diamond, 1997. Giulio Einaudi Editore 80Daniel West Werner keller, da civilização etrusca, Garzanti, Milão, 1999

81Rasenna ou Rasna Dioniso de Alicarnasso I.30.3. ou tambem no Cippo Perugino.

89 estudiosos não foram capazes de identificar a localização exata, existem muitas hipóteses. No capítulo quatro nos vamos examinar a língua e as suas supostas origens, com especial atenção à grande Nemrin Vlora Falaschi, apaixonada estudiosa da língua etrusca. O quinto capítulo leva o leitor para os mistérios que cercam o povo “do trovão”, da predestinação, e da natureza, dominada por Deuses e as suas vontades. Mas não é apenas este o aspecto dominante do capítulo: compara-se a história cíclica e os ciclos do tempo. O sexto capítulo quer introduzir o leitor ao conceito de conhecimento arcaico, comum a todas as culturas antigas, que encontram-se muitas vezes escrito nas escrituras sagradas de todas as religiões; começando com os Vedas para chegar aos livros da Bíblia, o dilúvio e a idéia de uma grande civilização que se tornou muitas. Em seguida, especificamente os Etruscos e os livros já encontrados: Fulgurales, Haruspicini e Rituales. As Disciplinas e sua aplicação em todas as coisas. O sétimo capítulo é dedicado a novas descobertas, que confirmam algumas hipóteses arqueológicas: história cíclica, monogènesi dos povos (as pirâmides encontradas na Tuscia), a cidade subterrânea da Capadócia, fonte de novas hipóteses sobre a existência de Atlantis, ou também dos povos que viveram dentro da terra; Agarthy.

90 Capítulo 1 Introdução sobre os Etruscos

1.1 Nove séculos de história etrusca82 Século IX A.C. Durante o século IX, um novo povo começou a conhecer os primórdios da sua civilização, as cidades Etruscas começaram a surgir em áreas onde já havia pequenas sociedades de homens pré-históricos, chamados Villanovianos. Os habitantes eram uns moradores que viviam em cabanas de palha e barro, se dedicavam à agricultura e à pastorícia, de jeito puramente elementar. Era seu costume cremar os mortos e enterrar-os perto de suas casas. Não se sabe exatamente onde os Etruscos vieram, mas os arqueólogos dizem que vieram provavelmente do este do Mediterrâneo, da Asia Menor ou da ilha de Lemnos. Temos certeza que quando eles chegaram na Itália trouxeram consigo a civilização e a urbanização. Seu território si espalhava do rio Arno ate o Rio Tevere. Foi mesmo perto do Rio Tevere, onde havia uma pequena aldeia de uma tribo chamada Latinos, que um dia surgiu Roma.

Século VIII A.C. A civilização etrusca atingiu seu esplendor durante este período, os túmulos eram uma expressão da sua grande riqueza. No final deste século, o comércio com outros países do Mediterrâneo começou a crescer muito. Prova disso é encontrada num vaso egípcio com hieróglifos que falam do Faraó Bocchoris (718.712 A.C.), que foi encontrado numa tumba na necrópole de Tarquinia. Os Romanos, que ainda viviam em cabanas durante o esplendor da civilização etrusca, estavam em contato próximo com os Etruscos, sua linguagem, idéias, religião e cultura. Os Etruscos foram a primeira grande influência na cultura Romana. Os Etruscos eram conhecidos como Τυρρηνοὶ (Tyrrenoi) em Grego ático. Mais tarde, como Tyrsenoi, do que mais tarde os Romanos deram origem ao nome de

82 Storia degli etruschi -Mario Torelli. , 2005, Laterza.

91 Tyrrheni (Etruscos), Tyrrhenia (Etruria) e mar Tyrrhenium (mar Tirreno). Atè que alguns estudiosos os associam com os Teresh ("povos do mar"). A palavra pode ser associado ao Hitita Taruisa (gr. Tursha). Os Etruscos se chamavam

Rasenna ou Rasna, (que em sânscrito रसा significa "raio de luz", "Trovão").

Século VII Os Etruscos viviam em cidades-estado fortificadas; Estas cidades-Estado formavam pequenas confederações. No período o mais antigo destas cidades-estado eram governadas por um monarca, mas foram depois sob o domínio de oligarquias que governavam através de um Conselho e pessoas eleitas. Como os povos vizinhos, os Etruscos eram principalmente uma sociedade agrícola, mas eles também tinham um exército forte, que costumava dominar os povos circundantes. Estas populações dominadas foram obrigadas a fazer os trabalhos mais duros nas fazendas, a fim de permitir à os Etruscos de interessar-se do comércio e da indústria. Entre o sexto e sétimo século os Etruscosntinham dominado a maioria da Itália, incluindo áreas fora da Península e Roma. Este século é conhecido como o período oriental. As comunicações com o resto do Mediterrâneo aumentou enormemente. Os Lucmones aumentaram suas riquezas, como pode ser deduzido com a descoberta de muito ouro e prata dentro da necrópole. As cidades evoluíram, começaram edificar casas mais modernas e tecnicamente avançadas e lindas também. Eles eram pessoas sofisticadas, com um alfabeto baseado no grego de Lemnos, uma poderosa tradição escultórica e pinturas, uma religião baseada de deuses antropomórficos e numa complicada série de rituais de adivinhação, que em seguida foi levada pelos Romanos. Ao contrário de outros povos da época, igualdade de Gênero estava presente e pronunciada. Sexto século N e s t e s é c u l o a civilização etrusca começou a enflorescer o seu bem-estar e o seu próprio domínio do mar Tirreno.

92 Muito do poder sobre as cidades-estado caiu nas mãos das famílias aristocratas e os Príncipes Lucmones perderam seu monopólio. Em Tarquinia uma grande quantidade de túmulos foram decorados com afrescos de Cenas de banquetes, jogos, danças e caçadores; temas apreciados pelos aristocratas Etruscos. De um ponto de vista comercial Vulci tornou-se o centro do comércio internacional; Havia vasos Atenienses, tecidos e todos os tipos de bens. Os primeiros grandes templos foram construídos, o porto de Gravisca tornou-se famoso para o comércio, que envolvia Comerciantes que vinham da Asia, da Grécia e de Cartago. Enquanto os Etruscos estavam ocupados tentando crescer seu poder e cuidando dos negócios com o oriente medio e a África, uma cidade ao sul de seu território estava começando a crescer vertiginosamente, uma cidade que imitava os Etruscos em qualquer maneira conveniente para eles: Roma. Século v Durante este século, a ordem política da cidade- estado é posta em crise, provavelmente por causa de conflitos sociais. Esta crise é ainda mais acentuada devido à derrota militar em Cumas no 474 a.c. perpetrada pelos Gregos. A metade do século é caracterizada pela estagnação econômica sublinhada pelo quase desaparecimento dos bens de luxo, que antes eram importados da Grécia e do Mediterrâneo. O porto de Gravisca está quase abandonado. Em outros lugares, no entanto, é construído o Templo de Pirgi, clara evidência que a economia etrusca ainda estava em pé. Século IV Após dez anos de cerco no 396 a.C. a cidade etrusca de Veii é conquistada por Furio Camillo. Esta é a primeira cidade conquistada pelos Romanos. Falerii Vetere e Vulci são lar de artesãos atenienses, que trazem uma rica produção de vasos Etruscos com figuras vermelhas

93 típicas deste século. Esta época vê a hegemonia política e religiosa de Tarquinia, que opera sem hesitação num conflito interno ocorrido na cidade de Arezzo. Durante o final do século Tarquinia e Falerii Veteres lutaram contra Roma, terminando sem vencedores, uma luta que durou quarenta anos (358 A.C.). Caere aliou-se com Roma, obtendo a “civitas sine suffragio” (cidadania sem poder votar).

Século III Roma conquista Tarquinia (281 A.C.), Volsini, Vulci e Caere logo depois. Os Romanos fundaram a colônia de Cosa (274 A.C.) no território de Vulci, a metrópole etrusca não tem mais saída para o mar. A conquista Romana continua no 265 A.C., com a obtenção de Volsinii Vetus (Orvieto). Os Romanos conquistaram áreas e as saquearam fortemente, levando tudo pra Roma. A cidade etrusca é destruída e seus habitantes transferem-se para Volsinii Novi (Bolsena). Uma coisa muito semelhante acontece alguns anos mais tarde, em Falerii. A expansão Romana è imparàvel. Na virada do século, durante a segunda Guerra Púnica, na batalha de Cartago, Cidades Etruscas tornam-se leais aliadas de Roma.

Século II Roma, depois de vencer a batalha contra Carthage, tornou-se a dominante do Mediterrâneo ocidental. As cidades Etruscas estão sob o controle dos Romanos e as rebeliões de alguns dos Etruscos são extintas facilmente. Em 181 a.c. a colônia Romana de Gravisca é fundada no porto de Tarquinia.

Século I Na conquista de Octávio BC 40, pilharam e queimaram Perusia (Perugia), onde os partidários de Marco Antonio se escondiam. A batalha é muito curta entre Etruscos e Romanos. Desde este momento a Etruria é uma província Romana.

94 1.2 A origem Genética dos Etruscos Heródoto escreveu que os lídios foram submetidos a um período de fome na Anatolia ocidental, onde eles viviam, "seu rei dividiu as pessoas em dois grupos, para que um iria permanecer e outro iria partir”.Ele permaneceu em sua terra natal e seu filho, o Tyrrhenus, foi com o grupo que ia deixar seu país ". Heródoto nos conta que este povo foi o primeiro a usar ouro e prata. "rico como Creso "foi um ditado entre os -Romanos da época. Creso foi seu último rei. A história de Heródoto pode ser um mito ou uma lenda, mas sabemos pela pesquisa genética que os povos antigos da deixaram suas terra natal, viajando por Lemnos e chegando na Itália. Este fato è provado de uma recente pesquisa genética, chamada "variação mitocondrial do DNA dos Toscanos modernos prova que a origem dos Etruscos era do Oriente Médio”83.-dirigido pelo prof. Antonio Torroni e pelo Prof. Luca Cavalli- Sforza. È interessante notar que foi encontrada uma linhagem genética similar num estudo paralelo que confirma o DNA do gado, publicado no British Proceedings da Royal Society. O DNA desses animais, que podem ser encontrados na região onde os Etruscos viveram um tempo, pertence à Anatolia e ao Médio Oriente. Isto confirma a velha crença de Heródoto, o historiador Grego, juntamente com a confirmação de que, mesmo a língua Etrusca vem de uma área Semítica, como descobriu o prof. Giovanni Semeraro. A pesquisa genética prova sem dúvida que os Etruscos vieram de uma área que é agora a Turquia e os parentes genéticos da população moderna, os Tuscanos e U'mbros, não podem ser procurados na Itália, mas na Turquia perto do Izmir.

83Aparecido no Boletim Americano de genética humana, em fevereiro do 2007

95 Capítulo 2 Alimentação, Agricultura e Ervas Medicinais

2.1 Alimentação, Agricultura e Ervas Medicinais "Quase nenhuma expressão cultural muda com o tempo mais lentamente do que as tradições alimentares de uma população "84 Diodorus Siculus 85 conta como a terra e Etrusca produzia qualquer Bem; notável era a admiração para a fertilidade da terra no mundo antigo: Tito Lívio86 considerava as terras Etruscas como as mais fecundas e descreve a maravilha dos Gauleses e dos Romanos pelas campanhas de Etruria. Os anais Romanos recordam como, em tempos de fome, em corridas do século V, os Romanos pediram (492, 440, 433, 411) ao mercado Etrusco o trigo. Tais resultados não foram devidos somente para a fertilidade do solo, mas também a atenção e as técnicas de cultivação dadas pelos agricultores. As famosas Tabulas Eugubinas, uma inscrição encontrada em Bevagna, os CVESTVR FARARIES, eram curadores e responsáveis pelo gerenciamento dos campos e a sua exploração; Além disso Varro87 passou a noticia que os moinhos de trigo foram inventados em Bolsena. O estudo das exposições paleo-botanicas fornecem provas de que a cultivação de cereais na Etrúria já começou no 2º milénio a.c. A pesquisa arqueológica documentou algumas intervenções que visaram a recuperação e irrigação das campanhas com sarjetas; suas presencias estão em Chiusi, Caere e Veii. A data de transição entre o cultivo de espelta e aquela de trigo pode se ver através de uma citação de Verrius Flaccus em Plinio88 que nos diz como Roma tinha só comido espelta por trezentos anos; agora só passaram para o pão propriamente dito. Os autores nos lembram a Tarquinia, Caere, Volterra e Arezzo, Perugia, Chiusi, 84Brecciaroli-Taborelli 2005, pag. 9. 85 biblioteca historica, V, 40, 3.

86 NAT. Hist.XXII, 3, 3)

87 Plínio o velho, Nat. Hist. XXXVI, 135

88 NAT. Hist. XVII, 62

96 Roselle tinham excedente de trigo, atè que chegaram a usá-los como compensação de guerra em 308 A.C. após o conflito com Roma e depois forneceram Scipio em 205.89

As extensas culturas de trigo si acompanharam com aquelas intensivas da vinha e do azeite (VII a.c.) até que estas convenceram os Gauleses a invadir a península. O uso de óleo e vinho entraram logo a fazer parte do uso das classes superiores; elemento primário dos banquetes. Não se pode excluir uma forma atípica de agricultura que garantia maior uso em vida da criação de animais. Se importavam até mesmo das árvores de fruta que tinham particularmente uma produção abundante, os Etruscos logo aprenderam dos Gregos a melhorar a exploração e importando árvores de alperce, cedro, cereja, marmelo, amêndoas, pêras e passas. Vieram de Perugia as Então famosas cerejas vermelhas de Apronius, Blera era famosa pelas pêras, figo, cornizo, e aveleira . Em Bolsena o cornizo, abrunho e aveleira. Alem disso sabemos também nas pinturas do túmulo da presença de uvas pretas, figos e romãs e maçãs, e Azeitonas comestíveis. Caça e pesca não foram menos notáveis. Por Virgílio sabemos que os Etruscos eram caçadores hábeis 90, a arte etrusca conta de cenas de caça que comunicam como generalizada for esta actividade desde a era Villanoviana.91

2.1.1 O banquete A cena do banquete é uma das iconografias Etruscas mais retomadas. Todos conhecemos a imagem do Aristocrata, figura deitada no kline, acama de convívio, ou também o casal de comensais, seja entre as pinturas do túmulo seja também a arte escultural de urnas sarcófagos. Posidónio diz "eles preparam mesas sumptuosas duas vezes por dia, colocam tapetes floreais, copos de prata e atende a uma infinidade de escravos lindos, arrumados luxuosamente". O ritmo do banquete era marcado por uma sucessão de pratos, mais ou menos como um jantar de hoje em dia, o primeiro era normalmente baseado em caldo com legumes ou sopas de espelta , como segundo havia carnes; e aqui eles

89 Tito Lívio IX, 41.5 90 Aeneides, VII, 651-78; XI, 686 91Trad. do libro “L'alimentazione degli Etruschi” Cocomazzi F.L.

97 interrompiam a fase principal do banquete e em seguida tinha frutas e doces. Tudo era acompanhado com vinho misturado a mel e especiarias. Provavelmente havia músicos e acrobatas e dançarinos presentes para divertir os comensais. Na antiga Roma e na Grécia, a presença das mulheres nestas reuniões dava escândalo, as mulheres Etruscas muitas vezes foram culpadas de "imoralidade". Teopomo as desaprova:" festejam nada perto de seus maridos, mas perto do primeiro que vem. São também grandes bebedoras". Na Verdade não eram tão licenciosas, mas grande era o clamor para a cultura repressiva das mulheres entre Romanos e Gregos . Os Etruscos eram também muito famosos para gostar de comer exageradamente tanto que o Catulo diz "aut porcus Umber aut obesus Etruscus "e Virgilio chama-os de"pinguis....Etruscos“. 92

2.1.2 Ervas medicinais dos Etruscos Num artigo recente intitulado "Ervas medicinais etruscas"93, Kyle p. Johnson, da Universidade de Nova York, levou ao conhecimento de onze plantas conhecidas na antigüidade que pertenceram as práticas religiosas dos Etruscos. Estas plantas foram; valeriana, Arum Arum Italicum, o Pimpinela Escarlate, Prímula, Genciana, Asteracea, tomilho comum, erva-de-São-Marcos, rubiacee, asteracae, rubiaceae, solanaceae, smilacaceae. O autor concluiu que "estudos destas ervas podem revelar mais sobre a religião etrusca e o uso de ervas medicinais ". E com este fim, parece lógico identificar não só à visão herboristica destas onze plantas, mas também a opinião do conhecimento científico moderno.

2.2 Nutrição e Convívio nos rituais fúnebres Desde o século VIII até o V A.C. foi um período de crescimento cultural na Etrúria, canalizado por uma economia e um comércio marítimo ativos. Esta época é geralmente considerada a época entre a qual os Gregos importaram a maioria da sua cultura para os Etruscos e davam para a cultura etrusca a distintiva cor grega. Sendo que haja ainda poucos achados nas poucas habitações descobertas, esta

92Trad. Do livro "Alimentação de etruscos" Casali F.L. 93vol. 5, Etruscan News, http://www.umass.edu/etruscannews/

98 influência é conhecida mais em alguns túmulos onde elementos estrangeiros foram encontrados, incluído artigos domésticos e pinturas de cenas de banquete com muitos elementos gregos. A presença desses elementos foi no passado interpretado como se os Etruscos se deixavam invadir da cultura grega. Em vez disso, como Bruno D'Agostino confirma94 "no antigo mundo Mediterrâneo a hora da morte é a ocasião em que a comunidade tende a expressar seus sistemas de valores..."e as imagens funerárias são a descrição própria de si mesmo. Então, como demonstrado pelas suas tombas, os Etruscos absorveram elementos culturais gregos e do oriente medio e adaptaram-os para seu próprio uso dentro das próprias tradições. A civilização etrusca era baseada na agricultura e comércio, com vastos recursos minerais. Seu território continha planícies e colinas e a terra era muito boa para o cultivo da primeira necessidade da antiguidade: trigo, uvas, azeitonas e linho, como também animais. "A rica terra etrusca ", que Lívio descreve, permitiu aos Etruscos, durante a Idade do bronze, de produzir uma economia autónoma, embora eles tiveram contato com micênicos e as populações dos Apeninos. A economia Etrusca cresceu graças ao comércio marítimo, exportando matérias-primas e mercadorias de primeira necessidade. Assim eles estabeleceram todos os tipos de intercâmbios com os povos vizinhos, também para colocar estas mercadorias em suas sepulturas. Embora pode-se sò examina-las ha algumas coisas que podem ser faladas sobre os Etruscos. De acordo com a teoria do D'Agostino, comida e festa é algo que o Etrusco sentia como importante na sua sociedade para incluir nas tumbas bens e imagens desde a idade do ferro. Durante o período orientalizante e arcaico, novas formas de celebrar este tema foram introduzidas do Médio Oriente e da Grécia, incluindo vários estilos de banquete. Como a economia estava crescendo, cresceu ao seu lado novos estilos de banquete. Os Etruscos usavam ocasionalmente essas maneiras de participar em rituais estrangeiros de banquete. Como o Simpósio, mas também usando o estilo Etrusco local. A começar disto podemos ver que a ênfase do ritual funerário da comida e do convívio foi uma ênfase etrusca mais do que uma influência estrangeira.

94“Il mare, la morte, l'amore. Gli etruschi, i greci e l'immagine” Cerchiai Luca; 1999, Donzelli

99 Elementos estrangeiros e estilos encontrados nas imagens funerárias etruscas e dos objetos funerários não foram colocadas lá por causa de uma invasão cultural, mas porquê os Etruscos expressavam suas tradições culturais. Como pode ser visto através de estudos sobre a comida e o convívio, os Etruscos foram cosmopolitas, que incorporavam na sua própria identidade cultural distinta, o mundo mais vasto do Mediterrâneo; interagindo com os Gregos, os Fenícios e outras populações.

2.2.1 Uso de algumas plantas nos rituais Sobre os Etruscos, sabemos que eles introduziram o avelã (origem dos Balcãs, Mediterrânea) na Itália95 como planta magica e era usado como planta esotérica associada à mãe terra, pela fertilidade, proteção, cura e sabedoria. Na verdade é por estas razões que os radiestesistas Etruscos adoptavam ramos bifurcados de Avelã, porquê seus poderes levariam a lugares energéticos onde geralmente havia fontes de água que passavam debaixo da terra. Para os Etruscos a árvore de sorveira (Ásia menor) relaciona-se diretamente para as divindades Catonianas; Então, haviam rituais e cultos para divindades subterrâneas e a personificação dos poderes divinos por meio de eventos sísmicos e vulcânicos. Assim, a madeira da sorveira foi usada pelos Etruscos para produzir muitos objetos domésticos e manter afastadas energias negativas. A ingestão dos seus frutos favorecia encontrar clareza na vida, comunicar com lugares etéricos e proteger-se contra energias negativas e afastar o medo. A madeira da sorveira quando aquecida no fogo pode ser dobrada, assim que foi possível criar batedeiras, diferentes formas de madeira para fazer queijo, ou mesmo para dobrar as varas dos pastores. Além disso, foi usado como talismã para proteger a pessoa de influências negativas e relâmpagos. Finalmente, suas aplicações chegaram até às atividades como a navegação, a sorveira foi considerada uma grande protetora contra as tempestades do mar; pedaços de madeira seriam anexados a partes da quilha dos barcos.

95 http://www.battifolle.it/etruschi.html

100 Capítulo 3 A Confederação Das Doze Cidades

3.1 Os Lucmones – a Etrúria Como já mencionado, a civilização etrusca vem à luz no século IX A.C., enquanto a idade do ferro ainda estava viva. Hoje podemos ainda admirar as ruínas etruscas, e através delas podemos tentar reconstruir e seguir sua história. Este povo construiu muitas cidades-estado, que mais na frente no tempo, lhe permitiu expandir o seu domínio. Os Lucumones eram governantes, título honorífico dado ao seus reis. Então, os Estados foram chamados Lucumonia. Muitos Etruscologos pensam que existiam doze cidades-estado, uma confederação, esta liga foi fundada provavelmente para estabelecer uma aliança religiosa mais do que uma política. Todos os anos, houve uma reunião destas cidades no Fanum Voltumne, um lugar provavelmente que estava perto de Volsini. Durante esta ocasião, os representantes das cidades elegiam o líder da Federação e discutiam sobre questões políticas e económicas, embora que as cidades estavam sempre em competição entre elas. Mesmo por causa desta competição, isto inevitavelmente virou o lado fraco deles contra inimigos. Desde o quinto século a.C. a ordem política baseava-se numa monarquia onde os aristocratas dominavam. Mais tarde a democracia tomou conta do poder. Sobre a dodecapolis e a liga não há ainda traças certas da sua presença e nem se sabe com certeza quais foram essas cidades. Tudo o que sabemos é contado pelos historiadores Romanos. Presumivelmente, as primeiras cidades foram Veio Caere, Tarquinia, Vulci, Roselle, Vetulonia, Populonia, Volsini, Chiusi, Perugia, Arezzo e Volterra. No tempo algumas cidades perderam seus territórios enquanto outros cresciam e tomaram o lugar das originais, tornando-se parte da dodecapolis. Entre estas lembramos Falerii, Cortona e Fiesole.

101 3.2 O Fanum Voltumnae96 O grande santuário Etrusco chamava-se Fanum Voltumne (Templo de Voltumna), Fanum significa lugar sagrado, um significado mais amplo de um único templo. Muitas fontes contam da Liga "dos doze povos” da Etruria. O Fanum situava-se em num lugar escolhido como “omphalos” (umbigo sagrado), o centro geográfico e espiritual da inteira nação etrusca. Plínio, descrevendo as cidades e os povos da Etrúria no tempo de Augusto, fala de Vesentini, antigos habitantes da cidade etrusca de VESENTUM, localizada nas margens do Sul do Lago Bolsena, no monte que herdou o seu nome, MONTE BISENZIO. Tito Lívio, historiador Romano, menciona o nome Fanum Voltumnae por cinco vezes em suas obras e indica "... Apud Volsinios... "como o lugar onde se situava o santuário. Historiadores modernos tem tentado achar o Fanum desde o século XV, mas a localização exata ainda é desconhecida, embora que alguém acha que seja perto de Orvieto ou Bolsena. Lívio descreve os encontros que tiveram no Fanum. Ele se refere particularmente a uma reunião na qual os dois grupos foram solicitados para ajudar a cidade de Veii numa guerra que estava empreendendo. Resposta do Conselho foi não, porque Veio tinha declarado guerra sem primeiro torná-lo conhecido para o Conselho. Tito foi o único que falava do Deus Voltumna, Considerando que Marcus Terentius Varro indica um príncipe-Deus da Etruria. Propércio, o poeta Romano, fala de um deus Etrusco que foi trazido a Roma de Velzna (Orvieto). Infelizmente, ninguém mostra exatamente onde estava o Fanum.

96Fanum Voltumnae: Parliament of the Etruscan League. World Archaeology 2007 Issue 26

102 Capítulo 4 A língua 4.1 O enigma dos pelasgos e dos Etruscos O enigma relacionado aos povos do mar e a marca que deixaram na idade do bronze colocou muita pressão nos estudiosos por séculos. Esta Confederação de tribos passou grandes dificuldades para superar os testes de uma vida difícil até chegar às ricas terras do Egito e da costa Italiana. Os estudiosos conhecem sua história através histórias contadas pelos seus inimigos, por enquanto nada vem diretamente por eles. Os pelasgos, os povos antigos, os ancestrais de todos os povos indo-européos, chegaram na Europa e trouxeram cultura e conhecimento97. O alfabeto desse povo misterioso é chamado Pelasgo, Diodoro nos conta que os poetas Pré-Homéricos expressaram-se somente com este alfabeto e diz que o usaram pelo menos por 10 séculos. Diodoro mesmo diz que foram os primeiros a trazer o seu próprio alfabeto na Itália. Plínio o velho também confirma a informação do Diodoro. "diz-se que os primeiros habitantes da Itália foram os Pelasgos" Por autores antigos, aprendemos que antes da chegada dos Gregos, esses territórios eram conhecidos como Pelasgia, numerosas fontes históricas dizem que os Gregos aprenderam com os Pelasgos não só a arte de usar os metais e a construção das paredes, mas também como melhorar sua escritura e fizeram as suas divindades as próprias divindades. Pausânias 98 conta: "Muitas pessoas, especialmente os Pelasgos, deram ao país seu nome, Pausânias diz: "os Árcades contam que Pelasgo foi o primeiro homem nascido na Arcádia. Desde que ele se tornou o rei, a cidade foi nomeada em sua honra Pelasgia ". Píndaro 99diz:"Trouxe um belo presente o Pelasgo divino, a terra fez o primeiro ser humano, nasceu na Arcádia, antes que a lua era" Homero menciona os Pelasgos como aliados de Tróia100 e diz que Aquiles orou para o Deus Pelasgo Zeus Dido "(Ilíada, II). Homero chama-o até mesmo como o

97I popoli del mare: Guerrieri dell'antico mediterraneo, Edizione Rivista. Londra :Thames and Hudson. 98 Arcadia, VIII, 1, 4,6 99 Carminia, Fragmenta Selecta, eu, 240 100 Ilíada, II, 840-843

103 povo de Creta.101 Éforo, o historiador, conta a história de um livro do Hesíodo que atesta a tradição de pessoas pertencentes aos Pelasgos na Arcádia e desenvolve a teoria de que os povos nativos eram guerreiros de uma terra anexada e que colonizaram toda a região da Grécia antiga, na qual o autor fala que haviam conquistado os Gregos e tinham vínculo de sangue com os Tyrrenos, quer dizer os Etruscos. A ligação entre estes povos e o alfabeto é a estela de Lemnos, onde seu alfabeto é idêntico ao Etrusco. Os Etruscos, de acordo com o uso dos Romanos, sofreram a "Damnatio memoriae", que consistia em tabula rasa ou destruição total da civilização, seus hábitos, costumes, leis, literatura e até mesmo a 'memória'. Então, por isso hoje não se encontram seus livros preciosos.

4.2 A língua etrusca102 Os Etruscos produziram muitos livros, embora apenas um exemplo chegou até hoje (de forma altamente danificada, isso foi usado para embrulhar uma múmia Egípcia). Mesmo depois que o Latim substituiu o Etrusco, alguns Romanos ainda estudavam o Etrusco, embora que a língua tenha morrido aproximadamente no século 100 d.C. O Etrusco faz parte dos idiomas ligados às populações minóicas e aos habitantes de Lemnos. A família linguística pertenceria a um idioma Indo-Européo, que é achado a começar do Egeo até a Anatolia (hoje Turquia) e da Grécia até a península Itáliana, incluindo algumas antigas línguas Raeticas das Alpes. Nos últimos anos tem um consentimento crescente sobre a conexão Etrusca- Tirsenica (ou Tirrenica que seja) e o trabalho continua nessa direção. Tal trabalho é interdisciplinar. Por exemplo, estudos do DNA confirmam fonte Anatolica dos Etruscos. Confirmam também as histórias de Heródoto. Foram encontradas mais de 10.000 inscrições Etruscas. As palavras podem ser pronunciadas, mas ainda os estudiosos ortodoxos não tem certeza do significado. Parece que nenhuma obra literária sobreviveu apesar de existirem provas quanto à existência de literatura histórica e religiosa e obras teatrais.

101 Odisséia, XIX, 117 102Helmut Rix ed. Roger D. Woodard (Cambridge University Press, 2008), pp. 141-164. “l'etrusco nelle lingue antiche d'europa,

104 4.3 A mulher que traduziu o Etrusco: Nermin Vlora Falaschi (1921-2004) Nermin Vlora-Falaschi nasceu em Tirana no 1921 onde ela foi criada até os 17 anos de idade, quando ela se casou com um italiano e mudou-se para a Itália. Na Itália ela começou a trabalhar com traduções e traduziu muitas linguagens para o Albanês. Ela se formou em ciências políticas e isto lhe deu a possibilidade de adquirir mais conhecimento. Falaschi falava muitas línguas, e isso a trouxe para o etrusco; comparando o albanês interpreta o "", uma estela funerária. Ela escreveu muitos livros, entre os quais è preciso lembrar "O Etrusco língua viva". Nermin afirmou que os Etruscos eram Pelasgos, sendo os Pelsgos ascendentes dos Illirios, que por sua vez, eram antepassados dos Albaneses-conclui que os Etruscos eram simplesmente relacionados aos Albaneses. Ela faleceu em 2004 deixando para trás uma grande herança cultural. Decifrou o Pelasgo e o Etrusco traduzindo para Albanes moderno. Mais na frente podem-se admirar algumas lindas traduções da Falaschi.

Num sarcófago há uma inscrição que diz o seguinte:

A Falaschi traduziu simplesmente para o Albanês

105 “A nave è por nos coragem/orgulho e liberdade”

E ainda: Esta inscrição Illirica datada entre o século III-II AC está atualmente situada no museu arqueológico de Durres, na Albania”. "Suporta a sua dor e chora, se isso alivia a tua aflição, mas deixa-o ir para a terra quente,a graça divina e o Deus Supremo"

106 A estela de Lemnos Tradução da Estele de Lemno: LUTO, estamos de luto completo, angústia, má sorte mulheres cobertas com véus negros. Dor que tem dado para a comunidade, Ah parente! Ele pertence ao nosso povo, Ah! , Oh! Ele foi rasgado longe de nós, que desgraça. Mas na ordem que culpa, este desastre? frio é seu trono dourado, Ah! De sua fama fomos orgulhosos, Oh! Dor, dor em todo o Mundo, Estamos acabando juntos com ele, estamos decapitados! Este sofrimento pareceu-nos de jeito, ah! Infelizmente, quem sabe por que culpa? Ah! Era nosso parente, Porquê le nos atingiu com tal sofrimento? Na tristeza e desespero, ah! Lágrimas nos sufocam, Oh! Ele, que acompanhava nosso povo, Por que culpa, agora ele nos apaga? Ah! Ah! Ah! era precioso, ferimentos de faca, oh desgraça, Ele sofreu tanto! Em silêncio, nunca proferiu um insulto! Ah! Ah! Você, parente, você nos decapitou, Oh! Você, grande aflição, que foi dada, Ah! Ah!

107 Trad.: "dediquei aos anjos, mesmo q u a n d o e u era vivo"

Muitos estudiosos tem apoiado a tese da monogenesi das línguas, particularmente nos últimos dois séculos: Alfredo Trombetti, Elijah Lattes e Francisco foram citados como os italianos adeptos desta teoria, a começar do lIllirico até a origem das populações italianas. Além dos autores acima mencionados, existem outros estudiosos do mundo inteiro que apóiam esta tese. Um mérito particular passa ao prof Zacharie Mayani, Professor da Sorbona, que durante os anos '70 publicou 3 grandes volumes para argumentar que a língua etrusca pode ser compreendida apenas através da língua albanesa. A fim de verificar a veracidade de sua descoberta, ele estudou Albanês. Os três volumes publicados por Charles são intitulados : "Les Etrusques Commencent a Parler; Les Etrusques Parlent; La fin du Mystere Etrousque ". Em qualquer caso, quem primeiro lançou e espalhar a ideia da monogenesi das línguas foi Sir William Jones (1746-1794), famoso orientalista que, no final da sua vida, soube falar 28 idiomas.

108 Capítulo 5 Os Etruscos, Um Povo Misterioso 5.1 Os Etruscos, Um Povo Misterioso "Entre os Etruscos... e nos [Romanos] há esta diferença: nos acreditamos que trovão golpe quando houve um confronto de nuvens, eles acreditam que as nuvens batem para manifestar o trovão . Desde que eles atribuem tudo à divindade, estão convencidos que as coisas não tenham um significado, mas sim que aconteçam porque deve significar alguma coisa"103 A relação muito próxima à magia que tinham os Etruscos trouxe-os a estudar e decodificar o mágico graças as regras e as disciplinas como a numerologia e a astrologia. Por exemplo, eles dividiam o paraíso em 16 casas astrológicas. A adivinhação da "mãe terra" na adoração da natureza, o vínculo entre as "ruas de pedra" celtase as “Vie Cave " Etruscas, linhas do magnetismo terrestre, que teria levado ao conhecimento, são apenas algumas das inexplicáveis semelhanças entre civilizações antigas tão distantes no tempo e no espaço. É mesmo pela observação das "Vie Cave", enormes precipícios, escondidos na vegetação e esculpidas com apenas a ajuda de cinzéis e pequenos martelos, que podem ajudar a compreender o mistério dos Etruscos. Um corte profundo trinta metros, escavado na profundeza daquela terra que os Etruscos consideravam sagrada.

104

De acordo com John Feo, talvez o único que aprofundou o estudo, apesar de ser denunciado como “herético”, do tema das “Vie Cave”, poderia associa-las com os chamados Dromos (corredores funerários de acesso às sepulturas). Ambos cortados na rocha, com um uso coletivo e comunitário no caso das “Vie Cave”. Não é por nada que a magia e a adivinhação foram muito extensas em todos os caminhos da vida, tanto que definiram os Etruscos, os pais da "superstição". Finalmente, se nos concentrarmos, o mundo dos Etruscos estava cheio de reverência e adoração pela terra, a continuação desta espiritualidade pode-se adivinhar nas “Vie Cave” mesmo como caminhos de espiritualidade. Porquê eremitérios e igrejas dos Templários têm surgido na sua vizinhança? E como alguns acreditam que, ainda hoje, estes lugares têm um "poder" muito especial,

103 Seneca, Nat. Quaest., 2, 32 104 www.astrambiente.com

109 tanto de comemorar dentro delas ritos de iniciação espiritual? A explicação do mistério teria que ser pesquisada na origem dos mitos e dos ritos Etruscos. A deusa criativa para os Etruscos é a Uni, mãe terra. Seu poder sagrado inspira toda a arte etrusca, terrena e sobrenatural. Segundo a lenda, Tarkun é o primeiro rei-sacerdote que recebe ensinamentos sagrados diretamente por um ser sobrenatural: Tages, menino com uma voz de idoso, subindo por um sulco arado na terra. Tages, antes de voltar para o chão, dita para Tarkun e para doze sacerdotes (Lucmones) os livros Acheronianos: textos sagrados sobre a viajem das almas pelo rio do além, para o Reino subterrâneo de Hades e Perséfone. É o livro dos mortos, a porta de entrada para o reino dos mortos. Pelos Etruscos existia no subterrâneo, portanto, uma divindade dispensadora de força e de conhecimento. Toda sua adoração da terra è a penetração física e ritual do subterrâneo em busca de conhecimento e poder sagrado. Mas há outra civilização antiga que homenageia a mesma adoração: são os antigos Inca do Peru. O escuro reino subterrâneo de Ukupacha é semelhante ao reino dos mortos dos Etruscos e seu Senhor, Washarinka, quando ele é convocado pelos sacerdotes Incas emerge como Tages, a dispensar poder e conhecimento. Mas essa não é a única semelhança entre as duas civilizações... As “Vie Cave” seriam, portanto, caminhos sagrados, passagens rituais da cidade dos vivos para aquelas dos mortos. Sua profundidade serviria para torná-los mais perto ao chão, em contato com o que os etruscos consideravam a fonte directa do poder sagrado. Como esta hipótese poderia ser ligada ao desaparecimento dos Etruscos? O mapa das “Vie Cave” sagradas, até agora encontradas, mostra como sua distribuição parece obedecer a um grande desenho geométrico. É como se todas elas convergiram para um centro geográfico especifico: o Lago Bolsena. Velzna era o antigo nome da atual Bolsena, o maior lago vulcânico na Europa. Em torno do Lago tinha o Fanum Voltumnae, o mais importante bosque sagrado da Etrúria, dedicado à deusa da água. O lago foi escolhido pelos sacerdotes como “omphalos”, umbigo sagrado, de toda a civilização Etrusca.

110 Aqui, uma vez por ano, os doze Lucmones105 se reuniam para celebrar a unidade espiritual do povo Etrusco. No meio do lago, existem duas ilhas: Martana e Bisentina. Aa última considerada pelos Etruscos uma ilha sagrada, o verdadeiro coração geográfico e espiritual de toda a "nação" Etrusca. O maior templo sagrado, no entanto, nunca foi encontrado e antigos textos sugerem que foi provavelmente obscurecido por estes sacerdotes, juntamente com suas torres douradas e seus tesouros secretos. O Lago de Bolsena tem uma semelhança impressionante com o Titikaka Andino, o lago sagrado e centro espiritual da civilização Inca. Também no Titikaka emergem duas ilhas, e lá tambem, os Incas escolheram uma como seu umbigo sagrado. Sob suas águas os sacerdotes acreditavam que ai vivia o espírito de Washarinka. Para ambas as civilizações, então, a ilha no lago representava a porta de comunicação com o mundo escuro e sagrado da vida após a morte. Assim como os Incas, alguns pensam, que uma parte dos Etruscos podem ter decidido de desaparecer afundando no chão. Nesta hipótese fantasiosa, a sagrada ilha Bisentina representaria um dos acessos para o mítico e fabuloso Agarte. Lívio106, ao nomear o Fanum, não fornece a localização exata: "Então, as duas cidades,enviou embaixadores para os doze povos pedindo que fosse realizado um Conselho de toda a Etrúria no Fanum Voltumnae... "; "...As assembleias para determinar se travar guerra realizaram-se no Volscos e équos e na Etrúria, no Fanum Voltumnae... "; "ter realizado um grande encontro dos Etruscos no Fanum Voltumnae... ". No santuário de Voltumna tinha " a cada primavera, o Congresso Federal das 12 cidades dos Etruscos. O Congresso tomava primeiro em causa assuntos públicos de informações gerais e os de política externa, ia deliberar sobre guerra e paz... No templo de Voltumna foi afirmada a unidade da nação... da linguagem e, acima de tudo, da fé religiosa comum... o FANUM VOLTUMNAE, uma expressão viva da união e da fé dos Etruscos, nunca acabou, mesmo depois da conquista Romana, de representar o "coração"da Etruria... ".107 As escrituras Etruscas, difundidas e apreciadas na época, infelizmente estão

105De Grummond and Nancy Thomson (2006).mitologia etrusca, storia sacra e legende: un introduzione.

106Livio, Ab Urbe condita, IV, 23, 25, 61; V, 17, VI, 2. 107Timperi, Angelo (2010). Il Fanum Voltumnae a Bolsena – Dovuto a Voltumna. Viterbo: S.Ed editore.

111 todas perdidas, entre incêndios de bibliotecas e censura inquisitória. Quem sabe se algumas antigas escrituras escondidas em alguma coleção privada, ou arquivos Vaticanos, um dia irão revelar os segredos de um povo tão misterioso? Um só grande mito etrusco chegou intacto até os dias atuais: o mito de Tages. Uma criança Super-Sapiente, Tages sai de um sulco arado, feito por Tarkun (Tarquínio), o míticofundador de Tarquinia. Tão logo Tages começa a falar, os sacerdotes chegam logo, para transcrever as palavras do "gênio". Nascido da mãe terra, como o seu homólogo Erictonio (a serpente era o símbolo da deusa da terra), Tages provavelmente dita seus livros sagrados, livros Tageticos, temas relacionados ao mundo do qual foi o arauto. O mundo subterrâneo e a terra. Por isso os livros também eram chamados de "Acheronianos", em referência ao “Rio Infero”/reino dos mortos que levava ao mundo subterrâneo da terra: Aita e Phersipnai. Palavras que irão estabelecer os livros "Tageticos" ou "Acheronianos", infelizmente perdidos. Os Etruscos, como os índios americanos, adoraram a mãe terra. Eles cavaram vastas áreas sagradas subterrâneas, labirintos e necrópole monumentais, como para penetrar fisicamente e ritualmente nas profundezas do submundo.

Essas histórias têm em comum uma crença: a adoração da mãe terra, mas também algo que talvez nós não entendemos, porquê perdemos a “memória” de um tempo quando nos sabíamos...muitas coisas. Talvez se nós poderíamos encontrar os "Livros Tageticos" a memória poderia voltar e poderemos revelar muitos segredos ou verdades esquecidas.

5.2 CICLOS TEMPORAIS ESQUECIDOS Muitas culturas antigas tinham um conceito mítico da história e do tempo, que não era linear. Eles acreditavam que a história era cíclica com uma alternância entre a idade escura e a idade de ouro. Platão chamou-as o grande ano e outros Gregos as chamavam de eones. Hesíodo descreve cinco idades: idade do ouro, da prata, do bronze, do ferro e dos heróis que começou com a invasão Dòrica. Outros estudiosos sugerem que havia apenas quatro idades, correspondentes aos quatro metais. Quatro são as idades para os Vedas do hinduísmo, Kali, Dvâpara, Treta e Satya yugas.

112 Segundo o jainismo, este mundo não tem começo nem fim, mas sofre de constantes ciclos. Muitos gregos acreditavam que como a humanidade encontrava quatro idades durante o crescimento e a queda da história, assim eram os governos. Consideravam a democracia e a monarquia como os sistemas mais saudáveis da idade mais elevada; e a oligarquia e tirania como regimes corrompidos associados com a idade mais baixa. No Oriente as teorias cíclicas da história foram desenvolvidas na China (como teoria cíclica das dinastias) e no mundo islâmico por Ibn Khaldun.

Os Vedas (sânscrito: वद . véda= conhecimento). Se fala que os estados, ou países, ou impérios aparecam naturalmente na sociedade humana como um sinal de evolução e avanço, em vez disso a literatura Védica os pinta como ser bem o contrário: Com os Vedas sabemos que houve um momento em que os seres humanos viviam pacificamente e tinham tecnologias que não envenenavam o meio-ambiente, Estados não existiam porquê não havia nenhuma necessidade, não tinham inimigos e não havia desejo de conquista, não existiam o meu e o seu. Não havia nenhum país ou nação, existia apenas um mundo, uma cultura que tinha sido trazida pelos sobreviventes de uma catástrofe global para os primitivos indígenas. A idade da ignorância, nos Vedas, corresponde ao kali yuga, visão espiritual escurecida e queda profunda no materialismo, com todas as suas consequências. Existeram sobreviventes da idade de ouro, este império não tinha forma nem limites, porque ele não tinha mesmo.

Mas aqui em breve algumas das tradições de ciclos esquecidos da pré-história, de diferentes partes do mundo108: *Índios de Seneca lembram-se de seis idades. *Zoroastres da antiga Pérsia, Bahman Yast, um dos seus livros sagrados chamado Avesta, conta da existência de sete eras para o mundo. *Os enigmáticos Etruscos eram conhecidos como especialistas na ciência das estrelas e das suas observações indicavam, em seus livros, a passagem de sete idades no passado.

108 http://www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=347

113 *Os Toltecas falavam de diferentes períodos em que a Terra tinha sofrido destruições, por causa de cataclismos. *Os Kahuna, Havaí, cantam ainda as memórias de cataclismos de idades perdidas, com relâmpagos, tempestades e ondas grandes. *Os antigos islandeses lembravam nove mundos de seres diferentes, passados na terra. *Os chinês chamavam Kis as épocas perdidas e contam dez Kis desde o início do mundo. Sua grande enciclopédia, Sing–li–at–tsiuen–chou, falava do comprimento dos vários tipos de cataclismos que periodicamente, afetam o planeta e a humanidade. *Os Normandos lembram muitas idades antigas e suas destruição e renascimento em grandes ciclos do tempo. *Os oráculos Sibilinos, em Roma, falavam de sete anos passados e profetizam novamente dois no futuro. *O Ayyavazhi do Sul da Índia acreditam em oito Yukam e acredita-se que hoje nos estamos no Dharma Yukam ou último tempo. * Os Gregos Alexandrinos conheciam um tempo muito comprido, que chamaram de Ano Supremo, no final deste Ano o sol, a lua e todos os planetas retornavam às suas posições originais. Cada Ano Supremo tem um Grande Inverno, marcado por um Diluvio e um Grande Verão que terminava numa conflagração geral no mundo. *De acordo com as antigas tradições judaicas, a terra foi criada uma vez, mas já tinha sido criada seis vezes antes, para cumprir o plano divino. Cada criação foi separada uma da outra por um período de caos e inundações destrutivas, semelhantes às de Noah. A primeira terra foi chamada Eretz, a segunda Adamah, a terceira Arka, a quarta Harabah, a quinta Yabbasha, a sesta Tevel e a atual Heled. *Algumas seitas islâmicas (Os Sufi) acreditam que milhares de idades ou mundos vêm e vão, dos quais o nosso mundo de hoje é apenas uma expressão. Cada mundo começa com um Adão e uma Eva, que tornam-se imã ou grão-mestre pela sua durabilidade, e são também os últimos sobreviventes que transferem sua sabedoria para o mundo vindouro. Adam traz leis eternas e suas extrapolações, enquanto Eva é a mãe de todos os ensinos esotéricos e ocultos. No final de cada mundo ha uma integração entre os dois e o mesmo poder do Tempo é derrotado por eles, prontos para recebe-lo, enfraquecido assim como é, eles transcendem em outra esfera, além

114 da terra. *Entre os budistas Tibetanos, há o livro sagrado Visuddhi Magga, que inclui um longo capítulo sobre os Ciclos do mundo. Ele descreve três grandes catástrofes globais, que se realizam periodicamente – uma de água, uma de fogo, uma de vento. Outras destruições foram atribuídas ao gelo, à dessecação dos oceanos e à fumaça que invade o mundo, cobrindo a luz do sol. *Platão, que viajou para a terra do Nilo e foi iniciado em seus templos como um mestre, escreveu: "O Egito gravou e preservou a sabedoria eterna de todos os tempos. Tudo se originou desde um tempo imemorial, quando os deuses estavam segurando a terra, no alvorecer da civilização."

115 Capítulo 6 A Metafísica Dos Etruscos

6.1 Conhecimento arcaico Desde as primeiras escrituras antigas brâmanes, as escrituras cuneiformes, até à Bíblia onde Isaías descreve a chegada do céu de anjos descendo na queima de carros; vemos a transmissão do conhecimento, mas também as leis (Moses) e regras para toda a humanidade. Além disso, outra ocorrência mencionada por todas as civilizações é o dilúvio. Ao longo dos séculos, cada civilização transformou e desenvolveu formas de cultos e mitos, mas todos eles, quando estuda-se profundamente, parecem pertencer a uma comum matriz original. Em relação a cosmogonia, primeiro, é possível perceber uma distinção em relação a figura do Supremo criador de tudo; transcendente, separado do mundo, e cheio de personalidade como as religiões monoteístas declaram. Por outro lado, ele é imanente e permeia tudo o universo nas religiões panteístas, geralmente definido como feiticeiro ou xamã que, com a capacidade de seus pensamentos, é capaz de criar (o poder da criação). Segunda distinção, nas religiões monoteístas do Cosmos, uma vez criado, lá não ha nada mais que fazer; na religião panteísta a ordem do Cosmos tem que ser revitalizada continuamente através de complexos rituais sagrados, seguindo um padrão periódico ou circunstâncias particulares.109 Outro tema principal que è preciso considerar é a criação contínua de dois indivíduos (homem e mulher) diversas, mas completares. O que preocupa a cosmogonia etrusca è que as fontes e os documentos não são muitos, escassos e geralmente filtrados pelos escritores. Sêneca fala sobre a ninfa Vegoe ou Vegonia que revela ao Etrusco Arunte Veltimna como as águas do mar tinham sido separadas do éter cósmico sob a vontade do criador; Uma entidade divina que aparece sempre imprecisa, seja em aspectos que, em suas responsabilidades e assim sempre obtém diferentes representações. O Suda (enciclopédia bizantina, contendo 30.000 entradas, escritas em grego

109De Grummond and Nancy Thomson (2006).mitologia etrusca, storia sacra e legende: un introduzione.

116 bizantino; uma coleção do mundo Mediterrâneo antigo e cuja compilação remonta ao século x AC.) Então a partir daqui parece que, pelos Etruscos o criador levou 12,000 anos para criar o universo. 6000 anos teve que ser usado para criar todas as coisas ao redor, e os outros 6000 anos foram usados mais tarde para criar e conter toda a história humana. A criação é dividida da seguinte forma: 1º milênios, céu e terra. 2 milênios o firmamento. 3 milênios todas as águas e as superfícies do globo. 4 milênios o sol, a lua e outras estrelas. 5 milênios todos os animais que vivem nas águas, no céu e na terra. 6 milênios o ser humano.

Os Mundos Sobrenaturais e Naturais estão estritamente ligados um ao outro e obedecem a uma ordem só. A entidade suprema pode se manifestar através de eventos naturais que os homens têm que interpretar. No caso dos Etruscos, essa tarefa estava destinada aos áugures e aos arúspices. Os livros sagrados dos Etruscos eram três: Rituales (dividido em Fatales, Acherunicos e Ostentària), Fulgurales (transmitida pela Ninfa Baegonia) e Haruspicini (transmitidos por Tages). Massimo Pallottino resume as escrituras conhecidas como os Livros Haruspicini, que contém a teoria e as regras de adivinhação com entranhas de animais; os Livros Fulgurales, descrevendo a adivinhação de relâmpagos; e os Livros Rituales. O último si divide em Livros Fatales, detalhando os métodos religiosamente corretos pela fundação das cidades e santuários, drenagem dos campos, formulação de leis e ordenanças, medir o espaço e dividir o tempo; os Livros Acheronios, lidam com a vida futura; e a Livros Ostentaria, contem regras para interpretar prodígios. As revelações de Tages foram dadas nos Livros Tageticos, que incluem os Livros Haruspicines e os Acherones e aqueles da profetisa Vegoia nos Livros Vegoicos, que incluem os Livros Fulgurales e parte dos Livros Rituales.

Os Livros Etruscos eram textos cheios de princípios, criados para o guia da sociedade, da política e da vida religiosa dos Etruscos. Posteriormente durante o

117 primeiro século A.C., estes livros foram traduzidos em latim por Tarquinius Priscus (Livros Tarquitanos) e re-examinados por Cícero (De Divinatione). No último, Cícero ataca com ceticismo filosófico todos os aspectos relacionados com oráculos e a Astrologia ( adivinhação haruspicina) criticando a confiabilidade desses cultos. No entanto, Cícero declara que a sua prática é necessária para garantir a harmonia interna e o equilíbrio do Estado Romano e preservar as tradições.

Disciplina Etrusca.

6.2 Lugares misteriosos Quando no 1000 A.C. os Etruscos chegaram na costa Tirrênica da Itália, eles não escolheram aleatoriamente onde se estabelecer. O litoral arenoso com a vegetação mediterrânea típica, as planícies da Maremma Tosco-Laziale, as montanhas cheias de castanheiros e de carvalhos, a floresta assustadora de faia dos montes Cimini, baluarte intransponível para seus oponentes Romanos, os lagos vulcânicos, as gargantas do rio, o tufo calcário, tornou-se o cenário certo para novecentos anos de longa história. Esses lugares com paisagens selvagens e evocativas vão ajudar a melhorar a idade de ouro da magia e do mistério que envolve a civilização etrusca. Graças aos mitos e lendas que, durante os séculos, cercam este território, os Etruscos permaneceram isolados, por um tempo, da insaciabilidade dos conquistadores Romanos.

118 6.2.1 A s “Vie Cave” As Vie Cave estão sempre presentes perto de necrópoles e isto reforça a possibilidade de uma razão sagrada, ligada a cerimônias religiosas, quase um caminho de iniciados. Muitos são esses caminhos ao redor da área Etrusca, especialmente perto do Lago de Bolsena. Estas passagens podem chegar a meio quilômetro de comprimento com paredes íngremes, de 20 metros de altura. Em alguns casos as paredes são decoradas com inscrições, nichos ou "passagens apertadas"110. Muitas vezes encontram-se alguns símbolos sagrados, como o sol girado símbolo do sol, que permitia a continuação da vida. "O soldado cavaleiro", símbolo dos mortos na viagem do além. Órgãos genitais masculinos e femininos, que representam o poder da geração da vida. Esta é uma confirmação adicional que os Etruscos foram os últimos a manter uma ciência secreta. A Disciplina Etrusca, ligada e relacionada com a natureza, às divindades da terra, da água e do céu e o subterrâneo também.111

6.3 A porta de Agartha Agartha é um lendário reino localizado no interior da terra, intimamente ligado à teoria da Terra oca. De acordo com esta teoria, abaixo da superfície da terra, haveria diferentes superfícies concêntricas que poderiam ser habitadas ou habitáveis. Mas qual é a ligação entre os Etruscos e Agartha? Quem eram os Etruscos? Tem teóricos que pensam que a Etruria também poderia ser um ponto de passagem, um portão, um avanço em direção a algo indefinido e misterioso. Parece que um desses túneis seja na ilha Bisentina, no lago de Bolsena. O lago Bolsena, Lacus Volsinii, é o maior lago de origem vulcânica da Europa e hospeda duas belas ilhas: a Martana e a Bisentina. Os Etruscos consideravam a ilha Bisentina um lugar sagrado, o coração espiritual da inteira nação etrusca, que era o lugar onde todos os conhecimentos poderiam ser preservados no jeito melhor. Os Etruscos tinham uma relação muito próxima com a 'magia'; Eles a estudavam e a decodificavam graças à regras e princípios extraídos pelas "disciplinas"; algumas delas foram a numerologia e a astrologia. Os Etruscos acreditavam na existência de uma divindade que iria transmitir a

110 Robert D. Morritt, Sassi che parlano (2010) 111Signorelli, Mario (1973). Le vie segrete degli Etruschi. Milan: SugarCo Editore.

119 força e o conhecimento dentro do subsolo. Seu culto da terra é toda sobre a compreensão do mundo subterrâneo em busca de conhecimento e do poder sagrado. Como já foi dito, muitos pesquisadores acreditam que a ilha foi o mítico Fanum Voltumnae, o santuário da Federação etrusca. Sabemos que o lago representa em geral para os Etruscos a porta de comunicação com o subterrâneo, escuro e sagrado. A ilha Bisentina estende-se por muitos hectares e há uma pequena colina de 56 m de altura, chamada Monte Tabor, a parte superior se pode olhar um esplêndido panorama sobre o lago de Bolsena. Além disso, você pode encontrar sete capelas da ilha e a Malta dei Papa, uma prisão escavada no subsolo usada para aqueles clericais condenados por heresia. A presença de capelas cristãs num lugar sagrado "pagão" deveria ser mais explorada. Sabemos que o cancelamento da memória é muito comum na história passada e recente. A igreja cristã construía acima de templos pagãos ou lugares sagrados para afirmar sua supremacia religiosa e eliminar os vestígios antigos. Numa carta ao Sao Giusto de Canterbury, escreve o Papa São Gregório Magno (540-604 d.C) "quando você está com o nosso irmão Augustine, após longa reflexão e análise cuidadosa da questão inglesa, diz-lhe que julguei que você não deve destruir os templos pagãos, mas apenas os ídolos neles. …. Porque todos os deuses antigos são demônios". Considera-se que cada mito ou lenda esconde alguma verdade, podemos ver em algumas novas descobertas umas evidências sobre o subterrâneo (ver Cap. 7). Portanto a humanidade do passado tem certamente muito a contar.112

112De Grummond and Nancy Thomson (2006).mitologia etrusca, storia sacra e legende: un introduzione.University of Pennsylvania Museum of Archaeology.

120 Capítulo 7 Novas Descobertas

7.1 Pirâmides Etruscas encontradas na Itália A pirâmide foi descoberta na primavera do 1991 por pesquisadores locais: Giovani Lamoratta e Giuseppe Maiorano. Infelizmente, a arqueologia oficial ainda não fez um estudo aprofundado desta estrutura. Ela é chamada pirâmide de Bomarzo113, embora que seja na realidade só parcialmente assemelhante a uma pirâmide truncada, mais propriamente um altar, um pouco na maneira dos altares da idade do Bronze na Espanha ou Peru. Um nome mais apropriado pode ser altar piramidal. Com o achado das pirâmides de Orvieto certamente a arqueologia oficial deverá dar mais atenção a esta primeira pirâmide encontrada. A área onde encontra-se a pirâmide é chamada Tacchiolo, que é rico em artefatos e povoados pertencentes ao período Etrusco e anterior. Graças a Salvatore Fosci, a área fica sempre limpa e bem cuidada.

7.1.1 Orvieto114 Série de pirâmides principalmente descobertas em 2012. As pirâmides Etruscas foram localizadas por baixo de uma adega na cidade de Orvieto, na Itália central, de acordo com uma equipe de arqueólogos dos EUA e Italianos. Escavado na rocha da tufa do planalto ha uma área sedimentar que é um resultado da atividade vulcânica-em que se ergue a cidade, as estruturas subterrâneas, em grande parte, foram preenchidas. Apenas a camada de cima, a mais moderna, era visível. Dentro desta seção superior, que tinha sido modificada nos tempos modernos e foi usada como uma adega de vinhos, notamos uma série de escadas antigas esculpidas na parede. Elas eram claramente de construção etrusca -de David B. George do departamento de clássicos em Saint Anselm, disse Discovery News. Como eles começaram a cavar, George e co-diretor da escavação (tal Claudio

113 http://www.antikitera.net/ 114 http://www.sulletraccedelmistero.it/

121 Bizzarri do Parco Archeologico Ambientale dell'orvietano) notaram que as paredes das cavernas foram afiladas acima numa forma piramidal. Curiosamente, uma série de túneis, novamente de construção etrusca, corriam por baixo a adega de vinhos, insinuando a possibilidade de descobrir estruturas mais abaixo.

7.2 Cidade subterrânea de 5.000 anos descoberta na região da Turquia na Capadócia115 Uma cidade subterrânea de 5.000 anos, maior do mundo foi descoberta na Turquia central. O assentamento subterrâneo foi descoberto na região da Anatólia Central da província Turca de Nevşehir, na zona histórica da Capadócia. A Capadócia é famosa nos círculos arqueológicos pelo seu grande número de assentamento subterrâneo. Mas o site, localizado ao redor do forte do Morro de Nevşehir, perto da cidade de Kayseri, parece prevalecer todos os outros achados atè hoje . Hasan Ünver, o prefeito da cidade acima da área de descoberta, disse que outras cidades subterrâneas não eram nada mais do que uma "cozinha" em comparação com o assentamento recém descoberto. "Não é uma cidade subterrânea conhecida. Passagens de túnel de sete quilômetros estão sendo discutidos. Nós paramos a construção que estávamos planejando fazer nestas áreas, quando descobriu-se uma cidade subterrânea,"o senhor Turan disse no jornal turco Hurriyet Daily News. Paisagem de tufa vulcânica característica da Cappadocia presta-se para cidades subterrâneas, uma cidade multi-nível, grande o suficiente para abrigar muitos milhares de pessoas e seus animais. A região da Capadócia é um terreno fértil para cidades subterrâneas por causa da sua pedra-tufa vulcânica, que é macia e fácil de esculpir. É interessante dizer que os Etruscos, cujos antepassados viveram na Anatólia, encontraram na Itália central a mesma tufa-pedra para construir sua necrópole.

115 http://www.ilnavigatorecurioso.it/

122 7.3 Os restos de uma civilização avançada 200.000 anos, encontrados na África confirmam a teoria da história cíclica.116 A incrível descoberta foi feita na África do Sul, a cerca de 150 km a oeste do porto de Maputo. Lá, se encontram os restos de uma grande metrópole que mede, de acordo com os testes, cerca 1500 quilômetros quadrados. Esta antiga cidade é, segundo os pesquisadores, parte de uma comunidade ainda maior, com cerca de 10.000 quilômetros quadrados e é acreditada para ter sido construída nos 160.000 a 200.000 anos antes de Cristo. "Quando Johan me apresentou para as antigas ruínas de pedra da África do Sul, ele não tinha idéia das incríveis descobertas que nós faríamos nos anos seguintes. As fotografias, artefatos e elementos acumulados provam que, apontam para uma civilização perdida que nunca antes foi descoberta e precede todas as outras – não para algumas centenas de anos, nem alguns milhares de anos... mas muitos milhares de anos." De acordo com Tellinger, essas descobertas são tão incríveis que será necessário uma completa mudança de paradigma na forma como vemos a nossa história humana. A geologia circundante é interessante devido as numerosas minas de ouro nas proximidades. Pesquisadores propuseram que uma civilização desaparecida do passado distante, poderia viver naquela parte do mundo, enquanto havia minas de ouro. Eles esculpiam imagens detalhadas na rocha mais dura, adoravam o sol e foram os primeiros a esculpir uma imagem do Ankh, deus Egípcio – chave da vida e conhecimento universal, 200.000 anos antes que os Egípcios vieram à luz. Tellinger apresenta novas provas inovadoras lançadas em seu mais recente livro “templos dos deuses Africanos”. Isso graficamente expõe essas descobertas e, sem dúvida, será o catalisador para re-escrever a nossa história humana antiga.

116 http://www.liutprand.it/

123 Considerações Finais Embora não haja material escrito direto, estudiosos foram capazes de reunir o máximo de informações sobre os Etruscos. Agora essa população devido à fome foi forçada a deixar a Anatólia; Terra de escavações de tufa muito antiga onde todas as cidades antigas foram cavadas no subterrâneo. Novamente, no chão, encontramos as raízes históricas dos Etruscos. A Mãe Terra que dá vida, conhecimento e comida para seus filhos. Um alimento, no sentido mais amplo do termo, que traz o conhecimento espiritual e poder interior. Então, os Rasnas necessitando se alimentar encontraram uma nova pátria, muito fértil, que os protegeu durante séculos de fome e invasões. A virtude após sua perda foi se tornar forte no comércio e nas trocas comerciais. Até que eles ficaram oprimidos com o que os Gregos chamariam de " a idade escura da ignorância", onde um outro povo, os ásperos Romanos, fizeram deles Tabula Rasa ou simplesmente os absorveram em seu império aprendendo as suas artes de viver . Este povo, refinado e orgulhoso, fala conosco através as Vie Cave, os belos afrescos de Tarquinia e as inscrições Funerais. Eles comunicam através os rituais para a escolha do lugar onde viver ou morrer, tão atraente que tira o fôlego e a visão do horizonte. Tarquinia, Orvieto, Arezzo e muitos outros têm paisagens muito comoventes. Quando entrar numa tumba parece estar numa casa confortável, è agradável ficar lá. Andando pelas Vie Cave, um sentimento iniciático oprime o observador, sente-se de não estar sozinho, como se você estivesse no ventre da mãe terra. Parece que os Etruscos não eram pessoas comuns, eles têm muito a ensinar e espero que seus livros preciosos serão encontrados em breve.

124 Ringraziamenti Desidero ringraziare tutti coloro che in un modo o nell’altro mi hanno aiutata in questo percorso fino alla stesura della tesi. Ringrazio la direttrice, Adriana Bisirri, fonte di ispirazione e incoraggiamento. Ricordo con gratitudine tutti i professori che in questi anni mi hanno dato tantissimo; sia a livello umano che professionale. E' una ricchezza senza pari avere la possibilità di maturare con lo studio e la cultura. Grazie davvero. In particolare, ringrazio la professoressa Claudia Piemonte per i suoi preziosissimi consigli. Ringrazio la professoressa Paula Queiroz, che con cura e dedizione si è impegnata a revisionare tutta la parte della tesi in Portoghese, e per avermi insegnato la storia del Brasile col suo solito entusiasmo coinvolgente. Al professor Paul Farrell per la pazienza e i consigli che mi ha dato nella stesura della tesi in lingua inglese e per avermi fatto conoscere tanta letteratura inglese moderna. Ringrazio di cuore gli amici del “centrino” e tutti quelli che mi hanno fatto crescere. Un grazie speciale a Enzo, amico spirituale, che da venti e più anni mi sopporta e mi supporta. Un omaggio al mio maestro Sri Satya Sai Baba, fonte di chiarezza nella mia vita, che mi ha insegnato, tra le mille cose che: “Lo scopo dell'educazione è il carattere e lo scopo della conoscenza è l'Amore”. Grazie alla mia famiglia, che non finisce mai di starmi vicino. Alla mia mamma, forte come una leonessa e al mio saggio papà. Un ultimo, ma non meno importante, ringraziamento al mio adorato figlio che è la mia vita. Mi ha sorpresa con la pazienza e la maturità che ha dimostrato durante il periodo della stesura della tesi (visti i suoi 6 anni), grazie amore mio.

125 Bibliografia

• Secondo Félix Gaffiot nel suo Dizionario Illustrato di latino-francese, il termine Tusci fu usato da: Livio, Cicerone, Orazio e altri. Secondo il dizionario etimologico online, l'uso della parola Etruschi fu per la prima volta usato nel '700 • Dietro il Giordano: studi con lode di W.Harold Mare. 2005. pagina 125. • I popoli del mare: Guerrieri dell'antico mediterraneo, Edizione Rivista. Londra :Thames and Hudson. ISBN 0-500-27387-1. • Rasenna viene da Dioniso di Alicarnasso I.30.3. La forma sincopata, Rasna, è inflessa. Il caso è chiarito da Pallottino, p133. Alcune iscrizioni, come il cippo di Cortona, scrivono che i Raśna (pronuncia rashna) erano alternati, come descritto nel sito di Bodroghy Gabor Z. la connessione paleolinguistica, sotto le origini. • Helmut Rix ed. Roger D. Woodard (Cambridge University Press, 2008), pp. 141- 164. “l'etrusco nelle lingue antiche d'europa”. • Il tema della dodecapoli etrusca si trova in Freeman, pp. 562–565, la lega in Italia del nord è menzionata in Livio, libro V, sezione 33. il passaggio identifica i Raeti come il rimanente delle dodici città oltralpe. Gli Etruschi sono dibattuti anche da Dennis and Thayer M. Cary and H. H. Scullard, una storia di Roma (III ed., 1979), p. 28. • Silvia Ghirotto, Francesca Tassi, Erica Fumagalli, Vincenza Colonna, Anna Sandionigi, Martina Lari, Stefania Vai, Emmanuele Petiti, Giorgio Corti, Ermanno Rizzi, Gianluca De Bellis, David Caramelli, (6febbraio 2013).“origine ed evoluzione degli etruschi mtDNA” • Robert D. Morritt, Sassi che parlano (2010) p.272 • In A Prehistoric European Context Observations That Transcend Law and Politics. • Bonfante (2006): 9."alla fine gli Etruschi erano nativi d'Italia?". • Per ciò che erano... noi siamo. Preistoria, antropologia e genetica 8 Febbraio 2013. ristampa. • Nicholas Wade (3 Aprile 2007). "origine degli etruschi..Erodoto aveva ragione?". The New York Times. 2013-05-30. • Achilli A, Olivieri A, Pala M; et al. (April 2007). "La variante mitocondriale del DNA degli odierni Toscani conferma l'origine mediorientale degli etruschi” . Am. J. Hum. Genet. • John Franklin Hall. Etruscan Italy. Google Books.

126 • Cunningham, Reich. Cultura e Valori: Survey of the Humanities (2006), p.92: Hughes. Rome: una storia visiva, culturale e personale (2012), p.24: • Storia degli etruschi -Mario Torelli. , 2005, Laterza. • Trevor Dupey. The Harper Encyclopedia of . Rizzoli Harper Collins Publisher. • Dora Jane Hamblin. Gli etruschi il libro di una vita. • De Grummond and Nancy Thomson (2006).mitologia etrusca, storia sacra e legende: un introduzione.University of Pennsylvania Museum of Archaeology. • Massimo Pittau, Rasenna • Eric Partridge (1983), Origins, New York: Greenwich House, under "." • The Bonfantes (2003), p. 51.Partridge (1983) Book I, Section 30. • “L'alimentazione degli Etruschi” Cocomazzi F.L. Cf. temenos. • Livio, Ab Urbe condita, IV, 23, 25, 61; V, 17, VI, 2. • "L'Etruria ed il Fanum Voltumnae". Alta Tuscia, Terra Antica. • Francesco Scanagatta, "Orvieto: emerge dagli scavi il Fanum Voltumnae" • Fanum Voltumnae: Parliament of the Etruscan League. World Archaeology 2007 Issue 26 • "Trovata a Orvieto la testa del Dio degli Etruschi". Adnkronos. • Francesco Barbano, Scavi archeologici nell'alta Tuscia, Il Messaggero, 11 Ottobre 2007 • Berlingo, Irene; Angelo Timperi (1995). Bolsena e il suo lago. Roma: Quasar. • Pelosi Tonino, Fortunati Fabio, Ipotesi sul "Fanum Voltumnae"… l’ultimo, grande mistero degli Etruschi, Bolsena, 1998. • Signorelli, Mario (1973). Le vie segrete degli Etruschi. Milan: SugarCo Editore. • Signorelli, Mario (1966). Sui sentieri dei Lucumoni Etruschi. Viterbo: Quatrini. • Timperi, Angelo (2010). Il Fanum Voltumnae a Bolsena – Dovuto a Voltumna. Viterbo: S.Ed editore.

127 Sitografia • "The Etruscan League of 12". http://www.mysteriousetruscans.com . • Erika Simon. The religion of the Etruscans. Google Books. • . “Gli etruschi nella vita e nell'oltretomba”. Google Books. • vol. 5, Etruscan News, http://www.umass.edu/etruscannews/ • http://www.battifolle.it/etruschi.html • http://www.astrambiente.com • http://www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=347 • http://www.sulletraccedelmistero.it/ • http://www.antikitera.net/ • http://liutprand.it/ • http://www.ilnavigatorecurioso.it/ • https://bisirri.wordpress.com/

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