Finché sia sacro il sangue per la Patria versato Italia andrà superba del valore de’ suoi figli Dal solco alla trincea La Grande Guerra nel territorio del lago di attraverso i suoi protagonisti

1. Il lutto e la memoria: i monumenti ai caduti

a cura di Raffaella Bruti

Sistema Bibliotecario “Lago di Bolsena” 2017 Nell’ambito delle numerose iniziative promosse da enti pubblici e privati per ricordare il centenario dall’inizio del Primo Conflitto mondiale anche il Sistema Bibliotecario “Lago di Bolsena” ha voluto dare un suo contributo: ha promosso un progetto di ricerca che mira a indagare gli effetti che tale conflitto provocò dal punto di vista sociale, politico ed economico sulle 10 comunità del comprensorio del lago di Bolsena, che costituiscono il Sistema stesso (, Bolsena, Capodimonte, Gradoli, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Marta, Montefiascone, San Lorenzo Nuovo, Valentano). Lo studio si propone anche di portare alla luce i nomi e le storie dei tanti soldati che, loro malgrado, furono i protagonisti della Grande Guerra che nel nostro territorio, diversamente dal Secondo Conflitto mondiale, non ha lasciato segni devastanti dei passaggi delle truppe o dei bombardamenti, mentre è stato ingente il tributo pagato dalle Comunità e dalle famiglie locali sia in termini di vite umane sia sotto forma di pesanti restrizioni e sacrifici che mutarono il modo di vivere quotidiano. Tale progetto di ricerca dal titolo Dal solco alla trincea. La Grande Guerra nel territorio del lago di Bolsena at- traverso i suoi protagonisti, finanziato dalla Regione sulla base della L. R. 6/2013, vuole dunque scandagliare queste tematiche e concretizzarne gli esiti attraverso la pubblicazione di due monografie, la realizzazione di due mostre tematiche itineranti e di una banca dati, di facile accesso, che raccolga tutte le informazioni relative agli oltre 5000 soldati del comprensorio del lago che furono mobilitati per la Grande Guerra. Oltre ai “tradizionali” canali di ricerca, quali gli Archivi di Stato e gli Archivi storici comunali, si è pensato di far ricorso, ove possibile, a quelli dei familiari dei soldati raccogliendo così una discreta quantità di fotografie, documenti e lettere che testimoniano in maniera, a volte straziante, il dramma vissuto dai soldati e dalle loro famiglie. A tutti coloro che con zelo e passione hanno lavorato a questo progetto, alla Regione Lazio che ha creduto nella sua importanza e all’Archivio di Stato di per la consueta disponibilità, vanno i più sinceri ringraziamenti Sistema Bibliotecario “Lago di Bolsena” a nome di tutte le comunità del Sistema Bibliotecario “Lago di Bolsena”. (Provincia di Viterbo) Comuni di Acquapendente, Bolsena, Capodimonte, Gradoli, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Marta, Marcello Rossi Angelo Ghinassi Montefiascone, San Lorenzo Nuovo, Valentano Biblioteca comunale Acquapendente Presidente del Si. Bi. La. Bo. capofila: Acquapendente Biblioteca comunale, Via Cantorrivo, 13 01021 Acquapendente (VT) Tel. 0763 734776 Fax 0763 731049 e-mail [email protected] www.bibliolabo.it

©2017 Sistema Bibliotecario “Lago di Bolsena” - Acquapendente (VT)

ISBN 978-88-95034-21-8

Volume realizzato con un finanziamento erogato dalla Regione Lazio in base alla L.R. 7 agosto 2013, n. 6 per il progetto Dal solco alla trincea del Sistema Bibliotecario “Lago di Bolsena”.

Grafica: Marcello Rossi

Stampa: Tipografia Ceccarelli - Controstampa s.r.l. - Acquapendente (VT)

In copertina: particolari dei monumenti, lapidi e sacrari dei caduti Indice

Introduzione p. 9

Raffaella Bruti Il monumento di Bolsena e i suoi caduti p. 11

Monica Ceccariglia Un modesto ma degno ricordo ai nostri concittadini caduti da prodi sul campo dell’onore: la targa marmorea di Gradoli p. 39

Bonafede Mancini Valentano: la Guerra 1915-1918 …si sta colla morte alla bocca p. 59

Emanuela Olimpieri Il monumento ai caduti di Marta p. 77

Normando Onofri Il monumento ai caduti di Montefiascone p. 89

Santa Scatena Il monumento ai caduti di Grotte di Castro p. 107

Danila Dottarelli Capodimonte e i monumenti ai caduti della Grande Guerra p. 123

Maura Lotti - Pier Luigi Gavazzi Ischia di Castro e la memoria della Grande Guerra p. 139

Tiziana Fiordiponti La memoria dei caduti a San Lorenzo Nuovo: il complesso monumentale del Sacrario degli Eroi p. 151

Giovanni Riccini - Marcello Rossi Monumenti, lapidi e parchi dedicati ai caduti di Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano p. 165

 Introduzione

La pubblicazione di questo volume, che espone solo una parte delle ricerche storiche sugli esiti della Prima Guerra mondiale nel territorio intorno al lago di Bolsena, è incentrata sulla ricostruzione della “storia” dei monumenti ai caduti e dei caduti nella Grande Guerra. L’obiettivo è quello di andare “oltre” la fredda catalogazione dei monumenti, nella loro varia tipologia di monumenti figurativi, architettonici e targhe, raccontando, invece, attraverso l’utilizzo di quelle inedite fonti storiche che sono gli archivi storici comunali, le vicende, le conflittualità, le spinte, i reali sentimenti che portarono alla loro realizzazione. Nonostante la ricchezza e la varietà di testimonianze documentarie che, in generale, è stato possibile rintracciare negli archivi storici dei 10 Comuni del Sistema, in alcuni casi la documentazione lacunosa o di difficile consultazione a causa di un mancato o parziale processo di riordino, ha costituito un limite alla tendenziale omogeneità della ricerca nel suo complesso, senza, tuttavia, comprometterne gli esiti. Si è cercato, inoltre, di dare un nome, un volto e una storia ai numerosi soldati caduti in guerra fornendo, non solo gli elenchi dei loro nomi ma anche tutte le possibili informazioni relative alla loro carriera militare (come il corpo di appartenenza, le campagne militari, il luogo e la causa della morte, gli eventuali riconoscimenti ricevuti). Dietro al fenomeno che, nell’immediato dopoguerra, portò alla proliferazione di monumenti e targhe alla memoria dei caduti, battezzato con il termine di monumentomania, nonché alla successiva strumentalizzazione del sacrificio dei caduti a scopo propagandistico operata dal Fascismo, emerge ben altro. Il dolore e il lutto per la perdita di padri, mariti, figli e fratelli era come se, in qualche modo, dovessero essere “tirati fuori” e messi lì, visibili tutti, per non dimenticare. Non a caso il monumento è spesso collocato sulla piazza principale del paese (Marta) anche se, in alcuni contesti, successivamente spostato in aree considerate più idonee (Bolsena e Grotte di Castro – in quest’ultimo caso il monumento, nel 2010, è stato di nuovo ricollocato nella sua posizione originaria), oppure posto sulle facciate degli edifici comunali (Capodimonte, Gradoli, Ischia di Castro, Valentano) o in prossimità di edifici scolastici e/o centri giovanili (Acquapendente e Ischia di Castro), a sottolinearne la funzione pedagogica e formativa per le nuove generazioni. A seguito della circolare n. 67 del 1922, relativa ai Parchi della Rimembranza, vennero creati anche appositi “spazi” commemorativi nei quali gli alberi, in genere i cipressi, contrassegnati ciascuno da una targa col nome del caduto, assurgevano a simbolo di rinascita e memoria perenne (Acquapendente, Grotte di Castro, Ischia di Castro, l’oramai scomparso Parco della Rimembranza di Capodimonte e il caso singolare del Sacrario degli Eroi di San Lorenzo Nuovo). Sebbene i monumenti ai caduti vengano considerati come l’ideale prosecuzione della produzione monumentalistica post-risorgimentale, in particolare per la tipologia dell’obelisco o della colonna sormontati da stelle, aquile o vittorie alate e per il loro significato patriottico e di unità nazionale, con la Prima Guerra mondiale, non a caso denominata dai contemporanei IV Guerra d’Indipendenza, si attuò, tuttavia, una forte cesura nell’ambito di quella che è stata definita lademocratizzazione dell’eroismo. Dalla celebrazione del singolo eroe (es. Garibaldi, Mazzini) si passa a quella più realistica del semplice e anonimo soldato, il fante che, a partire dal 1921 - anno della traslazione Particolare dal monumento ai caduti di Gradoli della salma del Milite Ignoto da Aquileia a Roma - diventerà il soggetto dominante della memoria collettiva italiana, simbolo, appunto, di un sacrificio comune che eguaglia ed unisce “tutti” nel dolore. Un dolore, dunque, non solo personale e privato ma anche “pubblico”, di un’intera comunità e come tale la costruzione di ciò che lo rappresentava non poteva non essere che frutto di una forma collettiva di elaborazione del lutto. I numerosi comitati “pro monumento”, la raccolta dei fondi e, infine, le grandiose cerimonie d’inaugurazione, che coinvolgevano tutta la cittadinanza e le autorità, erano evidente espressione e, contemporaneamente, rappresentazione di tale sentimento. Nei 10 Comuni del Sistema Bibliotecario del lago di Bolsena, degli oltre 5000 soldati che vennero mobilitati, circa 730 furono i padri, i figli, i mariti, i fratelli, nati tra il 1874 e il 1900, caduti in questa guerra, morti o dispersi a seguito di combattimenti, deceduti nelle prigioni nemiche oppure negli ospedali militari o dopo aver contratto malattie, morti tra il fango delle trincee e il puzzo dei cadaveri, nel dolore, nella sofferenza e nella più cupa solitudine. Giovani, giovanissimi, per la maggior parte contadini obbedienti, pazienti e grandi lavoratori - da questo punto di vista il titolo del progetto è emblematico - che andarono a rimpinguare quell’esercito gettato allo sbaraglio in una carneficina senza senso, dove fondamentale era andare avanti, ad ogni costo, anche solo per un metro di terra. Molti ritornarono, catapultati in una vita che non riconoscevano più e dalla quale non erano più riconosciuti, per sempre segnati, oltre che nel corpo, nel profondo, in maniera indelebile. Agli oltre 5000 soldati, ai circa 730 caduti e alle loro famiglie, l’onore e il ricordo. Raffaella Bruti Coordinatrice e curatrice del progetto di ricerca

 Il monumento di Bolsena e i suoi caduti

Raffaella Bruti

L’armistizio di Villa Giusti, siglato il 3 novembre 1918 fra l’Impero austro-ungarico e l’Intesa, segnò la fine della sanguinosa guerra che aveva coinvolto l’Italia per quattro lunghi anni e diede il via, con il fenomeno dei monumenti ai caduti, a una sorta di invasione monumentale, come la definì l’intel- lettuale Ettore Janni, meglio conosciuta con il termine di monumentomania1. Tale fenomeno portò alla proliferazione di targhe, lapidi marmoree e monumenti vari, in molti casi considerati di scarso valore artistico, tanto da suscitare le proteste di intellettuali e uomini politici del tempo tra i quali Benedetto Croce e Carlo Carrà e da innescare un vero e proprio dibattito che si protrasse per tutti gli anni ’20. La proposta di molti di questi intellettuali, tra i quali lo stesso Janni, era quella di erigere solo pochi, pos- sibilmente grandiosi monumenti per alcuni eroi mentre per gli altri caduti delle semplici targhe comme- morative. Tale proposta non venne presa in considerazione ma il Fascismo, di lì a poco, farà sua la solu- zione prospettata dallo Janni di realizzare opere di pubblica utilità piuttosto che “inutili” monumenti2. Forse una vera e propria retorica della guerra e della vittoria si stava concretizzando attraverso il monu- mento ai caduti, ma ciò che sfuggiva allo Janni e ad altri intellettuali come lui, era il bisogno impellente che un’intera comunità in lutto sentiva di rendere omaggio ai propri figli caduti in guerra. La costruzione del monumento, in genere ad opera di comitati ufficiali, diventava un’occasione di creazione collettiva. La sua collocazione in posizione centrale, come piazze e giardini pubblici, rispondeva a esigenze di massima visibilità e rappresentatività; le grandiose cerimonie d’inaugurazione, che coinvolgevano tutta la cittadi- nanza e le autorità, un momento di condivisione del lutto e di rafforzamento dei valori patriottici. Pertanto anche Bolsena, piccola comunità dell’Alto Lazio, così lontana dai luoghi del conflitto ma profondamente toccata e ferita per il tributo dato in termini di vite umane, sentì la necessità e il dovere di realizzare al più presto un monumento a ricordo della vittoria e, soprattutto, a memoria dei suoi figli caduti per la Patria. Il 31 dicembre del 1918 il sottoprefetto di Viterbo rendeva esecutiva la delibera del Consiglio del 21 dicembre per procedere all’intitolazione di due vie del paese alle città di Trento e Trieste e alla realiz- zazione di un monumento a ricordo dei concittadini caduti in guerra3. Nonostante la repentinità con la quale il Comune si mosse, ottenendo i permessi necessari all’esecuzione dei lavori e allacciando da subito i contatti con le ditte incaricate della realizzazione degli stessi, il monumento finì per essere inau-

1 Il termine viene utilizzato nei primi anni ’20 da numerosi artisti e intellettuali in seguito all’affermazione, nell’immediato periodo postbellico, della frenetica volontà di realizzare un monumento a commemorazione dell’evento da parte di Comuni e enti vari. Il pittore futurista Carlo Carrà, sulle pagine di Valori Plastici, scrive: Se non si porranno seri ripari al vizio monumentale post-bellico chissà dove andremo a finire (…) la monumentomania è un altro flagello che la guerra ha rincrudito; tra le innumerevoli dolorose conseguenze di questa, non ultima è da classificarsi l’arte così detta commemorativa. Sull’argomento vedi: Janni 1918, pp. 283-291; Carrà 1920, pp. 91-92. 2 Nel 1928 una circolare ministeriale invitava le amministrazioni locali a limitare le spese per i monumenti commemorativi ed impiegare fondi in opere di pubblica utilità. Dopo questa data il fenomeno subì quasi ovunque una notevole flessione per poi bloccarsi intorno al 1930. 3 Archivio storico comunale di Bolsena (d’ora in poi Ascb), Delibere della Giunta 3 (1912-1917), n. 150 del 3 ottobre 1916. Nell’ottobre del 1916, a neanche tre mesi dalla morte dell’ufficiale Cesare Battisti (impiccato il 12 luglio 1916), Bolsena inaugurava una via dedicata all’irredentista italiano. Negli anni successivi altre vie furono intitolate a luoghi e personaggi che ricordassero la Grande Guerra: come via Piave a ricordo della Grande Guerra Nazionale e, per attestare il profondo attaccamento che la patriottica popolazione bolsenese ha verso gli artefici della Vittoria, due viali che, ancora oggi, portano i nomi dei generali Luigi Cadorna e Armando Diaz. Delibere del Podestà 1 (1928-1931), n.16 del 9 marzo 1931.

Bolsena  Il monumento di Bolsena e i suoi caduti

gurato soltanto nel maggio del 1920 a causa di ritardi nella consegna di alcune parti del monumento ma, soprattutto, dei “conflitti” e delle polemiche intercorse tra alcuni esponenti dell’Amministrazione.

“Oggi Volsinia sorgere fa un’ara a vostra gloria che eterni una memoria di fede e di valor” Per la realizzazione del monumento l’Amministrazione decise di riutilizzare e riadattare un altro monumento già esistente sulla piazza centrale del paese4 (fig. 1), scelta che, se da un lato tendeva a sotto- lineare lo stretto rapporto di continuità tra presente e passato, dall’altro rispecchiava anche la difficile si- tuazione economica in cui versavano le casse comunali di un paese appena uscito dalla guerra. Il fatto di riutilizzare elementi architettonici antichi era una pratica piuttosto comune5 ma, in realtà, a rendere il caso di Bolsena piuttosto singolare, è il “doppio riuso” che originò il monumento ai caduti. L’ubicazione del nuovo monumento fu dunque immediata e quantomeno “scontata”, con uno spostamento forse solo di qualche metro rispetto alla collocazione originaria del monumento preesistente, verso il centro della piazza Umberto I, oggi piazza Matteotti. Bolsena, erede della città romana di Volsinii, non mancando certo di testimonianze dell’antico quanto glorioso passato - tra cui capitelli, colonne, ecc. - pensò bene di utilizzarne alcune per arredare e abbellire le principali piazze del paese come il sagrato della chiesa di S. Cristina, piazza S. Giovanni (fig. 2) e piazza Dante Alighieri. Il “nobilisco monumentale”6 che si tro- vava sulla piazza era costituito da un basamento quadrangolare in pietra sul quale poggiava un tamburo dello stesso materiale e una colonna composta di due marmi differenti, di marmo cipollino nella parte inferiore e di bardiglio in quella superiore, con in cima un capitello di marmo di epoca romana sovra- stato da una guglia in cipollino desinente in una sfera. Alcune componenti di tale monumento (nello specifico la colonna, il capitello e la guglia) sembra provenissero a loro volta dal recupero di alcune parti di un orologio solare (costituito in origine dal capitello poggiato sulla colonna e reggente una sfera con una punta di ferro in parte conficcata all’interno della stessa, la cui ombra veniva proiettata sul pavi- mento circostante) che in epoca medievale fu costruito per volontà dei frati francescani, che abitavano 7 Fig. 1 - Piazza Umberto I ai primi del ’900: al centro il monumento ornamentale assemblato con alcuni resti provenienti l’allora convento di S. Francesco, proprio in prossimità dello slargo di fronte all’ingresso dello stesso . dall’antica città di Volsinii (dalla collezione privata di Sestilio Bruti). I lavori di “riadattamento” della colonna e annessi tardarono a partire a causa del ritardo nell’invio del progetto per la realizzazione del monumento di cui era stato incaricato, non sappiamo se a seguito di concorso o piuttosto, come probabile, per assegnazione ad personam, lo scultore loretano Giuseppe Tonnini8. Dal progetto del monumento, che tuttavia fu pronto solo nel luglio del 1919, emerge che la struttura precedente fu praticamente quasi del tutto riutilizzata (il basamento quadrangolare sul quale poggiava l’intera struttura, il tamburo cilindrico e relativa base, la colonna composita con la base - mentre il plinto quadrangolare oramai rovinato venne sostituito da uno nuovo di forma ottagonale - il

4 Probabilmente il monumento fu collocato sulla piazza a scopo ornamentale nei primi decenni dell’800 in occasione dei lavori di sistemazione della stessa. Vedi in proposito Dottarelli 1928, p. 506. 5 Tuttavia, per quanto riguarda la provincia di Viterbo, Bolsena e Villa San Giovanni in Tuscia sembrano essere gli unici due casi di “riuso”. Vedi in proposito Gnisci 2010, p. 149. 6 Ascb, Corrispondenza, cat. IX, b. 1. Il monumento è così definito nel preventivo del capomastro bolsenese Giuseppe Conticelli che si occupò dello spostamento: Preventivo della spesa occorrente per la rimozione e sistemazione del nobilisco monumentale esistente nella Piazza Umberto I in Bolsena. 7 Ascb, Corrispondenza, cat. IX, b. 1. La notizia ci viene riferita dal consigliere Augusto Vallati in un articolo del periodico orvietano Il Comune, XVIII, n. 807, 7 dic. 1919 e ribadita nella Relazione di Costantino Zei sullo stato presente dei lavori e sul completamento della Vittoria che la città di Bolsena innalza sulla piazza del suo Municipio – voto alla Patria- memoria romana agli Eroi della recente guerra, 30 gennaio 1920. In relazione alla guglia di cipollino, lo storico bolsenese Consalvo Dottarelli afferma che questa proveniva dalla chiesa di S. Cristina, da una sorta di “deposito” appositamente allestito per raccogliere i vari reperti di origine romana provenienti dall’antica città di Volsinii. 8 Lo scultore Giuseppe Tonnini fu l’autore anche di altri monumenti ai caduti nel territorio laziale come quelli di Cerveteri (1924) e Campagnano (1925). Dall’esame dei documenti disponibili non è dato di sapere il perché della scelta di tale scultore, mentre emerge che nello stesso periodo il Comune aveva ricevuto una proposta per la realizzazione del monumento da parte dell’ingegnere romano Angelo Guazzaroni che in una lettera al sindaco del 26 febbraio 1919 dice: mi sono dato premura di studiare alcuni tipi di monumenti commemorativi di vario carattere e prezzo (…) a richiesta della S.V. potrò rimetterle qualche tipo a seconda della spesa che si vuole sostenere. Questo testimonia come la commemorazione dei caduti Fig. 2 - Piazza S. Giovanni ai primi del ‘900: sulla sinistra una delle diverse colonne in granito provenienti dall’antica fosse diventata fonte di lavoro e di guadagno per molti artisti e ditte, alcuni dei quali realizzarono dei veri e propri cataloghi città di Volsinii utilizzata per abbellire la piazza. Sullo sfondo la Rocca Monaldeschi non ancora restaurata (dalla collezione da mostrare al committente per sponsorizzare le proprie realizzazioni. privata di Sestilio Bruti).  Il monumento di Bolsena e i suoi caduti

capitello e la guglia sovrastanti) ma diversamente dalla prima, rialzata da terra di circa un metro con l’applicazione di tre gradini in pietra locale di Bagnoregio su un pavimento quadrangolare anch’esso in pietra. Il progetto prevedeva anche delle parti in bronzo (dal basso verso l’alto): una targa con incisi i nomi dei soldati caduti da applicare sul tamburo cilindrico, una ghirlanda ornamentale collocata quasi alla base della colonna, una fascia con elementi decorativi di epoca romana che doveva raccordare le due diverse parti della colonna (l’inferiore in marmo cipollino e la superiore in marmo bardiglio, come già detto) ed infine la Vittoria alata che sovrastava il tutto (fig. 3). A protezione del monumento, non con- templata nel disegno del Tonnini, si sarebbe poi realizzata una recinzione costituita da quattro colonni- ne cilindriche della stessa pietra dei gradini alle quali sarebbe stata poi applicata una ringhiera in ferro. Varie furono le maestranze locali coinvolte nella costruzione del nuovo monumento9: della rimozio- ne e risistemazione del “nobilisco monumentale” esistente nella piazza Umberto I, in base al progetto stabilito, e della realizzazione delle parti murarie della recinzione, venne incaricato il capomastro Giu- seppe Conticelli per il costo di lire 1.583,10; per i lavori di scalpellino, l’orvietano Giuseppe Zannini ottenne un corrispettivo di lire 730, le colonnine e i gradini in pietra furono acquistati dalla ditta L. Bizzarri di Bagnoregio al costo di lire 2.000, mentre il ferro per la recinzione, acquistato a Viterbo, fu lavorato dal fabbro bolsenese Luigi Fedi per un compenso di lire 1.206. Le parti bronzee previste dal progetto furono fuse dalla Fonderia artistica A. Parlanti di Roma con l’aggiunta, rispetto al progetto originario, di uno scudo recante lo stemma del Comune di Bolsena da legare con due festoni alla targa con incisi i nomi dei caduti e da collocare sul lato opposto a quello della targa per una spesa, compresa la messa in opera e la doratura della Vittoria, di lire 4.550. A decoro del monumento fu poi realizzata una corona con palma in bronzo, da collocare sui gradini del monumento, del costo di lire 1.000 e pagata grazie alle oblazioni raccolte tra la popolazione10.

La “geniale idea” del consigliere Vallati e le “oscure” manovre della Giunta: l’inaugurazione del monumento viene rimandata Durante la seduta del Consiglio del 7 ottobre 1919, il consigliere Augusto Vallati11 sottolineò che il progetto sul monumento si sarebbe dovuto presentare e discutere all’interno del Consiglio prima di procedere agli affidi dei lavori. L’osservazione, che suscitò non poche discussioni tra i consiglieri, portò all’istituzione di un Comitato con incarico di esaminare il progetto del monumento da erigersi (…) e di provvedere per le modalità della inaugurazione. Cosa alquanto anomala fu la nomina di un Comitato per il monumento ai caduti a lavori già iniziati, che rispecchiava, forse, l’atteggiamento di una Giunta alquanto “dominante”, come affermava lo stesso Vallati12. Membri di tale Comitato furono eletti i con- siglieri Giovanni Raggi, Ernesto Chicchini, Pietro Tamburini, Gabriele Fantozzi e il cavaliere Augusto Vallati che ne diventò, ben presto, il portavoce ufficiale. La Commissione non perse certo tempo e, dopo aver analizzato il progetto, il 7 novembre del 1919, scrisse al sindaco Giulio Cozza: “La Commissione per il monumento alla Vittoria ritenendo che l’iniziato lavoro, per quanto in se stesso elegante, non corrisponde all’ampiezza della piazza, considerando che anche mercé l’offerte private, si possa erigere opera più degna dell’antica Volsinium, propone senz’altro che pur serven-

9 Vedi in proposito Ascb, Libro mastro del 1920, Spese per il Monumento ai caduti per la guerra. 10 Ascb, Corrispondenza, cat. IX, b. 1. Nell’elenco delle oblazioni figurano tra i donatori: il principe Federico Spada, il conte Giulio Cozza, Biagio Fumi, Salvatore e Domenico Battaglini, Giuseppe e Nicola Guidotti, la Cassa di Risparmio di , Angelo e Alfonso Orfei, gli alunni delle scuole elementari, Cesare e Angelo Menichetti, Ugo Menichetti, Geraldo Mazziotti, don Paolo e don Giulio Vannini e don Baldassarre Tamburini per un totale raccolto di lire 1009,70. 11 Augusto Vallati, figlio di Decio e Caterina Guidotti, nacque a Bolsena il 18/10/1853. Esponente di due delle famiglie più benestanti della cittadina bolsenese, fu capitano del Regio Esercito e, agli inizi della guerra, nonostante avesse potuto esonerarsi in virtù della sua attività di industriale e imprenditore, prestò il suo servizio alla Patria ottenendo il grado di Maggiore. Il 1° giugno del 1916 sposò per procura Erina Menichetti. Ricoprì poi la carica di consigliere comunale negli anni 1918-1919. Morì a Bolsena il 22/07/1947. 12 Ascb, Corrispondenza, cat. IX, b. 1. Sul periodico Il Popolo, anno. II, n. 5, 12 febbraio 1920 si legge: (…) la Giunta di colore abbastanza oscura, pressata da qualche interessato e forse intimidita da stolte minacce per parte di chi all’amor di Patria antepone sempre il meschino tornaconto di partito, stabilì ben diversamente di quanto aveva deliberato il Consiglio. Fig. 3 - Ascb, Progetto in acquerello dello scultore Giuseppe Tonnini del luglio 1919.  Raffaella Bruti Il monumento di Bolsena e i suoi caduti

dosi degli stessi artefici e dello stesso disegno, si innalzi alla dai colleghi soprintendenti alle Gallerie e ai Monumenti che non sia alterata la linea pittoresca del Vittoria una colonna di granito orientale che i nostri antenati piazzale di S. Cristina, debbo pregare la S. V. di voler informare il Municipio di Bolsena ad ottem- ci hanno regalato. Per quanto detto si prega il Sig. Sindaco vo- perare al divieto del Soprintendente ai Monumenti”18. ler fare sospendere il lavoro (…) ed appellando per la maggiore spesa alle offerte private”13. Nel ricordare che fu il consigliere Vallati ad aver sollevato l’opportunità di sostituire la ex colonna dell’orologio gnomonico con quella di granito orientale per l’allestimento del monumento ai caduti, Il sindaco non ebbe nulla da obbiettare, tant’è vero che, po- quest’ultimo scrisse un articolo che fu poi pubblicato sul quotidiano orvietano Il Comune del 7 dicem- chi giorni dopo, scrisse alla Soprintendenza ai Musei e Scavi bre 1919, nel quale illustrava la sua “geniale idea”, così la definisce, che avrebbe reso tale opera più de- della provincia di Roma chiedendo e ottenendo l’autorizzazio- gna. Non si sarebbe certo potuto biasimare il Vallati nel suo proposito di voler sostituire la colonna che ne14 per rimuovere una delle due colonne di granito orientale, si trovava già sulla piazza (un po’ malconcia, di modeste dimensioni e composta, come già detto, da due che all’epoca si trovavano all’ingresso della piazza antistante la marmi differenti) con una più grande e pregiata, se non che per il costo del nuovo progetto che sarebbe chiesa di S. Cristina, da poter appunto utilizzare nella realizza- addirittura ammontato a quasi il doppio di quello originario, cioè a 15.000 lire! Ma il Vallati non si zione del monumento ai caduti. Tuttavia, il giorno successivo perse d’animo e citando testualmente le sue parole, riguardo alla spesa, “risolse” candidamente dicendo: a quello in cui la Soprintendenza accordava tale rimozione, in “Cominciamo a dispensare il Comune da intervenirvi direttamente, basta conceda il fusto di co- una lettera indirizzata al sindaco dal sottoprefetto di Viterbo, si lonna (...) E per la somma occorrente all’innalzamento del monumento un appello alla generosità afferma: cittadina non può mancare, ché chi non si è prestato direttamente per la guerra (…) ha avuto Il cavaliere Augusto Vallati campo di procurarsi lauti guadagni, massime in questo paese dove la scuola di aviazione (…) ha “Il Sovrintendente dei Monumenti di Roma mi incarica di no- riversato un fiume di denaro tale che la più umile famiglia della classe piscatoria oggi dispone di tificare d’urgenza alle S.V. che per nessuna ragione devono essere rimosse le colonne antiche di gra- qualche migliaio di lire, mentre i proprietari più grandi senza punto esporsi, hanno beneficiato di nito che si trovano sul piazzale di S. Cristina e che sul piazzale stesso non può elevarsi alcun nuovo centinaia di migliaia di lire”19. monumento di qualsiasi genere e forma se prima non sia sottoposto il progetto a quell’ufficio”15. Naturalmente, com’è “ovvio” immaginare, l’Amministrazione non accettò la “geniale idea” del Val- Il sindaco manifestò subito la sua perplessità chiedendo chiarimenti sull’accaduto: chiarimenti che lati (con un preventivo praticamente raddoppiato!), spalleggiata anche dalla presunta revoca del per- in realtà non arrivarono se non attraverso la Sottoprefettura che, per conto della Soprintendenza, ne- messo di rimozione di cui si è già parlato, e il cavaliere, in evidente disaccordo con le scelte fatte per gava che quest’ultima mai avesse dato alcuna autorizzazione alla rimozione della colonna in questione, la costruzione del monumento, giocò come ultima carta, per avvalorare la sua proposta, il ricorso alla anzi ne intimava l’assoluto divieto. Al momento la questione sembrò finire lì anche perché il sindaco consulenza di un esperto d’arte - tra l’altro non autorizzata ufficialmente dal Consiglio da suscitare Giulio Cozza nel frattempo aveva dato le dimissioni dal suo incarico sostituito da Romeo Mangini16. I ulteriori polemiche - nella persona del professor Costantino Zei di Viterbo, che redasse, a seguito di un lavori per il monumento intanto procedevano non senza qualche intoppo: la Fonderia Parlanti di Roma sopralluogo fatto il 27 gennaio 1920, una Relazione sullo stato dei lavori20. Nella prima parte della rela- chiedeva sovente al Comune di mandare qualcuno dell’Amministrazione per visionare i modelli in cera zione il professor Zei fece alcune interessanti osservazioni sui lavori iniziati al monumento21 e su come prima di metterli in esecuzione e controllare lo stato dei lavori, compito di cui fu incaricato l’assesso- si sarebbero potuti migliorare - ad esempio le quattro colonnine che dovevano reggere la transenna in re cavaliere Geraldo Mazziotti; l’altezza della Vittoria alata fu ridimensionata perché troppo grande: ferro si sarebbero potute realizzare in marmo bianco o in pietra di Subiaco, per esigenze di rapporti da m 1,55 iniziale fu ridotta a m 1,12. Il capomastro Conticelli protestò per la sospensione dei lavori pittorici, e non in questo grigio palombino (pietra di Bagnoregio) - per poi concludere: chiedendo un risarcimento e il nuovo sindaco facente funzione Romeo Mangini ottenne in dono, dopo averne fatto richiesta, un capitello corinzio in marmo dal Museo nazionale romano da utilizzare per il “Così con poca spesa, utilizzando un materiale archeologico si avrà una colonna commemorativa monumento ai caduti17. che avrà discreto effetto (…) ho esposto in questa prima parte le conclusioni immediate di quanto Per quanto riguarda la questione relativa all’autorizzazione alla rimozione della colonna di granito può essere fatto doverosamente e nello stesso tempo abbastanza decorosamente dal Municipio di dal piazzale di S. Cristina, concessa e poi negata, questa sembra “chiarirsi” in una lettera del 6 marzo Bolsena il quale vuole tenere, anche in questo caso, presente il proprio bilancio (…) che (…) non consente una spesa molto maggiore di quella che si ebbe a stanziare per questo lavoro”22. del 1920 al sindaco facente funzione Angelo Orfei da parte del sottoprefetto del Circondario di Viterbo nella quale, quest’ultimo, rende nota al Comune la comunicazione ricevuta dal soprintendente: La seconda parte della relazione, invece, è incentrata sull’ipotesi palesata dal Vallati, ovvero come sarebbe potuto essere il monumento utilizzando la colonna di granito orientale. Dopo aver dettagliata- “(…) la colonna di granito che è nel piazzale di S. Cristina a Bolsena, non ha importanza archeo- mente illustrato tutte le componenti della nuova ipotetica struttura, concluse così: logica, sicché io avevo creduto di non oppormi a che il Municipio di Bolsena l’adoprasse per ornare il monumento ai caduti in guerra. Ma dato il parere concordemente espresso dietro mia domanda “Il cavalier Augusto Vallati (…) aveva giustamente vagheggiato una espressione commemorativa superiore a quella che si sta erigendo (…). Se il Comune di Bolsena, vorrà mettersi su questa via, 13 Ascb, ivi, lettera del 7 novembre 1919. farà cosa assai superiore a quella che ha iniziato. Se poi vorrà mantenersi sulle deliberazioni già 14 Ascb, ivi, in una lettera al sindaco Cozza del 23 dicembre 1919, la Soprintendenza, autorizza chiaramente la rimozione della colonna di granito e la nuova destinazione della stessa. 15 Ascb, ivi, lettera del 24 dicembre 1919. 18 Ascb, ivi, lettera del 6 marzo 1920. 16 Dopo le dimissioni del sindaco Giulio Cozza nel dicembre del 1919, le funzioni del sindaco furono espletate da vari 19 Ascb, ivi, Il Comune, XVIII, n. 807, 7 dicembre 1919. assessori - come Romeo Mangini, Angelo Orfei, Geraldo Mazziotti - che si alternarono fino all’insediamento della nuova 20 Ascb, ivi, Relazione di Costantino Zei sullo stato presente dei lavori e sul completamento della Vittoria che la città di Giunta fascista. Le elezioni amministrative del settembre del 1920, le prime dopo la guerra, portarono all’elezione del Bolsena innalza sulla piazza del suo Municipio - voto alla Patria- memoria romana agli Eroi della recente guerra, 30 gennaio 1920. sindaco-podestà Giuseppe Catalini. 21 Al 27 gennaio 1920, data del sopralluogo dello Zei, i lavori al monumento erano già iniziati e consistevano nella 17 Ascb, Corrispondenza, cat. IX, b. 1, lettera del direttore del Museo nazionale romano dott. Roberto Paribeni al sindaco costruzione della gradinata e nel posizionamento del tamburo e della relativa base. facente funzione Mangini del 7 marzo del 1920. Nella lettera si precisa però che il Sindaco suddetto si obbliga nel caso che per 22 Ascb, Corrispondenza, cat. IX, b. 1, Relazione di Costantino Zei sullo stato presente dei lavori e sul completamento della ragioni di provenienza e di pertinenza fosse necessario al Museo riavere il capitello ceduto, a restituirlo, sostituendolo con altro Vittoria che la città di Bolsena innalza sulla piazza del suo Municipio - voto alla Patria- memoria romana agli Eroi della recente guerra, simile, che sarebbe possibilmente fornito dalla direzione stessa dell’Istituto. 30 gennaio 1920.

  Raffaella Bruti

esistenti e tenersi al bilancio, non escludo possa la Vittoria che innalza essere mancante di quel significato morale e patriottico e forse anche artistico che vuole raggiungere nella maniera meno dispendiosa, pur esprimendo la gratitudine, la Gloria delle armi e l’esempio alle forze nuove della Nazione. Anche in questo caso (del nuovo progetto) i resti archeologici entrerebbero nel lavoro con la colonna rossa, ma in modo più solenne, più stabile, più concludente, per la Volsinio romana”23. La relazione dello Zei non fu mai esaminata dalla Giunta e il professore non ricevette mai un benché minimo ringraziamento per il lavoro svolto e fu pagato, solo dopo svariati solleciti, due anni dopo24 poiché, come si legge in una lettera del facente funzione da sindaco Romeo Mangini alla Sottoprefettura di Viterbo del 26 aprile 1920: “Al Professor Zei questo Comune non affidò alcun incarico in ordine al monumento ai caduti. Egli fu invitato dal cavaliere Vallati membro della Commissione all’insaputa della Commissione stessa e del Municipio quando l’opera dello Zei era ormai intempestiva e inutile. In tal senso è stato già risposto al reclamante (Zei) il quale se ha diritti da far valere si potrà rivolgere direttamente al Vallati che lo chiamò!”25. Il Vallati, dal canto suo, si risentì molto per tutta la vicenda, tanto da non presentarsi neanche alla cerimonia d’inaugurazione del monumento la quale, fissata per il 3 novembre del 1919, fu dunque rimandata di sei mesi. Il cavaliere, però, prima di uscire definitivamente di scena26, attaccò con toni molto polemici l’Amministrazione, in un articolo pubblicato su Il Popolo di Montefiascone del 12 feb- braio del 1920 dove, dopo aver sottolineato la figuraccia fatta dall’Amministrazione con il professor Zei, spiega i retroscena dell’intera vicenda facendo delle chiare accuse: “Ecco di cosa si trattava. Non appena il sindaco Cozza rassegnò le proprie dimissioni, senza man- dare neppure un biglietto che revocasse il mandato ai membri della Commissione, la Giunta, di colore abbastanza oscura, pressata da qualche interessato e forse intimidita da stolte minacce per parte di chi l’amor di Patria antepone sempre il meschino tornaconto di partito, stabilì ben diver- samente di quanto aveva deliberato il Consiglio. Malgrado le insistenze della Commissione seguì arbitrariamente le proprie vedute, adducendo a pretesto il ritardo delle pratiche occorrenti e una Fig. 4 - Ascb, Manifesto per l’inaugurazione del monumento Il monumento ai caduti in una cartolina dell’epoca (dalla lettera facilmente provocata per revocare il permesso ottenuto dall’ex sindaco Cozza dall’autorità ai caduti. collezione privata di Sestilio Bruti). sovrastante ai Monumenti e che accordava la rimozione delle colonne di granito (…). Ritengo che della relazione la Giunta non si sia affatto occupata; ciò non potrebbe non costituire un’offesa alla Commissione stessa (…). Così non va… egregio funzionante da Sindaco; il tradizionale buon nome della nostra Bolsena deve ancora prevalere sulle meschine questioni di ripicca e sulle arti di malevoli consiglieri!”27.

L’inaugurazione del monumento Come in altre città d’Italia, anche Bolsena compie il dovere di scolpire nel bronzo i nomi dei suoi prodi figli i quali alla santa causa della libertà e indipendenza della Patria diedero in olocausto la vita28. Questo l’incipit del manifesto d’inaugurazione del monumento, affisso per le vie del paese l’11 maggio a cura del Comitato organizzatore, con cui si invitava tutta la cittadinanza a partecipare al grande evento che, finalmente, ebbe luogo il 23 maggio del 1920 (fig. 4). All’avvenimento, al quale parteciparono le varie autorità civili, i rappresentanti delle locali sezioni Combattenti, il parroco don Giulio Vannini,

23 Ascb, ibidem. 24 Ascb, Delibere della Giunta 4 ( 1917-1927), delibera n. 252 del 7 aprile 1922; Libro mastro del 1922, mandato n. 267 del 17 aprile 1922 nel quale si legge che il compenso per visita e parere circa l’erezione del monumento ai caduti fu di lire 250. 25 Ascb, Corrispondenza, cat. IX, b. 1. 26 Ascb, ivi, lettera al sindaco del 30 aprile 1920. Il Vallati portò a temine il suo compito in qualità di membro della Commissione del monumento ai caduti ma di fronte all’invito del sindaco di partecipare ad una riunione organizzativa dell’inaugurazione afferma: (…) non è più per me decoroso accettare mandati e intervenire alle adunanze di questo Municipio pur mantenendo le dovute riserve in proposito.. 27 Ascb, ivi, Il Popolo, anno II, n. 5, 12 febbraio 1920. 28 Ascb, ivi, manifesto d’inaugurazione.

 Piazza Umberto I e il monumento ai caduti, fine anni ‘30 (dalla collezione privata di Sestilio Bruti). Raffaella Bruti i famigliari delle vittime e tutta la cittadinanza, fu invitato il presidente del Tribunale di Viterbo En- rico Randaccia e anche diverse autorità militari, solo alcune delle quali però, in base ai loro impegni, poterono presenziare come il comandante della compagnia dei Carabinieri Reali di Montefiascone, Antonio Bortoli, il maggiore Rosolino Conti delegato del colonnello Domenico Mamini, comandan- te del distretto militare di Orvieto, mentre il comandante Marzochelli, della Capitaneria di Porto di Civitavecchia, non poté essere presente a causa di impegni di lavoro. Dopo un ricevimento ufficiale con tutte le autorità, queste ultime si radunarono a piazza S. Giovanni e formarono un corteo che sfilò fino alla piazza centrale del paese per lo scoprimento della targa con i nomi dei caduti. Il momento fu solenne: furono tenuti discorsi commemorativi da parte delle varie personalità, distribuiti i diplomi e le croci di guerra alle famiglie degli eroi, fu estratta una tombola di lire 500, poi devoluta a beneficio degli orfani e invalidi di guerra e, alle ore 21,00, a conclusione della giornata commemorativa, ebbe luogo, così si legge sul manifesto, un’Illuminazione fantastica della piazza Umberto I. Lo scoprimento della targa fu accompagnato da un Inno alla Vittoria cantato da un coro di 100 fanciulli con accompagno del locale concerto sotto la direzione dell’esimio concittadino maestro Pietro Fioravanti. Viene qui di seguito riportato il testo dell’inno cantato il giorno della inaugurazione del monumento ai caduti nell’ultima guerra dell’indipendenza:

gloria, gloria, gloria S’intrecci il loto al lauro Del vil servaggio Italia Sul crin dei vincitori, Spezzate le ritorte Nembo gentil di fiori Resa più grande e forte Stenda sull’armi un vel! Rinasce a libertà. Fig. 5 - Il monumento ai caduti privo delle parti bronzee (ad eccezione della fascia) e della ringhiera in ferro (dalla collezione privata di Sestilio Bruti). Ai prodi nostri fulgida Schiere di eroi e martiri Arrise la Vittoria! Che la fiorente vita Il sole della gloria Deste all’Italia unita Brilli più lieto in ciel! Con generoso ardor!

Lungi dall’Alpi gelide Oggi Volsinia sorgere Cacciato il fier nemico Fa un’ara a vostra gloria Il suolo nostro aprico Che eterni una memoria Più non calpesterà. Di fede e di valor.

Il monumento “accoglie” i caduti di tutte le guerre Il monumento, emblema della Vittoria, dei molti giovani “eroi” immolati per la Patria, e perpetuo ricordo per i posteri, diventa simbolo di patriottismo e motivo di orgoglio per la cittadinanza e per l’Amministrazione. Si ricorda, in proposito, la visita di Benito Mussolini a Bolsena del 31 agosto 1924. Il Duce, di passaggio per Bolsena, accettò l’invito del podestà Giuseppe Catalini di sostare a Bolsena e dopo essere stato ricevuto nel palazzo comunale, situato a pochi metri dal monumento, scendendo nella piazza tra le acclamazioni del popolo alzò più volte lo sguardo al monumento e mostrò tutta la sua compiacenza29. Ma sarà proprio lo stesso Mussolini l’artefice della spogliazione di targhe e ornamenti in bronzo da molti monumenti ai caduti in tutte le città d’Italia, attraverso la promozione di diverse campagne finalizzate alla requisizione di metalli per motivi bellici, come quella del 1935 per la raccolta dell’“oro

29 Dottarelli 1928, p. 545. Fig. 6 - Le due lapidi in basaltina recanti i nomi dei caduti bolsenesi (foto Marco Belardi).  Raffaella Bruti Il monumento di Bolsena e i suoi caduti alla Patria”, ma in particolare quella del 1940 per il recupero del ferro e del bronzo. Bolsena non sfuggì alata analoga a quella che fu asportata in a tale sorte e il monumento ben presto si trovò privo della ringhiera in ferro che lo circondava (suc- periodo bellico32. La nuova Vittoria alata in cessivamente rimpiazzata da una catena metallica), della targa in bronzo con incisi i nomi dei caduti, bronzo dorato, che in un primo momento dello scudo recante lo stemma comunale, della ghirlanda ornamentale collocata appena sotto la fascia si pensò di acquistare da un venditore del di raccordo - la sola originale conservata fino ad oggi - dei due frammenti di cui era composta la co- posto, fu poi commissionata a una ditta lonna e soprattutto della statua della Vittoria (fig. 5). I nomi dei caduti vennero ben presto ricollocati romana, a un prezzo più conveniente, ma sul monumento scolpiti questa volta su due lapidi di pietra basaltina cingenti il tamburo alla base della di ridotte dimensioni rispetto a quella ori- colonna del monumento (fig. 6). ginaria e agli 80 centimetri stabiliti in un Pochi anni dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, il monumento accoglierà anche i nomi dei primo tempo (dimensioni tanto ridotte da Bolsenesi caduti in tale conflitto e nella Campagna d’Africa del 1935-37. Il Consiglio, nella seduta del risultare sproporzionate rispetto alla colon- 30 giugno 1949, ratificando la delibera n. 12 della Giunta del mese di gennaio, a seguito della proposta na sottostante). La Vittoria collocata origi- fatta dalla locale Sezione Combattenti e Reduci di Guerra, circa l’apposizione al Monumento ai Caduti di nariamente sul monumento ai caduti era una lapide di marmo recante i nomi dei Caduti della Guerra 1940-1945, riteneva opportuno accogliere forgiata su modello della Nike ellenistica: tale iniziativa, al fine di aggiungere all’elenco degli eroici Caduti nelle guerre precedenti, anche i Bolsenesi era elevata sopra un globo, con le ali spie- immolatisi in questa ultima guerra; rilevato che tale atto è auspicato ed atteso da tutta la popolazione30. La gate e teneva in una mano un ramoscello spesa complessiva fu di lire 6700 di cui lire 2000, a carico del Comune, per la pietra di marmo bianco, di palma e nell’altra una corona d’alloro, e lire 4700 per l’iscrizione dei nomi a carico della locale sezione Combattenti e Reduci (fig. 7). simboli del sacrificio e della gloria (fig. 8). Fig. 8 - La Vittoria originale. Fig. 9 - La Vittoria odierna. La nuova Vittoria si erge, invece, su una base di travertino, con le ali chiuse intenta a scrivere su un clipeo – quest’ultimo oggi non più presente o forse non vi è mai stato33 - richiamandosi chiaramente al modello della Vittoria di Brescia34 (fig. 9).

I Bolsenesi caduti nella Grande Guerra Nell’immediato dopoguerra, la tutela e la sistemazione delle salme dei caduti fu, da subito, una priorità per lo Stato italiano. Per assolvere a tale compito, con R.D. del 24 agosto 1919, fu istituita una Commissione Nazionale per le Onoranze ai Caduti in Guerra, le cui competenze, con un provvedimento successivo (n. 218 del 29 gennaio 1920), furono poi affidate al Ministero della Guerra che le espletò attraverso l’Ufficio Centrale per la Cura e le Onoranze ai Caduti in Guerra. I compiti principali consiste- vano nel recupero e nella tumulazione delle salme, nella ricerca dei dispersi, nella gestione dei numerosi sacrari militari e dei sepolcreti di guerra che ben presto vennero costruiti, in particolare, nelle regioni Fig. 7 - Lapide in marmo bianco con i nomi dei caduti nella Campagna d’Africa e nella Seconda Guerra mondiale (foto del Trentino e del Veneto e tra i quali possiamo annoverare per grandezza: Redipuglia (99.841 salme), il Marco Belardi). più grande Ossario militare esistente in Italia; Oslavia (57.200 salme); Asiago (32.982); Udine (21.482 Lo spostamento salme); Cima Grappa (12.583 salme italiane e 10.293 austriache); Casteldante di Rovereto (11.952 salme italiane e 150 austriache); Fagarè (11.700 salme); Montello (9.931 salme); Pocol (7.725 salme); Con il passare degli anni il paese conobbe uno sviluppo urbanistico non indifferente, la piazza Caporetto (7.002 salme). Umberto I, oggi intitolata a Giacomo Matteotti, in particolare dagli anni ’60 e ’70 diventò il princi- Una prima lista provvisoria dei caduti bolsenesi fu redatta nell’immediato dopoguerra dal Comune pale luogo di transito del traffico proveniente da e per Orvieto; la nuova sistemazione urbanistica della a seguito delle comunicazioni che mano a mano arrivavano da parte del Ministero della Guerra, consi- piazza, proprio a metà degli anni ’70, e i lavori per la nuova pubblica illuminazione consigliarono ben derando che tali comunicazioni pervenivano spesso a distanza di mesi e anche, in alcuni casi, di uno o presto uno spostamento del monumento in una nuova area considerata più idonea. Tale decisione fu presa dalla Giunta che nell’estate del 1976, nonostante l’opposizione della minoranza, deliberò lo spo- stamento del monumento da piazza Matteotti all’incrocio tra la s.s. Cassia e via Gramsci, all’ingresso 32 Ascb, Deliberazioni del Consiglio anni 1975-77, n. 73 del 20/12/1976; Deliberazioni della Giunta anno 1977, n. 168 del 18/07/1977. nord del paese, dove tuttora si trova collocato, in un terreno di 450 mq appositamente acquistato dal 33 Allo stato attuale delle ricerche, tenendo conto anche della documentazione fotografica disponibile, non è dato di Comune e destinato a parco pubblico31. In tale contesto il monumento venne anche opportunamente sapere se lo scudo bronzeo in origine fosse presente. restaurato (perché, come si legge nelle varie delibere del Consiglio e della Giunta dell’epoca, si trovava 34 La Vittoria alata di Brescia, conservata nel Museo di Santa Giulia a Brescia, è una scultura in bronzo eseguita nel 250 a.C. circa da un maestro greco e poi rielaborata in età romana imperiale probabilmente dopo il 69 d. C su modello di una in condizioni così critiche da rischiare il crollo) e munito di una nuova statua bronzea della Vittoria statua di Afrodite. Scoperta nel 1826 assieme agli altri bronzi romani nei pressi del Capitolium è oggi uno dei simboli della città di Brescia. Anche la Vittoria di Brescia fu rinvenuta priva dello scudo tanto da far ipotizzare che con le braccia così distese potesse reggere in realtà le briglie dei cavalli di una biga sulla quale era in procinto di salire. Tuttavia con il passare 30 Ascb, Consigli 1946-51. del tempo si ricondusse sempre più alla tipologia della Victoria in clipeo scribens, che ebbe gran fortuna in epoca tardoantica 31 Il lavoro di smontaggio e rimontaggio del monumento fu eseguito dalla ditta Vittorio Bellini di Bolsena per un costo prima e in età rinascimentale e moderna poi. Accanto all’uso dell’immagine della Vittoria come icona civica, si aggiunse di lire 3.600.750. Il terreno, di proprietà della signora Ada Lisoni, fu acquistato dal Comune al prezzo quasi simbolico, presto anche un utilizzo dell’immagine in funzione di celebrazione patriottica: fu utilizzata come soggetto, dall’incisore così si legge sulla delibera, di lire 500.000. Per il monumento nella sua odierna struttura e collocazione vedi p. 10 (foto Alberto Repettati, di un francobollo da 25 centesimi emesso il 1 novembre del 1921, in occasione del terzo anniversario Marco Belardi). della Vittoria italiana.

  Raffaella Bruti Il monumento di Bolsena e i suoi caduti

due anni. Questa lista non datata, ma presumibilmente DATA DI CORPO DATA DI LUOGO DI CAUSA DI Nr. COGNOME NOME riconducibile al 1919, riporta i nomi di 56 Bolsenesi ca- NASCITA MILITARE MORTE MORTE MORTE 35 duti (fig. 10). Grazie alla consultazione di altre fonti Ospedale da campo Agostino Soldato documentarie il numero dei caduti bolsenesi ha cono- 1 ANTONIETTI 25-11-1892 13-12-1918 n. 241 sepolto a Malattia di Giuseppe 13° regg. Fanteria sciuto poi un incremento di 9 nominativi. In particola- S. Bonifacio Veronese Ospedale da campo re, utilizzando come punto di partenza l’elenco del 1919, Nazzareno Soldato Ferita riportata in 2 BARBAGLIA 03-12-1890 15-08-1916 n. 246, sepolto a si è fatto un confronto con i nominativi riportati nel di Salvatore 95° regg. Fanteria combattimento Percoto (Udine) volume dell’Albo d’Oro dei caduti nella Grande Guerra In prigionia ospedale 1915-1918 del Comune di Bolsena e quelli presenti sulle da campo n. 1317, Giuseppe Soldato Ferita riportata in 3 BATTAGLINI 18-03-1895 06-06-1917 sepolto nel cimitero lapidi del monumento ai caduti. Il volume I, Lazio e Sa- di Sante 117° regg. Fanteria combattimento bina, Militari Caduti nella Guerra Nazionale 1915-1918, militare n. 2 di Albo d’Oro, edito nel 1926 dal Ministero della Guerra, Prosecco (Trieste) Paolo Soldato Francoforte che contiene la maggior parte dei nomi dei caduti italiani 4 BATTAGLINI 08-12-1898 07-04-1918 Disperso 213° regg. Fanteria (Germania) nella Grande Guerra e quello on line, per certi versi più di Costantino Romano Soldato Ferita riportata in aggiornato ma pur sempre in difetto in relazione al nu- 5 BATTAGLINI 28-12-1893 12-11-1915 Oslavia mero definitivo dei soldati italiani caduti, ha fornito un di Ernesto 69° regg. Fanteria combattimento Ospedale ulteriore elemento di raffronto così come la banca dati Giuseppe Soldato Ferita riportata in 6 BELELLA 20-05-1892 18-12-1915 da campo n. 92 del Commissariato Generale per le Onoranze ai caduti in di Gioacchino 54° batt. Bersaglieri combattimento Monte San Michele Guerra (ex Ufficio Centrale per la Cura e le Onoranze ai Luigi Soldato Ferita riportata in Caduti). Un valido contributo è arrivato dalla consulta- 7 BELELLA 18-04-1894 14-05-1917 Monte Kuk 125° regg. Fanteria combattimento zione dei fogli matricolari conservati presso l’Archivio di di Gioacchino Natale Soldato Roma, Stato di Viterbo e dagli atti di morte conservati presso l’ 8 BELELLA 22-11-1896 22-12-1919 Malattia Archivio dell’Ufficio Anagrafe di Bolsena. Un posterRi - di Gioacchino 84° regg. Fanteria ospedale Umberto I cordo della Grande Guerra 1915-1918, non datato, recante le foto di alcuni soldati bolsenesi chiamati alle armi, nella 9 BEL(L)EZZA M.? ? Caporale ? ? ? parte relativa agli “Eroi Caduti” riporta addirittura sol- Tommaso Soldato Ferita riportata in 10 BIANCALANA 21-12-1895 30-08-1918 Monte Majo Fig. 10 - Ascb, Lista dei caduti redatta dal Comune tanto 17 soldati caduti, 2 dei quali non presenti né nella di Domenico 20° regg. Bersaglieri combattimento lista del 1919 redatta dal Comune né nelle lapidi presenti nel 1919 (?). Marinaio Augusto sul monumento ai caduti e per i quali non si possiedono 11 BORDINI 21-08-1888 Regia Stazione di 04-11-1918 Civitavecchia Malattia di Antonio notizie certe: il caporale M. Bel(l)ezza e il fante Nazzareno Bacoccoli (1884). Con quest’ultimo nomi- Vedetta di Palo In prigionia, sepolto nativo, non presente nell’Albo d’Oro nazionale, è stato possibile rintracciare un foglio matricolare nel Luigi Soldato 12 BORDO 23-06-1897 28-08-1918 nel cimitero militare Malattia quale risulta un Nazzareno Bacoccoli di Gaetano, nato a Bolsena il 23/10/1884, arruolato prima nel 61° di Salvatore 1° regg. Genio di Sacile reggimento Fanteria, poi successivamente nel 50° e nel 265°, che partecipò alle campagne militari del Disperso Cannoniere scelto 1916, 1917 e 1918 ma che non risulta deceduto in guerra. Sia nella lista che sulle lapidi del monumen- Serafino nell’affondamento 13 BORDO 09-11-1897 Marina 18-03-1918 Golfo Aranci to ai caduti è presente il nominativo del soldato Enrico Materazzo del quale però non è stato possibile di Antonio del piroscafo R. N. R. N. Tripoli avere notizie certe. Si segnala, in proposito, la presenza nell’Albo d’Oro nazionale di due soldati recanti Tripoli Soldato tale nome: Materazzo Enrico di Arcangelo, nato a Orvieto il 03/05/1891, soldato del 212° reggimento Giovanni 30-12-1882 14 BRONZO 60° regg. Fanteria 24-05-1918 Foligno Malattia Fanteria, morto l’11/10/1916 sul Carso per le ferite riportate in combattimento e Materazzo Enrico di di Giuseppe Orvieto Zeffirino, nato a Porano il 05/06/1894, soldato del 2° reggimento Artiglieria Pesante Campale, morto a Milowitz (Rep. Ceca) Orvieto per malattia il 09/06/1916. Allo stato delle ricerche non è possibile stabilire se e quale dei due Pietro Soldato in prigionia, sepolto 15 CAPPELLONI 08-07-1895 10-06-1918 Malattia potrebbe essere identificato con il soldato in questione. di Antonio 84° regg. Fanteria nell’omonimo Non figurano nè nella lista nè sul monumento i nomi di Natale Belella (1896), Angelo Mezzoprete cimitero militare Giovanni Soldato Col di Lana Ferita riportata in (1887), Giuseppe Civitella (1897) e Giuseppe Frulloni (1893) presenti invece sull’Albo d’Oro nazionale 16 CEMPELLA 28-12-1891 16-12-1915 a eccezione dell’ultimo nominativo individuato grazie al foglio matricolare. Dal confronto e dall’inte- di Andrea 60° regg. Fanteria (Montucolo) combattimento grazione delle fonti suddette, che hanno messo in evidenza non poche incongruenze, è stato, tuttavia, Edmondo Soldato Orvieto, ospedale 17 CENCIONI 28-09-1895 19-04-1916 Malattia possibile ad oggi, contare 64 Bolsenesi caduti e dispersi nella Grande Guerra. di Luigi 84° regg. Fanteria militare S. Chiara

Vittorio Caporale 18 CIAFRINO 02-02-1894 19-08-1917 Quota 378 Disperso in guerra di Pancrazio 250° regg. Fanteria 35 Nella lista non figurano i nomi di Francesco Guidotti, Lorenzo Perfetti e Domenico Perosillo, presenti invece sul monumento (che riporta i nomi di 59 caduti).

  Raffaella Bruti Il monumento di Bolsena e i suoi caduti

Ospedale da campo Ambulanza Antonio Soldato Ferita riportata in Riccardo Sottotenente Ferita riportata in 19 CIRILLI 19-01-1888 16-11-1915 n. 92, sepolto a 42 PARLANTI 14-08-1896 14-07-1918 chirurgica di Giuseppe 130° regg.Fanteria combattimento di Alessandro 1° regg. Genio combattimento Romans d’armata n. 3 Giuseppe Soldato Sprottan 43 Angelo Soldato Ferita riportata in 20 CIVITELLA 02-09-1897 20-09-1918 ? PARRANO 17-12-1884 12-12-1917 Colle Berretta di Angelo 125° regg. Fanteria in prigionia di Domenico 252° regg. Fanteria combattimento Cesare Caporal Maggiore 21 CONTICELLI 08-03-1893 25-10-1917 Monte Stol Disperso in guerra Keeskemet di Venanzo 88° regg. Fanteria (Ungheria) in Nazzareno Soldato Magdeburg 44 PARRANO 21-01-1892 28-05-1918 prigionia, sepolto Malattia Alberto 14-12-1894 Soldato di Giuseppe 130° regg. Fanteria 22 CROSTA 05-10-1918 (Germania) Infortunio nell’omonimo di Luigi Orvieto 263° regg. Fanteria in prigionia cimitero militare Stefano Soldato 88°/25° Ferita riportata in 23 DI SORTE 26-12-1886 19-11-1917 Viterbo Ospedale centrale di Pietro regg. Fanteria combattimento Antonio Soldato Temesvar 45 PASQUINI 05-09-1881 10-10-1918 Malattia Francesco Caporale Ospedale Tappa di Giuseppe 206° regg. Fanteria (Romania), 24 DOTTARELLI 26-01-1894 05-08-1916 Malattia di Settimio 67° regg. Fanteria Cividale in prigionia Evangelista Soldato Umberto 27-03-1894 Soldato 28° regg. 25 EQUITANI 12-03-1889 19-01-1918 Bolsena Malattia 46 PELECCA 10-12-1918 Orvieto Malattia di Domenico 60° regg. Fanteria di Bonaventura Lubriano Cavalleggeri Soldato 2° regg. Agostino Soldato Ospedale da Ferita riportata in Lorenzo 26 FABBRETTI 22-03-1885 22-09-1915 47 PERFETTI 23-07-1888 Artiglieria 14-10-1918 Bolsena Malattia di Angelo 3° regg. Bersaglieri campo n. 59 combattimento di Biagio da Fortezza Soldato 1° regg. Giuseppe Ferita riportata in Domenico Soldato Ferita riportata in 27 FERLICCA 15-09-1884 Genio, 84° comp. 24-05-1917 Carso (Hudi Log) 48 PEROSILLO 12-04-1895 07-11-1916 Cima Bocche di Tomasso combattimento di Pietro 216° regg. Fanteria combattimento Zappatori Angelo Soldato Ferita riportata in 49 PIETRETTI 26-09-1886 20-09-1916 Firenze Giuseppe Carabiniere S. Giovanni di Luino di Nicodemo 60° regg. Fanteria combattimento 28 FRULLONI 15-12-1893 04-06-1917 ? di Felice 235° plotone CC. RR. in prigionia Ospedale da campo Ospedale da Nicola Soldato n. 231, sepolto nel Soldato 3° regg. 50 PIETRETTI 07-10-1890 13-08-1915 Malattia Giuseppe campo n. 136, di Salvatore 131° regg. Fanteria cimitero comunale 29 FUCINI 30-03-1898 Artiglieria da 16-11-1918 Malattia di Luigi sepolto a Palazzolo di Cormons Montagna sull’Oglio Soldato Agostino Soldato Ferita riportata in Orlando 16-07-1891 37° regg. Ospedale 30 GALLINELLA 06-08-1897 04-07-1918 Monte Asolone 51 POMPEI 20-12-1918 Malattia di Carlo 57° regg. Fanteria combattimento di Nazzareno Bagnoregio Artiglieria da campo n. 60 Scomparso in da Campagna Giulio Soldato 31 GEROMAGLIA 18-08-1897 19-04-1918 Isonzo prigionia Giovanni 24-06-1896 Soldato Sigmundsherberg di Domenico 80° regg. Fanteria 52 POZZI ? Disperso di Umberto Bagnoregio 225° regg. Fanteria (Austria) in prigionia Caporal Maggiore Francesco Valona,ospedale Ferita riportata in Giuseppe Soldato 4° comp. 32 GUIDOTTI 23-04-1898 20° Reparto 19-06-1920 53 PROPANA 23-03-1876 09-08-1917 Cornigliano Ligure Malattia di Nazzareno da campo n. 83 combattimento di Antonio di Sanità batt. d’Assalto Monte Vodice Guido Soldato Natale Soldato Ferita riportata in 33 GUIDOTTI 13-01-1888 30-07-1915 Altopiano di Asiago Disperso in Guerra 54 PROSPERINI 25-12-1887 05-06-1917 Quota 652, di Geremia 123° regg. Fanteria di Antonio 159° regg. Fanteria combattimento Publio Tenente Ferita riportata in sepolto a Vodice 34 LEONCINI 20-01-1881 26-08-1915 Monte S. Martino di Benedetto 111° regg. Fanteria combattimento Soldato 82° regg. Giovanni Case di Ciubiz 35 MATERAZZO Enrico ? ? ? ? ? Fanteria Ferita riportata in 55 PROVINCIALI Battista 05-02-1889 27-05-1916 ospedale da 61° bis comp. combattimento Ospedale da campo di Timoteo campo n. 31 Eugenio 10-07-1894 Soldato Ferita riportata in Presidiaria 36 MEARELLI 17-08-1915 n. 47, sepolto a di Giovanni Orvieto 124° regg. Fanteria combattimento Lorenzo Soldato Monte Prospetto (Udine) 56 PROVINCIALI 12-09-1887 29-11-1915 Disperso in guerra 130° regg. Fanteria San Michele Soldato di Salvatore Giovanni 37 MENICHELLI 01-02-1899 88° regg. 28-02-1918 Livorno Malattia Soldato di Giobbe Domenico Ferita riportata in Cavalleggeri 57 PULCINO 20-06-1886 60° regg. Fanteria 26-07-1916 Col Bricon di Vincenzo combattimento Pietro Soldato Sofia (Bulgaria) VIII comp. 38 MENICHELLI 27-07-1885 25-10-1918 Malattia di Salvatore 62° regg. Fanteria in prigionia Umberto Soldato Pistoia, Ospedale 58 PURI 30-11-1899 13-10-1918 Malattia Soldato 70° regg. di Domenico 83° regg. Fanteria ospedale militare Renato da campo n. 104, 39 MENICUCCI 28-04-1894 Fanteria 1° sez. 16-12-1915 Malattia di Giuseppe sepolto nel cimitero Nazzareno Soldato Col di Lana Ferita riportata in Mitragliatori 59 RANOCCHIA 20-10-1890 21-04-1916 di Cormons di Agostino 60° regg. Fanteria (Montucolo) combattimento 40 MEZZOPRETE Angelo 25-10-1887 Soldato 21-04-1919 Torino Malattia di Domenico Bagnoregio 2° regg. Bersaglieri Ruben Tenente Ferita riportata in 41 Emidio Soldato 60 RUBBI 30-06-1895 20-07-1919 Cattaro PAPINI 07-11-1892 25-01-1916 Tivoli Malattia di Rufo 137° regg. Fanteria combattimento di Alberto 81° regg. Fanteria

  Raffaella Bruti

Roma, Ottavio 1891 61 SCARINO 15-09-1919 ospedale militare di Michele Bagnoregio Porta Furba

Sante Soldato Monte 62 SCERCA 06-02-1889 14-11-1915 Disperso in guerra di Francesco 130° regg.Fanteria San Michele

Salvatore Soldato Veliki Krib/ 63 TADDEI 25-04-1884 30-08-1917 Disperso in guerra di Luigi 67° regg. Fanteria Col Grande

Ambulanza chirurgica Luigi Soldato d’armata n. 3, Ferita riportata in 64 TURCI 17-07-1890 07-08-1917 di Sante 130° regg. Fanteria sepolto nel combattimento cimitero militare di Gradisca

I più giovani, classe 1899, furono Giovanni Menichelli e Umberto Puri rispettivamente del corpo Cavalleggeri e Fanteria. Giovanni, studente appena diciottenne, fu chiamato alle armi il 29 febbraio del 1917 e arruolato nel 319° battaglione della Milizia Territoriale; nel giugno dello stesso anno passò al deposito dell’84° reggimento Fanteria mentre il 26 novembre del 1917 fu inviato in territorio di guerra nel 210° reggimento Fanteria che in questo periodo si trovava nei pressi di Padova. Morì a Livorno per malattia il 28 febbraio 1918. Umberto, ortolano che sapeva leggere e scrivere “poco” (così sul foglio matricolare), non ancora diciottenne, fu chiamato alle armi e mandato al deposito del 70° reggimento Fanteria; considerato “rivedibile alla ventura leva” a causa di un’ernia inguinale, fu richiamato alle armi nel settembre del 1918, questa volta nel deposito del 83° reggimento Fanteria. Morì il 13 ottobre dello stesso anno a causa di una polmonite. Ascb, Comunicazione del Consorzio Laziale di Assistenza ai Lavoratori al Comitato di Assistenza civile di Bolsena circa lo stato di Giuseppe Propana campagnolo, classe 1876, è invece il più anziano, soldato del 4° comp. di Sanità, alcune domande di pensioni di guerra, 19 ottobre 1917. Tra i richiedenti figura anche Gioacchino Belella. morì per malattia all’età di 41 anni nell’ospedale di Cornigliano Ligure. Durante il primo anno di guerra 12 furono i caduti bolsenensi (10 fanti e 2 bersaglieri) dispersi o morti a seguito di combattimenti. Tra questi il muratore Sante Scerca e i contadini Antonio Cirilli e Lorenzo Provinciali tutti e 3 fanti del 130° reggimento, morirono nel mese di novem- bre del 1915 a pochissimi giorni di distanza l’uno dall’altro, coinvolti negli aspri scon- tri che portarono alla conquista della terza vetta del Monte San Michele. A perdere la vita nel primo anno di guerra furono anche i bersaglieri Agostino Fabbretti, contadino, arruolato nel 13° reggimento, morì in un ospedale da campo, il n. 59, ferito duran- te uno scontro nella zona della Val Vanoi e Giuseppe Belella, anche lui contadino, arruolato nel 54° battaglione che morì nell’ ospedale da campo n. 92 sul Monte San Michele a seguito di ferire riportate in combattimento. Quest’ultimo, figlio di Gioacchino Belella, colono, e di Filomena Pietretti, donna di casa, non fu l’unico del- la famiglia Belella chiamato alle armi, altri Sante Scerca Agostino Fabbretti due fratelli Luigi e Natale furono arruolati Domenico Pulcino Salvatore Taddei

 Raffaella Bruti Il monumento di Bolsena e i suoi caduti nell’arma di Fanteria: il primo perse la vita sul ri di guerra ai quali il Comitato di campo di battaglia e il secondo, dopo essere sta- Assistenza civile di Bolsena inviava to ferito alle gambe nel combattimento di Asiago le “tessere del pane” e poi più nulla. del febbraio del 1916 (così sul foglio matricola- Stessa sorte per il fante Paolo Bat- re) e dichiarato inabile al servizio militare, morì taglini che, internato nella prigione nel 1919 per malattia, probabilmente contratta di Francoforte (Germania), scrisse in guerra, nell’ospedale romano Umberto I. l’ultima lettera alla famiglia il 28 Nel 1916 persero la vita in 9, tutti fanti, di febbraio 1918. Da questo momento cui 7 per ferite riportate in combattimento. in poi la famiglia non ebbe più sue Tra questi, i soldati Nazzareno Ranocchia e notizie neanche attraverso l’Ufficio Domenico Pulcino, entrambi arruolati nel 60° Pietro Cappelloni Nazzareno Parrano Informazioni del Ministero della reggimento Fanteria, morirono rispettivamente Guerra e il padre Costantino, aven- nell’aprile e nel luglio durante gli aspri combattimenti nella zona di Col di Lana, che portarono alla do interesse di sistemare lo stato civile presa del “Montucolo austriaco” (tra il 20 e il 21 aprile) e, presso il piccolo Col Bricon con l’irruzione dei figli, richiese al Tribunale civi- nelle posizioni nemiche, alla conquista di Cima Stradom (26 luglio) e alla cattura di circa 200 prigio- Paolo Battaglini Serafino Bordo le di Viterbo il certificato di morte nieri. Tuttavia, immediatamente contrattaccato, il 60° reggimento fu costretto a ripiegare con la perdita presunta che gli fu rilasciato il 24 di circa 1000 uomini. Nel 1917 i morti salirono a 12 di cui 6 per ferite riportate in combattimento, 4 gennaio 1921. Il soldato bolsenese disperso in quest’ultimo anno di guerra fu il cannoniere scelto Sera- dispersi, 1 in prigionia e 1 per malattia (il soldato 41enne Giuseppe Propana). Tra i 4 dispersi in azioni fino Bordo che scomparve nella notte tra il 17 e il 18 marzo 1918 nella nota vicenda dell’affondamento di guerra ricordiamo il soldato Salvatore Taddei chiamato alle armi nel 1915, nel febbraio del 1916 passò del piroscafo Tripoli, in seguito al siluramento operato da un sommergibile tedesco, nel tratto tra golfo dalla 136° Centuria al 5° reggimento Genio sezione Ciclista in territorio di guerra. Nel maggio dello Aranci-Civitavecchia. stesso anno si trovò di nuovo nella 136° Centuria, 1° reggimento Genio, 135° compagnia della Milizia Un caduto “in comune” con Montefiascone - figura infatti anche tra i caduti di questo Comune - è Territoriale. Nel marzo del 1917 entrò a far parte del 67° reggimento Fanteria prendendo parte alla X il tenente Ruben Rubbi (studente), nato a Bolsena il 30 giugno 1895 da Rufo e Piccioni Nazzarena ma battaglia dell’Isonzo (12-28 maggio) nella zona di Monte Santo. Dopo un periodo di riposo tornò in prima linea partecipando all’XI battaglia dell’Isonzo (17-31 agosto) risultando poi disperso (30 agosto iscritto nelle liste di leva del Comune di Montefiascone, a seguito di un probabile trasferimento; fu 1917) a seguito di duri combattimenti nel settore del monte Veliki Krib (Slovenia). decorato con due medaglie d’Argento al Valore Militare, una medaglia di Bronzo al Valore Militare e Durante l’ultimo anno di guerra, in particolare a seguito della disastrosa battaglia di Caporetto (24 una Croce di Guerra al Valore Militare. ottobre 1917), i morti arrivarono a 23, la maggior parte dei quali perirono per malattia negli ospedali Nel 1920 moriva il caporale maggiore Francesco Guidotti (campagnolo) insignito della medaglia (10) e nelle prigioni nemiche (9) e 4 in combattimento (tra questi 1 disperso). Diversi Bolsenesi furono d’Argento al Valore Militare: Veramente ammirevole per slancio e ardimento, sempre primo tra i primi, internati nelle “prigioni del nemico” e qui trovarono la morte, spesso dovuta a malattia collegata alla de- trascinava coll’impeto e con nutrizione, come il soldato Alberto Crosta morto nel campo di concentramento di Magdeburgo (Ger- l’esempio la propria squadra mania), Luigi Bordo morto a Sacile (Friuli Venezia Giulia) e qui sepolto nel cimitero militare e Pietro all’attacco sotto nutritissimo Cappelloni che morì nella prigione di Milowitz36 (Milovice-Rep. Ceca) dove fu sepolto nell’omonimo fuoco di fucileria. Colpito a cimitero militare. Morì per malattia anche Nazzareno Parrano internato nella prigione di Keeskmet morte durante il suo genero- (Kecskemét-Ungheria) così come Antonio Pasquini nell’ospedale centrale di Temesvar (Temisoara-Ro- so slancio cadeva gridando: mania) e Pietro Menichelli a Sofia (Bulgaria). Di alcuni prigionieri invece si persero definitivamente le Viva l’Italia, arditi, ven- tracce come per il soldato Giovanni Pozzi il quale, disperso in Austria presso il centro di smistamento dicatemi! Drasciovitza, 19 di Sigmundsherberg, nel marzo del 1918 risultava ancora vivo poiché figura nell’elenco dei prigionie- giugno 1920. (Dalla nota alla scheda biografica del 36 A Milovice erano presenti ben tre campi di prigionia. Durante la Grande Guerra vi transitarono circa ventimila soldato contenuta nel vo- prigionieri di diverse nazionalità, tantissimi gli italiani; nel 1918 risulta che erano presenti ben 15363 prigionieri affluiti a lume dell’ Albo d’Oro dei migliaia dopo la rotta di Caporetto e provenienti in gran parte dal centro di smistamento di Sigmundsherberg, in Austria. caduti nella Grande Guerra Le cause di morte nelle prigioni nemiche sono riconducibili principalmente a ferite di guerra, a malattie epidemiche causate 1915-1918 del Comune di da mancanza totale d’igiene ma, soprattutto, alla fame. Alle scarse scorte alimentari somministrate dagli austro-ungarici ai prigionieri, anche a seguito del blocco commerciale attuato nei loro confronti, quasi mai si aggiungevano i viveri che, per Bolsena conservato presso accordi internazionali, sarebbero dovuti giungere dall’Italia. Infatti il Governo italiano, in perfetto accordo con il Comando l’Archivio storico comuna- Supremo, era fermamente contrario alla spedizione di pacchi alimentari per i prigionieri di guerra internati per paura delle le). Il caporale, giunto in defezioni dei nostri militari che si sarebbero potuti dare prigionieri pur di uscire dalle trincee. Temeva inoltre che il nemico si appropriasse dei viveri inviati in quantità dall’Italia (si parlava di vagoni di farina). Nonostante la contrarietà del Governo, territorio di guerra nel giu- Rubbi Ruben Francesco Guidotti le organizzazioni civili (usufruendo di contributi privati e pubblici) inviarono un totale di 18 milioni di pacchi individuali gno del 1917 nel 124° reg- che purtroppo non furono sufficienti a sfamare i 600.000 prigionieri italiani di cui 100.000 andarono incontro alla morte gimento Fanteria, nel novembre del 1918 si trovava nella zona di armistizio sul fronte italiano nel 20° proprio per questo motivo. A Bolsena sono documentati diversi casi di famiglie dei prigionieri che, attraverso le locali organizzazioni di beneficienza e di assistenza coordinate dalla Congregazione di Carità, sottoscrivevano degliabbonamenti per il pane ai prigionieri di guerra che la Croce Rossa italiana provvedeva a consegnare.

  Raffaella Bruti

Reparto d’Assalto, nel febbraio del 1919 in Tripolitania e nel giugno del 1920 s’imbarcava a Trieste diretto in Albania. Morì a Valona a seguito di ferite riportate in combattimento37. Per la maggior parte contadini, abituati alla fatica, al lavoro e all’obbedienza, 44 dei 64 caduti ri- sultano arruolati nei vari reggimenti di Fanteria e questo significava andare a combattere sul campo, in trincea, e non sapere se si sarebbe mai ritornati indietro né tantomeno a casa…

…dalla Raccolta di lettere alla famiglia del soldato bolsenese Salvatore Taddei38: (…) si fa 7 giorni in terza 7 in seconda e 7 in prima linea e poi se Iddio agiusta se arivà di nuovo indietro per 20 giorni. Adesso il fronte (terza linea) non è tanto gattivo (…) ma certo i momenti brutti sono quando cè l azione. Milioni i giovani immolati in una guerra che doveva essere una guerra lampo invece più i mesi passavano e più aumentava tra i soldati la consapevolezza che quella non sarebbe stata certo una guerra breve: certo sarà gran miracolo chi la scamperà (…) qui pare una cosa che non a più fine. L’orrore dominava tutti e ovunque e l’accanimento, anche solo per conquistare pochissimi metri di terra, diven- Fig. 11 - Cartolina postale del 5 agosto 1917 (retro). tava esasperazione, crudeltà, carneficina:questo monte (Monte Santo-Slovenia) è stato proprio un flagello se vede che fanno proprio a posta per smettere il popolo perché ce anno provato dieci volte e non iè riuscito mai dunque potevano smettere invece sempre di nuovo avanti ma però tocca venire sempre indietro (…) questa è una guerra fatta proprio per smettere la gente, che la conquista è molto poca, altro che macello. Il fante Salvatore Taddei scrisse l’ultima cartolina alla moglie Bibiana il 5 Agosto del 1917 (fig. 11) rassicurandola di trovarsi in buona salute e raccomandandosi di porgere i suoi saluti ai figlioletti Do- menico e Ida, ai genitori e a tutti gli amici. Da quel giorno i famigliari non ebbero più sue notizie fino al 7 ottobre 1917 quando una lettera, proveniente dall’11 compagnia del 67° reggimento Fanteria (fig. 12), informava la famiglia che il so- dato risultava disperso a seguito di un furioso combattimento avvenuto il 30 agosto del 1917 nella zona del monte Veliki Krib (durante l’XI battaglia dell’Isonzo). Per gli anziani genitori, per la moglie e i figli sembrava aprirsi un filo di speranza: il corpo non era stato ritrovato sul campo di battaglia e non risultava negli ospedali militari, forse era ancora vivo o prigioniero chissà dove, ma vivo…. Intanto pas- savano i mesi e nel luglio del 1918 un telegramma della Croce Rossa italiana, indirizzato al Comitato Fig. 13 - Ascb, Telegramma della Croce Rossa italiana, Commis- Fig. 11 - Cartolina postale del 5 agosto 1917 (fronte). di Assistenza civile di Bolsena (fig. 13), comunicava ufficialmente cheil soldato Taddei Salvatore non sione dei prigionieri di guerra, 3 luglio 1918. risulta prigioniero di guerra. Il sodato non farà più ritorno a casa e di lui non si avranno più notizie. Diversi i dispersi di cui si ignora la sorte, numerosi i sepolti nei cimiteri militari vicini ai luoghi di morte, molti i prigionieri che morirono lontani dal suolo italiano e della cui morte si ebbe notizia, nei casi più “fortunati”, attraverso l’“atto di morte compilato dal nemico”39 che spesso perveniva a distanza di due o tre anni dalla morte effettiva. Tutti giovani, giovanissimi (Giovanni Menichelli, classe 1899, muore all’età di 19 anni; Umberto Puri, classe 1899, muore prima di averli compiuti) strappati alle madri e ai padri, alle mogli e ai figli, che senza più alcun sostegno economico, oltre che affettivo, come se il dolore per la perdita da solo non bastasse, si trovarono da soli ad affrontare la vita di ogni giorno, fatta di povertà e sacrificio. A tutti coloro che, loro malgrado, furono protagonisti di quest’inutile strage e alle loro famiglie, alle

37 Altri due suoi fratelli furono chiamati alle armi: Vittorio (classe 1894), carrettiere, arruolato nel reggimento Cavalleggeri di Treviso fu presente ai combattimenti di Monfalcone 14, 15, 16 maggio 1916 (…) 28, 29, 30 giugno 1916 per i quali il reggimento Cavalleria Treviso ebbe la medaglia d’Argento al Valor Militare (dal foglio matricolare) e Vincenzo (classe 1891), anche lui carrettiere, chiamato alle armi nell’autunno del 1911, ricoprì la carica di caporale maggiore in detto nel deposito del reggimento Fanteria di Viterbo fino al congedo nel novembre del 1913. Il 24 maggio del 1915 fu richiamato alle armi a seguito della mobilitazione e non presentandosi senza giustificata causa, poiché probabilmente residente all’estero (come risulta nel luglio del 1925) venne denunciato al Tribunale militare di Roma. Negli anni successivi, grazie ad una amnistia, verrà dichiarato il non luogo a procedere. 38 Un particolare e sentito ringraziamento alla famiglia Getuli-Taddei per aver messo a mia disposizione un patrimonio così personale e intimo quali le lettere e cartoline dal fronte del proprio congiunto Salvatore Taddei la cui lettura mi ha profondamente commossa e che mi auguro possano essere presto pubblicate. 39 Così si legge nei Registri di morte dell’Ufficio Anagrafe di Bolsena. Fig. 12 - Lettera del 7 ottobre 1917.  Raffaella Bruti

Dall’Albo d’Oro del Comune di Bolsena L’Albo d’Oro dei Caduti nella Grande Guerra 1915-1918 del Comune di Bolsena fu stampato, probabilmente nell’immediato dopoguerra (non figura la data di stampa), presso il Reale Stabilimento F. Salvati di Foligno. L’Albo, in buono stato di conservazione, è purtroppo incompleto, riporta infatti brevi biografie di soli 50 caduti delle quali solo 25 corredate dalle foto dei soldati. Le foto dei caduti presenti nell’articolo sono tratte da questo Albo ad eccezione di quella di Nazzareno Parrano messa gentilmente a disposizione dalla famiglia.

Giuseppe Battaglini Giovanni Cempella

Guido Guidotti Giovanni Provinciali

Edmondo Cencioni Publio Leoncini Cesare Conticelli

 Il monumento di Bolsena e i suoi caduti

generazioni dei giovani di oggi e che verranno, a loro è dedicato questo piccolo, ma sentito, contributo.

BIBLIOGRAFIA A a. Vv. 1926, Militari caduti nella Guerra Nazionale 1915-1918. Albo d’Oro, vol. I, Lazio e Sabina, Roma. Beltrami C. 2015 (a cura di), I monumenti della Grande Guerra, in Elephant & Castle, n. 12 (rivista elettronica: http://cav.unibg.it/elephant_castle). Carrà C. 1920, Benedetto Croce e la monumentomania italiana, in Valori Plastici. Rassegna d’arte, n. 7/8, pp. 91-92. Dottarelli C. 1928, Storia di Bolsena con speciali riguardi per la valle del lago e le isole, Orvieto. Gnisci S. 2010, La provincia di Viterbo e il culto dei caduti della Grande Guerra, in Guerrini, Vittuc- ci 2010, pp. 100-187. Guerrini P., Vittucci M. 2010 (a cura di), Il Lazio e la Grande Guerra, Roma. Janni E. 1918, L’invasione monumentale, in Emporium XLVIII, 288, pp. 283-291. Isnenghi M., Rochat G. 2014, La Grande Guerra 1914-1918, Bologna. Melograni P. 1977, Storia politica della Grande Guerra 1915-1918, Roma-Bari. Vidotto V., Tobia B., Brice C. 1998 (a cura di), La memoria perduta. I monumenti ai caduti della Grande Guerra a Roma e nel Lazio, Roma.

FONTI ARCHIVISTICHE Archivio di Stato di Viterbo Distretto militare di Viterbo, Ruoli matricolari del distretto di Viterbo, regg. 97, 99, 108, 136, 137, 149, Nicola Petretti Renato Menicucci 153, 163, 164, 177, 178, 181, 195, 197, 211, 228, 229, 246, 262, 265, 281, 285, 295, 297, 311, 313, 314, 332, 349, 363, 382, 383 Archivio storico comunale di Bolsena Comune di Bolsena, Albo d’Oro dei caduti nella Grande Guerra 1915-1918 Corrispondenza, cat. IX, b. 1 Consigli 1946-51 Delibere della Giunta 3 (1912-1917) Delibere della Giunta 4 ( 1917-1927) Delibere del Podestà 1 (1928-1931) Libri Mastri 1919-1921 Archivio comunale di deposito di Bolsena Orlando Pompei Francesco Dottarelli Deliberazioni del Consiglio anni 1975-77 Deliberazioni della Giunta anno 1977 Archivio dell’Ufficio Anagrafe di Bolsena Registri di morte 1915-1922 Registri di nascita 1877-1899 Archivio privato della famiglia Getuli-Taddei Raccolta di lettere alla famiglia del soldato bolsenese Salvatore Taddei (1915-1917)

SITOGRAFIA www.albodorolazio.it www.cadutigrandeguerra.it Augusto Bordini Agostino Antonietti Agostino Gallinella www.antenati.san.beniculturali.it www.cimeetrincee.it www.14-18.it  www.europeana1914-1918.eu Testatina

Un modesto ma degno ricordo ai nostri concittadini caduti da prodi sul campo dell’onore: la targa marmorea di Gradoli

Monica Ceccariglia

Avete già dimenticato? Abbassate gli occhi e giurate in nome dei caduti in guerra che non dimenticherete mai. S. Sassoon Il culto del soldato caduto

La Prima Guerra mondiale fu definita come la prima guerramoderna 1 perché fu una guerra di massa, totalitaria, industriale e tecnologica; coinvolse le masse sia nel corso del conflitto, attraverso la mobilitazione, la coscrizione obbligatoria, la trincea e la propaganda, sia dopo con la costruzione della memoria e del mito dei caduti: di fronte a milioni di morti, soldati e civili, e alla distruzione di intere città si pose in atto un processo che, appena accennato nei conflitti precedenti, portò alla glorificazione dell’esperienza della guerra e progressivamente alla sua trasformazione in mito, concetto, quest’ulti- mo, affermatosi all’epoca della Rivoluzione francese e ampliato dai movimenti nazionalisti nel corso dell’Ottocento2; i soldati cominciarono ad essere onorati come eroi, in vita e in particolar modo dopo la morte; il concetto del culto del soldato caduto nacque, piuttosto, da una nuova percezione collettiva della morte, che non veniva più considerata come una questione individuale ma come un evento di portata nazionale. Per tutto il XIX secolo i morti in guerra, quando era prevista una sepoltura, non avevano cimiteri propri ed il loro eroismo veniva celebrato attraverso dei monumenti in cui non venivano riportati i nomi dei caduti, pertanto erano ricordati in maniera del tutto anonima e i loro corpi non erano consi- derati come possibile oggetto di culto; i cimiteri militari propriamente detti nacquero durante la Prima Guerra mondiale quando, in Francia, fu emanata la legge del 29 dicembre 1915 che decretava il diritto di ciascun caduto ad avere un luogo di sepoltura perpetuo; le ragioni di questa legge furono dettate da due considerazioni: la prima consiste nell’elevatissimo numero di morti che produsse la Grande Guerra, a tale scopo fu necessario un sistema di sepoltura adeguato che evitasse il veloce diffondersi di malattie infettive non solo tra i soldati ma anche tra la popolazione civile; la seconda è da ricercarsi nell’esigenza generale di donare una degna sepoltura ai propri cari. Per tale motivo anche gli altri stati europei giun- sero alla decisione di costruire dei cimiteri militari. Gradoli Diversamente, i monumenti ai caduti non si svilupparono con la Prima Guerra mondiale ma, con questa, assunsero significati e valori nuovi: prima del 1914 erano anonimi, cioè non presentavano i nomi dei singoli caduti, con la guerra cominciarono a riportarli; i soldati, in tal modo, venivano onorati non per le proprie gesta individuali o in quanto persone ma come parte di un piano superiore, di una guerra combattuta per glorificare e potenziare la Patria.

1 Il carattere moderno della Grande Guerra è riferibile alla sua novità come avvenimento senza precedenti rispetto ai conflitti del passato, come avvenimento che ha profondamente stravolto la struttura politica, sociale, economica, culturale e morale del mondo esistente fino a quel momento; sul rapporto tra la Prima Guerra mondiale e il modernismo cfr. Fussell 1984, Eksteins 1989, Leed 1985, Mosse 1990 e Winter 1995. 2 La realtà dell’esperienza della guerra giunse a trasformarsi in quello che potremmo chiamare il Mito dell’Esperienza della Guerra, che guardava al conflitto come ad un evento carico di senso positivo, e anzi sacro, Mosse 1990, p. 5.

  Monica Ceccariglia Un modesto ma degno ricordo ai nostri concittadini caduti da prodi sul campo dell’onore: la targa marmorea di Gradoli

Le vicende della targa marmorea di Gradoli in ricordo dei caduti della Grande Guerra razioni future incitamento perenne a grandi e nobili cose. “Vinta la grande guerra, le maggiori città, come i più umili villaggi, hanno fatto a gara per eternare Nella fosca ora che volge, ci ricordi che siam in grandiosi monumenti o in più modesti ricordi i nomi gloriosi di coloro che, sacrificandosi per tutti figli della stessa gran madre l’Italia, culla liberare il sacro suolo della Patria da una secolare servitù ed il mondo dalla incombente minaccia di di ogni gentilezza e di ogni eroismo, e che - de- un brutale predominio, altamente onorarono sé, la famiglia e il luogo natio”3. posti gli odi e le civili discordie - con l’onestà, con il lavoro, con il sacrifizio dobbiamo tutti Sono le parole con cui si apre il manifesto che invitava tutti i cittadini di Gradoli all’inaugurazione, fraternamente cooperare all’onore, alla gran- il 20 novembre 1921, della targa marmorea in ricordo dei propri soldati caduti durante la Prima Guerra dezza, alla gloria della Patria”7 (fig. 1). mondiale. La volontà di realizzare, nella piccola cittadina di Gradoli, un’opera che contribuisse a fissare la me- Le vicende che portarono alla realizzazione di moria dei soldati morti nella Grande Guerra maturò nel corso dell’anno 1916: dalle carte postunitarie, questa targa sono ricostruibili attraverso la lettura 8 appartenenti all’Archivio storico comunale e non ancora ordinate e inventariate, questa volontà è do- del carteggio classificato dell’anno 1921 . cumentata dalla deliberazione del 29 agosto del medesimo anno nella quale il sindaco Giuseppe Muzi La prima lettera conservata che fa riferimento 9 e il Consiglio comunale, all’unanimità, approvarono l’apposizione, alla fine della guerra, di una lapide alla targa è quella dello scultore Carlo Jelmoni , commemorativa dei caduti4; nelle piccole realtà, solitamente, giocarono un ruolo preponderante nella datata primo maggio 1921 e indirizzata al sinda- realizzazione dei monumenti ai caduti i Comitati pro erigendo monumento. Così fu anche per Gra- co del Comune di Gradoli, con la quale invia- doli. Non sappiamo con esattezza quando venne costituito ma un primo riferimento è presente nella va un bozzetto dell’opera allo scopo di far capire deliberazione consigliare del 20 novembre 1920, in cui il sindaco Ugo Ciuchini comunicò ai consiglieri di cosa si trattasse; inoltre, egli forniva ulteriori l’avvenuta formazione di una informazioni affermando che questa di Gradoli sarebbe stata parecchio più grande di quella di “Commissione di cittadini col nobile scopo di erigere un ricordo marmoreo ai caduti in Guerra. Canino ed eseguita per intero dallo stesso lastro- Fa appello pertanto alla Cittadinanza perché sia generosa nelle offerte per ricordare quei valorosi ne di marmo, caratteristica importante per ren- cittadini, che furono più generosi nell’offrire la loro vita per la grandezza della Patria”5 . dere molto più duraturo il lavoro, oppure con la Ne conosciamo la composizione dalla lettura del manifesto di inaugurazione della lapide ai caduti: cornice intorno riportata; le targhe, con i nomi facevano parte della commissione il sindaco cavalier dottor Ugo Ciuchini, il sacerdote Giulio Cencio- dei caduti, e tutte le decorazioni sarebbero state ni, il dottor Girolamo Donati, l’ufficiale ex combattente Pietro Manni, il presidente della Società ex realizzate in rilievo. La risposta del sindaco del 13 combattenti Egisto Cencioni, l’assessore comunale Giuseppe Palombini, il presidente della Società ope- maggio successivo fu la seguente: raia Vittore Patriccioli, Giuseppe Lorenzini invalido di guerra, gli ex combattenti Giuseppe Casacca e “Pregasi far conoscere se sarebbe disposto ese- 6 Fig. 1 - Ascg, Manifesto sull’inaugurazione della targa Francesco Galeotti e il segretario comunale Vincenzo Monti ; sempre dallo stesso manifesto si evincono marmorea in ricordo dei caduti. guire la lapide per i caduti in guerra come il anche le ragioni che furono da impulso alla realizzazione della targa: disegno e alle istruzioni inviate riproducendosi lo stemma del Comune, come nella presen- “(…) e ben presto anche fra noi sorse il desiderio di erigere un modesto ma degno ricordo ai nostri te per la somma massima complessiva di lire tremilacinquanta, messa in opera escluso spese di concittadini caduti da prodi sul campo dell’onore. trasporto”10. Noi raccogliemmo quel desiderio; e, grazie al vostro generoso concorso, siamo oggi lieti ed orgo- gliosi di vederlo realizzato nella targa marmorea che sta per inaugurarsi. Durante i primi giorni di maggio il Comune di Gradoli aveva ricevuto anche un’altra proposta per Voi tutti, mossi da spontaneo impulso di amor patrio e da fraterna pietà, unanimi parteciperete a la fattura di una targa commemorativa da parte dello scultore romano Almo Mercanti, il quale aveva questa festa dell’ideale e del sacrificio; e, facendo forza al vostro cuore, non mancherete voi, o geni- spedito al Comune il disegno della lapide ai caduti con l’indicazione delle misure della larghezza e tori, vedove, ed orfani di guerra, su cui si riflette un raggio della gloria dei nostri eroi. dell’altezza e con una descrizione del manufatto: Primi fra gli altri sarete voi, o benemerita schiera degli ex combattenti – compagni di trincea e di combattimento dei nostri gloriosi caduti – che virilmente divideste con loro i disagi, le sofferenze, “Lastrone di marmo bianco con la palma, rama di quercia e alloro scolpita sulla lastra stessa con il le ansie, i pericoli, se pure non aveste le carni straziate dal piombo e dal ferro nemico. riglievo di un centimetro e mezzo circa, fasce scorniciate di bardiglio soprapposte nelle parti laterali La festa di oggi è, in gran parte, anche festa vostra! pulimentati a lucido; l’arme pure da applicarsi perché non si puole ottenere nella lastra il dovuto Concittadini! riglievo che occorre per l’arme”11. La targa marmorea che porta incisi i nomi dei nostri Eroi, rimanga per noi, rimanga per le gene- Il Mercanti definiva, nella medesima lettera, anche il costo della lapide secondo due modalità: Il prezzo ristretto della lapide con l’arme è di £ 3800 (…) senza arme è di £ 3500 rimanendo a carico 3 Archivio storico comunale di Gradoli (d’ora in poi Ascg), b. 1921, cat. VIII, cl. II, fasc. 2, manifesto sull’inaugurazione della targa. Desidero ringraziare l’assessore Mario Tognarini per la disponibilità concessami alla consultazione dei documenti dell’Archivo storico comunale, Sara Guerrini e Marianna Pallotta per la cortese collaborazione. 7 Ascg, ibidem. 8 4 Cfr. Ascg, Registro delle deliberazioni del consiglio dal 24 agosto 1916 al 10 novembre 1923, delibera n. 2 del 29 agosto 1916. Ascg, b. 1921, cat. VIII, cl. II, fasc. 2. 9 5 Ascg, ivi, delibera n. 257 del 20 novembre 1920. Scultore viterbese (1867-1933), conosciuto per le eleganti opere funerarie neocinquecentesche e come professore della Scuola 6 Cfr. Ascg, b. 1921, cat. VIII, cl. II, fasc. 2, manifesto sull’inaugurazione della targa. Solitamente il Comitato pro artistica industriale Lorenzo da Viterbo, Gnisci 2010, p. 119. Carlo Jelmoni fu l’autore del monumento architettonico di erigendo monumento era costituito dai maggiorenti della città (tra cui anche gli amministratori locali) e dai rappresentanti Civitella d’Agliano e del monumento figurativo di Tuscania. dei gruppi maggiormente interessati a questa onoranza come esponenti delle locali sezioni di Combattenti e Reduci, delle 10 Ascg, b. 1921, cat. VIII, cl. II, fasc. 2, lettera del 13 maggio 1921. Società Operaie, ufficiali e parenti delle vittime. 11 Ascg, ivi, lettera dell’8 maggio 1921.

  Monica Ceccariglia Un modesto ma degno ricordo ai nostri concittadini caduti da prodi sul campo dell’onore: la targa marmorea di Gradoli di cotesta Amministrazione le spese di porto da Viterbo a Gradoli e a mio carico l’assistenza della posa in Purtroppo, nonostante nella corrispondenza tra lo scultore ed il Comune di Gradoli si facesse riferi- opera12; nella stessa lettera, in alto a destra, è riportata una notazione firmata G. Palombini del 24 mag- mento all’esistenza di un disegno della targa, questo non è presente tra la documentazione consultata. gio 1921 nella quale si legge di (…) avere disposto altrimenti a significare che l’Amministrazione avesse Il 26 giugno lo scultore scrisse al sindaco per sollecitare l’invio del testo dell’iscrizione commemo- preso la decisione di non accettare la proposta di Mercanti; infatti quest’ultimo, nella lettera di risposta rativa e dei nomi dei caduti di Gradoli da incidersi sulla targa, poiché il lavoro era in buono stato di a quella del 24 maggio del Comune di Gradoli, scriveva che avrebbe avuto almeno il piacere di cono- avanzamento e dunque sarebbe stato terminato nei tempi stabiliti; di conseguenza intorno al 18 luglio scere le motivazioni del rifiuto13. poteva avvenire il trasporto della lapide da Viterbo a Gradoli per la posa in opera e il 22 successivo si Intanto si era giunti ad un accordo con lo scultore Jelmoni per la realizzazione della lapide in memo- sarebbe potuta celebrare la solenne cerimonia di inaugurazione15 (fig. 2). ria dei soldati caduti: l’accordo venne siglato con la lettera dello scultore datata 15 maggio, nella quale Il testo dell’iscrizione e i nominativi dei soldati morti nella guerra furono inviati a Carlo Jelmoni egli scriveva di accettarne l’esecuzione, affermando che la messa in opera della targa fosse a suo carico, in allegato ad una lettera del 6 luglio redatta dal sindaco, in cui, tra l’altro, quest’ultimo domandava mentre il lavoro dei muratori ed il trasporto di questa fossero a carico del Municipio per una somma allo scultore di conoscere quanto tutto sarà pronto per mandare a prendere la targa e precisava che se vi complessiva di tremilacinquecento lire, con la garanzia, da parte dell’autore, che il lavoro sarebbe stato fosse qualche cambiamento per la data dell’inaugurazione sarà mio pensiero preavvisarla (…) Per quanto eseguito a regola d’arte data l’importanza e il valore intrinseco di questa opera pubblica, nonostante il superfluo torno a raccomandarle la perfezione del lavoro16. Nella stessa lettera il sindaco specificava che prezzo contenuto. l’iscrizione del grado dei militari dovesse essere più piccola rispetto a quella dei nomi. Il 18 seguente il Comune di Gradoli comuni- Il testo dell’iscrizione commemorativa da riportare sulla targa marmorea era il seguente: cò l’accettazione della proposta di esecuzione del- la targa a patto che si rispettassero i seguenti re- AI SUOI FIGLI quisiti: che fosse di marmo bianco dello spessore non inferiore a quaranta millimetri, con una cor- CADUTI GLORIOSAMENTE COMBATTENDO nice lavorata in bardiglio lunga almeno quindici PER IL DIRITTO E LA GRANDEZZA D’ITALIA centimetri, con lo stemma del Comune14 ed altri XXIV MAGGIO MCMXV – IV NOVEMBRE MCMXVIII ornamenti ben disegnati, ricavandoli dalla stessa IL POPOLO DI GRADOLI MEMORE RICONOSCENTE17 lastra, e specchi per porvi l’iscrizione e i nomi dei caduti incorniciati di nero. L’elenco dei nominativi dei soldati caduti era stato distinto tra morti e dispersi; tra i morti figuravano: La consegna del lavoro ultimato doveva av- venire entro il 18 luglio, poiché il 22 successivo, 1. Andronici Francesco 14. Paglialunga Giovanni in concomitanza con la festività della patrona S. 2. Andronici Luigi 15. Perosillo Domenico Maria Maddalena, si sarebbe svolta la cerimonia 3. Antonuzzi Fausto 16. Polidori Francesco di inaugurazione; nel caso in cui la consegna non 4. Arcangeli Carlo 17. Polverini Nazzareno fosse stata effettuata nei termini sopraindicati, era 5. Bucini Federico 18. Profazi Clemente facoltà del Comune poter decidere di rifiutare la 6. Donati Francesco 19. Raggi Domenico lapide oppure di accettarla ugualmente, ma pa- 7. Fioravanti Nicloide 20. Raggi Vincenzo gandola solamente tremila lire. 8. Fucina Giuseppe 21. Sarti Girolamo Carlo Jelmoni rispose al sindaco soltanto il 9. Galeotti Giuseppe 22. Silveri Antonio 28 maggio, dopo aver ricevuto la conferma che 10. Laghi Carlo 23. Tascio Francesco da Carrara era stato spedito il marmo fin dal 21 11. Lorenzini Giuseppe 24. Vagnoli Pietro maggio passato, per cui poteva avere la certezza di 12. Manganozzi Antonio 25. Vetrulli Reginaldo Fig. 2 - Ascg, Lettera dello scultore Carlo Jelmoni al sindaco consegnare l’opera entro il 20 luglio, nel caso in cui 13. Nucci Alberto 26. Volpini Pietro di Gradoli del 26 giugno 1921 in cui chiede l’invio dei nomi si fossero frapposti imprevisti la consegna sarebbe tra i dispersi: dei caduti da incidere sulla targa ed il testo dell’iscrizione. stata rimandata al massimo al 20 agosto. 1. Buraco Angelo 6. Peruzzi Bonaventura 2. Del Signore Raniero 7. Raggi Augusto 12 Ascg, ibidem. 3. Fastelli Marsilio 8. Renzi Augusto di Giuseppe 13 Ascg, b. 1921, cat. VI, cl. III, fasc. 3, lettera del primo giugno 1921. 4. Labardi Desiderio 9. Sborchia Ernesto 14 Nella minuta il sindaco descrive lo stemma comunale: Lo stemma nella riproduzione potrà anche migliorarlo tenendo 5. Manganozzi Francesco fu Luigi 10. Socciarelli Giovanni presente che consiste in un leone che si solleva a lambire un grappolo di uva per figurare la squisitezza dell’uva aleatico del nostro territorio; sono riportate a matita anche le misure dell’iscrizione: 1,10 x 0,65, cfr. Ascg, b. 1921, cat. VIII, cl. II, fasc. 2, minuta del 18 maggio 1921. I primi giorni di luglio lo scultore Carlo Jelmoni aveva ricevuto tutte le informazioni necessarie per “Lo stemma civico è uno dei simboli più importanti del riconoscimento sociale e politico cittadino. In un contesto come portare a termine la targa commissionatagli dal Comune di Gradoli. quello dei monumenti ai caduti, in cui la comunità si stringeva intorno ai propri morti e al tempo stesso vi si riconosceva, ci si attenderebbe di ritrovarlo frequentemente. In realtà fu apposto solo su 14 opere. Forse la causa sta nel fatto che il monumento non fu propriamente commissionato dal Comune, bensì espressione della comunità; ma una concausa 15 Cfr. Ascg, b. 1921, cat. VIII, cl. II, fasc. 2, lettera del 26 giugno 1921. potrebbe trovarsi nell’assenza di ufficializzazione dello stemma comunale che sarebbe perdurata fino alla sistematizzazione 16 Ascg, ivi, minuta del 6 luglio 1921. della Consulta araldica, compiuta nel Ventennio”, Gnisci 2010, p. 158. 17 Ascg, ivi, documento allegato alla minuta del 6 luglio 1921.

  Monica Ceccariglia Un modesto ma degno ricordo ai nostri concittadini caduti da prodi sul campo dell’onore: la targa marmorea di Gradoli

Per una serie di motivi probabilmente legati al ritardo con cui furono recapitate le onorificenze da anni sede, fra l’altro, delle scuole24 (fig. 4); il palazzo si erge sulla piazza principale del paese, allora inti- parte del Comando del corpo d’Armata di Roma, la data di inaugurazione della targa, fissata per il 22 tolata al re d’Italia Umberto I, accanto alla chiesa collegiata di S. Maria Maddalena. luglio 1921, fu rinviata ad un giorno non meglio definito, se, ancora l’11 agosto, Jelmoni trasmetteva Il costo totale dell’opera fu di 4.274,60 lire così ripartite (fig. 5): un telegramma al sindaco di Gradoli in cui chiedeva di essere avvisato per tempo del giorno dell’inau- gurazione18. Lapide £ 3.550 Comunque, il 20 agosto, Jelmoni comunicava che il lunedì successivo l’opera sarebbe stata pronta Posa in opera e per poter essere trasportata a Gradoli, raccomandandosi di sistemazione dell’arco £ 400 “farla ritirare il più presto possibile perché Ella medesimo la vide mi occupa molto spazio, che in questo momento mi necessita, e siccome è una cosa grande e difficile a manovrare perciò non ci Spese trasporto £ 315 tengo a muoverla solo quando sarà pronto il camion per il trasporto. Nel medesimo tempo partirò Importo vaglia £ 9,60 con un uomo per la posa in opera”19. TOTALE £ 4.274,60 La targa fu trasportata a Gradoli, presumibilmente, tra la fine di agosto e i primi di settembre poiché è conservata una ricevuta di pagamento di mille lire allo scultore per conto del sindaco Ugo Ciuchini da- Le spese furono totalmente coperte attraverso il tata 15 settembre; le spese per il trasporto della lapide, pagate dal Comune, furono le seguenti (fig. 3): denaro ricavato da una pubblica sottoscrizione tra i cittadini di Gradoli e di questo si discusse nella Trasporto della lapide seduta consigliare straordinaria del 16 settembre Viterbo- Gradoli £ 240,00 1922, a quasi un anno di distanza dalla realizzazio- Spese £ 45,00 ne della targa; il sindaco Ugo Ciuchini, in qualità di presidente dell’adunanza, proferì le seguenti pa- Gabbia £ 30,00 role: 20 TOTALE £ 315,00 “Dalla pubblica sottoscrizione per il ricordo ai La posa in opera venne eseguita da Luigi Gradolesi caduti nella guerra Nazionale, si sono Costantini tra la fine di ottobre ed i primi di raccolte £ 4394,90, fra le quali vanno segnalate le offerte della famiglia del sig. Manni Giov. Batti- Fig. 4 - Targa marmorea in onore dei caduti di Gradoli af- novembre perché il 23 ottobre il sindaco scris- sta in £ 1000, del sig. Ciuchini Pietro in £ 1000, se una lettera21 a Carlo Jelmoni nella quale fissa sulla facciata di Palazzo Farnese a sinistra del portone dell’avvocato Ferrata Nazareno in £ 500, del sig. d’ingresso (da Agostini 1996, p. 50). gli chiedeva di venire a Gradoli il più presto Galeotti Pietro in £ 200 e dei signori Galeotti possibile per dirigere i lavori di posa in ope- Luigi e Muzi avvocato Giuseppe in £ 100 ciascu- ra della targa, come negli accordi precedente- na. Aggiunge che dalla somma raccolta si sono mente presi, e per incidere il nome del caduto spese £ 3550 per lo scultore Ielmoni di Viterbo e per il collocamento a posto della lapide e per mancante; lo scultore avrebbe dovuto inviare altre spese, come al conto che presenta, si sono anche le grappe in ottone o rame per fissare la spese in complesso £ 724,60 con un avanzo di targa al muro; il muratore, invece, ricevette un £ 120,30 delle quali £ 28 furono assegnate per Fig. 3 - Ascg, Spese per il trasporto della targa marmorea in acconto di duecento lire il 6 novembre22. una piccola festa agli alunni che frequentarono ricordo dei caduti di Gradoli. Il 7 novembre era ancora il Comune di con successo nel decorso anno le scuole serali, e Gradoli a chiedere allo scultore di recarsi nella £ 92,30 furono destinate a beneficio della sotto- scrizione per la medaglia degli otto lustri offerta cittadina il giorno precedente all’inaugurazione per l’aggiunta del nome mancante. al benemerito insegnante Guidi Lorenzo. Coglie 23 La lapide fu collocata sulla facciata di Palazzo Farnese alla sinistra del portone d’ingresso, in questi l’occasione per rilevare la generosità e il senti- mento patrio del popolo di Gradoli e compiacersi 18 Cfr. Ascg, ivi, telegramma dell’11 agosto 1921. che il Comune si sia trovato nella condizione di Fig. 5 - Ascg, Nota delle entrate e delle uscite per la realiz- 19 Ascg, ivi, lettera del 20 agosto 1921. non dovere spendere nulla del fondo di £ 1000, zazione e posa in opera della targa marmorea in ricordo dei 20 Cfr. Ascg, ivi, ricevuta del 10 settembre 1921. stanziate nel bilancio per lo scopo. caduti di Gradoli. 21 Cfr. Ascg, ivi, lettera del 23 ottobre 1921. Il Consiglio prende atto con plauso, di quanto 22 Dichiaro di avere ricevuto dal Signor Sindaco Ugo Ciuchini la somma di lire duecento quale acconto per lavori da me fatti per la messa in opera della Lapide ai Caduti e altri lavori nell’arco. Gradoli 6 Novembre 1921, Ascg, ivi, ricevuta del 6 novembre 1921. residenti, rimase l’unico proprietario. L’intenzione dei Gradolesi, a causa di comportamenti ambigui dello stesso Polverini, 23 L’edificio sorge sopra un colle al centro del paese e fu realizzato poco prima del 1515 per volontà del cardinale fu quella di rientrare in possesso del palazzo; questo venne prima acquistato dal cappellano segreto di papa Benedetto Alessandro Farnese, futuro pontefice con il nome di Paolo III; il palazzo rimase di proprietà della famiglia Farnese fino al XV, Alberto Piermattei, nel 1919 e nel 1922 donato al Comune di Gradoli; le stanze del palazzo furono adibite a uffici 1649 quando, subita la sconfitta nella guerra di Castro, passò alla Reverenda Camera Apostolica. Rimase per lungo tempo comunali, scuole, ambulatorio e cinema, cfr. Agostini, Piccinetti 2011, pp. 11-22. in stato di abbandono e alcuni locali furono affittati come depositi di cereali e di merce varia; nel 1716, dietro le insistenze 24 “Il rapporto tra spazio urbano e monumento è stringente e mai casuale: si eleggono luoghi ad alto valore simbolico e del canonico gradolese padre Giulio Danieli al vescovo di Montefiascone, Pompilio Bonaventura, fu concesso in enfiteusi comunicativo, tanto civico che religioso. Lapidi si addossano alle facciate dei palazzi municipali (…), all’antica torre civica alla congregazione dei Filippini da parte del pontefice Clemente XI; i religiosi ne divennero proprietari nel 1878 e fra questi (…) o alle pareti degli androni delle scuole (…) nelle piazze circostanti le sedi comunali trovano posto cippi (…) piazze di vi era anche un canonico di Gradoli, Giovan Battista Polverini che, dopo la partenza e la morte degli altri religiosi qui massima centralità (…) o ville comunali e giardini pubblici”, Apreda 2010, p. 3.

  Monica Ceccariglia Un modesto ma degno ricordo ai nostri concittadini caduti da prodi sul campo dell’onore: la targa marmorea di Gradoli

ha esposto il Presidente, ed esprime la sua riconoscenza per l’opera veramente solerte, spiegata dai Nel 2010 la Giunta municipale di Gradoli approvò il progetto esecutivo per i lavori di restauro di componenti il Comitato per la raccolta dei fondi”25. questo monumento, poiché versava in pessime condizioni a causa di un cedimento della fondazione e La delibera riassume in modo chiaro le modalità con le quali venne affrontata la spesa per la targa dunque la stele principale, quella su cui erano riportati i nomi dei caduti e dei dispersi, rischiava di crol- ai caduti, sottolineando la generosità dei cittadini gradolesi26, in particolare di alcuni appartenenti alle lare, affidando il progetto e la direzione dei lavori di restauro all’architetto Franco Indaco; tale progetto famiglie più in vista della cittadina, che consentì al Comune di non spendere le mille lire messe in bi- prevedeva anche la sistemazione degli alberi esistenti ed il reimpianto di altri; il primo stralcio funzio- lancio per questa finalità. nale del progetto venne approvato con delibera n. 32 dell’11 marzo 2011 e i lavori si sono conclusi nel La targa marmorea rimase sulla facciata di Palazzo Farnese fino a metà circa degli anni Settanta quan- maggio 2015 con la realizzazione di una nuova stele dove, nella parte alta, è inciso in bassorilievo il do, a seguito dei lavori di restauro diretti dall’architetto Eugenio Galdieri riguardanti sia le parti esterne, simbolo della Repubblica italiana, in basso la figura di un soldato seduto a terra che guarda verso l’alto e al centro l’iscrizione Gradoli ai suoi caduti; i nomi dei caduti e dei dispersi sono stati riportati su due sia quelle interne del palazzo, venne rimossa e, probabilmente, per motivi non meglio noti non venne 28 più affissa nella posizione originaria e nel corso degli anni se ne sono perse completamente le tracce. diverse targhe poste sopra il basamento di pietra parte del monumento del 1953 (figg. 7, 8, 9). Dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, per rendere omaggio ai caduti di questo conflitto, il 4 L’inaugurazione della targa novembre 1953 venne inaugurato un monumento nel quale furono riportati anche i nominativi dei ca- duti della Prima Guerra mondiale: la richiesta per la sua realizzazione venne presentata il 21 settembre La prima data fissata dal Comune di Gradoli per l’inaugurazione della targa fu il 22 luglio 1921, 1953 dal dottor Francesco Cortese, presidente del locale Comitato pro erigendo monumento ai caduti giorno della festività patronale di S. Maria Maddalena. In questo stesso giorno si stabilì che avvenisse la in guerra, al Municipio di Gradoli; la lettera era diretta ad ottenere il permesso per innalzare il monu- solenne cerimonia di consegna dei diplomi e croci di guerra alle famiglie dei militari caduti per la Patria mento nel largo adiacente a via Roma, di fronte al muraglione di Palazzo Farnese. Il 2 ottobre successivo e dei brevetti per le medaglie di gratitudine nazionale da conferirsi alle madri che avevano perduto i figli il Consiglio comunale approvò all’unanimità la concessione di questa autorizzazione tendente a ricorda- in combattimento29; la comunicazione della data scelta fu inviata al Comando del corpo d’Armata il re degnamente i figli di Gradoli, che, eroicamente tutto dettero per la Patria (…) come alla planimetria del 19 maggio 1921 ed il 22 successivo quest’ultimo ne dava conferma scrivendo che per tale epoca si è già, 27 Geom. Catalucci Tommaso (fig. 6). disposto che un Ufficiale Superiore o Capitano si rechi in codesto Comune per assistere alla cerimonia stessa in rappresentanza di questo Corpo d’Armata30 e per quanto concerneva l’assegnazione delle medaglie dava notizia che erano ancora in coniazione e che sarebbero state trasmesse non appena fossero pervenute dal Ministero della guerra. Come già scritto precedentemente, dal carteggio intercorso tra lo scultore Carlo Jelmoni ed il sin- daco di Gradoli, la targa sarebbe stata ultimata in tempo per il 22 luglio; ma questa inaugurazione, in verità, fu più volte rimandata: già il 16 luglio si ebbe una prima indicazione riguardo al suo spostamen- to al 15 agosto successivo e il 9 agosto il sindaco scrisse questa notazione in margine alla lettera del 22 maggio 1921: Per ragioni impreviste si è nuovamente rinviata l’inaugurazione della targa in memoria dei caduti in guerra e se ne darà nuovamente avviso alla S. V. alcuni giorni prima di quello che sarà definitiva- mente fissato per l’inaugurazione stessa31. Il giorno definitivo stabilito per l’inaugurazione fu il 20 novembre 1921 alle ore 9,30; l’informazio- ne compare in diverse lettere e telegrammi di invito alla cerimonia, come quello trasmesso al Comando del corpo d’Armata di Roma il 7 novembre 1921 del seguente tenore: “Avendo questo Municipio stabilito definitivamente di inaugurare il 20 corr. alle ore 9,30 la targa in memoria dei caduti in guerra, pregasi disporre per l’invio di un rappresentante per assistere alla cerimonia. In pari tempo si fa preghiera di inviare al più presto possibile i diplomi e le croci di guerra per le famiglie dei caduti e i diplomi per le madri richiesti con mia nota del 3 corr. n° 1296

28 Per i lavori di restauro al monumento dei caduti cfr. Delibere della Giunta municipale di Gradoli n. 32 dell’11 marzo 2011, n. 150 del 17 novembre 2011, n. 45 del 30 settembre 2014, n. 59 del 20 maggio 2015, nn. 86 e 87 del 3 agosto 2015; determinazioni n. 10 del 30 aprile 2015, nn. 12 e 13 del 16 giugno 2015 e n. 40 del 3 agosto 2015. I lavori in marmo sono stati eseguiti dalla ditta Berna Francesco di Grotte di Castro. 29 Il Comando del corpo d’Armata di Roma, a firma del capo di stato maggiore Riccardo Alberti, inviò una lettera al sindaco, datata 16 maggio 1921, nella quale lo informava di aver trasmesso in pacchi raccomandati ventuno diplomi e ventuno certificati per la croce al merito con il corrispondente numero di croci e nastrino (per ogni croce il nastrino doveva Fig. 6 - Monumento ai caduti inaugurato il 4 novembre 1953 (da Agostini 1997, p. 105). avere la lunghezza di 12 centimetri), inoltre, aveva inviato anche sedici brevetti per le medaglie di gratitudine nazionale; mentre le medaglie sarebbero state mandate non appena pronte. Egli specificava che, dovendosi organizzare la cerimonia di consegna con la massima solennità, il sindaco avrebbe dovuto comunicare con il dovuto anticipo la data della cerimonia 25 Ascg, Registro delle deliberazioni del consiglio dal 24 agosto 1916 al 10 novembre 1923, delibera n. 483 del 16 settembre 1922. affinché potessero essere inviati uno o più ufficiali in rappresentanza del Comando stesso; nella medesima lettera è presente 26 In Archivio è conservato un quaderno in cui sono elencati i nominativi dei sottoscrittori, le somme sottoscritte e una notazione del sindaco con data 19 maggio 1921, nella quale è indicato il 22 luglio come giorno stabilito per la l’avvenuto pagamento, cfr. Ascg, b. 1921, cat. VIII, cl. II, fasc. 2. cerimonia, cfr. Ascg, b. 1921, cat. VIII, cl. II, fasc. 2, lettera del 16 maggio 1921. 27 Ascg, Protocollo deliberazioni del consiglio comunale dal 18 agosto 1948 al 5 novembre 1953, delibera n. 134 del 2 30 Ascg, ivi, lettera del 22 maggio 1921. ottobre 1953. 31 Ascg, ibidem.

  Un modesto ma degno ricordo ai nostri concittadini caduti da prodi sul campo dell’onore: la targa marmorea di Gradoli

perché si possano distribuire il giorno dell’inaugurazione della targa. Faccio anche preghiera perché in conformità di quanto si comunica da cotesto Comando con la nota 16 maggio corr. anno N. 0639 di prot. siano trasmesse per il giorno dell’inaugurazione della targa le medaglie e il nastrino per i diplomi delle madri dei caduti”32. Da quanto si apprende dalla suddetta comunicazione sembra che la consegna dei diplomi, delle cro- ci di guerra e delle medaglie non fosse avvenuta per tutti i soldati caduti e dispersi iscritti negli elenchi inviati al Comando del corpo d’Armata di Roma; infatti il sindaco, con la nota n. 1296 succitata, chie- deva l’invio dei diplomi di croce di guerra per i seguenti caduti: Paglialunga Giovanni di Domenico, Perosillo Domenico di Pietro, Vagnoli Pietro di Agostino, Renzi Augusto di Giuseppe, Raggi Vincenzo fu Luigi e dei diplomi per le rispettive madri33. La risposta del Comando del corpo d’Armata, datata 10 novembre, fu che le concessioni delle ono- rificenze suddette erano determinate dal Ministero della Guerra in base all’accertamento che il militare proposto fosse effettivamente caduto in combattimento o morto in seguito a ferite riportate combat- tendo, pertanto, il Comando, non avendo in suo possesso elementi di controllo ma la certezza che i militari per i quali si richiedeva l’onorificenza fossero stati depennati dal Ministero della Guerra perché non aventi diritto in quanto dichiarati dispersi, irreperibili o morti in prigionia, invitava il sindaco a compilare e rinviare un elenco suppletivo con i nominativi dei soldati esclusi; per quanto riguardava le medaglie di gratitudine nazionale l’invio sarebbe avvenuto non appena fosse stato possibile, perché la loro coniazione non era ancora ultimata e il capo di stato maggiore invitava le autorità comunali ad indire ugualmente la cerimonia per la consegna delle onorificenze già trasmesse34. Sullo svolgimento dell’inaugurazione della tar- ga in ricordo dei caduti non si ha alcuna notizia nei documenti conservati, se non che il corteo dei partecipanti si dovesse formare in piazza Vittorio Emanuele; è certo che furono trasmessi inviti a diversi rappresentanti delle istituzioni sia civili sia militari, affinché potessero presenziare all’evento: al Comando del corpo d’Armata di Roma, al co- mandante del distretto militare di Viterbo, colon- nello Francesco Togni, al pretore di Valentano, al sindaco di Viterbo Giulio Paganini (fig. 10), allo stesso autore della targa, che rispose dicendo che il 18 novembre si sarebbe recato a Gradoli e l’in- domani avrebbe inciso il nome del caduto omes- so nella targa; in questo modo avrebbe avuto la possibilità di partecipare all’inaugurazione senza l’aggravio di ulteriori spese per il Comune; chie- Fig. 10 - Ascg, Telegramma del sindaco di Viterbo, Giulio deva, inoltre, se avessero avuto il piacere di avere Paganini, riguardante l’invito all’inaugurazione della targa alla cerimonia il corrispondente del Messaggero35, marmorea in ricordo dei caduti.

32 Ascg, b. 1921, cat. VIII, cl. II, fasc. 2, minuta del telegramma del 7 novembre 1921. 33 Nella nota il sindaco proseguiva affermando che “Siccome probabilmente Domenica 13 corrente, vi sarà l’inaugurazione di una targa in memoria dei caduti in guerra e in questa occasione si dovranno distribuire i diplomi si prega vivamente rimettere con la maggiore cortese sollecitudine i diplomi sopraindicati insieme con le relative croci di guerra per i caduti e più con le relative medaglie di riconoscenza per le madri perché una distribuzione parziale potrebbe destare increscioso malcontento in mezzo alla popolazione. Si rammenta che anche n° 16 brevetti di riconoscenza per le madri già rimessi non erano accompagnati dalle rispettive medaglie e nastrino e quindi si prega di farle pervenire”, Ascg, ivi, minuta della nota n. 1296. 34 Cfr. Ascg, ivi, lettera del 10 novembre 1921. Figg. 7, 8, 9 - Monumento ai caduti risistemato tra il 2011 e il 2015. 35 Cfr. Ascg, ivi, lettera datata 8 ottobre 1921 (per questo documento sarebbe necessario verificare l’esattezza della data).

 Monica Ceccariglia Un modesto ma degno ricordo ai nostri concittadini caduti da prodi sul campo dell’onore: la targa marmorea di Gradoli ma non conosciamo la risposta data dal Comune. Fucina, appartenente alla classe 1899, morto in combattimento sul Monte Pizzo il 13 dicembre 191738; Lettere d’invito per l’inaugurazione furono trasmesse anche ai rappresentanti delle associazioni lo- quello più anziano, appartenente alla classe 1876, fu Antonio Fucina, morto nell’ospedale di Orvieto cali: alla Società Operaia di Mutuo Soccorso, alla Società ex combattenti e alla Cooperativa agricola di per malattia il 22 novembre 1915. Gradoli. Tra i 46 caduti 34 appartenevano ai reggimenti di Fanteria, uno al 3° reggimento Genio, uno al Furono mandati inviti personali al signor Pietro Galeotti e al signor Pietro Manni, entrambi ufficiali reggimento Genio Zappatori, due al reggimento Bersaglieri, uno al reggimento Artiglieria da Campa- in congedo, all’avvocato Nazzareno Ferrata e alle madri e mogli di tutti i caduti e dispersi gradolesi. gna e uno a quello di Montagna, uno ai Reparti d’Assalto39, uno alla Milizia Territoriale, uno arruolato nell’Esercito americano, infine per tre soldati non si hanno informazioni sul corpo di appartenenza al I caduti di Gradoli momento della morte. L’Esercito italiano, allo scoppio della Prima Guerra mondiale, si presentava come un enorme corpo L’elenco dei caduti di Gradoli è stato compilato attraverso la consultazione dei ruoli matricolari del composto per lo più da contadini (in totale nel corso del conflitto furono mobilitati più di tre milioni distretto di Viterbo e, in parte, di Orvieto, conservati presso l’Archivio di Stato di Viterbo, della docu- e settecentomila uomini), la Fanteria, quella che divenne la carne da macello. mentazione dell’Archivio storico comunale di Gradoli e dalla lettura dei nominativi presenti sull’attuale Anche i caduti di Gradoli, nella stragrande maggioranza, svolgevano il mestiere di contadino, due monumento ai caduti di Gradoli. quello di pastore, uno quello di calzolaio e uno di muratore. Dai raffronti tra le diverse tipologie documentarie sì è giunti all’individuazione di 46 caduti tra Per quanto riguarda il grado di alfabetizzazione, dai dati presenti nei fogli matricolari, si può affer- morti e dispersi: indubbiamente, data la complessità dell’argomento e, talvolta, la difficoltà di interpre- mare che circa il 50% dei caduti gradolesi sapesse leggere e scrivere. tazione delle fonti disponibili, l’elenco potrebbe essere lacunoso e/o impreciso. Compiute le necessarie puntualizzazioni, si può affermare che i cittadini di Gradoli o qui residenti36, I caduti di Gradoli sono stati ripartiti in quattro tabelle secondo i seguenti criteri: nati tra il 1874 e il 1900, che persero la vita nella Prima Guerra mondiale furono 46: otto nel 1915, -elenco dei caduti riportati sulla targa marmorea del 1921 (Tabella 1) venti nel 1916, sette nel 1917, nove nel 1918, due nel 1919. Dal censimento del 1911 emerge che la popolazione totale di Gradoli si aggirava intorno ai 2.274 -elenco dei dispersi riportati sulla targa marmorea del 1921 (Tabella 2) abitanti e dieci anni più tardi, al rilevamento del 1921, era scesa a 2.096 abitanti: il calo demografico -elenco dei caduti non riportati sulla targa marmorea del 1921 (Tabella 3) attestabile intorno al 7% fu in parte causato anche dalle numerose perdite di vite umane determinate -elenco dei caduti non riportati sulla targa marmorea e aggiunti nel 1922 all’elenco compilato nel dal conflitto bellico. 1920 (Tabella 4)

I Gradolesi morirono per cause diverse: - ventidue per ferite riportate in combattimento 40 - dodici per malattie contratte nelle zone di guerra Tabella 1. Elenco dei caduti riportati sulla targa marmorea - undici furono registrati come dispersi Data di Data di Luogo di - uno per infortunio in combattimento Cognome Nome Corpo di appartenenza Causa di morte nascita morte morte Sul totale dei caduti il 47,8% morì in combattimento per ferite dovute alle pallottole nemiche, di Francesco Soldato, 60° 61° ospedaletto Ferite riportate in fucile o ancor più frequentemente di mitragliatrice, per ferite da bombe a mano e da arma bianca du- Andronici 21-08-1886 22-04-1916 di Nicola regg. Fanteria da campo combattimento rante gli assalti alla baionetta oppure durante i bombardamenti di artiglieria; il 26% morì per malattia Luigi Soldato, 10° regg. Ospedaletto da Ferite riportate in spesso provocata dalla carenza di igiene nelle trincee e da una scarsa e disorganizzata assistenza sanitaria: Andronici 20-09-1894 14-10-1918 le cause principali di queste morti furono la tubercolosi, il tetano, il tifo, il colera e, negli ultimi mesi di Nicola Bersaglieri campo n. 0135 combattimento del 1918, l’influenzaspagnola ; il 24% fu classificato come disperso intendendo con questo termine tutti Fausto Soldato, 46° regg. Ferite riportate in Antonuzzi 19-12-1887 17-05-1916 Monte Sief coloro che non rientrarono mai dai combattimenti e di cui si perse traccia e quelli morti i cui corpi di Arcangelo Fanteria combattimento non furono mai recuperati; il 2% per infortunio e nello specifico si trattò di morte per annegamento Carlo Soldato, 207° regg. Ferite riportate in Arcangeli 05-02-1884 21-06-1916 Cima Mezzana al passaggio del Piave. di Pietro Fanteria combattimento Il primo soldato che perse la vita, all’indomani dello scoppio della Prima Guerra mondiale, fu An- gelo Buraco della classe 1892, di professione bracciante: fu chiamato alle armi nel 1912 e all’inizio del 1913 fu inviato in Cirenaica e Tripolitania come soldato dell’84° reggimento Fanteria e rimase disperso nella battaglia di Zintan (Libia) il 10 luglio 191537. Il coscritto più giovane tra i caduti fu Giuseppe 38 La sua morte è trascritta nel registro degli atti di morte del Comune di Gradoli del 1919; in Archivio storico comunale è conservata una minuta del sindaco Giuseppe Muzi, datata 30 aprile 1918, indirizzata al comandante del 119° reggimento Fanteria in cui egli fa richiesta, per conto della famiglia, di notizie del soldato Giuseppe Fucina, cfr. Ascg, b. 1918, cat. VIII, 36 Ricordiamo che tra i caduti di Gradoli sono presenti anche quattro nominativi di soldati non nati a Gradoli: Alberto cl. II, fasc. 2. Nucci nato a San Lorenzo Nuovo (VT), Pietro Vagnoli nato a Pitigliano (GR), Marsilio Fastelli nato a San Casciano dei 39 Nel 1917, a due anni di distanza dall’inizio della guerra, i comandi italiani sentirono la necessità di riorganizzare e Bagni (SI) e Desiderio Labardi nato a Radicofani (SI). formare nuovi reparti nell’esercito, dato il cospicuo numero di morti che si era verificato negli anni precedenti: con una 37 La guerra dell’Italia contro l’Impero ottomano per la conquista della Libia era iniziata il 27 settembre 1911 e si circolare riservata del 14 marzo, il generale Cadorna conferì ai Comandi d’Armata le istruzioni per la formazione dei Reparti era conclusa il 18 ottobre 1912 con la pace di Losanna; ma nel 1915, nello stesso anno della scoppio della Prima Guerra d’Assalto, il cui scopo era quello di mettere in atto delle operazioni di disturbo alle prime linee avversarie attraverso degli mondiale, nella colonia libica iniziarono delle ribellioni delle tribù locali che si protrassero fino al 1932: il governo italiano assalti a sorpresa con cattura di armi e prigionieri, aprire dei varchi nei reticolati per favorire l’avanzata della Fanteria, capire nel luglio del 1915 ordinò la ritirata delle sue truppe dai vari presidi delle zone costiere, quello di Zintan si difese dal 2 al 10 l’entità della forza nemica e le loro strategie di difesa. luglio ma, sopraffatto, si arrese con gravi perdite umane. 40 Cfr. Ascg, b. 1921, cat. VIII, cl. II, fasc. 2, documento allegato alla minuta del 6 luglio 1921.

  Monica Ceccariglia Un modesto ma degno ricordo ai nostri concittadini caduti da prodi sul campo dell’onore: la targa marmorea di Gradoli

41 Federico Caporale, 123° regg. Ospedaletto da Ferite riportate in Tabella 2. Elenco dei dispersi riportati sulla targa marmorea Bucini 22-02-1895 08-08-1915 di Luigi Fanteria campo n. 03 combattimento Data Data di Corpo di Francesco Caporale, 88° regg. Ferite riportate in Cognome Nome presunta Luogo presunto di morte Donati 02-03-1895 02-07-1916 Monte Mosciagh nascita appartenenza di Giambattista Fanteria combattimento della morte Nicloide Soldato, Esercito Ferite riportate in Angelo Soldato, 84° regg. Fioravanti 29-04-1894 11-10-1918 Francia Buraco 03-08-1892 10-07-1915 Disperso a Zintan (Libia) di Massimino americano combattimento di Vincenzo Fanteria

Giuseppe Soldato, 119° regg. Ferite riportate in Raniero Soldato, 55° Disperso nell’affondamento del Fucina 15-10-1899 13-12-1917 Monte Pizzo Del Signore 16-11-1891 08-06-1916 di Francesco Fanteria combattimento di Filippo regg. Fanteria piroscafo Principe Umberto 09-02-1885 Marsilio Soldato, 81° Giuseppe Caporale, 48° regg. Ferite riportate in Fastelli (San Casciano 16-11-1915 Disperso sul monte San Michele Galeotti 23-12-1881 08-10-1916 Opacchiasella di Agostino regg. Fanteria di Pio Fanteria combattimento dei Bagni) Carlo Soldato, 121° regg. Isola Caserta Ferite riportate in Desiderio 14-03-1889 Soldato, 46° Laghi 11-12-1898 28-10-1918 Labardi 21-05-1916 Disperso sul Monte Col di Lana di Frumenzio Fanteria (Piave) combattimento di Nazzareno (Radicofani) regg. Fanteria Giuseppe Soldato, 77° regg. Ospedaletto da Ferite riportate in Francesco Soldato, 230° regg. Lorenzini 10-03-1886 13-10-1916 Manganozzi 13-07-1878 15-05-1917 Disperso sul Monte Santo di Pietro Fanteria campo n. 77 combattimento di Luigi Fanteria Soldato, 131° regg. Antonio Soldato, 22° regg. Ferite riportate in Peruzzi Bonaventura di Luigi 05-03-1891 17-11-1915 Disperso sul Monte San Michele Manganozzi 24-04-1895 28-12-1915 Castelnuovo Fanteria di Giuseppe Fanteria combattimento Augusto Alberto Soldato, 3° Reparto 1881 Raggi 27-08-1895 15-06-1918 Disperso a San Donà di Piave Alberto Ospedaletto da d’Assalto Nucci (San Lorenzo Soldato, 3° regg. Genio 15-09-1916 Malattia di Vincenzo di Angelo campo n. 022 Nuovo) Augusto Soldato 59° Renzi 01-08-1891 07-1918 Scomparso in prigionia Giovanni Soldato, 267° regg. Infortunio in di Giuseppe regg. Fanteria Paglialunga 13-01-1898 20-09-1918 Settore del Piave di Domenico Fanteria combattimento Ernesto Soldato, 73° Sborchia 19-02-1882 12-08-1916 Disperso sul Monte San Michele di Giuseppe regg. Fanteria Domenico 12-04-1895 Soldato, 216° regg. Ferite riportate in Perosillo 07-11-1916 Cima Bocche di Pietro Fanteria combattimento Giovanni Soldato, 77° Disperso nel fatto d’armi di Faiti Socciarelli 09-07-1886 02-11-1916 di Antonio regg. Fanteria Kribach Francesco Soldato, 211° regg. Polidori 18-10-1889 10-11-1918 In prigionia Malattia di Sigismondo Fanteria Ospedale Nazzareno Soldato, 1° regg. militare Ferite riportate in Polverini di Giovanni 27-06-1882 11-04-1918 Artiglieria da Campagna succursale di combattimento 42 Battista Tabella 3. Elenco dei caduti non riportati sulla targa marmorea Cremona Clemente Soldato, 48° regg. Ferite riportate in Profazi 15-12-1881 08-10-1916 Opacchiasella Data di Corpo di Data di Causa di di Bernardino Fanteria combattimento Cognome Nome Luogo di morte nascita appartenenza morte morte Domenico Soldato, 3° regg. Ferite riportate in Soldato, 1° regg. Raggi 29-07-1897 11-07-1917 Monte Colbricon Pietro di Nazzareno Bersaglieri combattimento CatAsca 18-01-1895 Artiglieria da 8-02-1917 Ospedale di Veron Malattia di Giuseppe 1 a Montagna Vincenzo Sergente, 22° regg Morto/disperso Soldato, 208° Raggi 10-11-1889 10-05-1916 Monfalcone Antonio di Luigi Fanteria presso Monfalcone Fucina 26-07-1876 Battaglione Milizia 22-11-1915 Orvieto Malattia di Vincenzo Territoriale Girolamo Soldato, 22° regg. Ferite riportate in Sarti 02-04-1891 09-08-1916 Vermigliano Vincenzo Soldato, 213° regg. di Francesco Fanteria combattimento Morosini 24-08-1896 11-10-1917 Nervi Malattia di Flavio Fanteria Antonio Caporale, 226° regg. Ferite riportate in Ospedale di riserva Silveri 07-03-1896 22-07-1916 Monte Zebio Armando/Ermanno di Costantino Fanteria combattimento Vetrulli 28-04-1895 Soldato ? 10-02-1916 Montebello di Malattia di Clemente Roma Francesco Soldato, 50° regg. Ferite riportate in Tascio 08-03-1887 10-06-1916 Rio Felinzon Giuseppe Soldato, 82° regg. di Flavio Fanteria combattimento Raggi 29-07-1889 19-09-1918 Ospedale di Catania Malattia di Vincenzo Fanteria Ospedaletto da Pietro 09-07-1895 Ferite riportate in Vagnoli Soldato ? 07-12-1915 campo n. 219 di Agostino (Pitigliano) combattimento (Cormons) Reginaldo Soldato, 69° regg. Monte Seikofl Ferite riportate in Vetrulli 09-07-1892 06-09-1915 di Clemente Fanteria (Sesto) combattimento 41 Cfr. Ascg, ibidem. 42 I nominativi della tabella risultano presenti, insieme a quelli riportati sulla targa marmorea, in un documento intitolato Pietro Soldato, 95° regg. Ferite riportate in Volpini 25-08-1883 12-06-1917 Pavla Elenco dei militari di terra caduti in combattimento o morti in seguito a ferite riportate combattendo le cui famiglie risiedono nel di Benigno Fanteria combattimento territorio di questo Comune; datato luglio 1920, cfr. Ascg, b. 1920, cat. VIII, cl. II, fasc. 1.

  Monica Ceccariglia

Tabella 4. Elenco dei caduti non riportati sulla targa marmorea aggiunti nel 1922 all’elenco compilato nel 192043

Data di Corpo di Causa di Cognome Nome Data di morte Luogo di morte nascita appartenenza morte Giuseppe Soldato, 934° Centuria Delle Vigne 23-01-1877 08-09-1917 Gradoli Malattia di Luigi del distretto di Perugia Ernesto Caporal Maggiore, 40° Dominici 05-02-1899 15-11-1919 Gradoli Malattia di Nazzareno regg. Fanteria Fortunato Soldato, 2° regg. Genio Laghi 15-04-1895 08-08-1916 Gradoli Malattia di Giuseppe Zappatori Nazzareno Soldato, 244° regg. Ospedale di Laghi 02-08-1899 19-12-1919 Malattia di Francesco Fanteria Nocera Inferiore Remigio Caporale, 29° regg. Raggi 01-09-1884 02-10-1916 Gradoli Malattia di Luigi Fanteria

Andronici Francesco di Nicola: autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 con le fascette corrispondenti agli anni di guerra 1915 e 191644. RAGGI Vincenzo di Luigi: dal foglio matricolare risulta disperso45. Del Signore Raniero di Filippo: disperso nell’affondamento del piroscafo Principe Umberto46 (fig. 11).

Ascg, Lettera del Comando di Brigata della Zona di Guerra Ascg, Minuta del sindaco di Gradoli del 2 luglio 1920 con al sindaco di Gradoli del 30 novembre 1918 con la quale si la quale si chiede conferma ufficiale della morte del soldato dà notizia della morte del soldato Carlo Laghi. Giovanni Paglialunga.

Fig. 11- Piroscafo Principe Umberto, silurato l’8 giugno 1916 da un sommergibile austriaco, in cui rimase disperso il soldato gradolese Raniero Del Signore (dal sito http://www.storiaememoriadibologna.it).

43 Cfr. Ascg, b. 1922, cat. VIII, cl. II, fasc. 2, documento Nomi aggiunti all’elenco dei militari morti in guerra compilato nel 1920, datato 1922. 44 Cfr. Archivio di Stato di Viterbo (d’ora in poi Asvt), Distretto militare di Viterbo, Ruoli matricolari del distretto di Viterbo, reg. 163. 45 Cfr. Asvt, ivi, reg. 211. 46 Nei primi sei mesi del 1916 il 55° reggimento Fanteria (facente parte della Brigata Marche) lasciò il fronte italiano per trasferirsi su quello albanese: il 5 febbraio iniziò il movimento ferroviario per Taranto e l’11 dello stesso mese sbarcò a Valona, il 16 si trasferì a Grnec; in questi mesi non ci furono scontri notevoli, ma soltanto delle scaramucce e delle azioni di artiglieria. Il 5 giugno cominciarono le operazioni d’imbarco per il rientro in Italia per dare aiuto sul fronte dell’Isonzo; il 55° reggimento Fanteria si imbarcò sul piroscafo Principe Umberto, ma la sera dell’8 giugno, navigando nel basso Adriatico, venne colpito dal siluro di un sommergibile austriaco e affondò trascinando con sé 52 ufficiali, 1764 soldati e 110 marinai di equipaggio, cfr. http://www.storiaememoriadibologna.it/laffondamento-in-adriatico-del- piroscafo-principe (consultato il 20 novembre 2016). Ascg, Lettera del sindaco di Gradoli del 29 ottobre 1917 Ascg, Risposta del comandante del 216° reggimento Fanteria con la quale si chiede il certificato di irreperibilità del soldato del 23 novembre 1917 con cui si dà notizia della morte del  Domenico Perosillo. soldato Domenico Perosillo. Monica Ceccariglia Un modesto ma degno ricordo ai nostri concittadini caduti da prodi sul campo dell’onore: la targa marmorea di Gradoli

Conclusioni BIBLIOGRAFIA La morte causata dalla guerra è violenta e innaturale e difficilmente accettabile perché a morire sono Agostini E. 1996 (a cura di), Sul filo dei Ricordi. Immagini d’epoca su Gradoli e la sua gente, Grotte di quasi sempre persone giovani, di conseguenza è necessario mettere in atto dei processi di elaborazione Castro. del lutto che in qualche modo giustifichino tali perdite. Agostini E. 1997 (a cura di), Sul filo dei Ricordi. Immagini d’epoca su Gradoli e la sua gente, Grotte di Tra gli aspetti inediti della Prima Guerra mondiale sicuramente un ruolo rilevante deve essere asse- Castro. gnato alla profondità della dimensione del lutto che coinvolse tutti i paesi protagonisti del conflitto: La Agostini E., Piccinetti L. 2011 (a cura di), Il Palazzo dei Farnese a Gradoli, Grotte di Castro. guerra di massa e la morte di massa avevano aperto la strada anche ad un lutto di massa e, come annota Mos- Apreda P. 2010, Tracce della memoria dei caduti della Grande Guerra nella provincia di Frosinone, in se, l’incontro con la morte di massa è forse la più fondamentale esperienza della guerra47; elaborare questo Guerrini, Vittucci 2010, pp. 3-14. lutto, con la duplice finalità di ricordare e dargli un senso, s’impose sia come necessità privata sia come Benedetto XV, Esortazione apostolica Dès le début (1 agosto 1917), in Acta Apostolicae Sedis, 9 (1917), esigenza di carattere pubblico e, questa doppia valenza, si materializzò nella costruzione dei monumenti pp. 420-423. ai caduti, esperienza che interessò tutte le nazioni coinvolte dal conflitto. Tali monumenti, proseguendo Eksteins M. 1989, Rites of Spring. The Great War and the Birth of the Modern Age, London. una tendenza che era già emersa alla fine del secolo precedente, uscirono dai cimiterioccupando il cuore Fussell P. 1984, La Grande guerra e la memoria moderna, Bologna. degli spazi pubblici, diventando centri focali dei rituali, della retorica e delle cerimonie del lutto e assumendo Genovesi P. 2015, Il culto dei caduti della Grande Guerra nel progetto pedagogico del fascismo, in Annali una marcata funzione politica48. In una prima fase, identificabile con gli anni che vanno dal 1918 al on-line della Storia dell’educazione e della politica scolastica, 1, pp. 86-118. 1922, le iniziative per ricordare i caduti partirono prevalentemente dal basso e il loro significato, oltre a Gnisci S. 2010, La provincia di Viterbo e il culto dei caduti della Grande Guerra, in Guerrini, Vittucci quello pubblico di carattere patriottico, era per lo più legato ad una necessità di condivisione del dolore 2010, pp. 100-187. e di senso della pietà; in una seconda fase, dal 1922 al 1928, con la presa del potere da parte del Fasci- Guerrini P., Vittucci M. 2010 (a cura di), Il Lazio e la Grande Guerra, Roma. smo, ci fu una standardizzazione dei temi estetici e prevalse il tono nazionalistico e militaristico; nella Leed E. J. 1985, Terra di nessuno. Esperienza bellica e identità personale nella Prima Guerra mondiale, terza e ultima fase, dal 1928 al 1938, il Fascismo tentò di circoscrivere la costruzione di monumenti ai Bologna. caduti locali, incentivando quella dei grandi sacrari di guerra. Mosse G. L. 1990, Le guerre mondiali. Dalla tragedia al mito dei caduti, Bari. Terminata la guerra i governi dei vari paesi coinvolti si mossero per cercare di indirizzare le emozioni Winter J. 1995, Sites of Memory. Sites of Mourning. The Great War in European Cultural History, Cam- legate alla celebrazione dei defunti in senso fortemente patriottico, in Italia, però, il governo liberale si bridge. mostrò abbastanza restio a muoversi in questa direzione e solamente nel 1921 giunse alla celebrazione del Milite Ignoto; le motivazioni di questo atteggiamento di cautela furono molteplici: in primo luo- go, anche dopo la fine della guerra, la persistente conflittualità tra le diverse aree politiche favorevoli e FONTI ARCHIVISTICHE contrarie all’entrata in guerra dell’Italia, il timore per il nascente movimento fascista che aspirava alla celebrazione della Grande Guerra come elemento portante della propria legittimazione politica e la ARCHIVIO DI STATO DI VITERBO paura di rafforzare un rinnovato nazionalismo49. Distretto militare di Viterbo, Ruoli matricolari del distretto di Viterbo, regg. 54, 64, 72, 98, 108, 110, Pertanto, in Italia, dal punto di vista delle istituzioni, l’atteggiamento nei confronti della commemo- 124, 137, 140, 163, 166, 179, 181-182, 211, 246, 248, 264, 296-297, 311-313, 331, 333, 349, 364, razione dei caduti e della guerra in generale fu quello della cautela e dell’attesa, mentre una forte spinta 381-382 in senso celebrativo venne dal basso, dalla necessità da parte delle famiglie e delle comunità di elaborare ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI GRADOLI il lutto e di attenuare l’immenso dolore causato dalla morte. Registro delle deliberazioni del consiglio dal 24 agosto 1916 al 10 novembre 1923 L’iniziativa di commemorare i caduti di Gradoli è inseribile in questo contesto: una targa marmorea Protocollo deliberazioni del consiglio comunale dal 18 agosto 1948 al 5 novembre 1953 voluta da un comitato di composizione eterogenea, in cui sono presenti i rappresentanti della comuni- b. 1918, cat. VIII, cl. II, fasc. 2 tà, dell’istituzione religiosa e i reduci della guerra, la cui volontà è quella di ricordare con sentimenti di b. 1920, cat. VIII, cl. II, fasc. 1 pietà ma anche di eroismo i soldati morti per la costruzione di un’Italia onorevole, grande e gloriosa. b. 1921, cat. VI, cl. III, fasc. 3; cat. VIII, cl. II, fasc. 2 È pur vero che, aldilà di questa interpretazione ufficiale, ne esiste anche un’altra per cui, attraverso b. 1922, cat. VIII, cl. II, fasc. 2 la costruzione dei monumenti ai caduti, si sia voluta contrastare la sensazione dell’insensatezza e della gratuità del sacrificio per una guerra definita dall’allora pontefice Benedetto XV comeinutile strage50. SITOGRAFIA http://www.antenati.san.beniculturali.it http://www.cadutigrandeguerra.it http://www.comune.gradoli.vt.it http://www.esercito.difesa.it http://www.storiaememoriadibologna.it 47 Genovesi 2015, p. 86. 48 Ivi, p. 87. 49 Cfr. ivi, pp. 88-89. 50 Benedetto XV, p. 423.

  Valentano: la Guerra 1915 - 1918 …si sta colla morte alla bocca

Bonafede Mancini

I campi e il fertile Piano erano in pieno vigore vegetativo ma la fiera di quella terza domenica del maggio 1915 si presentò ai Valentanesi carica di apprensioni e timori1. La festa, le strette di mano, le caparre, il lavoro contratto per l’imminente estate agricola in Maremma e in loco, restavano sospesi e le radiose giornate di maggio, magnificate da D’Annunzio, condussero l’Italia e Valentano dentro la Prima Guerra mondiale al fianco dell’Intesa con la Francia, la Gran Bretagna, la Russia e poi, dal 1917, con gli Stati Uniti. Per l’intera durata del conflitto la gran parte dei militi valentanesi furono arruolati in reggimenti di Fanteria, il corpo che più pagò in termine di vite il prezzo della guerra. Giovani che lasciato il lavoro dei campi prestarono tutta la loro forza fisica e di temperamento a quell’ esercito di fanti-contadini indifferenti all’entusiasmo retorico degli interventisti. Silvano Panfini (cl. 1886) fu il primo a ricevere la chiamata per la guerra, ne ebbe la notizia dai paesani già prima del rientro a casa dove, dopo una lunga giornata di lavoro nei campi, gli era stata recapitata la cartolina-precetto che l’obbligava a presentarsi al distretto militare entro il giorno successivo. Nelle lettere inviate dal fronte ai famigliari riconosciamo la forza d’animo, il senso del dovere, l’innocenza che mosse i soldati per la guerra, sentimenti condivisi e comuni a tutti i combattenti. Nelle lettere ai soldati riconosciamo la forza, il coraggio, il sostegno materiale e psicologico dati loro dai famigliari. Si ha notizia che alcune donne, per conservare la riservatezza degli affetti coniugali, impararono a leggere e scrivere. Nell’immediato dopoguerra (1919) i militi valentanesi mobilitati per la Grande Guerra furono con- tati in 513 su una popolazione residente di 3.414 abitanti (censimento del 1911) e tra questi 43 furono i caduti in combattimento, 10 i militari morti per altre cause, 24 i mutilati ed invalidi, 4 i dispersi, 42 i prigionieri di guerra, mentre 4 furono i decorati con medaglia al Valore e 13 i decorati con Croce di Guerra. Altra fonte, citata da R. Luzi come la precedente, precisa che i Valentanesi mobilitati alle armi, dai campi aviti e d’oltremare, furono 645 e 45 i morti2. Dati più completi aggiornano a 66 i Valentanesi caduti nella guerra 1915-1918. Alla data del 20 settembre 1919, giorno dell’ inaugurazione della lapide commemorativa ai militi Valentanesi caduti, il segretario comunale cav. Torquato Barbacci, nella memoria redatta (Solenne ce- lebrazione della Vittoria delle armi Italiane e a glorificazione dei Valentanesi benemeriti della Patria, 22 settembre), contava in 38 i caduti e in 5 i morti in prigionia del nemico3. L’elenco, non privo di qualche grossolano errore, fu redatto dal Barbacci unitamente a Giuseppe Rosati, al rag. Claudio Pizzichini e a Cristoforo Cruciani. Ai 43 caduti censiti nel settembre 1919, negli anni successivi furono aggiunti altri tre militi: Sante Moretti e Sante Petroselli, Brunone Biagini, quest’ultimo tra i prigionieri. I nomi dei tre militi sono infatti posti in calce alla targa (fuori ordine alfa- betico) e non inclusi fra quelli registrati nell’Albo d’Oro comunale; Albo i cui criteri per la composizio- ne erano stati dati (10 agosto 1919) da un’apposita Commissione composta da Angelo Rosati, commis- sario prefettizio del Comune, Torquato Barbacci (presidente del Comitato esecutivo), Fabio Bonsignori

1 Denominata anche del Cedro, fu istituita nel 1461 da Pier Luigi Farnese; la fiera si svolge nella terza domenica di maggio e il lunedì successivo. 2 Cfr. Luzi 1990, pp. 75, 84. 3 Archivio comunale di Valentano (d’ora in avanti indicato con Acva), fasc. 1919 Festa in Onore dei Caduti e Combattenti 1 Guerra Mondiale. Albo dei Caduti e Memorie, cc. n. nn. Valentano  Bonafede Mancini Valentano: la Guerra 1915 - 1918 …si sta colla morte alla bocca e Francesco Cruciani. Al punto 1 dei criteri i commissari avevano regolato che nella lapide abbiano a del 12° reggimento Bersaglieri era uno dei ragazzi del ‘99 ed era nato a risultare tutti i morti in combattimento e per fattori di guerra domiciliati in Valentano all’inizio della guerra Valentano il 4 dicembre (fig. 2). Ragazzi del ’99 erano anche Gaudenzio e, a seguire, i dispersi in guerra e i morti in prigionia. Dei caduti entravano a farne parte anche i morti Fratini, Pietro Nicolangeli, Marco Travaglini che, nato il 17 maggio e in servizio per la patria a partire dal primo gennaio 1915 in considerazione del fatto che anche i mesi morto per malattia a Livorno il 1 aprile 1918, non aveva ancora compiuto che avevano preceduto l’ingresso dell’Italia nel conflitto (24 maggio) dovevano essere ritenuti a pieno i 19 anni. Giuseppe Lottatori di Domenico con i suoi 39 anni è stato il più titolo mesi di guerra in quanto di preparazione alla stessa. In questo particolare caso si venne a trovare “anziano” tra i Valentanesi caduti in combattimento; nato il 15 ottobre il tenente Giuseppe Pizzichini4. Da una più aggiornata e accurata ricerca dei caduti registrati nell’Albo 1879, il fante del 60° reggimento risulta disperso in combattimento sul d’Oro del Lazio si conosce che i militi valentanesi caduti nella Grande Guerra furono 655 (Tav. I). Pur Monte Asolone il 25 giugno 1918. In età matura e per malattia morirono completo nei dati, anche l’Albo d’oro nazionale risulta però in difetto circa il numero definitivo dei ancora nel 1918: Agostino Scipio (42 anni), Matteo Parronchi (39 anni), soldati italiani caduti nei combattimenti, negli ospedali, nelle montagne, nella prigionia, per malattie e Adorno Pensalfine (38 anni). In Valentano, e a soli pochi mesi dal termi- che in Italia contò oltre 650.000 vite. Tra i nomi dei caduti valentanesi non registrati nell’Albo nazio- ne del conflitto, morì per malattia anche Carlo Mercuri (gennaio 1919). nale, così come anche in quello comunale, vi spicca quello di Felice Milano, calciatore del ProVercelli, Tra i morti in prigionia del nemico furono: Basilio Biagini (1897- squadra con la quale aveva conquistato il titolo di Campione d’Italia, e della Nazionale. Felice Milano, 1918, morto di tubercolosi nell’ospedale militare a Bayreuth), Brunone Fig. 2 - Vincenzo Cardarelli (n. di Giovanni e Antonietta Arrigoni, era nato a Valentano il 23 maggio 1891in una abitazione di Via A. Biagini (1882-1918), Paolo Lottatori (1887-1918, morto nell’ospedale 04.12. 1899 - m. Monte Miel, 05.12. 1917) è il più giovane tra Gramsci (allora Umberto I). Originario di Casale Monferrato e Delegato di Pubblica Sicurezza, Gio- militare a Marchtrenk), Angelo Navarra (1897-1918, morto nell’ospeda- tutti i caduti di Valentano. vanni Milano era giunto a Valentano da Massa Lombarda unitamente alla moglie e al figlio Giuseppe, le militare di Reicheberg), Bernardino Parronchi (1895-1918, sepolto a alla domestica; già dal dicembre 1892 l’intera famiglia risulta però trasferita a Viterbo. Chiamato alle Bergmolhn), Giovanni Santi (1895-1918, morto a Milowitz, oggi Milovice nella Repubblica Ceca). armi per la guerra, il giovane caporale di Fanteria Felice Milano morì a Zagora (Slovenia) nel novembre Singolare la posizione del ten. Giuseppe Pizzichini (n. 11 novembre 1886) che, dopo aver consegui- 1915, sulla sponda sinistra dell’Isonzo, a soli pochi mesi dall’inizio del conflitto. Una foto del fante- to il brevetto di pilota civile (1913), con la guerra in Europa si iscrisse alla Scuola d’Aviazione Militare calciatore appare nel fascicolo da- di Torino per arruolarsi volontario nel battaglione Aviatori. Il pilota morì nei cieli di Torino (Mirafiori) tato 15 febbraio 1916, della rivista il 29 marzo1915 per un guasto al suo monoplano Bleriot ma, in applicazione dei criteri adottati dalla Sport Illustrato e la Guerra (fig. 1). Commissione valentanese, il nome dell’ufficiale fu inserito fra i caduti dell’Albo d’Oro comunale (con Dall’Albo nazionale dei caduti un’ampia scheda biografica, n. 36, completa di foto del pilota in assetto di volo). Una forzatura che si si ricostruisce che alcune famiglie palesò evidente tanto che il nome dell’aviatore non comparve tra quelli dei caduti nella targa comme- valentanesi furono colpite da più morativa, tantomeno nell’Albo d’Oro nazionale. lutti come risulta per Francesco Tra i mobilati e i caduti un riferimento meritano anche i molti Valentanesi, forse 132, che -emigrati Bandiera, con i figli Nazzareno in America- furono richiamati in Italia allo scoppio della Grande Guerra. In particolare quelli che ave- (1893-1915) e Francesco (1896- vano raggiunto gli Stati Uniti, spesso con l’intera famiglia, si arruolarono volontari nell’Esercito ame- 1916), per Girolamo Fratini con ricano. Si ha notizia che Biagio Biagini, e forse anche Angelo Antonio Cruciani, nel rimpatriare dagli Simone (1884-1918) e Gauden- Stati Uniti per compiere il dovere di soldato, perissero nel settembre 1915 nell’incendio del piroscafo zio (1899-1919). In merito è da Sant’Anna in navigazione per l’Italia. precisare che il nome di quest’ul- I nomi di 24 Valentanesi emigrati e richiamati in patria per l’arruolamento nell’Esercito italiano timo non è presente nella lapide nel 1915 ci sono pervenuti attraverso un elenco (fermo all’aprile 1917) che rispondeva al Questionario in quanto il ragazzo del ‘99 morì relativo ai connazionali rimpatriati dall’estero per prestare servizio nell’Esercito italiano e nella Marina6. Fig. 1 - Felice Milano (n. Valentano, 23 maggio 1891, m. Zagora, novembre il 7 agosto 1919 nell’ospedaletto La lista redatta reca la distribuzione numerica dei paesi oltreoceano raggiunti dai Valentanesi: Argentina 1915), il suo nome non compare tra i caduti di Valentano. da campo n. 26 per malattia. Lutti (n. 15), New York (n. 5), Brasile (n. 3), la professione più praticata quella di campagnolo-contadino, doppi anche per la famiglia di Ric- ma non mancano anche quelle di calzolaio, muratore, meccanico e commesso. Nei fatti sappiamo che, a cardo Marinetti i cui figli Roberto e Primo risultano morti per ferite in combattimento rispettivamente partire dal primo Novecento, il numero dei migranti valentanesi verso gli Usa era assai maggiore rispet- nel 1915 e nel 1918. Lo stesso per i figli di Domenico Navarra, AngelAntonio e Angelo, quest’ultimo to ai migranti che avevano raggiunto gli altri Paesi del continente americano. Negli Usa, il New Jersey in prigionia nel 1918 ed il primo caduto in combattimento il precedente anno. fu lo Stato che diede loro la maggiore accoglienza e, al suo interno, in particolare la cittadina di Raritan. Arcangelo Lodolini (n. 01. 01.1886) di Angelo fu il primo caduto di Valentano essendo il bersagliere Tra loro furono Felice Petroselli di Bernardino e Livia Bonini (n. 07.08.1890, ma nella targa erronea- morto ad Andraz, Livinallongo del Col di Lana (BL), il 12 luglio 1915 a meno di due mesi dall’inizio mente: 1895 e col nome di: Sante) e Sante Moretti di Alfonso e Costantina Alberetti (n. 21.01.1895, del conflitto e ad uno dal suo arrivo al fronte. Giuseppe Scorzetti (n. 9.2.1894) morì il 4 novembre ma nell’Albo d’Oro nazionale erroneamente: 20.12. 1893), volontari nell’Esercito statunitense e com- 1918, al termine della guerra e giorno della resa dell’Austria all’Italia; insignito di medaglia di Bronzo al battenti in Francia dove morirono nell’ottobre 1918 a pochi giorni l’uno (12) dall’altro (20) per ferite V.M., il caporale del 2° reggimento Piemonte Reale Cavalleria morì a San Giorgio di Nogaro per ferite riportate in combattimento7. L’arruolamento di italoamericani nell’Esercito degli Stati Uniti, che se- riportate in combattimento pochi giorni prima. Il più giovane tra i caduti, Vincenzo Cardarelli, morì il guiva una rigida e fitta rete di uffici governativi con la funzione di controllo sui criteri di arruolamento 5 dicembre 1917 a soli 18 anni disperso in combattimento sul Monte Miel. Il giovanissimo volontario 6 Acva, B. 58, anno 1919, fasc. cat. 1, cl. 8, p. n.n. 7 L’Ufficio dell’Anagrafe del Comune registra la nascita di Sante Petroselli di Bernardino e Livia Bonini in data 30.03.1895 4 Acva, ibidem. (atto n. 39 P. I) e quella della sua morte in data 28.08.1903 (atto 33 P. I). L’equivoco dell’onomastico di Sante nella targa 5 http://www.albodorolazio.it/Ricerca. asp. per quello del fratello Felice, unitamente all’anno di nascita, resta forse derivato da un grossolano scambio di identità.

  Bonafede Mancini Valentano: la Guerra 1915 - 1918 …si sta colla morte alla bocca

(Selective Service System), segnò l’identificazione degli italoamericani con la società americana, con la italiana sugli Imperi centrali come anche lodava le virtù militari e civili mostrati dagli italiani e dalle loro nuova patria. A Sante Moretti è stata intitolata l’associazione dei Veterani Stranieri Combattenti di donne. Oggi nessun piede straniero calpesta, né calpesterà più il Trentino nostro, Trieste figlia di Roma, e Raritan (Veterans of Foreign Wars Sante Moretti Post N. 1748) con sede in Thompson Street 168. Pola, e Spalato, e Fiume, e Seberico, né altra nostra terra, oggi la nostra Italia più grande, più forte, più su- La tristezza per la partenza dei propri cari per la guerra, come anche le dure condizioni dei soldati, in blime e più rispettata, è essa invidiata e tutto ciò per virtù non solo militare ma per la virtù anche civile, per trincea e nei combattimenti, così come il dolore provato per la notizia della morte, ci sono noti dai rac- la resistenza del popolo, per voi donne sublimi che con abnegazione per l’alto ideale della vittoria apportatrice conti e dalle testimonianze lasciate dai combattenti ai famigliari. Tra le testimonianze sono due lettere di libertà ai popoli vi siete sobbarcate ai lavori più duri, avete sopportato disagi e privazioni, avete compresso di Francesco Mariani (1880-1942) alla nipote Maria Mariani, monaca di clausura nel Monastero di Vi- il vostro santo dolore, i mille palpiti del cuore facendone olocausto sull’altare della Patria. torchiano, datate rispettivamente 19 dicembre 1915 e 9 maggio 1916. In quest’ultima il trentacinquenne Dal prosieguo del verbale di seduta (atto n. 1741) si apprende che la Giunta volle anche traman- fante-contadino, sposato con quattro figli, confidava alla nipote delle sofferenze patite nella neve, nel fan- dare ai posteri i segni intangibili della Vittoria titolando o rinomando alcune delle piazze e delle vie di go, tra le bombe che quando scoppiano metteno terrore così notte e giorno si sta colla morte alla bocca dunque Valentano agli eroi e ai luoghi della Grande Guerra, prontamente divenuti noti e cari alla memoria e mi raccomando di pregare per me anche io non mi scordo mai poi farae il piacere di non fare sapere niente coscienza nazionale. All’unanimità dei voti il Consiglio comunale deliberò: a casa che mi trovo in queste condizzione che non li oh palesato mai (…).9 La preoccupazione per i propri congiunti al fronte si manifesta nella cura che i famigliari rivolgevano alla incolumità del proprio caro 1° Che il Piazzale detto di Santa Croce sia intestato al Duce glorioso “Armando Diaz.” inviandogli beni materiali per la salute del corpo e immaginette devozionali, con suppliche a san Giusti- 2° Che la via delli Uffici sia denominata via “Trento-Trieste” e la sovrastante piazza pari- no, santo compatrono di Valentano (anch’esso soldato e martire), a protezione del milite. Medagliette e menti degli Uffici sia chiamata “Piazza della Vittoria” santini che il soldato portava con dedizione per tutta la durata della guerra. Una immaginetta a stampa 3° Che alla via Cadorna sia aggiunto il nome “Raffaele” di San Giustino (Tipografia F. Martella di Valentano) fu inviata da Giustino Battellocchi al cognato 4° Che la porta e il Piazzale di San Martino siano intestati ai martiri per l’Italianità: Sauro Francesco Saraconi, soldato in zona di guerra. L’ampia devozione popolare della protezione richiesta ai e Battisti. santi ci rinvia alla testimonianza alta e letteraria data da G. Ungaretti per un fante-contadino (Peso). Il verbale di seduta registra che al termine del discorso nella Sala si alzarono e si udirono: Ripetuti, Quel contadino fragorosi applausi dagli scanni dei Consiglieri e dal numeroso pubblico convenuto, fanno eco ai sentimenti s’affida alla medaglia di alto patriottismo ed alle proposte di riconoscenza imperitura verso i principali fattori della vittoria che la di Sant’Antonio Giunta ha a mezzo del Segretario come sopra esposto11. e va leggero Le aree (una all’interno del centro storico e due esterne alle due antiche Porte d’accesso) per le nuove Ma ben sola e ben nuda titolazioni toponomastiche furono estese agli spazi e agli assi viari urbani più importanti o rappresen- senza miraggio tativi della cittadina. Le centrali via degli Uffici (più popolarmente la Selciata) e la sovrastante piazza, porto la mia anima. parimenti degli Uffici, furono rinominati rispettivamentevia Trento e Trieste e piazza della Vittoria 12. (Mariano il 29 giugno 1916) Tra i personaggi non poteva certo non essere celebrato il Duce glorioso della vittoria, il generale Armando Diaz, cui venne titolato il piazzale (già di Santa Croce) fuori della cinta delle antiche mura Al termine del lungo e durissimo conflitto i soldati valentanesi tornati dalla guerra vollero ringraziare urbane, antistante l’omonima antica chiesa di Santa Croce. i santi patroni della protezione loro intercessa. Nel 1922 gli ex Combattenti promossero la festa della La Giunta dispose altresì che alla già esistente (1877) generica via Cadorna, il generale che il 20 Madonna dell’Eschio, a conferma certamente, dei tanti voti che ciascun soldato aveva rivolto alla Vergine settembre 1870 aveva posto fine al potere temporale dei papi con l’ingresso in Roma del V Corpo d’Ar- nei momenti più difficili10. Solo al termine della guerra i soldati furono liberi di raccontare ai famigliari mata, fosse ora aggiunto nella targa anche l’onomastico Raffaele (ne resta ancora priva) al fine di non le esperienze vissute in combattimento e nella trincea: memorie individuali che testimoniavano di gesta equivocarlo con il di lui figlio Luigi, Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito fino alla disfatta italiana più o meno eroiche, di esperienze traumatiche vissute nei combattimenti, nella lotta corpo a corpo con di Caporetto (Kobarid, Slovenia) e sostituito con il generale Armando Diaz. la baionetta (ancora nella loro vecchiaia molti di loro si svegliavano la notte al grido di: Avanti Savoia), Per il terzo nucleo la Giunta deliberò che la Porta e il Piazzale di San Martino siano intestate ai martiri dei pidocchi e delle pulci, dei tanti commilitoni morti, della protezione richiesta ai santi, talvolta ap- per l’Italianità: Sauro e Battisti. La nuova titolazione ebbe però un’esistenza breve poiché già nel 1951 parsi loro in sogno premonitore della loro incolumità. il piazzale Cesare Battisti che rispecchia sul lago di Bolsena, e sulla grande Vallata di Latera con panorama In data 30 novembre 1918, la gioia incontenibile della comunità di Valentano per la Vittoria italiana veramente incantevole13 riprese l’antica denominazione di porta e piazzale San Martino. del 4 novembre ci è testimoniata nella sala consigliare con la Pubblica esultanza per la trionfale vittoria Nella toponimia derivata dalla Grande Guerra, Valentano registrava negli anni successivi anche via delle armi Italiane nella guerra contro l’Austria che il cav. Torquato Barbacci, su incarico del sindaco Gorizia e via Monte Grappa, vie poste nel Borgo [Alfonso] Lamarmora e che già dal 1877 titolava sul Cruciano Cruciani, magnificò con un patriottico discorsoAnche la nostra Valentano è fiera del grande luogo: via e piazza Garibaldi, via [Urbano] Rattazzi, via [Luigi] Masi14. Il fatto che vi fosse stata inti- contributo di sangue dato dai suoi figli diletti per la unificazione Italiana e la redenzione dei popoli oppressi fatto alla presenza del Consiglio comunale e dei convenuti alla seduta. Assenti, in quanto militari sotto 11 le armi, i consiglieri Agostino Battisti, Enrico D’Ascenzi, Giovanni Donati, Costantino Seroddi, An- Acva, P. 7 (1912-1919), Deliberazioni del Consiglio comunale dal 19 sett. 1912 al 19 dic. 1918, p. n.n. 12 Acva, G. 6, Deliberazioni della Giunta municipale 1919-1925. L’attuale via degli Uffici è cosi denominata a partire dal gelo Scipioni. Nell’Esultanza il Barbacci avanzava le più ampie rivendicazioni territoriali per la vittoria 1924 (19 giugno) poiché fino a quella data era stata titolata via degli Invalidi per l’esistenza, in antico, dell’Ospedale Civile: Che la venga sostituita con la nuova denominazione di Via degli Uffizi molto più che ora vi sono situati i nuovi Uffici del Registro e dell’Agenzia delle Imposte. 8 Cfr. Mancini, Fornari 2015, pp. 67-68. 13 Con delibera di Giunta nel 1924 (6 novembre), il piazzale C. Battisti e N. Sauro fu oggetto di un consistente lavoro 9 Luzi 1990, p. 82. di sistemazione con la collocazione di trentacinque colonnine di travertino in sostituzione di una più insicura staccionata. 10 Acva, B. 29, 1922 Conti, Consuntivi, Allegati, p. n.n. 14 Per la toponomastica risorgimentale in Valentano vedi: Mancini, Luzi 2011, pp. 22-24.

  Bonafede Mancini Valentano: la Guerra 1915 - 1918 …si sta colla morte alla bocca tolata una via anche a Cesare Battisti fa supporre che la Comunità, dopo averne rimossa dall’omonimo damentale e altre bandiere nazionali di grandezze diverse (a. 1635). L’istituzione di un contributo piazzale e porta la titolazione, ne abbia voluto riconfermarne l’onore e la memoria con un nuovo spazio straordinario per l’Asilo ai figli dei chiamati alle armi (a. 1636) e l’assistenza agli Orfani di guerra (a. 1637), sono le più significative tra le proposte approvate in funzione della tutela garantita ai figli dei urbano. Del tutto recente ed estranea alla toponimia derivata dalla Grande Guerra è invece la titolazio- combattenti. Il consenso dei convenuti alla delibera di Consiglio è riscontrato da Giovanni Donati ne (25 aprile 1998) del largo della Ripa a piazza Alfonso D’Ascenzi (Valentano, 1892-1971), Medaglia la cui dichiarazione autografa e allegata contiene l’errato giudizio circa l’assenza di Valentanesi nei d’Argento al Valor Militare e Croce al Merito di Guerra.15 moti per l’ unione di Valentano e del Patrimonio all’Italia contro i borboni, contro l’austria, contro il Nell’ Esultanza l’oratore richiamò il Consiglio affinché desse esecuzione al religioso dovere cui si era papato, eterni affratellati nemici d’Italia17. Per la solenne commemorazione, al punto 4 all’ordine del impegnata la passata Amministrazione col celebrare i caduti e i soldati che hanno onorato il luogo natìo giorno, l’incarico sarebbe stato assegnato ad un Oratore ben noto per fama e sentimento patriottico. La delibera n. 1634, resa esecutoria con visto del sotto-prefetto (2 feb. 1918), trovò attuazione nella in guerra. Il riferimento era a quello della Consigliare 5 ottobre 1916 N. 1634 -ovvero il Martirologio seduta di Giunta del 22 giugno 1919 (atto n. 13), allorché la Giunta (sindaco Cruciano Cruciani, Valentanese della Guerra per la redenzione del suolo Italiano soggetto all’Austria e per la Civiltà e Libertà assessori: Venceslao Maceroni, Domenico Gaudenzi, Marco Battellocchi) dispose: dei Popoli. Atti per eternare la memoria dei Cittadini caduti, mutilati e valorosi- la cui delibera aveva im- pegnato il Comune di Valentano, tenacissimo in Fede e Volontà di Vittoria, ad onorare il ricordo dei suoi 1) di rivolgere preghiera all’illustre letterato autore della Festa del Grano Professore Fausto figlinella Quarta Guerra di Liberazione d’Anime e di terre dallo Straniero. Salvatori, abitante in Roma Via Palestro 49, a dettare la epigrafe ai caduti e a tenere il La proposta del sindaco Cruciano Cruciani, accolta all’unanimità e prontamente deliberata, aveva discorso commemorativo; vincolato l’Amministrazione in 4 punti: 2) di fissare la ricorrenza del 20 settembre per le Feste Augurali; 3) di trasmettere gli “inviti” alle diverse Autorità militari, civili, politiche ed amministrative “(…) la Giunta nello stabilire la data di apertura della Sessione Autunnale e formare l’ordine del del capoluogo del Circondario, del Collegio Elettorale e dei Comuni del Mandamento; giorno delle proposte da discutere e deliberare, ha inteso il dovere di rivolgere il suo primo pensiero ai cittadini che per la rivendicazione del territorio Nazionale, per la redenzione dei fratelli soggetti 4) di dare mandato al Sindaco di ordinare la lapide commemorativa e le targhe per le sei nuove al dominio del barbaro ed eterno nostro nemico, per assicurare ai popoli europei una vita di civiltà denominazioni delle strade e piazze; su libere istituzioni combattono da oltre un anno la guerra santa sostenendo con animo virile ogni 5) di associarsi al Comitato Civile e alla Giunta Esecutiva delle onoranze nel formare il sacrificio e sacrandosi con ardimento alla morte per la maggiore grandezza e per la gloria dell’Italia programma della festa e il bilancio delle spese; nostra. Da ciò la iscrizione della prima proposta ispirata ad eternare la memoria dei valorosi citta- 6) di poporre nella formazione di bilancio 1919 la quota di spesa del Comune; dini Valentanesi per nascita ed elezione che nella guerra attuale contro il dispotismo teutonico o 7) di pubblicare un appello a tutti i cittadini ed ispecie agli interessati perché entro un congruo saranno eroicamente caduti o avranno saputo distinguersi per atti di valore, o mutilati rimangono termine forniscano informazioni e documenti per le iscrizioni dei valorosi nell’Albo d’Oro onde fulgido esempio del loro sacrificio di amore per la madre patria. Illustra i mezzi della Giunta Muni- non abbiano a verificare dolorose omissioni18. cipale escogitati per onorare in modo imperituro i suoi eroi ed invita i convenuti ad approvarli. Il Consiglio unanime plaude vivamente al bene ispirato sentimento di alto patriottismo e di doverosa riconoscenza cittadina e per acclamazione autorizza la Giunta di provvedere a tempo opportuno a Dal lutto individuale al lutto collettivo: la targa commemorativa ai caduti quanto appresso limitandone la spesa a £ 1.000 di cui £ 200 già stanziate nel bilancio del corrente esercizio 1916 alla cat. 1 del cap. 4; £ 200 da stanziarsi nel bilancio 1917; £ 300 nel bilancio 1918 Le enormi perdite di vite umane causate nel mondo dalla nuova guerra di massa e totale (10 milioni e il residuo in quello del 1919. ca.) non poterono non avere conseguenze sulla società alla fine del conflitto. La morte, e con essa la 1 Fotografie in ingrandimento dei valorosi caduti in guerra da collocarsi in cornici e brevi cenni rielaborazione del lutto, cessò di essere una esperienza personale per divenire un evento che riguardava biografici nella Sala Municipale dei ricevimenti. la società intera. La morte fu massificata e ciò causò un cambiamento notevole in una società che si era 2 Artistico Album in pergamena del Martirologio valentanese proposto dal Comitato di organiz- formata sostanzialmente in periodi di pace e nel tentativo di eliminarla dalla vita. Ricordare i caduti in zazione e già in lavorazione ed opera graziosa dei Signori, Dottor Giuseppe Rosati fine creatore e combattimento diventò pertanto una necessità etica oltre che politica. In tutta Europa la collocazione disegnatore delle allegoriche decorative, e della preclara Signorina Maria Gandini geniale pittrice ed esecutrice di esse in oro e miniatura, nel quale Album siano raccolte le fotografie e biografie non di targhe e la erezione di parchi della rimembranza, monumenti figurativi, architettonici, sacrari, ai ca- solo dei caduti, ma altresì dei mutilati, o dei rimasti invalidi per ferite nonché di quanti hanno duti della Grande Guerra ebbe inizio già nel 1919; in Italia tale fenomeno si manifestò maggiormente meritato encomi, medaglie, promozioni per atti di valore. L’Album stesso sarà conservato in picco- negli anni che seguirono alla tumulazione del Milite Ignoto al Vittoriano (4 novembre 1921) e all’a- la cassa forte che murata in una parete della sala predetta, sarà sormontata dalla scritta in marmo scesa del Fascismo e fino agli anni Trenta. Profonda e partecipata la testimonianza che la comunità di “Album del Martirologio Valentanese nella guerra contro l’Austria 1915-191(sic. l’anno di chiusura Valentano volle dare alla salma del Milite Ignoto nel suo passaggio alla stazione di Orvieto (2 novembre è inevitabilmente sospeso)”. 1922) allorché vi inviò l’assessore Giovanni Scipioni in rappresentanza e deferenza della Comunità19. 3 Lapide commemorativa dei caduti per la patria da collocarsi nel portico del Palazzo Comunale. 4 Solenne commemorazione dei caduti e glorificazione dei valorosi da aver luogo entro mesi tre dal- Tra i paesi della Provincia, dopo Tessennano, Valentano fu tra i primi ad avviare la costruzione del la pace conclusa con invito alle Autorità militari, civili, politiche ed amministrative del capoluogo monumento celebrativo. Il 30 novembre 1918, in conformità al p. 3 della delibera 1634 del Marti- del Circondario, del Collegio Elettorale e dei Comuni del Mandamento”16. rologio Valentanese della Guerra (1916), il Comune provvide alla richiesta di apposizione della lapide Il punto 1 di seduta si completò con la richiesta dell’acquisto di tre bandiere nazionali grandi commemorativa dei caduti per la patria da collocarsi nel portico del Palazzo Comunale (fig. 3). Con l’istitu- e di quella Inglese, Francese e Russa per il pavesamento della Loggia e delle finestre del Palazzo zione di un Comitato esecutivo (Municipio), composto da 62 sottoscrittori, cominciarono le iniziative municipale. Tra gli acquisti anche una bandiera nazionale della Regia Marina per il Carcere Man- per raccogliere i fondi per rendere più solenne la celebrazione della Vittoria delle armi italiane e glorifi-

15 Nel settembre 1916, il Piemonte Reale Cavalleria distaccava il 1º Squadrone al Genova cavalleria, che ne diveniva il 6º Squadrone, combattendo sul Carso e distinguendosi nella vittoria di Doberdò e di Quota 144 (Arupacupa, 14-15-16 settembre). 17 Cfr. Luzi 1990, p. 83. La partecipazione e il coinvolgimento di Valentanesi nei moti risorgimentali per l’Unità (…) Il successivo giorno 16 si segnalava anche il Sergente Alfonso D’Ascenzi che, assunto il comando dello Squadrone rimasto (1849-1870) è stata oggetto di studi, seppure parziali, a partire dai primi anni 90 del secolo scorso; per un sintetico quadro privo di Ufficiali, lo portava alla conquista della seconda linea di trinceramenti avversari, guadagnandosi lui pure la Medaglia d’insieme vedi Frazer Brison 2014, pp. 22-29. d’Argento al Valor Militare. Vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Reggimento_%22Piemonte_Cavalleria%22. 18 Acva, G. 6, Deliberazioni della Giunta municipale 1919 – 1925, p. n.n. 16 Acva, P. 7 (1912-1919), Deliberazioni del Consiglio comunale dal 19 sett. 1912 al 19 dic. 1918, p. n.n. 19 Acva, B. 29, 1922 Conti, Consuntivi, Allegati, p. n.n.

  Bonafede Mancini Valentano: la Guerra 1915 - 1918 …si sta colla morte alla bocca

Nella sala di ricevimento furono collocati anche i ritratti (fotografie) di Vittorio Emaneuele III, del generalissimo Armando Diaz e di Cesare Battisti, acquistati a Roma presso Giuseppe Giacomini Dai registri dei Conti Consuntivi per l’esercizio finanziario per l’anno 1919 (£ 700), 1920 (£ 700) e 1921 (£ 600) conosciamo che il Comune dovette provvedere al pagamento di spese straordinarie per memorie ai Caduti per la Patria, alcune delle quali iscritte nel bilancio di previsione ed altre prelevate dal fondo per le spese impreviste. Tra queste vi è anche la richiesta che nell’estate 1920 il Comune aveva rivolto allo studio di Remo Sorrini (Viterbo) di 16 ingrandimenti di foto dei caduti, complete di cornice e vetro a numero di 3 copie a £ 30 ciascuna. Il successivo 20 febbraio 1921, Oreste Ortensi, esattore comunale, versò al Sorrini la somma di 600 £ a saldo del lavoro23. In applicazione della circolare del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 2008 (1 luglio, prot. n. 14365), tutti i monumenti della Grande Guerra sono divenuti beni culturali e paesaggistici, oltre che storici, così è anche per la targa commemorativa di Valentano che, seppure di modesta fattura, non resta priva di significati. Già la scelta del posizionamento della targa marmorea ai caduti nel porticato del palazzo comunale a lato del marmoreo ricordo del più grande Eroe dell’umanità GIUSEPPE GARIBALDI in piazza Cavour24, la piazza più importante della cittadina, fu la risposta autorevole di rappresentazione e di autorappresentazione che la Comunità volle dare per sé e per gli altri. Un’identità di appartenenza ad una patria più grande di quella natìa e già presente nella nuova toponimia urbana di Valentano dopo il 1870 con l’annessione di Valentano al Regno d’Italia. L’evocazione della guerra all’Austria nemica, di Garibaldi e dell’ingresso dei Bersaglieri a Roma (1870), richiamati in un manifesto ai Cittadini Valenta- nesi (8 giugno 1919, Valentano, Cromo-Tip. Martella) per la raccolta di fondi a favore delle onoranze ai caduti, tendeva a collegare idealmente la Prima Guerra mondiale -dagli italiani avvertita anche come IV guerra d’Indipendenza- al Risorgimento; identico concetto di Quarta guerra di liberazione d’anime e di terre dallo straniero ripetuto anche nella lapide commemorativa. La lapide fu un monumento modesto (fig. 3) soprattutto se paragonato ai monumenti figurativi in Fig. 3 - Valentano, palazzo del Municipio (piazza Cavour): la lapide ai caduti (vedi particolare p. 58). bronzo o in marmo eretti, solo qualche anno dopo, nei vicini centri di Viterbo, Acquapendente, Marta, care i caduti valentanesi, benemeriti della Patria. Il Comune, già nella suddetta seduta di Consiglio del 5 Montefiascone, Montalto Castro, Onano, Pitigliano. La tempestività dell’esecuzione come anche le ottobre 1916, aveva fissato in £ 1.000 le spese di bilancio (distribuite in tre anni) per la celebrazione dei difficoltà economico-sociali scaturite dalla guerra, le numerose morti derivate dall’ epidemia influenzale caduti; la somma era comprensiva anche della realizzazione di un artistico album fotografico dei caduti della Spagnola dell’autunno 191825, le turbolenze interne alle forze politiche26 danno forse ragione della (Albo d’Oro) e della esposizione delle foto (con cornice) dei caduti nell’aula municipale a loro sacrata ed scelta decisamente modesta della targa in marmo (320 cm x 140 cm), ornata, sotto i nomi dei caduti, eletta perciò a Sala di Ricevimento e dei Matrimoni. Un accorto restauro aveva dato alle sale del palazzo con un ramo di palma (Vittoria a costo del sacrificio della vita) e contornata da una cornice, anch’essa in una aspetto più importante. La Sala appositamente decorata dal distinto Pittore romano Consoli Alfredo marmo, di foglie d’alloro (Valore Militare), fasci (Unità), stemma del Comune, realizzata per onorare i contiene tra un festone di quercia e di lauro a bacche d’oro le fotografie e a grande formato dei 44 caduti in propri caduti. Anche l’epigrafe dettata da Fausto Salvatori solo in parte nobilita il monumento. Da Luzi combattimento. In una parete è murata la cassa forte destinata a contenere in un albo d’oro le immagini e conosciamo che il notaio Simone Simoni (Valentano 1881, Roma 1945) aveva anch’egli composto un memorie e i documenti ufficiali dei cittadini che contribuirono alla gesta italica 1915 – 191820 . epitaffio per i caduti valentanesi ma gli fu preferito quello di Fausto Salvatori in quanto più rispondente Il Consoli eseguì nella sala anche la raschiatura della carta alle pareti, le medesime stuccate con gesso e al tono aulico e retorico della Vittoria.27 cemento, decorate a finta stoffa cangiante a tempera. Zoccolo, e sguinci di porte e finestre dipinte a finto mar- La vicenda, come si acquisisce dal carteggio intercorso fra i protagonisti, fu più articolata e poté mo a vernice (£ 650) e in quella consigliare (ora ufficio del sindaco) un Fregio alto circa un metro a stile chiudersi solo a metà agosto del 1919. Era stata infatti la stessa la Giunta municipale (delibera del 22 del seicento con 15 stemmi a colore dell’antico ducato di castro (…) Pareti dipinte a finta stoffa cangiante giugno 1919, atto n. 13) a dare a Fausto Salvatori l’incarico per la dedica dell’epigrafe e per il discorso (rosa) (£ 550). All’artista si deve anche la riquadratura intorno alla lapide commemorativa sotto il portico inaugurale del monumento fissato al 20 settembre. Il 26 giugno il sindaco Cruciani, in esecuzione (£ 10). Dalla fattura rilasciata (29 settembre 1919) si conosce che al Consoli21 furono pagati £ 1.000 della delibera di Giunta, inoltrava al prof. Salvatori la richiesta (prot. 924. 8-2) di accettarne l’incarico. ma questi volle generosamente donare £ 100 per i festeggiamenti per la Vittoria e convenne di essere 22 liquidato con un saldo di £ 900 . 23 Acva, fasc. Registri Conti Consuntivi dal 1916 al 1921, n. 29-34, p. n.n. 24 Su richiesta della locale Lega dei Contadini la targa era stata collocata nell’agosto 1908, centenario della nascita di Garibaldi. 20 Torquato Barbacci, Valentano 22 Settembre 1919. Solenne celebrazione della Vittoria delle armi Italiane e glorificazione 25 Nell’autunno-inverno 1918 (ott. - dic.), apice dell’epidemia influenzale dellaSpagnola in Valentano, sono registrati dei Valentanesi benemeriti della Patria, in: Acva, fasc. 1919 Festa in Onore dei Caduti e Combattenti 1 Guerra Mondiale. Albo nel centro 82 decessi; vedi Mancini 2015, pp. 34-36. dei Caduti e Memorie, cc. n. nn. 26 Dal 7 luglio 1919 il Muncipio fu retto dal commissario prefettizio Angelo Rosati di Sante in sostituzione del sindaco 21 Alfredo Consoli, più correttamente aquesiano e non romano, non era sconosciuto agli ambienti valentanesi avendo dimissionario Cruciano Cruciani e seguiva alla rassegna data per iscritto (22 maggio) al Sottoprefetto di Viterbo da 14 dipinti l’Angelo Annunciante (modello Beato Angelico) nella volta della cappella dell’Annunciazione e i Serafini nella consiglieri; vedi Acva, G. 6 Deliberazioni della Giunta municipale 1919.- 1925. volta della cappella della Misericordia entrambe nella chiesa collegiata di San Giovanni. Altri suoi dipinti sono nella chiesa 27 Luzi 1990, p. 74, 84. Fausto Salvatori (1870-1929) il letterato romano acquistò fama per aver vinto nel 1906 il patronale di Sant’Antonio Ab. e Santa Barbara a Monte Rubiaglio. concorso Sonzogno con il poema tragico La festa del grano (Milano, 1909). La notorietà gli arrivò proprio nel giugno 1919 22 Acva, B. 26, 1919 Conti Consuntivi, Allegati, p. n.n. con l’Inno a Roma.

  Bonafede Mancini Valentano: la Guerra 1915 - 1918 …si sta colla morte alla bocca

La nomina risentiva certamente della notorietà A GLORIA raggiunta in tutta Italia dall’ autore della Festa del Grano, in quelle settimane (1 giugno 1919) DEI SOLDATI MORTI DI VALENTANO celebrato per L’Inno a Roma (musica di Giaco- EROICA IN OFFRIRE ALLA PATRIA mo Puccini), ma recepiva ancor più il “sug- I GENEROSI FIGLI gerimento” dato dall’influente cav. Barbacci, la cui giovane e schietta ed alacre amicizia dei CHE TINSERO DI VERMIGLIO IL TRICOLORE NOSTRO sereni anni lontani quando nelle sere d’estate e di FULGIDO NELLA QUARTA GUERRA DI LIBERAZIONE autunno conversavamo in Orte turrita e rustica, D’ANIME E DI TERRE DALLO STRANIERO gli veniva ricordata dallo stesso Salvatori in sua E del 16 agosto. La corrispondenza intercorsa tra il Barbacci e i fratelli Torello e Fausto Salvatori AD AMMONIMENTO DEI VIVI risulta essenziale ai fini dell’acquisizione della QUESTA PIETRA dedica che F. Salvatori, in quei mesi malato di MEN SALDA DELLA MEMORIA polmonite e costretto a cure termali fastidiose DI COLORO CHE SONO DI COLORO CHE SARANNO (Civitavecchia, terme della Ficoncella), tardava a consegnare, allarmando non poco la Giunta IL COMUNE ITALICO e il Comitato esecutivo che vedeva avvicinarsi TENACISSIMO IN FEDE E VOLONTÀ DI VITTORIA la scadenza del 20 settembre. Nella corrispon- SCOLPÍ MURÒ FECE SACRA denza del Barbacci con Torello Salvatori del 29 PIÚ CHE ARA VOTIVA luglio, il segretario comunale augurava che il tuo illustre fratello e mio amico abbia completa- (Segue l’elenco dei 46 Caduti) mente recuperata la salute per continuare poi: Urge frattanto di avere la dedica che consacra nel Fig. 4 - Testo autografo di Fausto Salvatori (Civitavecchia, 16.08. XX SETTEMBRE MCMXIX 1919) per la lapide dei caduti di Valentano. marmo i nomi dei valentanesi che sono morti per ANNO 1° DELLA PIÚ GRANDE ITALIA30 fatto di guerra (…) e terminare infine con la richiesta di ottenere da Fausto anche altra dedica per l’Albo d’Oro comunale. Nel frattempo erano, Per la realizzazione della grande targa in marmo è possibile che il Comune abbia fatto richiesta al “spontaneamente”, date altre dediche per l’epitaffio, di cui una del notaio Simone Simoni e altre due laboratorio di marmi e pietre di Alfredo Maggini di Viterbo, avendo in quegli anni il rinomato scalpel- di un “professore di Università”. Di ciò ne dà informazione un fratello del Simoni (Claudio) in una lino portato a termine altri lavori per il medesimo Comune31. Il lavoro di scavo e di posizionamento sua del 6 agosto, lettera alla quale allegava anche la dedica composta dall’avv. Simone Simoni, notaio della lapide nella parete del porticato del palazzo del Comune fu eseguito da Angelo Santi. Nella fattura in Tripoli e datata 27 luglio. dei lavori eseguiti il muratore valentanese aveva annotato: fatto l’incavo per la grande lapide messa in opra L’impasse trovò soluzione e termine sabato XVI Agosto MCMXIX allorché Fausto Salvatori, presa con grappe compreso il personale gesso calce e fattura £ 50. Il costo totale dei lavori ammontò a 606, 50 £ visione di una cartolina del Barbacci (quasi certamente dell’ 11 agosto) e consegnatagli dal fratello To- somma che gli fu pagata in quota di 550 £ in ragione della ritenuta del 2% di guerra in data 2 ottobre rello solo il giorno prima (15), scriveva sollecitamente all’amico Barbacci rassicurandolo: (…) ed oggi 1919 dal perito agrimensore Domenico Simoni. Tra i lavori registrati risultano anche le spese per l’ac- Le mando l’epigrafe. Spero le giunga gradita; ma se al confronto delle altre le sembrasse minore la distrugga quisto di 45 grappette a gesso per i quadri dei caduti nella sala del Comune, per lo scavo e la mettitura 28 senza misericordia. Alla lettera il Salvatori univa il testo per l’epigrafe in bella grafia stampatello (fig. della cassaforte per i caduti, ovvero la cassaforte per custodire l’Albo con le foto, più altri lavori interni 4). Il cav. Barbacci ne dava riscontro al regio commissario di Valentano, Angelo Rosati, che con una sua nel palazzo e nel porticato: la chiusura di una finestra,la smuratura dell’arme di pietra e fatto l’incavo e del 19 agosto (prot. 1217. 8-2), ringraziava il prof. Fausto Salvatori per l’onore prestato alla Comunità. rimesso più in alto32. Nella stessa lo informava e rassicurava anche dell’equivoco sorto con il notaio Simoni che (…) ignaro Decisamente accorta l’idea (data anche per Montefiascone) di raccogliere in un Albo d’Oro comu- dell’incarico ufficiale dato alla S. V. aveva offerto dedica ma che venuto poi a conoscenza degli antefatti nale le foto, accompagnate da brevi notizie biografiche, dei 44 caduti valentanesi (ovvero 43 + 1 per ha dichiarato di non doversi tenere più senso alcuno della sua dedica. l’aggiunta del ten. Giuseppe Pizzichini) custodito in una cassaforte a muro il cui recupero è avvenuto La conferma per la dedica data dal Comune al Salvatori non creò tensioni con il notaio Simoni tanto che il letterato tornò a scrivere ancora in data XXV agosto ringraziando il dottor Simone Simoni 1915-1918/ 645 valentanesi accorsero/ dai campi aviti e d’oltremare/ 45 fidenti morirono/ fiori di giovinezza/ Sia sacro il loro del suo saluto (…) a me caro, dolente che la bella epigrafe da lui amorosamente composta per i morti santi ideale/ affermi la morte il diritto alla vita. XX settembre 1919.” Ivi, l’epigrafe autografa del notaio Simone Simoni (Valentano 1881 – Roma 1945) è allegata ad una sua lettera al fratello. Cfr. anche Luzi 1990, p. 84. di Sua gente, non sia stata intagliata nel marmo invece delle mie: avrei ceduto a lui, perché più degno come 30 29 La documentazione del fascicolo contiene la trascrizione originale autografa dell’epigrafe trasmessa da Fausto Salvatori cittadino di Valentano, l’onore di imporre alla pietra la ricordanza . alla Commissione; vedi Acva, fasc 1919 Festa in onore caduti e Combattenti 1 Guerra Mondiale. Albo dei Caduti e Memorie, fasc., Festa Caduti 1919. 28 Acva, fasc. 1919 Festa in onore Caduti e Combattenti 1 Guerra Mondiale. Albo dei Caduti e Memorie, cc. n. nn. 31 Nel 1920 il Maggini realizzò la targa toponomastica in marmo di largo Giordano Bruno. Cfr. Mancini 2016, pp. 29 Acva, ibidem. Il fascicolo contiene l’intero carteggio intercorso tra il Comune, il cav. Barbacci e Fausto Salvatori. 103-104. “Per unire alla patria Italiche Terre/ per instaurar tra le genti il Regno del Diritto/ e nella Società la Giustizia/ Alla immane guerra 32 Acva, P. 7 Deliberazioni del Consiglio comunale dal 19 sett. 1912 al 19 dic. 1918, p. n.n.

  Bonafede Mancini Valentano: la Guerra 1915 - 1918 …si sta colla morte alla bocca in modo fortuito (1980 ca.) dopo che ne era andata persa la memoria. Artistico Album in pergamena del procuratore del Re Giulio Ranga, il presidente del Tribunale di Viterbo, il colonnello del deposito 60° Martirologio Valentanese proposto dal Comitato di organizzazione e già in lavorazione ed opera graziosa dei di Fanteria Francesco Togni, le autorità locali (il commissario regio del Municipio, Angelo Rosati, l’ex Signori, Dottor Giuseppe Rosati fine creatore e disegnatore delle allegoriche decorative, e della preclara Signo- sindaco Cruciano Cruciani e il regio notaio di Tripoli avv. Simone Simoni, il giudice G. D’Elia, il vice rina Maria Gandini geniale pittrice ed esecutrice di esse in oro e miniatura, nel quale Album siano raccolte pretore L. Filippucci, il conciliatore Nicola Codoni) i sindaci dei vicini centri di Piansano, Ischia di le fotografie e biografie non solo dei caduti, ma altresì dei mutilati, o dei rimasti invalidi per ferite nonché Castro, Latera, Grotte di Castro, i presidenti dei Comitati cittadini e della Congregazione di Carità, di quanti hanno meritato encomi, medaglie, promozioni per atti di valore. L’Album stesso sarà conservato una rappresentanza delle donne che pure ha tanto contribuito al raggiungimento della Vittoria, alunni e in piccola cassa forte che murata in una parete della sala predetta, sarà sormontata dalla scritta in marmo insegnati delle scuole. “Album del Martirologio Valentanese nella guerra contro l’Austria 1915-1919 (sic). Il corteo mosse da piazzale Armando Diaz per borgo Lamarmora, piazza Cavour, pavesata con archi L’Albo (cm 30,5 x 19,5 x 10 cm), con copertina in pelle, impressioni in oro e fogli in carta pesan- di alloro, fino a raggiungere ilporticato del Palazzo Comunale ove deve aver luogo lo scoprimento della te color avorio, fu realizzato dalla Legatoria A. Casciani di Roma e reca sul fronte il titolo composto lapide commemorativa e dalla cui loggia fu dato discorso dal sottoprefetto Silvio Buglione di Monale, dall’avv. Simone Simoni: Immagini e memorie dei valentanesi con la morte col sangue col dolore con l’opera trovandosi assente l’oratore ufficiale, Fausto Salvatori, in quanto ancora in via di guarigione. La cerimo- della gesta italica 1915-1918 Benemeriti. In questo Albo d’oro nel Civico Palazzo custodite Per affetto di nia dell’inaugurazione, narrata da Torquato Barbacci, continua con lo scoprimento della lapide ai caduti, popolo e decreto del Comune XX Settembre 1919. La titolazione risulta composta già in data 21 agosto cui fecero ala le Associazioni dei mutilati, le rappresentanze delle autorità convenute. 1919, dopo l’incarico affidatogli dal regio commissario Angelo Rosati, come attestano le due lettere che “Una profonda commozione avviene in tutti quando calò il velo che copre la lapide che è circon- il Simoni trasmise da Orvieto, l’una al cav. Barbacci e l’altra al capitano Angelo Rosati, regio commis- data da corone di alloro e di fiori, fra le quali primeggiano quella delle madri in garofani tutti sario di Valentano, al quale inoltre scriveva: S’intende che qualora il Salvatori (…) ne mandasse una fatta bianchi e nastro bianco con la scritta le madri orgogliose e doloranti, quella delle spose di garofani di da lui, devi considerare questa come non spedita33. color rosa con nastro nero e con la scritta Ai loro cari eroi ,quella del Municipio di garofani rosso- 37 A differenza di quanto deliberato dalla Commissione per la composizione dell’Albo d’Oro comu- fiammante con la dedicaIl Municipio per la cittadinanza riconoscente , quella del Comitato di As- nale (1 agosto 1919), nel volume sono state raccolte le sole fotografie e biografie dei Caduti, escludendovi sistenza Civile in metallo bronzato di quercia e alloro con la palma del martirio. Il nastro tricolore ha in lettere d’oro la scritta a perenne ricordo”. Seguirono l’intervento del commissario regio le schede personali con foto dei mutilati, dei feriti e invalidi di guerra, dei feriti semplici, dei decorati e degli encomiati. Le pagine finali dell’Albo raccolgono le firme delle autorità civili, militari, degli ospiti, che presenziarono alla cerimonia d’inaugurazione, tra le quali sono anche quelle del deputato al Parlamento Luigi Federzoni34 e di Tonino Marzi, un eccellente fotografo di Corneto (Tarquinia), la cui presenza rinvia alla possibile più ampia documentazione della cerimonia d’inaugurazione e alle foto (formato tessera) dei caduti per l’Album35. La pagina che dà il titolo alla sezione delle firme degli ospiti reca i versi finali, adattati, del carme Dei Sepolcri, il cui autore sebbene non citato (in quanto pleona- stico?) è da tutti facilmente riconoscibile. (…) Onore di pianti(…) finchè fia santo e lagrimato il sangue/ per la patria versato(…)36.

L’inaugurazione della lapide ai caduti Nella seduta di Giunta del 22 giugno 1919 era stato dato l’ incarico a F. Salvatori di dettare la epigrafe ai caduti e a tenere il discorso commemorativo al momento dell’inaugurazione del monumento fissato per il 20 settembre, anniversario dell’ingresso dei Bersaglieri italiani in Roma (1870) e dell’unione del Lazio al Regno d’Italia. Il sabato del 20 settembre 1919 fu preceduto da una pioggia torrenziale per l’intera giornata del 19. Nel mattino di sole del giorno 20: Le vie principali, le finestre e i balconi, dalle case più modeste ai prin- cipali palazzi, furono adornate col tricolore immortale con arazzi, con fiori, con gli stemmi d’Italia, della gloriosa Casa Savoia, dei Comuni del Mandamento e limitrofi con archi e corone di lauro e di quercia. Tra le autorità convenute furono presenti: il sottoprefetto di Viterbo, conte Silvio Buglione di Monale, il

33 Le due lettere sono allegate al registro dell’Albo d’Oro; il contenuto della titolazione è accluso al fasc., Festa Caduti 1919. 34 Luigi Federzoni (Bologna 1878 - Roma 1967), collaboratore del Resto del Carlino e del Giornale d’Italia, fu nel 1910 tra i fondatori del movimento nazionalista e nel 1911 dell’ Idea nazionale. Deputato nazionalista dal 1913, fu interventista e pluridecorato della Prima Guerra mondiale. Dopo la fusione dei nazionalisti col partito Fascista fu Ministro delle Colonie e dell’Interno. Fu Presidente del Senato (1929-39), dell’Accademia d’Italia e dell’Istituto della Enciclopedia Italiana. Membro del Gran Consiglio del Fascismo aderì il 25 luglio 1943 all’ordine del giorno Grandi, per cui fu condannato a morte in contumacia dal tribunale fascista. Dopo la Liberazione, condannato all’ergastolo dall’Alta Corte di Giustizia nel 1945, fu amnistiato nel 1947. Cfr, http://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-federzoni. 35 Nel 1943 Tonino Marzi aveva lo studio fotografico nel centralissimo corso Umberto (ora G. Marconi) di Tarquinia; Fig. 5 - Valentano (piazza Cavour): inaugurazione della lapide ai caduti, 20 settembre 1919 (foto Tonino Marzi). vedi; www.angelocannata.it/storiadicivitavecchia/guerra/guerra3.html. 36 Ugo Foscolo, Dei Sepolcri, vv. 296-298. Le pagine dell’Album che raccolgono le firme recano datazione fino all’anno 37 Acva, B. 26, 1919 Conti Consuntivi Allegati, p. n.n. Per la corona grande di alloro, garofani rubino, completa di nastro 1936 ma per la sovrapposizione delle firme non sempre la cronologia appare coerente. di raso giallo, frangia e lettere di metallo nichilato, il Comune pagò a Camillo Tosoni, fioraio in Viterbo, £ 55.

  Bonafede Mancini Valentano: la Guerra 1915 - 1918 …si sta colla morte alla bocca

e le consegne di 13 diplomi di merito e di medaglia d’Argento al serg. Alfonso D’Ascenzi I caduti valentanesi nella Grande Guerra e al sold. Luigi Delmirani e di medaglia di Bronzo al serg. Giulio Cesare De Angelis e al Causa Data di Data di sold. Angelo Guerrieri (morto in combattimento ad Onigo, 22 nov. 1917). Il tono retorico Nr. Cognome Nome Corpo Luogo della morte della nascita morte della narrazione datane da Barbacci stride con la sensibilità moderna ma resta certamente morte utile per conoscere gli eventi che la comunità di Valentano, stretta ai suoi caduti, visse nella Artiglieria da 1 Bacchiorini Carlo 20/01/1882 Valentano 18/03/1920 Malattia giornata del 20 settembre 1919. [Solenne celebrazione della Vittoria delle armi Italiana e a Campagna glorificazione dei Valentanesi benemeriti della Patria] 2 Baldi Domenico Bersaglieri 11/08/1886 Marmolada 21/09/1915 Ferite La foto di Tonino Marzi, recentemente recuperata da M. Benvenuti, restituisce nella sua immedia- 3 Bandiera Francesco Fanteria 14/08/1896 Monte Zebio 31/07/1916 Ferite tezza la solenne e composta partecipazione data dai cittadini al momento dell’inaugurazione della targa 4 Bandiera Nazzareno Fanteria 24/03/1893 San Floriano 25/11/1915 Ferite in piazza Cavour, per la circostanza ornata con festoni e archi decorativi vegetali in verde (bosso, alloro, 5 Battellocchi Angelo M.T. 28/09/1878 Valle Fieno 09/12/1916 Valanga quercia), bandiere (fig. 5). Al centro della foto, attorniato dalle autorità, è il colonnello Francesco Togni del 60° deposito di Fanteria. Le finestre della sala di ricevimento furono pavesate quella di sinistra con 6 Biagini Basilio Fanteria 21/06/1897 Prigionia 11/01/1918 Prigionia 10/09/1882 lo stendardo di Trieste (alabarda di san Sergio) quella a destra con lo stendardo di Trento (aquila spiega- 7 Biagini Brunone Fanteria Prigionia 14/10/1918 Malattia ta, rostrata; leggibile in modo parziale ma identificabile), le due nuove città unite all’ Italia e alle quali (*) Valentano già aveva intitolato una via. La celebrazione della Vittoria continuò ancora nei due successivi 8 Biagini Domenico Fanteria 29/02/1892 Ospedale n. 69 29/08/1915 Malattia giorni con onoranze, tombola, innalzamento di globi e fuochi d’artificio, e gare sportive di corse di 9 Bonini Arduino Fanteria 19/08/1884 Firenze 04/03/1917 Malattia cavalli, tiro a segno, corsa ciclistica. 10 Borchio Cristoforo Fanteria 07/05/1889 Cima Stradon 26/07/1916 Ferite Nel decennio che seguì, il patriottismo spontaneo mosso dalle feste nazionali del 20 settembre, del 24 maggio e del 4 novembre, fu sempre più strumentalmente usato dal Fascismo che lo indirizzò verso 11 Briganti Vittorio Granatieri 10/09/1893 Roma 28/10/1916 Ferite forme di un nazionalismo antidemocratico che vedeva nella democrazia e nella pace la debolezza della 12 Cardarelli Francesco Fanteria 27/12/1890 Tuscania 25/09/1918 Malattia nuova Italia uscita vincitrice nella Grande Guerra. Una vittoria mutilata e che segnata da un forte ma- 13 Cardarelli Sante Bersaglieri 08/06/1884 Monte Colbricon (cima) 11/11/1916 Ferite lessere economico e sociale finì con l’offrire il fianco al fascismo e ai suoi fini eversivi dello Stato liberale. Il 22 maggio 1924, su richiesta dei cittadini (?), il commissario prefettizio Salvatore Febei deliberava di 14 Cardarelli Vincenzo Bersaglieri 04/12/1899 Monte Miel 05/12/1917 Disperso conferire a Mussolini, presidente del Consiglio dei Ministri, la cittadinanza onoraria: considerati i meriti 15 Celestini Carlo Artiglieria da Fortezza 17/01/1878 Spezia 03/07/1916 Esplosione eccezionali e l’opera indefessa e possente di ricostruzione morale e materiale delle decadute sorti dei Comuni 16 Cesarini Cesare Fanteria 05/04/1896 Ospedale da campo n. 33 01/04/1916 Malattia Italiani. Considerato che ogni atto di sua vita è una predizione a più nuove più grandi imprese, un balzo 17 Cionco Giustino Fanteria 06/01/1890 Dolegna 09/11/1915 Malattia verso nuove e più grandi altezze per la fortuna della Patria38. 18 Codoni Andrea Granatieri 11/07/1890 Quota 219 24/05/1917 Disperso Il 4 novembre 2015, I Centenario della Grande Guerra, l’Amministrazione comunale ha messo a Artiglieria da 19 Del Signore Benedetto 04/03/1893 Polazzo 24/07/1915 Ferite piantumazione un cipresso presso il piazzale di San Martino, già Cesare Battisti e Nazario Sauro. Una Campagna piccola targa, aggiornata nel numero dei caduti, consegna alla memoria l’incipit dei versi del notaio Si- 20 Faggiolani Ulisse Fanteria 09/01/1894 Vertoiba Inferiore 01/11/1916 Ferite mone Simoni (1919) e lascia in chiusura, per tutte quelle tante vite spezzate, un lampo di Emilio Lussu 21 Falaschi Giuseppe Fanteria 12/02/1890 Col di Lana 03/11/1915 Disperso (Un anno sull’Altipiano, 2016: 120)39. 22 Falaschi Giustino Genio 24/09/1898 Vicenza 02/06/1915 Malattia 23 Flamini Salvatore Fanteria 14/03/1884 Ospedale da campo n. 14 02/01/1916 Malattia Ospedaletto da campo 24 Fratini Gaudenzio 416 Autosezione 26/04/1899 07/08/1919 Malattia Per Unire alla Patria n. 26 25 Fratini Simone Fanteria 01/04/1884 Losson di Piave 18/06/1918 Ferite Italiche Terre 26 Grossi Carlo Fanteria 01/06/1895 Quota 144 16/09/1916 Disperso 645 Valentanesi Accorsero Artiglieria da 27 Guerrieri Angelo 23/04/1895 Casa Mondini di Onigo 22/11/1917 Ferite 66 Morirono Campagna In un Attimo l’Eternità 28 Lodolini Arcangelo 1° Rep. Someggiato 01/01/1886 Andraz 12/07/1915 Ferite Ospedaletto da campo 29 Lombardi Alessandro Fanteria 15/05/1895 03/08/1915 Ferite n. 22 38 Acva, G. 6, Deliberazioni della Giunta municipale 1919-1925. Ambulanza chirurgica n. 3 39 30 Longomagni Armando Fanteria 18/10/1883 30/10/1918 Ferite La dedica è stata ricomposta dallo scrivente e data anche in inglese (Itala Bartolaccini). Lo stemma di Valentano nella (Gradisca) targa ceramica (realizzata da Mario Romagnoli) è stato affiancato dalla bandiera Nazionale e da quella Europea a conferma della giovane Europa nata dalle due guerre mondiali. 31 Lottatori Giuseppe Fanteria 15/10/1879 Monte Asolone 25/06/1918 Disperso La mia riconoscenza al sindaco di Valentano, sig. Franco Pacchiarelli, agli impiegati del Comune per avermi agevolato la 32 Lottatori Paolo Fanteria 10/12/1887 Prigionia 10/06/1918 Malattia frequentazione e la consultazione dell’Archivio. Un ringraziamento a Livio Fornari, Mario Benvenuti, Romualdo Luzi, Fabrizio Mancini e Maria Bina Panfini per il loro prezioso aiuto. 33 Madrignani Giuseppe Fanteria 29/08/1895 Monte Spill 20/10/1916 Ferite

  Bonafede Mancini Valentano: la Guerra 1915 - 1918 …si sta colla morte alla bocca

34 Magrini Vincenzo Fanteria 01/02/1884 Valentano 02/11/1918 Malattia BIBLIOGRAFIA 35 Marinetti Primo Bersaglieri 01/01/1898 Casa Pastore 15/06/1918 Ferite Aa.Vv. 1926, Militari caduti nella Guerra Nazionale 1915-1918. Albo d’Oro, vol. I, Lazio e Sabina, 36 Marinetti Roberto Fanteria 20/06/1893 Col di Lana 19/10/1915 Ferite Roma. Artiglieria da Aa.Vv. 1990, Società, opinione pubblica, economia a Viterbo e nella Tuscia durante la Prima Guerra mon- 37 Massetti Domenico 13/08/1893 Cambresco 13/05/1917 Ferite Campagna diale, (Atti del Quarto Convegno di Storia del Risorgimento,Viterbo 4-6 nov. 1988), Viterbo. 38 Mercuri Carlo Fanteria 14/03/1879 Valentano 09/01/1919 Malattia Claudiani M. 2011 (a cura di), Il Risorgimento nel Viterbese 1860-1870, Viterbo. Frazer Brison P. 2014, Garibaldi sul fiume Tyne, Vetralla, pp. 22-29. 39 Milano Felice Fanteria Caporale 23/05/1891 Zagora (Slovenia) 11/11/1915 Ferite Gentile E. 2014, Due colpi di pistola, dieci milioni di morti, la fine di un mondo. Storia illustrata della 40 Momi Lorenzo NULL 31/07/1881 Ravenna 23/12/1917 Ferite Grande Guerra, Bari. 21/01/1895 Giardina A., Sabbatucci G., Vidotto V. 2000, Bari. 41 Moretti Sante Esercito americano Francia 20/10/1918 Ferite Profili storici dal 1900 a oggi, (*) Guerrini P., Vittucci M. 2010 (a cura di), Il Lazio e la Grande Guerra, Roma. 42 Moscini Amilcare Fanteria 16/03/1897 Monte Pallone 27/12/1917 Ferite Halbwachs M. 1987, La memoria collettiva, Milano. 43 Moscini Angelo Fanteria 12/07/1883 Sagrado 15/09/1916 Ferite Isnenghi M. 1989, Il mito della Grande Guerra, Bologna. Melograni P. 1998, Storia politica della Grande Guerra 1915-1918, Milano. 44 Navarra AngelAntonio Fanteria 12/06/1893 Sul campo 24/05/1917 Ferite Lussu E. 2016, Un anno sull’Altipiano, (Narrativa della Grande Guerra) Ed. Corriere della Sera, Milano. 45 Navarra Angelo Fanteria 19/08/1897 Prigionia 27/06/1918 Prigionia Luzi R. 1990, Valentano tra guerra e terra, in Aa. Vv. 1990, pp. 69-80. 46 Nicolai Pietro Fanteria 19/11/1884 Dolina dei Merli 26/05/1917 Ferite Luzi R., Mancini B. 2011, Il Risorgimento nel Viterbese 1860-1870, in Claudiani 2011, pp. 15-21. Forto Tombion Mancini B., Fornari L. 2015, Valentano e la Grande Guerra. Dall’America all’Italia: …ti verremo a 47 Nicolangeli Pietro 1 Sez. Ufficio Strade 28/12/1899 27/02/1919 Infortunio (Primolano) liberar, in La Loggetta. Notiziario di Piansano e la Tuscia, n.103, anno XX, n. 2 aprile-giugno, Piansano, 48 Onori Nazzareno Fanteria 13/02/1885 Malga Zugna 15/06/1916 Ferite pp. 67-68. Mancini B. 2015, Valentano. 1918: la letale epidemia di febbre Spagnola, in La Loggetta. Notiziario di 49 Padroni Alfredo Fanteria 21/04/1897 Viterbo 22/09/1918 Malattia Piansano e la Tuscia, n.105, anno XX, n. 4 ottobre-dicembre, Piansano, pp. 34-36. 50 Parronchi Bernardino Fanteria 14/07/1895 Prigionia 11/01/1918 Prigionia Mancini B. 2016, Valentano. La targa commemorativa a Giordano Bruno, in La Loggetta. Notiziario di 51 Parronchi Matteo 312 Com. Boscaioli 02/02/1879 Borgotaro 30/11/1918 Malattia Piansano e la Tuscia, n.106, anno XXI, n. 1 gennaio-marzo, Piansano, pp. 103-104. Ospedaletto da campo Minniti F. 2000, Il Piave, Bologna. 52 Pensalfine Adorno Fanteria 15/11/1880 09/03/1918 Malattia n. 240 Pizzo M. 2002, Il Vittoriano, Roma. Ospedaletto da campo n. 53 Pesci Nazzareno Fanteria 01/10/1882 06/06/1917 Ferite Winter J. M. 2014, Il lutto e la memoria. La grande Guerra nella storia culturale europea, Bologna. 53 (Villa Vicentina) 54 Petroselli Felice Esercito americano 07/08/1890 Francia 12/10/1918 Ferite 2° Rep. Salmerie 35 Ospedaletto da campo n. FONTI ARCHIVISTICHE 55 Ranucci Antonio 07/10/1881 20/10/1918 Malattia Div. 167 (**) 56 Ranucci Francesco Fanteria 20/02/1889 Rovigo 05/12/1915 Malattia ARCHIVIO COMUNALE DI VALENTANO Deliberazioni del Consiglio comunale: P. 7 (1912-1919), Deliberazioni del Consiglio comunale dal 19 sett. 57 Ranucci Italo Mitraglieri 09/03/1896 Monte Monfenera 21/11/1917 Ferite 1912 al 19 dic. 1918 8 Ricci Ferminio Mitraglieri 01/02/1893 Vertojba 24/10/1916 Ferite Deliberazioni della Giunta municipale: G. 6. Deliberazioni della Giunta municipale 1919-1925 59 Santi Giovanni Fanteria 23/02/1895 Prigionia 22/02/1918 Prigionia Registri di Contabilità: B. 58, anno 1919, cat. 1, cl. 8; - B. 26, 1919 Conti Consuntivi, Allegati. - B. 29, 1922 Conti, Consuntivi, Allegati. - fasc. Registri Conti Consuntivi dal 1916 al 1921, n. 29-34 60 Saraceni Domenico Cavalleggeri Catania 15/07/1890 Albania 21/09/1918 Disperso fasc., 1919 Festa in Onore dei Caduti e Combattenti 1 Guerra Mondiale. Albo dei Caduti e Memorie, 61 Scala Edoardo Genio 26/09/1892 Firenze 07/12/1916 Malattia fasc., Festa Caduti 1919 62 Scipio Agostino Boscaioli 09/08/1876 Farini d’Olmo 23/10/1918 Malattia ARCHIVIO PARROCCHIALE DI VALENTANO Piemonte Reale 63 Scorzetti Giuseppe 09/02/1894 San Giorgio di Nogaro 04/11/1918 Ferite Cavalleria DEF. 13, Liber Mortuorum ab anno 1914 ad anno 1921 64 Travaglini Marco Fanteria 17/05/1899 Livorno 01/04/1918 Malattia 65 Venanzi Antonio Fanteria 09/06/1894 Plava (Slovenia) 15/05/1916 Ferite SITOGRAFIA 66 Venanzi Giovanni Fanteria 26/10/1895 Viterbo 21/09/1918 Malattia La documentazione relativa ai caduti di Valentano è stata acquisita dall’Albo d’Oro dei Militari Caduti * Dati personali corretti mediante il Registro degli Atti di Nascite dell’ Anagrafe del Comune di Valentano del Lazio e Sabina. Il volume è consultabile in rete all’indirizzo: www.albodorolazio.it ** Ranucci Antonio: Sepolto a Prilef (Serbia)

TRATTAMENTO DEI DATI (D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196)

  Il monumento ai caduti di Marta

Emanuela Olimpieri

Al termine della Grande Guerra su tutto il territorio nazionale, in ogni singolo piccolo paese e in tutte le grandi città, iniziò il processo di celebrazione e glorificazione del sacrificio della vita di migliaia di giovani caduti sul campo di battaglia. Le tipologie di questo omaggio furono diverse: targhe e lapidi commemorative poste nei cimiteri o in altri luoghi pubblici, parchi della rimembranza, monumenti civili. Nel caso specifico della città di Marta, diversi furono i gesti della comunità nel ricordo dei suoi concittadini morti nella Prima Guerra mondiale. Nel 1920 il Comune dedicò una lapide commemorativa inaugurata il 14 maggio. La lapide è la tipologia più semplice e anche la più diffusa, soprattutto nei centri più piccoli, perché di basso costo economico. La lapide oggi si può osservare su uno dei lati di piazza Umberto I al numero civico dieci; realizzata in marmo bianco, ha forma rettangolare con angoli sporgenti decorati da borchie in bronzo. Nella parte superiore a caratteri maiuscoli è incisa una dedica con la riconoscenza della comunità di Marta ai suoi trentatré

Marta

Fig. 1 - Lapide commemorativa del 1920.

 Emanuela Olimpieri Il monumento ai caduti di Marta

giovani caduti in guerra1. I nomi dei cadu- ria” con sede a Roma in via Tiburtina2. Si prese visione del catalogo dello scultore e poi iniziò una fitta ti sono suddivisi in due colonne e al centro, corrispondenza. incisa, vi è la decorazione di una bandiera Il 9 agosto il Comune chiese al signor Ciocchetti quali, tra le opere che aveva visionato nel catalogo avvolta sull’asta in segno di lutto (fig. 1). dello scultore, potessero essere realizzate con la cifra di lire 12.000, che era l’ammontare della spesa a L’anno successivo il signor Fabrizio Fa- cui il Comune poteva far fronte. L’opera doveva essere realizzata nel tempo di quarantacinque giorni in brizi, facoltoso cittadino romano, si offrì quanto l’inaugurazione era stata prevista per il mese di ottobre. di donare a proprie spese alla città di Mar- Nello stesso giorno il podestà inviava una lettera anche al signor Serafino Porchiella di Bagnoregio ta un monumento ai caduti da porre nella dichiarando la volontà di affidargli l’incarico di realizzare le parti in pietra di basaltina del monumento piazza principale del paese. Il Comune e la ai caduti di piccole proporzioni 3 e, nel caso avesse accettato l’incarico data l’imminente inaugurazione, popolazione si mostrarono onorati di questo lo invitava a conferire con lui immediatamente. gesto generoso e il monumento fu costruito Appena cinque giorni dopo, il 14 agosto, lo scultore inviava una lettera di risposta con l’elenco delle e inaugurato il 22 maggio 1921. Da alcu- varie figure che potevano andare a decorare il monumento e il costo corrispondente; allegati alla lettera ne cartoline dell’epoca si può vedere che il vi erano anche due disegni. Lo scultore propose quattro tipologie di decorazioni: due figure di soldato monumento si trovava al centro della piazza in vedetta in marmo bianco di Carrara, una a figura intera e una a mezzo busto, una vittoria alata in Umberto I; aveva una base triangolare orna- marmo bianco e un soldato lancia bombe in bronzo. Le varie figure dovevano essere montate su un Fig. 2 - Monumento ai caduti del 1921 (stampa di cartolina storica). ta da tre figure di leoni accovacciati ai piedi basamento in pietra locale a cui doveva provvedere il committente secondo i disegni e le misure dello di un masso roccioso alla cui sommità si tro- scultore4. vava la figura di un soldato in piedi con il Segue un’altra lettera del 20 agosto da cui si deduce che in seguito a uno scambio verbale tra il braccio destro alzato (figg. 2 e 3). Comune e lo scultore si arrivò alla scelta finale Il 4 novembre 1921, giorno del terzo anni- definita dal disegno a matita su foglio di carta ve- versario della vittoria dell’Italia nella Grande lina inviato da Giuseppe Ciocchetti al Comune Guerra, sancita con l’armistizio di Villa Giu- (fig. 4). sti (3 novembre 1918), si compì a Roma la Il monumento scelto era composto da basa- solenne cerimonia della sepoltura del Milite mento in travertino m. 2.20 di altezza e m. 1.20 Ignoto presso l’Altare della Patria. Contem- dal gradino con due lapidine in marmo 16 nomi poraneamente in molte città e paesi italiani dei caduti per parte incisi e riempiti di mastice inal- si rendeva omaggio ai propri caduti. Anche terabile. Al prospetto dedica in bronzo MARTA AI a Marta fu organizzata una cerimonia con la SUOI EROI una spada e fascia decorativa pure in celebrazione della Santa Messa alle ore nove bronzo5. Il prezzo del monumento ammontava nella chiesa parrocchiale e al termine il corteo a lire 12.000 che dovevano essere versate in due con tutte le autorità civili, militari e religiose rate da lire 6.000: la prima all’atto di ricevuta del- si mosse fino al monumento ai caduti per de- la lettera e la seconda alla consegna dell’opera allo Fig. 3 - Monumento ai caduti del 1921 (stampa di cartolina storica). porre fiori e rendere omaggio ai caduti. Alle studio dello scultore. Il telegramma del 21 agosto dieci e trenta, mentre a Roma si procedeva destinato a Giuseppe Ciocchetti conferma l’avve- alla sepoltura della salma del Milite Ignoto, a Marta per mezz’ora le campane della chiesa suonavano nuto contratto per il monumento a cui segue il a gloria. La cerimonia terminò con le note dell’Inno del Piave suonate dalla banda musicale del paese. vaglia del versamento della prima rata6. Il monumento non ebbe lunga vita. In una lettera del 6 maggio 1926, scritta dal Comune di Marta Il podestà Donati incaricò l’ingegnere Daniele al presidente dell’ordine dei Combattenti di Roma, si informava, infatti, che il monumento costruito in Marini di compiere gli studi opportuni e neces- cemento e muratura ordinaria per la sua poca solidità non godeva più dell’approvazione né del donatore sari per la costruzione del monumento. In una né della popolazione di Marta, delusi entrambi dalle promesse inattese dell’esecutore del monumento. Lo stato di cattiva conservazione in cui versava il monumento suscitava il malcontento dei martani e lettera del 25 agosto l’ingegnere elenca le analisi la critica dei forestieri e delle autorità civili, tra cui anche il prefetto di Viterbo che aveva proposto la compiute prima di esprimere il suo giudizio in demolizione del monumento. merito. Innanzitutto sosteneva che il monumen- Fig. 4 - Ascm, Disegno del monumento ai caduti inviato da Il podestà rendeva noto, inoltre, che prima di intervenire aveva già informato il donatore del monu- to era una vitale necessità destinata ad appagare il Giuseppe Ciocchetti al Comune di Marta. mento e, con la riconoscenza per il dono alla comunità di Marta, aveva chiesto l’autorizzazione a demo- 2 Giuseppe Ciocchetti era originario di Roma. Aveva un laboratorio a Roma e uno a Pietrasanta in provincia di Lucca. Fu lire e a sostituire il monumento stesso; il signor Fabrizio Fabrizi non si era opposto a questa decisione e attivo dagli anni venti al 1964. Durante il periodo della crisi americana fu l’unico laboratorio che continuò a lavorare. Nel aveva lasciato il Comune libero di provvedere come meglio avesse creduto. 1933 aderì al Fascismo e decise di licenziare gli operai che rifiutarono l’adesione al partito. Fu tra le ditte che parteciparono Dal mese di maggio al mese di agosto il Comune si attivò per la realizzazione del nuovo monumento alla realizzazione dello Stadio dei Marmi di Roma. 3 e contattò lo scultore Giuseppe Ciocchetti, direttore e proprietario degli stabilimenti “L’Arte Funera- Archivio Storico comunale di Marta (d’ora in poi Ascm), Corrispondenza, fasc.1. 4 Ascm, Corrispondenza, Lettera 9 agosto 1926, fasc. 1. 5 Ascm, Corrispondenza, Lettera del 14 agosto1926, fasc. 1. 1 Fedeli 2009, p. 127. 6 Ascm, Corrispondenza, Lettera del cav. Giuseppe Ciocchetti al podestà di Marta del 20 agosto 1926, fasc. 1.

  Emanuela Olimpieri Il monumento ai caduti di Marta sentimento della comunità martana che voleva “eternare” la memoria dei cittadini caduti in guerra. torità giudiziaria e nel caso dei bambini ne avreb- Valutò il monumento donato dal signor Fabrizi e lo definì una bruttura e una goffaggine che andava a bero risposto i genitori (fig. 5). menomare il ricordo di chi aveva sacrificato la propria vita per la Patria7. L’ingegnere prese visione an- Da una serie di lettere di invito a varie autorità che dei disegni e del preventivo inviato al Comune dal cav. Ciocchetti e giudicò positivamente il “mo- e associazioni si deduce che l’inaugurazione uffi- numentino” definendolo esteticamente bello e adatto a esprimere il sentimento patriottico dei martani. ciale del monumento venne fissata per il giorno Lo stesso ingegnere valutò, inoltre, l’ammontare della spesa a cui il Comune di Marta doveva far fronte: 28 novembre alle ore 14. Oltre all’inaugurazione alla cifra di lire 12.000 per l’opera scultorea si doveva aggiungere il trasporto e il montaggio dell’opera del monumento nella stessa occasione fu con- per la cifra di lire 1.000, il costo della ringhiera in ferro battuto posta a protezione del monumento per segnata la bandiera alla stazione dei Carabinieri la cifra di lire 3.000, il basamento e le colonnine a sostegno della ringhiera in pietra di basalto per la RR. CC. e un nuovo gagliardetto alla sezione del cifra di lire 1.000 per un totale di lire 17.000. Fascio. Non ci sono notizie sul programma della In seguito alla relazione dell’ingegnere si arrivò alla delibera n. 23 del 27 agosto 1926 in cui il po- cerimonia di inaugurazione rimane un foglio con destà di Marta dichiarava di costruire il nuovo monumento da porre al centro della piazza Umberto I l’elenco delle autorità civili e religiose, delle asso- come gesto di memoria e di ricordo dei cittadini gloriosamente caduti per la Patria. ciazioni e di altri cittadini illustri che furono in- Stabiliva inoltre di acquistare la statua del monumento dallo scultore cavalier Giuseppe Ciocchetti e vitati (figg. 6 e 7) ed è inoltre conservata la lettera il Comune si faceva carico della spesa di lire 4.000 per i lavori di trasporto e montaggio dell’opera, per di invito indirizzata al donatore del primo monu- la ringhiera in ferro battuto e il gradino in basalto di Bagnoregio. mento ai caduti, il signor Fabrizio Fabrizi, dove A questo si aggiungeva il fatto che i cittadini benché poveri avevano raccolto la somma di lire 3.000 ancora si manifesta la riconoscenza per il genero- riducendo, quindi, la spesa a carico del Comune a lire 14.000, che sarebbero stati stornati dallo stan- ziamento di lire 40.000 nel Bilancio per i servizi igienici8. Il Comune il 26 agosto tramite lettera si rac- so gesto rivolto alla città di Marta. Tra le lettere comandò con la ditta Ciocchetti della precisione dei lavori e della puntualità nella consegna dell’opera di invito sono conservate alcune copie dell’invito entro il 12 settembre in quanto era stata già fissata la data dell’inaugurazione la domenica successiva, da parte del Comune alle famiglie dei caduti in 19 settembre9. Il Comune di Marta richiedeva, inol- guerra da compilare con il nominativo del caduto tre, le misure della base e delle colonnine in basalto e le lettere e i telegrammi di risposte tra cui quella da ordinare presso i laboratori di Bagnoregio, misure dell’Associazione Nazionale dei Mutilati e Invali- che vennero inviate il 7 settembre. A causa di di- di di Guerra (fig. 8). sguidi e problemi tecnici non vennero rispettate né la Il monumento ai caduti a distanza di novanta data di consegna né quella di inaugurazione che sarà anni si presenta integro nelle sue parti e in buono di fatto posticipata al mese di ottobre. Il 14 ottobre stato di conservazione con il gruppo scultoreo del il podestà invia un telegramma a Serafino Porchiel- soldato in vedetta sul basamento gradinato deco- la pregandolo improrogabilmente di recarsi presso il rato dalla spada e dalla fascia in bronzo e le lapidi Comune di Marta il giorno successivo per effettuare con i nomi dei caduti (fig. 9); alle due lapidi ori- la posa in opera del pietrame del monumento 10. Due ginali è stata aggiunta la lapide sul lato posteriore giorni dopo, il 16 ottobre, il podestà invia un ulte- al termine della Seconda Guerra mondiale con i riore telegramma a Giuseppe Ciocchetti chiedendo nomi dei “MORTI IN GUERRA 1940 - 1945” di inviare una persona a Marta a spese del Comune (fig. 10). per la posa in opera del monumento ingentissimo 11 e lo scultore risponderà che l’ammontare delle spese giornaliere, vitto, alloggio, viaggio di andata e ritor- no del suo assistente ammontano a lire 50. Il monumento il 1° novembre era stato realizzato in tutte le sue parti tanto che il podestà emise un’or- dinanza in cui si vietava rigorosamente di toccare, introdursi all’interno del monumento, imbrattarlo e danneggiarlo anche in modo lieve; chi avesse violato Fig. 5 - Ascm, Ordinanza del 1 novembre 1926. questo provvedimento sarebbe stato deferito all’au-

7 Ascm, Corrispondenza, Lettera del 25 agosto 1926, fasc. 1. 8 Ascm, Delibera del 27 agosto 1926, Delibera N. 23 del 27 agosto 1926, fasc. 1. 9 Ascm, Corrispondenza, Lettera del 26 agosto1926, fasc. 1. 10 Ascm, Corrispondenza, Telegramma 14 ottobre 1926, fasc. 1. Figg. 6, 7 - Ascm, Elenco degli invitati alla cerimonia di inau- Fig. 8 - Ascm, Copia dell’invito del Comune alle famiglie 11 Ascm, Corrispondenza, Telegramma del 16 ottobre 1926, fasc. 1. gurazione. dei caduti.

  Emanuela Olimpieri Il monumento ai caduti di Marta

Caduti del Comune di Marta nella Prima Guerra mondiale Catanesi Giovanni L’elenco dei nomi dei caduti della Prima Guerra mondiale presenti sulla lapide commemorativa Ciarmatori Paolo del 1920: Cascitti Angelo Calandrelli Alessandro Capitano Lupi Ugo Calandrelli Biagio Maurizi Romeo Fratini Pietro Arcangeli Giovanni Furietti Mario Baldi Bernardino Gentili Biagio Baldi Gorgonio Gianlorenzo Giuseppe Governatori Costantino Moretti Angelo Mengoni Pietro Gatti Riccardo Mantovani Luigi Marinacci Filippo Ovidi Gio. Maria Palombo Attilio Rinaldi Domenico Antonio Rocchi Arcangelo Silvestri Giovanni Sassara Alcide Stella Pasquale Sassara Anacleto Venanzi Bernardino Venanzi Angelo Volpi Luigi Zerbini Antonio Moretti Francesco

Nella lapide commemorativa i nomi dei trentatré caduti, disposti su due colonne, sono incisi in ordine alfabetico, con alcune eccezioni, dopo il nome del capitano Lupi Ugo. Nel monumento ai caduti del 1926 i nomi di coloro che hanno perso la vita in guerra vengono di- sposti in gruppi. Nella lapide del lato destro sono incisi diciannove nomi in ordine alfabetico dei morti in guerra e il nome di un disperso; accanto ad ogni nome compare il grado militare. Nella lapide del lato sinistro invece sono stati incisi i nomi di sei soldati dispersi in combattimento, due soldati morti in prigionia e dieci soldati morti per causa di guerra. Rispetto alla lapide commemo- rativa nel monumento sono stati aggiunti i nomi di cinque soldati: Moretti Francesco, Nicolai Guerri- no, Rossi Pietro, Ugolini Angelo e Vitali Giovanni. Fig. 9 - Monumento ai caduti del 1926 (lato anteriore). Fig. 10 - Monumento ai caduti del 1926 (lapide posteriore).

  Emanuela Olimpieri Il monumento ai caduti di Marta

I caduti del Comune di Marta sono presenti nell’Albo d’Oro on-line, pubblicato dal Ministero della DATA DI DATA DI LUOGO DI CAUSA DI N. COGNOME E NOME CORPO MILITARE Guerra, ad eccezione di sei di loro: Cascitti Angelo, Menconi Pietro, Palombo Attilio, Ugolini Angelo, NASCITA MORTE MORTE MORTE Cempanari Clelio, Nicolai Guerrino, Ovidi Gio. Maria. Soldato, 70° reggimento Tre sono i soldati che sono stati insigniti di medaglie al Valore Militare: il capitano Lupi Ugo, me- 1 Arcangeli Giovanni 18- 05- 1882 6-06-1917 Colonna Disperso daglia d’Argento, e Fratini Pietro e Gatti Riccardo, medaglie di Bronzo. Fanteria Sergente, 1° reggimento Bagnata 2 Baldi Bernardino 4-01-1879 13-12-1916 Caduta di valanga Artiglieria da Fortezza Forgnoccola

Soldato, 95° reggimento Ferite riportate in 3 Baldi Gorgonio 20-051890 27-08-1916 Merna Fanteria combattimento

Calandrelli Soldato, 70° reggimento 4 7-06-1895 12-11-1915 Oslavia Disperso Alessandro Fanteria

Soldato, 3° reggimento 5 Calandrelli Biagio 11-02-1885 23-10-1918 Orbetello Malattia Bersaglieri

Soldato, 47° reggimento Ferite riportate in 6 Cascitti Angelo 20-05-1890 ? ? Fanteria combattimento

Soldato, 30° reggimento Monte 7 Catanesi Giovanni 7-09-1887 Disperso Fanteria San Michele

8 Cempanari Clelio 1881

Soldato, 25° reggimento Ferite riportate in 9 Ciarmatori Paolo 8-07-1887 12-08-1916 Santa Lucia Fanteria combattimento

Soldato, 37° reggimento Ferite riportate in 10 Fratini Pietro 6-3-1892 21-10-1915 Villanova Artiglieria da Campagna combattimento

Caporal Maggiore, 60° Ferite riportate in 11 Furietti Mario 30-10-1890 7-11-1915 Col di Lana reggimento Fanteria combattimento

Soldato, 158° Batteria Ferite riportate in 12 Gatti Riccardo 11-12-1889 22-05-1917 Carso bombarde combattimento

Soldato, 60° reggimento Ferite riportate in 13 Gentili Biagio 21-07-1890 12-11-1915 Col di Lana Fanteria combattimento

Soldato, 8° reggimento Ospedale da 14 Gianlorenzo Giuseppe 4-03-1895 21-02-1918 Artiglieria da Campagna campo n. 243

Governatori Soldato, 208° Compagnia 15 30-06-1889 3-07-1918 Col dell’Orso Costantino Mitraglieri

Capitano, 130° reggimento Ferite riportate in 16 Lupi Ugo 17-10-1884 25-10-1915 Monte Boschini Fanteria combattimento

Soldato, 60° reggimento 17 Mantovani Luigi 29-11-1894 4-03-1916 Col di Lana Disperso Fanteria

Soldato, 60° reggimento 18 Marinacci Filippo 10-10-1889 27-01-1916 Viterbo Malattia Fanteria

Soldato, 238° reggimento 19 Maurizi Bartolomeo 14-07-1898 6-03-1918 … Tubercolosi Fanteria Monumento ai caduti del 1926 (lapide del lato destro). Monumento ai caduti del 1926 (lapide del lato sinistro).

  Emanuela Olimpieri Il monumento ai caduti di Marta

BIBLIOGRAFIA 20 Menconi Pietro 1886 Aa. Vv. 1920, Cav. Giuseppe Ciocchetti. Scultore Direttore Proprietario degli Stabilimenti “L’Arte Funera- Soldato, 213° reggimento ria”, catalogo. 21 Moretti Angelo 13-09-1916 10-06-1917 Monte Forno Disperso Fanteria Fedeli M. I. 2009, Marta ai suoi eroi, in La Loggetta. Notiziario di Piansano e la Tuscia, n.78, anno XIV, n. 1 gennaio-marzo, Piansano, pp. 126-128. Soldato, 144° reggimento Ferite riportate in 22 Moretti Francesco 2-12-1893 16-06-1916 Monte Zovetto Fanteria combattimento Giorio M. B. 2012, Scultori italiani e italo-americani negli States: attori di un’identità nazionale (1920- 1930), in “Arte in Friuli - Arte a Trieste”, vol. 30, pp. 145-168. Soldato, 8° reggimento Schio, Ospedale Guerrini P., Vittucci M. 2010 (a cura di), Il Lazio e la Grande Guerra, Roma. 23 Nicolai Guerrino 7-05-1899 19-07-1920 Artiglieria da Campagna civile

24 Ovidi Gio. Maria FONTI ARCHIVISTICHE Archivio di Stato di Viterbo Soldato, 88° reggimento 25 Palombo Attilio 10-07-1897 30-10-1918 Marta 30-10-1918 Fanteria Distretto militare di Viterbo, Ruoli matricolari del distretto di Viterbo, regg. 99, 108, 109, 110, 122, 123, 124, 152, 155, 163, 164, 196, 214, 227, 231, 248, 284, 296, 311, 314 Rinaldi Domenico Soldato, 208° battaglione 26 29-08-1876 9-12-1916 Valle Fieno Caduta di valanga Antonio Movimento Terra Archivio storico comunale di Marta Erezione di un nuovo monumento ai caduti, fasc. 1 Soldato, Guardia di Finanza, 27 Rocchi Arcangelo 25-07-1897 25-09-1918 Albania Malattia 18° Battaglione

Soldato, 20° reggimento 28 Rossi Pietro 1-07-1878 13-06-1918 Marta Malattia Cavalleggeri Roma

Soldato, 19° reggimento Ospedale da 29 Sassara Alcide 18-09-1899 15-12-1918 Malattia Bersaglieri Campo n. 23

Soldato, 23° reggimento Ferite riportate in 30 Sassara Anacleto 22-02-1895 18-07-1918 Francia Fanteria combattimento

Soldato, 263° reggimento Ferite riportate in 31 Silvestri Giovanni 23-06-1887 27-05-1917 Quota 100 Fanteria combattimento

Soldato, 83° reggimento Ferite riportate in 32 Stella Pasquale 13-04-1892 12-04-1915 Novoledo Fanteria combattimento

33 Ugolini Angelo 1888 Disperso

Caporal Maggiore, 125° Ferite riportate in 34 Venanzi Angelo 11-04-1883 14-02-1916 Piava reggimento Fanteria combattimento

Soldato, 160° reggimento Monte San 35 Venanzi Bernardino 12-01-1890 21-07-1917 Disperso Fanteria Gabriele

Soldato, 13° reggimento 36 Vitali Giovanni 13-02-1879 30-03-1918 Marta Malattia Artiglieria

Soldato, 12° reggimento 37 Volpi Luigi 17-06-1899 18-04-1918 Prigionia Malattia Bersaglieri

Soldato, 60° reggimento Ferite riportate in 38 Zerbini Antonio 21-04-1892 18-12-1917 Casera Fenelon Fanteria combattimento

  Il monumento ai caduti di Montefiascone

Normando Onofri L’orgoglio nazionale per la vittoriosa conclusione della Prima Guerra mondiale indusse molti co- muni ed enti pubblici a magnificare l’importanza di quel conflitto e glorificare i caduti che per la Patria avevano dato il bene supremo della propria vita. La materializzazione del desiderio di dare perenne me- moria ai sacrifici compiuti dai nostri soldati si manifestò ben presto pressoché ovunque con l’erezione di monumenti, targhe ricordo, cenotafi, cimiteri di guerra e via dicendo. A Montefiascone, come in molti altri comuni d’Italia, gli entusiasmi iniziali di fare cose mirabili per onorare i caduti, gli invalidi ed i reduci dovette tuttavia limitarsi alle disponibilità economiche delle casse comunali. Nell’immediato, l’iniziativa più economica da poter attuare fu la titolazione di alcune strade locali alle città simbolo di quella guerra oppure ai martiri irredentisti e pertanto la toponomasti- ca cittadina del centro ebbe via Trento, via Trieste (attualmente via S. Lucia Filippini), via XXIV Mag- gio, via Cesare Battisti, via Piave.

Costituzione del Comitato pro monumento L’intenzione di erigere un adeguato monumento per onorare i centottantasei caduti montefiasconesi cozzava con la reale difficoltà economica cittadina per questo si ebbe un iniziale accantonamento di quella volontà. Tuttavia, il fiorire di monumenti e targhe alla memoria dei caduti in molti centri vici- ni più piccoli e anche economicamente meno im- portanti di Montefiascone, indusse otto giornalisti (all’epoca si chiamavano “corrispondenti”) locali ad istituire un “Comitato cittadino Pro Monumento ai Caduti”. La riunione costitutiva si tenne il 23 apri- le 1921 alle ore 17,00 presso la Sala Consiliare e in quella occasione il sindaco facente funzioni, Arnaldo Cernitori, fu eletto alla presidenza.

Contributo femminile Costituito il Comitato pro monumento biso- gnava renderlo operativo soprattutto nel reperire la Ascm, Locandina istitutiva del Comitato pro monumento maggiore quantità di fondi possibile per fronteggia- ai caduti. re le spese consistenti che dovevano essere appronta- te. Con il valido aiuto anche di molte signore della borghesia cittadina, si fecero kermesse e riffe (come si diceva allora), pesche di beneficenza, corse di cavalli al fantino, spettacoli vari, ecc. La richiesta di fondi fu inoltrata anche a grosse personalità della politica e dell’economia sia a livello provinciale (all’epoca eravamo sotto Roma) sia regionale e nazionale. Nell’euforia di quel momento d’aggregazione finalizzata, un compito importante se non addirittura trainante lo ebbero le donne montefiasconesi, specie quelle appartenenti alla classe sociale economi- Montefiascone  Normando Onofri Il monumento ai caduti di Montefiascone

camente più importante, che quasi in delle due opere riconduceva ad un unico artista, come fu scoperto dopo la votazione dello stesso giurì e una gara di solidarietà, s’impegnarono l’apertura delle buste con i nomi degli scultori, la Commissione dichiarò concluso il mandato ricevuto per attuare tutte le iniziative che pote- e demandò al Comune di Montefiascone la scelta finale potendo decidere in maniera autonoma per il vano portare ad un vantaggio economi- bozzetto che dava maggior adesione ai sentimenti della cittadinanza. co per il monumento. Dopo le secolari La scelta finale pertanto era lasciata al Consiglio comunale e, seppur contrastata, finì per ricadere sul partecipazioni al solo associazionismo bozzetto che era maggiormente condivisibile con l’idea dell’artista. Che poi non era un sentimento di cattolico e caritativo, le donne monte- guerra o di trionfo sul vinto ma una raffigurazione della sempiterna tragedia ereditata dalle lotte armate fiasconesi erano entrate a far parte, nel con tutti i patimenti conseguenti e la spossatezza umana morale e materiale. 1911 della Croce Verde, la prima asso- Si decise pertanto di scartare il bozzetto che, modificando la classica simbologia tradizionale collo- ciazione laica di volontariato socio-sa- cata verticalmente, non prevedeva in alto il soldato vincitore, più sotto l’iconografia del vinto e sotto nitario montefiasconese, ove esse ebbe- ancora motti e nomi dei caduti. Nel bozzetto escluso l’allineamento era parzialmente invertito poiché ro un ruolo importante. Compito che raffigurava in alto l’intrepida aquila bicipite austro–ungarica che si dibatteva nel dolore cercando di esse seppero svolgere egregiamente così liberarsi dal sottostante soldato italiano che ormai l’aveva ghermita in una stretta poderosa e si appre- come riuscirono a gestire con successo stava a finirla con il suo pugnale. I consiglieri comunali fecero notare che da quel gruppo scultoreo, non nelle nostre famiglie di contadini, arti- a caso denominato “Lotta”, si traeva un’idea di scontro, conflitto e mortale contesa mentre forse era giani e professionisti i sacrifici necessari giunto il tempo di superare la tragica memoria ereditata dal contrasto bellico con un diverso e nuovo a superare gli anni grami della guerra concetto morale, umano e di pace. dando esse stesse per prime un gran- Fu per questo motivo che, a maggioranza, i consiglieri comunali montefiasconesi preferirono il boz- dissimo esempio di amalgama. Ora, a zetto “Viva l’Italia” perché più rispondente alle finalità del monumento stesso che dovevano essere di pace raggiunta, le donne montefiasco- ricordo dei patimenti sofferti a causa della guerra e soprattutto di perenne memoria civica dei caduti. Corona bronzea con stemma comunale (foto Sandro Scutumella). nesi evidenziarono nuovamente le loro Il bozzetto scultoreo, come meglio sarà chiarito successivamente, rappresentava una Vittoria alata che potenzialità e attivismo dinamico assu- in piedi cercava di sorreggere un soldato morente dopo che per la Patria aveva combattuto con tutte le mendo il ruolo di coprotagoniste nella raccolta fondi pro monumento. sue forze e dato tutto sé stesso. Questa raffigurazione coglieva la presa di coscienza della morte immi- A quasi un secolo di distanza da quei giorni di affannosa ricerca fondi, fa piacere poter ricordare nente sia da parte di chi sta attuando un ultimo tentativo per trattenere in vita l’eroe morente, sia di anche oscuri artisti del mondo circense, in particolare quelli del Circo Comelli che, trovandosi in città chi soccombe ma sa che nessun rimprovero può essergli mosso riguardo al totale dovere compiuto fino in quel periodo, decisero di devolvere l’intero incasso di uno spettacolo al Comitato pro monumento. all’ultimo istante delle proprie forze.

Scelta del bozzetto Ubicazione del monumento Per guadagnare il tempo perso dall’inattività degli anni precedenti, il Comitato si mise subito in Gli amministratori montefiasconesi dovettero trovare, nell’immediato, la soluzione al “problema” contatto con il Ministero della Guerra per ottenere l’assegnazione di dieci quintali di bronzo che si sti- di dove ubicare l’erigendo monumento. Si fecero varie congetture che però più o meno direttamente mavano sufficienti per la fusione del monumento e che l’Ufficio Materiali Residuati concesse nel giro convogliavano l’idea che fosse eretto nell’area della Porta del Borgo. Alla fine, le idee prevalenti sulle di un paio di mesi. Per quel bronzo, da prelevarsi entro il 31 luglio presso l’Arsenale dell’Artiglieria di quali scegliere furono tre: c’era chi voleva istallarlo di fronte al cancello d’ingresso del Prato Giardino Napoli, considerata l’alta finalità patriottica, il Ministero praticò un prezzo di favore pari a quattrocen- (che all’epoca era situato più a sinistra del punto centrale odierno), chi voleva collocarlo poco prima tocinquanta lire il quintale. dell’inizio della discesa che conduce alla chiesa di San Flaviano e chi intendeva posizionarlo all’interno Per la scelta del monumento da erigere, ci si rese subito conto che in città mancavano persone qua- del Prato Giardino comunale. lificate a giudicare la validità artistica di un’opera che doveva essere molto rappresentativa. Si convenne Tra i fautori della prima ipotesi, il prof. Elio Gramignani produsse di sua iniziativa una piantina 1 pertanto di nominare una Commissione artistica tra i maestri d’arte maggiormente di fama in quel illustrativa con la quale intendeva evidenziare la sua idea di dare la massima visibilità al monumento periodo e, essendo operativi in Roma, meglio potevano valutare la creatività, lo stile, le tendenze, la che doveva essere eretto al centro di un’area pedonale che avrebbe occupato pressoché per intero l’area bellezza ed il significato dei bozzetti scultorei tra i quali scegliere l’opera più degna. della Porta del Borgo delimitata da colonnette. Tale spazio oltre che a contribuire all’abbellimento della I sentimenti dominanti in quel dopoguerra che globalmente aveva fatto contare circa dieci milioni di città grazie ad un maestoso primo impatto, avrebbe facilmente consentito anche ai turisti di passaggio morti, erano quelli di un desiderio diffuso votato non solo alla ricostruzione dei beni materiali distrutti dalla Porta del Borgo di apprezzare l’opera scultorea e dedicare un reverente pensiero ai caduti locali. o abbattuti (case, ponti, strade, ecc.) ma anche ad edificare luoghi comuni di ricordo e memoria di chi La seconda ipotesi di collocare il monumento poco sopra l’inizio della discesa verso la chiesa di San era divenuto, con il dono della vita alla patria, un bene comune immateriale. Flaviano non ebbe seguito, mentre sempre più adesioni ebbe l’idea di collocare la scultura all’interno Con questo spirito il Consiglio comunale di Montefiascone accolse il verdetto del giurì romano da- del Prato Giardino nella stessa area centrale che all’epoca ospitava “una fontana rustica” circolare co- tato 5 giugno 1921 che, su sei concorrenti, aveva assegnato la palma di vincitore non ad un solo bozzetto struita nel 1907 con sassi di travertino da Ignazio Ciucci. Quest’ultima ipotesi infine prevalse ottenendo ma a due considerati per la loro valenza artistica ed evocativa a pari merito. Stante poi che l’elaborato il consenso del Consiglio2.

1 Era composta da Arturo Dazzi, scultore e presidente; Giuseppe Urbani, critico; Alessandro Antonelli, pittore; Giuseppe Mastropasqua, critico; M. Giamboni, ingegnere e insegnante. 2 Archivio storico comunale di Montefiascone (d’ora in poi Ascm), Delibera consigliare n. 99 del 22-08-1921.

  Normando Onofri Il monumento ai caduti di Montefiascone

Lo scultore Uno Gera Da parte sua l’artista doveva eseguire l’opera secondo le linee guida che imponevano all’intera 3 Lo scultore Uno Gera di Ripatransone (Ascoli Pi- opera una altezza totale minima di sei metri da ceno) era l’autore dei due bozzetti premiati dal Gran terra mentre la composizione artistica vera e pro- giurì romano per l’erigendo monumento montefiasco- pria non doveva avere una altezza inferiore ai due nese. Laureato in giurisprudenza vinse un concorso metri. Per il basamento e la relativa scalea era pre- alla Corte dei Conti di Roma e ciò facilitò la sua assi- vista la pietra di Bagnoregio o peperino di Viter- dua frequentazione dei circoli artistici della capitale ac- bo mentre la somma convenuta contrattualmente quisendo sempre maggiore tecnica e capacità. Rimase era comprensiva di mano d’opera, assicurazione sempre legatissimo alla sua città natale, di cui fu anche operai e collaudo finale. Tra le altre clausole era sindaco dal 1960 al 1965, e con grande munificenza fece grossi lasciti alla comunità ripana quali il secen- inoltre fissato il termine del 26 novembre per la tesco palazzo Bonomi ove aveva collocato molta della consegna dell’opera finita con penale in caso d’i- sua produzione e anche altre opere d’arte, mobili, ecc. nadempienza, salvo casi di forza maggiore. Tra la sua eclettica produzione artistica va ricordata Cause di forza maggiore indubbiamente ce ne la partecipazione a sei concorsi inerenti la realizzazione furono, ma non fu mosso alcun addebito o richie- di monumenti ai caduti vincendone cinque di cui due sta di penale allo scultore per cui è da ritenere che in provincia di Viterbo: Montefiascone e Acquapen- fu un ritardo giustificato. In ogni caso, si arrivò al dente. Gli altri furono a Sant’Oreste, Montemarciano febbraio 1922 allorquando lo scultore Gera poté e Subiaco. Il sindaco di quest’ultima città con lette- comunicare al sindaco di Montefiascone che il ra del 27-03-1923 chiese informazioni all’omologo suo lavoro stava avviandosi alla fase finale poiché di Montefiascone per saperese l’artista ha esattamente era stata predisposta la cera del bozzetto e entro Ascm, Monumento, progetto Gramignani anno 1921. mantenuto i suoi impegni rispettando il preventivo pat- pochi giorni ci sarebbe stata la colata e, dopo un tuito e quali furono le condizioni di paga- paio di settimane necessarie per ripulire l’opera e mento che codesto Comune o Comitato fece patinare il metallo, si potevano avviare le direttive al prof. Gera. Gradirò anche informazioni per la spedizione dell’opera. sulla [sua] moralità. Il sindaco di Monte- Il gran giorno della celebrazione augurale fiascone nella risposta del 6 aprile scris- Monumento particolare (foto Sandro Scutumella). dell’opera si avvicinava e naturalmente c’era un se che l’artista osservò scrupolosamente gli gran fermento in seno al Comitato pro monu- impegni assunti rispettando il preventivo mento che avviò le riunioni interne per stabilire sia il calendario dei festeggiamenti e quello inaugurale pattuito” aggiunse: “posso affermare che sia chi dovevano essere le tante personalità da invitare alla cerimonia e le conseguenti diramazioni degli a giudizio di alte personalità e di inten- inviti. dimenti il monumento qui eseguito è una Nel frattempo iniziarono anche i lavori di preparazione e consolidamento dell’area centrale del Prato vera opera d’arte originale e ben modellata. Giardino, nella quale insisteva una bassa fontana rotonda, ove impiantare l’opera.

Stipulazione del contratto “Viva l’Italia”: il monumento ai caduti A quel punto allo scultore fu comuni- La struttura monumentale, cui lo scultore impose il nome di “Viva l’Italia”, si presenta come un pic- cato di essere vincitore del bando e di ve- Autoritratto giovanile bronzeo di Uno Gera in una foto dell’anno colo obelisco che si eleva tramite lastre di peperino a scalea. Una base d’appoggio quadrangolare sostie- Uno Gera. 1965. nire a Montefiascone per la sottoscrizione ne la struttura alla cui sommità è collocato il gruppo scultoreo. Celebra una Vittoria alata che, in piedi, del relativo contratto d’incarico. L’artista è pietosamente reclinata verso l’inginocchiato eroe morente cercando di dargli sollievo. Gli sforzi che giunse la prima volta nella nostra città il 26 giugno 1921 e alla presenza del sindaco e dei membri del compie per farlo rialzare riescono solo parzialmente con il sollevamento del braccio sinistro del soldato. Comitato pro monumento furono firmati tutti gli impegni contrattuali tra i quali il più importante era Nella parte destra, ove poggia il baricentro, la Vittoria, la mamma, la donna del soldato può appena quello relativo alla parcella che fu stabilita in £ 27.000 cui doveva sommarsi il costo dei dieci quintali di sostenerlo con la mano sotto l’ascella ma l’eroe ormai è sfinito per le fatiche, le privazioni e le spossatez- bronzo pari a £ 3.375 per un esborso totale di £ 30.375. L’importo era ragguardevole ed il pagamento ze. Non reagisce più e il suo braccio destro riesce appena a trattenere l’arma della sua ultima battaglia, fu stabilito in quattro rate di cui £ 7.600 subito, £ 7.600 alla messa in opera del basamento, £ 7.600 a questa volta contro la morte, che non è la baionetta d’ordinanza ma una daga romana in rimando fusione eseguita e il saldo rimanente di £ 7.575 dopo il collaudo. all’antica potenza imperiale. La Vittoria, con l’orgoglio per l’eroe e il dolore per la sua sicura perdita, si accosta delicatamente 3 Figlio di Fidenzio e Selvaggia Tassone, nacque a Ripatransone il 4-6-1890 ove morì il 30-01-1982. Coniugato con al suo volto. I due visi quasi si sfiorano, l’abbraccio e soprattutto il bacio così simbolicamente cercato l’amata Paola Fianchetti non ebbero figli. Fu presidente di sezione della Corte dei Conti e, oltre ai meriti artistici, fu nominato Cavaliere di Gran Croce. dall’eroe, forse riuscirà a darlo, ma la sua caduta è prossima. E’ questione di un attimo.

  Normando Onofri Il monumento ai caduti di Montefiascone

Inaugurazione del monumento Dopo lunga attesa si avvicinava a grandi passi il giorno dell’inaugurazione fissato per il 28 maggio 1922. Gli inviti furono diramati a tantissime personalità politiche, militari, ecclesiastiche, ad associa- zioni combattentistiche e d’arma. Montefiascone desiderava proprio fare un gran figurone e stava dando il meglio di sé per la riuscita di quella manifestazione nella quale tutto era stato meticolosamente esa- minato e predisposto per uno svolgimento snello e sobrio. Accadde però che proprio una decina di giorni prima dell’inaugurazione si spargesse per la città la notizia che il gruppo scultoreo del monumento raffigurava un soldato nudo morente i cui geni- tali erano ben in vista. Il “chiacchiericcio” paesa- no e lo scandalo fu immediato. A fronte di pochi progressisti e dei membri del Comitato pro mo- numento, molti furono invece quelli che fecero sentire la propria voce di disapprovazioni, censura o condanna. I commenti più negativi e drastici arrivarono dai partiti d’ispirazione cattolica e da Circoli ad essi collegati che non si limitarono al dissenso ma rivolsero al sindaco della città lettere nelle quali evidenziavano la loro disapprovazione. Particolare del monumento. Il Circolo cattolico Juventus comunicò di non intervenire ufficialmente all’inaugurazione del Il gruppo scultoreo costituisce decisa- monumento; i responsabili comunali del Partito mente un’opera pregevole che, indipenden- Popolare Italiano, adducendo “motivi ispirati ai temente dai significati e dalle reminiscenze principii della morale cristiana”, comunicarono il simboliche che implica, dovremmo tutti ap- proprio rifiuto a partecipare alla cerimonia inau- prezzare e valorizzare maggiormente proprio gurale; il presidente della Cooperativa Agricola dal punto di vista artistico. Reduci di Guerra di Zepponami declinò l’invito perché i caduti che ebbero tutti una fede nel cuore Il pilastro sul quale il gruppo scultoreo [sono violati] con un monumento che suona offesa 4 è collocato non è un monolite di peperino . ai principi di questa fede; stesso tono usò il presi- Sulla facciata frontale è ben leggibile la bella dente della Cassa Rurale di Montefiascone il cui Ascm, Manifesto comunale dell’inaugurazione. dedica Consiglio d’amministrazione sdegnosamente de- liberò di non partecipare ad una cerimonia che VINCESTE LA GUERRA invece di dare grato ricordo e senso di pietà profonda per coloro che per la Patria dettero la vita, suona QVI oltraggio alla Religione e al Pudore6. Monumento con evidenziata la fascia posticcia di copertura nudità VINCETE LA MORTE A quel punto la forte ingerenza religiosa sembrava volesse sopraffare l’autonomia politica e ammini- (foto Giancarlo Breccola). strativa del Comune per cui anche se cominciò ad affiorare qualche dubbio tra i componenti del Co- quasi ad eternare il sacrificio umano dei mitato pro monumento, si decise, non senza turbolenze interne, di respingere sdegnosamente le critiche centottantasei caduti montefiasconesi. Sotto 5 ricevute e lasciare il monumento così come l’artista l’aveva concepito e realizzato. il motto e poggiata sul primo basamento fu collocata una corona bronzea con intreccio di rami di Furono stampati e affissi i manifesti del Comune per avvisare ufficialmente la data dell’inaugurazio- quercia e alloro al centro della quale è collocato, a simboleggiare l’intera collettività comunale, lo stem- ne definita per il 28 maggio 1922 alle ore 10,00. Nel manifesto il sindaco Francesco Mocini cercò di ma cittadino così come era raffigurato in quegli anni. smorzare i toni e, per onorare i caduti, di pacificare gli animi: Cittadini! Il Monumento che inauguriamo Nelle fiancate del pilastro sono riportate rispettivamente la data d’inizio della guerra XXIV MAG- è un altare di riconoscenza e glorificazione: gli spiriti immortali dei nostri eroi vi aleggiano d’intorno. In- GIO MCMXV e la data della vittoria IIII NOVEMBRE MCMXVIII. chiniamoci reverenti e commossi davanti a tanta grandezza d’idea: e la cittadinanza senza distinzione di parte, intervenga unanime a rendere più solenne l’alta cerimonia. Lo stesso sindacato dei “corrispondenti”– Comitato pro monumento fece stampare un proprio ma- 4 Dell’assemblamento delle lastre furono responsabili due bagnoresi, Alfredo Bronzetti per la muratura e Leandro Bizzarri per le pietre in peperino. 5 Per questo lavoro extra contrattuale, lo scultore Gera ebbe un ulteriore compenso di mille lire. 6 Le lettere sopra riferite sono datate 17 e 18 maggio 1922.

  Normando Onofri Il monumento ai caduti di Montefiascone nifesto che trasuda ancor oggi concetti politici che di lì a poco diverranno dominanti ma che nel nome Assenza dei nomi dei caduti indelebile dei concittadini caduti cercava una conciliazione e un appianamento sulla controversa nudi- Riguardo al monumento, la cittadinanza rimase sorpresa tà. Nelle ultime righe si comunicava alla cittadinanza che il discorso inaugurale era affidato all’oratore anche per l’anomala mancanza dei nomi dei caduti. La scultu- ufficiale signor Gino Bandini, pro-sindaco di Roma. ra commemorativa era stata voluta ed eretta al centro del Pra- Venuto il gran giorno dell’inaugurazione, tutta la to Giardino affinché divenisse quasi un pubblico reliquiario città era parata a festa e da balconi e finestre abbellite nel parco degli eroi o delle rimembranze e la ragione di questa di fiori sventolavano bandiere tricolori. Le numerose carenza non dipese da omissione e dimenticanza. Purtroppo, autorità intervenute ricevettero il saluto di benvenuto contrariamente a quanto ben visibile su molti altri monumenti, al momento del loro arrivo in città e furono accom- in particolare quelli della nostra area, Montefiascone, a causa pagnate in Municipio, luogo della concentrazione da dell’elevatissimo numero dei suoi figli morti in guerra non poté dove, alle ore 11,00 in punto, il corteo aperto dalla scolpire tutti i nomi semplicemente perché non erano conteni- banda musicale s’avviò verso il Prato Giardino. La lun- bili nel monumento stesso. Si decise pertanto di non trascriver- ga sfilata fu una meravigliosa parata tra due ali di folla ne alcuno nella certezza che ciascuno di loro sarebbe stato per che facevano da cornice e da scorta nel tragitto delle sempre ben presente nei ricordi delle future generazioni. Ma imbandierate vie cittadine. Lungo e tedioso sarebbe ri- così non fu e l’azione di recupero di ogni singolo nominativo è cordare le numerose autorità civili e militari, le tante stata come una riesumazione della memoria. associazioni, le rappresentanze dei comuni limitrofi e Dopo numerose verifiche e controlli7, il numero attuale dei della provincia di Roma, le associazioni combattenti- concittadini caduti nel corso della Prima Guerra mondiale am- stiche e d’arma, i rappresentanti dei reduci e degli in- monta a centottantasei soggetti. Per non disperderne la memo- validi di guerra. ria e il sacrificio essi sono ricordati uno ad uno nell’allegato 1 All’interno del Prato Giardino le associazioni si del presente lavoro. è fuor di dubbio che la mancanza dei nomi sul monumento disposero a corona intorno al monumento ancora co- favorì indirettamente l’oblio non degli eroici caduti ma delle perto. Il primo a parlare fu l’avvocato Benso Volpini loro singole persone con i loro pregi, difetti, comportamenti che a nome del Comitato pro monumento dichiarava e movenze che, nei piccoli centri come i nostri, erano tutte concluso l’impegno associativo e compiva la simbolica conosciute direttamente. Aver avuto l’opportunità di leggere i “Caduti Messaggero del 31-5-1922”. consegna del monumento al sindaco della città sco- singoli nomi e quindi poter ricordare “Pèppe de’ la Rosuccia”, prendo il gruppo scultoreo fin ad allora nascosto al “Tòto dell’Antogna” o “Cèncio de Furanoce”, nomi di como- Ascm, Manifesto inaugurale del sindacato fra i corri- pubblico con un apposito ponteggio e elegantemente do che nel parlato paesano meglio individuano i concittadini, spondenti. sovrastato da venti metri di satin. sarebbe stato come riportarli alla vita e renderli nuovamente Tra gli applausi generali ed al suono e canto dell’In- partecipi dei nostri fatti quotidiani. Per le salme che rientraro- no del Grappa, si manifestò agli orgogliosi intervenuti il pregevole e significativo monumento cittadino. no in città trovando degna sepoltura in una tomba, il cimitero Breve fu il discorso del sindaco Mocini che a nome della cittadinanza accettò la consegna dell’opera divenne il luogo ove i congiunti poterono piangere in maniera e altrettanto succinti furono i discorsi dell’avv. Freddi Cavalletti e dell’onorevole Giorgio Guglielmi. più intima e con dolore più riservato e personale. Purtroppo, Seguì l’oratore ufficiale della manifestazione, Gino Bandini checon alata parola ricordò con calore non tutte le famiglie ebbero indietro i resti dei propri congiun- pulsante i sacrifici e le gesta eroiche dei nostri soldati auspicando che fossero serviti alla stabilizzazione ti che spesso rimasero in luoghi lontani e irraggiungibili o ad- della pace. dirittura insepolti. In quei casi il monumento ai caduti doveva Terminata la cerimonia, il corteo, sempre accompagnato dal suono della banda e dagli evviva di divenire l’omaggio alla nostra gente che, seppure scomparsa, giubilo, risalì ordinatamente corso Cavour e una volta raggiunta piazza Vittorio Emanuele si sciolse. rimaneva presente nei giardini e nelle piazze del paese laddove A cinquanta invitati di maggior rango fu offerto un pranzo al ristorante Tortorella per un costo di £ aveva vissuto e sperato come tanti altri giovani condividendo 1.270,00. A coronamento dell’ottima riuscita della manifestazione inaugurale mancava solamente la sensazioni e chimere. maggior divulgazione possibile dell’evento a mezzo stampa cosa di cui, naturalmente, si fecero carico i Un piccolo particolare può essere illuminante nella consi- corrispondenti locali di varie testate giornalistiche. derazione dei morti e riguarda l’usanza che si aveva alla lettura dei singoli nomi dei caduti, quando gli astanti rispondeva- Notizie di stampa sul monumento no “presente” così come alle litanie delle funzioni liturgiche, quando si snocciolano i nomi dei santi. Quel “presente” così Riproduzione pagina L’ECO (tributo alla Nei giorni successivi la notizia dell’inaugurazione montefiasconese del monumento ai caduti fu imperativo e vivido è poi stato largamente utilizzato nello spet- memoria dei caduti). riferita da molte testate giornalistiche e su Il Messaggero a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, fu- rono pubblicati addirittura due diversi ed elogiativi articoli. Altri quotidiani che divulgarono la notizia furono La Tribuna, Il Piccolo, L’Epoca (di Roma). 7 Ministero della Difesa – DGPM – Roma e Ascm – “L’Eco” giornale diocesano dell’Azione Cattolica.

  Normando Onofri Il monumento ai caduti di Montefiascone tacolare sacrario militare di Redipuglia8 e, successivamente durante il Fascismo, adottato per dare vita della popolazione. Sull’Amministrazione comunale interven- ad una associazione attiva per le famiglie dei caduti chiamata “Presenti alle Bandiere”. ne anche la sezione montefiasconese dei Mutilati e Invalidi di Guerra che, quale ente morale, auspicava di trovare un punto Lungaggini nel saldare lo scultore di pacificazione degli animi riguardo alla nudità artistica e ne chiedeva la correzione per far divenire l’opera un’ara votiva che Con l’inaugurazione del monumento due cose rimanevano da fare: il pagamento del saldo allo scul- consentisse alla cittadinanza di poter onorare i caduti nonché tore Uno Gera e la soluzione al problema della nudità del soldato morente. La raccolta fondi del Comi- tutti i mutilati e gli invalidi. tato pro monumento nonostante l’attivismo dimostrato che fece registrare addirittura alcune donazioni Quest’ultimo argomento non fu evidenziato per mera dema- pervenute da nostri concittadini trasferiti negli Stati Uniti d’America, non fu sufficiente a coprire la gogia ma sollevato semplicemente perché in molte famiglie della totalità delle spese. Intervenne pertanto il Comune che oltre ad aver contribuito con un importo di città era stato diffuso e imposto il categorico divieto alle com- 9 ottomila lire , cercò di blandire il creditore principale, lo scultore Uno Gera, lasciando intendere che sa- ponenti femminili (figlie, mogli e sorelle), di varcare la soglia rebbe stato saldato quanto prima. A dicembre del Prato Giardino per non essere minimamente disonorate dalla del 1922 l’artista tornò a sollecitare il Comune visione di ciò che “i benpensanti” consideravano uno spettacolo per ottenere il saldo del suo avere minacciando osceno e dunque indegno di rappresentare la sacralità dei caduti di adire le vie legali, ma quasi incurante di ciò per la patria. nell’estate del successivo anno 1923 la contabi- Oreste Borghesi, eletto sindaco di Monte- In definitiva tutte le richieste riconoscevano totalmente la fiascone nel 1914 all’età di 29 anni, fu ri- lità del monumento risultava ancora passiva di bellezza dell’opera e il suo alto significato, ma chiedevano che chiamato al fronte e morì in un ospedale oltre cinquemila lire. lo stesso autore apportasse quelle variazioni che, senza alterarne militare nel giugno 1918. Inutili apparivano le sollecitazioni al paga- le linee, riuscissero a conciliare gli animi eliminando i motivi mento da parte dello scultore che si sentiva tra- della discordia cittadina. Condividendo questa impostazione il Consiglio comunale del gennaio 1925 dito da tutta la comunità per l’anomalo com- la deliberò favorevolmente11 a condizione di conoscere anticipatamente la correzione che si riservava di portamento. Si tentò infine di placarlo con approvare, che non ci fosse sostanziale alterazione dell’opera e che la spesa non incidesse sul bilancio una delibera consigliere votata all’unanimità pubblico. Lo scultore Uno Gera si mostrò soddisfatto di questo accordo che non sviliva le linee della sua nel luglio 1923 con la quale il Comune, in via opera d’arte e pertanto cominciò a lavorare per trovare una soluzione idonea. ufficiale, si accollava il debito residuo specifi- cando, per ciascun creditore i tempi precisi di Mutilazione e modifica del monumento pagamento. Per il credito più consistente, quel- lo dello scultore Uno Gera, il Comune s’impe- Dal gennaio 1925 le lungaggini e l’inazione fecero passare tanto di quel tempo che si arrivò senza un gnò al saldo mediante il vincolo di un apposito nulla di fatto al luglio del 1926. Fu in quel periodo che l’esasperato scultore, trovandosi in città, operò stanziamento di bilancio da effettuare nel pri- sul monumento un taglio nelle parti intime dell’eroe compiendo una clamorosa asportazione che lo mo trimestre del futuro anno 1924. L’animo mutilava creando un orrido foro nell’inguine che deturpava l’intera scultura. dell’artista non era per niente sereno e quella L’amputazione dei genitali dell’eroe morente era stata decisa e attuata dallo scultore Uno Gera senza che alcuno ne fosse a conoscenza e naturalmente il fatto spiazzò tutta l’opinione pubblica. Lo stesso Particolare del soldato morente che ha in mano una daga anziché situazione lo disturbava non poco. Dovette una baionetta con evidente rimando alla passata grandezza Consiglio comunale s’interessò della cosa deliberando di chiedere spiegazioni all’autore al fine di deci- tuttavia arrendersi all’evidenza che, a fronte romana (foto Sandro Scutumella). dere in merito ad eventuali azioni future. Ma non ce ne fu bisogno perché lo scultore operò la copertura di una volontà di rispettare le pattuizioni con- dell’inguine dell’eroe nascondendo il foro con una fascia che partendo dai lombi scendeva sul davanti trattuali, il Comune non aveva fondi disponibili e non rimaneva altro da fare che attendere il saldo. occultandone le parti intime. Per compiere quella modifica e sanare la situazione divenuta critica tra lo scultore e il Comune era Nudità della scultura intervenuta direttamente e riservatamente la “Cassa Rurale di Montefiascone” il cui consiglio direttivo, In aggiunta, un’altra situazione irritava l’artista ancora di più e cioè la contestazione fatta alla nudità forte dei convincimenti dei suoi associati, aveva deciso di pagare la somma di cinquemila lira richiesta della sua opera che egli non nascondeva di considerare un vero e proprio capolavoro come in effetti è dal Gera quale suo compenso. Il piccolo istituto di credito fu ben lieto di contribuire alla soluzione nella realtà. In definitiva, non solo non gli si davano i giusti plausi e riconoscimenti per il suo ingegno dello “scandalo” sulla nudità dell’eroe morente e altrettanto felice fu lo scultore che, molto rabbonito artistico ma gli si ricordava continuamente la polemica sulla nudità dell’eroe morente che, anziché so- dall’importo concordato, attuò la soluzione del panneggio posticcio ancor oggi ben visibile che coprì pirsi, prendeva sempre nuovo spunto e vigore disturbando non poco la sua sensibilità. l’obbrobrioso foro sull’inguine. La convinzione generale era che quella “copertura” lasciasse la scultura Risale a quel periodo una lettera diretta al Consiglio comunale dal Collegio cittadino dei Parroci10 artisticamente integra nella sua bellezza e nel significato morale. Se ciò non s’è verificato interamente che propose, con motivazioni religiose e di pudicizia, di mascherare quelle nudità per il buon decoro come era nelle aspettative, si deve pur riconoscere che quella fu la soluzione che accontentava tutti, non solo le varie associazioni e i maschi tormentati ma anche le femmine che poterono tornare a godere della frescura del Prato Giardino. 8 Per continuare a onorare i caduti. 9 Ascm, contributo deciso nel Consiglio comunale del 9 luglio 1921 n. 92. 10 Il vescovo Giovanni Rosi rappresentò privatamente al sindaco le sue titubanze d’ordine morale dalle quali non poteva prescindere sulla nudità dell’eroe. 11 Ascm, Seduta consigliare del 9.01.1925 n. 17.

  Normando Onofri Il monumento ai caduti di Montefiascone

Conclusione 27-03-1916 3 PEPPONI Domenico 24-07-1892 Sold. Ftr. Derna (27-03-18) Quando gli austro-ungarici sottoscrissero gli accordi di resa e i cannoni cessarono di tuonare, una 4 COLLI Giovanni A. Capitano Alp. 28-03-1916 grandissima gioia pacifista percorse l’Italia intera. Quella stessa allegrezza e condanna della guerra, 10-04-1916 tuttavia, non fu raffigurata da molti artisti e scultori in altrettanti monumenti palesemente pacifisti. I 5 NUNZIATI Natale 24-12-1895 Sold. Ftr. Quota 383 pochi che interpretarono esclusivamente il valore e la forza della pace non si trovarono poi in sintonia (25-10-17) con il successivo governo nazionale che decise di abbatterli quasi ovunque cancellandone il significato 6 AMBROGINI Angelo 05-10-1892 Sold.Ftr 12-04-1916 Novalido in una damnatio memoriae. 7 MARIANELLO Salvatore 09-09-1882 C/le Ftr. 13-04-1916 Borgo Il monumento di Montefiascone sopravvisse anche ai rischi della demolizione già disposta e reiterata 8 GUARDUCCI Tommaso 05-07-1888 Serg. Ftr. 06-05-1916 a partire dal 1941 dall’ENDIROT (Ente di Rottamazione incaricato di recuperare rottami metallici e di bronzo per le esigenze dell’industria bellica) accampando scuse, pretesti e fraintendimenti ammini- 9 MASTROROSATO Giuseppe -1890 Sold. Bersagl. 06-05-1916 Col di Lana Quota 98 strativi che fortunatamente portarono alla sua salvezza. 10 COCCIOLA Enrico 17-02-1889 Sold. Ftr. 16-05-1916 Monfalcone La cronaca di “Viva l’Italia” il monumento/scultura ideato e modellato dallo scultore Uno Gera per ricordare tutti i Montefiasconesi che dettero la vita o la carne del proprio corpo in mutilazioni e invali- 11 GIANLORENZO Sisto 14-10-1886 Sold. Ftr. 03-06-1916 S. Michele dità o la propria gioventù, termina qui. Il monumento, con il passare del tempo e a causa della stupidità 12 MARZIANTONIO Vincenzo 1895 Sold. Genio 17-06-1916 Gorizia umana che ha portato a nuove guerre, é divenuto simbolo e memoria di tutti i concittadini morti o 13 SCIUGA Mimmo 31-01-1894 Sold. Ftr. 20-06-1916 Valle Rufo sofferenti a causa di qualunque conflitto e continua a rappresentarne la memoria civica e il rispetto. 14 MARIANELLO Filippo 27-12-1895 Sold. Ftr. 27-06-1916 Battagl. Altipiani ELENCO DEI MONTEFIASCONESI CADUTI 15 PASCUCCI Giuseppe 29-04-1896 Sold. Ftr. 27-06-1916 Battagl. Altipiani NELLA Prima Guerra mondiale 16 PERFETTI Giuseppe 09-03-1891 Sold. Ftr. 27-06-1916 Battagl. Altipiani A NNO 1915 17 PERELLO Alberto -1877 Sold. Art. 03-07-1916 La Spezia Quota 70 18 CARLONI Domenico 02-01-1895 Sold. Ftr. 06-07-1916 Nr. Cognome Nome Nato il Corpo Morto il A Monfalcone 19 PAGLIACCIA Antonio 18-04-1896 Sold. Ftr. 06-07-1916 Monte Zebio 1 NEVI Vincenzo 19-04-1890 Sold. Cavall. 13-06-1915 Cividale 20 CIRIPICCHIO Luigi 17-02-1883 Sold. Ftr. 13-07-1916 Asiago 2 ROSETTO Amedeo 04-12-1889 C/le Ftr. 05-08-1915 Col di Lana 21 CECCHETTI Domenico 19-01-1890 Sold. Ftr. 24-07-1916 Forno di Canale 3 LOZZI Santino 11-12-1890 Sold. Ftr. 17-08-1915 Alessandria 22 MENGHINI Angelo 09-10-1886 Sold. Ftr. 26-07-1916 Ospedale 53 4 ROSCIOLINO Nicola 09-02-1893 Sold. Ftr. 23-08-1915 Osp.d Campo 23 NOTAZIO Pietrp 04-07-1885 Sold. Ftr. 26-07-1916 Col Bricon 5 BELLACIMA Domenico 06-031894 Sold. Bersagl. 21-10-1915 Pad. Silo 24 PEPPONI Giuseppe 09-12-1891 Sold. Ftr. 27-07-1916 Monte Zebio 25 CEVOLO Vincenzo 06-03-1887 Sold. Ftr. 03-08-1916 Ospedale 16 6 FICARI Genuino 20-08-1885 C/le Ftr. 23-10-1915 Tirolo 26 PETTINELLI Americo 08-03-1896 Sold. Granat. 09-08-1916 Segrado 7 RUBECA Alfredo 06-08-1888 Sold. Ftr. 31-10-1915 Col di Lana 27 CARDINALI Domenico 20-02-1893 C/le Ftr. 12-08-1916 Altop.Asiago 8 BERTOCCINI Ottavio 06-12-1879 C/le Ftr. 12-11-1915 Ospedale 03 28 GIULIOBELLO Giuseppe 05-01-1883 Sold. Ftr. 15-08-1916 Gorizia 9 FRANZONI Isidoro 10-04-1887 Sold. Ftr. 13-11-1915 Monte Boschini 29 FEMMINELLA Agostino 13-01-1887 Sold. Ftr. 16-08-1916 Zagora 10 CAPOTOSTO Domenico 07-02-1887 Sold. Ftr. 19-11-1915 S. Michele 30 CAPOROSSI Antonio 23-08-1894 C/le Ftr. 20-08-1916 Col Bricon 31 LOZZI Alcide 25-12-1887 Sold. Ftr. 17-09-1916 Quota 144 Carso 11 FRANCESCHETTI Agapito 08-03-1891 Sold. Ftr. 26-11-1915 Medea 32 PELECCA Pietro 30-01-1876 Sold. M.T.B. 09-10-1916 Vicenza 12 PEPPONI Giulio 29-01-1890 Sold. Ftr. 30-11-1915 33 MAURIZI Domenico 08-01-1888 Sold. Ftr. 10-10-1916 13 SCIUGA Antonio 18-02-1882 Sold. Ftr. 12-12-1915 Oslavia 34 BRACHINI Settimio 09-02-1887 Sold. Ftr. 29-10-1916 14 MERLO Antonio 01-11-1885 Sold. Ftr. 16-12-1915 S. Michele 35 ERCOLANI Adone 1891 Sold. Ftr. 03-11-1916 36 SCOPONI Tommaso 21-12-1894 04-11-1916 Col Bricon 11-11-1916 ANNO 1916 37 FANALI Pietro 28-07-1883 Sold. Ftr. Anghelmi (16-11-1916) Nr. Cognome Nome Nato il Corpo Morto il A 38 GIANLORENZO Antonio 19-02-1889 Sold. Ftr. 18-11-1916 S. Michele 1 CROCETTI Angelo 10-05-1889 Sold: Ftr. 04-01-1916 Mantova 39 BERTOCCINI Mario C/le Ftr 06-12-1916 09-12-1916 2 PICIOLLO Pietro 15-11-1894 Sold. Ftr. 15-02-1916 Cave Sltz 40 MERLO Giuseppe 13-08-1893 Sold. Ftr. (29-11-18) Pordenone

  Normando Onofri Il monumento ai caduti di Montefiascone

ANNO 1917 ANNO 1918

Nr. Cognome Nome Nato il Corpo Morto il A Nr. Cognome Nome Nato il Corpo Morto il A 1 CIANCOLINI Settimio -1884 Sold. Bers. 02-01-1917 Veliki Reibak 1 FETONI Tommaso 20-12-1886 Sold. Ftr. 14-01-1918 Casera 2 SCAGNETTI Nunzio 25-03-1887 Sold. Ftr. 04-02-1917 Ospedale 25 2 SCALABRINI Francesco 01-01-1884 Sold. Bers. 18-01-1918 Bologna 3 BIAGIONI Agostino 14-09-1898 Sold. Ftr. 17-02-1917 Milowitz 3 PERELLO Geremia 06-04-1899 Sold. Ftr. 25-01-1918 Monte Grappa 4 GIUSTI Paolo 08-11-1897 Sold. Bers. 15-04-1917 Col Bricon 4 MOCINI Alessandro 10-11-1899 Sold. Bers. 28-01-1918 Costalunga 5 BURONI Vincenzo 29-11-1883 Sold.Bers. 28-04-1918 Montefiascone 5 DONATI Guido 28-08-1899 Sold. Ftr. 01-02-1918 Cima Valbella 6 BERNARDI Bernardo P. 19-05-1884 Sold. Ftr. 30-04-1917 Petrano Carso 6 BERTUCCINI Filippo 13-11-1897 Sold. Ftr. 05-02-1918 Milowitz 7 FANALI Luigi 29-09-1882 Sold. Zappat. 06-05-1917 Tirreno 7 CEVOLO Arduino 02-03-1897 Sold. Ftr. 06-02-1918 Germania 8 ROSETTO Riccardo 13-05-1887 Sold. Ftr. 24-05-1917 Quota 92 Carso 8 DURANTINI Giovanni 11-03-1888 Sold. Ftr. 17-02-1918 Trapani 9 TORRI Luigi 23-06-1897 Sold. Genio 24-05-1917 Monte Cucco 9 SCUTUMELLA Genuino 05-08-1881 Sold. Ftr. 21-02-1918 Prigionia 10 FEMMINELLA Vincenzo 13-03-1882 Sold.G.Zapp. 24-05-1917 Val Breygon 10 GIANLORENZO Fulvio 13-02-1884 Sold. Ftr. 23-02-1918 Arad 11 CIUCCI Natale 25-12-1886 C. Magg. Ftr. 26-05-1917 Devotak Affondamento 11 MENGHINI Angelo Marinaio 18-03-1918 Nave Tripoli Filippo detto 12 MEZZETTI 26-06-1893 Sold. Bers. 27-05-1917 Doberto 12 PAVONI Giulio 06-09-1891 Sold. Ftr. 29-03-1918 Ungheria Maggiolino 13 13 FIORELLI David 27-02-1880 Sold. Ftr. 02-06-1917 Inferm. 82 CAPITANI Amedeo 20-08-1895 Serg. Art. 05-04-1918 Borgo Piave 14 14 PRESCIUTTINI Francesco 01-03-1891 Serg Magg. 04-06-1917 CIMARELLO Enrico 01-07-1898 Sold. Ftr. 26-04-1918 Rovigo 15 CAMICIA Antonio 04-06-1889 Sold. Bersagl. 28-04-1918 Hoclod Reno 15 PRESCIUTTINI Luigi 16 BAROCCA Felice 22-09-1897 Sold. Ftr 05-05-1918 Frosinone 16 PERLA G. Battista 24-12-1898 Sold. Ftr. 09-06-1917 Montefiascone 17 GUERRA Cesare 15-04-1881 Sold. Ftr. 24-05-1918 17 RANUCCI Genuino 28-05-1878 Sold. Ftr. 12-06-1917 Lubiana 18 GIACOBBI Tommaso 28-12-1897 Sold. Ftr. 03-06-1918 Ospedale 8 18 COTEMME Agostino 27-08-1883 Sold. Bers. 28-06-1917 Ospedale 116 19 MENCHINELLI Giulio 15-02-1890 Serg. Magg. 09-06-1918 Monte Medale 19 CARLONI Enrico 20-01-1886 Sold. Ftr. 09-08-1917 20 BORGHESI Oreste 09-01-1885 Ten. Art. 20-06-1918 Mirano Ven. 20 RASTRELLO Giacinto 02-02-1898 Sold. Ftr. 31-08-1917 San Gabriele 21 RANUCCI Anselmo 16-01-1896 Sold. Ftr. 16-06-1918 Medio Piave 21 CEVOLO Flaviano 24-04-1885 Sold.Mitragl. 05-09-1917 Castagne 12-01-1884 22 BACCI Domenico Sold. Ftr 17-06-1918 Piave 22 MEZI Giovanni 11-02-1882 Sold. Ftr. 09-10-1917 Disperso (13-07-84) 23 PEZZATO Vincenzo 30-11-1886 Sold. Ftr. 17-10-1917 Ospedale 56 23 RICCI Francesco 04-10-1895 Sold 18-06-1918 Bologna 24 PAGLIACCIA Cesare 16-10-1883 Sold. Art. 19-10-1917 Lombai 24 PAPALI Enrico 08-09-1894 C. Magg. Ftr. 20-06-1918 Montello 25 CARELLI Enrico 11-09-1895 Sold. Ftr. 24-10-1917 Bainsizza 25 PASCUCCI Genesio 12-01-1894 Sold. Ftr. 23-06-1918 Mailly 26 CAPOTOSTO Vincenzo 26-01-1891 C. Magg. 27-10-1917 26 SCIUGA Cesare 16-06-1895 Sold. Ftr. 30-06-1918 Col del Rospo 27 PEPPONI Settimio 04-08-1891 Sold. Ftr. 27-10-1917 Passo Faiti 27 CORALLONI Pietro 22-10-1897 Sold. Mitragl. 02-07-1918 Feldbak 28 MANZI Enrico 26-01-1891 Carabin. 31-10-1917 28 RANALDI Enrico 07-02-1892 Sold. Ftr. 05-07-1918 Temespar 29 PAOLETTI Paolo 28-07-1882 Sold. Ftr. 31-10-1917 Caporetto 29 CHIRICOTTO Felice 12-08-1898 Sold. Ftr. 15-07-1918 Sigmundsherberg 30 GRAZIOTTI Graziano 20-02-1892 Sold. Art. 06-11-1917 Valsugana 30 TORRI Pietro 23-01-1896 Sold. Bers. 17-07-1918 Osped. Milit. 31 MOSCETTI Giuseppe 16-11-1896 Sold. Art. 21-11-1917 Viterbo 31 SPAZZA Luigi 14-07-1896 Sold. Ftr. 18-07-1918 Srobnok 32 UGOLINI Luigi 12-07-1879 C/le Ftr. 22-11-1917 Ospedale 165 32 PAVONI Domenico -1895 Sold. Ftr. 20-07-1918 Germania 08-12-1917 33 BENEDETTI Domenico 11-08-1887 Sold.Ftr.USA 08-08-1918 Argonne FR 33 CECCARINI Quirino 15-12-1897 Sold. Ftr. (8-12-1918) Candelù 34 SCOPONI Antonio 21-02-1889 Sold. Ftr. 15-08-1918 Viterbo 34 PERFETTI Giulio 19-11-1879 C.Magg. Ftr. 16-12-1917 Monaster 35 ROCCHI Domenico 12-01-1897 Sold. Bers. 19-08-1918 Ospedale 605 35 CHIODO M. Vittorio 22-10-1899 Sold. Ftr. 30-12-1917 Monte Grappa

  Normando Onofri Il monumento ai caduti di Montefiascone

36 CIUCCI Giuseppe 09-09-1899 Sold. Art. 22-08-1918 Lago di Garda 73 TRIPPA Enrico Tripoli 37 NENCIONI Antonio -1881 Genio Zapp. 23-08-1918 19-12-1918 74 GIUSTI Paolo 28-12-1881 Sold. Ftr. (13-11-18) Roma 38 GIRALDO Mario 24-01-1888 C/le Ftr. 24-08-1918 Ospedale CRI 75 ANGELONI Isidoro -1884 39 TARANTELLO Giuseppe 15-04-1892 Sold. Ftr. ??-08-1918 Disperso 76 CARELLI Amerigo 40 ZAMPETTA Giovanni 26-04-1887 Sold. Ftr. 07-09-1918 Arquata Scrivia 77 MERLO Augusto -1898 41 FETONI Sante 30-10-1892 Sold. Art. 20-09-1918 Ospedale 62 78 SCIUGA Emilio 42 MARENGHI Medardo 10-11-1897 Sold. Genio 23-09-1918 Ospedale 215 79 ZERBINI Antonio -1895 43 CROCETTI Luigi 21-02-1894 Sold. Ftr. 29-09-1918 Merseberg 44 PORRONI Giovanni 02-03-1895 S.Ten. USA 06-10-1918 Argonne (In quel luttuoso 1918 cadde in guerra un montefiasconese ogni 4,62 giorni) 45 BUCCIGLIONI Giuseppe 30-07-1897 Sold. Ftr. 14-10-1918 ANNO 1919 46 LUCARELLI Enrico 15-05-1888 Sold. Ftr. 16-10-1918 Argonne 47 MOSCETTI Florido 08-05-1883 Sold. Art. 16-10-1918 Albania Nr. Cognome Nome Nato il Corpo Morto il A 48 PEPPONI Olindo 16-11-1884 Sold. 18-10-1918 Piacenza 1 MENGHINI Vincenzo 01-09-1898 Sold. Art. 01-01-1919 Montefiascone 49 STEFANONI Antonio Sold. Genio 24-10-1918 Pavia 2 GALETTI Filippo 05-04-1887 Sold. Ftr. 11-01-1919 Ospedale 162 50 BERTUCCINI Pietro 14-10-1888 Sold. Ftr. 26-10-1918 Monte Asolone 3 BUCACCIO Sante 11-08-1900 Sold. Ftr. 27-01-1919 Livorno 51 BELLUCCI Emidio 12-12-1881 Sold. Ftr. 27-10-1918 Montefiascone 4 NAPOLI Giuseppe 14-02-1879 Sold. Terr. 14-03-1919 52 PECORONI Angelo 28-09-1889 Sold. Ftr. 27-10-1918 Argonne 5 MARSILI Antonio 12-07-1900 Sold. Ftr. 22-03-1919 Castel Nuovo 53 TARANTELLO Giraldo 01-02-1889 Sold. Ftr. 28-10-1918 Argonne 6 SENSI Salvatore 27-10-1899 Sold. Bers. 07-04-1919 Bagni Porretta 54 RANUCCI Pietro 13-04-1888 Sold. Ftr. 30-10-1918 7 MOSCETTI Bonaventura 17-11-1898 Sold. Genio 13-04-1919 Torino 55 RANALDI Desiderio 17-08-1889 Serg. Ftr. 31-10-1918 Menthanper 8 CIMARELLO Adamo 23-06-1898 05-05-1919 56 SILVERI Mariano 09-12-1891 Sold. Ftr. ??-10-1918 Austrai 9 RUBBI Ruben 30-06-1895 Ten. s.a.b. 20-07-1919 Cattero 57 PISTONAMI Pietro -1895 Sold. Ftr. 03-11-1918 10 PIERGIOVANNI Pietro 13-11-1893 Sold. Bers. 12-10-1919 Anzio 58 NEVI Geremia 17-03-1892 Sold. Cavall. 04-11-1918 La Tisana 11 CORALLONI Luigi 15-04-1897 Sold. Ftr. 08-11-1919 59 MARINELLI Emilio 18-06-1882 Serg. Ftr. 06-11-1918 Como 12 FERRI Brandino 01-03-1887 Sold. Ftr. 11-12-1919 Roma 60 GOVERNATORI Salvatore Sold. Ftr. 08-11-1918 Montefiascone 61 BARTOLESCHI Antonio 31-08-1892 Sold. Art. 14-11-1918 Ospedale 126 ANNO 1920 62 SCOPARO Cesare 08-01-1882 Sold. Ftr. 19-11-1918 Trieste Nr. Cognome Nome Nato il Corpo Morto il A 63 BUCCINO Ottorino 28-06-1883 Sold. Ftr. 27-11-1918 Montefiascone 1 FIORELLI Agostino 31-08-1897 Sold. Ftr. 09-02-1920 Bologna 64 DOMINICI Agostino 02-08-1882 Sold. Ftr. 29-11-1918 2 CECCOBELLO Trino 08-06-1897 Sold. Bersagl. 13-07-1920 Montefiascone 65 FERLICCA Pietro 14-05-1883 Sold. 29-11-1918 Macerata 3 FERRI Pietro 24-11-1897 Sold. 05-08-1920 Montefiascone 66 FETONI Geremia 21-08-1876 Sold. Ftr. 29-11-1918 4 UGOLINI Pietro 24-02-1892 CC. Ausil. 05-08-1920 Montefiascone 67 BRACHINO Gabriele 03-06-1889 Sold. Ftr. 02-12-1918 Montefiascone 5 BATINELLI Vincenzo 07-12-1889 Sold. Ftr 12-10-1920 Montefiascone 68 BELLACIMA Paolo 26-05-1884 Sold. Ftr. 07-12-1918 Ospedale 155

69 STEFANONI Angelo 13-02-1877 Sold. Ftr. 07-12-1918 Montefiascone ANNO 1921 70 DE GROSSI Agostino 23-10-1890 Tenente Art. 08-10-1918 Brescia 71 PEZZATO Salvatore 14-02-1881 Sold. 11-12-1918 Nr. Cognome Nome Nato il Corpo Morto il A 72 ONOFRI Emilio 08-10-1893 Sold. Art. 13-12-1918 Montefiascone 1 FULVI Salvatore 25-07-1921 Montefiascone

  Il monumento ai caduti di Grotte di Castro

Santa Scatena

Il monumento ai caduti di Grotte di Castro è posto sulla piazza principale del paese e rientra in quella tipologia architettonica che impiega la colonna come forma portante. Tale forma richiama for- temente la monumentalistica romana dei Papi e dello Stato liberale. Ai quattro lati sono poste quattro bombe simbolo della guerra mentre, in cima, la colonna è sovrastata da un tripode emblema del culto degli eroi antichi. La colonna poggia su due basamenti rettangolari che recano sui quattro lati delle lastre marmoree con incisi i nomi dei soldati caduti e dispersi in battaglia1.

Parco della Rimembranza e lapide Appena cessate le ostilità della guerra, il sindaco Giulietti Virgulti Alessandro, durante la seduta del Consiglio comunale del 1° dicembre 1918, deliberò di erigere una lapide marmorea da affiggere sul palazzo comunale, lato via Umberto Nobile, come simbolo di riconoscenza all’Esercito e alla Marina per la vittoria riportata durante gli aspri combattimenti (fig. 1): “(...) in nome di Dio è aperta la seduta ordinaria di autunno per l’anno 1918. Epoca che sente il dovere sincero di rendersi interprete dell’intero Consiglio di inviare un voto di plauso e di rico- noscenza all’esercito e alla marina per la vittoria riportata contro il nostro secolare nemico. Sente altresì di inviare un mesto saluto ai gloriosi caduti sul campo dell’onore. Fa presente che circa qua- ranta nostri compaesani hanno perso la loro giovane esistenza sui campi di battaglia e nell’inviare viva condoglianza alle rispettive famiglie in segno della nostra perenne memoria di iscrivere i loro nomi in una lapide marmorea da affiggere nel palazzo Comunale (...)”2. La lapide venne realizzata ad opera della locale sezione dei Combattenti e Reduci di guerra e inaugurata nel 1920. Su di essa, oltre ad essere incisi i nomi dei soldati, troviamo questa iscrizione3:

NELLA FEDE DEGLI AVI CON LA VISIONE RADIOSA DELLA PATRIA CADUTI GLORIOSAMENTE, MARTIRI DEL DOVERE. QUESTA MEMORIA LA SEZIONE REDUCI POSE - 1920

Un altro tributo ai caduti della Grande Guerra è rappresentato dal Parco della Rimembranza, allestito nel giardino esterno al cimitero comunale di Grotte di Castro. Il progetto prese forma durante una seduta del Consiglio comunale del 1923. In questa occasione il presidente della Giunta municipale comunicò ai membri del Consiglio la volontà di erigere il Parco della Rimembranza: “All’uopo fu nominato apposito Comitato composto dai Sigg. Giulietti Fulvio, Cordelli Sante, Di Giovancarlo Goffredo e Sciarra Sinesio. Sarebbe ora intendimento dell’Amministrazione stessa che detto Parco della Rimembranza sorgesse in memoria dei Caduti del nostro paese nella grande

Grotte di Castro 1 Guerrini, Vittucci 2010, p. 148; pp. 168-169. 2 Archivio Storico Comunale di Grotte di Castro (d’ora in poi Ascgc), Regno I, b. 9-16, vol. XVII, Comune di Grotte di Castro. Registro originale delle Deliberazioni del Consiglio comunale dal 22 Agosto 1914 al 5 Marzo 1921. 3 Marziantonio 2000, p. 181.

 Il monumento ai caduti di Grotte di Castro

guerra europea. Non ritenendosi adatte vie o strade si proporrebbe che esso si eseguisse nel piazzale esterno del pubblico Cimitero, luogo di raccoglimento e consacrato ai morti e così ogni famiglia recasi a portare il tributo di ricordo dei loro cari. È desiderio che la nobile cerimonia coincidesse con la inaugurazione del Monumento già eretto a memoria dei Caduti, che avrà luogo fra breve, quindi invito i Consiglieri Comunali a provvedere subito. Il Consiglio, udita la nobile proposta del Sig. Presidente, ritenuta che ogni manifestazione di affetto verso i Caduti per la Patria sia un dovere di ogni cittadino; con voti unanimi delibera la esecuzione del Parco della Rimembranza il quale dovrà sorgere nel piazzale esterno del pubblico Cimitero, dando facoltà alla giunta Municipale di prendere gli opportuni accordi con il Comitato all’uopo costituitosi e di far fronte alle spese con il fondo delle impreviste stanziato nel bilancio corrente”4. Il Comitato appositamente costituito, insieme alla Giunta comunale, provvederà alla cerimonia di inaugurazione e a far fronte alle spese varie per la costruzione del parco, usufruendo a tale scopo del fondo dell’ Imprevisto stanziato nel bilancio (figg. 2a-b).

Inaugurazione del monumento ai caduti Nella seduta del Consiglio comunale del 5 settembre 1920, si deliberò di costruire un monumento in memoria dei caduti della Grande Guerra, realizzato dal costruttore Mancinetti di Orvieto e di porlo nel borgo Cavour: “Il Signor presidente comunica che il Comitato costituitosi per la erezione di un Monumento ai militari morti caduti in guerra ha avanzato domanda affinché questo Comune voglia accordare un successivo concorso nella spesa. Espone che il progetto di detto monumento compresa la messa in opera ascende a £ 3000. Il Municipio avendo già elargito £ 1000 e la locale Società Operaia egualmente £ 1000 occorre provvedere alle restanti £ 1000. Fa presente che il Costruttore Sig. Mancinetti di Orvieto l’ha già trasportato in questo Comune quindi urge porlo in opera. Dopo varie discussioni in proposito e ritenuto che il ricordo ai nostri caduti per la grandezza della patria nostra a memoria dei posteri: Con voti unanimi il Consiglio Delibera elargire al Comitato per l’erezione del Monumento ai caduti un successivo concorso di lire cinquecento (£ 500) da stanziarsi nel Bilancio del venturo esercizio 1921 esprimendo il parere che esso venga collocato nella Piazza del Borgo Cavour”.

Fig. 1 Ascgc, Delibera comunale per il posizionamento di una lapide marmorea sul palazzo del Comune di Grotte di Castro in ricordo Di conseguenza, nel 1921 il presidente diede ordine di elargire un contributo suppletivo di lire 500 dei caduti della Grande Guerra, 1° dicembre 1918. (fig. 3) al fine di costruire tale opera5. La data per la cerimonia di inaugurazione del monumento fu fissata per la mattina del 23 agosto 1925. A tale scopo, si richiese di provvedere all’imbiancatura e alla sistemazione degli edifici adiacenti il borgo e piazza Cavour e di porvi intorno delle colonne di pietra di Bagnoregio, per un costo totale di lire 18006 (figg. 4a-b; 5a-b). Da quanto detto in precedenza, risulta una forte discrepanza in merito al luogo e alla data di inau- gurazione del monumento. Il dubbio affiora da questo documento ufficiale datato 13 giugno 1924 nel quale il Comitato “pro monumento” espresse la volontà di erigere l’omaggio ai caduti in piazza Fontana Grande e incaricò per il suo posizionamento l’architetto-progettista Catini Luigi indicando, infine, il 17 agosto 1924 come data di inaugurazione7, ma l’idea non venne concretizzata. Infatti, per annunciare ai cittadini l’evento del 1925, venne affisso un manifesto in cui si recitava (fig. 6): “Cittadini! Il giorno 23 corr., inaugurandosi il Monumento ai nostri gloriosi Caduti, si fa invito

4 Ascgc, Regno I, b. 9-16, vol. XVIII, Comune di Grotte di Castro. Registro delle Deliberazioni del Consiglio comunale dal 17 aprile 1921 al 13 febbraio 1926. 5 Ascgc, Regno I, b. 9-16, vol. XVII, Comune di Grotte di Castro. Registro originale delle Deliberazioni del Consiglio comunale dal 22 Agosto 1914 al 5 Marzo 1921. 6 Ascgc, Regno I, b. 9-16, vol. XVIII, Comune di Grotte di Castro. Registro delle Deliberazioni del Consiglio comunale dal 17 aprile 1921 al 13 febbraio 1926. 7 Ascgc, Regno X, b. 26-1925-cat. 9-15, fasc. Comune di Grotte di Castro. Erezione Monumento ai caduti, cit. doc. L’anno 1924 addì 13 giugno (...).

Figg. 2a-b - Ascgc, Delibera comunale per la costruzione del Parco della Rimembranza presso il giardino del cimitero comunale, 1923.  Il monumento ai caduti di Grotte di Castro

Fig. 3 - Ascgc, Delibera comunale relativa al contributo suppletivo per il monumento ai caduti, 1921.

Figg. 4a-b - Ascgc, Delibera comunale relativa all’imbiancatura di piazza Cavour.

Fig. 6 - Ascgc, Manifesto per l’inaugurazione del monumento ai caduti.

all’intera popolazione perchè voglia esporre da finestre e balconi il tricolore, simbolo radioso di nostra gente. La fiamma viva delle nostre bandiere ridesti nell’animo nostro e ravviva il culto per la giovinezza italica eroicamente caduta nelle cento memorabili battaglie della nostra ultima guerra di redenzione! Ora e sempre! Grotte di Castro 21 agosto 1925. Il Comitato”8.

8 Ascgc, ivi, cit. doc. Cittadini! Il giorno 23 corr. (...).

Figg. 5a-b - Ascgc, Delibera comunale relativa alla sistemazione di piazza Cavour.  Santa Scatena

Per organizzare al meglio la cerimonia si predispose uno schema di come disporre tutte le autorità nella piazza con i nominativi di coloro che dovevano costituire il corteo che avrebbe presenziato alla cerimonia (figg. 7a-b-c). La celebrazione prevedeva la consegna del monumento da parte del presidente del comitato del “fascio” Franciosi o Giulietti, al sindaco di Grotte, con un discorso tenuto dal presi- dente Bottai (fig. 8)9. Infine, tutto avvenne come stabilito nel 1920. La cerimonia ebbe luogo la mattina del 23 agosto

Fig. 7c - Ascgc, Elenco degli invitati alla cerimonia. Fig. 8 - Ascgc, Componenti del Comitato d’inaugurazione.

Figg. 7a-b - Ascgc, Elenco degli invitati alla cerimonia.

1925 e il monumento fu posizionato in piazza Cavour. Alla cerimonia presero parte diverse autorità civili e militari, tra gli invitati figuravano infatti Benito Mussolini, Giuseppe Bottai, i sindaci dei vari Comuni della provincia e i prefetti, oltre ai presidenti delle varie Associazioni e Circoli (figg. 9, 10). Anche il sindaco tenne il proprio discorso, innalzando queste parole (figg. 11a-b): “Con vivo sentimento di orgoglio e di compiacimento insieme prendo in consegna questo Monumento a ricordo dei nostri settanta Caduti! Come primo cittadino di Grotte di Castro, come milite di un esercito che non conobbe sconfitte, ringrazio la S. V. di questo segno tangibile ed imperituro di riconoscenza, destinato a tramandare ai figli la gloria immacolata dei padri, ai posteri l’eroismo invitto di un’ intera generazione. Questa ara, innanzi alla quale si raccoglie oggi tutto un popolo, devotamente prono, accenda negli animi nostri una piccola fiamma almeno di quel santo fuoco che ci portò alle radiose giornate della vittoria che ravvicini le menti in un pensiero di pace durevole concordia”10.

9 Ascgc, ivi, cit. doc. Inaugurazione Monumento primo prospetto (...). 10 Ascgc, ivi, cit. doc. con vivo sentimento di orgoglio (...); ivi, cit. doc. Questa Ara, innanzi alla quale (...).

 Fig. 9 - Ascgc, Composizione del corteo. Fig. 10 - Ascgc, Schema per lo svolgimento della cerimonia. Santa Scatena Il monumento ai caduti di Grotte di Castro

Il verde smeraldo di una speranza muta candidi gigli alle armi chiamati un saluto sugli usci delle case rivolgeste alle madri ed alle spose. Giovani figli di questo Paese onore e gloria del popolo Grottano nella solitudine di tanta lontananza la Patria serviste con lungimiranza. Ragazzi di coraggio e di valore tutti noi vi portiamo nel cuore siete i migliori fiori delle stagioni più belle astri nascenti e luminose stelle. La nostra comunità di voi è orgogliosa e fiera vi ringraziamo con emozione vera mentre si leva in alto un grido accorato e tenace: regni sempre nel mondo l’agognata pace.

Caduti di guerra Il tributo di sangue dei combattenti grottani fu di 71 tra caduti e dispersi. Sulla lapide del monumento ai caduti si leggono le seguenti parole: Non le doline del Carso né le acqua dell’Isonzo vi copriranno di oblio, o valorosi di Grotte di Castro, dai campi della gloria grida l’araldo degli eterni, barriera d’Italia le Alpi più delle Alpi i suoi prodi13. Figg. 11a-b - Ascgc, Minuta del discorso inaugurale. Signore, dà a Essi la pace eterna Erano Essi, o Signore uomini di Pace: Alle Varie fasi di ricollocazione loro case, ai loro affetti alle opere loro, li Nel 1960 il monumento, sul quale sono scolpiti i nomi dei caduti e dispersi della Prima Guerra mon- tolse la voce santa del dovere poiché la Patria diale, venne spostato tra il verde del “nuovo giardino pubblico” in via Roma11. Il 12 settembre 2010, al li chiamò con un soffio di fuoco alle opere sue fine di riportare il simbolo di una memoria così preziosa in un luogo dove potesse essere nuovamente e caddero sul campo di Gloria. ammirato, il monumento ha ritrovato la sua originaria collocazione in piazza Cavour con la determina Morirono negli ospedali dopo la dolorosa agonia... n. 217 del 05.07.2010. Il monumento viene quindi arricchito di 4 granate da 210/22 demilitarizzate, Dà pace ad Essi, o Signore, e sia eterno donate a titolo gratuito dal comando logistico dell’Esercito. La cerimonia si è svolta con la deposizione della corona ai piedi del monumento da parte di un vigile urbano e di un militare in alta uniforme, con riposo il premio a Chi cadde per il dovere. il sindaco e l’autorità più alta in grado, mentre la banda eseguiva “Il Piave”. Discorsi e poesie sono stati dedicati da varie figure ai caduti che sacrificando la propria vita hanno permesso all’Italia di essere una, Risplenda su Essi l’eterna luce libera ed indivisibile dalle Alpi allo Stretto. Fu detto ad Essi che la causa per cui combattevano Tra le poesie recitate, questa rappresenta appieno il sentimento della popolazione per i suoi eroi era causa di virtù e giustizia, fu detto caduti12: ad Essi che è santo il morire per dare la luce ai Popoli. Ed essi per questa caddero. Poesia per i combattenti La causa della luce è Tua, O Signore Si ode da lontano una preghiera concedila eterna a Coloro che morirono per Te celata tra i rumori della sera Te ne prega prosternata l’Italia, d’innanzi a te è la voce dei giovani soldati si inchinano i vessilli degli Eserciti che marciano partiti da Grotte e come eroi tornati. per la Vittoria. Così sia.

11 Ruspantini 1988, p. 242. 12 Ascgc, b. 9, fasc. Spostamento e cerimonia inaugurazione Monumento ai Caduti in piazza Cavour. 13 Marziantonio 2000, p. 181.

  Santa Scatena Il monumento ai caduti di Grotte di Castro

DATA DI DATA DI LIOGO DI Francesco Soldato Disperso in Nr COGNOME NOME CORPO MILITARE CAUSA DI MORTE 26 COSTA 15.02.1897 23.10.1917 NASCITA MORTE MORTE di Bernardo 11° Rep. Assalto combattimento Francesco Soldato Disperso in Infermeria 1 ADUCCI 07.03.1899 16.06.1918 Fossalta di Piave Giuseppe Soldato Ferite riportate in di Giuseppe 3° regg. Bersaglieri combattimento 27 COSTA 26.12.1891 30.08.1917 avanzata di di Mariano 11° regg. Fanteria combattimento Domenico Soldato Timau 2 BANDA 24.11.1881 19.10.1918 Firenze Malattia Paolo Soldato Ferite riportate in di Flavio 84° regg. Fanteria 28 COSTA 21.08.1893 5.08.1916 Cima Stradon Giovanni Soldato Ferite riportate in di Vincenzo 60° regg. Fanteria combattimento 3 BARBANO 04.03.1892 23.07.1916 Monte Zebio 206° regg. Fanteria combattimento Vincenzo Soldato Monte San Ferite riportate in di Nazzareno 29 DI SILVIO 31.05.1881 26.08.1917 Gioacchino Soldato Ospedale da Ferite riportate in di Giuseppe 67° regg. Fanteria Gabriele combattimento 4 BERNA 08.04.1896 11.11.1916 di Antonio 201° regg. Fanteria campo n. 204 combattimento Domenico Soldato 30 ERAMO 27.02.1891 01.12.1918 Grotte di Castro Malattia Ermenegildo Caporale Maggiore Ferite riportate in di Alessandro 207° regg. Fanteria 5 BIGIOTTI 23.04.1890 14.05.1917 Plava Quota 383 di Bernardino 95° regg. Fanteria combattimento Francesco Soldato 31 FACCENDA 25.05.1898 1917 Disperso Flavio Soldato Case Ganci Ferite riportate in di Nicola 201° regg. Fanteria 6 BIGIOTTI 18.11.1897 19.10.1917 di Antonio 125° regg. Fanteria (Rio del Bosco) combattimento Flavio Soldato Ferite riportate in 32 FASTELLA 09.03.1898 27.07.1917 Dosso Faiti Giov. Battista Soldato di Domenico 213° regg. Fanteria combattimento 7 BIGIOTTI 09.03.1897 19.08.1917 Selo (Carso) Combattimento di Giovanni 233° regg. Fanteria Alberto Soldato Ferite riportate in 33 FORLINI 1894 03.02.1916 Carpi Salvatore Soldato di Pietro 88° regg. Fanteria combattimento 8 BIGIOTTI 16.04.1897 13.12.1919 Grotte di Castro Malattia di Bernardino 95° regg. Fanteria Angelo Soldato Altipiano della Ferite riportate in 34 FRONIO 10.09.1876 09.10.1917 Angelo Soldato Ospedale da di Giuseppe 750° Centuria Bainsizza combattimento 9 BONALDI 17.05.1880 10.09.1918 Malattia di Gasparre 2° regg. Genio campo n. 119 Ugo Soldato Ferite riportate in 35 GIOACCHINI 15.08.1899 07.04.1917 Prigionia Antonio Soldato Sant’Andrea di Ferite riportate in di Vittorio 1° regg Genio combattimento 10 BRINCHI 07.07.1878 24.06.1918 di Vincenzo 122° regg. Fanteria Fossalta combattimento GIULIETTI Emilio Tenente 36 24.10.1894 01.12.1918 Grotte di Castro Soldato VIRGULTI di Alessandro 29° regg. Fanteria Biagio Ferite riportate in 11 BRINCHI 16.03.1879 90° batt. Milizia 27.11.1917 Neversa Luigi 22° batteria di Ilario combattimento 37 IUZZARELLI 30.04.1883 25.11.1917 Viterbo Malattia Territoriale di A. Maria Artiglieria Autonoma Fernando Soldato Ferite riportate in Ermenegildo Sottotenente 82 Sezione di 12 BRINCHI 14.12.1896 23.07.1916 Monte Zebio 38 MANCINETTI 05.08.1890 25.10.1917 di Salvatore 77° regg. Fanteria combattimento di Gustavo 275° regg. Fanteria Sanità Giuseppe Soldato Monte San Ferite riportate in Enrico Soldato Monte San Ferite riportate in 13 BRINCHI 06.02.1890 14.11.1915 39 MARABOTTINI 16.04.1888 19.11.1917 di Angelo 130° regg. Fanteria Michele combattimento di Angelo 130° regg. Fanteria Michele combattimento Nicola Soldato Disperso in Flavio Soldato 14 CANEPINA 07.10.1890 24.10.1917 Plezzo 40 MARABOTTINI 16.12.1888 26.12.1917 In combattimento di Vincenzo 87° regg. Fanteria combattimento di Vincenzo 60° regg. Fanteria Soldato Valona sulla Nazareno Emilio Soldato Monte San Ferite riportate in 15 CAPACCIA 28.09.1881 185° batt. Milizia 07.09.1916 Nave Ospedale Malattia 41 MORETTI 1889 18.11.1915 di Bernardino di Domenico 130° regg. Fanteria Michele combattimento Territoriale Albaro Salvatore Soldato Disperso in Lorenzo Soldato Ferite riportate in 42 MORETTI 13.08.1896 02.11.1917 16 CAPPELLONI 29.09.1890 04.08.1915 Col di Lana di Mariano 4° regg. Alpini combattimento di Angelo 60° regg. Fanteria combattimento Angelo Soldato Pietro Soldato 43 NICOLAI 10.12.1890 26.02.1918 Prigionia Malattia 17 CAPPELLONI 08.071895 10.06.1918 Prigionia Malattia di Giov. Battista 282° regg. Fanteria di Antonio 84° regg. Fanteria Amedeo Soldato Ferite riportate in Sergente 44 PACCHIAROTTI 24.02.1890 15.10.1918 Francia Domenico di Mariano Esercito USA combattimento 18 CECCARELLI 28.01.1891 208° compagnia 23.10.1917 Alessandria di Nazzareno Valle Giardini Mitraglieri Omero Caporale Maggiore Ferite riportate in 45 PACCHIAROTTI 04.02.1894 12.10.1916 (Altipiano di Sante Soldato Ferite riportate in di Domenico 87° regg. Fanteria combattimento 19 CESARETTI 01.03.1889 05.01.1917 Ravenna Asiago) di Bartolomeo 33° regg. Fanteria combattimento Soldato Maresciallo Umberto Filippo Ospedale di 46 PACCHIAROTTI 14.08.1895 1° regg. Artiglieria 02.08.1916 Viterbo Malattia 20 COCCHI 07.11.1871 6° regg. Artiglieri da 21.04.1918 Malattia di Nazareno di Girolamo Tappa Brescia da Campagna Fortezza Antonio Soldato Martino Soldato Ferite riportate in 47 PATRIZI 18.01.1886 05.01.1918 Prigionia Malattia 21 CONFALONI 12.11.1886 23.10.1915 Monte Sief di Flavio 14° regg. Bersaglieri di Filippo 60° regg. Fanteria combattimento Cristofaro Soldato Carlo Soldato 48 PELOSI 27.11.1888 27.11.1915 Oslavia Combattimento 22 CORDELLI 12.02.1896 31.01.1917 Staianzano Malattia di Francesco 125° regg. Fanteria di Tommaso 226° regg. Fanteria Sigismondo Soldato Gorizia Su Quota Ferite riportate in Flavio Soldato Ospedale da Ferite riportate in 49 PELOSI 04.12.1885 04.10.1916 23 CORDELLI 23.12.1890 3.11.1916 di Felice 223° regg. Fanteria 165 combattimento di Tommaso 73° regg. Fanteria campo n. 95 combattimento Sottocapo Angelo Soldato Ferite riportate in Cannoniere 24 COSTA 12.12.1891 19.09.1917 Sober Alessandro Ferite riportate in di Quirino 204° regg. Fanteria combattimento 50 PESCI 1889 Rr Equipaggi 19.12.1917 Cortellazzo Clemente Soldato Disperso in di Federico combattimento 25 COSTA 27.11.1888 13.07.1916 Monte Zebio Capitaneria di porto di Flavio 130° regg. Fanteria combattimento Civitavecchia

  Santa Scatena Il monumento ai caduti di Grotte di Castro

Soldato Ospedale Soldati decorati con la medaglia d’Argento Ottorino 51 RANIERI 31.01.1886 213° regg. 26.11.1918 da Campo n. Malattia di Raffaele Fanteria 127 Adelmo Ruspantini Antonio Soldato Denver 52 RANUCCI 27.09.1892 28.01 1920 Malattia Tenente dei Bersaglieri, 32° reparto d’Assalto (Arditi), nato il 18 aprie1893 e morto sul campo di di Raniero 51° regg. Fanteria (Colorado) battaglia il 4 ottobre1918 a Croix Sans Tête, decorato con la medaglia d’Argento al Valore Militare Soldato Giuseppe alla memoria con la seguente motivazione: Volontariamente offertosi per condurre un plotone all’attacco 53 RICCI 07.03.1882 125° regg. 02.11.1916 Loquizza Segeti Combattimento di Francesco Fanteria di fortissime posizioni nemiche, superata la prima linea, nella conquista della seconda, cadeva mortalmente Adelelmo Tenente Croix-Sanstête- Ferite riportate in ferito. Con le sue ultime parole si doleva di non poter continuare a combattere. Il tenente Ruspantini era 54 RUSPANTINI 08.04.1893 04.10.1918 di Camillo 32° Reparto Assalto (Francia) combattimento inoltre già stato insignito di un’altra onorificenza, ovvero della Croce di Guerra al Valore Militare, Ospedale mentre prestava servizio nel 76° reggimento Fanteria. In questo caso veniva decorato con queste parole: Giovanni Soldato Ferite riportate in 55 RUSPANTINI 02.09.1881 03.10.1916 da Campo N. di Angelo 20° regg. Fanteria combattimento Rientrato da una ardita ricognizione, prima di recarsi al posto di medicazione perchè sofferente per gas 071 a Palmanova ingeriti, si recò dal proprio comandante per riferire sulla missione compiuta, dando prova di alto sentimento Fernando Soldato Castiglione 14 15 56 SCAPIGLIATI 1889 13.08.1917 Malattia di dovere , 15 luglio 1918, Bois du Patis , d’Ecuelil (Reìms) . di Carlo 70° regg. Fanteria Fiorentino Soldato SCAPIGLIATI Giov. Battista di 57 22.02.1894 70° regg. 13.01.1919 Ferrara Malattia Mario Antonio Vaggi Fanteria Caporale, nato il 18 marzo 1897, Sebastiano Soldato 58 SCAPIGLIATI 06.10.1895 10.08.1916 Zagora Combattimento di Luigi 128° regg. Fanteria effettivo al 1° reggimento Artiglieria Giuseppe 16.09.1881 Soldato Pesante da Campo, 29° batteria, 59 SCATENA 27.11.1918 Torino Malattia di Augusto 2° Parco Carreggio deceduto a Vallelunga il 15 giugno Giuseppe Soldato Ospedale da 1918. Medaglia d’Argento al Valore 60 SCATOLONI 11.02.1894 16.04.1916 Malattia di Francesco 87° regg. Fanteria Campo n. 45 Militare alla memoria con la seguente SCIARRA Vasco Soldato Ferite riportate in motivazione: Sotto preciso e violento tiro 61 28.051897 04.08.15 Col di Lana di Sinesio 60° regg. Fanteria combattimento avversario rimaneva calmo e sereno a Soldato far fuoco accelerato, finché una granata Giuseppe Monte San 62 SIMONELLI 10.01.1891 130° regg. 18.11.1915 Combattimento di Ascenzio Michele nemica lo stendeva morto sul proprio Fanteria pezzo, nobile esempio di devozione al Ermete Soldato Ferite riportate in 16 63 SOCCIARELLI 11.07.1885 04.10.1916 Catania dovere . di Paolo 62° regg. Fanteria combattimento Sante Soldato 64 SOCCIARELLI 07.03.1882 19.12.1918 Foggia Infortunio di Paolo 125° regg. Fanteria 233° Reparto Domenico Soldato 15.06.1918 Someggiato di Ferite riportate in 65 SPADACCIA 23.07.1886 di Sante 157° regg. Fanteria Sanità della 33ª combattimento Divisione Domenico Soldato Ferite riportate in 66 SPERANZA 07.08.1886 31.05.1917 Cima Palone di Sebastiano 124° regg. Fanteria combattimento Giov. Battista di Soldato Ferite riportate in 67 TASCIO 22.12.1889 26.08.1917 Mesniak Antonio 274° regg. Fanteria combattimento Stefano Soldato 68 TASCIO 23.01.1895 25.10.1917 Quota 678 Combattimento di Flavio 12° regg. Fanteria Angelo Soldato 69 TUFO 07.09.1884 01.11.1916 Monte Pecinka Combattimento di Paolo 126° regg. Fanteria Ambulanza Ferite riportate in Flavio Soldato 70 TUFO 18.08.1880 30.10.1918 chirurgica combattimento Foto dell’attestato concesso ad Antonio di Antonio 251° regg. Fanteria d’Armata n° 1 Vaggi medaglia d’Argento al Valore Soldato Militare. Antonio 15.06.1918 Ferite riportate in 71 VAGGI 18.05.1897 1° regg. Artiglieria 29 Batteria di Francesco Valle Lungo combattimento da Campagna

14 http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org. 15 Marziantonio 2000, p. 167, foto dell’attestato concesso ad Antonio Vaggi medaglia d’Argento al Valore Militare. 16 http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org.

  Il monumento ai caduti di Grotte di Castro

BIBLIOGRAFIA Guerrini P., Vittucci M. 2010 (a cura di), Il Lazio e la Grande Guerra, Roma. Marziantonio A. 2000, Avvenimenti tradizioni e immagini di Grotte di Castro 1900-1950, Acquapendente. Ruspantini A. 1988, Storia di Grotte di Castro, Grotte di Castro.

FONTI ARCHIVISTICHE ARCHIVIO DI STATO DI VITERBO Distretto militare di Viterbo, Ruoli matricolari del distretto militare di Viterbo, regg. 63, 64, 80, 121, 165, 178, 182, 197, 210, 211, 212, 229, 230, 232, 246, 262, 264, 279, 283, 297 ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI GROTTE DI CASTRO: Regno I, b. 9-16, vol. XVII, Comune di Grotte di Castro. Registro originale delle Deliberazioni del Consi- glio comunale dal 22 Agosto 1914 al 5 Marzo 1921 Regno I, b. 9-16, vol. XVIII, Comune di Grotte di Castro. Registro delle Deliberazioni del Consiglio comu- nale dal 17 aprile 1921 al 13 febbraio 1926 Regno X, b. 26-1925-cat. 9-15, fasc. Comune di Grotte di Castro. Erezione Monumento ai caduti b. 9, fasc. Spostamento e cerimonia inaugurazione Monumento ai Caduti in piazza Cavour

SITOGRAFIA http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org

Anni 20 - Associazione nazionale combattenti, eroi caduti: Salvatore Bigiotti, Flavio Bigiotti, cap. magg. Ermenegildo Bigiotti, Alessandro Chiappini, Giovanni Delli Poggi, Antonio Maggi, Giovan Battista Tascio (da Marziantonio 2000).

 Capodimonte e i monumenti ai caduti della Grande Guerra

Danila Dottarelli

Nell’ambito della politica del ricordo dei caduti della Grande Guerra, attuata all’indomani della fine del conflitto, il Comune di Capodimonte si distinse per solerzia facendosi promotore della lapide commemorativa e rispondendo, non senza sacrifici, all’appello nobilissimo e pietoso di eternarne la me- moria attraverso la monumentale opera del Parco della Rimembranza1. La ricostruzione delle vicende che portarono alla realizzazione di entrambe le opere si basano esclusi- vamente sullo studio delle carte appartenenti all’Archivio storico comunale di Capodimonte, una parte del quale è depositata presso l’Archivio di Stato di Viterbo, mentre la restante parte presso la sede del Municipio di Capodimonte. Allo stato attuale la documentazione conservata in Archivio di Stato di Viterbo è riordinata som- mariamente, il carteggio non è stato suddiviso secondo uno schema di classificazione e all’interno dei fascicoli difficilmente le carte sono ordinate cronologicamente. Tuttavia, grazie a questo primo inter- vento di riordino, è stato possibile impostare la ricerca, durante la quale si è tenuto conto di tutte le unità archivistiche cronologicamente comprese tra il 1919 ed il 1925. Diversa è la situazione del fondo conservato presso i locali del Comune di Capodimonte dove, in relazione al periodo che ci interessa, è custodito un registro di delibere consiliari2 e, secondo quanto riferito dal referente comunale3 per l’Archivio stesso, non sono conservate le delibere della Giunta, mentre il resto della documentazione risulta non consultabile. Pertanto la dispersione delle carte ha reso difficile, se non addirittura impossibile, documentare il processo che portò alla realizzazione e all’inaugurazione dei monumenti dedicati ai caduti capodimon- tani. Rimane comunque la speranza che questa ricostruzione dei fatti, anche se breve e parziale, possa destare l’interesse di chi ancora crede che la storia debba essere sempre raccontata.

Il ricordo dei caduti nei Parchi della Rimembranza Le strade o parchi della rimembranza furono istituiti con la circolare n. 67 del sottosegretario alla Pubblica Istruzione, Dario Lupi, il 30 novembre 1922; tale comunicazione fu inviata a tutti i Regi Provveditori agli studi. Il testo della circolare recitava quanto segue: “Questo Ministero ha deliberato che le scolaresche d’Italia si facciano iniziatrici dell’attuazione di un’idea nobilissima e pietosa: quella di creare in ogni città, in ogni paese, in ogni borgata la strada o il parco della Rimembranza: per ogni caduto nella grande guerra dovrà essere piantato un albero” 4.

1 Oltre ai due monumenti nel 1994 fu realizzata una stele di pietra che conserva il ricordo dei caduti del Primo e del Secondo Conflitto mondiale, di cui si accennerà nelle pagine seguenti. 2 Cfr. Comune di Capodimonte, Archivio storico comunale di Capodimonte (d’ora in poi Ascc), Registro delle Delibere del Consiglio 1917-1926. Capodimonte 3 Sig. Armando Aluisi referente dell’Ascc conservato presso i locali dello stesso Comune. 4 Cfr. Giusti 2010, p. 192.

 Danila Dottarelli Capodimonte e i monumenti ai caduti della Grande Guerra

Il coinvolgimento nell’iniziativa dei Regi Il Comune di Capodimonte ed il Parco della Rimembranza Provveditorati agli studi testimonia come essa fosse rivolta anche all’infanzia ed alla sua for- Con le nobili premesse contenute nelle disposizioni statali il Comune di Capodimonte si adoperò, mazione nel segno dell’amore per la patria5 e del incalzato dal Regio ufficio scolastico di Roma, fin dai primi mesi del 1923 per istituire il Parco della culto di coloro che per essa persero la vita, con Rimembranza dei propri caduti in guerra. l’intento di determinare una sorta di ideale con- L’8 marzo il Municipio ricevette dal provveditore agli studi di Roma, Clinio Quaranta, un invito tinuità tra il recente passato ed il futuro. affinché si costituisse nella città il Comitato esecutivo per il Parco della Rimembranza: La realizzazione di tale opera, che metteva “Consta a quest’ufficio che codesta Amministrazione non ha ancora provveduto alla costituzione in connessione l’uomo con la natura e la natu- del Comitato Esecutivo per il Parco della Rimembranza. Poiché quest’ufficio rifugge dal pensare ra con la morte, prevedeva la costituzione, nella che la S.V. non voglia commemorare degnamente i Cittadini gloriosamente caduti su Campo giurisdizione di ogni Regio Provveditorato, di dell’onore, prego vivissimamente di volere subito provvedere alla costituzione del Comitato esecu- 11 un Comitato esecutivo che avrebbe incluso un tivo, dandone immediata assicurazione direttamente a quest’Ufficio” . rappresentante della locale amministrazione mu- La risposta del Comune non si fece attendere. Con sollecitudine il 10 marzo furono convocate dal nicipale. Requisito essenziale era l’acquisizione sindaco sei persone con lo scopo di costituire il Comitato che di fatto fu così composto: Giovan Battista dell’elenco dei caduti e l’individuazione della Pierluigi, sindaco, Umberto Panucci, presidente del patronato scolastico, Dionisio Petrilli, giudice con- 6 località in cui collocare il parco ; il Ministero ciliatore, Salvatore Tomasselli, insegnante, Ernesto Bruni, segretario politico del fascio, Biagio Cesetti, dell’Agricoltura-Direzione generale delle foreste medico chirurgo, Giuseppe Rossi, presidente mutilati di guerra (fig. 2). avrebbe provveduto alla fornitura delle piante ri- Agli intervenuti il sindaco rendeva nota la circolare del sottosegretario Lupi12, con la quale si dispo- chieste da ogni Comitato. neva la costituzione di un Parco della Rimembranza, e formalizzava la costituzione del Comitato di Dal punto di vista formale, trascorso nean- cui, nella medesima seduta, fu eletto dagli astanti che un mese dalla circolare, il Ministero del- presidente. la Pubblica Istruzione emanò delle norme atte Lo stesso giorno il presidente eletto inoltrava a regolamentare l’aspetto del parco e a definire l’invito ad intervenire all’adunanza della Giunta, le modalità da seguire per fare attecchire bene che si sarebbe tenuta il 13 marzo, in occasione della la piantina. Un riparo costituito da tre regoli di 13 Fig. 1 - Ascc, Ripari per i viali. quale sarebbe stata definita l’ubicazione del parco , legno, dell’altezza di 1 metro o di 1,50 metri, di- la tipologia di alberi da richiedere e le modalità di stinti dai tre colori della bandiera italiana, avreb- finanziamento per questa impresa tanto nobile bero garantito un aspetto uniforme ai parchi; il regolo bianco, quello più alto, avrebbe ospitato, a pochi quanto gravosa. centimetri dall’estremità superiore, una targa in ferro smaltato dove perpetuare il grado, il nome ed il Il 12 marzo il Comitato inoltrava al Ministero cognome del soldato, la data della sua morte e la battaglia dove aveva perso la vita (fig. 1). della Pubblica Istruzione la richiesta di quaranta Con la legge n. 559, datata 21 marzo 1926, i viali ed i parchi della rimembranza, dedicati ai caduti piante, tutte della stessa specie e della stessa età, da 7 della guerra 1915-1918, vennero dichiarati monumenti pubblici . scegliere tra pini, tigli, platani e cipressi. 8 Più recente è la normativa in materia tra cui la legge 78/2001 nella quale i viali ed i parchi vengono Il medesimo giorno il sindaco scriveva al prov- qualificati beni culturali di interesse artistico e storico rientrando inoltre, come previsto nell’art. 2 com- veditore agli studi di Roma notificandogli la co- 9 ma 1 del decreto legislativo n. 63 del 26 marzo 2008 , contenente disposizioni integrative e correttive stituzione del Comitato e la richiesta, inoltrata al 10 del decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004 , nella categoria dei beni paesaggistici; tra questi si Ministero della Pubblica Istruzione, degli alberi per annoverano anche gli alberi monumentali. il parco. Nonostante gli sforzi degli amministratori e del 5 Il coinvolgimento della gioventù si trasformò in impegno civile con il Regio decreto n. 2747 del 9 dicembre 1923, Comitato, la speranza di vedere realizzata l’opera, Costituzione di una guardia d’onore in ogni Comune ove esistano pubblici monumenti, parchi o viali della Rimembranza in omaggio ai caduti della guerra nazionale, il quale decretava, al fine di mantenere alto e presente nell’animo della gioventù almeno per l’anno corrente, divenne un miraggio. studentesca il sentimento di riverenza e di gratitudine verso i gloriosi caduti per la Patria, l’istituzione di una guardia d’onore; Nel telegramma del Ministero dell’Agricoltu- la scelta sarebbe ricaduta sui due alunni con il profitto scolastico migliore per ogni classedelle scuole elementari superiori e ra-Direzione generale delle foreste, datato 22 mar- delle scuole medie di primo grado. La guardia d’onore avrebbe interessato quattro ricorrenze e cioè l’anniversario dello Statuto, della dichiarazione della Guerra, della Vittoria e della marcia su Roma. zo, trasmesso al Municipio si leggono le seguenti 6 Dalla latitudine e dal clima dipendeva la tipologia di piante da sistemare. parole: Causa tardiva richiesta e l’inoltrata stagione 7 Legge n. 559 del 21 marzo 1926, Dichiarazione di pubblici monumenti dei Viali e dei Parchi della rimembranza; la legge non è possibile spedire le piante richieste per Parco Fig. 2 - Ascc, Costituzione Comitato esecutivo per il Parco fu emanata da re Vittorio Emanuele III. Rimembranza. Consigliasi pertanto rimandare la della Rimembranza. 8 Legge n. 78 del 7 marzo 2001, Tutela del patrimonio storico della Prima Guerra mondiale. 9 Decreto legislativo n. 63 del 26 marzo 2008, Ulteriori disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione al paesaggio. 11 10 Archivio di Stato di Viterbo (d’ora in poi Asvt), Ascc, Miscellanea, Parco della Rimembranza 1923, b. 751. Decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004, Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della 12 Circolare n. 67 del 30 novembre 1922. legge 6 luglio 2002, n. 137. 13 Sull’ubicazione del parco si ritornerà nelle pagine seguenti.

  Danila Dottarelli Capodimonte e i monumenti ai caduti della Grande Guerra cerimonia al venturo autunno, rinnovando, a suo tempo la richiesta14. Il 5 settembre il sindaco scriveva alla Società Anonima Scienza notificandogli di aver ricevuto i 36 Il giorno successivo il sindaco prendeva atto della richiesta accettando senza discutere le direttive del ripari per una somma di £ 449,10; tuttavia tale somma non corrispondeva a quanto pattuito. Era au- Ministero. spicabile che si ovviasse all’errore all’atto dell’invio delle targhe a cui sarebbe stato aggiunto un altro ri- Nonostante ciò il piano di allestimento del parco continuava: furono richiesti dal Comune una serie paro ed una ulteriore targa nella quale scrivere: In memoria del caporale Conti Pietro caduto nella grande di preventivi e contestualmente vennero ordinati i materiali. guerra 2 novembre 1916. Le continue spese di cui necessitava l’impresa sollevarono, come prevedibile, il problema dei finan- Il pacco contenente i regoli di protezione utili ziamenti. La realizzazione del parco si sarebbe attuata grazie al concorso sia dei privati cittadini sia dei per il suddetto riparo fu spedito il 14 settembre membri del Comitato attraverso la raccolta delle offerte in denaro. 192319. Il primo agosto, nella scheda di sottoscrizione per il Parco della Rimembranza, il Municipio si impe- Nell’ambito del bilancio di previsione dell’en- gnava ad investire £ 1.000 mentre l’Università agraria di Capodimonte £ 400. trata e dell’uscita per l’anno 192420, compilato nel Lo stesso giorno nella speciale scheda di sottoscrizione per la raccolta delle offerte per l’acquisto della 1923, alla voce spese facoltative straordinarie ve- corona votiva da apporsi alla lapide che ricorda gl’eroi caduti per una più grande patria e per l’acquisto dei niva registrata un’uscita di £ 1.000 per il Parco ripari e delle targhe occorrenti15 si contarono ventotto oblatori, tutti privati cittadini, perlopiù parenti della Rimembranza. Nella relazione della Giunta dei soldati caduti per la patria16; la somma raccolta fu di £ 1.585. municipale del 15 settembre 1923 sulle variazioni Nella seduta consiliare del 2 agosto vengono riassunti nelle seguenti righe i momenti salienti di un proposte al suddetto bilancio leggiamo: Si mantie- percorso lungo sei mesi: ne lo stanziamento quale spesa facoltativa straordi- naria in £ 1.000 per il parco delle rimembranze che “Il Comitato esecutivo locale, presi accordi con il Ministero d’agricoltura per avere gli alberi ha 21 deciso che la cerimonia verrà eseguita nel prossimo autunno e ha scelto come terreno il triangolo verrà improntato nella prossima primavera . che conduce al cimitero e alla chiesa della Madonna del Soccorso; alla località Montecchio e allo Due mesi dopo, il 14 novembre, il Corpo Rea- Stradone. le delle Foreste-Compartimento di Roma scriveva Nel chiedere la concessione di detto terreno domanda un contributo nella spesa per la sua siste- al sindaco in relazione alle piantine da destinare al mazione e chiusura, per l’acquisto delle targhe in ferro smaltato e dei treppiedi a riparo di ciascun Parco della Rimembranza. Nella lettera si confer- albero. mava di avere preso nota dell’ordine sottolineando Invita i congregati a voler accordare il maggior sussidio possibile che ponga il Comitato nel- la possibilità di poter commemorare degnamente i nostri cittadini gloriosamente sul campo però che la sola specie disponibile sarebbe stata dell’onore”17 (fig. 3). il pino, concludendo inoltre che nel caso le pian- te, di piccole dimensioni, fossero state concesse la Il Consiglio nella medesima sedu- spesa di trasporto ferroviario sarebbe stata a carico ta approvò la concessione del terreno del Municipio. Il giorno successivo il sindaco no- e confermò il sussidio di £ 1.000. tificava di accettare l’offerta delle piante di pino Il giorno di Ferragosto il sindaco così come l’impegno di saldare le spese di spedi- scrisse al presidente dell’Università zione; la consegna della merce sarebbe avvenuta Fig. 4 -Ascc, Riparo per albero. agraria di Roma a cui, dopo un bre- presso la stazione ferroviaria di Montefiascone. ve resoconto sullo stato dei lavori del Il 21 gennaio 1924 il Corpo Reale delle Foreste comunicava al sindaco l’avvenuta spedizione delle parco, si permise di chiedere in ma- quaranta piante di pino da mettere accuratamente a dimora22, ma il 9 febbraio si doveva ancora appro- niera ossequiosa un sussidio in dena- vare la spesa per la sistemazione del terreno23. ro per supportare le future spese. Il dettaglio della piantina del parco ci permette di ricostruire la disposizione di trentanove piante, Il 28 agosto, presso la stazione di sedici delle quali sarebbero state poste lungo il perimetro del terreno mentre le restanti ventitré disposte Montefiascone, vennero recapitati lungo immaginarie linee parallele a costituire vialetti alberati; nei trentanove alberi erano inclusi i tren- a gran velocità da Civita Castellana tasette dedicati agli altrettanti caduti della Grande Guerra24 (fig. 5). i 36 ripari completi per parchi della Il giusto epilogo della ricostruzione dei fatti avrebbe dovuto prevedere la lettura della documentazio- rimembranza che il Comune aveva ne sulla festa di inaugurazione del parco, che si sarebbe dovuta tenere nella primavera del 192425, ma di ordinato; la spesa ammontava a £ 439,3018; il trasporto da Montefia- scone a Capodimonte avrebbe mag- 19 Cfr. Asvt, Ascc, Miscellanea, Parco della Rimembranza 1923, b. 751. 20 Fig. 3 - Ascc, Piantina del parco. giorato la spesa di £ 6,00 (fig. 4). Cfr. Asvt, Ascc, Finanze, imposte e tasse, b. 535. 21 Asvt, ibidem. 22 Cfr. Asvt, Ascc, Miscellanea, Parco della Rimembranza 1923, b. 751. 14 Asvt, Ascc, Miscellanea, Parco della Rimembranza 1923, b. 751. 23 L’8 febbraio 1924 il presidente del Comitato esecutivo per il Parco della Rimembranza invitava ad intervenire alla 15 Asvt, ibidem. riunione che si sarebbe tenuta il 9 febbraio, cfr. Asvt, Ascc, Miscellanea, Parco della Rimembranza 1923, b. 751. 16 Ricordo che in quel momento non era ancora noto il numero effettivo dei caduti. 24 Sul numero dei caduti capodimontani ritornerò nelle pagine seguenti. 17 Comune di Capodimonte, Ascc, Registro delle delibere del Consiglio 1917-1926. 25 Nelle variazioni al bilancio del 1924, proposte nel settembre 1923, si parla di improntare il parco per la primavera 18 Le ordinazioni furono inoltrate alla Società Anonima Scienza con sede a Roma. dell’anno venturo, cfr. Asvt, Ascc, Finanze, imposte e tasse, b. 535.

  Danila Dottarelli Capodimonte e i monumenti ai caduti della Grande Guerra

Nella seduta del Consiglio comunale del 5 giugno 1919 risiede la prima testimonianza in tal senso: “Il Consiglio su proposta del Sindaco Per perpetuare nel marmo o nel bronzo i nomi dei nostri eroi che della loro giovane età fecero ammirabile sacrificio pel trionfo della giustizia e delle sacre aspirazioni della Patria ad unanimità di voti palesi il consiglio Delibera di concorrere nella spesa, come prima offerta, colla somma di £ 1000 da iscriversi nel Bilancio 1920. Dà incarico al Sindaco per la nomina di un Comitato esecutivo per la raccolta delle offerte e per l’attuazione della nobile iniziativa” 30. Altro non è stato trovato nei registri consiliari. Soltanto in un foglio extravagante, tra i mille altri conservati nei fascicoli dell’Archivio comunale, è contenuta un’altra testimonianza. Si tratta di una comunicazione, datata 14 agosto 1920, in cui il capitano comandante della compagnia dei Carabinieri Reali di Montefiascone, Antonio Bortoli, decli- nava l’invito a partecipare alla cerimonia di inaugurazione della lapide, che si sarebbe tenuta il giorno successivo a Capodimonte, per un precedente impegno31. La dedicazione ai caduti riporta le seguenti parole: Alle giovani esistenze dei suoi figli per la patria immolate nella guerra che ne distrusse il secolare nemico Capodimonte il 15 agosto 1920 pose questo ricordo additando i lOro nomi gloriosi all’ammirazione dei posteri Il monumento, inaugurato il 15 agosto 1920, è tuttora visibile sulla facciata del palazzo comunale Fig. 5 - Ascc, Particolare del parco. in piazza della Rocca (fig. 6). questa non è rimasta traccia26, così come oggi è labile il ricordo della sua esistenza. Fonti orali rammentano vagamente di un camposantino a forma triangolare in prossimità del cimi- La stele di pietra, il ricordo più recente tero cittadino ed in maniera altrettanto sfocata ricordano un intervento provinciale, atto a migliorare la Nel 1994, grazie all’interesse ed al contributo del viabilità, che determinò lo smantellamento del parco attorno agli anni ’70. Comune, dei cittadini capodimontani, della Cassa di 27 Gli interventi legislativi del 2001 e del 2008 sulla salvaguardia del patrimonio storico della Prima Risparmio di Viterbo, della Banca del Cimino, delle Guerra mondiale sono evidentemente giunti troppo tardi. associazioni AVIS/AIDO, del Comitato pro monumento Tuttavia la memoria dei caduti era già stata scolpita sulla pietra. e delle Associazioni combattentistiche e d’arma viene realizzata una stele di pietra32 dove sono ricordati in un La lapide dedicata ai caduti lungo elenco i caduti del Primo e del Secondo Conflitto mondiale. Parlare della lapide non è intenzione di questo breve intervento in quanto nel volume Il Lazio e la Sigillo del percorso della memoria nato più di set- Grande Guerra28 poche righe, ma chiare, descrivono, anche attraverso una chiave stilistica, la targa in tant’anni prima con la lapide e con il Parco della Ri- bronzo, realizzata dallo scultore Giuseppe di Pietro, che sulla lapide in questione è posizionata in alto membranza, la stele, oltre alla dedica, è stata decorata, rispetto alla dedicazione ed all’elenco dei caduti29. ai suoi piedi, da una lampada votiva, alla sua destra, più Ideale sarebbe stato testimoniare attraverso la documentazione l’impegno assunto dal Municipio nel scostati, si trovano un’elica di aeroplano ed un elmetto, ricordare quei soldati, tuttavia la situazione in cui versa l’Archivio storico comunale, di cui abbiamo mentre alle sue spalle sono state sistemate tre aste con Fig. 6 - Particolare della lapide ai caduti. ragguagliato nelle pagine precedenti, rende quasi impossibile impostare una ricerca completa sull’ar- due bandiere, una italiana e l’altra europea. gomento. 30 Comune di Capodimonte, Ascc, Registro delle delibere del Consiglio 1917-1926. 31 Cfr. Asvt, Ascc, Amministrazione ed ufficio comunale, Atti e corrispondenze varie, b. 305. 26 La ricerca ha riguardato i registri di protocollo della corrispondenza dove il riferimento al Parco della Rimembranza 32 La stele è stata censita in occasione del progetto nazionale Pietre della Memoria promosso dal Comitato regionale si ferma all’anno 1923, cfr. Asvt, Ascc, Protocollo della corrispondenza, reg. 814 (1923); sono stati analizzati senza successo umbro dell’Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra e Fondazione, esteso successivamente a livello nazionale. anche i protocolli 815-816 relativi agli anni 1924-1925. Il progetto prevedeva un censimento di monumenti, lapidi, lastre commemorative, steli, cippi e memoriali presenti nel 27 Rispettivamente legge 78/2001 e decreto legislativo 63/2008 di cui si è accennato nelle pagine precedenti. territorio nazionale che ricordano il Primo ed il Secondo Conflitto mondiale e la guerra di Liberazione; la scheda sulla 28 Cfr. Guerrini, Vittucci 2010. stele in questione è consultabile online al seguente indirizzo: http://www.pietredellamemoria.it/pietre/stele-ai-caduti-di- 29 Cfr. Gnisci 2010, pp. 144-145. La lapide è raffigurata a p. 122. capodimonte-vt.

  Danila Dottarelli Capodimonte e i monumenti ai caduti della Grande Guerra

La dedicazione riporta le seguenti parole: Esteri, mise in piedi una campagna di ricerca dei militari italiani e dei prigionieri di guerra non rimpa- triati, morti e dispersi. Ai loro caduti Il 30 marzo 1922 fu consegnata a tutti i comuni italiani una relazione34 dove si rendevano esplicite i capodimontani le modalità adottate per lo svolgimento delle indagini. L’esecuzione dei lavori aveva visto l’istituzione di memori posero due Commissioni militari, dipendenti dalle Missioni militari in Belgio e a Vienna, ed una Commissione mista, in Ungheria ed in Austria, a cui parteciparono i membri delle famiglie dei prigionieri; altro per- La stele si trova in piazza Umberto I (fig. 7). sonale fu inviato a Berlino, Budapest e Vienna per estendere le ricerche nelle regioni dove ebbero sede i campi di prigionia e nelle regioni industriali dove i nostri soldati avrebbero potuto prestare manodo- pera. La macchina che si era messa in moto aveva dato i suoi frutti, erano stati rintracciati i nomi dei deceduti, fotografate le tombe, richiesti ed ottenuti gli atti di morte; l’identificazione delle vittime della Grande Guerra comunque avrebbe impegnato ancora per anni il Governo italiano. Per il piccolo centro di Capodimonte si contarono trentasette caduti. I tre monumenti di cui abbiamo trattato differiscono per numero e per informazioni. La lapide del 1920 ricorda trentasei caduti; è assente il nome del mitragliere Giancarlo Frappolli, il cui nominativo sarà aggiunto nella stele del 1994. Il Parco della Rimembranza, con i suoi alberi, commemorava trentasette caduti; ancora una volta era assente il mitragliere Giancarlo Frappolli35, mentre era stato incluso il caporale maggiore Pietro Conti. Quest’ultimo sembra non essere legato alla cittadina né per nascita né per residenza, il suo ri- cordo fu perpetuato nel parco perché la signora Maria Carpenti di Capodimonte, vedova del caporale maggiore36, contribuì all’acquisto della corona votiva, dei ripari e delle targhe in ricordo dei caduti e del suddetto37. Anche la stele commemorativa del 1994 perpetua la memoria di trentasette caduti; per la prima volta viene riportato il nome del mitragliere Giancarlo Frappolli, mentre non troviamo il nome del caporale maggiore Pietro Conti. I trentasette caduti perirono tra il 1915 ed il 1919; nel 1916 tredici furono le vittime capodimonta- ne, dieci nel 1918, sette nel 1917, cinque nel 1915 e due nel 1919. Nove caddero sul campo di battaglia, quattordici per le ferite riportate in combattimento, uno morì in prigionia, uno per l’affondamento della nave Regina Margherita, undici per malattia contratta al fronte, mentre uno risultò disperso. Le cause della morte sui campi di battaglia e negli ospedali da cam- po vennero spesso descritte nei fogli matricolari38 e negli atti di morte dello stato civile del Comune, specialmente in quest’ultimi con dovizia di particolari. Erano gran parte contadini, c’era poi il pescatore, il calzolaio, il carrettiere, il bifolco, il vaccaio, il cavallaro, il muratore e lo studente. Fig. 7 - Stele ai caduti capodimontani. Erano eroi del corpo d’armata di Fanteria, del corpo dei Bersaglieri, della Marina Militare, del reg-

33 gimento di Artiglieria, del reggimento Cavalleggeri, della Compagnia Ausiliaria e dell’arma del Genio; I caduti capodimontani della Grande Guerra quasi tutti soldati semplici, tranne tre caporali, un appuntato ed un allievo ufficiale; tra di loro solo il Definire con precisione il numero dei caduti e dei dispersi immediatamente dopo la conclusione del 25% era analfabeta. conflitto si rivelò un compito impegnativo, le notizie, che arrivavano alla spicciolata, non facevano luce sul quel mondo sommerso di numeri. A testimonianza dell’evidente difficoltà e, nel contempo, del rispetto provato dal Governo italiano 34 Cfr. Comune di Valentano, Archivio storico comunale di Valentano, Carteggio, cat. VIII, b. 65, Relazione sull’azione nei confronti dei caduti e delle loro famiglie, il Ministero della Guerra, di concerto col Ministero degli svolta per le ricerche all’estero e sui mezzi tuttora occorrenti per accelerare la soluzione del complesso problema. 35 Giancarlo Frappolli era nato a Capodimonte ma al momento della mobilitazione era residente a Canino, cfr. Asvt, Distretto militare di Viterbo, Ruoli matricolari del distretto di Viterbo, reg. 138. 33 I dati anagrafici dei caduti sono stati raccolti grazie ad una ricerca incrociata su quelli riportati nei fogli matricolari, 36 Il matrimonio fu celebrato il 7 gennaio 1916, nel novembre dello stesso anno il caporale maggiore moriva; l’atto di matri- nei registri dello stato civile-registri dei morti (consultabili online al seguente indirizzo: http://www.antenati.san.benicultu- monio è consultabile online al seguente indirizzo: http://www.antenati.san.beniculturali.it/v/Archivio+di+Stato+di+Viterbo/ rali.it/v/Archivio+di+Stato+di+Viterbo/Stato+civile+italiano/Capodimonte/Morti), nei registri dello stato civile-registri dei Stato+civile+italiano/Capodimonte/Matrimoni/1916/1468. nati (consultabili on line al seguente indirizzo; http://www.antenati.san.beniculturali.it/v/Archivio+di+Stato+di+Viterbo/ 37 Cfr. Asvt, Ascc, Miscellanea, Parco della Rimembranza 1923, b. 751; il nome della vedova viene riportato nella scheda Stato+civile+italiano/Capodimonte/Nati), nei registri dello stato civile-registri dei matrimoni (consultabili online al seguen- di sottoscrizione dei privati per la raccolta delle offerte per la creazione del Parco della Rimembranza. I dati sul caporale te indirizzo: http://www.antenati.san.beniculturali.it/v/Archivio+di+Stato+di+Viterbo/Stato+civile+italiano/Capodimonte/ vengono riportati alla fine della tabella dei caduti di Capodimonte. Matrimoni) e nell’albo dei caduti della Grande Guerra (consultabile online al seguente indirizzo: http://www.cadutigran- 38 I fogli matricolari, compilati e prodotti dai distretti militari, riportano per ogni soldato il numero di matricola, il deguerra.it/CercaNome.aspx). Ricordo che nel 1994 è stata pubblicata una monografia sulla città di Capodimonte ai tempi corpo di appartenenza, la data di arruolamento, i gradi, le campagne militari, le eventuali onorificenze, sanzioni comminate della Grande Guerra dove, oltre all’indicazione dei fatti salienti che riguardarono la comunità proprio in quel periodo, e diserzioni, la data di morte e la data di congedo. Tutte queste informazioni sono rilegate per ordine di matricola in registri troviamo indicati i caduti capodimontani, cfr. Salmi 1994. relativi alle varie classi.

  Danila Dottarelli Capodimonte e i monumenti ai caduti della Grande Guerra

Sul fatto che poi avessero diciotto o trentasei anni39, che si distinguessero per il naso aquilino, greco Zintan (Libia), Soldato, 84° Morto in 40 Melchiorri Francesco 08-08-1892 11-07-1915 sepolto a Auled o regolare, per la dentatura guasta o sana, per il colorito roseo o pallido poco contava, perché erano di Antonio reggimento Fanteria combattimento comunque sempre troppo giovani per morire. Bellol Edoardo Soldato, 30° Sdraussina, San Morto in Non è necessario concludere con orpelli la narrazione dei fatti esposti, in questo caso hanno parlato Mochi 23-05-1893 29-06-1916 i documenti. di Luigi reggimento Fanteria Martino del Carso combattimento Soldato, 2° Enrico Mariano, ospedale Ferite riportate in Montesi 24-07-1891 reggimento Artiglieria 11-12-1916 di Ferdinando da campo n. 031 combattimento da Fortezza Data di Corpo di Data di Luogo della Causa della Cesare Soldato, 60° Morto in Cognome Nome Morganti 21-04-1894 07-11-1915 Col di Lana nascita appartenenza morte morte morte di Giuseppe reggimento Fanteria combattimento Costantino Soldato, 128° Morto in Luigi Caporale, 120° Monte Casonet Ferite riportate in Moschini 24-02-1893 14-05-1917 Monte Kuck Aluisi 05-06-1889 12-07-1918 di Giovanni reggimento Fanteria combattimento di Giuseppe reggimento Fanteria (Monte Grappa) combattimento Luigi Soldato, 71° Nazzareno Soldato, 70° 21-09-1917 Ospedale militare di Ferite riportate in Nalducci 01-08-1889 11-02-1919 Viterbo Malattia Bresciani 22-10-1884 di Ippolito reggimento Fanteria di Giorgio reggimento Fanteria Cividale combattimento Damiano Soldato, 46° Morto in Vincenzo Soldato, 59° Col di Lana-cima del Morto in Nardi 11-02-1890 31-10-1915 Cima Bois, Cardarelli 31-05-1888 26-05-1916 di Antonio reggimento Fanteria combattimento di Pietro reggimento Fanteria Monte Sief combattimento nalducci/ Domenico Soldato, 60° Morto in Checquolo/ Raffaele Soldato, 160° Ferite riportate in 16-01-1887 22-04-1916 Monte Sief 02-09-1880 18-08-1917 Sepolto a San Jacob Narducci di Pietro reggimento Fanteria combattimento Cequolo di Antonio reggimento Fanteria combattimento Gualtiero Allievo ufficiale, 15° Torino, ospedale Giuseppe Soldato, 128° Disperso in Petrilli 04-09-1900 05-10-1918 Malattia Costantini 17-08-1888 09-08-1916 Zagora di Dionisi reggimento Fanteria di riserva Morelli di Francesco reggimento Fanteria combattimento Appuntato, 33° Soldato, 17° Giuseppe Sarnago, ospedale Agostino Ferite riportate in Policari 11-02-1894 reggimento Artiglieria 21-10-1918 Malattia Cotenne 27-08-1883 reggimento 28-06-1917 Tezze di Mario da campo n. 077 di Flaviano combattimento da Campagna Bersaglieri Soldato, 2° Prosperini/ Edoardo Soldato, 157° Nicola Ferite riportate in 08-07-1887 27-07-1916 Sepolto a Dolomiti Scoppio di granata Di Rocchi 30-09-1894 reggimento 27-04-1916 Conca di Plezzo Rosperini di Biagio reggimento Fanteria di Giacobbe combattimento Bersaglieri Soldato, 179° Prosperini Luigi 01-12-1882 20-01-1917 Capodimonte Malattia Antonio Soldato, 130° Modena, ospedale Ferite riportate in di Paolo reggimento Fanteria Ercolani 09-10-1887 30-11-1915 di Paolo reggimento Fanteria della Croce Rossa combattimento Soldato, 59° 01-03-1916 Ribichini Luigi 07-07-1889 Capodimonte Malattia Giustino Caporale, 60° Morto in di Raffaele reggimento Fanteria Ercolani 23-07-1888 26-07-1916 Cima Stradon di Francesco reggimento Fanteria combattimento Rosati Giacomo 14-11-1880 Soldato 15-04-1918 Roma Malattia Prigionia a Mittel di Stefano Nestore Soldato, 87° Breth (Austria), Ercolani 30-05-1894 25-10-1917 Morto in prigionia Soldato, 1° Genio Romans, ospedaletto di Isidoro reggimento Fanteria ospedale da campo Rossetti Giuseppe 08-08-1898 03-10-1917 Malattia 1301 di Luigi Zappatori da campo n. 80 Ugo Soldato, 87° Ferite riportate in Costantino Caporale, 216° Ferite riportate Evangelisti 29-01-1890 17-07-1918 Francia Rossi 02-04-1889 19-08-1916 Valle Miniera di Luigi reggimento Fanteria combattimento di Cesare reggimento Fanteria in combattimento Affondamento Giacobbe Soldato, 263° Sigmundsberger Ferite riportate Tito Valona-zona a sud di Sbocchia 28-02-1884 27-02-1918 Faggiani 17-10-1895 Marinaio 11-12-1916 della nave Regina di Sabatino reggimento Fanteria (bassa Austria) in combattimento di Andrea Saseno Margherita Domenico Soldato, 117° Ferite riportate Ascenzio Soldato, 57° Novara, ospedale Tarantello 20-08-1895 03-11-1915 Monfalcone Fanelli 19-05-1898 01-04-1919 Malattia di Giuseppe reggimento Fanteria in combattimento di Pietro reggimento Fanteria militare Innocenzo Soldato Compagnia Ferite riportate Giancarlo Soldato, 42° Reparto Ferite riportate in Tarantello 28-12-1894 15-10-1918 Nevers (Francia) FRAPPOLLI 29-11-1884 10-08-1916 Sagrado di Crescenziano Ausiliaria in combattimento di Stefano Mitragliatrici combattimento Isidoro Soldato, 32° Caporale maggiore, Tarantello 07-03-1889 17-10-1918 Napoli Malattia Adriano Este, ospedale di Domenico reggimento Fanteria Giovannella 09-03-1894 28° Cavalleggeri 06-11-1918 Malattia di Giovanni militare di Tappa Treviso Soldato, 33° Tarantello Paolo 22-11-1889 reggimento Artiglieria 04-05-1916 Murtirai (Albania) Malattia Giovan Battista Soldato, 60° Ferite riportate in di Giuseppe Manetti 03-08-1884 25-06-1918 Bassano Veneto da Campagna di Vincenzo reggimento Fanteria combattimento Caporale maggiore, Veliki Hribach Ferite riportate in Conti Pietro 12-02-1890 14° reggimento 02-11-1916 (Slovenia) combattimento Fanteria 39 Il più giovane era nato nel 1900, il più anziano nel 1880. 40 I riferimenti alle caratteristiche fisiche e ai tratti somatici dei soldati rappresentava nel foglio matricolare la sezione Dati e contrassegni personali; la sezione era completata con l’indicazione dell’altezza, del torace, del colore dei capelli.

  Danila Dottarelli

Checquolo Raffaele di Antonio: il soldato non risulta nell’albo dei caduti della Grande Guerra; la sua morte è registrata nel registro dello stato civile di Capodimonte-registro dei morti anno 191741; esso fu insignito della medaglia a ricordo della Guerra 1915-1918 e della Croce di Guerra42. FAGGIANI Tito di Andrea: fu insignito della Croce al Merito di Guerra, del Diploma per detta Croce e del Diploma d’onore43. Giovannella Adriano di Giovanni: fu insignito della Croce al Merito di Guerra. Manetti Giovan Battista di Vincenzo: gli fu concessa la medaglia di Bronzo al Valore Militare. Montesi Enrico di Ferdinando: nativo di Monte San Vito (AN). Moschini Costantino di Giovanni: insignito del distintivo del Militare Ardito in quanto si distin- se per atti coraggiosi di vedetta in trincea, della medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915- 1918, della medaglia interalleata della vittoria, della medaglia a ricordo dell’Unità d’Italia. Rosati Giacomo di Stefano: residente a Roma e nativo di Capodimonte; il suo atto di morte è con- servato nel registro dello stato civile di Roma-registro dei morti anno 191844. Tarantello Domenico e Paolo di Giuseppe: figli di Giuseppe e Elena Rocchi. Paolo fu insignito della medaglia Commemorativa Nazionale della Guerra 1915-1918, della medaglia Interalleata della Vittoria, della medaglia a ricordo dell’Unità d’Italia.

Conti Pietro: nacque a Veroli (FR), sposò il 7 gennaio 1916 Carpenti Maria di Capodimonte; del caporale non è stato reperito il foglio matricolare in quanto non residente nel suddetto Comune al momento della mobilitazione. Fu insignito della medaglia di Bronzo al Valore Militare. Il suo nome era tra i caduti ricordati nel Parco della Rimembranza, ma non viene ricordato né nella lapide del 1920 né Ascc, Comunicazione al sindaco del decesso del soldato Ascc, Effetti personali del caduto Paolo Tarantello. Nazzareno Bresciani. nella stele del 1994.

41 Il registro è consultabile online al seguente indirizzo: http://www.antenati.san.beniculturali.it/v/ Archivio+di+Stato+di+Viterbo/Stato+civile+italiano/Capodimonte/Morti/1917. 42 Cfr. Salmi 1994, p. 47. 43 Cfr. asvt, ascc, Assistenza e beneficenza pubblica, Pensioni di guerra, b. 197. 44 L’atto è consultabile on line al seguente indirizzo: http://www.antenati.san.beniculturali.it/v/Archivio+di+Stato+di+Roma/ Stato+civile+italiano/Roma/Morti/1918/n+1790-2383+Vol+4+Parte+2. Ascc, Comunicazione alla famiglia del decesso del soldato Ascc, Consegna di onorificenze alla famiglia del marinaio Tito  Agostino Cotenne. Faggiani. Capodimonte e i monumenti ai caduti della Grande Guerra

BIBLIOGRAFIA Aa. Vv. 1926, Militari Caduti nella Guerra Nazionale 1915-1918. Albo d’oro, vol. I, Lazio e Sabina, Roma. Giusti A. 2010, Boschi e giardini della Rimembranza, in Guerrini, Vittucci 2010, pp. 189-203. Gnisci S. 2010, La provincia di Viterbo e il culto dei caduti della Grande Guerra, in Guerrini, Vittucci 2010, pp. 100-187. Guerrini P., Vittucci M. 2010 (a cura di), Il Lazio e la Grande Guerra, Roma. Salmi A. 1994, Per non dimenticare, Capodimonte.

FONTI ARCHIVISTICHE Archivio di Stato di Viterbo Distretto militare di Viterbo, Ruoli matricolari del Distretto di Viterbo, regg. 94; 109; 137-139; 178; 181- 182; 194; 196-197; 211-213; 228; 231; 247; 262; 280-281; 295; 297; 311; 314; 363; 382; 402 Archivio storico comunale di Capodimonte Assistenza e beneficenza pubblica, Pensioni di guerra, b. 197 Amministrazione ed ufficio comunale, Atti e corrispondenze varie, b. 305 Finanze, imposte e tasse, b. 535 Protocollo della corrispondenza, reg. 814-816 Miscellanea, Parco della Rimembranza 1923, b. 751 Archivio storico comunale di Capodimonte Registro delle delibere del Consiglio 1917-1926 Ascc, Cartolina postale del padre al soldato Enrico Montesi. Archivio storico comunale di Valentano Carteggio, cat. VIII, b. 65

SITOGRAFIA http://www.antenati.san.beniculturali.it/v/Archivio+di+Stato+di+Viterbo/Stato+civile+italiano/ Capodimonte/Matrimoni http://www.antenati.san.beniculturali.it/v/Archivio+di+Stato+di+Viterbo/Stato+civile+italiano/ Capodimonte/Nati http://www.antenati.san.beniculturali.it/v/Archivio+di+Stato+di+Viterbo/Stato+civile+italiano/ Capodimonte/Morti http://www.antenati.san.beniculturali.it/v/Archivio+di+Stato+di+Roma/Stato+civile+italiano/ Roma/Morti/1918 http://www.cadutigrandeguerra.it http://www.pietredellamemoria.it/pietre/stele-ai-caduti-di-capodimonte-vt Al soldato Montesi Enrico, Ospedale da Campo N. 31- Zona di Guerra Capodimonte, 11-12-916 NORMATIVA DI RIFERIMENTO Caro figlio Abbiamo ricevuto la tua lettera nel quale siamo restati molto Circolare 30 novembre 1922, n. 67. Circolare del sottosegretario alla Pubblica Istruzione Dario Lupi contenti nel sentire che la tua ferita non è tanto male e Regio decreto 9 dicembre 1923, n. 2747. Costituzione di una guardia d’onore in ogni Comune ove esistano speriamo come tu ci dici tra poco sarai trasportato in Italia, pubblici monumenti, parchi o viali della Rimembranza in omaggio ai caduti della guerra nazionale poi farai la domanda per venire a Viterbo allora potremo Legge 21 marzo 1926, n. 559. Dichiarazione di pubblici monumenti dei Viali e dei Parchi della rimembranza venire a trovarti. Noi stamo tutti bene, solamente che Paci Legge 7 marzo 2001, n. 78. Tutela del patrimonio storico della Prima Guerra mondiale sai bene il suo solito male della gamba, e li tocca astare alletto Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo per parecchi giorni. Riceverai tanti saluti da tutti i contadini del fattore che va via sui primi di Gennaio, perché a trovato 10 della legge 6 luglio 2002 n. 137 altro padrone meglio e non sappiamo che ci verrà. Saluti dal Decreto legislativo 26 marzo 2008, n. 63. Ulteriori disposizioni integrative e correttive del decreto legisla- guardiano dal prete e dal […] abbiamo venduto 2 maiali tivo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione al paesaggio e abbiamo fatto 98 scudi. Saluti da noi tutti e riceve un Ascc, Comunicazione al sindaco del decesso del soldato Enrico abbraccio dai tuoi genitori arivederci presto. Montesi.  Ischia di Castro e la memoria della Grande Guerra*

Maura Lotti - Pier Luigi Gavazzi

Circa 400 Ischiani furono mobilitati per la Grande Guerra e 50 di loro non fecero ritorno. Dal 1916 al 1919 il Ministero della Guerra fece recapitare le comunicazioni dei loro decessi ai sindaci Gaetano Graziani e Domenico Bartoccini. La prassi prevedeva la convocazione di uno stretto congiunto in municipio presso l’ufficio del sindaco che nella veste di pubblico ufficiale aveva il gravoso onere di informarne la famiglia. Il primo conteggio ufficiale dei caduti di Ischia di Castro nel conflitto 1915-1918 fu eseguito dall’a- nagrafe comunale a ridosso della fine delle ostilità nel novembre del 1918. Il generale Fulvio Zugaro (Voghera 1870 – Roma 1931), professore di Statistica dalle origini ischia- ne, fu tra le competenze chiamate alla determinazione delle modalità di stesura dell’Albo d’Oro e nel 1926 venne pubblicato il suo saggio L’Albo d’Oro dei Caduti per l’Italia nella guerra mondiale. La lapide sulla sua sepoltura nella cappella di famiglia presso il cimitero comunale di Ischia di Castro ne ricorda la carriera militare (fig. 1). Le dichiarazioni di morte in possesso del Comune nel 1918 ammontavano a 23 soldati paesani. Il loro numero au- mentò nel corso degli anni e la cifra si attestò a 36 nel 1923 allorquando il 27 dicembre dell’anno precedente il Mi- nistero della Pubblica Istruzione fece recapitare la circolare che diede l’inizio al progetto del Parco della Rimembran- za. Per ogni soldato del paese caduto in guerra doveva essere piantato un albero affiancato da(...) tre regoli di legno dei tre colori della bandiera nazionale (...) che descrivano un tronco di piramide triango- lare e siano tenuti fissi da sei traversine sottili di ferro (...) uno dei regoli e precisa- mente quello colorato in bianco, alquanto più lungo degli altri due, dovrà portare a 10 cm dall’estremità superiore una tar- ghetta in ferro smaltato, con la dicitura IN MEMORIA DEL CADUTO NEL- LA GRANDE GUERRA ed inserirvi Fig. 1 - Cimitero comunale di Ischia di Castro, cappella fam. Zugaro, possibilmente nome, cognome e luogo lapide sulla sepoltura del gen. Fulvio Zugaro. del decesso. Ogni albero sarebbe stato Ischia di Castro recintato con una propria staccionata e filo di ferro. Le targhette e le traversine furono requisite e fuse durante le requisizioni della metà degli anni ‘30 di materiale metallico pubblico non funzionalmente necessario. Il Parco della Rimembranza, originariamente di mq 960, fu realizzato nel largo davanti la vecchia entrata del cimitero comunale, tra la strada provinciale ed il fosso Celerano, costituito di 36

 Maura Lotti - Pier Luigi Gavazzi Ischia di Castro e la memoria della Grande Guerra alberelli allineati su due file alla cancellata risalente al 1876 e recintato da una staccionata di passoni di Sulla scia di tanti comuni italiani anche Ischia di Castro nei primi anni del fascismo voleva erigere legno e filo spinato. La Direzione Generale delle Foreste del Ministero dell’Agricoltura fornì le pian- un monumento ai compaesani caduti, pensato secondo lo stile e le disposizioni in vigore. Sulla scriva- tine di elci e quelle oggi superstiti sono alberi monumentali quasi centenari. Il rito dell’impianto fu nia del podestà arrivavano continuamente depliant e proposte di case d’arte, ditte specializzate e privati presieduto da tutte le autorità civili e religiose ed eseguito dagli alunni più meritevoli delle classi pri- scultori a testimonianza della grande spinta monumentalistica di quegli anni. ma, seconda e terza elementare. Agli studenti che si distinguevano per merito o condotta veniva dato Nel 1923 si costituì in Ischia il “Comitato Effettivo pro erigendo Monumento ai Caduti” composto l’incarico del picchetto d’onore ai cippi e della manutenzione del parco. Una volta al mese le classi, al da tutte le personalità più eminenti del paese e di cui presidente fu il podestà Ezio Caporossi. Il primo cospetto della cittadinanza, vi eseguivano la cerimonia del saluto solenne alla bandiera ed il cambio cittadino progettava un monumento che: (...) immortalerà la memoria dei Gloriosi Concittadini ovunque della piccola guardia d’onore. Proprio alle scolaresche erano dedicate queste selve votive che avrebbero e comunque caduti per la Patria ed attesterà la bellezza ideale di quei purissimi che caddero (...). Per la sua dovuto rappresentare (...) la spirituale comunione tra vivi e morti per la Patria, luoghi sacri al culto della realizzazione vennero fatti vari preventivi ma l’approccio più concreto il Comune lo ebbe con lo scultore Nazione, dove i fanciulli si sarebbero educati alla santa emulazione degli eroi. romano Bernardo Balestrini, nel 1925, che per 25.000 lire era ben disposto a realizzare il monumento Nel 1935 fu stilato un elenco aggiornato dei caduti che ne attestava 47. Il podestà Ezio Caporossi ed scelto dal podestà Caporossi e da lui preventivato. Si trattava di una Nike con in braccio un caduto dal il suo successore Stefano Ortensi tra il 1934 ed il 1935 diedero un’impronta più monumentale al parco. volto appena accennato. Sarebbe stato posto al centro di piazza Regina Margherita lungo la prima fila Il Caporossi nel suo ultimo anno di mandato ordinò una stele commemorativa ad Arnaldo Mussolini di alberi del largo dove si svolgevano i saggi dei balilla e altre liturgie fasciste. La targa commemorativa da porsi all’inizio del viale e l’Ortensi, come primo atto da podestà, volle immortalare la memoria dei sul basamento del gruppo scultoreo avrebbe riportato le parole scritte dal Caporossi: Chi per la Patria caduti ischiani. Commissionò alla ditta Mainella di Viterbo, che già stava realizzando la stele, altri 47 muore è vissuto assai , preventivamente approvate dal P.F.N. di Viterbo. Nonostante lo stanziamento di cippi in peperino (...) che ricordassero accanto al fusto sempreverde, alle nuove generazioni, il sacrificio fondi per l’erezione di un monumento ai caduti che arrivò nel 1922 dalla Sottoprefettura di Viterbo, compiuto dai nostri fanti nell’ultima guerra (...), riportanti il nominativo del caduto e posizionati lungo e altro denaro destinato al monumento, il Comune non riuscì in quegli anni ad affrontare la spesa. Il le due file di alberi. Inoltre il podestà fece arrivare da Milano una (...) cancellata artistica in ferro (...) progetto degli anni ’20 naufragò definitivamente quando arrivò in Ischia la circolare governativa del 7 forgiata dalla ditta Orsenigo che recintasse e presentasse in maniera degna il Parco della Rimembranza, aprile 1927, la quale dava disposizione ai Comuni non in grado di erigere un monumento ai caduti, di e questa fu abilmente salvata dalle requisizioni di metallo. La custodia fu affidata al reduce mutilato di destinare altrimenti il poco denaro raccolto ad opere assistenziali o di beneficenza. Infatti il 3 dicembre guerra e medaglia di Bronzo Smeraldo Marucci. 1927 il podestà riunì il Comitato ed in tale seduta si deliberò che (…) il Monumento ai Caduti non può Durante l’occupazione tedesca del paese il Parco della Rimembranza fu adibito a loro deposito e erigersi per mancanza di fondi (…). Le £ 1396,45 che il Comitato era riuscito a raccogliere negli anni autoparco mezzi per la presenza delle già grandi alberature che ne occultavano la vista alle ricognizioni furono in quella sede destinate a sanare il debito di £ 5986 che la Banda cittadina aveva contratto per aeree alleate. I soldati tedeschi divelsero i cippi, li oltraggiarono, poi li accatastarono in un angolo scheg- l’acquisto di strumenti musicali. giandone alcuni, e rovinarono anche il cancello; fecero danni per un ammontare di £ 60.000. Dopo la fine della Seconda Guerra mondiale i soldati morti del ‘15-‘18 vennero sempre associati Negli ultimi decenni del Novecento con la ristrutturazione del cimitero comunale, la necessità di nelle commemorazioni ai nuovi caduti. L’allora sindaco Marcello Campana ordinò una (...) lapide un’area parcheggio al suo interno e l’intubazione del fosso Celerano, il Parco della Rimembranza assun- ai caduti delle due guerre (...) alla ditta di Paccosi Luigi di Viterbo che fu affissa all’Arco dell’Orologio. se il suo aspetto attuale (fig.2). L’inaugurazione avvenne il primo novembre 1948. L’epigrafe fu rimossa negli anni ‘80 durante dei lavori di restauro della torre. Nel secondo dopoguerra venne considerata come vero e proprio monu- mento ai caduti la vecchia stele dedicata alla memoria di Arnaldo Mussolini posta all’interno del Parco della Rimembranza: infatti nel nuovo ricorso storico la de- dica fascista fu scalpellinata, la stele voltata e vi venne inciso ISCHIA DI CASTRO AI CADUTI PER LA PATRIA. Ischia dovette aspettare cinquat’anni dallo scoppio del Primo Conflitto mondiale per avere il suo vero e proprio monumento ai caduti. Il sito scelto per ospi- tarlo racchiudeva nella sua ubicazione la storia del- le letture passate dell’epopea della Grande Guerra. Infatti non lo si eresse al Parco della Rimembranza, bensì nel giardino dell’allora nuovo edificio scolastico e dell’Antiquarium, strutture recentemente adibite a Centro Giovanile, Biblioteca comunale e Museo Civi- co. Il monumento lì posto stava a ricordare alle giova- ni leve lo spirito dei loro predecessori “piccole guardie d’onore”, a cui tanta parte dell’istruzione dedicò l’uso di un certo patriottismo; d’altro canto, un posiziona- mento attiguo al museo lo rendeva testimone della Fig. 2 - Ischia di Castro, cimitero comunale, Parco della Rimembranza. storia paesana (fig. 3). Fig. 3 - Monumento ai caduti di Ischia di Castro.

  Maura Lotti - Pier Luigi Gavazzi Ischia di Castro e la memoria della Grande Guerra

Questo monumento consta di un’alta stele verticale riportante i nomi dei caduti nei due conflitti ed un rapporto personali con il conflitto nonché una vicissitudine militare propria; tra loro vi furono mondiali; di fianco ad essa vi è un cannone poggiato su un basamento calcareo recante la targa:Cadem - volontari per fame o per carriera, renitenti e autolesionisti, arruolati di leva e riformati fatti rientrare mo per lasciarvi la Patria libera e unita. La targa originaria riportava: Cademmo per lasciarvi la Patria più sulla carta nei parametri di abilità alle armi. grande libera e unita. Ai lati vennero posti due cipressi. Il cannone scudato, uno Skoda 75/13 mod. 15, fu donato alla comunità dall’allora ministro della Difesa Giulio Andreotti, che nelle ricorrenze di quegli anni si prestò nella sua figura istituzionale a commemorazioni ed elargizioni per le stesse. L’obice da 75/13 prodotto dalle fabbriche Skoda nel 1915 fu una preda bellica del Regio Esercito Italiano, sottratto alle truppe di montagna dell’Imperial Regio Esercito Austroungarico. Ha una lunghezza di m 3,57, un peso di kg 613 ed una gittata massima di m 8250 (fig. 4).

Fig. 5 - Ischia di Castro, 8 maggio 1964, largo di Corso Umberto I dal 1 ottobre 1972 largo Cavalieri di Vittorio Veneto, inaugurazione del monumento ai caduti di Ischia di Castro.

Fig. 4 - Cannone Skoda 73/13 mod. 15 del monumento ai caduti di Ischia di Castro.

Il monumento fu inaugurato l’ 8 maggio 1964, ed il taglio del nastro fu effettuato proprio dal mini- stro Andreotti. La data dell’inaugurazione ricadeva il giorno dedicato al “Ricordo e Riconciliazione per coloro che hanno perso la vita durante la Seconda Guerra mondiale”. Un filmato dell’Istituto Luce testi- moniò l’evento. Ad affiancare ed accompagnare il ministro vi era l’allora sindaco Giuseppe Mari con al seguito il vescovo Luigi Boccadoro ed il parroco don Antonio Papacchini. Come la sua ubicazione, anche la fattura del monumento non sembra essere casuale: un cannone, che prima sparò contro gli italiani e poi contro gli austriaci, usato nuovamente nella Seconda Guerra mondiale contro i tedeschi per il suo buono stato e per la caratteristica versatilità, che attraverso mezzo Novecento ha fatto parte della nostra storia bellica, e messo fiero davanti ai nomi dei nostri caduti nell’atto di sparare a salve in loro onore. Le prime parole del discorso inaugurale del ministro Andreotti furono: Volontà di pace (figg. 5-6). Questo monumento non è l’opera di una mano artistica, idealizzante e astratto, tendente alla rap- presentazione di qualche virtù militare o patriottica, ma è un cimelio reale e nomi reali, a omaggio Fig. 6 - Il ministro della Difesa Giulio Andreotti, il sindaco Giuseppe Mari, don Antonio Papacchini ed il vescovo Luigi documentale di un momento storico. Ognuno di quei nomi contiene una storia privata, un approccio Boccadoro inaugurano il monumento ai caduti di Ischia di Castro, 8 maggio 1964.

  Maura Lotti - Pier Luigi Gavazzi Ischia di Castro e la memoria della Grande Guerra

I Caduti ischiani nella Guerra 1915-1918** prigionia il 17 gennaio del 1918. In realtà Bolsi Davide è da depennarsi dalle liste dei caduti della Prima Guerra mondiale: il suo foglio matricolare ne riporta il congedo illimitato datato 28 dicembre 1918, Pier Luigi Gavazzi – Maura Lotti e Bolsi Davide di Pietro e Cedri Maria nato il 23 marzo 1881 risulta approdato in America nel 1920.

ALESINI Antonio di Domenico BONFILI Desiderio di Stefano Nacque a Ischia di Castro il 28 febbraio 1900. Fante del 22° reggimento di Fanteria, brigata Cremona, Classe 1898 fu arruolato il 10 febbraio 1917 in prima categoria e dichiarato disperso nel fatto d’armi morì a Pisa per malattia il 28 ottobre 1918. Fu sepolto presso Farmedio, Pisa, nel cimitero suburbano del 25 ottobre 1917. di Via Pietrasantina. BONFILI Rosato di Gervasio AMADEI Antonio di Domenico Nato a Ischia di Castro il 1 gennaio 1892, di professione falegname alfabetizzato, fu soldato del 213° Nacque a Ischia di Castro il 24 novembre 1880. Campagnolo, con madre vedova del padre pastore, fu reggimento Fanteria brigata Arno. Nel 1912 fu riformato alla leva per deficienza toracica, e arruolato arruolato di leva in terza categoria il 26 giugno 1900. Soldato del 246° batteria Bombardieri morì il il 12 ottobre 1915 in prima categoria. Fu dichiarato disperso in combattimento sul Monte Rasta il 27 4 gennaio 1919 in Ischia per malattia contratta al fronte e per la quale fu mandato in convalescenza a giugno 1916, comunicazione data dal comandante del Deposito dell’84° reggimento di Fanteria di casa. Firenze.

AMADEI Amedeo di Domenico BOTTONI Egidio di Vincenzo Nacque a Ischia di Castro il 16 aprile 1889. Arruolato di leva in America dal Console di Cincinnati nel Nato a Ischia di Castro il 6 settembre 1884 fu fante del 26° reggimento di Fanteria brigata Bergamo. 1910 e confermato dal Consiglio di Leva di Viterbo il 2 maggio 1911, fu Caporal Maggiore del 59° Morì per malattia ad Oneglia, oggi comune di Imperia. Fanteria 5° sezione Mitragliatrici. Morì nell’ospedale della Croce Rossa di Pedavena per tifo addomina- le il 3 agosto 1917 e fu sepolto a Norcen di Pedavena. BOZZINI Antonio di Ermete Nacque a Ischia di Castro il 3 aprile (27 marzo?) 1881, arruolato di leva in terza categoria nel 1901, MICI Antonio di Domenico fu soldato del 1° reggimento Genio. Morì il 19 settembre nell’ospedale militare di Riserva di Casale Nacque a Ischia di Castro il 21 giugno 1898. Fu fante del 83° reggimento Fanteria brigata Venezia per Monferrato in seguito a broncopolmonite bilaterale. soli due mesi: arruolato di leva in prima categoria il 10 febbraio 1917 morì a Pistoia per malattia il 19 BOZZINI Giuseppe di Lorenzo aprile 1917. Nacque a Ischia di Castro il 19 ottobre 1897 e fu arruolato in prima categoria il 21 giugno 1916. Fu soldato nel 199° batteria Bombarde 51° Gruppo. Morì il 25 gennaio 1919 nell’ospedaletto da campo BANDINI Giuseppe di Domenico 0142 per broncopolmonite influenzale. Fu sepolto a Monastir (Macedonia) nel cimitero degli Alleati Nato a Ischia di Castro il 22 dicembre 1897, di professione pastore e in grado di saper leggere e scri- vere, fu fante del 89° reggimento di Fanteria brigata Salerno. Venne riformato per tre volte alla visita CAPOBIANCO Armando di Mariano di leva per deficienza di statura, ma fu arruolato quando risultò rientrare nei parametri. La sua prima Nacque a Ischia di Castro il 6 dicembre 1884. Di professione mugnaio fu soldato del 207° reggimento misurazione del giugno 1916 lo riportava alto solamente m 1,50, mentre quella del 7 maggio 1917 che Fanteria brigata Taro. Morì di polmonite il 5 gennaio 1918 nelle prigioni di Milowitz (Boemia). lo dichiarò abile arruolato in prima categoria lo presentò con statura di m 1,55½ . Morì a Vouziers in Francia il 13 febbraio 1919 per malattia presso l’ospedale complementare 68. la sua tomba è la n. 10 CAPOBIANCO Filippo di Mariano della fila 0 nel riquadro 4 del cimitero Militare Italiano di Bligny in Francia. Nacque a Ischia di Castro il 26 gennaio 1898 e fu soldato del 226° reggimento Fanteria brigata Arezzo. Morì il 5 ottobre 1918 per malattia in prigionia. E’ sepolto a Virton Bellevue, Francia, presso il cimitero BELARDI Francesco di Geremia urbano. Nacque a Ischia di Castro il 23 marzo 1889 e fu fante del 222° reggimento di Fanteria brigata Jonio. Cadde il 14 maggio 1917 in uno scoppio di granata nelle trincee di Val Cava a quota m 343 del Veliki CAPOROSSI Gaetano di Carlo Hribac, Carso di Castagnevizza, oggi Konstanjeviza in Slovenia. Fu sepolto sul luogo. Nato a Ischia di Castro il 18 settembre 1897 fu Caporale del 216° reggimento Fanteria brigata Tevere. Cadde nello scontro del 24 ottobre a quota 141 nord-ovest di Nervesa in seguito allo scoppio di una BESSI Domenico di Severo bombarda italiana. E’ sepolto al sacrario Montebello di Nervesa della Battaglia. Nacque a Ischia di Castro l’11 giugno 1898 e fu soldato del 3° Reparto d’Assalto. Fu dichiarato disper- so in combattimento a Codroipo, Udine, il 24 ottobre 1917. CELESTINI Carlo di Giuseppe Nacque a Valentano il 17 gennaio 1878 e fu soldato del 2° reggimento Artiglieria da Fortezza. Venne BISELLI Giuseppe di Vincenzo arruolato il 22 luglio 1898 e passò alla Milizia Territoriale il 31 dicembre 1911. Morì il 3 luglio 1916 Bersagliere morto a Villorba, Lancenigo, il 27 novembre 1918. a La Spezia nel catastrofico incidente dell’esplosione di una polveriera al molo Pirelli-Pagliari.

(?) BOLSI Davide di Pietro CENTO Giuseppe di Epaminonda Nato a Ischia di Castro il 23 marzo 1881, di professione fornaio in Roma al momento dell’arruola- Nacque a Ischia di Castro il 13 marzo 1893 e fu soldato del 144° reggimento Fanteria brigata Taranto. mento, fu fante del 79° reggimento di Fanteria brigata Roma. L’Albo d’Oro lo riporta come morto in Fu dichiarato disperso nel combattimento di Monte Zovetto il 18 giugno 1916.

  Maura Lotti - Pier Luigi Gavazzi Ischia di Castro e la memoria della Grande Guerra

FANTI Tommaso di Pietro Nacque a Ischia di Castro il 10 settembre 1885 e fu soldato dell’ 8° reggimento Fanteria brigata Cuneo. Ammalatosi al fronte fu mandato in convalescenza a casa e morì in paese il 16 settembre 1918.

FORTI Giuseppe di Antonio Nacque a Ischia di Castro il 22 ottobre 1884 e fu bersagliere del 13° reggimento Fanteria brigata Pine- rolo. Cadde il 19 giugno 1918 nello scontro di Caposaldo di Casa Nanni in seguito a ferita da scheggia di granata. Giuseppe Civitelli (Ischia di Castro 16 aprile del 1893 – Villorba, Lancenigo 27 novembre 1918). Soldato del 2° reggimento Bombardieri, (13° Gruppo Bombardieri 6° FORTUNA Nicola di Girolamo batteria) bersagliere. Prese parte alle operazioni militari che Nato a Ischia di Castro il 15 agosto 1892, contadino e analfabeta, fu arruolato in seconda categoria il fecero da sfondo alla battaglia di Montebello. La sua sepoltura si trova presso il sacrario di Nervesa della Battaglia. Chiamato 20 luglio 1913 nel 60° reggimento Fanteria. Fu dichiarato disperso in combattimento il 13 novembre alle armi nonostante avesse già due fratelli arruolati fu riformato 1915 sul Monte San Michele. per la rottura di una gamba; alla visita successiva si presentò con la rottura dell’altra: uno dei tanti casi di autolesionismo GAVAZZI Francesco di Domenico per sfuggire all’arruolamento. Nonostante la sua ritrosia verso l’esercito e la guerra rivelò il carattere obbediente dei tanti fanti Nacque a Ischia di Castro il 29 agosto 1898. Fu arruolato il 10 febbraio 1917 in prima categoria come contadini. Gli venne conferita la medaglia di Bronzo, postuma bersagliere del 3° reggimento brigata Piemonte. Morì il 19 gennaio 1920 per malattia contratta al nel 1919, per il seguente episodio: Durante il ripiegamento, fronte. comandato a inutilizzare i pezzi della batteria, compiva il proprio dovere con calma e fermezza sotto il bombardamento nemico. Sorpreso da una pattuglia avversaria, benché disarmato, GAVAZZI Luigi di Giovanni si slanciava contro di essa, e, con viva colluttazione contribuiva Nacque a Ischia di Castro il 3 ottobre 1896. Emigrato in America nel 1913 si arruolò volontario in efficacemente a catturare tre nemici ed a mettere in fuga gli altri. Ohio nell’Esercito U.S.A. Private U.S. Army 58th Infantry Regiment 4th Division. Per il Regio Esercito Carso, 28 0ttobre 1917. risultò renitente alla leva, renitenza cancellata postuma alla morte nel 1938. Combatté in Francia, nella CIVITELLI Giuseppe di Vincenzo Marne e cadde il 6 ottobre 1918. Fu decorato del World War I Honor Roll. La sua sepoltura si trova Nacque a Ischia di Castro il 16 aprile 1893, bersagliere, 2° reggimento Bombardieri. Evitò il primo presso il Meuse-Argonne American Cemetery, Romane sons Montfaucon, griglia C, fila 32, tomba 15. arruolamento di leva per autolesionismo lussandosi l’articolazione tibio-carpica destra. Alla seconda visita del 3 aprile 1916 si presentò con la gamba sinistra fratturata, ma fu fatto abile arruolato in prima LAURA Alberto di Giovanni categoria, al momento idoneo per servizi sedentari. Morì nell’azione militare del 27 novembre 1918 a Nacque a Ischia di Castro il 23 settembre 1887. Arruolato di leva il 7 settembre 1907, fu caporale del Lancenigo per la quale gli fu conferita la medaglia di Bronzo. E’ sepolto presso il sacrario di Nervesa 206° reggimento Fanteria brigata Lambro. Cadde negli scontri del maggio 1916 in Val d’Assa. Fu della Battaglia, Montebello. trovato morto dalla Compagnia dei Tiratori stabili di Levico il 25 luglio 1916 sulla Punta Leve della Cima di Vezzana. CORCHIANI Ermete di Giuseppe Nacque a Ischia di Castro il 24 maggio 1894. Fu soldato del 226° reggimento Fanteria brigata Arezzo. MARCOALDI Giuseppe di Giuseppe Cadde in seguito a ferita di arma da fuoco nello scontro del 30 agosto 1917 a Monfalcone, quota 1461. Nacque a Ischia di Castro il 13 settembre 1881. Arruolato di leva nel 1901 fu soldato del 2° reggimento Fu sepolto alla Dolina di Napoli sotto quota 1461. Artiglieria da Fortezza, fu passato alla 11° brigata da Costa nel 1902. Morì nell’esplosione del 3 luglio 1916 del pontile Pirelli-Pagliari a La Spezia, chiamato ai soccorsi in quella tragedia militare e civile. Fu COSTANTINI Duilio di Giovanni decorato della medaglia di Bronzo. Nacque a Fabriano il 26 agosto 1886 e fu caporale del 130° reggimento Fanteria brigata Perugia. Cad- de sul Monte Zebio nelle operazioni militari del 13 luglio 1916 per ferite riportate in combattimento. MARCOALDI Giuseppe di Nicola Nacque a Ischia di Castro il 23 dicembre 1885 e fu soldato del 4° reggimento Artiglieria da Campagna. DAMIANI Lorenzo di Francesco Morì il 26 marzo 1918 nella Renania settentrionale a Vernis, in prigionia, ed il suo decesso fu comu- Classe 1891, nacque a Ischia di Castro. Di professione campagnolo ed in seguito carrettiere a Monte- nicato dal Lazzaretto dei prigionieri di guerra di Meschede. pulciano fu renitente per due volte alla leva ed una volta riformato per deficienza toracica. Fu soldato del 226° reggimento Fanteria 5° compagnia, e cadde per ferite il 6 luglio 1916 nelle operazioni militari MAZZOCCHI Tommaso di Carlo sul Monte Zebio. Fu sepolto alle pendici del monte. Nato a Ischia di Castro il 24 febbraio 1894 servì nel 1° Reparto Speciale disarmato Vicenza. Morì a Voghera per broncopolmonite, e la sua sepoltura si trova presso il cimitero comunale di detta città. FABBRIZI Rosato di Antonio Nacque a Ischia di Castro il 24 marzo 1887 e fu soldato del 69° reggimento Fanteria brigata Ancona. MERLINI Filippo di Ferdinando Morì nell’ospedaletto da campo n. 138 in Morostica per ferita (...) di palletta di shrapnel alla regione Figlio di contadini immigrati in Ischia, nacque a Campegna, provincia di Pesaro, il 5 aprile 1878, sol- temporale sinistra con sostanza cerebrale vitale (...). Fu sepolto a Morostica. dato del 71° brigata Milizia Territoriale. Morì il 26 maggio 1918 ad Attigliano per malattia.

  Maura Lotti - Pier Luigi Gavazzi Ischia di Castro e la memoria della Grande Guerra

PAOLI Raniero di Pietro SECCAVIGNE Giuseppe di Carlo Residente a Ischia di Castro, nacque a Montopoli in Valdarno il 16 luglio 1882. Fu soldato del 7° reg- Residente a Ischia di Castro ma nato ad Arlena il 21 gennaio 1887 da genitori ischiani temporanea- gimento Fanteria e morì il 19 marzo 1917 sul Medio Isonzo (...) combattendo valorosamente sul campo mente lì domiciliati, fu bersagliere del 12° reggimento. Di professione contadino e analfabeta fu rifor- dell’onore (...). mato due volte per oligoemia grave, poi arruolato in prima categoria il 3 aprile 1916. Morì a Roma per malattia. PAZZAGLIA Luca di Sebastiano Nacque a Ischia di Castro il 14 marzo 1884 e fu soldato del 230° reggimento Fanteria brigata Cam- SERICOLI Giuseppe di Antonio pobasso. Cadde a Sagrado, Gorizia, il 15 novembre 1915 (...) in seguito a ferita trafossa dalla regione Nacque a Ischia di Castro il 10 marzo 1894 e fu soldato del 268° reggimento Fanteria brigata Caserta. vertebrale all’avambraccio sinistro (...). Fu dichiarato disperso in combattimento a Brugnero il 31 ottobre 1918.

PEDICELLI Luigi di Vincenzo SOLDI Pietro di Francesco Nacque a Ischia di Castro il 22 gennaio 1896 e fu soldato del 226° reggimento Fanteria. Cadde nelle Nacque a Ischia di Castro il 15 giugno 1890. Arruolato di leva in terza categoria il 20 aprile 1910, servì operazioni militari del 18 luglio 1916 sul Monte Zebio. nel 129° reggimento Fanteria brigata Perugia. Cadde negli scontri del 13 luglio 1916 sul Monte Zebio presso un posto di medicazione in seguito a ferita da arma da fuoco all’addome. Fu sepolto sul posto. PELLICCIA Pietro di Luigi Nato a Ischia di Castro il 22 giugno 1899 servì nel 1° reggimento Genio, 51° compagnia Zappatori. SQUARCETTA Domenico di Giuseppe Cadde negli scontri del 27 marzo 1918 a Salettuolo sul Medio Piave in seguito allo scoppio di una Nato a Ischia di Castro il 26 gennaio 1894 fu soldato del 130° reggimento Fanteria 5° compagnia. granata. Fu sepolto a Macerata. Cadde nelle trincee di Hudi Log, oggi Bosiomalo in Slovenia, (...) in seguito a ferita di scheggia di gra- nata nemica (...). PETTINELLI Andrea di Giuseppe Nacque a Ischia di Castro il 17 febbraio 1895. Fu caporale del 33° reggimento Artiglieria da Cam- TOZZI Agostino di Francesco pagna. Morì il 10 aprile 1918 in prigionia per broncopolmonite nell’ospedale n. 10 di Innsbruck. Fu Nacque a Ischia di Castro il 25 agosto 1887 e fu soldato del 201° reggimento Fanteria brigata Sesia. Di sepolto nel cimitero militare di detta città, tomba n. 70. professione contadino e analfabeta fu riformato alla prima visita di leva per deficienza di statura perché misurato m 1,47; la visita del 3 aprile 1916 che lo dichiarò abile arruolato in terza categoria lo presentò PIANTAMORE Giuseppe di Lorenzo come alto m 1,62½. Cadde l’11 ottobre 1887 in combattimento a Opacchiasella, oggi Opatj Selo in Nacque il 3 novembre 1894 a Tuscania, ma da famiglia residente in Ischia di Castro. Fu soldato del Slovenia, per ferite da scheggia di granata. 35° reggimento Artiglieria da Campagna e servì nel 146° reparto someggiato di Sanità. Combatté in Albania e morì per malattia a Valona il 21 settembre 1918. E’ sepolto nel sacrario militare Caduti “Ol- * Lotti M., Gavazzi P. L. 2014, Cademmo per lasciarvi la Patria libera e unita. Ischia di Castro e la Grande Guerra, in Qua- tremare”. derni di Ischia di Castro, Vol. II, Vetralla. RIDOLFI Luigi di Vincenzo Nacque a Ischia di Castro l’ 8 febbraio 1889 e fu soldato del 130° reggimento Fanteria brigata Perugia. Morì il 1 agosto 1915 per enterite nell’ospedale da campo n. 024 in Cormons. ** Lotti M., Gavazzi P. L. 2014, Cademmo per lasciarvi la Patria libera e unita. Ischia di Castro e la Grande Guerra, in Qua- derni di Ischia di Castro, Vol. II, Vetralla. RINALDI Domenico Antonio di Gabriele Nacque a Ischia di Castro il 28 agosto 1876. Fu soldato del 208° battaglione M. T. e morì sotto una valanga il 9 dicembre 1916 a Valle Fieno.

RINALDI Filiberto di Luigi Nacque a Ischia di Castro il 6 maggio 1894 e fu caporale del 218° reggimento di Fanteria 9° compa- gnia. Cadde negli scontri del 19 ottobre 1917 sul Passo della Lava del Monte Calgari, morto per asfissia in seguito a (...) contusioni gravi alla testa, torace e bacino destro (...), assistito sul campo dal tenente Caivano Guglielmo.

RONCA Sante Nativo di Acquapendente ma domiciliato in Ischia di Castro.

ROSSI Cledde di Domenico Nacque a Ischia di Castro il 23 gennaio 1892 e fu soldato del 13° reggimento Artiglieria da Campagna, 708° Autosezione Tredicesimo Autoreparto. Morì il 7 ottobre 1918 presso l’ospedale da campo 089 a Vestone per (...) broncopolmonite bilaterale da influenza (...).

  TTestatinaestatina

La memoria dei caduti a San Lorenzo Nuovo: il complesso monumentale del Sacrario degli Eroi

Tiziana Fiordiponti

All’indomani del Primo Conflitto mondiale, la profondità della dimensione del lut- to causato dalla guerra di massa impose la neces- sità di elaborare il dolore in una dimensione non solo privata, ma anche pubblica. Questa tensio- ne si concretizzò materialmente in ogni nazione coinvolta nel conflitto nella proliferazione di mo- numenti ai caduti, trasformando il lutto privato in un sentimento collettivo di natura patriottica: nei monumenti funebri che occupano spazi pub- blici la memoria dei caduti diventa espressione del culto della nazione. In breve tempo, in Italia, la gran parte dei Co- muni espresse il desiderio legittimo di ricordare ed omaggiare i propri caduti attraverso iniziative, spesso sorte dal basso, votate alla memoria dei tanti che avevano perso la vita a causa della guerra. Dalla ricognizione degli atti dell’Archivio sto- rico comunale si evince che a San Lorenzo Nuo- vo l’esigenza di onorare i propri soldati caduti si presentò presto, già all’inizio del 1920, e se ne fece interprete principale la locale sotto sezione dell’Associazione Nazionale Combattenti, che commissionò la realizzazione di una lapide com- memorativa alla memoria dei caduti, inaugurata 1 Fig. 1- Ascsln, tomo 41, anno 1920, cat. VI: l’invito alla ceri- il 17 gennaio 1920 (fig. 1). monia d’inaugurazione della lapide commemorativa dei caduti Come vedremo, la targa tradisce nel suo aspet- indirizzato alla Giunta comunale dalla sotto sezione di San Lo- to formale la semplicità e la severità caratteristiche renzo Nuovo dell’Associazione Nazionale Combattenti. dei monumenti elaborati negli anni più prossimi al conflitto, fatti spesso di lapidi ornate da simboli posti ad esaltazione dell’esito della guerra, quali la stella, l’aquila, la Vittoria alata2 (fig. 2). La lapide reca in alto la seguente iscrizione dedicatoria:

1 Archivio storico comunale di San Lorenzo Nuovo (d’ora in poi Ascsln), tomo 41, anno 1920, cat.VI. Colgo l’occasione per ringraziare l’Amministrazione e i dipendenti comunali per aver consentito, con grande disponibilità, la consultazione dei documenti conservati nell’Archivio e per le utili informazioni fornitemi nel corso della ricerca. Ringra- San Lorenzo Nuovo zio inoltre Luigi Civitelli e Silvio Verrucci, per le preziose indicazioni che mi hanno suggerito durante la stesura di queste pagine, ed infine Mario Bigini, che ha garantito l’accesso al sacrario ogni volta che è stato necessario. 2 Apreda 2010, p. 4. La lapide è raffigurata a pag. 150.

  Tiziana Fiordiponti La memoria dei caduti a San Lorenzo Nuovo: il complesso monumentale del Sacrario degli Eroi

LA LOCALE SEZIONE COMBATTENTI toria alata tra due rami di alloro, emblema ancora una volta di valore militare, come descritto sopra. INCISE QUI IL NOME La Vittoria regge nella mano sinistra una corona ottenuta da un serto intrecciato di una specie vegetale non riconoscibile. DEI DIFENSORI DELLA LIBERTà E DEL DIRITTO Sotto l’immagine si legge la seguente dedica: AFFINCHè COL RICORDO RIVIVANO L’EROICA POESIA DELLA PATRIA I VOSTRI NOMI L’AUSTERA SANTITà DEL DOVERE SON GLORIA D’ITALIA EROI NASCOSTI Il testo si dimostra in linea con la terminologia adottata dalla retorica ufficiale, tutto all’insegna DI UNA GRANDE GUERRA dell’esaltazione patriottica, della celebrazione in sen- so eroico e trionfalistico del sacrificio estremo per la IL POPOLO RIVERENTE Patria. XVII – I – MCMXXI Sotto la dedica figurano i nomi di 26 caduti sud- 3 Sotto l’iscrizione, anch’essa permeata di eroismo patriottico, figurano i nominativi dei caduti, divisi in due colonne, in ordine di grado militare . anch’essi suddivisi in due colonne, in ordine di grado militare5. Sotto l’elenco nominativo figurano due date: in La lapide si chiude con un motivo ornamentale formato da un’aquila ad ali spiegate, resa in forme corrispondenza della prima colonna si legge l’anno naturalistiche, che trattiene con gli artigli l’asta della bandiera con il vessillo avvolto: sotto di essa si MCMXV, sotto la seconda colonna figura invece scorgono intrecciate le stesse armi della lapide descritta sopra e i due tralci di alloro e quercia, anch’essi l’anno MCMXVIII. già presenti nella targa del 1920. Analogamente, anche la bandiera reca un piccolo stemma di Stato ita- Nella porzione inferiore della lapide risalta a bas- liano. L’aquila è senza dubbio allegoria di potenza, di coraggio e di forza, ma costituisce anche un riferi- sorilievo una corona formata da un tralcio di allo- mento ai valori della Roma imperiale e di casa Savoia, di cui rappresenta uno dei più antichi emblemi. ro, emblema di virtù militare, intrecciato ad uno di Le lapidi dovevano essere affisse nella facciata del palazzo comunale, come si evince da documenti quercia, segno di forza e dignità, usato quale sim- successivi: il 19 aprile del 1926, infatti, nell’ultima seduta prima del decadimento della Rappresentanza bolo delle virtù civili. La corona accoglie iscritta al Municipale per dar luogo all’insediamento del podestà, il Consiglio, su proposta del sindaco, all’oggetto centro la stella a cinque punte, con un solo verti- di lasciare un perenne e grato ricordo dei Caduti del nostro Comune nella grande guerra delibera l’acqui- ce verso l’alto, simbologia classica dell’Italia, larga- sizione di due corone di metallo da collocarsi sulle lapidi dei Caduti stessi, che esistono sulla facciata del mente adottata nel periodo risorgimentale. Sotto a Palazzo municipale6 (figg. 4-5). questo motivo figurano spada e fucile intrecciati con Le due lapidi costituirono a lungo l’unica forma di commemorazione esistente a San Lorenzo Nuo- la bandiera, adagiata sull’asta a suggerire mestizia e vo, fino a quando venne presa la decisione di intervenire sul complesso del vecchio cimitero del paese, lutto. Il vessillo è ornato con lo stemma di Stato ita- allo scopo di ricavarne un edificio dedicato esclusivamente ai caduti e alla loro memoria. liano reso in forma semplificata, con uno scudo de- Il 2 aprile del 1932 il commissario prefettizio di San Lorenzo Nuovo firmò la deliberazione n. 257, corato da croce. La bandiera compare per rappresen- di cui qui riportiamo uno stralcio (figg. 6-7): tare l’identità nazionale, lo stemma invece incarna l’autorità dello Stato, in funzione celebrativa. Sopra “In considerazione che il vecchio cimitero adiacente all’abitato è inservibile fin dal 1884, quando le armi campeggia un elmo militare, l’attributo più venne cioè costruito il nuovo nella via di Grotte. rappresentativo dell’esercito, indossato dal grosso Che la chiesola (sic), e annessa recinzione, è completamente abbandonata, essendo il tutto ridotto 4 ad un roveto. […] della truppa, allegoria immediata del fante . Che l’Ammi(nistrazio)ne dovrebbe deliberare una spesa per ripristino della proprietà derivante dal Esattamente un anno dopo l’affissione del monu- vecchio Cimitero. mento descritto, venne aggiunta una seconda targa Delibera per commemorare altri 16 caduti sanlorenzani che 1° - di adibire il terreno racchiuso da muro sito davanti la chiesola (sic), a Parco della Rimembranza, non figuravano nella prima lapide (fig. 3). e raccogliere così anche l’albero in onore di Arnaldo Mussolini. 2° - di adibire la chiesa a monumento votivo dei caduti in guerra, con traslogo (sic) delle salme, che Fig. 3 - La seconda lapide in onore dei caduti realizzata Questa seconda memoria, analoga per forma alla nel 1921 murata nel recinto del sacrario, lato sinistro. prima, è decorata nella parte superiore con una Vit- 5 Riportiamo la trascrizione dei nomi dei caduti elencati nella seconda targa (anche qui l’elencazione non segue l’ordine 3 Riportiamo la trascrizione dei nomi dei caduti nell’ordine in cui compaiono nella targa (come si vedrà, l’elencazione alfabetico). Prima colonna: Serg. Mag. Magalotti Pacifico, Cap. Mag. Bigini Giuseppe, Sold. Bianchi Giulio, Sold. Consolini non segue l’ordine alfabetico). Prima colonna. Serg. Nucci Antonio, Serg. Passetti Vittorio, Cap. Saccarelli Antonio, Cap. Luigi, Sold. Cimpella Lodovico, Sold. Cimpella Settimio, Sold. Ciccioni Attillio, Sold. Ceccolungo Domenico. Seconda Bevagna Vittorino, Sold. Filoni Evaristo, Sold. Fortunati Nazzareno, Sold. Strappafelci Enrico, Sold. Tomassini Domenico, colonna: Sold. De Vico Romano, Sold. Fantera Germano, Sold. Monachino Lorenzo, Sold. Mencini Felice, Sold. Meatta Sold. Fabi Brandimarte, Sold. Bellocchi Cesare, Sold. Colonnelli Lorenzo, Sold. Temperini Giuseppe, Sold. Teofilo Antonio, Sold. Nottoli Giovanni, Sold. Serafinelli Antonio, Sold. Cozza Giuseppe. Lorenzo. Seconda colonna: Sold. Duranti Serafino, Sold. Starna Aurelio, Sold. Zanoni Attilio, Sold. Lucchi Lorenzo, Sold. 6 Ascsln, tomo 61, anno 1926, cat. I. Breccola Antonio, Sold. Zapponi Nazzareno, Sold. Piccirilli Pietro, Sold. Saccarelli Adelio, Sold. Strappafelci Giuseppe, 7Ascsln, tomo 83, anno 1932, cat. I. Roberto Iacovoni assegna al 1925 la data di istituzione del sacrario, pur non Sold. Gabrielli Oreste, Sold. Pacetti Vincenzo, Sold. Nucci Luigi, Sold. Catalucci Gennaro. indicando le fonti da cui ricava questa attribuzione cronologica. La data proposta dall’A. non trova per ora conferma dalla 4 Per l’analisi della simbologia connessa all’apparato decorativo di targhe o monumenti alla memoria si veda Gnisci ricognizione effettuata sugli atti dell’Amministrazione conservati nell’Archivio comunale, che assegnano senz’altro al 1932 2010, pp. 155-170. l’atto istitutivo del monumento. Cfr. Iacovoni 2004, p. 21 e Iacovoni 2015, p. 195.

  La memoria dei caduti a San Lorenzo Nuovo: il complesso monumentale del Sacrario degli Eroi

provvisoriamente vennero depositate in una cappella dell’attuale cimitero. 3° - La spesa per la trasformazione verrà fatta a cura della Sezione dei Combattenti con la presta- zione di una opera gratis, già offerta”.

Il testo dell’atto rivela con grande chiarezza il lungo stato di abbandono in cui versava il complesso del vecchio cimitero, decadenza che interessava sia l’area cimiteriale vera e propria che l’edificio religio- so. Nell’Archivio storico comunale si trovano tracce di un fitto carteggio intercorso tra aprile e maggio del 1932 tra il vescovo di Montefiascone, nella cui giurisdizione ricadeva la parrocchia di San Lorenzo Nuovo, ed il commissario prefettizio, nel quale si legge una certa sottile acredine tra le due autorità in merito alla giurisdizione sull’area. Ciò nonostante, la Curia vescovile sembra concedere di buon grado il proprio nullaosta all’operazione, forse proprio ravvisando in essa una soluzione a portata di mano per sopperire al grave declino dell’area8. Nelle parole del commissario prefettizio si manifesta la volontà di onorare la memoria dei caduti realizzando un sacrario singolare, poiché il recupero della vecchia area cimiteriale consentì di allestire in essa anche un Parco della Rimembranza, seppure questo non formulato nei modi canonici9. Ancora una volta l’onere della realizzazione dell’opera viene assunto dalla sotto sezione di San Lo- renzo Nuovo dell’Associazione Nazionale Combattenti. La formulazione che consegue dalle soluzioni adottate per la realizzazione dell’opera conferisce al sacrario uno status del tutto singolare, rendendolo allo stesso tempo anche cimitero e Parco della Rimembranza. Sebbene nelle fonti d’archivio non sia stato possibile rintracciare documenti attestanti né la natura degli interventi apportati alle strutture antiche per consegnarle alla nuova funzione, né lo stato dell’o- Fig. 4 - Ascsln, Deliberazione del Consiglio comunale n. Fig. 5 - Ascsln, Deliberazione del Consiglio comunale n. pera finita né tantomeno la data d’inaugurazione, dall’osservazione diretta del monumento si può 19 del 19 aprile 1926, tomo 61, anno 1926, cat. I, fronte. 19 del 19 aprile 1926, tomo 61, anno 1926, cat. I, retro. forse ricavare un arco temporale indicativo per il completamento dei lavori e l’apertura del complesso. Sui pilastri che sostengono la cancellata d’ingresso, infatti, sono fissate delle lettere in metallo: su quello a sinistra figura la lettera A, mentre sul pilastro a destra si legge la cifra XII. L’iscrizione va sciol- ta in ANNO XII, da intendersi verosimilmente come anno dodicesimo dell’era fascista, da collocarsi quindi nel periodo di tempo compreso tra il 29 ottobre 1933 e il 28 ottobre 1934. Il Sacrario degli Eroi nacque dunque come area dedicata ai caduti della Grande Guerra, ma in seguito trovarono sistemazione in esso anche i soldati sanlorenzani che perirono durante la Seconda Guerra mondiale10. Il complesso si trova ai margini del vecchio centro storico ed è costituito da una piccola chiesa con area cimiteriale antistante delimitata da un muro di cinta, inserito attualmente all’interno del tessuto urbanistico. Come detto, l’area corrisponde al camposanto originario del paese fondato alla fine del Settecento, già individuabile nelle planimetrie del progettista, l’architetto Francesco Navone, datate 1777. All’e-

8 Ascsln, tomo 83, anno 1932, cat. I. 9 Sebbene si ignori come fosse effettivamente organizzata l’area verde antistante la cappella votiva all’epoca dell’istituzione del sacrario, dalla delibera del commissario prefettizio sembra potersi dedurre che non si presentasse in effetti come un Parco della Rimembranza in senso canonico, facendo essa riferimento esclusivamente alla presenza di un albero. Anche adesso inoltre l’area ospita a dimora solo due cipressi, mentre è noto come i parchi della rimembranza nati come tali, in Italia sorti in particolare su stimolo della circolare ministeriale n. 67 del 30 novembre 1922, presentassero un albero per caduto, ognuno contrassegnato da una targa col nome del defunto, incarnando così un’idea di rinascita, unitamente alla riconoscenza della Patria, che serbava nel parco la memoria perenne del soldato. Solitamente venivano impiantati cipressi piramidali, specie mediterranea per eccellenza, segno di durata nel tempo. Dall’analisi dei documenti conservati nell’Archivio storico comunale, sembra che a San Lorenzo Nuovo in un primo tempo la circolare ministeriale venisse recepita, ma il progetto di realizzare un bosco della memoria non andò mai effettivamente in porto. Cfr. Giusti 2010, pp. 189-198; Gnisci 2010, p. 109. 10 In totale i caduti commemorati nel sacrario sono 42 per la Prima Guerra e 17 per la Seconda Guerra mondiale. Allo stato attuale degli studi non sono a disposizione dati certi per determinare il momento in cui furono accolti nel complesso Fig. 6 - Ascsln, Deliberazione del Commissario prefettizio Fig. 7 - Ascsln, Deliberazione del Commissario prefettizio i caduti della Seconda Guerra. n. 25 del 2 aprile del 1932, tomo 83, anno 1932, cat. I, n. 25 del 2 aprile del 1932, tomo 83, anno 1932, cat. I, fronte. retro.   Tiziana Fiordiponti La memoria dei caduti a San Lorenzo Nuovo: il complesso monumentale del Sacrario degli Eroi

a capanna e controsoffitto caratterizzato da volta a botte. La struttura muraria è caratterizzata da corsi sub-orizzontali di pietra basaltica vulcanica scheggiata a mano, con quattro pilastri angolari in tufo. La chiesa fu oggetto di alcuni inter- venti di restauro completati nel maggio 1862, grazie ad un finanziamento pro- veniente della cappella del Purgatorio di San Lorenzo Nuovo. In seguito a tali modifiche venne abbassato il livello del Fig. 9 - XVIII secolo. Prima fase della chiesa del Carmine (da Galli 2009, pp. 8-9). terreno ed effettuato lo spurgo delle fon- damenta, inoltre la facciata dell’edificio fu intonacata adottando uno stile a bu- gnato e furono aggiunti dei gradini in pietra antistanti il prospetto principale13 (figg. 9-10). Il complesso sepolcrale accolse la prima sepoltura nel 1779 e restò in uso per oltre un secolo, quando la crescita demografica della popolazione e l’espan- sione urbanistica del paese imposero il trasferimento delle onoranze funebri in un’area più grande ed esterna all’abitato Fig. 10 - XIX secolo. Seconda fase della chiesa del Carmine (da Galli e venne dunque costruito l’attuale cimi- 2009, pp. 8-9). tero, che entrò in uso nel 1885. Come abbiamo già accennato, da questa data in avanti il vecchio cimitero decadde in un progressivo stato di abbandono, ben descritto dalla delibera del commissario prefettizio del 1932. Fig. 8 - Veduta del sacrario dei caduti di San Lorenzo Nuovo. Oggi il sacrario si presenta nell’aspetto conferitogli dai recenti interventi di restauro14. poca occupava un’area ai margini dell’edificato residenziale, in zona extraurbana, sul poggio alle spalle Si accede all’area tramite una cancellata in ferro sorretta da due pilastri decorati sulla sommità con della chiesa parrocchiale11 (fig. 8). due tripodi sui quali brucia eternamente una fiamma, motivo funerario che rimanda al culto degli eroi In origine la struttura cimiteriale comprendeva un viale centrale, ai lati del quale erano distribuite antichi, legato tradizionalmente alla devozione verso i defunti per esprimere la riconoscenza dei vivi nei 15 aree dedicate ad inumazioni collettive, in totale otto locali sotterranei, destinati ad essere aperti me- riguardi dei morti . diante una botola ad ogni nuovo funerale. Gli ambienti erano divisi in ragione dell’età e del sesso del Il cancello immette in un vialetto che conduce alla cappella votiva. Ai lati del viale sono piantati defunto: fossa per bambini e bambine, per i giovani e le giovani, per gli uomini e le donne. In fondo al i due cipressi già menzionati. Lungo le mura del recinto che delimita il sacrario, partendo da sinistra viale si ergeva la chiesa del Carmine12. verso il fianco destro, sono apposte le due targhe commemorative del 1920 e del 1921 e, a seguire, le 16 L’impostazione planimetrica dell’edificio religioso si presenta analoga a quella della cappella cimite- lapidi dei caduti . riale di Pianiano, anch’essa edificata alla fine del Settecento, su progetto dell’architetto Francesco Navo- Le lastre si presentano molto semplici, senza alcuna ornamentazione nella specchiatura ad eccezio- ne. L’impianto planimetrico è ad aula unica, terminante con un’abside semicircolare e coperta da tetto ne delle stelle a cinque punte incise negli angoli. Le epigrafi recano il grado, il cognome e il nome del defunto, le date di nascita e di morte e, dove possibile, il luogo del decesso. Solo le lapidi di Lodovico e Settimio Cimpella presentano anche la foto dei defunti entro cornice. 11 La fondazione di San Lorenzo Nuovo risale all’intervento diretto della Santa Sede, iniziato sotto il pontificato di Clemente XIV (1769-1774) e concluso al tempo del suo successore, Pio VI (1775-1799). L’iniziativa dei pontefici intendeva porre rimedio allo spopolamento del borgo omonimo sviluppatosi in età medievale nella Val di Lago, centro che nel XVIII secolo viveva una fase di decadenza strutturale, aggravata dalla diffusione della malaria. La fondazione del nuovo paese iniziò 13 Galli 2009, pp. 8-10. nel 1771, secondo il progetto urbanistico dell’architetto Francesco Navone. Nel 1779 i lavori erano per lo più conclusi 14 Un’approfondita relazione sugli interventi effettuati si trova in Galli 2009, pp. 7-35. e la popolazione cominciò a trasferirsi nel nuovo paese, sorto a nord del vecchio centro, in posizione d’altura. Per una 15 Gnisci 2010, pp. 168-170. bibliografia essenziale su San Lorenzo Nuovo si vedano Silvestrelli 1940, pp. 793-794; Munari 1975; Manna 1995, 16 Nelle mura del recinto del sacrario sono apposte anche altre lapidi funerarie non pertinenti a caduti sanlorenzani delle con indicazione di bibliografia precedente. due guerre. Si tratta delle lapidi di Temistocle Visconti, morto il 3 settembre 1869, del sergente Robert Denuit, morto il 12 Civitelli 2012, p. 174. 18 giugno 1944, di Guendalina Ambrosini, morta l’11 febbraio 1870, e di Vincenzo Contedini, morto il 16 aprile 1871.

  Tiziana Fiordiponti La memoria dei caduti a San Lorenzo Nuovo: il complesso monumentale del Sacrario degli Eroi

17 Nella tabella seguente si riporta l’elenco dei caduti ricordati nelle lapidi funerarie : Sergente Maggiore, 39° San Lorenzo Magalotti Pacifico 28/01/1891 23/10/1918 Malattia reggimento Artiglieria Nuovo DATA DI DATA DI LUOGO DI COGNOME NOME CORPO CAUSA DI MORTE Soldato, 38° reggimento Morto in prigionia NASCITA MORTE MORTE Meatta Antonio 26/10/1881 05/12/1917 Fanteria per malattia Soldato, 209° battaglione Ferita riportata in Bellocchi Cesare 03/01/1891 16/05/1916 Cima Val Bona Soldato, 86° reggimento San Lorenzo Malattia contratta in Fanteria combattimento Mencini Felice 14/07/1881 19/07/1918 Fanteria Nuovo guerra Caporale, 60° reggimento Ferita riportata in Bevagna Ottorino 28/12/1893 26/07/1916 Col Bricon Soldato, 218° reggimento Morto in prigionia Fanteria combattimento Monachino Lorenzo 02/11/1891 30/03/1918 Russia Fanteria per malattia Soldato, 83° reggimento Bianchi Giulio 01/06/1889 20/04/1917 Pistoia Malattia Kinynigemrgo Fanteria Morto in prigionia Nottoli Giovanni 03/01/1896 15/04/1918 Soldato, 1° Genio per malattia Caporal Maggiore, 150° Bigini Giuseppe 01/01/1892 10/10/1918 Viterbo Malattia reggimento Fanteria Sergente, 130° reggimento Ferita da arma da Nucci Antonio 29/11/1890 08/07/1915 Podgora Soldato, 126° reggimento Ferita riportata in Fanteria fuoco Breccola Antonio 16/07/1895 11/12/1916 Palmanova Fanteria combattimento Soldato, 62° reggimento Ferita riportata in Nucci Luigi 10/03/1885 07/06/1916 Passo Buole Soldato, 34° reggimento Fanteria combattimento Catalucci Gennaro 18/01/1886 16/08/1917 Disperso in guerra Fanteria Soldato, 6° reggimento Ferita da arma da Pacetti Vincenzo 18/08/1898 18/08/1918 Montebelluna Soldato, 60° reggimento San Lorenzo Fanteria fuoco Ceccolungo Domenico 22/09/1892 15/10/1918 Malattia Fanteria Nuovo Sergente, 24° reggimento Passetti Vittorio 19/11/1887 27/06/1918 Col dell’Orso Scoppio di granata Soldato, 12° reggimento Fanteria Ciccioni Attilio 23/11/1896 19/06/1916 Asti Malattia Artiglieria Soldato, 106° Batteria di Piccirilli Pietro 04/05/1898 18/08/1917 Comarie Schiacciamento Soldato, 28° reggimento Ospedale da Bombarde Cimpella Lodovico 10/01/1893 23/10/1918 Malattia Cavalleggeri campo 214 Adelio Soldato, 1° reggimento Chiesa Nuova Morto in Saccarelli 17/07/1899 22/11/1917 Soldato, 88° reggimento (Enrico) Granatieri (Piave Vecchio) combattimento Cimpella Settimio 04/12/1898 28/06/1917 Livorno Malattia Fanteria Caporale, 70° reggimento Ferita riportata in Saccarelli Antonio 08/10/1895 08/05/1916 Forcella Val Bona Soldato, 126° reggimento Fanteria combattimento Colonnelli Lorenzo 11/05/1883 15/07/1916 Mason Vicentino Ustioni Fanteria Soldato, 4° reggimento Passo Ferita da arma da Serafinelli Antonio 27/11/1894 15/06/1917 Soldato, 3° reggimento San Lorenzo Bersaglieri dell’Agnella fuoco Consolini Luigi 17/11/1900 27/11/1918 Malattia Bersaglieri Nuovo Soldato, 125° reggimento Ferita da arma da Starna Aurelio 12/08/1886 02/11/1916 Gradisca Soldato, 232° reggimento Fanteria fuoco Cozza Giuseppe 12/04/1891 23/03/1918 Orvieto Malattia Fanteria Soldato, 125° reggimento Ospedale da Strappafelci Enrico 13/01/1889 18/11/1915 Malattia Soldato, 221° reggimento Ospedale da Fanteria campo 230 De Vico Romano 29/12/1899 19/10/1918 Malattia Fanteria campo 60 Soldato, 1° reggimento Ferita da arma da Strappafelci Giuseppe 05/01/1886 28/11/1917 Possano Soldato, 13° reggimento 1° Sez. San. Artiglieria fuoco Duranti Serafino 10/03/1885 13/10/1916 Ferita da scheggia Bersaglieri C.R.I. Soldato, 207° reggimento Ospedale da Ferita da arma da Temperini Giuseppe 16/08/1884 19/07/1916 Soldato, 2° reggimento Ospedale da Ferita da arma da Fanteria campo 63 fuoco Fabi Brandimarte 05/04/1895 30/04/1916 Bersaglieri campo 19 fuoco Soldato, 13° reggimento Acque di Capo Teofilo Lorenzo 05/08/1889 15/02/1917 Disperso in mare Soldato, 2° reggimento Artiglieria Madapan Fantera Germano 07/07/1888 25/10/1918 Piacenza Malattia Fanteria da Fortezza Soldato, 60° reggimento Ferita da arma da Tomassini Domenico 01/08/1886 14/03/1916 Col di Lana Soldato, 60° reggimento Ospedale da Ferita riportata in Fanteria fuoco Filoni Evaristo 19/10/1891 06/08/1915 Fanteria campo 91 combattimento Soldato, 60° reggimento Ferita da arma da Zanoni Attilio 27/12/1894 08/11/1915 Col di Lana Soldato, 126° reggimento Ferita da arma da Fanteria fuoco Fortunati Nazareno 19/01/1895 11/11/1915 Zagora Fanteria fuoco Soldato, 221° reggimento Ferita da arma da Zapponi Nazzareno 15/03/1887 13/02/1917 Milano Soldato, 120° reggimento Fanteria fuoco Gabrielli Oreste 17/12/1899 28/12/1917 Grappa Malattia Fanteria Soldato, 130° reggimento Ferita riportata in Lucchi Lorenzo 28/12/1887 23/11/1915 Mariano All’appello mancano alcuni soldati che non vengono commemorati nel monumento sanlorenzano, Fanteria combattimento ma che è possibile rintracciare nell’Albo d’Oro dei Caduti e Dispersi della 1° Guerra Mondiale del Ministero della Difesa. Si tratta di Eleuterio Filoni, Sante Serafinelli e Salvatore Tomassini. Eleuterio Filoni, soldato del 2° reggimento Bersaglieri, nacque l’8 agosto 1887 e morì il 23 febbraio 1918, per 17 Nella tabella sono stati trascritti i dati indicati nelle lapidi apposte nel sacrario, integrati con le informazioni relative malattia contratta in guerra; Sante Serafinelli, nato il 29 luglio 1893, soldato nel 70° reggimento Fan- al corpo di appartenenza desunte dall’Albo d’Oro dei Caduti e Dispersi della 1° Guerra Mondiale del Ministero della teria, morì ad Arezzo l’11 agosto 1917, anch’egli per malattia; Salvatore Tomassini, nato il 01 febbraio Difesa (d’ora in poi Albo d’Oro) e dai fogli matricolari conservati all’Archivio di Stato di Viterbo, cercando di sanare le 1882, soldato nel 29° reggimento Fanteria, risulta invece disperso in combattimento sul Carso, il 10 incongruenze che in taluni casi sono state riscontrate tra le fonti utilizzate, relative sia ai dati anagrafici che allo stato di ottobre 1918. servizio.

  Tiziana Fiordiponti Testatina

Diverso è il caso di Lorenzo Pioli, Francesco Sperandini ed Evelino Strappafelci, che non sono men- zionati nell’Albo d’Oro, ma, stando allo stato di servizio riportato nei relativi fogli matricolari, figurano anch’essi tra i caduti della Prima Guerra. Lorenzo Pioli, nato il 20 luglio 1890, risulta morto in guerra in luogo e data imprecisati, Francesco Sperandini, nato il 15 ottobre 1882, assegnato al 70° Reggimento Fan- teria, morì in combattimento sul Carso il 6 giugno 1917, Evelino Strappafelci, soldato del 4° Reggimento Genio, nacque il 4 dicembre 1884 e morì di malattia all’ospedale militare di Rovigo il 14 aprile 1918. Nel muro ai lati del prospetto della chiesa sono affisse due epigrafi in marmo: quella di sinistra ri- porta il proclama di guerra di Vittorio Emanuele18, quella di destra riporta invece il testo del bollettino della vittoria firmato da Diaz nel novembre 191819 (figg. 11-12). Il portale della chiesa è preceduto da tre gradini e sovrastato da un architrave, sormontato da un arco centinato. Sotto all’architrave corre la dedica AI NOSTRI EROI. La facciata è movimentata da un oculo e coronata da un timpano che non presenta motivi decorativi. L’interno dell’aula risulta spoglio, gli unici elementi d’arredo sono rappresentati da un’acquasantiera incassata a muro nella controfacciata, al lato destro per chi entra, e da una corona in metallo affissa nella controfacciata, al lato sinistro. Il manufatto è formato da due tralci d’alloro al cui vertice è apposta con una stella a cinque punte, e venne realizzato in onore di Brandimarte Fabi dal fratello Vittorio, in oc- casione del ricongiungimento alla famiglia dei resti del defunto: l’iscrizione effigiata sul nastro funebre recita QUI RIPOSA LA SALMA DI BRANDIMARTE (fig. 13). Alla parete destra dell’aula è affissa una lapide in onore dei caduti con la seguente dedica iscritta sotto ad una stella a cinque punte20: DIVIDEMMO CON MOLTI I LUNGHI DISAGI DELLE TRINCEE L’ORRORE DELLE BATTAGLIE Fig. 11 - La targa con il Proclama di guerra di Vittorio Emanuele sulla parete a sinistra della facciata della chiesa. ESSI TORNARONO NOI RIMANEMMO BARRIERA INSUPERABILE AGLI OPPRESSORI DELLA LIBERTà D’ITALIA

18 Di seguito la trascrizione dell’iscrizione: “Proclama di guerra./ Soldati di terra e di mare./ L’ora solenne delle rivendicazioni nazionali è suonata./ Seguendo l’esempio del mio Grande Avo, assumo oggi il Comando Supremo/ delle forze di terra e di mare con sicura fede nella vittoria, che il vostro/ valore, la vostra abnegazione, la vostra disciplina, sapranno conseguire./ Il nemico che vi accingete a combattere è agguerrito e degno di voi, favo/rito dal terreno e dai sapienti apprestamenti dell’arte; egli vi opporrà tena/ce resistenza, ma il vostro indomito slancio saprà di certo superarla./ Soldati, a voi la gloria di piantare il tricolore d’Italia sui termini sacri/ che natura pose a confine della Patria nostra; a voi la gloria di compie/re, finalmente, l’opera con tanto eroismo iniziata dai nostri padri./ Gran Quartiere Generale, 26 maggio 1915/ Vittorio Emanuele”. 19 Di seguito la trascrizione dell’iscrizione: “Bollettino della vittoria./ La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida di S.M. il Re - Duce Supremo -/ l’esercito italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrolla/bile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta./ La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte 51/ divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una czeco-slovacca e un reggimento americano, contro/ 73 divisioni austro-ungariche, è finita. La fulminea arditissima avanzata del 29° corpo d’armata su Tren/to, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle trup/pe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale del/ fronte avversario. Dal Brenta al Torre l’irresistibile slancio della XII, della VIII, della X arma/ta e divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente/ nella pianura, S.A.R. il Duca d’Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata,/ anelante di ritornare sulle posizioni da essa già gloriosamente conquistate, che mai aveva perduto./ L’esercito austro-ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell’accanita resistenza/ dei primi giorni di lotta e nell’inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta/ e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa 300mi/la prigionieri con interi stati maggiori e non meno di 5000 cannoni. I resti di quello che fu uno dei/ più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano/ discese con orgogliosa sicurezza./ 4 novembre 1918 / Diaz”. 20 Al presente resta ancora da determinare l’origine di questa targa. Ugualmente si ignora se la posizione che occupa sia sempre stata quella che si riscontra attualmente o se in precedenza si trovasse altrove, affissa nello stesso edificio o in altri del paese. Per il significato sotteso alla simbologia della stella a cinque punte vedisupra e alla nota 4. Fig. 12 - La targa con il Bollettino della vittoria firmato Diaz sulla parete a destra della facciata della chiesa.

  Tiziana Fiordiponti La memoria dei caduti a San Lorenzo Nuovo: il complesso monumentale del Sacrario degli Eroi

L’abside presenta una decorazione su due registri, giocata sulla bicromia dominante rosa/grigio: BIBLIOGRAFIA monocromatica grigia in quello inferiore, in corrispondenza dell’altare a blocco addossato alla parete; il registro mediano, invece, mostra una semplice partitura architettonica formata da lesene binate e Apreda P. 2010, Tracce della memoria dei caduti della grande Guerra nella provincia di Frosinone, in specchiature lisce. Il catino absidale presenta in basso una cornice movimentata da un motivo a girali Guerrini, Vittucci 2010, pp. 3-14. e sopra una partizione in tre settori decorati con motivi vegetali. Nell’oculo spicca la colomba dello Civitelli L., Civitelli S. 2012 (a cura di), Attraverso lo specchio: viaggio per immagini nel tempo e nello Spirito Santo su fondo azzurro. spazio, s.l. / s. n. Nel pavimento della chiesa è stata ricavata una botola con copertura a vetro all’interno della quale Galli M. 2009 (a cura di), Restauro conservativo della Chiesa degli Eroi, San Lorenzo Nuovo. riposano sette urne pertinenti ai soldati Lodovico Cimpella, Romano De Vico, Brandimarte Fabi, Eva- Giusti A. 2010, Boschi e giardini della rimembranza, in Guerrini,Vittucci 2010, pp. 189-203. risto Filoni, Oreste Gabrielli, Adelio Saccarelli21. Gnisci S. 2010, La provincia di Viterbo e il culto dei caduti della Grande Guerra, in Guerrini, Vittucci 2010, pp. 100-187. Guerrini P., Vittucci M. 2010 (a cura di), Il Lazio e la Grande Guerra, Roma. Iacovoni R. 2015, Il Sacrario degli Eroi, in La Loggetta. Notiziario di Piansano e la Tuscia, n.102, anno XX, n. 1 gennaio-marzo, Piansano, p. 125. Manna E. 1995, Il cantiere pittorico del nuovo San Lorenzo, San Lorenzo Nuovo. Munari M. 1975, San Lorenzo Nuovo: storia della fondazione 1737 - 1774, Grotte di Castro. Silvestrelli G. 1940, Città, terre e castelli della regione romana, vol. II, Roma, pp. 793-794.

FONTI ARCHIVISTICHE ARCHIVIO DI STATO DI VITERBO Distretto militare di Viterbo, Ruoli matricolari del distretto militare di Viterbo, regg. 71, 72, 79, 98, 111, 167, 177, 180, 195, 266, 280, 282, 205, 312, 313, 331, 332, 333, 334 Archivio storico comunale di San Lorenzo Nuovo Tomo 41 (anno 1920) Tomo 61 (anno 1926) Tomo 83 (anno 1932)

SITOGRAFIA www.albodorolazio.it www.cadutigrandeguerra.it www.antenati.san.beniculturali.it

Fig. 13 - Una rara foto di Brandimarte Fabi, scattata al tempo dell’emigrazione in America (per gentile concessione della famiglia).

21 In una delle urne sono conservate le spoglie di un caduto della Seconda Guerra mondiale.

  Monumenti, lapidi e parchi dedicati ai caduti di Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano

Giovanni Riccini - Marcello Rossi

All’indomani della Grande Guerra che, con il sacrificio di tanti uomini, chiuse il percorso storico risorgimentale creando l’idea stessa di “Nazione italiana”, si sentì subito il bisogno di cementarla attraverso l’esaltazione del lutto e del dolore eroico e la costruzione di luoghi della memoria (monu- menti, lapidi, sacrari, parchi della rimembranza) per sancire il risarcimento e il ricordo delle comunità nei confronti dei figli “Vivi sempre e non Morti”1. In tutta Europa già nel 1919 si iniziarono a erigere monumenti e posizionare lapidi in ricordo dei caduti, opere che videro un febbrile incremento dopo la sepoltura del Milite Ignoto al Vittoriano in occasione del terzo anniversario della fine della Grande Guerra (4 novembre 1921) e dopo la marcia su Roma del 28 ottobre 1922.

Il monumento ai caduti di Acquapendente Anche ad Acquapendente, come nella maggior parte dei comuni italiani, si sentì il bisogno di ester- nare, con la costruzione di un monumento, il perpetuo ricordo delle giovani vite sacrificate per la Patria2. Una deliberazione del Consiglio comunale del 10 maggio 19193 nominò il Comitato, composto da 13 persone, per raccogliere le offerte e per erigere un monumento in memoria dei caduti: 1 Sindaco 2 Presidente Cassa Risparmio 3 Presidente Società Operaia 4 Presidente Congregazione di Carità 5 Signor Geronzi Ermanno 6 “ Bigerna Alfieri 7 “ Cordeschi Dario 8 “ Niri Cav. Uff. Teofilo 9 “ Rocchi Nazareno 10 “ Dott. Leonardi Antonio 11 “ Giovannini Antonio 12 “ Costantini Giovanni di Gioacchino 13 “ Cap.no Brenci Alessandro Un manifesto a stampa del 18 dicembre 1919 annunciò ufficialmente alla cittadinanza le motivazioni per le quali si sentì il dovere di “eternare” con un ricordo i nomi di coloro che persero la vita durante la Prima Guerra mondiale:

1 Guerrini, Vittucci 2010, p. 3. 2 Relativamente al monumento ai caduti di Acquapendente vedi anche Rossi 2014, pp. 100-111; Riccini 2009, pp. 118-119; Riccini 2010a, pp. 95-96 e Riccini 2010b, pp. 75-76. 3 Archivio Storico Comunale di Acquapendente (d’ora in poi Asca), Deliberazione del Consiglio comunale n. 154, RGN 1/15, c. 65.

Acquapendente  Giovanni Riccini - Marcello Rossi Monumenti, lapidi e parchi dedicati ai caduti di Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano

“(…) sono, infatti, oltre 100 gli Aque- i lavoratori a sottoscrivere, e, cosa in- siani che s’immolarono sul campo. Essi credibile, chiama offesa ai morti quello affrontarono intrepidamente la morte, che è invece espressione più alta della conscii che di quante belle e nostra gratitudine per loro e della loro gloriose azioni può ono- glorificazione; quello che è l’espressio- rarsi l’umana natura, niu- ne più alta di un sentimento e di un na uguaglia il morire per la pensiero non solo civile, ma umano, Patria. che nessuna idea politica potrà mai di- Ma se nobile è il fine di dare la vita per la struggere: il sentimento di Patria, il pen- libertà e la grandezza della Patria, di luce siero di onorare chi per essa diede la vita. non minore risplende il sacrificio com- È questo il concetto che deve trovarci piuto per il bene di altri popoli oppressi. uniti: ci saremo almeno una volta sol- A questo sentimento di fratellanza levati in un aere limpidissimo, ove ogni umana s’inspirò sempre il cavalleresco dissidio scompare. popolo d’Italia in ogni tempo, ma spe- L’anonimo manifesto dettato, più che cialmente nell’ultima immane guerra, dalle idee politiche, dalla incapacità ormai chiusa colla più grande vittoria. E morale di comprendere il significato FU VITTORIA ITALIANA”. ideale e nobile che emana dalla suddetta iniziativa, non merita altra protesta da E siccome in tutta Italia stavano sorgendo uomini veramente liberi quali ci sentia- monumenti e targhe ricordo, divenne do- mo di essere, e non soggetti ad alcuna verosa anche nella nostra città la costituzio- tirannia da qualunque parte venga, che ne di un Comitato ad acta e di conseguenza questa: contribuire tutti e il più pos- sibile col nostro obolo alla riuscita l’appello per una generosità morale e mate- dell’opera, confermando in noi quei riale per erigere il monumento: sentimenti che sono stati sempre vanto “Perciò quando ci fu offerto l’onorevo- dell’umanità civile, in tutte le epoche”. le incarico di costituirci in comitato per Il Consiglio comunale, con deliberazione concretare le dovute onoranze ai nostri 4 morti gloriosi, l’accettammo con entu- Lapidi marmoree con il Proclama del Re e il Bollettino della vittoria n. 22 del 20 aprile 1920 , approvò l’ere- del comandante A. Diaz (Scuole elementari 1920). siasmo, ben conoscendo, per tante pro- zione del monumento (e stanziò un con- Asca, Manifesto del 18 dicembre 1919. ve, la nobiltà dell’animo vostro. tributo di £ 5000 frazionato in tre esercizi Fummo convinti che non ci sarebbe finanziari: il primo di £ 1000, il secondo ed il terzo di £ 2000. mancato il vostro valido appoggio materiale e morale e che l’appello alla vostra generosità sarebbe Successivamente, con deliberazione n. 50 del 6 ottobre 19205 la stato accolto con la soddisfazione di sentire appagato l’intimo desiderio di tutti. Giunta municipale scelse il luogo dove erigerlo: la pubblica piazza Formuliamo pertanto l’augurio che il monumento da consacrare al valore ed al sacrificio dei nostri caduti, sia degno di loro e riesca un’opera d’arte a perpetuo onore e decoro della nostra città”. Regina Margherita, davanti all’edificio scolasticoonde evitare che ne derivi danno all’estetica nonché al transito delle vie e piazze pub- Presidente del Comitato fu l’avv. Ezio Cordeschi che si attivò subito presso l’Amministrazione comu- bliche e che fosse una collocazione centrale affinché tutta la comu- nale e le altre autorità locali allo scopo di accelerare tempi e modi per la costruzione dell’opera. In realtà nità se ne appropriasse: molte località italiane scelsero perfino la l’Amministrazione comunale aveva già provveduto a perpetuare il ricordo della vittoria con l’acquisto piazza principale su cui si affacciavano il palazzo del potere civile e la messa in opera di due grandi targhe di marmo bianco poste nell’atrio d’ingresso del nuovissimo e la chiesa per collocare il monumento ai caduti. Generalmente edificio scolastico: una con IL PROCLAMA DEL RE Vittorio Emanuele III per l’entrata in guerra l’iniziativa del monumento era demandata ad un Comitato co- datato 26 maggio 1915 e l’altra con il lungo BOLLETTINO DELLA VITTORIA del Comandante stituito ad hoc ma il Comune partecipava con uno stanziamento Supremo Armando Diaz che annunciava la fine del conflitto e la vittoria sull’esercito austro-ungarico iniziale, con la messa a disposizione del terreno su cui collocare il del 4 novembre 1918. Le targhe in marmo furono realizzate da Giuseppe Zannini di Orvieto per la monumento, la spesa per la messa in opera e col sostenere le spese spesa complessiva di £ 600. della cerimonia inaugurale. Così ad Acquapendente il Comitato si Il sentimento patriottico che sfociò nella realizzazione del monumento ai caduti non ricevette unanime rese subito attivo per reperire fondi presso la popolazione e molte consenso nella cittadinanza, pertanto il Comitato si sentì in dovere di affiggere un nuovo manifesto, il furono le iniziative messe in cantiere. 23 gennaio 1920, per denigrare la contestazione anonima e sollecitare nuovamente il contributo eco- Anche il concerto cittadino si adoperò devolvendo al Comitato il nomico di tutti: ricavato delle sue prestazioni in occasione delle feste di Carnevale Asca, Manifesto del 23 gennaio 1920. al Teatro Boni del 1920, dopo che ebbe anche ottenuto l’esenzio- “CITTADINI! Mentre con generoso consenso l’intera Città ha risposto all’appello del Comitato eletto dal Con- siglio comunale, su proposta popolare, per l’erezione di un monumento, ricordo imperituro dei 4 Asca, Deliberazione del Consiglio comunale n. 22, RGN 1/16, c. 7v. nostri morti in guerra per la patria e l’umanità, un manifesto anonimo, falsando i fatti, sconsiglia 5 Asca, Deliberazione della Giunta comunale n. 50, RGN 2/5, c. 16r.

  Giovanni Riccini - Marcello Rossi Monumenti, lapidi e parchi dedicati ai caduti di Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano ne del dazio sui 3 quintali di vino consumati durante le stesse. distintamente, astrazion fatta dal proprio Ma uno stop improvviso all’iniziativa arrivò dopo le elezioni amministrative dell’ottobre 1920. pensiero politico. Per la prima volta fu eletto un Consiglio con maggioranza del Partito Socialista Unitario e quindi Ritenuto quindi doveroso per l’Ammini- contraria per principio a tali espressione di gratitudine verso i caduti in guerra in quanto esse servono a di- strazione Comunale concorrere nella spe- sa di un monumento che glorifichi i Cit- mostrazioni patriottiche ed a celebrazione dell’infausta guerra borghese; di conseguenza, in seconda lettura, tadini di Acquapendente che offrirono la non confermò la delibera del precedente Consiglio per l’erogazione del contributo di £ 5.000. Poi la vita in olocausto alla Patria. maggioranza precisò che: Considerato con rincrescimento che le stremate condizioni finanziarie del Co- “(…) col negare il contributo per il monumento non si voglia rendere omaggio ai caduti, ma egli mune non permettano di largheggiare in [il Consiglio] ritiene che non sia bello con un monumento in una pubblica piazza richiamare con- spese di carattere non strettamente obbli- tinuamente il suo dolore alla memoria di una madre orbata dal figlio. Se si trattasse di una lapide gatorio. al Camposanto e se la lapide e la cerimonia fossero fatte secondo le direttive ed i principi Socialisti 6 Visto che nel bilancio dell’esercizio in cor- allora forse la maggioranza potrebbe convenire a che il Comune desse il suo contributo” . so non v’ha alcuno stanziamento per tale La proposta fu approvata con 17 voti favorevoli e 3 contrari. Nel febbraio del 1921 il Consiglio co- spesa e che bisogni quindi di provvedere col bilancio 1923 munale7 ribadì il suo no al monumento, mentre decise di accettare e appoggiare con tutte le sue forze, l’iniziativa presa dalla locale Congregazione di Carità che chiese la costruzione di un Sanatorio per i Delibera tubercolosi e per le malattie croniche in genere. Tale opera, questa sì, da intitolare ai caduti in guerra: di contribuire alla spesa per l’erezione di un monumento agli Aquesiani caduti “L’Assessore Onesti a conclusione della discussione propone l’approvazione del seguente ordine del in guerra con la somma di Lire 3.000 da giorno: pagarsi dopo la riscossione della rata del Il Consiglio comunale nella seduta del 20 febbraio 1921, presa visione della domanda fatta al Co- mese di Giugno 1923 sullo stanziamento mune da parte della locale Congregazione di Carità riflettente la istituzione in Acquapendente di un che verrà appositamente iscritto nel bilan- sanatorio (in nome dei morti in guerra) per i tubercolosi - per i malati cronici - per gli incurabili; cio preventivo di quell’esercizio”. Considerato che una tale creazione oltre a costituire una vera e propria assistenza sociale verso colo- ro che destinati ad una vita eternamente malata, non hanno nessun asilo che li raccolga – che li curi L’Archivio comunale non ci riserva tanta do- - che li assista, viene ad interpretare fedelmente una dolorosa situazione sociale creata specialmente cumentazione sull’argomento, anche perché dalla guerra, per cui i morti in essa saranno fattivamente onorati e ricordati; fu il Comitato a prendere e sostenere l’ini- ritenuto che una delle prime cure dei buoni amministratori delle pubbliche cose è quella dell’assi- ziativa. Cosicché poco conosciamo come fu stenza ai malati poveri; scelto l’artista, se ci fu un concorso di bozzet- Considerato inoltre che anche i locali mutilati di guerra in una loro non lontana assemblea votaro- no contro l’erezione di un monumento ai caduti (negando qualsiasi contributo) e implicitamente ti, come fu l’affidamento dei lavori e la spesa quindi a favore di un qualche cosa che effettivamente valga a soccorrerli dall’impotenza e dal tor- effettivamente sostenuta. mento in cui – loro malgrado – selvaggiamente sono stati gettati Sappiamo che lo scultore designato fu Uno Gera9 conoscente ed amico di alcuni aque- DELIBERA siani. di accettare e con tutte le forze appoggiare l’iniziativa presa dalla locale Congregazione di Carità, Intanto il Comitato cercò in tutti i modi di concorrendo per ora a questa altissima opera umanitaria con una contribuzione di £ 20.000 (ven- timila) pagabili in quattro annualità – salvo a modificare tale somma alla esamina del progetto e reperire fondi per la realizzazione dell’opera riservandosi di provvedere a suo tempo ai mezzi per far fronte alla spesa”. rivolgendosi anche ai concittadini residenti all’estero con buon successo. In un manife- La proposta fu approvata all’unanimità dai 17 consiglieri presenti. sto si invitarono gli aquesiani a donare anche Sciolto il Consiglio comunale per decisione del prefetto di Roma in data 21.11.1921 e insediato il Asca, Bozzetto del monumento di Acquapendente nello studio oggetti per allestire una grande lotteria da dell’artista Uno Gera. commissario prefettizio, la questione del monumento ritornò all’ordine del giorno e, con decisione del estrarsi durante il mese di agosto10. 21.6.19228, il Commissario dette via libera alla costruzione e stanziò a favore del Comitato la somma di £ 3.000. “Il Comitato incontra forti spese: fa appello ai cittadini di cuore e di sentimento perché offrano i loro doni per la grande lotteria che si estrarrà nel mese di Agosto. “Veduta la lettera con la quale il Comitato per l’erezione di un monumento agli Aquesiani caduti in guerra, chiede che gli venga concesso un contributo di Lire 5.000 da parte del Comune, come era stato deliberato in prima lettura dal Consiglio comunale nell’aprile 1920. (…) 9 Attesoché l’eternare nel bronzo la memoria di coloro i quali sono morti per la patria non possa e Uno Gera, (Ripatransone - prov. di Ascoli Piceno - 1890-1982), trasferitosi a Roma per gli studi, frequentò l’Università non debba dar luogo a speculazioni di partito, trattandosi di glorificare chi ha sacrificato la vita e si laureò in Giurisprudenza. Superò brillantemente il concorso bandito dalla Corte dei Conti facendo una rapida carriera nell’adempimento di un dovere, sacrificio che deve essere apprezzato e riconosciuto da tutti in- fino a diventare presidente di Sezione della Corte stessa. Ma la passione per l’arte lo portò a frequentare lo studio dello scultore Arturo Dazzi di Carrara. Si rivelò subito artista di valore esponendo con successo in numerose mostre nazionali. Vinse 5 concorsi per la realizzazione di monumenti ai caduti (Subiaco, Sant’Oreste, Montemarciano, Montefiascone ed 6 Asca, Deliberazione del Consiglio comunale n. 60, RGN 1/16, c. 41v. appunto Acquapendente). Innumerevoli le sue opere conservate in pinacoteche, chiese e cimiteri di Roma oltre che nella 7 Asca, Deliberazione del Consiglio comunale n. 3, RGN 1/16, c. 52v. sua cittadina, alla quale donò quasi tutti i suoi lavori. 8 Asca, Deliberazione del Commissario Prefettizio n. 7, RGN 1/17, p. 9-10. 10 Manifesto di appello ai cittadini del 19 luglio 1922.

  Testatina Monumenti, lapidi e parchi dedicati ai caduti di Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano

lato Arturo Bigerna. Ricomposto il corteo, nella piazza del Comune si sciolse e agli onorevoli ospiti, nel palazzo comunale, fu offerto un vermouth. Successivamente un banchetto al quale parteciparono oltre alle autorità, anche i membri del Comitato nonché una rappresentanza del sesso gentile. Prima di partire il sottoprefetto e l’on. Rocco visitarono l’ospedale che trovarono superiore alle loro aspettative per gli ambienti e per l’ordine, compiacendosi con il direttore dottor Leonardi, e approvaro- no con soddisfazione i nuovi lavori che si stavano attuando per la costruzione di un reparto per tuber- colosi. Quindi, salutati dai presenti, lasciarono Acquapendente, la quale con divertimenti pubblici, con la tombola, la lotteria e lo spettacolo d’opera al Teatro Boni, chiuse la lieta giornata. Era il 29 agosto 1922, poche settimane prima della Marcia su Roma. Dopo la fastosa cerimonia della posa della prima pietra del monumento ai caduti, si intensificarono i preparativi per l’ultimazione dell’opera e poter decidere sulla data della festa d’inaugurazione. Anche se non si conoscono i rapporti diretti tenuti dal Comitato con lo scultore Uno Gera, una fitta corrispondenza tra il sindaco Costantino Bramini e lo scultore, agli inizi del 192311, sta a dimostrare tutto l’interesse che ebbe la nuova Amministrazione per far notare alla cittadinanza, con uno dei primi suoi atti, l’efficienza e l’impegno verso la cosa pubblica. “Quest’Amministrazione Com.le intende seriamente occuparsi del Monumento ai caduti per co- struzione del quale la S.V. è concessionario e intende di compiere come uno dei suoi primi atti l’ultimazione di tale opera che non può più essere più a lungo protratta senza che la cittadinanza abbia l’impressione che della cosa si disinteressino sia il Comitato ad esso preposto sia gli Ammini- stratori della cosa pubblica. Il sottoscritto si è già messo in diretta comunicazione col presidente del Comitato suddetto ed es- sendo suo fermo intendimento che l’inaugurazione debba avvenire al più presto possibile prego la S.V. ill.ma volermi fornire notizie precise circa lo stato di avanzamento dei lavori”12.

L’artista, a sua volta, scrisse alla ditta Pucci e Pettirossi di Bagnoregio (gen.-feb. 1923) sollecitando l’ur- Manifestazione per la posa della prima pietra del monumento ai caduti di Acquapendente. genza a finire il basamento e mettere così in grado il Comune di inviare camion e personale a caricare le pietre e cominciare a metterle in opera, essendo il gruppo bronzeo quasi terminato. I doni verranno ritirati da apposita commissione non oltre il 10 Agosto prossimo. Nel frattempo il Comune aveva ottenuto dal Genio Civile-Ufficio speciale per il terremoto il nulla osta e l’autorizzazione per le fondazioni del monumento con la sola regola per la gettata di calcestruzzo che V I V A L’ I T A L I A”. dovrà essere fatta a regola d’arte. Anche la Cattedra d’Agricoltura per l’Alto Viterbese di Montefiascone Un frammento di giornale dei primi di settembre del 1922 ci offre alcune informazioni circa i prece- sentì il dovere di intervenire con criteri e suggerimenti per ornare con piante e aiuole la piazza circo- denti del monumento. stante; nel contempo si invitarono anche i proprietari degli stabili che si affacciavano sulla piazza ad Il frammento riporta l’articolo “La prima pietra del monumento ai caduti di Acquapendente” in cui è abbellire le facciate e restaurare le parti rovinate. descritta l’intera giornata dedicata a questo memorabile avvenimento. Il giornalista enfatizza l’avveni- La ditta di Bagnoregio, dopo le ripetute sollecitazioni avute sia dal Comitato che dall’artista, assicurò mento già dalla prima riga dell’articolo: per la fine di febbraio la consegna di tutto il materiale in pietra, scusandosi per il ritardo dovuto al gelo Un garrir del tricolore a tutte le case, bel sole sfolgorante, e suoni di musiche hanno salutato la giornata, ed alla neve di quell’inclemente inverno. Necessitarono due camion per poter trasportare i lastroni di animata anche dal concorso di molti forestieri. Ospiti d’onore furono il cav. Montuori, sottoprefetto di pietra per il basamento e le bugne e mettere così il tutto a disposizione dell’impresario-muratore Pul- Viterbo e l’on. Rocco con le loro signore che giunsero in automobile alle ore 9. Ad attenderli il cav. vano Antonio, che cominciò i lavori di muratura secondo i disegni che gli erano già stati consegnati Gubitosi, commissario prefettizio, il Comitato pro monumento presieduto dall’avv. Ezio Cordeschi e dall’artista. Tutti i lavori dall’inizio alla fine furono eseguiti sotto la sorveglianza dell’assistente comu- altre personalità locali. Si formò il corteo preceduto da un plotone di carabinieri, dai vessilli di enti e as- nale Nazzareno Rocchi. sociazioni, dai mutilati, dai combattenti e dai Fasci di Orvieto e Acquapendente in divisa che si diresse Intanto, il gruppo statuario fu fuso dalla fonderia Laganà di Napoli e l’autore pose il suo nome sull’o- nella piazza Regina Margherita adorna di pennoni tricolori. In questa sede venne firmata la pergamena pera. a ricordo dell’avvenimento, che fu racchiusa insieme a delle monete in un tubo di piombo deposto nelle L’inaugurazione del monumento, curata dal Comitato presieduto dall’avv. Ezio Cordeschi, fu fissata per fondamenta, quindi, al suono della marcia del Piave, venne lentamente calata la prima pietra, benedetta il giorno 26 agosto 1923. dal vescovo Guarneri e cementata dal sottoprefetto che lanciò il grido: Gloria ai morti di Acquapendente Oltre agli inviti alle autorità civili e religiose sia locali, provinciali e nazionali, furono inviate anche let- per la patria. Una signora vi ci buttò l’anello tolto dal dito, le bandiere si inchinarono e i fascisti lancia- tere ai Comandi militari affinché concedessero una breve licenza ai soldati aquesiani in modo che pos - rono i loro alalà, mentre si diffondevano i rintocchi della campana della torre comunale. Dopodiché le personalità salirono sul palco e ci furono i discorsi del sig. A. Vitali che lesse l’atto della posa della prima pietra, del vescovo Guarneri, dell’on. Rocco, dell’avv. Vaselli del Direttorio del Fascio e infine del muti- 11 Asca, Carteggio classificato, B. 424, RGN 6/99. 12 Asca, Lettera del sindaco Bramini del 16 gennaio 1923, B. 424, RGN 6/99.

  Giovanni Riccini - Marcello Rossi Monumenti, lapidi e parchi dedicati ai caduti di Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano

Monumento dei caduti in fase di ultimazione. Monumento ai caduti (particolare dei milites romani).

la dedica “ACQUAPENDENTE – AI SUOI CADUTI – 1915 – 1918”. Ai lati sono poste due lapidi Monumento in fase di completamento dei lavori. con 100 nomi di caduti divisi tra Acquapendente città, frazione di Torre Alfina e frazione di Trevinano. Sul retro, una targa e la data “26 Agosto 1923”: inizio di una nuova vita per la piazza Regina Margherita sano assistere alla glorificazione dell’Eroismo dei propri concittadini e possano così ricevere dalla grandiosità che diverrà da allora il luogo simbolo di tutte le manifestazioni di carattere civile della città. della cerimonia insegnamenti preziosi�. Il sindaco Bramini scrisse una lettera a tutte le famiglie dei caduti Nel monumento di Acquapendente, lo scultore Uno Gera, pone al vertice non un fante, bensì due invitando tutti i componenti delle stesse a presenziare alla solenne cerimonia, colla quale Acquapendente valorosi milites romani, nudi, nell’atto di innalzare l’insegna con l’aquila imperiale. Benché la critica ha nostra assolve il suo debito di Riconoscenza e di gratitudine verso chi offrì la sua vita per la Patria. considerato il nudo eroico peculiare della cultura fascista, la scultura di Acquapendente, commissionata La riunione di tutte le famiglie ebbe luogo nella sede dell’Associazione Combattenti in via Rugarella nel 1920, è precedente alla Marcia su Roma e all’inizio dell’Era Fascista. Tutti gli elementi ornamen- alle ore 8, e dopo il corteo, le stesse presero posto in palchi appositi a fianco di quello delle autorità. tali presenti nel monumento simboleggiano invece il valore e la forza, come l’aquila, rappresentata nel Tra quest’ultime, oltre al vescovo Tranquillo Guarneri, si notò la presenza del presidente del Senato basamento in quattro esemplari di forma naturalistica, e le fronde di quercia e di alloro alle quali ven- Tommaso Tittoni e del sottosegretario di stato on. Alfredo Rocco. gono congiunte rispettivamente il valore militare e le virtù civili. Lo stesso signum, innalzato dai milites 13 La piazza, ornata di confaloni delle varie associazioni combattentistiche e politiche, di bandiere tri- romani, simboleggia l’azione del piantare la bandiera sulla vetta conquistata . colori, di tripodi e corone attorno al monumento fu veramente suggestiva e offrì un colpo d’occhio Rispetto alla stesura finale dell’opera, il bozzetto presentava sopra l’insegna dell’aquila imperiale una notevole. statuina della vittoria alata e i milites non avevano i brachettoni per coprire le nudità. Tutta la cittadinanza si strinse numerosissima intorno al giardino, creato appositamente, e con trepida- Nelle due targhe in bronzo furono riportati i nomi dei caduti di Acquapendente (79), Torre Alfina (13) zione e sincera commozione applaudì unanime allo scoprimento del monumento dell’artista Uno Gera. e Trevinano (8). Alla sommità svetta il gruppo statuario composto da due figure maschili nude con elmo, in parte av- Da quel 26 agosto 1923, durante tutto il periodo fascista, ogni 4 novembre si rinnovò, come avviene volte da un drappo, che sorreggono l’aquila romana. Il basamento è decorato con rilievi bronzei, agli tuttora, la celebrazione a ricordo dei caduti con corteo, gonfaloni delle varie associazioni militari e civili, angoli quattro aquile e quattro alberelli stilizzati che con i loro esili tronchi fanno una rifinitura ai quattro spigoli: due con fronte di quercia e due di alloro. Sul fronte del monumento è posta una corona d’alloro in ferro battuto con lo stemma del Comune realizzata dal maestro artigiano Amleto Consoli e 13 Asca, Carteggio classificato, B. 424, RGN 6/99.

  Inaugurazione del monumento ai caduti 26.8.1923. Inaugurazione del monumento ai caduti 26.8.1923. Immagine del monumento dopo la giornata inaugurale.

Particolari del monumento: il gruppo statuario, il basamento, le fronde di quercia e alloro, le aquile, la corona in ferro battuto realizzata da Amleto Consoli e le targhe dei caduti.

 Giovanni Riccini - Marcello Rossi Monumenti, lapidi e parchi dedicati ai caduti di Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano discorsi ufficiali e deposito della immancabile corona d’alloro. Soprattutto nel ventennio, oltre alle commemorazioni dei caduti, vi furono cerimonie di massa a carat- tere politico con raduni organizzati direttamente dalle associazioni fasciste e dal dopolavoro. Tutti in fila e disciplinati: dai balilla e piccole italiane agli avanguardisti a piedi o in bici, fino alle mas- sime autorità civili locali e religiose con il podestà, il segretario politico, il pretore, il vescovo, i parroci ecc. Per l’immancabile banda cittadina, oltre che i brani classici militari, l’obbligo era quello di eseguire le arie politiche del tempo. Anche in altre occasioni i raduni e le feste popolari, se non si svolgevano in piazza, il luogo deputato rimaneva sempre il giardinetto del monumento o delle scuole, come comune- mente era ed è chiamato da tutti. Poi di nuovo la guerra!..e la storia del monumento si arricchì così di nuovi capitoli. Durante l’ultimo periodo della guerra e con l’occupazione tedesca due dei più importanti e grandi edifici del paese si trasformarono in ospedali militari: le scuole elementari, site proprio in piazza Regina Margherita (davanti al monumento) per i pazienti con malattie normali e l’albergo Roma con i feriti provenienti soprattutto dal fronte di guerra fermo nei pressi di Cassino. Sopra gli edifici erano posi- zionate due grandi croci rosse per evitare che le incursioni aeree, sia tedesche sia alleate, potessero fare ulteriori danni. Di fronte al monumento e dentro il giardino furono scavate profonde trincee a zig-zag per proteggere gli ammalati e il personale sanitario da eventuali incursioni aeree. Di conseguenza la guerra coinvolse direttamente oltre al giardino anche il monumento. Infatti, sgom- berato l’ospedale militare con i tedeschi in fuga per l’arrivo imminente dei contingenti militari alleati, gli ultimi a fuggire lasciarono alla città un oltraggioso ricordo alla popolazione: dopo aver legato il gruppo bronzeo a delle grosse funi e quest’ultime ad un automezzo, fecero precipitare le statue a terra. L’impatto fu tremendo e procurò al bronzo gravi danni specialmente ad uno dei due soldati raffigurati nell’opera. Soltanto quando numerosi cittadini rimisero in piedi il gruppo si notarono quali e quanti fossero stati i danni effettivi subiti dall’opera. Le braccia che innalzano verso il cielo lo stendardo con l’aquila romana erano entrambe mutilate ed anche la testa di una delle due figure era totalmente stac- cata dal corpo rimasto mutilo con evidenziate le cavità interne al bronzo. Il gruppo statuario mutilato rimase così a terra per lunghi anni per la gioia dei ragazzi che usci- vano da scuola, divenendo un totem e un trastullo Inaugurazione del monumento ai caduti restaurato. per i loro giochi e un simpatico sfondo per le fo- tografie singole e di gruppo. e recuperati ed il tutto affidato alle cure dell’artista locale Domenico Creti, che rifece le parti mancanti Poi, con il passare degli anni e terminata la prima e restaurò con molta cura e diligenza quelle rovinate. Su un altro lato del monumento fu aggiunta una gravissima emergenza del dopoguerra, qualcuno lapide bronzea con i nomi dei caduti della Seconda Guerra mondiale. si ricordò di quel gruppo ed allora si riaccesero di- La nuova inaugurazione del monumento fu fissata per il 24 maggio dello stesso anno, anniversario scussioni con strane idee e progetti di varia natu- dell’entrata dell’Italia nella Prima Guerra mondiale, con una solenne cerimonia a cui presenziarono ra. C’era chi voleva fonderlo per creare una nuova tutte le autorità civili, militari e religiose locali e della Provincia. Un lungo corteo con in testa i ragazzi allegoria, chi voleva riposizionarlo con i danni delle scuole elementari, con i vari gonfaloni delle Associazioni combattentistiche ed una enorme folla subiti per far ricordare ai posteri l’ultimo sgarbo attraversò il paese fino a piazza del monumento, dove ci fu la solenne commemorazione con un toccan- dei tedeschi, coloro che volevano restaurarlo risal- te discorso da parte dell’avv. Giovanni Simboli e del vescovo Luigi Boccadoro. dando i frammenti e quelli che invece lo volevano proprio distruggere per innalzare al suo posto una Dopo oltre quarant’anni il monumento è stato rinfrescato con un statua della Madonna, protettrice della città. restauro semplice, ma efficace, dalle mani abili e sapienti di un Soltanto agli inizi del 1954 su iniziativa di un altro valente artista aquesiano: Mario Vinci. A lavoro ultimato, comitato ed in special modo della locale sezione anche lui ha voluto apporre la sua firma all’opera con una piccola Mutilati e Invalidi di guerra, della quale, all’epo- targa: Restaurato da Mario Vinci – Ottobre 2000 – Mai più guerre. ca, era presidente Ermete Gelsomini e segretario Ed è proprio con il messaggio Mai più guerre che il monumento Piero Lombardelli, si decise di restaurare il mo- ai caduti delle due guerre mondiali, osannato o boicottato a se- numento. Fu trasportato in un locale dell’edificio condo dei vari periodi storici, continua la sua esistenza all’inter- Foto ricordo davanti al monumento danneggiato dalla guerra. scolastico dove erano già giacenti i pezzi rovinati no della comunità aquesiana portando oggi un auspicio di pace.

  Monumenti, lapidi e parchi dedicati ai caduti di Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano

I monumenti ai caduti di Trevinano e Torre Alfina Oltre alle lapidi, nelle località di Tor- re Alfina e Trevinano sono stati eretti anche dei monumenti commemorati- vi ai caduti delle guerre del Novecen- to: a Trevinano è stato inaugurato, il 16.11.1958, un obelisco marmoreo su un’ara simbolica con in cima un tri- pode con la fiamma perenne, mentre a Torre Alfina l’artista Mario Vinci ha scolpito un fante nudo morente rica- vandolo da un blocco di pietra locale. Il monumento è stato inaugurato il 9 novembre 1969. Da un articolo di Be- nito Camilletti per IL TEMPO: “Torre Alfina ha vissuto una delle sue più belle giornate. Il piccolo Lapidi dei caduti di Acquapendente presso il cimitero, di Torre centro si è addobbato di bandiere Alfina sull’antica porta di accesso al borgo e di Trevinano sulla e tappezzato di manifesti in bianco, facciata della chiesa parrocchiale. rosso e verde inneggianti all’Italia ed ai suoi eroi. Torre Alfina, infatti, Le lapidi si è vestita a festa per l’inaugurazio- ne del Monumento ai Caduti. Il ricordo dei soldati caduti nella Prima Guerra mon- Il monumento, opera dello scultore diale, oltre al monumento di Acquapendente, è stato Mario Vinci, è sorto nel centralis- simo piazzale S. Angelo, per volere Monumento ai caduti di Trevinano inaugurato il 16 novembre 1958. perpetuato anche in alcune lapidi: una posta nel vano della Sezione dell’Associazione na- d’ingresso del cimitero di Acquapendente con l’elenco zionale combattenti e reduci di Ac- dei caduti aquesiani e un altorilievo con la drammatica quapendente e in particolare del suo guerra di trincea realizzato dall’artista Domenico Creti presidente avv. Giovanni Simboli, nel 1964; una seconda a Torre Alfina in memoria dei con la collaborazione dell’Associa- caduti torresi posta sopra l’antica porta di accesso al zione nazionale mutilati ed invalidi borgo ed infine una terza a Trevinano collocata sulla di guerra, presieduta dal cavalier Pa- facciata della chiesa parrocchiale con i nomi dei caduti olo Sottili (…) L’oratore ufficiale avv. Giovanni e l’epigrafe: Simboli, presentato dall’avv. Adolfo D’Orazio, con un brillante e com- FINCHè SIA SACRO IL SANGUE movente discorso, ha illustrato ai PER LA PATRIA VERSATO presenti il significato del monumen- ITALIA to, ha rievocato le epiche giornate della guerra 1915-18, dall’onta di ANDRà SUPERBA Caporetto alla vittoria di Vittorio DEL VALORE DE’ SUOI FIGLI Veneto (…)”. CHE DAL BARBARO LA SALVARON PER SEMPRE O TREVINANO ANCHE LA TUA GIOVENTU’ S’IMMOLò PER LA PATRIA Monumento ai caduti di Torre Alfina realizzato dall’artista Mario Vinci e inaugurato il 9 (Segue elenco dei caduti) novembre 1969.

 Giovanni Riccini - Marcello Rossi Monumenti, lapidi e parchi dedicati ai caduti di Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano

I Parchi della Rimembranza Purtroppo per i festeggiamenti di Mez- zomaggio non fu possibile inaugurare il Il Fascismo, fin dal suo avvento, diede un forte impulso al rinnovamento del simbolismo patriottico, da Parco della Rimembranza in quanto S.E. ciò la solennità richiesta nei festeggiamenti degli anniversari nazionali e la prescrizione dell’esposizione Giuseppe Bottai non poté essere presen- della bandiera italiana. Con il decreto del 24 settembre 1923, fu resa obbligatoria l’esposizione del tri- te. L’inaugurazione fu rimandata a data colore per gli uffici pubblici di Provincie e Comuni. da destinarsi e in seguito si individuò il Già il precedente 31 gennaio il Ministero della Pubblica Istruzione disponeva l’obbligo del saluto al 6 novembre 1927, IX anniversario della tricolore nella scuola. Ideatore del rito fu Dario Lupi, deputato fascista e sottosegretario alla Pubblica vittoria, per la quale il prefetto Di Dona- Istruzione al quale si deve anche l’idea, resa esecutiva già nel novembre 1922, di parchi o viali della to, in data 2 novembre 1927, comunica la rimembranza per onorare la memoria dei caduti nel simbolo vivente di una pianta. Veniva cioè piantato seguente disposizione governativa: un albero per ciascun soldato caduto nella Grande Guerra. Il rito doveva essere compiuto dalle sco- “Il Governo Nazionale dispone che nel laresche ed il monumento vivente delle selve votive, inserito negli ambienti della vita urbana, voleva giorno di domenica 6 corrente, nono an- simboleggiare l’unione fra vivi e morti per la Patria. niversario della Vittoria, le campane del- Anche per la realizzazione del parco ad Acquapendente si interessò un Comitato, probabilmente lo le civiche torri d’Italia suonino a distesa stesso del monumento ai caduti, che ebbe tutto il sostegno del Municipio il quale, con deliberazione Parco della Rimembranza di Acquapendente in una foto ricordo. dalle 10 alle 10,30 per rammentare agli del Consiglio comunale del 28.2.192314, quando ancora il monumento ai caduti era in fase di realiz- italiani la grande ricorrenza. zazione, plaude all’iniziativa di far sorgere un Parco della Rimembranza in onore dei Prodi caduti per la Prego le SS.LL. di disporre di conformità tenendo grandezza della Patria, stabilisce che il luogo dove dovrà sorgere sarà l’area comunale vicina all’Orlogio- presente che domenica 6 corrente, tutti gli edifici ne e prevedere la spesa di £ 4.000 nel bilancio comunale. pubblici debbono essere imbandierati ed alla sera il- Nel Parco della Rimembranza di Acquapendente furono piantati i cipressi e, per ogni pianta, un cippo luminati”. in pietra di Bagnoregio con inserita una targhetta smaltata con il nome del soldato caduto e le date di Con una lettera inviata ai parroci il Comune chie- nascita e morte; il parco fu poi recintato ed aveva un cancello di accesso. se che anche le campane delle chiese suonassero in La cerimonia di inaugurazione era prevista per i quell’orario16. festeggiamenti del XV maggio del 1927 in quan- Analogamente al capoluogo, anche nelle frazioni fu- to “la festa del XV Maggio esula dalle strette mura Parco della Rimembranza di Torre Alfina in una foto rono creati i parchi della rimembranza: a Trevina- di Acquapendente per assurgere a festa Nazionale, ricordo. no nelle vicinanze della chiesa della Madonna della rappresentando essa quel risveglio glorioso della co- Quercia con un bosco di pini e i cippi in pietra con le scienza Italiana che nell’oscuro periodo del Medio targhette in marmo come ad Acquapendente e a Tor- Evo cominciò a vibrare, attraverso bagliori di riscos- re Alfina nell’area di fronte alla chiesa di Sant’Angelo sa, perché l’Italia non fosse più soggetta al servaggio con vialetti e piante di ippocastano. Straniero”15. Nei festeggiamenti era prevista anche Nel dopoguerra il parco di Torre Alfina è stato de- la consegna della bandiera alla locale Tenenza dei molito per far posto allo stabile della Università Carabinieri Reali e fu realizzato anche un pugnalone Agraria mentre quello di Acquapendente ha subito straordinario da Alfredo Consoli. un lento degrado fino alla sua scomparsa. Rimane ancora intatto quello di Trevinano con tut- ti i cippi dei caduti e una piccola ara sacrale al cen- tro per ricordare il sacrifi- cio dei giovani trevinanesi nella Grande Guerra.

Asca, Manifesto per l’inaugurazione del Parco della Ri- Parco della Rimembranza di Acquapendente in una cartolina membranza di Acquapendente. d’epoca. Cippo in pietra con il nome del soldato caduto in guerra. 14 Guerrini, Vittucci 2010, pp. 127-128. 15 Asca, Deliberazione del Consiglio comunale n. 10, RGN 1/17, p. 31. 16 Asca, Carteggio classificato, B. 449, RGN 6/295. Parco della Rimembranza di Trevinano.

  Giovanni Riccini - Marcello Rossi Monumenti, lapidi e parchi dedicati ai caduti di Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano

Elenco dei caduti della Prima Guerra mondiale ad Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano17 BOLDREGHINI LUIGI di Alessandro Soldato 20° reggimento Fanteria, nato il 18 luglio 1890 a Castel Giorgio, distretto militare ACQUAPENDENTE di Orvieto, morto il 6 aprile 1916 per ferita d’arma bianca austriaca avuta al collo per fatti ANSELMI SANTE di Giuseppe di guerra a San Michele del Carso (Cima quarta). Soldato 71° reggimento Fanteria, nato il 1° novembre 1888 a Proceno, distretto militare di Viterbo, morto il 15 giugno 1918 a Caposaldo di Pero per ferite riportate in combattimento. BRENCI BLENIO di Giuseppe Sergente 82° reggimento Fanteria, nato il 14 aprile 1890 ad Acquapendente, distretto militare di Vi- ARMEZZANI GIOVANNI di Vincenzo terbo, morto il 29 ottobre 1915 nell’ospedaletto da campo n. 61 ad Andraz per ferite riportate in Soldato 249° reggimento Fanteria, nato il 12 settembre 1895 a Acquapendente, distretto militare di combattimento. Viterbo, morto il 27 maggio 1917 a Castagnovizza per ferite riportate in combattimento. BISTI Ido BRENCI EMILIO di Antonio (Vedi PUTANO BISTI IDO. Nel monumento ai caduti è riportato BISTI IDO) Soldato 125° reggimento Fanteria, nato l’11 giugno 1886 ad Acquapendente, distretto militare di Vi- terbo, morto il 14 luglio 1916 sul Monte Interrotto per ferite riportate in combattimento. BACCHI AUGUSTO di Sante Soldato 226° reggimento Fanteria, nato il 13 dicembre 1896 ad Acquapendente, distretto militare di CALCAVENTO DANTE di Pacifico Viterbo, scomparso in prigionia. Soldato 5° reggimento Bersaglieri, nato l’8 agosto 1891 ad Acquapendente, distretto militare (Dall’Archivio storico di Acquapendente – Disperso in combattimento del 4 settembre 1917 fasc. 21 B. 682) di Viterbo, morto il 10 ottobre 1915 a Rio Selo per ferite riportate in combattimento. BACCHI GIUSEPPE di Giacomo Soldato 213° reggimento Fanteria, nato il 6 dicembre 1896 ad Acquapendente, distretto militare di CALUSSI VINCENZO di Annibale* Viterbo, dichiarato irreperibile (disperso) e da presumersi morto nel combattimento di Monte Rasta il Soldato 65° reggimento Fanteria, nato il 3 gennaio 1892 ad Acquapendente, distretto militare di Viter- 27 giugno 1916. bo, morto l’8 gennaio 1918 a Modena per malattia.

BACCI OLINTO di Sante CAMPANA ARTURO di Giacomo Soldato 207° battaglione MiliziaTerritoriale., nato il 1° febbraio 1878 ad Acquapendente, distretto Soldato 81° reggimento Fanteria, nato il 31 gennaio 1889 ad Acquapendente, distretto militare di Vi- militare di Viterbo, morto il 2 ottobre 1916 a Verona nell’ospedale della C.R.I. per ferite riportate in terbo, morto il 15 ottobre 1916 nell’ospedaletto da campo n. 61 per lesioni riportate per fatto di guerra. combattimento. BAGLIONI GIOVANNI MARINO di Giustino CAMPANA GIUSEPPE di Stefano Soldato 11° reggimento Bersaglieri, nato il 6 giugno 1898 ad Acquapendente, distretto militare di Vi- Caporale 1° reparto d’Assalto, nato il 17 maggio 1895 ad Acquapendente, distretto militare terbo, morto il 17 dicembre 1917 in prigionia per malattia. di Viterbo, morto il 24 febbraio 1918 nell’ospedaletto da campo n. 0112 per ferite riportate in combattimento. BANELLA ANGELO di Angelo Soldato 3° reggimento Bersaglieri, nato l’8 luglio 1888 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, CAPOCCIA PIETRO di Antonio morto il 7 gennaio 1916 su quota 1800 a nord di Livino per ferite riportate in combattimento. Soldato 212° reggimento Fanteria, nato il 16 novembre 1888 ad Acquapendente, distretto militare di BANELLA CARLO di Natale Viterbo, disperso il 23 ottobre 1917 sul Monte Cengio in combattimento. Soldato 125° reggimento Fanteria, nato il 23 dicembre 1894 ad Acquapendente, distretto militare di CAPRASECCA GIUSEPPE di Luciano Viterbo, morto il 29 ottobre 1916 a Loquizza, per ferite riportate in combattimento. Soldato 95° reggimento Fanteria, nato il 3 settembre 1881 ad Acquapendente, distretto militare di BEDINI ARMANDO di Artemio Achille* Viterbo, morto il 14 maggio 1917 su quota 383 (Plava) per ferite riportate in combattimento. Soldato 37° reggimento Artiglieria, nato il 16 gennaio 1891 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, morto il 16 dicembre 1918 nell’Ospedale da campo n. 060 per malattia (broncopolmonite). CLEMENTUCCI ALFONSO di Ermenegildo Soldato 125° reggimento Fanteria, nato il 25 aprile 1895 a Fabro, distretto militare di Or- BIANCARINI RUGGIERO di Giovanni Soldato 213° reggimento Fanteria, nato il 27 dicembre 1898 ad Acquapendente, distretto militare di vieto, disperso l’11 settembre 1915 sul medio Isonzo in combattimento. Viterbo, morto il 1 luglio 1917 nel 228° reparto someggiato di sanità a Malga Pastori per ferite ripor- tate in combattimento (ferita al torace da pallottola penetrante). COSTANTINI LUIGI di Enrico (Nell’Albo d’oro risulta BIANCHERINI RUGGIERO, nell’atto di morte BIANCHERINI RUGGERO) Tenente 60° reggimento Fanteria, nato il 27 maggio 1889 ad Acquapendente, distretto militare di Vi- terbo, morto il 24 ottobre 1915 sul Col di Lana per ferite riportate in combattimento. BISTI PASQUALE di Valentino Soldato 1° reggimento Genio, nato il 10 aprile 1898 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, CRISANTI GIUSEPPE di Ugo* morto il 25 ottobre 1917 nell’ospedaletto da campo n. 97 per ferite riportate in combattimento. Soldato 220° reggimento Fanteria, nato il 18 agosto 1879 ad Acquapendente, distretto militare di Vi- terbo, catturato il 29 ottobre 1917, morto il 14 gennaio 1918 per avvelenamento del sangue nel campo 17 Asca, Carteggio classificato, B. 447, RGN 6/273. di prigionia di Sigmundsherberg (Austria).

  Giovanni Riccini - Marcello Rossi Monumenti, lapidi e parchi dedicati ai caduti di Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano

DEL VECCHIO ANGELO di Giuseppe LOMBARDELLI VINCENZO di Giuseppe Caporale 123° reggimento Fanteria, nato il 23 gennaio 1887 ad Acquapendente, distretto militare di Soldato 4a sezione di Sanità, nato il 9 agosto 1882 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, Viterbo, morto il 14 maggio 1917 a Zagora per ferite riportate in combattimento. disperso e da presumersi morto il 24 maggio 1917 a Castagnovizza in combattimento.

DEL VECCHIO AUGUSTO di Francesco MACCHIESI OTTAVIO di Augusto Soldato 212° reggimento Fanteria, nato il 2 settembre 1888 ad Acquapendente, distretto militare di ………………………….., nato il 21 giugno 1897 a , distretto militare di Viterbo, morto il 29 settembre 1916 a Novavilla per ferite riportate in combattimento. ………….., morto il 27 agosto 1917 in seguito a schegge di bomba alla testa.

DONDOLINI SEVERO di Gioacchino MACCHIESI PASQUINO di Mariano Soldato 43° reggimento Fanteria, nato il 6 dicembre 1889 ad Acquapendente, distretto militare di Soldato 147° reggimento Fanteria il 1° aprile 1893 a San Casciano de’ Bagni, distretto militare di Arez- Viterbo, dichiarato irreperibile (disperso) e da presumersi morto nel combattimento di Monte Santo il zo, morto il 5 novembre 1916 nell’ambulanza chirurgica d’armata n. 5 per ferita penetrante all’addome 25 agosto 1917. per fatto di guerra.

FANALI LUIGI di Giovanni MANGINI PIETRO di Rocco Soldato 3° reggimento Bersaglieri, nato il 21 ottobre 1897 ad Acquapendente, distretto militare di Vi- Soldato 59° reggimento Fanteria, nato il 29 giugno 1888 ad Acquapendente, distretto militare di Vi- terbo, morto il 16 aprile 1917 sul Monte Colbricon per ferite riportate in combattimento. terbo, morto il 17 aprile 1916 su Cima Lana per caduta di frana. FASTELLI GIOVANNI di Francesco Soldato 60° reggimento Fanteria, nato il 12 agosto 1887 ad Acquapendente, distretto militare di Viter- MASSENZI ERMETE di Giuseppe bo, morto il 5 settembre 1916 su Cima Stradon per ferite riportate in combattimento. Soldato 1° reggimento Genio, nato il 21 febbraio 1897 ad Acquapendente, distretto mi- litare di Viterbo, morto il 24 maggio 1917 sul Monte Cucco per ferite riportate in com- FIORANI NAZZARENO di Nazareno battimento. Soldato ……………., nato il 24 febbraio 1899 a Sorano, distretto militare di Grosseto, morto il 19 giugno 1918 sul Montello in seguito a ferite per fatto di guerra. MENCHINELLI AMULIO di Pasquale Caporale 1° reggimento Granatieri, nato il 24 dicembre 1896 ad Acquapendente, distretto militare di GARZONOTTI TULLIO di Paolo Viterbo, disperso e da presumersi morto il 19 agosto 1917 a quota 219 in combattimento. Decorato di medaglia d’argento al Valore Militare Sottotenente di complemento 60° reggimento Fanteria, nato il 26 giugno 1894 ad Acquapendente, MOSCI DOMENICO di Luigi distretto militare di Viterbo, disperso il 7 novembre 1915 in combattimento sul Col di Lana. Soldato 3° reggimento Bersaglieri, nato il 25 ottobre 1887 a Proceno, distretto militare di Viterbo, disperso e da presumersi morto il 2 ottobre 1916 sul Colbricon in combattimento. GIOIARELLI GIOACCHINO di Gaetano Soldato 60° reggimento Fanteria, nato il 15 maggio 1890 ad Acquapendente, distretto militare di Or- MOSCI Giuseppe di Luigi* vieto, dichiarato irreperibile (disperso) e da presumersi morto nel combattimento il 5 agosto 1915 sul Soldato 13° reggimento Bersaglieri, nato il 21 marzo 1895 a Proceno, distretto militare di Viterbo, Col di Lana in combattimento. morto il 13 novembre 1918 a Jesi per malattia.

GIULIANELLI NELLO di Giuseppe NARDI FIRENZE di Paolo Soldato 238° reggimento Fanteria, nato il 29 dicembre 1883 ad Acquapendente, distretto militare di Soldato 263° reggimento Fanteria, nato il 26 febbraio 1892 a San Casciano de’ Bagni, distretto militare Viterbo, morto il 19 giugno 1917 sul Monte Forno (Asiago) per ferite riportate in combattimento. di Arezzo, morto il 20 agosto 1917 in prigionia per ferite riportate in combattimento (scoppio di mina).

GIULIANELLI NOè OTTAVIO di Nazzareno* NATALINI LEANDRO di Pietro Soldato 12° reparto d’assalto, nato il 17 maggio 1898 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, Caporal maggiore 70° reggimento Fanteria, nato il 19 aprile 1885 ad Acquapendente, distretto militare disperso il 28 aprile 1919 in combattimento. di Viterbo, morto il 5 giugno 1917 sul Carso (quota 219) per ferite riportate in combattimento.

GIULIANELLI OTTAVIO di Nazzareno* PACIFICI ERIGLIO di Giuseppe* Soldato 5° reparto d’Assalto, nato il 9 gennaio 1896 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, Soldato 208° reggimento Fanteria, nato il 30 novembre 1879 ad Acquapendente, distretto militare di disperso il 27 ottobre 1918 nella Piana della Sernaglia in combattimento. Viterbo, morto l’8 novembre 1917 ad Asti per malattia.

GUAZZAROTTI SAVINO di Enrico PALLA NOè di Antonio* Soldato 21° reggimento Fanteria, nato il 25 aprile 1897 ad Acquapendente, distretto militare di Viter- Soldato 228° reggimento Fanteria, nato il 13 febbraio 1889 ad Acquapendente, distretto militare di bo, disperso il 19 agosto 1917 a Selo in combattimento. Viterbo, morto il 3 ottobre 1918 in prigionia per malattia.

LOMBARDELLI LUCIANO di Emidio* PALLA TOMMASO di Domenico Soldato 47° battaglione Bersaglieri, nato il 2 settembre 1883 ad Acquapendente, distretto militare di Soldato 13° reggimento Bersaglieri, nato il 13 dicembre 1896 ad Acquapendente, distretto Viterbo, morto il 4 agosto 1916 a Monfalcone per ferite riportate in combattimento. militare di Viterbo, disperso il 17 giugno 1918 a Canal Fossa in combattimento.

  Giovanni Riccini - Marcello Rossi Monumenti, lapidi e parchi dedicati ai caduti di Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano

PALOMBINI MARSILIO di Pietro PUGNALINI ALFREDO di Giuseppe Soldato 213° reggimento Fanteria, nato il 10 marzo 1896 a Sorano distretto militare di Grosseto, pri- Soldato 337° battaglione M. T., nato l’8 novembre 1881 ad Acquapendente, distretto militare di Viter- gioniero di guerra nel fatto d’armi di Monte Rasta (27.6.1916), morto il 17 giugno 1918 in prigionia bo, morto il 2 ottobre 1918 a Gravina per malattia. a Podivolveryska [?] (Galizia) per debolezza cardiaca. PULVANO OLINTO di Rocco PALOMBINI NELLO di Pietro Soldato 69° reggimento Fanteria, nato il 15 luglio 1883 ad Acquapendente, distretto militare di Viter- Soldato 130° reggimento Fanteria, nato il 3 agosto 1888 ad , distretto militare di Orvieto, di- bo, disperso e da presumersi morto il 20 ottobre 1916 sul Monte Spill in combattimento. chiarato irreperibile (disperso) e da presumersi morto il 7 luglio 1915 nel combattimento di Lucinico.

PANICALI FELICE di Stefano PUTANO BISTI GIUSEPPE di Lorenzo Soldato 137° reggimento Fanteria, nato il 14 marzo 1884 ad Acquapendente, distretto militare di Vi- Soldato 3° reggimento Bersaglieri, nato il 30 ottobre 1898 ad Acquapendente, distretto mili- terbo, morto l’8 giugno 1918 a Como per malattia. tare di Viterbo, morto il 21 novembre 1917 nella 28^ sezione di sanità ad Aliero (Valstagna) per ferite riportate in combattimento. PATRIZI ALESSANDRO di Luigi Soldato 120° reggimento Fanteria, nato il 8 luglio 1883 a Sarteano, distretto militare di ……., morto PUTANO BISTI IDO di Domenico il 14 luglio 1916 ad Asiago per scoppio di granata nemica. Soldato 12° reggimento Bersaglieri, nato il 24 settembre 1899 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, disperso il 4 dicembre 1917 sulle Melette di Gallio in combattimento. PELLEGRINI COSTANTINO di Ignazio (Nel Monumento ai Caduti è riportato BISTI IDO) Sergente 119° reggimento Fanteria, nato il 19 febbraio 1885 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, disperso e da presumersi morto il 20 maggio 1917 su quota 126 in combattimento. RAMINI LUIGI di Giacomo Soldato 18° reggimento Fanteria, nato il 21 febbraio 1890 ad Acquapendente, distretto militare di Vi- PELO LUIGI di Luciano terbo, disperso e da presumersi morto il 28 ottobre 1915 a Vermegliano in combattimento. Soldato 5° reggimento Bersaglieri, nato il 9 gennaio 1891 ad Acquapendente, distretto militare di Vi- terbo, morto il 24 maggio 1916 sull’ Altipiano di Asiago per ferite riportate in combattimento. RICCI ANTONIO di Luigi Soldato 1° reggimento Genio, nato l’8 gennaio 1889 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, PICCINI ANTONIO di Giuseppe morto il 25 novembre 1917 sul Monte Tomba per ferite riportate in combattimento. Soldato 14a compagnia Mitraglieri Fiat, nato il 28 aprile 1890 ad Acquapendente, di- stretto militare di Viterbo, morto il 28 agosto 1917 su quota 146 per ferite riportate in RICCI ANTONIO di Francesco combattimento. Soldato 125° reggimento Fanteria, nato il 3 febbraio 1897 ad Acquapendente, distretto militare di PICCINI GIUSEPPE di Pietro Viterbo, morto il 3 gennaio 1918 gionia in seguito a ferite per fatto di guerra. Soldato 53a compagnia Mitraglieri Fiat, nato ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, morto il 24 ottobre 1917 a Treviso. RICCI GIUSEPPE di Francesco Soldato 125° reggimento Fanteria, nato il 7 marzo 1882 a Grotte di Castro, distretto mi- PIETRELLA FELICE di Giovanni litare di Viterbo, disperso e da presumersi morto il 2 novembre 1916 a Loquizza Segeti in Soldato 26° reggimento Fanteria, nato il 15 marzo 1887 ad Acquapendente, distretto militare di Viter- combattimento. bo, morto il 23 maggio 1917 su quota 144 (Carso) per ferite riportate in combattimento. RICCI UMBERTO di Domenico PINZUTI PASQUALE di Giuseppe Soldato 60° reggimento Fanteria, nato il 1° novembre 1894 ad Acquapendente, distretto militare di Soldato 8° reggimento Bersaglieri, nato il 1° aprile 1893 ad Acquapendente, distretto militare di Vi- Viterbo, morto il 19 ottobre 1915 sul Col di Lana per ferite riportate in combattimento. terbo, morto il 22 luglio 1917 nell’ospedaletto da campo n. 040 per ferite riportate in combattimento. ROMANINI CLODOMIRO di Alfredo PIPPI PIETRO di Emidio* Soldato 83° reggimento Fanteria, nato il 19 aprile 1895 ad Acquapendente, distretto militare di Viter- Soldato esercito americano, nato il 4 luglio 1893 ad Acquapendente, distretto militare di bo, morto il 12 aprile 1916 sul campo per ferite riportate in combattimento. Viterbo, morto in Francia l’11 marzo 1919 per ferite riportate in combattimento.

PROVVEDI LIVIO di Lorenzo* RONCA ADOLFO di Tommaso* Soldato 10° reggimento Artiglieria da Fortezza, nato il 27 luglio 1899 ad Acquapendente, Soldato 125° reggimento Fanteria, nato il 4 giugno 1881 ad Acquapendente, distretto mili- distretto militare di Viterbo, morto il 18 giugno 1919 a Zuara (Libia) per malattia. tare di Viterbo, morto il 2 novembre 1916 a Loquizza per ferite riportate in combattimento.

PUGGI GIUSEPPE di Alessandro* RONCA DUILIO di Luigi* Soldato (capitano) 3° reggimento Artiglieria da fortezza, nato il 7 dicembre 1891 ad Acquapendente, Soldato 140° reggimento Fanteria, nato il 20 febbraio 1889 ad Acquapendente, distretto militare di distretto militare di Viterbo, morto il 26 dicembre 1918 nell’ospedaletto da campo n. 322, per malattia. Viterbo, disperso l’11 settembre 1915 sul Monte S. Martino del Carso in combattimento.

  Giovanni Riccini - Marcello Rossi Monumenti, lapidi e parchi dedicati ai caduti di Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano

RONCA GUIDO di Caterino TANNOZZINI AUGUSTO di Noè Soldato 13° reggimento Bersaglieri, nato il 14 agosto 1896 ad Acquapendente, distretto militare di Caporale 51° reggimento Fanteria, nato il 24 settembre 1892 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, morto il 26 luglio 1916 sul Piccolo Colbricon per ferite riportate in combattimento. Viterbo, disperso il 15 luglio 1918 nel Bois de Coutron in combattimento.

RONCA OTTORINO di Salardo TANNOZZINI LUIGI di Ermete Soldato 12° reggimento Bersaglieri, nato il 12 febbraio 1899 ad Acquapendente, distretto Soldato 226° reggimento Fanteria, nato il 3 agosto 1896 ad Acquapendente, distretto militare di Viter- militare di Viterbo, morto il 30 dicembre 1917 a Bassano per ferite riportate in combat- bo, disperso e da presumersi morto il 4 settembre 1917 sull’Hermada in combattimento. timento. TASSI FRANCESCO di Stanislao RONCA PIETRO di Severino Soldato 121° reggimento di Fanteria, nato il 7 ottobre 1889 ad Acquapendente, distretto Soldato 1° reggimento Artiglieria da Montagna, nato il 13 febbraio 1897 ad Acquapen- militare di Viterbo, morto il 24 settembre 1916 a Boneti (Carso) per ferite riportate in com- dente, distretto militare di Viterbo, morto il 1° gennaio 1918 sul Monte Grappa per ferite battimento. riportate in combattimento. TIBERI ALESSANDRO di Giuseppe RONCA VINCENZO di Giacinto Soldato 60° reggimento Fanteria, nato il 19 settembre 1894 ad Acquapendente, distretto Caporale 93° reggimento Fanteria, nato il 2 gennaio 1892 ad Acquapendente, distretto militare d Vi- militare di Viterbo, morto il 29 ottobre 1915 sul Monte Sief per ferite riportate in combat- terbo, morto il 15 giugno 1917 sul Monte Santa Caterina per ferite riportate in combattimento. timento. ROSATELLI ARCANGELO VENTURINI STEFANO di Nazzareno …………………………., nato il 11 ottobre 1891 a Acquapendente, distretto militare di Viterbo, a morto il 8 giugno 1921 nell’ospedale Policlinico di Roma. Caporal maggiore 20 batteria di Bombarde, nato il 26 dicembre 1892 ad Acquapendente, distretto militare di Orvieto, morto il 4 agosto 1918 sul Costone Cavallaro ( Monte Maio) per ferite riportate in ROSSINI ALCESTE di Achille combattimento. Soldato 214° reggimento Fanteria, nato il 16 marzo 1896 a Radicofani, distretto militare di Arezzo, morto il 18 giugno 1916 in prigionia per ferite riportate in combattimento. VINCOLI ALDUILIO di Leonardo Soldato 151° reggimento Fanteria, nato l’8 aprile 1891 a Ronciglione, distretto militare di Viterbo, ROTILI GIUSEPPE di Venanzio morto l’8 agosto 1915 nell’ospedaletto da campo n. 071 a Palmanova per ferite d’artiglieria riportate in Caporal maggiore 8° reggimento Fanteria, nato il 17 ottobre 1897 ad Acquapendente, di- combattimento. stretto militare di Viterbo, morto l’8 dicembre 1917 sul Monte Pertica per ferite riportate in combattimento. VITALI LODOVICO di Stefano Soldato 57° reggimento Fanteria, nato il 6 maggio 1881 ad Acquapendente, distretto militare di Vi- SERAFINELLI SANTE di Domenico* terbo, morto il 30 settembre 1918 sul Veliki (San Gabriele) per ferite da schegge granata riportate in Soldato 70° reggimento Fanteria, nato il 29 luglio 1893 a San Lorenzo Nuovo, distretto militare di combattimento. Viterbo, morto l’11 agosto 1917 ad Arezzo per malattia. ZAMPERINI AVERINO di Innocente SQUARCIA CESARE di Luigi* Soldato 214° reggimento Fanteria, nato il 15 giugno 1886 ad Acquapendente, distretto militare di Vi- Caporal maggiore 1° reggimento Artiglieria pesante campale, nato il 7 febbraio 1883 ad Acquapenden- terbo, morto il 19 giugno 1917 sul Monte Forno per ferite riportate in combattimento. te, distretto militare di Viterbo, morto il 1 dicembre 1918 ad Arezzo per malattia. ZUCCA GIOVANNI di Ermete SQUARCIA EDESVINDO di Innocenzo Soldato 255° reggimento Fanteria, nato il 1° ottobre 1899 a Acquapendente, distretto mili- Soldato 92° reggimento Fanteria, nato l’8 aprile 1896 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, tare di Viterbo, morto il 20 settembre 1915 nell’ospedaletto militare n. 170 per ferite ripor- morto il 24 ottobre 1918 sul Col Caprile per ferite riportate in combattimento. tate in combattimento.

SQUARCIA GIOVANNI di Antonio ZUCCA LEANDRO di Vincenzo Sergente 60° reggimento Fanteria, nato il 25 dicembre 1899 ad Acquapendente, distretto militare Soldato 33° reggimento Artiglieria da Campagna, nato il 19 maggio 1891 ad Acquapendente, distretto di Viterbo, morto il 4 agosto 1915 sul Col di Lana per ferite riportate in combattimento (scoppio militare di Viterbo, disperso il 31 ottobre 1915 in Valle Pontebbana in combattimento. bomba a mano). ZUCCA MARSILIO di Giuseppe MARFILIO SQUARCIA GUERRINO di Antonio Soldato 9° reggimento Fanteria, nato il 9 marzo 1895 a Acquapendente, distretto militare Soldato 12° reggimento Bersaglieri, nato il 3 dicembre 1899 ad Acquapendente, distretto militare di di Viterbo, morto il 16 settembre 1916 nella dolina del Ciliegio (Carso) per ferite riportate Viterbo, morto il 2 dicembre 1917 sulle Melette di Gallio per ferite riportate in combattimento. in combattimento.

  Giovanni Riccini - Marcello Rossi Monumenti, lapidi e parchi dedicati ai caduti di Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano

TORRE ALFINA LANZI SECONDO di Lorenzo* BANDINI ARCANGELO di Giuseppe Soldato 15° reggimento Artiglieria Campagna, nato il 27 gennaio 1900 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, morto l’11 gennaio 1919 a San Remo per malattia. Soldato 1° reggimento Genio, nato il 15 ottobre 1897 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, morto il 24 maggio 1917 sul Monte Cucco in seguito a ferite riportate per fatto di guerra (per scoppio di granata il giorno 11 maggio 1917). Sepolto sotto una galleria. LEANDRI ANTONIO di Gioacchino Soldato 59° reggimento Fanteria, nato il 25 giugno 1891 ad Acquapendente, distretto militare di Viter- CAMPANELLI GIOVANNI di Vincenzo* bo, morto il 19 novembre 1917 sul Monfenera per ferite riportate in combattimento. Soldato 233° reggimento Fanteria, nato il 22 ottobre 1894 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, disperso nel combattimento del 19 agosto 1917 e morto il 1° febbraio 1918 in prigionia MONTALTO GIOVANNI di Dionisio (Heinrichsgrün – Boemia) per malattia (tubercolosi polmonare). Soldato 31° reggimento Fanteria, nato il 28 dicembre 1895 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, disperso il 23 agosto 1917 sul Monte Kobilk in combattimento. CAMPANELLI LUIGI di Vincenzo* Soldato 120° reggimento Fanteria, nato il 17 aprile 1899 ad Acquapendente, distretto militare di Vi- PAGLIALUNGA ALFREDO di Felice terbo, morto il 27 dicembre 1917 nell’ospedaletto da campo n. 064 per malattia (morto in seguito ad Soldato 85° battaglione canadese (Esercito britannico), nato il 19 giugno 1880 ad Acqua- amenuria grave e delirio colasso?). Sepolto a Cittadella. pendente, distretto militare di Viterbo, morto il 29 aprile 1917 in combattimento in Francia.

CAPRASECCA VERMINIO di Luigi RIPALVELLA COSTANTINO di Francesco Soldato 1° reggimento Genio, nato il 20 maggio 1898 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, Soldato 93° reggimento Fanteria, nato il 28 novembre 1896 ad Acquapendente, distretto militare di morto il 24 agosto 1917 a Selo per ferite riportate in combattimento (ferita provocata da scheggia di Viterbo, disperso il 19 settembre 1916 sull’Altipiano della Bainsizza in combattimento. granata nemica). Sepolto nel cimitero (a Selo?) a quota 208. (Nella lapide e nel monumento di Torre Alfina risulta il nome ERMINIO; su quello di Acquapendente SERAFINELLI ANTONIO di Domenico ERMILIO; nell’albo d’oro dei caduti della Prima Guerra mondiale risulta con il nome Vermiglio nato il 12 Soldato 4a ter. compagnia Mitraglieri, nato il 27 novembre 1894 a San Lorenzo Nuovo, distretto mi- maggio 1898; nell’atto di nascita il vero nome è la data di nascita 20 maggio 1898) litare di Viterbo , morto il 15 giugno 1917 al Passo dell’Agnello (Monte Ortigara) per ferite riportate in combattimento. CECCARINI GIOVANNI BATTISTA di Domenico Soldato 60° reggimento Fanteria, nato il 21 dicembre 1893 ad Acquapendente, distretto militare di TEGAME GIOCONDO di Luigi Viterbo, morto il 15 agosto 1916 ad Andraz (?) per ferita d’arma da fuoco e sepolto ad Andraz. Caporal maggiore 60° reggimento Fanteria, nato il 30 marzo 1886 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, morto il 23 settembre 1915 a Piano Livinei per ferite riportate in combattimento (Ferita alla COLA TEOBALDO di Domenico regione scapolare destra penetrante in cavità da scheggia di granata). Sepolto a 200 metri dalla trincea Ma. Soldato 15° reggimento Bersaglieri, nato il 18 maggio 1895 ad Acquapendente, distretto militare di Orvieto, dichiarato irreperibile ( disperso) e da presumersi morto il 29 ottobre 1915 al fatto d’armi di (Sul monumento dei caduti di Acquapendente è riportato TEGAMI GIOVANNI come pure nella lapide Castelnuovo nel Carso . commemorativa e sul monumento dei caduti di Torre Alfina).

FIFI LUIGI di Fabrizio Soldato 1° reggimento Granatieri, nato il 13 settembre 1886 ad Acquapendente, distretto militare di TREVINANO Viterbo, morto il 23 settembre 1917 nell’ambulanza chirurgica d’armata n. 5 Begliano per ferite ripor- BARTOLI GIOACCHINO di Francesco tate in combattimento (ferita penetrante all’addome con lesione del rene sinistro e frattura completa Soldato 78° reggimento Fanteria, nato il 16 aprile 1895 a San Casciano de’ Bagni, distretto militare di gamba sinistra da schegge per fatto di guerra). Sepolto a Begliano. Arezzo, disperso e da presumersi morto il 6 agosto 1916 sul Monte Sabotino in combattimento. FIFI GIUSEPPE di Alessandro BIANCHI GIOVANNI di Nazzareno Soldato 69° reggimento Fanteria, nato il 12 dicembre 1894 a San Lorenzo Nuovo, distretto militare Soldato 9° reggimento Fanteria, nato il 6 aprile 1894 a Cetona, distretto militare di Arezzo, disperso il di Viterbo, morto il 10 settembre 1916 sul Monte Spil per ferite d’arma da fuoco riportate in com- 17 settembre 1916 sul Carso in combattimento. battimento. (Sul monumento dei caduti di Acquapendente il cognome riportato è FIFINO come risulta anche sul cartelli- CAPRA GIACOMO di Francesco* no anagrafico. Nella lapide commemorativa e sul monumento dei caduti di Torre Alfina il cognome riportato Soldato 2° reggimento Artiglieria di Fortezza, nato il 13 maggio 1878 a Acquapendente, distretto mi- è FIFI. Nel cartellino anagrafico la data di nascita è 12 febbraio 1894). litare di Viterbo, morto il 23 agosto 1916 per malattia nell’ospedale di Salò.

GALLI AUGUSTO di Benvenuto CICA GIOVANNI di Domenico* Soldato 70° reggimento Fanteria, nato il 16 aprile 1894 ad Acquapendente, distretto militare di Viter- Soldato 3° reggimento Artiglieria da Montagna, nato il 1 gennaio 1893 a Proceno, distretto militare di bo, morto il 28 settembre 1915 in combattimento. Viterbo, morto l’25 settembre 1916 nell’ospedale da campo n. 0122 per malattia.

  Giovanni Riccini - Marcello Rossi Monumenti, lapidi e parchi dedicati ai caduti di Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano

CICA LORENZO di Domenico BIBLIOGRAFIA Soldato 226° reggimento Fanteria, nato il 20 gennaio 1896 a Proceno, distretto militare di Viterbo, morto l’8 ottobre 1918 nell’ospedaletto da campo n. 179 per malattia (pneumonite sinistra da influen- Aa.Vv. 1926, Militari Caduti della Guerra Nazionale, Albo d’Oro, vol. 1, Lazio e Sabina, Roma. za per fatto di guerra). Sepolto a San Vito di Leguzzano - VC. Guerrini P., Vittucci M. 2010 (a cura di), Il Lazio e la Grande Guerra, Roma. Riccini G. 2009, Acquapendente. Il monumento ai caduti (I parte), in La Loggetta. Notiziario di Pian- DE SANTIS ROMEO di Vincenzo sano e la Tuscia, n. 81, anno XIV, n. 4 ottobre-dicembre, Piansano, pp. 118-119. Soldato 237° reggimento Fanteria, nato il 1° agosto 1886 a (Acquapendente), distretto Riccini G. 2010a, Acquapendente. Il monumento ai caduti (II parte), in La Loggetta. Notiziario di Pian- militare di Viterbo, morto il 7 giugno 1917 a Campo Filone (Altipiano dei Sette Comuni) per ferite sano e la Tuscia, n. 82, anno XV, n. 1 gennaio-marzo, Piansano, pp. 95-96. riportate in combattimento. Riccini G. 2010b, Acquapendente. Il monumento ai caduti (III e ultima parte), in La Loggetta. Notizia- rio di Piansano e la Tuscia, n. 84, anno XV, n. 3 luglio-settembre, Piansano, pp. 75-76. LOMBARDELLI LUCIANO di Emidio Rossi M. 2014, Ricordi di guerra. Acquapendente negli anni della Grande Guerra, Acquapendente. Soldato 47° battaglione Bersaglieri, nato il 2 settembre 1883 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, morto il 4 agosto 1916 a Monfalcone per ferite riportate in combattimento. FONTI ARCHIVISTICHE MARIOTTI SABATINO di Angelo Archivio storico comunale di Acquapendente Soldato 226° reggimento Fanteria, nato il 28 novembre 1896 a San Casciano de’ Bagni, distretto Deliberazioni del Consiglio comunale (1919-1926) militare di Arezzo, morto il 15 luglio 1916 nell’ospedale da campo n. 0110 per ferite riportate in Deliberazioni della Giunta Comunale (1920-1924) combattimento. Carteggio classificato, Categoria XIV, (1922-1927) MATERA UGO di Giuseppe Libri Mastri (1920-1927) Soldato 216° reggimento Fanteria, nato il 12 maggio 1894 ad Acquapendente, distretto militare di Contabilità – Mandati di pagamento (1922-1927) Viterbo, morto il 23 agosto 1916 sul Costone Lusia per ferite riportate in combattimento. Registri di morte (1915-1922) Militari deceduti (1915-1918) POTESTà FALIERO di Achille Soldato 29° reggimento Fanteria, nato il 16 dicembre 1892 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, morto il 24 aprile 1916 nell’ospedaletto da campo n. 92 per ferite riportate in combattimento SITOGRAFIA (ferita lacero contusa di bomba a mano). www.albodorolazio.it (Nel monumento ai caduti di Acquapendente il cognome è PODESTÀ) www.cadutigrandeguerra.it www.cimeetrincee.it PUGNALINI TELESFORO di Giuseppe* Soldato 60° reggimento Fanteria, nato l’8 marzo 1891 ad Acquapendente, distretto militare di Viterbo, morto il 22 gennaio 1916 a Milano nell’ospedale Addolorata per ferite riportate in combattimento18.

18 Il presente elenco, composto da 97 da militari di Acquapendente, 16 di Torre Alfina e 11 di Trevinano è stato com- pilato mettendo insieme dati e notizie desunte dai monumenti e dalle lapidi dei caduti, dall’Albo d’Oro dei Militari Caduti della Guerra Nazionale, Lazio e Sabina (Roma,1926) e dall’Archivio Storico Comunale di Acquapendente (atti di morte e fascicoli personali dei caduti, dei dispersi e dei prigionieri (Asca, Militari deceduti, B 682-683, RGN 49/1-2). I nominati- vi contrassegnati da (*) non sono presenti nel monumento di Acquapendente.

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