La Guerra 1915-1918 …Si Sta Colla Morte Alla Bocca P

La Guerra 1915-1918 …Si Sta Colla Morte Alla Bocca P

Finché sia sacro il sangue per la Patria versato Italia andrà superba del valore de’ suoi figli DAL SOLCO ALLA TRINCEA La Grande Guerra nel territorio del lago di Bolsena attraverso i suoi protagonisti 1. Il lutto e la memoria: i monumenti ai caduti a cura di Raffaella Bruti Sistema Bibliotecario “Lago di Bolsena” 2017 Nell’ambito delle numerose iniziative promosse da enti pubblici e privati per ricordare il centenario dall’inizio del Primo Conflitto mondiale anche il Sistema Bibliotecario “Lago di Bolsena” ha voluto dare un suo contributo: ha promosso un progetto di ricerca che mira a indagare gli effetti che tale conflitto provocò dal punto di vista sociale, politico ed economico sulle 10 comunità del comprensorio del lago di Bolsena, che costituiscono il Sistema stesso (Acquapendente, Bolsena, Capodimonte, Gradoli, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Marta, Montefiascone, San Lorenzo Nuovo, Valentano). Lo studio si propone anche di portare alla luce i nomi e le storie dei tanti soldati che, loro malgrado, furono i protagonisti della Grande Guerra che nel nostro territorio, diversamente dal Secondo Conflitto mondiale, non ha lasciato segni devastanti dei passaggi delle truppe o dei bombardamenti, mentre è stato ingente il tributo pagato dalle Comunità e dalle famiglie locali sia in termini di vite umane sia sotto forma di pesanti restrizioni e sacrifici che mutarono il modo di vivere quotidiano. Tale progetto di ricerca dal titolo Dal solco alla trincea. La Grande Guerra nel territorio del lago di Bolsena at- traverso i suoi protagonisti, finanziato dalla Regione Lazio sulla base della L. R. 6/2013, vuole dunque scandagliare queste tematiche e concretizzarne gli esiti attraverso la pubblicazione di due monografie, la realizzazione di due mostre tematiche itineranti e di una banca dati, di facile accesso, che raccolga tutte le informazioni relative agli oltre 5000 soldati del comprensorio del lago che furono mobilitati per la Grande Guerra. Oltre ai “tradizionali” canali di ricerca, quali gli Archivi di Stato e gli Archivi storici comunali, si è pensato di far ricorso, ove possibile, a quelli dei familiari dei soldati raccogliendo così una discreta quantità di fotografie, documenti e lettere che testimoniano in maniera, a volte straziante, il dramma vissuto dai soldati e dalle loro famiglie. A tutti coloro che con zelo e passione hanno lavorato a questo progetto, alla Regione Lazio che ha creduto nella sua importanza e all’Archivio di Stato di Viterbo per la consueta disponibilità, vanno i più sinceri ringraziamenti Sistema Bibliotecario “Lago di Bolsena” a nome di tutte le comunità del Sistema Bibliotecario “Lago di Bolsena”. (Provincia di Viterbo) Comuni di Acquapendente, Bolsena, Capodimonte, Gradoli, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Marta, Marcello Rossi Angelo Ghinassi Montefiascone, San Lorenzo Nuovo, Valentano Biblioteca comunale Acquapendente Presidente del Si. Bi. La. Bo. Comune capofila: Acquapendente Biblioteca comunale, Via Cantorrivo, 13 01021 Acquapendente (VT) Tel. 0763 734776 Fax 0763 731049 e-mail [email protected] www.bibliolabo.it ©2017 Sistema Bibliotecario “Lago di Bolsena” - Acquapendente (VT) ISBN 978-88-95034-21-8 Volume realizzato con un finanziamento erogato dalla Regione Lazio in base alla L.R. 7 agosto 2013, n. 6 per il progetto Dal solco alla trincea del Sistema Bibliotecario “Lago di Bolsena”. Grafica: Marcello Rossi Stampa: Tipografia Ceccarelli - Controstampa s.r.l. - Acquapendente (VT) In copertina: particolari dei monumenti, lapidi e sacrari dei caduti Indice Introduzione p. 9 Raffaella Bruti Il monumento di Bolsena e i suoi caduti p. 11 Monica Ceccariglia Un modesto ma degno ricordo ai nostri concittadini caduti da prodi sul campo dell’onore: la targa marmorea di Gradoli p. 39 Bonafede Mancini Valentano: la Guerra 1915-1918 …si sta colla morte alla bocca p. 59 Emanuela Olimpieri Il monumento ai caduti di Marta p. 77 Normando Onofri Il monumento ai caduti di Montefiascone p. 89 Santa Scatena Il monumento ai caduti di Grotte di Castro p. 107 Danila Dottarelli Capodimonte e i monumenti ai caduti della Grande Guerra p. 123 Maura Lotti - Pier Luigi Gavazzi Ischia di Castro e la memoria della Grande Guerra p. 139 Tiziana Fiordiponti La memoria dei caduti a San Lorenzo Nuovo: il complesso monumentale del Sacrario degli Eroi p. 151 Giovanni Riccini - Marcello Rossi Monumenti, lapidi e parchi dedicati ai caduti di Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano p. 165 Introduzione La pubblicazione di questo volume, che espone solo una parte delle ricerche storiche sugli esiti della Prima Guerra mondiale nel territorio intorno al lago di Bolsena, è incentrata sulla ricostruzione della “storia” dei monumenti ai caduti e dei caduti nella Grande Guerra. L’obiettivo è quello di andare “oltre” la fredda catalogazione dei monumenti, nella loro varia tipologia di monumenti figurativi, architettonici e targhe, raccontando, invece, attraverso l’utilizzo di quelle inedite fonti storiche che sono gli archivi storici comunali, le vicende, le conflittualità, le spinte, i reali sentimenti che portarono alla loro realizzazione. Nonostante la ricchezza e la varietà di testimonianze documentarie che, in generale, è stato possibile rintracciare negli archivi storici dei 10 Comuni del Sistema, in alcuni casi la documentazione lacunosa o di difficile consultazione a causa di un mancato o parziale processo di riordino, ha costituito un limite alla tendenziale omogeneità della ricerca nel suo complesso, senza, tuttavia, comprometterne gli esiti. Si è cercato, inoltre, di dare un nome, un volto e una storia ai numerosi soldati caduti in guerra fornendo, non solo gli elenchi dei loro nomi ma anche tutte le possibili informazioni relative alla loro carriera militare (come il corpo di appartenenza, le campagne militari, il luogo e la causa della morte, gli eventuali riconoscimenti ricevuti). Dietro al fenomeno che, nell’immediato dopoguerra, portò alla proliferazione di monumenti e targhe alla memoria dei caduti, battezzato con il termine di monumentomania, nonché alla successiva strumentalizzazione del sacrificio dei caduti a scopo propagandistico operata dal Fascismo, emerge ben altro. Il dolore e il lutto per la perdita di padri, mariti, figli e fratelli era come se, in qualche modo, dovessero essere “tirati fuori” e messi lì, visibili tutti, per non dimenticare. Non a caso il monumento è spesso collocato sulla piazza principale del paese (Marta) anche se, in alcuni contesti, successivamente spostato in aree considerate più idonee (Bolsena e Grotte di Castro – in quest’ultimo caso il monumento, nel 2010, è stato di nuovo ricollocato nella sua posizione originaria), oppure posto sulle facciate degli edifici comunali (Capodimonte, Gradoli, Ischia di Castro, Valentano) o in prossimità di edifici scolastici e/o centri giovanili (Acquapendente e Ischia di Castro), a sottolinearne la funzione pedagogica e formativa per le nuove generazioni. A seguito della circolare n. 67 del 1922, relativa ai Parchi della Rimembranza, vennero creati anche appositi “spazi” commemorativi nei quali gli alberi, in genere i cipressi, contrassegnati ciascuno da una targa col nome del caduto, assurgevano a simbolo di rinascita e memoria perenne (Acquapendente, Grotte di Castro, Ischia di Castro, l’oramai scomparso Parco della Rimembranza di Capodimonte e il caso singolare del Sacrario degli Eroi di San Lorenzo Nuovo). Sebbene i monumenti ai caduti vengano considerati come l’ideale prosecuzione della produzione monumentalistica post-risorgimentale, in particolare per la tipologia dell’obelisco o della colonna sormontati da stelle, aquile o vittorie alate e per il loro significato patriottico e di unità nazionale, con la Prima Guerra mondiale, non a caso denominata dai contemporanei IV Guerra d’Indipendenza, si attuò, tuttavia, una forte cesura nell’ambito di quella che è stata definita lademocratizzazione dell’eroismo. Dalla celebrazione del singolo eroe (es. Garibaldi, Mazzini) si passa a quella più realistica del semplice e anonimo soldato, il fante che, a partire dal 1921 - anno della traslazione Particolare dal monumento ai caduti di Gradoli della salma del Milite Ignoto da Aquileia a Roma - diventerà il soggetto dominante della memoria collettiva italiana, simbolo, appunto, di un sacrificio comune che eguaglia ed unisce “tutti” nel dolore. Un dolore, dunque, non solo personale e privato ma anche “pubblico”, di un’intera comunità e come tale la costruzione di ciò che lo rappresentava non poteva non essere che frutto di una forma collettiva di elaborazione del lutto. I numerosi comitati “pro monumento”, la raccolta dei fondi e, infine, le grandiose cerimonie d’inaugurazione, che coinvolgevano tutta la cittadinanza e le autorità, erano evidente espressione e, contemporaneamente, rappresentazione di tale sentimento. Nei 10 Comuni del Sistema Bibliotecario del lago di Bolsena, degli oltre 5000 soldati che vennero mobilitati, circa 730 furono i padri, i figli, i mariti, i fratelli, nati tra il 1874 e il 1900, caduti in questa guerra, morti o dispersi a seguito di combattimenti, deceduti nelle prigioni nemiche oppure negli ospedali militari o dopo aver contratto malattie, morti tra il fango delle trincee e il puzzo dei cadaveri, nel dolore, nella sofferenza e nella più cupa solitudine. Giovani, giovanissimi, per la maggior parte contadini obbedienti, pazienti e grandi lavoratori - da questo punto di vista il titolo del progetto è emblematico - che andarono a rimpinguare quell’esercito gettato allo sbaraglio in una carneficina senza senso,

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