Da Latera Al Confine Umbro
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Itinerario del Lazio etrusco Da Latera al confine umbro Tornati sulla provinciale, si prosegue in direzione Latera. Dopo l’ingresso della miniera di caolino di Poggio Luce e le strutture di una stazione dell’Istituto di geofisica e vulcanologia, si arriva a una deviazione per la centrale geotermoelettrica di Latera, attualmente in disuso e in via di dismissione. Oltre la chiesina di San Rocco la conca finisce e se ne risale il bordo fino a Latera, all’ingresso della quale è segnalato il Museo della Terra. Si tratta di una collezione di oggetti della vita quotidiana del secolo scorso raccolti da un agricoltore, Luigi Poscia, e adesso ospitata nell’antica Grancia di San Pietro (edificio che nel Medioevo era annesso alle abbazie, in questo caso di proprietà dei monaci del monte Amiata). Anche feste, giochi, canti e altre memorie storiche vi sono rievocate con l’ausilio di filmati in multivisione. Completa il percorso museale uno spazio espositivo esterno che illustra l’orto - contadino ma anche monastico, con le piante aromatiche e le erbe medicinali - e gli alberi da frutto tipici della zona, oltre che uno spazio di prato attrezzato con tavoli e panche 75 Itinerario del Lazio etrusco Latera confine umbro Veduta di Trevinano. dove i visitatori possono piacevolmente sostare. In paese c’è da vedere il borgo di origine medievale, con vicoli e scorci panoramici, nonché la chiesa parrocchiale intitolata a San Clemente. Per Acquapendente sono segnalati 17 chilometri. Finita la salita oltre Latera si va al bivio prima a sinistra e poi a destra per Grotte di Castro, per la strada provinciale Maremmana. Siamo su una cresta panoramica e all’orizzonte sono ben riconoscibili le sagome dell’Amiata e del monte Cetona, entrambi in Toscana tra le province di Siena e Grosseto. A Grotte di Castro il nostro itinerario passa all’esterno del centro storico, lungo la via Bardiniana, in direzione di Acquapendente. Il centro storico di Grotte sorge su uno sperone tufaceo ed offre scorci pittoreschi, che si aggiungono ai due principali poli d’attrazione vale a dire il Museo civico archeologico e delle tradizioni popolari e la necropoli di Pianezze. A tre chilometri dal paese verso il vicino lago di Bolsena, la necropoli etrusca comprende tombe a camera datate dal VII al V secolo a.C. Dopo quasi sette chilometri lungo la provinciale Torretta si è ad Acquapendente: a nord-ovest l’orizzonte è chiuso dalle alture dell’Amiata, della rocca di Radicofoni e del Cetona. In paese, arrivati sulla Cassia si va a sinistra per il centro storico, superando la deviazione per Torre Alfina e l’interessante Museo del Fiore. Impossibile a non notarsi è la torre Julia de Jacopo, quel che 76 Itinerario del Lazio etrusco Latera confine umbro resta dell’antica cinta muraria, dove ha sede il centro visite della riserva naturale di Monte Rufeno e dove è pure possibile acquistare prodotti tipici quali olio, vino, farro, pasta, ceramiche e altro. Acquapendente è stata a lungo un luogo di tappa importante sulla via di pellegrinaggio verso Roma e la Terrasanta, anzi gli storici locali collocano la fondazione stessa della cittadina tra il IX e il X secolo motivandola proprio con la presenza nell’area del tracciato della via Francigena. A indicarlo, d’altronde, è anche la dedicazione al Santo Sepolcro della principale tra le molte chiese del territorio aquesiano. L’abbazia del Santo Sepolcro dipendeva direttamente da quella omonima di Gerusalemme. Nell’interessante nucleo urbano sorgono palazzi per lo più cinquecenteschi e chiese come quella di San Francesco, con attiguo campanile e chiostro rinascimentale. Dopo il paese si inizia a scendere verso la valle del Paglia, che si supera grazie al grande Ponte Gregoriano, notando prima sulle alture boscose davanti a noi il castello di Torre Alfina. Il primo bivio a destra è il primo accesso alla riserva, ma noi svoltiamo al successivo con indicazioni Trevinano e subito appare la piccola frazione alla testata della valle. La strada sale, con bei panorami sul Monte Rufeno e la sua successione di pascoli e terrazzi a uliveti e bosco che comprende anche lembi a rimboschimento con essenze sempreverdi. Prima di Trevinano, ancora un bello scorcio panoramico da una cresta verso la rocca di Radicofani qui evidentissima, preceduta da un ampio paesaggio ferito qua e là dai ventagli dei calanchi, mentre sotto al Cetona appare l’abitato di San Casciano ai Bagni. Trevinano ha una sola strada ad anello e a senso unico, che sfila quasi sempre in silenzio sotto le case toccando al suo apice il castello dei Monaldeschi. Lasciato il paesino si lascia la strada che va a San Casciano e si prende a destra per Allerona, lungo il confine settentrionale della riserva di Monte Rufeno. Poco oltre appare il casale della Monaldesca, sempre aperto, con ospitalità e ristoro. E qui, al confine con l’Umbria, finisce il nostro itinerario. 77 The Itinerary of Etruscan Lazio From Latera to the Umbrian border Once you get back onto the provincial road continue on in the direction of Latera. In the town you can see the medieval center with its little lanes and panoramic views as well as the church of San Clemente. The most interesting place to see is the Museo della Terra (Museum of the Land) with its rich collection of working tools and everyday objects from the last century. Once you have finished the climb past Latera turn left at the intersection and then turn right to go to Grotte di Castro along the Maremmana provincial road. We are now on a panoramic crest and on the horizon it is easy to recognize the silhouettes of Monte Amiata and Monte Cetona which are both in the Tuscany region respectively in the provinces of Grosseto and Siena. At Grotte di Castro you have to go through the town and you can see some interesting features of the town. Follow the signs for Orvieto and then turn and follow the signs for Acquapendente. When you get on the Via Cassia turn left towards Acquapendente, passing the turnoff for Torre Alfina and the interesting Museo del Fiore. You can’t help seeing the Julia de Jacopo tower, which is all that is left of the old city walls. It houses the visitor center for the Monte Rufeno nature reserve and a shop selling typical products such as oil, wine, spelt, pasta, ceramics and other things. Acquapendente was an important stopping place for pilgrims on their way to Rome and the Holy Land. Local historians believe that it was founded between the ninth and tenth centuries A.D. exactly because it was on the Via Francigena. Another clue is the dedication to the Holy Sepulcher (Santo Sepolcro) of one of its many churches which then became the cathedral. This was erected next to a monastery with the same name. The monastery was directly under the authority of the Holy Sepulcher in Jerusalem and a Templar house was connected to it. In the interesting historic center there are many noble buildings, most of them from the 1500’s and churches such as San Francesco with its adjacent bell tower. At the edge of the historic center, almost in front of the Julia tower stands the Duomo which was originally in the Romanesque style but over the years has undergone many transformations. After you leave Acquapendente, the road descends towards the valley of the Paglia River that you cross by driving over the large Ponte Gregoriano bridge. Then there is a turnoff and you reach the tiny hamlet of Trevinano. It has just one road that makes a loop and it is a one-way street that is usually very quiet as it winds along under the houses. It reaches its high point at the Monaldeschi castle. After leaving the village, get off the road that goes to San Casciano and turn right to go to Allerona. This road goes along the northern border of the Monte Rufeno nature reserve. Just a short distance ahead there is the Monaldesca farmhouse which is always open. It offers great hospitality and food. Here, at the border with Umbria we finish our itinerary. 78 La riserva naturale di Monte Rufeno a Riserva Naturale Monte Rufeno fa parte del sistema delle aree protette della Regione L Lazio, e dal 1983 protegge estesi boschi in un paesaggio collinare attraversato dal fiume Paglia. I suoi circa tremila ettari sono dominati dai querceti misti, oltre a macchia mediterranea e rimboschimenti di conifere. Al confine con Umbria e Toscana, grazie alla particolare collocazione geografica e alle vicende storiche del territorio la riserva ospita flora e fauna molto ricche. Tra i mammiferi sono presenti ad esempio il capriolo, il tasso, l’istrice, la martora e, di passaggio, il lupo. Anche tra gli anfibi e i rettili sono segnalate specie di tutto interesse come la salamandrina dagli occhiali, la testuggine palustre, l’ululone dal ventre giallo. Granchi e gamberi d’acqua dolce testimoniano della relativa integrità ambientale. Quanto all’avifauna, essa comprende circa settanta specie di uccelli nidificanti, tra cui rapaci come falchi pecchiaioli, sparvieri e nibbi bruni, oppure passeriformi quali l’averla piccola e la magnanina. Lungo il corso del Paglia, inoltre, è segnalato il raro occhione. Se gli elenchi faunistici sono dunque di tutto rispetto, non è da meno la flora locale. A Monte Rufeno sono state censite infatti ben 1012 specie di piante superiori, tra cui molte rare e vulnerabili che qui hanno le uniche stazioni note a livello regionale. Tra le più vistose ci sono le orchidee, appartenenti a 39 distinte varietà. Inoltre gli elenchi redatti dai botanici comprendono specie meno vistose ma di non minore interesse quali il brugo, la crespolina etrusca e l’erba scopina.