Così Diventai Un Partigiano

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Così Diventai Un Partigiano VENERDI’ 5 SETTEMBRE 2003 LA REPUBBLICA 41 DIARIOdi SESSANT’ANNI FA L’ARMISTIZIO (segue dalla prima pagina) è rotta, il nemico è visibile. Le reclute 1 SETTEMBRE 25 LUGLIO SETTEMBRE 43 adesso scendono nel cortile e pre- el messaggio di Badoglio che mono sui portoni laterali, non si sa se la radio continuava a trasmet- li aprono o li sfondano, ma sono già D IL RE Vittorio Emanuele III GRAN Consiglio del fa- tere c’è un ricordo breve e fuori, tornano a piedi con le loro divi- scismo. È approvato l’or- confuso, ma quanto bastava per ca- se nuove verso il villaggio e le cascine accetta le condizioni dell’ar- dine del giorno di Dino pire che la guerra era finita una buo- da cui sono arrivati, i Probo e Costan- mistizio, i cui termini il gene- Grandi che invita il re a na volta, ci eravamo arresi agli an- 88 zo e Maurizio con i loro nomi da mar- rale Castellano gli aveva co- riassumere le sue funzio- gloamericani. Ma che voleva dire «i tiri della legione Tebana. municato in un colloquio il ni di comandante supre- nostri reparti reagiranno a qualsiasi Noi, gli amici giovani di Duccio Ga- 27 agosto, di ritorno dal Por- mo delle forze armate. attacco di altra provenienza». Per- limberti e di Detto Dalmastro, passia- togallo. La piena adesione Mussolini è costretto a ché non dire i tedeschi? Chi altri? mo nell’ufficio di Duccio che è in piaz- del sovrano viene comuni- rassegnare le dimissioni Ah Badoglio, furbo e ipocrita sino za Vittorio a cento metri dalla caserma. cata agli alleati grazie alla e fatto arrestare. L’ex co- alla fine. Poi fuori a vedere come fini- Così diventai «Ci ritroviamo in Val Grana», ci dicono, radio clandestina conse- mandante delle forze ar- sce una guerra persa, sul viale degli «a Frise, il paese del sergente Durbano gnata al generale Castella- mate Badoglio è il nuovo Angeli dove è già arrivata la prima on- che ci aspetta». Io vado a casa mia per no. capo del governo. data dei fuggiaschi della Quarta ar- prendere il binocolo, un maglione di mata che torna a casa dalla Francia. lana, un paio di calze. La guerra è or- Più che una umana vicenda quella un partigiano renda ma ti fa riscoprire la divina prov- fuga era una catastrofe naturale, co- videnza. In qualche modo si camperà, 3 SETTEMBRE me una slavina. I reparti che avevano GIORGIO BOCCA si combatterà, ci si coprirà. In quel tie- 12 AGOSTO occupato la Provenza e il Nizzardo pido autunno del ‘43 mia madre non arrivavano compatti fino ai valichi di tile. Ma non si muovevano, si era su aspettano un ordine che non arriverà aveva ancora capito. Aveva invece ca- Tenda o della Maddalena poi rotola- quel filo della lama che da un mo- mai da un comando che non esiste pito mia nonna che continuava a pre- A CASSIBILE, presso Sira- IL GENERALE Giuseppe vano giù abbandonando armi e mez- mento all’altro può rompersi. più. Ma qualcuno che l’ordine se lo parare la cena ma diceva «E bin la su ai cusa, il generale Castellano Castellano parte per Lisbo- zi. In poche ore la grande onda di una Salii a dare un’occhiata: sembrava dà da solo c’è ancora: il tenente Nar- saran i so cumandant». I comandanti e il generale Bedell Smith, in na con istruzioni del capo di divisione si frantumava, si disperde- di essere in una incubatrice di bachi do Dunchi ha caricato una carretta di dell’eterno ordine militare ci sono rappresentanza del gene- stato maggiore Ambrosio va nel mercato frenetico con i concit- da seta disposti sui graticci. Il porto- armi e di munizioni, ha fatto aprire sempre nel Piemonte montanaro. rale Eisenhower, firmano per una trattativa con gli al- tadini usciti che era ancora buio dal- ne della caserma era sprangato, vi con un urlo da toscanaccio il portone L’armata si era sciolta, il comandante l’armistizio fra gli italiani e gli leati. Tre giorni dopo gli an- le case per comperare o rubare radio, passavano solo le voci che arrivava- e se ne è andato alla montagna di Bo- Ss Peiper e il suo reggimento corazzato alleati: saranno restituiti i glo-americani intensifica- gomme, sigarette, farina. I generali no da un paese allo sbando, da sta- ves, dove lo attende un altro come lui, stavano per arrivare, ma sulle panchi- prigionieri, la flotta italiana no i bombardamenti su Mi- primi nella fuga sulle loro auto con le zioni gremite di soldati in fuga, molti Ignazio Vian. ne del viale degli Angeli c’erano sempre si consegnerà a Malta e gli lano, Torino, Genova, Ro- tendine abbassate, le “eccellenze” già vestiti in borghese come se non Alle cinque della sera il cielo azzur- le coppiette e mio zio Mario si stava gio- aerei atterreranno nell’Italia ma e Napoli per fiaccare Vercellino, Operti che il comitato an- fossero riconoscibili. Da noi il colon- ro di quel tiepido autunno viene cando alla bocciofila la mezza bottiglia meridionale. Gli alleati psicologicamente l’Italia di tifascista di Cuneo, i Galimberti, i nello Boccolari e gli altri ufficiali squarciato dal rombo di un motore, è di dolcetto. sbarcheranno presso Ro- Badoglio e accelerare la re- Dante Livio Bianco cercavano inva- “penna bianca” sanno che una co- una Cicogna tedesca, passa bassissi- Ce ne andammo a piedi, nelle ma. sa. no di raggiungere. Nel baule dell’au- lonna tedesca, il reggimento Ss del ma. Il piccolo aereo compie due giri e “pianche” in legno su cui si attraver- to di Operti il tesoro della Quarta ar- maggiore Peiper, sta avanzando da poi si allontana, ma l’incubo si è spez- sava la Stura diretti a Caraglio. Le as- mata, un centinaio di milioni di allo- Torino ma non sanno cosa fare, zato, l’immobilità da incantesimo si si cigolavano sotto i nostri piedi, e sa- ra, direzione Benevagienna dove il liti sull’altra sponda in vista delle generale aveva villa e cascina. Li montagne sentimmo che avevamo avrebbe usati per negoziare un co- davvero rotto gli ormeggi cittadini. mando con la Resistenza, dove i co- Mia madre no, non lo aveva ancora mandi non si negoziavano ma si gua- capito. Mi aveva rincorso per le scale dagnavano scarpinando. Dietro l’ar- con una maglia e capii che si era trat- mata in fuga venivano migliaia di tenuta dal dirmi «non far tardi stase- ebrei liberati da un campo presso ra». Ci saremmo rivisti venti mesi do- Borgo San Dalmazzo, la maggior par- po. L’incontro con i mulo Garibaldi te subito catturati dal maggiore Ss che in quei venti mesi non ci avrebbe Peiper per spedirli nelle camere a gas. mai lasciato avvenne all’imbocco Salvo quelli della sopravvivenza in- della Val Grana. Lì si è sciolto un bat- 8 SETTEMBRE 19 AGOSTO domita come Mira, la jugoslava in- taglione di artiglieria alpina. Qualche cinta dagli occhi azzurri, che arrivò soldato girava ancora per le tende. sulla nostra montagna povera, rima- Seduto su una pietra, nel polverone se con noi tutti i venti mesi della guer- rossastro, stava un capitano. Si era ALLE 19,45 Pietro Bado- A LISBONA Castellano in- ra partigiana, fece il suo figlio e so- tolto il cappello con la penna nera, glio annuncia per radio l’ar- contra i rappresentanti di pravvisse parlando a monosillabi, aveva lo sguardo perso nel vuoto. mistizio. Nella notte il re e il Eisenhower. Le condizioni un’ombra di terrore negli occhi, ma «Sale su con noi?». Non capiva. «Pos- governo abbandonano Ro- d’armistizio sono drasti- più forte di tutte le sventure. siamo prendere quel mulo?». Non ri- ma e fuggono a Brindisi. che: resa immediata. L’I- Quel mattino le porte della caser- spondeva, era un’anima morta, di un Badoglio avverte che le talia da parte sua chiede di ma del II alpini erano sbarrate, ordi- esercito morto. Arriviamo al tramon- truppe italiane reagiranno essere protetta con uno ne del colonnello Boccolari. “Nessu- to alla baita del sergente Durbano a «ad attacchi di qualsiasi sbarco a nord di Roma che no esca”, salvo i suoi attendenti che Frise. Sulla porta della chiesa c’era provenienza». Ma nessun dissuada i tedeschi da ri- dovevano mettere in salvo i vasi di don Graziano il parroco giovane. Al- ordine viene inviato ai co- torsioni contro il Quirinale fiori che teneva nell’ufficio. Tutte fer- la fontana stavano Nanette e Rosina, mandi italiani rimasti al e il governo. Ma gli alleati me nelle camerate le reclute del reg- tornate da Nizza al loro villaggio con fronte. non promettono nulla. gimento, appena arrivate. Andavano le mani dure di chi ha lavorato ai fio- e venivano dalle brande alle latrine ri nelle serre, i seni piatti sotto i ma- da cui arrivava un odore acre. O si af- glioni, i capelli tinti, troppo neri, facciavano alle finestre per capire co- troppo rossi. Intorno, nel silenzio, le sa stava succedendo, respinti dagli montagne di Santo Lucio come le urli degli ufficiali che stavano nel cor- chiamano gli occitani. www.kataweb.it KATAWEB ARTE. I musei, le gallerie, le mostre in Italia e nel mondo. Tutto a regola d’arte. 42 LA REPUBBLICA VENERDI’ 5 SETTEMBRE 2003 8 SETTEMBRE 1943 L’ANNUNCIO I giornali danno la notizia IL DOCUMENTO dell’armistizio. Il maresciallo Pietro Badoglio diede l’annuncio della firma parlando dai microfoni dell’Eiar cinque MARIO BORSA giorni dopo l’intesa di Cassibile, l’8 ACCUSA settembre del 1943 MUSSOLINI L’8 settembre 1945 Mario Borsa, direttore del LA CONTROVERSIA/ INTERVISTA A GENNARO SASSO SULL’INTERPRETAZIONE DI QUEL GIORNO Corriere d’informazione, scrisse un editoriale intitolato Due anni fa.
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