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Mercoledì 29 dicembre1999 20 LO SPORT l’Unità

ma si misuravacon ungruppoche 100 ANNI aveva pochi professionisti nelle sue file. Quando ho cominciato io c’era già un professionismo esa- SU DUE RUOTE sperato. Le differenzequindisono tante. Coppi ha fatto anche la guerra. Ripeto, i paragoni sono difficilissimi.Mettiamolacosì:nel suo ciclismo,luièstatoilmigliore. 29SPO01AF04 Nelmio,losonostatoio». E come modo di correre?Chièsta- 1.0 toilmigliore? 11.0 «Eravamo completamente diver- si. Io correvo per vincere tutto. Le grandi corse perché come capita- no venivo pagato bene pervincer- le. Le piccole perché così guada- gnavo altri soldi e altri ingaggi. Coppi invece calibrava di più i successi. Forse anche perché era deboledisalute.Maquandoanda- va in salita non ce n’era per nessu- no.Ancheacronometroerafortis- simo». Coppi aveva Bartali, lei chi ricor- dacomeavversariospeciale? «Gimondi, senza dubbio. Un grande campione, un uomo È IL CICLISTA esemplare. Quando io arrivai lui DARIO CECCARELLI aveva già vinto il Tour de France. CHE HA VINTO DI PIÙ Senza di me lo avreste già parago- MILANO Quarant’anni fa (il 2 natoaCoppi...». gennaio 1960) moriva Fausto Eduard Luis Joseph (ma l’hanno sempre chiamato Eddy), Senta, ma quel nomignolo, can- Coppi. Una morte improvvisa, figlio di droghiere, nasce a Meeensel Kiezegem nel Bra- nibale, non era molto simpatico. causata dalla malaria e da medici bante il 17/6/’45. Eddyscopre lapassione della bici quan- Ono? superficiali quanto presuntuosi, do è studente svogliato al liceo. Due anni da dilettante «A me non ha mai dato fastidio. È che lasciò l’Italia sotto choc. Cop- (campione del mondo a Sallanches vero, volevo vincere tutto. Ma pi infatti aveva solo 40 anni e le nel1964)poipassaalprofessionismo sempreinmodoleale.Nonhomai sue leggendarie imprese erano an- nelmaggio1965ritirandosinel1978 barato. Tanto è vero che giù dalla corafreschissime. dopo aver vinto 426 corse da profes- sella sono sempre stato amico di Inutile ricordare un’altra volta sionista. Stabilì anche il record dell’o- tutti. In corsa era un’altra storia. che cosa rappresentò Coppi. Cop- ranel1972aCittàdelMessico.Unre- SPRINTSPRINT A DDUEUE Poiquestoèunmestierebreve,do- pi, infatti, rappresentò tutto: la cord fissato a 49, 432 km senza nes- Coppi Merckx Il grafico con ve bisogna guadagnare in fretta il classe, la fatica, la gloria, la sfortu- suna preparazione particolare, supe- più possibile. E allora per essere na. Un eroe quasi epico che portò rato da Moser Mondiale 1 3 i ciclisti Sanremo 3 7 che hanno pagati di più bisogna vinceretutto con sé, insieme a Bartali, l’Italia quasi12annido- l’anno». contadina del dopoguerra verso po. Merckx, che Fiandre - 2 ottenuto più un nuovo benessere. Fu una è stato anche cit- Roubaix 1 3 vittorie E adesso? Come mai i corridori drammatico sforzo sia per gli ita- tì della nazionale Liegi - 5 A destra vinconoduecorseall’anno? «Si vede che ora li paganotroppoe liani che per Coppi. Solo che que- belga,haunfi- Freccia 1 3 Merckx st’ultimo, morendo anzitempo, glio di nome In alto Coppi hannomenobisognodivincere». Gand-Wevelgem - 3 EPantani? non ebbe nemmeno la possibilità Axel che fa pure Lombardia 5 3 In basso Gimondi «Pantanicosa?». di gustare i frutti della sua fatica. luiilcorridore. Tour 2 5 Forse anche per questo gli italiani, e Moser Torneràquellodiprima? che sono meno cinici di quanto Giro 5 5 «Io credo di sì. Però ora deve smet- amino farsi rappresentare, lo ri- Vuelta - 1 terla di parlare e tornare a correre. cordanocontantoaffetto. 29SPO01AF01 Basta con le parole! Anch’io sono Quarant’anni dopo la doman- stato mandato a casa, anche se la da è sempre la stessa: ma Fausto 2.0 mia storia è stata completamente Coppi fu il più grande? Domanda 34.0 diversa. Ma dopo bisogna reagire inevitabile perché lo sport - e so- con i fatti. Non è vero che Pantani prattuttoilciclismo-èunnaturale è più maltrattato degli altri corri- terreno di confronto anche a di- dori. Le regole ci sono per tutti e stanza. Tanto più per un mito co- anche Pantani deve accettarle. me Coppi che, per giunta, ha cor- Merckx Che bisogno ha di far la vittima? so a cavallo tra le due guerre. Un Mispiaceperchéèuncorridoreec- periodoremotoeavventurosodo- cezionale. Nel 1998 ha fatto delle veil«contesto»eracompletamen- imprese che resteranno nella sto- te diverso. Erano diverse le strade, ria del ciclismo. Come nel 1999 le biciclette, i guadagni, gli allena- Armstrong. Incredibile. Avrebbe menti. Perfino il doping - c’era an- potuto morire, invece ha vinto il cheallora-eradiverso.Solocheal- Tour». lora la famosa «bomba», un mici- Senta,noifesteggiamoCoppi,sia- diale intruglio a base di caffeina e mo entrati nel Duemila, però ora anfetamina, si consumava nello l’insaziabile non è un bel momento per il cicli- spazio di una corsa. Ora è meglio smo... lasciarperdere. «Sì,adessoèincrisi.Mapasserà.La Coppi quindi è stato il più gran- gente è sempre attratta dal cicli- de? Oppure, come capita con i mi- «L’eterno confronto con Coppi? smo. Basta andare dove passa una ti, ci abbaglia la scia dei ricordi? corsa. I cicloturisti sono migliaia. Chiaramentela domanda èretori- Quanto al doping,inutilenascon- ca. Perché questi giochetti, perfet- dersi, va combattuto con le leggi ti da fare davanti a una fetta di pa- Ai suoi tempi pochi professionisti» chiareeugualipertutte.Anchesui nettone,nonpossonotrovareuna farmaci c’è troppa confusione. Ci risposta vera. Il bello infatti è pro- professionista (1965-1978) ha Uhm... non mi piacciono queste i confronti a distanza siano prati- correvano per un piatto di lentic- catori, uomini di fatica prestati al sono dei corridori che pagano ca- prio l’indeterminatezza della di- vinto 426 corse, tra le qualicinque domande.Chiaramentevoiitalia- camente impossibili. Si possono chie? ciclismo nella stagione più calda. ro per un antiallergico. Altri che la scussione che permette a tutti di Girid’Italia,cinquediFrancia,set- ni preferite Coppi. È normale. An- faresolodelle supposizioni che re- «No, Coppi era un corridore che Le strade erano dure per tutti, ma fanno sempre franca perché sono spararlegrosseavendocomunque te Milano-Sanremo e tre campio- ch’io se fossi italiano farei il tifo stano però solo delle ipotesi. Io ho guadagnava bene, benissimo. Ma per loro ancora di più. Coppi si al- seguiti da medici senza scrupoli ragione. In questo stimolante di- nati del mondo. Non a caso fu per lui. Però la storia non si faconi gareggiato negli anni Sessanta e Coppi era un’eccezione. Come lenava come un professionista che neutralizzano i controlli. Sul battito, come direbbe Biscardi, ci chiamato il «cannibale». Se c’è un sentimenti. E neppure con i nu- Settanta. Il mondo era già molto Bartali, Magni, Koblet, Kubler. Gli moderno, preparava la Sanremo ciclismo, comunque, c’è un acca- permettiamo però d’invitare un uomo che ha diritto di parlare, meri. Io per esempio ho vinto più diverso. Penso alle strade, ma an- altri invece erano proprio gregari. con due mesi di anticipo. Gli altri nimento speciale. Che per esem- ospite davvero eccezionale. Si questoèpropriolui.Glienediamo corse di Coppi, ma anche questo che al modo di allenarsi, ai soldi Gregari poveri che alternavano il ci arrivavano in qualche modo. E pio non vedo sul calcio. E questo chiama , ha 55 anni, facoltà. dato aggiunge poco alla discussio- chegiravano...». ciclismo con unaltrolavoro.Spes- infatti i distacchi erano immensi. nonmipiace.Leregoledevonoes- e nella suastraordinariacarrieradi «Se Coppi fu il più grande? ne. In realtà io credo una cosa: che Vuol dire che ai tempi di Coppi so erano muratori, facchini, scari- Insomma, Coppi era bravissimo, sereugualipertutti».

li agi di oggi e le sofferenze di VIAGGIO DI RICORDI un ciclismo in pantofole che alla ri- ieri, potrebbe essere il tema di presa agonistica portava i campioni a G un secolo di ciclismo, dal misurarsi in tutte le competizioni. 1900 al 2000, per intenderci. Ma co- Adesso vedo uno di qua e uno di là. me dare torto ad Alfredo Martini, ex UN PASSAGGIO DA FATICA A STRESS, DALLA «BOMBA» AL VELENO Direi proprio che è il caso di portare corridore all’epoca dei Bartali e dei ordine nel disordine...». Coppi e poi tecnico che fa testo per la GINO SALA In sostanza sono costretto a ripeter- sua saggezza e le sue conquiste? Come mi, a ribadire che non è di mio gradi- non allinearsi col toscano di Sesto Fio- denze ricevute da un mio compaesa- d’uno dormiva in rifugi improvvisa- tore della corsa e amministratore della stina, del formidabile Merckx e quindi metodi vigenti dovessi far riferimento mento questo ciclismo con la cravatta, rentino, un militante di 79 primavere no, il vogherese Luigi Lucotti, settimo ti». Uomini di una tempra ecceziona- «Gazzetta dello Sport» aveva uno sti- Saronni, Moser, Hinault, Bugno, In- al belga Van Hauwaert che alla vigi- lussuoso e spendaccione, lontano da con un’infinità di testimonianze? classificato nel 1919 e quarto nel le. Come Lucotti, come Ottavio Bot- pendio mensile di 150 lire. durain, Chiappucci fino ad arrivare a lia della Sanremo 1908 coprì il trac- una santa povertà, pervaso di società «Siamo passati da un ciclismo di 1921, vincitore di tappe che sfiorava- tecchia, un altro della categoria isola- Il Giro, ho detto, e qui si susseguono e , al ciato da Parigi a Milano a scopo di al- che ripudiano i buoni pergolati, che grande fatica ad un ciclismo di grande no i cinquecento chilometri, un isolato ti, muratore, tagliaboschi e carrettiere, le immagini di , ciclismo con cavalli d’acciaio sempre lenamento e l’indomani trionfò con indirizzano i giovani malamente, che stress. Cambiamenti profondi dovuti sulla linea di partenza grazie ad una primo vincitore italiano del Tour soprannominato l’omino di Novi Li- più sofisticati, muniti di due moltipli- una fuga iniziata sul Turchino bagna- danno corpo ad un gigantismo delete- al mutare dei tempi, però il nostro colletta dei suoi concittadini. Lucotti 1924 e nuovamente alla ribalta nel- gure per la sua bassa statura, ma gi- che e dieci rapporti, assistito dal bio- to dalla pioggia e ostruito dal fango. rio. Sarò un passatista, un ingenuo, sport rimane un esercizio che richiede non è più con noi, ma in me è rimasta l’edizione successiva, scomparso in gante nell’azione, di , meccanico, dallo psicologo, dal bio- Ma voltando pagina cosa troviamo? uno che non si adatta ai sovvertimenti costanza e applicazione, passione e l’espressione di un uomo modesto, per circostanze misteriose, trovato morto tenuto a casa nel 1930 perché giudi- chimico, dal farmacologo, dal prepa- Troviamo un movimento alle prese di oggi, ma così voglio rimanere, così sacrifici per ottenere buoni risultati», niente enfatico nel giorno in cui nella nella campagna di S. Martino Colle cato di gran lunga superiore agli av- ratore atletico, da intrallazzatori di con un calendario sempre più folle, chiedo pulizia, onestà, intelligenza, ama ripetere il buon Alfredo. E co- sua botteguccia di meccanico ebbe a Umberto (Treviso). Un Bottecchia che versari e pagato con 22.500 lire per ri- varia natura, da loschi personaggi che movimento che affronta la classicissi- così mi auguro un totale ravvedimen- munque è assodato che la qualifica di raccontarmi qualcosa delle avventure in un’intervista aveva dichiarato: «Io manere inattivo, di , propinano veleni. Si dice che il doping ma di marzo con dodicimila chilome- to, così mi rileggo alcune righe della forzati della strada appartiene alle cui aveva partecipato. «Bisognava su- non corro per sport, né per il plauso battezzato come la «locomotiva uma- sia sempre esistito, si deve aggiungere tri nelle gambe, messi insieme da de- prefazione di conte- cronache di tantissimi anni fa, quan- perare momenti difficili. I malori era- della gente. Corro per la mia famiglia na», un tipo che innaffiava i panini che dagli additivi di una volta si è cine e decine di traguardi e non di al- nute nel libro di Marco Fastonesi (Vai do il peso delle bici era un tormento no frequenti. Nella pri- e con questo pensiero le imbottiti di cotolette con bicchieri di giunti ad una generale lenamenti ragionati. Il che sei solo), il Moser che rivedendosi da aggiungere alle disastrose condizio- ma partecipazione ven- fatiche che ho davanti Barbera, e avanti con le imprese di Gi- pratica di sostanze ter- maledetto stress è anche bambino scrive: «Per molti anni a La- ni dei terreni di gara, quando non esi- ni salvato da una vec- saranno lievi per me. Ne no Bartali e , di Fiorenzo ribilmente dannose e figlio di un inverno sen- vis si organizzava un circuito degli as- steva il cambio di velocità e una fora- chietta che accogliendo- ho superate ben altre e Magni che nel ‘56 concludeva in se- devastanti per la salute za svaghi e senza giusti si cui partecipava mio fratello Aldo. tura costringeva il pedalatore ad usare mi nel suo casolare mi certo con minor profit- conda posizione nonostante la frattu- dei corridori. riposi. Due settimane, Ricordo che una volta ci fu un mo- il tubolare che teneva incrociato sulle sottopose ad amorevoli to». Di pari passo col ra di una clavicola, di , il A conti fatti è stato massimo tre di sosta e si mento particolare, un misto di eccita- spalle, quando un ex spazzacamini cure. Si montava in sel- Tour ecco il Giro d’Italia più elegante degli scalatori, di Gasto- un secolo con molti in- torna agli ordini dei di- zione e commozione: avevamo visto valdostano naturalizzato francese la di notte, si affronta- inaugurato il 13 maggio ne Nencini, discesista spericolato, di segnamenti. Meditando rettori sportivi che sono Fausto Coppi. Il ciclismo di quegli an- () vinceva il primo Tour vano salite con un fon- 1909 con partenza alle , troppo tentato dalle mi sembra chiaro, lam- più «manager» che ni era puro, ma anche un po’ puzzo- con due ore e quarantanove minuti di do costituito da ciuffi 2,53 del mattino dal donne e da abbondanti razioni di tor- pante che il ciclismo ha istruttori. Recentemente lente. A quel ciclismo tutti noi, ciclisti vantaggio. Era l’estate del 1903 e an- d’erba e pietre aguzze, rondò milanese di Lore- tellini e di lasagne al forno, di Jacques abbandonato antiche Vittorio Adorni ha osser- e non ciclisti, dobbiamo molto perché no dopo anno il Tour si riempiva di guai se la fortuna non ti to. Sul podio Luigi Gan- Anquetil, normanno goloso di luma- virtù per abbracciare vato: «I miei raduni co- ci ha insegnato a vivere, a vincere e a storie che sono entrate nella leggenda dava una mano...». E na con un compenso di che e di champagne che giustificava le una modernità sconcer- minciavano in febbraio. perdere, a dare la giusta importanza a e lì rimangono tra lo stupore e l’incre- poi: «Molti di noi non 5.325 lire, cifra conside- notti amorose sostenendo che nella vi- tante. Certo, sarei com- Per due mesi si restava sentimenti come l’amicizia e la soli- dibilità dei ragazzi di oggi. Voglio ri- avevano sufficienti revole se pensiamo che ta non c’era solo il ciclismo, di Motta pletamente fuori dalla in famiglia. Ambienti darietà e anche a un paninoeauna portare una piccola parte delle confi- mezzi economici e più Armando Cougnet, diret- e Gimondi, entrambi figli di una po- realtà se in relazione ai sani, contatti preziosi, borraccia d’acqua...».