ARMI in PUGNO 22 7 10 2-09-2010 11:53 Pagina 1

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

ARMI in PUGNO 22 7 10 2-09-2010 11:53 Pagina 1 ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pagina 1 ARMI IN PUGNO di PINO CASAMASSIMA ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pagina 2 PINO CASAMASSIMA giornalista e scrittore di lungo corso, collabora con la trasmissione “La storia siamo noi” di Giovanni Minoli. Autore teatrale, è stato opinionista del network statunitense CBS e consulente per Rizzoli. Nella sua bibliografia compare una ventina di titoli, tra cui Il libro nero delle Brigate Rosse (Newton&Compton), 68, l’anno che ritorna con Franco Piperno (Rizzoli) e Il sangue dei rossi. Morire di politica negli anni Settanta (Cairo). Ha inoltre curato Il dizionario della musica leggera (Le Lettere). © 2010 Pino Casamassima © 2010 Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri Questo libro è rilasciato con licenza Creative Commons-Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Ita- lia. Il testo integrale della licenza è disponibile all’indirizzo http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/. L’autore e l’editore inoltre riconoscono il principio della gratuità del prestito bibliotecario e sono contrari a norme o direttive che, monetizzando tale servizio, limitino l’accesso alla cultura. Dunque l’autore e l’editore rinunciano a ri- scuotere eventuali introiti derivanti dal prestito bibliotecario di quest’opera. Per maggiori informazioni, si consulti il sito «Non Pago di Leggere», campagna europea contro il prestito a pagamento in biblioteca <http://www.nopa- go.org/>. ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pagina 3 INTRODUZIONE La fame, la miseria, l’indigenza: altro che Nord Est dei tanti miracoli. Per decenni i veneti hanno dovuto lasciare le loro terre e raggiungere il Nuovo Mondo: quell’America che accoglieva anche lombardi e friulani, calabresi e pugliesi. Fughe di stomaci, non di cervelli. Nel suo libro Gli ultimi veneti, Gianfranco Cavallin sostiene che, tra le regioni del Nord, il Veneto ha subito i maggiori danni dall’unificazione d’Italia, della quale nel 2011 si celebreranno i 150 anni. Cavallin può sostenere questa tesi perché, in effetti, prima del 1861 il Regno Lombardo-Veneto era il più ricco e prosperoso della penisola, dopo quello delle due Sicilie. Nell’arco di dieci anni la situazione dei veneti precipitò drammaticamente: dal 1876 al 1976, cento anni di storia italiana hanno registrato – in una regione che non ha mai superato i cinque milioni di abitanti – l’emigrazione di oltre tre milioni persone. Trevigiani e veronesi, padovani e vicentini e veneziani scampati alla povertà provocata dall’Italia sabauda. Una nuova e drammatica situazione tratteggiata in una filastrocca che recitava: «Co San Marco comandava/ se sisnava e se senava/ Soto Franza brava gente se disnava solamente/ Soto casa de Lorena non se disna e no se sena/ Soto casa de Savoia de magnar te ga voja». 3 ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pagina 4 ARMI IN PUGNO Il dopoguerra era stato caratterizzato da Porto Marghera, il polo chimico destinato a diventare uno dei siti produttivi più importanti d’Europa, ma, a partire dagli anni Ottanta, la decadenza della grande industria fu compensata da un esponenziale incremento di piccole imprese. Questa rivoluzione determinò in breve tempo una crescita economica formidabile della regione, fino ad assegnarle il primato economico non solo in Italia, ma in tutta Europa, tanto da mutare il Veneto da terra di emigrazione a terra di immigrazione. Nell’arco di pochi decenni, il Veneto era dunque passato dalla miseria alla ricchezza. Nuove generazioni crescevano in un’opulenza senza memoria, mentre esplodevano inevitabilmente contraddizioni destinate ad avere inquietanti riverberi politici di natura eversiva e sovversiva. Ecco perché non raccontiamo solo storie di criminali, ma anche di brigatisti, neofascisti e mafiosi: non mafiosi “importati” dalle regioni del Sud, Sicilia in primis, ma autoctoni con tanto di nome, come “la mafia del Brenta”. Basta pensarci per non meravigliarsi. Per non stupirsi che sul territorio di una regione passata dalla miseria al primato economico poteva solo germogliare un’associazione a delinquere con tutti i connotati mafiosi al loro posto. Così come non potevano che trovare “naturale” sviluppo eccentricità politiche pericolosissime e devastanti, come i terrorismi di diversa natura e colore. Nella terra politicamente “bianca” per eccellenza, hanno così trovato acqua in cui nuotare non solo piovre mafiose, ma anche 4 ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pagina 5 pesci rossi delle Brigate Rosse e seppie plumbee dei vari ordini nuovi e neri. Tutto ciò contestualmente, contemporaneamente e specularmente a una criminalità comune finita sui giornali con episodi assolutamente inediti per ferocia e amoralità. 5 ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pagina 6 ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pagina 7 I ROSSI OPERAZIONE TRAMONTO: E IL VENETO SI RITINSE DI ROSSO BRIGATISTA Galdino è in pensione da quasi cinque anni. Da quando ha smesso di lavorare, si alza con comodo, ma mai trop- po tardi, e dopo aver fatto colazione con la Rita esce di casa e in pochi minuti raggiunge l’edicola di viale delle Grazie. Lui abita in via Friburgo. Due passi. Prende “Il Mattino”, il suo giornale da sempre, e poi va al bar, dove lo aspettano Dino, Raniero e il Carletto, il suo ex-collega, anche lui in pensione, ma da più anni, almeno una deci- na. Due commenti sulle notizie del giorno e poi, via con la briscola. Quella mattina però le discussioni erano sta- te più lunghe del solito. Sì, perché Dino aveva iniziato a pontificare sulle differenze fra la vecchia e la nuova 500, lanciata sul mercato proprio il giorno prima con una mes- sinscena spettacolare organizzata dalla FIAT sul Po, ma poi aveva troncato subito quell’argomento mettendone sul piatto uno ben più serio: gli arresti avvenuti lì, a Pa- dova. «Brigatisti». «Padovani?». «Padovani…». Il 6 luglio 2007 Padova s’era infatti svegliata con un in- cubo che arrivava da lontano, da quando «la città del Santo» s’era trovata al centro di trame eversive e sov- versive. Un incubo che sembrava non dover più torna- re. E invece… Invece erano stati arrestati due padova- ni con l’accusa di appartenere alle nuove Brigate Ros- 7 ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pagina 8 ARMI IN PUGNO se1. Un’altra volta, le nuove Brigate Rosse. Nuove erano state anche quelle della Lioce, quelle che avevano am- mazzato Massimo D’Antona e Marco Biagi2. Adesso ce n’erano ancora di “nuove”. «E chi sono questi padovani?», aveva chiesto Dino. «Il cinquantaduenne Andrea Tonello, detto Zebb, e Giusep- pe Simonetto, che di anni ne ha solo 19», aveva letto a voce alta Galdino dal giornale. «L’accusa a loro carico è di concorso esterno in banda armata e associazione terrori- stica, mentre il troncone dell’inchiesta è quello partito il 12 febbraio scorso e che aveva portato all’arresto di quin- dici persone pronte a colpire una sede dell’Eni, il giusla- vorista Piero Ichino, l’abitazione milanese di Silvio Berlu- sconi, oltre alla redazione del quotidiano “Libero”: azione prevista prima di Pasqua». Quando aveva smesso di leggere, gli amici avevano guarda- to Galdino come fosse uno scolaro che non aveva finito i compiti. Così era andato avanti e dalle pagine del giornale erano arrivate le altre informazioni. Agli arresti di Padova – spiegava “Il Mattino” – si era giunti anche grazie alle dichia- razioni di uno degli arrestati di febbraio, Valentino Rossin. A febbraio, oltre cinquecento poliziotti avevano preso par- te a un’operazione condotta dalle questure di Milano, Tori- no e della stessa Padova che aveva portato all’arresto di quindici persone accusate di banda armata: di appartenere 1. Il 6 luglio 2007 finiscono in carcere i padovani Andrea Tonello, detto Zebb, 52 anni, e Giuseppe Simonetto, 19 anni, il primo iscritto alla Cisl, il secondo vicino (secondo gli investigatori) al Pcdl di Marco Ferrando e ambedue attivisti del centro sociale “Gramigna”. Questi nuovi arresti allungano la lista dei presunti militanti dell’organizzazione riconducibile alle vecchie Brigate Rosse Seconda Posizione. Il 12 febbraio, un’operazione di polizia fra Veneto, Lombardia e Piemonte aveva fatto scattare le manette attorno ai polsi di quindici persone. 2. Massimo D’Antona, consulente del Ministero del Lavoro del governo D’Alema, fu ucciso il 20 maggio 1999 a Roma. Marco Biagi, che svolgeva la stessa funzione nel governo Berlusconi, fu assassinato il 19 marzo 2002 a Bologna. A compiere i due omicidi, le nuove BR-PCC fra i cui leader spiccava Nadia Desdemona Lioce. 8 ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pagina 9 cioè alle Brigate Rosse. «Nuove», s’intende. Ora, la storia si ripeteva con questi nuovi arresti. Da quel che diceva il giornale, Andrea Tonello, 52 anni, era accusato di essere stato presente alla collocazione di armi in un casolare nel padovano, oltre ad avere ospitato nella propria abitazione Latino e Ghirardi, due degli arre- stati di febbraio. Giampiero Simonetto, che di anni ne de- nunciava invece solo 19, si sarebbe reso disponibile ad acquistare munizioni nuove. Fra le armi rinvenute nel pa- dovano, una mitraglietta Skorpion, una pistola Sig Sauer e una carabina Winchester provenienti dalla storica co- lonna milanese del partito armato, la Walter Alasia3: se- gno di una continuità che faceva sbiadire la qualifica di “nuove” alle attuali Brigate Rosse. A confermare che quelle armi appartenevano alla Walter Alasia, era stato Calogero Diana, brigatista condannato all’ergastolo an- che per l’omicidio del maresciallo Francesco Di Cataldo4. Nomi e sigle che insomma riportavano indietro le lancet- te della storia. Di oltre un quarto di secolo. Cioè, un tem- po precedente alla nascita di quel ragazzo che, a 19 anni, s’era ritrovato con l’accusa di partecipazione a banda ar- mata contro i poteri costituiti dello Stato.
Recommended publications
  • Università Degli Studi Della Tuscia
    UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA TUSCIA Dipartimento di Scienze dei Beni Culturali - DISBEC Corso di Dottorato di Ricerca in STORIA D’EUROPA: SOCIETÀ, POLITICA, ISTITUZIONI, XIX-XX SECOLO – XXV Ciclo I 55 GIORNI DEL CASO MORO: L’EVENTO MEDIATICO NELLA RICOSTRUZIONE STORICA S.s.d. SPS / 08 Tesi di dottorato di Dott.ssa Ilenia Imperi Coordinatore del corso Tutor Prof.ssa Gabriella Ciampi Prof. Giovanni Fiorentino Viterbo, 17 giugno 2013 A Matilde che ha condiviso con questa tesi la sua gestazione e i suoi primi mesi diI 55vita, GIORNI accompagnandomi DEL CASO dolcemente MORO: nelle lunghe nottateL’EVENTO di studio e diMEDIATICO scrittura. NELLA RICOSTRUZIONE STORICA A Martina che in questi anni mi ha costantemente fatto dono di spazio e tempo, cedendomi spesso parte del suo spazio e tantissimo del nostro tempo. A Marco Perché senza il suo sostegno questo lavoro e tutto il mio percorso di ricerca non avrebbero neanche avuto inizio. Perché senza di lui niente sarebbe stato possibile. 2 INDICE Ringraziamenti ………………………………….………………………………………….5 Introduzione ……………………………………………………………………………...7 Capitolo I Alcune premesse …………………………………………………………. 19 1.1 14 aprile 1975: la legge di riforma della Rai …………………………………..…19 1.2 19 febbraio 1978: l’intervista di McLuhan ……………………………………….28 1.3 28 febbraio 1978: l’ultimo discorso di Moro ……………………………………..36 Capitolo II 16 marzo 1978: via Fani. CRONOLOGIA: 17 MARZO – 17 APRILE 1978 ………………………..……….. .53 2.1 Giovedì, 16 marzo 1978: via Fani ………………………………………………..53 2.2 Cronologia: 17 marzo – 17 aprile 1978 …………………………………………..67
    [Show full text]
  • Esteban Anchustegui Igartua
    Anno IV, n. 2 – 2012 Storia e Politica Rivista quadrimestrale Università degli Studi di Palermo Dipartimento di Studi Europei (D.E.M.S.) Ciudadanía y multiculturalismo 190 Esteban Anchustegui Igartua Anno IV n. 2 Maggio-Agosto 2012 Ricerche/Articles Esteban Anchustegui Igartua Ciudadanía y multiculturalismo 193 Anna Li Donni Carmelo Provenzano Politica industriale ed evoluzione dei settori industriali: alcune implicazioni di evolutionary economics 212 Luigi Mastrangelo Brutus Romae tra mitologia fondativa, ricostruzioni storiografiche e rielaborazioni ideologiche 230 Carlo Verri Il federalismo antifascista di Silvio Trentin 250 Fabio Di Giannatale Il «Vicesatana» Mazzini e la Civiltà Cattolica Aspetti dell’intransigentismo risorgimentale 269 Michihiro Kaino Bentham’s Legal Theory and the Common Law tradition: defining some key elements of continuity 291 Pietro Daniel Omodeo Giordano Bruno nell’Illuminismo radicale tedesco: la diatriba historico-philosophica di Friedrich Christian Laudkhard 306 Flavio Silvestrini Il duplice volto del Monarca dantesco tra teoria politica e realtà storica 324 Manuela Girgenti Politica e diritto nel pensiero di Maimonide 347 Atti del Seminario di Studio su Karol Wojtyla (Palermo, 2 aprile 2009) Giovanni Paolo II tra teologia, pedagogia e politica Interventi di Antonio Bellingreri, Anselmo Lipari, Rosanna Marsala 367 191 Ciudadanía y multiculturalismo Note e discussioni/ Notes and Discussions Peter A. Mazur – Simon Ditchfield Raccontare la conversione in età moderna: a proposito di Schiavitù mediterranee 411 Alessandro Argiroffi Hannah Arendt, l’effettività e la terzietà 427 Recensioni/Reviews T. Casadei, Tra ponti e rivoluzioni. Diritti, costituzioni, cittadinanza in Thomas Paine (S. Samorì); Montesquieu, Pensieri diversi, a cura di D. Felice (F. Fraulini); M. Ciardi, Reazioni tricolori. Aspetti della chimica italiana nell’età del Risorgimento (P.
    [Show full text]
  • Dead Silent: Life Stories of Girls and Women Killed by the Italian Mafias, 1878-2018 Robin Pickering-Iazzi University of Wisconsin-Milwaukee, [email protected]
    University of Wisconsin Milwaukee UWM Digital Commons French, Italian and Comparative Literature Faculty French, Italian and Comparative Literature Books Department 2019 Dead Silent: Life Stories of Girls and Women Killed by the Italian Mafias, 1878-2018 Robin Pickering-Iazzi University of Wisconsin-Milwaukee, [email protected] Follow this and additional works at: https://dc.uwm.edu/freita_facbooks Part of the Criminology and Criminal Justice Commons, Italian Language and Literature Commons, and the Women's Studies Commons Recommended Citation Pickering-Iazzi, Robin, "Dead Silent: Life Stories of Girls and Women Killed by the Italian Mafias, 1878-2018" (2019). French, Italian and Comparative Literature Faculty Books. 2. https://dc.uwm.edu/freita_facbooks/2 This Book is brought to you for free and open access by UWM Digital Commons. It has been accepted for inclusion in French, Italian and Comparative Literature Faculty Books by an authorized administrator of UWM Digital Commons. For more information, please contact [email protected]. DEAD SILENT: Life Stories of Girls and Women Killed by the Italian Mafias, 1878-2018 Robin Pickering-Iazzi Robin Pickering-Iazzi is Professor of Italian and Comparative Literature in the Department of French, Italian, and Comparative Literature at the University of Wisconsin-Milwaukee. She is the author of The Mafia in Italian Lives and Literature: Life Sentences and Their Geographies, published in Italian as Le geografie della mafia nella vita e nella letteratura dell’Italia contemporanea, and editor of the acclaimed volumes The Italian Antimafia, New Media, and the Culture of Legality and Mafia and Outlaw Stories in Italian Life and Literature. She is currently working on a book that examines representations of feminicide in Italian literature, film, and media.
    [Show full text]
  • La Direzione Investigativa Antimafia: Origini, Attività E Prospettive
    Dipartimento di Scienze politiche Cattedra Sociologia del diritto, della devianza e del crimine organizzato La Direzione investigativa antimafia: origini, attività e prospettive Chiar.mo Prof. Antonio Filippo Dassori La Spina 082022 RELATORE CANDIDATO Anno Accademico 2018/1019 Sommario Introduzione Capitolo I: Cenni storici 1. Le organizzazioni mafiose italiane: le storie e le strutture 1.1 Cosa Nostra 1.2 Camorra 1.3 ‘Ndrangheta 1.4 La criminalità organizzata pugliese e lucana 2. Il quadro storico della mafia nell’Italia della Prima Repubblica 3. Le proposte di Falcone intorno al contrasto della criminalità organizzata 3.1 L’importanza del pentitismo 3.2 La dimensione economica della lotta alla criminalità organizzata 3.3 Cooperazione e coordinamento fra le forze di contrasto alle mafie 4. La nascita della DIA Capitolo II: Composizione e struttura attuale 1. Il modello organizzativo e funzionale 2. Le componenti della D.I.A. e la sua presenza sul territorio italiano 2.1 Gli Organi: il Direttore e i Vicedirettori 2 2.2 La struttura centrale 2.2.1 Reparto Investigazioni Preventive 2.2.2 Reparto Investigazioni Giudiziarie 2.2.3 Reparto Relazioni Investigative ai fini investigativi 2.2.4 Ufficio Ispettivo 2.2.5 Ufficio di Gabinetto 2.2.6 Ufficio Personale 2.2.7 Ufficio Addestramento 2.2.8 Ufficio Informatica 2.2.9 Ufficio Supporti Tecnico-Investigativi 2.2.10 Ufficio Amministrazione 2.2.11 Ufficio Servizi di Ragioneria 2.3 I Centri Operativi 3. Il personale della D.I.A. 3.1 Modalità di accesso 3.2 La dotazione organica 3.3 L’attribuzione degli incarichi 3.4 Status giuridico 3.5 Logo e placca di riconoscimento Capitolo III: Natura, compiti e attività della D.I.A.
    [Show full text]
  • Dal '68 Fascista Alla Strage Di Bologna: L'evoluzione Della
    Dipartimento di Scienze Politiche Cattedra di Teoria e Storia dei Movimenti e dei Partiti Politici DAL ’68 FASCISTA ALLA STRAGE DI BOLOGNA: L’EVOLUZIONE DELLA DESTRA VIOLENTA IN ITALIA RELATORE CANDIDATO Prof.ssa Vera Capperucci Arianna Pepponi Matr. 073472 1 A i miei genitori che mi hanno insegnato ad essere libera e forte, senza dimenticare le mie radici. Ad A. che ogni giorno sceglie di accompagnarmi lungo questo cammino. 2 INDICE INTRODUZIONE……………………………………………………………………..…..4 Capitolo I………………………………………………………………………………..…..6 I gruppi extraparlamentari di estrema destra 1.1 Ideologia e nuovi miti del neofascismo: tra ascetismo e rivoluzione...............................7 1.2 Ordine nuovo...................................................................................................................12 1.3 Fronte nazionale..............................................................................................................15 Capitolo II………………………………………………………………………………….17 L'autunno caldo tra estremismo e violenza politica 2.1 Il contesto storico e sociale....………………..................................................................18 2.2 La partecipazione dei giovani fascisti..............................................................................23 2.3 L’Msi e il recupero del ribellismo giovanile....................................................................26 Capitolo III………………………………………………………………………………….31 Lo stragismo 3.1 Il contesto storico e politico.............................................................................................31
    [Show full text]
  • L'eversione Nera Negli Anni Di Piombo: Lo Spontaneismo
    DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE CATTEDRA DI STORIA DELLE ISTITUZIONI IN EUROPA L’EVERSIONE NERA NEGLI ANNI DI PIOMBO: LO SPONTANEISMO ARMATO RELATORE: CORRELATORE: Chiar.mo Prof. Lorenzo Castellani Chiar.mo Prof. Alessandro Orsini CANDIDATO: Enrico Forlino ANNO ACCADEMICO 2019/2020 A mio fratello. Alla mia famiglia. 2 Indice: - Introduzione………………………………………………………………………..2 - Capitolo I - Fino agli anni di piombo I.I I blocchi ideologici……………………………………………………………….. 5 I.II L’Italia dei partiti…………………………………………………………………9 I.III Gli effetti del miracolo…………………………………………………………12 I.IV La diaspora del Movimento Sociale Italiano…………………………………...15 I.V Dai preparativi a Piazza Fontana………………………………………………..24 I.VI Tora Tora e la nuova eversione………………………………………………...30 - Capitolo II - L’albero del neofascismo II.I Ordine Nuovo……………………………………………………………………45 II.II Avanguardia Nazionale………………………………………………………...63 II.III I movimenti spontaneisti………………………………………………………77 - Capitolo III - I Nuclei Armati Rivoluzionari III.I L’avvento dello spontaneismo …………………………………………………81 III.II L’assalto al cielo……………………………………………………………….87 III.III Lo spirito di vendetta…………………………………………………………94 III.IV L’ideologia ………………………………………………………………….103 3 - Capitolo IV - La risposta delle istituzioni IV.I Le forze in gioco e le problematiche………………………………………….108 IV.II La normativa anti-terrorismo………………………………………………...112 Conclusione…………………………………………………………………...…...116 Bibliografia..………………………………………………………………...…….122 4 Introduzione Lo scopo del presente lavoro è quello di ricostruire i punti chiave
    [Show full text]
  • MAFIA CAPITALE. ANATOMIA DEI PROTAGONISTI1 Martina Mazzeo
    La ricerca 1 MAFIA CAPITALE. ANATOMIA DEI PROTAGONISTI1 Martina Mazzeo Ricostruire le storie dei principali protagonisti di Mafia Capitale e focalizzarne gli intrecci può probabilmente aiutare ad arricchire la conoscenza dello scenario criminale e del sistema di potere messi in luce dall’Operazione Mondo di Mezzo.2 A partire dalla Banda della Magliana, è infatti possibile individuare lo sviluppo a Roma di una storia criminale in cui si affollano, si ripropongono e si rigenerano in modo ininterrotto ambienti, attori e metodi, talora corruttivi, talora mafiosi, spesso efficacemente miscelati, e riconoscere la presenza retrostante di un humus in grado di riprodursi con continuità. Pertanto, proprio cercando di cogliere gli elementi di questa continuità, si proporrà un’analisi di Mafia Capitale che cerchi di catturare le diverse soggettività e di comprendere l’orientamento all’azione dei vari protagonisti. Per meglio soddisfare tale obiettivo, si considereranno separatamente due sistemi d’azione, quello criminale e quello imprenditoriale, tra loro comunicanti. Come anticipato da Nando dalla Chiesa,3 il network denominato Mafia Capitale si articola in una composita serie di attori, individuali e collettivi, operanti sul territorio di Roma Capitale, entro i confini del Grande Raccordo Anulare e nel contesto di Ostia (X Municipio). Sul piano degli attori individuali, spiccano le figure di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi: il rapporto che intercorre tra i due rappresenta “il centro del centro” su cui si regge la complessa organizzazione di Mafia Capitale. Bisogna poi considerare l’intervento di una quota di “popolazione influente”: non solo criminali in senso proprio, quindi, ma anche personale politico, 1 Come è ovvio, tutte le persone indagate qui citate sono da considerare non colpevoli sino a sentenza definitiva.
    [Show full text]
  • Langue Et Discours De La Contestation. Enjeux Et Représentations Des Luttes
    Langue et discours de la contestation. Enjeux et repr´esentations des luttes sociales et politiques en Italie (1967 - 1980) Ilaria Vezzani To cite this version: Ilaria Vezzani. Langue et discours de la contestation. Enjeux et repr´esentations des luttes sociales et politiques en Italie (1967 - 1980). Litt´eratures.Ecole normale sup´erieurede lyon - ENS LYON, 2013. Fran¸cais. <NNT : 2013ENSL0852>. <tel-01015847> HAL Id: tel-01015847 https://tel.archives-ouvertes.fr/tel-01015847 Submitted on 27 Jun 2014 HAL is a multi-disciplinary open access L'archive ouverte pluridisciplinaire HAL, est archive for the deposit and dissemination of sci- destin´eeau d´ep^otet `ala diffusion de documents entific research documents, whether they are pub- scientifiques de niveau recherche, publi´esou non, lished or not. The documents may come from ´emanant des ´etablissements d'enseignement et de teaching and research institutions in France or recherche fran¸caisou ´etrangers,des laboratoires abroad, or from public or private research centers. publics ou priv´es. THÈSE en vue de l'obtention du grade de Docteur de l’Université de Lyon, délivré par l’École Normale Supérieure de Lyon Discipline : Italien Laboratoire TRIANGLE – UMR 5206 École Doctorale Philosophie, Histoire, Créations, Représentations (ED 487) présentée et soutenue publiquement le 15 novembre 2013 par Madame Ilaria Vezzani LANGUE ET DISCOURS DE LA CONTESTATION ENJEUX ET REPRÉSENTATIONS DES LUTTES SOCIALES ET POLITIQUES EN ITALIE (1967-1980) Directeur de thèse : M. le Professeur Jean-Claude ZANCARINI
    [Show full text]
  • Le Stragi E Lo Stato. Narrazioni Su
    UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relazioni Internazionali Corso di dottorato di ricerca in HUMAN SCIENCES Curriculum HISTORY, POLITICS AND INSTITUTIONS OF THE MEDITERRANEAN AREA Ciclo XXX LE STRAGI E LO STATO. NARRAZIONI SU CARTA DELLO STRAGISMO ITALIANO: CRONACA, MEMORIA E STORIA. Relatore Dottoranda Chiar.mo Prof. Angelo Ventrone Dott.ssa Claudia Sbarbati Coordinatore Chiar.mo Prof. Angelo Ventrone ANNO 2018 Indice Introduzione p. I Capitolo I. 12.12.1969. “Dice la gente che in Piazza Fontana forse è scoppiata una caldaia …” 1.1 La strage di Milano e gli esiti giudiziari. p. 1 1.2. “Bombe, sangue e anarchia”. Immaginari di violenza anarchica alle soglie del 12 dicembre. p. 7 1.3. Le prime interpretazioni all’indomani della strage. p. 13 1.4. “La furia della bestia umana”. Ritratti di violenza anarchica. p. 20 1.5. Dubbi: «le prime crepe nell’informazione quotidiana e settimanale». p. 26 1.6. Primo anniversario e interrogativi aperti (1970-1971). La strage è di Stato? p. 32 1.7. Il racconto giornalistico sino alla prima sentenza (1972-1979). p. 40 1.8. “Piazza Fontana: nessuno è Stato”. La ricezione pubblica delle sentenze. p. 58 1.9. La storiografia e la memoria oltre le sentenze. p. 80 Capitolo II 28.05.1974. “Piazza alla Loggia, mattino alle dieci, fine di maggio, fine di tutto…” 2.1. La strage di Brescia e gli esiti giudiziari. p. 84 2.2. “Barbara strage fascista”. Le prime analisi sulla stampa. p. 90 2.3. “La trama è bianca”. La Destra all’indomani della strage.
    [Show full text]
  • Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari) Dirigenti: Giuseppe Valerio (Detto
    Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari) Dirigenti: Giuseppe Valerio (detto "Giusva") Fioravanti, Dario Pedretti, Cristiano Fioravanti, Alessandro Alibrandi, Francesca Mambro. Pubblicazione: gli unici documenti prodotti sono i volantini di rivendicazione. La tradizionale preminenza dell'azione sul pensiero tipico della tradizione fascista, trovò in questa organizzazione, la sua applicazione estrema, negli anni che vanno dal 1978 al 1981. La relazione della Commissione Stragi spiega infatti come "la sigla Nuclei Armati Rivoluzionari, sottenda una realtà di non facile comprensione e si inserisca in un orizzonte volutamente mutabile e in movimento. Tale sigla infatti venne dapprincipio utilizzata dal gruppo formato dai fratelli Fioravanti, Alessandro Alibrandi e Franco Anselmi che si era andato strutturando in un processo di aggregazione per gruppi operanti nei quartieri e attivi in pestaggi e scontri fisici con oppositori politici, ma che già dal suo nascere non intendeva caratterizzarsi come una specifica formazione politica, quanto piuttosto mettere a disposizione di tutta l'area della destra una sorta di parola d'ordine con cui attestare, attraverso i fatti, la condivisione del progetto complessivo. Come si vede l'idea coincide con le quasi contemporanee prese di posizione di Costruiamo l'azione, e la convinzione radicata in Fioravanti e negli altri a lui vicini della superfluità delle parole e della forza rivoluzionaria dell'esempio. Valerio Fioravanti spiegherà il significato della sigla in questi termini: "la sigla N.A.R. è stata usata da molti anni, inizialmente per semplici attentati di danneggiamento, e stava ad indicare soltanto la matrice fascista. Tale sigla peraltro non si riferisce ad una organizzazione stabile e strutturata; bensì soltanto alla matrice degli attentati.
    [Show full text]
  • Opere Sulla Mafia E Sulla Criminalità Organizzata
    Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace” Opere sulla mafia e sulla criminalità organizzata presenti nelle biblioteche del Polo regionale della Sicilia del Servizio Bibliotecario Nazionale Bibliografia cronologica Aggiornamento 2019 A cura di Enza Zacco Regione siciliana Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana 2019 Ricerche bibliografiche di Rosalia Tartaglia, Anna Maria Vaccaro, con la collaborazione di Alessandro Cassarà, Rossella Drago, Tea Filippone, Sonia Soresi. Nel 1985, tre anni dopo l’omicidio di Carlo Alberto Dalla Chiesa, l’allora direttore di questa Biblioteca, Carmela Perretta, incaricò la bibliotecaria Gioconda Chindemi di redigere una bibliografia sulla mafia, un genere nuovo in un’Isola dove si dichiarava che “la mafia non esiste, è un’invenzione del nord”. Questa prima opera ebbe un notevole successo anche fuori dalla Sicilia, tanto che nel 2000 un’altra bibliotecaria, Aurora Dioguardi, pubblicò una nuova edizione aggiornata di quest’opera. Sono passati ormai 36 anni dall’assassinio di Carlo Alberto Dalla Chiesa, di sua moglie Emanuele Setti Carraro e dell’agente di scorta Domenico Russo e da allora molto è cambiato grazie ai sempre più numerosi interventi delle forze dell’ordine che hanno portato all’arresto di un buon numero di mafiosi, smantellando più di un’organizzazione. Questa Biblioteca, nell’ambito dei suoi compiti istituzionali, fin dal 1985 ha avviato una costante ricerca e acquisizione di tutte le opere edite in Italia e all’estero relative al crimine organizzato e al terrorismo, e seppure con molte difficoltà per la mancanza dei necessari fondi che negli ultimi anni hanno impedito di acquisire la più recente produzione, oggi questa biblioteca possiede una consistente raccolta di opere in più lingue, costituita da poco più di 1.700 opere, relative alla criminalità organizzata.
    [Show full text]
  • I Terroristi Della Porta Accanto… Storia Del Terrorismo Nero…
    ATTENTI A QUEI DUE Ottobre 2020 I terroristi della porta accanto… Storia del terrorismo nero… Di Raffaele Vacca attualita.it (direttore Salvatore Veltri) I terroristi della porta accanto - copertina Piero Corsini, in Rai dal 1986, collaboratore di Giovanni Minoli è l’ autore di «I terroristi della porta accanto», un interessante libro-inchiesta, Newton Compton editore, pubblicato il 9 luglio scorso; un libro, frutto di anni di lavoro e d’indagine psicologica oltre che giornalistica, con le ultime notizie su uno dei grandi misteri d’Italia, la strage di Bologna del 2 agosto 1980. Si racconta la vicenda di Fioravanti e Mambro, che furono risucchiati dalla follia di un’epoca e da una concezione violenta e perversa della politica. È la storia del terrorismo nero conosciuto come «spontaneismo armato», uno squarcio di un’epoca difficilissima e travagliata, la follia di lunghi anni difficilissimi e travagliati con una concezione violenta e perversa della politica. Francesca Mambro e Valerio Fioranti sono stati condannati all’ergastolo per la strage di Bologna. Loro hanno ammesso molti altri crimini, ma hanno sempre respinto questa accusa e continuano a dirsi innocenti. È stato un processo basato su indizi che non ha retto al dibattimento. Anche per Francesca Mambro e Giusva Fioravanti, da anni liberi, come per gli altri detenuti, “la libertà condizionale è un vero e proprio diritto e non una concessione né una non giustificabile rinuncia dello Stato all’ulteriore esecuzione della pena detentiva inflitta con la sentenza di condanna”. Sono le parole con cui alla Camera il Sottosegretario alla Giustizia rispose alle obiezioni di legittimità di Paolo Bolognesi, Presidente dell’ “Associazione vittime del due Agosto”.Per la libertà condizionale, dopo la condanna all’ergastolo, bisogna aver scontato almeno 26 anni della pena inflitta e avere avuto un comportamento che faccia “ritenere sicuro” il ravvedimento.
    [Show full text]