L'eversione Nera Negli Anni Di Piombo: Lo Spontaneismo

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L'eversione Nera Negli Anni Di Piombo: Lo Spontaneismo DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE CATTEDRA DI STORIA DELLE ISTITUZIONI IN EUROPA L’EVERSIONE NERA NEGLI ANNI DI PIOMBO: LO SPONTANEISMO ARMATO RELATORE: CORRELATORE: Chiar.mo Prof. Lorenzo Castellani Chiar.mo Prof. Alessandro Orsini CANDIDATO: Enrico Forlino ANNO ACCADEMICO 2019/2020 A mio fratello. Alla mia famiglia. 2 Indice: - Introduzione………………………………………………………………………..2 - Capitolo I - Fino agli anni di piombo I.I I blocchi ideologici……………………………………………………………….. 5 I.II L’Italia dei partiti…………………………………………………………………9 I.III Gli effetti del miracolo…………………………………………………………12 I.IV La diaspora del Movimento Sociale Italiano…………………………………...15 I.V Dai preparativi a Piazza Fontana………………………………………………..24 I.VI Tora Tora e la nuova eversione………………………………………………...30 - Capitolo II - L’albero del neofascismo II.I Ordine Nuovo……………………………………………………………………45 II.II Avanguardia Nazionale………………………………………………………...63 II.III I movimenti spontaneisti………………………………………………………77 - Capitolo III - I Nuclei Armati Rivoluzionari III.I L’avvento dello spontaneismo …………………………………………………81 III.II L’assalto al cielo……………………………………………………………….87 III.III Lo spirito di vendetta…………………………………………………………94 III.IV L’ideologia ………………………………………………………………….103 3 - Capitolo IV - La risposta delle istituzioni IV.I Le forze in gioco e le problematiche………………………………………….108 IV.II La normativa anti-terrorismo………………………………………………...112 Conclusione…………………………………………………………………...…...116 Bibliografia..………………………………………………………………...…….122 4 Introduzione Lo scopo del presente lavoro è quello di ricostruire i punti chiave del fenomeno politico e criminale, che nel corso della seconda metà del Novecento si abbatté sull’Italia: il terrorismo di matrice fascista, nello specifico nella figura del movimento spontaneista armato dei Nuclei Armati Rivoluzionari. Per poter offrire completa chiarezza riguardo agli eventi, le sigle e i personaggi che si sono avvicendati sul palcoscenico della lotta armata, è necessario compiere degli approfondimenti a riguardo delle differenti fasi di sviluppo dell’anomalia neofascista italiana, unica al mondo nelle sue caratteristiche. L’elaborato si suddivide in quattro capitoli, che si propongono di offrire una visione generale e specifica del fenomeno, inquadrandolo sia da un punto di vista storico e geografico, sia da quello ideologico e politico. Il primo capitolo si focalizza sul delineare innanzitutto l’Italia nella sua posizione sullo scacchiere della politica globale, per poi concentrarsi sulle vicende sviluppatesi all’interno della nazione. In primis viene delineato il sistema politico e la costituzione delle prime forze di destra e il ruolo che andarono ad occupare nell’elettorato. In seguito vengono analizzati gli squilibri del sistema affetto da possenti variazioni economiche e da gravi problematiche di integrazione del cittadino all’interno di una struttura ideologica sempre più preda dell’occidentalizzazione. Questi rappresentarono le avvisaglie degli eventi illustrati cronologicamente nelle sezioni finali del capitolo: gli attentati terroristici ascrivibili alla strategia della tensione. Sono dunque riportate per fini di completezza i principali avvenimenti la cui paternità è stata ricondotta a cellule deviate di estrema destra, a partire dalla strage di Piazza Fontana del dicembre 1969 fino alla strage di Bologna dell’agosto 1980. Gli eventi descritti durante questi undici anni hanno la funzione di rappresentare in maniera fattuale il modus operandi, i legami tra le forze in gioco, le indagini e le condanne che hanno caratterizzato i protagonisti di uno dei periodi più oscuri della nostra storia. Nel secondo capitolo l’attenzione si sposta sulle due principali organizzazioni di destra e le loro evoluzioni formatesi a seguito di diaspore. Nella prima parte è descritta l’organizzazione conosciuta come Ordine Nuovo, concentrandosi, non tanto sulle azioni di stampo terroristico a quest’ultima ascrivibili quanto, sullo sviluppo dell’ideologia degli appartenenti e sulla produzione editoriale interna. Nella seconda parte è invece descritta la formazione conosciuta come Avanguardia Nazionale, che a differenza della precedente è stata caratterizzata dalla mancanza di una forte 5 ideologia e di una produzione letteraria autonoma di rilievo, gran parte della storia di questa organizzazione dalla nascita fino alla dichiarazione di illegalità è legata alla figura del suo capo indiscusso Stefano Delle Chiaie. Viene quindi illustrata nel dettaglio la vita di questo personaggio sopra le righe, il cui nome è riscontrabile all’interno di numerose indagini sui più gravi delitti del periodo senza che questi abbia ricevuto pressoché alcuna condanna, al fine di comprendere quale fu realmente il ruolo ricoperto e le azioni compiute con la sua fedelissima compagnia. In ultimo, viene descritta la situazione politica a seguito della messa al bando di queste due organizzazioni e la conseguente nascita della successiva generazione di neofascisti, è offerta la contrapposizione di due dei fenomeni contrapposti più importanti di quella nuova fase: la nascita dei Campi Hobbit e dei primi movimenti spontaneisti rappresentanti dall’esempio di Terza Posizione. Nel terzo capitolo vi è l’analisi del punto focale dell’elaborato ossia la ricostruzione degli eventi firmati con la sigla NAR. Sono illustrate le varie fasi che si avvicendarono nel corso della storia dei Nuclei Armati Rivoluzionari, dalla fondazione fino al lento smantellamento dovuto agli arresti. Sono rappresentate le figure chiave che si distinsero tra i giovani spontaneisti per leadership, freddezza e ingenuità che portarono la sigla a divenire uno dei principali nemici della Repubblica. Nel quarto ed ultimo capitolo, infine, viene descritta la posizione delle forze dell’ordine, le motivazioni strutturali che impedirono di sventare la stagione delle stragi, gli sforzi e i reparti costituitisi nella lotta al terrorismo. Vi è successivamente un elenco cronologico delle principali leggi e riforme attuate tra gli anni Settanta e Ottanta per contrastare il dilagante fenomeno del terrorismo politico. Sono in ultimo presentate gli strumenti di indagine e ricostruzione più efficaci riguardo alle vicende eversive, ossia le Commissioni Stragi, che nel corso di quattro legislature hanno cercato di rispondere ai principali quesiti rimasti irrisolti. Ai fini dello sviluppo dell’elaborato è stata condotta una ricerca sulle produzioni editoriali delle formazioni eversive, la visione e l’analisi degli articoli delle principali testate edite da Ordine Nuovo e l’analisi dei manifesti politici di Avanguardia Nazionale, ha permesso di comprendere i principali topoi e obiettivi ideali e utopistici, al fine di strutturare un’analisi sull’evoluzione del pensiero. Inoltre sono stati intervistati due dei principali membri dei NAR, Gilberto Cavallini e Luigi Ciavardini, per comprendere lo sviluppo dell’organizzazione, l’ideologia fondante e la costituzione del network interno. 6 Grazie al lavoro di ricerca è stato possibile ricostruire i punti saliente dell’eversione svoltasi nel corso degli anni di piombo, comprendere le modifiche cui è stato soggetto il neofascismo nei metodi e nei fini nel corso dei passaggi di testimone generazionali, in ultimo comprendere appieno le ragioni che spinsero il gruppo conosciuto Nuclei Armati Rivoluzionari a usufruire dei metodi violenti e delittuosi nella sua protesta anti-sistema. Suddetti risultati saranno dettagliatamente riportati e contestualizzati all’interno delle conclusioni. 7 Capitolo I: Fino agli anni di piombo Durante il periodo conosciuto come anni di piombo, il terrorismo di matrice neofascista ha avuto un ruolo centrale. Numerose organizzazioni di stampo eversivo si sono rovesciate con violenza contro l’apparato statale, contro i rivali di sinistra e contro i civili. Sono qui riportati i principali eventi la cui paternità è stata rivendicata o attribuita all’ambiente neofascista, in particolare incarnato in Avanguardia Nazionale, Ordine Nuovo, poi ricostituitosi in Ordine Nero e per finire i Nuclei Armati Rivoluzionari, nonostante si possano contare centinaia di azioni criminose riconducibili a gruppi minori. Parallelamente sono analizzate le cause e le motivazioni sociali che hanno condotto l’Italia a essere teatro di una tale violenza. L’analisi arriva fino alla strage di Bologna in quanto da quel momento in poi l’attività di eversione torna a svilupparsi in azioni minori o di vendetta, fino all’ultimo attentato ascritto al terrorismo nero: la strage del Rapido 904 del 1984, che tuttavia è da ricondurre principalmente a Cosa Nostra1, in quanto riconosciuta come precorritrice della futura guerra di mafia. I.I. I blocchi ideologici Al termine del secondo conflitto mondiale nuovi assi di potere si erano andati a delineare sull’Atlante, il terreno era pronto per un equilibrio mondiale differente, in cui le grandi forze europee erano state inglobate dai due grandi blocchi situati agli estremi del mondo. «La guerra segnò anche un mutamento irreversibile degli equilibri internazionali. A un ruolo egemonico, infatti, potevano ormai aspirare due soli Stati, due superpotenze continentali e multietniche, molto diverse dai vecchi Stati-nazione: gli Stati Uniti, che vantavano una schiacciante superiorità economica (nel 1945 la loro produzione industriale risultava raddoppiata rispetto al 1939 e la disoccupazione di fatto scomparsa) e una netta supremazia militare, esaltata dal possesso dell’arma atomica; e l’Unione Sovietica, che disponeva di un imponente apparato industriale e militare e occupava con le sue truppe la metà
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