Il Ritorno Del Principe

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Il Ritorno Del Principe Pamphlet, documenti, storie REVERSE Sullo stesso argomento l’editore consiglia Visita il catalogo sul nostro sito PRETESTO 1 f a pagina 86-87 “La cultura e il metodo mafioso ogni giorno di più diventano prassi diffusa…: una componente della normalità italiana. Il Principe è tornato a cavalcare la storia ed è in forma smagliante.” PRETESTO 2 f a pagina 137 “La corruzione si profila come una componente organica della politica italiana.” f a pagina 121 “Ora si aggiungerà la prova che i grossi delinquenti in Italia, oltre a essere assolti, possono con i milioni rubati far processare coloro che li avevano denunciati e messi in carcere.” Giovanni Giolitti, dopo il processo per lo scandalo della Banca Romana (1894) in cui tutti gli imputati furono assolti f a pagina 147 “Nella politica italiana il punto fondamentale non è che tu devi esser capace di ricattare, è che tu devi essere ricattabile.” Giuliano Ferrara PRETESTO 3 f a pagina 188 “Dopo l’inizio del processo ad Andreotti, la Rai fu autorizzata a riprendere tutte le udienze. Dopo le prime due trasmissioni, che avevano registrato un’audience molto elevata, la programmazione fu cancellata.” f a pagina 318 “Il pizzo, più che come un costo di impresa, viene da tanti considerato una partita di giro contabile, come l’Iva.” f a pagina 5 “Nel tempo ho compreso che quello degli assassini è spesso il fuori scena del mondo in cui tanti sepolcri imbiancati si mettono in scena.” © Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: Via Melzi d’Eril, 44 - Milano isbn 978-88-6190-220 -6 Prima edizione: giugno 2008 www.chiarelettere.it blog / interviste / libri in uscita Progetto grafco di copertina: David Pearson www.davidpearsondesign.com Per essere informato sulle novità del Gruppo editoriale Mauri Spagnol visita il sito www.illibraio.it Quest'opera è protetta dalla Legge sul diritto d'autore. È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata. Saverio Lodato Roberto Scarpinato Il ritorno del Principe chiarelettere Sommario Premessa di Roberto Scarpinato 3 Questo libro di Saverio Lodato 8 il ritorno del principe Prima parte. Il Principe e il declino italiano 11 Potere e menzogna 13 - Un’oligarchia travestita da democrazia 19 - L’oscenità del potere 31 - Matrimoni di interessi e manipolazione della democrazia 37 - La «banalità del male» italiano 41 - Classi di- rigenti e criminalità: l’anomalia italiana 44 - Il Principe nella sto- ria nazionale 52 - Il neofeudalesimo italiano 63 - La parentesi libe- rale e la rivoluzione della Costituente 69 - Il metodo mafioso co- me metodo nazionale 86 - La forza del Principe 102 - La peste 110 Seconda parte. Il Principe e l’eterna corruzione 115 Premessa 117 - Il primo grande scandalo: la Banca Romana 118 - La corruzione durante il fascismo 126 - Democratizzare la cor- ruzione 128 - Il codice culturale della corruzione 136 - La società del ricatto 144 - La fine del comunismo e i miliardi di Bruxelles 151 - Conclusione. Verso una democrazia della corruzione? 164 Terza parte. Il Principe e l’eterna mafia 177 I segreti 179 - Le imposture 184 - Alle origini: la mafia come affa- re di famiglia della classe dirigente 190 - Il primo omicidio politi- co mafioso eccellente 202 - Mafia e fascismo: il Principe si fa Stato 209 - Avvento della Repubblica e strage di Portella della Ginestra. Il Principe inaugura la strategia della tensione 211 - La geometrica potenza della borghesia mafiosa 223 - La mattanza degli anni ottanta. Giulio Andreotti e l’omicidio di Piersanti Mattarella 228 - L’omicidio di Carlo Alberto Dalla Chiesa: una morte annunciata 231 - Massoneria deviata e mafia 241 - La strage di via Pipitone Federico e l’omicidio di Rocco Chinnici 246 - Società civile e depistaggi eccellenti 247 - Leonardo Sciascia e la verità impossibi- le 249 - Le carte a posto: nascita e morte del pool antimafia 253 - Il capitalismo mondiale di Cosa nostra 258 - La rivoluzione cor- leonese e la crisi della borghesia mafiosa 262 - Il nuovo sistema di spartizione degli appalti pubblici 266 - Le elezioni politiche del 1987 e la «lezione» alla Democrazia cristiana 270 - L’ o r l a n d i s m o e il tentativo di riscossa della classe dirigente 273 - La caduta del muro di Berlino e l’inizio della fine della parentesi corleonese 275 - Il 1992, la sentenza sul maxiprocesso della Cassazione e la rivolta della componente popolare di Cosa nostra 279 - Gli anni del ter- rore della borghesia mafiosa. L’omicidio del «Viceré» e la punizio- ne dei «traditori» 285 - La trattativa e la strategia stragista 287 - La riscossa dello Stato 297 - Il ritorno all’«ordine» 301 - La restaura- zione della borghesia mafiosa 312 - Il bisogno di mafia 323 - Scenari futuri. Le mafie come modello criminale vincente del terzo millennio 326 - I sistemi criminali 333 il ritorno del principe A Giuliano, a Giusi, ai miei genitori S.L. A Giuliano R.S. Gli autori precisano che il titolo di questo libro, Il ritorno del Principe, non fa riferimento alle più recenti vicende dell’attualità politica. Premessa di Roberto Scarpinato Ho trascorso gli ultimi vent’anni in un luogo che non ammette illusioni: nel bene e nel male qui la vita è nuda e si rivela per quella che è. Per un po’ puoi provare a igno- rarla, ma prima o poi ti costringe a guardarla in faccia. Per tanti è come guardare il volto della Medusa: sei fortunato se il cuore non ti si impietrisce per sempre. Per altri è per- dere l’innocenza e assumere un altro sguardo su di sé e sul mondo. Se, come diceva Pablo Neruda, «l’importante non è nascere ma rinascere», questo è un luogo nel quale hai buone probabilità di morire o di rinascere. Qui pensare non è un lusso, ma una necessità per evita- re che ciò che non hai compreso in tempo ti piombi addosso d’improvviso, come in un agguato, cogliendoti inerme. Quando molti anni fa giunsi a Palermo, rimasi colpito nel constatare che Giovanni Falcone teneva acceso nella sua stanza il Televideo. Talora, al comparire di una notizia ap- parentemente priva di qualsiasi connessione con il suo lavoro di giudice, si faceva pensoso. Era come se quell’even- to – la quotazione in Borsa di una nuova società, la nomi- na di un ministro – andasse velocemente decodificato per comprenderne la cifra segreta e per calcolarne le possibili reazioni a catena nel quadro complessivo della realtà. 4 Il ritorno del Principe Capire come e dove il potere reale del Paese si stava spo- stando equivaleva a capire dov’era necessario a propria volta spostarsi per evitare di farsi prendere alle spalle o di mettere i piedi su un terreno minato. Questa lezione nel tempo è entrata a far parte di me e mi ha segnato in modo particolare dopo l’assassinio di Falcone e di Paolo Borsellino. A volte penso che il primo è morto perché per una volta la sua straordinaria intelligenza era stata scavalcata dal pre- cipitare degli eventi. Il secondo, messo sull’avviso dalla strage di Capaci, aveva avuto invece modo di antivedere con il pensiero quanto lo attendeva: aveva visto la morte avvicinarsi giorno dopo giorno come la vittima sacrificale di un Paese troppo vile e immaturo per sapere guardare dentro la propria realtà e proteggere così i suoi figli miglio- ri, salvando se stesso. Questo è un luogo serio: per motivi opposti vittime e car- nefici sono infatti condannati a prendere la vita sul serio. A tratti mi pare che questo Paese invece diventi sempre meno serio. Che invece di raccontarsi per quello che è veramen- te, continui a raccontarsi storie e favole mediocri, finendo per crederci e per smarrire così la propria identità. «Noi siamo i nostri demoni» diceva Goethe. Penso che ciò valga non solo per gli individui, ma anche per i popoli. In questo libro ho provato a descrivere i demoni del Paese. Quelli che hanno insanguinato la sua lunga storia e quelli che predando le sue risorse lo stanno condannando a un lento declino. Con loro ho avuto una lunga frequentazione. A volte, quando taluno mi chiede che vita io faccia, sono solito rispondere che frequento assassini e complici di assassini. In effetti il tempo trascorso a interrogarli nelle carceri, ad Premessa 5 ascoltare le loro conversazioni intercettate, a riannodare i fili di tanti delitti, ha divorato tanta parte della mia vita. All’inizio ero convinto di dovermi confrontare con una sorta di impero del male, con un mondo alieno da attraver- sare giusto il tempo necessario per poi ritornare nel mondo degli onesti, delle persone normali. Poi lentamente la linea di confine ha preso a divenire sfumata, fino quasi a dissolversi. Inseguendo le loro tracce, sempre più spesso mi accade- va di rendermi conto che il mondo degli assassini comuni- ca attraverso mille porte girevoli con insospettabili salotti e con talune stanze ovattate del potere. Ho dovuto prendere atto che non sempre avevano volti truci e stimmate popo- lari. Anzi i peggiori tra loro avevano frequentato le nostre stesse scuole, potevi incontrarli nei migliori ambienti e talora potevi vederli in chiesa battersi il petto accanto a quelli che avevano già condannato a morte. Nel tempo ho compreso che quello degli assassini è spesso il fuori scena del mondo in cui tanti sepolcri imbiancati si mettono in scena. Per tale motivo questo è un libro di storie «oscene» che nel loro intrecciarsi sui terreni della mafia, della corruzione e dello stragismo possono offrire una chiave per compren- dere pagine importanti del passato e per decifrare il presen- te e il futuro… o forse la mancanza di futuro del Paese. Il declino dell’Italia, fino a qualche tempo fa esorcizzato come l’anatema di visionarie Cassandre, sembra infatti divenire ogni giorno di più un destino che attende solo di compiersi.
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