La Cultura Figurativa a Pavia Nell'età Di Leonardo E Le Raccolte Civiche
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Da Foppa a Giampietrino: LEONARDESCHI dipinti dal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo e dai Musei Civici di Pavia Pavia, Castello Visconteo 20 marzo - 10 luglio 2011 LA CULTURA FIGURATIVA A PAVIA NELL’ETÀ DI LEONARDO E LE RACCOLTE CIVICHE di Susanna Zatti Nella primavera del 1952 il Castello visconteo di Pavia aveva ospitato la mostra Arte e ambiente pavese al tempo di Leonardo, organizzata dal Comitato nazionale di onoranze a Leonardo nel V centenario della nascita. Erano stati allora esposti vari materiali d’arte provenienti da collezioni pubbliche e private, tra cui ceramiche, sculture, manoscritti, disegni, smalti, miniature. Un particolare rilievo era destinato ai dipinti di artisti dell’età e della cerchia del sommo maestro - tavole e pale di V.Foppa, A.Bergognone, Giampietrino, B.Luini, A.Solario, B.Lanzani, B.De Conti - richiesti in prestito dalla Pinacoteca di Brera di Milano, dai Musei di Brescia, dalla Certosa e da chiese pavesi, oltre che provenienti dalle raccolte dei Musei Civici. La mostra odierna restringe il campo alla pittura e focalizza l’interesse sulle opere di quegli artisti che nelle collezioni russe dell’Ermitage sono qualifi cati come “leonardeschi” e affi anca a loro, mettendoli in confronto e a colloquio, sia tavole e tele di quei medesimi autori possedute dai Musei pavesi, sia altri dipinti pervenuti alle collezioni civiche nel corso del XIX secolo con attribuzione a Leonardo e alla sua maniera, vuoi per la cifra stilistica, vuoi per l’iconografi a: dipinti che sono stati poi confermati dagli studi più recenti quali pertinenti a quella felice e feconda temperie culturale che caratterizzò, nella seconda metà del Quattrocento e nei primi decenni del Cinquecento, il territorio del Ducato visconteo-sforzesco (e si ricordi che Pavia era il secondo centro per importanza). La presenza di Vincenzo Foppa, che tra il 1458 e il 1490 fu in più occasioni presente in Pavia, città alla quale era probabilmente destinato il noto polittico commissionato da Battista Maletta, fi rmato e datato 1462, ricordato nella chiesa del Carmine, e dove le fonti ricordano affreschi (perduti) in San Tommaso e una pala in S.Maria Gualtieri, aveva richiamato maestri di altri centri e di diversa educazione artistica e aveva favorito lo sviluppo di una cultura nella quale echi liguri e piemontesi si fondevano con quelli lombardi. L’esperienza di Bergognone era maturata e si era affi nata nell’operoso cantiere della Certosa e si era poi dilatata in città: in particolare, alla chiesa di Sant’Epifanio era originariamente destinata la Sacra Conversazione, commissionata da Gerolamo Calegrani, considerata opera cardine della sua attività. Attorno a questi indiscussi protagonisti dell’arte lombarda prima dei soggiorni milanesi di Leonardo, la cultura fi gurativa locale esprime personalità di minor rilievo, di più incerta fi sionomia ma di sicuro talento, Promotori quali Bartolomeo Bonone, Bernardino Lanzani, Bernardino de’ Rossi e il Maestro delle Storie di Sant’Agnese, Comune di Pavia Associazione Pavia Città la cui produzione di scene affrescate nelle basiliche cittadine costituirà le tappe di un percorso di scoperta Internazionale dei Saperi della pittura pavese a cavallo del XVI secolo. Fondazione Banca del Monte di Lombardia Museo Statale Ermitage Nel costituire, secondo un preciso ordinamento, la sua raccolta di dipinti destinata a costituire la futura Con il patrocinio di Pinacoteca dei Musei Civici, il marchese Luigi Malaspina di Sannazzaro si era procurato un nucleo di Provincia di Pavia dipinti di “leonardeschi” a testimonianza di un esito signifi cativo del progresso della pittura dai primordi al risorgimento delle arti. Oltre a frammenti di affreschi luineschi (per lui interessanti anche sotto il profi lo In collaborazione con Fondazione Ermitage Italia delle nuove tecniche degli estrattisti), a presunte pale di Vincenzo Foppa (una Deposizione nel sepolcro) Università degli Studi di Pavia e di Bergognone La Madonna col Bambino e Santi e la Sant’Anna in trono col libro aperto tra le mani, a un’opera autografa di Leonardo il “Ritratto di prelato a mezzo busto di profi lo”, il catalogo manoscritto Organizzazione generale Musei Civici di Pavia della collezione del marchese, redatto dallo stesso, annoverava soggetti di Marco d’Oggiono, di Cesare da Villaggio Globale International Sesto, di Francesco Melzi, di Cesare Magni: tutte attribuzioni che gli studi recenti hanno discusso, accettato, Catalogo smentito in toto, modifi cato, in parte ridimensionato. Skira Progetto grafi co CEI DESIGN Se la provenienza dalla collezione Malaspina costituisce la parte preponderante del nucleo di leonardeschi oggi presenti nella Pinacoteca antica dei Musei, veri e propri capolavori delle raccolte civiche pavesi selezionati oggi per la mostra hanno provenienza diversa: così è per la celebre pala Bottigella di Vincenzo Foppa, già collocata nella cappella omonima della chiesa di San Tommaso e donata alla città dagli eredi Bottigella nel 1887, e per l’altrettanto noto quadro col “Cristo seguito dai Certosini” di Bergognone, fortunosamente recuperato in un’azienda agricola dell’Ospedale San Matteo e da quest’ultimo trasmesso ai Musei; o ancora per lo splendido polittico con la Madonna in trono con i Santi, dipinto nel 1521 da Giampietrino per il cavaliere gerosolimitano Giovanni Fornari e già collocato nella chiesa (di proprietà comunale) di san Marino. .