CLUB ALPINO ITALIANO Sezione di Bari via Volpe 6 70100 BARI  080.5559602 www.caibari.it

11 – 12 APRILE 2015 Passo dei Monaci (m. 1967) CATENA DELLE MAINARDE Parco Nazionale e

Organizzatori: Giuseppe Labellarte: tel. 349 2112852 – Paolo Tempesta: tel. 3288399229 Partenza da Bari: sabato 11 aprile ore 15,00 c/o il supermercato Famila di V.le della Resistenza Grado difficoltà: EAI (escursionisti in ambiente innevato) Possibilità di pernottamento: CASTEL DI SANGRO - Hotel “Il Lavatoio” Tel. 338 3690024

************************************************************************************** AVVICINAMENTO STRADALE: • (giorno 11) - A14 uscita Castel di Sangro – SS652 fino a Castel di Sangro (Bari - Castel di Sangro = Km 313 ca – tempo: h 3,47) • (giorno 12) - Partenza: Castel di Sangro – girare a sinistra: SS17 in direzione di NAPOLI - girare a destra: SS652 in direzione Venafro - girare a destra: ss158 in direzione di: – Pizzone ( Castel di Sangro – Pizzone = Km 28 – tempo: 30 min). Da Pizzone (724 m s.l.m.) si raggiunge, attraverso una serie di tornanti, l’altopiano Le Forme nella Vallefiorita (1400 m) da cui si gode lo spettacolare scenario della catena delle Mainarde ricoperta da foresta selvaggia, a tratti impenetrabile. Parcheggio auto e ritrovo con soci di altre sezioni: ore 9,00.

PERCORSO ESCURSIONISTICO: Gruppo Montuoso: APCEN088 Numerazione: Tappa 17 Difficoltà: EAI Descrizione itinerario: Valle Fiorita - Pianoro Le Forme – Acquedotto Le Forme e Rifugio- Faggeta - Valle Pagana- Passo dei Monaci Quota partenza: Valle Fiorita (Pizzone) 1400 mslm Quota arrivo: Passo dei Monaci 1967 mslm Dislivello: in salita: mt 567 Tempo di percorrenza (ore 6,30): 3.30 andata e 3.00 ritorno

Descrizione del percorso Salendo dal centro abitato di Pizzone (quota mt 750) con le automobili sull'asfaltata per circa 12 Km con 16 tornanti si arriva nel Pianoro delle Forme (mt 1400), meglio conosciuto come "Valle Fiorita". Lasciate le automobili in vicinanza di una tabella del Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise, si entra ad ovest nella faggeta. Il pianoro è più suggestivo in tre stagioni: l'inverno con la strada quasi sempre innevata ad osservare alcuni maestosi faggi sparsi in vicinanza; in primavera invece con lo scioglimento delle nevi e le piogge c’è un bel laghetto e d'estate nell'area picnic per la presenza di panchine, tavoli e fonti. D'inverno con la neve soffice sono da preferire le ciaspole e gli sci per non bagnarsi i piedi e occorre portarsi sempre un ricambio di calze di lana o ghette. Entrati nella faggeta e seguendo i segni bianco rossi CAI su alberi e pietre del sentiero M1 del Parco si arriva dopo circa 15 minuti in vicinanza dell'acquedotto e della Sorgente delle Forme a quota 1415m slm. Qui c'è un piccolo rifugio ristrutturato e una cancello con una recinzione in ferro. Si gira sulla destra lateralmente al recinto. Le pendenze aumentano e si cammina un po' a zigzag per non affrontare la salita con difficoltà. Il sentiero è facilmente riconoscibile ma d'inverno invece occorre fare attenzione ad alcuni segni bianco-rossi sugli alberi che permettono meglio di orientarsi nel bosco. Dopo quasi un'ora di cammino a quota 1700 mslm si esce dalla faggeta per ritrovarsi sui pianori carsici, con caratteristiche formazioni rocciose di piccole collinette intervallate da grossi massi. Ci troviamo nella grande distesa della Valle Pagana: Alla destra si vede il fianco sud di Monte Miele (1942 m slm) ed alla sinistra la faggeta mentre di fronte si vede la cima della Meta. (1,15 ore di cammino) Si prosegue verso SO quasi in modo rettilineo rimanendo in quota, direzione Passo dei Monaci in un'ambiente tipicamente alpino tra detriti, ghiaioni, piccoli nevai ed enormi blocchi calcarei sul sentiero a mezza costa. Il sentiero è esposto in alcuni tratti e spesso con vento forte, con spettacolari panorami sulle faggete della Val Pagana, le cime della Metuccia e la cresta di Monte Miele. D'inverno con la neve e la nebbia, non essendo visibili i segnavia bianco- rossi su pietre e non sempre presenti "gli ometti", occorre fare un po' d'attenzione e tenersi sempre in direzione SO. Si sale lentamente verso Passo dei Monaci dove si arriva dopo circa 3,30 ore. Passo dei Monaci è facilmente riconoscibile perche è un valico tra la Meta e la Metuccia con la presenza di un grosso masso (piccolo blocco calcareo) su cui c'è anche una lapide in pietra. Siamo sul confine Lazio-Molise. Da Passo dei Monaci, salendo ripidamente, deviando ad NO e facendo un po' a zig-zag dopo circa 45 minuti si arriva sulla cima della Meta (mt 2242) alla presenza di una croce ed un parallelepipedo in ferro forse per appendere una campana (gabbia metallica). Da qui nelle giornate "limpide" un grandioso e stupendo panorama su tre regioni Molise Abruzzo e Lazio; l'orizzonte è talmente ampio a 360 gradi che è lunga la lista dei luoghi da riconoscere e individuare dal mare alle montagne: in particolare si vede il Vesuvio il Tirreno, Ponza, Il Matese, le cime più in vicinanza dei Monti del PNA come il Petroso, il Tartaro ecc. Consigli per l'escursionista Equipaggiamneto adeguato alla difficoltà, attenzione al vento forte alla nebbia e al cambio delle condizioni climatiche nella Valle Pagana. Pericoli di piccole slavine all'uscita dalla faggeta. Seguire sempre il sentiero segnato. Altre informazioni Ambiente: boschi, pascoli, nevai, ghiacciai, aree rocciose. Segnaletica: presente nel bosco (meno visibile su rocce e pietre nei periodi nevosi) qualche omino in pietra; Acqua sul percorso: non presente; Punti di appoggio: Pianoro di valle Fiorita (Pizzone), Rifugio le Forme a 1415 mslm e Rifugio del PNA chiamato del Falco nel Pianoro di Campitelli comune di Alfedena. Evidenze culturali e storiche: Ruderi dei vecchi stazzi dei pastori sotto le pareti della cresta Metuccia-Passo Monaci. Passo dei Monaci, antico collegamento e forse unico tra Lazio e Abruzzo, sfruttato da commercianti, pastori e monaci benedettini. La tradizione vuole che arrivati al passo, i monaci solessero depositare una pietra, a volte davvero grande, tanto da formare, con il trascorrere degli anni, cumuli alti un paio di metri e ben visibili al centro del pianoro. Il nome forse trae origine da una antica leggenda che narra di tre monaci che vi trovarono la morte tentando di passare il valico durante una bufera Evidenze ambientali: l'alta quota cui si articola il percorso fa sì che la neve a volte vi permanga sempre per buona parte dell'anno. Il paesaggio si presenta in alcuni tratti con diverse asperità soprattutto da passo dei Monaci a . Facilità di incontrare numerosi camosci d'Abruzzo (chi è fortunato ne può contare fino a 30-40) e cervi all'uscita della faggeta, facile ritrovamento di orme di orso sulla neve e segni di passaggi di lupi e numerosi altri animali. I rapaci spesso svettano su Monte Miele. In primavera si vedono alcune Orchidee come Cephalanthera, Dactylorhiza, Orchis e varie Epipactis, alcune rare (forse la rarissima Nigritella widderi segnalata sul Petroso) e nella Valle Pagana specie comuni di alta quota come Festuca, Carex, Ginepro nano, e cespugli di Helianthemum, Globularia meridionalis e Anthyllis montana (1800-1900m slm) e più raro il Lilium martagon L. Dal punto di vista geologico interessanti i circoli glaciali e i nevai nelle doline del versante occidentale, dove peraltro negli anni 70 permanevano depositi nevosi per lungo tempo (quote sopra i 1800 mslm). La fascia della vegetazione arborea arriva tra 1700-1750m slm, ambito di grande interesse in quanto estremamnete sensibile ai cambiamenti climatici e di uso del suolo. Sulle rupi e brecciai di Monte Meta in esposizioni calde la Saxifraga australis la Potentilla appennna e Primula auricola. Monte Meta: mt 2.242 E' la seconda vetta più alte del Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise, dall'aspetto di piramide tronca. Si presenta ripida soprattutto sul versante nord e incisa da tipici circhi glaciali che hanno scolpito le zone sommitali conferendo un aspetto più alpino che appenninico. Monte Miele: Lunga cresta a NE di valle Pagana. Valle Pagana: 1.730 Pianoro ondulato e bosco di notevole interesse naturalistico e paesaggistico. Caratteristica presenza di stazzi dove sostavano le greggi. Le Forme: 1.400 mslm Ampia faggeta con piante maestose e vasto pianoro ricco di acque sorgive; faggi classificabili come monumentali; Colori del bosco stupendi in autunno.

I N F O R M A Z I O N I G E N E R A L I

N.B.: Le adesioni all’escursione dovranno pervenire entro e non oltre VENERDI’ 11 Aprile; I non soci dovranno versare in sede la quota per l’assicurazione in caso di infortunio (NO soccorso alpino), previo contatto personale con gli organizzatori. Attrezzatura di base obbligatoria: zaino tecnico, scarponi da trekking impermeabili in buono stato, ciaspole, ghette, bastoncini da trekking, borraccia, giacca a vento, maglione in pile, cappellino, guanti, occhiali da sole (con adeguato potere filtrante di raggi UV), mantella per la pioggia, crema solare, ricambio completo, colazione al sacco. Consigliati: bastoncini da trekking, macchina fotografica e binocolo. Raccomandata la vaccinazione antitetanica. Il viaggio avviene con i mezzi propri. Il programma può subire variazioni in funzione delle condizioni meteorologiche. I capi-gita si riservano di accettare o meno le adesioni all’escursione. Per iscrizioni ed eventuali ulteriori informazioni rivolgersi esclusivamente ai capi-gita, direttamente nella sede della Sezione di Bari del Club Alpino Italiano, in Via Volpe n. 6 (vicinanze P.zza Diaz) il venerdi a partire dalle ore 21.00

La partecipazione all’uscita presuppone la conoscenza delle caratteristiche tecniche e delle difficoltà del percorso nonchè l’accettazione del regolamento delle escursioni.