Regione Lazio

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Regione Lazio REGIONE LAZIO DIPARTIMENTO TERRITORIO PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE Relazione vegetazionale Stato vegetazionale dei bacini e Protezione fornita dalla vegetazione A cura di Dott. Walter Tonelli 1 INDICE Premessa....................................................................................................................................3 Introduzione...............................................................................................................................3 Gli ecosistemi forestali regolatori dei processi idrologici e dei fenomeni erosivi....................3 La vegetazione costituente importante dell’ecosistema.............................................................7 L’ecosistema “ fiume”...............................................................................................................8 Il fitoclima del Lazio................................................................................................................11 Sistema aree protette ...............................................................................................................22 Caratterizzazione vegetazionale , floristica e faunistica della Regione Lazio.......................56 Paesaggio vegetale dell’Alto Lazio .........................................................................................68 Il Lazio costiero .......................................................................................................................79 Caratterizzazione vegetazionale e faunistica dei monti della Tolfa........................................82 Vegetazione di Barbarano Romano.........................................................................................86 La vegetazione della riserva naturale regionale di Canale Monterano.................................89 Vegetazione , flora ,fauna dei monti Lucretili .........................................................................97 Vegetazione flora fauna dei monti Simbruini .....................................................................106 La vegetazione della media valle del Tevere.........................................................................117 La vegetazione dei Colli Albani e litorale .............................................................................126 La vegetazione del Lazio meridionale ...................................................................................136 Caratterizzazione vegetazionale e faunistica dei bacini.......................................................149 Bibliografia............................................................................................................................261 2 PREMESSA Il presente documento è stato redatto elaborando i testi che l’abbondantissima bibliografia disponibile per il Lazio fornisce a chi voglia inquadrare e caratterizzare la vegetazione e la fauna della nostra Regione , alcuni capitoli , riportati senza elaborazione , sono indicati con un asterisco e tra parentesi la fonte da cui è stato tratto il testo . Gli aspetti vegetazionali sono stati trattati più diffusamente rispetto a quelli faunistici , per l’evidente rapporto diretto che sussiste tra le copertura vegetale e la protezione idrologica e idrogeologica del suolo. Lo schema che si è ritenuto opportuno adottare è stato quello di procedere ad una descrizione generale della vegetazione e della fauna , a scala regionale, e successivamente, per aree omogenee, con maggior dettaglio, sono state caratterizzate le risorse vegetazionali e faunistiche. In appendice sono riportate le schede sintetiche per ogni singolo bacino che forniscono le seguenti informazioni: descrizione della vegetazione e/o della fauna , % aree boscate , cartografia , fitoclima , presenza di SIC e/o ZPS con relative descrizioni. INTRODUZIONE Qualsiasi formazione vegetale anche la più elementare, rappresenta una forma di difesa contro l’erosione ed indirettamente come protezione del suolo nei riguardi di quei fattori che provocano il degrado. Col bosco questa azione di difesa raggiunge il massimo della sua efficacia , in particolare nelle sistemazioni montane e collinari. L’influenza del bosco non si limita alla difesa contro l’erosione e pertanto alla diminuzione della portata solida di un bacino (effetto antierosivo), ma anche per quanto riguarda l’idrologia ,attenuando le punte massime delle portate (effetto regimante). I sistemi agroforestali hanno effetti benefici sul flusso idrico superficiale e sub- superficiale, aumentando la qualità delle acque (riduzione dell’inquinamento diffuso), la qualità dell’aria (abbattimento polveri, rumore), la probabilità di dispersione di organismi viventi. Gli Ecosistemi forestali regolatori dei processi idrologici e dei fenomeni erosivi I sistemi forestali influiscono sul fenomeno di formazione dei deflussi attraverso i seguenti meccanismi: 1) aumento della capacità di infiltrazione dell’acqua nel suolo; 2) riduzione della velocità media di scorrimento dell’acqua ed incremento dei volumi d’acqua trattenuti dal suolo. Ciò determina: a) una riduzione dei deflussi superficiali, che rappresentano una componente importante delle portate di piena;b) un aumento dei tempi di corrivazione e della capacità di laminazione del bacino. 2) Strettamente legata a questi processi è la diminuzione dell’erosione superficiale che si ripercuote sul trasporto solido. Susmel (1967) indica una velocità di infiltrazione a deflusso costante da 3 a 20 mmlminuto in boschi efficienti e di 0,5 - 2 mmlminuto in boschi più o meno degradati. L’altro aspetto riguarda l’azione antierosiva del bosco, la scarsa erosione dei suoli forestali e la conseguente limitazione della portata solida dei corsi d’acqua provenienti da bacini 3 molto boscati sono fatti ormai generalmente ammessi. La copertura forestale, è “ il più efficace freno dell’erosione” (De Philippis, 1970). I processi attraverso i quali il bosco interviene sui processi che determinano l’erosione superficiale sono di tipo meccanico e biologico, ossia attraverso la protezione del suolo ed il suo progressivo miglioramento. Un ruolo importante è svolto dalla copertura forestale mediante intercettazione dell’acqua, l’intercettazione è un processo descritto agli inizi del secolo da Honk (1929) e da Horton (1919), la frazione di pioggia non trattenuta dalla copertura forestale arriva al suolo direttamente o scorrendo lungo i rami ed i fusti . L’acqua intercettata differisce in funzione del tipo di bosco (composizione, età, densità, struttura) e delle caratteristiche delle piogge (quantità ed intensità). Numerose ricerche condotte in Europa hanno messo in evidenza, per i diversi tipi di bosco, l’entità del fenomeno. In base alla composizione, i boschi di latifoglie hanno una minore capacità di intercettazione di quella delle conifere, i valori medi annuali, ad esempio, nelle peccete variano dal 23% al 59%; nelle faggete dal 14% al 33%, tale capacità nei boschi di latifoglie varia nel corso dell’anno. Ausenac e Boulangeat (1980) per il faggio hanno osservato valori pari al 6% in inverno e al 21% in estate; Nazinski e Saugier (1988) per la rovere, rispettivamente, al 22% e al 34%; Scarascia Mugnozza et al. (1988), in un ceduo di cerro, hanno riscontrato valori tra il 6,3% ed il 9,1% durante il periodo vegetativo e i valori quasi nulli durante il periodo invernale. Età, densità e struttura del bosco influenzano il potere di intercettazione: questo aumenta con l’età ma raggiunge rapidamente un valore soglia oltre il quale non aumenta o aumenta poco. La riduzione di intercettazione, invece, non è proporzionale alla riduzione della densità del bosco. Le perdite di intercettazione non dipendono solo dalle caratteristiche della copertura forestale, ma anche dal regime pluviometrico. La frazione di acqua intercettata è funzione dell’intensità di pioggia e diminuisce rapidamente con la quantità di acqua caduta , a parità di altre condizioni, le perdite sono maggiori quando il regime pluviometrico è caratterizzato da precipitazioni intermittenti, piuttosto che da eventi piovosi continui della durata di qualche ora, in sostanza con piogge di bassa intensità l’intercettazione è elevata e decresce al crescere dell’intensità, fino ad annullarsi. In occasione di piogge intense, alla scarsa azione di dispersione per intercettazione, corrisponde però un’importante azione di dissipazione della forza viva delle gocce d’acqua, queste frenate dalle chiome, raggiungono il suolo con velocità ridotta senza alterare la struttura del suolo, e questo appunto è l’effetto di protezione esercitato dalla copertura forestale. In questa azione un contributo importante viene dato anche dal sottobosco e dalla lettiera che formano uno schermo protettivo capace di disperdere ulteriormente l’energia cinetica residua della pioggia. I suoli forestali dotati di elevata porosità e di notevole stabilità di struttura favoriscono l’infiltrazione per merito delle caratteristiche che gli derivano dall’attività biologica delle piante arboree e di tutti gli organismi vegetali e animali che sono parte integrante dell’ecosistema. In definitiva in un bacino idrografico boscato si riduce statisticamente il numero degli eventi potenzialmente capaci di generare grandi piene e migliora la qualità idrologica complessiva. 4 5 6 La Vegetazione costituente importante dell’ecosistema Il soprassuolo vegetale, ed in particolare il bosco, si può considerare oltre che come uno strumento per proteggere corsi d’acqua ,falde acquifere e sorgenti e prevenire fenomeni erosivi frane e valanghe anche come luogo di produzione economica,
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