Il Lago Di Castel S. Vincenzo E L’Antica Terra Vulturnense
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IL LAGO DI CASTEL S. VINCENZO E L’ANTICA TERRA VULTURNENSE Le Guide di IL LAGO DI CASTEL S. VINCENZO E L’ANTICA TERRA VULTURNENSE LE MAINARDE - IL FIUME VOLTURNO SAN VINCENZO AL VOLTURNO - I PAESI LE TRADIZIONI - LE NOTIZIE UTILI Le Guide di altri ITINERARI IL LAGO DI CASTEL SAN VINCENZO E L’ANTICA TERRA VULTURNENSE Foto e cura del volume Tobia PAOLONE Testi Tobia PAOLONE, Ida DI IANNI, Natalino PAONE, Federico MARAZZI, Michele RADDI, Domenico D’AGOSTINO, Luigi VISCIONE. Direzione Editoriale Ida DI IANNI Progetto grafico e impaginazione Tobia PAOLONE Traduzioni Angela PITASSI Marinella DI IANNI translation.com Referenze fotografiche Tobia Paolone, Archivio Volturnia Edizioni Missione Archeologica San Vincenzo al Volturno Natalino Paone Soprintendenza B.A.A.S. del Molise Autorizzazione su Concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Prot. n. 7795 dell’8/10/2007 Realizzazione editoriale Volturnia Edizioni Piazza Santa Maria, 5 86072 Cerro al Volturno (IS) Tel. & Fax 0865 953593 www.volturniaedizioni.com [email protected] In collaborazione con Associazione Amici di San Vincenzo al Volturno onlus Regione Molise Assessorato al Turismo Soprintendenza Beni Archeologici del Molise Tutti i diritti sono riservati, vietata la riproduzione anche parziale di testi, foto e disegni senza il permesso scritto dell’editore. Finito di stampare nel mese di settembre 2009 Copyright © 2009 Volturnia Edizioni Alta Valle del Volturno - 5 S O M M A R I O IL TERRITORIO 8 Il Lago di Castel San Vincenzo 12 Le Mainarde 16 Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise 18 Il Museo della Fauna Appenninica 19 Il Museo dell’Orso 20 Il Pianoro “Le Forme” 20 Il Pantano della Zittola 24 Le Sorgenti e il fiume Volturno LE ORIGINI 28 San Vincenzo al Volturno 38 La Cripta dell’Abate Epifanio 45 Il Chronicon Vulturnense 48 L’incastellamento I COMUNI DELLA VALLE 56 Acquaviva d’Isernia 60 Castel San Vincenzo 66 Cerro al Volturno 71 Il castello Pandone 73 Colli a Volturno 78 Conca Casale 79 Filignano 84 Fornelli 88 Montaquila 6- Sommario 92 Montenero Valcocchiara 95 Pizzone 98 Pozzilli 101 Santa Maria Oliveto 102 L’Acquedotto augusteo 105 Il ponte Latrone 106 Rionero Sannitico 108 Rocchetta a Volturno 112 Castelnuovo a Volturno 114 Il rito dell’Uomo Cervo 116 Scapoli 118 Il Museo Civico della Zampogna 119 Il Mu.C.I.L. 119 L’artigianato della zampogna 121 La Mostra Mercato e il Festival Internazionale della Zampogna 122 La raviolata 122 I falò di San Giorgio 125 Informazioni turistiche 133 Bibliografia essenziale Le foto del sommario: Monte Meta (T. Paolone), Eremo S. Michele Arcangelo (V. Rufo), San Vincenzo al Volturno (S. Petrocelli), Cerro al Volturno (T. Paolone), Il Pantano di Montenero (T. Paolone), La Pantomima dell’Uomo Cervo (Ass. Culturale Il Cervo), Zampognaro di Scapoli (T. Paolone), Presentazione - 7 SUGGESTIONI DI UNA TERRA ANTICA Un cielo, una terra, una storia, un fiume. È quello che in questa guida - non una qualun- que - abbiamo cercato di condensare, mettendo in luce sì gli aspetti peculiari di un terri- torio “congiunto” nelle sue diversità dal corso del fiume Volturno, dalle malinconiche Foci (la malinconia di un paesaggio genera un sentimento indicibile alle parole) sino al suo digradare nella Piana di Venafro, ma percorrendo - in linea con la spinta emotiva che muove i testi di altri ITINERARI, di cui questa guida è figlia - anche sentieri non comu- ni ad altri prodotti del genere. Non più dunque ricerca di identità, ben chiara nella matri- ce storica e culturale impressa sin dall’anno Mille dall’opera di colonizzazione intrapre- sa dai monaci del cenobio di San Vincenzo al Volturno, ma conservazione e soprattutto spendibilità di tale identità nel groviglio di natura, storia, tradizioni, paesaggio, arte che si assommano nei 16 paesi fotografati nella guida. Fotografie a colori, nella resa e anche nella metafora di una vitalità e di un vitalismo, che sembrano far parte più del passato che del presente di queste realtà, che si offrono ancora belle e per lo più integre nelle loro fisio- nomie inconfondibili (distese su declivi, arroccate su massi rocciosi, incuneate in dolci conche, pacifiche di pianura cinta dai monti) ma sempre in attesa di venti fecondi e di parole che dicano e facciano davvero. Dalla montagna (le superbe cime delle Mainarde, con i colori sfavillanti di cieli sempre diversi e flora e fauna distinte), al fiume (il Volturno vorticoso e capriccioso, ora rigagnolo, ora possente, ora disteso), al lago (il bacino lacustre di Castel San Vincenzo e la policromia sintetica di acqua, cielo e terra), al piano (pia- nori montani, insinuati in bocche di antichi vulcani e popolati di cavalli e mucche bradi, distese urbanizzate che vanno sottrando spazi agli uli- veti), al parco (quello nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è realtà che ha garantito nel tempo la necessaria conservazione del terri- torio e dei suoi elementi). E ancora dai castelli, frutto della trasformazione nel tempo degli originari castra; alle chiese, sorte sovente in concomitanza con i castel- li e che testimoniano nelle loro sovrapposizio- ni il trascorrere di ere e gusti; ai palazzi nobilia- ri, che nella loro spesso impensabile fastosità, ove si è conservato, dicono di storie locali che si intrecciano con la storia nazionale; ai siti archeologici e alle pode- rose vestigia di civiltà (sannita, romana e medioeva- le), che attestano l’importanza strategica, economica e politica di queste terre. E le tradizioni, che permangono nella forza delle convinzioni e delle credenze, dei suoni e dei sapori. Non tutto, naturalmente, poteva essere condensato in queste pagine: l’invito è dunque a consi- derare questa guida come un punto di partenza verso un ideale itinerario di scoperta e conoscenza di questi luoghi, che ciascuno potrà costruirsi a piacimento. Suggerimenti essenziali: parcheggiare l’auto nella piazza principale, infilarsi in vicoli e vicoletti alla ricerca dell’anima del paese (un uscio chiuso o un roseto incolto dicono come un balcone fiorito), visitare la chiesa o le chiese silenziose (troverete sempre una vecchietta pronta ad aprirle), saluta- re gli anziani e chiedere loro di parlarvi della sto- ria e delle storie del luogo. Ne saprete, alla fine, più di un libro stampato. Ida Di Ianni 8- Alta Valle del Volturno Il Lago di Castel San Vincenzo Il bacino artificiale di Castel San Vincenzo si colloca all'interno della vallata sul cui fondo scorreva il rio Vallorio ed è delimitato, ad est, dalla catena del Monte della Rocchetta e dall'altura su cui sorge l'abitato di Castel San Vincenzo, ad ovest, dalla catena mediana di questo settore mai- nardico costituita dai Monti Castelnuovo (m. 1.251), Piana (m. 1.218), S. Michele (m. 1.176) e S. Angelo (m. 1.184). Anche questa catena presen- ta ripidissime pareti Sopra: Pesca sportiva sul lago. (Foto T. Paolone) rocciose sulle quali rilievi dei primi Sotto: Veduta parziale vegetano cespugli di contrafforti delle del lago e delle Carpino nero e bian- Mainarde, quelli di Mainarde. co. In posizione Colle Iardini (m. 765), (Foto T. Paolone) intermedia digradano quelli della poi verso il lago i catena mediana delle Il lago di Castel San Vincenzo - 9 Mainarde, del Colle Salamuni (m. 782) e di Castel San Vincenzo. Lo sbarra- mento in terra battuta, creato nel 1956, è situato tra la quota 783 dei primi contrafforti ed il rilievo dell'abitato di Castel San Vincenzo. L'invaso è riempito con l'acqua del Lago della Montagna Spaccata, situato sul confine dei vicini comuni di Alfedena e di Barrea a 1.050 m. circa, acqua che - entrata nella condotta che attiva la centrale elettrica di Pizzone - è convogliata nel lago attraverso una ulteriore condotta che termina nei canali di Sopra: Il Lago e la Forra di S. Michele. (Foto T. Paolone) immissione, a quota e sassi. Tuttavia, a dall'abitato digradano 700 m. circa, al di fronte del suo sulla riva sotto di Valle Alare. attraente aspetto settentrionale al lago La stessa acqua attiva esteriore, “il mondo sono coltivati e, alle la centrale di subacqueo del lago di ultime vigne, si Rocchetta posta nei Castel San Vincenzo si alternano colture di pressi delle Fonti del presenta come una spe- vario genere. Volturno. Questo lago cie di spettrale panora- La sponda opposta è ha una capacità di 6 ma desertico immerso invece meno milioni di metri cubi, nell'acqua. La primitiva antropizzata e la mentre la sua profon- vallata, ricca di piante e boscaglia ha ormai dità massima è di 32 rocce, è oggi un incavo guadagnato sui campi metri. Le sue rive, di cinquanta ettari in abbandonati. pressoché prive di cui tutto è sparito sotto Più ad ovest, oltre il vegetazione arborea, una coltre brunastra di lago, il bosco di Cerro hanno conformazione fango.” e di Quercia si fa più varia, essendo a tratti Attorno al lago si fitto, formando la profonde con scarsa snoda una strada il Foresta di Collalto, vegetazione, a tratti cui sviluppo è di circa che termina alle medio-profonde con 5 km: parte di essa, pendici della catena vegetazione affiorante ed in particolare mediana per lasciare o, ancora, digradanti quella meridionale, spazio alle sue ripide con alternanza di non è fortunatamente pareti. Il versante prati sommersi, fango asfaltata. I terreni che nord di questa zona si 10 - Alta Valle del Volturno affaccia sull'angusta Valle Cupa e della è sensibilmente più valle del Rio Iemmare Coroneta, in cui rigido e l'assenza e, un tempo coltivato, l'agricoltura viene dell'Ulivo ne è segno è oggi quasi comple- ancora praticata. evidente. Frequenti le tamente ricoperto dal II Cerro e la Quercia nevicate invernali, tal- bosco, ad eccezione di ad ogni modo volta anche le acque un modesto settore predominano, così del lago gelano, comprendente le come nella fiancata creando un località del Querceto, del prospiciente suggestivo spettacolo.