Callin G All Socialists!
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Società E Cultura 65
Società e Cultura Collana promossa dalla Fondazione di studi storici “Filippo Turati” diretta da Maurizio Degl’Innocenti 65 1 Manica.indd 1 19-11-2010 12:16:48 2 Manica.indd 2 19-11-2010 12:16:48 Giustina Manica 3 Manica.indd 3 19-11-2010 12:16:53 Questo volume è stato pubblicato grazie al contributo di fondi di ricerca del Dipartimento di studi sullo stato dell’Università de- gli Studi di Firenze. © Piero Lacaita Editore - Manduria-Bari-Roma - 2010 Sede legale: Manduria - Vico degli Albanesi, 4 - Tel.-Fax 099/9711124 www.lacaita.com - [email protected] 4 Manica.indd 4 19-11-2010 12:16:54 La mafia non è affatto invincibile; è un fatto uma- no e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fe- nomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze mi- gliori delle istituzioni. Giovanni Falcone La lotta alla mafia deve essere innanzitutto un mo- vimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità… Paolo Borsellino 5 Manica.indd 5 19-11-2010 12:16:54 6 Manica.indd 6 19-11-2010 12:16:54 Alla mia famiglia 7 Manica.indd 7 19-11-2010 12:16:54 Leggenda Archivio centrale dello stato: Acs Archivio di stato di Palermo: Asp Public record office, Foreign office: Pro, Fo Gabinetto prefettura: Gab. -
Nomi E Storie Delle Vittime Innocenti Delle Mafie
Nomi e storie delle vittime innocenti delle mafie a cura di Marcello Scaglione e dei ragazzi del Presidio “Francesca Morvillo” di Libera Genova Realizzato in occasione della mostra “900 Nomi vittime di mafia dal 1893 ad oggi” inaugurata ad Imperia il 21 Marzo 2016 in occasione della XXI Giornata della memoria e dell’impegno - ”Ponti di memoria, luoghi di impegno”. I nomi presenti nella mostra sono quelli accertati fino all'anno 2015, ed in particolare quelli letti a Bologna durante la XX Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie (21 marzo 2015). Il lavoro di ricerca, inizialmente limitato a quell'elenco, è stato poi implementato e aggiornato, comprendendo quindi le storie delle vittime innocenti i cui nomi sono stati letti durante la XXI Giornata della Memoria e dell'Impegno (21 marzo 2016). Sarà nostro impegno e cura eseguire successivamente gli aggiornamenti necessari. Siamo inoltre disponibili a intervenire sulle singole storie, laddove dovessero essere ravvisati errori e/o imprecisioni. EMANUELE NOTABARTOLO, 01/02/1893 Nato in una famiglia aristocratica palermitana, presto rimane orfano di entrambi i genitori. Cresciuto in Sicilia, nel 1857 si trasferisce prima a Parigi, poi in Inghilterra, dove conosce Michele Amari e Mariano Stabile, due esuli siciliani che lo influenzeranno molto. Avvicinatosi all'economia e alla storia, diventa sostenitore del liberalismo conservatore (quindi vicino alla Destra storica). Dal 1862 Emanuele Notarbartolo diventa prima reggente, poi titolare, del Banco di Sicilia, al quale si dedica a tempo pieno a partire dal 1876, salvandolo dal fallimento in seguito all'Unità d'Italia. Il suo lavoro al Banco di Sicilia inizia a inimicargli molta gente. -
1893. L'inchiesta
1893.L'INCHIESTA Film documentario 63' regia Nella Condorelli www.1893linchiesta.it facebook 1893. L'inchiesta LINK TRAILER https://www.youtube.com/watch?v=eKqS8GiA1H4&feature=youtu.be SINOSSI Ottobre 1893. Mentre i giornali pubblicano dispacci di polizia sull'agitazione promossa nelle campagne siciliane da un movimento che si è dato un nome inedito “Fasci dei Lavoratori ”, Adolfo Rossi, un giornalista veneto noto negli ambienti dell'informazione nazionale per le sue cronache schiette, decide di saperne di più. Parte per un'inchiesta nell'Isola. E' il solo cronista a farlo: il Governo considera i Fasci Siciliani “un affare di ordine pubblico”, e la stampa avalla questa tesi. In Sicilia, viaggiando per lo più a dorso di mulo, Rossi incontra i Fasci. Contano trecentomila iscritti. Nè banditi nè briganti nè cospiratori, sono contadini e zolfatari, uomini e donne laceri e affamati in lotta contro la schiavitù e la mafia dei feudi. Da tre mesi sono in sciopero, non zappano le terre dei signori, mangiano solo erba e fichi d'india. In Sicilia, nella regione più arretrata d'Italia, è esploso il primo grande sciopero contro lo sfruttamento del lavoro dell'Italia unita. In testa ai cortei stanno le donne. “... Non immaginavo di trovare rozze contadine esprimersi con tale proprietà”, annoterà il giornalista in un articolo del 16 ottobre da Piana dei Greci. Nel film l'inchiesta di Rossi si fa voce narrante, e mentre ci conduce sulle tracce di questa Sicilia sconosciuta, con un viaggio ancora a dorso di mulo negli straordinari paesaggi dell'isola, tra la gente di oggi, ne genera un'altra: l'inchiesta dell'Autrice che indaga sulle ragioni della rimozione dei Fasci Siciliani dei Lavoratori dalla Storia nazionale, sulle conseguenze che la repressione del movimento ha avuto sulle sorti della Sicilia e del Novecento italiano. -
N° Richiedente Indirizzo Data Di Nascita Luogo Di Nascita Buono Richiesto
DATA DI LUOGO DI BUONO DATA CIRC. DATA N° RICHIEDENTE INDIRIZZO BENEFICIARIO ESITO NASCITA NASCITA RICHIESTO NASCITA RES. ESAME 1 Abbate Anna Via Giulio Sermiento, 8 11/08/1943 Palermo Buono sociale Grigoli Antonina 19/11/1963 2° Positivo 02/11/2006 2 Abbate Caterina Via Orazio Antinori, 4/A 16/08/1933 Palermo Buono sociale Frenda Giuseppe 20/03/1968 5° Positivo 27/10/2006 3 Abbate Rosa Via S.M. 22, 127 03/07/1947 Palermo Buono sociale Cataldo Giovanni 05/09/1945 Monreale Positivo 05/09/2006 4 Abbolone Nunzia via L Bianchini 12 21/06/1961 Palermo Buono Sociale Romeo Maria 03/09/1927 7° Positivo 13/06/2006 5 Abbruscato salvatore Via Gaetano Di Pasquale, 22/C 11/10/1930 Palermo Buono sociale Guarnotta Maria 19/10/1935 2° Positivo 31/10/2006 6 Abramonte Eleonora Via Messina Marine, 783 17/06/1951 Palermo Buono Sociale La Vardera Gioacchino 06/03/1932 2° Positivo 03/11/2006 7 Abruscato Francesca Via Oreto, 339 28/06/1941 Ventimiglia di Sicilia (PA) Buono Sociale Landolina Ignazio 06/07/1972 3° Positivo 19/10/2006 8 Acciarito Rosaria via F. Cappellini 31 21/10/1967 Palermo Buono Sociale Piazza Valentina 12/07/1983 Villabate positivo 05/07/2006 9 Acquaviva Anna Maria Via dell'Airone, 33 18/05/1953 Palermo Buono Sociale Rosone Tommaso 22/10/1971 3° Positivo 20/10/2006 10 Acquisto Francesco Via Orecchio, 12 01/04/1957 Palermo Buono Sociale LA RICHIDENTE 01/04/1957 8° Negativo 25/10/2006 11 Adelfio Giuseppa Via delle Sedie Volanti, 23 20/03/1948 Palermo Buono Sociale La Vara Edoardo 13/02/1981 1° Positivo 23/10/2006 12 Adelfio Ninfa Via Fausto Coppi, 9 23/01/1979 Pal Palermo Buono Sociale Piazza Giorgio 14/01/2001 7° Positivo 03/10/2006 13 Adelfio Salvatore Corso dei Mille, 1474 09/12/1957 Pal Palermo Buono Sociale Adelfio Carmelo 09/03/1957 2° Positivo 22/09/2006 14 Adelfio Santina Via Brigata Aosta, 56 12/04/1961 Palermo Buono Sociale Scrivano Francesca 02/12/1997 8° Positivo 21/09/2006 15 Affranchi Pietro Via Cappuccini. -
Nicola Barbato, Indimenticato Apostolo Del Socialismo
Nicola Barbato, indimenticato apostolo del socialismo Piana degli Albanesi, nell’hinterland palermitano, a metà dell’800 era un piccolo comune di poche migliaia di anime, in gran parte braccian: agricoli di ascendenza schipetara, che da secoli sperimentavano la precarietà dell’occupazione, la vita stentata nei lafondi, lo sfru>amento dei proprietari col so>osalario, e la spietatezza dei campieri. In questa realtà così povera e bisognosa di riscao il 5 o>obre del 1856 nacque Nicola Barbato. Era ancora ragazzo quando perde>e il padre, sicchè non ebbe una infanzia e una prima giovinezza facili. Iniziò gli studi nel Seminario greco-albanese, con difficoltà per le ristre>ezze economiche della famiglia, ma seppe portarli a compimento con risulta brillan: fino all’Università, che frequentò a Palermo, dove si iscrisse ai corsi di Medicina. Intelligente, curioso di sapere, venne subito coinvolto nell’ambiente culturale palermitano, allora vivacizzato dalle do>rine posi:vis:che ed evoluzionis:che araverso docen: universitari, gruppi studenteschi e operai aderen: al socialismo e impegna a promuovere conferenze e fogli di propaganda. Conseguita la laurea, lavorò presso l’Ospedale di Palermo, dove alla cura dei pazien: unì gli studi di psichiatria riferi: in par:colare alla psicopatologia della paranoia, Fece anche le prime esperienze nel campo del giornalismo, collaborando tra l’altro a “L’Isola” del Colaianni. Nominato medico condo>o nel paese natale, conobbe ancor più aderentemente la miseria di tan: e si trovò naturalmente tra quan: ai primi degli anni 90 si aggregavano nel movimento dei Fasci dei lavoratori. Nel marzo del 1893 promosse il Fascio di Piana dei Greci, che presto contò più di 2.000 aderen:, tra i quali c’era un folto gruppo di donne vivaci e combave. -
Italian Militants and Migrants and the Language of Solidarity in the Early- Twentieth-Century Western Coalfields
City University of New York (CUNY) CUNY Academic Works Publications and Research CUNY Graduate Center 2011 Italian Militants and Migrants and the Language of Solidarity in the Early- Twentieth-Century Western Coalfields Stephen Brier CUNY Graduate Center Ferdinando Fasce University of Genoa How does access to this work benefit ou?y Let us know! More information about this work at: https://academicworks.cuny.edu/gc_pubs/202 Discover additional works at: https://academicworks.cuny.edu This work is made publicly available by the City University of New York (CUNY). Contact: [email protected] Figure 1. A cartoon shows Utah Governor Heber Wells using the cliché “Here’s your hat, what’s your hurry?” to implore UMWA District 15 organizer Carlo Demolli to get out of Utah. Demolli, who had come to the state from Colorado to encourage Utah miners to join the District 15 strike, holds a strike order with his name at the top. The cartoon’s publication followed a face- to- face meeting between Wells and Demolli. Unidentified artist, Salt Lake Herald, December 10, 1903, A1 Italian Militants and Migrants and the Language of Solidarity in the Early- Twentieth- Century Western Coalfields Stephen Brier and Ferdinando Fasce In April 1904, in the sixth month of a major strike in the western coalfields, Carlo Demolli, a paid organizer for the United Mine Workers of America (UMWA), along with two other union officials, was charged by a federal grand jury with two counts of sending “obscene, lewd and lascivious” materials through the U.S. mail. Demolli, who had immigrated to the United States from Lombardia in northern Italy in 1895, worked as a UMWA organizer and as editor and publisher of Il Lavoratore Italiano ( ILI ), an Italian- language newspaper published since 1902 in Trinidad, Colorado. -
I Fasci Siciliani : 1892-94 / Francesco Renda. - Torino : Einaudi, C1977 – (Piccola Biblioteca Einaudi 323)
I fasci siciliani : 1892-94 / Francesco Renda. - Torino : Einaudi, c1977 – (Piccola Biblioteca Einaudi 323). I fasci siciliani non furono una rivoluzione e forse neppure un'insurrezione, anche se si avvicinarono a esserlo. I paesani poveri della Sicilia di fine XIX secolo, con un movimento travolgente e estesosi velocissimamente, secondo tempistiche e dinamiche davvero rivoluzionarie, o quantomeno tipiche dei momenti rivoluzionari, costituirono centinaia di nuclei organizzativi tra la metà del 1893 e i primi giorni del 1894. Il movimento era nato l'anno precedente come specifico fenomeno organizzativo degli operai urbani: i primi fasci sorsero a Messina, Catania e Palermo, poi, in maniera appunto rivoluzionaria, le cose cambiarono e il movimento si diffuse in campagna e, alla fine, fu il mondo contadino a trascinare quello urbano, il bracciante, il fittavolo, il mezzadro, il coltivatore diretto e il piccolo proprietario agricolo a prevalere sull'operaio industriale, l'artigiano, il muratore e il minatore dello zolfo che erano base naturale dei primi fasci e del movimento socialista siciliano. Come in ogni fenomeno rivoluzionario gli obiettivi del movimento si radicalizzarono rapidamente e si arricchirono, rispetto alla tradizione socialista, di episodi tipicamente anti statali, riconducibili alla pratica degli anarchici, come l'occupazione di municipi, gli assalti ai caselli del dazio e qualche volta gli attacchi alle caserme dei carabinieri, accompagnandosi a forme di lotta più comprensibili per il mondo socialista, quali l'occupazione delle terre e il boicottaggio dei patti agrari. Il termine fascio indicava, fin dalla sua origine urbana e siciliana, il coordinamento tra realtà e soggetti sociali diversi ma accomunati dalla povertà e dallo sfruttamento; sotto la guida del proletariato agricolo assunse in pieno questo significato: la critica dei fasci riguardò tutti i rapporti di lavoro comandato, i rapporti di proprietà e del latifondo, l'usura e anche l'oppressione fiscale esercitata dallo stato sui coltivatori diretti. -
Piana Degli Albanesi, Chiesa Di S
Benvenuti nella terra di Sha dcfbc:] She derbeut Welcome to the Ska derbe ' s lands 1. Contessa Entellina, Entella; 2. Mezzojuso, Chiesa della SS. Annunziata; 3. Pa• lazzo Adriano, Piazza Umberto I; 4. Piana degli Albanesi, Chiesa di S. Demetrio, Iconostasi (foto di G. Salerno); 5. Santa Cristina Gela, Piazza M. Polizzi, fontana. UNIONE DEI COMUNI LiDHJA E BASHKIVET UNION OF THE MUNICIPALITIES BESA PALERMO PALERME 2012 Questo opuscolo, curato dall'Unione dei Comuni BESA, è stato realizzato con risorse finanziarie ex L. 482/99, es. 200S. 2012 © Unione dei Comuni Lidhja e Bashkivet Unione dei Comuni BESA Unione dei Comuni BESA = Lidhja e Bashkivet BESA / Coordinamento Pietro Manali ; testi e traduzione Mimma Capaci. Giuseppina Cerniglia. - Palermo : Unione dei Comuni BESA, 2012. - 16 p. : ili. ; 21 cm. - (( Testo trilingue: Italiano - Arberesh - Inglese. 1. SIGILLA - Comunità i-\lbanesi. - Guide I. MANALI, Pietro II. CAPACI, Mimma ITI. CERNIGLIA. Giuseppina 914.945823 CDD21 Scheda catalografica a aira della biblioteca comunale "Giuseppe Schirò" di Piana degli Albanesi COORDINAMENTO: Pietro Manali TESTI E TRADUZIONI: Mimma Capaci, Giuseppina Cerniglia. addette agli sportelli linguistici ex L. 482/99 (Es. 2008). PROGOTTO GRAFICO: Iolanda Vassallo. HANNO COLLABOR.^TO: Giovanna Schirò (Contessa Entellina) Andrea Tavolacci (Mezzojuso) Carmela Di Giovanni (Palazzo Adriano) Sara Cuccia (Piana degli Albanesi) Luisa Loffredo (Santa Cristina Gela) ^ STAMPA: Tipolitografìa Luxograph srl - Palermo (Settembre 20]2) Gli Arbèreshè La presenza degli Italoalbanesi (Arbèreshè) in Sieìlia risale alla seconda metà del se• colo XV quando i turchi invasero i Balcani provocando, tra l'altro, la prima vera grande diaspora albanese (shqipetara). Da oltre cinquecento anni, quali tratti della loro identità, gli Arbèreshè conservano con grande cura lingua, costumi, tradizioni e rito bizantino-greco e costituiscono un'en• clave di cultura orientale in pieno occidente, un modello di integrazione ante litteram di grande attualità. -
Piana Degli Albanesi: for Its Albanian Culture and World’S Best
Piana degli Albanesi: For its Albanian Culture and World’s Best ... http://epicurean-traveler.com/?p=11682&preview=true U a Piana degli Albanesi: For its Albanian Culture and World’s Best Cannoli by Lucy Gordan | Travel, Travel blog | 0 comments Bilingual Road Sign If you still play “Where in the World is Carmen Sandiego?”, an educational video game first released in 1985, I bet you won’t be able to locate “Hora e Arbëreshëvet” on the world map. I can now, but only because I visited there in mid-July. Upon arrival and during a short walk up hill to its main square “Hora e Arbëreshëvet” looks like many other small, sleepy towns in Sicily: cobblestone streets, a prominent First World War memorial, shuttered houses abandoned by migrants who long ago left for North and South America or more recently for Northern Italy and Northern Europe, numerous churches, and old men wearing “coppolas” sitting on straw-seated chairs in the shade with no women in sight. Yes, believe or not “Hora e Arbëreshëvet”, in spite of its unpronounceable name is in Sicily, on a plateau at 2,600 feet above sea level surrounded by mountains some 15 miles due south of Palermo. It’s a unique place because of its history, its post-World-War-II politics, its artisanry, and its gastronomy. So why this weird name? Yes, I really am talking about Sicily, but “Hora e Arbëreshëvet”, 1 of 9 9/27/18, 4:02 PM Piana degli Albanesi: For its Albanian Culture and World’s Best ... http://epicurean-traveler.com/?p=11682&preview=true with a population today of some 6,200, was founded in the late 15th century by a large group of Albanian refugees whose descendants still live there today and speak Arbërisht or Albanian of the past with Renaissance grammar, vocabulary, and pronunciation. -
I Tanti Perche' Di Una Strage
I TANTI PERCHE’ DI UNA STRAGE di Sandro Provvisionato Soltanto da tre anni, cioè dalla caduta del fascismo, a Piana degli Albanesi, a pochi chilometri da Palermo, i socialisti e i comunisti di San Cipirello, Piana e San Giuseppe Jato avevano ripreso a commemorare il l° maggio, festa dei lavoro. Per la terza volta consecutiva dalla fine della guerra i contadini e i braccianti di quelle terre arse e ingrate si erano dati appuntamento, con i muli e i cavalli addobbati di nastri colorati, in fondo alla vallata, a pochi metri dalla vecchia strada, dove una grossa roccia calcarea era diventata un podio per i comizi. La gente, che approfittava di quella giornata di festa per una scampagnata, lo chiamava il «sasso di Barbato» perché, fin dal 1864, da lì sopra Nicola Barbato, medico socialista, uno dei fondatori dei Fasci siciliani, ogni anno parlava alla sua gente. Quel giorno sul «sasso di Barbato» era salito per il tradizionale comizio Giacomo Schirò, un calzolaio, segretario della sezione socialista di San Giuseppe Jato. A prendere la parola sarebbe dovuto essere un prestigioso leader comunista, Gerolamo Li Causi. Ma il giorno prima Li Causi aveva fatto sapere che, impegnato in un'altra manifestazione, non sarebbe intervenuto. Al suo posto era stato chiamato un giovane sindacalista, Francesco Renda. Ma proprio quel l° maggio a Renda si era rotta la moto nei pressi di Altofonte e così, ad essere interrotto dagli spari, dal sangue e dalla morte si trovò il povero calzolaio. Quel giorno a Portella della Ginestra morirono undici persone, due bambini e nove adulti. -
120° DEI FASCI SICILIANI. "I Fasci Siciliani E Il Movimento Dei Lavoratori Tra Memoria E Attualità"
120° DEI FASCI SICILIANI. "I Fasci Siciliani e il movimento dei lavoratori tra memoria e attualità". Introduzione di Maurizio Calà – Segretario Generale CGIL Palermo Intanto devo fare anch'io i ringraziamenti perchè mi pare doveroso ringraziare le associazioni con le quali in questi anni, spesso in modo solitario, abbiamo esercitato questo dovere e diritto alla memoria. Spesso, in realtà, molto isolati perchè le istituzioni sono state altrove e quindi abbiamo voluto creare assieme a queste associazioni questi momenti. Abbiamo fatto tante altre cose in questi anni, anche in modo separato, ognuno scrivendo le proprie storie, partecipando alle proprie iniziative, ma devo dire l'abbiamo voluto fare insieme a queste associazioni perchè sono coloro che in queste città hanno tenuto vivo quel filo rosso della memoria che unisce tutti e che ricorda a noi stessi un pezzo della storia italiana e il fatto che questa terra abbia partecipato al pezzo migliore della storia italiana, perchè il problema che noi abbiamo – diciamocelo in modo molto evidente – è che spesso il ricordo della nostra terra è legato alla peggiore storia di questo Paese. In realtà, invece, l'idea di poter ripartire da quel gruppo di valori, di identità, di principi che invece sono quelli che erano connaturati nel nostro essere e, non vorrei esagerare, nella nostra condizione culturale e persino genetica, visto che siamo un popolo che è un misto di culture e di razze, visto che siamo quell'incrocio di popoli che ha costruito la cultura siciliana come un elemento di incontro, di accoglienza e quindi anche di tolleranza, di cultura della solidarietà. -
I Fasci Dei Lavoratori Siciliani Tra Politica E Storiografia
Rivista di Storia delle Idee 8:1 (2019) pp. 54-66 ISSN. 2281-1532 http://www.intrasformazione.com DOI 10.4474/DPS/08/01/RCR375/13 Patrocinata dall’Università degli Studi di Palermo Dario Alessandro Librizzi I Fasci dei lavoratori siciliani tra politica e storiografia Introduzione La vicenda dei Fasci dei lavoratori, che si sviluppò in Sicilia alla fine del XIX secolo, non fu un avvenimento di portata regionale. Essa rappresentò, invece, una vera e propria scossa che contribuì a determinare con maggior concretezza e consapevolezza l’irruzione delle masse sulla scena pubblica, l’emergere della “questione sociale” in Italia e la crisi della classe politica nazionale nata dal Risorgimento. Nessun moto insurrezionale o movimento popolare aveva preoccupato così profondamente la classe dirigente italiana prima di allora e la reazione che ne scaturì interessò non solo la Sicilia, ma tutte le organizzazioni popolari in ogni parte d’Italia1. La vicenda dei Fasci e della loro repressione costrinse il Partito socialista ad affrontare in modo non dottrinario il suo rapporto con i movimenti di massa e con la democrazia borghese. Gli stessi osservatori stranieri guardavano alla Sicilia di quegli anni come luogo in cui con estrema evidenza si manifestava la crisi generale del giovane Stato unitario. Erano questi gli anni in cui l’Italia e, in particolar modo, la Sicilia attraversavano una gravissima crisi economica caratterizzata da cattivi raccolti e dal ribasso dei prezzi agricoli e dello zolfo, dalla guerra doganale con la Francia e dalla crisi delle esportazioni di vini e agrumi, dal flagello della fillossera e dall’inizio di un’emigrazione, che nel giro di pochi anni avrebbe assunto una dimensione di massa.