SOMMARIO ndr

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, Eleonora Vinci Eleonora

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Umberto Umberto , Corrado Vella

, , di Renza Bertuzzi Giovanni Stella , , di Eleonora Vinci Eleonora Antonino Vinci , di , di , di Nella Urso Michele Tarantino Michele

Sebastiano Melintenda Sebastiano , , di , di , di RaffaeleGuccione , di ... , di Sebastiano Burgaretta Eleonora Vinci Eleonora , di Nina Esposito Sebastiano Parisi Giuseppe Di Stefano Stefano Di Giuseppe , di Telero , di , di Salvatore Salemi Salvatore Corrado Piccione , di Grazia Maria Schirinà Grazia , di Sebastiano Consiglio Grazia Maria Schirinà Grazia , di , di Turi Coffa , di Salvatore Martorana Salvatore , di , di , di , di che dipinse il Pittore Angelo Fortuna Angelo Sebastiano Burgaretta Sebastiano Munafò Francesca Gringeri Pantano Corrado Argentino Michele Favaccio Marcello Rubbera Meditando su “Al soffio dello Spirito” Meditando su “Al di Il furfante abile non tramonta mai non solo un libro Laxadaela Saga, L’odore del tempo loco” “Molto in parvo L’angolo della posta Andrea Schiavo o della musica antica o della Andrea Schiavo di Il mondo di Pan Vita d’altri tempi si conosce a tavola... Il gentiluomo arte che punta al sociale Una nuova Confalonieri Sulla spiaggia Alla “Signora dell’Esagono”... dei Diritti del Malato” ad Avola Il “Tribunale di Sul di zio Liborio Il vecchio Libri in vetrina Non demordiamo Non L’economia avolese nel tempo Al nostro Burgaretta il Trofeo “Turiddu Bella” il Trofeo Al nostro Burgaretta Il diritto di voto alle donne ha 70 anni alle voto Il diritto di ... della democrazia Il paladino Visita al Museo “Paolo Orsi” Santa Vennira a confronto passioni Sindone e Vangeli: di Elio Alia, persona libera In ricordo dell’amico guerraIl 1916 e la logorante di trincea di preti che molestano i bambini... dei La piaga di Il cugino ritrovato di Avola... Il Carnevale Megghiu pessi ca depressi! Carrozzina, di libertà simbolo

9 2 6 48 51 52 53 55 56 38 40 41 42 43 44 46 47 28 29 32 35 10 12 13 14 16 17 21 23 24 25 26 Eleonora Vinci Grazia Maria Schirinà Associazione: REDAZIONE Edizioni proprie FOTOGRAFIE IN COPERTINA foto di Maria Magro onello, via Chiana, 87 - 00198 Roma onello, Impaginazione e stampa: viene affermato negli articoli. [email protected] Associazione Culturale Associazione HANNO CONTRIBUITO HANNO COLLABORATO COMITATO DI REDAZIONE COMITATO Presidente Avolesi nel mondo Avolesi Fondata nel 1998 da Michele D’Amico nel 1998 Fondata [email protected] Chiuso in tipografia il 30 giugno 2016 Direttore responsabile Grafiche Santocono - Tel. 0931.856901 Grafiche Santocono - Tel. Marinella Caruso - Umberto Confalonieri , olio su tela, cm 50x70, dipinto di Maria Magro, , olio su tela, cm 50x70, dipinto di Maria Gli Avolesi nel Mondo Gli Avolesi Sebastiano Melintenda - Sebastiano Munafò presso Banca Agricola Popolare di Ragusa. presso Banca Agricola Popolare Francesca Gringeri Pantano - Sebastiano Parisi - Sebastiano Parisi Pantano Gringeri Francesca Anno XVII n. 1 (38) - Giugno 2016 Anno XVII n. 1 Laboratori Campisi Group - La Bottega dell’Arte Lorenzo Caldarella - Franco Carasi - Salvo Carbè Carasi - Salvo Lorenzo Caldarella - Franco c/o studio M dovranno essere inoltrati all’indirizzo di posta elettronica dovranno Mara Di Stefano - Michele Favaccio - Maria Magro Mara Di Stefano - Michele Favaccio I soci under 30 usufruiranno del 50%. dello sconto La redazione declina agli autori la responsabilità di quanto Grazia Maria Schirinà - Nella Urso - Eleonora Vinci Grazia Maria Schirinà - Nella Urso - Eleonora Salvatore Monello - Sebastiano Munafò - Nella Urso Salvatore Banca Agricola Popolare di Ragusa - Baskin - Infinito di Ragusa Banca Agricola Popolare Cinzia Bianca - Corrado Bono - Sebastiano Burgaretta Rivista di arte, storia, cultura, attualità storia, di arte, Rivista Le vele Sedi associative: via Felice Orsini, 3 - 96012 Avola (SR) Orsini, 3 - 96012 Avola via Felice Sedi associative: Ottica Rossitto - Pasticceria Tre Bontà - Registri Buffetti Bontà - Registri Tre - Pasticceria Ottica Rossitto Corrado Piccione - Marcello Rubbera - Salvatore Salemi - Salvatore Corrado Piccione - Marcello Rubbera Giuseppe Di Stefano - Nina Esposito - Michele Favaccio Il contributo annuo associativo, di euro 40,00 per i soci Il contributo annuo associativo, o non residenti, può essere effettuato solo con Bonifico Turi Coffa - Umberto Confalonieri - Sebastiano Consiglio Turi Angelo Fortuna - Raffaele Guccione - Salvatore Martorana - Raffaele Guccione - Salvatore Fortuna Angelo Bancario: codice IBAN IT22U0503684630CC0341241705 Bancario: codice IBAN Sebastiano Burgaretta - Michele Favaccio - Maria Giallongo Sebastiano Burgaretta - Michele Favaccio Corrado Argentino - Renza Bertuzzi - Sebastiano Burgaretta Corrado - Renza Argentino Grazia Maria Schirinà - Giovanni Stella - Michele Tarantino Stella - Michele Grazia Maria Schirinà - Giovanni Nella Urso - Corrado Vella - Antonino Vinci - Eleonora Vinci - Antonino Vinci Nella Urso - Corrado Vella Avola, via Felice Orsini, 3 - Tel. 0931.832590 - Fax 0931.834522 0931.832590 - Fax Orsini, 3 - Tel. via Felice Avola, I testi per la prossima rivista corredati da eventuale materiale fotografico corredati da eventuale I testi per la prossima rivista www.gliavolesinelmondo.it - e-mail: [email protected] www.gliavolesinelmondo.it Registrazione al Tribunale di Siracusa n. 9/2000 del 26/05/2000 al Tribunale Registrazione ordinari residenti ad Avola è di euro 60,00 per i soci benemeriti ordinari residenti ad Avola

Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

Non demordiamo

EDITORIALE di Grazia Maria Schirinà - Foto di Corrado Bono

l 2015 si è chiuso con eventi signi- all’Associazione dall’auto- ficativi per la vita associativa e per re, Giuseppe Di Mari, che Ila storia della nostra città; a interlo- l’aveva scritto a quattro quire con noi e a offrire la loro collabo- mani col padre Carmelo, razione e cultura, abbiamo avuto ospiti prima che costui morisse. d’eccezione. Ci eravamo lasciati con A parlarne è stato un caro l’appuntamento al Museo Paolo Orsi, amico, avolese in Geraci Siculo, Vincenzo Piccione, istruttore direttivo respon- sabile del Polo Culturale dell’ex Convento dei Pa- dri Cappuccini di Gerace, antropologo, etnologo e demologo per vocazione, il Da sx Giuseppe Di Mari, Vincenzo Piccione quale ha fondato nella sua e Grazia Maria Schirinà - foto di Sebastiano Munafò Casa geracese la Casa Mu- seo Vincenzo Piccione d’Avola con am- la crogiuolo di cultura civiltà e culti religiosi. pia esposizione di presepi, una pinaco- Relatore d’eccezione, un’altra persona teca, mobili d’epoca e cimeli della sua che ha dedicato alla nostra terra le sue famiglia d’origine. L’anno si è concluso attenzioni in campo archeologico, l’avv. in bellezza non solo e non tanto per la Spartaco D’Agata, esperto conoscitore presentazione della nostra Rivista, che come pochi del suolo ibleo. L’interesse è sempre un successo, ampiamente e per questo testo, che apre alla ricerca ottimamente illustrata dalla nostra di- nuovi orizzonti, è rivolto anche ad al- rettrice responsabile, sig.ra Eleonora tro, in quanto l’autore, per stimolare i Vinci, quanto piuttosto per aver accol- giovani in tal senso, ha donato all’Asso- to, nella stessa serata, la presentazione ciazione un congruo numero di copie, Antonio Conticello del testo del nostro socio e amico, da per potere approntare in futuro, con sempre vicino all’Associazione, ing. At- i proventi, una borsa di studio per chi il 21 novembre, ma già era in cantiere tilio Mangiagli. Ogni testo ha una sua volesse intraprendere attività nel settore un nuovo incontro con Antonio Conti- gestazione: è come un figlio dell’autore e in questa nostra zona, in verità poco cello, poliedrico personaggio televisivo, che lo scrive e lo produce per il piacere esplorata. scrittore, progettista e collaboratore di suo e della collettività. Perché per noi Con questo omaggio ai giovani si con- spettacoli di ampio respiro, il quale ci è importante questo testo e perché l’ab- clude il 2015, mentre ci si appresta a un ha interpellati per la presentazione del biamo voluto assieme alla rivista. In- incontro conviviale, per gli auguri di suo ultimo lavoro, “Sotto l’ombrello- tanto c’è da dire che il nostro amico ci benvenuto al nuovo anno con la tradi- ne”, romanzo gradevolissimo e coin- ha consegnato per la pubblicazione, nel zionale tombolata, il 4 gennaio, nei lo- volgente, omaggio alla terra madre, la tempo, testi che sono stati inglobati in cali del ristorante-pizzeria “Portomat- Sicilia, e a tutta la costa ionica meri- questo libro, che parla dei reperti storici to”, che ci ospita con grande apertura dionale nella quale noi viviamo e che, e archeologici della nostra città. Il titolo e competenza; anche quest’anno la se- molto spesso, non prendiamo nella do- è tutto un programma: Tra il Cassibile e rata è stata ricca e partecipata, ma non vuta considerazione. Siamo stati felici l’Asinaro nel tavoliere ibleo di Tucidide Avo- solo… di accogliere l’autore g. 28 novembre nella sala Frate- antonio. Intanto, in occasione del- la festa di Santa Lucia, patrona della nostra pro- vincia regionale di Sira- cusa, abbiamo ritenuto opportuno, presso la Li- breria Mondadori, sempre disponibile, proporre ai nostri soci la storia della Santa e le tradizioni locali che la riguardano. Il vo- 18 dicembre, da sx Attilio Mangiagli, Spartaco D’Agata, il vicesindaco lume era stato già donato Massimo Grande, la Presidente ed Eleonora Vinci 2 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

colarmente il nostro passato, le nostre abitudini, le nostre tra- dizioni, ci arricchisce notevol- mente e, per tornare al termine orizzonte, lo amplia ulterior- mente. Anche questo momen- to è stato emozionante e signi- ficativo per tutto il direttivo e il comitato di redazione che con amore e dedizione svolge gra- tuitamente la sua opera. Da tempo sentivamo l’esigen- za di attivare degli incontri culturali ad ampio raggio, a Maria Magro scadenza mensile, con auto- ri che rivolgessero attenzione avuto come ospiti i registi Alessandro alla nostra storia etno-antro- Seidita e Joshua Walhen, che hanno pologica e sociale. L’occasione realizzato e proposto all’assemblea un ce l’ha offerta il neo-Direttore docufilm Viaggio a Sud, un percorso at- della Biblioteca Comunale cit- traverso l’anima del siciliano di grande tadina, dott. Paolo Oddo, il impatto emotivo quale ci ha proposto di parteci- - il 6 maggio, in prossimità della fe- pare ad un progetto: “Bibliote- stività di San Sebastiano, è sembrato ca aperta”, che ben si conface- opportuno fare conoscere, in maniera Le vele, olio su tela - foto di Maria Magro va alle nostre aspirazioni. circostanziata e storico-culturale, Le Abbiamo pertanto richiesto tradizioni sebastianine, attraverso lo stu- La nostra socia, Maria Magro, sempre all’Amministrazione comunale, che ce dio e l’analisi di Giuseppe Di Mari e presente e attenta a tutte le nostre atti- l’ha concesso, l’utilizzo gratuito della Sebastiano Burgaretta. vità, ha voluto donare all’Associazione “Sala lettura” per una serie di eventi, Tutti gli eventi sono stati introdotti da uno dei suoi quadri, proprio in occa- tutti di notevole importanza per la co- Paolo Oddo, direttore della Bibliote- sione della conviviale augurale, spie- noscenza del territorio e dei suoi figli. ca e dal sindaco, dott. Giovanni Luca gando altresì le motivazioni che l’han- Abbiamo iniziato Cannata, o, in sua vece, dall’assessore no indotta a tale gesto e il significato - il 30 gennaio con la presentazione del Simona Loreto, che è stata sempre vici- che lei stessa attribuisce al quadro in volume di F. G. Lorca La casa di Bernar- na ai desiderata dell’Associazione. questione. Durante la “cerimonia” di da Alba, nella traduzione di Sebastiano Da dire, tuttavia, che si sono interseca- consegna, la pittrice ha esordito dichia- Burgaretta, con la partecipazione del te con queste appena citate anche altre rando apertamente la sua stima e il suo Laboratorio teatrale “Skené” di Dona- manifestazioni, realizzate alcune in apprezzamento per tutto il lavoro svol- tella Liotta, che assieme ai suoi allievi collaborazione con altre associazioni. to dal direttivo e ha messo in rapporto ne sta curando la messa in scena, g. 7 È il caso della presentazione del libro “Le vele”, il titolo del quadro, con la luglio al Teatro “Garibaldi” di Giuseppina Ignaccolo Educare si può nostra associazione. La vela, spinta dal - il 22 febbraio abbiamo esaminato la e si deve in una società complessa, tenutasi vento, energia pulita perché naturale, memoria nella poesia di Angelo Fortu- il 4 marzo nella Sala Frateantonio, in porta la barca verso nuovi orizzonti, na, che ha donato ai presenti una copia collaborazione con la Fidapa, l’Uni- vasti lidi sconosciuti; la nostra asso- del testo presentato, L’odore del tempo, versità della Terza età e con il patro- ciazione, tramite incontri, conferenze commentato per l’occasione dal prof. cinio gratuito della Città di Avola. Ha e la rivista, ci spinge al largo e quindi Salvatore Salemi e letto da Gildo Mol- relazionato Angelo Fortuna, mentre allarga i nostri orizzonti culturali. Co- lica la lettura è stata affidata a Sebastiano noscere non solo il presente, ma parti- - il 4 aprile, il terzo appuntamento ha Cimino, Presidente dell’Associazione Culturale Teatro Gio- vane di Pachino. Il 14 aprile abbiamo invece ospitato l’avv. Giovanni Giuca, il quale ci ha presenta- to il suo Trattato sulla non-violenza scritto da un assassino. Il com- mento è stato affidato alla prof.ssa Nerina Bono e al giornalista Pippo Cascio. All’in- contro, molto parteci- 14 aprile, da sx la Presidente, Giovanni Giuca, Pippo Cascio e Nerina Bono - foto di Cinzia Bianca 3 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

Biblioteca aperta

30 gennaio, da sx Sebastiano Burgaretta, la Presidente, Paolo Oddo, 22 febbraio, da sx Savatore Salemi, la Presidente, Paolo Oddo, Paolo Randazzo e l’assessore Simona Loreto l’assessore Loreto, Angelo Fortuna, Gildo Mollica

4 aprile, i registi Alessandro Seidita e Joshua Walhen - foto di Cinzia 6 maggio, da sx Giuseppe Di Mari, Paolo Oddo, Michele Favaccio, Bianca Sebastiano Burgaretta e l’assessore Loreto - foto di Cinzia Bianca

4 marzo, presentazione del volume di Giuseppina Ignaccolo. Da sx Sebastiano Cimino, l’Autrice, Angelo Fortuna, Caterina Scifo e Michele Favaccio. Foto di Mara Di Stefano

Febbraio 2016, Michele Favaccio e Franco Monello con alcuni alunni dell’Istituto Majorana

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getto relativo al suddetto concorso indetto in collabora- concorso “Quale zione col Comune e gli eredi del cav. futuro per i gio- Antonino D’Agata, valente imprendi- vani avolesi”, che tore e uomo politico italiano, alla me- abbiamo fatto moria del quale è stato dedicato. Que- conoscere in ma- sto mi offre il destro di comunicare che niera itinerante, è stato realizzato, finalmente, nella sua entrando nelle prima parte, l’opuscolo “La Costituzio- scuole e pro- ne e i Padri Costituenti”, contenente il ponendolo agli sommario delle attività tenute, per fare alunni delle ulti- conoscere ai giovani la nostra Costitu- me classi, ai qua- zione, durante il primo corso espletato 13 maggio, da sx Paolo Munafò, Michele Tarantino, Michele Favaccio e il sindaco Giovanni Luca Cannata - foto di Cinzia Bianca li è stato anche nel 2014. La seconda parte vedrà la fi- somministrato gura del D’Agata, Padre Costituente, e, pato, ha fatto seguito un interessante un questionario, presentandolo in vari almeno ci speriamo, sarà proposto in dibattito. luoghi deputati e nelle varie occasioni, occasione della premiazione del con- L’ultima presentazione in ordine di che si sono presen- tempo, è avvenuta in collaborazione tate, proponendolo con la Mondadori di Avola e Palazzo anche alla stampa Lutri, che ha ospitato l’incontro, gior- e alla tv locale e, no 28 maggio. Si è parlato dell’ultimo in ultimo, in una romanzo di Simona Lo Iacono “Le tavola rotonda te- streghe di Lenzavacche” entrato nella nutasi nella Sala rosa dei finalisti al Premio Strega. Noi, Frateantonio il 13 che abbiamo avuto il piacere e l’onore maggio, sul tema: di commentare tutti i libri della giudi- “Economia avolese ce-scrittrice, siamo stati contenti di re- – excursus storico lazionare sul suo testo e di proporlo ai e prospettive per il nostri soci. Sono intervenuti, per l’oc- futuro”, organiz- casione, i ragazzi della III B del Liceo zata dalla nostra scientifico “E. Majorana”, curati dalla associazione e dal- prof.ssa Angela Antonelli, e il maestro la Città di Avola. Corrada Milena Caruso, che, con la Coordinati dal gen. 4 giugno, da sx il Sindaco, il dirigente scolastico Fabio Navanteri, sua musica, ha commentato le letture Michele Favaccio, il presidente del Senato Pietro Grasso, la Presidente - foto di Umberto Confalonieri affidate a Umberto Confalonieri e Mo- hanno partecipato nia Orlando. il sindaco, dott. Giovanni Luca Canna- corso, il giorno 1 settembre. La cosa Sarebbe già tanto il nostro lavoro, solo ta, il giudice Michele Tarantino e l’im- bella e fortuita, che ci è occorsa, è stata ad elencarlo, ma il nostro impegno si è prenditore avolese Paolo Munafò. L’in- determinata dalla venuta ad Avola del profuso anche nel portare avanti il pro- contro ha voluto essere propedeutico al presidente del Senato, Pietro Grasso, in occasione dell’inaugura- zione e intitolazione della palestra di Baskin a “Rita Atria”, su richiesta delle associazioni Super Abili e Libera. Invitati, abbiamo preso parte alla manifesta- zione e abbiamo avuto il piacere e l’onore di conse- gnare al presidente Grasso, che già avevamo incontrato nella visita della nostra de- legazione al Senato, il no- stro opuscolo, poca cosa in verità, ma frutto di tanto la- voro. Non so se riusciremo a tenere questi ritmi, perché questo periodo è stato mol- to impegnativo e faticoso, ma non demordiamo.

28 maggio, foto di gruppo con la scrittrice Simona Lo Iacono foto di Cinzia Bianca 5 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

L’economia avolese nel tempo di Michele Tarantino

SEZIONE ROMANA olutamente tralascio di spinge- Napoli, Archivio Pignatelli (A.S.N.A.P. Possiamo dunque sostenere che le fon- re l’analisi a tempi più remoti, scafo IV, gruppo II, vol. 56): relazione di ti dell’economia avolese rimasero so- Vquando la terra d’Abola era siste- un sovrastante (il secreto) ai feudatari di stanzialmente inalterate non solamente mata con i suoi abituali residenti (intor- Avola sull’opportunità di mantenere at- dopo la ricostituzione dell’abitato a valle no a cinquemila anime) sulle balze del tivo l’arbitrio degli zuccheri, non datata ma anche nei lustri seguenti, dopo le due lembo più meridionale dei Monti Iblei, ma riferibile agli anni immediatamente guerre mondiali del 1914/18 e 1940/45, nella ragionevole convinzione che, su- precedenti il terremoto del 1693, con- che insanguinarono prevalentemente perati il primo sbandamento e il lavoro clusione cui è ragionevole pervenire dal l’Europa. E ancora, almeno sino al de- di impianto del nuovo sito, gli Avolesi momento che il documento menziona cennio 1950/60. potettero disporre dei medesimi fattori don Giovanni Peralta, in quegli anni go- Dunque economia agricola che possia- produttivi di cui già disponevano prima vernatore dei feudi Aragona-Pignatelli. mo definire di sopravvivenza, nel senso che l’imponente movimento tellurico Si legge in quel documento: “Trava- che, assorbendo, insieme al necessario del 9/10 gennaio 1693 li avesse indotti gliano in detto arbitrio più volte due e terziario, la quasi totalità di produzio- ad abbandonare il vecchio abitato semi- trecento persone, e precise nella cottura ne del reddito avolese, il cosiddetto PIL trogloditico. che ve ne sono più centinaia, tutti questi (prodotto interno lordo) non generava Fulcro dell’economia era e continuò ad mantengono la loro famiglia di moglie e alcuna consistente proiezione verso l’e- essere per moltissimi anni, quanto si figli e altro e con questo il vassallagio è sterno a mezzo dei rapporti commercia- ricavava dalla coltivazione della terra. numeroso, e non essendoci l’arbitrio di li. Una economia articolata quasi esclusi- cannamele tutti sarebbero costretti tra- A che tanta modestia, tanta conseguen- vamente sull’iniziativa individuale e su sportarsi con le famiglie e lascerebbero te stasi dei consumi, fermi al minimo in- modesti appezzamenti nell’area fertile la Città un deserto”. Da altro documen- dispensabile: anchilosi del tenore di vita della pianura, lungo la fascia costiera. to (A.S.N.A.P., scafo IV-Avola, grup- degli avolesi? Unica rilevabile eccezione: il trappeto po II, vol. 56) si ricava la quantità del Non faccio fatica a individuare nella delle cannamele per la produzione in- prodotto, immagazzinato negli anni dal assenza quasi totale della cooperazione dustriale dello zucchero. A condurre 1687 al 1692, con una media annua di la causa prima del mancato sviluppo kg. 1.400 di zucchero socio-economico. La cooperazione sa- grezzo in pani nigri, rebbe stata necessaria a generare minori oltre al rottame. Ap- costi di produzione, garantiti dalla coor- prendiamo dal docu- dinazione del fattore materiale. È chiaro mento da ultimo cita- che anche fondi di modesta estensione, to, che la produzione se organizzati in una programmata col- media annua in quel tivazione del medesimo prodotto, pos- periodo fu di tonnel- sono essere sfruttati con costi minori. late 1,4 di zucchero Dal momento che alla proprietà solita- grezzo. Ricaviamo, ria consegue necessariamente la solita- con conteggio appros- ria ricerca degli strumenti di produzio- simativo, sufficiente ne. Una cosa è, per fare un esempio, a darci una idea di se Tizio si adopera a far fruttare i suoi quale potesse essere cinque ettari di coltivazione a gramina- l’apporto dell’unica cee (frumento e orzo sono state colture produzione industria- presenti nel territorio avolese nel perio- le all’economia cit- do preso in considerazione); altra se Ti- tadina, che un pane zio, Caio e Sempronio, vincolati da un Sala lavorazione dei confetti nella Fabbrica Marzipan, pesava kg. 6,376 di unico disegno, si adoperano a far frut- realizzata ad Avola nel 1912 prodotto grezzo; che i tare quindici ettari di coltivazione dello l’impresa i signori feudatari Aragona- pani venivano stipati in numero di dodi- stesso prodotto. Sarà meglio orientata Pignatelli. Localizzata anche essa a ci per ogni cassa, che, dunque, una cassa la produzione in ragione delle prevedi- valle, sfruttava per la coltivazione delle poteva contenere kg 76,516 di prodot- bili richieste dei consumatori; saranno canne la zona umida formata dalle de- to. Una volta raffinato il prodotto, dagli più bassi i costi per la preparazione del fluenze dei corsi d’acqua, naturalmente scali di Falaride e Mare Vecchio, pigliava terreno, la semina, il raccolto, se affidati scorrenti verso il mare dalle cave degli il largo per Palermo. alla medesima mano d’opera meglio at- Iblei. Dava lavoro dipendente a molti Or bene, l’opificio (arbitrio nei documen- trezzata; sarà meglio orientato il prezzo avolesi, centinaia di persone impegna- ti dell’epoca) rimase attivo sino alla fine di vendita per la ridotta concorrenza. te nell’impianto di estrazione del succo del secolo XVIII, allorquando la produ- Ma l’assenza o deficienza di organizza- dolce e liquido ottenuto dalla bollitura e zione non risultò più commercialmente zione collettiva pesa ancora, e fortemen- spremitura delle canne. Vale citare un do- conveniente, soppiantata dalla concor- te, nella valorizzazione commerciale del cumento tratto dall’Archivio di Stato di renza del prodotto sud-americano. prodotto. Al riguardo mi avvalgo di fatti 6 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

piuttosto che di ipotesi. nare. Si dirà: meglio tardi che mai. Ma dette. “a piede franco”, o ad alberello. Cominciamo dalla mandorla. Una nel frattempo la distorsione commercia- Bassissimo arbusto espresso in filari drupacea coltivata in molte aree geo- le potrebbe essere diventata irreversibile. particolarmente adatti al clima isolano, grafiche ma che trova l’ambiente più Come si può mantenere il prezzo senza capaci di affondare le radici fino a rag- propizio in zone climatiche adatte a poter contrastare la concorrenza van- giungere l’umidità e idonei ad esporre il sorreggere la fioritura precoce del man- tando la conosciuta qualità? Senza po- frutto a forte insolazione. Il vino “Nero dorlo e a proteggerlo da improvvise ge- ter dire a chi vorrebbe spendere la stessa d’Avola” ha possibilità di combinazio- late primaverili. Dunque la Sicilia sud- somma che può spendere per la man- ne (blending) con vini prodotti in altre orientale e in particolare i terreni della dorla spagnola piuttosto che americana: aree: Merlot, Cabernet, Sauvignon, pianura avolese. amico, non puoi comprare una “Ferra- Syrah. Abbastanza recentemente otten- Non sono recenti gli studi condotti, fra ri” allo stesso prezzo di una qualunque ne autorevoli apprezzamenti in mostre gli altri, dal botanico avolese Giuseppe altra marca. nazionali ed internazionali. Ne risultò Bianca (n.1801, m.1883) che consen- Dolorosa quanto scontata conseguen- l’opportunità di metterlo sul mercato a tirono di individuare la mandorla pro- za, i “mandorleti”, una volta numerosi, buon prezzo. Non mancarono impren- dotta prevalentemente nel territorio di sono stati convertiti ad “agrumeti”, se ditori che, impiantati i vitigni, ottennero Avola in base a tre cultivar: pizzuta, non del tutto abbandonati nell’attesa di i decreti ministeriali di denominazione fascionello, romana (o corrente). Le pri- essere inglobati nei piani regolatori o, di origine controllata con un disciplina- me due particolarmente re che ne regola il colore adatte alla confetteria e, (rosso scurissimo), l’o- in genere, all’industria dore, il sapore (morbido, dolciaria. In particolare gradevolmente acido, la “pizzuta”, più zucche- pieno). Recentemente rina e meno legnosa, ha l’Istituto Regionale della proprietà organolettiche Vite e del Vino (IRVV) ineguagliabili. Affrontò ha ufficializzato il disci- il mercato internazionale plinare al fine di ottenere come mandorla “Avola”. la nuova denominazione Nei fatti, in difetto della Nero d’Avola, vini im- disciplinare di produzio- bottigliati nel territorio ne e senza un marchio di Sicilia. di distinzione. Partico- Ci si poteva attendere larmente attiva la “Mar- anche nel territorio avo- zipan” di G. D’Agata & lese, favorito dalla deno- Figli, negli anni dal 1912 minazione, la nascita di al 1974. In seguito il pro- una importante cantina dotto di elezione, privo cooperativa; la promo- delle necessarie tutele, fu Vecchia macina zione del disciplinare; la esposto alla adulterazione commercializzazione a con mandorle prodotte a costi più bassi semplicemente, perché privi di aspiranti un prezzo adeguato alla fama e alla qua- in zone climatiche ben diverse da quelle compratori. lità del prodotto. Invece piccoli quanto proprie della mandorla “Avola”. Il gioco si è ripetuto recentemente ed ha isolati e impreparati viticoltori hanno Bisognerà attendere il nuovo seco- messo in luce, ancora una volta, la man- invaso i mercati e i supermercati italia- lo XXI perché l’impegno cooperativo canza di imprenditorialità coordinata e ni dove le bottiglie sono offerte anche a desse vita al “Consorzio di tutela della la perdita di un’altra buona occasione. due o tre euro per bottiglia, prezzo cer- mandorla Avola” e miglioramento della Protagonista il “Nero d’Avola”, vitigno tamente inidoneo a sostenere la qualità filiera. Nato nel 2000 ma che solamente rosso siciliano ben presente nei territori del prodotto. sei anni dopo nel 2006 ha provveduto a Eloro, Pachino, Bonivini. Originaria- Ancora una volta, economia di “soprav- registrare un marchio collettivo ed ha mente l’uva dalla quale veniva tratto fu vivenza”, incapace a sostenere sviluppo. richiesto l’Indicazione Geografica Pro- chiamata “calaulisi”, ossia racina, calea, Difficile quanto ingrata la ricerca dei tetta (I.G.P.), in base a rigoroso discipli- avolese. Le viti sono di quelle cosid- motivi di tanto scarsa imprenditorialità,

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della pressoché inesistente propensione XX si producono eventi che muovono allarmata per i temuti – e in parte con- alla cooperazione. le acque. Si assisterà a una apprezzabile statati – danni dell’inevitabile inquina- Perché il fenomeno, diffuso marcata- conversione dell’economia agricola, che mento: anidride solforosa e ossido di mente in quasi tutto il Meridione d’I- assorbiva all’epoca il 60% della forza mercurio sparsi per km con pesanti nubi talia, è così pesantemente presente in lavoro, contro una media nazionale del di aria umida concentrata e sparata da particolare nella società avolese? 42,4 %. centinaia di ciminiere. La lotta accani- Quando si pensa, come vien fatto di La Sicilia viene interessata da una nuo- ta della magistratura competente rese fare, alla tendenza a ricercare negli aiu- va fonte di reddito, fino a quel momento necessario affrontare le forti spese delle ti esterni, prevalentemente pubblici, i ignorata perché nascosta nelle profon- misure di sicurezza. fondi necessari a sostenere le iniziative dità del sottosuolo. A dare l’abbrivio Non ritengo azzardare, anche in que- imprenditoriali di marca, a mio modo la scoperta di giacimenti petroliferi nel sto caso, fra le ragioni della sopravve- di vedere, piuttosto il risultato che non ragusano. Si tratta di petrolio alquanto nuta crisi la necessità di fronteggiare la la causa della tendenza a mettere, nel- impuro e presente in quantità modeste. concorrenza insita nella presenza di un la migliore delle ipotesi, in seconda fila Ma tali comunque d’aver indotto una mercato con frontiere sempre più dila- l’affidamento alle capacità personali, derivata americana ad operare da quelle tate. alle iniziative private. Alla base cre- parti: nel 1954 estrae la Gulf Italia S.p.a. Ai giorni nostri assistiamo alla continua do ci sia il mancato sviluppo del senso Inizia la diatriba intorno alla opportuni- forte riduzione del prezzo del petrolio, dell’appartenenza, dello spirito della tà di collocare in Sicilia le industrie con- non più l’oro nero osannato poco prima. collettività, della capacità a limitare le nesse: la raffinazione e la produzione dei Arriviamo alla conclusione della breve aspirazioni proprie in vista di quelle me- derivati chimici. L’attenzione è rivolta disamina sul tema. glio raggiungibili con la cooperazione. al mare anche in considerazione del Da qualche anno si aprono nuove op- Tutto ciò è compatibile con una popo- fatto che la costa sud-orientale si trova portunità per l’economia avolese offerte lazione rimasta per secoli estranea al sulla rotta delle petroliere che trasporta- dal discreto incremento della presenza governo della società. Per secoli affidato no il petrolio dell’oriente. La spuntano i di vacanzieri, specie nei mesi estivi. È a invasori: arabi, spagnoli o francesi che fautori della localizzazione domestica. In un ulteriore territorio di esplorazione fossero, poi al lontano governo naziona- un paio di lustri circa trenta km di costa conseguente alle buone potenzialità che le centrale, o ai signori feudatari. Corpi e 2.700 ettari di entroterra fra Siracusa e Avola può vantare al riguardo. Vicinis- estranei percepiti come entità del tutto Augusta andranno a formare il polo pe- sime spiagge di mare finalmente resti- indifferenti alle esigenze dei governati. trolchimico siracusano. Fra le imprese tuito agli originari pregi di sapidità da I quali, conseguentemente, versano in operanti possiamo ricordare la Rasiom un impianto di depurazione da decenni condizioni che spingono alla cura spie- di Moratti: primo complesso di raffina- invocato, di recente realizzato e al qua- tata dell’interesse proprio ed alla diffi- zione operante a partire dal 1949: 650 le auguriamo solida e duratura buona denza verso la cooperazione. Il socio in lavoratori dipendenti; a seguire la Sincat gestione. Aree di ameno relax: il pensie- una cooperativa e lo stesso lavoratore S.p.a (società industriale catanese); la ro corre ai numerosi Caffè della Piazza dipendente sono considerati in preva- Celene S.p.a.; in seguito acquisite dalla centrale, dove granite e aperitivi posso- lenza come portatori di interessi in po- Montedison; l’Isab che produceva com- no essere gustati a prezzi competitivi tenziale conflitto con il proprio. bustibili a basso tenore di zolfo con una in comodi tavolini, dalle prime ore del Può esserci stata, e credo ci sia stata raffineria fra le più grandi d’Europa. Si giorno fino a notte avanzata. Una scelta anche in Sicilia, l’embrionale coscienza affiancarono centrali termoelettriche: ricchissima di agili gite per posti grande- dell’appartenenza, quanto meno, alla importante quella di Marina di Melilli, mente suggestivi. Dai vicinissimi Avola collettività nazionale durante il regime capace di assorbire buona parte del fab- Antica, Dolmen, Falaride, Villa romana, fascista. Ma furono pochi anni del ven- bisogno dell’intera isola. alla vicina superba Noto e non lontana tennio: una decina, collocabili negli anni A favorire la localizzazione la speciale regina Siracusa. A Scicli, Palazzolo, Mo- trenta/quaranta del secolo XX. Insuffi- sezione di credito istituita dal Banco di dica e molto altro ancora. cienti e comunque proiettati verso i de- Sicilia e il basso costo della mano d’o- A servizio di questa recente buona clien- stini della “Patria”, anteposti al benesse- pera locale: sino a tre volte inferiore a tela sono sorti nuovi alberghi e centinaia re della collettività nazionale. Vien fatto quello milanese. buone occasioni di ospitalità familiare: di pensare alla forte tensione del regime, Ovviamente il lavoro non stagionale e B & B. verso l’imperialismo coloniale. La pro- interamente coperto dal punto di vista Occasioni di lavoro e reddito che occor- spettiva fatta balenare ed accettata spe- assistenziale e previdenziale attrasse re saper mantenere e sviluppare. cie dalle popolazioni del Sud d’Italia fu moltissimi avolesi, in precedenza oc- Essenziali le scelte della classe dirigente: quella che vedeva nello sbocco coloniale cupati come giornalieri (jurnatari), per organizzazione di almeno un evento di la facilità di trovarvi lavoro e guadagno. qualche settimana, prevalentemente nei richiamo nazionale, per esempio, una Quanto fossero errate quelle aspettative periodi di più pressante impegno nei mostra-mercato di prodotti artigianali lo dimostrarono ben presto la incapaci- campi. per la lavorazione della tenera e duttile tà/impossibilità di mantenere sotto con- Reddito e tenore di vita aumentarono in pietra calcarea. Le spese per un evento trollo territori come quello etiopico; la maniera esponenziale. del genere, anche se non indifferenti, sa- non minore incapacità di fronteggiare Ne parlo al passato dal momento che a ranno certamente remunerate nel tem- la prevedibile reazione delle concorrenti partire dagli anni Ottanta dello scorso po. Essenziale anche il comportamento nazioni colonialiste: Inghilterra e Fran- secolo le attività industriali si sono ri- dei pubblici esercenti: garbo, signorilità, cia in prima fila. dotte notevolmente. Fra le cause della cortesia, prezzi competitivi. Intorno agli anni Cinquanta del secolo crisi il disfavore dell’opinione pubblica Molto è da fare, ma ne vale la pena. 8 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016 ATTUALITÀ

Il diritto di voto alle donne ha 70 anni di Eleonora Vinci

on è retorica ricordare un av- del fascismo, tre donne furono elette al tanto il numero delle candidate: poco venimento importante per la Consiglio comunale: Evelina Augello, disposte a spendersi in politica o fidu- Nvita degli esseri umani, che sia Eloisa Cagliola e Lucia Alfieri. È questo ciose nel relegare questo compito agli una guerra, un’epidemia, lo sbarco sulla che vogliamo sottolineare in occasione uomini? luna, tanto meno quando l’anniversario dell’importante anniversario, che in un Questi settanta anni che ci separano è quello dell’acquisizione di un diritto paese della provincia più a sud dell’I- dalla prima conquista possono essere irrinunciabile: il voto alle donne. Le ita- talia, con una popolazione di 24.568 anche una occasione per riflettere sui di- residenti di cui 13.071 elettori, ritti delle donne oggi e se ci sia parità di c’erano donne che si recarono genere. Se si pensa che le lavoratrici nel in massa a votare per la prima privato sono discriminate perchè perce- volta in assoluto nella loro vita, piscono un salario inferiore del 30%, lo ma c’erano, soprattutto, donne sono in gravidanza e non hanno aiuti che si candidarono in un mo- per i figli in età prescolare perché nei mento particolare in cui la lotta luoghi di lavoro mancano i servizi e un politica qui era molto accesa. asilo nido richiede un esborso di circa Vigeva il sistema maggioritario, 300 euro mensili, è difficile lavorare e uno schieramento di sinistra mettere su famiglia, vedi il basso tasso contro uno di centro-destra: finì di natalità, ed altrettanto complicato 24 a 6 per i militanti socialisti, dedicarsi alla vita politica. Che dire poi comunisti, PRI e Partito d’A- delle donne aggredite in massa, deruba- zione. Ma la vittoria fu proprio te e stuprate a Colonia la notte di Ca- per quei tre seggi rosa conqui- podanno all’alba del 2016? Una notizia stati all’Assemblea cittadina, che ha fatto il giro del mondo e ha la- quando ad Avola si viveva una sciato l’amaro in bocca. Ecco, abbiamo condizione assai difficile per la ricordato l’anniversario del primo voto carenza di occupazione e il di- alle donne con programmi televisivi, ar- liane, settanta anni fa, si recarono per vario fra i ceti sociali era considerevole. ticoli sui giornali e ora sulla nostra rivi- la prima volta al seggio elettorale, per Chi aveva dato quei voti alle rappresen- sta, ma dopo tante lotte pochi risultati. dire la loro anche in politica e lo fece- tanti del mondo femminile se non altre È forse il caso di rimboccarci le maniche ro in occasione delle amministrative del donne? Sembrava avviata una nuova e ripensare a ciò che non abbiamo fatto, 10 marzo 1946. Prima di quella data le era… poi però il vuoto. Per diciotto lun- a ciò che non facciamo. donne non avevano diritto a partecipare ghi anni nessuna donna è entrata alla vita politica del nostro Paese e quel in Consiglio comunale, solo alla voto fu un momento epocale che aprì quinta legislatura nel novembre la strada a tantissime altre conquiste. del 1964 Ida Peyrot D’Agata Segnò sicuramente l’inizio del tortuoso scrive il suo nome nella storia percorso di emancipazione femminile. politica avolese. Altra pausa e Giovani e anziane, casalinghe e lavora- solo all’ottava legislatura alle am- trici, analfabete e istruite si recarono a ministrative del 15 giugno 1975 votare e non solo. Tantissime si decisero vengono rielette due donne, fra ad avere un ruolo attivo nell’ambito po- le quali Pasqua Manganaro, uni- litico candidandosi per essere decisive e ca sindaca di questa città dal 15 cambiare lo stato delle cose che vedeva luglio 1980 al 9 febbraio 1981. Il l’uomo unico deputato a quel linguag- futuro riserverà al sesso femmini- gio politichese che non poteva interessa- le più spazio rispetto al passato e re le donne. Ma quando queste presero alcune decine rivestiranno anche a fare sul serio, a fare uso del più alto la carica di assessore. Oggi, nono- diritto civile, si resero conto che era sì stante le elettrici siano in numero un diritto acquisito con tanta fatica, ma maggiore degli elettori, in quattro anche un dovere, che affermava, final- siedono al Consiglio comunale e mente, l’appartenenza al corpo sociale. due sono assegnatarie di rubri- Quel 10 marzo del 1946 alle elezioni che assessoriali, sempre troppo amministrative, che avviarono ad Avo- poche rispetto al corposo gruppo la la prima legislatura dopo la caduta maschile. Non si è mai alzato di

Bibliografia: Cronaca (senza pretese) di vita politica e amministrativa avolese dal 1943 al 1984 di P. Nané e A. Mazzonello, Arti Grafiche Motta, 1989 Avola. 9 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

Il paladino della democrazia e della libertà

POLITICA in Europa di Antonino Vinci - foto Archivio Vinci

a tempo ho riposto la ventiquat- trore e riconsegnato il passapor- Dto di servizio, ma mi succede di ritornare spesso, anche se ormai solo con la memoria, in Europa, “quest’Eu- ropa che entra dappertutto…”, come spesso sentiamo dire da qualcuno che purtroppo è solito imputare il “tutto” all’Unione Europea, che è sì la più nota organizzazione internazionale europea, ma non è l’unica. Certamente non ci aiutano più di tanto i “maratoneti” del- la televisione e della carta stampata che, nei notiziari e sui giornali, spesso non si soffermano sull’esatta definizione delle istituzioni e dei loro organi interni di cui si occupano. A ciò, talvolta, può sopperire la nostra diretta conoscen- za: così se, ad esempio, sentiamo cita- di Lussemburgo e della Corte dell’Aia, salvaguardia dal sorgere di nuove re il Parlamento di Strasburgo, intuiamo sapendo che a Strasburgo ha sede la disastrose dittature. Una delle voci in tal trattarsi del Parlamento Europeo, organo Corte europea dei diritti dell’uomo, organo senso, sicuramente la voce più autorevole dell’Unione Europea, anche aiutati da del Consiglio d’Europa, a Lussemburgo in quel momento, era stata quella del un servizio televisivo che si sofferma la Corte di giustizia dell’Unione Europea e primo ministro britannico Sir Winston sulla presenza del suo Presidente Martin all’Aia la Corte internazionale di giustizia, Churchill. In questo quadro e anche Schulz; una precisazione però sarebbe organo giudiziario dell’Organizzazione in seguito all’approvazione da parte opportuna, perché nella stessa sala del delle Nazioni Unite (O.N.U.). Poi se vedia- dell’Assemblea Generale dell’O.N.U. Palais de l’Europe di Strasburgo, il gran- mo che il nostro Parlamento nazionale è della storica Dichiarazione universale dei de cubo sulle rive del fiume Ill, oltre al in questi giorni impegnato nella discus- diritti dell’uomo, secondo la quale tutti gli Parlamento europeo, da più tempo si ri- sione di un disegno di legge sulle unioni uomini nascono liberi e uguali in dignità unisce anche l’Assemblea Parlamentare del civili, ci si dice genericamente che così e diritti “senza distinzione di razza, di Consiglio d’Europa. Non parliamo dell’u- vuole l’Europa e solo da qualche dibatti- colore, di sesso, di lingua, di religione, so delle sigle. Se, ad esempio, si parla to televisivo sappiamo che ci si sta muo- di opinione politica o d’altro genere, di dell’O.S.C.E. non sarebbe bene esplicita- vendo per ottemperare a una sentenza origine nazionale o sociale, di ricchezza, re che si tratta dell’Organizzazione per la della Corte europea dei diritti dell’uomo, la di nascita o di altra condizione”, il Sicurezza e la Cooperazione in Europa, cioè Corte di Strasburgo, organo del Consi- 5 maggio 1949 Belgio, Danimarca, dell’Organizzazione istituita ai sensi glio d’Europa. Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, della Carta delle Nazioni Unite per “il Ora mi sembra quindi opportuno Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito e preallarme, la prevenzione dei conflitti, dedicare qualche riflessione proprio Svezia firmarono a Londra il Trattato la gestione delle crisi e la ricostruzione al Consiglio d’Europa, cioè alla più istitutivo del Consiglio d’Europa, successiva ai conflitti in Europa”? Que- vecchia organizzazione internazionale con l’obiettivo di creare uno spazio sto, anche per evitare una facile confu- europea, unitamente ad alcuni suoi democratico e giuridico comune e di sione con l’O.C.S.E., l’Organizzazione per organi che possono interferire nelle garantire il rispetto dei diritti umani, la Cooperazione e lo Sviluppo Economico relazioni con l’Italia e che per motivi della democrazia e dello Stato di che si occupa “della crescita dell’eco- di lavoro ho avuto modo di conoscere. diritto in Europa. Lo stesso Trattato ne nomia, dell’occupazione e del tenore di Dunque, già prima che finisse il secondo istituì i suoi primi organi: 1) il Comitato vita” nei suoi 34 Stati membri sparsi nei conflitto mondiale si erano levate più dei Ministri, l’organo decisionale e cinque continenti, Organizzazione la voci a esprimere una volontà politica programmatico composto dai Ministri cui sede parigina della Muette ho avuto tesa all’instaurazione di meccanismi atti degli Affari Esteri degli Stati membri modo peraltro di frequentare per aver ad assicurare una pace duratura fra gli o, per delega, dai loro Rappresentanti fatto parte del suo Comitato PU.MA. Stati europei afflitti dalle devastazioni permanenti; 2) l’Assemblea Parlamentare, – Public Management – nei miei ultimi di due guerre nel corso di mezzo secolo, l’organo deliberante composto da 318 dieci anni di servizio. Però non abbiamo unitamente all’esigenza di una maggiore Rappresentanti titolari e altrettanti sicuramente problemi se sentiamo parla- coesione fra gli Stati, della protezione supplenti designati dai Parlamenti re della Corte di Strasburgo, della Corte delle persone dall’oppressione e della nazionali degli Stati membri. Con lo

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stesso atto fu fissata, a ragion veduta, di lasciare qualsiasi Paese compreso sostegno dei servizi sociali; la stessa la sua sede a Strasburgo nella regione il proprio. La Convenzione e i suoi sentenza ha previsto un risarcimento francese dell’Alsazia confinante con protocolli aggiuntivi, inoltre, vietano di 32.000 euro da parte dello Stato il Reno, con l’auspicio che esso da i trattamenti inumani, la schiavitù, la italiano per il danno morale arrecato annoso “fiume della guerra” potesse servitù e il lavoro forzato, la retroattività alla ricorrente. Ancora per la violazione diventare finalmente il “fiume della delle leggi penali, la discriminazione dell’art.8 della Convenzione la Corte pace”. Il Trattato fu ratificato dall’Italia nel godimento dei diritti e delle libertà europea ha accolto il ricorso di tre con legge 23 luglio 1949, n. 433. Il garantiti dalla Convenzione, l’espulsione coppie omosessuali avverso il diniego Consiglio d’Europa è ancora oggi da parte di uno Stato dei propri cittadini, della pubblicazione di matrimonio un’istituzione internazionale autonoma l’espulsione collettiva di stranieri. e ha condannato l’Italia per il vuoto totalmente distinta dall’Unione Europea Diversamente dalla Dichiarazione normativo del suo ordinamento circa il e non va confuso poi con due organi di dell’O.N.U., la Convenzione europea riconoscimento delle unioni fra persone quest’ultima: 1) il Consiglio europeo, che appresta un meccanismo per assicurarne dello stesso sesso, vuoto normativo che il riunisce i Capi di Stato o di governo l’applicazione e il rispetto mediante: Parlamento è ora impegnato a colmare. dei 28 Stati membri dell’Unione e il 1) la Commissione europea dei diritti Ricordo ancora un’altra sentenza della Presidente della Commissione e che ha dell’uomo, composta da un numero di Corte europea che ha condannato il compito di definire gli orientamenti giuristi pari a quello degli Stati che l’Italia al pagamento di più di dieci politici generali dell’Unione stessa; hanno ratificato la Convenzione; 2) la milioni di euro per risarcire 371 cittadini 2) il Consiglio dell’Unione Europea, che Corte europea dei diritti dell’uomo, che hanno contratto l’AIDS ricevendo riunisce i ministri degli Stati membri composta da un numero di giudici trasfusioni di sangue e di emoderivati competenti a seconda della materia da pari a quello degli Stati membri del infetti. trattare (ambiente, industria, ecc.) e che Consiglio, indipendentemente dal Alla Convenzione dei diritti dell’uomo detiene il potere legislativo unitamente fatto che essi abbiano ratificato la e a completamento della stessa ha fatto al Parlamento europeo. Convenzione; 3) il dianzi citato Comitato seguito l’istituzione, con il Trattato Oggi sono 47 gli Stati liberi e democratici dei Ministri. Si tratta di un vero e proprio di Torino del 18 ottobre 1961, della che fanno parte del Consiglio d’Europa, procedimento giudiziario che si apre Carta sociale europea a garanzia ivi compresi i 28 attuali membri con la presentazione di un ricorso alla del godimento dei diritti economici e dell’U.E. e 5 Stati geograficamente Corte da parte di un cittadino che ritiene sociali, quali il diritto al lavoro, a eque extra-europei: Armenia, Azerbajdzan, che lo Stato abbia violato uno degli condizioni di lavoro, alla sicurezza Cipro, Georgia e Turchia. Rimangono obblighi assunti con la sottoscrizione e all’igiene sul lavoro, a un’equa fuori il Vaticano, che tuttavia vi della Convenzione. Sul ricorso la retribuzione, il diritto sindacale, il diritto partecipa in qualità di osservatore, e la Commissione compie un esame di di contrattazione collettiva, il diritto di Bielorussia, estromessa nel 1997 per la ricevibilità; se l’esame è positivo tenta sciopero, il diritto all’orientamento e perdita del requisito della democrazia un componimento amichevole e riferisce alla formazione professionale, il diritto al cui rispetto ogni Stato membro è in ogni caso al Comitato dei ministri, al del lavoratore e della sua famiglia alla impegnato. L’azione prioritaria del quale, in questa prima fase, è demandato sicurezza sociale, alla protezione della Consiglio d’Europa è consacrata nella di decidere se ci sia stata o no violazione salute e ai benefici dei servizi sociali, Convenzione di salvaguardia dei diritti della Convenzione. La seconda fase il diritto delle persone fisicamente o dell’uomo e dei diritti fondamentali, più nota vede, a iniziativa del Comitato o dello mentalmente menomate alla formazione come Convenzione europea dei diritti Stato interessato, l’intervento della e al reinserimento professionale e dell’uomo, firmata a Roma il 4 novembre Corte che, dopo un dibattito in udienza sociale, il diritto della madre e del figlio 1950 e ratificata dall’Italia con legge 4 pubblica, emette una sentenza definitiva alla protezione sociale ed economica, il agosto 1955, n. 849. Gli atti del Consiglio e inappellabile che impegna lo Stato diritto dei lavoratori migranti e delle loro d’Europa, infatti, impegnano gli Stati interessato ad adeguarvisi; l’esecuzione famiglie all’assistenza. La Carta sociale membri soltanto dopo la loro ratifica. della sentenza è posta sotto la prevede anche un sistema di controllo Certamente ispirata alla Dichiarazione sorveglianza del Comitato dei ministri. internazionale della sua applicazione dell’O.N.U., la Convenzione europea Questo si traduce per noi italiani, in basato su rapporti biennali da parte dei intende proteggere il diritto alla vita, caso di lesione di diritti enunciati in Governi degli Stati contraenti al Comitato alla libertà e alla sicurezza personale, a Convenzione, nella possibilità di avere, europeo dei diritti sociali, che ne accerta la un’equa amministrazione della giustizia, dopo i tre gradi del nostro iter processuale, conformità ai principi della Carta. Per al rispetto della vita privata e familiare, due ulteriori gradi di giudizio. Così, di effetto di un Protocollo addizionale del domicilio e della corrispondenza, recente, la Corte ha accolto il ricorso di possono presentare reclami al Comitato alla libertà di pensiero, di coscienza e una cittadina italiana che lamentava la le organizzazioni sindacali di lavoratori di religione, alla libertà d’espressione violazione dell’art. 8 della Convenzione e di datori di lavoro e organizzazioni e di opinione, alla libertà di riunione e sul diritto al rispetto della propria vita internazionali non governative. Grazie di associazione (compreso il diritto di privata e familiare per avere i giudici alla Carta e al suo meccanismo di creare sindacati e di aderirvi), alla libertà italiani, Corte di Cassazione compresa, controllo, tanti Stati hanno modificato di sposarsi e di creare una famiglia. dichiarato l’adottabilità dei suoi tre la loro legislazione e la loro prassi per Protocolli aggiuntivi garantiscono figli da parte di tre famiglie diverse, in conformarsi alle regole poste dalla il diritto al rispetto dei propri beni, un momento di temporanee difficoltà Carta stessa. In questo clima maturò da all’istruzione, alla libertà di circolazione familiari che, secondo la Corte europea, noi la decisione del Ministro del lavoro e di scelta della propria residenza, si sarebbero potute superare con il Giacomo Brodolini di far predisporre

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due disegni di legge riguardanti lo “statuto dei lavoratori” e la “revisione degli ordinamenti pensionistici”. Nei confronti Visita al Museo dell’Italia voglio ricordare soltanto che il Comitato ha riscontrato di recente la violazione delle disposizioni della Carta sociale in relazione: 1) al diritto alla tutela previdenziale “Paolo Orsi” e assistenziale dei giudici di pace; 2) al diritto alla protezione di Sebastiano Melintenda della salute della donna e all’obiezione di coscienza del VITA ASSOCIATIVA VITA personale medico nei casi di interruzione volontaria della isitare uno dei musei più importanti della gravidanza; 3) ai diritti sociali degli appartenenti alle Sicilia, intitolato a uno dei grandi precursori comunità rom e sinti. In particolare, a questo riguardo, dell’archeologia in Sicilia, regala sempre il Comitato ha accolto un reclamo di un’organizzazione V un’emozione speciale. Un’emozione che aumenta, mista a internazionale non governativa che denunciava “il mancato quel giusto pizzico di orgoglio che regala il vedere esposto rispetto del diritto ad abitazioni adeguate per rom e sinti, un pezzo della storia della mia città. Parlo chiaramente lo stato di segregazione razziale, i frequenti sgomberi ed della mostra dedicata agli ori del “British Museum”, espulsioni forzate e l’abituale distruzione di beni personali eccezionalmente rientrati in Sicilia dal 23 ottobre al 23 da parte delle forze dell’ordine”; peraltro, per seguire novembre 2015. I gioielli, Tesoro di Avola compreso, l’attuazione di politiche nazionali di inclusione di queste uniti alla coppa aurea decorata con tori e agli anelli-sigilli comunità, nel quadro di una Convenzione per la protezione provenienti da Sant’Angelo Muxaro, hanno costituito delle minoranze nazionali, opera un Comitato di esperti ad il pezzo forte del medagliere del museo, che però ospita hoc, denominato CAHROM. anche una ricchissima e variegata collezione numismatica, L’azione del Consiglio d’Europa è rivolta anche ad altri con esemplari provenienti da tutta la Magna Grecia, oltre obiettivi quali, ad esempio, l’educazione, la cultura e lo che alcuni eccezionali esemplari fenici, provenienti dalle sport, la gioventù, la sanità pubblica, l’assetto territoriale antiche colonie puniche sul territorio siciliano. Gioielli e il patrimonio, i poteri locali e regionali, la prevenzione e monete ma non solo. Il museo ospita una ricchissima della tortura, la biomedicina, la tratta di esseri umani. Per il collezione di fossili, tra cui i celeberrimi scheletri di due raggiungimento di tali obiettivi, oltre ad aver varato carte e elefanti nani, ma anche resti di antiche officine preistoriche convenzioni ex istituito conferenze, comitati e commissioni, e delle popolazioni che ospitarono alcuni dei siti più antichi il Consiglio d’Europa si avvale di forme di cooperazione del territorio siciliano (Thapsos, Pantalica, Grammichele con l’Unione Europea, l’Organizzazione per la Sicurezza solo per citarne alcuni) e alcune steli con rappresentazioni e la Cooperazione in Europa (O.S.C.E.), l’Organizzazione legate alla sessualità che probabilmente chiudevano le Mondiale della Sanità (O.M.S.) e altre Organizzazioni tombe. Il panorama si amplia con la maestosa collezione internazionali. vascolare, che presenta esemplari molto variegati, da Chiudo accennando che l’Unione Europea in una sua Carta coppette e vasi attingitori usati durante riti religiosi ancora dei diritti fondamentali, adottata a Nizza nel 2000 e riveduta avvolti nel mistero, fino ai mastodontici esemplari usati a Strasburgo nel 2007, ha enunciato principi e diritti che per la sepoltura detta enchytrismos, ovvero inumazione di debbono essere rispettati nell’Unione stessa quali, ad esempio, corpi dei bambini all’interno del vaso stesso. Il panorama la dignità della persona, la libertà, la sicurezza, l’uguaglianza ceramico si arricchisce con gli esemplari attici, sia a davanti alla legge, la solidarietà, la sicurezza sociale, la figure nere che a figure rosse, con forme che variano dalla cittadinanza, la libertà di circolazione e di soggiorno, la tutela lekythos (piccolo contenitore di unguenti a scopo funerario) dell’ambiente e la giustizia. La Carta – meglio conosciuta allo skyphos (piccolo vaso per bere), dalla coppa al cratere come Carta di Nizza – è stata successivamente incorporata, (vaso usato per mescere il vino e l’acqua). La proverbiale sotto forma di allegato e con il medesimo valore giuridico “ciliegina sulla torta”, degna conclusione di una giornata di un trattato, nel Trattato di Lisbona, entrato in vigore estremamente interessante e piacevole, è stata la statua di il 1° dicembre 2009, trattato che ha fatto anche obbligo Venere, esemplare meraviglioso dell’arte statuaria a scopo all’Unione Europea di aderire alla Convenzione europea religioso. L’ennesima prova della maestosità dell’arte per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà antica, che è sempre in grado di emozionare e colpire il fondamentali adottata dal Consiglio d’Europa e ha sancito pubblico, con un fascino destinato a sopravvivere al tempo che i diritti dalla Convenzione stessa garantiti “fanno parte che corrode, e che mai nulla potrà intaccare. del diritto dell’Unione in quanto principi generali”.

12 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016 POESIA Santa Vennira di Turi Coffa

Nun c’è ‘mpegnu, né scusanti C’è cu rici ni la Gallia, c’abbunnanza ri campani, e mancu dubbiu ‘nta testa, cu guarisci Vista e Pettu, bummi e fochi artificiali. avissi a carriri u munnu, o macari, cà, ‘nSicilia, a lugliu, a Raula, c’è festa. trova a morti pi’ dispettu. Tutt’a genti è attenta ne’ prighieri ricitari, Si fa festa a la Pattruna L’abbitanti re paisi, sannu stari puru i nnichi vinirata e virginedda, e ri Raula, ‘mparticulari, ca li carni fanu arrizzari. marturiata finu a morti, la pigghiaru pi’ vardiana spusa a Ddiu nnicaredda. senza sordi mai pajiari. Ni’ stu’ seguitu cumpostu, ni’ stu’ snodu ri pirsuni, Iappi Vennira pi nnomu, c’è cu ‘nvoca la Santuzza e macari Vinniranda, e cu prejia a “mucciuni”. nasciu ‘nSicilia, a Acirriali e fu ra fedi capubanda. Mentri e lati ro curteu, bancarelli e vinnituri, Ri picciridda priricaia, priparunu tanti cosi fini ‘nmenzu a genti si muvia, cu duvizia e cu primuri. pi purtari la parola ri lu nostru Ddiu Missia. Macari emigranti e furisteri, tutta genti ca è luntanu, ‘Ntornu circa l’annu centu, vonu essiri prisenti ri l’avventu ro Signuri, pi pigghiarisi pa’ manu. misi peri ‘nta lu munnu sta’ riggina ri l’Amuri. E assemi, cu ‘na vuci, ‘ntornu a Statua, a so’ fiura: A li genti ri la Gallia “Viva viva Santa Vennira” e ri l’Italia miridiunali, ricunu forti cu primura. Magna Grecia e ri Sicilia, porta amuri senza uguali. Fari chistu, e macari ciù, po’ splinduri ri la Santa, E pi chistu, com’è r’usu, Predica di Santa Venera ogni annu è tradizioni fu re’ putenti marturiata r’Aulisi, e ci si vanta. cu risfizii, finu a morti, A tistarda divuzioni, ma ri l’umili genti amata. versu li pirsuni affisi, Hanu rrettu a Parrocchia, si riscontra già re tempi se u rivordu ‘n’è cunfusu, Antoniu, Calibru Prifettu, ri Raula Veccia, pe’ difisi. pattri Carpinu, Furtuna cu sivizii e cu turtura, e ron Giuvanni Carusu. Ddiu ci vulia fari niari, Ogni annu, o misi i lugliu, ma Vennira nun spirgiura. cu sunati ri la banda, Nun c’è ‘mpegnu, né scusanti si ricorda lu martiriu e mancu dubbiu ‘nta testa, Altrittantu fici Tèmiu, ri la nostra cara Santa. avissi a carriri u munnu, ri la Magna Grecia tirannu, a lugliu, a Raula, c’è festa. però macari lu so’ fari L’ultima ruminica ro misi, nun purtau a Vennira dannu. tutti a Santuzza appressu: Sinnicu, assissuri, parrini, Ma u mali, c’appustaia, genti divota e “maluversu”. tantu fici ca’ culpiu, e, pocu dopu quarant’anni, E’ accussì ca u Simulacru decapitata, ivu a Ddiu. ri la Vergini gira i strati, 13 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

Sindone e Vangeli:

RELIGIONE passioni a confronto di Corrado Argentino

Gesù di Nazareth e l’uomo della sindone. Vi pitale, a pena di morte sentenziata. nei racconti è una somiglianza fra i due veramente Dal racconto sindonico non si possono della pas- eclatante, per tantissimi particolari. La conoscere le dinamiche che portarono sione. Gli Sindone presenta una vicenda che si è svolta a questa tortura ma si possono vedere evangelisti come i vangeli narrano l’evento finale della gli effetti sulla pelle di quest’uomo che riferiscono vita di Gesù. [...] Non è possibile ignorare furono indubbiamente gravosi. Fonda- che Gesù questa relazione di coincidenza: ciò porta il mentalmente quasi tutto il nudo corpo fu costretto lettore che conosce entrambi i racconti a è ricoperto di ecchimosi escoriate da cui a portare la croce (Sinottici e Gv) e che passare istintivamente dall’una all’altra fuoriuscì del sangue. La flagellazione fu ad un certo punto del cammino verso il narrazione. pesante, ma l’uomo della sindone non Gòlgota fu aiutato da Simone il cireneo Da un lato la sindone viene illuminata morì a causa di questa tortura. (Gv non menziona l’aiuto del cireneo). dai vangeli, dall’altro è come se i vangeli 3) All’uomo della sindone e a Gesù è Secondo i Sinottici, la fatica, il dolore, le avessero un’appendice del tutto unica e stato imposto un casco/corona di spine. ferite sanguinanti di un Uomo flagellato speciale [...]. È una notizia unica, nessun documento e coronato di spine spinsero probabil- Ecco allora le caratteristiche comuni a noto, a parte i vangeli e la sindone, ri- mente i carnefici a chiedere il supporto Gesù e all’uomo della sindone. porta tale usanza presso i romani o altri di un passante. In Giovanni invece Gesù 1) Gesù, così come l’uomo della sin- popoli. Dal racconto sindonico traspare appare con una forza fisica quasi sovru- done, è stato percosso al volto. I carnefici che fu posizionato sul capo un casco di mana che gli permette, nonostante i do- diedero libero sfogo alla loro crudeltà spine che ricopriva le regioni frontale, lori e la fatica, di portare la croce fino al e questo è solo la prima di una serie di parietale e occipitale. Dalle piccole fe- luogo della crocifissione. I vangeli non sevizie e torture molto violente. Il volto rite da punta colò del sangue che man riferiscono di cadute di Gesù durante la sindonico è tumefatto, gonfio, con degli mano si coagulò mentre l’uomo della salita al Calvario. ematomi sul lato destro e con il naso de- sindone era in posizione eretta. Tutti gli 5) Gesù e l’uomo della sindone sono formato. evangelisti, eccetto Luca, riportano tale stati inchiodati alla croce. Di questo dato Nel caso di Gesù tutto ciò avveniva in- informazione. Il contesto è sempre quel- gli evangelisti danno una rapida e scar- sieme alla violenza psicologica su di un lo della derisione da parte dei soldati na informazione, solo una semplice af- Giusto che viene deriso amaramente per romani sul tema del falso re dei giudei. fermazione senza alcuna descrizione ciò di cui era accusato. Ciò era per tut- Questa tortura è abbinata alla vestizione della modalità di crocifissione. Tutti e ti un’assurdità inaudita, soprattutto per con un tessuto di porpora e una canna quattro specificano che Gesù fu crocifis- i soldati che avevano trovato il pretesto nella mano destra (solo in Matteo: Mt so in mezzo a due malfattori nel luogo per schernire Gesù. In Marco (Mc 15,19): 27,29 b). detto Gòlgota. “Marco” specifica l’o- dai soldati romani dopo la sentenza di 4) L’uomo della sindone e Gesù hanno ra della crocifissione: le nove del mattino condanna a morte; Matteo (Mt 26,67): trasportato un oggetto pesante/patibu- (Mc 15,25). L’uso dei chiodi inoltre vie- dalle autorità giudaiche nel contesto del lum per l’inchiodamento. Sulla sindone ne specificato solo da “Giovanni” in un processo/interrogatorio notturno; Luca i segni lasciati nella zona scapolare si- contesto diverso da quello della crocifis- (Lc 22,63): dagli uomini che avevano in nistra e sovrascapolare destra sono stati sione, cioè nel contesto delle apparizioni custodia Gesù dopo l’arresto; Giovanni interpretati come la diretta conseguen- del Risorto. Tommaso, assente alla pri- (Gv 19,3): dai soldati romani durante za del trasporto di un oggetto pesante ma apparizione e incredulo al racconto le fasi del processo romano dinnanzi a che strofinò, attraverso una veste, sulla dei discepoli, così si esprime: Se non vedo Pilato. pelle già escoriata dalla flagellazione. nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto 2) Sia Gesù che l’uomo della sindone Si percepisce come ecchimosi di forma il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la hanno subito la flagellazione. I vangeli quadrangolare. Conoscendo le modali- mia mano nel suo fianco, io non credo (Gv presentano una duplice versione del- tà di crocifissione del mondo antico, è 20,25 b). Crocifiggere con chiodi non la stessa notizia. In Giovanni (Gv 19,1) possibile affermare che non può essere era un fatto scontato, era anche molto e parzialmente in Luca (Lc 23,16.22) altro che il segno lasciato dal trasporto diffusa l’usanza di legare mani e piedi Gesù viene flagellato come punizione in- del patibulum, il legno sul quale poi è sta- dei condannati con corde. Probabilmen- dipendente; non era una tortura per forzare to inchiodato. Altri dettagli mettono in te l’uso dei chiodi era riservato a croci- una confessione, né la pena collaterale che evidenza che l’uomo della sindone, tra- fissioni ufficiali. La sindone, attraverso precludeva alla crocifissione. La condanna a sportando questo oggetto verso il luogo l’analisi delle relative ferite, documenta morte sopravvenne solo più tardi. [Pilato] si della crocifissione, è caduto a terra. Lo chiaramente un inchiodamento dei polsi decise per la flagellazione, nella speranza che rivelano le lievi contusioni alle ginocchia e dei piedi con tre chiodi. La ferita da gli Ebrei si sarebbero accontentati di questa e il terriccio rinvenuto sul naso e sul gi- chiodo del polso sinistro è nettamente pena. Invece Marco (Mc 15,15) e Matteo nocchio sinistro. visibile; di quella del polso destro, coper- (Mt 27,26) riferiscono di una flagellazio- Ciò che viene detto sotto forma di imma- to dalla mano sinistra, è visibile solo il ne imposta come preludio all’esecuzione ca- gine sulla sindone viene detto in parole sangue fuoriuscito; il terzo chiodo è sta-

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to utilizzato per entrambi i piedi, facen- va di fronte a un fatto unico. Entrambi, te ma di fretta per rientrare nei tempi do sovrapporre il piede sinistro al destro. non solo non hanno le gambe spezzate stabiliti. La sindone mostra un crocifisso 6) Entrambi deceduti per morte di croce. ma hanno la stessa identica ferita inferta avvolto in un lenzuolo, questo è già di L’uomo della sindone appare sul telo dopo la morte. per sé un fatto singolare. Solitamente i come un cadavere. Tutte le ferite presen- L’evangelista Giovanni motiva bene crocifissi erano destinati alla fossa co- ti sul corpo non permettono di pensare questa singolare operazione. Egli infor- mune o ancora peggio venivano lasciati a un perdurare della vita. Inoltre il de- ma che la motivazione per cui doveva es- sulla croce al destino degli animali sel- funto è esplicitamente in rigidità cadave- sere accelerata la morte dei crocifissi era vatici. L’uomo della sindone ha avuto rica, con il collo inclinato, le gambe di- l’imminenza del solenne sabato di Pa- invece il privilegio di una degna sepol- versamente estese e i muscoli irrigiditi. Il squa. La frattura delle gambe viene rego- tura con un pregiato lenzuolo di lino. Il sangue post-mortale sgorgato dalla ferita larmente effettuata per i due malfattori, corpo non fu lavato, ma avvolto insan- al costato documenta la situazione cada- lo stesso non avviene con Gesù perché guinato. La lavatura non fu effettuata verica di quest’uomo. La morte di Gesù già morto, a cui invece viene inflitto un perché si trattava di una vittima di morte viene descritta dagli evangelisti come un colpo di lancia per accertare l’avvenuto violenta, da cui era fuoriuscito molto evento permeato fino all’ultimo istante decesso (Gv 19,31-37). sangue che doveva essere sepolto con il dalla Sacra Scrittura. Gesù cita la Paro- Sulla sindone questa ferita è la più appa- cadavere. Per l’uomo della sindone non la di Dio e la porta a compimento sulla riscente e quella da cui è fuoriuscito più si può dire se la sepoltura fu frettolosa. sua pelle. I sinottici riportano l’ora della sangue, diviso nella sua parte corpusco- Guardando la sindone ci si interroga morte (le tre del pomeriggio) e descrivo- lata e sierosa. Da questo dato scientifico sull’identità di questo crocifisso sepolto no gli istanti successivi ricchi di sconvol- rilevabile dall’analisi del sangue dell’uo- così onorevolmente che avrebbe dovuto gimenti miracolosi e straordinari. In Mc, mo della sindone viene fuori il paralleli- essere trattato, in quanto condannato a Mt e Lc Gesù muore gridando con for- smo più curioso con Gesù: dal costato pena capitale, come un disonorato. za una parola dei Salmi (Sal 22,2 in Mc del primo è uscito “sangue corpuscola- 9) L’uomo della sindone, così come 15,34 e Mt 27,46; Sal 31,6 in Lc 23,46). to” e “siero”, dal costato del secondo Gesù, è rimasto avvolto nel lenzuolo per Giovanni non riporta questi particolari “sangue” e “acqua” (Gv 19,34). Ci si poco tempo. Sulla sindone non sono pre- dei sinottici ma segnala il compimento chiede se l’informazione riportata da senti i naturali segni di decomposizione di Sal 22,16 e di Sal 69,22: quando avevo Giovanni, interpretata da sempre come di un cadavere e il processo di ridiscio- sete mi hanno dato aceto. Tutto si svolge in la più carica di intenzionalità simbolica, glimento dei coaguli ematici si arrestò poche ore. Sappiamo da notizie del tempo abbia invece una base storicamente at- entro 40 ore. Da questi due dati non si che gli Ebrei messi in croce dai Romani du- tendibile. può che evincere la breve durata di per- rante la guerra giudaica, restavano in vita 8) L’uomo della sindone e Gesù furo- manenza del corpo nel lenzuolo. Se il talvolta per parecchi giorni e morivano fra gli no avvolti in un lenzuolo funebre e sepolti corpo fosse stato avvolto nel lenzuolo spasimi, a poco a poco. Gesù probabilmen- frettolosamente. Gli evangelisti narrano la per più di due o tre giorni, il processo te era così stremato dalla flagellazione e dai sepoltura di Gesù. Tutti e quattro sono di putrefazione avrebbe distrutto l’im- maltrattamenti che la sua morte avvenne in attenti all’indicazione temporale: era ve- magine e avrebbe lasciato delle evidenti poche ore; lo stesso Pilato si meravigliò di nuta ormai la sera e stava per iniziare il macchie che si vedrebbero sino ad oggi una così rapida morte (cf Mc 15,44). riposo del sabato (Mc 15,42; Mt 27,57; sul telo. Non sono presenti poi segni di 7) Sia Gesù che l’uomo della sindone Lc 23,54; Gv 19,42). Tale ora giustifica trascinamento del corpo o di alterazio- non presentano fratture alle gambe, ma il veloce seppellimento, tutto doveva es- ne dei decalchi: il contatto tra corpo e sono stati feriti al costato dopo la morte con sere svolto entro l’inizio del riposo pre- lenzuolo si è interrotto misteriosamente. una lama. La prassi stabilita per accele- scritto. Così Egli viene rapidamente de- Ad ogni modo risulta irragionevole sep- rare la morte dei crocifissi era quella di posto dalla croce, avvolto/legato con un pellire un defunto con un lenzuolo per spezzarne le gambe, qui invece ci si ritro- lenzuolo/teli e seppellito in un sepolcro, poi toglierlo da esso dopo così poco tem- in vista di una po. Di Gesù di Nazareth ogni cristiano sistemazione conosce le motivazioni della brevità di definitiva che permanenza nel lenzuolo. Questo fatto doveva essere concreto è il centro della fede cristiana. operata dalle Il primo giorno della settimana, all’alba donne dopo il dopo il sabato, il sepolcro viene ritrovato riposo sabba- vuoto. «È risorto, non è qui» (Mc 16,6). tico. A causa Nei vangeli la ragione, per cui il contatto dell’ora Gesù tra corpo e lenzuolo non c’è più, è pro- non fu seppel- prio la risurrezione. lito secondo Le donne vedranno che la loro premura per il i regolari usi defunto e per la sua conservazione è stata una poiché avreb- premura troppo umana. Vedranno che Gesù bero richiesto non deve essere conservato nella morte, ma che troppo tempo. Egli è vivo nuovamente e soltanto ora vive ve- La sepoltura ramente. Vedranno che Dio, in un modo defi- fu fatta digni- nitivo e solo a Lui possibile, lo ha sottratto alla tosamente e corruzione e con ciò al potere della morte. decorosamen-

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Elio Alia, persona libera

RICORDO di Sebastiano Burgaretta - foto di Nella Urso

l 29 febbraio scorso è venuto a man- per l’estate prossima. Già da quand’era care un caro amico e socio di “Gli piccolo la difficoltà di educarlo all’eserci- IAvolesi nel Mondo”, l’avv. Elio Alia, zio armonico della libertà, come egli stes- del quale la nostra rivista nel precedente so qualche volta mi ha raccontato, dava numero ha pubblicato un contributo sul da pensare alla sua adorata mamma. La l’impertinenza (la morte però chiude tutti celebre “Caso Gallo”. Più che il socio e maturità classica dovette andare a conse- i conti), persino sui destinatari cui si rivol- l’uomo pubblico che egli è stato in tut- guirla lontano da Avola, a San Demetrio geva con affetto e positività d’intenti. Una ta la sua vita come impiegato di banca, Corone, dove se ne fece carico il fratello luce che non tollerava zone d’ombra e che come politico, come dirigente nazionale Vincenzo, da lui venerato, che colà inse- diventava qualche volta oggettivamente del P.S.I., come amministratore comuna- gnava nei primi anni Cinquanta, e dove scomoda, se non pesante da reggere, per le in qualità di consigliere e più volte di ebbe compagno di classe il concittadino, chi la riceveva o la subiva. Un eccesso di assessore, e infine come giudice di pace, poi grande ispanista, prof. Giuseppe Di luce è stata la sua qualità ed è stato proba- io voglio, in questa sede, rendere omaggio Stefano, che egli affettuosamente chiamò bilmente anche il suo limite. Un limite che all’amico e all’uomo. Io sono stato ono- sempre Pinuccio. E poi la libertà, eser- quanti lo abbiamo conosciuto non sempre rato della sua amicizia sincera, della sua citata fino all’autolesionismo, nel suo siamo stati capaci di affrontare e/o di ac- grande stima e del suo affetto, ed è grazie impegno politico, una libertà che ovvia- cettare, leggendone la positività d’origine. a questo mio “privilegio” che, senza che mente non poteva permettergli di “fare Insomma, caro Elio, a volte, per incapa- esso faccia velo alla verità, desidero ricor- carriera”, non avendo egli pratica con la cità nostra, per insipienza, per comodità, darlo per come credo di averlo conosciu- parola diplomazia e con la prassi della per noia o per stanchezza, certamente per to e interiormente sentito. Amava la vita “diplomazia”. Ne era agli antipodi, fino poco amore cristiano, non abbiamo retto Elio, e voleva coglierne con gusto la bel- alla difficoltà talora nell’autocontrollo. alla potenza esplosiva della tua luce e ab- lezza e la bontà, nella loro radice di base Una sorta di inquietudine, causata in lui biamo preferito sottrarci ad essa. E questo che è la verità, appassionatamente e sen- dalla febbre libertaria, era quella che non è un altro limite, che onestamente dob- za sconti, neanche per sé stesso. Ho visto sempre gli ha reso facili e agevoli i rappor- biamo stavolta ascrivere al nostro conto, Elio sempre come una persona nata libe- ti personali con il prossimo. Eppure Elio magari chiedendotene scusa nella sordina ra e in costante tensione alla difesa della aveva due qualità di fondo che avrebbero del nostro cuore. sua libertà. Libertà di pensiero, libertà di dovuto agevolarglieli: l’onestà interiore Le tue figlie, al tuo funerale, hanno reso parola, libertà di azione, libertà di movi- e la sincerità verso gli altri. Qualità che pubblicamente affettuoso omaggio al pa- mento. La sua vita si può definire come forse sono state anche paradossalmente la dre e al marito, e in ciò hanno fatto bene. un continuo, inquieto, talora contraddit- sua pietra d’inciampo. Esse, infatti, unite Ma tu sei stato anche uomo pubblico, torio, viaggio nella e verso la libertà, un alla generosità, erano in lui come una po- come testimoniato quel giorno dal laba- viaggio ideale e mentale con lo spirito, ma tente carica di energia, una carica di luce ro della Città, dal picchetto d’onore dei anche un viaggio fisico, come dimostrano costantemente e ciclicamente soggetta ad vigili urbani e dagli amministratori poli- le tante crociere e i tanti tour che ha fat- esplodere e divenire abbagliante, abbaci- tici presenti, e sei stato amico di tanti. E to in tutto il mondo, e come confermato nante. Una luce che per primo abbacina- come amico, che ti ha voluto bene, ti dedi- sino alla fine dalle pressanti richieste ri- va lui stesso, non sempre permettendogli co pubblicamente questo mio tentativo di volte, dal letto dell’ospedale, alla moglie di vedere dove e come poggiava i piedi, leggere in te, che per me è anche una di- Ninuccia, perché prenotasse da qualche facendolo conseguentemente sbattere su- chiarazione d’affetto e di amicizia. Vale. parte per Pasqua e a Montecatini Terme gli altri, sfiorando talora l’invadenza e/o In ricordo dell’amico di Giuseppe Di Stefano civola come l’olio il suo nome: Elio Alia. Merito della –l– ripetuta, nell’uno e nell’altro membro, con la –i– che la segue entrambe le volte; e del fluire delle vocali, tutte presenti meno l’oscura u, ben sei delle otto lettere dell’insieme, tre da Suna parte e tre dall’altra in simmetrica disposizione. E come l’olio e il frutto da cui si spreme emanano solarità e sanno di terragno e di nostrano, così quel nome trasmette i medesimi umori a chi ne ha conosciuto il titolare nella sua essenzialità, al di là di contingenze esterne. Dalla terra dove affondava radici profonde Elio traeva i succhi migliori: la cordialità sollecita e leale, la socievolezza fittamente ramificata, l’amicizia intensa e istintivamente fiduciosa. Nella supposta ultima meta, il con- solante altrove, possiamo esser certi che avrà scovato l’analogo della nostra piazza, con i suoi quattro quartini che a lui erano ugualmente familiari, quei quartini che ogni tardo pomeriggio di un tempo andato solevano affollarsi – ma semplifico – di agricoltori e artigiani l’uno, di commercianti e sensali l’altro, di studenti e universitari il terzo e di impiegati e professionisti il quarto, con una sua piccola appendice di prestigiosi mediatori; presenze tutte esclusivamente maschili. In quell’altrove e in quella piazza si è visto raggiungere, non molte settimane dopo il suo arrivo, da un altro gran personaggio figlio vigoroso dell’Avola dipartita, Nunzio Cancemi. Avranno ripreso a discettare e a scambiare battute su e giù per quelle eteree copie dei quartini e dei Corsi della loro giovinezza, freschi ancora del malinconico dialogare negli ultimi mesi della loro anziana età. Ci ritroveremo, cari amici, ma senza prescia, non diamoci fretta. 16 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016 STORIA Il 1916 e la logorante guerra di trincea di Michele Favaccio

anno 1916 si apre con le truppe tappeto le zone presidiate dagli italiani. pegnati sul fronte francese. italiane attestate sulle rive del Mentre le ali dello schieramento rallenta- La notizia dello sfondamento del fron- L’fiume Isonzo in attesa che il mi- rono l’avanzata degli austriaci, al centro te trentino, giunta a Roma, provocò un glioramento delle condizioni climatiche si aprì una profonda breccia e il nemico sollevamento generale contro il Cadorna. favorisca la ripresa delle operazioni. Ai dilagò, superando i contrafforti alpini, Salandra, atterrito dalle ripercussioni ne- primi di marzo, il generale Cadorna ema- fino ad affacciarsi sulla pianura veneta. gative che avrebbero potuto interessare il nava gli ordini per la ripresa delle ostilità. Vicenza era a meno di trenta chilometri Paese, convocò un Consiglio dei Ministri Si trattava di un’offensiva lanciata non a e le forze schierate sull’Isonzo rischia- urgente in cui, il problema della sostitu- seguito di accurati studi tattico-strategici, vano di essere prese alle spalle. Questo zione del Generalissimo tornò prepoten- bensì aveva fini diversivi, per evitare che piano, chiamato Strafexpedition (spedizione temente sul tavolo. Tuttavia, sebbene la gli austroungarici sottraessero truppe dal punitiva), era stato progettato dal generale tentazione di fare di lui un capro espia- fronte italiano e le trasferissero sul fronte Conrad sin dal 1906, quando l’Italia era torio fosse grande, tutti convennero che francese di Verdun. Questa operazione ancora alleata dell’Austria, per preveni- non era il momento di aprire una crisi di fu chiesta dai francesi, nel rispetto degli re un eventuale tradimento. A causa del Comando e ci si accontentò di una solu- Accordi della Conferenza Inte- zione di compromesso: la convo- ralleata di Chantilly del dicembre cazione di un Consiglio di Guerra, 1915 che, prevedeva anche di pro- cui, oltre al Cadorna, dovevano seguire l’attività di logoramento partecipare il Sottocapo di Stato delle truppe nemiche. L’11 marzo Maggiore, generale Porro, i Co- si iniziava la 5^ battaglia dell’Isonzo. mandanti di Armata, il Presidente Gli obiettivi sul fronte della II^ e del Consiglio e cinque ministri. Il III^ Armata erano rappresenta- Generalissimo rifiutò la proposta. ti dal monte Mrzli, dal S. Maria, Di fronte a tanta tracotanza la Ca- dal Podgora e dal San Michele. Le mera insorse. Non solo i giolittia- truppe della II^ Armata, schierate ni, che osteggiavano apertamente nel settore del monte Rambon, si l’operato di Cadorna, ma anche trovarono nella impossibilità di gli interventisti furono d’accordo manovrare per le abbondanti nevi- che il suo potere doveva essere cate e furono così un facile bersa- ridimensionato. Infatti, sia i gio- glio per le mitragliatrici nemiche. littiani, provocando la crisi di co- La III^ Armata, venendo a man- mando, sia gli interventisti che, care il sostegno della II^ Armata essendosi arruolati come volonta- che, bloccata dal fango, aveva mes- ri, nutrivano uno spirito di rivalsa, so fuori uso parecchio materiale perché il Cadorna li aveva esclusi bellico e i carriaggi con i riforni- dalle prime linee in quanto ritenu- menti, si limitò a effettuare azioni ti elementi disgregatori e pessimi di bombardamento sulle postazio- soldati, lavoravano per la caduta di ni nemiche con scarsi risultati. Il Salandra. Così ai primi di giugno, 15 marzo terminava l’inutile offen- la Camera chiese chiarimenti al siva che procurò parecchi morti e Presidente del Consiglio sul crol- nessun risultato significativo. lo del fronte trentino. Il Salandra Il generale Cadorna, assecondato riversò le colpe sui comandi milita- anche dallo Stato Maggiore, aveva con- suo odio verso il nostro Paese, l’impera- ri, suscitando la reazione dei nazionalisti centrato la maggior parte delle truppe tore d’Austria era stato costretto ad al- che lo definirono il Presidente dell’interven- sulla fascia meridionale fino al mare e lontanarlo dall’incarico di Comandante to, ma che nello stesso tempo aveva imboscato lasciato sguarnito il fronte trentino. Egli dell’esercito austroungarico, carica che i tre figli maschi, anziché mandarli alla guer- era convinto che, in quel settore, non po- gli venne subito restituita non appena l’I- ra. Ferito nell’orgoglio, Salandra si difese teva accadere nulla a causa del terreno talia entrò in guerra a fianco della Tripli- male e il Parlamento lo sfiduciò con 197 impervio, e che le voci che circolavano ce Intesa. Riottenuto il comando, aveva no e 158 si. circa un probabile intervento austriaco, tentato più volte di convincere i tedeschi La scelta del successore fu, come al soli- erano state diffuse ad arte dal nemico, a sferrare un attacco sul fronte italiano, to, il frutto di un compromesso. L’emer- per indurre gli italiani ad allentare l’of- convinto come era che esso si sarebbe genza richiedeva la formazione di un go- fensiva sul fiume Isonzo. Il 15 giugno, frantumato al primo urto. Per nostra for- verno di concordia nazionale che, come quando l’Italia si apprestava a ricordare il tuna, i tedeschi non lo avevano ascoltato tutte le concordie, era destinato a covare, primo anno dell’intervento armato, pro- per due motivi: da un lato l’Italia ancora al suo interno, tutte le discordie. Paolo prio in quel settore, su un fronte di 50 chi- non aveva dichiarato guerra alla Germa- Boselli che fu chiamato a presiedere il lometri, l’artiglieria nemica bombardò a nia, dall’altro lato perché fortemente im- Consiglio dei Ministri, possedeva tutti i 17 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

requisiti, meno quelli di guidare un pa- portato in auge dalla stampa nazionale, me. Appena informato, Cadorna ordinò ese in guerra. Era un bravo economista, doveva ricevere il ministro Bissolati, lo che l’abbandono di posto venisse punito ma politicamente scolorito e aveva qua- destituì, senza complimenti, relegandolo con la fucilazione senza processo. Pochi si ottant’anni. Ma, proprio perché privo al comando di una grande unità secon- giorni dopo un sottotenente, tre sergenti di precisi connotati, lo si ritenne il più daria, che operava in una zona morta. e otto soldati del 141° reggimento subiro- adatto a barcamenarsi in una coalizione Il generale Capello veniva visto dalla no quella sorte e il Cadorna se ne felicitò dalle più svariate tendenze. La nomina di stampa come il probabile successore, ca- con il colonnello che aveva ordinato l’e- Boselli non dispiacque al Generalissimo pace di imprimere un nuovo dinamismo secuzione, premiandolo con un encomio perché lo riteneva più debole di Salandra, offensivo alla guerra e stabilire rapporti solenne. Dopo la presa di Gorizia, il Ge- come in effetti era. Mentre a Roma si neralissimo ebbe l’illusione di avere discuteva sulla formazione del nuo- ormai il nemico alla sua mercé. In vo Governo, il Cadorna aveva dato effetti gli italiani erano, come nume- il meglio di sé come coraggio e ca- ro, superiori agli austriaci. Mentre il pacità organizzativa e anziché retro- nemico non poteva distrarre forze cedere le truppe, aveva buttato nella dal fronte balcanico e galiziano, il mischia tutte le riserve, rischiando Cadorna disponeva di quasi due il tutto per tutto. L’avanzata nemi- milioni e mezzo di combattenti e di ca fu arrestata, il terreno perduto fu un’arma micidiale: la bombarda. Ne recuperato, ma il 29 giugno, alle ore aveva ricevuto 600 con cui pensava 05:15, gli austriaci, dopo il fallimen- di disarticolare facilmente i retico- to della strafexpedition, scatenarono lati nemici e aprire profonde brecce un violento contrattacco sul monte nelle fortificazioni avversarie, osta- San Michele, San Martino del Carso colo insormontabile per le truppe e Bosco Cappuccio, per alleggerire appiedate. Forte di questa fiducia la pressione italiana. Per la prima e nel timore che un altro inverno in volta i gas asfissianti, un miscuglio trincea avrebbe avuto effetti deleteri di cloro e fosgene, fecero la loro sul morale delle truppe, senza alcu- comparsa sul nostro campo di batta- na preparazione, scatenò il 14 set- glia e trovarono i soldati totalmente tembre, la 7^ battaglia dell’Isonzo impreparati. Il gas, sospinto dal ven- con l’obiettivo di raggiungere Trie- to favorevole, coprì le trincee italia- ste. Malgrado le pietraie del Carso ne e sorprese molti soldati nel son- fossero state sconquassate dalle no. Gli austroungarici invasero le granate, le fanterie italiane, lancia- postazioni italiane ormai sguarnite, te all’assalto, furono arrestate dai finendo impietosamente con le maz- reticolati che avevano resistito alle ze ferrate i fanti storditi e agonizzan- esplosioni. Il Cadorna, cui riusciva ti. Dopo attimi di smarrimento, le sempre difficile riconoscere i propri seconde linee, sfruttando i corridoi errori, dal 10 al 12 ottobre e dal 31 creati dalla distribuzione non uniforme più intensi e proficui tra Paese ed Eserci- ottobre al 4 novembre, a breve intervalli dei gas nell’aria, rabbiosamente ricon- to. Il provvedimento punitivo si inseriva di tempo, lanciò altre due offensive, l’8^ e quistarono le posizioni perdute, creando in una più ampia offensiva del Cadorna la 9^ battaglia dell’Isonzo, sempre con il me- i presupposti per la 6^ battaglia dell’Isonzo, contro le ingerenze del Governo nella desimo risultato negativo, mentre monta- che avrà luogo dal 6 al 14 agosto, avente condotta delle operazioni; negli stessi va la ribellione fra i soldati. Il 2 novembre come obiettivo la conquista di Gorizia. giorni, infatti, il Cadorna vietò l’acces- il Generalissimo, visti vani i tentativi di Conrad, convinto di aver messo in crisi so alla zona di operazioni ai ministri scompaginare il dispositivo nemico, die- il dispositivo italiano, fu colto di sorpresa del Consiglio di Guerra e in particolare de l’ordine di arrestare le operazioni in quando il 6 agosto dovette affrontare la a Leonida Bissolati che era il ministro attesa della primavera. Mentre nel 1915 il III^ Armata del Duca di Aosta. Il fiume incaricato dei rapporti con il Comando morale dei soldati era abbastanza elevato, Isonzo fu attraversato con irruenza dalle Supremo. Questo dissidio, fra un uomo sostenuto da quello spirito che aveva ani- nostre truppe. Gli austriaci incalzati dalle solitario e monacale e un uomo brillante, mato le guerre di Indipendenza, nel se- fanterie del generale Capello, a cui va at- estroverso e moderno, peserà tanto nella condo anno di guerra il loro atteggiamen- tribuito il merito della brillante operazio- disfatta di Caporetto nel 1917. Forse fu to era radicalmente cambiato. Il freddo ne, dopo aver resistito per tre giorni, do- l’ebbrezza di questi successi che portò il delle trincee, le privazioni nel vestiario, vettero abbandonare il monte Sabotino e Comandante supremo a sopravvalutare la pesante disciplina imposta dal Cador- il monte San Michele e Gorizia cadde. le proprie forze e non diede la dovuta na minavano la compattezza dei reparti. Questo successo sollevò il morale delle importanza a episodi inquietanti che ave- Malgrado questo, i fanti si adattarono truppe, fece salire le quotazioni dell’Italia vano visto il dissolversi, di fronte al nemi- alle difficoltà materiali e, per protegger- in campo alleato e rinsaldò il Governo. co, di alcuni reparti. La 35^ divisione si si dal freddo, dal ghiaccio e dalle piogge, Il Generalissimo, imbaldanzito a causa era sfaldata al primo urto, i soldati erano scavarono ripari nelle rocce e chilometri di questi eventi favorevoli, si mostrava fuggiti abbandonando le armi, e per fer- di camminamenti. Il malcontento fra la sempre più autoritario. Quando venne marli c’era voluto il fuoco dei carabinieri truppa cresceva e nel mese di dicembre a conoscenza che il generale Capello, che aveva causato fra loro diverse vitti- un reggimento di calabresi si ammutinò

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ed ebbe un conflitto a fuoco con i cara- va solamente obbedire. Una sua circolare binieri. Due soldati rimasero uccisi e così recitava: Nessuno deve ignorare che in due fucilati dopo un processo sommario. faccia al nemico una sola via è aperta a tutti, Di fronte a questo clima di guerra fratri- la via dell’onore, quella che porta alla vittoria cida anche i Tribunali militari presero o alla morte sulle linee avversarie. Ognuno le distanze dalle alte gerarchie militari, deve sapere che chi tenti ignominiosamente decretando condanne a morte solo nei di arrendersi o di retrocedere, sarà raggiunto, casi più eclatanti, quali il tradimento. Il prima che si infami, dalla giustizia sommaria Cadorna, nella sua azione di comando, si del piombo delle linee retrostanti o da quello mostrò con tutti i suoi subordinati di una dei carabinieri, incaricati di vigilare alle spalle tale crudezza che, molto probabilmente, delle truppe, sempre quando non sia stato fred- non trovava rispondenza in nessun altro dato prima da quello di un ufficiale1. esercito dell’epoca. Questo suo atteggia- È una circolare la cui lettura, fa rabbrivi- mento potrebbe essere stato dettato dal dire, eppure in molti casi essa fu applicata fatto che l’Italia, a differenza degli altri alla lettera. Fra gli episodi più atroci, si ri- Stati europei, non aveva una tradizione corda un fatto accaduto ai primi di luglio. militare. Questa sensazione era presente Alcuni fanti dell’89° reggimento, logorati nell’atteggiamento del Cadorna, il quale da dieci interminabili mesi di prima linea Michele Favaccio prima dello scoppio della guerra si era e rimasti per due giorni e due notti nel- reso conto che il soldato non poteva es- la terra di nessuno, tratto di terreno che nia, in un momento di pausa, un solda- sere considerato una macchina e nello separa le due trincee nemiche, privi di to siciliano imbracciata la sua chitarra e stesso tempo appellarsi continuamente al viveri, si arresero al nemico. Il Cadorna salito sul ciglio della trincea, al chiaro di senso del dovere e dell’onore che presup- in persona ordinò di concentrare sulla luna, intonò la bellissima canzone sicilia- ponevano un cuore, un’anima, un cer- trincea nemica il fuoco dei cannoni fino na E vui durmite ancora. Al termine dell’e- vello, per cui il 12 aprile del 1915 aveva al totale annientamento dei combattenti, secuzione si sentirono improvvisamente ripristinato l’assistenza religiosa. Avendo amici e nemici, e fece sottoporre a deci- le grida di apprezzamento degli austriaci, fra i coscritti circa 25 mila preti, decise di mazione il reparto cui i transfughi appar- avversari sul campo, ma accomunati dal- reclutare fra loro un corpo di 2400 cap- tenevano. Le misure erano assolutamen- la musica: sicuramente non compresero pellani militari, che svolgeranno un’ope- te sproporzionate alla crisi che l’esercito le parole e il senso, ma rimasero incantati ra preziosa e meritoria. A forza di stare stava attraversando. Una crisi c’era ma dalla bellissima melodia. Il 1916 lascia- con i soldati, i cappellani avevano finito più di adattamento che di smarrimento, va sul campo di battaglia oltre 400 mila come risulta an- morti, di cui 92 avolesi, i cui nomi vengo- che dagli scritti di no riportati qui di seguito. Alfonso Omodeo, storico palermita- In ordine cronologico: no e volontario nel 19152: quello che mo- FICARA Orazio: morto il 16.01 a Castrovil- riva nell’animo dei lari, per ferite riportate in combattimento; fanti, non era la guer- CANCEMI Paolo: morto in combattimento il ra, ma la guerra gari- 19.02 sul monte Pizzo di Timau; baldina, cioè l’imma- SCALA Giuseppe: morto in combattimento il 19.02 sul Tolmino; gine stereotipata che essi se ne erano fatta BUSA’ Salvatore: morto il 3.03 a Brindisi per malattia; nel maggio radioso. LA MARCA Bartolomeo: morto in combatti- E a ucciderla non fu mento il 13.03 sul Podgora; Salvatore Monello il tributo di sangue AGRICOLA Francesco: morto il 18.03 sul che essi le stavano pa- Tolmino; per diventarlo anch’essi. Sul Sabotino la gando, ma la vita di trincea con i suoi disagi, IACONO Sebastiano: morto in combatti- bandiera del 33° reggimento fu salvata da le sue privazioni, e soprattutto la sua inazio- mento il 19.03 nella conca di Plezzo; uno di loro, mentre un altro si guadagnò ne. Con questi sistemi repressivi i soldati DI PIETRO Salvatore: morto in combatti- la Medaglia d’Argento sul Piave, lancian- cominciarono a sentirsi più solidali con mento il 21.03 nella conca di Plezzo; dosi per primo all’assalto. Si chiamava i nemici che avevano di fronte che con i PASSANISI Paolo: morto in combattimento Don Giovanni Minzoni che alcuni anni comandi che avevano alle spalle. Infatti il 21.03 nella conca di Plezzo; dopo verrà trucidato dai fascisti. Questo fra le trincee dirimpettaie si stabilirono ALLOCCHI Angelo: morto in combattimen- atteggiamento aumentò la stima verso i dei dialoghi a base di grammofono: gli to il 27.03 sul Podgora; cappellani da parte dei soldati, che per la austriaci suonavano Il Danubio blu e gli TROVATO Salvatore morto in combattimen- loro mentalità contadina, erano già per italiani rispondevano con O sole mio. Poi to il 29.03 sul fiume Isonzo; conto loro devoti e nello stesso tempo dal grammofono si passò al megafono ARTALE Sebastiano: morto il 20.04 nell’o- questa vicinanza convertì i cappellani al per scambi di saluti e anche a incontri a spedale da campo n.127 per ferite riportate in combattimento; culto di quei valori patriottici e nazionali mezza strada per qualche piccolo baratto cui essi erano rimasti fino ad allora refrat- tra pane e vino contro tabacco e acqua- SCIRPA Corrado: morto in combattimento l’1.05 nella conca di Plezzo; tari. Secondo il Cadorna il soldato dove- vite. Si racconta che sul fronte della Car-

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MANGANARO Salvatore: morto il 15.05 ROSSITTO Paolo: morto in combattimento DENARO Salvatore: morto il 12.09 in pri- a Cormons per ferite riportate in combatti- il 5.07 nella conca di Plezzo; gionia in Macedonia; mento; BENVENUTO Benedetto: morto in com- MILINTENDA Paolo: morto in combatti- MAZZONE Corrado: morto in combatti- battimento il 6.07. sull’altopiano di Asiago; mento il 16.09 sul Carso; mento il 22.05 sul Carso; CASTELLO Giovanni: morto in combatti- CARUSO Santo: morto a Torino il 16.09 per PICCIONE Salvatore: morto in combatti- mento il 14.07 sul monte Pal Piccolo; malattia; mento il 26.05 sul monte Cimone; TERRANOVA Corrado: morto in combatti- INTURRI Giovanni: morto a Cormons il ATTARDO Giuseppe: morto in combatti- mento il 16.07 sull’altopiano di Asiago; 17.09 per ferite riportate in combattimento; mento il 2.06 sull’altopiano di Asiago; GIAMPICCOLO Emanuele: morto il 20.07 MUCCIO Giuseppe: morto nell’ospedale CONSIGLIO Antonio: morto in combatti- nell’ospedale da campo n.27; mobile Città di Milano il 28.09; mento il 2.06 sull’altopiano di Asiago; PALMERI Salvatore: morto in combatti- MARZIANO Salvatore: morto in combatti- AMATO Antonio: morto in combattimento mento il 24.07 sul monte Zebio; mento il 2.10 sul fiume Isonzo; il 3.06 sull’altopiano di Asiago; DI MARIA Corrado: disperso l’1.08 sul fiu- CONSIGLIO Corrado: morto in combatti- DI STEFANO Giovanni: morto in combat- me Isonzo; mento il 4.10 sul monte Maio; timento il 3.06 sull’altopiano di Asiago; DOLFINI Diego: morto in combattimento DI STEFANO Nicola: morto in combatti- TIRALONGO Corrado: morto in combatti- il 6.08 sul Carso; mento il 4.10 sul Carso; mento il 4.06 sul monte Cengio; MIGLIORE Salvatore: morto in combatti- PAGANICA Gaetano: morto in combatti- TROMBATORE Ignazio: morto in combat- mento il 6.08 a Oslavia; mento il 10.10 sul Carso; timento il 4.06 sul monte Cengio; GRANDE Paolo: morto in combattimento VACCARELLA Giuseppe: morto in com- BASILE Gaetano: disperso l’8.06 per affon- il 7.08 sul fiume Isonzo; battimento il 10.10 sul Carso; damento nave; INTURRI Vincenzo: morto in combatti- CARUSO Giuseppe: morto il 13.10 sull’am- BELLOMIA Carmelo: morto l’8.06 a Vi- mento il 7.08 sul fiume Isonzo; bulanza chirurgica d’Armata n.3; cenza per ferite riportate in combattimento; MESSINA Francesco: morto in combatti- VINCI Antonino: morto il 24.10 a Noto per AMATO Salvatore: morto il 9.06 nell’ospe- mento il 7.08 sul monte Podgora; malattia; dale da campo n.28 di Roverbella; CARASI Corrado: morto in combattimento BARONE Corrado: morto in combattimen- FUGALE Salvatore: morto in combatti- il 7.08 sul monte Podgora; to il 18.10 nella conca di Plezzo; mento il 12.06 sul monte Novegno; CARUSO Corrado: morto in combattimen- ALFIERI Giuseppe: morto in combattimen- ESTE Eduardo: morto in combattimento il to il 7.08 sul monte San Michele; to l’1.11 sul fiume Isonzo3; 16.06 sull’altopiano di Asiago; DUGO Salvatore: morto a Mossa il 7.08 per DELL’ALBANI Giovanni: morto in com- DI MARIA Felice: morto in combattimento ferite riportate in combattimento; battimento l’1.11 sul fiume Isonzo; il 13.06 sul Carso; ROCCARO Giuseppe: morto in combatti- FANFULLA Francesco: morto in combatti- MIGLIORE Sebastiano: morto il 14.06 a mento l’8.08 sul fiume Isonzo; mento l’1.11 sul fiume Isonzo; Reggio Emilia per ferite riportate in combat- MACCA Rosario: morto in combattimento FAZZINO Francesco: morto in combatti- timento; il 10.08 sul monte San Marco; mento l’1.11 sul monte San Marco; DI ROSA Sebastiano: morto in combatti- TIRALONGO Salvatore: morto in combat- FORTE Sebastiano: morto in combattimen- mento il 15.06 sul Carso; timento il 10.08 sul fiume Isonzo; to l’1.11 sul fiume Isonzo; CARUSO Giuseppe: morto in combatti- SESSA Giuseppe: morto nell’ospedale mili- VINCI Francesco: morto a Cormons il mento il 15.06 a Monfalcone; tare di Verona il 10.08 per ferite riportate in 13.11 per ferite riportate in combattimento3; GARANTE Angelo: morto in combatti- combattimento; GOZZO Giuseppe: morto a Cormons il mento il 16.06 sull’altopiano di Asiago; VACCARISI Giovanni: morto a Novi Ligu- 16.11 per ferite riportate in combattimento3; GRANDE Salvatore: morto in combatti- re l’11.08 per malattia; CALDARELLA Giuseppe: morto ad Adria mento il 26.06 sul monte Colombara BELLOMO Paolo: morto il 14.08 a San Ro- il 16.11 per ferite riportate in combattimen- BELLINO Salvatore: morto il 22.06 nell’o- mano di Nova; to4; spedale di Brescia; ACQUAVIVA Agesilao: morto in combatti- PRESTI Salvatore: morto a Caserta il 18.11 PARENTIGNOTI Giovanni: morto in com- mento il 14.08 a Gorizia; per malattia; battimento il 24.06 sull’altopiano di Asiago; SANTOSTEFANO Giuseppe: morto in BUSA’ Sebastiano: morto a Padova il 2.12 ZOCCO Paolo: morto in combattimento il combattimento il 14.08 sul fiume Isonzo; per malattia; 29.06 sul monte San Michele; SUMA Concetto: morto nella 40^ Sezione ARANA Giuseppe: morto in combattimen- SCARSO Corrado: morto in combattimento di Sanità il 15.08 per ferite riportate in com- to il 13.12 sul monte Tonale; il 30.06 ad Aiello; battimento; PICCIONE Gaetano: morto il 9.09.1915 a D’AGATA Angelo: morto in combattimen- RIZZA Corrado: morto in combattimento il Dolegna Visco per ferite riportate in combat- to il 30.06 sul Carso; 15.08 sul monte Vodice; timento5. MURE’ Mariano: morto nella 27^ Sezione ARTALE Paolo: morto in combattimento il di Sanità il 2.07 per ferite riportate in com- 17.08 a Cividale; battimento; CIANCHINO Bartolomeo: morto in com- DELL’ALBANI Venerando: morto in com- battimento l’1.09 sul monte Pal Piccolo; battimento il 3.07 nella Valle dei Signori, D’AMATO Giuseppe: morto in combatti- oggi Valle del Pasubio; mento il 9.09 sul monte Pal Piccolo; note Storia d’Italia Momenti della vita di guerra dai diari e dalle lettere dei Caduti,

20 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016 ATTUALITÀ

La piaga dei preti che molestano i bambini anche al tempo di Papa Francesco di Marcello Rubbera

o scorso 3 febbraio la cronaca giu- soprattutto attraverso la denun- diziaria ci ha riferito dell’ennesi- cia alle autorità statuali ad ope- Lmo episodio di pedofilia clericale ra dei massimi rappresentanti consumato nel palermitano: l’ex parroco delle diocesi dove l’abuso è sta- della chiesa Maria Santissima Assunta, to svelato, cioè i vescovi. don Roberto Elice, è finito in carcere con I fatti riguardanti don Roberto l’accusa di violenza sessuale continuata Elice risalgono al periodo (otto- su tre minori della sua parrocchia. Una bre 2014) in cui era arcivescovo testimone e amica del sacerdote accusa- di Palermo il cardinale Paolo to, pur essendo a conoscenza dei fatti, Romeo che, intervistato dai non aveva ritenuto opportuno sporgere giornalisti de la Repubblica Na- alcuna denuncia alle autorità; convoca- tale Bruno e Salvo Palazzolo, ta dalla Squadra Mobile di Palermo, ha ha detto, tra l’altro, che …don dichiarato agli investigatori che In effetti, Roberto Elice… è stato rimosso già nell’aprile del 2014, uno dei due bambini dall’ufficio che ricopriva e invitato mi aveva detto che voleva parlarmi. Eravamo a seguire un percorso particolare in a Medjugorje, per il pellegrinaggio. Don Ro- una clinica di Roma specializzata berto si era sistemato nella stessa stanza con in questo tipo di situazioni… a don Rober- non rivestendo la qualifica di pubblico ufficia- loro. Poi, però, non ci fu l’occasione per parla- to è stato anche vietato di celebrare messa in le né di incaricato di pubblico servizio, non re. La testimone, nel prosieguo della sua pubblico… e che comunque …alla Chiesa ha l’obbligo giuridico di denunciare all’au- deposizione, riferisce che nell’ottobre non tocca fare alcuna denuncia alla procura. torità statuale. Il cardinale di Boston, il del 2014 fu lo stesso sacerdote a svelarle Semmai informare le vittime del loro diritto/ cappuccino Sean Patrick O’Mallery, che telefonicamente degli abusi: Mi disse che dovere di denunciare. Ci siamo offerti anche presiede la citata Pontificia Commissio- in occasione del viaggio a Medjugorje erano di sostenere economicamente la mamma dei ne, ha dichiarato che… abbiamo tutti la accadute delle cose pesanti. Si giustificò dicen- bambini. Nessun obbligo di denuncia, responsabilità morale ed etica di denunciare do che era stato un momento di debolezza. Di dunque, da parte dei vescovi. Ed è vero, gli abusi presunti alle autorità civili che han- quanto riferitole dal sacerdote la donna perché non sono pubblici ufficiali. Ma il no il compito di proteggere la società» (ilfat- trovò conferma parlandone con i bam- vescovo di Monreale, Michele Pennisi, è toquotidiano.it del 16 febbraio 2016). bini coinvolti, che raccontarono di par- su un’altra linea di pensiero; interpellato Infine Papa Francesco, sull’aereo duran- ticolari terribili sugli abusi consumati sia sempre da Salvo Palazzolo ha dichiara- te il viaggio di ritorno dal Messico, in- in parrocchia sia durante il pellegrinag- to: La Curia non ha l’obbligo della denuncia, terpellato dai giornalisti su cosa succede gio (la Repubblica del 13 febbraio 2016, come invece hanno i pubblici ufficiali, ma il se un vescovo cambia di parrocchia un cronaca di Palermo, pag. VIII). Dopo vescovo, sottolinea la CEI, ha l’obbligo mo- prete pedofilo, ha risposto: È un incoscien- aver letto di questa triste vicenda, mol- rale di segnalare il caso all’autorità giudizia- te. Deve presentare la rinuncia (cioè le di- ti avranno commentato l’episodio quasi ria, aggiungendo ancora che Negli stati missioni). È chiaro? (la Repubblica del 19 con rassegnazione, magari esordendo Uniti e in alcuni paesi europei la prospettiva febbraio 2016, pag. 4). con frasi tipo: nulla di nuovo sotto il è invece diversa, si parla esplicitamente di ob- Finalmente parole chiare. Meglio tardi sole; cose già lette e già sentite; è la solita bligo di denuncia per i vescovi, poiché secondo che mai, mi viene da dire. Staremo a ve- storia, ecc.. il diritto penale di quei paesi potrebbero anche dere. La strada è lunga e non sembra che La solita storia che non può passare più essere chiamati a rispondere di omessa denun- tutti i presuli vogliano camminare nella inosservata nonostante il perdono im- cia. Peraltro questo punto di vista non stessa direzione. plorato dall’arcivescovo di Palermo, don è rimasto isolato. Anche il vescovo di Di fronte a una gerarchia cattolica che Corrado Lorefice, che appresa la notizia Noto, monsignor Antonio Staglianò, è tace, copre, insabbia, che per paura degli ha chiesto scusa attraverso un comuni- sulla stessa riga avendo dichiarato che… scandali non punisce i preti colpevoli di cato ufficiale in cui …esprime profonda la circostanza che non ci sia l’obbligo della abusi sessuali, che chiude gli occhi da- solidarietà alle vittime delle violenze subite e denuncia non vuol dire che una denuncia vanti a un fenomeno talmente radicato e ai loro familiari e chiede loro perdono. Ma non possa essere presentata all’autorità giudi- devastante, viene da domandarsi se non chiedere scusa non basta più, perché ziaria (la Repubblica del 6 febbraio 2016, vi siano uomini che scelgono la strada non siamo di fronte a un fatto episodi- cronaca di Palermo, pag. VI). del sacerdozio proprio per poter avvici- co a opera della classica “mela marcia”. Recentemente la Pontificia Commissio- nare le loro vittime. Quando le “mele marce” sono tante ne anti abusi istituita da Papa Francesco Il primo di aprile 2010 il Dr. Pietro For- vuol dire che il fenomeno ha radici pro- ha criticato aspramente le linee guida no, Procuratore aggiunto presso la Pro- fonde ed è diffuso. Allora è necessario che si sono date le conferenze episcopa- cura di Milano, secondo me la “massi- prendere provvedimenti nei confronti di li, italiane in primis, che non prevedono ma autorità” in materia di abusi sessuali chi continua a prendersi gioco dei fedeli, l’obbligo di denuncia in quanto il vescovo, contro i minori, rilasciò un’intervista al 21 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

quotidiano Il Giornale in cui affermava, indottrinamento religioso, guardano che svolge un’altra attività. Per la vittima tra l’altro, a proposito della collaborazio- al sacerdote abusante con un misto di è dunque uno shock totale: l’abuso vie- ne da parte delle gerarchie ecclesiastiche paura e riverenza. L’atteggiamento di ne vissuto come il tradimento supremo, in occasione di casi di pedofilia clericale, superiorità tenuto dai preti infonde nelle poiché commesso da qualcuno che non che ...nei tanti anni in cui ho trattato l’argo- giovanissime vittime designate sicurezza può, per definizione, fare del male. mento non mi è mai, e sottolineo mai, arriva- emotiva e fiducia. Questi forti sentimen- Quanto all’adescamento delle giovani ta una sola denuncia né da parte di vescovi, ti di sicurezza e riverenza impediscono vittime, i preti hanno un buon radar per né da parte di singoli preti, e questo è un po’ spesso alle vittime di riconoscere le for- determinare la vulnerabilità di una per- strano. La magistratura quando arriva a in- me di seduzione cui gli abusanti ricorro- sona: sono abituati a sondare le anime quisire un sacerdote per questi reati ci deve no per circuirle. delle persone e ad ascoltare le confessio- arrivare da sola, con le sue forze. E lo fa in Infatti l’abuso pedofilo raramente è ni delle persone. Sanno chi è in forma genere sulla base di denunce di familiari della compiuto con metodi coercitivi ma, psicologica e chi no, e di conseguenza vittima, che si rivolgono all’autorità giudizia- piuttosto, quasi sempre si concretizza at- chi riusciranno a piegare il più facilmen- ria dopo che si sono rivolti all’autorità religio- traverso metodi “seduttivi”, utilizzando te possibile con il minor numero possibi- sa, e questa non ha fatto assolutamente nien- la maschera della tenerezza, cosicché il le di danni. te. Sul perché sono così numerosi questi bambino non sa dare un nome a quell’e- È estremamente significativo che in mol- casi di pedofilia clericale, il magistrato vento che gli procura tanto disagio e ti episodi riportati dalle cronache, si nota rispose ponendosi anche delle doman- che non sa riconoscere come violenza che i preti pedofili generalmente non de: Io ormai ho un dubbio, e parlo solo di perché gli proviene da una figura che, prendono particolari precauzioni per na- dubbio perché non posso avere riscontri diret- nel caso del prete, sfrutta il sentimento scondere i propri perversi comportamen- ti: che ci siano sacerdoti che scelgono di fare i religioso, la sua autorevolezza sociale ti. Nel loro delirio di onnipotenza essi sacerdoti per abusare, perché è oggettivo che (proprio perché gode di privilegi e di preferiscono contare sulla omertà delle nella scelta del sacerdozio c’è un’enorme fa- una credibilità socialmente riconosciuta proprie vittime, piuttosto che sul mettere cilitazione nell’avvicinare le vittime. Eppure molto più alta di qualsiasi altro membro in atto i comportamenti devianti in con- essi compiono tutto il percorso formativo fino della società) e la sua paternità fittizia testi protetti, magari lontano dal proprio a venire messi a contatto con i ragazzi. Que- (il sacerdote viene chiamato “padre”) ambiente. Fateci caso. I preti pedofili, se sto pone un grosso interrogativo: ma nessuno per abusare sessualmente della giovane scoperti, non lasciano mai il sacerdozio se n’è accorto prima? Dov’è il discernimento vittima. L’abuso sessuale consumato (Tu es sacerdos in aeternum), a differenza spirituale che dovrebbero esercitare coloro dal prete è come una sorta di “incesto dei preti che hanno avuto delle “banali” che li scelgono? Non hanno osservato il loro spirituale”. La pedofilia clericale, infat- relazioni con donne. Inoltre, difficilmen- comportamento, le loro tendenze, le moda- ti, è assimilabile all’abuso commesso in te vengono sospesi dalle celebrazioni re- lità con le quali si rapportano ai giovani? E ambito famigliare, perché chi lo compie, ligiose, tutt’al più vengono trasferiti “per un’ultima domanda: cosa accade all’interno essendo un sacerdote, gode della fiducia non dare scandalo”, creando così nella dei seminari?. dei bambini che si aspettano amore e nuova sede un altro focolaio di abusi ses- Ora, ci si potrebbe domandare come protezione, piuttosto che brutalità. E poi suali su minori e lasciandosi alle spalle mai la Chiesa non ha mai spiegato per- questo tipo di violenze non sono mai oc- una scia di vittime. ché fare il prete cattolico non attenui, o casionali ma ripetute nel tempo e spesso I numerosissimi casi di pedofilia cle- perlomeno non ponga un freno morale, durano anni nella vita di un bambino ricale, venuti alla luce e consumati per a queste disinvolte tendenze, che, non e sono quelle che producono maggiori decenni ai danni di migliaia di giovanis- dimentichiamolo, producono veri e pro- danni. Sono esperienze che li marchia- simi spesso abusati in modo seriale, te- pri crimini e non peccatucci veniali. Da no in profondità per tutta la vita, e, se stimoniano il modo più vile possibile, al coloro che si proclamano predicatori di non c’è morte fisica, c’è una devastante riparo della veste talare e del complice verità divine nonché strenui difensori di distruzione interiore dagli effetti gigan- silenzio delle autorità ecclesiastiche, di inconsapevoli embrioni, sempre pronti a teschi, anche a causa delle figure da cui non far trapelare nulla e l’assoluta man- condannare tutto e tutti, ci si dovrebbe provengono. canza di carità per le vittime, cioè l’esat- attendere quantomeno un minimo di I bambini sono soggetti particolarmente to contrario della Parola di Cristo, come coerenza e di comportamenti esemplari, vulnerabili nei confronti di un prete abu- recentissimamente ha sottolineato Papa ma evidentemente così non è. sante, che non solo è un adulto (che fa Francesco. Peraltro, rispetto al più generale feno- leva sul suo potere di per- meno della pedofilia, quella di origine sona matura e quindi sulla clericale ha una sua specificità, che è sua superiorità fisica e psi- caratterizzata, in primis, dalla dimensio- cologica), ma è anche una ne sacrale del soggetto attivo di questo figura munita di un’estesa crimine. Il sacerdote, infatti, è percepito autorità spirituale sul bam- come una sorta di intermediario della bino, sulla sua famiglia e spiritualità del credente e della relazione sulla sua comunità di fede. con Dio. Nel cattolicesimo i preti con- Il prete non è uno qualsiasi: trollano l’accesso dei fedeli ai sacramen- egli rappresenta la morale, ti, e i sacramenti costituiscono per i cre- rappresenta Dio in terra e denti la sorgente del nutrimento e della gode dunque di una consi- sicurezza spirituale. derazione maggiore rispet- I bambini abusati, condizionati dal loro to a qualunque altro uomo

22 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016 MEMORIE Il cugino ritrovato di Corrado Piccione

ell’ottobre del 2014 ricevo una Rosina, residente a Rosolini, mi infor- di 74 anni, a Cinisello Balsamo, in pro- gradita telefonata. Mio cugino mò con una cartolina postale della mor- vincia di Milano. Le due figlie lavorano NGaetano Munafò con il quale, te del vecchio genitore. Con la cartolina entrambe al Palazzo di Giustizia. In per svariati motivi. avevo perso i contat- tra le mani, fermo in un cantuccio della considerazione dell’inesorabile avan- ti, mi informa del suo lavoro: un libro grande terrazza dell’orfanotrofio, guar- zare degli anni, Lorella e Cristina mi dal titolo “Tra pubblico e privato” nel davo il panorama del porto: la Madon- convinsero a trasferirmi vicino Milano. quale è narrata la storia della sua vita. nina, le navi traghetto che andavano e Ed eccomi sbalzato dal calore del Sud, Una copia l’ho ricevuta e letta con la venivano... Ormai il padre era andato dalla giovialità e allegria mediterranea massima attenzione. Da quel giorno ho a far compagnia alla mamma. Non re- al clima freddo, umido e “triste” del ripreso i contatti con mio cugino Gaeta- stava che affrontare, ancora giovinetto, nord. La rassegnazione è subentrata e no il quale mi ha informato della rivista il mondo da solo. Completai 1’allora i giorni trascorrono con la nostalgia del “Avolesi nel mondo” ed eccomi pron- “Avviamento Industriale” e la specia- passato… Quanta esperienza e quanta to a … far conoscere … un Avolese nel lizzazione di tipografo… Sono riuscito saggezza accumulate! Esperienza e sag- mondo. a inserirmi nella carriera della Marina gezza sono la materia prima per poter Sono nato ad Avola il 28 febbraio 1936 Militare frequentando le Scuole presso affrontare la vecchiaia e per sopportare in via Procida. All’atto della mia na- l’attuale Istituto Nautico “Morosini” i dolori fisici che inevitabilmente au- scita, mio padre, nato il 3 marzo 1869, in Venezia. In servizio, sia a bordo che mentano sempre di più. Affronto la vec- aveva la non più giovane età di 67 anni a terra, fino al 17 aprile 1963. Ultima chiaia con la coscienza tranquilla per- e mia madre, Mirra Matilde, nata il 16 destinazione presso il Ministero della ché mi sono comportato secondo uno marzo 1894, aveva 42 anni. Sono figlio Marina in Roma. Successivamente, in stile di vita basato sui principi della cor- di secondo letto. La prima moglie di mio seguito a pubblico concorso, in servizio rettezza, della morale e della giustizia; padre generò tre figli: Salvatore, mae- presso la sede centrale della Corte dei del rispetto delle leggi, della tolleranza stro elementare; Giuseppe, maresciallo Conti, sempre a Roma. Mi sono sposa- e della dignità di tutti gli esseri umani della M.M. e Rosina, maestra elemen- to con Vera Teresa Coffa, anch’essa di rispettando i diritti degli altri e ottempe- tare. Mia madre morì il 30 agosto 1938 Avola, il 3 ottobre 1962. La cerimonia rando ai propri doveri. Sulla tomba di I. lasciandomi orfano con un padre an- si è svolta presso la Chiesa Madre di Kant c’è scritto: “Il cielo stellato sopra ziano. L’unica soluzione fu il ricovero Avola con Messa celebrata dal parro- di me e la legge morale dentro di me”. in collegio. Nel lontano 1941, a cinque co Antonio Frasca. Il 23 agosto 1963 Un ringraziamento particolare al Presi- anni, fui accolto dai Padri Rogazionisti è nata la primogenita Lorella ed il 2 dente della rivista dott.ssa Grazia Ma- nella Casa Madre di via S. Cecilia in agosto 1969 la secondogenita Cristina. ria Schirinà, per l’accoglienza tra i soci Messina. Nel 1943, in seguito all’occu- 53 anni di matrimonio volati con la e un caro e particolare abbraccio al mio pazione di Messina da parte delle trup- “routine” della vita familiare: scuole “cugino ritrovato” Gaetano Munafò. pe alleate, i Padri Rogazionisti, senza per le figlie, lavoro in ufficio; vacanze, indugio, decisero di portarci nel colle- in modo particolare nei primi anni, ad gio di Oria in provincia di Brindisi e, Avola. La mia più grande aspirazione è dopo circa un anno, stabilizzatasi l’oc- sempre stata una sola: vendere la casa cupazione alleata, ritornammo a Mes- di Roma e comprarne una ad Avola sina. Nuovo trasferimento nel collegio dove trascorrere, lontano dalle grandi presso il Santuario di Santa Maria della città, gli ultimi anni della mia vita. Pur- Neve a Santa Lucia del Mela dove com- troppo ciò non è stato possibile. Chi in- pletammo le scuole elementari per rien- colpare se questo desiderio è rimasto un trare definitivamente a Messina presso sogno? Chiamiamolo “DESTINO”. E l’Istituto “Cristo Re”. Il l3 gennaio del tale “destino” ha deciso anche il trasfe- 1948 morì anche mio padre. Mia sorella rimento dalla mia città adottiva, all’età

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Il Carnevale di Avola nel direttivo dell’Associazione “Carnevali d’Italia” TRADIZIONI col ruolo di tesoriere di Eleonora Vinci

el novembre scorso si è tenuta delega espressa del Presidente pro tempo- di manufatti allegorici, alle quali viene a Viareggio l’Assemblea per la re. Il ruolo, quindi, afdato al Carnevale data l’opportunità di emergere a livello na- costituzione dell’Associazione di Avola, unico rappresentante siciliano zionale. Far parte del Consiglio direttivo NItaliana Carnevale e Tradizioni Popolari all’interno del direttivo dell’Associazione dell’Associazione, che ha come obiettivo (AIC), organismo che ha tra i suoi obiet- nazionale, alla quale hanno aderito i più quello di difondere e favorire lo sviluppo tivi la valorizzazione e lo sviluppo della importanti Carnevali d’Italia, è di grande della “cultura del carnevale”, presenziando manifestazione e il riconoscimento del prestigio ed è stato sicuramente di sprone al tavolo permanente di confronto con- ruolo del Carnevale quale motore di svi- all’Amministrazione comunale per l’orga- sentirà di agevolare una rete di scambi luppo del turismo e delle economie locali. nizzazione della 55esima edizione, che ha tra gli organizzatori delle tante manife- Nel corso della riunione è stato approvato fatto registrare numeri da record per le stazioni carnevalesche e della tradizione lo Statuto e sono stati nominati gli organi, presenze nei tre giorni dedicati alla festa. popolare, nonché sviluppare progetti co- così come segue: Presidenza al Carnevale La presenza di Avola tra i grandi nomi del muni di promozione turistico-culturale e di Viareggio; Vice Presidenza al Carnevale Carnevale, la cui candidatura avanzata dai incoraggiare la partecipazione giovanile di Venezia; Segretario il Carnevale di Pu- nostri amministratori è stata favorevol- nelle attività del Carnevale. Non da ultimo tignano; Tesoriere il Carnevale di Avola. mente accolta e appoggiata da altri Comu- l’AIC lavorerà per stimolare le Istituzioni Le funzioni del Tesoriere sono: la tenuta ni, rispecchia in pieno i principi dell’isti- Europee afnché semplifchino, per chi della contabilità, la frma degli ordini di tuzione dell’Assemblea: valorizzare anche organizza queste manifestazioni, l’accesso pagamento, il coordinamento dei lavori le città con una lunga tradizione carneva- ai fnanziamenti previsti dalle diverse mi- del Consiglio per la stesura dei bilanci, la lesca grazie anche all’apporto dei carristi, sure comunitarie. gestione dei rapporti bancari e postali con artigiani locali esperti nella realizzazione

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Megghiu pessi ca depressi!* di Raffaele Guccione - foto di Cinzia Bianca

Sta puisia vi vogghiu ricitari Si sentunu forti, picchì canusciunu Ciccannu ri nun vi fari sigghiari i fatti re cristiani Picchì ri na cosa mi vogghiu capacitari. E no stissu tempu si scodduno chiddi sovi e fanu l’indiani. Iu nun sugnu proprio na frana Ma nun lu sanu ca finiusciunu Però a mia mi pari na cosa strana comu e cani. comu se forra na invinzioni amiricana. Vi riurdati ca i piccirigghi, no passatu, iunu a scola co cestino, u Iu sugnu ccu tutti, na pirsuna calurusa fiocchettinu, u gilèt ca po ssiri puru mistiriusa, Oggi semu arrivati o puntu ca ci vanu co tablèt Ma no stissu tempo è puru curiusa. E, a stentu, si pottunu na fettina ri pancarrèt.

Iavi ca nun durmu cciù ssai ri na simana Vi riurdati ancora comu era bellu quannu ceranu i quaderna e Ca Stagghiu facennu arricchiri a chiggha ca vinni a tisana l’enciclopedia? Ca u cirivegghu mi si unturciuniau comu na cullana. Giraumu i pagini co itu vagnatu na lingua, con allegria! E oggi mancu sanu chi vo ddiri, a cancelleria! L’epuca ca stamu passannu, A quantu pari sta appena cuminciannu Quantu era bellu sapiri a memoria i poesi e a tabillina E nun pinzati ca ama trascurriri cantannu cantannu. A mia mi pari ca a vita era ciù genuina. Oggi invece pari ca venunu tutta ra Cina. Oggi, picciotti mei, si rici: “la tecnologia regna sovrana”. A mia mi pari però ca accussì a socialità s’alluntana E quannu si facìa, prima a brutta e poi a beggha copia ro tema? E nun campamu, comu ni rici inveci a religioni cristiana. Era na cosa creativa, comu se s’avia fari un poema. Cettu, ama teniri cuntu, ca oggi è diversu u sistema. Oggi pari ca tutti i cosi, si risolvono muncennu un tastu. Pinzati ca puru accussì fanno o catastu. Nun lu sacciu, se continua accussì unni s’arrivari. A mumentu puru i muraturi u usunu ppi fari umpastu. Picchì ogni ghiorno cè na cosa nova ri invintari, E subbutu sa na ghiri a cattari. Tantè vero, ca i picciotti talianu sempri u schermu Ma nun capisciunu, ca accussì, u cirivegghu cià resta fermu Stamu addivintannu sempri menu ommini pinsanti E nun arrivanu ciù luntanu ri Palermu. Picchi ni facemu cumannari re pulsanti. E avemu l’occi accicati comu l’abbaglianti. Nun capisciunu ca ne manu ianu sempri na tastiera. Forra megghiu inveci ca avissinu na bella guantiera Ma cchi vulemu paraunari, u caluri ca si runa cu n’abbracciu O, all’imite, putissinu ogni tantu ricitari na preghiera. Contru, mannari un messaggio ca sa ri ghiaccio? E’ chigghu ca viru iu ro balcuni quannu m’affaccio! Oggi, si parra ri SMARTPHONE, TABLET, HI-PHONE, BLUTUT, FAIL, FILE A mia mi riciunu, ca che tempi nun sugnu a passu Su paroli ca sulu a sintilli mi fannu aumintari a bile E, quasi quasi, mi vulissunu ittari all’ammassu. E quasi quasi mi issi a ghittari ‘na porcile. Ma iu mi ni fregu, e cantannu cantannu,mi ni vagghiu a spassu.

SMS, MMS, E-MAIL, VIRUS, WEB, WWW E ora ca a pusia sta finennu, prima ca vi sigghiati Sunu parole ca riciunu sempri e u sicilianu nun parranu chiù. Vogghiu ciuriri ccu na frasi, senza ca vi maravigghiati E iu, mischinegghu, a tutti ci ricu: ma chi fu? Senò quantu prima, mammancanu i lignati.

GIGA, GSM, MODEM, SERVER, RAM, PROCESSORE Picciotti, ppi finiri vi ricu, ca secunnu mia nunn’ata aviri complessi, Ppi capiri u significatu ri sti paroli ci voli un professore nunn’ata ciccari compromessi, E guai a mia se commetto coccu errore. ata fari i cosi senza interessi, senza eccessi, nunn’ata siri oppressi, Ma cchi vi pari ca taliannu u monitor assittati continuati però a fari tanti progressi Subitu, e a stampu, divintati laureati? e, soprattutto, cunsidirato ca siti sempre connessi, Ma vui inveci siti tantu sbagliati e accicati. vi rico, picciò, ca è megghio comu erumu na vota, PESSI, basta però ca nun s’addiventa, comu oggi, DEPRESSI! E ci si convince inveci, ri diventari famusi Finu a quannu, pianu pianu, si cumminanu tantu nuiusi. No, nun è accussi… picchì s’addiventa puru lagnusi. * Poesia vincitrice all’annuale concorso di poesia dialettale legato al Carnevale avolese 25 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

Carrozzina, simbolo di libertà di Nella Urso - foto Archivio SuperAbili VOLONTARIATO ull’onda dell’emozione suscitata in Giuseppe Cataudella, iniziò l’avventu- impegnandosi attivamente, contribui- me da Ezio Bosso, musicista quasi ra. Sono nati così negli anni i vari gruppi scono a migliorare la società con la ric- Ssconosciuto, che, con la sua perfor- mascherati, tutti con un messaggio so- chezza di valori accumulata nel corso mance, ha incantato Sanremo e il mon- ciale importante nella solidarietà. Mi della vita. La modernità dei tempi e la do intero, il mio pensiero è andato a una piace qui ricordarne alcuni. Nel 2008 frenesia della vita inducono spesso gli nostra realtà locale molto bella e degna “Non siamo spaventapasseri” …Noi adulti a sballottare o, meglio, a deposita- di attenzione. Avevo avuto l’opportuni- siamo ladri perché abbiamo rubato un re l’anziano presso un ospizio, dove, an- tà di seguire, visto che quest’anno il Car- pezzetto di cielo… Noi siamo rapitori che se ben accudito, non ha intorno a se nevale è andato quasi in contemporanea perché, se guardi nei nostri cuori, resti i volti familiari, gli affetti cari, i tanto con il festival, l’esibizione di un gruppo prigioniero… Noi siamo angeli perché amati nipotini. Quest’anno il messaggio mascherato unico nel suo genere. Que- sappiamo volare alto… Noi siamo di- del gruppo mascherato intitolato “Sorri- sto gruppo in maschera dal titolo “Sorri- versi perché tutti lo siamo e questo esse- si e solidarietà”, ha voluto col suo mes-

si e solidarietà” è stato realizzato re tutti diversi ci rende speciali. Nel saggio sottolineare l’importanza che il dall’Associazione SuperAbili di Avola ed è 2009 “Abbasso la schiavitù”. L’uomo è dono di un sorriso, sincero e disinteres- formato da circa sessanta elementi tra nato libero, ma ancora oggi, ovunque, ci sato, possa assumere per colui che lo ha ragazzi diversamente abili e volontari. sono catene invisibili nell’indifferenza perso, o magari non lo ha mai conosciu- L’idea di un gruppo mascherato che po- generale: sfruttamento sessuale di bam- to. Il clown, leggiadro e spontaneo, tesse coinvolgere disabili e normodotati, bini, adolescenti, donne, lavoro minori- come solo un fanciullo può essere, ci in- nacque dieci anni addietro, grazie alla le, disoccupazione, povertà, esclusione vita a gettare quella maschera di soffe- sensibilità di Gianna Morale, una mia dalla vita sociale. Con questo gruppo renza e rancore dietro cui, spesso, ci na- carissima amica d’infanzia molto cono- mascherato i ragazzi dell’Associazione scondiamo per ritrovare la naturalezza e sciuta ad Avola per il suo impegno nel Superabili di Avola lottano insieme, af- la genuinità di un sorriso che, magari, sociale, che, andando in pensione, av- finché non prevalga la legge del più forte non risolverà quello che ci tormenta, vertì l’esigenza di continuare a spendersi e così, delle catene che legarono mani e ma, di certo, saprà dare un po’ di gioia a per i ragazzi, sia “per donare” ma so- piedi degli schiavi, ne hanno fatto uno noi stessi e a coloro i quali, con Amore, prattutto “per ricevere” perché, quando strumento di lavoro e di divertimento. dedicano tempo prezioso al volontaria- si opera in “certi” ambiti, l’arricchimen- Facciamo un salto al 2014 con un altro to e alla solidarietà. Il gruppo, quest’an- to è sicuramente reciproco. E così nac- messaggio importante, non perché gli no, mi è sembrato più leggiadro e gioio- que il primo gruppo, per realizzare il altri siano da meno, “Il vecchietto dove so del solito: i costumi dei clown, la desiderio espresso da una ragazzina in lo metto?” L’anziano visto come una musica del circo, là dove il clown è nato, sedia a rotelle, Corradina, che disse a ricchezza, una grande risorsa all’interno e le mani grandi di tanti colori con cui Gianna Non ho le gambe per ballare, ma ho della famiglia e della società tutta. Con vengono create le coreografie ballando, le braccia, e, grazie anche all’apporto pre- la forza che viene dagli anni, con l’espe- indicano la diversità e la solidarietà che zioso del presidente dell’Associazione rienza e la loro saggezza, gli anziani, tutti noi possiamo donare nelle varie 26 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

momento in cui, per la prima volta, ho pro- vato questa sensazione di arricchimento che vi garantisco è difficile da spiegare a parole. I Superabili sono i miei campioni perché san- no apprezzare le piccole cose della vita, sorri- dere, trasmettere amore e gioia nel fare le cose quotidiane. E campioni, questi ragazzi, lo sono per davvero. Nel giugno del 2015, a Rho (Milano), hanno disputato le finali nazionali di Baskin, battendo la squadra dell’Aosta, classificatasi prima nel torneo del 2013. Sapevano tutti che era una squadra fortissima, ma nessuno di loro poteva immaginare che Annarita avrebbe segnato da sola 75 punti alla squadra avversaria, grazie al gioco bello e pulito fatto da tutti i componenti della squadra, disabili e volontari. Credevo di vivere un sogno, afferma Gianna. Ho pro- vato tante emozioni durante la mia carriera sfaccettature. Basta poco per ricevere mostrazione, perché i ragazzi, eccitati di insegnante di Educazione Fisica ma con molto: un semplice sorriso ti rinfranca, dalla mia presenza, si sono presentati e loro è stato diverso. Annarita è stata premia- ti arricchisce, ti ricarica, ti rincuora. raccontati, come pure i volontari pre- ta come miglior cannoniere in campo, perché Questi gruppi mascherati probabilmen- senti, con un tale entusiasmo che il tem- ha segnato il numero più alto di canestri, to- te, per tanti motivi, avrebbero meritato po è volato senza accorgercene. Il Ba- talizzato da tutti gli atleti diversamente abili di vincere qualche premio, ma Gianna, skin è uno sport simile alla pallacanestro, partecipanti. Quando, dopo aver ritirato la fermamente convinta del suo operato, li che permette a persone normodotate e coppa sulla sedia a rotelle, Annarita, si è gi- ha sempre presentati “fuori concorso”, diversamente abili di giocare insieme rata verso di me con il suo dolce sorriso, mi per non esporre i ragazzi o dare adito a con le medesime opportunità, per rag- ha detto che era felice anche per me, la mia polemiche. Spesse volte capita di legge- giungere un unico obiettivo. Sono fiero di commozione è stata grande. A me aveva ri- re: “costretto in carrozzina” o ancora aver partecipato al torneo scolastico di Ba- servato il suo trofeo più bello, la gioia di lavo- “confinato sulla sedia a rotelle”. Parole skin e di averlo fatto come volontario nella rare con tutti loro. E conclude Grazie, Su- sbagliate per un pensiero sbagliato. La squadra dell’Associazione “SuperAbili di perabili, perché avete reso importanti questi carrozzina non limita. Mai. Aiuta. Sen- Avola”, testimonia Giosuè, un ragazzo ultimi anni della mia vita. La sede dell’As- za si sarebbe limitati, confinati, costretti di 14 anni studente del Liceo Scientifi- sociazione è presso i locali della chiesa alla immobilità. È quello che pensano co. Ritengo importante sostenere e contribui- “Madonna del Carmelo”. Essa attinge questi ragazzi, per i quali la carrozzina, re alla diffusione di un’attività sportiva che forza dalle famiglie, dai volontari e dai grazie alle ruote, è simbolo di libertà. E, ha finalità così alte, perché basata su di una tanti benefattori che animano con il loro a questo proposito, mi piace condivide- vera integrazione, che abbatte ogni barriera contributo i tanti momenti della vita as- re un ricordo di una ragazza in carrozzi- di pregiudizi sociali e culturali. È uno sport sociativa. Nel giorno vissuto insieme, na del gruppo di cui stiamo parlando, in cui nessuno viene escluso, dimenticato, so- per festeggiare il decimo anniversario conosciuta tanti anni fa, quando, tro- pravvalutato, lasciato indietro o primeggia- dei SuperAbili Onlus, il presidente Giu- vandomi ad Avola, andavo a Messa alla to; la diversità non è solo una cosa di cui seppe Cataudella così testimonia questa chiesa del Carmine, celebrata dall’ami- parlare ma è qualcosa da vivere. È solo do- esperienza… in tutti questi anni di cammi- co Fortunato; mai avrei pensato che nando che possiamo capire quanto sia più no associativo, come sempre, vogliamo essere quella ragazzina in carrozzella, dai mo- bello dare che ricevere. Questo l’ho imparato, profondamente grati alla parrocchia del Car- vimenti scomposti, negli anni avrebbe giocando a Baskin nella avuto una evoluzione, in positivo, tal- mia scuola senza utilizza- mente importante, da mandare a Gian- re libri, quaderni, formule na un messaggio corredato di un dise- matematiche, ma solo una gno, dove la ragazza si raffigura in palla di minibasket ac- carrozzina, con una sola ala perché, compagnata da tanto come lei stessa asserisce la vita in carroz- Amore. Per me i veri cam- zina può essere bellissima e si può volare lo pioni sono tutti i compa- stesso anche con una sola ala. E non c’è gni di squadra: Annarita, solo il Carnevale con i gruppi maschera- Corradina, Benito, Nuc- ti a cui questi ragazzi danno vita ogni cio, Tiziana, Sebastiano anno con la loro partecipazione, c’è di …sono campioni di corag- più. Un giorno sono andata ad assistere gio, di tenacia, di forza, di a una partita di Baskin, tenutasi nel sa- altruismo perché riescono lone della chiesa del Carmine. Per esse- ad arricchirmi dentro. re sincera, si è trattato di una breve di- Non dimenticherò mai il 27 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

Al nostro Burgaretta il Trofeo “Turiddu Bella”

ATTUALITÀ ndr - foto di Sebastiano Munafò

l nostro socio e redattore, prof. Sebastiano Burgaretta è stato conferito il Trofeo “Turiddu Bella” dell’edizione 2016, che Umberto Confalonieri Aè stata quella del 25° anno di vita del Premio alla cultura siciliana dedicato al famoso poeta e cantastorie catanese. mine, ai singoli volontari, quelli del passato che, con Il premio, istituito dal Centro Studi di Tradizioni Popolari “Turiddu passione evangelica, hanno costruito le fondamenta e Bella”, sodalizio iscritto al Registro delle Eredità Immateriali, è di- l’impalcatura dell’Associazione; a quelli di oggi che stinto in due sezioni, una, dedicata alla letteratura, che quest’anno continuano ad edificare e custodire il prezioso tesoro ha voluto ricordare lo scrittore Fortunato Pasqualino, e l’altra, de- che ci è stato consegnato. L’orizzonte etico e umano di dicata all’etnoantropologia, che ha voluto ricordare Antonino Uc- ognuno di loro, dai volontari più anziani a quelli più cello. Per la prima sezione il premio è stato dato al prof. Salvatore giovani, è sempre stato lo stesso: offrire una opportuni- Camilleri, poeta e studioso profondo della lingua siciliana, per la tà e spazi di umanità autentica alle persone diversa- seconda il XXV Trofeo Nazionale “Turiddu Bella”, Premio per la mente abili e alle loro famiglie, che vivono spesso il Cultura Siciliana, Memorial Antonino Uccello, è stato consegnato a problema del futuro come un’incognita. Questi fe- Sebastiano Burgaretta, con la seguente motivazione: Per i suoi studi steggiamenti hanno avuto il loro coronamento di etnoantropologia del territorio siciliano e in riconoscimento della sua con un viaggio-pellegrinaggio a Roma, per in- feconda attività poetica. contrare papa Francesco. È commovente il modo La cerimonia di premiazione è avvenuta il 30 maggio scorso, nella in cui il Papa si relaziona con i disabili di tutto il ex chiesa dei Cavalieri di Malta a Siracusa, nell’ambito di un Con- mondo. Sono così tante le parole rivolte a loro vegno dedicato, per l’occasione, all’attività artistica dei cantastorie nelle varie occasioni che non avremmo né spazio siciliani Giuseppe Castello, Luigi Di Pino, Mauro Geraci e Fortuna- né tempo per accoglierle tutte. Ne cito una per to Sindoni, i quali sono tutte: Ognuno di noi ha un tesoro dentro di sé, non intervenuti sia con con- nascondete il tesoro che ognuno di noi ha, a volte si tributi teorici e critici sia trova subito, altre volte no proprio come nel gioco del con esibizioni dal vivo. tesoro. Ma, una volta trovato, bisogna condividerlo A relazionare sulla storia con gli altri. Grazie, perché aiutate tutti noi a capire dei 25 anni del trofeo è che la vita è un tesoro, ma solo se lo doniamo agli altri. stato Alfio Patti, come “Ma poi vai via e non ho più il mio paio d’ali”, è sempre eclettico condut- un verso di una poesia che simboleggia l’impor- tore e appassionato can- tanza di sapere Amare. Noi auspichiamo insie- tore. Come Redazione me a Corradina di non perdere le ali, ma soprat- ci associamo ai compli- tutto quella “unica ala” che permette lo stesso di menti al nostro amico e volare. Il nostro più grande desiderio, guardando collega di lavoro, ricono- queste creature indifese, sarebbe quello che qual- scendone i meriti e il va- che Ente o qualche persona di buona volontà o lore indiscusso, contenti più persone, avendone la possibilità possano del lavoro che quotidia- dare una speranza al grande interrogativo dei ge- namente offre alla nostra nitori: che succederà “dopo di noi”? collettività. 28 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016 INTERVISTA

Andrea Schiavo o della musica antica di Sebastiano Burgaretta - foto Archivio Schiavo

In questo numero della rivista ho il piacere prendendo, come un tempo si usava, di presentare agli amici lettori la figura di un con rigore etico il ruolo di padrino ac- valente musicista, siracusano di nascita ma quisito, che, come secondo padre, si cu- oriundo avolese, essendo di Avola sua madre, rava del figlioccio, volle che io studias- Renata Lentini, sorella dello scrittore e auto- si per diventare musicista. Frequentai re di teatro Gioacchino Lentini, a sua volta perciò la scuola di musica comunale, padre dell’attrice Deborah Lentini. ma con scarso impegno e poco costrut- Andrea, che è nato il 10 novembre 1957, abi- to, limitandomi alla fase del solfeggio e ta ad Avola da alcuni anni e dal 1992 nella tagliando ben presto con lo studio della nostra città insegna nei corsi a indirizzo mu- musica. sicale previsti nella scuola media, specifica- B. E dopo che cosa è sopravvenuta a determi- mente curando il corso di chitarra. nare il cambio di rotta? La sua formazione musicale e la relativa S. La musica tornò a me in modo spon- competenza artistica poggiano su una so- taneo e determinato, perché la sentii lidissima preparazione d’impronta storico- dentro di me, quando assieme a degli filologica, che gli ha permesso di percorrere, amici cominciai a strimpellare con la nell’arco di qualche decennio, un cammino chitarra e presi gusto a preparare gli ac- che è, da una parte, di ricerca accurata del- cordi per l’accompagnamento dei canti le testimonianze e dei documenti musicali e che venivano eseguiti dai boy scout, di strumentali del passato tra Medioevo, Ri- se a Siracusa il Primo Festival di Musica Ri- cui facevo parte. Nello stesso periodo, nascimento ed Età barocca, e, dall’altra, di nascimentale e Barocca, che vide tra i suoi siamo negli anni Settanta, mi appassio- creatività e di diffusione, attraverso la for- protagonisti il liutista statunitense Terrell nai alla musica di Fabrizio De Andrè e mazione di validi sodalizi artistici, nonché Stone e l’ensemble di liuti, da costui diretto, di altri cantautori di quel tempo. Presi a attività, incontri culturali e composizione “Cara Cossa”. Nell’estate del 2010 ha colla- frequentare con interesse i concerti che di opere, che hanno superato anche i confini borato, suonando tiorba e liuto barocco, con allora si tenevano, con artisti e repertori nazionali. Nel 1995 ha fondato l’Istituto di l’ensemble barocco “Corelli Collective”, già di qualità, a Siracusa. Ebbi così modo di Musica Antica, con l’intento di promuovere “Ensemble Duriusculus”, di New York. conoscere la musica colta, in particolare la conoscenza e la diffusione della musica ri- Andrea Schiavo, persona riservata e dotata quella rinascimentale e quella barocca, nascimentale e barocca nelle sue forme vocali di personale rigore etico e professionale, è un che mi affascinarono per la loro qualità e strumentali. Le sfere d’interesse del sodali- vero talento musicale che vive appartato e che artistica e per la loro contestualizzazio- zio riguardavano la ricerca storica e musico- fa onore alla nostra città, ai cui cittadini per- ne storica. Capii che la musica è parte logica, l’approfondimento della prassi esecu- ciò va doverosamente segnalato. Per questo essenziale della storia dell’uomo e che tiva, l’attività concertistica, la formazione e gli ho chiesto di rilasciarmi una lunga in- senza la musica la conoscenza della l’avviamento di giovani musicisti allo studio tervista, che egli, superando le sue resistenze storia umana è fortemente mutila. Mi della musica antica. personali, ha gentilmente concesso nell’arco appassionai perciò alla musica e al suo All’interno dell’Istituto nel 1998 ha costitui- di vari incontri e che io ho riprodotto per li- posto nella storia dell’uomo, al punto to l’ensemble “Harmoniosi Concenti”, il cui nee essenziali. In questa sede perciò lo ringra- che mi misi a contattare gruppi famosi, nome è preso dall’omonima raccolta pubbli- zio per la cortesia che mi ha usato e gli lascio per farli venire a Siracusa. Volevo capi- cata nel 1562 a Venezia da Girolamo Scotto. la parola. re, toccare da vicino, saperne di più, pe- Formato da cantanti e suonatori, l’ensemble, netrare nella dimensione dell’arte mu- con il più alto rispetto della partitura, ha in- B. Com’è nato in Lei l’interesse per la mu- sicale. Era come una febbre che m’era terpretato nella maniera antica, musiche di sica? presa. Tra i gruppi che chiamai c’erano Frescobaldi, Riccio, Monteverdi, Caccini, S. A Siracusa, dove sono nato da ma- “Ars Antiqua” di Parigi e “Alia Musica” Calertani e altri musicisti del tempo. Non dre avolese, avevo una prozia, sorella di Milano. Nel 1979 “Ars Antiqua” ten- usava inflessioni moderne nel suono, sia del mio nonno paterno, che si chiama- ne a Siracusa un memorabile concerto. con gli strumenti sia con le voci. Niente, per va Nannina (Marianna) ed era sposata Da allora cominciai a interessarmi se- esempio, vibrato nei flauti e nei violini, né a un compositore di operette, il quale si riamente a questo tipo di musica. modulazioni eccessive nelle timbriche canore. chiamava Giuseppe Di Giacomo e in B. Insomma, la scintilla era scoccata. Quali Le chitarre barocche e i liuti, poi, erano ri- arte si faceva chiamare Pippo d’Ortigia furono i passi successivi? gidamente consoni alla struttura meccanica in omaggio alle sue origini siracusane. S. Seguirono anni nei quali stentavo a dell’antica costruzione. Ogni particolare era Lavorava a Roma come consulente all’I- trovare la mia strada. Frequentai l’Isti- curato, per ottenere un effetto stilistico di alto stituto Luce, ma scriveva anche operette tuto d’Arte ma poi, non potendo studia- livello1. e canzonette, e compose anche un’ope- re Architettura, come avrei desiderato, Tra il dicembre 2002 e l’aprile 2003 promos- ra. La moglie mi tenne a battesimo e, ripiegai sull’Accademia di Belle Arti di

1Gli “Armoniosi Concenti” di Schiavo, la fedeltà assoluta alla musica barocca

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Catania, dove per un anno studiai storia delle orecchie dell’uomo del teatro e scenografia. Frequentai solo di oggi, il quale vive in un anno, perché decisi di scegliere de- un tempo nel quale i suo- finitivamente la musica come progetto ni e i rumori non sono di vita. Da autodidatta non avevo smes- più quelli che ascoltava- so di praticare lo studio della chitarra no i musicisti dei secoli classica. Decisi perciò di dare l’esame scorsi. Perciò i grandi di solfeggio e iniziai nel 1980 gli studi interpreti, nel ridare voce accademici per la chitarra classica sotto oggi a un foglio pieno di la guida del maestro Nello Alessi. simboli da decodificare, B. Quando conseguì il diploma di chitarra sono chiamati a render- classica? lo, sempre nella fedeltà S. Lo conseguii, con un certo ritardo, e nell’autenticità del det- nel 1990 all’Istituto Musicale “Vincen- tato originario, vivo e at- zo Bellini” di Caltanissetta. Due anni tuale. Il che non significa dopo cominciai a insegnare a Lentini e ovviamente banalizzare Andrea Schiavo suona l’arciliuto Augusta, passando ad Avola nel 1994. e/o riproporre sterili ri- L’insegnamento è stato sempre accom- costruzioni. Infatti le musiche del Ri- sbocchi di questo lavoro? pagnato dallo studio e dall’approfondi- nascimento, le musiche dell’età barocca S. Al Conservatorio di “Santa Cecilia” mento, oltre che dalla pratica artistica non potranno mai essere quelle di allo- sostenni l’esame del quinto anno di liu- con concerti e spettacoli di varia natura. ra, proprio perché diversi sono i contesti to. Altri esami diedi a Vicenza e, quan- B. Che tipo di studio coltivava nello specifi- storici all’interno dei quali gli interpreti do a Trapani si istituì la cattedra di liuto, co? sono chiamati a proporle agli ascoltato- sia pure col vecchio ordinamento, io vi S. Studiavo la musica antica, a partire ri di oggi. Tutto ciò con una necessaria conseguii la laurea di secondo livello in dai greci dell’età classica e passando per attenzione, che cioè la chiave di lettura Discipline Musicali Scuola di Liuto – il Medioevo. Mi interessai alla musico- storica, per non scadere in un sorta di fui il primo laureato a Trapani – sotto logia, nell’intento di conoscere bene la “filologismo”, per così dire obbligato la guida di Gianluca Lastraioli, che fu storia della musica, per poter affrontare e meccanicistico, e perciò sterile, deve relatore della mia tesi, intitolata Origini la pratica musicale e successivamente operare all’interno di una tradizione della letteratura, fonti, notazione e prassi ese- anche la composizione con saldi riferi- viva e ininterrotta. Tutto il resto rischia cutiva tra la fine del XV e la prima metà del menti storici. A tale scopo mi iscrissi a di condurre alla mistificazione. XVI secolo. un corso di studi che si teneva a Cremo- B. Questi approfondimenti verso quali oriz- B. In quegli anni ebbe modo di portare al ser- na, anche se per poco tempo. Privata- zonti lo spinsero? vizio del pubblico gli esiti dei suoi studi con mente però continuavo a studiare este- S. Insieme con lo studio della chitar- concerti ed esibizioni di altro tipo? tica musicale antica, con particolare at- ra facevo anche letteratura liutistica, e S. Sì, negli anni Ottanta ho avuto una tenzione al Rinascimento e al Barocco. negli anni Ottanta acquistai un liuto. intensa attività concertistica. Per esem- B. Può precisare i termini dell’approccio di Cominciai a frequentare appositi semi- pio, nel 1982 al Circolo del Giardino di tipo storico che Lei ha con la musica antica? nari di studio, tenuti da liutisti di fama Siracusa partecipai a un concerto del S. Trattare la musica antica richiede un internazionale, come quelli organizzati mio maestro Nello Alessi. Nello stesso approccio basato sulla prassi esecutiva, a Erice nel 1986 con la liutista Christine anno un altro con lui lo tenni al Teatro allo scopo di conferire autenticità e fe- Frantzen e nel 1990 con Eugène Ferré, “Ucciardino”. Negli anni successivi poi deltà ai documenti musicali. Pur nel a Polizzi Generosa nel 1996 e nel 1997 furono innumerevoli i concerti che tenni rispetto filologico di pertinenza con cui col liutista Andrea Damiani, nel 1998 a in varie città della Sicilia. Nel 1985, che gli strumenti devono essere ricostruiti, il Macerata e nel 1999 a Montedoro, en- fu l’Anno Europeo della Musica, con lavoro di rilettura odierna dei testi anti- trambi col liutista Terrell Stone. Questi l’Ensemble “Ars Musica” esordii con chi deve essere filtrato dalla mediazione seminari erano diretti dall’argentino un concerto di musiche rinascimentali. Gabriel Garrido. Fu un evento piuttosto impegnativo per B. Furono, immagi- via del repertorio difficile che scegliem- no, anni importanti mo, con brani di Negri, Monteverdi, per la sua formazio- Dowland, Johnson, Attaingnant. Ne ne professionale… fui promotore e mi impegnai in un in- S. Sì, molto utili tenso lavoro di ricerca, con tutte le dif- sul piano profes- ficoltà che questo poteva implicare, sia sionale. Mi si con- dal punto di vista interpretativo sia da fermava sempre quello del rigore filologico e di perfezio- di più la positività namento, quest’ultimo peraltro legato della mia scelta alla reperibilità di strumenti originali o di vita, e perciò di copie di essi. continuai con gli B. Lavoro di un certo peso dunque… studi e con l’ap- S. Il gruppo si proponeva, infatti, di af- Barbara Colombo e Andrea Schiavo in un concerto profondimento. frontare il vasto, e per certi aspetti mal nella chiesa della SS. Annunziata ad Avola B. Quali furono gli conosciuto, repertorio strumentale e vo-

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cale che va dalla fine del 1400 agli inizi Le conoscenze che del 1600. Con la nostra iniziativa vole- approfondii rinsal- vamo contribuire alla divulgazione della darono e arricchi- musica antica e creare quindi un centro rono quanto già da d’interesse anche nelle regioni del Sud. autodidatta avevo Tenemmo concerti, oltre che ripetu- imparato nella mia tamente a Siracusa, ricordo, anche a ricerca e nel mio Melilli, Floridia, Villasmundo, Catania, tentativo di capi- Milo etc… Nel 1985 presi a collaborare re la musica, nelle alla “Gazzetta del Sud” per degli eventi sue pieghe intime, musicali e vi pubblicai vari articoli. In costituite da armo- quegli anni stabilii contatti con ambien- nia, contrappunto ti musicali di Milano e di altre città del e tanto altro. Inte- Nord. grai e consolidai la B. Immagino che da allora dovettero inten- mia preparazione Andrea Schiavo, direttore del Coro dell’Istituto sificarsi i concerti e le occasioni di esibizioni musicale di tipo fi- Siciliano di Musica antica di Siracusa artistiche. lologico secondo un S. Sì, effettivamente fu un crescendo percorso storico, che è poi quello che limito a citarne solo tre, cui tengo parti- di iniziative e di partecipazioni su cui seguono all’estero quando insegnano colarmente: lo Stabat Mater di Pasquale sarebbe lungo soffermarsi. Nel 1986, la composizione, partendo cioè dalle Cafaro, da una copia ritrovata fra i car- per esempio, fondai la “Camerata Sira- prime forme compositive e seguendone teggi di Giuseppe Capodieci che sono cusana Pro Musica Antiqua”. Da solo sviluppo ed evoluzione attraverso i se- conservati nella Biblioteca Alagoniana tenni concerti col liuto un po’ dapper- coli. di Siracusa; con Raffaele Schiavo e Ali- tutto in Sicilia tra il Siracusano, il Ca- B. In questi anni di permanenza ad Avola ha son Bozorth Fowle ho registrato alcune tanese e Messina. Nel 1991 a Palermo organizzato degli eventi musicali? arie per voce, liuto e viola da gamba e a Catania collaborai come accompa- S. Sì. Recentemente, nel maggio del tratte da The First Book of Ayres di John gnatore continuista per dei concerti con 2015 ho tenuto un concerto, dal titolo Dowland; e ancora Sieben Worte Jesu L’Ensemble “Mille Regretz”, diretto Baroccheggiando, insieme con l’artista Christi di H. Schutz, per coro e orchestra dal catanese Salvo Pappalardo. Iniziai giapponese Miki Nishiyama, che ha suo- d’archi. allora anche una serie di collaborazio- nato il mandolino barocco, mentre io ho B. Lavori e progetti in corso? ni teatrali con attori, primo fra i quali suonato l’arciliuto e la chitarra barocca. S. Come ho detto, sto completando la Francesco Alderuccio, per il cui lavoro Il concerto si tenne nella chiesa di San Messa flamenca. C’è però un progetto Fragmenta utilizzai musiche popolari del Giovanni Battista per gentile concessio- che mi sta a cuore e mi preme realiz- periodo storico in cui il lavoro era con- ne del parroco, don Maurizio Novello. zare. Vorrei concretizzare, attraverso il testualizzato. Suonai il liuto e il salterio. Il 13 giugno successivo con l’Ensemble mio lavoro di docente, la concezione e Altre collaborazioni prestai successiva- “Harmoniosi Concenti” tenni un altro la visione storica, oltre che estetica, che mente, curando commenti musicali per concerto, dal titolo Baroccheggiando, Mu- io ho della musica. Io so che attraverso Antonietta Carbonetti, nel 1999, nello sica Ostinata nell’Europa del XVII secolo, la musica si possono coltivare i valori spettacolo Sonetti di Shakespeare, per sotto la direzione del maestro Sebastia- fondamentali della vita, come la liber- Galatea Ranzi, nel 2002, nelle Baccanti no Bell’Arte, nella chiesa, anch’essa ba- tà, l’etica, i grandi ideali positivi, che e la Bibbia, performance, questa, tenuta rocca, della Santissima Annunziata, che devono stare alla base dell’educazione nella cattedrale di Siracusa alla presen- fu messa gentilmente a disposizione dal della persona umana. Credo che con za dell’arcivecsovo, mons. Giuseppe parroco, don Giuseppe Di Rosa. la musica bisogna far pensare la gente, Costanzo. Collaborai anche con Alli- B. Può dire qualcosa delle composizioni che e confido nel valore e nella funzione son Bozorth Fowle, americana di Bo- ha pubblicato a stampa? didattico-pedagogica, oltre che in quella ston, e con Jennifer Schittino. Nel 1998 S. Nel 2005 ho pubblicato, con le Edi- artistico-creativa, della musica. Per que- chiamai a Siracusa il liutista americano zioni Musicali Novecento, Frammenti sto vorrei coinvolgere, con la collabora- Terrell Stone, docente di liuto al Conser- sonori per chitarra, nel 2013 il Kyrie elei- zione di altri artisti, i miei allievi in un vatorio di “Santa Cecilia” e interprete son di una Messa flamenca, per chitarra, progetto che recuperasse e mettesse in autorevole, in America e in Europa, di coro e orchestra, che recentemente ho risalto l’evidenza di tali valori con un re- musiche del Cinquecento e del Seicento. ripreso, per completarla in tutte le sue vival di testi e di brani significativi in re- Ho composto musiche, già nel 1992, per parti, secondo una richiesta pervenuta- lazione ai temi della pace, della guerra, La tragedia di Colapesce di Pippo Cascio e mi dagli amici francesi dell’Ensemble della convivenza civile, della solidarie- Liddo Schiavo, e per Prosopoi di Bruno madrigalistico “Metz’ A Voce”. Vi sto, tà umana. La musica, infatti, travalica Tirri nel 1994. infatti, lavorando. Nel 2005 ho pubbli- ogni confine naturale e umano. Ciò, con B. Ne deduco che aveva ovviamente studiato cato Aulodia, per clarinetto o flauto tra- un repertorio di brani bellissimi, che in anche composizione musicale. verso. Quest’anno ho pubblicato, sem- gran parte ho già in mente, scelti tra S. Certo. Fra il 1992 e il 1994 frequentai pre, come per le altre composizioni, con quelli che generalmente sono poco ese- fino al quarto anno accademico il corso le Edizioni Musicali Novecento, Petit guiti. Vorrei organizzare un concerto, di composizione presso il Conservatorio (sic!) Suite, per chitarra. magari arricchito da linguaggi artistici “Vincenzo Bellini” di Palermo, studian- B. Ha registrato o inciso dei lavori? diversi, da portare in giro in un impegno do con Marco Betta e Franco Orofino. S. Ho registrato vari lavori, ma qui mi sinergico tra giovani e adulti.

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Il mondo di Pan di Grazia Maria Schirinà MITOLOGIA

ggi, forse più di ieri, sentiamo del potere costituito. Il mito altro non è denti di Penelope. Anche l’ascendenza spesso parlare di attacchi di pa- che un racconto, una parola, un discor- materna è oscura. Il racconto che ci Onico con un’accezione ben defi- so; sbaglieremmo tuttavia se conside- viene offerto nell’Inno omerico a Pan nita dal punto di vista psicologico, ma rassimo questa parola con l’accezione mostra la divinità abbandonata alla na- meno, senza dubbio, dal punto di vista moderna, in quanto il potere di parola, scita dalla madre, una ninfa dei boschi, etimologico. Il termine panico deriva nel mondo antico, è esso stesso un po- che, alla sola vista del figlio, era rimasta da Pan, grazie a un suffisso, in greco, tere creativo. Per potere meglio capire terrorizzata al punto di abbandonarlo e che lo rende ora aggettivo ora sostanti- il concetto, ci possiamo rifare alla Ge- scappare via2; il padre, in questa nar- vo neutro, panicòs e panicòn; in latino nesi o all’Iliade, per rimanere in tema razione Ermes, dopo aver avvolto la diventa panicus; in entrambi i casi il e in particolare alle discussioni in cam- creatura in una pelle di lepre, la portò termine è riferibile alla paura suscitata po acheo, durante le quali ha potere di sull’Olimpo, dove fu accolto con gioia dal dio Pan. parola chi detiene lo scettro. Col tempo dagli dei e in particolare da Dioniso3. In considerazione del fatto che stiamo l’accezione originaria è scomparsa, per Pan era più simile a un animale che a per pubblicare un testo postumo del dare spazio in particolare all’elemento un uomo: il corpo era coperto di pelo, prof. Alessandro Patti, dal titolo “Chia- favolistico affabulatorio dell’argomento la bocca si apriva su una serie di zanne mami Pan”, mi è sembrato opportuno trattato. In quest’ottica ci avviciniamo ingiallite, il mento terminava con una rinfrescare nella memoria qualcosa in a Pan. barba ispida, dalla fronte si dipartivano merito a questo personaggio, Pan ap- Dall’analisi etimologica sappiamo che due corna e, al posto dei piedi, aveva punto, molte volte citato, ma in defini- alcuni fanno derivare il nome Pan dal due zoccoli caprini. Un’altra versione tiva poco noto. Dice l’autore: «Sì, Pan è greco paein, pascolare, e difatti Pan era sulla sua nascita, sostenuta da Igino, bello,» – egli disse affondando le mani nella il dio dei pastori, ma letteralmente Pan afferma che Zeus si unì a una capra di sabbia asciutta. – «Pan è grande, Pan è significa “tutto”, come conferma an- nome Beroe, dalla quale ebbe un figlio, tutto, Pan è Dio. Esiste un solo nome che Erodoto1, e, secondo la mitologia il dio Egipan, ovvero la forma caprina per Dio ed è Pan. Tutti gli altri nomi non greca, era lo spirito di tutte le creature di Pan. Pan era un allegro caprone sel- sono che nomi di dei. Anche gli dei vivono, naturali. Questa accezione lo lega alla vaggio e sgraziato, ma scaltro che, al anche il dio della trinità, ma essi vivono foresta, all’abisso, al profondo. Le sue pari di un uomo, nutriva dei sentimen- solo perché Pan vive e finché Pan vive. Essi origini sono assolutamente incerte; le ti. Il bisogno di solitudine lo spingeva a vivono come i frutti vivono perché pendono fonti lo fanno discendere ora da Erme- isolarsi nei boschi, dove restava anche dall’albero. Pan! Pan è anche un allegro te, ora da Cronos, o da Zeus, o, addirit- per fare la posta alle ninfe e atterrire caprone che io spesse volte vidi salterellare tura dai preten- i passanti. Era noto per il sulle sporgenze erbose delle rosse rupi, allor- suo ardore virile, che lo ché andavo dietro ai nudi calcagni di mia portava a inseguire allo madre, mentre mio padre nella nera chiesa stesso modo ninfe e gio- della grotta agitava ai monaci l’incensiere. vinetti (i racconti di Pan Anch’io in quel tempo andavo come mia venivano anche usati per madre, vestito come un piccolo capro. Più mettere in guardia i fanciulli tardi, levando gli occhi dai libri di perga- dalla pederastia), ma, quando mena e guardando oltre il balcone giù nel- la ricerca amorosa rimaneva la valle, ho creduto alcune volte ancora di senza frutto, il suo incontenibi- udirlo gridare dall’alto della rupe, ma ve- le impulso lo spingeva a desiderare duto non l’ho più mai. E tu lo hai qualche gli animali dei greggi. Si racconta che volta visto, Maria?» un giorno egli vide Siringa, la figlia Ma chi era Pan? della divinità fluviale Ladone, e se ne Entriamo nel mondo del mito innamorò, ma la fanciulla, appena e, pur non avendo la lo vide, fuggì terrorizzata e pregò il pretesa di affrontar- padre di mutarle l’aspetto in modo ne esegesi e materia, da non farla riconoscere; Ladone, ritengo opportuno impietosito, la trasformò in una chiarire che esso par- canna. Molti miti spiegano con te quasi sempre dal la metamorfosi l’origine dei fiori tentativo di mettere ordine a fenomeni Lambert Godecharle (1750-1835): altrimenti inspie- Pan che insegue Siringa (1804) gabili, divenendo de Gilles-. Musées royaux des beaux-Arts de Belgique, Bruxelles spesso anche una (Belgique) struttura a sostegno

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i viandanti che attraversavano le e profezie e abitavano sulle balze sco- selve. scese dei monti, nelle caverne profonde A Pan infatti si attribuivano i ru- e nelle foreste impenetrabili agli uomi- mori di origine inesplicabile che ni. La loro presenza era svelata dalla si sentivano la notte e, dalla paura voce, anche se si divertivano a presen- che essi causavano, deriva il ter- tarsi improvvisamente. In epoca clas- mine: “timor panico”. È ricono- sica “Faunos cernere” significò avere sciuto, infatti, che il dio si adirava le allucinazioni. Il nome derivava dal con chi lo disturbava, ed emetteva verbo fari che significa dire, parlare; urla terrificanti provocando nel ma questo parlare era profetico perché disturbatore la paura. Alcuni rac- tutto quanto apparteneva al fato si av- conti ci dicono che lo stesso Pan verava. Fari è infatti un parlare potente venne visto fuggire per la paura ed efficace. I Fauni appartenevano alle da lui stesso provocata. Legato in epoche più antiche e rappresentavano modo viscerale alla natura, alla l’alterità; mezzo uomini e mezzo ani- o di alcune stelle o di alcuni oggetti e sessualità5 e ai piaceri della car- mali, vivevano in un mondo inconta- strumenti; basti pensare ad Alfeo e Are- ne, Pan è l’unico dio con un mito sulla minato in cui il suono era l’elemento tusa o ai compagni di Ulisse trasformati sua morte. La notizia, secondo Plutar- fondamentale. Suono e movimento in in porci da Circe. Questi racconti sono co fu diffusa da Tamo, un navigatore6, un mondo delle origini: erano, infatti, detti eziologici, in quanto spiegano le e portò angoscia e disperazione nel ab-origini, anteriori all’ordine cosmico. cause (áition = causa) ed hanno sicura- mondo. Una morte inevitabile, sospin- I Fauni e Fauno in particolare vengono mente alla base una visione pitagorica, ta dall’avanzare del cristianesimo; di associati a Pan proprio per queste carat- che considera la vita come forza che fronte al rifiuto della sessualità e degli teristiche. L’iconografia antica lo rap- pervade ogni evento e ogni forma e in istinti, quando l’umano perde la con- presenta quasi sempre associato a uno cui tutti gli elementi si confondono, tra- nessione personale con la natura e l’i- strumento musicale: la siringa, il flauto sformandosi l’uno nell’altro (metempsi- stinto personificati, l’immagine di Pan o anche la cetra. La pittura vascolare cosi)4. Pan cercò invano di distinguere muore per lasciare spazio all’immagine invece propone particolari strumenti a la fanciulla fra i diversi giunchi; intanto del Diavolo. I Romani lo identificaro- fiato utilizzati solo durante le cerimo- il vento soffiandovi produsse un suono no con il loro dio Fauno, una creatura nie a lui dedicate: sono gli élymoi, gli delicato, simile a un lamento. Colpito che aveva caratteristiche fisiche simili a aulói, strumenti sacri che troviamo fre- da questo fenomeno, Pan ne recise uno, quelle di Pan. I Fauni ne condividevano quentemente nelle immagini antiche. lo tagliò in tanti pezzi di lunghezza di- l’esuberanza, il vigore e l’intelligenza Un altro strumento consacrato a Pan versa, li legò assieme con dello spago e superiore. Facevano risuonare oracoli era la conchiglia sonora, con cui si di- vi soffiò dentro per produrre lo ceva che il dio capro avesse stesso suono ascoltato. Fabbri- messo in fuga i Titani, get- cò così lo strumento musicale tando il panico tra le loro che prese il nome di “siringa” fila, quando combatterono dalla sventurata fanciulla e contro le forze di Zeus. che viene ancora oggi chia- La conchiglia era suonata mato “flauto di pan”. Nota dai sacerdoti in particola- è anche la leggenda che nelle ri momenti rituali. I fedeli campagne di Efeso si trovava di Pan onoravano il loro una grotta nella quale Pan ave- nume anche attraverso il va deposto la sua prima sirin- suono degli strumenti più ga, e in cui venivano rinchiuse, fragorosi, come i crotali e i per essere messe alla prova, timpani. le ragazze che sostenevano di Tutti i suoni inesplicabili essere vergini. Se le giovani che provengono dalla na- erano realmente pure, si udi- tura appartengono alla sfe- vano uscire dalla grotta i suoni ra di Pan. Il figlio di Pan, melodiosi della siringa, poi la Croto, è il boato del tuono porta si spalancava da sola e la o il battito delle mani dei ragazza riappariva coronata di baccanti in preda al deli- pino. In caso contrario, si udi- rio mistico. Tutto ciò che vano strida e lamenti funerei, e Pan insegue e abbraccia quando dopo giorni finalmen- è suono, musica, rumore. te si riusciva a forzare il pesan- La ninfa Piti è lo stormire te masso che chiudeva la grot- del pino. Siringa è il suono ta, la ragazza risultava sparita. del vento che attraversa i Da allora il dio tornò a vagare giunchi. Pan è la musica Pan e la conchiglia, particolare della fontana di Igea nel nei boschi correndo e danzan- prima dell’uomo. Ma non cortile del Rathaus di Amburgo. Foto di Sebastiano Munafò. do con le ninfe e spaventando bisogna dimenticare che,

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oltre la musica di Pan – o me- chiedendo che gli concedesse- glio: prima e dopo il canto di ro la bellezza interiore dell’anima Pan – c’è il grido di chi, inva- e, riguardo all’esterno, che esso si sato dal dio, apprende la prima ponesse in armonia con l’intimo. parola della lingua divina. E Pan, per gli orfici, è colui che non dice “madre” o “padre”. regna sull’armonia del cosmo, Emette un urlo che risuona ag- e risveglia “la cosmica armo- ghiacciante come uno sfogo di nia” con il suo canto sereno. follia alle orecchie di chi non è Una divinità dunque nella qua- posseduto. I Greci chiamava- le coesistono due nature con- no quell’urlo kraughé e lo rite- trastanti che le sono proprie nevano simile ora al verso del anche in virtù del corpo che cane, ora a quello del corvo, lo contraddistingue: una sel- ora a quello della capra. Pan, vaggia, animale, istintiva e una in definitiva, il “Tutto” che intelligente, sensibile, armoni- segue la forza dell’amore, la ca. È forse più di ogni altro il personificazione della sensua- simbolo della vita stessa che, se lità libera da freni, ha ispirato come istinto ed esuberante vi- tutto il mondo dell’arte e la talità rappresenta la conserva- filosofia; per Pindaro Pan era zione della specie, come intel- sapientissimo danzatore; per So- ligenza e forza profetica guida focle artefice e maestro delle danze il comportamento dell’uomo, divine. Per l’uno e per l’altro, che, pur volendo riscoprire i la danza corrispondeva ai gra- tempi della natura, riesce a far di iniziatici della conoscenza. coesistere in equilibrio lo spiri- Eschilo lo definiva amico delle to e la materia. danze e Socrate, nel Fedro pla- tonico, supplicò lui e le ninfe, Acquerello di Casimiro Piccolo di Calanovella note 1Erodoto, Storie, libro II, paragrafo 52 dell’Inferno, nell’episodio di Pier della Vigna, funzionario di Federi- 2Generò a Ermes un figlio diletto, già allora mostruoso a vedersi, co II, suicidatosi in carcere perché accusato falsamente di tradimen- dal piede caprino, bicorne, vociante, dal dolce sorriso. to (La divina commedia, Inferno, 13, 1ss.) o, per ricordare un esempio Diede un balzo e fuggì la nutrice, e abbandonò il fanciullo. noto a tutti, l’asino di Lucignolo e il burattino di Carlo si spaventò, infatti, come vide quel volto ferino e barbuto. Lorenzini o Collodi. (Inno omerico a Pan) 5 James Hillman, lo psicologo americano, nel suo libro “Saggio su 3…si rallegrarono nell’animo tutti Pan” sostiene che Pan è l’inventore della sessualità non procrea- gl’immortali, ma più d’ogni altro il baccheggiante Dioniso; tiva, ma è anche, per la nostra coscienza, ciò che è puramente naturale, e lo chiamarono Pan, poiché a tutti l’animo aveva rallegrato. (Inno ome- il comportamento…al dilà degli scopi personali, quando è massimamente rico a Pan) Da questi versi si deducono alcune caratteristiche: Pan oggettivo. è un bambino abbandonato, cosa molto frequente nel mito e nella 6 Raccontava [Epiterse] che una volta imbarcatosi per l’Italia sopra una realtà sociale dell’epoca; è figlio di Ermes e come tale portatore di nave carica di ricche merci, e piena di una turba di passeggeri, sulla sera caratteri ermetici, nel momento in cui vengono celati i messaggi trovandosi verso le isole Echinadi, il vento scemò, e la nave andando qua e proposti; per essere portato all’Olimpo viene avvolto dal padre in là con direzione incerta, venne ad avvicinarsi a Paxos. […] All’improvviso una pelle di lepre, che è animale sacro ad Afrodite e alla Luna, per fu sentita una voce uscire dall’isola di Paxos che a gran voce chiamava: cui è legato anche al mondo dell’eros e alla natura; è gradito agli “Tamo”: di che la meraviglia fu grande. Questo Tamo, egiziano di patria, dei e in particolare a Dioniso con il quale si instaura un rapporto era il timoniere, ma non conosciuto di nome dalla maggior parte di quelli di “simpatia”. che erano sulla nave. Chiamato una seconda volta, non rispose; finalmente 4 Nella letteratura latina il tema delle metamorfosi è sviluppato nelle alla terza prestò ascolto. Allora colui che chiamava, con voce tonante disse: Metamorfosi di Ovidio (età augustea) e in Le metamorfosi o L’asino “Quando sarai giunto alla Palude, annuncia che il gran dio Pan è morto”. d’oro di Apuleio (età imperiale), ma il motivo è presente anche in Raccontava Epiterse che tutti, udito questo, si spaventarono – Plutarco, Il Virgilio, e, nella letteratura italiana, anche in Dante nel XIII canto tramonto degli oracoli, cap. III

34 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016 RICORDI Vita d’altri tempi di Sebastiano Consiglio - foto Archivio Consiglio

lcuni giorni fa, percorrendo la Ambrogio, che, anco- via Luigi Razza, vidi due ma- ra oggi, in qualche via Aterassi seminuovi appoggiati sul del centro resistono, prospetto di una casa, che aspettavano pur essendo rappezza- il camioncino della nettezza urbana per te con asfalto liquido. essere portati alla discarica. Ricordo quando mia In quel momento mi venne in mente madre dovette affidar- una vecchia canzone degli anni ’50, Vec- mi a zia Corradina, chio scarpone, che diceva: vecchio scarpone sorella di mio padre, quanto tempo è passato e quanti ricordi fai poiché, essendo nato rivivere tu. mio fratello Corrado, Ma i miei ricordi non si riferiscono a un il secondogenito, non vecchio scarpone, bensì a due vecchi ma- aveva la possibilità di terassi; quelli di mia zia Corradina. Pen- badare a due bambi- savo che se a quel tempo avesse avuto ni. Mia madre aiutava quei due materassi, che stavano buttan- mio padre nell’attività do, avrebbe fatto salti di gioia. di famiglia, che era la E così, mentre dal fondo della mia me- macelleria all’interno moria affioravano i ricordi della mia del Vecchio Merca- infanzia, chiudendo gli occhi, rivivevo to. Tornando ai due frammenti di quel tempo passato. materassi seminuovi Siamo all’inizio degli anni’50: da poco buttati, ricordo quelli tempo era finita la seconda guerra mon- che aveva zia Corra- diale, lasciando distruzione e miseria; dina, alti il triplo, che Zia Corradina nel nostro paese mancava tutto, anche non erano né a molla dal punto di vista igienico, dal momento né, tanto meno, di gommapiuma, ma riodo invernale, quando mio zio non an- che non tutte le famiglie avevano l’acqua due sacchi di stoffa riempiti di crine o dava a lavoro, a causa del brutto tempo, potabile in casa e la fognatura. paglia d’orzo. La sera, quando si andava di mattina passava il garzone del pastore Per l’acqua si doveva andare a rifornirsi a riposare, il mio posto nel letto era nella che, suonando il campanaccio, vannia- alla fontanella (cillitta), che il Comune parte posteriore (e’ peri ro lettu) e, di not- va per avvisare la gente che la ricotta era aveva fatto installare nei vari quartie- te, quando mi scappava di fare il bisogni- pronta per la vendita. Mia zia Corradina ri nel lontano 1912, oppure si doveva no, chiamavo mia zia che accendeva una diceva a suo marito: Vastianu, occatticcilla andare in via Fontana, fuori dal centro vecchia lampada, per poter prendere da a ricotta o picciriddu; lui, essendo tirchio e abitato, dove tuttora vive una sorgente sotto il letto il vaso da notte (u rinali); nel sapendo che a quel tempo una cavagna d’acqua. Al posto della fognatura invece frattempo suo marito, zio Sebastiano, costava 10 lire, le rispondeva con una c’erano i pozzi neri. borbottava, visto che dopo poche ore si strofetta: Scimunita ricordati “cu runa pani Le strade erano tutte in terra battuta e sarebbe dovuto alzare per affrontare una o cani stranu, peddi u pani e u cani”! Quella piene di buche, le uniche pavimentate giornata di duro lavoro. Mio zio, che era frase non l’ho mai dimenticata e fino a erano quelle all’interno dell’esagono; il bracciante agricolo, con la sua bicicletta quando lui è rimasto in vita, l’ho guar- corso Vittorio Emanuele era pavimen- percorreva decine di chilometri per rag- dato come una figura estranea. tato con mattonelle in asfalto della ditta giungere il posto di lavoro e per ritornare In quegli anni le case nei quartieri erano a casa. Così capitava tutte a pian terreno, di piccola cubatura che a volte, per non e con i tetti coperti da tegole (i ciaramiri): disturbare, mi alzavo in genere composti da due vani. Un vano al buio e sporcavo a era l’ingresso con la cucina a legna, il ga- terra, così che il gior- binetto per chi lo possedeva e il tavolo no seguente mia zia per il pranzo. L’altro vano era adibito a Corradina andava su camera da letto per sei o sette persone, tutte le furie, perché tale era la media di una famiglia. era costretta a pulire. Davanti casa non mancava il pergolato In quelle occasioni di gelsomino o di vite (la cosiddetta preu- mi diceva: A stasira ti la, una pianta di uva bianca o nera). Chi vai a cucchi a to casa, stava meglio era il massarotto che aveva ma in realtà essa mi pure la carretteria (una sorta di garage) voleva così tanto per gli animali da tiro (asini, muli o ca- bene che tutto le pas- valli) con il tavolaccio (u tavulatu) per il Fine Ottocento: donne alla fontana con quartare in equilibrio sulla testa sava in fretta. Nel pe- fieno e la paglia; c’era posto pure per la 35 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

(l’acqua sporca andava a finire in stra- da), invece le lenzuola e le coperte, una volta al mese, insieme ai vicini di casa con due o tre carretti trainati dagli asini, le faceva trasportare alla foce del fiume Cassibile, per poterli lavare (a truscia re marazzi lurdi). Nel pomeriggio del perio- do estivo passava u zu Paolo Fugali, ven- ditore di ghiaccio grattato, e Pasqualino il gelataio che proponeva a squarciagola: fragole e turruncinu chistu è gilatu finu di pri- ma qualità. Nel periodo invernale invece vendeva cassatine e cannoli. La sera, al ritorno dei mariti dal lavoro, per la cena, si metteva un tavolino davanti la porta e, con una lampada col filo allungabile per far luce, si cenava. Nel frattempo si sen- tivano delle canzonette provenienti da qualche radio accesa e un venticello pri- Marzo 1956: via Manin angolo via Dante. Dipendenti comunali della Nettezza Urbana maverile portava i profumi delle zagare, (Nicola Mallia e i fratelli Salvatore, Corrado e Sebastiano Motta) dei giardini di limoni, e delle piantagio- ni di gelsomino. Nel periodo invernale si capretta e la gabbia delle galline, che di girava il paese con la sua bicicletta e la poteva capire chi era passato dalla strada giorno veniva messa fuori casa così da cassetta legata dietro. Poi era la volta di per i solchi lasciati sul fango dalle ruote aver sempre l’ovetto fresco. Sebastiano Marino (u zu’ Ianu u baccala- dei carretti e dagli escrementi degli ani- Nei quartieri la pulizia delle strade e la raru), che, a piedi scalzi, girava tutto il mali; anche quelli lasciati dalle mucche raccolta dei rifiuti non veniva fatta dai paese, vendendo pesce salato, come il e dalle capre, che tutti i giorni venivano dipendenti comunali per mancanza di baccalà o il tonno (a tunnina) e il pesce condotte dai loro proprietari per la ven- personale nella nettezza urbana; i pochi azzurro (anciovi e sarda). Ricordo ancora dita del latte. C’erano pure quelli lasciati dipendenti erano i fratelli Motta (Corra- di don Carmelo Giummo che, con il suo da noi bambini, che avevamo come veste do, Salvatore e Sebastiano) soprannomi- piccolo carrozzone, vendeva stoffa suo- il pagliaccetto, veste aperta di sotto, che nati Mllèmmllè. Sebastiano Catinello det- nando un piccolo corno di bronzo. E per ci permetteva di fare il bisognino sul po- to Ianu c’a petra nte’ manu, Nicola Mallia finire sul tardi era la volta di donna Se- sto, in mezzo alla strada. La strada era e altri pochi personaggi. Queste persone bastiana Puglisi (a za Vastiana a Gnigna la vita di quel tempo; ci si conosceva e si erano addette alla pulizia dell’esagono, a sancunazzara) che, con il carretto e l’a- sapeva tutto di tutti, nel bene e nel male. mentre nei quartieri più periferici la rac- sinello, girava vendendo il sanguinaccio. Non si possedeva nulla e si viveva alla colta dei rifiuti la facevano i munnizzari Ero cosi affascinato da passare tutta la giornata. Se c’era una famiglia in diffi- per conto dei proprietari terrieri. La rac- mattinata dietro la finestra a osservare e coltà tutte le famiglie della strada si ado- colta serviva per concimare i terreni e ve- imparare i sacrifici della vita. Nel frat- peravano per aiutarla. Ma accadevano niva eseguita tutti i giorni passando con tempo zia Corradina faceva il bucato anche litigi furibondi, per futili motivi, i carretti trainati dagli asini, ma si racco- minuto nella pila che aveva fuori casa come, per esempio, alla fontanella, per glieva poco perché non si buttava nulla. Non c’era molto da buttare; non c’erano elettrodomestici né televisori, poche ra- dio, qualche grammofono con la mano- vella, utilizzate per le serate di festa: ma- trimoni, fidanzamenti, battesimi o per la festa di carnevale; si ballava in casa, bastava una fisarmonica, un tamburo e un fischietto per divertirsi. Noi ragazzi giocavamo fuori, specialmente nel pe- riodo estivo, aspettando che qualcuno ci portasse della calia, della semenza e delle noccioline (nucidda americana). Di mattina, mentre ero ancora a letto sot- to le coperte, sentivo, fuori nella strada, il vociare delle persone che passavano; così mi alzavo e, incuriosito, mi mettevo dietro la finestra a osservare, mangiando la zuppa di latte che mia zia mi aveva preparato. Vedevo passare il venditore di ricci di mare, Salvatore Rossitto, che U munnizzaru - foto tratta da Pagine Sparse

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sultarsi. Non facemmo in tempo a più possibile: la tv rimane accesa tutto il dividerli che uno ricevette un pugno giorno e ti riempie la testa di spot pubbli- sul naso dal quale uscì del sangue. citari; il telefono squilla continuamente Quello che aveva sferrato il pugno per promozioni; il volantinaggio porta esclamò: Ora o cunticcillu a butt… ri to a porta diventa sempre più insistente e, matri. La donna, che abitava li vicino, per finire, il sabato e la domenica non si sentendo le urla arrivò di corsa; ve- va più a passeggiare in piazza o al viale dendo suo figlio, che sanguinava dal Lido. Ormai si prediligono i centri com- naso, chiese chi fosse stato, e lui pian- merciali, perché il sistema ti impone di gendo gli indicò il compagno e riferì acquistare a buon prezzo solo in queste anche quello che aveva detto su di strutture, disegnando il tutto come uni- lei. La madre inviperita gli rifilò due co modo tramite il quale il nostro paese ceffoni e gli disse che quelle calunnie possa crescere, anche se i soldi scarseg- doveva rivolgerle a sua madre, visto giano. Ormai esistono le finanziarie, che quando suo padre andava a lavo- compri adesso e paghi dopo; se poi non rare fuori, per quindici giorni, la sera, puoi pagare, ti affidi alla banca e ti vin- mentre tutti dormivano, faceva entra- coli la casa, che, se non paghi, viene re l’amante. Nel frattempo qualcuno venduta all’asta e tu rimani in mezzo aveva avvisato l’altra madre di quello alla strada. Arrivano le liti in famiglia: il che stava accadendo. Anche lei arrivò male si fa strada, come la depressione e di corsa e, senza chiedere spiegazio- l’esaurimento; ma, diciamo la verità, ne ni, si avventò sulla rivale; se le diede- vale la pena? In sessanta anni di progres- ro di santa ragione. Diverse persone so abbiamo distrutto la nostra madre Sebastiano Marino, u baccalararu cercarono di dividerle, ma ci volle del terra inquinandola, sporcandola di tutto tempo, dato che si erano afferrate per ciò che di bello c’era (mari, laghi, fiumi prendere l’acqua, o ancora per zuffe di i capelli. Continuarono ancora a dirsene e l’aria che respiriamo) e riempito le no- bambini. Ricordo bene uno di questi li- di tutti i colori. Trascorsa qualche set- stre città di montagne di rifiuti. Questo tigi. Fu alla fine degli anni ’50 e, se non timana, il marito, al rientro con la sua perché abbiamo dimenticato il nostro intervenivano delle persone, sarebbe fini- bicicletta, stanco e con i vestiti sudici del passato; allora riportiamo indietro la no- ta sicuramente male. Era un pomeriggio lavoro di quindici giorni, venne fermato, stra memoria, cosi da apprezzare il no- del mese di aprile (lo ricordo perché da prima di arrivare a casa, da alcune per- stro presente e vivere il futuro, amando poco avevo compiuto 11 anni), e noi gio- sone presenti ai fatti che, facendo da pa- quello che ognuno di noi ha e non quello cavamo una partita di pallone (si trattava cieri, gli raccontarono quanto accaduto che non si potrà avere! in effetti di una vescica di maiale, detta a causa di un litigio tra i figli e quello Riacquistiamo i valori morali e civili a ozza, che veniva gonfiata e legata per che le donne si erano dette, in preda alla che i nostri genitori e i nostri antenati non fare uscire l’aria, avvolgendola con rabbia; tutto finì li. La vita era vissuta ci hanno lasciato in eredità, cercando di degli stracci, per renderla più pesante), nella normalità e ti permetteva di vivere trasmetterli e insegnarli ai nostri figli e che avevo portato io. Nel gioco vi fu uno alla giornata, serenamente. Nel bene e nipoti. scontro tra due miei compagni, i quali, nel male ci si accontentava di quel poco appena si rialzarono, iniziarono a in- che si possedeva. E adesso? Ora non è

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Il gentiluomo si conosce a tavola...

GALATEO ma è proprio vero? di Corrado Vella

’argomento non è usuale. La re- la suscettibilità di taluni. Questo non i gomiti non appoggiati, tenuti vicino cente lettura di un articolo ripor- è il mio intendimento. Scrivo perché alla persona, anche quando si usano le Ltato su una rivista ha risvegliato così trascorro il poco tempo libero tra posate. Si mastica a bocca chiusa, senza in me antichi ricordi e fatto maturare una terapia e l’altra, e ciò mi appaga. Il far rumore quando si sorbisce il brodo o la strana idea di scrivere alcune note mangiare sano, equilibrato o bilanciato altro. Non si parla con la bocca piena. Il e ammaestramenti acquisiti nel corso come si dice oggi, la dieta ipocalorica, tovagliolo si tenga piegato sulle ginoc- delle mie esperienze di vita. A tavola si iposodica, il mono pasto, la salute e chia, mai infilato nel collo della cami- va almeno tre volte al giorno e vicende così via, sono tutt’altra cosa. cia. Il cucchiaio non va riempito trop- da raccontare se ne possono annove- Il gentiluomo si conosce a tavola. Il det- po e così il piatto. Se si ha appetito si rare tante. A volte si consuma il pasto to è noto. A tavola si può giudicare la prenda un’altra portata. Fa piacere alla da soli, a volte in compagnia, e, con il buona educazione della gente. Un com- padrona di casa se l’ospite mangia di buon senso e l’ammaestramento degli portamento sbagliato può trovare giu- gusto. Con la forchetta adoperata con altri, sin da piccoli si acquisiscono com- stificazione nella distrazione, nella fret- la mano destra, si può mangiare qua- portamenti che poi si fanno propri per ta, nello stato d’animo o nello stress per si tutto, aiutandosi con un pezzetto di tutta l’esistenza. Questo è il caso mio. il nostro lavoro, per la vita dinamica dei pane tenuto con la sinistra, per mangia- Esperienze familiari prima, e presso nostri tempi. Così, non cediamo il pas- re il pesce. Con l’ausilio del coltello si ambienti di lavoro dopo. Matura una mangiano le carni e gli affettati. Il pane forma mentis o abitudini che si accet- non si taglia, si spezza con le mani in tano inconsapevolmente, divenendo un pezzi piccoli da portare in bocca, sen- bagaglio che ti porti dietro e non ti za fare briciole. Non si strappa con i pesa. Ricordo la compostezza di denti. Se si interrompe di mangiare mio padre Francesco a tavola, la per bere, discorrere o spezzare il calma di mio zio Giuseppe, dal pane, si depongano le posate sul quale non ho mai sentito un piatto a destra e a sinistra con appunto a sua madre, la non- il manico sull’orlo e la punta na Grazia, per una pietanza al centro (tipo le ore 4 e 40) e insipida o poco condita, la si dispongano perpendicolar- gestualità dello zio Alessan- mente, con il manico verso di dro quando consumava il pa- voi, se si è terminato di man- sto. La nipote Ada, mia cugi- giare la pietanza. Al ristorante na, alle 17 del pomeriggio, con il cameriere porterà via il piatto. estrema puntualità, gli portava in Le posate mai vanno appoggiate un vassoio il solito cappuccino di con la punta sul bordo del piatto e il latte e caffè, con a fianco una “spon- manico sul tavolo. Se cade una posata sa” di gelsomino: una piccola compo- per terra non si raccolga, si sostituisce. sizione fatta con i fiorellini di profu- Non si deve bere a bocca piena e la boc- mato gelsomino appena raccolto dalla so, in qualche occasione, a una signora, ca deve essere forbita prima e dopo con pianta, infilzati sugli aculei di un fiore o non salutiamo per primi l’anziano il tovagliolo, senza strofinarlo. Non si secco. Lui rimaneva seduto sulla sedia insegnante incontrato per la via o non devono prendere due bocconi insieme della sua scrivania, ringraziava e smet- cediamo il posto a sedere a una persona con la forchetta o sorbire due sorsi dal- teva di disegnare su una tavolozza con sofferente in tram. A tavola non è così. la medesima cucchiaiata. Il coltello si i pastelli colorati. Forbiva le labbra con In condizioni normali in famiglia o al tenga come un porta penna. Il pane o il tovagliolino delicatamente, prima di ristorante con gli amici, è difficile ac- i biscotti non si inzuppano nella mine- sorseggiare la bevanda. Poi rimette- campare scuse. Insisto nel dire che le stra, nel tè, nel caffè, caffelatte o altro. va la tazza sul vassoio e, dolcemente, norme di buon comportamento devo- A tavola non si fuma. Gli spaghetti non portava il tovagliolo alla bocca. Con lo no essere spontaneamente accettate e si tagliano col coltello. Si mangiano stesso movimento raccoglieva il gelso- rispettate. Ne citerò alcune che ritengo con la sola forchetta, senza usare altre che avvicinava al naso e il profu- facilmente attuabili, tralasciando quel- posate. Si agganciano alcuni spaghetti mo intenso gli procurava un sorriso di le più ovvie. Ciascuno si regoli come in un’estremità del piatto, si arrotolano compiacimento. Io ero un bambino e meglio crede. Durante i pasti non si sulla posata per farne un giusto bocco- rimanevo coinvolto da tale gestualità. mangia e non si beve rumorosamente, ne che si inumidisce con il condimento Vi dirò qualcosa di carattere generale e né si parla ad alta voce, né si tratta di ar- posto al centro della pietanza e si por- ricorderò qualche comportamento spe- gomenti non graditi o che implicano la ta in bocca senza far cadere nel piatto cifico. È ovvio che si tratta di argomen- condotta dei presenti. Si sta seduti com- eventuali avanzi e senza portare avanti ti che possono o non possono intaccare posti con la sedia accostata al tavolo e il viso. La pasta nel piatto non si mesco-

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la per distribuire il condimento. Man- le pietanze da preparare e servire, ma con la carne o il baccalà. Dopo il via giando la carne, il coltello serve per anche del buon comportamento degli del capo famiglia, ciascuno attingeva tagliare la quantità da portare in bocca ospiti invitati. Adesso alcune vecchie alla polenta e al condimento con la con la sola forchetta e aiutare a togliere esperienze che fanno meditare. Agli posata, aiutandosi a volte con le mani. la stessa dalle ossa che mai si portano inizi degli anni Sessanta mi trovavo a C’era allegria. Era una festa! Nell’aria in bocca. Se non si riesce del tutto si ab- Civitavecchia per un corso inerente alla svolazzavano le note di quel ritornello: bandoni la parte troppo difficile da di- mia professione. Una sera, a passeggio se il mare fosse tocio,.. oilì… oilà,.. e i monti staccare. Questo vale anche per il pollo. con degli amici, decidemmo di andare di poenta,.. o mamma che tociate! o mam- Non toccare mai la carne con le mani. in pizzeria. Ne scegliemmo una. Locale ma che tociate!.. poenta e baccalà!.. Perché Nel condimento si intinga il pezzetto di semplice, modesto: ci parve accoglien- non m’ami più. Mi trovavo tempo fa ad carne tenuto con la forchetta, mai i pez- te. Ci sedemmo a un tavolo indicatoci Abano Terme, ospite presso un albergo, zetti di pane. Le verdure cotte e le insa- da un cameriere. I tavoli erano di mar- per un ciclo di cure balneari, i così detti late si consumano con la sola forchetta, mo con le gambe in ferro battuto. No- “fanghi”. Un giorno, a colazione, notai non si tagliano con il coltello. Questo tammo il grembiule del cameriere non che un anziano ospite dell’albergo, sot- non si adopera per il pesce. Le spine o proprio netto. Ordinammo la pizza. Il tovoce, ripeteva il verso che fa la galli- il nocciolo delle olive si pongono sulla cameriere portò al tavolo delle bottiglie na dopo aver deposto l’uovo. Lo stesso forchetta avvicinata alla bocca e poi sul di birra. Fu allora che ci accorgemmo ospite a pranzo ripeteva questa volta piatto. Con le posate si possono gustare che gli ospiti degli altri tavoli beveva- l’ululato del cane che abbaia: …bau,.. i vari formaggi, i dolci, i gelati. Il burro no la birra tracannandola direttamente bau,.. bu,.. bu,.. Non capivo la stranezza salato si può spalmare su un pezzetto di dalla bottiglia. Questa fu la nostra pri- del comportamento del signore. Chiesi pane con l’ausilio della punta del col- ma sorpresa. Arrivò poi un cameriere lumi al cameriere. Era al corrente del tello. Per servirsi di frutta dalla fruttiera spingendo un carrello con un’ampia te- fatto. Mi disse che il verso della gallina si adoperino le posate della stessa. Non glia da forno e una fumante e odorosa era rivolto a un altro ospite dell’albergo si sceglie la frutta desiderata palpando- “pizza a metro”. Afferrò con una mano che a colazione, nella scodella del caf- la con le mani. Una mela, un’arancia o la pizza, ne tagliò una porzione con un felatte, spezzettava due o tre briosce per altro si tengano ferme con la forchetta e forbicione da sarto e l’appoggiò con prepararsi un “pastone”, come faceva- si taglino a metà con il coltello e poi a decisione sul marmo del tavolo davanti no le mamme di una volta per i polli. un quarto. Così diventa facile sbucciare uno di noi. Così fece per gli altri. Non A pranzo, l’ululato del cane si riferiva i pezzi ed eliminare i semi, le bucce e i osammo chiedere né posate, né bicchie- al fatto che lo stesso signore spezzava noccioli. Per l’uva e la frutta che non ri; solo qualche tovagliolo. Ritornò con il pane strappandolo con i denti, come si può sbucciare, verrà portata a tavola un vecchio giornale quotidiano, che ta- fanno i cani, non con le mani. È ovvio una coppa con l’acqua per lavarla e inu- gliò a quadrati con un coltellaccio e che che a tavola è preferibile assumere com- midire le dita, se necessario, asciugan- poi lasciò sul tavolo. Eravamo zittiti portamenti corretti, normalmente ac- dole col tovagliolo. dalla situazione. Notammo che, pres- quisiti. Correttezza e naturalezza, cioè Generalmente con le mani non si tocca so gli altri tavoli, gli ospiti mangiavano disinvoltura. La conoscenza di qualche il cibo. Si devono usare le posate, dive- con le mani e arrotolavano il formaggio nozione può tornare utile in partico- nute con l’uso utili utensili e non armi filante con le dita indice e medio, usate lari situazioni che possono verificarsi pericolose da odiare. Ricordo ancora come una forchetta, che poi portavano nel corso della vita, così da superare di non usare a tavola gli stuzzicaden- alla bocca. Ci adeguammo malamen- qualsia si imbarazzo, sia nei pranzi con ti. Se è proprio necessario, è preferibi- te. La pizza era deliziosa! Ancora in- vecchi amici in trattoria, o con ospiti le chiedere il permesso di allontanarsi creduli lasciammo il locale. Nei giorni di riguardo. È bene essere sempre in momentaneamente. In altra occasione successivi parlammo a lungo di questa armonia con se stessi cosi che possiate vi parlerò di norme di buon compor- esperienza vissuta. Decidemmo infine apprezzare il cibo, se avrete la ventura tamento in società, ad esempio, se si è di ritornare ancora una volta in quella che sia eccellente. invitati a pranzo o se siete voi a invitare pizzeria. In Friuli, presso le famiglie pa- gli amici, o come io desidererei organiz- triarcali, tutti i familiari si racco- zare una cerimonia per le nozze di un glievano a tavola all’ora dei familiare o di un amico. Regole basilari pasti. Il posto era asse- che riguardano i padroni di casa, il ri- gnato. Il capo famiglia cevimento degli ospiti, l’approntamen- recitava le preghiere to della sala da pranzo, dei tavoli, dei di ringraziamento. posti a sedere, la creazione di ambien- Dopo il doveroso ti omogenei con gli ospiti, ad esempio rito, la mamma coppie sposate o conviventi, facendo portava il paiolo in modo che si eviti di affrontare argo- di rame con la menti spinosi come la politica o la reli- fumante polenta gione, con la dovuta sensibilità, se la si- che rovesciava su tuazione lo consiglia, per non inquinare un vassoio di le- l’atmosfera che chi invita ha il dovere gno posto al centro di creare e mantenere accogliente e pia- del tavolo. La stendeva cevole. Vi parlerò dei compiti specifici con un cucchiaio di legno della padrona di casa, della scelta del- e sistemava al centro il sugo

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Una nuova arte che punta al sociale di Umberto Confalonieri - foto Archivio associativo

ASSOCIAZIONISMO Siculamente Bonsai Club Avola è una nuo- hanno consentito la conoscenza di que- va e radicata realtà associativa che dal sta nuova arte a chi prima ne fosse igna- novembre 2014 riunisce soci e no con ro. L’appuntamento organizzato con la passione artistica del bonsai; l’idea è i Superabili, grazie anche alla proficua nata dall’intento di tre amici: Marcello collaborazione del Corpo Forestale che Dell’Albani, Piero Sampirisi e Corra- ha messo a disposizione alcune pianti- do Rossitto. Marcello Dell’Albani, che ne, è l’esempio tangibile del cammino abbiamo già sentito qualche numero sociale e ambientale che l’Associazione fa di Avolesi nel mondo al riguardo, è il ha voluto intraprendere in questi primi presidente e, quando parla di questa anni di vita. Ricordando questo evento, esperienza associativa, è emotivamente il Presidente, soddisfatto, condivide i coinvolto. sorrisi, la gioia della scoperta e l’entu- Tanti i percorsi personali che grazie a Proprio per queste finalità, spiccatamen- siasmo di tanti passanti, bambini e ra- questa realtà si sono ritrovati, per ini- te sociali, l’Amministrazione comunale, gazzi incuriositi che, avvicinandosi, si ziare un nuovo cammino frutto di un informa il Presidente, vuole affidare sono confrontati con una realtà del tutto confronto bello e accattivante d’idee, gratuitamente a Siculamente Bonsai Club affascinante. Per gli amici de i Superabi- di considerazioni e di esperienze che Avola dei locali in una particolare zona li è stata anche l’occasione per favorire ognuno sta portando, contribuendo, al della città, ancora da concordare, per l’integrazione sociale di tanti ragazzi contempo, alla crescita non solo del- contrastare il disagio sociale delle nuove e di tante ragazze che grazie al bonsai le adesioni associative, ma anche delle generazioni. hanno acquistato sicurezza nelle rela- relazioni umane e della conoscenza del Le attività del 2015 hanno impegnato, zioni. Dedicarsi alla piantina, ribadisce territorio. sotto ogni aspetto, l’Associazione: le Dell’Albani, è occasione importante Il logo associativo, proprio per questo, numerose mostre in Sicilia, nel resto per imparare a conoscersi, ad affronta- testimonia il radicamento con la Sicilia d’Italia e nel Belgio, hanno contribuito re i propri limiti e, soprattutto, a usare i e, in particolare, con Avola, richiamata ad accrescere la fama di questa nuova propri pregi per coltivare ogni relazione dall’esagono, dal mandorlo e dai colori realtà associativa, permettendo agli umana. rosso e blu. amici di Siculamente Bonsai Club Avola di Dell’Albani, in conclusione, tiene a pre- L’Associazione, che è registrata secon- confrontarsi con percorsi diversi e nuo- cisare che grazie al bonsai, i soci, e non do la disciplina del codice civile ed è vi; le attività ricreative in piazza Umber- solo, hanno fatto proprio un motto di iscritta presso l’UBI nazionale, ossia to I e al centro commerciale Il Giardino vita: nati per creare e non per distruggere. l’Unione Bonsaisti Italiani, vede l’ade- sione di circa quaranta soci che, come ribadisce il presidente, sono anche de- gli amici, basti pensare che le consorti hanno instaurato relazioni indipenden- temente dagli incontri associativi. Molti i giovani e gli anziani che si sono avvicinati perché, afferma Dell’Albani, dedicarsi all’arte del bonsai permette di scoprire i doni della pazienza, della per- severanza, della cura e del rispetto nei confronti della pianta, che, automati- camente, si ripercuotono positivamente nelle relazioni umane con un’ottica to- talmente nuova e differente.

40 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016 RACCONTO

Sulla spiaggia di Salvatore Martorana

embra che ci sia aria sonnolenta, che l’ho riconosciuta alla voce, per aver lei non gli consente di giocare con Nino. come ogni giorno a quest’ora, sul- lei richiamato a sé Gepy, mi giro sulla Ecco, anche guardandolo dalla sedia sot- Sla spiaggia. I bagnanti sono per la sedia per salutarla, ma Concettina è già to l’ombrellone, sorridente, sereno, il pic- maggior parte sdraiati sotto gli ombrel- oltre, con Gepy alla gonna e Giovanna colo Nino mi somiglia ad un Serafino. lo loni e, in ogni gruppo, ci sono un paio in braccio. Le viene dietro ad una certa ho cercato sempre di dare un volto agli di volenterosi che si sforzano di tenere distanza Rosetta, che tiene per mano il angeli, come hanno fatto sicuramente desta l’attenzione degli altri con qualche suo piccolo Ettore, e che, guardandomi tutti gli uomini: ricordo quella canzone il argomento di attualità. Gli adolescenti seduto sotto la tettoia in solitudine, mi cui personaggio, un bimbo negro, prega fanno gruppo a parte, sparpagliati sotto invita da lontano a raggiungerla sotto il pittore di dipingere attorno all’altare vari ombrelloni. Ovviamente, sono i più l’ombrellone. Che diamine! C’è qualcosa angeli negri. lo ho sempre visto dipinti vivaci, anzi costituiscono l’unica nota di meglio che fare quattro chiacchiere in nelle chiese angeli non negri e ciò mi in- veramente viva in questo carnaio semi buona compagnia? Da soli sulla spiaggia, duce a pensare che il mio Nino è un Sera- addormentato. Ogni tanto, a gruppi di al mare, ci si annoia mortalmente! Lei fino: perciò me lo guardo con la precisa tre o quattro, fuggono da sotto gli om- sicuramente eviterebbe la noia, perché consapevolezza di trovarmi davanti al brelloni e nobilitano le verdi acque dello Ettore ha bisogno di continua attenzio- mio capolavoro. Esagero? Se sì, merito la Ionio e poi ritornano, anche loro stanchi ne. Si allontana, Rosetta, mentre io mi più ampia considerazione! Adesso Nino e desiderosi di sdraiarsi al riparo da un riprometto di raggiungerla più tardi, nel è sotto l’ombrellone, assieme a zie e cu- sole che intontisce. gruppo; intanto mi avvio al bar per disse- gini. Lo vedo muoversi, sorridere, girarsi lo sto seduto sotto la tettoia, un po’ an- tarmi: anche lì c’è ressa, per cui io aspet- verso chi lo chiama o lo interessa. Ha in noiato, alla ricerca di un interesse, di un to educatamente che arrivi il mio turno. mano qualcosa: ma che cosa? Da quel- qualcosa che lo leghi alla realtà, anche se Accanto mi sta un giovanotto che ciarla la distanza, anche se non è tanta, non a questa realtà così torpida, così poco at- amabilmente con una ninfa: improvvi- riesco a distinguere, un po’ per il viavai traente: non c’è niente di tanto nobile che samente si alza sulla punta dei piedi per della gente fra la spiaggia e il mare e che meriti lo sforzo di stanche meningi. Al porsi al di sopra di quanti lo precedono e, si frappone fra me e gli ombrelloni; e un mare, con questo sole, è difficile pensare mezzo sudato e mezzo seccato, grida al po’ per i vapori che si levano dalla sabbia a cose serie o di una certa importanza! cameriere del bar, che si affanna a servire e che somigliano al tremolare dell’aria Ci sono, sì, coloro che, sdraiati supini, i clienti: Due coktail in bottiglia, ragazzo!; in lontananza, sull’asfalto delle strade ad occhi chiusi, con la testa abbandonata quindi, gira verso la sua sinistra e va all’e- nelle ore più calde del giorno. Rosetta e su un cuscino di gomma, vogliono dare stremità del banco, attende il cameriere, Concettina hanno finito di sistemare il l’impressione di inseguire chissà qua- lo tira a sé per la manica rimboccata loro ombrellone accanto a quello di mia li abissi del pensiero. Ma chi crede che della giacca bianca, prende da lui le due moglie, per cui l’ombra, adesso, è unica costoro “pensino”? Neanche io penso: bottigliette con le cannucce e sorride a e grande amica; sembra volere protegge- guardo, mezzo distratto e mezzo attento, Lei: la Ninfa è soddisfatta, novella dama re i piccoli, specialmente, da questo sole verso la spiaggia, sotto l’ombrellone che del giovin signore del millenovecento... e cocente e impietoso. Chi esce dal mare ripara il mio Nino, che è accovacciato ritornano verso la spiaggia – ambedue – e chi ci va – cammina in punta di pie- vicino alla mammina e circondato dalle sorridenti e soddisfatti! – lei che ancheg- di sulla sabbia, quasi voglia sorvolare il premure di Salvo e Marianna, che vo- gia mollemente e il novello Anfitrione al mondo e non scottarsi. Nino è sempre là, gliono farlo distrarre e giocare con loro; suo fianco. C’est la vie! Tutto si è svolto con Marianna, Salvo, Ettore, Gepy, Gio- e fanno a gara, loro due, Salvo e Marian- rapidamente e a me adesso non resta che vanna, sua coetanea; le madri parlano; na, a chi riesce meglio con Nino. Egli aspettare il mio turno per dissetarmi e io sono sempre sotto la tettoia vicino al li segue come e quanto può, prende in tornare con l’occhio all’ombrellone sotto bar; venissero Gigi e Gioacchino, andrei mano la paletta che gli offre Salvo, guar- cui siede e gioca il mio angioletto. Nino sicuramente anche io sotto l’ombrellone da con inusitato interesse il secchielIo di ha ancora le ali, non conosce del mon- per conversare con loro: ma, andarci per Marianna, si alza, sorride, lascia cadere do altro che il cibo, il papà e la mamma; rimanere da solo a sentire dalle signo- la paletta dalle mani, si volge e si avvici- gli altri, tutti gli altri, sono il contorno; re l’ultima pretesa della sarta o l’ultima na a Marianna, la quale, sorridente, gli il suo mondo ha confini ben precisi ad novità della piega, che ormai si porta in porge il secchiello: Nino lo accarezza o, onta delle numerose conoscenze che ha non si sa quale parte della gonna, pro- piuttosto, lo palpa, stende in avanti l’al- fatto negli ultimi tempi, da quando, cioè, prio non mi interessa! I piccoli..: Ettore tra mano, ma... Marianna ha avuto un la mamma lo ha portato nel giro del pa- piange; Salvo sembra imbronciato; Gepy lampo negli occhietti ed è volata verso la rentado. Tutti sono molto affettuosi con e Marianna si sono poste l’una di fronte battigia: il secchiello è presto pieno d’ac- Nino, perché Nino è un angioletto: coi all’altra; Nino e Giovanna non si capisce qua e la bambina ritorna veloce verso grandi non tutti sono molto affettuosi. se si sorridono o stanno zitti... Cette ci c’èst l’ombrellone. Ma Nino è tanto piccolo che Marianna la vie! Ancora per poco voleranno tutti tra Giocheranno un po’ con acqua invece che con – che non ha ancora l’età per andare a i Serafini: un’altra stagione dal sole co- sabbia, mi dico io, guardando tutto dalla scuola – lo protegge da Salvo e Salvo, che cente, e le ali cadranno dalle loro ancora mia sedia sotto la tettoia. Intanto, arriva è più piccolo di Marianna, si offende e gracili spalle. E saranno uomini! Concettina con Giovanna in braccio; io, tiene il broncio alla sorellina maggiore se 41 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

Alla “Signora dell’Esagono”

ATTUALITÀ la Cittadinanza Onoraria di Eleonora Vinci - foto di Lorenzo Caldarella

l Teatro Garibaldi, nei tre ordini cir- rico, artistico e ambientale rendendoci prima della cerimonia raccontandosi da colari gremito da un pubblico che orgogliosi. Ha dato tanto e tanto ancora quando, arrivata ad Avola, mise da par- Inon ha lesinato applausi, sembrava potrà dare per i progetti che sono in can- te l’attività proiettata alla pittura perché abbracciare Francesca Gringeri Panta- tiere per la crescita della città, perché at- catturata dall’aspetto geometrico del no nel giorno della cerimonia di confe- traverso la cultura si promuove anche il centro storico, che meritava uno studio rimento della cittadinanza onoraria, lo suo sviluppo economico, e questo rico- che la stessa ha approfondito ripercor- scorso 30 aprile. Per lei, che negli anni noscimento è il nostro modo di ringra- rendo la storia locale partendo dal 1693 Ottanta, in modo provocatorio, parteci- ziarla”. L’assessore Loreto, che ha ulti- e andando a ritroso nel tempo. Ha ricor- pò a una estemporanea di pittura pro- mato i suoi studi universitari in architet- dato i suoi anni alla Pro Loco: la valo- mossa dalla Pro Loco, realizzando un tura utilizzando anche i testi scritti dalla rizzazione dei figli di Avola illustri e le quadro d’interno del Teatro con vista Gringeri Pantano, ha tenuto a precisare loro opere; lo stemma che utilizzava la sul soffitto crollato, che Città qualche anno fa e da ha perorato dalla prima lei dipinto; gli annulli fila- ora il recupero del “tem- telici e il primo dedicato pio dell’arte” e che ha all’esagono; il convegno contribuito alla sua inau- sul mandorlo nel periodo gurazione con l’installa- quando si assisteva allo zione, nella Sala “Salva- sdradicamento degli alberi tore Falbo”, della mostra per far posto agli agrumeti; permanente I Volti del Te- le iniziative per dotare la atro e alla pubblicazione città di una circonvallazio- di Avola, il Teatro Garibal- ne, per il restauro del tea- di, 20 aprile 1876-2011, era tro e del vecchio mercato, quasi scontato ricevere il oggi sede della biblioteca prestigioso riconoscimen- comunale con l’instal- to in quella sede. Che al lazione dell’esposizione volere dell’Amministra- permanente Il Mercato e la zione comunale ci fosse sua gente, per la creazione un consenso corale lo si è Da sx Domenico Amoroso, Francesca Gringeri Pantano, il sindaco del museo Palmento e Fran- potuto constatare dall’af- Giovanni Luca Cannata e l’assessore Simona Loreto toio Midolo. Ne ha curato fetto dimostrato da quan- le esposizioni e le relative ti hanno combattuto le stesse battaglie che “mai la studiosa si è tirata indietro pubblicazioni, così come ha curato mo- al suo fianco quando presiedeva la Pro davanti alle richieste di collaborazione stre in Sicilia, a Roma, a Malta, a Parigi, Loco, dai suoi alunni, oggi uomini e per qualsiasi intervento sul patrimonio a Tolosa e a Melbourne, divulgando in donne professionalmente impegnati, culturale avolese, solo da ultimo il suo ogni luogo la nostra cultura. Impossibi- dai lettori delle tante pubblicazioni nate interessamento sui cannoni recuperati le elencare tutti i suoi scritti, ne citiamo dallo studio del Barocco del Val di Noto nel nostro mare e l’esposizione all’inter- solo alcuni su Avola fra i più conosciuti: e degli aspetti etnoantropologici del ter- no della cripta dell’antica chiesa di San Documenti storici e artistici sullo stemma ci- ritorio, nonché dagli amici-estimatori. Sebastiano. – e ad anticipare che – Si oc- vico di Avola, Antiqua Abola, le “pietre” e i Per i pochi che non conoscessero la sto- cuperà presto del nascente museo all’in- dipinti prima del 1693, Avola, Cava Grande rica dell’arte lentinese di nascita, adotta- terno di Palazzo Modica.” Domenico e Vendicari nel Voyage in Sicilia (1776-79) ta dalla nostra Città dopo il matrimonio Amoroso nella sua lunga esposizione di Jean Houel, Cava Grande di Cassibile, il con Paolo Pantano e residente a Noto, ha, tra l’altro, sottolineato che “con i parco delle orchidee selvatiche. I fiori della se ne sono fatti carico il sindaco Luca suoi studi ha dimostrato che ogni città metafora, La città esagonale. Avola: l’anti- Cannata, l’assessore alla Cultura Si- ha la sua storia e il suo valore e lo ha fat- co sito, lo spazio urbano ricostruito, Storia mona Loreto, Domenico Amoroso già to con grande capacità di divulgazione, e immagini della Chiesa di San Giovanni direttore dei Musei Civici di Caltagiro- utilizzando un taglio quasi anglosasso- Battista in Avola, La chiesa di Sant’Anto- ne e Santa Argentino graphic designer, ne che si fa comprendere. Partendo da nio Abate in Avola. Da struttura medievale che cura la digitalizzazione dei suoi un documento o da un monumento ne a chiesa tardo barocca. scritti, visionabili grazie all’inserimento studia la conservazione e il suo utilizzo A Francesca vanno le congratulazioni nel sito ufficiale del Comune di Avola. pensando alla cultura come fatto demo- de “Gli Avolesi nel Mondo” e della no- Il Primo cittadino l’ha definita “perso- cratico da condividere con tutti.” stra Redazione e gli auguri di buon lavo- na straordinaria che, gratuitamente, ha La “Signora dell’Esagono”, così come ro per l’impegno che l’attende. sempre lavorato per una conoscenza l’ha definita l’artista Elia Li Gioi, emo- approfondita del nostro patrimonio sto- zionantissima, ha preso la parola poco

42 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016 VOLONTARIATO

Il “Tribunale dei Diritti del Malato” ad Avola di Sebastiano Munafò - foto di Franco Carasi

l 29 maggio del 2014 venne inaugu- agli intoppi istituzionali e infine di con- rata presso l’ospedale di Avola la se- seguire immediatamente i cambiamenti Izione del TDM, che si trova ubicata materiali della realtà che permettono il al piano terra, di fronte all’Unità Opera- soddisfacimento dei diritti violati o la tiva di Radiologia. Il TDM è un’inizia- rimozione delle situazioni di sofferenza tiva di CittadinanzAttiva, nata nel 1980 inutile e di ingiustizia. per tutelare e promuovere i diritti dei Con l’apertura di questa sede presso cittadini nell’ambito dei servizi sanitari l’ospedale di Avola viene data a tutti e assistenziali e per contribuire a una più za la tutela sociale dei diritti. Sono reti i cittadini del territorio la possibilità di umana, efficace e razionale organizza- del movimento la rete europea ACN segnalare qualsiasi situazione di ingiusti- zione del servizio sanitario nazionale. È (Active Citizenship Network) e le reti zia e chiedere l’intervento del TDM in una rete costituita da cittadini comuni, nazionali: Tribunale dei diritti del ma- propria difesa. Attualmente la sezione di ma anche da operatori dei diversi servizi lato, Procuratori dei cittadini, Giustizia Avola viene gestita da cinque volontari, e da professionisti, che si impegnano a per i diritti, Scuola di Cittadinanzatti- che assicurano la presenza giornaliera titolo volontario (circa 10.000 in ambito va, Coordinamento delle associazioni per cinque giorni la settimana. Esiste an- nazionale). Esso opera mediante: dei malati cronici (CNAMC). Si tratta che la possibilità di segnalare i disservizi - circa 300 sezioni locali, presenti su di un’organizzazione no profit, Onlus attraverso il cellulare nelle ore di chiusu- tutto il territorio nazionale, attive negli (Organizzazione non lucrativa di utilità ra dello sportello oppure di lasciare pres- ospedali e nei servizi territoriali; sociale), che si costituisce interlocutore so la sede una segnalazione scritta, alla - una struttura centrale che coordina le criticamente costruttivo delle forze so- quale si darà risposta con tempestività. attività della rete e promuove le iniziati- ciali e culturali, delle istituzioni dello Il 18/11/2015, nello spirito di collabora- ve nazionali; Stato, delle Autonomie locali, dei partiti zione con altre associazioni presenti nel - gruppi tematici a livello nazionale, re- politici, dei soggetti dell’informazione, territorio, si è tenuto un incontro pubbli- gionale e locale, collegati a specifici pro- del mondo della produzione e del lavo- co presso il salone “Paolo VI” di Avola grammi; ro. Dovunque un essere umano si trovi con l’Associazione Volontari Ospedalie- - coordinamenti regionali, di supporto in situazioni di soggezione, sofferenza ri (AVO). L’incontro dal titolo “Diritti alle reti locali, e per la promozione di e alienazione, e queste situazioni siano del paziente”, inserito nel 21° corso di politiche regionali a tutela dei diritti in imputabili a responsabilità individuali, formazione di tale Associazione è sta- ambito sanitario. sociali, organizzative, istituzionali o cul- to promosso dalla presidente Giovanna CittadinanzAttiva è un movimento lai- turali, CittadinanzAttiva interviene in Rossitto; vi hanno preso parte, relazio- co di partecipazione civica fondato nel sua difesa attraverso un’azione di tutela nando, la dott.ssa Rita Lo Presti, psico- 1978, che, oltre a tutelare i diritti umani, diretta. loga e psicoterapeuta, responsabile della lotta contro gli sprechi e la corruzione, L’intervento è attuato: Rete Scuola e dell’Audit civico (Forma tutela l’ambiente, il territorio, la salute, - per iniziativa e con il concorso dei cit- di partecipazione dei cittadini alla valu- la sicurezza individuale e collettiva, il ri- tadini; tazione della qualità dei servizi sanitari sparmio e la veridicità degli atti pubblici. - con il sussidio di strutture organizzati- locali e regionali) e il sottoscritto. Promuove altresì la partecipazione dei ve proprie o messe a disposizione da altri La dott.ssa Lo Presti ha fatto il punto giovani e assicura loro la formazione: in soggetti pubblici o privati, che condivi- sulle finalità di CittadinanzAttiva con particolare, realizza percorsi di educa- dano le finalità del movimento, e con il particolare riferimento al settore scuo- zione alla cittadinanza e alla tutela dei coinvolgimento responsabile di tecnici, la, mentre il sottoscritto ha parlato del diritti nelle scuole, coinvolgendo docen- operatori, amministratori e dipendenti lavoro svolto, sin dalla sua apertura, dal- ti e altri operatori, e, tramite gruppi di pubblici; la locale sede del TDM. Gli interventi iniziativa civica collegati in reti, realiz- - con la partecipazione dell’opinione hanno stimolato numerose domande e pubblica e attraverso riflessioni tra i presenti che hanno accol- la collaborazione con to con grande entusiasmo tale iniziativa. i mezzi di comunica- Il 30/3/2016 si è tenuta nella sede di zione di massa; Noto l’Assemblea territoriale di Citta- - in forme che non dinanzAttiva Noto-Avola e, in quell’oc- escludono il ricorso casione, sono state rinnovate le cariche all’autorità giudizia- del movimento; sono risultati eletti: ria, la protesta pub- Concetta Oddo – coordinatrice territo- blica, la pressione riale; Sebastiano Munafò – responsabile o le campagne di del TDM; Corrada Vinci – responsabile opinione, ma predi- della Rete scuola; Corrado Cavarra – ligono l’esercizio di responsabile della Rete Procuratore dei interpretare le situa- cittadini; Pino Testa – responsabile della Da sx Sebastiano Munafò, Rita Lo Presti e Giovanna Rossitto zioni, di rimediare Rete Malati Cronici. 43 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

Sul Pittore che dipinse il Telero

RACCONTO della Chiesa Madre di Francesca Gringeri Pantano - foto di Marinella Caruso autore del grande Telero che in fra le quali dipinti, incisioni, sculture. Il Alfonso il Pittore, già vedovo, cessava di Avola si esponeva nella Chie- 15 agosto 1829 Don Alfonso, dichiara- vivere nella città natale alle ore otto po- sa Madre tra il Mercoledì delle tosi nei certificati di anni 33 e di profes- meridiane del 4 maggio 1873, a settan- L’ 7 Ceneri e il Sabato Santo (dopo decenni sione Pittore, sposa a Noto Donna Anna tasette anni . Una lunga vita nella quale di “dimenticanza” solo per la Pasqua Maria Marotta, di anni 17 e figlia di dovette tanto operare, a Noto e dintorni, del 2012 è stato ricollocato e rivisto Don Natalizio, di professione amanuen- anche per soddisfare le esigenze della nella sua interezza), pose alla base del si e di Donna Carmela Randone4. Dal sua numerosa famiglia. Con i passaggi dipinto, come si constatò generazionali sembra esser- nel suddetto anno, il suo si smarrita però ogni rela- nome Alfonso Mauceri, con zione tra la sua stessa esi- l’aggiunta disegnò e dipinse, stenza e l’attività pittorica l’anno di esecuzione 1862 e che, probabilmente, esplicò il riferimento alla commit- come “pittore decoratore” tenza Per concorso della De- di edifici civili. putazione1. Ad Avola il Mauceri è cer- Di tale pittore si era persa la tamente nel 1862 quando, memoria e niente sembrava a 66 anni, realizza il Telero ricordarne la provenienza, con Pilato che presenta al i luoghi dove era stato atti- popolo, con le parole Ecce vo, le altre opere prodotte. Homo, Gesù flagellato e co- A “rompere” il silenzio che ronato di spine, nei toni del l’obliava è stata la recente grigio-blu e su livelli che si rilettura di un documento sviluppano in verticale. del quale avevo dato notizie Nella città Iblea Alfonso nel 2008 nel catalogo della Mauceri è pure nel dicem- mostra Musei nascosti. Col- bre 1866. Tale affermazione lezioni e raccolte archeolo- deriva da una “connessio- giche a Siracusa dal XVIII ne” che mi ha portato a ri- al XX secolo curato dalla vedere le lettere che il dotto Soprintendenza di Siracu- botanico Giuseppe Bianca, sa2. Trattasi dall’Inventario nel 1866-67 inviò al presi- ereditario dei beni del difunto dente della Commissione di Barone Don Antonino Astuto Corrispondenza per le An- datato 29 maggio 1822 ed tichità e Belle Arti di Sira- eseguito a Noto. In esso, al cusa per informarlo, in base foglio 486, tra i periti eletti all’incarico ricevuto, degli per inventariare e descrivere oggetti di pregio presenti i beni del grande collezio- nella soppressa corporazio- nista di reperti archeologi- ne religiosa dei Cappuccini ci, nato peraltro ad Avola, in Avola. Epistole che nel come riferisco nel suddetto 1993 avevo consultato pres- catalogo, trovo elencato so gli eredi del Bianca e, fra Alfonso Mauceri Pittore del vi- queste, il Verbale del 15 di- vente Michele, domiciliato a Noto. matrimonio nascevano sette figli: Fran- cembre 1866 riguardante il quadro l’E- Attivatami negli Archivi di Stato e della cesca (1831), Michela (1832), Raffaela saltazione della Santa Croce che lo stesso Diocesi di Noto, ecco emergere i dati. I (1834), Raffaela II (1837), Corradina anno resi pubblico in Antiqua Abola 8. In- Egli, a Noto, era nato da Michele sar- (1838), Innocenza (1840), Luigi (1842)5. sieme al verbale era uno schizzo a matita tore e da Innocenza Ortisi. Battezzato il Negli atti di nascita di costoro egli con- del quadro, non firmato, forse da riferire 14 febbraio 1796, alle ore dodici, come tinua a professarsi Pittore e domiciliato al pittore il cui nome, Alfonso Mauceri, l’atto specifica, gli erano stati imposti i dapprima nella Strada Cassaro, dal 1834 ritrovai in una delle lettere del Bianca nomi di Alongus Caitanus Corradus, ovve- nella Strada San Camillo. Il figlio Luigi, conservate ormai presso l’Archivio di ro di Alfonso Gaetano Corrado3. Aveva di professione sarto come il nonno pa- Stato di Siracusa9. Lo studioso, con- dunque 26 anni quando, nella sua quali- terno, nel 1863 sposava Orsola Mosco- scio del valore che la pala d’altare della tà di Pittore, era stato chiamato a stima- vita Carveni e nel 1867 nasceva Alfon- chiesa della Santa Croce dei Cappuccini re le prestigiose opere d’arte dell’Astuto, so junior deceduto nel 18706. possedeva, «affinché la Commissione

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potesse formarsene un’idea più precisa, che forse non potrebbe raccogliere dalle sole parole della mia illustrazione», si era impegnato a far copiare il quadro dal pittore Alfonso Mauceri con «uno schizzo a colori»10. Tale lavoro, scrive il Bianca il 3 giugno 1867 al Presidente della Commissione, glielo aveva inviato insieme al verbale, ma «sepa- ratamente» e in «un rotolo» perché «unicamente destinato a farle conoscere, non quello che non è facile imitare, ma la precisa posizione delle figu- re»11. Lo prega pertanto «di voler raccomandare, che fosse data una gratificazione al pittore Sig.r Alfonso Mauceri, che molto si è travagliato per eseguire quello schizzo senza rimuovere il qua- dro dall’alta posizione in cui trovasi»12. Lo schizzo a colori, nel fondo della Prefettura di quegli anni non trovasi schedato negli indici dei registri di riferimento e si ritiene disperso. Rima- ne, fra le “carte” del Bianca, il disegno a matita del quadro, di circa centimetri 31x25, che egli poté far realizzare velocemente al pittore per me- glio ricordare la collocazione delle figure in esso rappresentate e descritte nel verbale. Il Mauceri, che aveva talento e dominava gli spa- zi, non dovette, nella fase del suo apprendistato, avere una formazione di base idonea alle sue aspi- razioni. Seppe comunque promuoversi ed ebbe l’ardire, per le vaste dimensioni della tela di lino, di circa venti metri di altezza (19,60x8,20m), di cimentarsi nell’impresa di dipingere il Telero della Chiesa Madre di Avola ed anche, come la ricerca in atto sta cominciando ad evidenziare, estesi de- cori parietali di dimore private. note Telero, Il telero con Ecce Home della chiesa Ibid., madre di Avola, in Il Telero con della chiesa madre di Avola, in Avola. Note Ibid., di cultura popolareTelero è tor- nato in funzione Ibid., Antiqua Avola, le “pietre” e i dipinti , in Musei prima del 1693, nascosti. Collezioni e raccolte archeologiche a Siracusa dal XVIII al XX secolo - Ibid., Ibid., Ibid.

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Il vecchio zio Liborio di Sebastiano Parisi RACCONTO

n uno dei quartieri più antichi sparava motti e mi raccontava storie. profumato – che a quei tempi i gabinetti e famosi del mio paese, detto “Don Turiddu, –facevo io – però mi nelle case si riducevano a un pertugio IBelluvaddu, viveva la gente più strana dovete contare un cuntu”. “Quelli che nel pavimento. Ma anche quello non e simpatica che conoscessi al tempo della ti racconto io, – rispondeva – non sono tutti ce lo avevano, perciò la gente si mia infanzia. Non era molto esteso il cunta inventati, Ianuzzu, ma storie vere, arrangiava come poteva. Così, essendo il quartiere, ma era (ed è ancora, anche accadute nel nostro paese e spesso anche Belluvaddu una scorciatoia tra l’abitato e se molto meno) snodo importante tra la proprio in questo cortile”. la campagna, c’era un continuo viavai di campagna e l’abitato. Esso consiste in un Tra uno sputo e l’altro lanciato sulla persone e di animali a tutte le ore, per i grande cortile attraversato da una strada scarpa che aveva per le mani, per ravvivare motivi più vari. che lo taglia in due parti. Al tempo, tutta il colore (non stupisca ciò, in quegli anni Passava di là spesso anche un ragazzotto l’area era in terra battuta e le case che si la povera gente faticava anche a comprare buono e ingenuo, sui sedici anni, allineavano tutt’intorno al cortile, quasi il lucido, che peraltro vendevano anche apprendista barbiere presso una barberia tutte basse e modeste, erano occupate da sfuso), un giorno, il mio aedo di quartiere non lontana dalla Chiesa di Santa famiglie povere e da botteghe di artigiani. e d’infanzia, attaccò così: “Devi sapere Venera. Anche quella barberia, come Il cortile, ubicato strategicamente, era che qui, in questo cortile, quando io ero tante altre, era sprovvista di servizi. dunque anello di congiunzione tra il paese un ragazzo come te, viveva e lavorava Ciccinu, così si chiamava, era un ragazzo e gli uliveti con gli orti che cingevano le un famoso mastro carrettiere chiamato dall’aria seria e riflessiva e camminava, abitazioni. Attraversandolo, dal centro ‘zu Liboriu”. “Faceva solo carretti?” normalmente, con molta tranquillità, del paese si arrivava rapidamente in – ero intervenuto io. – “Sì, carretti, ma quando passava di là, e ciò avveniva campagna e, qualche centinaio di metri soprattutto, ma anche carrozze e aratri quasi tutti i giorni, il suo passo era svelto più oltre, al mare. Pur non abitando lì, di legno. Ma non interrompermi. ‘Zu e, a volte, andava anche a trotto serrato, ma in una strada vicina, da bambino Liboriu era un maestro insuperabile e secondo l’urgenza del bisogno. bazzicavo il Belluvaddu. Qualche volta ci i massari che avevano cavalli e muli di ‘Zu Liboriu, grande conoscitore di finivo per giocare con alcuni compagni, valore si servivano da lui. Come me, uomini, in base alla cadenza delle ma molto più spesso ci andavo per le non aveva figli, ma un nipote ce l’aveva, persone, poteva capire dove si recavano commissioni che mi affidava mia madre: che lavorava con lui ed era, insieme, e, di conseguenza, dosava le sue battute comprare verdure fresche dagli ortolani figlio, erede e allievo prediletto. Paolinu e i suoi discorsi. o recarmi da don Turiddu lo scarparo. era l’ombra dello zio. I lavori dei mastri Un giorno, che aveva visto Ciccinu Non passava settimana, infatti, che una carrettieri, allora, si svolgevano quasi più svelto del solito, volle fermarlo e famiglia numerosa non avesse la necessità sempre fuori, salvo quando pioveva, chiamandolo ad alta voce: “Ciccinu, di fare aggiustare un paio di scarpe. Negli oppure quando si montavano le ruote dove vai con tanta furia? Ascoltami, ti anni Quaranta e Cinquanta, sulle scarpe dei carri con la difficile calibratura delle devo informare con urgenza di quello si potevano eseguire moltissimi rattoppi, bussole e dei cerchioni e quando si che ho sentito stamane. Si tratta di una perché dovevano durare per diversi anni. assemblavano i “quarti” e le casse delle cosa molto grave e offensiva per te”. “Zu Don Turiddu non era un artigiano carrozze di piazza. Allora ‘zu Liboriu Liboriu, – fece il ragazzo, bloccando con fine, un mastro calzolaio che creava diventava duro e rabbioso, pretendeva sofferenza la corsa, ma continuando a calzature per signori, era invece alquanto dai suoi aiutanti silenzio, precisione e saltellare – cosa volete? Fate presto che grossolano, ma alacre nel lavoro come rapidità. Solo la sua voce risuonava. Il ho fretta”. Ma il mastro bontempone, pochi e, soprattutto, era onesto e capomastro dava ordini secchi, rapidi, ad vedendo il ragazzo sulle spine, facendo poco esoso: l’artigiano che potevano alta voce e i lavoranti, madidi di sudore, finta di non capire, continuò: “Ciccinu, permettersi tutti. Piccolo, rotondetto, accorrevano ad eseguire. ho sentito discorsi pesanti e infamanti rapido nei movimenti, gli occhietti vispi Poi, terminata la fase delicata dell’opera, sul tuo conto e bisogna chiarire la e intelligenti, era sempre pronto a fare si tornava alla normalità e ‘zu Liboriu situazione subito, vero Paulinu?”, disse battute, ma anche a coglierle. Si può ridiventava gioviale e faceto, con un rivolto al nipote, eterna spalla sua. “Sì, dire che riusciva a farsi compagnia da occhio al lavoro e uno a chi passava. E sì, è proprio così,‘zu Liboriu, l’ho sentito solo, tanto era il suo buonumore. Vicino non passava anima viva, grandi o piccini anch’io, bisogna chiarire subito questa ai sessanta, viveva con la moglie, senza che fossero, dal cortile del Belluvaddu infamia buttata su Ciccinu!”. figli, in tre stanzette, di cui una fungeva che il mastro non avesse un saluto o una “Devi sapere, caro Ianuzzu, – mi spiegò da ingresso e calzoleria. battuta da fare. In tutto il paese erano ben don Turiddu – che a quel tempo si parlava Forse proprio perché senza figli, egli conosciuti il suo proverbiale buon cuore, tanto e con rispetto di uomini d’onore, e amava chiacchierare con noi ragazzi. ma anche la sua linguaccia! una barberia era un posto ideale per fare Spesso, quando non c’erano clienti, mi “Ora devi sapere, caro Ianuzzu, – questi discorsi, specie quando si riempiva diceva: “Fermati, siediti e passami la cera continuava don Turiddu, mentre con le di contadini e operai per la rasatura di su questi spaghi”. Volentieri ubbidivo, mani rapide tirava spaghi, batteva suole fine settimana. Si diceva di questo e di quando non dovevo rientrare subito, o afferrava e tirava con i denti un pezzo quello, che era uomo d’onore, senza perché mi piaceva vedere quell’ometto di cuoio appena tolto, gocciolante, da paura di nessuno, vero malandrino, che non si fermava un momento, mentre un catino pieno d’acqua non del tutto sempre pronto a scendere in difesa di 46 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

quelli che si rivolgevano a lui. Forse è piante secolari, che popolavano le chiuse d’onore e di coraggio e, se vieni toccato nata così la storia più brutta dei mafiosi! attorno al Belluvaddu. nel vivo, puoi vedertela con i migliori “Ma, tornando al nostro racconto, ‘Zu Liboriu era al corrente delle dicerie e galantuomini del paese. Ho detto bene, bisogna dire che i giovani sensibili teneva il giovanotto sotto tiro. Ciccinu?” “Avete detto benissimo, ‘zu dell’epoca vedevano in questi uomini “Dunque, caro Ciccinu – aveva ripreso Liboriu, ma ora lasciatemi andare dei veri eroi da imitare, come quelli il mastro carrettiere, – le malelingue perché debbo fare un bisogno urgente”, che vedi tu la domenica quando vai al stamane mi hanno raccontato che tu, supplicò il ragazzo. Ma il mastro, volpe cinema Italia”. Ciccinu ascoltava sempre in un accanito duello rusticano, hai astuta e buontempone, capiva di avere il con attenzione questi discorsi e sognava sfregiato la faccia della capra di cumpari credulone in pugno e voleva prolungare anche lui, ingenuo e sensibile com’era, Ciccu, e pare che il vecchio ora sia molto ancora i contorcimenti del poverino. “E di diventare ammirato e onorato infuriato e ne voglia conto”. “Ma cosa no, Ciccinu, tu ora mi devi dire per filo e galantuomo. “Ma per diventare uomo dite, ‘zu Liboriu, non è vero quello che vi per segno cosa devo rispondere a questi d’onore, doveva anzitutto saper tirare hanno raccontato”, ribattè Ciccinu. “Ma fetenti cornuti. Certe offese vanno lavate di coltello”. Per la verità, circolavano è proprio questo che ho risposto anch’io immediatamente”. Ma Ciccinu, ormai a tal proposito voci sul praticante a tua discolpa a questi infami. Ciccinu, in preda a disperate convulsioni, fece barbiere. Si diceva che fosse stato visto ho detto, è un picciottu serio e non fa un giro su se stesso e poi partì di gran duellare con furore contro qualche queste minchiate, e la capra è un animale carriera, mentre urlava: “Ditegli quello grosso ulivo saraceno e lasciare il segno stupido che non fa male a nessuno. che volete, ‘zu Liboriu, io mi sto cacando di qualche rasoiata su quelle pacifiche Ho detto anche che tu sei un ragazzo addosso...” Libri in vetrina Libri

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Meditando su “Al soffio dello Spirito”

RECENSIONI di Angelo Fortuna - foto di Cinzia Bianca

l soffio dello Spirito di Seba- corporeo e spinta a superare tale limite verso fallimento può riaccendere nelle persone stiano Burgaretta (Santocono la libertà dello spirito. È il dramma del vi- liberate da utopie terrene la speranza in AEditore, 2015) è una elegante vere. Dove cercare allora la soluzione al Cristo redentore, la quale è alimentata pubblicazione con una pregevole coper- mistero del senso della vita? Lo scrittore dalla sua resurrezione che, però, non è tina, che riproduce il dipinto di Eugène non ha dubbi: La risposta va cercata nel- mai disgiunta dalla croce e dalla morte. Burnand, raffigurante i discepoli Pietro lo spirito attraverso la fede, che, secondo Per conseguenza, colui che crede non è sot- e Giovanni, i quali accorrono trepidanti S. Tommaso, è sustanza di cose sperate ed tratto alle paure del vivere e del morire, per- al sepolcro vuoto il mattino della Resur- argomento de le non parventi. ché non c’è resurrezione senza morte. rezione. Poetico il titolo “Al soffio dello La sua prima conclusione è sintetizzata Il saggista addita un esempio concreto di Spirito”, che esprime ade- in questa dichiarazione amore in azione in Teresa di Calcutta, sione all’azione dello Spi- di fede: Credere in Dio è che ha annunciato Cristo, speranza del rito Santo che penetra nel affidarsi a Dio […] attra- mondo, attraverso l’amore dei poveri, cuore degli uomini per far- verso la via che Egli ci ha dei sofferenti e dei moribondi. Se non ci ci riconoscere il linguaggio dato: l’Amore, totale, as- appelliamo a Cristo, rimaniamo a mani autentico di Dio. soluto, come quello da Lui vuote. In una efficace sintesi Burgaretta Il volume contiene una se- dato agli uomini e come dichiara: La speranza cristiana, che nasce rie di riflessioni di natura quello di Gesù per il Padre, dalla fede e s’incarna sul terreno della storia spirituale, quasi tutte già l’Amore che portò in croce. che quotidianamente l’uomo occupa, si pro- pubblicate in varie riviste. Quanto alla definizione ietta oltre la storia, verso la gloria, alla quale Le problematiche affron- dell’amore, egli si affida Dio Padre chiama tutti attraverso la persona tate riflettono proposte di a San Giovanni della di Cristo Gesù per perseguire la beatitudi- vita evangelicamente vis- Croce, là dove in Spunti ne eterna. suta e proiettata verso la di Amore, il grande misti- Ma ecco entrare in scena il protagonista dimensione della speran- co afferma: L’amore non del volume, lo Spirito Santo, presentato za-certezza dell’assoluto e consiste nel provare grandi come l’amore di Dio riversato nei nostri della vita eterna: un diario sentimenti, ma nell’avere cuori, capace di liberarci dall’angoscia di bordo da parte di un cri- grandi nudità e nel patire se invocato con fiducia: “Veni, Creator stiano convinto, che sente il dovere di te- per amore dell’Amato. Un ideale credibile Spiritus”. Al soffio dello Spirito, titolo del stimoniare le sue convinzioni di fede nel fondato sul messaggio di Cristo. terzo saggio e del libro tout court, è l’in- travaglio della quotidianità e nella gioia Certamente, è comprensibile soffermarsi cipit di una meditazione poetica sulla di una conquista umana appagante. sui miracoli, sulle esperienze mistiche, creazione perenne e vitale generata dal Una fede, dunque, vissuta come un ma a condizione di sapere che non sono soffio eterno dello Spirito, il Consolato- dono da condividere con il fratello a prove della fede, ma segni, doni, ben re. Dopo l’ascensione di Cristo, l’unica cui è doveroso comunicare la ricchez- sapendo che la cosa più difficile da ac- legge del cristiano è questo lasciarsi condurre za della fede, lo spalancarsi dell’infini- cettare è il mistero dell’Incarnazione. Fa docilmente dallo Spirito di Dio rivelato in Cri- to, effetto del sacrificio di Gesù Cristo, scandalo una tale forma d’amore per cui sto. L’appello di Burgaretta ad aprirci a figlio di Dio, morto in croce e risorto. il cielo si è abbassato per elevare la ter- Lui è un richiamo a farci permeare dalla A mo’ di incipit, Sebastiano Burgaret- ra. È proprio dell’uomo ricercare le cose misteriosa potenza divina, immettendo ta pone il saggio intitolato Credere nel di lassù, dove – come afferma San Paolo in noi lo spirito di carità, i cui doni San Dio che non vediamo. La sua riflessione – si trova Cristo assiso alla destra del Padre. Paolo esplicita nella Lettera ai Corinti: prende lo spunto dalla parabola sul ric- È questo il grande obiettivo dell’uomo, La carità è paziente, è benigna; non è invidio- co epulone, narrata da Luca (Lc 16,19- analizzato nel secondo saggio, che per- sa, non si vanta, non si gonfia, non manca di 31), sottolineando il passo in cui questo corre i sentieri della speranza. Dinanzi rispetto, non cerca il suo interesse, non gode personaggio, tra i tormenti dell’inferno, ai fallimenti della politica, della tecnica dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. prega Abramo di inviare Lazzaro a casa e perfino della scienza, che si sono spes- Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sop- di suo padre, per evitare che anche i so trasformate in strumento di asservi- porta. Se le Beatitudini sono il manifesto suoi cinque fratelli facciano la sua stessa mento dell’uomo stesso, la speranza cri- del Cristianesimo, l’inno paolino alla fine. Esemplare la risposta di Abramo: stiana è la sola àncora di salvezza. carità ne è l’esplicitazione concreta. La Se non ascoltano Mosè e i profeti, neanche se Con Giannino Piana, il Nostro pen- naturale conseguenza di questo ideale uno risuscitasse dai morti sarebbero persua- sa che l’errore dell’uomo moderno stia è l’esercizio del sano discernimento per si. Dura da sconfiggere è l’incredulità di chi, nell’aver riposto tutta la propria fiducia nel lasciarci portare nei cieli della libertà che con- anche contro ogni evidenza, si ostina a non progresso o nella rivoluzione sociale e politica, ducono al regno, consapevoli che qualun- credere. Dando voce alle Scritture e alla sua in definitiva nell’autosufficienza umana. Il que peccato o bestemmia sarà perdonato esperienza culturale e umana, Burgaretta ri- crollo fatale delle ideologie ha prodotto agli uomini, ma la bestemmia contro lo conosce che è proprio della condizione terrena angoscia, disperazione, smarrimento e Spirito non sarà perdonata (Mt 12, 31). dell’uomo vivere in questa tensione fra limite vuoto esistenziale. Paradossalmente tale Un opportuno accenno al valore dell’Eu-

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caristia ci spiana il cammino alla lettura credere e abbastanza ombra per dubitare. Proseguendo per i sentieri luminosi del del saggio Venuto nelle nostre mani. San- Senza queste provvidenziali ombre, Nuovo Testamento, il Nostro incontra il ta Teresa d’Avila testimonia che Cristo la fede non sarebbe una proposta ma passo del Vangelo di Giovanni (cap. 9, “non lascia di farsi presente nell’ostia un’imposizione. Il Dio d’amore si tra- 1 – 5), relativo all’uomo nato cieco. La nonostante l’indegnità del sacerdote”. sformerebbe in Dio padrone e la Chie- sua riflessione prende di mira la doman- Per amore di noi uomini Gesù viene anche sa da comunità dei chiamati diverrebbe da dei discepoli a Gesù: Rabbì, chi ha pec- nelle mani di un suo nemico, ribadisce il una specie di campo di concentramento del cato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse saggista, a dimostrazione dell’umiltà di pensiero unico obbligatorio. cieco? La secca risposta di Gesù: Né lui ha Dio insegnata e donata agli uomini con Per salire al Tabor, per squarciare il velo peccato né i suoi genitori, ma è così perché si l’Eucaristia, il più grande mistero dell’amo- che ci impedisce di contemplare Dio, oc- manifestassero le opere di Dio, fa piazza pu- re di Dio Padre per l’uomo. Grazie al dono corre indirizzare la nostra libertà verso la lita dei pregiudizi, secondo cui le sventu- dell’Eucaristia, come efficacemente sin- dura realtà della croce per risorgere con re sono conseguenza di colpe personali tetizza San Paolo, non sono più io che vivo Cristo. Giusto nel capitolo Dal Tabor a o familiari. Tale modo di giudicare, oltre ma Cristo che vive in me! noi, il saggista ci offre una bella interpre- che del pensiero ebraico, è anche proprio Non poteva ovviamente mancare un tazione della Trasfigurazione (Lc 9, 28 del pensiero greco (Edipo) e ricorre nella capitolo interamente dedicato a Maria, – 36; Mt 17, 9; Mc 8, 9 - 10), anticipazio- letteratura moderna e nel nostro quoti- la “Tota Pulchra”. Sulla scorta della Lu- ne fatta a Pietro, Giovanni e Giacomo diano. Il lacerante interrogativo sulle men Gentium e, naturalmente, del Van- della luce e gloria della condizione cele- sventure che riteniamo una punizione gelo, il Nostro mette subito in evidenza ste. Egli analizza il fenomeno riflettendo divina resta senza risposta, a meno di la figura di Maria, madre della Chiesa e sulla consegna del silenzio che Gesù im- non entrare nella prospettiva cristica, ri- di noi tutti: inestimabile dono fattoci da pose ai tre apostoli fino a che non fosse conoscendo che nella persona sofferente è Gesù morente sulla croce: Donna, ecco risuscitato dai morti. Essi non capirono Dio che vive, è Dio che chiama, che chiede tuo figlio! Poi rivolta al discepolo (Giovan- quanto avveniva dinanzi ai loro occhi, aiuto, che ha bisogno di amore, di compren- ni): ecco tua madre (Gv 19, 26 – 27). Ri- limitandosi a balbettare il benessere inte- sione, di carità vivente. Soccorre la citazio- ferendosi all’enciclica Redemptoris Mater riore di cui furono invasi: Maestro, è bello ne della Gaudium et Spes: … per Cristo e di San Giovanni Paolo II, approfondisce per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per in Cristo riceve luce quell’enigma del dolore questa sublime realtà, concludendo che te, una per Mosè, una per Elia. Essendo la e della morte, che al di fuori del suo Vangelo dove c’è la Chiesa c’è Maria. Maria non è Trasfigurazione una anticipazione del- ci opprime. solo madre della Chiesa, ma anche no- la condizione post mortem degli eletti, Necessaria la ricerca di un luogo di in- stra sorella amica nell’umanità… che ci af- Burgaretta chiede soccorso a San Paolo, contro con Cristo che il saggista indi- fratella in Cristo. Questa espressione di che, nella Lettera ai Corinti, descrive vidua nello spirito di fraternità. Senza papa Paolo VI avvicina ancor più a noi come verremo trasformati, di gloria in la fraternità è vano discettare di libertà Maria, madre, sorella e anche avvocata gloria, secondo l’azione dello Spirito e uguaglianza. Ma eccolo puntare al nostra. Come madre Maria ci insegna a vi- del Signore. Altro elemento da meditare Vangelo di Giovanni (cap. 15,9-17), al vere della e nella grazia di Dio, come sorella ci sta accanto e ci accompagna. Ecco perché i suoi interventi e le sue manifestazioni nei secoli sono innume- revoli a dimostrazione di una presenza costante, amorevole e fedele. Maria, “Spes unica et Causa nostrae laetitiae”. Veramente, “de Maria nunquam satis”. L’aspirazione alla perfezione anima il sesto saggio del libro, dedicato alla sba- lorditiva realtà che Dio ci ha voluti a sua immagine, liberi, esposti dunque anche alla disubbidienza. Il mistero dell’uomo – riflette lo scrittore – si nasconde tutto in questa somiglianza con Dio, nell’essere egli la proiezione di Dio. Mistero sublime e ter- ribile, un mistero che spesso l’uomo ha volto a suo danno tramite il cattivo uso della libertà, che lo ha condotto a cadere Da sx don Maurizio Novello, Sebastiano Burgaretta e mons. Giuseppe Greco nell’individualismo, nell’idolatria di sé, nella stolta pretesa di sostituirsi a Dio. è che Gesù e i tre apostoli erano saliti comandamento dell’amore: Questo è il Come è potuto succedere? È la tragica sul Tabor per pregare. Il monte esprime mio comandamento: che vi amiate gli uni gli storia di un equivoco insito nel non voler l’ascesi a Dio attraverso la preghiera, altri, come io vi ho amati. Come figlio di comprendere il linguaggio dell’amore e conditio sine qua non per accedere alla Dio onnipotente, Gesù è nostro fratello, della libertà. dimensione gloriosa della Trasfigurazio- sì che la nostra risposta al suo comanda- Proprio per rispettare la libertà dell’uo- ne che, comunque, solo lo scandalo della mento d’amore esige di rendere effettiva mo, Dio ci ha dato, come dice Messori croce, unico strumento di salvezza, ren- la fratellanza. Solo allora libertà e ugua- rifacendosi a Pascal, abbastanza luce per de possibile. glianza troveranno soddisfacente realiz-

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ni (Gv 3,1-22): … come Mosè innalzò il ser- bra il campo da incomprensioni dichia- pente nel deserto, così bisogna che sia innalza- rando che, poiché Dio abita in ciascuno to il Figlio dell’uomo, perché chiunque creda di noi, la santità risiede nell’ordinarietà in lui abbia la vita eterna. Alla sequela di della vita quotidiana, nella disponibili- Cristo possiamo abbandonare la logica tà a rispondere all’invito di Cristo. Così del mondo essendo ancora in vita e dive- Matteo: Se qualcuno vuol venire dietro a me, nendo segno di vita eterna nella misura rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi in cui viviamo le tre virtù teologali: fede, segua (Mt 16,24). Certamente sul tema speranza e carità. Poiché sappiamo che della santità scontiamo il pregiudizio delle tre rimarrà la carità, cioè l’amore pre-conciliare che la riservava a pochi che tutto comprende, è ad essa che dob- eletti. Ha forse contribuito a tale convin- biamo conformarci. Fede e sana razio- zione il passo di Matteo (Mt 5,48) che ci nalità si fondono perché la fede cristiana chiama a essere perfetti come perfetto è è non solo credibile ma conforme alla il Padre nostro nei cieli? Preferibile adot- ragione. tare l’interpretazione del Nostro, che vi La conclusione della riflessione sui segni legge l’appello a vivere una continua, per- dell’altra vita è la seguente: Dovremmo es- manente, quotidiana tensione, appunto in zazione. Un esempio di amore totale? Il sere a tutti gli effetti ciò che già siamo: segni salutare inquietudine, per essere sempre bacio amorevole al lebbroso da parte di di vita eterna.., segni vivi di povertà evan- più all’altezza dell’istanza evangelica. San Francesco. gelica. È questo pure il tema della suc- Tutto ciò coincide con la convinzione Il nostro saggista vola sempre alto, ma sa cessiva meditazione dedicata ai giovani di Josemaria Escrivá de Balaguer, che che è nel quotidiano della vita cristiana ma valida per tutti. Sul tema dei poveri perseguiva la liberazione dagli idoli e dal che si sviluppa il rapporto con Dio e con e degli umili, evangelicamente parlando, nulla attraverso una santità praticata nel i fratelli, nel buio dell’anima, nel silenzio di c’è una vasta letteratura che, ai nostri compiere i doveri piccoli di ogni istante. Dio, nel disagio nostro, nel travaglio, nella giorni, si è fatta carne nella quotidiana Il Concilio Vaticano II, sempre nella Lu- sofferenza, ma anche nella gioia cristiana testimonianza di papa Francesco grazie men Gentium, è stato esplicito nel sottoli- del nostro lavoro, delle occupazioni, di tutti i alla particolare attenzione che egli rivol- neare che tutti i fedeli sono chiamati alla nostri gesti… Il tutto nell’accoglienza dei ge alle periferie del mondo, tramite il santità in virtù di una pienezza di vita, fratelli, segno vivo della presenza e del- caldo auspicio di una Chiesa povera. Il umile e faticosa, vissuta in spirito di cari- la benedizione di Dio, fiaccole d’amore e testo del Nostro, scritto in epoca antece- tà. Stare nel mondo, pertanto, ma contro di luce che Dio accende per noi nel nostro dente all’elezione di papa Francesco, è la logica del mondo. Tout se tient. cammino di ascensione a Lui. Di rigore, singolarmente in linea con il suo magi- L’ultima parte del libro, intitolata Sciara- pertanto, tornare al Vangelo di Matteo stero. Puntuale un altro riferimento alla da pasquale, si caratterizza per una lunga (25,31-46), che precisa quale sia il servi- Lumen Gentium: Come Cristo è stato inviato lettera – quasi un trattato di spiritualità zio ai fratelli che porta alla beatitudine: dal Padre a dare la buona novella ai poveri, a cristiana – in risposta alla lettera, pubbli- Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in guarire quelli che hanno il loro cuore contrito cata in appendice, di un amico, il poeta eredità il regno preparato per voi fin dalla fon- (Lc 4,18), così pure la Chiesa circonda d’af- Giovanni Stella, il quale significava al dazione del mondo. Perché io ho avuto fame fettuosa cura quanti sono afflitti dall’umana Nostro la sua difficoltà di credere. Non e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e debolezza, anzi riconosce nei poveri e nei sof- siamo di fronte a un ateo, ma piuttosto mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ferenti l’immagine del suo Fondatore. Come a una persona non ancora toccata dalla ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi non pensare a Teresa di Calcutta, nella grazia. Citando Oriana Fallaci e Gesual- avete visitato, carcerato e siete venuti a trovar- quale il processo di trasformazione, la do Bufalino, Giovanni Stella riflette sul mi. Il cristiano deve interiorizzare la vir- metànoia, per farsi dono agli ultimi ha fatto che vita e morte si manifestano non solo tù della fratellanza per essere fermento e raggiunto i massimi livelli? come ossimoro per antonomasia, ma endiadi, segno di contraddizione. Quale miglior Burgaretta può così presentare ai giovani binomio inscindibile. Indi, prosegue: C’era testo, sotto questo aspetto, della Lettera uno speciale cammino di santificazione, buio, assenza totale prima della nascita […]. a Diogneto degli inizi del Cristianesimo: fondato sugli impegni di studio, di lavoro In quello stesso stato di assenza e buio ritengo essere nel mondo senza essere del mon- e sulle attività sociali di volontariato. Il si ritorna con la morte, evento che conclude e do, vivere nella carne ma non secondo la suo obiettivo è mostrare che, mentre tutto chiude la parabola della vita. Sarà così? carne! Ogni terra straniera è patria per il resto passa, i valori fondamentali restano Rispondendo a Giovanni Stella, in nome il cristiano così come ogni patria è terra fermi a illuminare il cammino di tutti. In dell’amicizia e dell’affetto che ho per te come straniera. un tempo in cui i miti rivoluzionari sono persona e, quindi, anche in nome del referen- Ma non significa tutto ciò individua- miseramente sprofondati nel nichilismo, te cui fa capo tutto, Sebastiano Burgaret- re in questa vita i segni dell’altra? Del praticare l’opzione dell’amore cristiano ta evidenzia come la vita sia anzitutto sì scontato a questo interrogativo si dà è la sola alternativa credibile, razionale e dono, gratuità, bellezza. Essa, tuttavia, ragione nel successivo saggio. Il Nostro umanamente seducente. lo riconosce, finisce per ingripparsi, talvolta, spiega anzitutto l’accezione che egli con- Il concetto della santità vissuta nella re- nel busillis che chiamiamo morte. Dovremmo ferisce al termine segno, considerato non altà effettuale è trattato nel saggio La nor- dunque rassegnarci a patire l’umiliazione di come prova dell’aldilà, ma come seme, ma del quotidiano come via di santità. C’è, autoimporci la limitazione razionale che documento vivo e sempre attuale. Il se- nel recente passato, chi ha criticato l’ec- ci porterebbe alla considerazione che gno per eccellenza è Cristo, come risulta cesso di proclamazioni di santità da parte l’uomo sia meno di un bruco o di una evidente nel passo evangelico di Giovan- di Giovanni Paolo II. Burgaretta sgom- formica? Immagina piuttosto un futuro

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di farfalle belle ed eleganti, esito e compi- mento dell’energia vitale, della luce di cui Il furfante abile siamo fatti sostanzialmente. Il suo invi- to è di superare i limiti della ragione non tramonta mai raziocinativa, per far proprio il mes- di Renza Bertuzzi saggio-testimonianza di Gesù Cristo, l’uomo Dio, che ci ha promesso che il “Il principe e il suo si- che parata o qualche nostro corpo, come il suo, risorgerà, e cario” di Gigi Monel- evento comunicativo per affidarci a lui. L’incapacità di po- lo è un libro di Storia, a luce “sparata”. E ter dominare il tempo che fugge con- un’analisi della psi- non è finita. Il taglio siglierebbe di trasformare il krónos in cologia del tiranno e di Monello insiste sul kairós, in tempo opportuno, seguendo molto altro ancora. Di tasto della Storia vista l’insegnamento del Catechismo di San fatto, terminato questo dalla parte delle vitti- Pio X, che raccomanda di conoscere, testo, avvincente come me. Astorre Manfre- amare e servire Dio in questa vita e un romanzo e rigoroso di, che nei manuali è poi goderlo nell’altra, in Paradiso. come un saggio, il let- un nome e basta, qui È il Risorto la risposta definitiva, lu- tore si interroga sulla diventa ciò che era minosa, ai nostri interrogativi, dub- natura effettiva dello effettivamente: un bi e inquietudini. La resurrezione di scritto. Certo, il libro giovane nel momen- Cristo, fondamento della nostra fede, narra uno stralcio del- to della sua crescita, come sottolineato da San Paolo, dà la Storia italica, tra il sul punto di diventare senso alla vita e alla morte. Senza la 1499 e il 1502 all’api- uomo. Ancora ragaz- resurrezione di Cristo, tutto sarebbe ce del potere di Papa zo, con le paure e le insensato, vano, disperante. Ma come Alessandro VI Bor- angosce dell’età, ma pervenire al Risorto? Sebastiano fa ri- gia, entrando nel vivo di una vicenda già uomo nella determinazione di resi- ferimento al card. Martini, secondo il particolare (la resistenza di Faenza al stere. Quindi immagina le sue sofferen- quale “ogni uomo, ogni donna di que- Duca Valentino, il principe di machia- ze nell’anno della prigionia, la crudeltà sta terra, può vedere il Risorto, se ac- velliana memoria e l’uccisione crudele di chi gliele aveva inflitte e di chi ha consente a cercarlo e a lasciarsi cerca- ed efferata del giovanissimo signore posto fine alla sua vita. Sopra a tutto, re”. Dunque, se non erige muri e se si della città, Astorre Manfredi); certo, infine, sta l’obiettivo primo dell’autore affida all’infinita misericordia di Dio. esso tratteggia anche lo sfondo politico di demistificare la figura di Cesare Bor- *** e antropologico di quella Italia (già da gia, e con lui tutta quella italianità pro- Durante il periodo pasquale del 2013, un po’, Ahi, serva Italia...) del 1500, in fonda. Che percorre la fibre più intime della fu chiesto a Sebastiano Burgaretta di cui si posero le basi devastanti del futu- nazione: da Borgia a duci, principi e capi- elaborare sette meditazioni come in- ro del Paese; certo, si interroga anche popolo più recenti. Fatta di dilettantismo, troduzioni alle “Sette parole di Gesù sui meandri della mente tirannica. Ma cinismo e retoricume e del suo complemen- in croce”. I testi furono letti dall’Auto- non è tutto qui. Ogni volta che si voglia tare: la vecchia, cara, funesta ammirazione re nella Chiesa di Sant’Antonio Aba- tentare di chiudere questo testo in una per il furfante abile. Dunque, il testo si te di Avola il 19 marzo 2013 e poi, il definizione, ci si accorge come questa fa irridente nei confronti dei Grandi, 26 successivo, nella Chiesa Madre. Si sia imprecisa, non completa. Questo osannati: a cominciare dal “Segretario tratta di riflessioni spirituali, che van- libro, infatti, è un prisma a molte fac- fiorentino”, l’uomo “di scrittoio abba- no al cuore del messaggio evangelico ce. Prima di tutto è un testo, accurato e gliato e incantato dall’uomo di azio- perché danno la misura dell’amore – suggestivo, che fa ripassare al lettore un ne”, (che – come è ampiamente noto senza misura – di Dio per ciascuna momento della Storia, magari non bene – pensò al Valentino come modello del persona umana. Trattando degli ulti- approfondito; quindi, fornisce elemen- moderno Principe) a seguire con tutti mi istanti di vita terrena di Gesù Cri- ti sulle dinamiche mentali del tiranno- i vari Borgia/fascinati, tra cui Maria sto, Sebastiano conferma come le ra- non solo di Cesare Borgia in partico- Bellonci. Gigi Monello rovescia la vi- gioni della speranza travalichino ogni lare; inoltre, induce il lettore – senza sione di De Sanctis che vedeva nell’uo- forma di disperazione e confermino forzatura alcuna da parte dell’autore mo guicciardiniano il paradigma di quanto sconfinati siano gli orizzonti – a ritrovare nella narrazione archetipi quella degenerazione che, con parola della misericordia di Dio. imbarazzanti, ancora presenti nella re- machiavelliana, costituiva la «corrutte- *** altà odierna. Solo per fare un esempio, la» della società intera. La corruttela, Merita una segnalazione tra le prezio- non è difficile riconoscere analogie tra sostiene Monello, è invece nella storia sità di Al soffio dello Spirito l’introduzio- la facilità con cui allora la plebe cedeva dei Borgia dove c’è una sconcezza speciale ne di Francesca Magro, Le vie di Gesù alle lusinghe e agli inganni di deten- che esige di essere colta; la parte più sotti- Cristo, e una sua meditazione Pregare, tori del potere: bastava qualche festa le del fascino, quel senso di cialtronesca in perché, collocata a conclusione del bel popolana, qualche divertimento bece- versione assoluta, quello sberleffo solenne volume. La mistica avolese definisce ro e tutto veniva assorbito e la tragica ai valori morali... Non può esserci po- la preghiera contatto dialogico e vitale leggerezza con cui oggi, e nel passato litica senza morale, dunque. Ci perdo- con Dio. Un balsamo dell’anima, per il più prossimo, non più la plebe ma i “ neranno, certi maggiori nostri, se non cristiano, strumento di accesso al su- cittadini” credono- hanno creduto- a ce la sentiamo di contraddire il nostro blime. ciarlatani e paranoici, complici qual- autore. 51 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

Laxadaela Saga, non solo un libro di Giovanni Stella

“Sono stata più crudele dai freddi paesi nordici, dai ragioni s’impone quella di ammazzare con chi più ho amato”. ghiacciai dell’Islanda, l’isola il tempo, prima che con la sua scure Questo disse Guðrún che per affascinare Giancarlo, implacabile si vendichi di me. alla fine dei suoi giorni. fino a catturarlo, significa Affettuosamente, l’amico, com’è sua Il libro – che riporta che... abitudine, ogni volta colpisce nel segno; in quarta di copertina Le sue sono incursioni nel stavolta mi ha ricambiato il piccolo l’espressione di cui sopra silenzio, nella quiete: il riposo dono, decuplicato almeno: una bella e che Alessandro Zironi, del guerriero, che trascorre lunga lettera manoscritta con inchiostro nella bella e puntuale il tempo lavorativo a curare blu, simile a quello che ho in uso io postfazione, che titola pratiche tributarie tanto di che amo ancora le stilo, gli inchiostri Una storia di donne, scrive grossi gruppi industriali colorati, la scrittura manuale, il servizio essere tra le frasi più o finanziari, quanto di postale... E anche due libri: Sulla celebri tutta la letteratura personaggi famosi del mondo Francia di Emil Cioran, appena uscito nordica, divenuta dello spettacolo o della moda. che, recensito sul “Corriere della Sera” proverbiale in Islanda N e c e s s i t a t a m e n e avevo già mandato a ritirare e stavo come da noi “L’amor appariscente nelle vesti leggendo, saccheggiandolo, quasi alla ch’a nulla amato amar professionali è riservato e fine, sottolineato e annotato. Affinità perdona” di dantesca solitario in privato. Come me, elettive, ho subito pensato, così gli ho memoria –, mi arriva, fresco di stampa, che ormai propendo solo per questo e scritto: stessi gusti letterari. Cioran, che rinvenuto dopo spasmodica ricerca, non più per quello. “avrebbe dato tutti paesaggi del mondo gradito dono dell’amico Giancarlo. Quel 1° agosto 2005 lasciò il fuoco per quello della sua infanzia”, è stato Guðrún “bellezza imperiosa, fiera, in studio per venirmi a prendere in un grande... Leggerlo procura una gioia passionale...”, la figlia di Osvirf, è donna aeroporto e accompagnarmi in clinica, dell’animo. intelligente, raffinatissima, “la migliore laddove venne a trovarmi tutti i giorni. Anche Laxdaele Saga c’era nel plico che fosse mai nata in Islanda”. Quattro Eppure Milano è piena di taxi. (Iperborea editrice, Milano 2015, mariti, senza contare Kjartan, a cui si era Quando ritorna qui, in terra di Sicilia – ci pp 303, euro 17,00). Stessi gusti in promessa… Una sorta di Sheherazade conoscemmo per questioni professionali, letteratura, dicevo. Giancarlo è gran dei ghiacciai, che domina il carnefice; una complessa vicenda che ci consentì di lettore, di palato fine, studioso di Borges, l’una si conquista la grazia dopo mille lavorare insieme molti anni, cementando al quale ha dedicato un bellissimo notti di canto e incanto, l’altra ama sì, una vera amicizia –, le escursioni sono saggio fatto oggetto di relazione in ma per uccidere l’anima e il corpo con rivolte alla ricerca di luoghi non affollati. un Convegno letterario e che ora m’è crudeltà. È il desiderio di entrambi. La prossima venuta l’idea di inviare all’amico Titta Siamo in Islanda, terra che affascina volta in programma c’è l’Etna: per Madìa, noto penalista romano, che Giancarlo Zoppini, il mio giovane lui sarà la prima volta, per me – che dirige la rivista di eloquenza Gli Oratori amico, noto avvocato tributarista di vergogna! – un ritorno dopo oltre dieci del Giorno, che Giancarlo riceve. Madìa rinomato studio ambrosiano (Tremonti), anni. leggerà il saggio, e chissà, magari lo che nel poco tempo libero coltiva letture Eppure al gigante, con bianco mantello pubblicherà: le cose belle lo affascinano. letterarie. I pochi giorni di vacanza li d’inverno, alto, imponente e maestoso Ogni tanto pubblica qualche mio scritto, dedica a soggiorni in Val d’Aosta, alta anche negli altri periodi, ho dedicato ma è più per affettuosità d’amico montagna, d’inverno innevata, d’estate versi, osservandolo a distanza. E che altro. Non penso che la mia sotto il sole, o in luoghi sperduti e lontani: ogni qualvolta me lo ritrovo avanti gli firma meriti quella tribuna così alta. quest’anno l’Islanda. Raggiunta con una occhi, gli parlo, intimorito e gioioso, Borges – è scritto nel risvolto di copertina nave postale, pochi passeggeri molta trepidante e orgoglioso, come un David del libro che ho appena ricevuto – meditazione. Per ammirarne il fascino: che osserva Golia per la prima volta. Di ritiene che “è nelle saghe islandesi che un intero giorno dedicato a fotografare quando in quando, rosse colate laviche, nasce il racconto moderno, in quel le foche sul ghiaccio nell’assoluto eruzioni, lapilli... – ancor più fascinose mondo di eroismi, intrighi, amori, odi, silenzio di un angolo sperduto di questo quando è innevato – ci fanno ricordare riappacificazioni, dove storia e leggenda, pianeta affollato e infollito. Gli altri che Mongibello è vivo e vegeto, come realtà e prodigio, si sovrappongono e si giorni trascorsi fra quella gente, in quei l’Isola che lo custodisce in seno, questa fondono…”. luoghi... lontani, diversi dai nostri, portatrice di gioia e dolore, luce e lutto, Stato di necessità o ius superveniens, per proprio un altro mondo, eppure parte bene e male, vita e morte, un ossimoro dirla con un linguaggio caro all’amico, integrante di questo mondo. Altra per antonomasia. m’impone di sospendere la lettura gente, tanto differente da noi, eppure Avevo inviato Gelsomino d’Arabia a in corso della corposa autobiografia comunque, simili fra simili. Giancarlo, come faccio con tutti i miei George Simenon per mani di Pierre “Sei quello della pietra e della fionda libri che pubblico via via, esito di un Assouline, appena arrivata, che / uomo del mio tempo”, poetava hobby diventato vizio: scrivere. Perché, intervalla “I passages” di Parigi di Walter Quasimodo, il siculo-greco, così lontano di preciso non so. Forse, fra le tante Benjamin, e La folie Baudelaire di 52 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

Roberto Calasso, libri entrambi belli e interessanti, suggeritimi da Jean- L’odore del tempo Paul Manganaro, di cui ho scritto e che ringrazio. di Salvatore Salemi - foto di Corrado Bono Da stasera abbandono Parigi, la mia cara, amata Parigi, per trasferirmi – avverto già i brividi di freddo – in Islanda. Non ci andrò né con l’aereo, né con la nave, né con l’immaginazione, ma con il mezzo a me più congeniale: il libro. Da sempre l’amico più caro dell’uomo: non lo tradisce mai. Il libro di cui parlo, si apre con una mappa geografica sulla parte dell’Isola del ghiaccio dove si svolge la Saga, questa famosa per la poetica del testo che narra del ruolo di domino delle donne esercitato allora. E ora? Segue un glossario toponomastico e una nota sulla pronuncia. Il sommario riporta i titoli dei 78 Panoramica della Sala di lettura della Biblioteca Comunale capitoli che compongono il testo! L’odore del tempo è l’ultima opera di An- nelle diverse stagioni, della terra di Sici- Anelli d’una catena, fotogrammi che gelo Fortuna, ed è, inaspettatamente, una lia, esattamente di quella estrema parte scorrono veloci come in una moviola, silloge di poesie. Non avrei invero imma- sud-orientale dell’isola ove si trovano che compongono il filmato nella ginato che il Nostro potesse tardivamente luoghi cari e familiari al poeta; dedicate a sua unità, che gli occhi, leggendo, dedicarsi alla poesia, lui che per tanti anni varie persone sono invece le liriche della rendono alla vista, la mente alla ha avuto una pratica esclusiva con la pro- terza e quarta sezione. visione. Per mani della curatrice, la sa, spaziando dalla scrittura giornalistica È possibile notare ancora una sorta di brava Silvia Cosimini, c’è una nota alla saggistica, dalle biografie di alcuni correlazione – anche questa voluta? – sulla traduzione che spiega come netini illustri alle monografie letterarie e delle prime due sezioni con la terza e la ha operato il lavoro, saga antica, alla narrativa. quarta, perché, come agli ampi paesaggi basandosi sul testo originale edito da Non voglio tuttavia credere che la sua e scenari naturali della prima sezione si Einar Olafur Sveinsson del 1934. passione per la poesia abbia un’origine sostituiscono, nella seconda, luoghi ben Una tavola cronologica data fra l’870 recente, perché la presenza nel libro di al- precisi (da Vendicari alle Pianette, dalla e il 1073 gli eventi narrativi del libro cune liriche ‘datate’ lascia supporre un’at- nota piazza Pancali di Siracusa alla piaz- che si chiude con altra tavola, stavolta tività poetica iniziata qualche decennio za Santa Venera di Avola), così, ancora con i legami familiari nella Laxàrdalr fa. Evidentemente Fortuna l’avrà consi- una volta per una sorta di restringimento e la bibliografia che riporta il testo derata, tale attività, secondaria rispetto ai dell’orizzonte poetico, la poesia degli af- utilizzato per la traduzione, altre suoi preminenti interessi per le tipologie fetti familiari, contrassegnata nella quarta quattro traduzioni di riferimento e di scrittura già dette, così da dedicarvisi sezione da una serie di componimenti de- 31 testi di approfondimenti. saltuariamente, ma non senza un serio dicati ai genitori, ai piccoli nipoti e all’a- L’elenco dei volumi pubblicati impegno sotto la spinta dell’esigenza di mata moglie, prende il posto delle liriche dall’Editore dà contezza della manifestare le tante emozioni sollecitate della terza sezione ispirate da varie perso- peculiarità delle casa editrice che da varie occasioni ed esperienze di vita. ne conosciute dal poeta, parecchie delle stampa tutti libri particolari, come In tal modo le diverse liriche si sono an- quali ormai morte e ricordate con una questo, originale anche nella veste date accumulando nel corso degli anni, commozione non meno intensa di quella grafica ed estetica. per essere pubblicate quando hanno co- che pervade i componimenti dedicati ai L’intera copertina riporta un stituito un considerevole corpus poetico di cari. particolare dai bei colori del Fregio di oltre sessanta componimenti, che ora nel Particolarmente efficace, ed evocativo del Beethoven di Gustav Klimt. libro si presentano divisi in quattro sezio- contenuto fondamentale del libro, risulta Dimenticavo. La cura maniacale ni: “L’odore del tempo”, che è la prima il titolo: L’odore del tempo. In effetti, il sen- che riservo a ogni libro che tengo in sezione, il cui titolo si estende all’intero timento del tempo, del tempo che scorre mano, del tutto simile a quella della volume, “Il sole nero che trafigge il cuo- inesorabilmente lasciando all’uomo il madre col bimbo neonato in braccio, re”, “L’onda che già t’accolse nel suo beneficio, se non la pena, di poter ricor- mi ha costretto a sollevare con seno”, “Stella risplendente del mattino”. dare il passato che mai più ritornerà, ‘le dita delicate il bollino di “Rizzoli Credo che risponda ad uno schema logi- mystère de la vie qui s’en va’, come For- galleria” che copre il prezzo, indicato co ben preciso, direi studiato, tale parti- tuna dice nella lirica “Le soir” interamen- in alto, sbirciando e ricoprendo. zione: infatti, sorgente d’ispirazione delle te composta in francese, è motivo larga- Giancarlo è persona raffinata, anche liriche delle prime due sezioni sono quasi mente diffuso in tutte e quattro le sezioni nei dettagli. sempre la natura e il paesaggio, mutevole dell’opera. 53 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

Lo avvertiamo come prorompente nelle tali liriche induce il lettore a rivolgere un urbane. prime due sezioni, in cui la ricorrente particolare apprezzamento soprattutto E ancora, si carica di simboli la natura contemplazione della natura solleci- alle prime due sezioni del libro caratte- per chi, come il Nostro, sa essere ‘visio- ta nell’animo del poeta la percezione rizzate da una tematica universale, quel- nario’, affidandosi alle visioni del cuore dell’inarrestabile fluire del tempo e l’e- la del tempo che fugge, e da un linguag- al di là di nebbia e foschie: così i bagliori vocazione di frammenti di vita vissuta. gio poetico più immediato e spontaneo. fiammeggianti dell’aurora possono essere Lo avvertiamo nelle liriche della terza e In esse lo spunto è spesso costituito da vaghe promesse di un giorno senza sera e la quarta sezione, traboccanti di commo- un dato esterno, che è un dettaglio della luna rosso fuoco che sorge a Oriente catti- zione, dedicate a diverse care persone natura ovvero un aspetto di quel paesag- vante promessa di serenità, sia pure fugace. che hanno ormai lasciato la vita terre- gio della Sicilia sud-orientale che è par- Questo atteggiamento da visionario rag- na (i genitori, amici, conoscenti): qui il ticolarmente familiare al poeta, e questi giunge l’acme allorquando la contem- motivo del tempo che fugge, del soffio sa tracciarne con abili pennellate le linee plazione della natura sollecita la mente vorticoso del tempo ignaro, glaciale e tra- essenziali nelle diverse stagioni dell’an- al pensiero dell’arcano che circonda volgente, si avverte, indirettamente, sia no, vale a dire nel fluire del tempo: la l’uomo e la vita stessa dell’universo. In- come assenza attuale di quelle persone sferza del vento sulle creste degli abeti che vero, per il nostro poeta c’è sempre qual- dalla terra che un tempo li accolse, sia spazza dagli orizzonti la canicola, / gli aridi cosa nella natura, come l’azzurro cobalto attraverso la rievocazione di momenti meriggi portando seco; il polverone che si fascinoso del Mediterraneo, che richiama i e luoghi del loro vissuto: così, il ricordo accende nel bagliore che acceca l’universo / cercatori del mistero / proiettati oltre il flusso dei perduti amori e del frangersi silente delle con mediterranee solarità; il pulviscolo denso della vita e che fa scattare l’animo alato, onde sulla sabbia dorata a Pantanello tra- che si solleva dall’arido asfalto, / mosso dal che così parte… all’avventura / verso lindi volge la mente e l’anima dello zio orizzonti spalancati / alla scoperta del Nzino Passarello, durante la tragica senso dell’arcano: perciò nella visione campagna di Russia in cui perderà del sole che sorge, si leva nel cielo e la vita; e quanto al compianto ami- infine scompare silenzioso rapido nel co Umberto, il poeta ricorda le cor- fuoco del tramonto Fortuna sente di se insieme a lui, un tempo, durante inseguire il mistero; di vivere l’irrompe- gli anni della fanciullezza, su quei re dell’infinito /… / nei colori dell’ar- verdi prati / ove il semplice rimbalzo cobaleno, / nel richiamo fascinoso delle del pallone / narrava all’innocenza di stelle /… / nel tremulo chiarore della fanciulli / sensazioni e vaghe fantasie. luna; e ancora di sentire l’eterno che Si avverte, l’odore del tempo, an- ti avvolge /… / nella sera che diffonde che se non sembrerebbe a prima le sue ombre, per rendersi conto alla lettura, nelle poesie che definirei fine che la vita è struggente attesa ‘familiari’ della quarta sezione: si del Tutto. annida in quelle dedicate ai nipoti L’infinito, l’eterno, il Tutto: sono, ancori piccoli, ma che il fluire del queste, parole-chiave della conce- tempo ha ormai allonta- Angelo Fortuna e Gildo Mollica zione esistenziale di Fortuna quale nato da quella tenera età si manifesta attraverso la sua espe- che li rendeva immagine sempre fascinosa vorticoso solleone e trastulla foglie secche con rienza poetica; ma questa esperienza egli / dell’ondata di grazia che attraversa / chi aghi di pino / che invadono gli spazi solitari affronta sostenuto dalla sua nota solida vive nel pensiero del Signore. Si avverte, in- delle vie riarse di periferia. Ma l’elemen- fede cristiana, per cui ben si comprende fine, persino nell’ampio componimento to oggettivo è presto superato, perché come il senso dell’infinito, dell’eterno, dedicato all’amata consorte, il poemetto l’animo del poeta è sempre incline, per del Tutto coincida con il senso del divi- A Clara: qui il tempo sembra scandire le usare il titolo di una lirica del libro, allo no. Ed è proprio la forza della fede, sono diverse tappe, che Fortuna rievoca con ‘sconfinamento’, ad andare oltre il dato le certezze che la fede può donare ad evi- grande passione, del rapporto con la sensoriale; così un dettaglio della natura, tare che il turbamento, lo scoramento, e propria compagna di vita; ed è il tempo del paesaggio può proiettarlo nel passa- a volte l’angoisse pénétrante, che invado- a suscitare la consapevolezza che gran to, sollecitando il recupero di frammenti no l’animo del poeta di fronte al miste- parte dell’esistenza terrena è trascorsa e di vissuto: il fragore del temporale diffonde ro della vita che se ne va, possano sfociare a fortificare quel rapporto: ora che il tem- profumi di tempi tramontati, quando erano nella disperazione. po accelera i suoi passi / cresce l’amore, cresce verdi i cieli della vita; lontani effluvi trasbor- Per comprendere quanto la forza della a dismisura”. da lo scirocco e un improvviso sibilo di un tre- fede religiosa possa essere di conforto Lo sforzo del poeta di esprimere l’inef- no /… / riaccende l’oro d’antiche traversate per l’uomo, e per l’uomo Fortuna, si fabile, cioè di rivelare con la parola la / e lacrime dal tempo prosciugate. prenda in considerazione una riflessio- profondità dei sentimenti, degli affetti Sembra avere un’anima la natura, se è ne sul dramma del tempo dello scrittore, e delle emozioni di cui i cari colmano vero che gelida e malinconica la luna /… avolese anche lui, Giovanni Stella, che il suo cuore, sforzo indubbiamente sin- cerca invano fantasmi di fanciulli / che un fede non ha: “Non la morte mi spaventa cero, tende tuttavia a sfociare in queste tempo veleggiavano felici / incontro all’avve- – non ci incontreremo – ma l’oblio del liriche ‘familiari’ nell’uso di espressioni nire, e se, quando l’estate sta per dissol- tempo, che nel condurmi in quel nulla piuttosto studiate e ridondanti; tale par- versi nell’incipiente autunno, lo sciabordio da cui vengo, cancella ogni cosa, renden- ticolarità insieme al contenuto troppo leggero delle onde /… sommesso lamenta la dola poi come mai esistita” (Perché scrivo. circoscritto, si vorrebbe dire privato, di fuga degli amanti / disseminati nelle giungle Per chi scrivo, in Avolesi nel mondo, giugno

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2015, pp. 42-43). di bellezza / pura, immacolata e sconfinante che … oltre il confine / là dove amore sfo- È ancora la fede ad infondere nell’ani- / nei misteriosi edenici giardini. cia nell’Amore. Efficace e commovente mo del Nostro un candore che non viene È assente nei versi di questo risulta, in questo senso, l’immagine con meno neppure al cospetto della leggia- poemetto ogni riferimento alla fisicità cui termina l’ultima lirica, composta in dria del corpo femminile, che è esalta- dell’esperienza amorosa e della donna, francese, e quindi il libro: La main dans ta attraverso le figure della danzatrice la cui bellezza, nell’impossibilità di de- la main nous en irons / vers les espaces de Gülnür Ünal e dell’attrice Kim Novak in scriverla, è evocata attraverso una serie l’éternel amour. due liriche della terza sezione del libro; di metafore tratte dalla natura: la sua Sì, entrambi andranno insieme, la mano perciò Fortuna può dire che l’armonico, Clara è come la “zagara olezzante” nella mano, verso gli spazi dell’eterno flessuoso ed avvolgente / ritmare delle mem- o come una “splendida rosa piena di amore, perché la salda fede cristiana in- bra di Gülnür, anziché provocare scurrili fragranze” e i suoi occhi di un tempo, fonde la certezza che sono “da sempre subumane indegnità, rinvia alla dolce mi- quand’era ancora fanciulla in fiore, “lu- destinati al bacio dell’Onnipotente Id- steriosa pienezza / dei corpi eletti d’Eva e di minosi, immensi come il cosmo oltre le dio”. Adamo / che godevano in purezza e libertà, e stelle”. La speranza di “annegare nell’eternità”, che i dolci e fascinosi occhi di Kim No- E il poeta si mostra ripiegato su se stesso nel bacio e nell’abbraccio dell’Onnipo- vak sono ammaliante approccio all’armonia per cogliere e rivelare gli effetti benefici tente Iddio è il punto culminante dell’e- / che alberga nell’animo dell’uomo / che per- che l’amata produce nella sua anima: il sperienza d’amore di Fortuna; speranza segue bellezza e meraviglia. suo pensiero è … liberato dall’affanno / tenuta viva dalla forza della fede, perché Per tale motivo, una visione casta sotto l’impeto del caldo affetto di lei; è lei – come osserva Stella nello scritto già ci- dell’amore informa il poemetto finale che colma di speranza il cuore del poeta, tato – “la certezza di incontrare Dio ali- dedicato da Fortuna alla moglie Cla- che è pago di sentirsi ‘libero prigioniero’ menta la speranza di chi ha fede”. ra, al punto che, a ragione, il prefatore del suo amore. ‘Dono divino’ a lui con- L’Onnipotente Iddio è quel Dio che già del volume, Corrado Di Pietro, parla cesso (quanto della concezione stilnovi- aveva fatto capolino, nelle liriche delle di “una concezione quasi stilnovistica stica della donna è in questa immagine!), prime due sezioni del libro, attraverso dell’amore e della donna” presente nei ella si pone come guida sicura: è presenza il sentimento dell’infinito, dell’eterno, versi di quest’ultimo componimento; in- viva tra i flutti della vita; è sole sfolgorante del Tutto suscitato nell’animo del poeta fatti la vicenda d’amore con la sua dolce, che illumina il cammino terreno. dallo spettacolo grandioso della Natura; immensa, amorevole Claretta è rivelata al Ma, da credente, Fortuna ben sa che per tale motivo credo che non sia un’e- lettore, stilnovisticamente, soprattutto al termine di questo cammino, dopo la sagerazione considerare L’odore del tempo come un’esperienza di costante elevazio- morte, si aprirà una nuova vita, per cui un’opera di profonda religiosità. ne spirituale grazie alle virtù di lei, che è non può fare a meno di immaginare la creatura del Signore, / immagine compiuta sua Clara compagna inseparabile an- “Molto in parvo loco” di Nina Esposito - foto di Corrado Bono

“Molto in parvo loco”, la famosa frase paure e speranze, preghiere e ringrazia- e discreto carpisce il non visibile e co- di Dante (Paradiso, XIX Canto, vv. 133- menti, temi etici e civili … munica del protagonista di turno affetti 135) è la giusta metafora per descrivere Chi lo legge è convinto di entrare in un e qualità che a volte sono veri e propri la poetica di Corrado Bono non perché piccolo spazio poetico e si ritrova in un insight con la sua scrittura semplice fat- adoperi “lettere mozze” per ottimizzare grande giardino dove emozioni sgorga- ta di pensieri chiari ed espressi senza gli spazi ma perché riesce a comunicare no, debordano, affollano, soffuse da una contorcimenti, veri versi che scorrono con pochi versi tutto un mondo musi- gioia quasi infantile e delicatamente so- piacevoli, armoniosi, amabili… quasi calmente sonoro, caldo, profumato e lu- gnante. dei “post-it” emozionali, dei flash senti- minoso. Nel suo canto l’inno alla Vita e Con la grazia di un giardiniere cura e mentali. Il suo punto di forza è proprio all’Amore, momenti di gioia e di dolore, innesta gli alberi del senso della Vita in- questo: riuscire a rispecchiare la sempli- viando il messaggio che biso- cità e l’universalità semplicemente col gna prenderla così com’è sen- linguaggio. za mai disperare o rinnegarla. Leggendo le sue poesie viene in mente Un’altra sua modalità di vive- il candore delle vette innevate, le piccole re la Poesia sono gli “acrosti- polle limpide e incontaminate, le bru- ci”, quei componimenti dove ghiere dove l’erba s’inchina alla sferza la prima lettera di ogni ver- del vento, la leggiadria del volo di far- so, letti per ordine, danno un falla, il rigoglio del verde primaverile e nome; è un genere poetico che il cilestrino del cielo estivo, lo Yin e lo facilmente può scadere nell’ar- Yang, il bianco (formato da tutti i colori tificiosità ma anche in questo con la luce) e il nero (formato da tutti i caso Corrado non si smenti- colori in assenza di luce), gli orizzonti sce! Dotato di rara sensibilità illimitati dove cielo e mare si incontrano che gli consente di “vedere e creano l’infinito … l’Altro” con occhio profondo 55 Anno XVII n. 1 (38) - GIuGno 2016

Redazione Avolesi nel mondo via Felice Orsini, 3 - 96012 AVOLA (SR) L’angolo della posta email: [email protected]

Nizza (Francia), Dicembre 2015 Carissima Amica Grazie per la rivista di giugno che ho ricevuto alcuni giorni fa. Mi fa sempre piacere avere vostre notizie che mi permettono di mantenere sempre vivo questo legame intimo con la mia terra natale. Proverò a sentirti per telefono per avere il piacere di scambiare due parole dal vivo. Con grande amicizia e affetto siciliano!!! Lucia Ficara

Vigevano, 05 dicembre 2015 Gentilissima Graziella, “La voglia di fare e trasmettere, il gusto della ricerca nel passato e nel presente”. Così tu scrivi. Condivido la tua riflessione e ringraziandoti per l’invio del fascicolo di giugno de “Avolesi nel mondo”, esprimo il mio compiacimento nel constatare lo spirito di “ricerca” che permea gli articoli, tutti animati dall’esigenza di essere quanto più possibile veritieri. Eclettismo e versatilità conferiscono alla rivista note variegate e, a volte, complesse. I temi sono, infatti, vari. Dalla Lode a Santa Venera alle riflessioni sulla Costituzione, dalla vita di quartiere, festa di S. Giuseppe, alla nota mitologica in chiave sociologica, che dire poi del confronto tra passato e presente dell’Islam in Sicilia e nell’Italia meridionale? Tanti sono gli articoli degni di considerazione, ma li accomuno tutti in un unico giudizio di sintesi armonica nei diversi contenuti e nei diversi registri linguistici. Graziella, è molto piacevole quello che fai, rendendo i soci partecipi agli eventi, attraverso la lettura degli ambienti che si è riusciti a creare. Il tuo monito “Ad majora” vorrei sottolinearlo citando un passo tratto da “Le confessioni di Sant’Agostino, Libro I capitolo XX: ”Gratias tibi, dulcedo mea et honor meus et fiducia mea deus meus, gratias tibi de donis tuis; sed tu mihi ea serva ita enim servabis me, et augebuntur et perficientur quae dedisti mihi et ero ipse tecum, quia et ut sim tu dedisti mihi”. [Grazie ti siano rese o Dio, mia dolcezza, mio onore, mia fiducia: grazie per i tuoi doni. Ma tu me li conserva. Così conserverai me: e ciò che mi hai dato aumenterà, si perfezionerà e sarò sempre con Te, perché anche il mio essere è dono tuo]. Colgo l’occasione per inviare a te, ai tuoi cari e ai nostri concittadini i più cari saluti. Maria Barone

Cagliari, 13/12/2015 Gentile Presidente e cari Consoci, vi ringrazio per il cortese invito a partecipare alla riunione in programma per il giorno 18 del corrente mese. Sono spiacente di non potere partecipare di persona e, in particolare, per non potere essere presente alla presentazione del volume del mio carissimo Amico Attilio Mangiagli. Le mie novanta primavere e in particolare le mie condizioni di salute, mi hanno costretto a interrompere il mio consueto annuale ritorno nel mio Paese natio. I miei medici mi consigliano di non correre i rischi di un viaggio in nave o in aereo. Vogliate scusarmi e gradire i miei saluti e i più sinceri voti augurali. Nando Monello

Ringrazio per l’invito e presenzierei volentieri l’evento. La distanza, purtroppo me lo impedisce. Complimenti per l’iniziativa. Sto effettuando una campagna di sviluppo culturale, invitando gruppi di cui faccio parte e amici a regalarsi e regalare agli amici due libri di narrativa storica illustrati, multipremiati, avvincenti, emozionanti, che descrivono quanto accaduto negli anni difficili, in particolare nella nostra Sicilia anni ‘40, con usi e costumi. Troverete tutto su: www.ernandes.net/vindigni e su Google: Giorgio Vindigni – Rintracciabili su: Amazon – LaFeltrinelli – InMondadori – [email protected] - “IL RITORNO” 1922/1947 - 20 Premi letterari - “La storia contemporanea raccontata da chi l’ha vissuta” e “ASPIRAZIONI DI UN ADOLESCENTE” 1948/1959 - 10 Premi in 18 mesi – Un libro meraviglioso unico nel suo genere. Cordialmente, Cav.Uff. Giorgio Vindigni Presidente Assoc.Cultur. “AMICI DELLA SICILIA-F.lli Florio” - Roma

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