01.04>01.05.2017 CAP. XIV Compra, Vendi, Compra, Vendi... | Buy, Sale, Buy, Comune di Buttrio Sale… Buttrio/Ud | Italia Villa di Toppo Florio via Morpurgo, 8 Un progetto condiviso all’interno del La Fine network “Anticiclone” costituito da soggetti sabato | saturday 01.04.2017 pubblici e privati interessati alla produzione del Nuovo comunicazione e documentazione dell’arte e 18.00 | incontri alla fine del della cultura contemporanea, coordinati da Neo associazione culturale - nuovo | Meeting at the End of The End partners the New of the New Region Autonoma | 18.15 | Paolo Toffolutti | 21|05|2016 Assessorato alla Cultura Sport e Solidarietà 21|05|2017 Provincia di Udine - Assessorato alla Cultura Curatore della Mostra | la fine Comune di Buttrio UD del nuovo | The End of the New arti visive | visual arts Comune di Lerici SP a cura di | curator Comune di Rivignano Ud assieme alla Convenzione Stella Boschi Laguna con i Co- 18.30 | Inaugurazione alla fine Paolo Toffolutti muni di: , , , del nuovo, interventi di: , , , , , Giorgio Sincerotto | Sindaco , di Buttrio Comune di Udine 02.04>30.04.2017 Erpac Villa Manin | Passariano di UD Arianna Floreanini | Assessore Teatro Nuovo Giovanni da Udine alla Cultura del Comune di CAP. XV Avoncampolin Non Profit Art Space | Pordenone FUC Società Ferrovie Udine-Cividale | Cividale Udine In Nome delle Vittime | In del Friuli UD Cormons Liliana | Presidente the Name of the Victim’s HDLU Hrvatsko Drustvo Likovnih Umjetnika | Zagreb HR neo associazione culturale Udine Portopiccolo | Sistiana | TS | ISK Inštitut za slovensko kulturo - Istituto per 18.30 | drink | apertura mostra Italia la cultura slovena | UD Palazzo Lantieri | Gorizia opere | works by: Woland Art Club Zavod P.a.r.a.s.i.t.e. | Ljubljana SLO I Portici Q1 Portopiccolo | Sistiana TS Vesna Bukovec domenica | Sunday 02.4.2017 collaborazioni Artra | Galleria Milano 11.00 | Incontri alla fine del ArteSello | Associazione culturale Udine Maurizio Ciancia Liceo Artistico Statale Giovanni Sello | Udine nuovo | Meeting at the End of Martincigh | Libreria antiquaria Udine Davide Grazioli the New On Art | associazione Culturale | Udine Hotel Suite Inn | Udine 11.15 | Paolo Toffolutti | Interna | Contract UD Zlatko Kopljar Curatore della Mostra | La fine Lis Neris | società semplice agricola San Lorenzo del Nuovo | The End of the New Isontino G0 Olson Lamaj connessioni interventi di: Invisiblecities | Urban Multimedia Festival, Gorizia Italia Antun Maračić 11.30 | Fabio Fonda | Woland Mittelfest /UD, Italia Art Club Pordenonelegge, Pordenone, Italia Bruno Morello Numbers, Arte Sociale in 3 Atti | DMAV social art 11.45 | Cormons Liliana | ensemble, Udine Italia Petra Mrša Presidente neo associazione coinvolgimento culturale Udine Consiglio Comunale dei Ragazzi del Comune di UD Pantani-Surace 12.00 | drink | apertura mostra aiuti opere | works by: Astoria hotel Italia | Udine Gioacchino Pontrelli Al Vecchio Tram albergo | Udine Beltrame pasticceria | Udine Adriana Iaconcig Bilotta Walter fotografo | Lerici SP Oliver Ressler Caffè Tomaso | Udine aperta al pubblico | open to the Camera di Commercio | Udine Vivianne Van Singer public Castello di Buttrio | Buttrio UD Civico 87 Mobili | Udine ven-sab-dom | Fri-Sat-Sun Comitato Regionale del Friuli Venezia Giulia Jelena Vladušić dell’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia h. 11.00>17.00 Confindustria | Udine ingresso libero | free admission 3B Consulta srl | Udine Regan Wheat Da Laura gelateria | Rivignano UD aperta al pubblico | open to the info visite guidate gratuite Dissonanze | Udine Gaspari Editore | Udine public | free guided tours: La Creuza de Mauri | San Terenzo Lerici SP sabato e domenica | Saturday 347.2713500 o Libreria Friuli | Udine fb Neo associazione Libreria Moderna | Udine and Sunday P.M. autotrasporti e traslochi di Passalacqua Matteo | San Terenzo Lerici SP h. 16.00 - 20.00 (ultimo e continua… and goes on… Principato di Ariis antica locanda con alloggio | ingresso | last entrance 19.30) Ariis di Rivignano Teor UD CAP. XVI 21.5.2017 Specogna pasticceria caffetteria | Rivignano ingresso libero | free admission (evento | event) UD e UD info visite guidate gratuite Venfri s.r.l. | Varmo UD neo.locale | free guided tours: Ioan Voiculescu odontoiatria | Udine ex Stazione ferroviaria Cantine Lunae Bosoni | Ortonovo SP 347.2713500 o Udine nord fb Neo associazione media partner linea Paderno- Juliet Cloud Magazine Pighin Roberto Grafica: Compra, Vendi, Compra, Vendi... neamente, con la distanza spazio-tem- In Nome delle Vittime tanto che cultura moderna e contempo- dell’opera d’arte alla fi ne della moder- cistico di collocare, a forza, i fatti della Dagli anni ’50 del ‘900 e forse già porale e con la simultaneità. L’opera, La fi ne del nuovo pone in essere un altro ranea si sono da sempre trovate, obtorto nità; e, ancora, nelle pastiches postmod- storia sul letto di Procuste, senza che da prima, l’opera d’arte ha rotto gli ed il nuovo in essa latente, per essere aspetto saliente della rifl essione sulle collo, a fondarsi sull’idea del nuovo. Il erniste dei “New Wilde”, della “Transa- le due genealogie abbiano elementi ormeggi ed abbandonato quel peculiare isolati e defi niti, necessitano di relazioni meccaniche dalla cultura: che cosa de- nuovo giustifi ca l’atto culturale che può vanguardia”, della “Bad Painting”, di congruità. Fatto sta che il tentativo aspetto distintivo che la faceva ricono- di connessioni di compatibilità, necessi- termina lo spostamento da un paradig- essere recepito perché spostato rispetto nell’“Architettura Poststoricista” di continua a perpetrarsi; un’attività che scere come unica e differente rispetto tano della complicità del pubblico che ma - o moda culturale – a quello succes- al passato. Va da sé che questa meccani- Michael Graves, nell’ecclettismo stilisti- costantemente si rinnova quella del nuo- a tutti gli altri aspetti dell’esperienza la faccia funzionare, come un televisore sivo? Com’è che avviene lo spostamento ca è stata facilmente delineata secondo co di Robert Venturi etc.. Il voler a tutti vo, del produrre nuovo, ricorrendo, ogni esistenziale umana. Prima del ‘900 l’as- che si può accendere con un dispositi- da una pratica ad un’altra? Cosa si abil- un modello darwiniano41 di evoluzione i costi mantenere in vita, conservare e volta, ad espedienti più articolati e com- petto distintivo veniva custodito dalla vo di controllo a distanza. L’opera non ita nel passaggio da un neo ad un post, della specie dell’arte, che trova nella protrarre materiali come le arti - che plessi per sottrarsi alla repressione es- qualità della fattura o dalla capacità di è fi nita, l’opera rende possibile un suo ma, soprattutto in che contesto socio-po- critica e storiografi a formalista ameri- nel degrado e nella decomposizione ercitata dal passato. Il passato è sempre trasformazione dell’invenzione artisti- utilizzo. All’opera c’è da chiedere: “Che litico o di pensiero avviene che si sgre- cana43 una ampia sponda al dibattito. trovano il loro motore di ricerca e la lì come un monito, che ci guarda, che ca precedente; col ‘900 tutto ciò sem- toli e, nuovamente, si coaguli qualcosa Ma poi, le cose possono essere viste an- loro forza motrice - ha sempre causa- mette in soggezione, al punto che, come bra venir meno, e pare che si proceda che, in attesa di più adatte defi nizioni, che al di là dei paradigmi della “pura to grossi problemi di sovrapproduzione, scolaretti tremanti, molti lo copiano a erodere tali prerogative o indicatori indicheremo come il nuovo? Un aspetto visibilità”, della forma in sé, essendo, di inquinamento culturale, con conseg- passivamente, senza tradirlo, senza de- di appartenenza all’esperienza artis- non trascurabile è sicuramente rappre- tali parametri, estremamente parzia- uenze nefaste come lo spaccio delle comporlo, semplicemente facendo fi nta tica, stressando le pratiche e le forme sentato dalle messa in mora, chiusura, li, se non superfi ciali, per ancorare la scorie attraverso la circonvenzione di di non esistere. Ora, nessuno è disposto retoriche per esplorarne le convenzi- negazione, impraticabilità di un per- vista. Ora, e non da ieri, avanguardie incapaci, ad opera dei cosiddetti “ad- a disattendere una tensione così potente oni ed i limiti. Con la ripresa, nel sec- corso che, al momento del trapasso, è trasgressive, neoavanguardie che hanno detti ai lavori”. Attraverso le crepe del come la volontà di esistere e di giungere ondo dopoguerra, molti artisti partono in atto ed in potenza, così come l’azi- praticato la combinazione contraddito- nuovo sono fuoriuscite tutte le contrad- ad uno scambio di ostaggi alla fi ne della dai presupposti messi in campo dalle one - che non avverrà tutta in un’unica ria, post avanguardie mettono in atto dizioni che potevano caratterizzare un battaglia; pertanto, viste le grandi per- avanguardie storiche - quelle che più si fase ma seguirà un modello di azione simulacri e simulazione, per giungere, modello così frontale e rigido: il post dite subite da entrambe le parti, si con- sono spese per mettere in discussione lo differita, di anticipazioni e di ritardi - e alla fi ne del nuovo, ad un’arte leggera colonialismo, la post production, l’arte tinuano a cercare armi sempre più insid- statuto dell’opera - appropriandosene, l’aspetto del nuovo, che sarà percepi- che si emancipa dall’apparenza del seg- relazionale: istanze che si sono fatte iose e letali per riconnettersi al passato. per volgerli con maggiore impegno ed to in paralasse35; ma ciò che conta è no, che ha elaborato il lutto, che ha re- carico di drenare tutti quei contenuti La fi ne del nuovo è una strategia per energia verso una critica delle istituz- che, comunque sia, non si rinuncerà a cuperato Nietsche e la fi ne dell’incanto, altrimenti confusi dietro una facciata combattere una ulteriore battaglia col ioni, utilizzando, in quest’operazione, rimuovere, o almeno ridurre, uno dei allo stesso modo di quella generazione di intenti, grandi annunci, edonismi utili passato. La massa del passato esercita gli stessi strumenti, protocolli, forme pilastri sui quali si appoggiava l’esteti- - posta in un momento storico di forte unicamente per teatri da camera. Oggi sul presente un campo gravitazionale retoriche serviti per consolidare potere ca in atto. Al detto programmatico del cambiamento - che l’ha anticipata: il nuovo non va più o, più precisamente, che, inevitabilmente, ci fa ricadere al ed autorità. Contemporaneamente, le Modernismo Less is More,36 negli anni l’Arte Povera “non crede più all’ogget- non è del nuovo che si mangia. Al nuovo suo interno. Se da un lato ci fa stare in forme dei linguaggi e dei generi artistici ’80 si è sostituito quello più prosaico di to…” (G. Celant). Ora non crede più ad gli artisti rinunciano già da tempo, ed piedi, dall’altro impedisce di esplorare vengono poste in opposizione di fase, a Robert Venturi Less is a bore,38 che, a alcuna forma che si metta in mezzo al il nuovo, per molti di loro, è consistito quanto di passato sta nel pianeta del produrre quella forma di “tabula rasa” questo punto del percorso, è da prefer- suo cammino. Non sarà perché nuove nel volerlo evitare, nel voler essere a lui futuro. Ma se i suprematisti pensava- che imperava nel dibattito artistico. ire in quanto somma la consapevolezza o anacronistiche, o senza tempo, che indifferenti - la bellezza dell’indifferen- no di abitare i “Planiti”, una nuova Bene, l’azzeramento non è avvenuto; che è trascorso del tempo e che non è le opere saranno ad arte. Questi artisti za - ma soprattutto nel sottrarsi all’ap- sensibilità, una nuova dimensione, altri piuttosto, abbiamo assistito ad un cam- più possibile identifi carsi con progetti si stanno liberando di una zavorra che parenza, nel sottrarsi alla scopicità, agli - metafi sici, surrealisti, dadaisti - han- bio di passo, ad un trapasso che ha por- fondati sull’utopia; non è più il tempo di ormai non appartiene alla loro realtà. indizi percettivi, nello spingersi sempre no capovolto il cannocchiale ed hanno tato ad esplorare il simulacro, il pertur- conquistare le masse, è il tempo del ri- Un’apparenza, quella del nuovo, che oltre la soglia di percezione-cognizione rovesciato il museo, l’opera, lo spetta- bante, la post verità, cioè quel territorio torno del reale39, e nel reale è possibile impedisce loro maggiore puntualità nel obbligata, oltre la presenza di un pub- tore. Avanti ancora, si è voluto ridefi ni- del pensiero dove ci si trova al cospetto un’altra valutazione, tipo il meno è noi- toccare e portare alla visione aspetti blico, al di là dell’opera. Questo è il ter- re il segno della scrittura dell’arte che, di soggetti che, privati della loro refer- oso, essendo noia un elemento che ce- imponderabili46, impresentabili47, ep- ritorio dove prova a muoversi la mostra da iconico o astratto, è divenuto calco enza, sono nati e cresciuti nell’apparen- menta la nostra vita nella quotidianità. pure estremamente vicini. “La fi ne del nuovo”: un territorio tutto indicale, tautologico, antropologico: za, rinforzati dall’ipertrofi co sviluppo La fi ne del nuovo è questa necessaria Il nuovo si è incrinato. Già al suo nas- da esplorare, un territorio sconosciuto necessario a smantellare gli altarini di narrazioni, immagini, relazioni nella rinuncia dell’oggi al nuovo: il nuovo, così cere si erano colti i segni della sua e selvaggio proprio perché contiguo, ed i catafalchi delle chiese dell’arte. dimensione ipermediale. Gli schermi come lo abbiamo vissuto, è stato molto fragilità: una incondizionata sicurezza perché ci stiamo talmente vicino da non Le opere degli anni sessanta-settanta e le immagini che vengono eretti nel tempo l’aveva fagocitata. Il tutto vive cosa ci posso fare?”, piuttosto che: simile ad una presenza trascendentale, nell’affermare la propria diversità, nel riuscire a separarcene, spesso nemmeno stavano, come ogni altra cosa, in mez- mondo dell’arte, ormai - da quando Pe- in un sottobosco a prima vista non ev- “Che cosa signifi ca?”. E’ divenuta un alla fi gura di una trinità o di un babbo propugnare un modello affermativo che a vederlo. Un territorio che adesso ci sta zo alla gente, supportate dalle protesi ter Burger faceva osservare il fenom- idente, un fenomeno che ha preferito elemento di tramite, un dispositivo di Natale. Un ente sovradeterminato al potesse oscurare la “scandalosa forza producendo dolori e lutti a causa anche che la gente e la società adopera per la eno nel suo reazionario testo “Teoria perdere l’apparenza necessaria e con- connessione piuttosto che un dispositivo quale è possibile relazionarsi unica- rivoluzionaria del passato”, ma soprat- della nostra incapacità nel produrre e vita di tutti i giorni: giornali, televisio- dell’Avanguardia” - hanno prediletto durre la sua battaglia nelle retrovie. terminale o di origine. Più sono gli am- mente con un atto di fede, o di credulità: tutto nel volerlo ostentare, secondo una dotarci degli strumenti culturali adat- ni, parole, oggetti, documenti. Ora tutti una forma di guerriglia rispetto ad una Possiamo dire che l’Avanguardia è dive- biti che si connettono col nuovo dell’op- la fede nel nuovo, il credo nel moder- dedizione ideologica, integralista che ti: quegli strumenti che – come fece il questi “ciappini” si sono fatti anch’essi guerra dichiarata, come poteva avveni- nuta una Retroguardia. Ready-made e era, maggiore è la sua capacità di per- no, la promessa di miglioramento e di ha trovato gli apici in documenti quali Rinascimento, secondo Erwin Panofsky, scomodi ed ingombranti, offrono super- re, ed è avvenuto, nel combattimento fotomontaggio, entrambi, non sono più manere attiva nel tempo e scambiare gratifi cazione infi niti che connota un la ricostruzione futurista dell’universo, con la prospettiva – potrebbero porci fi cie all’erosione da parte del passato per un’immagine, e non solo in ambito praticabili e percorribili attraverso la e ricambiare tensioni e riferimenti. La rapporto più psicanalitico che culturale, il piano Voisin, ma anche nella parab- ad una giusta distanza. Un’incapacità e bisogna che vengano sostituiti, fatti fotografi co, con le avanguardie storiche. via della ricerca. Entrambi sono stati frammentarietà delle identità individu- il nuovo che allucina la nostra realtà. ola “Greenberghiana” o “Friediana” dovuta all’avidità ed alla stupidità di chi sparire, che vengano meglio camuffati La Neo Avanguardia ha iniziato quel invasi dai sistemi che governano la pro- ali sembra trovare riscontro nella fram- Beh, questo è successo per lungo tempo, dell’autonomia e della pura otticalità si attarda per confondere il senso della nella vita di ogni giorno. Bisogna che che ora appare manifesto nella produz- duzione di massa della merce. Da tem- mentazione e ricomposizione virtuale cultura con piccoli traffi ci - scambi di si insinuino come virus senza che gli ione dell’immaginario: si è preferito po - come ci ha insegnato Andy Warhol lasciate in opera nell’utilizzo dell’opera pelli per tabacco, decadenti decori, so- anticorpi della storia se ne accorgano, produrre un immaginario latente, una - non consumiamo più un prodotto ma stessa. L’emergere delle infi nite sogget- prammobili da fi era di paese - in luogo e che entrino in circolo prima che le forma di inconscio dell’immagine che quella particolare griffe che produce il tività che la contemporaneità ha reso di processi culturali messi a segno come barriere immunitarie se ne avvedano. riesce ad occultarne l’evidente stacco prodotto; cioè, più precisamente, con- possibile con la proliferazione delle im- pietre che indicano un cammino. Ora, Allora, l’unica strada per farlo è quella dalla realtà ed ad elaborarne il lutto. sumiamo la sua aura, il suo valore ag- magini, ha richiesto un corrispondente sicuramente la mostra non ospita tutti che da sempre chi fa ricerca nell’arte Le immagini le opere le ossessioni oggi giunto, la sua esponibilità, come ci ha piano di ricomposizione del tutto, per esempi fi oriti di quel che annuncia, ma ha usato: entrare nel corpo della storia prodotte nel territorio della ricerca ar- imposto di fare la pubblicità. Al di là dar corso a quei percorsi collettivi aus- anche questo sta nelle cose. I tempi per come un cavallo di Troia, eludendo così tistica, non si mostrano con evidenza; si dell’immagine - parodiando un celebre picati nella produzione contemporanea lo sviluppo sono differiti, alcuni boccioli resistenze al nuovo, al diverso, allo stra- smarriscono e si confondono col fl usso testo di Max Ernst sulla pittura; ma dell’arte. Buona parte delle opere più sullo stesso ramo si dischiudono e fi ori- niero, all’altro… per poi prendere il co- della comunicazione di massa, vengono non si tratta più di alterare il sopra o attente ai temi della contemporaneità scono prima ed in modo differente dagli mando. Ci si lavora da tempo, i tentativi trasportate dentro una dimensione re- il sotto dell’immagine, quanto invece fa opera di collegamento, di legame, altri, pertanto, da una parte e dall’altra sono tanti, alcuni maldestri ma comun- siduale, non vogliono richiamare su di di trascenderla, di dimostrarsi indiffer- producendo spazi ed ambiti di dialogo della sbarra - artisti e pubblico - siamo que interessanti visti nell’ottica di una sé alcun interesse, attenzione, fascina- enti, di riprodurla dimenticando la sua aperti e ibridi, che restano percorribili chiamati ad osservare e rifl ettere fasi protostoria del nuovo. Molti degli artisti zione, foss’anche di disgusto di dileggio autorialità. Molti artisti dagli anni ’90 per l’utilizzo da parte del fruitore. Si più o meno avanzate di una stessa ten- in mostra emanano odore di ingenuità e o di scandalo. Le immagini, le strutture, hanno preso atto di questa necessità ed potrebbe dire che le opere d’arte alla denza, di cui non è dato capire quando non raggiungono lo scopo, ma rendono le forme espressive messe in atto dalle utilizzano l’immagine come una risorsa fi ne del nuovo abbiano consumato l’ap- si è prodotta e dove ci porterà. Alla fi ne comunque evidente la disperata ten- pratiche dell’arte contemporanea fi gu- condivisa, elaborando interventi su di parenza di annunciatrici di cambiamenti della parabola del nuovo, giocoforza, ci sione ad iniettarsi, con fatica, nel corpo rano anonime, diffuse, a bassa tensione; essa; interventi che si presuppongono e nuovi mondi, per essere piazzole di sta, come sempre, “la scandalosa forza della storia. Lo sforzo maggiore, però, l’oggetto è sempre più simile al ready- incompiuti ed in corso di sviluppo ed sosta dove assestarsi, relazionarsi, con- rivoluzionaria del passato”, che sembra come da sempre, lo dovranno compiere made di un ready-made prodotto negli ulteriore trasformazione. Molte opere frontarsi, per poi riprendere la navigazi- una condizione inalienabile, un mito di le donne i bambini i vecchi, le fasce più anni ’10 del ‘900, ad un fotomontaggio del presente assumono il signifi cato one. Non ci sono nuovi mondi là fuori da Sisifo, che costantemente, come una deboli della popolazione, perché sarà di un fotomontaggio degli stessi anni; dell’indistinto, dell’aporia, del territorio scoprire, piuttosto si tratta di percepire molla, si ricarica per poi esaurire le grazie a loro che si acquisirà una nuova così, l’immagine dell’opera è sempre di cui non si conoscono gli strumenti e i mondi che ci portiamo sulle nostre proprie forze; qualcosa che richiama la sensibilità foriera di cambiamenti, verso più simile allo stereotipo dell’immagine le modalità per percorrerlo. L’opera si spalle. Il nuovo, da sempre, è stato l’an- parabola biologica della vita, ma anche nuovi mondi alla fi ne del mondo. nella comunicazione di massa che a suo delinea come parte di una complessità tico rimescolato. questo è una modo riduttivo e sempli- Paolo Toffolutti che si attiva e si relaziona, contempora- Paolo Toffolutti