Università Degli Studi Roma Tre
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Università degli Studi Roma Tre Facoltà di Lettere e Filosofia Corso di Laurea in Lingue Moderne per la Comunicazione Internazionale Tesi di Laurea in Lingua e Traduzione Inglese TITOLO ANALISI E TRADUZIONE DEI NOMI PROPRI NELLE OPERE DI J. R. R. TOLKIEN Laureanda Naama Giovannetti matricola 431276 Relatore Correlatore Dott.ssa Lucilla Lopriore Prof.ssa Martina Lucia Nied 1 Anno Accademico 2010/2011 A Davide, mio fratello, che non manca mai di fare la cosa giusta. 2 RINGRAZIAMENTI Desidero ringraziare la prof.ssa Lopriore, relatore di questa tesi, per il supporto e la disponibilità dimostratemi. Un sentito ringraziamento anche alla prof.ssa Nied per i suoi preziosi suggerimenti. Non posso mancare di ringraziare la Società Tolkeniana Italiana e la Deutsche Tolkien Gesellschaft per tutto quanto fatto per me in questi mesi di ricerca. Un ringraziamento particolare a Stefano Giuliano e Christian Weichmann per aver pazientemente e prontamente risposto alle mie e-mail. Inoltre, un pensiero non può che andare ai miei genitori, Silvana e Guido, e a mio fratello Davide, i miei costanti punti di riferimento. Il loro incoraggiamento ed il loro grande sostegno hanno fatto di me la persona che sono oggi, permettendomi di raggiungere questo importante traguardo. Ringrazio Giuliano, per esserci sempre stato, anche quando dicevo che non ce l'avrei fatta, e per aver scelto di essere sempre al mio fianco. Grazie a lui ho trovato la forza di cui avevo bisogno. Non dimentico poi gli amici, quelli veri, che rendono migliori anche i periodi più stressanti. Questa laurea è un po' anche di tutti coloro che mi vogliono bene e mi hanno pazientemente sopportato nel corso di questi anni. 3 INDICE INTRODUZIONE p. 6 CAPITOLO I IL GENERE FANTASY E LA FIGURA DI J. R. R. TOLKIEN 1.1 Definizione di fantasy p. 8 1.2 Nascita e diffusione del genere fantasy p. 10 1.3 La figura di John Ronald Reuel Tolkien p. 19 1.3.1 Biografia dell'autore p. 20 1.3.2 Le opere p. 23 1.3.3 La concezione di Tolkien del nome e della lingua p. 25 CAPITOLO II TEORIA DELLA TRADUZIONE DEI NOMI PROPRI 2.1 Il nome proprio p. 28 2.2 Il nome proprio nella produzione artistica p. 33 2.3 La traducibilità dei nomi significanti p. 39 CAPITOLO III ANALISI DEI NOMI PROPRI DELLE OPERE ORIGINALI 3.1 Presentazione delle opere: Arda e le sue lingue p. 51 3.2 Nomenclatura p. 62 4 CAPITOLO IV LA TRADUZIONE NELLE VERSIONI IN LINGUA ITALIANA E TEDESCA 4.1 Note sulla traduzione p. 85 4.2 Nomenclatura p. 88 CONCLUSIONI p. 121 APPENDICE A p. 122 APPENDICE B p. 126 BIBLIOGRAFIA p. 165 SITOGRAFIA p. 170 5 INTRODUZIONE Nel corso della mia carriera accademica ho sempre mostrato una particolare curiosità per lo strano ruolo che i nomi propri rivestono nell'ambito della traduzione letteraria. Inoltre, opero già da qualche anno come traduttrice freelance e mi sono sempre trovata a tradurre testi di tipo giuridico, economico od informatico, di conseguenza, non mi dispiaceva affatto l'idea di confrontarmi più da vicino con il ramo della traduzione letteraria. Nel corso dei miei studi di laurea triennale ho avuto modo di sviluppare un amore inaspettato per la filologia, passione che mi ha avvicinato molto a J. R. R. Tolkien ed alle sue opere, caratterizzate anche dalla grande mole di nomi in esse contenuti. Già da qualche anno l'origine, il significato e le traduzioni nelle diverse lingue di questi nomi avevano attirato la mia attenzione e dunque, non ho voluto sprecare un'occasione preziosa come una tesi di laurea magistrale, al fine di dar vita ad una ricerca più approfondita e che ponesse l'accento laddove altre ricerche non erano ancora giunte. Il presente elaborato è suddiviso in quattro capitoli: il primo capitolo contiene una rapida panoramica sulla storia del fantasy, importante per conoscere il periodo storico in cui si collocano le opere da me analizzate, ma anche la tradizione a cui appartiene l'autore e le sue principali fonti di ispirazione. Sempre nel primo capitolo, ho poi 6 analizzato quello che era il rapporto di Tolkien con le lingue, in quanto filologo e linguista, prestando particolare attenzione alla sua concezione del nome, la quale si rivela focale nei suoi scritti. Nel secondo capitolo ho dato spazio al contributo di tutti quegli autori che hanno scritto e teorizzato in relazione alla traduzione dei nomi propri, con particolare riguardo al ruolo del nome proprio nella produzione artistica. Il terzo capitolo contiene la nomenclatura tratta da The Lord of the Rings, The Hobbit e The Silmarillion, indicando per ogni nome la sua origine ed il suo contenuto semantico, sempre tenendo conto di quelle che erano le intenzioni dell'autore. Nel quarto ed ultimo capitolo viene ripresa la suddetta nomenclatura, introducendo ed analizzando le rispettive traduzioni contenute nelle edizioni italiane e tedesche. Il mio intento è quello di analizzare, per ogni nome, le problematiche traduttive ad esso relative, le strategie impiegate dai vari traduttori al fine di risolverle ed il risultato raggiunto. In alcuni casi ho inoltre proposto una traduzione alternativa. 7 CAPITOLO I IL GENERE FANTASY E LA FIGURA DI J. R. R. TOLKIEN 1.1 Definizione di fantasy Il termine fantasy è stato mutuato dalla lingua inglese e la definizione che ne da il dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti descrive un «genere narrativo e cinematografico in cui si susseguono ambientazioni e figure fantasiose tratte dalla mitologia o dalla fiaba o ispirate a un ipotetico, surreale e oscuro medioevo». E' inoltre necessario chiarire che esiste una distinzione tra fantastico e fantasy che vede quest'ultimo come una sezione del fantastico. Per tale distinzione si può fare riferimento al saggio di Tzvetan Todorov, La Letteratura Fantastica (1977); secondo l'autore un'opera fantastica è tale in quanto ambientata in «un mondo che è sicuramente il nostro, quello che conosciamo» ed in questo mondo «si verifica un avvenimento che [...] non si può spiegare con le leggi del mondo che ci è familiare».In quest'ottica abbiamo un mondo popolato da elementi fantastici in cui si gioca sulla contrapposizione tra naturale e sovrannaturale mentre il lettore, o il personaggio stesso, vive un momento di "hésitation". Tale momento di esitazione, o perturbazione, divienecaratteristica distintiva del fantastico descritto dall'autore stesso come «l’esitazione provata da un essere che conosce soltanto le leggi 8 naturali, di fronte a un avvenimento apparentemente soprannaturale». L'esitazione si risolve nel momento in cui il lettore è in grado di optare per una spiegazione razionale degli eventi o per una visione sovrannaturale del mondo. Il secondo caso è l'ambito in cui si dispiega il fantasy, un mondo che si presenta più o meno simile a quello che conosciamo, ma fondamentalmente diverso in quanto l'elemento sovrannaturale risulta universalmente accettato e riconosciuto. Troviamo l'esempio proprio nelle opere di Tolkien dove nessun personaggio, e tanto meno il lettore, si meraviglia della presenza di maghi, elfi od orchi. Se da un lato possiamo considerare il fantasy come nato nel momento stesso in cui venne riconosciuto e descritto come tale, e dunque come una sezione del fantastico, dall'altro, si potrebbe ricondurre l'intera letteratura fantastica al genere fantasy, dato che spesso gli autori presentavano nelle loro opere determinati elementi affinché risultassero veri o credibili al lettore, ma ad oggi, gli stessi elementi verrebbero trattati come palesemente fittizi e puramente fantastici1. Non è possibile dare una definizione di fantasy sulla base di strutture o caratteristiche rigide in quanto esso non solo prende vita da generi diversi ma a sua volta dà vita ad una contaminazione dei generi, tanto da indurre all'impiego del termine speculative fiction (narrativa speculativa) proprio per indicare una commistione dei generi; in particolare, il genere fantasy viene spesso accostato a fantascienza e horror. Temi senza dubbio ricorrenti nella narrativa fantasy sono quelli della ricerca, del viaggio, del compiersi del destino dei personaggi, ma il punto fermo rimane sempre la lotta tra il bene ed il male, a prescindere 1 Per approfondimenti vedi The Encyclopedia of Fantasy (1977) ad opera di John Clute e John Grant. 9 dalle sue modalità e tempistiche; un insieme di elementi che trova generalmente spazio in un romanzo, che risulta la forma più comune di questo genere narrativo. La letteratura fantasy si è estesa facilmente agli altri mass media, primo fra tutti il cinema, ma anche a giochi di ruolo, fumetti, televisione e videogiochi, come anche all'illustrazione fantasy legata al mercato editoriale. 1.2 Nascita e diffusione del genere fantasy La storia del fantasy ha radici molto antiche è può essere fatta risalire alle prime mitologie. Nelle opere di J. R. R. Tolkien un ruolo di prim'ordine verrà affidato ai testi di mitologia nordica che raccolgono credenze precristiane, leggende e miti relativi alla creazione ed alla distruzione dell'universo, racconti di creature sovrannaturali come anche di re ed eroi. Ricordiamo come appartenente alla mitologia nordica l'anglosassone Beowulf, che viene generalmente fatto risalire alla metà dell'VIII secolo. Assolutamente degne di attenzione sono l'Edda in prosa, scritta tra il 1222 ed il 1225 da Snorri Sturluson (detta anche Edda di Snorri), e l'Edda poetica, sempre del XIII secolo, contenente anche poemi dedicati all'eroe Sigfrido che ritroviamo nel Niebelungenlied. Tra l'XI ed il XIII secolo2 fiorì il genere della letteratura cavalleresca, caratterizzato dapprima da componimenti in versi e solo a partire dal XIII secolo anche da opere in prosa, il quale avrà come temi principali l'amore e l'avventura. Saranno tre i cicli tematici che godranno in questo periodo 2 Per approfondimenti sulla storia del fantasy vedi The Encyclopedia of Fantasy (1977) ad opera di John Clute e John Grant.