Ente Comunale di (Siena) I° redazione 15.04.2011 Rev. 1 – 13.07.2012 Documento Gestione dei Rischi e della Sicurezza Rev. 2 – 16.01.2013 DVR 02.00 IT DOCUMENTO PER LA VALUTAZIONE DEI Rev. 3 – 10.06.2013 RISCHI Rev.4 – 28.01.2014 Rev. 5 – 13.06.2014

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ENTE COMUNALE DI CHIUSDINO (SI)

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Conforme al Decreto Legislativo 9 Aprile 2008 n.81 (Testo unico di sicurezza sul lavoro)

DATORE DI LAVORO SINDACO F.to Luciana Bartaletti

R.S.P.P. F.to Stefano Gini

MEDICO COMPETENTE F.to Salvatrice Lo Bosco

R.L.S. F.to Fabio Burchianti

Ente Comunale di Chiusdino 7 novembre 2014 Ente Comunale di Chiusdino - P.za del Plebiscito n. 2 - 53012 Chiusdino (SI) Tel./Fax. 0577-751055 Fax 0577-750221 e-mail: [email protected] Ente Comunale di Chiusdino (Siena) I° redazione 15.04.2011 Rev. 1 – 13.07.2012 Documento Gestione dei Rischi e della Sicurezza Rev. 2 – 16.01.2013 DVR 02.00 IT DOCUMENTO PER LA VALUTAZIONE DEI Rev. 3 – 10.06.2013 RISCHI Rev.4 – 28.01.2014 Rev. 5 – 13.06.2014

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SOMMARIO

1 DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA DEL DOCUMENTO………………………………....5

1.1 Premessa ...... 5

1.2 Revisione del documento ...... 5

2 L’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE PER LA SICUREZZA ...... …..6

2.1 Dati identificativi...... 6

2.2 Individuazione dei luoghi di lavoro ...... 6

2.3 Descrizione delle attività svolte...... 6

2.4 Il sistema di gestione della sicurezza...... 7

2.5 Periodo di lavoro...... 8

2.6 Personale occupato...... 8

2.7 Personale proveniente da altri paesi...... 8

2.8 Contratti in appalto ...... 9

3 L’ANALISI INFORTUNISTICA...... …10

3.1 Gestione degli infortuni ...... 10

4 LEGISLAZIONE SPECIFICA DI IGIENE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO...... 11

5 DOCUMENTAZIONE AMMINISTRATIVA AZIENDALE INERENTE LA SICUREZZA....13

6 INDICAZIONE DEI CRITERI USATI NELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI ...... 15

6.1 Determinazione del coefficiente di rischio...... 16

7 ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI PER MANSIONE ...... 19

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8 ANALISI DEI FATTORI DI RISCHIO ...... 34

8.1 Luoghi di lavoro ...... 34

8.2 Attrezzature di lavoro...... 59

8.3 Ergonomia ed attrezzature munite di videoterminali (VDT) ...... -60

8.4 Movimentazione manuale dei carichi ...... 62

8.5 Radiazioni Ottiche………...... 67

8.6 Stress Termico………………………………………………………………………………..109

8.7 Rischio elettrico ...... 125

8.8 Stress Lavoro Correlato……………………………………………………………………..126

8.9 Gestione emergenza e rischio Incendio...... 136

9. ELENCO DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE ……...... 140

9.1 Misure strutturali…………………………………………………………………………… 140

9.2 L’informazione preventiva dei dipendenti ...... 140

9.3 La formazione dei dipendenti...... 141

9.4 Dispositivi di protezione individuale ...... 143

9.5 Segnaletica di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro...... 147

10. INTERVENTI GESTIONALI...... ………..148

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ALLEGATO 1......

VALUTAZIONE DEI RISCHI PER LAVORATRICI GESTANTI, PUERPERE O IN PERIODO DI ALLATTAMENTO...... 150

Premessa...... ,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,150

Criteri di valutazione del rischio...... 150

Analisi e valutazione del rischio per il personale femminile ...... 153

Considerazioni sulla tutela delle lavoratrici madri...... 155

Misure ed interventi per garantire le lavoratrici puerpere e gestanti…………………….. 158

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1 DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA DEL DOCUMENTO

1.1 PREMESSA

Il presente documento, redatto ai sensi dell’articolo 17 comma 1 lettera a) del D. Lgs. 81/2008 e ss.mm.ii. nel rispetto di quanto prescritto dall’art. 28 citato decreto, ha il duplice obiettivo di adempiere all’obbligo richiamato dal legislatore e di indicare gli ambiti e le linee programmatiche per sviluppare le politiche dell’amministrazione in materia di sicurezza ed igiene del lavoro. Ci si propone dunque di fissare alcuni punti di riferimento che, agendo su tutte le variabili che concorrono a definire le condizioni di sicurezza, consentano di perseguire un costante miglioramento contemplando progettazione, gestione e organizzazione, modifiche agli impianti e alle attrezzature, scelta delle misure di prevenzione e protezione. Nel documento viene sintetizzato pertanto il processo attraverso il quale sono state effettuate l’analisi, la classificazione e la valutazione dei rischi in relazione alle peculiarità dell’azienda ed agli obiettivi che essa persegue.

1.2 REVISIONE DEL DOCUMENTO

Il presente documento di valutazione dei rischi costituisce la stesura secondo le disposizioni contenute nel D.lgs 81/2008 ed è pertanto la revisione n. 5 Il presente documento sarà sottoposto a revisione parziale/totale in occasione di: 1. modifiche del processo produttivo o dell’organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e della sicurezza dei lavoratori; 2. in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione e della protezione o a seguito di infortuni significativi; 3. modifica del quadro normativo vigente; 4. infortuni e/o mancati infortuni che evidenzino lacune nella sua elaborazione. A seguito dello sviluppo del piano delle misure di prevenzione e protezione e delle scadenze degli interventi, il piano contenuto nel presente documento sarà di volta in volta aggiornato dalle funzioni dall’amministrazione preposte. Le modifiche e gli aggiornamenti al documento di valutazione dei rischi saranno apportati con il coinvolgimento dei lavoratori interessati.

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In occasione delle revisioni e/o aggiornamenti il documento di valutazione dei rischi sarà aggiornato previa stretta consultazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS).

2 L’ORGANIZZAZIONE DELL’ENTE PER LA SICUREZZA

2.1 DATI IDENTIFICATIVI

Denominazione: AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI CHIUSDINO Forma giuridica PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Sede legale : PIAZZA DEL PLEBISCITO, N. 2 53012 CHIUSDINO (SIENA) Telefono 0577 751055 Fax 0577 750221 [email protected]

2.2 INDIVIDUAZIONE DEI LUOGHI DI LAVORO

La sede dell’Amministrazione Comunale di Chiusdino si trova nella zona centrale della cittadina ed è caratterizzata da un complesso edilizio di proprietà dell’Amministrazione disposto su tre livelli piano terra, primo piano, secondo piano, L’ingresso principale dell’edificio è sito in piazza del Plebiscito con ingresso pedonale da via Umberto I. Gli accessi per i mezzi di emergenza e di soccorso sono garantiti dagli ingressi di Piazza Plebiscito n. 1 e 2 e da Via Umberto I n 21. L’accesso pedonale e con ausilio di mezzi avviene tramite viabilità ordinaria.

2.3 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ SVOLTE

Le attività svolte dagli operatori assegnati all’Amministrazione sono quelli propri degli Enti Locali: attività amministrativa, attività territoriali, servizi pubblici. La molteplicità delle funzioni svolte e la complessità patrimoniale sono riconducibili all’insieme delle strutture di proprietà dall’amministrazione censita nello specifico allegato al presente documento. Nel DVR sono fotografate e analizzate, ovviamente, solo quelle strutture all’interno delle quali vengono svolte attività da parte dei dipendenti dell’amministrazione a qualunque titolo e contrattualmente inquadrati. Degli ambienti di lavoro viene esplicitato in seguito dettaglio.

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2.4 IL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

Di seguito si riportano i nominativi delle figure aziendali preposte alla gestione della sicurezza ai sensi del D. Lgs. 81/2008

Datore di Lavoro (DdL) Luciana Bartaletti – Sindaco del Comune di Chiusdino

Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) Stefano Gini

Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) Fabio Burchianti

Addetti emergenza e prevenzione incendi/evacuazione (AGE) Rossano Pallini Riccardo Leoncini Fabio Burchianti

Addetti Primo Soccorso (APS) Riccardo Leoncini Rossano Pallini Fernanda Costi Marco Martinelli

Medico Competente (MC) Lo Bosco Salvatrice

FATTORI CHE DETERMINANO MANSIONE LA SORVEGLIANZA SANITARIA

Dirigenti e addetti alle attività di ufficio Utilizzo del computer > 20 ore settimana

Attività territoriali (manutenzione, Dirigenti e addetti alle attività territoriali forestazione, giardinaggio, impiantistica, attività in quota, uso mezzi e automezzi in genere)

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2.5 PERIODO DI LAVORO L’orario di lavoro per tutte le mansioni è spalmato su 36 ore settimanali così distribuite:

1. Dirigenti e addetti alle attività di ufficio Lunedì Mercoledì e Venerdì dalle 8.00 alle 14,00. Martedì e Giovedì dalle 8,00 alle 13,00 e dalle 14,00 alle 18,00. La pausa pranzo viene consumata presso la mensa del complesso scolastico comunale dalle 13,00 alle 14,00.

2. Dirigenti e addetti alle attività territoriali Lunedì Mercoledì e Venerdì dalle 7.00 alle 13,00. Martedì e Giovedì dalle 7,00 alle 13,00 e dalle 14,00 alle 17,00. La pausa pranzo viene consumata presso la mensa del complesso scolastico comunale dalle 13,00 alle 14,00.

2.6 PERSONALE OCCUPATO Nell’ambito delle attività scolastiche sono presenti le seguenti responsabilità e funzioni

Personale occupato MANSIONE Uomini donne

Dirigenti 1 1

Addetti alle attività di ufficio 3 2

Addetti alle attività territoriali 11

Addetti alle cucine 1

2.7 PERSONALE PROVENIENTE DA ALTRI PAESI Il personale occupato è tutto di nazionalità italiana.

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2.8 CONTRATTI IN APPALTO Per tutte le attività di appalto, i dirigenti responsabili degli uffici autorizzati all’acquisto di lavori, beni, servizi e forniture, in affidamento all’impresa appaltatrice o a lavoratori autonomi provvedono a: a) verifica l’idoneità tecnico professionale delle imprese appaltatrici o dei lavoratori autonomi in relazione alle forniture da acquisire ovvero ai lavori da affidare in appalto o mediante contratto d’opera o di somministrazione. La verifica è eseguita attraverso le seguenti modalità: 1) acquisizione del certificato di iscrizione alla camera di commercio, industria e artigianato; 2) acquisizione dell’autocertificazione dell’impresa appaltatrice o dei lavoratori autonomi del possesso dei requisiti di idoneità tecnico professionale, ai sensi dell’art. 47 del Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, di cui al decreto del PresidEnte della Repubblica del 28 dicembre 2000, n. 445. b) fornisce agli stessi soggetti dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti nell’ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività. I datori di lavoro committente, appaltatore e se presenti anche i subappaltatori: - cooperano all’attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi sul lavoro incidenti sull’attività lavorativa oggetto dell’appalto; - coordinano gli interventi di protezione e prevenzione dai rischi cui sono esposti i lavoratori, informandosi reciprocamente anche al fine di eliminare rischi dovuti alle interferenze tra i lavori delle diverse imprese coinvolte nell’esecuzione dell’opera complessiva.

Inoltre il datore di lavoro committente promuove la cooperazione ed il coordinamento elaborando un unico documento di valutazione dei rischi (DUVRI) che indichi le misure adottate per eliminare o, ove ciò non è possibile, ridurre al minimo i rischi da interferenza. Il DUVRI non viene redatto per i servizi di natura intellettuale, nelle mere forniture ovvero per i lavori di durata non superiore ai due giorni purché non comportino gravi rischi per l’ambiente, i lavoratori e gli utenti. In ogni contratto di subappalto, di appalto e di somministrazione di cui agli articoli 1559, ad esclusione dei contratti di somministrazione di beni e servizi essenziali, 1655, 1656 e 1677 del codice civile, devono essere specificamEnte indicati a pena di nullità ai sensi dell’articolo 1418 del

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codice civile i costi relativi alla sicurezza del lavoro con particolare riferimento a quelli propri connessi allo specifico appalto. Nell’ambito dello svolgimento di attività in regime di appalto o subappalto, il personale occupato dall’impresa appaltatrice o subappaltatrice deve essere munito di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore, l’indicazione del datore di lavoro e la data di assunzione. Nel caso di sub appaltatori, la tessera di riconoscimento deve contenere anche gli estremi dell’autorizzazione. Quella dei lavoratori autonomi, oltre a quanto previsto dall’art. 21 comma 1 lettera c) del Decreto Legislativo n. 81/08, deve contenere anche la ragione sociale del committente. L’imprenditore committente risponde in solido con l’appaltatore, nonché con ciascuno degli eventuali subappaltatori, per tutti i danni per i quali il lavoratore, dipendEnte dall’appaltatore o dal subappaltatore, non risulti indennizzato ad opera dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL).

3 L’ANALISI INFORTUNISTICA

3.1 GESTIONE DEGLI INFORTUNI

Nel palazzo Comunale, presso gli uffici del Responsabile dell’Ufficio Segreteria/Affari Generali, è presente il Registro Infortuni. Il datore di Lavoro deve comunicare all’INAIL a fini statistici e informativi, i dati relativi agli infortuni sul lavoro che comportino un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento. Il datore di lavoro deve comunicare all’INAIL a fini assicurativi, le informazioni relative agli infortuni sul lavoro che comportino un’assenza dal lavoro superiore a tre giorni. Dell’avvenuto infortunio viene redatto apposito verbale interno inviato al RSPP, al datore di Lavoro e al Dirigente di competenza che provvedono ad una verifica delle misure di prevenzione e protezione individuate. Tale procedura viene adottata anche per i mancati infortuni.

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4 LEGISLAZIONE SPECIFICA IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO APPLICATA

Elenco non esaustivo dei principali riferimenti normativi: • D.P.R. 19.03.1956, n. 303 Norme generali per l’igiene del lavoro. (abrogato dal D.Lgs. 81/08 eccetto art. 64) • D.P.R. 30.06.1965, n. 1124. Testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali. • D.M. 16.02.1982. Modificazioni del Decreto ministeriale 27.09.65, concernEnte la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi. • D.M. 10.03.1998. Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro. • D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151. Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell’articolo 49, comma 4 - quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla Legge 30 luglio 2010, n. 122. • D.P.R. 22.10.2001, n. 462. Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi. • D.M. 15.07.2003, n. 388. Regolamento recante disposizioni sul pronto soccorso aziendale, in attuazione dell’articolo 15, comma 3, del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626 e successive modificazioni. • Accordo Stato Regioni del 26.01.2006. Individuazione delle capacità e dei requisiti professionali richiesti agli Addetti e ai Responsabili dei servizi di prevenzione e protezione dei lavoratori. • Accordo Stato Regioni del 5.10.2006. Linee interpretative condivise dell’Accordo attuativo Stato Regioni del 26.01.2006.

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• Legge 3.08.2007, n. 123. Misure in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e delega al Governo per il riassetto e la riforma della normativa in materia. (abrogati dal D.Lgs. 81/08 solo artt. 2,3,5,6,7) • D. Legislativo 26 marzo 2001 n°. 151 “Testo unico in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità”. E successive modifiche ed integrazioni. • Accordo europeo sullo stress sul lavoro dell’8 ottobre 2004. • D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. • D.Lgs. 5 agosto 2009, n. 106 Disposizioni integrative e correttive del D.Lgs. 81/08 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro • Legge 13 Agosto 2010 n. 136 – Piano straordinario contro le mafie. Art. 5 Identificazione degli addetti nei cantieri. Successivamente all’emanazione con apposita circolare è stato interpretata l’estensione del concetto di cantiere, di norma strettamente collegato ai lavori, anche alle forniture di beni e/o servizi. • Accordo Stato Regioni del 21 Dicembre 2011 – in attuazione dell’art. 37 comma 2 e art. 34 comma 2, 3 del D.Lgs. 81/08; • Accordo Stato Regioni del 22 febbraio 2012 – in attuazione dell’art. 73 comma 5 del D.Lgs. 81/08. • Decreto Interministeriale 6 marzo 2013 – "Criteri di qualificazione della figura del formatore per la salute e sicurezza sul lavoro".

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5 DOCUMENTAZIONE AMMINISTRATIVA AZIENDALE INERENTE LA SICUREZZA Di seguito si riporta lo stato della documentazione amministrativa con impatto sulla valutazione dei rischi alla data del sopralluogo tecnico effettuato

Documenti che devono essere presenti e visionabili

• Agibilità e abitabilità • Dichiarazione di inizio attività, autorizzazione attività • Dichiarazione di conformità impianto elettrico e progetto impianto elettrico • Denuncia impianto di messa a terra - Verbali di verifica quinquennale (ASL o altri organismi abilitati) • Relazione di valutazione del rischio dovuto al fulmine, protezione contro i fulmini, calcolo di auto protezione. • Dichiarazione di conformità impianto riscaldamento e progetto • Libretto di impianto per centrale termica con potenzialità minore 35 kW Contratto manutenzione impianto termico • Certificato di Prevenzione Incendi (ove necessario) • Informazione dei lavoratori in merito al diritto di eleggere un proprio rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. • Verbale elezione RLS (durata della carica triennale) • Attestati corsi di formazione RLS • attestati di corsi di aggiornamento annuali • Nomina addetti primo soccorso • Attestati dei corsi frequentati di Addetto Primo Soccorso • Aggiornamento triennale Addetto Primo Soccorso

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• Nomina Addetti Prevenzione Incendi • Attestati dei corsi frequentati di Addetti alla Prevenzione Incendi • Verbali di informazione e formazione dei lavoratori Art 36-37 D.Lgs. 81/2008 Programmati • Documento di Valutazione dei Rischi • Procedure di gestione emergenza • Registro infortuni • Libro Unico • Elenco attrezzature e registrazione manutenzioni preventive e straordinarie • Contratto manutenzione presidi antincendio La presente anagrafica deve essere aggiornata dal Dirigente dell’Ufficio Tecnico, presso il quale è allocata tutta la documentazione inerente il Sistema di Prevenzione e Protezione dell’amministrazione, con il reperimento progressivo della documentazione a corredo della gestione del Sistema di prevenzione .

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6 INDICAZIONE DEI CRITERI USATI NELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI Per l’individuazione dei rischi si è proceduto ad un’attenta analisi dell’attività lavorativa considerando le interazioni Uomo/Ambiente/Lavoro. L’analisi dei rischi e la successiva classificazione e valutazione è stata condotta dal Datore di Lavoro con il supporto dei dirigenti, dei responsabili di settore, degli operatori e di tecnici specializzati esterni all’Amministrazione Come criterio di analisi è stato scelto quello di esaminare le mansioni degli addetti in relazione ai posti di lavoro, in funzione agli ambienti di lavoro e alle relazioni con l’utenza; per far questo sono state utilizzate come linee guida sia schede di indagine che check list specifiche per argomento di valutazione. In particolare il procedimento di analisi e di valutazione è stato così organizzato: • Elenco delle attività svolte. • Scomposizione di tali attività in mansioni elementari e loro osservazione. • Individuazione dell’attività prevalente. • Verifica delle eventuali annotazioni storiche delle anomalie riscontrate, ovvero delle situazioni e dei comportamenti lavorativi difformi dalle norme vigenti o comunque tali da configurare potenziale rischio. • Individuazione del rischio oggettivamente presente, mediante esame della situazione di fatto, utilizzo di check list, normativa di riferimento, norme di buona tecnica, linee guida CEE. • Valutazione del rischio oggettivamente presente, prendendo come riferimento la situazione infortunistica, la situazione espositiva e l’esperienza degli operatori. L’entità del danno e la probabilità di accadimento sono state ricavate dall’esperienza lavorativa, da quanto registrato nel passato e da bibliografia di settore. I livelli di rischio sono stati definiti in base alla “Guida per effettuare la valutazione del rischio da lavoro“ edita dalla Commissione CEE, con alcune variazioni per renderla più attinente alla attività dell’Amministrazione e tenendo conto delle prescrizioni di cui al D.Lgs. 81/2008.

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Le misure di prevenzione e protezione apparse necessarie a seguito della valutazione dei rischi sono state decise dal Datore di Lavoro con il coinvolgimento di tutti gli operatori a qualunque titolo inquadrati nella pianta organica sentito il RLS. Per compiere una valutazione quali/quantitativa dei rischi è stata impiegata una matrice a due entrate che di seguito viene descritta.

6.1 DETERMINAZIONE DEL COEFFICIENTE DI RISCHIO I INDICE DI PROBABILITÀ

4 4 8 12 16 2 3 6 9 12 2 2 4 6 8 1 1 2 3 4 1 2 3 4

INDICE DI DANNO

Tabella 1. matrice a due entrate per la determinazione del coefficiEnte di rischio I valori per le due entrate, indice di probabilità e indice di danno, sono individuati seguendo le definizioni sotto riportate.

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6.1.1 Indici di probabilità

Livello Definizione 0 . Non applicabile: esposizione a fattori di rischio al di sotto dei limiti . riconosciuti come potenzialmEnte pericolosi.

1 Improbabile: può avvenire un danno per concomitanza di più eventi poco probabili ed indipendenti? Non sono noti episodi già verificati; il verificarsi del danno provocherebbe incredulità.

2 Poco probabile: la mancanza rilevata può provocare un danno solo in circostanze sfortunate di eventi? Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi; il verificarsi del danno ipotizzato provocherebbe grande sorpresa

3 Probabile: la mancanza rilevata può provocare un danno, anche se non in modo automatico e diretto; è noto qualche episodio in cui alla mancanza ha fatto seguito il danno; il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe moderata sorpresa.

4 Altamente probabile: esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata ed il verificarsi del danno ipotizzato per i lavoratori; si sono già verificati danni per la stessa mancanza; il verificarsi del danno conseguEnte non susciterebbe alcuno stupore

Tabella 2. definizione degli indici di probabilità di accadimento

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6.1.2 Indici di danno potenziale

Livello Definizione 1) Lieve: infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamEnte reversibile; esposizione con effetti rapidamente reversibili.

2) Medio: infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile

3) Grave: infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità parziale; esposizione cronica con effetti irreversibili e parzialmente invalidanti

4) Gravissimo: infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti letali o di invalidità totale.

6.1.3 Coefficienti di rischio I valori delle due entrate vengono tra loro moltiplicati ottenendo un coefficiente di rischio R compreso tra 1 e 16. Il valore R = 1 dà luogo ad azioni migliorative da valutare in fase di programmazione (Priorità 3). Il valore 2 ≤ R ≤ 3 dà luogo ad azioni correttive da programmare nel breve-medio termine (Priorità 2). Il valore 4 ≤ R ≤ 8 dà luogo ad azioni correttive necessarie da programmare con urgenza (Priorità 1). Il valore R > 9 dà luogo ad azioni correttive non dilazionabili (Priorità 0). Nel predisporre il programma di eliminazione e riduzione dei rischi si è proceduto dai coefficienti di rischio più alti dando comunque sempre priorità a quei coefficienti determinati da un indice di danno potenziale massimo.

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7 ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI PER MANSIONE

7.1 CONSIDERAZIONI GENERALI

Partendo dall’analisi delle attività svolte e dai risultati dell’indagine, sono stati individuati i rischi a cui risulta esposto il personale nello svolgimento delle proprie mansioni. L’analisi dei rischi per mansione permette, tra l’altro, di individuare i fabbisogni formativi, per ciascuna categoria di lavoratore. Di seguito il censimento delle attività svolte dai singoli operatori a qualunque titolo inquadrati ed in pianta organica all’amministrazione. Ancillotti Stefano • Esegue manutenzione nelle strade a sterro, asfaltate ed in pietra • Esegue manutenzione di parchi e giardini pubblici ed impianti sportivi • Provvede alla messa a dimora di piante ornamentali e di alto fusto, compresa la loro potatura • Esegue pulizia scarpate di strade e altri beni pubblici compreso taglio di erbe e vegetazione arbustiva, anche con l’ausilio di dotazioni meccaniche • Esegue pronto intervento in caso di caduta neve, frane ed altri imprevisti • Effettua interventi di ripristino di beni immobili per quanto attiene la manutenzione edilizia, compresi marciapiedi ed altre opere d’arte di strade fognature ecc.... • Cura la sistemazione della segnaletica verifica ed orizzontale • Esegue operazioni connesse all’allestimento di palchi e quant’ altro necessiti in occasione di manifestazioni, ricorrenze varie, comprese le cadenze elettorali • All’occorrenza esegue la pulitura delle strade e delle piazze, la raccolta e il trasporto di rifiuti solidi urbani, anche con la conduzione di motocarri, motoveicoli ed autocarri di cui garantisce la pulizia la disinfezione, e provvede al trasporto in officina per le riparazioni. • All’occorrenza esegue servizi cimiteriali relativi alla guida dell’autofunebre; • Per l’esercizio delle mansioni assegnate guida motocarri autoveicoli ed autocarri, per quanto consentitogli dalla patente di guida cat C, ne cura la manutenzione ed il trasporto in officina per le riparazioni.

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• All’occorrenza, in via eccezionale e temporanea può essere adibito anche a mansioni previste dagli assetti inferiori e superiori e/o di altra figura professionale Mori Massimo • Come Bianchi Roberto esclusa guida autoveicoli ed auto funebre senza manutenzione mezzi in dotazione. Bianchi Roberto • (vedi contratto individuale) • All’occorrenza esegue servizi cimiteriali relativi alla guida dell’auto funebre; Del Casino Mauro • Esegue manutenzione nelle strade a sterro, asfaltate ed in pietra • Esegue manutenzione di parchi e giardini pubblici ed impianti sportivi • Provvede alla messa a dimora di piante ornamentali e di alto fusto, compresa la loro potatura • Esegue pulizia scarpate di strade e altri beni pubblici compreso taglio di erbe e vegetazione arbustiva, anche con l’ausilio di dotazioni meccaniche • Esegue pronto intervento in caso di caduta neve, frane ed altri imprevisti • Effettua interventi di ripristino di beni immobili per quanto attiene la manutenzione ordinaria, compresi marciapiedi ed altre opere d’arte di strade fognature ecc.... • Cura la sistemazione della segnaletica verifica ed orizzontale • Esegue operazioni connesse all’allestimento di palchi e quant’ altro necessiti in occasione di manifestazioni, ricorrenze varie, comprese le cadenze elettorali • All’occorrenza esegue la pulitura delle strade e delle piazze, la raccolta e il trasporto di rifiuti solidi urbani, anche con la conduzione di motocarri, motoveicoli ed autocarri di cui garantisce la pulizia la disinfezione, e provvede al trasporto in officina per le riparazioni. • All’occorrenza esegue servizi cimiteriali relativi alla guida dell’auto funebre; • Per l’esercizio delle mansioni assegnate guida motocarri autoveicoli ed autocarri, scuola bus ed autobus, e macchine operatrici complesse ( pale meccaniche, escavatore, trattore con decespugliatore stradale, ecc.. ) per quanto consentitogli dalla patente di guida cat D con CAP, ne cura la manutenzione ed il trasporto in officina per le riparazioni. • All’occorrenza, in via eccezionale e temporanea può essere adibito anche a mansioni previste dagli assetti inferiori e superiori e/o di altra figura professionale.

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Boschetti Stefano • Esegue manutenzione nelle strade a sterro, asfaltate ed in pietra • Esegue manutenzione di parchi e giardini pubblici ed impianti sportivi • Provvede alla messa a dimora di piante ornamentali e di alto fusto, compresa la loro potatura • Esegue pulizia scarpate di strade e altri beni pubblici compreso taglio di erbe e vegetazione arbustiva, anche con l’ausilio di dotazioni meccaniche • Esegue pronto intervento in caso di caduta neve, frane ed altri imprevisti • Effettua interventi di ripristino di beni immobili per quanto attiene la manutenzione edilizia fino al restauro, compresi marciapiedi ed altre opere d’arte di strade fognature ecc.... e tutte le opere proprie della qualifica di muratore esclusi gli interventi di nuova edificazione • Cura la sistemazione della segnaletica verifica ed orizzontale • Esegue operazioni connesse all’allestimento di palchi e quant’ altro necessiti in occasione di manifestazioni, ricorrenze varie, comprese le cadenze elettorali • Per l’esercizio delle mansioni assegnate guida motocarri autoveicoli ed autocarri, scuola bus ed autobus, per quanto consentitogli dalla patente di guida cat D con CAP, ne cura la manutenzione ed il trasporto in officina per le riparazioni. • All’occorrenza, in via eccezionale e temporanea può essere adibito anche a mansioni previste dagli assetti inferiori e superiori e/o di altra figura professionale Martinelli Marco • Esegue manutenzione nelle strade a sterro, asfaltate ed in pietra • Esegue manutenzione di parchi e giardini pubblici ed impianti sportivi • Provvede alla messa a dimora di piante ornamentali e di alto fusto, compresa la loro potatura • Esegue pulizia scarpate di strade e altri beni pubblici compreso taglio di erbe e vegetazione arbustiva, anche con l’ausilio di dotazioni meccaniche • Esegue pronto intervento in caso di caduta neve, frane ed altri imprevisti • Effettua interventi di ripristino di beni immobili per quanto attiene la manutenzione ordinaria, compresi marciapiedi ed altre opere d’arte di strade fognature ecc.... • Cura la sistemazione della segnaletica verifica ed orizzontale

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• Esegue operazioni connesse all’allestimento di palchi e quant’ altro necessiti in occasione di manifestazioni, ricorrenze varie, comprese le cadenze elettorali • Per l’esercizio delle mansioni assegnate guida motocarri autoveicoli ed autocarri, , per quanto consentitogli dalla patente di guida cat B, ne cura la manutenzione ed il trasporto in officina per le riparazioni. • Esegue la manutenzione generale di tutti gli impianti elettrici sia civili di illuminazione pubblica e di illuminazione votiva dei cimiteri • Esegue la manutenzione degli impianti idraulici civili • All’occorrenza, in via eccezionale e temporanea può essere adibito anche a mansioni previste dagli assetti inferiori e superiori e/o di altra figura professionale Burchianti Fabio • Esegue manutenzione nelle strade a sterro, asfaltate ed in pietra • Esegue manutenzione di parchi e giardini pubblici ed impianti sportivi • Provvede alla messa a dimora di piante ornamentali e di alto fusto, compresa la loro potatura • Esegue pulizia scarpate di strade e altri beni pubblici compreso taglio di erbe e vegetazione arbustiva, anche con l’ausilio di dotazioni meccaniche • Esegue pronto intervento in caso di caduta neve, frane ed altri imprevisti • Effettua interventi di ripristino di beni immobili per quanto attiene la manutenzione ordinaria, compresi marciapiedi ed altre opere d’arte di strade fognature ecc.... • Cura la sistemazione della segnaletica verticale ed orizzontale • Esegue operazioni connesse all’allestimento di palchi e quant’ altro necessiti in occasione di manifestazioni, ricorrenze varie, comprese le cadenze elettorali • All’occorrenza esegue la pulitura delle strade e delle piazze, la raccolta e il trasporto di rifiuti solidi urbani, anche con la conduzione di motocarri, motoveicoli ed autocarri di cui garantisce la pulizia la disinfezione, e provvede al trasporto in officina per le riparazioni. • Per l’esercizio delle mansioni assegnate guida motocarri autoveicoli ed autocarri, scuola bus ed autobus, per quanto consentitogli dalla patente di guida cat D con CAP, ne cura la manutenzione ed il trasporto in officina per le riparazioni.

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• Collabora al servizio di mensa scolastica mediante tutte le operazioni proprie di cucina anche mediante l’utilizzo delle attrezzature in dotazione compreso lo sporzionamento, il riordino e sanificazione degli ambienti; • In via temporanea ed eccezionale assume la qualifica di cuoco nel caso di assoluta impossibilità in caso di mancanza dal servizio del Responsabile di Cucina (cuoca); • All’occorrenza, in via eccezionale e temporanea può essere adibito anche a mansioni previste dagli assetti inferiori e superiori e/o di altra figura professionale Costi Fernanda • Effettua tutte le operazioni di approvvigionamento, confezionamento, gestione, della cucina della mensa scolastica comunale in osservanza del manuale di autocontrollo igienico sanitario, anche con l’utilizzo delle attrezzature in dotazione compresa la guida di autovettura. • All’occorrenza, in via eccezionale e temporanea può essere adibito anche a mansioni previste dagli assetti inferiori e superiori e/o di altra figura professionale Ferri Sandro • Esegue manutenzione nelle strade a sterro, asfaltate ed in pietra • Esegue manutenzione di parchi e giardini pubblici ed impianti sportivi • Provvede alla messa a dimora di piante ornamentali e di alto fusto, compresa la loro potatura • Esegue pulizia scarpate di strade e altri beni pubblici compreso taglio di erbe e vegetazione arbustiva, anche con l’ausilio di dotazioni meccaniche • Esegue pronto intervento in caso di caduta neve, frane ed altri imprevisti • Effettua interventi di ripristino di beni immobili per quanto attiene la manutenzione ordinaria, compresi marciapiedi ed altre opere d’arte di strade fognature ecc.... • Cura la sistemazione della segnaletica verticale ed orizzontale • Esegue operazioni connesse all’allestimento di palchi e quant’ altro necessiti in occasione di manifestazioni, ricorrenze varie, comprese le cadenze elettorali. Origa Massimo Segretario comunale ai sensi Parte I, Titolo IV, Capo II del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 Testo Unico delle Leggio sull’ordinamento degli Enti Locali

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• All’occorrenza esegue la pulitura delle strade e delle piazze, la raccolta e il trasporto di rifiuti solidi urbani, anche con la conduzione di motocarri, motoveicoli ed autocarri di cui garantisce la pulizia la disinfezione, e provvede al trasporto in officina per le riparazioni. • All’occorrenza esegue servizi cimiteriali relativi alla guida dell’autofunebre; • Per l’esercizio delle mansioni assegnate guida motocarri autoveicoli ed autocarri, scuola bus ed autobus, e macchine operatrici complesse ( pale meccaniche, escavatore, trattore con decespugliatore stradale, ecc.. ) per quanto consentitogli dalla patente di guida cat D con CAP, ne cura la manutenzione ed il trasporto in officina per le riparazioni. • All’occorrenza, in via eccezionale e temporanea può essere adibito anche a mansioni previste dagli assetti inferiori e superiori e/o di altra figura professionale Pizzichi Manuel • Esegue manutenzione nelle strade a sterro, asfaltate ed in pietra • Esegue manutenzione di parchi e giardini pubblici ed impianti sportivi • Provvede alla messa a dimora di piante ornamentali e di alto fusto, compresa la loro potatura • Esegue pulizia scarpate di strade e altri beni pubblici compreso taglio di erbe e vegetazione arbustiva, anche con l’ausilio di dotazioni meccaniche • Esegue pronto intervento in caso di caduta neve, frane ed altri imprevisti • Effettua interventi di ripristino di beni immobili per quanto attiene la manutenzione ordinaria, compresi marciapiedi ed altre opere d’arte di strade fognature ecc.... • Cura la sistemazione della segnaletica verifica ed orizzontale • Esegue operazioni connesse all’allestimento di palchi e quant’ altro necessiti in occasione di manifestazioni, ricorrenze varie, comprese le cadenze elettorali • All’occorrenza esegue la pulitura delle strade e delle piazze, la raccolta e il trasporto di rifiuti solidi urbani, anche con la conduzione di motocarri, motoveicoli ed autocarri di cui garantisce la pulizia la disinfezione, e provvede al trasporto in officina per le riparazioni. • All’occorrenza esegue servizi cimiteriali relativi alla guida dell’auto funebre; • Per l’esercizio delle mansioni assegnate guida motocarri autoveicoli ed autocarri, scuola bus ed autobus per quanto consentitogli dalla patente di guida cat D con CAP, ne cura la manutenzione ed il trasporto in officina per le riparazioni.

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• All’occorrenza, in via eccezionale e temporanea può essere adibito anche a mansioni previste dagli assetti inferiori e superiori e/o di altra figura professionale Palazzoni Giuliano • Collabora con l’Ufficio tecnico per il disbrigo delle varie commissioni di istituto, anche all’esterno e di coordinamento con la squadra esterna appartenente all’Area Tecnica; • Esegue le pubblicazioni non di competenza degli Uffici, e la notifica degli atti; • Cura i rapporti con l’Amministrazione Comunale; • Per l’esercizio delle mansioni assegnate guida autoveicoli per quanto consentitogli dalla patente di guida cat B, ne cura la manutenzione ed il trasporto in officina per le riparazioni. • All’occorrenza, in via eccezionale e temporanea può essere adibito anche a mansioni previste dagli assetti inferiori e superiori e/o di altra figura professionale Burchianti Marco • Dirige l’Ufficio Tecnico comunale e l’Area Tecnica : - gestione dei servizi di pianificazione territoriale (viabilità e servizi connessi, illuminazione pubblica, urbanistica ed edilizia, gestione del territorio, edilizia residenziale pubblica locale, edilizia economica e popolare, gestione amministrativa ed operativa trasporti pubblici locali di linea e servizi accessori); - gestione servizi pubblici e manutenutenzione (beni demaniali e patrimoniali, assicurazione parco automezzi, manutenzione aree ed edifici pubblici, e coordinamento di tutto il personale dell’Area Tecnica, lavori in economia e sua gestione amministrativa ed esecutiva); - gestione tecnico-amministrativa servizio di spazzamento strade/raccolte differenziate; - gestione servizio istruzione (scuole materne, elementari e medie e servizi connessi, assistenza scolastica, trasporto scolastico e refezione); - gestione servizio messo comunale (notifica atti, commissioni e servizi di supporto); - procedimenti amministrativi relativi ad acquisti e forniture di beni e servizi vari; - esecuzione di progetti di opere pubbliche progettati dall’Ufficio tecnico, previsti in economia; - elaborazione, in qualità di R.U.P., degli atti relativi alla formazione del nuovo Strumento Urbanistico – P.S. e R.U.;

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- opera nello sportello catastale decentrato mediante SISTER; • In qualità di Responsabile di Area Tecnica, cura i rapporti con l’Amministrazione Comunale e rappresenta la stessa nella sottoscrizione di atti pubblici, privati e/o conferenze dei servizi; • Nella esecuzione delle operazioni di propria competenza utilizza apparecchiature elettroniche e di informatica; • Per l’esercizio delle mansioni assegnate guida autoveicoli per quanto consentitogli dalla patente di guida cat B; Leoncini Riccardo • (Vedi contratto individuale) • Nella esecuzione delle operazioni di propria competenza utilizza apparecchiature elettroniche e di informatica; • Per l’esercizio delle mansioni assegnate guida autoveicoli per quanto consentitogli dalla patente di guida cat B; Da Silvia 1. Dirige l’Ufficio di Ragioneria, l’Area Amministrativa/Contabile e l’Area Cultura, Turismo Patrimonio connesso : - Gestione degli affari generali; - Gestisce assicurazioni e le consulenze legali esterne; - Gestisce le assunzioni, tramite concorsi e selezioni; - Gestione pratiche pensionistiche; - Gestione economico-finanziaria, controllo di gestione, servizi fiscali, gestione dei mutui, partecipazioni azionarie sociali e conferimenti di capitale; - Contabilità IVA; - Gestione e coordinamento di tutto il personale assegnato all’area; • In qualità di Responsabile di Area Amministrativa e Contabile, cura i rapporti con l’Amministrazione Comunale e rappresenta la stessa nella sottoscrizione di atti pubblici, privati e/o conferenze dei servizi; • Nella esecuzione delle operazioni di propria competenza utilizza apparecchiature elettroniche e di informatica; • Per l’esercizio delle mansioni assegnate guida autoveicoli per quanto consentitogli dalla patente di guida cat B;

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2. Dirige ed è responsabile dell’area Cultura Turismo e patrimonio connesso: • gestisce tutte le attività relative ad iniziative culturali turistiche e sul patrimonio pubblico del Comune amministrative e tecniche • Nella esecuzione delle operazioni di propria competenza utilizza apparecchiature elettroniche e di informatica; • Per l’esercizio delle mansioni assegnate guida autoveicoli per quanto consentitogli dalla patente di guida cat B; Bagnoli Emanuela • Responsabile dell’Ufficio Tributi e Tasse : - Gestione dei tributi (ICI, ecc....); - Gestisce i servizi pubblici a carattere produttivo (TARSU); - Gestisce i servizi pubblici a domanda individuale; - Gestione economato; • In qualità di Responsabile dell’Ufficio Tributi cura e gestisce i rapporti con il Responsabile di Area e l’Amministrazione; • Nella esecuzione delle operazioni di propria competenza utilizza apparecchiature elettroniche e di informatica; • Per l’esercizio delle mansioni assegnate guida autoveicoli per quanto consentitogli dalla patente di guida cat B; Pallini Rossano • Responsabile dell’Ufficio Segreteria/Affari Generali: - Gestione archivio; - Gestisce Ufficio di Segreteria; - Gestisce affari generali; - Assistenza organi istituzionali, di partecipazione e decentramento, rappresentanza e relazioni pubbliche organi istituzionali; - Tenuta pratiche e documenti agli atti; - Servizio posta e protocollo; - Assegnazione loculi ed ossari • Nella esecuzione delle operazioni di propria competenza utilizza apparecchiature elettroniche e di informatica;

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• Per l’esercizio delle mansioni assegnate guida autoveicoli per quanto consentitogli dalla patente di guida cat B;

Conseguentemente le mansioni svolte dai lavoratori possono essere sintetizzate nei seguenti profili di rischio: 1. Dirigenti e addetti alle attività di ufficio; 2. Dirigenti e addetti alle attività territoriali. 3. Addetti alla cucina. Nelle tabelle che seguono sono stati riepilogati i rischi specifici correlati a ciascuna mansione svolta.

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Scheda n° 1 : DIRIGENTI E ADDETTI ALLE ATTIVITA’ DI UFFICIO

Descrizione attività

Area Uffici N° addetti 6 Due donne Quattro uomini Ore medie settimanali VDT 5 h per 5 gg > 20 h Esposizione a rumore (Lex 8h) dB(A)] < 80 dB(A)

Macchine/attrezzature Attrezzature da ufficio: computer, stampante, fotocopiatrice, telefono, fax. Attrezzature manuali di ufficio: forbici, graffettatrice ,etc

Sostanze Toner di stampanti e fotocopiatrici manipolate in confezioni sigillate.

- Attività di videoscrittura - Relazioni interne ed esterne Compiti degli addetti - Comunicazioni telefoniche e via fax - Gestione documentazione

SITUAZIONI PERICOLOSE

Impiego di attrezzature elettriche da ufficio, videoterminali, stampanti, fotocopiatrice, microclima; Manipolazione e sostituzione toner (non significativa)

 PRINCIPALI RISCHI LEGATI ALLA MANSIONE

RISCHIO P D R Elettrocuzione 1 3 3

Stress 2 2 4 Tagli e punture 1 2 2 Cadute, inciampi, scivolamenti 2 2 4

Misure di prevenzione relative alla mansione: Informazione e formazione addestramento

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Scheda n° 2 : DIRIGENTI E ADDETTI ALLE ATTIVITÀ TERRITORIALI Descrizione attività

Area Territorio di competenza N° addetti 10 uomini

Macchine/attrezzature Mezzi e automezzi di trasporto privato, mezzi di trasporto pubblico, motocarri con cestello, attrezzature meccaniche con ausili elettrici e a carburante, attrezzature semplici e complesse di vario tipo Sostanze Chimiche non cancerogene e non mutagene e/o biologiche di gruppo 1 e 2.

Compiti degli addetti Attività territoriali (manutenzione, forestazione, giardinaggio, impiantistica, attività in quota, uso mezzi e automezzi in genere)

SITUAZIONI PERICOLOSE

Preparazione dei mezzi, automezzi, attrezzature; trasferimento sul posto; movimentazione dei carichi, microclima, interferenze, punture di insetti, morsi di animali, inciampo, urto, caduta a terra per scivolamento, urto/abrasione o inciampo contro materiale, investimento da parte di veicoli guidati da terzi, assorbimento per contatto cutaneo, ingestione, inalazione di sostanze pericolose, investimento da parte di materiali vari, stress termico, stress psicologico, fatica.

 PRINCIPALI RISCHI LEGATI ALLA MANSIONE

RISCHIO P D R Elettrocuzione 1 2 2

Offesa dell’apparato osseo muscolare, affaticamento per 2 2 4 postura non corretta o seduta prolungata Affaticamento e stress 2 2 4 Tagli e punture 3 2 6

Cadute, inciampi, scivolamenti 3 2 6

Investimenti di mezzi e automezzi guidati da terzi 3 4 12

Investimento da materiali 1 3 3

Misure di prevenzione:

Caduta a terra per scivolamento, urto/abrasione o inciampo contro materiale § utilizzo di torce per illuminare la zona § procedere con cautela § prestare attenzione al percorso e ad eventuali ostacoli presenti § disponibilità di indumenti e DPI adeguati (scarpe di sicurezza, tuta, casco) § formazione, informazione, addestramento (anche all’uso dei DPI) del personale addetto.

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Investimento da parte di automezzi guidati da terzi § scelta della zona dove sostare con l’automezzo, anche in funzione delle informazioni ricevute con la chiamata e/o programmazione e, successivamente, dalla visione diretta § attuazione delle disposizioni di cui al decreto interministeriale del 4 marzo 2013 che individua, ai sensi dell’articolo 161, comma 2-bis, del D. Lgs. n. 81/2008, i criteri generali di sicurezza nelle procedure di apposizione della segnaletica stradale destinata alle attività lavorative che si svolgono in presenza di traffico veicolare. Esso definisce altresì (allegato II) i criteri relativi alla informazione, alla formazione e all'addestramento specifici previsti per i preposti e per i lavoratori addetti alle sopra citate attività. § uso di indumenti ad alta visibilità § formazione, informazione, addestramento del personale addetto § se necessario accordi con il altre amministrazioni o Enti dello Stato a protezione del luogo di svolgimento delle attività al fine di garantire luoghi e percorsi sicuri; § mantenersi a distanza di sicurezza dai mezzi in movimento; Assorbimento per contatto cutaneo, ingestione, inalazione di sostanze pericolose § disponibilità di indumenti e DPI adeguati (tuta, guanti, occhiali o schermo facciale, maschera specifica, in casi eccezionali respiratore) § disponibilità di informazioni o meglio delle schede di sicurezza delle sostanze disperse o comunque presenti § disponibilità di un sistema di lavaggio in caso di mancanza di acqua sul posto, disponibilità di carta o altro per asciugarsi § osservanza della distanza di sicurezza (quando ciò sia possibile e compatibile col tipo di attività da svolgere) § formazione, informazione, addestramento (anche all’uso dei DPI) del personale addetto § disponibilità di istruzioni operative Investimento da parte di materiali vari § disponibilità di indumenti e DPI adeguati (tuta, guanti, casco, occhiali o schermo facciale) § disponibilità della cassetta del pronto soccorso § osservanza della distanza di sicurezza (quando ciò sia possibile e compatibile col tipo di attività da svolgere) § formazione, informazione e addestramento del personale addetto § disponibilità di istruzioni operative

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ESITO DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO PER LAVORATRICI GESTANTI E PUERPERE Si ritiene che tale mansione non possa essere svolta da personale in gravidanza/allattamento, in quanto possono essere inquadrate nelle attività vietate art. 7 e 9 e allegati A e B del D. Lgs 151/2001. Relativamente ai rischi associati all’art 11 e all. C del D.Lgs 151/2001 e comprese nelle linee direttrici CE occorre predisporre le necessarie misure di prevenzione e protezione di organizzazione del lavoro e dei layout. Ci si riserva di analizzare situazioni lavorative particolari avvalendosi del contributo del medico competente.

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Scheda n° 3 : ADDETTA ALLA CUCINA Descrizione attività

Area Cucina N° addetti 2 1 donna 1 uomo Macchine/attrezzature Affettatrice, tritacarne, forno, lavastoviglie, pelapatate, cucina a gas, frigorifero, congelatore, coltelli

Sostanze .

Compiti degli addetti Preparazione pasti caldi e freddi SITUAZIONI PERICOLOSE

Impiego di attrezzature manuali e elettriche

 PRINCIPALI RISCHI LEGATI ALLA MANSIONE

RISCHIO P D R Elettrocuzione 1 2 2

Offesa dell’apparato osseo muscolare, affaticamento per 2 2 4 postura non corretta o seduta prolungata Affaticamento e stress 2 2 4 Tagli e punture 1 2 2

Cadute, inciampi, scivolamenti 1 1 1

Bruciature e vapori 2 3 6

Tagli 2 2 4

Misure di prevenzione: Dispositivi di protezione collettiva e individuale, Informazione e formazione addestramento

ESITO DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO PER LAVORATRICI GESTANTI E PUERPERE Si ritiene che tale mansione possa essere svolta da personale in gravidanza/allattamento, in quanto non sono svolte attività vietate art. 7 e 9 e allegati A e B del D. Lgs 151/2001. RelativamEnte ai rischi associati all’art 11 e all. C del D.Lgs 151/2001 e comprese nelle linee direttrici CE occorre predisporre le necessarie misure di prevenzione e protezione di organizzazione del lavoro e dei layout. Ci si riserva di analizzare situazioni lavorative particolari avvalendosi del contributo di un medico competente.

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8 ANALISI DEI FATTORI DI RISCHIO

Tra gli obblighi individuati dal D. Lgs. 81/2008 a carico del datore di lavoro vi è quello di valutare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, in relazione alla natura dell’attività dell’amministrazione. In particolare si analizzano i seguenti fattori di rischio: - Luoghi di lavoro - Attrezzature - Ergonomia e videoterminali - Movimentazione manuale dei carichi e movimenti ripetitivi - Rumore - Rischio elettrico - Stress lavoro correlato - Stress Termico - Radiazioni ottiche - Incendio

8.1 LUOGHI DI LAVORO

8.1.1. PALAZZO COMUNALE E’ un edificio che si eleva su tre piani – Ingresso principale sito in Piazza del Plebiscito n. 2 con ingresso pedonale da via Umberto I. Gli accessi per i mezzi di emergenza e di soccorso sono garantiti dagli ingressi di Piazza Plebiscito n. 1 e 2 e da Via Umberto I n 21 Il fondo delle aree esterne è costituito da asfalto, la cui superficie è regolare e uniforme. Le aree di transito non presentano fonti d’inciampo, buche o avvallamenti pericolosi. Nell’area circostante l’azienda non vi sono attività soggette alla normativa sui rischi di incidenti rilevanti.

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L’edificio risulta complessivamente adeguatamente gestito e manutenzionato negli aspetti strutturali e di prevenzione e protezione degli infortuni. Sono presenti adeguati dispositivi di protezione collettiva e sono state adottate adeguate misure di prevenzione per gli operatori e le utenze. Scale – emergenze – illuminazione, cartellonistica. In particolare gli ambienti di lavoro sono convenientemente organizzati e arredati ed un particolare risultano adeguate: - le postazioni di lavoro - le postazioni al video terminale - l’illuminazione, il microclima, l’igiene - la manutenzione degli impianti, delle attrezzature, dei mezzi e automezzi, dei dispositivi individuali e collettivi. - Clima organizzativo e sistemi relazionali - Formazione, informazione, addestramento E’ stato redatto il piano di emergenza e individuate un numero di addetti alla Gestione delle Emergenze e Addetti al Primo Soccorso adeguato alla natura del rischio e alle dimensioni dell’amministrazione. I lavoratori hanno eletto il RLS e il datore di lavoro ha nominato il Medico Competente, condividendo il Protocollo di sorveglianza sanitaria, e il responsabile del SEPP.. L’RLS ha piena autonomia nell’esercizio delle sue attribuzioni. Sono state individuate e programmate le misure correttive delle criticità riscontrate e dei rischi valutati. Dell’esame oggettivo dei documenti non risultano evidenti elementi che danno luogo a situazioni di stress lavoro-correlato in relazione ai rischi valutati. Nel seguito – nel dettaglio – vengono fotografati gli ambienti di lavoro, con le loro caratteristiche e la loro funzione operativa. Il fondo delle aree esterne è costituito da asfalto, la cui superficie è regolare e uniforme. Le aree di transito non presentano fonti d’inciampo, buche o avvallamenti pericolosi. Nell’area circostante l’azienda non vi sono attività soggette alla normativa sui rischi di incidenti rilevanti. Tutte le prese elettriche, maggiore fonte di rischio per i lavoratori ivi assegnati, sono adeguatamente protette ed in piena efficienza. Ridotto anche l’uso di prolunghe e adattatrici comunque evidentemente omologate. Il rischio è tenuto sotto controllo visivo e strutturale.

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Locale ingresso principale L’ingresso è sito in Piazza del Plebiscito n. 2,. solo pedonale da Via Umberto I. Un ampio piazzale porta al portone principale. La salita avviene con gradino di 30 cm dotato di striscia antiscivolo e adeguata segnalazione. Non è dotato di accesso ai disabili. All’interno dell’edificio è presente una porta secondaria per accesso Ufficio Tecnico. La salita ai piani superiori è garantita da scale in marmo dotate di altezza e pedate corrispondenti ai requisiti normativi, adeguata è la prevenzione degli scivolamenti con apposite strisce, il corrimano è conforme alle disposizioni di legge. Il piano di calpestio è libero da ostacoli e non presenta avvallamenti o fonti di inciampo. Nell’atrio è collocato l’ascensore e la macchinetta marcatempo.. I piano Malgrado sia un complesso monumentale, gli ambienti all’interno delle quali si trovano gli spazi di lavoro non presentano segni di dissesto strutturale, gli infissi ed i serramenti presentano un buon stato di conservazione. Gli spazi di lavoro sono di dimensioni sufficienti a garantire la sicurezza dei movimenti, dotati delle attrezzature necessarie, generalmente ordinati. L’illuminazione naturale e artificiale è adeguata così come il comfort termico. Negli ambienti di lavoro sono stati adottati il più possibile i criteri di ergonomia del lavoro nella progettazione dei lay-out delle diverse postazioni, I servizi igienici sono conformi alle disposizioni di cui all’all. IV del DLGS. 81/08. I corridoi e in genere tutti I piani di calpestio si presentano sgombri, senza avvalli né ostacoli e si prestano ad un agevole camminamento. Ufficio segreteria e Protocollo Trattasi di ampio locale caratterizzato da scaffalature perimetrali regolarmente fissate a mura. Le scaffalature sono in metallo ed in buono stato di conservazione. Sulle scaffalature sono riposti materiali e documentazione di archivio. Il carico di incendio è inferiore alla soglia di rischio. Sono presenti due postazioni di lavoro complete di attrezzature informatiche. Le postazioni sono adeguate a quanto previsto dall’allegato XXXIV del D.Lgs. 81/08.

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Gli arredi e gli infissi sono in ottimo stato di conservazione. Sono altresì presenti. Una postazione informatica di appoggio, una macchina per scrivere, una scala a cinque gradini, portatile, omologata, un fax. L’illuminazione naturale e artificiale è adeguata così come le condizioni microclimatiche. E’ garantito il condizionamento. Le prese elettriche non presentano segni di deterioramento o usura.

Ufficio Tributi Trattasi di locale a uso ufficio con una postazione di lavoro completa di attrezzature informatica adeguata a quanto previsto dall’allegato XXXIV del D.Lgs. 81/08. La scaffalatura metallica è in perfetto stato di conservazione e regolarmente fissata alla parete. Adeguata l’illuminazione artificiale e naturale. Gli arredi sono in ottimo stato di conservazione. La Postazione di lavoro rispetta criteri di ergonomia. Tutti i fili sono confinati. Le prese elettriche non presentano segni di usura o deterioramento. Il microclima adeguato alla destinazione del locale.

Servizi demografici E’ un ampio locale contenente scaffalature metalliche perimetrali in ottimo stato di conservazione. Il materiale cartaceo correttamente allocato. L’illuminazione naturale e artificiale adeguata. Il carico di incendio inferiori alla soglia di rischio. E’ presente una postazione di lavoro completa di attrezzature informatica adeguata a quanto previsto dall’allegato XXXIV del D.Lgs. 81/08. La postazione di lavoro presenta adeguati criteri di ergonomia. E’ a supporto anche una postazione di lavoro con macchina da scrivere. Adeguata l’illuminazione artificiale e naturale. Gli arredi sono in ottimo stato di conservazione. Tutti i fili sono confinati. Le prese elettriche non presentano segni di usura o deterioramento. Il microclima adeguato alla destinazione del locale. Gli arredi sono in ottimo stato di conservazione. Nel locale si fa uso di una scala portatile a 5 gradini omologata..

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Ufficio Responsabile Ragioneria Trattasi di locale a uso ufficio con una postazione di lavoro completa di attrezzature informatica adeguata a quanto previsto dall’allegato XXXIV del D.Lgs. 81/08. La scaffalatura metallica è in perfetto stato di conservazione e regolarmente fissata alla parete. Adeguata l’illuminazione artificiale e naturale. Gli arredi sono in ottimo stato di conservazione. La Postazione di lavoro rispetta criteri di ergonomia. Tutti i fili sono confinati. Le prese elettriche non presentano segni di usura o deterioramento. Il microclima adeguato alla destinazione del locale.

Ufficio Segretario Comunale Trattasi di locale a uso ufficio con una postazione di lavoro completa di attrezzature informatica adeguata a quanto previsto dall’allegato XXXIV del D.Lgs. 81/08. La scaffalatura metallica è in perfetto stato di conservazione e regolarmente fissata alla parete. Adeguata l’illuminazione artificiale e naturale. Gli arredi sono in ottimo stato di conservazione. La Postazione di lavoro rispetta criteri di ergonomia. Tutti i fili sono confinati. Le prese elettriche non presentano segni di usura o deterioramento. Il microclima adeguato alla destinazione del locale.

Sala del consiglio Trattasi di ampia sala con arredi curati in ottimo stato di conservazione. L’ illuminazione naturale e artificiale è adeguata. Le prese elettriche non presentano segni di usura o deterioramento. Il microclima adeguato alla destinazione del locale.

Stanza sindaco Trattasi di locale a uso ufficio con una postazione di lavoro completa di attrezzature informatica adeguata a quanto previsto dall’allegato XXXIV del D.Lgs. 81/08. La scaffalatura metallica è in perfetto stato di conservazione e regolarmente fissata alla parete.

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Adeguata l’illuminazione artificiale e naturale. Gli arredi sono in ottimo stato di conservazione. La Postazione di lavoro rispetta criteri di ergonomia. Tutti i fili sono confinati. Le prese elettriche non presentano segni di usura o deterioramento. Il microclima adeguato alla destinazione del locale. E’ presente una vetrinetta con vetri antiurto.

Stanza fotocopie Area Amministrativa Trattasi di locale con scaffalature in legno soppalcate adeguatamente ancorate a muro in ottimo stato di conservazione. Il materiale cartaceo che vi è collocato è adeguatamente distribuito. Ci sono anche arredi metallici. Le prese elettriche non presentano segni di degrado o di usura. L’illuminazione naturale e artificiale è adeguata così come la climatizzazione. Il carico di incendio è inferiore alla soglia di rischio. E’ presente una fotocopiatrice

Servizi igienici Sono locali ampiamente rispondenti a quanto previsto dall’allegato IV del D.Lgs. 81/08 rispondono ai criteri generali di igiene del lavoro.

Al piano sono presenti delle scale a chiocciola in ferro chiuse da apposita catena su cui è posizionato segnalazione di divieto di accesso al personale. La scala conduce al piano superiore dove sono presenti sette locali attualmente inutilizzati e in attesa di ristrutturazione.. Il piano verrà nei prossimi mesi sottoposto alle prescritte verifiche strutturali. E fatto assoluto divieto al personale e ai visitatori di accedere al piano Anche dal Piano terra, attraverso una porta secondaria di accesso all’ingresso principale si elevano sei rampe di scale che conducono all’area interdetta. Le scale sono adeguatamente chiuse da catena. E’ apposto un adeguato, apposito cartello di divieto di accesso. Le scale sono utilizzabili solo per l’accesso dall’ingresso secondario all’ufficio Tecnico.

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Stanza Ufficio Tecnico Trattasi di locale nel quale sono presenti tre postazioni di lavoro, due delle quali complete di attrezzatura informatica, con scaffalature metalliche adeguatamente ancorate a muro in ottimo stato di conservazione. Il materiale cartaceo che vi è collocato è adeguatamente distribuito. Le prese elettriche non presentano segni di degrado o di usura. L’illuminazione naturale e artificiale è adeguata così come la climatizzazione, gli infissi non mostrano segni di degrado, il piano di calpestio è adeguato ad un agevole camminamento, senza ostacoli ed avvallamenti. Il carico di incendio è inferiore alla soglia di rischio. Tutti i fili sono confinati. Stanza fotocopie Ufficio Tecnico Trattasi di locale con scaffalature metalliche adeguatamente ancorate a muro in ottimo stato di conservazione. Il materiale cartaceo che vi è collocato è adeguatamente distribuito. Le prese elettriche non presentano segni di degrado o di usura. L’illuminazione naturale e artificiale è adeguata così come la climatizzazione. Il carico di incendio è inferiore alla soglia di rischio. Tutti i fili sono confinati. E’ presente una fotocopiatrice Sala riunioni Ufficio Tecnico Trattasi di ampio locale con scaffalature metalliche adeguatamente ancorate a muro in ottimo stato di conservazione. Il materiale cartaceo che vi è collocato è adeguatamente distribuito. Le prese elettriche non presentano segni di degrado o di usura. L’illuminazione naturale e artificiale è adeguata così come la climatizzazione. Il carico di incendio è inferiore alla soglia di rischio. Tutti i fili sono confinati. Sono presenti una postazione informatica, arredi tecnici e una scala portatile a tre gradini, omologata. Ufficio Corpo di Polizia Municipale - Presidio Trattasi di ampio locale con arredi in ottimo stato di conservazione. Il materiale cartaceo che vi è collocato è adeguatamente distribuito. Le prese elettriche non presentano segni di degrado o di usura. L’illuminazione naturale e artificiale è adeguata così come la climatizzazione. Tutti i fili sono confinati. E’ presente una postazione di lavoro completa di attrezzature informatiche a norma secondo l’allegato XXXIV del D.Lgs. 81/08 e una postazione di lavoro con macchina da scrivere.

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8.1.2 COMPLESSO SCOLASTICO COMUNALE L’accesso al complesso scolastico comunale avviene da Via Dina Ferri. E’ presente un piazzale esterno a cui si accede da strada sterrata interna. La parte esterna è caratterizzata da un’area giochi per bambini con strutture in legno in ottimo stato di conservazione. L’area necessita di recinzione sia nella parte superiore che in quella inferiore per non essere coinvolta da rischi da interferenza dovuti alla movimentazione delle auto e dei pullman scolastici che vi sostano. In questo senso sarebbe opportuno il divieto di sosta per le auto, soprattutto nel periodo primaverile quando i bambini e i ragazzi vi svolgono attività ludiche.

Struttura Mensa La zona esterna è caratterizzata da una pedana di accesso piastrellata con piano di calpestio in ottime condizioni di manutenzione, senza fonte di inciampi ed è protetta da corrimano L’area limitrofa presenta un piano di calpestio piastrellato ed è protetta da adeguato corrimano. Tenuto conto della promiscuità della zona, con bambini delle scuole primarie e medie e della necessità di stretto controllo, sarebbe utile collocare, in prossimità delle scale di accesso lato est, un cancellino la cui apertura e chiusura sia affidata al personale appositamente comandato.

Locale 1 Trattasi di ingresso secondario posizionato sul lato sud dell’edificio caratterizzato da porta vetrata con protezione dagli urti. Costituisce vie di fuga per cui la porta è adeguatamente dotata di maniglione antipanico, regolarmente manutenzionate da ditta esterna. Viene compilato apposito documento di verifica e manutenzione.

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Locale 2 Trattasi di ampio salone adibito a servizio mensa. E’ suddiviso in due reparti da una porta a soffietto stabilmente ancorata al pino di calpestio. Per la natura degli impiantii e degli arredi è consigliabile l’installazione di paraspigoli nei punti più pericolosi. Il locale contiene 11 tavoli ed ha una capienza 200 px. Gli utenti ne usufruiscono nel numero di 130 posti/turno. Sono presenti arredi tecnici di supporto in metallo (scaffalature) , due termoconvettori utilizzati in caso di mal funzionamento dell’impianto di climatizzazione e due Fancoile

Locale 3 Trattasi di accesso principale collocato sul lato nord dell’edificio. Il locale di accesso costituisce via di fuga. Sono presenti una doppia porta dotata di maniglione antipanico, regolarmente manutenzionate da ditta esterna. Viene compilato apposito documento di verifica e manutenzione. E’ presente un adeguato accesso per i disabili. E’ altresì presente un estintore.

Locale 4 Trattasi di locale cucina caratterizzato da arredi in acciaio inox lavabili. Sono presenti: il quadro generale dell’impianto elettrico L’impianto elettrico è sottoposto alle periodiche verifiche ed è dotato di collaudo e certificazione nel rispetto delle disposizioni di legge; una affettatrice, un tritacarne, un forno, due lavastoviglie, un pelapatate. La cucina a gas è caratterizzata da un sistema di funzionamento elettrico, ventilato e i fumi vengono abbattuti e aspirati attraverso apposita cappa. Il personale è dotato di appositi DPI e regolarmente formato e informato sui rischi connessi alla attività.

Locale 5 Trattasi di piccolo locale magazzino con scaffalature e arredi di supporto, regolarmente ancorati e in ottimo stato di conservazione su cui vengono ordinatamente riposti i materiali e le merci. Nel locale sono presenti due frigoriferi e un congelatore.

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Locale 6 Trattasi di ingresso alla cucina riservato agli operatori del comune e ai fornitori. La porta di accesso è in vetro antiurto e vi si accede dalla strada sterrata di ingresso con pedana piastrellata

Locale 7 Trattasi di adeguato e rinnovato locale atteso ai servizi igienico assistenziali caratterizzato da: Spogliatoio, Servizi igienici e doccia. Il locale risponde ai requisiti di cui all’allegato IV del D.Lgs. 81/08. E’ dotato di armadietti personali in metallo doppia anta. Nel locale è presente la cassetta di primo soccorso ed una macchina pulitrice, sanificatrice e disinfettatrice.

Locale 8 Trattasi di locale collocato all’esterno dell’edificio sul lato nord-ovest. E’ un prefabbricato ad uso magazzino, suddiviso in due locali contenenti carta e altro materiale igienico sanitario. Occorre adeguatamente formare il personale al fine di correttamente le sostanze e i preparati chimici secondo le rispettive frasi di rischio.

Locale 9 Trattasi di servizi igienici a servizio della mensa. Sono locali ampiamente rispondenti a quanto previsto dall’allegato IV del D.Lgs. 81/08 e si attengono ai criteri generali di igiene del lavoro. Sarebbe utile mettere un altro estintore sulla parete lato est.

Locale 10 Caratterizzato dal quadro impianto elettrico mensa. Attenzione, in generale, Scuola Segnalazioni estintori – Cartelli vie di fuga – Nastro antiscivolo.

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8.1.3 AREA MAGAZZINI (EX MACELLI) Trattasi di struttura a cui si accede da Via Veneto, numero civico 20. E’ composto da alcuni locali così descritti. L’accesso è riservato al solo personale dell’amministrazione Comunale.

Locale 1 Trattasi di magazzino caratterizzato da un edificio in muratura contenente attrezzature e materiali in dotazione all’ufficio tecnico. Si segnala una scarsa illuminazione artificiale mentre è adeguata quella naturale . E’ presente un quadro elettrico regolarmente periodicamente verificato. Il piano di calpestio è libero da ingombri e non presenta dissesti o fonti di inciampo. Nel locale è collocato un estintore regolarmente e periodicamente verificato. Il locale è protetto da una serranda scorrevole.

Locale 2 Trattasi di magazzino caratterizzato da un edificio in muratura contenente mezzi meccanici nonché attrezzature e materiali in dotazione all’ufficio tecnico. Si segnala una adeguata illuminazione artificiale e naturale . E’ presente un quadro elettrico regolarmente periodicamente verificato. Il piano di calpestio è libero da ingombri e non presenta dissesti o fonti di inciampo. Nel locale è collocato un estintore regolarmente e periodicamente verificato. Il locale è protetto da una porta con doppia anta..

Locale 3 Trattasi di servizi igienici a servizio. Sono locali ampiamente rispondenti a quanto previsto dall’allegato IV del D.Lgs. 81/08 e si attengono ai criteri generali di igiene del lavoro. Sarebbe utile mettere un altro estintore e rendere più visibile e controllata la cassetta di primo soccorso.

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8.1.4 MAGAZZINO – RIMESSA AUTO Trattasi di locale con accesso da Via Umberto I numero civico 40. L’ingresso avviene da porta vetrata protetta da urti e sfondamento. Nella rimessa sono collocate tre auto comunali. Nel magazzino, correttamente allocati su supporti da ammodernare ancorché non presentino particolare degrado o segni di dissesto, materiali e attrezzature varie. Evitare di tenere nel magazzino arredi obsoleti nonché sostanze e preparati pericolosi. La rimessa ovvero il magazzino solo locali di supporto tecnico. Non sono previsti posti di lavoro. E’ presente un quadro elettrico regolarmente periodicamente verificato. Il piano di calpestio è libero da ingombri e non presenta dissesti o fonti di inciampo. Sarebbe utile mettere un altro estintore e rendere più visibile e controllata la cassetta di primo soccorso. L’accesso è riservato al solo personale dell’amministrazione Comunale.

8.1.5 MAGAZZINO – RIMESSA MERCI AGRICOLI trattasi di complesso edilizio in muratura a cui si accede da strada sterrata. L’ingresso è garantito da un cancello normalmente chiuso le cui chiavi sono in possesso del personale autorizzato dell’amministrazione comunale.

Locale 1 Edificio in muratura in cui sono allocati alla rinfusa attrezzature e materiali vari tra i quali segnaliamo: un martello pneumatico, un mezzo per lavori edili, un trincia erba. Il locale è caratterizzato da un piano di calpestio piuttosto ingombro con poco spazio disponibile per i movimenti degli operatori addetti. L’illuminazione artificiale e naturale è scarsa. Oltre ai mezzi sono presenti materiali non più in uso all’amministrazione.per cui sarebbe opportuna un’azione di smaltimento. Sarebbe utile mettere un altro estintore e rendere più visibile e controllata la cassetta di primo soccorso.. .

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Locali 2 – 3 – 4 Trattasi di edifici in muratura ovvero di prefabbricato in metallo. Non sono nelle disponibilità degli operatori fatto salvo, per i locali 3 e 4 raramente come appoggio di materiali da smaltire. Sarebbe utile mettere un altro estintore e rendere più visibile e controllata la cassetta di primo soccorso.

8.1.6. PALESTRA COMUNALE SITA IN VIA MONTECAPINO Trattasi di importante complesso in muratura con infissi e arredi in ottimo stato di conservazione senza particolari segnali di usura o di degrado. L’area esterna alla struttura è caratterizzata da terreno sterrato in larga parte utilizzato come pubblico parcheggio. Alla struttura si accede attraverso porta vetrata che, essendo via di fuga, è dotata di maniglione antipanico.

Locale 1 Trattasi di locale caldaia centrale termica. Tutta la documentazione relativa: al Certificato Prevenzione Incendi, ai verbali delle verifiche periodiche ai libretti di uso e manutenzione e ai registri di verifica periodica, è in possesso dell’ufficio tecnico: Nel locale sono presenti il quadro elettrico generale e l’autoclave con il quadro di controllo. Sarebbe utile mettere un altro estintore e rendere più visibile e controllata la cassetta di primo soccorso.

Locale fisioterapia/infermeria Trattasi di locale in ottime condizioni di conservazione con arredi tecnici e attrezzature finalizzate alla funzione. Ottima l’illuminazione artificiale e naturale e la climatizzazione. Il locale è in gestione a operatori terzi.

Locale 3 Trattasi di locale ingresso il cui piano di calpestio è libero da intralci e non presenta né usura né degrado. Nel locale sono presenti degli estintori regolarmente verificati con apposito documento di registrazione.

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Locale 4 Trattasi di locale spogliatoio e di servizi igienici a servizio. Sono locali ampiamente rispondenti a quanto previsto dall’allegato IV del D.Lgs. 81/08 e si attengono ai criteri generali di igiene del lavoro. Sarebbe utile mettere un altro estintore e rendere più visibile e controllata la cassetta di primo soccorso. Locale 5 e 6 Trattasi di ampi locali magazzino per le attrezzature sportive. Gli arredi sono adeguati e non presentano segni di usura e l’illuminazione artificiale e naturale è adeguata. Il microclima risponde ai requisiti di legge. Nel magazzino è posto il quadro elettrico generale. Locale Palestra – Il locale è nuovo, non presenta segni di degrado o malformazioni, Le attrezzature sportive, così come quelle a servizio dell’utenza sono in ottime condizioni di manutenzione. Sarebbe opportuno aumentare il numero degli estintori, almeno due e ampliare i presidi - pacchetti di medicazione. Tutto il complesso è dotato di vie di fuga segnalate, libere e non sono presenti avvallamenti o inciampi. Le porte rispettano i criteri per la gestione delle emergenze e sono regolarmente manutenzionate.

8.1.7 COMPLESSO AMBULATORI

8.1.7.1. Ambulatori di Chiusdino L’accesso ai locali ambulatori avviene per strada pubblica, Via Mascagni, con scale e ascensore. I locali sono in gestione all’Azienda Sanitaria Locale di Siena. La porta di accesso ai locali funge anche da via di fuga, rispettando i criteri di gestione delle emergenze. Nel complesso sono presenti: a. locale ingresso, dotato di un estintore e il quadro elettrico generale b. Locali ambulatori Nel complesso sono presenti sia Rilevatori di fumo che un Impianto di emergenza.

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8.1.7.2 Ambulatorio di L’accesso ai locali ambulatorio avviene da slargo di strada Provinciale. L’ingresso pedonale è dotato di scale senza corrimano. La pedata delle scale è a norma e non occorrono strisce antiscivolo. La struttura, complessivamente adeguata, è supportata da un parcheggio esterno libero di circa 200 mq. Il complesso è caratterizzato da: Locale Ingresso e sala d’aspetto con illuminazione artificiale e naturale adeguata. Lo spazio è ben distribuito e consente un agevole permanenza ai cittadini. E’ presente un microclima adeguato nel periodo invernale. Per il periodo estivo la temperatura viene mantenuta con la climatizzazione naturale. Gli arredi e gli infissi sono in ottimo stato di conservazione. Locali Servizi Igienici. Sono locali ampiamente rispondenti a quanto previsto dall’allegato IV del D.Lgs. 81/08 e si attengono ai criteri generali di igiene del lavoro. Sarebbe utile mettere un altro estintore e rendere più visibile e controllata la cassetta di primo soccorso.

Locale Sala Medica – Trattasi di locale con illuminazione artificiale e naturale adeguata. Lo spazio è ben distribuito e consente un agevole permanenza ai cittadini. E’ presente un microclima adeguato nel periodo invernale. Per il periodo estivo la temperatura viene mantenuta con la climatizzazione naturale. Gli arredi e gli infissi sono in ottimo stato di conservazione.

8.1.7.3 Ambulatorio di Palazzetto L’accesso ai locali ambulatorio avviene da slargo di strada Provinciale. La struttura è, complessivamente, adeguata. Il complesso è caratterizzato da: Locale Ingresso e sala d’aspetto con illuminazione artificiale e naturale adeguata. Lo spazio è ben distribuito e consente un agevole permanenza ai cittadini. E’ presente un microclima adeguato nel periodo invernale. Per il periodo estivo la temperatura viene mantenuta con la climatizzazione naturale. Gli arredi e gli infissi sono in ottimo stato di conservazione.

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Locali Servizi Igienici. Sono locali ampiamente rispondenti a quanto previsto dall’allegato IV del D.Lgs. 81/08 e si attengono ai criteri generali di igiene del lavoro. Sarebbe utile mettere un altro estintore e rendere più visibile e controllata la cassetta di primo soccorso.

Locale Sala Medica – Trattasi di locale con illuminazione artificiale e naturale adeguata. Lo spazio è ben distribuito e consente un agevole permanenza ai cittadini. E’ presente un microclima adeguato nel periodo invernale. Per il periodo estivo la temperatura viene mantenuta con la climatizzazione naturale. Gli arredi e gli infissi sono in ottimo stato di conservazione.

8.1.7.4 Ambulatorio di Frassini L’accesso ai locali ambulatorio avviene da slargo di strada Comunale. La struttura è, complessivamente, adeguata. Il complesso è caratterizzato da:

Locale Ingresso e sala d’aspetto con illuminazione artificiale adeguata. Lo spazio è ben distribuito e consente un agevole permanenza ai cittadini. E’ presente un microclima adeguato nel periodo invernale. Per il periodo estivo la temperatura viene mantenuta con la climatizzazione naturale. Gli arredi e gli infissi sono in ottimo stato di conservazione.

Locali Servizi Igienici. Sono locali ampiamente rispondenti a quanto previsto dall’allegato IV del D.Lgs. 81/08 e si attengono ai criteri generali di igiene del lavoro. Sarebbe utile mettere un altro estintore e rendere più visibile e controllata la cassetta di primo soccorso.

Locale Sala Medica – Trattasi di locale con illuminazione artificiale e naturale adeguata. Lo spazio è ben distribuito e consente un agevole permanenza ai cittadini. E’ presente un microclima adeguato nel periodo invernale. Per il periodo estivo la temperatura viene mantenuta con la climatizzazione naturale. Gli arredi e gli infissi sono in ottimo stato di conservazione.

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8.1.7.5 Ambulatorio di L’accesso ai locali ambulatorio avviene da strada privata. La struttura è, complessivamente, adeguata. Il complesso è caratterizzato da:

Locale Ingresso e sala d’aspetto con illuminazione artificiale e naturale adeguata. Lo spazio è ben distribuito e consente un agevole permanenza ai cittadini. E’ presente un microclima adeguato nel periodo invernale. Per il periodo estivo la temperatura viene mantenuta con la climatizzazione naturale. Gli arredi e gli infissi sono in ottimo stato di conservazione.

Locali Servizi Igienici. Sono locali ampiamente rispondenti a quanto previsto dall’allegato IV del D.Lgs. 81/08 e si attengono ai criteri generali di igiene del lavoro. Sarebbe utile mettere un altro estintore e rendere più visibile e controllata la cassetta di primo soccorso.

Locale Sala Medica – Trattasi di locale con illuminazione artificiale e naturale adeguata. Lo spazio è ben distribuito e consente un agevole permanenza ai cittadini. E’ presente un microclima adeguato nel periodo invernale. Per il periodo estivo la temperatura viene mantenuta con la climatizzazione naturale. Gli arredi e gli infissi sono in ottimo stato di conservazione.

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8.1.8 PALAZZO MUSEALE Tratti di edificio in muratura, limitrofo al Palazzo Comunale appena ristrutturato, arredato e accessoriato. L’accesso per il pubblico all’edificio avviene da strada comunale Via Umberto I n. 19. E’ caratterizzato da una elevazione su 5 piani. Piano Terra, Piano Seminterrato, Piano Interrato, Piano Ammezzato e Piano Secondo. Al Piano Terra è collocato il Locale. Ingresso : dove è presente la postazione di accoglienza per il pubblico. Nel locale sono presenti numerosi arredi tecnici, il Quadro elettrico generale e per quanto riguarda la gestione delle emergenze un adeguato numero di estintori, il Naspo antincendio e l’impianto di allarme antincendio. L’edificio è servito da un Ascensore. Il Piano Terra è caratterizzato dai Servizi Igienici e 3 Locali espositivi ampi e tutti adeguatamente adattabili a qualsiasi attività espositiva. Non sono presenti particolari fonti di rischio. Tutto il piano terra è dotato di illuminazione naturale e artificiale adeguata e di microclima controllato. Adeguate sono le misure di gestione delle emergenze con i diversi presidi antincendio e di primo soccorso, le luci di emergenza e gli avvisatori acustici e visivi. Il Piano Seminterrato è caratterizzato da 3 Locali espositivi ampi e tutti adeguatamente adattabili a qualsiasi attività espositiva. Non sono presenti particolari fonti di rischio. Tutto il piano terra è dotato di illuminazione naturale e artificiale adeguata e di microclima controllato. Adeguate sono le misure di gestione delle emergenze con i diversi presidi antincendio e di primo soccorso, le luci di emergenza e gli avvisatori acustici e visivi. Il Piano interrato è caratterizzato da 3 Locali espositivi ampi e tutti adeguatamente adattabili a qualsiasi attività espositiva. Non sono presenti particolari fonti di rischio. Tutto il piano terra è dotato di illuminazione naturale e artificiale adeguata e di microclima controllato. Adeguate sono le misure di gestione delle emergenze con i diversi presidi antincendio e di primo soccorso, le luci di emergenza e gli avvisatori acustici e visivi. Al piano interrato è presente il locale caldaia. Tutta la documentazione relativa: al Certificato Prevenzione Incendi, ai verbali delle verifiche periodiche ai libretti di uso e manutenzione e ai registri di verifica periodica, è in possesso dell’ufficio tecnico: Nel locale sono presenti il

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quadro elettrico generale. Sarebbe utile mettere un altro estintore e rendere più visibile e controllata la cassetta di primo soccorso. Il Piano Ammezzato è caratterizzato dal Locale caldaia contenente l’Impianto di stacco automatico (Rete GPL) Il Piano secondo è caratterizzato dai Servizi Igienici e 3 Locali espositivi ampi e tutti adeguatamente adattabili a qualsiasi attività espositiva. Non sono presenti particolari fonti di rischio. Tutto il piano terra è dotato di illuminazione naturale e artificiale adeguata e di microclima controllato. Adeguate sono le misure di gestione delle emergenze con i diversi presidi antincendio e di primo soccorso, le luci di emergenza e gli avvisatori acustici e visivi. Nell’edificio è adeguatamente presente la cartellonistica di sicurezza, le vie di fuga sono segnale, ampie e sgombre da ostacoli o impedimenti. Le uscite di emergenza rispondono ai requisiti normativi ed è prevista periodica attività manutentiva.

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8.1.9 COMPLESSI CIMITERIALI

8.1.9.1. Cimitero di Chiusdino L’accesso, adeguatamente segnalato, avviene da Strada Provinciale. E’ dotato di ampio parcheggio esterno. L’ingresso è caratterizzato da un robusto cancello in ferro ad apertura manuale Trattasi di complesso edificio comprendente :

Locale Autorimessa Sono presenti adeguate illuminazione naturale e artificiale e presidio antincendio e primo soccorso.

Locale (ex casa del custode) Magazzino materiale e attrezzature collocati alla rinfusa. Manca impianto di illuminazione. Il piano secondo deve essere sgomberato dai rifiuti per un eventuale utilizzo ovvero, in caso contrario, deve essere chiuso l’accesso. Lo spazio cimiteriale è caratterizzato da loculi primetrali. Le aree verdi e pedonali sono ben tenute e senza ostacoli. Dalla Chiesetta mortuaria si accede ad area loculo sotterranea. L’illuminazione non è pienamente sufficiente e può essere rischiosa in caso di emergenza. Le scale per accedere ai loculi più alti sono tutte omologate.

8.1.9.2. Cimitero di Ciciano L’accesso, adeguatamente segnalato, avviene da Strada Comunale. E’ dotato di piccola area di parcheggio esterno. L’ingresso è caratterizzato da un robusto cancello in ferro ad apertura manuale Trattasi di complesso edificio comprendente : 8 cappelle, 3 aree loculi e la Chiesa cimiteriale. Le scale per accedere ai loculi più alti sono tutte omologate. Le aree verdi, la aree pedonali sono ben tenute e praticabili dall’utenza. I muri di recinzione sono integri e in buono stato di conservazione.

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8.1.9.3. Cimitero di San Galgano L’accesso, adeguatamente segnalato, avviene da Strada Comunale. E’ dotato di piccola area di parcheggio esterno. L’ingresso è caratterizzato da un robusto cancello in ferro ad apertura manuale Trattasi di complesso edificio comprendente : 5 cappelle, 3 aree loculi e la Chiesa cimiteriale. Le scale per accedere ai loculi più alti sono tutte omologate. Le aree verdi, la aree pedonali sono ben tenute e praticabili dall’utenza. I muri di recinzione sono integri e in buono stato di conservazione.

8.1.9.4. Cimitero di Frassini L’accesso, adeguatamente segnalato, avviene da Strada Comunale. E’ dotato di piccola area di parcheggio esterno. L’ingresso è caratterizzato da un robusto cancello in ferro ad apertura manuale Trattasi di complesso edificio comprendente : 2 cappelle, 1 aree loculi e la Chiesa cimiteriale. Le scale per accedere ai loculi più alti sono tutte omologate. Le aree verdi, la aree pedonali sono ben tenute e praticabili dall’utenza. I muri di recinzione sono integri e in buono stato di conservazione.

8.1.9.5. Cimitero di Il Castelletto L’accesso, adeguatamente segnalato, avviene da Strada Comunale. E’ dotato di piccola area di parcheggio esterno. L’ingresso è caratterizzato da un robusto cancello in ferro ad apertura manuale Trattasi di complesso edificio comprendente : cappelle e aree loculi e la Chiesa cimiteriale. Le scale per accedere ai loculi più alti sono tutte omologate. Le aree verdi, la aree pedonali sono ben tenute e praticabili dall’utenza. I muri di recinzione sono integri e in buono stato di conservazione.

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8.1.9.6. Cimitero di L’accesso, adeguatamente segnalato, avviene da Strada Comunale. Il parcheggio è garantito lungo la strada comunale. L’ingresso è caratterizzato da un robusto cancello in ferro ad apertura manuale Trattasi di complesso edificio comprendente : 3 cappelle, 2 aree loculi e la Chiesa cimiteriale. Le scale per accedere ai loculi più alti sono tutte omologate. Le aree verdi, la aree pedonali sono ben tenute e praticabili dall’utenza. I muri di recinzione sono integri e in buono stato di conservazione. 8.1.9.7. Cimitero di Frosini L’accesso, adeguatamente segnalato, avviene da Strada Privata. Il parcheggio è garantito da uno slargo antistante il cimitero. L’ingresso è caratterizzato da un robusto cancello in ferro ad apertura manuale Trattasi di complesso edificio comprendente : la Chiesa cimiteriale ed annesso ambiente multiuso. Le aree verdi, la aree pedonali sono ben tenute e praticabili dall’utenza. I muri di recinzione sono integri e in buono stato di conservazione. 8.1.9.8. Cimitero di Luriano L’accesso, adeguatamente segnalato, avviene da Strada Privata Il parcheggio è garantito lungo la strada comunale. L’ingresso è caratterizzato da un robusto cancello in ferro ad apertura manuale Trattasi di complesso edificio comprendente la sola Chiesa cimiteriale. Le aree verdi, la aree pedonali sono ben tenute e praticabili dall’utenza. I muri di recinzione sono integri e in buono stato di conservazione. 8.1.9.6. Cimitero di Pentolina L’accesso, adeguatamente segnalato, avviene da Strada Privata. Il parcheggio è garantito lungo la strada comunale. L’ingresso è caratterizzato da un robusto cancello in ferro ad apertura manuale Trattasi di complesso edificio comprendente la sola Chiesa cimiteriale attualmente chiusa e opportunamente transennata. Le aree verdi, la aree pedonali sono ben tenute e praticabili dall’utenza. I muri di recinzione sono integri e in buono stato di conservazione.

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8.1.10 AMBIENTI DELL’EDIFICIO EX SCUOLE MEDIE

Il complesso si compone di diversi locali. Uffici, Sala Riunioni con Punto PAAS, Biblioteca, Punto informazione, Servizi Igienici. Uffici Trattasi di locali affidati dall’amministrazione in convenzione ad Associazioni del territorio. Tutti i locali sono ottimamente conservati, areati e ben illuminati sia dal punto di vista delle luce naturale che di quella artificiale. E’ garantita un eccellente climatizzazione ed aerazione. L’impianto elettrico è di recente installazione, collaudato e regolarmente sottoposto alle verifiche di legge. Le prese elettriche sono in ottimo stato di conservazione. Gli arredi sono tutti in ottime condizioni e non presentano situazioni di instabilità o di sovraccarico dei materiali. I piani di calpestio non presentano deformazioni, avvallamenti o possibili situazioni di inciampo. Gli infissi sono adeguatamente conservati e funzionali. Non ci sono postazioni in altezza.

Biblioteca Trattasi di ampio locale contenente moderni arredi funzionali alla destinazione d’uso. Gli arredi sono collocati sul perimetro parietale del locale. I materiali sono disposti ordinatamente e nel rispetto della stabilità dell’arredo. Gli arredi sono saldamente ancorati e hanno un altezza superiore ai due metri. Una scala di ultima generazione, scorrevole e ancorabile, omologata, adeguata alle norme di cui al D.Lgs. 81/08 permette l’accesso ai ripiani più alti. Il locale è strutturata per un agevole movimentazione delle attrezzature. Il locale è adeguatamente, areati, deumidificato e ben illuminato sia dal punto di vista delle luce naturale che di quella artificiale. E’ garantita un eccellente climatizzazione ed aerazione. L’impianto elettrico è di recente installazione, collaudato e regolarmente sottoposto alle verifiche di legge. Le prese elettriche sono in ottimo stato di conservazione. I piani di calpestio non presentano deformazioni, avvallamenti o possibili situazioni di inciampo. Gli infissi sono adeguatamente conservati e funzionali.

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Sala Riunioni Trattasi di ampio locale con duplice funzione: sala riunioni e Punto PAAS. La sala riunioni è abilitata per 50 persone.ed è attrezzata con un videoproiettore e una lavagna luminosa. Le sedie utilizzate sono di ultima generazione e dunque ergonomiche. Gli arredi laterali, scaffalature in legno contenenti libri, sono adeguatamente ancorate e i materiali ordinatamente disposti. Gli arredi sono tutti in ottime condizioni e non presentano situazioni di instabilità o di sovraccarico dei materiali Il locale è ben areato e ben illuminati sia dal punto di vista delle luce naturale che di quella artificiale. E’ garantita un eccellente climatizzazione.. L’impianto elettrico è di recente installazione, collaudato e regolarmente sottoposto alle verifiche di legge. Le prese elettriche sono in ottimo stato di conservazione. I piani di calpestio non presentano deformazioni, avvallamenti o possibili situazioni di inciampo. Gli infissi sono adeguatamente conservati e funzionali; Il Punto PASS è caratterizzato dalla presenza di attrezzature informatiche poste lungo la parete lato est dell’edificio. Le postazioni sono organizzate nel rispetto di quanto previsto dal decreto legislativo 81/08 ed in particolare da quanto disposto nell’allegato XXXIV. Punto Informazione Trattasi di locale .dalla Associazione Pro Loco per la promozione della cultura e delle risorse artistiche e ambientali del territorio. Il personale che viene utilizzato è gestito dalla Pro Loco. Nel locale è collocata una postazione di lavoro completa di attrezzatura informatica. La postazione rispetta quanto previsto dal decreto legislativo 81/08 ed in particolare da quanto disposto nell’allegato XXXIV. Sono presenti fotocopiatrice, fax e stampante. Le attrezzature sono regolarmente manutenzionate e dotate di manuali e istruzioni in lingua italiana. I toner di risulta vengono gestiti secondo la normativa sui rifiuti speciali. Non sono presenti rischi da ozono, ne polveri, ne chimico. Il locale è ottimamente conservati, areato e ben illuminati sia dal punto di vista delle luce naturale che di quella artificiale. L’impianto elettrico è di recente installazione, collaudato e regolarmente sottoposto alle verifiche di legge. Le prese elettriche sono in ottimo stato di conservazione. Vanno meglio confinati i

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cavi. Gli arredi sono tutti in ottime condizioni e non presentano situazioni di instabilità o di sovraccarico dei materiali. I piani di calpestio non presentano deformazioni, avvallamenti o possibili situazioni di inciampo. Gli infissi sono adeguatamente conservati e funzionali.

Servizi Igienici Sono distinti per uomini e donne. Sono dotati di antibagno con acqua corrente calda e fredda. I servizi sono di nuova costruzione e dotati di tutti i comfort necessari. E’ garantita la pulizia e l’igiene quotidiana.

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8.1.11 ABBAZIA DI SAN GALGANO

I primi elementi che è utile richiamare, in materia di tutela della sicurezza, riguardano gli accessi, compresa la viabilità. Occorrono misure organizzative, opportunamente segnalate, al fine di consentire un diffuso uso dell’area attrezzata a parcheggio limitrofa all’Abbazia dissuadendo, in questo modo, i soggetti terzi dal praticare la viabilità di accesso al monumento. Tale accesso deve essere riservato ai soli mezzi del gestore e di terzi interessati da lavori ed eventuali servizi o forniture.

La struttura si presenta complessivamente in ottimo stato. Le aree visitabili non presentano particolari rischi. Il piano di calpestio, ancorché in parte sconnesso, è assolutamente fruibile. Non sono necessari ne livellamenti ne protezioni particolari da dissesti ovvero da crepe o degrado. La struttura è dotata di porte sulle pareti perimetrali la cui gestione ai fini dell’evacuazione viene trattata nel piano di evacuazione a carico del soggetto gestore dei servizi del complesso abbaziale.

Il percorso pedonale dalla biglietteria all’ingresso dell’Abbazia, presenta sconnessione del manto del piano di calpestio, opportunamente segnalate. Il piano di miglioramento, previa autorizzazione della competente Sovrintendenza ai monumenti di Siena e Grosseto, può prevedere di posizionare supporti drenanti e antiscivolo che regolino le sconnessioni e le fonti di inciampo consentendo a tutti un agevole camminamento.

L’impianto elettrico dell’intero fabbricato è certificato e collaudato per gli elementi strutturali a servizio e considerati ambienti di lavoro. La documentazione è archiviata presso gli uffici comunali.

Il punto informazioni e la biglietteria sono accoglienti e in ottimo stato di conservazione. Gli interventi effettuati consentono un adeguato utilizzo pubblico mentre a norma e di ultima generazione appaiono gli impianti collocati nel locale così come le attrezzature finalizzate alla illuminazione e climatizzazione.

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Nei piani superiori dell’Abbazia non viene svolta alcuna attività lavorativa.

Il perimetro esterno nel lato sud – est non è accessibile al pubblico e segnato attraverso apposita cartellonistica ed elementi dissuasori. Nel piano di miglioramento si preveda una recinzione trasversale e ostativa della presenza di personale non autorizzato nell’ambiente.

Sono presenti adeguati presidi di emergenza e di primo soccorso di cui è garantita, da parte del soggetto gestore dei servizi del complesso abbaziale, l’adeguatezza, la completezza e la manutenzione.

Va affissa in tutti i locali e i luoghi la segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro come disposto dal Titolo V del D.Lgs. 81/08 negli allegati da XXIV a XXX..

8.1.12 VALUTAZIONE COMPLESSIVA LUOGHI DI LAVORO: In generale tutti i luoghi di lavoro risultano adeguatamente dimensionati ed idonei alle attività che vi devono esservi svolte. L’ordine e la pulizia vengono mantenuti con efficacia da parte del personale che cura quotidianamente il proprio luogo di lavoro e la propria postazione lavorativa. Anche gli spazi esterni risultano adeguati ed ordinati. Il microclima risulta adeguato alle attività condotte nei diversi ambienti. Adeguati anche i presidi di gestione dell’emergenza e del primo soccorso.

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8.2 ATTREZZATURE DI LAVORO Per la valutazione dei rischi sono state considerate sia le condizioni di normale utilizzo e manutenzione che le possibili situazioni anomale. Di seguito si riporta l’elenco delle attrezzature utilizzate dal personale durante il lavoro.

UBICAZIONE NOME ATTREZZATURA ABILITAZIONE ALL’USO

SI’ NO Ufficio Computer non Necessaria Stampanti laser e getto d’inchiostro non Necessaria Fotocopiatrici non Necessaria Telefoni, fax non Necessaria Attrezzi manuali : forbici, taglieirini, non Necessaria pinzatrici Attività territoriali Automezzi Obbligatoria Automezzi Pesanti Obbligatoria Autobus Obbligatoria Attività agricole Trattori Obbligatoria Attrezzature varie non Necessarie Attività di manutenzione Carrellati Cestello Obbligatoria Mezzi di trasporto persone e merci

VALUTAZIONE COMPLESSIVA ATTREZZATURE:

Tutte le attrezzature sono dotate di dichiarazione di conformità CE. Le attrezzature elettriche sono regolarmente collegate all’impianto elettrico con uso, ove necessario, di prese di forza con interruttore a monte. Di prassi non vengono utilizzate prolunghe e non vi sono cavi di alimentazione elettrica posizionati in modo non sicuro o in punti di passaggio. È stato eseguito il riordino della documentazione e sono stati reperiti tutti i manuali / istruzioni d’uso e manutenzione delle attrezzature ivi presenti. In generale il giudizio sullo stato delle attrezzature utilizzate è più che soddisfacente e risultano impiegate correttamente (anche sulla base dell’ analisi infortuni).

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Tutte le attrezzature sono regolarmente e periodicamente sottoposte a manutenzione e revisione. Laddove vengano segnalate criticità nell’uso delle attrezzature, l’Amministrazione interviene con manutenzioni e revisioni straordinarie. Periodicamente viene svolto specifico controllo ispettivo visivo sul corretto uso delle attrezzature da parte di personale incaricato che segnala eventuali violazioni o necessità di approfondimenti formativi o addestramento.

8.3 ERGONOMIA ED ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI (VDT) Presso gli uffici sono impiegate attrezzature munite di videoterminale. I problemi posti dall’utilizzo professionale di attrezzature munite di videoterminali sono correlati a: • Caratteristiche e posizionamento delle apparecchiature. • Postazione di lavoro. Dal punto di vista della prevenzione, il loro impiego può causare negli operatori: affaticamento visivo, insorgenza di disturbi muscolo scheletrici, affaticamento mentale. Il personale amministrativo e dirigenziale utilizza il VDT oltre le 20 ore medie settimanali. Nella tabella seguente è riportata l’analisi delle attrezzature e delle postazioni di lavoro munite di videoterminale.

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8.4 MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI Per movimentazione manuale dei carichi si intendono tutte quelle operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni che comportano il sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni sfavorevoli, comportano, tra l’altro, rischi di lesioni dorso lombari. Le azioni di movimentazione manuale dei carichi, anche quelle più critiche previste per mansione, non espongono gli operatori/trici dell’amministrazione a movimentazioni che superino in quantità, tempi e qualità i limiti minimi previsti dalla norma:

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CRITERI DI VALUTAZIONE DEI RISCHI DI MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

Valutazioni di azioni di sollevamento

Per valutare tale genere di azioni è utile ricorrere al più recEnte modello proposto da NIOSH (1993) che è in grado di determinare per ogni operazione di sollevamento, il cosiddetto “peso limite consigliato” (PLC) attraverso un’equazione che, a partire da un “peso massimo raccomandato” (PMR) sollevabile in condizioni ideali di sforzo, considera l’eventuale esistenza di elementi sfavorevoli e tratta questi ultimi con appositi fattori di correzione (F). L’equazione generale impiegata ai fini della determinazione del PLC è la seguEnte:

PLC = PMR × FA× FB × FC × FD× FE × FF × FG × FH Dove:

PLC = peso limite consigliato;

PMR = peso massimo raccomandato;

FA = Fattore di altezza che considera l’altezza delle mani da terra all’inizio del sollevamento;

FB = Fattore di dislocazione che considera la distanza verticale di spostamento del peso fra inizio e fine del sollevamento;

FC = Fattore orizzontale che considera la distanza massima del peso dal corpo durante il sollevamento (misurato come la distanza orizzontale tra le mani ed il punto di mezzo delle caviglie);

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FD = Fattore di asimmetria che considera la dislocazione angolare del peso (espressa in gradi) rispetto al piano sagittale del soggetto;

FE = Fattore di frequenza che considera il numero di atti di sollevamento compiuti nell’unità di tempo (numero di atti/minuto);

FF = Fattore di giudizio della presa che considera l’efficacia della presa esercitata dal soggetto sul carico;

FG = Fattore che considera l’incidenza dei sollevamenti eseguiti con un solo arto;

FH = Fattore che considera l’incidenza dei sollevamenti eseguiti da due persone.

Per trasportare questo modello alla nostra contingenza si è diversificato il peso massimo raccomandato (PMR) ideale nel seguEnte modo:

Condizioni per l’applicabilità del peso limite consigliato

La procedura di calcolo è applicabile quando ricorrono le seguenti condizioni: a) Sollevamento di carichi svolto in posizione in piedi in spazi non ristretti; b) Altre attività di movimentazione manuale (trasposto, spinta o traino) minimali; c) Adeguata frizione tra piedi e pavimento (coefficiEnte di frizione statica >0,4);

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Calcolo dell’indice di rischio (IRNIOSH)

L’indice di rischio (IR) per il sollevamento di carichi si ottiene dal rapporto tra il peso effettivamEnte sollevato nel compito considerato e il peso limite consigliato (PLC). Tale indice è indicatore di un rischio “minimo” per valori tendenzialmEnte inferiori all’unità (IR < 1) mentre è al contrario, presEnte per valori tendenziali superiori ad 1 (IR = 1 - 1.25). Tanto più alto è il valore dell’indice , tanto maggiore risulta il rischio (IR > 1.25).

Indice di Rischio = Peso sollevato = IRNIOSH PLC

Nello schema seguEnte è riportata la suddivisione in classi di rischio per il sollevamento di carichi in funzione del valore dell’indice di rischio:

0,32 è l’indice di rischio accertato. Il personale è informato delle corrette modalità di presa e trasporto in sicurezza

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8.5 RADIAZIONI OTTICHE

DEFINIZIONI E SORGENTI DI RADIAZIONE OTTICA Nell’ambito dello spettro elettromagnetico, la radiazione ottica comprende tutte le radiazioni aventi lunghezza d’onda compresa tra 1 mm e 100 nm; nel contesto di tale intervallo, si attua un’ulteriore suddivisione in: § Radiazione infrarossa – compresa tra 1 mm e 760 nm, a sua volta divisa in: I.R.A. (1.400 – 760 nm); I.R.B. (3.000 – 1.400 nm); I.R.C. (1mm – 3.000 nm). § Radiazione visibile – compresa tra 760 nm e 400 nm; § Radiazione ultravioletta – compresa tra 400 nm e 100 nm, a sua volta divisa in: U.V.A. (400 – 320 nm) – regione della luce nera per la proprietà di indurre fluorescenza in diverse sostanze; U.V.B. (320 – 280 nm) – regione eritemale per la capacità di provocare arrossamento della cute; U.V.C. (280 – 100 nm) – regione germicida per l’efficacia nell’inattivazione di virus e batteri. Si tenga presente che i diversi confini fisici stabiliti per la radiazione ottica possono, in conseguenza delle diverse scuole di pensiero, variare sia pur di poco; si vedano ad esempio i diversi confini previsti dal capo quinto del D.Lgs n.81/2008.

IL CAPO V DEL D.LGS. N.81/2008 Il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n.81, oltre ad aggiornare numerose norme in tema di sicurezza e salute sul lavoro, ne ha introdotte nuove, quale recepimento di Direttive europee. Tra queste novità, spicca innanzitutto il Capo I del Titolo VIII in cui vengono espresse le disposizioni generali per tutti gli agenti fisici; era questa una sezione mancante nel D.Lgs. n.626/94, in cui alcuni singoli agenti fisici erano trattati in Titoli diversi.

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L’art.180 definisce innanzitutto quali sono gli agenti fisici, rimandando per alcuni agli specifici Capi; per quanto riguarda le Radiazioni ottiche artificiali, il riferimento è il Capo V. Si precisa che, come stabilito dall’articolo 306, comma 3 del D.Lgs. n. 81/2008, le disposizioni del Capo V del Titolo VIII sono entrate in vigore il 26 aprile 2010. Viene altresì ricordato che la protezione dei lavoratori dalle radiazioni ionizzanti è disciplinata unicamente dal decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e sue successive modifiche ed integrazioni. I successivi articoli da 181 e 183 danno le indicazioni per l’effettuazione della valutazione dei rischi, precisando che, oltre a quanto indicato nell’articolo 28, occorre tener conto dei seguenti punti particolari, ovviamente a carico del Datore di Lavoro; 1. identificare e adottare le opportune misure di prevenzione e protezione con particolare riferimento alle norme di buona tecnica ed alle buoni prassi; 2. programmazione con cadenza almeno quadriennale; 3. esecuzione da parte di personale qualificato, nell’ambito del Spp, in possesso di specifiche conoscenze in materia; 4. aggiornamento ogni qual volta si verifichino mutamenti che potrebbero renderla obsoleta; 5. aggiornamento quando i risultati della sorveglianza sanitaria rendano necessaria la sua revisione; 6. i dati ottenuti dalla valutazione, misurazione e calcolo dei livelli di esposizione costituiscono parte integrante del documento di valutazione del rischio; 7. indicazione delle misure di prevenzione e protezione da adottare; 8. inclusione di una eventuale giustificazione del datore di lavoro secondo cui la natura e l’entità dei rischi non rendono necessaria una valutazione dei rischi più dettagliata; 9. la riduzione dei rischi derivanti dall’esposizione agli agenti fisici si basa sui principi generali di prevenzione contenuti nel D.Lgs. n.81/2008, facendo anche riferimento ai valori limite di esposizione definiti nel capo V che non devono mai essere superati;

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10. qualora i valori limite di esposizione risultino superati, attuare misure immediate per riportare l’esposizione al di sotto dei valori limite di esposizione, individua le cause del superamento dei valori limite di esposizione e adegua di conseguenza le misure di protezione e prevenzione per evitare un nuovo superamento;

11. adattare le misure di cui all’articolo 181 alle esigenze dei lavoratori appartenenti a gruppi particolarmente sensibili al rischio, incluse le donne in stato di gravidanza ed i minori. I punti specifici inerenti l’informazione e la formazione dei lavoratori, oltre a quanto previsto negli obblighi generali (artt. 36 e 37) sono precisati dall’art. 184 e più precisamente devono essere incluse le notizie in merito:

• alle misure adottate in applicazione del Titolo VIII; • all’entità e al significato dei valori limite di esposizione e dei valori di azione definiti nel Capo v, nonché ai potenziali rischi associati • ai risultati della valutazione, misurazione o calcolo dei livelli di esposizione ai singoli agenti fisici; • alle modalità per individuare e segnalare gli effetti negativi dell’esposizione per la • salute; • alle circostanze nelle quali i lavoratori hanno diritto a una sorveglianza sanitaria e agli obbiettivi della stessa; • alle procedure di lavoro sicure per ridurre al minimo i rischi derivanti dall’esposizione; • all’uso corretto di adeguati dispositivi di protezione individuale e alle relative indicazioni e controindicazioni sanitarie all’uso.

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La Sorveglianza sanitaria (art.185), eseguita secondo i principi generali di cui all’articolo 41, è effettuata da medico competente nelle modalità e nei casi previsti, sulla base dei risultati della valutazione del rischio che gli sono trasmessi dal datore di lavoro per il tramite del servizio di prevenzione e protezione.

Qualora da essa si riveli in un lavoratore un’alterazione apprezzabile dello stato di salute correlata ai rischi lavorativi il medico competente ne informa il lavoratore e, nel rispetto del segreto professionale, il datore di lavoro, che provvede a:

a) sottoporre a revisione la valutazione dei rischi; b) sottoporre a revisione le misure predisposte per eliminare o ridurre i rischi; c) tenere conto del parere del medico competente nell’attuazione delle misure necessarie per eliminare o ridurre il rischio;

Nella cartella sanitaria e di rischio cui all’articolo 25, devono anche essere riportati i valori di esposizione individuali, ove previsti, comunicati dal datore di lavoro per il tramite del servizio di prevenzione e protezione (art.186).

L’articolo 213 del D.Lgs n.81/2008, nello stabilire il campo di applicazione, precisa che le radiazioni ottiche oggetto del provvedimento legislativo sono esclusivamente quelle artificiali, e che occorre prestare particolare riguardo ai rischi dovuti agli effetti nocivi sugli occhi e sulla cute.

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Campo di applicazione

Nell’ambito dello spettro elettromagnetico, la radiazione ottica comprende tutte le radiazioni aventi lunghezza d’onda compresa tra 100 nm 1mm e nel contesti di tale intervallo, si attua un’ulteriore suddivisione in:

Radiazione ultravioletta: compresa tra i 100 nm e 400 nm, a sua volta divisa in: UVA (315 – 400 nm) – regione della luce nera per la proprietà di indurre fluorescenza in diverse sostanze; UVB (280 – 315 nm) – regione eritemale per la capacità di provocare arrossamento della cute; UVC (100 – 280 nm) – regione germicida per l’efficacia nell’inattivazione di virus e batteri; Radiazione visibile: compresa tra 380 nm e 780 nm; Radiazione infrarossa: compresa tra 780 nm e 1 mm, a sua volta divisa in: IRA (780 – 1.400 nm); IRB (1.400 – 3.000 nm); IRC (3.000 – 1 mm).

Nell’ambito della radiazione ottica vengono compresi anche i Laser, per tale motivo il decreto fornisce ulteriori definizioni: laser (amplificazione di luce mediante emissione stimolta di radiazione): qualsiasi dispositivo al quale si possa far produrre o amplificare le radiazioni elettromagnetiche nella gamma di lunghezze d’onda delle radiazioni ottiche, soprattutto mediante il processo di emissione stimolata controllata; radiazioni laser: radiazione ottica prodotta da un laser; radiazioni non coerente: qualsiasi radiazione ottica diversa dalla radiazione laser;

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valori limite di esposizione: limiti di esposizione alle radiazioni ottiche che sono basati direttamente sugli effetti della salute accertati e su considerazioni biologiche. Il rispetto di questi limiti garantisce che i lavoratori esposti a sorgenti artificiali di radiazioni ottiche siano protetti contro tutti gli effetti nocivi sulla salute conosciuti; irradianza (E) o densità di potenza: la potenza radiante incidente per unità di area su una superfice espressa in watt su metro quadrato (W m –2); esposizione radiante (H): integrale nel tempo dell’irradianza espresso in joule su metro quadrato (J m –2); radianza (L): il flusso radiante o la potenza per unità d’angolo solido per unità di superficie, espressa in watt su metro quadrato su steradiante (W m-2 sr –1); livello: la combinazione di irradianza, esposizione radiante e radianza alle quali è esposto un lavoratore.

CARATTERISTICHE DELLA RADIAZIONE OTTICA La proprietà più evidente della radiazione ottica è la propagazione in linea retta, cioè tramite “raggi”. In realtà questi raggi non si possono osservare: sono soltanto un “modello”, un modo di descrivere il comportamento della radiazione. Ciò che avviene quando la radiazione colpisce un oggetto dipende dalla natura di quest’ultimo: se si tratta di un corpo trasparente ad un determinato tipo di radiazione, essa vi passa attraverso, cioè viene rifratta (è il caso della luce che passa attraverso un vetro o una massa d’acqua); in altri casi la radiazione viene riflessa (lo possiamo vedere, per esempio, quando al luce colpisce specchi). In questi due casi, l’energia del corpo che viene colpito dalla radiazione resta invariata perché esso si limita semplicemente a deviarne il percorso. Infine , il corpo può assorbire del tutto o in parte la radiazione che lo colpisce; in questo caso, esso acquista una determinata quantità di energia, quella trasportata dalla radiazione stessa.

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Le leggi della propagazione della radiazione sono state elaborate osservando il comportamento della luce visibile: come viene deviata quando passa attraverso una lente, o come viene riflessa quando colpisce uno specchio. Osservando questi fenomeni si è scoperto appunto che la luce visibile si comporta proprio come se si propagasse in raggi. Quando un raggio di luce passa attraverso un vetro o una lente, il suo cammino può cambiare direzione oppure proseguire nella sua direzione originaria, ma sempre in linea retta. Una lente convessa, per esempio, devia i raggi di luce che la colpiscono, verso uno stesso punto detto “fuoco”. E’ questo il principio sul quale si basano strumenti ottici quali il cannocchiale, la lente d’ingrandimento o anche i semplici occhiali. Quando un corpo assorbe una radiazione (anche ottica) acquista energia, che può essere convertita in calore; è il caso di un oggetto lasciato alla luce del Sole, che si riscalda (ad esempio, i pannelli solari assorbono la radiazione solare durante il giorno e ne utilizzano l’energia per riscaldare una massa d’acqua). L’energia assorbita può anche essere riemessa. In certi casi viene emessa ancora sotto forma di radiazione (anche di frequenza diversa da quella che l’ha colpito); in altri casi viene riemessa in altra forma; ad esempio, un oggetto fluorescente (come le lancette di certe sveglie) assorbe la luce durante il giorno e riemette una debole luce verde quand’è al buio. Ogni sorgente di radiazione ottica, se non schermata, emette radiazione in tutte le direzioni dello spazio; la sua luminosità è pari alla quantità di energia che essa emette in un secondo e dipende soltanto dalle caratteristiche della sorgente. Osservando una sorgente, però, l’occhio raccoglie soltanto una parte di questa energia, quella che colpisce la pupilla; allontanandosi dalla sorgente, la pupilla raccoglierà meno energia. Per avere un’idea di questo effetto pensando che la brillantezza Apparente del Sole osservato dalla Terra è pari a quella di una lampadina da 100 Watt posta a circa 7,5 centimetri di distanza dal nostro occhio. Eppure il Sole emette ben 400 milioni di miliardi di miliardi di Watt!

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La radiazione ottica ha una velocità finita, anche se altissima, cioè impiega un certo intervallo di tempo per arrivare dalla sorgente che lo ha emesso al corpo che la riceve. E’ comunque difficile rendersene conto, perché la luce visibile, cosi come tutta la radiazione, è la cosa più veloce che esista in natura: nel vuoto, essa si propaga a ben 300.000 chilometri al secondo.

SORGENTI DI RADIAZIONE OTTICA Il Sole rappresenta la sorgente naturale di radiazione ottica e come tale va considerato in tutte quelle attività lavorative che costringono all’aperto per molte ore diurne (contadini, pescatori, operai, operatori in esterno ecc.). La radiazione UV emessa dal Sole, se raggiungesse nella sua totalità la superficie terrestre, senza la protezione dello strato di ozono presente nell’alta atmosfera, sarebbe letale per molti organismi viventi. Per quanto riguarda la radiazione infrarossa, le principali esposizioni industriali provengono dagli altiforni, dalla fusione dei metalli e del vetro e dalla saldatura ad arco. L’esposizione professionale alla luce visibile può essere intesa solo in caso di utilizzo, per particolari attività lavorative, di fonti luminose notevolmente intense, quali lampade ad arco, sostanze fortemente incandescenti, sorgenti luminose pulsate. Le attività lavorative che comportano la permanenza in locali intensamente illuminati (ad es. teatri di posa) non possono essere considerate come esposizione professionale alla radiazione ottica visibile. La radiazione UV si produce artificialmente eccitando un gas con una scarica elettrica o riscaldando un corpo fino all’incandescenza. Le principali sorgenti di UV nell’industria sono: Lampade alogene: le lampade a media pressione di Hg convertono in modo ottimale l’energia elettrica in energia radiante e sono largamente usate nelle arti grafiche, nella terapia all’UV, nelle sintesi industriali ecc.

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I metalli comunemente aggiunti al mercurio per selezionare le lunghezze d’onda in funzione dell’uso della lampada sono:

Metallo Uso della Lampada Lunghezza d’onda Tallio Processi di foto nitrazione 535 Gallio Arti grafiche 400 – 420 Piombo Terapia della psoriasi 364 – 368 – 405,8 Ferro Trattamento inchiostri 350 – 450 Magnesio Trattamento inchiostri 280 – 310 – 380 - 520

Esistono inoltre particolari lampade alogene utilizzati gas diversi (Xenon, Deuterio) o diversi sistemi di alimentazione con possibilità di emissione in tutto lo spettro dell’UV; vengono utilizzate per processi fotografici, laser pumping, fotolisi, litografia, varie analisi spettrografiche. Lampade a bassa pressione: queste lampade sono formate da un tubo di quarzo con un elettrodo a ciascun estremo; il tubo è di vetro di silice per avere la massima trasmissione di UV e contiene, oltre al mercurio, anche un gas inerte. Il mercurio viene introdotto in fase liquida e rimane tale anche durante l’uso della lampada stessa. Queste lampade sono le più diffuse sorgenti di radiazione germicida in quanto il mercurio ha una riga di risonanza a 253,7 nm, la lunghezza d’onda più efficace per l’inattivazione di virus e batteri (UVC). Variando le polveri fluorescenti utilizzate come rivestimento interno del tubo, queste lampade possono essere impiegate per illuminazione, oppure possono venire utilizzate come sorgenti di radiazione su una larga banda di UVA, con un picco a 360-370 nm. Le lampade a bassa pressione di Hg vengono utilizzate per la foto catalizzazione di polimerie essendo le più efficaci sorgenti di radiazione UVC, sono utilizzate per sterilizzare attrezzature.

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La radiazione ultravioletta viene inoltre utilizzata in numerose applicazioni mediche quali la fototerapia per la cura di numerose malattie della pelle (UVB e UVA nella psoriasi), fototerapia neonatale nei casi di ittero, osservazioni oftalmiche, polimerizzazione dentale. Notevole è inoltre la notevole diffusione delle lampade abbronzanti che dovrebbero emettere prevalentemente UVA. Infine, quantità di radiazioni UV non sempre trascurabili sono prodotte da varie fonti quali: lampade dei teatri di posa, luce nera delle discoteche, trappole elettroniche per insetti e, soprattutto per il loro uso comune, le lampadine alogene non schermate. Un tipo particolare di radiazione ottica è la luce laser che viene trattata in una sede a parte cui si rimanda.

EFFETTI SULL’UOMO E LIMITI DI ESPOSIZIONE

Effetti sull’uomo La radiazione ottica, interagendo con la pelle umana, da luogo a tre fenomeni dipendenti anche dalla lunghezza d’onda della radiazione incidente: riflessione, assorbimento e diffusione.

Gli effetti biologici determinati dalla radiazione ottica dipendono da due fenomeni essenziali: le reazioni fotochimiche e gli effetti termici, ovvero da una combinazione di questi due. Il trasferimento di energia alle varie strutture della pelle dipende dalla composizione istologica e dalla lunghezza d’onda della radiazione incidente.

Ad esempio, per quanto riguarda le radiazioni UV, le profondità di penetrazione variano secondo lo schema seguente.

La radiazione ottica viene assorbita dai diversi componenti dell’occhio in funzione della lunghezza d’onda secondo le seguenti percentuali:

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Radiazioni Ultraviolette Le radiazioni ultraviolette sono emesse da alcuni materiali portati alla temperatura di circa 2.500 K e oltre, attraverso il passaggio di stato energetico degli elettroni orbitali.

Il lontano UV (190-300nm), che è notevolmente assorbito dalle principali molecole biologiche, è mutageno; il vicino UV (300-380nm) che è assorbito da alcune molecole biologiche, non sembra essere mutageno. L’intervallo di energia è compreso fra 3,25 eV (a 380nm) e 123 eV (a 10nm). Da un punto di vista biologico, la transizione fra eccitazione e ionizzazione delle molecole si colloca intorno ai 100nm ( 12 eV). La parte non ionizzante dello spettro UV è anche classificata in: • regione della luce nera (da 400 a 300nm) ove, tra l’altro, l’UV induce il fenomeno della fluorescenza; • regione dell’eritema da (320 a 250nm); • regione germicida (da 280 a 220nm); • regione della produzione di ozono (da 230 a 170nm).

Un’altra classificazione prevede la distinzione in: • UV-A (da 315 a 400nm), • UV-B (da 280 a 315nm), • UV-C (da 200 a 280nm).

Effetti Biologici dell’UV Gli effetti biologici diretti della radiazione ultravioletta solare avvengono per lunghezze d’onda di circa 300nm ed oltre. Al di sotto di questa lunghezza d’onda la radiazione ultravioletta stessa è efficacemente filtrata dall’ozono presente nell’atmosfera: Questa radiazione assorbita, tuttavia, può contribuire ad alcuni effetti indiretti attraverso reazioni fotochimiche con inquinanti ambientali.

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Si ritiene generalmente che l’assorbimento della radiazione UV avvenga a livello delle macromolecole delle sostanze organiche, in particolare in corrispondenza degli amminoacidi aromatici delle proteine e delle basi puriniche e pirimidiniche degli acidi nucleici. Ad esempio, la tirosina e altri aminoacidi aromatici hanno il massimo assorbimento a 290nm, le pirimidine degli acidi nucleici a 265nm.

Gli effetti biologici della radiazione ultravioletta sull’uomo, considerata la sua scarsa capacità di penetrazione, interessano essenzialmente la pelle e l’occhio.

Cute In condizioni normali l’assorbimento della radiazione ultravioletta di lunghezza d’onda inferiore a 290nm è limitata all’epidermide. Tra 290 e 320nm, circa il 10% della radiazione incidente raggiunge il derma, mentre per le lunghezze d’onda superiori si può arrivare fino al 50% di assorbimento. L’assorbimento a livello dello strato superficiale dell’epidermide è dovuto alla presenza di scleroproteine. Per gli strati più profondi, quali quelli malpighiano e basale, oltre all’assorbimento della radiazione UV per la presenza di proteine, si avranno importanti effetti fotochimici per il coinvolgimento degli acidi nucleici. Una particolare azione protettiva viene svolta dai granuli di melanina che, avvolgendo il nucleo, lo difendono dall’UV mediante assorbimento o scattering della radiazione. Gli effetti immediati sulla pelle sono rappresentati dalle seguenti manifestazioni: • imbrunimento del pigmento già esistente, che sopravviene immediatamente dopo l’irradiazione e che è probabilmente determinato dall’ossidazione dei granuli di premelanina; • eritema, che consiste in una reazione vascolare della cute alla radiazione UV caratterizzata da vasodilatazione, aumento del flusso sanguigno, aumento della permeabilità vascolare, presenza di essudazione cellulare, in particolare di leucociti neutrofili.

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Accanto ad un eritema precoce di breve durata (1-2 ore) compare un eritema vero e proprio con un periodo di latenza di 2-10 ore e della durata di 1 o più giorni. Se l’irradiazione è particolarmente elevata potranno insorgere edema e vescicazione. E’ abbastanza ben definita la cosiddetta curva standard dell’eritema; sinteticamente si può affermare che 296,7nm rappresentano la lunghezza d’onda di maggiore efficacia biologica relativa; lunghezze d’onda più brevi o più lunghe possono provocare l’eritema ma saranno necessarie energie o potenze maggiori. Una terza modalità di reazione della pelle alle radiazioni UV è rappresentata da un aumento della pigmentazione, cioè la cosiddetta abbronzatura. In un primo momento il fenomeno è riconducibile ad una particolare diffusione della melanina nelle cellule della zona esposta, successivamente sopravviene anche una neoproduzione di granuli di pigmento. L’eritema e la pigmentazione cutanea possono insorgere anche per esposizioni all’UV inferiori a quelle necessarie per determinare l’eritema minimo percettibile, quando sussistono condizioni di fotosensibilizzazione. Questa condizione abnorme si evidenzia in alcune malattie idiopatiche come il lupus eritematoso e la porfiria o in seguito all’impiego di alcuni farmaci per uso topico o per via generale, ma dotati di termotropismo. Sono state descritte anche modificazioni della moltiplicazione cellulare, immediatamente dopo l’irradiazione, dimostrata fra l’altro attraverso l’impiego della timidina marcata a livello dello strato basale dell’epidermide. Sono inoltre noti effetti tardivi certi, di cui peraltro non è nota una relazione dose-effetto, insorgenti dopo una esposizione prolungata all’UV e consistenti in fenomeni degenerativi a carico del derma con diminuzione della elasticità tissutale per compromissione delle fibre elastiche. Sul piano clinico questa alterazione si estrinseca come “cutis rhomboidalis”. Di notevole interesse sono infine gli effetti cutanei di tipo stocastico, dimostrati sia negli animali da esperimento che nell’uomo e rappresentati essenzialmente da lesioni precancerose e cancerose. Tra le prime sono annoverabili la cheratosi solare, la lentigo maligna e, probabilmente, il cheratoacantoma.

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Tra i tumori maligni vanno considerati l’epitelioma basocellulare e quello spino cellulare che compaiono su cute scoperta con una incidenza che sembra aumentare con l’entità della irradiazione solare alla quale la popolazione è esposta, è inoltre accertata una analoga patogenesi per il melanoma: Si ritiene che lo spettro d’azione per la carcinogenesi sia compreso tra 280 e 320nm, attraverso un’azione diretta sul DNA o mediante eventuale attivazione di virus potenzialmente oncogeni intracellulari . Questo aspetto è di particolare rilievo nel caso dell’herpes virus tipo 2, già considerato primitivamente oncogeno. Al riguardo sono noti fattori predisponenti o co-carcinogenetici, quali la scarsa pigmentazione cutanea, l’uso di sostanze o farmaci foto tossici come il metossipsoralene, che sperimentalmente ha determinato un incremento di tumori cutanei in animali da laboratorio; vanno inoltre ricordati gli effetti esercitati dalla luce sullo xeroderma pigmentoso, rara affezione ereditaria di tipo recessivo.

Occhio Accanto alla cute, l’altro organo critico delle radiazioni UV è, come già detto, l’occhio. La gran parte delle radiazioni UV fino a 320nm è assorbita dalla cornea e dalle strutture circostanti (sclera e congiuntiva) con un massimo di effetto sulla cornea a 288nm, mentre soltanto radiazioni di lunghezza d’onda superiore a 300nm possono penetrare nella camera anteriore e forse anche nel cristallino. Per l’occhio la cornea è sede del danno più precoce: la foto cheratite compare quasi immediatamente e il periodo di latenza è inversamente proporzionale alla quantità di energia assorbita, comunque normalmente non si registrano lesioni permanenti. Come per l’eritema, è stata determinata la minima dose necessaria perché si abbia foto cheratite che corrisponde, per unità comprese fra 265 e 275nm, a circa 4 mJ/cm2. Obbiettivamente si reperta eccessiva lacrimazione, irritazione e congestione della congiuntiva, esfoliazione della superficie corneale, spasmo ciliare e blefarospasmo .

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Questa sintomatologia suole manifestarsi dopo una latenza da 2 a 24 ore dall’esposizione e la sua durata è di 1-5 giorni. L’eccessiva esposizione alla luce solare riflessa dalla neve o a radiazioni emesse in alcuni tipi di saldatura può provocare lo stesso quadro clinico, noto, in tal caso, come oftalmia da neve e flash del saldatore. Di quale interesse è il fenomeno della fluorescenza indotto dalla luce nera ( 360nm) sul cristallino che può produrre una sorta di “nebbia interna” che può interferire con l’acuità visiva. L’effetto è immediato, transitorio e cessa con il cessare dell’esposizione.

Aumentando la dose di radiazione si verificano, successivamente alla Foto cheratite, congiuntivite, lacrimazione, fotofobia e blefarospasmo.

La sintomatologia relativa si mantiene per circa 24 ore per poi regredire lentamente, comunque l’occhio, non sviluppando alcun meccanismo di difesa, rimane perennemente sensibile ai rischi dovuti a radiazione ultravioletta.

Il cristallino risulta interessato soprattutto nell’esposizione cronica a radiazioni con compresa fra 290 e 320nm; il danno si manifesta sotto forma di opacità lenticolari, evidenti dopo un periodo di latenza compreso fra pochi giorni e molti mesi è può risultare irreversibile in seguito a esposizioni ripetute, anche di bassa intensità.

Tra gli effetti tardivi certi va quindi annoverata la cataratta “fotochimica” che può risultare da una esposizione cronica di alta densità a radiazioni appartenenti all’UVA.

Per quanto concerne gli effetti di tipo statistico non è stata sinora accertata la possibilità di induzione da parte degli UV di tumori della camera anteriore dell’occhio, in particolare del melanoma. Di quale interesse può tuttavia essere l’osservazione che il melanoma dell’iride compare pressoché esclusivamente negli occhi chiari.

Un approccio pratico al problema della protezione sanitaria si basa sulla individuazione di soglie di danno, per ogni singolo organo critico, alle quali applicare opportunamente i fattori di sicurezza necessari per pervenire alla definizione dei limiti di esposizione.

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Sono numerose le unità e le equivalenze biologiche proposte per la caratterizzazione proteximetrica delle radiazioni UV: la Dose Eritema Minima (MED), il Minimo Eritema Percettibile (MPE), L’Unità Eritema (EU), l’Unità Germicida (GU), la Dose Sub vescicolare (SVD). In linea Generale si fa riferimento alla MED, intesa come la più breve esposizione capace di produrre dopo 8 ore un arrossamento appena percettibile e che scompare entro 24 ore. La MED, basata sulla curva standard per l’eritema, è dell’ordine di 30 mJ/cm2 con un range che va da mJ/cm2, per cute chiara, a 50 mJ/cm2 per cute di tonalità bruna. Per quanto concerne gli effetti sulla cornea la soglia ponderata per la reazione cheratitica è di 15 mJ/cm2.

In sintesi quindi gli effetti della radiazione ultravioletta sono i seguenti Effetti a breve termine (ore, giorni): § Pigmentazione immediata; § Ispessimento della pelle (strato corneo); § Pigmentazione vera (abbronzatura); § Induzione di eritema e, nei casi più gravi, ustioni di 1° e 2° grado; § Effetti foto tossici o foto allergici (in combinazione con altri fattori): § Congiuntivite e cheratite (infiammazione della cornea), estremamente dolorosa.

Effetti a lungo termine (mesi, anni):

§ Invecchiamento precoce della pelle che rappresenta un effetto certo in quanto è espressione di un danno cumulativo indotto da esposizione prolungata;

§ Effetti probabilistici che si manifestano quindi solo in una percentuale degli esposti; - carcinoma baso cellulare (più frequente); - carcinoma spino cellulare (meno frequente); - melanoma maligno (più raro, ma più grave).

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La sensibilità alla radiazione ultravioletta è però strettamente correlata a diversi parametri difficilmente quantificabili, quali la sensibilità individuale e la gradazione del colore della pelle, nonché il sesso e l’età:

E’ stato appurato che la minima dose di radiazione (MED = minimal erithemal dose) necessaria perché in europeo “standard” si verifichi eritema corrisponde a circa 10mJ/cm2 con λ di 240 – 290nm.

Anche se nel derma le UVB penetrano in misura minore di 1/3 delle UVA, le UVB sono di circa 20-50 volte più efficienti delle UVA nell’indurre l’invecchiamento della pelle e di circa 1.000 volte più efficaci per quanto riguarda eritema, abbronzatura e carcinoma.

Il corpo umano dispone di meccanismi di difesa contro l’eritema quali la formazione e migrazione di granuli di melanina verso gli strati più esterni della pelle che, scurendosi, presenta una barriera protettiva che impedisce danni negli strati più profondi.

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Fototipo Caratteristiche Fenotipiche Reazioni della pelle Med(UVB) (MJ/CM2)

I Pelle bianco-latte; occhi Si scotta sempre facilmente e 15 - 30 azzurri e lentiggini in modo grave(scottatura dolorosa), non si abbronza mai e si desquama.

II Pelle bianca; capelli rossi o Si scotta sempre facilmente e 25 - 35 biondi; occhi azzurri,castani o in modo grave (scottatura marroni. dolorosa), si abbronza poco e si desquama.

III Pelle chiara (caucasici) Si arrossa moderatamente e 30 - 50 si abbronza gradualmente (abbronzatura leggera).

IV Pelle leggermente marrone; Si arrossa pochissimo, si 45 – 75 capelli castano-scuri; occhi abbronza facilmente e al scuri ( mediterranei, mongoli, disopra della media e mostra orientali, latinoamericani) reazioni immediate di inscurimento in seguito ad ogni esposizione.

V Pelle marrone scuro Si arrossa raramente, si 60 – 90 (amerindi, indiani) abbronza facilmente e intensamente e mostra reazioni immediate di inscurimento in seguito ad ogni esposizione

VI Pelle marrone scuro (africani, Si abbronza intensamente 100 - 120 afroamericani, senza arrossarsi e mostra reazioni immediate di aborigeni australiani) inscurimento in seguito ad ogni esposizione

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Limiti di esposizione

Esistono dei valori limite di soglia (TLV) per l’esposizione professionale alla radiazione ultravioletta proposti dalla American Conference of Governamental Industrial Hygienist (ACGIH), sottoscritti dal National Institute for Occupational Safety and Healt (NIOSCH) e adottati anche in Italia.

I TLV rappresentano i limiti al di sotto dei quali la maggior parte dei lavoratori può essere esposta senza danno per la pelle non protetta e per gli occhi.

Per lunghezze d’onda comprese tra 320 e 400nm, l’irradianza totale che colpisce l’occhio non deve superare 1 mW/cm2 per periodi superiori a 103 sec (pari a circa 16 minuti) e 1 J/cm2 per un tempo inferiore.

Per quanto riguarda le lunghezze d’onda inferiori, l’irradianza effettiva di una sorgente a banda larga, rispetto al picco di maggiore efficacia spettrale relativa, si calcola secondo la seguente formula:

. . . Eeff = Σ Ελ Sλ ∆λ

2 Eeff = irradianza effettiva (W/cm )

Ελ = irradianza spettrale (W/cm2 . nm)

Sλ = Efficacia spettrale relativa (adimensionale)

∆λ = Larghezza di banda (nm)

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λ(NM) TLV (MJ/CM2) Sλ

200 100 0,03

210 40 0,075

220 25 0,012

230 16 0,19

240 10 0,30

250 7,0 0,43

254 6,0 0,50

260 4,6 0,65

270 3,0 1,0

280 3,4 0,88

290 4,7 0,64

300 10 0,30

305 50 0,06

310 200 0,015

315 1.000 0,003

Per calcolare il tempo massimo di esposizione a radiazioni UV incidenti sulla pelle o sull’occhio non protetti, si deve dividere il TLV relativo alla lunghezza d’onda di 270nm

2 (0,003 J/cm ) per Εeff.

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Esposizioni giornaliere tollerabili alle radiazioni UV

2 Durata esposizione Εeff (µ W/CM )

8 ore 0,1

4 ore 0,2

2 ore 0,4

1 ora 0,8

30 min. 1,7

15 min. 3,3

10 min. 5

5 min. 10

1 min. 50

30 sec. 100

10 sec. 300

1 sec. 3.000

0,5 sec. 6.000

0,1 sec. 30.000

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Merita precisare che i limiti di esposizione stabiliti dall’ACGIH sono applicabili nelle seguenti condizioni:

• si riferiscono alle radiazioni ultraviolette nell’ambito spettrale da 200 a 400nm e rappresentano livelli di esposizione ai quali la quasi totalità dei lavoratori può essere esposta in maniera continuativa senza danno;

• non debbono essere utilizzati per la luce laser nell’ultravioletto e per tempi di esposizione inferiori a 0,1 s;

• non sono validi per i soggetti fotosensibili e per i soggetti contemporaneamente esposti ad agenti foto sensibilizzanti;

• non rappresentano una linea di confine tra livelli sicuri e livelli di danno, ma debbano essere utilizzati come criteri indicativi nel controllo dell’esposizione alle sorgenti di UV;

• individui con cute “abbronzata” possono tollerare livelli maggiori di esposizione della pelle senza effetti eritematosi. Tuttavia tale condizione può non proteggere contro il rischio di cancro cutaneo.

Per quanto concerne i mezzi di protezione individuale è necessario prevedere l’adozione di occhiali o schermi protettivi per gli occhi, schermi per il viso, indumenti protettivi, creme o lozioni cosiddette “antisolari”. Tali mezzi protettivi sono indicati soprattutto per esposizioni a lunghezze d’onda inferiori a 320nm.

E’ infine necessario prevedere misure di igiene ambientale nei riguardi dell’ozono e dei gas nitrosi che vengono a prodursi, quali effetti indiretti delle radiazioni UV, in particolari condizioni, soprattutto in numerosi processi di saldatura.

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Radiazione infrarossa Lo spettro della radiazione infrarossa (da 750nm fino a 1 mm) è generalmente suddiviso in:

- vicino infrarosso (750-3.000nm);

- infrarosso intermedio (3.000-30.000nm);

- lontano infrarosso (30.000nm – 1 mm).

Ai fini foto biologici si distingue invece in:

- IRA (780-1.400nm);

- IRB (1.400-3.000nm);

- IRC (3.000nm – 1 mm).

Le maggiori fonti di rischio da IR si realizzano nel settore lavorativo, come nel caso degli altiforni, della fusione dei metalli e del vetro, nell’uso dell’arco elettrico. Altre applicazioni riguardano gli usi medici, domestici, militari e in altri settori (astronomia, fotografia, chimica ecc.) .

Il meccanismo d’azione degli IR è essenzialmente di natura termica: infatti, l’energia fotonica connessa all’emissione e nell’infrarosso, inferiore a 1,5 eV, non è capace di influenzare in senso fotochimico i sistemi biologici, con conseguente degradazione dell’energia in calore.

La maggior parte dei tessuti biologici sono considerati opachi a radiazioni di lunghezze d’onda superiori a 1.500nm, in relazione al loro pressoché completo assorbimento da parte dell’acqua. Per quanto riguarda la pelle è stato osservato che oltre i 1.500nm gli IR interessano gli strati epidermici più superficiali; da 750 a 1.300nm, e con un massimo a 1.100nm, il 20% circa dell’energia incidente sullo strato corneo raggiunge il derma fino ad una profondità di circa 5 mm.

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Tale assorbimento può aumentare in condizioni di maggiore pigmentazione.

I principali effetti avuto sulla pelle degli IR di lunghezza d’onda minore (inferiore a 1.500nm) possono provocare ustioni acute, vasodilatazione del letto capillare, aumento della pigmentazione che può persistere anche per lungo tempo.

Per quanto concerne gli effetti da esposizione cronica della pelle ad alte intensità di IR, la manifestazione eritematosa dovuta alla vasodilatazione può diventare permanente. Nel caso particolare delle palpebre, esposizioni ripetute a basse intensità, e comunque tali da non indurre ustioni cutanee, possono provocare l’insorgenza di una blefarite cronica.

Il calore prodotto sulla pelle dalla radiazione infrarossa incidente può essere dissipato in varia misura attraverso la circolazione sanguigna o mediante i meccanismi di evaporazione. Nell’occhio, invece, tali meccanismi non sono attuabili o quanto meno sono ridotti e limitati alle strutture più superficiali. Ciò, unitamente alla considerazione dell’azione focalizzatrice del cristallino e degli altri mezzi diottrici, rende ragione dell’alto grado di vulnerabilità dell’occhio stesso nei confronti delle radiazioni IR.

La cornea è altamente trasparente alle lunghezze d’onda da 750 a 1.300nm mentre è del tutto opaca a partire da 2.00nm. Di notevole interesse sono gli studi sperimentali sulla determinazione delle soglie di danno.

La soglia di danno corneale è stata individuata a 7,6 J/cm2 per lunghezze d’onda da 880 a 1.100nm ed a 2,8 J/cm2 da 1.200 a 1.700nm: ciò in accordo con le caratteristiche di trasmissione ottica della cornea. Per i livelli energetici elevati si istaura una distruzione dell’epitelio corneale ed una opacità per coagulazione delle proteine dello stroma con compromissione delle funzione visiva.

L’iride è invece vulnerabile alle lunghezze d’onda alle quali la cornea è trasparente e cioè al di sotto dei 1.300nm. La soglia di danno dell’iride è 4,2 J/cm2, per una sorgente che emetta essenzialmente tra 800 e 1.100nm; tale soglia iridea richiede una energia incidente sulla cornea pari a 10,8 J/cm2.

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Non sono disponibili osservazioni relative ad effetti cronici sulla cornea e sull’iride per esposizione subliminali all’infrarosso.

Gli effetti sulla retina vengono determinati da lunghezze d’onda nel vicino infrarosso, inferiori a 1.400nm. Ustioni retiniche di 1 mm di diametro sono state sperimentalmente provocate con densità di potenza da 20 a 40 W/cm2 e per esposizione della durata di 0,1 s. Considerando un diametro pupillare di 5 mm, la dose corneale dovrebbe essere, in questo caso, di circa 1 J/cm2.

Gli effetti lesivi dell’infrarosso sul cristallino sono noti da molti anni con varie denominazioni, quali cataratta dei soffiatori di vetro, cataratta da energia radiante, ecc. In passato il meccanismo patogenetico della cataratta veniva riferito all’azione diretta e specifica sul cristallino di IR di lunghezze d’onda comprese fra 800 e 1.200nm; in epoca più recente, invece, l’azione catarattogena degli IR è stata attribuita all’aumento della temperatura del cristallino risultante dal calore prodotto nell’iride dall’assorbimento dell’IR.

Sono disponibili alcuni dati sperimentali sulle dosi capaci di indurre opacità lenticolari. E’ stato infatti osservato che una dose corneale di radiazione infrarossa di 7,6 J/cm2 nell’area pupillare del coniglio può produrre una modesta opacità del cristallino reversibile sulla regione sub capsulare anteriore. Tuttavia non è ancora possibile definire adeguatamente i livelli di energia di IR capaci di provocare la cataratta, anche se l’ACGIH propone indicativamente il valore di 10 mW/cm2 come limite di esposizione per evitare la catarattogenesi.

Patogenesi del danno del cristallino

L’ipotesi attualmente più accreditata è quella in cui ad un iniziale riscaldamento della cornea, per un conseguente processo di conduzione del calore, si ha un riscaldamento del cristallino che, a sua volta, sta alla base dei successivi processi degenerativi.

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Le osservazioni “storiche” della cataratta dei soffiatori di vetro sono caratterizzate dai seguenti punti:

• Appare in generale molto tardivamente, comunque non prima di una dozzina d’anni di esposizione;

• Inizia dal polo posteriore (cataratta polare posteriore) e progredisce molto lentamente;

• La lesione più caratteristica è quella della cristalloide e consiste in una specie di sdoppiamento della cristalloide stessa in due foglietti di cui quello profondo resta intatto, mentre quello superficiale si stacca, rimanendo aderente per un bordo al polo anteriore del cristallino, mentre l’altro bordo, più o meno accartocciato, è mobile nell’acqueo.

Le ipotesi più moderne in merito alla “cataratta dei soffiatori di vetro” (studi 1985 – 1995) considerano due teorie contrapposte: la prima ipotizza (in accordo con le “osservazioni storiche”) esclusivamente una cataratta sottocapsulare, la seconda, più recente, ritiene possibili tutti i tipi di cataratta:

§ Sottocapsulare;

§ Corticale;

§ Nucleare.

Si realizza in pratica un effetto accelerante sulla cataratta senile, come è evidenziato in un recente lavoro di M.N. & al.; (Venezia 1993) su “ Lavorazione a mano del vetro e lesioni oculari da energie raggianti”:

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Strutture del Cristallino Esposti Non esposti

80 62

Segmento anteriore

Iperemia e/o flogosi congiuntivale 32 (40%) 7 (11,3%)

Altre patologie 13 (16,2%) 3 (4,8%)

Alterazioni assenti 35 (43,8%) 52 (83,9%)

Cristallino

Alterazioni presenti 45 (56,2%) 29 (46,8%)

Alterazioni assenti 35 (43,8%) 33 (53,2%)

Fundus oculi

Alterazioni presenti 13 (16,2%) 4 (6,4%)

Alterazioni assenti 67 (83,8%) 58 (93,6%)

Nelle conclusioni del suddetto lavoro veniva evidenziato in particolare: § Esposizione a UV trascurabile; § Bassa polverosità ambientale: § Aumento di frequenza di irritazioni congiuntivali; § Incremento delle alterazioni del cristallino. I dati sono stati inoltre valutati come particolarmente significativi considerando:

§ Età = 37,3 ± 10,8

§ Anzianità lavorativa = 13 ± 9,3

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I dispositivi di protezione individuali

I DPI devono poter assorbire o riflettere la maggior parte dell’energia irradiata nelle lunghezze d’onda nocive, senza per ciò alterare in modo eccessivo la trasmissione della parte non nociva dello spettro visibile, la percezione dei contrasti e la distinzione dei colori qualora le condizioni prevedibili di impiego lo richiedano. Le lenti inoltre non devono deteriorarsi o perdere le loro proprietà e devono essere indicate le curve di trasmissione che consentano di scegliere il DPI più appropriato tenendo conto di fattori inerenti alle condizioni effettive di impiego, ad esempio della distanza rispetto alla sorgente e della distribuzione spettrale dell’energia irradiata a tale distanza.

Il medico competente deve collaborare nella scelta dei dispositivi di protezione individuale, tenendo conto dei risultati delle visite preventive e periodiche, soprattutto per quanto riguarda eventuali difetti visivi o particolari condizioni di iper suscettibilità:

Il datore di lavoro deve inoltre provvedere affinché i lavoratori partecipino periodicamente ad idonei corsi di informazione e formazione sia sui rischi specifici cui sono esposti e sulla prevenzione degli, sia per l’addestramento all’uso del DPI.

Si riportano a titolo di esempio i dispositivi di protezione individuale previsti per i lavori di “fusione e fucinatura”: elmetti, occhiali o visiere ininfiammabili; tappi o cuffie; guanti, grembiuli, manicotti; giubbe e pantaloni, grembiuli corazzati, gambali, uose (cuoio, tela ignifuga, materiale termoisolante); scarpe corazzate e a rapido sfilamento.

Il D.M. 2 maggio 2001 (in G.U. 8 settembre 2001, n.209, supplemento ordinario), “Criteri per l’individuazione e l’uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI)” precisa che “viste le norme UNI EN 169 (1993), UNI EN 170 (1993) e UNI EN 171 (1993) concernenti DPI per la protezione degli occhi (…) 1. Sono approvati i criteri per l’individuazione e l’uso di DPI relativi (…) c) alla protezione degli occhi (…) iii) filtri per radiazioni infrarosse, come riportati nell’Allegato 3 del presente decreto”.

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ALLEGATO 3 AL D.M. 2 MAGGIO 2001

UNI EN 171 (1993)

FILTRI INFRAROSSI

REQUISITI DI TRASMISSIONE E UTILIZZAZIONI RACCOMANDATE

Guida per la selezione e l’uso

Per la protezione da radiazioni infrarosse, i filtri devono essere selezionati fra quelli classificati con il numero di codice 4 (vedere prospetto II).

Quando il livello della radiazione né molto alto, sono raccomandati per la protezione da IR filtri che presentano una superficie con trattamento di riflessione in quanto la riflessione della radiazione IR provoca un minore aumento della temperatura del filtro.

Prospetto II

Designazione e applicazioni tipiche

N. di graduazione Applicazione tipica in termini di temperature medie °C

4 – 1,2 Fino a 1050

4 – 1,4 1070

4 – 1,7 1090

4 – 2,0 1110

4 – 2,5 1140

4 – 3 1210

4 – 4 1290

4 – 5 1390

4 – 6 1500

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4 – 7 1650

4 – 8 1800

4 – 9 2000

4 – 10 2150

Per quanto riguarda i segnali di pericolo (D.Lgs. n. 493/1996, art.2), quando risultano i rischi che non possono essere evitati o sufficientemente limitati con misure, metodi, o sistemi di organizzazione del lavoro, o con mezzi tecnici di protezione collettiva, il datore di lavoro deve utilizzare la segnaletica di sicurezza.

Va usato il cartello di 2 Protezione obbligatoria degli occhi”

Se necessario utilizzare il cartello “ Fonti di calore”

Sarebbe utile utilizzare il cartello di “Pericolo generico” descrivendo il rischio

Esposizione a IR e gravidanza

Il D.Lgs. n. 645/1996, all’art.4, ha puntualizzato l’obbligo di valutare i rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici gestanti, puerpere e in periodo di allattamento fino a sette mesi dopo il parto. Tra i rischi considerati, sono esplicitamente indicate le radiazioni non ionizzanti e le sollecitazioni termiche (v. D.Lgs n. 645/1996, allegato I, rispettivamente lettere e ed f. Pertanto qualora i risultati della valutazione rivelino un rischio per la sicurezza e la salute delle lavoratrici suddette, il datore di lavoro adotta le misure necessarie affinché l’esposizione al rischio delle lavoratrici stesse sia evitata, modificandone temporaneamente le condizioni o l’orario di lavoro (v. D.Lgs. n. 645/1996, art. 5, comma 1).

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Radiazione visibile Come già riferito, la radiazione visibile è costituita da radiazioni elettromagnetiche di lunghezza d’onda convenzionalmente compresa fra i 400 e i 760nm. La luce è bianca allorché vi è la contemporanea presenza di tutte le varie lunghezze d’onda che compongono lo spettro.

La scomposizione spettrale effettuata con un prisma trasparente permette di scindere le diverse frequenze elementari: si hanno le varie sensazioni cromatiche che vanno dal violetto (400nm) al rosso (700nm) passando per il blu verde (500nm) e il giallo arancio (&00nm).

Una sorgente di luce emette radiazioni tendenti al violetto quando la sua temperatura è più elevata (legge di Wien) e la quantità di energia irradiata cresce più rapidamente con l’elevarsi della temperatura (legge di Stefan): la sensazione luminosa, quindi, è proporzionale alla potenza associata alla radiazione. Il massimo della visibilità per la visione diurna o fotopica si ha nella regione di transazione tra il verde e il giallo; per la visione notturna o scotopica il massimo della visibilità si registra per lunghezze d’onda inferiori, ma sempre nella regione del verde. Va sottolineato che ciò che abbiamo chiamato visibilità viene definita come una grandezza (lunghezza d’onda) che può essere trattata quantitativamente e costituisce l’aggancio tra il fenomeno fisico e la sensazione prodotta.

Effetti biologici dell’esposizione a luce visibile

Per quanto riguarda l’occhio, i fenomeni foto biologici possono essere cosi descritti: le radiazioni ottiche nel visibile raggiungono la retina, subendo processi di focalizzazione. Il danno retinico derivante della visione di una sorgente intensa di luce a banda larga può essere indotto da un meccanismo termico o fotochimico: il primo prevale nelle esposizioni di breve durata, il secondo predomina nelle esposizioni più lunghe;

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Le radiazioni ottiche appartenenti alla porzione blu della regione del visibile risultano le più efficaci per i disturbi retinici di natura fotochimica: il fenomeno è comunemente chiamato “danno da luce blu”. I tessuti oculari assorbono le radiazioni in maniera differente, in funzione della loro lunghezza d’onda: si può affermare che la retina è sensibile al danno della luce blu (400 – 500nm), il cristallino a quello dell’UV prossimo, la cornea è vulnerabile ai raggi UVC.

La quantità di radiazioni assorbite dall’occhio varia in relazione all’età dell’individuo. Infatti il cristallino , che costituisce il principale fattore di protezione contro le radiazioni a bassa lunghezza d’onda, invecchiando diviene meno trasparente e quindi più efficace nell’assorbire la radiazioni. Quando la luce è troppo intensa l’occhio utilizza sistemi naturali di protezione, quali l’ammiccamento palpebrale, le modifiche del diametro pupillare, il cristallino e i pigmenti retinici. Le patologie retiniche per le quali è stata dimostrato con certezza un coinvolgimento della luce blu nell’induzione o nella progressione del danno sono:

• edema maculare cistoide,

• la retinopatia solare (legata non ad effetti termici, come si riteneva in passato, ma a meccanismi di natura fotochimica),

• i melanomata (i piccoli addensamenti di pigmento),

• le discromie maculari (retinite maculare),

• la degenerazione maculare legata all’età.

L’aumento della temperatura si accresce se l’esposizione si prolunga, ma non in maniera sostanziale, visto che il calore prodottosi viene smaltito dalla circolazione coroidale. E’ possibile che l’aumento della temperatura favorisca l’insorgenza del danno fotochimico; quest’ultimo è prodotto principalmente da radiazioni di lunghezza d’onda breve: la retina è in qualche modo protetta dalla xantofilla che, non è solo capace di assorbire l’UV ed il visibile di breve lunghezza d’onda, ma anche di proteggere dai danni attivati dall’ossigeno.

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Si ritiene che ci siano due classi di danno fotochimico alla retina:

• il danno di tipo 1 si verifica dopo lunghe esposizioni (ore o giorni) irradianze non elevate e si manifesta inizialmente su ampie zone della retina a livello dei fotorecettori. Questo tipo di lesione può tradursi in una cecità per i colori: alcuni autori hanno osservato che gli oculisti che lavorano molto con l’argon-laser (verde - blu) sviluppano un’alterazione della visione dei colori (tritanomalia);

• Il danno di tipo 2 richiede esposizioni di più breve durata ma di elevata irradianza. La lesione è più localizzata e per queste irradianze il pigmento visivo è sbiancato ed allontanato dai fotorecettori verso l’epitelio pigmentato. Il danno aumenta con il ridursi della lunghezza d’onda della luce (“danno da luce blu”); gli enzimi mitocondriali si rigonfiano precocemente e possono agire da sensibilizzatori. Il fenomeno è potenziato dall’iperossiemia. Il danno è massimo al centro (macula), probabilmente perché questa area è investita da una quantità maggiore di radiazioni per motivi ottici.

La degenerazione maculare dovuta all’età, alla quale partecipa l’esposizione alla luce, avviene più rapidamente negli strati esterni della macula, a livello delle cellule pigmentate e dei coni e bastoncelli adiacenti.

Per quanto riguarda l’esposizione della cute alle radiazioni nella regione del visibile, non sono descritte alterazioni patologiche di rilievo, ad eccezione delle fotodermatosi. Esse si distinguono in:

• mediante non allergiche (da meccanismo foto tossico per via esogena da contatto o endogena sistemica: luciti acute e croniche che rimangono circoscritte alle zone esposte e guariscono facilmente con l’eliminazione della luce o dell’agente foto sensibilizzante);

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• mediante allergiche (eczema foto allergico da contatto con numerosi composti chimici o fotoapteni, con interessamento anche di sedi non foto esposte e con tendenza alle cronicizzazioni e a temibile evoluzione eritrodermica). Dopo la guarigione di queste forme, residua una condizione generica di fotosensibilità.

L’unico organo realmente suscettibile di danno da radiazione visibile, quindi, è l’occhio in quanto, per questa lunghezza d’onda non vi è alcun assorbimento da parte dei vari mezzi diottrici dell’occhio stesso. Le lesioni più frequenti per esposizione a sorgenti intese sono iriti e blefariti. Recentemente è stato dimostrato che la radiazione ottica nella banda 400 – 500nm, particolarmente la riga 405nm del Hg (viola – presente nelle lampade fluorescenti), per esposizioni prolungate può produrre alterazioni genetiche.

L’HCGIH ha proposto anche del TLV per le radiazioni visibili e nell’immediato infrarosso con lunghezze d’onda comprese tra 400nm e 1.400nm che comunque vanno usati come guida e non come linea di demarcazione tra livello di sicurezza e di pericolo.

Per quanto riguarda la radiazione infrarossa, al fine di evitare possibili effetti cronici sul cristallino, l’esposizione deve essere inferiore a 10 mW/cm2.

Il TLV per l’esposizione professionale alla luce bianca si ritiene non superato se la luminanza è inferiore a 1 cd/cm2 (1 sb); per luminanze superiori esistono delle formule che tengono conto di vari rischi (afachia, ustione, luce blu) in funzione delle diverse lunghezze d’onda.

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VALUTAZIONE DEI RISCHI (ART. 216, D.LGS. N. 81/2008) Nell’ambito della valutazione dei rischi già prevista dall’art. 181 del D.Lgs. n. 81/2008 e riguardante tutti rischi fisici, il datore di lavoro valuta e, quando necessario (quando ritiene cioè che possano essere raggiunti i valori limite) misura e/o calcola i livelli delle radiazioni ottiche a cui possono essere esposti i lavoratori. La metodologia seguita nella valutazione nella misurazione e/o nel calcolo per quanto riguarda le radiazioni incoerenti, rispetta le raccomandazioni della Commissione internazionale per l’illuminazione (CIE) e del Comitato europeo di normazione (CEN). Nelle situazioni di esposizione che esulano dalle suddette norme e raccomandazioni, e fino a quando non saranno disponibili norme e raccomandazioni adeguate dell’Unione europea, il datore di lavoro adotta le buone prassi individuate od emanate dalla Commissione consultiva permanente per la prevenzione degli infortuni e per l’igiene del lavoro o, subordine, linee guida nazionali o tiene conto dei dati indicati dai fabbricanti delle attrezzature, se contemplate da pertinenti direttive comunitarie di prodotto. In occasione della valutazione dei rischi per esposizione a radiazione ottica incoerente, il datore di lavoro deve prestare attenzione ai seguenti elementi: • il livello, la gamma di lunghezze d’onda e la durata dell’esposizione a sorgenti artificiali di radiazione ottiche, in considerazione dei diversi effetti e della diversa efficacia connessi a tali invariabili; • I valori limite di esposizione previsti dall’articolo 215; • Qualsiasi effetto sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori appartenenti gruppi particolarmente sensibili al rischio; • qualsiasi eventuale effetto sulla salute r sulla sicurezza dei lavoratori risultante dalle interazioni sul posto di lavoro tra le radiazioni ottiche e le sostanze chimiche foto- sensibilizzanti; • qualsiasi effetto indiretto come l’accecamento temporaneo, le esplosioni o il fuoco; • l’esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre i livelli di esposizione alle radiazioni ottiche artificiali;

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• la disponibilità di azioni di risanamento volte a minimizzare i livelli di esposizione alle radiazioni ottiche artificiali; • per quanto possibile, informazioni adeguate raccolte nel corso della sorveglianza sanitaria, comprese le informazioni pubblicate; • sorgenti multiple di esposizione alle radiazioni ottiche artificiali; • le informazioni fornite dai fabbricanti delle sorgenti di radiazioni ottiche e delle relative attrezzature di lavoro in conformità delle pertinenti direttive comunitarie. Il datore di lavoro nel documento di valutazione dei rischi deve precisare le misure adottate previste dagli articoli 217 e 218.

Riduzione dei rischi (art. 217, D.Lgs. n. 81/2008) Qualora in esito alla valutazione dei rischi si evidenzi che i valori limite d’esposizione possano essere superati, il datore di lavoro definisce e attua un programma d’azione che comprende misure tecniche e/o organizzative destinate ad evitare che l’esposizione superi i valori limite, tenendo conto in particolare: • di altri metodi di lavoro che comportano una minore esposizione alle radiazioni ottiche; • della scelta di attrezzature che emettano meno radiazioni ottiche, tenuto conto del lavoro da svolgere; • delle misure tecniche per ridurre l’emissione delle radiazioni ottiche, incluso, quando necessario, l’uso di dispositivi di sicurezza, schermatura o analoghi meccanismi di protezione della salute; • degli opportuni programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro, dei luoghi e delle postazioni di lavoro; • della progettazione e della struttura dei luoghi e delle postazioni di lavoro; • della limitazione della durata e del livello dell’esposizione; • della disponibilità di adeguati dispositivi di protezione individuale; • delle istruzioni del fabbricante delle attrezzature.

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Queste misure preventive devono in particolare essere adattate alle esigenze dei lavoratori appartenenti a gruppi particolarmente sensibile al rischio. Inoltre i luoghi di lavoro in cui i lavoratori potrebbero essere esposti livelli di radiazioni ottiche che superino i valori limite di esposizione devono essere indicati con un’apposita segnaletica. Dette aree sono inoltre identificate e l’accesso alle stesse è limitato, laddove ciò sia tecnicamente possibile. Pertanto, per una prevenzione e protezione da radiazione ottica (UV e IR sempre, visibile se intensa) in ambienti di lavoro si consiglia:

• che l’accesso in locali dove sono presenti sorgenti di radiazione ottica sia vietato ai non addetti; • che siano posti segnali di pericolo indicanti la presenza di radiazione ottica, con ulteriore presenza di spia luminosa se la sorgente è in funzione; • che il tempo nei pressi della sorgente sia limitato al minimo; • che la distanza dell’operatore dalla sorgente sia la massima possibile; • che durante i lavori di manutenzione della sorgente si provveda allo spegnimento automatico della lampada; • che tutti i lavoratori esposti siano dotati di idonei dispositivi di protezione individuale (DPI) quali occhiali o schermi idonei per la lunghezza d’onda presente; • che tutti gli operatori interessati siano informati sulla possibilità ed entità del rischio; • che tutti gli operatori interessati ricevano adeguati corsi di formazione.

Per quanto riguarda i segnali di pericolo, quando risultano rischi che non possono essere evitati o sufficientemente limitati con misure, metodi, o sistemi di organizzazione del lavoro, o con mezzi tecnici di protezione collettiva, il datore di lavoro deve utilizzare la segnaletica di sicurezza, in particolare va usato il cartello di “Protezione obbligatoria degli occhi”.

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I dispositivi di protezione individuale devono poter assorbire o riflettere la maggior parte dell’energia irradiata nelle lunghezze d’onda nocive, senza per ciò alterare in modo eccessivo la trasmissione della parte non nociva dello spettro visibile, la percezione dei contrasti e la distinzione dei colori qualora le condizioni prevedibili di impiego lo richiedano. Le lenti inoltre non devono deteriorarsi o perdere le loro proprietà e devono essere indicate le curve di trasmissione che consentano di scegliere i dispositivi più appropriati tenendo conto di fattori inerenti alle condizioni effettive di impiego, ad esempio della distanza rispetto alla sorgente e della distribuzione spettrale dell’energia irradiata a tale distanza. Il medico competente deve inoltre collaborare con il datore di lavoro nell’organizzazione di periodici idonei corsi di informazione e formazione, dedicando particolare attenzione ad evidenziare i rischi per la salute connessi all’esposizione alla radiazione ottica, soprattutto quelli inerenti le lunghezze d’onda presenti nel ciclo lavorativo.

Sorveglianza Sanitaria (art. 218, D.lgs. n. 81/2008) I lavoratori che risultino esposti a radiazione ottica, così come evidenziato dalla valutazione dei rischi trasmessa dal datore di lavoro, devono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria periodicamente, di norma una volta l’anno. Il medico competente può stabilire una periodicità inferiore, con particolare riguardo ai lavoratori particolarmente sensibili al rischio e sulla base dei risultati della valutazione dei rischi. Scopo della sorveglianza sanitaria è prevenire e scoprire tempestivamente effetti negativi per la salute, nonché prevenire effetti a lungo termine negativi per la salute e rischi di malattie croniche derivanti dall’esposizione a radiazioni ottiche. Fermo restando il rispetto di non superare i valori limite, qualora questi siano superati, i lavoratori interessati devono essere tempestivamente sottoposti a controllo medico.

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In tal caso, o qualora siano stati identificati effetti nocivi sulla salute: • il medico o altra persona debitamente qualificata comunica al lavoratore i risultati che lo riguardano. Il lavoratore riceve in particolare le informazioni e i pareri relativi al controllo sanitario cui dovrebbe sottoporsi dopo la fine dell’esposizione; • il datore di lavoro è informato di tutti i dati significativi emersi dalla sorveglianza sanitaria tenendo conto del segreto professionale.

VISITE MEDICHE Gli organi critici, in caso di attività lavorative con esposizione a radiazione ottica, sono gli occhi e la pelle, pertanto la visita medica preventiva e, successivamente, quelle periodiche devono essere dedicate allo studio di questi apparati e strutturate secondo il seguente protocollo: 1) anamnesi familiare: soprattutto per eventuali predisposizioni ereditarie verso patologie oculari e tumori; 2) anamnesi personale: valutare le abitudini di vita o malattie pregresse che possono rappresentare una concausa di eventuali malattie negli occhi e della pelle; 3) anamnesi lavorativa: con l’ausilio della scheda di destinazione lavorativa permette di controllare esposizioni pregresse o concomitanti ad altri rischi che presentino dei sinergismi d’azione; 4) anamnesi patologica: valutare soprattutto malattie pregresse che possano ridurre l’idoneità a sopportare il rischio da radiazione ottica o essere motivo di confondimento in caso in caso di valutazione medico legale di un danno; è importante conoscere l’eventuale assunzione di farmaci o l’utilizzo di prodotto cosmetici che possono presentare un effetto foto sensibilizzante; 5) esame obiettivo generale; 6) esame obiettivo distrettuale con particolare riguardo per quegli organi maggiormente suscettibili di danno a causa dell’irradiazione cui il lavoratore è esposto: specificamente la pelle (soprattutto le parti esposte) e gli occhi.

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Accertamenti complementari consigliati in prima visita: § Esame emocromocitometrico § VES § Protidemia e protidogramma § Esame urine standard § Visita dermatologica § Visita oculistica

Accertamenti complementari consigliati in visita periodica: § Esame emocromocitometrico § VES § Protidemia e protidogramma § Esame urine standard § Visita dermatologica (periodicità dipendente dall’esposizione, generalmente biennale) § Visita oculistica (periodicità dipendente dall’esposizione, generalmente biennale

Gli accertamenti complementari suggeriti devono essere adattati, da parte del medico competente, alle varie realtà operative; essi non devono neanche essere intesi come protocollo minimo in quanto talora il rischio è limitato e, pertanto, il suddetto protocollo diagnostico potrebbe essere eccessivo. In altri casi, per lavori altamente rischiosi, può essere utile un maggiore approfondimento diagnostico o una maggior frequenza di taluni accertamenti. Un maggiore approfondimento sulla modalità di esecuzione delle visite, di registrazione sulla cartella sanitaria e di rischio e di formulazione e trasmissione del giudizio d’idoneità è trattato nel capitolo specifico.

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Il datore di lavoro deve valutare i rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici gestanti, purpere e in periodo di allattamento fino a sette mesi dopo il parto, con particolare riguardo ai rischi di esposizione ad agenti fisici, chimici o biologici (D.Lgs. n. 645/1996, art. 4). Tra i rischi considerati, sono esplicitamente indicate: e)radiazioni non ionizzanti e f) sollecitazioni termiche (D.lgs. N. 645/1996, Allegato I). Qualora i risultati della valutazione, soprattutto sulla base delle indicazioni del medico competente, rivelino un rischio per la sicurezza e la salute delle lavoratrici suddette, il datore di lavoro adotta le misure necessarie affinché l’esposizione al rischio delle lavoratrici sia evitata, modificandone temporaneamente le condizioni o l’orario di lavoro (D.Lgs. n. 645/1996, art. 5, c.1).

SANZIONI (art. 219 del D.Lgs. n. 81/2008) Il datore di lavoro è punito con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la violazione dell’articolo 216 (Identificazione dell’esposizione e valutazione dei rischi). Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.000 a 4.000 euro per la violazione dell’articolo 217, comma 1 (disposizioni mirati ad eliminare o a ridurre i rischi); con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da euro 750 a euro 4.000 per la violazione dell’articolo 217, commi 2 e 3 (segnaletica, misure per gruppi particolarmente sensibili).

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ALTRI RISCHI FISICI

Campi elettromagnetici 0-300 gHz Per quanto riguarda la valutazione dell’esposizione a campi elettromagnetici si considerano i campi con frequenze tra 0-300 Ghz, così come previsto dal D.Lgs. 81/2008. E’ in corso, con l’acquisto di nuove attrezzature, l’identificazione ed il reperimento dei certificati di compatibilità elettromagnetica per effettuare la valutazione e identificare al necessità di misurare o meno il livelli dei campi elettromagnetici. La fase preliminare di identificazione e ricerca bibliografica sulle sorgenti di campi elettromagnetici (da 0 GHz a 300 GHz) è necessaria per verificare se sono superati i valori limiti di esposizione e/o i valori limiti di azione previsti dalla normativa (allegato XXXVI D.Lgs. 81/08).

Infrasuoni (0,001 –16 Hz ); Ultrasuoni (18000-40000 Hz) In nessuna delle attività esaminate o ad esse connesse è prevista l’esposizione ad infrasuoni ed ultrasuoni generati dalle attività lavorative.

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8.6 STRESS TERMICO I metodi di seguito descritti, consentono di valutare le condizioni di stress termico derivate da una prolungata esposizione a temperature severe calde/ fredde (in cui l’obiettivo è la sicurezza e la riduzione dello stress termico), durante l’attività in esterno, in modo semplice e rapido, ed è destinato ai dirigenti, ai preposti, agli operatori che possono lavorare in particolari situazioni climatiche. Si applica alle attività territoriali in quanto valutati come le attività nelle quali un problema fisico legato allo stress termico, potrebbe ingenerare maggiori rischi per l’operatore. E’ doveroso evidenziare che quantunque il metodo sia basato su parametri oggettivi, l’organismo umano è complesso e mutevole; infatti una persona sana e idonea pienamente all’attività da svolgere, può sempre in quel particolare contesto e per i più svariati motivi, non stare bene e quindi accusare in maniera più accentuata lo stress termico nonostante che la valutazione permettesse l’esposizione a microclima elevato. In definitiva è l’operatore informato e formato, che deve giudicare la situazione in relazione al proprio stato di salute in quel particolare momento evitando di arrivare anche solo vicino alla soglia del primo malessere.

AMBIENTI TERMICI SEVERI CALDI

Le fasi della valutazione La reazione del corpo umano al calore non dipende unicamente dalla temperatura dell’aria. I rischi per la salute aumentano con l’aumento della temperatura dell’aria, nonché del tasso di umidità e di irraggiamento solare. I rischi sono maggiori per i lavoratori che esercitano sforzi costanti, che indossano abiti protettivi o che non sono ancora acclimatati.

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Questa analisi consentirà quindi di determinare una temperatura corretta e la zona a rischio corrispondente. Le varie fasi possono essere così elencate in sequenza: 1. Misurare la temperatura e l’umidità relativa all’ombra (o consultare le previsioni e le registrazioni meteorologiche) 2. Valutare l’attività secondo la tabella sotto riportata 3. Porre il valore della temperatura nella tabella secondo l’attività 4. Valutare l'irraggiamento solare e gli indumenti tramite la tabella, determinare i fattori di correzione 5. Correggere il valore della temperatura con i fattori di correzione 6. Determinare la zona a rischio e applicare le misure corrispondenti tramite check-list

Limiti d’uso Questo metodo può essere utilizzato solo in periodi di grande calore. I parametri utilizzati devono costituire una previsione delle peggiori condizioni della giornata. Questo documento si basa solo sulla misurazione della temperatura reale o/e percepita. Risultano aggravanti le fonti di calore elevato (forni, processi industriali che generano calore), l’effetto dell’altitudine (irraggiamento più intenso) e la velocità dell’aria o dell’acclimatazione.

Scenari ipotizzati – misure di prevenzione e disposizioni Gli scenari ipotizzati e riportati di seguito sono caratterizzati da : - da alcuni valori medi di assoluta tolleranza indipendentemente dalla costituzione fisica e dal genere; - da condizioni di variabilità che influiscono sul risultato della valutazione, ovvero diversi anche per genere e per durata dell’esposizione.

Per ogni scenario ipotizzato, sono contenute le relative disposizioni e misure di prevenzione.

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Valori delle variabili stabilite come riferimento : Uomo Altezza media considerata 175 cm. Peso corporeo medio 68 Kg. Età media 45 anni.

Donna Altezza media considerata 162 cm. Peso corporeo medio 58 Kg. Età media 40 anni.

Condizioni “normotipo” nei mesi estivi

Vento 0,5 (media) Metabolismo min. 125 – max 200 Isolamento vestiario 0,6 (ideale) Temperatura percepita > 3° rispetto alla reale Acclimatazione 100% Temperatura a riposo < di 4° rispetto alla reale Umidità da 0 a max 80%. Condizioni operative standard da 40% a 80%.

SCENARI IPOTIZZATI PER L’UOMO

Temperatura esterna da 25 gradi a 29 gradi Nessun rischio per l’operatore.

Modalità operative 80% umidità: 54 minuti di lavoro 6 di pausa 79% - 70% umidità: 56 minuti di lavoro e 4 di pausa 69% - 40% umidità: 58 minuti di lavoro e 2 di pausa

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Temperatura esterna da 30 gradi a 34 gradi Nessun rischio per l’operatore. Sono da adottare le seguenti misure: Vestiario leggero – epidermide coperta – uso di bevande leggermente zuccherate – integratori.

Modalità operative

80% di umidità: 30 – 31 gradi – ogni 52 minuti di lavoro 8 di pausa 32 – 33 gradi – ogni 50 minuti di lavoro 10 di pausa 34 gradi – ogni 48 m. di lavoro 12 di pausa 79% - 70% umidità 30 – 31 gradi – ogni 53 minuti di lavoro 7 di pausa 32 – 33 gradi – ogni 52 minuti di lavoro 8 di pausa 34 gradi – ogni 51 minuti di lavoro 9 di pausa 69% - 40% umidità: 30 – 34 gradi – ogni 54 minuti di lavoro 6 di pausa

Temperatura esterna da 35 gradi a 39 gradi. Sono da adottare le seguenti misure : vestiario leggero – epidermide coperta – uso di bevande leggermente zuccherate – integratori 80% - 60% di umidità: alto rischio per l’operatore. E’ consigliabile non effettuare operazioni dalle ore 10,00 alle ore 16,00. Nelle altre ore di lavoro ogni 46 minuti di lavoro 14 di pausa. 60% - 51% di umidità : lavoro continuativo ogni 44 minuti di lavoro 16 di pausa. 50% - 41% di umidità : lavoro continuativo ogni 46 minuti di lavoro 14 di pausa. inferiore al 40% di umidità : lavoro continuativo ogni 48 minuti di lavoro 12 di pausa.

Temperatura esterna da 40 gradi ed oltre.

E’ fatto assoluto divieto di lavoro continuativo.

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SCENARI IPOTIZZATI PER LA DONNA

Temperatura esterna da 25 gradi a 29 gradi Nessun rischio per l’operatrice.

Modalità operative 80% umidità: Ogni 54 minuti di lavoro 6 di pausa 79% - 70% umidità: 56 minuti di lavoro e 4 di pausa 69% - 40% umidità: 58 minuti di lavoro e 2 di pausa

Temperatura esterna da 30 gradi a 34 gradi Nessun rischio per l’operatrice. Da adottare le seguenti misure: Vestiario leggero – epidermide coperta – uso di bevande leggermente zuccherate – integratori.

Modalità operative

80% di umidità: 30 – 31 gradi – ogni 48 minuti di lavoro 12 di pausa 32 – 33 gradi – ogni 46 minuti di lavoro 14 di pausa 34 gradi – ogni 44 m. di lavoro 16 di pausa

79% - 70% umidità 30 – 31 gradi – ogni 49 minuti di lavoro 11 di pausa 32 – 33 gradi – ogni 48 minuti di lavoro 12 di pausa 34 gradi – ogni 46 minuti di lavoro 14 di pausa

69% - 40% umidità: 30 – 34 gradi – ogni 50 minuti di lavoro 10 di pausa

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Temperatura esterna da 35 gradi a 37 gradi

Sono da adottare le seguenti misure : vestiario leggero – epidermide coperta – uso di bevande leggermente zuccherate – integratori

80% - 51% di umidità: alto rischio per l’operatrice. E’ consigliabile non effettuare operazioni dalle ore 10,00 alle ore 16,00. Nelle altre ore di lavoro ogni 44 minuti di lavoro 16 di pausa.

50% - 41% di umidità : lavoro continuativo ogni 44 minuti di lavoro 16 di pausa. inferiore al 40% di umidità : lavoro continuativo ogni 46 minuti di lavoro 14 di pausa.

Temperatura esterna da 38 gradi ed oltre. E’ fatto assoluto divieto di lavoro continuativo.

Informazioni generali sul calore e i suoi effetti Il calore può avere effetti sulla salute ma anche sulla sicurezza del lavoratore (alterazione delle capacità mentali e fisiche) Non reagiamo tutti nello stesso modo di fronte al calore e la stessa persona può inoltre reagire diversamente da un giorno all’altro.

Gli effetti del calore § Disidratazione (sensazione di sete) § Crampi da calore (perdita di sali minerali e di liquidi) § Spossatezza o sincope termica, disidratazione grave in seguito a sudorazione abbondante (aggressività, debolezza, oppressione, vertigini, confusione, incoerenza, mal di testa, nausea, polso rapido, ipotensione, svenimento) § Colpo di calore (spesso legato ad un esercizio fisico intenso parallelo, aumento rapido della T°, T° centrale > 40°C, pelle calda ma asciutta).

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All’inizio della stagione calda, i periodi di gran caldo sono particolarmente propizi ai colpi di calore!

I primi soccorsi

Provvedimenti da prendere, in caso di malessere di un lavoratore, dovuto al calore eccessivo: § Consentirgli di sdraiarsi un momento al fresco dopo essersi reidratato e, in caso di bisogno, accompagnarlo a casa. Consigliargli di consultare un medico. In caso di spossatezza o svenimento: § Mettere la persona all’ombra, sdraiata in caso di vertigini, sul fianco in caso di nausea; § Dare dell' acqua (ogni 15 minuti, in piccole quantità) se la persona è cosciente e Lucida; § Rinfrescarla con compresse di acqua fredda sulla fronte, la nuca, le estremità, dopo averla messa in posizione di sicurezza all'ombra. Nell'attesa dell'ambulanza, ventilare (tipo ventaglio); § Chiamare immediatamente il pronto soccorso (n° 118), abbassare con pezze bagnate la temperatura corporea;

Altri disturbi dovuti al calore eccessivo e al lavoro all’aperto

Il sole L’esposizione ai raggi solari può provocare un colpo di sole. Alcune malattie della pelle possono essere provocate o rinforzate dai raggi solari. Occorre proteggersi adeguatamente l’epidermide con abiti leggeri e i dispositivi di protezione anche cutanea.

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L’ozono L’ozono si forma con l’esposizione ai raggi solari di ossidi di azoto e composti organici volatili. I valori sono al massimo nel tardo pomeriggio (tra le ore 16:00 e le ore 18:00). La campagna è particolarmente esposta. L’ozono è un gas irritante per le vie respiratorie, gli occhi, il naso e la gola. Le persone più vulnerabili sono quelle che soffrono d’asma o di affezioni croniche dei bronchi e, infine, le persone che svolgono un lavoro o un’attività all’aperto.

AMBIENTI TERMICI SEVERI FREDDI La reazione del corpo umano al calore non dipende unicamente dalla temperatura dell’aria. I rischi per la salute aumentano con la diminuzione della temperatura dell’aria, nonché del tasso di umidità e dalla velocità del vento. I fattori predisponesti verso le malattie causate dal freddo, oltre alla scarsa assuefazione,sono la magrezza, l’età avanzata, la fatica, l’etilismo, le disfunzioni endocrine, le cardiopatie, le malattie renali, ed in particolare i disturbi del circolo periferico. Con questa analisi si vuole evidenziare le condizioni climatiche alle quali si hanno rischi per la salute degli operatori. Le fasi della valutazione Il corpo umano può essere considerato come un sistema termodinamico sul quale è possibile fare un bilancio di energia:

S = M -W -Eres-Cres-E -C -R –K dove: M = potenza sviluppata per attività metabolica, (W); W = potenza meccanica dissipata per attività lavorativa, (W); E = potenza termica per evaporazione nella traspirazione, (W);

Eres= potenza termica per evaporazione nella respirazione, (W); C = potenza termica scambiata per convezione, (W).

Cres= potenza termica scambiata per convezione nella respirazione, (W). R = potenza termica scambiata per irraggiamento, (W);K = potenza termica scambiata per conduzione, (W);

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L’organismo tende a permanere in condizioni di equilibrio omeotermo (S = 0), ovvero che: – potenza ceduta all’ambiente = potenza generata dai processi metabolici – a temperatura interna si mantenga stabile su valori ottimali (36,7+/-0,3 C)• Dall’equazione di bilancio è possibile dimostrare che, esplicitando tutti i termini del bilancio, l’equazione di benessere è una funzione di: S=ƒ(M, Icl, ta, tmr, va , U.R., ) I parametri che, influenzando gli scambi termici tra individuo e ambiente, determinano le condizioni di benessere, sono quindi: 4 parametri ambientali – ta, la temperatura dell'aria ambiente, che influenza gli scambi termici convettivi; – tmr, la temperatura media radiante, che influenza gli scambi termici radiativi; – va, la velocità relativa dell'aria, che influenza gli scambio termici convettivi; – U.R., l'umidità relativa dell'aria, che influenza lo scambio evaporativi dal corpo. 2 parametri individuali – M, il dispendio metabolico correlato all’attività svolta; – lcl, la resistenza termica conduttiva ed evaporativi del vestiario;

Gli ambienti termici severi freddi sono quegli ambienti nei quali è richiesto un notevole intervento del sistema di termoregolazione dell’organismo (attraverso i meccanismi di vasocostrizione e brivido) al fine di limitare la diminuzione della temperatura del corpo con particolare riferimento al nucleo. In particolare, gli ambienti severi freddi sono caratterizzati da: – valori di top bassi (0 ÷10 C per ambienti moderatamente freddi e inferiori a 0 C per ambienti severi freddi) – condizioni termoigrometri che moderatamente variabili nello spazio e nel tempo – attività fisica e tipologia del vestiario uniformi

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Al contrario degli ambienti caldi è possibile negli ambienti freddi contrastare lo scambio termico con un isolamento del vestiario e DPI con le seguenti limitazioni: – un isolamento troppo spinto può limitare nel movimento l’operatore – un eccessivo isolamento termico può impedire la traspirazione determinando un accumulo di sudore – ad una situazione termica neutra complessiva dell’organismo può associarsi un raffreddamento eccessivo di alcuni distretti (mani, piedi, viso

Principi del metodo : Lo stress da freddo viene valutato in termini di raffreddamento di tutto il corpo o di una parte del corpo Raffreddamento corpo intero • Calcolo Isolamento del vestiario richiesto (IREQ) • Calcolo durata limite di esposizione (DLE) e Recovery Time (RT) • Confronto con vestiario utilizzato Raffreddamento di parti del corpo 1 Raffreddamento convettivo, Calcolo Wind Chill Index

L’equazione del bilancio energetico viene risolta in due diverse ipotesi per il calcolo di due diversi valori di IREQ : tsk - tcl IREQ = M – W - E -C -E res res dove – tsk èl a temperatura della pelle (°C) – tcl è la temperatura dell’indumento (°C)

IREQmin capace di assicurare condizioni minime accettabili ( con presenza di una sensibile, ma tollerabile, sensazione di freddo)

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IREQneutral capace di assicurare condizioni di neutralità termica Dal confronto di queste due quantità con l’isolamento termico Iclr effettivamente garantito dall’abbigliamento utilizzato:

Iclr < IREQmin implica protezione insufficiente, e conseguente rischio di ipotermia;

IREQmin ≤ Iclr ≤ IREQneutral definisce l’intervallo di accettabilità

Iclr > IREQneutral implica iper-protezione, e conseguente rischio di sudorazione Per esempio un abbigliamento tradizionalmente invernale con cappello e cappotto corrisponde ad un indice Iclr = 3 L’esposizione ad ambienti severi freddi risulta limitata ad una durata massima DLE (durata limite di esposizione): DLE = 40 / S

E’ possibile calcolare le pause con le quali interrompere l’attività negli ambienti severi freddi, onde permettere un adeguato recupero termico.

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RT (Recovery Time) può essere calcolata con lo stesso metodo con il quale viene calcolato il DLE, ovvero come:

RT = 40 / Srec Specifiche parti del corpo (mani, piedi, testa) sono esposte ad un eccessivo raffreddamento perchè particolarmente sensibili al raffreddamento di tipo convettivo dovuto alla azione combinata della bassa temperatura e del vento. L’indice sintetico utilizzato è il “chilling temperature” (tch)

tch = 33 – WCI / 25,5 dove l’indice WCI (Wind Chill Index) è funzione della temperatura dell’aria ta, e della velocità del vento va, secondo l’espressione

WCI = 1,16 x (10,45 + 10 √ va – va) x (33 – ta)

I valori limite di tch contenuti nella norma tecnica UNI ENV ISO 11079:2001 sono di –14°C (soglia di allarme) e di –30°C (soglia di pericolo); questo ultimo valore corrisponde al livello al quale si ha congelamento della parte esposta in un’ora come dalle tabelle riportate:

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Effetto su parti del corpo nude WCI - tch ed effetti su parti WCI (W/m2) tch (°C) direttamente esposte del corpo nude direttamente 1200 -14 Freddo intenso esposte 1400 -22 Limite congelamento 1600 -30 Congelamento dopo 1 ora 1800 -38 2000 -45 Congelamento dopo 1 minuto 2200 -53 2400 -61 Congelamento dopo 30 secondi 2600 -69

tch in funzione della temperatura attuale ta e della velocità del vento va

Conclusioni Nella valutazione dello stress da basse temperature si deve considerare che vi sono lavorazioni nelle quali le condizioni microclimatiche non possono essere variate ivi comprese tutte quelle attività svolte all’aperto durante la stagione fredda, in questo caso il microclima è quello dell’area lavorativa. Laddove le condizioni microclimatiche non possono essere variate, la difesa dal freddo può essere attuata mediate validi indumenti protettivi o, in alternativa, prevedendo turni di lavoro ridotti. Qui di seguito è riportata la tabella con relativi TLV per tempi lavorativi e le pause di riscaldamento per turni di lavoro di 4 ore, in funzione della temperatura dell’aria e della velocità del vento,

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Dai valori delle tabelle si evidenzia che le condizioni alle quali si hanno danni per la salute dovuti all’esposizione ad ambienti freddi, sono difficilmente raggiungibili nella nostra regione, ad esclusione dell’inverno del 1985 quando le temperature minime hanno raggiunto valori di -20°C, pertanto e superfluo eseguire calcoli per stabilire il tempo minimo di esposizione e il relativo tempo di recupero. Gli operatori per la natura delle loro attività, non risultano esposti a condizioni di tali da poter incorrere nel rischio di patologie da freddo, tuttavia però alcune attività espongono gli operatori a temperature non estreme ma per periodi piuttosto lunghi. In questi casi l’utilizzo corretto dei D.P.I. e di un vestiario consono alla situazione, è sufficiente a proteggere l’operatore dal freddo. In questa valutazione non vi sono particolari differenze fra uomini e donne, le differenze sono dovute ad una diversa percezione del freddo, con conseguente utilizzo di un abbigliamento più o meno pesante. Tuttavia per le attività che espongono gli operatori a temperature basse (ma non estreme) per un lungo periodo di tempo, è discrezione dell’operatore stesso inserire delle pause.

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E’ doveroso evidenziare che quantunque il metodo sia basato su parametri oggettivi, l’organismo umano è complesso e mutevole; infatti una persona sana e idonea pienamente all’attività da svolgere, può sempre in quel particolare contesto e per i più svariati motivi, non stare bene e quindi accusare in maniera più accentuata lo stress termico nonostante che la valutazione ne permettesse l’esposizione. In definitiva è l’operatore informato e formato, che deve giudicare la situazione in relazione al proprio stato di salute in quel particolare momento evitando di arrivare anche solo vicino alla soglia del primo malessere.

Informazioni generali sul freddo e i suoi effetti Le malattie dovute ad esposizione a basse temperature possono essere generali o locali, spesso i due tipi di patologia si presentano contemporaneamente, qui di seguito riportiamo alcune di queste patologie:

Orticaria da freddo Per un’anomala reattività della cute in seguito ad esposizione anche breve al freddo, può formarsi una prolungata vaso dilatazione con conseguente formazione di eritema pruriginoso, spesso esteso a tutto il corpo. Generalmente queste manifestazioni regrediscono con rapidità.

Assideramento È una sindrome causata dall’esposizione prolungata al freddo, con l’abbassamento della temperatura corporea. In una prima fase sono presenti tutti i noti sintomi da freddo (pallore brividi tachicardia, ecc.), segue una seconda fase caratterizzata da depressione, astenia, apatia, sonnolenza, confusione mentale, respiro leve ecc., fino a quando la temperatura corporea non scende sotto i 32 °C con raggiungimento della morte per fibrillazione ventricolare. La terapia principale è il graduale rialzo della temperatura corporea di 1°C/h.

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Acrocianosi È una dermatosi cronica, prevalentemente nel sesso femminile, dovuta ad un rallentamento della circolazione periferica, causato dal freddo. La pelle alle estremità risulta cianotica ed edematosa, i sintomi regrediscono spontaneamente dopo permanenza prolungata al caldo.

Geloni Sono manifestazioni patologiche localizzate alle estremità, prevalenti nel sesso femminile, dovute all’alterazione del tono e della permeabilità vasale causata dall’esposizione al freddo. Si manifesta con una tumefazione calda arrossata e delimitata molto pruriginosa, colpisce prevalentemente le estremità esposte.

Piede da immersione È causata dalla prolungata immersione dei piedi in acqua molto fredda, sono pertanto esposti quei soggetti che per motivi lavorativi devono stare spesso in condizione di scarso movimento, in terreni acquitrinosi laghi fiumi, mare. I sintomi sono gonfiore, dolore ulcerazioni e nei casi di prolungata esposizione, anche gangrena e necrosi muscolare. La terapia è tipicamente medica e chirurgica.

Congelamento È una lesione circoscritta causata dalla costrizione arteriolare dovuta all’esposizione al freddo; a causa di alterazioni metaboliche locali, si produce un ulteriore rallentamento del circolo periferico, nei casi più gravi si osserva la formazione di cristalli di ghiaccio nei liquidi intracellulari con conseguenti lesioni. Come le ustioni, anche il congelamento si suddivide in vari gradi a seconda della gravità.

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8.7 RISCHIO ELETTRICO

I rischi elettrici vengono suddivisi in rischi prodotti da contatti diretti e da contatti indiretti, così definiti: • contatto diretto, in caso di contatto con una parte dell’impianto che è normalmEnte in tensione (es. un conduttore che ha perduto l’isolamento, elementi di morsettiere privi di coperchi, attacco di una lampada, o l’alveolo di una spina durante l’inserimento nella presa); si parla anche di contatto diretto se avviene tramite una parte metallica (es. un cacciavite che tocca una parte in tensione ), • contatto indiretto, in caso di contatto delle persone con parti conduttrici metalliche, normalmEnte non in tensione ma che possono andare in tensione per un guasto nell’isolamento

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VALUTAZIONE COMPLESSIVA RISCHIO ELETTRICO: In relazione alle caratteristiche degli impianti, delle attrezzature, lo stato di manutenzione, le modalità di utilizzo delle attrezzature elettriche si può ritenere il rischio elettrico è da classificarsi di tipo “residuo”.

8.8 STATI PATOLOGICI CONNESSI AL LAVORO: STRESS LAVORO CORRELATO

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la salute come uno stato di benessere completo, fisico, mentale e sociale. La salute deve essere pertanto intesa non solo come assenza di malattia, ma anche come possibilità di utilizzare al massimo le attitudini fisiche e psichiche dell’organismo. Per chi lavora quotidianamente direttamente con persone delicate come i bambini, i fattori di fatica e di malessere fisico sono associabili alle problematiche possibili connesse o alla responsabilità e non sono solo connessi all’ambiente o all’organizzazione del lavoro. Il Decreto Legislativo 9 Aprile 2008 n. 81 pone al centro dell’attenzione del Sistema di Prevenzione, l’organizzazione del lavoro e la possibilità che una serie di elementi collegati possano influire sulla salute e la sicurezza sul lavoro. Obbliga perciò il datore di Lavoro alla valutazione dei rischi riguardanti particolari processi lavorativi che possono determinare esposizione a rischi specifici riguardanti lo stress lavoro correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004 e quelli che si determinano per le differenze di genere, di religione e di culture, di lingua, di età, di scolarizzazione. Allo stato attuale non è stata definita, dalla Conferenza Stato Regioni, una linea guida attraverso la quale estrapolare un metodo che abbia natura “scientifica” e a cui possa essere applicato il classico rapporto che lega il pericolo, all’entità e alla possibilità che l’evento accada.

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L’unico strumento di riferimento oggettivo risulta essere l’analisi dei casi verificatisi all’interno di un ambiente di lavoro che segnalino una presenza presunta o accertata di nuovi rischi ovvero l’individuazione da parte del Medico Competente, in ambito di protocollo di sorveglianza sanitaria, di patologie o situazioni di disagio o dipendenza (più o meno gravi) che possano testimoniare la presenza di un rischio derivante da stress lavoro correlato, mobbing, burnout, violenza fisica o psicologica, stalking, molestia sessuale, discriminazione razziale o di genere. L’amministrazione, in una prima fase di analisi e di Valutazione, ha optato per una verifica puntuale degli elementi oggettivi verificabili, riprodotta nelle tabelle che seguono attraverso una chek list, nella quale siano riprodotti tutti gli elementi normativi utili alla individuazione della presumibile insorgenza di nuovi rischi responsabilizzando le strutture e monitorando gli eventi. Dall’analisi complessiva dei dati e del monitoraggio risulta che, allo stato attuale, non sono presenti situazioni di nuovi rischi così come sopra indicati.

Punto di Verifica Rif.to VER Misure suggerite in caso Comment P D R di verifica negativa o (PxD) . STRESS D.Lgs. 81/ È stata effettuata una 2008 (TU LAVORO- 280000 sicurezza), SI CORRELATO valutazione dei rischi Art. 28, collegati allo stress comma 1 lavoro-correlato 1, secondo i contenuti dell’Accordo europeo sullo stress sul lavoro dell´8 ottobre 2004.

1 La descrizione dello stress e dello stress da lavoro riportata al paragrafo 3 dell’Accordo europeo sullo stress sul lavoro dell´8 ottobre 2004 è la seguente: «Lo stress è uno stato, che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali ed che consegue dal fatto che le persone non si sentono in grado di superare i gap rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti. L’individuo è capace di reagire alle pressioni a cui è sottoposto nel breve termine, e queste possono essere considerate positive (per lo sviluppo dell’individuo stesso – ndt), ma di fronte ad una esposizione prolungata a forti pressioni egli avverte grosse difficoltà di reazione. Inoltre, persone diverse possono reagire in modo diverso a situazioni simili e una stessa persona può, in momenti diversi della propria vita, reagire in maniera diversa a situazioni simili. Lo stress non è una malattia ma una esposizione prolungata allo stress può ridurre l’efficienza sul lavoro e causare problemi di salute. Lo stress indotto da fattori esterni all’ambiente di lavoro può condurre a cambiamenti nel comportamento e ridurre l’efficienza sul lavoro. Tutte le manifestazioni di stress sul lavoro non vanno considerate causate dal lavoro stesso. Lo stress da lavoro può essere causato da vari fattori quali il contenuto e l’organizzazione del lavoro, l’ambiente di lavoro, una comunicazione “povera”, ecc».

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Punto di Verifica Rif.to VER Misure suggerite in caso Comment P D R di verifica negativa o (PxD) . STRESS Accordo Non si sono riscontrati europeo LAVORO- 280100 sullo stress SI CORRELATO sul lavoro un alto sul lavoro dell´8.10.04 assenteismo o una paragrafo 4 elevata rotazione del personale, possibili sintomi che possono rivelare la presenza di stress da lavoro. STRESS Accordo Non si sono riscontrati europeo LAVORO- 280110 sullo stress SI CORRELATO sul lavoro conflitti sul lavoro dell´8.10.04 interpersonali o paragrafo 4 lamentele frequenti da parte dei lavoratori, anche questi possibili sintomi che possono rivelare la presenza di stress da lavoro. STRESS Accordo È stata effettuata europeo LAVORO- 280200 sullo stress SI CORRELATO un’analisi di fattori quali sul lavoro dell´8.10.04 l’organizzazione e i paragrafo 4 processi di lavoro, ai fini della individuazione di un problema di stress da lavoro STRESS Accordo A seguito dell’analisi di europeo LAVORO- 280210 sullo stress SI CORRELATO cui al punto 280200 sul lavoro dell´8.10.04 risulta che l’orario di paragrafo 4 lavoro viene pianificato nel rispetto del contratto collettivo di lavoro, e comunque mediando tra esigenze imposte dal lavoro ed esigenze personali. STRESS Accordo A seguito dell’analisi di europeo LAVORO- 280220 sullo stress SI CORRELATO cui al punto 280200 sul lavoro dell´8.10.04 risulta che i lavoratori paragrafo 4 godono di un sufficiente grado di autonomia.

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Punto di Verifica Rif.to VER Misure suggerite in caso Comment P D R di verifica negativa o (PxD) . STRESS Accordo A seguito dell’analisi di europeo LAVORO- 280230 sullo stress SI CORRELATO cui al punto 280200 sul lavoro dell´8.10.04 risulta che esiste un paragrafo 4 soddisfacente grado di coincidenza tra esigenze imposte dal lavoro e capacità / conoscenze dei lavoratori. STRESS Accordo A seguito dell’analisi di europeo LAVORO- 280240 sullo stress SI CORRELATO cui al punto 280200 sul lavoro dell´8.10.04 risulta che il carico di paragrafo 4 lavoro di ciascun lavoratore è congruo. Perlopiù trattasi STRESS Il lavoro si basa sul LAVORO- 280241 SI di lavoro di ufficio CORRELATO trattamento di con utilizzo di videoterminale informazioni (processi (vedi punti di automatizzati, verifica specifici). informatica, ecc.).

STRESS Le informazioni sono LAVORO- 280242 SI CORRELATO facilmente percepibili dal lavoratore.

STRESS Le informazioni sono LAVORO- 280243 SI CORRELATO facilmente comprensibili dal lavoratore.

STRESS La quantità di LAVORO- 280244 SI CORRELATO informazioni che il lavoratore riceve è ragionevole.

STRESS Il disegno dei comandi e LAVORO- 280245 SI CORRELATO dei pannelli di controllo evita la possibilità di commettere errori.

STRESS Il lavoratore ha LAVORO- 280246 SI CORRELATO esperienza o conosce il processo e le attrezzature.

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Punto di Verifica Rif.to VER Misure suggerite in caso Comment P D R di verifica negativa o (PxD) . STRESS Accordo È stata effettuata europeo LAVORO- 280300 sullo stress SI CORRELATO un’analisi di fattori quali sul lavoro dell´8.10.04 le condizioni e paragrafo 4 l’ambiente di lavoro, ai fini della individuazione di un problema di stress da lavoro STRESS Accordo A seguito dell’analisi di europeo LAVORO- 280310 sullo stress SI CORRELATO cui al punto 280300 sul lavoro dell´8.10.04 risulta che i lavoratori paragrafo 4 non vengono esposti a comportamenti illeciti. STRESS Accordo A seguito dell’analisi di europeo LAVORO- 280310 sullo stress SI CORRELATO cui al punto 280300 sul lavoro dell´8.10.04 risulta che i lavoratori paragrafo 4 non vengono esposti a rumore, a calore, a sostanze pericolose, tali da causare stress.. STRESS Accordo È stata effettuata europeo LAVORO- 280400 sullo stress SI CORRELATO un’analisi di fattori quali sul lavoro dell´8.10.04 la qualità della paragrafo 4 comunicazione, ai fini della individuazione di un problema di stress da lavoro. STRESS Accordo A seguito dell’analisi di europeo LAVORO- 280410 sullo stress SI CORRELATO cui al punto 280400 sul lavoro dell´8.10.04 risulta la presenza di paragrafo 4 incertezza circa le aspettative riguardo al lavoro, le prospettive di occupazione, un futuro cambiamento, ecc.

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Punto di Verifica Rif.to VER Misure suggerite in caso Comment P D R di verifica negativa o (PxD) . STRESS Accordo È stata effettuata europeo LAVORO- 280500 sullo stress SI CORRELATO un’analisi dei fattori sul lavoro dell´8.10.04 soggettivi, ai fini della paragrafo 4 individuazione di un problema di stress da lavoro. STRESS Accordo A seguito dell’analisi di europeo LAVORO- 280510 sullo stress SI CORRELATO cui al punto 280500 sul lavoro dell´8.10.04 risulta che non ci sono paragrafo 4 pressioni emotive e sociali sui lavoratori. STRESS Accordo A seguito dell’analisi di europeo LAVORO- 280520 sullo stress SI CORRELATO cui al punto 280500 sul lavoro dell´8.10.04 risulta che nei lavoratori paragrafo 4 non c’è la sensazione di non poter far fronte alla situazione, né la percezione di una mancanza di aiuto, ecc. STRESS Accordo Il Datore di Lavoro è europeo LAVORO- 280600 sullo stress NO CORRELATO consapevole ed sul lavoro dell´8.10.04 informato (a cura del paragrafo 4 R.S.P.P. dell’Agenzia) del fatto che la responsabilità di stabilire le misure adeguate da adottare ai fini dei rischi collegati allo stress lavoro-correlato spetta a lui medesimo 2.

2 La descrizione di Responsabilità dei datori di lavoro e dei lavoratori riportata al paragrafo 5 dell’Accordo europeo sullo stress sul lavoro dell´8 ottobre 2004 è la seguente: «In base alla direttiva quadro 89/391 (quella che ha originato la 626- ndt), tutti i datori di lavoro sono obbligati per legge a tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori. Questo dovere riguarda anche i problemi di stress da lavoro in quanto costituiscono un rischio per la salute e la sicurezza. … omissis … I problemi associati allo stress possono essere affrontati nel quadro del processo di valutazione di tutti rischi, programmando una politica aziendale specifica in materia di stress e/o attraverso misure specifiche mirate per ogni fattore di stress individuato».

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Punto di Verifica Rif.to VER Misure suggerite in caso Comment P D R di verifica negativa o (PxD) . STRESS Accordo Riguardo ai rischi europeo LAVORO- 280610 sullo stress SI CORRELATO collegati allo stress sul lavoro dell´8.10.04 lavoro-correlato, ai fini paragrafo 5 della prevenzione, i lavoratori sono stati informati del fatto che “tutti i lavoratori hanno il dovere generale di rispettare le misure di protezione decise dal datore di lavoro”. STRESS Accordo Al fine di prevenire, europeo LAVORO- 280700 sullo stress NP CORRELATO eliminare o ridurre i sul lavoro dell´8.10.04 rischi collegati allo paragrafo 6 stress lavoro-correlato, sono state introdotte misure specifiche “di gestione e di comunicazione in grado di chiarire gli obiettivi aziendali e il ruolo di ciascun lavoratore”. STRESS Accordo Al fine di prevenire, europeo LAVORO- 280710 sullo stress NP CORRELATO eliminare o ridurre i sul lavoro dell´8.10.04 rischi collegati allo paragrafo 6 stress lavoro-correlato, sono state introdotte misure specifiche “di gestione e di comunicazione in grado … di assicurare un sostegno adeguato da parte della direzione ai singoli individui e ai team di lavoro”.

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Punto di Verifica Rif.to VER Misure suggerite in caso Comment P D R di verifica negativa o (PxD) . STRESS Accordo Al fine di prevenire, europeo LAVORO- 280720 sullo stress NP CORRELATO eliminare o ridurre i sul lavoro dell´8.10.04 rischi collegati allo paragrafo 6 stress lavoro-correlato, sono state introdotte misure specifiche “di gestione e di comunicazione in grado … di portare a coerenza responsabilità e controllo sul lavoro”. STRESS Accordo Al fine di prevenire, europeo LAVORO- 280730 sullo stress NP CORRELATO eliminare o ridurre i sul lavoro dell´8.10.04 rischi collegati allo paragrafo 6 stress lavoro-correlato, sono state introdotte misure specifiche “di gestione e di comunicazione in grado… di migliorare l’organizzazione, i processi … di lavoro”. STRESS Accordo Condizioni ed Al fine di prevenire, europeo LAVORO- 280740 sullo stress NP ambiente di CORRELATO eliminare o ridurre i sul lavoro lavoro già dell´8.10.04 buone. rischi collegati allo paragrafo 6 stress lavoro-correlato, sono state introdotte misure specifiche “di gestione e di comunicazione in grado… di migliorare… le condizioni e l’ambiente di lavoro”.

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Punto di Verifica Rif.to VER Misure suggerite in caso Comment P D R di verifica negativa o (PxD) . STRESS Accordo Al fine di prevenire, europeo LAVORO- 280750 sullo stress NO CORRELATO eliminare o ridurre i sul lavoro dell´8.10.04 rischi collegati allo paragrafo 6 stress lavoro-correlato, sono state introdotte misure specifiche quali “la formazione dei dirigenti e dei lavoratori per migliorare la loro consapevolezza e la loro comprensione nei confronti dello stress, delle sue possibili cause e del modo in cui affrontarlo, e/o per adattarsi al cambiamento”. STRESS Accordo Consultazione Al fine di prevenire, europeo LAVORO- 280760 sullo stress SI del CORRELATO eliminare o ridurre i sul lavoro Rappresentante dell´8.10.04 dei Lavoratori rischi collegati allo paragrafo 6 per la Sicurezza. stress lavoro-correlato, sono state introdotte misure specifiche quali “l’informazione e la consultazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti, in conformità alla legislazione europea e nazionale, ai contratti collettivi e alle prassi.”.

Ente Comunale di Chiusdino (Siena) I° redazione 15.04.2011 Rev. 1 – 13.07.2012 Documento Gestione dei Rischi e della Sicurezza Rev. 2 – 16.01.2013 DVR 02.00 IT DOCUMENTO PER LA VALUTAZIONE DEI Rev. 3 – 10.06.2013 RISCHI Rev.4 – 28.01.2014 Rev. 5 – 13.06.2014

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Punto di Verifica Rif.to VER Misure suggerite in caso Comment P D R di verifica negativa o (PxD) . STRESS Accordo Al fine di prevenire, europeo LAVORO- 280800 sullo stress NO CORRELATO eliminare o ridurre i sul lavoro rischi collegati allo dell´8.10.04 stress lavoro-correlato, sono state introdotte misure specifiche per l’assistenza e il supporto dei lavoratori che si sentano vittime o potenziali vittime di stress da lavoro. D.Lgs. 81/ RISCHI Sono stati valutati i rischi 2008, SI PSICO- 285000 Art. 28, c. 1 SOCIALI connessi alle differenze di genere. D.Lgs. 81/ RISCHI Ci sono segnali di 2008, NP PSICO- 285500 Art. 28, c. 1 SOCIALI situazioni di rischio legate alle differenze di genere. D.Lgs. 81/ RISCHI Sono stati valutati i rischi 2008, SI PSICO- 286000 Art. 28, c. 1 SOCIALI connessi all’età. D.Lgs. 81/ RISCHI Ci sono segnali di 2008, NP PSICO- 286500 Art. 28, c. 1 SOCIALI situazioni di rischio legate alle differenze di età. D.Lgs. 81/ RISCHI Sono stati valutati i rischi 2008, NP PSICO- 287000 Art. 28, c. 1 SOCIALI connessi alla provenienza da altri paesi. D.Lgs. 81/ . LAVORA- Sono stati valutati i rischi 2008, SI TRICI IN 288000 Art. 28, c. 1 STATO DI riguardanti le lavoratrici GRAVIDANZA in stato di gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151.

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I dati relativi ad assenteismo, turn over, infortuni, ritardi sul lavoro valutati ex post dal Datore di lavoro non evidenziano criticità in tal senso. Pertanto, allo stato attuale, il rischio di insorgenza di fenomeni di stress tali da compromettere i rapporti con colleghi e con i bambini, o reazioni esagerate, o episodi di crisi è ritenuto sottocontrollo.

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8.9 GESTIONE EMERGENZA E RISCHIO INCENDIO

La valutazione del rischio incendio è effettuata secondo quanto disposto dal capo III del D.Lgs. 81/2008 e dal DM 10/03/98 che ne rappresenta il decreto attuativo. La valutazione del rischio d’incendio viene espressa in modo qualitativo classificando il livello di rischio del luogo di lavoro o, se del caso, di singole parti del luogo medesimo come: livello di rischio elevato livello di rischio medio livello di rischio basso

All’interno di tale divisione, che consEnte tra l’altro di individuare i contenuti e i tempi dei corsi di formazione per gli addetti antincendio, possono essere comunque individuate ulteriori suddivisioni al fine di meglio specificare le caratteristiche di rischio di ciascuna area. In seguito alla valutazione del rischio residuo avviene la verifica della adeguatezza delle misure di sicurezza esistenti e l’individuazione di eventuali ulteriori provvedimenti e misure necessarie ad eliminare o ridurre i residui rischi d’incendio.

CRITERI DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO Sulla base di quanto previsto dal D.M. 10 marzo 1998 si riporta la valutazione del rischio incendio e le conseguenti misure preventive, protettive e precauzionali. La valutazione dei rischi di incendio si è articolata nelle seguenti fasi: 1. individuazione dei pericoli di incendio in termini di presenza di sostanze combustibili, inneschi e situazioni di propagazione; 2. individuazione dei lavoratori o di altre persone presenti sul luogo di lavoro esposte a rischio incendio; 3. eliminazione o riduzione dei pericoli di incendio;

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4. valutazione del rischio residuo di incendio; 5. indicazione delle misure di sicurezza esistenti ed eventuale indicazione di ulteriori provvedimenti e misure per eliminare o ridurre i rischi residui di incendio. Nella redazione della valutazione dei rischi viene indicato, in particolare: Ø la data di effettuazione della valutazione; Ø i pericoli identificati; Ø i lavoratori ed altre persone esposte a rischio particolare; Ø le conclusioni derivanti dalla valutazione. Sulla base della valutazione del rischio e delle considerazioni riportate negli allegati I e IX del DM 10/03/98 i luoghi di lavoro, o parte di essi, vengono classificati come a rischio di incendio: BASSO MEDIO ELEVATO Sulla base di questa classificazione vengono stabiliti i requisiti minimi delle misure di prevenzione attiva e passiva (lunghezza delle vie di esodo, numero e tipologia degli estintori, etc.) e vengono indicati i piani di formazione per gli addetti antincendio.

IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI DI INCENDIO È importante prendere in considerazione i materiali presenti nel luogo di lavoro perché possono rappresentare un pericolo potenziale se sono facilmEnte combustibili e/o infiammabili o possono facilitare il rapido sviluppo di un incendio.

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CLASSIFICAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO

In relazione al tipo di attività svolta, ai materiali e sostanze utilizzati e stoccati, alle attrezzature impiegate, alle caratteristiche costruttive dell’edificio, alle dimensioni e articolazione del luogo di lavoro , al numero di persone presenti,

LE SEDI DELL’AMMINISTRAZIONE POSSONO ESSERE CONSIDERATE A RISCHIO DI INCENDIO BASSO

Adeguate in relazione all’affollamento.

PRESIDI ANTINCENDIO La dotazione di presidi per la lotta antincendio risulta rappresentata da; estintori a polvere estintori a CO2 idranti e naspi

MISURE PER LA RIVELAZIONE E L’ALLARME ANTINCENDIO Obiettivo di queste misure è di assicurare che le persone presenti nel luogo di lavoro siano avvisate di un principio di incendio prima che esso minacci la loro incolumità. L’allarme permette di dare l’avvio alla procedura per l’evacuazione del luogo di lavoro nonché l’attivazione delle procedure di intervento.

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CONTROLLI E MANUTENZIONE SULLE MISURE DI PROTEZIONE ANTINCENDIO Scopo dell’attività di sorveglianza, controllo e manutenzione è quello di rilevare e rimuovere qualunque causa, deficienza, danno od impedimento che possa pregiudicare il corretto funzionamento ed uso dei presidi antincendio. Per questo motivo sono stati designati gli addetti alle emergenze, appositamente formati, alle attività di sorveglianza delle vie di uscita, dell’integrità della segnaletica e dei presidi antincendio. In particolare oggetto del controllo sono: 1. I passaggi, le porte destinate a via di uscita al fine di assicurare che siano libere da ostruzioni e da pericoli che possano comprometterne l’uso in caso di emergenza. 2. I serramenti delle porte. 3. La segnaletica direzionale e indicante le uscite per assicurare che sia visibile in caso emergenza. 4. I presidi antincendio per assicurarne presenza ed integrità.

EMERGENZA ED EVACUAZIONE Sono state individuate le figure responsabili in caso di emergenza ed i relativi compiti per organizzare l’evacuazione dei locali in caso di emergenza.

ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA Sono presenti luci di emergenza ubicate sopra le uscite di sicurezza e nei locali sedi di attività didattiche e di servizio

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9. ELENCO DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE INDIVIDUATE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI

A seguito dell’analisi dei rischi si è considerata l’opportunità di realizzare alcune misure di prevenzione e protezione..

9.1 MISURE STRUTTURALI - aumentare il numero degli estintori - mettere le vetrate di sicurezza o rinforzare la sicurezza delle finestre con pellicole; - tenere libere le vie di fuga e le uscite di emergenza - manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura, degli arredi e degli impianti delle attrezzature e delle macchine; - altre misure previste dal presente documento.

9.2 L’INFORMAZIONE PREVENTIVA DEGLI OPERATORI Il programma di informazione prevede che ciascun lavoratore, al momento dell’assunzione e nel caso di cambiamento di mansione, riceva un’adeguata informazione riguardo a: - normativa di sicurezza in Italia con particolare riferimento alle novità del D. Lgs. 81/2008; - informazioni sui rischi per la sicurezza e la salute connessi all’attività da svolgere in funzione dei locali di lavoro e le misure di prevenzione e protezione adottate dall’azienda e da adottare da parte del personale. - informazioni rischi specifici (movimentazione dei carichi, vibrazioni, utilizzo di sostanze pericolose, uso professionale del computer etc. cui è esposto in relazione all’attività svolta, le normative di sicurezza e le disposizioni aziendali in materia; - informazioni sulle procedure che riguardano il pronto soccorso, la lotta antincendio e l’evacuazione in caso di emergenza; - nominativi delle persone incaricate dell’attuazione delle procedure di cui al punto precedente.

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Le lavoratrici devono inoltre essere informate riguardo: - ai rischi aggiuntivi in caso di gravidanza, - alle procedure e comportamento in caso di gravidanza (donne in età fertile). - ai rischi connessi all’uso delle attrezzature elettriche e delle attrezzature manuali. Tali informazioni saranno inoltre trasmesse a tutti i dipendenti ed eventuali collaboratori a diverso titolo presenti.

9.3 LA FORMAZIONE DEI DIPENDENTI Per l’Ente nell’ambito della gestione dei rischi e della tutela della salute, la formazione è uno strumento di prevenzione permanente. Essa viene periodicamente e sistematicamente effettuata secondo le disposizioni di cui all’accordo stato regioni del 21.12.2011 e successive disposizioni applicative. Come fondamentale misura di prevenzione dai rischi connessi con le attività lavorative è previsto, un programma di formazione del personale mirato al raggiungimento di una migliore comprensione delle mansioni, delle attrezzature di lavoro e dei rischi ad essi connessi. Il programma di formazione prevede che ciascun lavoratore riceva un’adeguata formazione riguardo alla sicurezza e alla salute con particolare riferimento alle proprie mansioni. Detta formazione deve avvenire in occasione: • dell’assunzione; • del trasferimento o cambiamento di mansione; • dell’introduzione di nuove attrezzature di lavoro o nuovi prodotti e tecnologie.

NUOVI ASSUNTI La formazione obbligatoria sulla sicurezza riguarda la normativa in vigore, i rischi specifici sui luoghi di lavoro e riguardanti le mansioni, l’organizzazione aziendale della sicurezza e gli obblighi relativi.

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ADDETTI ANTINCENDIO E PRIMO SOCCORSO

Il D.Lgs. 81/2008 stabilisce che alle persone designate come addetti alla lotta antincendio, prevenzione incendi, pronto soccorso, salvataggio, ed emergenza in genere sia data una formazione mediante corsi teorici/pratici specifici, i cui contenuti sono specificati dalla normativa vigEnte. Ø corso per addetti alla prevenzione rischio incendio basso (4 ore) come previsto da DM 10/3/1998. Ø corso per addetti al primo soccorso per Aziende Gruppo B (12 ore), con aggiornamenti triennali per garantire la capacità di intervento come previsto da DM 388/2003. Gli addetti devono inoltre essere edotti sul contenuto delle schede di sicurezza dei prodotti impiegati o riposti e immagazzinati per saper fronteggiare emergenze ipotizzabili ad esempio incendio, primo soccorso.

RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS)

Il D. Lgs. 81/2008 stabilisce il RLS ha diritto ad una formazione particolare ed in particolare: ad un corso base di 32 ore come previsto dal DM 16/1/1997 ed un corso di aggiornamento annuale di 4 ore (non ancora disciplinato da decreti attuativi).

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9.4 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

Il Datore di Lavoro fornisce un adeguato numero di qualificati dispositivi di Protezione Individuale. I dirigenti e/o i preposti provvedono alla fornitura ai lavoratori secondo i rischi a cui sono associati. Nella scelta di DPI, il Datore di Lavoro, con il supporto dei dirigenti e dei preposti, tiene conto delle differenze di genere.

Tutti I DPI forniti sono conformi alle norme di cui al decreto legislativo 4 dicembre 1992, n. 475, e sue successive modificazioni.

Inoltre, i DPI forniti sono: a) adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore; b) adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;

I DPI sono stati individuati e forniti quali strumenti di abbattimento del rischio valutato e il loro uso non comporta nessuna fonte di rischi per l’utilizzatore. I DPI vengono aggiornati e rinnovati ogni qualvolta intervenga una variazione significativa negli elementi di valutazione.

Il dirigente ovvero il preposto incaricato, anche sulla base delle norme d'uso fornite dal fabbricante, individua le condizioni in cui un DPI deve essere usato, specie per quanto riguarda la durata dell'uso, in funzione dell’entità del rischio, della frequenza dell'esposizione al rischio, delle caratteristiche del posto o luogo di lavoro di ciascun lavoratore, delle prestazioni del DPI.

I dirigenti, ovvero i preposti incaricati, hanno l’obbligo di garantire:

- l’efficienza dei DPI secondo le eventuali indicazioni fornite dal fabbricante. Segnalano al Datore di Lavoro eventuali necessità di fornitura di nuovi e appositi DPI;

- un utilizzo mirato agli usi per il quale sia stato acquistato, salvo casi specifici ed eccezionali, conformemente alle informazioni del fabbricante;

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- la diffusione di istruzioni comprensibili per i lavoratori;

- che ogni DPI venga utilizzato ad un uso personale e, qualora le circostanze richiedano l'uso di uno stesso DPI da parte di più persone, prende misure adeguate affinché tale uso non ponga alcun problema sanitario e igienico ai vari utilizzatori;

- la eventuale presenza di procedure da seguire, al termine dell'utilizzo, per la riconsegna e il deposito dei DPI;

- una formazione adeguata e organizza, se necessario, uno specifico addestramento circa l'uso corretto e l'utilizzo pratico dei DPI.

E’ In ogni caso previsto l'addestramento per ogni DPI appartenga alla terza categoria e per i dispositivi di protezione dell'udito.

Sono state emanate apposite disposizioni ai lavoratori al fine di:

- laddove necessario sottoporsi ai programmi di formazione e addestramento;

- utilizzare i DPI messi a loro disposizione conformemente all'informazione e alla formazione ricevute e all'addestramento eventualmente organizzato ed espletato.

- provvedere alla cura dei DPI messi a loro disposizione e che non vi apportino modifiche di propria iniziativa.

- seguire le procedure aziendali in materia di riconsegna dei DPI. E segnalare immediatamente al dirigente o al preposto qualsiasi difetto o inconveniente da essi rilevato nei DPI messi a loro disposizione.

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Principali Dispositivi di Protezione individuale attualmente in uso

Elmetti protettivi in polietilene Gli elmetti devono essere comprensivi di : 1) Visiera in policarbonato incolore per protezione da schegge e spruzzi di agenti chimici. Si richiede il più ampio campo visivo. Protezioni: B – resistenza all'impatto (120 m/sec) 3 - gocce e spruzzi 9 – protezione metalli fusi e solidi incandescenti Classe ottica : 1 Cuffie antirumore per elmetto, applicate tramite adattatori. Grado di abbattimento certificato, priva di parti metalliche, non conduttrice di elettricità.

Elmetto protettivo in polietilene con bardatura regolabile anticaduta in materiale plastico. Sostegno poggiatesta anallergico e imputrescibile. Areazione e fascia antisudore. Inserti auricolari monouso Occhiale panoramico monopezzo Visiera in policarbonato incolore idonea Protezione da schegge e spruzzi di agenti chimici. Protezioni : B – resistenza all'impatto (120 m/sec) 3 - gocce e spruzzi 9 – protezione metalli fusi e solidi incandescenti Classe ottica : 1 Tuta in TYVEK, Le caratteristiche saranno dichiarate per singoli capi in relazione alla copertura dei rischi. Per talune attività la tuta deve essere traspirante. Guanto 5 dita in pelle, con dorso in tessuto ALTA VISIBILITA' impermeabile e traspirante, Guanti supportati Norme EN – 388 Guanto in filo di Kevlar. Alta Protezione contro il taglio Guanti impermeabili in neoprene, interno cotone. Esterno antiscivolo. Polivalente per resistenza meccanica e chimica a una vasta gamma di sostanze.

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Respiratore 4 strati di materiale filtrante ipoallergenico, di cui almeno uno costituito da carbone attivo. Protezione da fumi di saldatura, vapori organici, odori nauseabondi, polveri di media tossicità 0,02 micron. Dotato di valvola di espirazione. Stivale di sicurezza al ginocchio con tomaia in PVC ad alta resistenza colore verde. Foderato in poliestere. Puntale ed interlamina in acciaio antiforo. Scarpe di sicurezza Puntale rinforzato ed interlamina in acciaio antiforo Gilet alta visibilità Giaccone alta visibilità Soprascarpe monouso in Tyvek con elastico alle caviglie. Manicotti in polipropilene con elastico Guanto monouso in nitrile.Idoneo per contatto alimentare. Guanto da lavoro

Tutti i DPI presenti tengono conto delle caratteristiche di genere degli utilizzatori. Allo scopo di completare la dotazione dei DPI a protezione dei rischi, l’Amministrazione assegna annualmente una quota adeguata di risorse alle singole strutture per acquisti mirati.

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9.5 SEGNALETICA DI SICUREZZA E DI SALUTE SUL LUOGO DI LAVORO

Le disposizioni inerenti la cartellonistica di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro è contenuta nel D. Lgs. 81/2008, titolo V, allegati: XXIV; XXV;XXVI; XXVII; XXVIII; XXIX; XXX; XXXI; XXXII. La segnaletica di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro, è una segnaletica che, riferita ad un oggetto, ad un’attività o ad una situazione determinata, fornisce una indicazione o una prescrizione concernEnte la sicurezza o la salute sul luogo di lavoro, e che utilizza, a seconda dei casi, un cartello, un colore, un segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale gestuale. Scopo della segnaletica di sicurezza è quello di attirare in modo rapido e facilmEnte comprensibile l’attenzione su oggetti e situazioni che possono provocare determinati pericoli. Nel luogo di lavoro è presente apposita segnaletica atta ad avvertire dei rischi, a vietare i comportamenti che potrebbero causare pericolo, a prescrivere comportamenti necessari ai fini della sicurezza. I cartelli sono collocati generalmEnte tenendo conto degli ostacoli, in una posizione appropriata rispetto all’angolo di visuale, nelle immediate adiacenze di un rischio o dell’oggetto che si vuole segnalare. Nel luogo di lavoro è stata apposta la segnaletica atta ad avvertire dei rischi e dei pericoli, a vietare i comportamenti che potrebbero causare pericolo, a prescrivere comportamenti necessari ai fini della sicurezza.

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10. INTERVENTI GESTIONALI

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Il presente documento è stato elaborato dal datore di lavoro in collaborazione con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione, con la partecipazione dei dirigenti e dei lavoratori e con il contributo professionale di soggetti esterni all’Ente, consultando costantemente il rappresentante dei lavoratori.

Chiusdino 7 Novembre 2014

Il datore di Lavoro Luciana Bartaletti

Data 7 Novembre 2014 Firma

Il Responsabile del servizio Prevenzione e Protezione (RSPP) Stefano Gini

Data 7 Novembre 2014 Firma

Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) Fabio Burchianti

Data 7 Novembre 2014 Firma

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VALUTAZIONE DEI RISCHI PER LAVORATRICI GESTANTI, PUERPERE O IN PERIODO DI ALLATTAMENTO

INTEGRAZIONE DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI (ART. 18 D. LGS. 81/2008): LAVORATRICI GESTANTI, PUERPERE O IN PERIODO DI ALLATTAMENTO D. Lgs. 26 marzo 2001 n°. 151 e s.m.i

PREMESSA

La gravidanza non è una malattia ma un aspetto della vita quotidiana. La protezione della salute e della sicurezza delle gestanti può essere adeguatamEnte affrontata applicando le procedure e regole esistenti nei rispettivi ambiti. Molte donne lavorano durante la gravidanza e molte ritornano al lavoro quando ancora stanno allattando. Alcuni fattori di rischio presenti sul posto di lavoro possono influire sulla salute e la sicurezza delle nuove madri e dei loro bambini. Una gravidanza comporta notevoli cambiamenti d’ordine fisiologico e psicologico. L’equilibrio ormonale è molto sensibile e l’esposizione a fattori suscettibili di turbarlo può determinare complicazioni tali ad esempio da produrre aborti. Il presEnte documento di valutazione dei rischi redatto ai sensi del D. Legislativo 26 marzo 2001 n°. 151 “Testo unico in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità” e ss.mm.ii. ad integrazione del Documento di Valutazione dei Rischi valuta preventivamEnte i rischi di esposizione relativamEnte alle attività svolte dall’Ente e le condizioni di lavoro, ed individua le misure di prevenzione e protezione da adottare.

CRITERI DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO Il Datore di lavoro è tenuto ad effettuare una valutazione dei rischi cui possono essere esposte le lavoratrici durante l’esercizio delle loro mansioni. L’elenco non esaustivo dei rischi che devono essere valutati è così suddiviso:

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PERICOLI GENERICI E SITUAZIONI CORRELATE • Fatica psicofisica • Carichi posturali • Stress • Postura • Alimentazione inadeguata

PERICOLI SPECIFICI

AGENTI FISICI • Movimenti innaturali • movimentazione manuale di carichi che potrebbero comportano rischi, soprattutto dorsolombari;

AGENTI BIOLOGICI Agenti biologici dei gruppi da 2 a 4, pandemie, ai sensi dell’art. 268 del D. Lgs.81/2008 e successive modifiche e integrazioni, nella misura in cui sia noto che tali agenti o terapie che essi rendono necessarie mettono in pericolo la salute delle gestanti e del nascituro.

CONDIZIONI DI LAVORO • Movimentazione manuale di carichi. • Movimenti e posture. • Spostamenti all’interno e all’esterno dei luoghi di lavoro. • Lavoro su videoterminali. • Attrezzature di lavoro

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ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Riconoscimento di aspetti della gestazione che possono richiedere adeguamenti all’organizzazione del lavoro quali orari, cambiamento temporaneo della mansione etc. La valutazione dei rischi viene effettuata per ciascuna tipologia di mansione cui è destinato personale che può rientrare nella definizione di lavoratrice gestante, puerpera o in allattamento. La valutazione del rischio per mansione è effettuata a priori.

La valutazione comprende le seguenti fasi:

Il Datore di Lavoro sulla base della valutazione dell’esposizione delle lavoratrici ai sopraccitati fattori di rischio deve attuare le misure necessarie ad evitare il verificarsi di situazioni dannose per la lavoratrice o il nascituro.

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Il datore di lavoro deve: - Informare il RLS dell’esito della valutazione dei rischi - Informare le lavoratrici in merito ai diritti che la normativa in vigore ha sancito per la tutela delle lavoratrici madri. - Informare preventivamEnte le lavoratrici dell’importanza della comunicazione tempestiva dello stato di gravidanza per poter attivare le misure di tutela necessarie. - Informare preventivamEnte le lavoratrici, prima che sopraggiunga la gravidanza dei rischi connessi con lo svolgimento dell’attività lavorativa durante il periodo di gravidanza o allattamento e sulle necessarie misure di prevenzione e protezione da adottare per garantire la propria salute e sicurezza. Il Servizio ispezione del lavoro ha facoltà di accertare che le condizioni di lavoro o ambientali non siano pregiudizievoli alla salute della donna e di disporre lo spostamento ad altre mansioni oppure l’astensione durante la gestazione e fino a sette mesi dopo il parto.

ANALISI E VALUTAZIONE DEL RISCHIO PER IL PERSONALE FEMMINILE L’ambiEnte di lavoro e le modalità di svolgimento di una determinata mansione possono a volte essere un rischio per l’andamento della gravidanza e per la salute del bambino. Nel presEnte capitolo sono state analizzate nel dettaglio tutte le mansioni ricoperte da personale femminile alla luce delle disposizioni delle linee direttrici dell’unione europea e del D.lgs. 151/2001 e successive modifiche. Sulla base delle presenti valutazioni si ritiene che lo svolgimento dell'attività lavorativa debba essere studiata successivamEnte alla comunicazione anche caso per caso con il medico personale della lavoratrice (o eventuale medico competEnte) essendo possibili diverse combinazioni di fattori di rischio personali.

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CONSIDERAZIONI SULLA TUTELA DELLE LAVORATRICI MADRI

Nel seguEnte prospetto, è stato riportato sinteticamEnte quanto previsto dalla norma in termini di diritti delle lavoratrici e di adempimenti da adottare da parte del Datore di lavoro e delle funzioni preposte.

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MISURE ED INTERVENTI PER GARANTIRE LA SALUTE E LA SICUREZZA DELLE LAVORATRICI PUERPERE E GESTANTI

Informazione e formazione delle lavoratrici Il Datore di lavoro ha l’obbligo di condurre la valutazione dei rischi nell’ambiEnte lavorativo, con particolare riferimento ai rischi per le donne in gestazione, in puerperio o in periodo di allattamento e di informare preventivamEnte le lavoratrici ed il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza sui risultati della valutazione. L’informazione/formazione alle lavoratrici avviene al momento dell’assunzione; nello specifico, i contenuti riguardano: • Modalità di comunicazione stato di gravidanza (rivolgersi al Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) • Rischi connessi con l’attività svolta e la mansione, delucidazioni sui possibili effetti conseguenti all’esposizione ai fattori di rischio caratteristici della mansione durante la gravidanza/allattamento. • Le misure di prevenzione e protezione adottate e da adottare. • I diritti previsti dalla normativa a tutela delle lavoratrici madri. In caso di gravidanza a rischio (ad es. con minaccia d'aborto) le lavoratrici potranno avvalersi del diritto di richiedere alla Direzione Provinciale del Lavoro, Servizio Ispezione del Lavoro, l'astensione anticipata dal lavoro.

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Misure di carattere organizzativo

In presenza di rischio significativo per la sicurezza e la salute delle lavoratrici il datore di lavoro provvede affinché sia evitata l’esposizione della lavoratrice a rischi elevati mediante una modifica temporanea delle condizioni e/o dell’orario.

Qualora non fosse possibile per motivi organizzativi o produttivi, assegnare alla lavoratrice mansioni alternative anche di rango inferiore, il datore di lavoro comunica in forma scritta alla Direzione Provinciale del Lavoro competEnte per il territorio tale situazione, la quale dispone dopo l’accertamento medico, l’astensione dal lavoro attraverso provvedimento definitivo di autorizzazione.

In caso di lavori vietati, quando la lavoratrice non può essere spostata ad altre mansioni, l’interdizione dal lavoro della medesima per tutto il periodo di gravidanza e fino a sette mesi di età del figlio può essere disposta dalla Direzione Provinciale del Lavoro competente per il territorio, sulla base di accertamento medico da parte degli organi di vigilanza del SSN con provvedimento definitivo di autorizzazione.

Tramite circolare affissa negli idonei spazi le lavoratrici: • saranno informate relativamEnte alle modalità di comunicazione all’azienda del loro stato di gravidanza (ritiro e compilazione moduli). • sono informate che in caso di gravidanza a rischio (ad es. con minaccia d'aborto) potranno avvalersi del diritto di richiedere alla Direzione Provinciale del Lavoro, Servizio Ispezione del Lavoro, l'astensione anticipata dal lavoro.

Le lavoratrici in caso di gravidanza a rischio, dovranno presentare al citato ufficio la certificazione medica attestante lo stato di gravidanza, la diagnosi (ossia la situazione morbosa in atto) e la prognosi.

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Dal punto di vista operativo, l’azienda organizzerà dove possibile il lavoro in modo da evitare l’esposizione delle stesse a carichi di lavoro significativi e non compatibili con il loro stato e consentire alle stesse di assentarsi, secondo le proprie necessità e con la possibilità di poter effettuare pause lavorative di dieci minuti ogni ora di lavoro.

Chiusdino 7 Novembre 2014

Il datore di Lavoro Luciana Bartaletti

Data 7 Novembre 2014 Firma

Il Responsabile del servizio Prevenzione e Protezione (RSPP) Stefano Gini

Data 7 Novembre 2014 Firma

Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) Fabio Burchianti

Data 7 Novembre 2014 Firma

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VALUTAZIONE STRESS LAVORO CORRELATO

Gruppo di Lavoro Il metodo della valutazione è quello individuato, in prima istanza, dal documento licenziato dalla Commissione Consultiva Centrale presso il Ministero del Lavoro. Il gruppo di lavoro che ha dato corso all’indagine è composto dai Dirigenti di Settore, dai lavoratori per gruppi omogenei (attività amministrative – attività territoriali), dal RSPP. L’indagine è stata effettuata con convocazione formale dei partecipanti al gruppo di lavoro ai sensi dell’art. 35 D.lgs. 81/08.

Livello di Valutazione

Finalità della valutazione Stabilire se la probabilità della presenza di rischio può essere considerata trascurabile in base all’irrilevanza dei rischi potenziali intesi come probabilità della presenza di condizioni di lavoro stressanti e all’assenza di effetti dello stress lavoro correlato sullo stato di salute dei singoli dirigenti e dei lavoratori.

Elementi da valutare Analisi delle seguenti caratteristiche della realtà lavorativa: 1. dimensioni e complessità organizzativa; 2. età e genere 3. caratteristiche produttive 4. tipologia della forza lavoro 5. tipologia dei rapporti di lavoro

Verifica della presenza di casi di disagio lavorativo 1. indici infortunistici 2. richieste di visite mediche straordinarie 3. ferie non godute 4. assenteismo 5. giorni di assenza per malattie 6. ritardi nell’entrata lavorativa 7. rispetto di regole e procedure 8. vertenze sindacali 9. segnalazioni al datore di lavoro e al Medico Competente di costrittività organizzativa/disagio 10. istanze giudiziarie 11. procedimenti/sanzioni disciplinari

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Verifica della presenza di stati patologici correlabili a. Disturbi dell’apparato cardiocircolatorio: Ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica b. Disturbi gastrointestinali: Alterazioni della funzione intestinale, ulcera peptica, pirosi, colite c. Disturbi dell’apparato genitale: Alterazione del ritmo mestruale, amenorree d. Disturbi della sfera sessuale: Impotenza, calo del desiderio e. Disturbi dell’apparato muscolo scheletrico: Mialgie, dolori muscolo tensivi f. Disturbi dermatologici: Arrossamenti, prurito, sudorazione, dermatiti, orticaria, psoriasi g. Disturbi del sonno: Insonnia, incubi notturni, spossatezza al risveglio h. Disturbi neurologici, psicologici e della sfera intellettiva: Cefalee, ansia, depressione, attacchi di panico, irritabilità, apatia, disturbi della memoria, difficoltà di concentrazione

Verifica della presenza di casi correlabili in relazione alla gestione organizzativa 1. funzione e cultura organizzativa 2. ruolo nell’ambito dell’organizzazione 3. l’evoluzione e lo sviluppo di carriera 4. autonomia decisionale e controllo 5. pianificazione dei compiti 6. carichi, ritmi di lavoro 7. orario di lavoro, turni

Fonti dell’informazione Osservazione diretta, esame della documentazione aziendale. Partecipazione di tutte le funzioni e mansioni all’indagine con particolare attenzione alle caratteristiche di genere.

Criteri di valutazione e indicazioni preventive La probabilità che le attività in esame siano associate a fattori potenziali di rischio stress viene stabilita in base all’importanza e alla frequenza delle caratteristiche individuate. I casi di disagio vengono considerati correlati al lavoro se clinicamente accertabili da centri diagnostici di riferimento con nesso certo o altamente probabile con le condizioni lavorative. Se la presenza dei rischi viene stimata trascurabile si potrà interrompere la valutazione salvo verificare che siano adottate tutte le misure di prevenzione previste dal Documento di Valutazione dei Rischi dell’Amministrazione per le caratteristiche generali valutate.

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RISULTATI DELLA VALUTAZIONE

1. Indicatori aziendali

Per quanto riguarda gli indicatori aziendali, l’indagine ha dato i seguenti risultati: N INDICATORE RISULTATO NOTE 1 Indici infortunistici Inalterato Negli ultimi tre anni si è verificato un unico infortunio che non ha causato lesioni permanenti al lavoratore 2 Assenze per malattia Inalterato Nella norma 3 Assenteismo Inalterato Inesistente 4 % Ferie non godute Diminuito Anche se il dato si manifesta su % irrilevanti (sotto 1%) la tendenza è in diminuzione 5 % Rotazione del personale non Diminuito Anche se il dato si programmata manifesta su % irrilevanti (0,3%) la tendenza è in drastica diminuzione 6 Cessazione rapporti di Diminuito Negli ultimi anni il lavoro/turnover fenomeno non ha dato alcun risultato tranne il fisiologico. 7 Procedimenti/sanzioni disciplinari Inalterato Inesistente 8 Richieste visite mediche straordinarie Inalterato inesistente del Medico Competente 9 Segnalazioni scritte medico Nessuna competente di condizioni di stress al lavoro 10 Istanze giudiziarie per Nessuna licenziamento/demansionamento 11 Istanze giudiziarie per molestie Nessuna morali/sessuali

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2. Contesto del Lavoro

Per quanto riguarda la funzione e la cultura organizzativa, l’indagine ha dato i seguenti risultati:

N INDICATORE RISULTATO NOTE 1 Presenza organigramma aziendale SI 2 Presenza procedure aziendali SI 3 Diffusione delle procedure aziendali SI ai lavoratori 4 Presenza di obiettivi aziendali SI 5 Diffusione degli obiettivi aziendali ai NO Non è uso, anche lavoratori per le piccole dimensioni dell’Ente, un incontro annuale fra l’Amministrazione e i lavoratori per le diffusione degli obiettivi dell’Ente 6 Presenza di un sistema di SI Visto le ridotte comunicazione aziendale dimensioni dell’Ente e il libero accesso dei lavoratori alle dirigenze dei settori il sistema di comunicazione è diretto (a voce) 7 Effettuazione di riunioni/incontri tra NO Non è uso, anche dirigenti e lavoratori per le ridotte dimensioni dell’Ente, lo svolgimento di incontri con i lavoratori. I risultati vengono discussi in maniera diretta in incontri riservati 8 Presenza di un piano formativo per lo SI sviluppo professionale dei lavoratori 9 Presenza di momenti di NO per i lavoratori Per i dirigenti i comunicazione dell’azienda a tutto il SI per i dirigenti briefing sono personale periodici

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Per quanto riguarda il Ruolo nell’ambito dell’organizzazione, l’indagine ha dato i seguenti risultati:

N INDICATORE RISULTATO NOTE 1 Conoscenza della linea gerarchica SI aziendale 2 Ruoli chiaramente definiti SI 3 Sovrapposizione di ruoli differenti SI sulle stesse persone 4 Accade di frequente che i dirigenti/ SI preposti forniscano informazioni contrastanti circa il lavoro da svolgere

Per quanto riguarda l’evoluzione della carriera, l’indagine ha dato i seguenti risultati:

N INDICATORE RISULTATO NOTE 1 Piano di sviluppo professionale per NO tutti i lavoratori 2 Piano di sviluppo professionale solo NO per i dirigenti 3 Sono definiti i criteri per NO l’avanzamento di carriera 4 Sistemi premianti in relazione al SI raggiungimento degli obiettivi di produzione 5 Sistemi premianti in relazione al NO raggiungimento degli obiettivi per la sicurezza 6 Sistemi premianti in relazione alla SI corretta gestione del personale da parte dei dirigenti

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Per quanto riguarda l’autonomia decisionale – controllo del lavoro, l’indagine ha dato i seguenti risultati:

N INDICATORE RISULTATO NOTE 1 Il lavoratore può decidere SI l’esecuzione dei compiti 2 Il lavoro dipende da compiti SI precedentemente svolti da altri 3 I lavoratori hanno sufficiente SI autonomia per l’esecuzione dei compiti 4 I lavoratori hanno a disposizione NO modalità di partecipazione alle decisioni aziendali 5 Sono predisposti strumenti di SI partecipazione decisionale dei lavoratori alle scelte aziendali

Per quanto riguarda i rapporti interpersonali sul lavoro, l’indagine ha dato i seguenti risultati:

N INDICATORE RISULTATO NOTE 1 Possibilità di rivolgersi al dirigente SI superiore da parte dei lavoratori 2 Momenti di aggregazione di tutto il SI personale 3 Sono presenti rigidi protocolli di NO supervisione sul lavoro svolto

Per quanto riguarda interfaccia casa lavoro – conciliazione vita/lavoro, l’indagine ha dato i seguenti risultati:

N INDICATORE RISULTATO NOTE 1 Possibilità di effettuare la pausa SI pasto in un luogo adeguato – mensa aziendale 2 Possibilità di orario flessibile SI 3 Possibilità di raggiungere il posto di NO Per il personale non lavoro con mezzi pubblici costituisce handicapp

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3. Contenuto del lavoro

Per quanto riguarda Ambiente di lavoro ed attrezzature di lavoro, l’indagine ha dato i seguenti risultati:

N INDICATORE RISULTATO NOTE 1 Esposizione al rumore sup. al NO secondo valore di azione 2 Inadeguato comfort acustico NO 3 Rischio Chimico NO 4 Microclima adeguato SI Necessità di miglioramento delle zone spogliatoio 5 Adeguata illuminazione SI 6 Inadeguata movimentazione NO manuale dei carichi 7 Disponibilità di DPI SI 8 Lavoro a rischio aggressione fisica SI Vedi le misure di prevenzione e protezione adottate dall’Ente 9 Cartellonistica chiara ed immediata SI 10 Esposizione a vibrazione superiore al NO limite di azione 11 Adeguata manutenzione di macchine SI e attrezzature

Per quanto riguarda Pianificazione dei compiti, l’indagine ha dato i seguenti risultati:

N INDICATORE RISULTATO NOTE 1 Il lavoro subisce frequenti interruzioni SI 2 La mansione del lavoratore è SI chiaramente definita 3 E’ presente un lavoro caratterizzato NO da alta monotonia 4 Lo svolgimento della mansione NO richiede di eseguire più compiti contemporaneamente 5 I compiti sono chiaramente pianificati SI

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Per quanto riguarda Carico di lavoro – ritmo di lavoro, l’indagine ha dato i seguenti risultati:

N INDICATORE RISULTATO NOTE 1 I lavoratori hanno autonomia SI nell’esecuzione dei compiti 2 Ci sono variazioni imprevedibili della NO quantità di lavoro 3 Vi è assenza di compiti per lunghi NO periodi nel turno lavorativo 4 E’ presente un lavoro caratterizzato NO da alta ripetitività 5 Il periodo lavorativo per l’esecuzione NO del compito è prefissato 6 Il ritmo del lavoro è determinato dalla NO macchina 7 Il lavoratore non può agire sul ritmo NO della macchina 8 I lavoratori devono prendere NO decisioni rapide

Per quanto riguarda Orario di lavoro, l’indagine ha dato i seguenti risultati:

N INDICATORE RISULTATO NOTE 1 E’ presente regolarmente un orario di NO lavoro superiore alle otto ore 2 Viene abitualmente svolto lavoro NO straordinario 3 E’ presente un orario di lavoro rigido SI 4 La programmazione dell’orario varia NO frequentemente 5 Le pause di lavoro sono libere SI 6 E’ presente il lavoro a turni NO 7 E’ presente il lavoro a turni notturni NO 8 E’ presente il turno notturno fisso o a NO rotazione

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RISULTATO DELLA VALUTAZIONE

Il risultato della valutazione è: punteggio di rischio 6 L’analisi degli indicatori non evidenzia particolari condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress correlato al lavoro. Sono necessarie le seguenti misure di miglioramento: Nell’area Contesto del lavoro , Funzione e cultura organizzativa, è necessario sviluppare politiche di comunicazione in funzione di:

Diffusione degli obiettivi aziendali ai lavoratori Presenza di un sistema di comunicazione aziendale Effettuazione di riunioni/incontri tra dirigenti e lavoratori Presenza di momenti di comunicazione dell’azienda a tutto il personale

Sempre nell’area Contesto del lavoro, Evoluzione della carriera, è necessario un approfondimento generale delle tematiche in essa contenute con particolare riferimento a:

Piano di sviluppo professionale per tutti i lavoratori Piano di sviluppo professionale solo per i dirigenti Sono definiti i criteri per l’avanzamento di carriera Sistemi premianti in relazione al raggiungimento degli obiettivi per la sicurezza

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VERBALIZZAZIONE

L’indagine è stata siglata in data 17 Luglio 2012 oltre che dal Sindaco (DDL), RSPP, Dirigenti di settore, RLS, dai seguenti lavoratori: Boschetti Stefano, Del Casino Mauro, Leoncini Riccardo, Palazzoni Giuliano, Ancillotti Stefano, Pallini Rossano, Bianchi Roberto.

Chiusdino 7 Novembre 2014

Il datore di Lavoro Luciana Bartaletti

Data 7 Novembre 2014 Firma

Il Responsabile del servizio Prevenzione e Protezione (RSPP) Stefano Gini

Data 7 Novembre 2014 Firma

Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) Fabio Burchianti

Data 7 Novembre 2014 Firma

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Chiusdino 7 Novembre 2014

Il datore di Lavoro Luciana Bartaletti

Data 7 Novembre 2014 f.to in originale

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Data 7 Novembre 2014 f.to in originale

Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) Fabio Burchianti

Data 7 Novembre 2014 f.to in originale