I - IL CONTESTO TERRITORIALE

1. CARATTERI GEOMORFOLOGICI tre nelle tabelle verranno mantenute le informazioni di dettaglio (fig. 2) 2. Il comprensorio comunale di , situato a sud-ovest di , occupa il settore centro-occidentale della Toscana meridio- Litotipo % nale, per un’estensione complessiva di 141,85 kmq. Confina a nord- ovest e nord-est rispettivamente con e , a sud- Detriti e discariche 5,6% Depositi alluvionali 17% ovest con , a sud-est e sud con e . Travertini e calcari organogeni 1,6% I limiti amministrativi non definiscono un ambito geografico- Argille 16% morfologico omogeneo e unitario. Argille e argille sabbiose con intercalazione 5,2% Sabbia con intercalazioni di argille e ciottoli 7,2% La porzione centrorientale del comune, a carattere prevalentemente Conglomerati poligenici con intercalazione 12% pianeggiante e basso collinare, rappresenta la zona medio-alta del ba- Flysh prevalentemente arenacei 0,04% cino idrografico del fiume Merse e del Feccia (affluenti dell’Om- Flysh prevalentemente argillitici 17,4% Rocce carbonatiche massicce 0,36% brone rispettivamente di destra e di sinistra); un lungo tratto del con- Rocce carbonatiche brecciate 7,2% fine orientale del comprensorio è demarcato proprio dal primo dei Rocce silicee 8,8% due fiumi. Ofioliti 1,5% Il paesaggio si modifica progressivamente fino ad assumere un ca- Tabella riassuntiva della distribuzione percentuale delle diverse formazioni geologiche pre- rattere più prettamente alto collinare e montuoso, procedendo senti nel comprensorio (le percentuali sono relative alla superficie totale del comprensorio) verso le porzioni estreme del comune; i versanti nord-est e sud- ovest coincidono infatti, l’uno con le ultimi propaggini della Mon- L’incrocio fra le caratteristiche morfologiche e quelle geo-litologiche tagnola Senese e l’altro con il sistema dei rilievi collinari delle Col- permette di individuare quattro unità paesaggistiche (descritte nella line Metallifere. Una tale variabilità paesaggistica è strettamente fig. 3). connessa all’evoluzione paleogenetica 1. In seguito al processo distensivo verificatosi a partire dal Miocene su- Habitat A – Si estende per una superficie complessiva di 12,5 kmq, periore (dopo la sequenza di eventi di corrugamento collegato a una pari a 8,8% della superficie totale del comprensorio. tettonica di tipo essenzialmente compressivo), ebbe luogo un totale Descrive le aree pianeggianti di fondovalle e, geologicamente, corri- cambiamento della paleogeografia della Toscana meridionale, ter- sponde agli areali di affioramento dei depositi alluvionali recenti e minato con la formazione di depressioni tettoniche (Graben) e di terrazzati, posti ai margini dei maggiori corsi d’acqua. strutture positive (Horst). Le prime, favorendo l’ingressione del Questi spazi si concentrano per lo più in prossimità del Feccia e dei mare, si trasformarono in bacini marini nei quali si depositarono se- suoi affluenti e, in adiacenza del corso inferiore del fiume, formano dimenti argilloso-sabbiosi e subordinatamente conglomerativi; le al- le piane alluvionali del Piano di Feccia e del Piano di Papena. tre invece costituirono delle dorsali. Lungo il tracciato del Merse, nel tratto compreso fra l’abbazia di Nel Pliocene medio, il generale sollevamento della regione (in parte San Galgano e il confine occidentale del comune, sono presenti al- ancora attivo) determinò il ritiro del mare e, nel Neogene, si formò tre aree pianeggianti, definite da depositi alluvionali prevalente- quello che i geologi contraddistinguono come Bacino di Chiusdino: mente terrazzati associati a depositi travertinosi. una depressione tettonica separata da aree più sollevate identificabili, sul lato orientale, con la cosiddetta Dorsale Monticiano-Roccastrada Litotipo Estensione % e, sul lato occidentale, con le . Dal punto di vista morfologico, le aree del Bacino di Chiusdino, Detriti e discariche 0,2 kmq 1,6% connesse agli affioramenti di terreni poco resistenti ai processi ero- Depositi alluvionali 7,2 kmq 57,6% sivi, corrispondono, a eccezione del fondovalle, alle zone più de- Travertini e calcari organogeni 0,5 kmq 4% presse e si presentano come rilievi tipicamente collinari. Le aree al Argille 1,3 kmq 10,4% Argille e argille sabbiose con intercalazione margine del bacino, costituite da rocce più resistenti, sono formate di sabbie, ghiaie e gesso 1 kmq 8% da rilievi a carattere tendenzialmente montuoso (anche se le altitu- Sabbia con intercalazione di argille e ciottoli 1,8 kmq 14,4% dini raramente superano i 500 m s.l.m.), con forti dislivelli e pen- Conglomerati poligenici con intercalazione 0,5 kmq 4% denze dei versanti in corrispondenza delle incisioni vallive. di sabbia, argille e brecce 0,5 kmq 4% Anche la geologia del territorio chiusdinese propone un’estrema Geologia dettagliata riconosciuta nell’habitat A (le percentuali indicate sono relative variabilità; si articola in 13 sottotipi riconducibili a cinque forma- all’estensione complessiva della formazione nell’intera superficie comunale) zioni originarie principali: per facilità di consultazione, nel testo fa- 2 remo quindi riferimento al gruppo litologico di appartenenza men- L’elaborazione delle statistiche, come tutte quelle presentate in questo volume, sono state effettuate sfruttando le potenzialità della piattaforma GIS della Toscana realiz- zata nell’ambito del LIAAM (Laboratorio di Informatica applicata all’Archeologia Medievale); la cartografia in scala 1:100.000, relativa a geologia, uso del suolo e dati 1 LAZZAROTTO, 1993, pp. 11-33. demografici, è stata fornita dal SIT della Provincia di Siena.

7 Figura 1. DTM del comune di Chiusdino

8 Figura 2. Carta geologica del comune

9 Figura 3. Distribuzione degli habitat

10 Habitat B – Si estende per una superficie complessiva di 39,2 kmq, Sul versante occidentale insiste sulle propaggini orientali del sistema pari a 27,6% della superficie totale del comprensorio. delle Colline Metallifere. Le pendenze e i dislivelli sono rilevanti e le Descrive le aree a carattere tipicamente collinare e corrisponde geo- altitudini dei maggiori rilievi superano spesso i 600 m s.l.m. (l’altitu- logicamente ai terreni argilloso-sabbiosi del bacino neogenico di dine massima, 726 m s.l.m., si raggiunge nel Poggio Fogari). Sul ver- Chiusdino. sante orientale occupa il margine occidentale della Dorsale Monti- Occupa la parte centrale del territorio ed è caratterizzato da una se- ciano-Roccastrada, dove affiorano le rocce, in prevalenza molto resi- rie di piccole colline, con quote comprese fra i 340 e i 400 m s.l.m., stenti, delle formazioni carbonatiche-argillose-silicee di età mesozoica poste in successione continua. e paleozoica, o i prodotti di una loro parziale rielaborazione (risultanti di processi deposizionali posteriori, collegati agli eventi del neogene). Litotipo Estensione % L’energia del rilievo si mantiene generalmente elevata, soprattutto in corrispondenza delle maggiori incisioni vallive lungo il Merse e il tor- Detriti e discariche 0,9 kmq 2,3% Depositi alluvionali 6,6 kmq 16,8% rente Rosia, anche se l’altitudine supera di rado i 500 m s.l.m. Travertini e calcari organogeni 1,3 kmq 3,3% Argille 15,4 kmq 39,3% Argille e argille sabbiose con intercalazione Litotipo Estensione % di sabbie, ghiaie e gesso 3,3 kmq 8,4% Sabbia con intercalazione di argille e ciottoli 3,3 kmq 8,4% Conglomerati poligenici con intercalazione Detriti e discariche 4,7 kmq 8% di sabbia, argille e brecce 6,6 kmq 16,8% Depositi alluvionali 6 kmq 10,2% Flysh prevalentemente argillitici 1,5 kmq 3,8% Travertini e calcari organogeni 0,1 kmq 0,2% Rocce carbonatiche brecciate e/o vacuolari (cavernose) 0,1 kmq 0,3% Argille 1 kmq 1,7% Rocce silicee 0,2 kmq 0,6% Argille e argille sabbiose con intercalazione di sabbie, ghiaie e gesso 0,2 kmq 0,3% Geologia dettagliata riconosciuta nell’habitat B (le percentuali indicate sono relative al- Sabbia con intercalazione di argille e ciottoli 2,6 kmq 4,4% l’estensione complessiva della formazione nell’intera superficie comunale) Conglomerati poligenici con intercalazione di sabbia, argille e brecce 3,5 kmq 5,9% Habitat C – Si estende per una superficie complessiva di 31,3 kmq, Flysh prevalentemente arenacei 0,1 kmq 0,2% Flysh prevalentemente argillitici 420,2 kmq 34,3% pari a 22,1% della superficie totale del comprensorio. Rocce carbonatiche massicce e/o stratificate 0,5 kmq 0,8% Descrive le aree di passaggio ai primi rilievi e occupa la porzione Rocce carbonatiche brecciate e/o vacuolari (cavernose) 7,7 kmq 13,1% a sud di , quella a ovest di Chiusdino e le zone circostanti Rocce silicee 12,3 kmq 20,9% Luriano. Rappresenta un’area d’interfaccia fra l’habitat B e l’ha- Geologia dettagliata riconosciuta nell’habitat D (le percentuali indicate sono relative al- bitat D, individuata prevalentemente in base all’aspetto morfolo- l’estensione complessiva della formazione nell’intera superficie comunale) gico; si configura, infatti, come una serie di piccoli rilievi che se- gnano il passaggio graduale fra il paesaggio di tipo collinare e quello montuoso. 2. USO DEL SUOLO E CARATTERISTICHE INSEDIATIVE IN Anche per quanto riguarda i litotipi, mostra elementi di ‘transi- ETÀ MODERNA zione’ fra i due habitat. Rimane pressoché inalterata la percentuale dei depositi alluvionali e aumenta in modo non significativo La valutazione dei dati riportati nella cartografia vettoriale relativa quella dei conglomerati; decresce la percentuale dei terreni argil- all’uso del suolo mostra una netta predominanza del bosco, con un losi in favore di altri più resistenti, quali flysh e rocce, caratteri- valore complessivo pari al 60,5%, rispetto agli spazi destinati a uso stici delle aree montuose dell’habitat D. agricolo, corrispondenti invece al 34,1% del totale (prevale comun- que il seminativo rispetto alle colture stabili, presenti in una percen- tuale decisamente esigua); sono limitate le aree tenute a pascolo o in- Litotipo Estensione % colte (3,1%) e ridotte le aree urbanizzate (0,73%). Detriti e discariche 2,2 kmq 4,7% Depositi alluvionali 4,9 kmq 15,7% Uso del suolo % Travertini e calcari organogeni 0,5 kmq 1,6% Argille 6,2 kmq 19,8% Argille e argille sabbiose con intercalazione Boschi di leccio 0.65% di sabbie, ghiaie e gesso 2,9 kmq 9,3% Boschi di castagno 2.07% Sabbia con intercalazione di argille e ciottoli 2,6 kmq 8,3% Boschi di cerro 50.8% Conglomerati poligenici con intercalazione Boschi di roverella 1.88% di sabbia, argille e brecce 6,4 kmq 20,4% Formazioni arboree 0.43% Flysh prevalentemente argillitici 3 kmq 9,6% Impianti di conifere 4.6% Rocce carbonatiche brecciate e/o vacuolari (cavernose) 2,6 kmq 8,3% Impianti di latifoglie 0.069% Incolti e pascoli 3.1% Ofioliti 0,01 kmq 0% Seminativi 33% Sistemi colturali e particellari complessi 1.1% Geologia dettagliata riconosciuta nell’habitat C (le percentuali indicate sono relative al- Aree urbanizzate 0.73% l’estensione complessiva della formazione nell’intera superficie comunale) Tabella riassuntiva delle percentuali di uso del suolo (le percentuali sono calcolate sulla su- Habitat D – Si estende per una superficie complessiva di 58,9 kmq, perficie totale del comprensorio) pari a 41,5% della superficie totale del comprensorio. Descrive aree a carattere tendenzialmente montuoso; corrisponde ai In questo senso, il comune di Chiusdino s’inserisce perfettamente terreni preneogenici della Dorsale Medio-Toscana e delle Colline nella tendenza riscontrata in tutta la . Spazio geografico Metallifere e, in subordine, dei terreni mio-pliocenici calcareo-con- di forte impatto ambientale, dominato da un paesaggio quasi in- glomeratici. contaminato e scarsamente antropizzato, rappresenta una fascia di

11 transizione fra le colline tipiche del senese e la Maremma; è caratte- rizzato da un predominio del bosco sugli spazi coltivi e da un popo- lamento a maglie larghe per poderi e rari nuclei accentrati. Questi aspetti emergono chiaramente dalla lettura comparata dei dati relativi a uso del suolo e concentrazione demografica per i comuni com- presi nell’ambito della Val di Merse (Chiusdino e Monticiano) e quelli limitrofi a essa (Sovicille, Casole d’Elsa, Radicondoli); sulla base dei ri- sultati, è possibile inoltre dimostrare l’esistenza di un rapporto fra au- mento delle superfici boscate/decremento degli spazi coltivi/decre- mento della popolazione 3. Per quanto riguarda le percentuali di presenza delle superfici bo- schive, i valori più bassi si rilevano nel comune di Sovicille, con il 53%, mentre Monticiano e Radicondoli registrano rispettivamente l’84% e il 64,1%. Tendenza inversa invece per il seminativo: dal 39,8% di incidenza nel comune di Sovicille, decresce progressivamente al 25,9% in quello di Radicondoli fino al 10,1% del comprensorio di Monticiano; così le Figura 4. Percentuali delle superfici geologiche colture stabili passano dal 4,5% di Sovicille, al 2,6% di Monticiano e sponda a superfici pianeggianti o basso collinari, con una composi- infine all’1,3% di Radicondoli. zione litologica più o meno naturalmente favorevole allo sfrutta- Le punte estreme del popolamento vedono nuovamente da un lato mento agricolo. Sovicille, come punta massima, con il 54,4% di abitanti per kmq e Le aree di fondovalle (habitat A) e quelle collinari (habitat B) sono il 2,6% di spazio occupato dalle aree urbanizzate; dall’altro Monti- quasi interamente destinate alla coltivazione; le prime per il 70,3% ciano e Radicondoli rispettivamente con il 13,2% e il 7,8% di abi- della loro totale estensione, le seconde per il 55,6%. tanti per kmq su 0,5% e 0,1% di spazio urbanizzato. Nelle aree di transizione (habitat C), il seminativo raggiunge valori Casole d’Elsa e Chiusdino mostrano invece valori di transizione; intorno al 37,4% mentre compaiono, seppur in percentuale esigua, confermano così una tendenza secondo la quale l’allontamento dai le colture stabili (2,8%); in corrispondenza dell’inizio della zona dei centri urbani (la città di Siena a est e l’area valdelsana a ovest) deter- rilievi, si riduce poi al 10,3% a causa della presenza di superfici di- mina una riduzione progressiva dello spazio antropizzato e, di con- sagevoli e suoli troppo duri. seguenza della concentrazione demografica, in favore delle superfici Il paesaggio collinare (soprattutto nello spazio compreso fra Palaz- a vegetazione stabile. zetto e ) è caratterizzato da seminativi, alternati a piccole por- Il primo comune, infatti, pur caratterizzato da una morfologia simile zioni di campi tenuti a pascolo. a quella della Val di Merse, registra valori superiori a quelli di Mon- La zona pianeggiante del Pian di Feccia, invece, è divisa in lotti di ticiano e Chiusdino, sia relativamente alle superfici coltivate che al grande estensione, adibiti a coltivazione di cereali alternati a girasoli. popolamento, avvicinandosi invece a quelli rilevati per Sovicille; il La vocazione agricola di quest’area è stata in parte ostacolata dalla comune denominatore, in tal senso, potrebbe essere la vicinanza a natura dei suoli (depositi alluvionali e detriti) che, essendo molto centri vitali, come Colle Val d’Elsa (con cui Casole confina e da cui permeabili, risultano soggetti ai fenomeni di esondazione e infiltra- ha una distanza massima di 10-15 km) e Siena (con cui confina in- zione da parte della fitta rete idrografica presente. vece Sovicille e da cui dista al massimo 15-17 km). Sin dall’epoca medievale, si ha notizia di tentativi di risolvere il pro- Chiusdino, posto fisicamente all’interno dei comuni considerati, in- blema; le fonti ricordano il progetto di un monaco di San Galgano vece, assume il ruolo di territorio di passaggio, con percentuali che per bonificare la piana di Feccia e addirittura convogliare l’acqua del corrispondono approssimativamente alla media di quelli registrati fiume per l’approvvigionamento idrico della città di Siena. dagli altri. Recentemente, l’intervento dell’uomo ha ridotto considerevolmente il fenomeno di impaludamento della zona, facendo così prevalere de- Casole Monticiano Radicondoli Sovicille Chiusdino finitivamente la destinazione a seminativo.

Aree urbanizzate 0,9% 0,5% 0,1% 2,6% 0,73% Aree boschive 55,8% 84,5% 64,1% 53% 60,5% Incolti e pascoli 3,8% 2,3% 8,6% 0,1% 3,1% Seminativi 55,7% 10,1% 25,9% 39,8% 33% Colture stabili 2% 2,6% 1,3% 4,5% 1,1% Popolazione/kmq17,3/kmq 13,2/kmq 7,8/kmq 54,5/kmq 13,5/kmq

Tabella riassuntiva dei diversi tipi di utilizzo del suolo distribuiti nei 5 comuni considerati

Nello specifico, il chiusdinese rispetto agli altri comuni mostra un’incidenza abbastanza consistente della pratica agricola: in que- sto senso, risulta determinante che circa il 45% del territorio corri-

3 Lo spunto per questa valutazione è stato colto nel contributo di Greppi (GREPPI, 1991, pp. 188-192), il quale propone appunto l’esistenza di un rapporto fra aumento superfici boscate/decremento superfici coltive. Figura 5. Percentuali relative ai diversi usi del suolo

12 Figura 6. Carta dell’uso del suolo

13 Ricordiamo, per inciso, un progetto presentato nel corso degli anni Più rilevante il caso del giacimento delle Cetine, consistente in una ’70-’80, finalizzato a regolamentare il regime delle acque dei fiumi mineralizzazione antimonifera in piccole lenti e ricca di solfati di al- della Val di Merse per favorire i territori circostanti. terazione, sfruttata nel corso del XIX-XX secolo. Il provvedimento prevedeva la costruzione di due dighe, di cui una Il deposito è costituito da un ammasso di calcare cavernoso esteso più piccola, creata sul fiume Farma, che avrebbe potenziato la por- per circa 330 m in direzione est-ovest e circa 50 m in direzione tra- tata d’acqua del Merse. L’altra doveva essere realizzata in una zona sversale. Qui le mineralizzazioni a solfuri si sono formate in conse- prossima la confluenza della Feccia nel Merse con l’obiettivo di guenza del contatto dei fluidi caldi, risaliti in seguito alle intrusioni creare un lago artificiale con una capacità di contenimento fino a 140 magmatiche che hanno interessato la Toscana durante il Plio-plei- milioni cubi di acqua; questo avrebbe permesso di irrigare la piana stocene, con le rocce calcaree e permeabili delle Cetine 7. grossetana e il piano di Rosia nel periodo estivo. Data la sua funzionalità per l’industria bellica, la produzione del- Un’operazione di questo tipo avrebbe avuto però conseguenze pe- l’antimonio si mantenne vitale nei periodi immediatamente a ridosso santi sia sul patrimonio naturale che su quello artistico del chiu- delle due guerre mondiali. La coltivazione, iniziata nel 1878 con i sdinese: le più gravi riguardavano l’impaludamento del territorio e cantieri a cielo aperto e proseguita nel 1876 anche con le ricerche in i rischi per la staticità dell’abbazia di San Galgano che, al termine sotterraneo, venne interrotta per motivi di scarsa economicità nel dei lavori, si sarebbe trovata ai margini di una specie di promon- 1920 per poi riprendere in corrispondenza del secondo conflitto; nel torio sul lago artificiale. 1948, fu considerata esaurita e quindi definitivamente chiusa. L’intero progetto venne bocciato in seguito alle accese proteste de- Dell’attività mineraria rimane un profondo canale, il Canalone Fra- gli ambientalisti e alle perizie di numerosi studiosi e tecnici 4: anche nato, attraverso il quale originariamente venne aggredita la massa mi- il Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti di Siena, nel lu- neralizzata nella sua concentrazione più ricca: il canale, posto all’estre- glio 1984, fu chiamato a valutare le conseguenze dell’intervento sul mità dell’abitato delle Cetine, e altre gallerie sono tuttora visitabili. Al- patrimonio archeologico dell’area interessata. l’interno del paese di Chiusdino (via P. Mascagni) è stato inoltre aperta La diffusione del bosco segue un andamento inverso a quello delle una mostra documentaria permanente sulla Miniera delle Cetine. superfici lavorate. Risulta infatti abbastanza limitato nell’habitat A (27,5%) e si concentra ai margini delle pianure lungo il corso del Uso del suolo A B C D Totale fiume Merse, in prossimità del confine centro orientale del comune. In corrispondenza dell’area collinare, la percentuale delle aree a vege- Aree urbanizzate 0,7% 1,5% 1,1% 0% 0,73% tazione stabile tende ad aumentare fino al 42,2%. Si tratta di boschi a Boschi di castagno 4,9% 2,07% variabile densità di vegetazione: prevalgono i radi (80%-60%) rispetto Boschi di cerro 26,5% 40,5% 47,5% 64,3% 50,8% Boschi di leccio 1,6% 0,65% a quelli aperti (60%-20%) e si presentano spesso in forma di manife- Boschi di roverella 0,2% 1,3% 7% 1,88% stazioni isolate poste a interrompere la successione continua dei campi. Formazioni arboree 0,8% 0,4% 0,2% 0,5% 0,43% Passando alla fascia di transizione, identificata nell’habitat C, il bo- Impianti di conifere 0% 0% 11% 4,6% Impianti di latifoglie 1,5% 2,3% 0% 0,069% sco, ora ad alta densità di vegetazione (100%-80%), arriva a incidere Incolti e pascoli 0,7% 1,7% 7,4% 3,1% per il 57% sul totale; raggiunge poi un’estensione complessiva pari Seminativi 70,3% 55,6% 37,4% 9,2% 33% all’82,3% in corrispondenza dell’area a carattere tendenzialmente Sistemi colturali e particellari complessi 2,8% 1,1% 1,1% montuoso dell’habitat D. Compare il bosco di castagno, altrove as- sente, per un valore pari al 4,6%, e si distribuisce in macchie estese Tabella riassuntiva dei diversi tipi di utilizzo del suolo distribuiti nei quattro habitat ri- lungo il confine nordorientale del comune. conosciuti (le percentuali sono calcolate rispetto alla superficie del singolo habitat). Lo sfruttamento di questi spazi, è quasi interamente orientato al po- In conclusione, appare chiaro che la morfologia e le caratteristiche tenziale offerto dalla raccolta del legname e, fino a un passato re- geologiche hanno condizionato la diversificazione d’uso e di sfrut- cente, alla produzione del carbone; per lo più effettuata in loco, è te- tamento economico degli spazi e, vedremo che in una prospettiva stimoniata dalle numerose tracce di carbonaie, tuttora visibili all’in- più ampia, sono risultati determinanti nella distribuzione e nella terno dei boschi. Le uniche attività di tipo industriale svolte nel tenuta del popolamento. chiusdinese hanno riguardato, nel corso degli ultimi due secoli, la ri- Dal punto di vista produttivo, il comprensorio di Chiusdino, risulta sorsa geologica e mineraria. da sempre orientato verso una gestione del territorio improntata per Nell’area di Luriano, nei pressi del podere Case Sant’Agata 5, sono lo più a un tipo di agricoltura non specializzata, finalizzata più al- ancora attive due cave di alabastro; nell’area sovrastante Frosini ri- l’autoconsumo che a una produzione di tipo industriale. mane intensa l’estrazione di travertino e ghiaia 6. Come la maggior parte della campagna senese, è stato caratterizzato Abbastanza vitale a partire dal XIX secolo e oggi concluso per esau- da un’organizzazione della terra di stampo mezzadrile, articolata in rimento dei filoni, lo sfruttamento dei giacimenti minerari posti in poderi facenti capo a fattorie come centro direzionale e organizzativo. località Spannocchia-Camporedaldi e Cetine di Cotorniano. Differentemente da altre zone della provincia, però, la crisi del si- Nel primo caso, si tratta di mineralizzazioni in filoni e lenti concor- stema mezzadrile, intervenuta alla fine degli anni ’50, non ha deter- danti con ganga gessosa che hanno permesso l’estrazione di piombo minato la spinta propulsiva verso un processo di trasformazione delle e probabilmente d’argento; di importanza modesta, registrano una strutture socio-economiche tradizionali; ha invece causato la loro cri- fase di coltivazione nel corso della prima metà del nostro secolo. stallizzazione nell’ambito di un’agricoltura improntata alle esigenze personali dei piccoli proprietari.

4 Una sintesi del progetto e gli studi tecnici effettuati per la verifica delle conseguenze 7 AA.VV., 1999. La miniera delle Cetine è famosa nel mondo per l’importanza scien- dell’eventuale attuazione del lavoro sono stati raccolti e pubblicati in AA.VV., 1988b. tifica dei suoi minerali di alterazione; alcuni di questi sono stati trovati per la prima 5AA.VV, 1971b, vedi carta allegata in appendice relativa ad attività estrattive. volta nel mondo, proprio alle Cetine: la onoratoite (1947), la cetineite (1987), la co- 6 Cave di travertino sono note sin dal Medioevo. quandite (1992), la briziite (1994).

14 Anche le fattorie sono state soffocate dalle difficoltà gestionali connesse con la fase iniziale della nostra ricerca, la campagna appariva infatti, alla necessità di investire nuovi capitali per un miglioramento qualita- punteggiata di poderi immersi in terreni abbandonati, a eccezione tivo e quantitativo della produzione: vendute dai proprietari all’Azienda dell’area circostante Frassini e Palazzetto e, in misura minore di Demaniale delle Foreste, hanno perso la loro funzione e sono state quasi quella intorno . A partire dalla metà degli anni ’90 si immediatamente abbandonate. Il fenomeno del depopolamento di- iniziano a cogliere, invece, segnali di ripresa. venta dunque tangibile dopo gli anni ’50, come si evince dalla let- Per quanto riguarda il settore agricolo, la scadenza del vincolo legi- tura dei censimenti rilevati negli anni 1951, 1981, 1991. slativo, effettiva per alcuni terreni già nel 1994 e per l’intero comune Nel 1951, la popolazione censita si calcola in misura di 3.030 abi- nel 1995, ha segnato un momento decisivo per la ripresa dell’atti- tanti (densità insediativa 21,4 abitanti per kmq); nel 1981 il numero vità: già nel primo anno (quando ancora solo pochi appezzamenti decresce fino a 2.252 abitanti (densità insediativa 15,8 abitanti per erano svincolati dal decreto) si registrava un incremento del 30% kmq); infine, nel 1991, si contano solo 1.922 abitanti per una den- circa delle superfici lavorate. La ripresa di Chiusdino si è comunque sità di 13,5 per kmq. basata non tanto sul potenziamento della popolazione residente Il dato assume ancora maggiore spessore, considerando il numero bensì sulla creazione di nuovi bacini di utenza. dei centri censiti nei diversi rilevamenti; nel 1951, si considerano Un aspetto del tutto innovativo nell’economia chiusdinese è stata esclusivamente i residenti del sette centri principali; nel 1981, si ag- l’apertura al settore del turismo, nel rispetto del potenziale am- giungono al computo i monaci dell’abbazia di San Galgano, i resi- bientale e naturalistico della Val di Merse. Lo scarso dinamismo denti nel nucleo di Pentolina e quelli dell’abitato sparso; nel 1991, economico dell’area, infatti, se da un lato ne ha condizionato lo svi- si aggiungono ancora quattro insediamenti accentrati. luppo, dall’altro ha rappresentato uno strumento decisivo per la In sintesi, nel corso di 40 anni, si registra un decremento percentuale sua conservazione, inibendo un’eccessiva antropizzazione degli calcolabile intorno al 40%-60%. Lo stesso capoluogo comunale spazi a scapito del patrimonio naturale. Varie zone sono attual- passa dai 1.379 abitanti del 1951 ai 757 del 1991; , dai 555 mente inserite nel circuito dei parchi naturali. individui cala a 298; Montalcinello dai 388 del primo censimento ai Uno dei tratti più suggestivi e meno antropizzati del Merse, situato 165 dell’ultimo e così Frosini dai 131 degli anni ’50 decresce a 57 nell’area compresa fra il fiume e il fosso Ricausa, costituisce la Riserva nel ’91. Naturale dell’Alta Merse. Non lontano, nella valle di Ricausa, le nu- merose specie di uccelli presenti sono state protette in un’oasi fauni- 1951 1981 1991 stica, istituita dall’Amministrazione Provinciale di Siena su iniziativa dell’Università degli Studi di Roma. Più a sud, nell’area di Luriano, troviamo la Riserva Naturale della Chiusdino 1.379 838 757 Abbazia di San Galgano non censito 7 6 Pietra, promossa nuovamente dall’Amministrazione Provinciale di Casino 113 54 38 Siena; contigua a quella del Farma, con la quale costituisce un unico Causa non censito non censito 20 Ciciano 555 328 298 complesso naturalistico, racchiude un patrimonio faunistico ecce- Ciglierese non censito non censito 22 zionale in un contesto naturale di indubbio fascino. Colordesoli non censito non censito 17 Una zona di particolare interesse, ancora non promossa a riserva na- Frassini 294 212 172 Frosini 131 74 57 turale, è quella delle Vene di Ciciano. Si tratta di sorgenti ipotermali, Le Cetine non censito non censito 9 di origine non chiara, da cui sgorgano acque, di vasta portata, a una Luriano non censito non censito non censito 9 Montalcinello 388 195 165 temperatura media pari a 21° . L’area è stata recentemente inserita Moscofuli non censito non censito 12 nel progetto AREL (aree a sviluppo economico locale) promosso Palazzetto 170 126 116 dalla Co.Svi.g (Consorzio per lo sviluppo delle Aree Geotermiche), Pentolina non censito 20 non censito Spannocchia non censito non censito non censito come area vincolata solo ad attività connesse all’utilizzo delle acque Case Sparse non censito 398 233 tiepide. Il Consorzio (accogliendo le esigenze dei diversi Comuni in- Totale 3.030 2.252 1.922 teressati) 10 si fa promotore di potenziali iniziative per la nuova im- Tabella riassuntiva del popolamento registrato nei tre censimenti prenditoria legate allo sfruttamento della risorsa geotermica, tramite l’immissione in rete () della Le vicende occorse al territorio nella seconda metà del secolo, hanno cartografia essenziale e di tutti i dati utili alla scelta dell’investimento dunque concorso a far scivolare il comprensorio di Chiusdino per (disponibilità geotermica, presenza di corsi d’acqua, vicinanza alle circa un decennio in una situazione abbastanza stagnante. vie di comunicazione e urbanizzazione). Al di fuori delle riserve na- Il drastico decremento demografico ha fatto precipitare il fenomeno turali, troviamo comunque altre zone di interesse paesaggistico, par- di abbandono degli spazi coltivi nel corso degli anni ’80. Ad aggra- ticolarmente adatte a essere inserite nei percorsi di trekking e segna- vare ulteriormente la situazione, sono poi intervenute, nei primi late per passeggiate a cavallo, in mountain bike e in bicicletta 11. anni ’90, le disposizioni di legge CEE tendenti a limitare la sovrap- produzione dei prodotti comuni 8; in questo periodo, coincidente 9 Le informazioni relative alle aree protette sono state trattate da AA. VV., 1999. 10 I comuni coinvolti nel progetto sono Castelnuovo Val di Cecina, Chiusdino, Montecatini Val di Cecina, Monterotondo Marittimo, Montieri, , Radi- 8 Si tratta di un provvedimento previsto nel Regolamento Comunitario della nuova Po- condoli. Nel comune di Chiusdino, sono state individuate altre due zone di inte- litica Agricola Comunitaria (PAC); è un’integrazione a reddito che garantisce il prezzo resse, Pontefeccia e Palazzetto: entrambe catalogate come aree a tipologia mista, di un aiuto compensativo a ettaro per alcuni seminativi. È stato stabilito nel 1992 ed è adatte alla piccola media impresa. valido per un triennio: scade con la commercializzazione dei prodotti agricoli del 1995. 11 A questo proposito, nel 1995 è stata pubblicata una guida Chiusdino il suo territo- Regolamento n. 2078 Gazzetta Ufficiale 215 (30 giugno 1992); Regolamento CEE (31 rio e l’abbazia di San Galgano (19992) nella quale si individuano itinerari e percorsi luglio 1992) Gazzetta Ufficiale 221; Regolamento n. 2467 Gazzetta Ufficiale 246 (25 di visita lungo l’intero territorio comunale. La pubblicazione fornisce un quadro agosto 1992); Regolamento CEE n. 165; Regolamento Consiglio n. 1766; Regola- d’insieme del potenziale naturalistico-ambientale e storico-artistico della zona; ab- mento commissione n. 2263 Gazzetta Ufficiale 1181; Regolamento n. 2293 Gazzetta bastanza esauriente, presenta comunque alcune inesattezze relative alla parte storico- Ufficiale 221; Regolamento n. 2294 Gazzetta Ufficiale 221 (luglio 1994). archeologica.

15 Elemento ulteriore per l’affermazione del turismo è il patrimonio poi grangia di epoca medievale), oggi completamente ristrutturata, storico-artistico. è gestita come agriturismo: pubblicizzata in rete, in lingua inglese, Da sempre oggetto principale nell’attenzione del visitatore, l’abbazia esprime con orgoglio l’origine medievale del nucleo, le connotazioni di San Galgano che, al di là delle sue forme architettoniche, è resa naturali dell’area e la vicinanza con alcuni dei monumenti e delle unica dall’assenza del tetto e dalla pavimentazione erbosa, e inoltre città più affascinanti della Toscana. l’eremo di Monte Siepi, con la sua mitica Spada nella Roccia. Il numero di siti o pagine, finalizzate alla diffusione di informazioni in A queste si aggiungono il paese stesso di Chiusdino, nucleo di ori- merito alle varie strutture recettive, prodotti tipici, percorsi di trekking gine medievale ben conservato e rispettato nelle sue forme originali; o altro, è indicativo della volontà di incrementare il settore turistico. gli edifici e i ruderi, dislocati nella campagna a testimoniare l’inse- Lanciando una ricerca veloce su un qualsiasi motore, vengono selezio- diamento di epoca medievale; le imponenti strutture tipo fortifica- nati 27 indirizzi: di questi sei pubblicizzano aziende agrituristiche e ri- zione, che, seppur prodotte da ristrutturazione tarde, esercitano co- storanti, cinque i percorsi di visita, otto il patrimonio ambientale e ar- munque la loro attrattiva. tistico, otto riportano informazioni generali sul Comune. Infine, negli ultimi anni si è aggiunto come altro polo di attrazione Anche nel settore delle attività culturali, l’Amministrazione Comu- per il grande pubblico, il famoso Mulino Bianco, conosciuto at- nale si è fatta promotrice di numerose iniziative, che hanno concorso traverso le pubblicità della Barilla; l’azienda, peraltro, nel periodo a inserire Chiusdino nel circuito dei centri attivi nell’ambito della di maggiore diffusione dello spot televisivo, è intervenuta attiva- musica classica. Già da molti anni, nel periodo estivo, l’abbazia di mente nella vita del comune, facendosi sponsor di molte delle ini- San Galgano è sede di concerti in collaborazione con l’Accademia ziative promosse. Musicale Chigiana. Più recenti sono le manifestazioni organizzate La struttura (localizzata sul Merse lungo la strada massetana in pros- nell’ambito di un Festival, giunto nel 2001 alla quinta edizione, in- simità di Poggio della Badia), evidentemente artefatta nel suo serito nel Progetto Culturale Monfardini e incentrato sulla messa in aspetto, è stata ottenuta, rivestendo con pannelli bianchi, un edifi- scena di commedie in musica e recitate, opere liriche, concerti, mu- cio di origine medievale, noto con il nome di Mulino delle Pile; le sical e balletti; le rappresentazioni avvengono sia all’interno del paese foto del ‘prima e dopo’ sono comunque disponibili in rete all’interno di Chiusdino che nell’abbazia. dell’Archivio Barilla (). In tempi Nel corso del 2000, data la destinazione a luogo di spettacolo, per recenti, il mulino è stato oggetto di un intervento di restauro con- lo più in notturna, è stato realizzato un progetto di illuminazione servativo, volto a ripristinare l’integrità iniziale del monumento: at- del monumento cistercense finanziato da Regione Toscana, Am- tualmente, è sede di un’azienda agrituristica esclusiva. ministrazione Provinciale di Siena e vari sponsor: è stato scelto un In sintesi, la tranquillità e la bellezza della zona, unita a un patrimo- tipo di illuminazione dall’alto verso il basso in modo da ottenere un nio artistico di valore, hanno dato la spinta propulsiva all’industria effetto a radenza per esaltare l’edificio nella sua caratteristica assenza agrituristica; in anni recenti, si contano infatti numerosi casi di pri- del tetto (). vati che, dopo aver rilevato molti dei poderi abbandonati, hanno Alessandra Nardini coordinato attività di questo tipo. Ad esempio Papena (villaggio e

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