Famiglia Feroni
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Famiglia Feroni Inventario dell’archivio (1137 - 1885) Milano, dicembre 2009 Ministero per i Beni e le Attività culturali Soprintendenza archivistica per la Lombardia Famiglia Feroni Inventario dell’archivio (1137 - 1885) Realizzazione a cura di Scripta srl, Como Interventi a cura di Edoardo Rossetti Direzione lavori: Domenico Quartieri Sommario Famiglia Feroni - profilo storico....................................................................... 5 Bibliografia................................................................................................................ 8 Note sull’organizzazione dell’archivio ............................................................. 9 Storia archivistica...................................................................................................... 9 Contenuto................................................................................................................... 9 Struttura del fondo................................................................................................... 10 Notizie sull’intervento.............................................................................................. 10 Inventario dell’archivio................................................................................... 11 A. San Galgano e Cardinale Giuseppe Maria Feroni............................................. 11 B. Documenti sulla famiglia .................................................................................... 94 C. Luoghi di Monte................................................................................................ 278 D. Inventari di beni................................................................................................ 289 E. Cause e litigazioni............................................................................................. 299 F. Documenti su Bellavista.................................................................................... 346 G. Documenti su Mulin Nuovo e altri possedimenti.............................................. 450 H. Contabilità varia............................................................................................... 471 I. Contratti e acquisti............................................................................................. 493 L. Varie .................................................................................................................. 552 M. Pergamene........................................................................................................ 598 Indici onomastici, toponomastici e delle istituzioni ..................................... 608 Avvertenze agli indici ............................................................................................ 608 Indice delle persone............................................................................................... 609 Indice dei toponimi ................................................................................................ 672 Indice delle istituzioni............................................................................................ 689 Famiglia Feroni - Inventario dell’archivio - 5 - Famiglia Feroni - profilo storico La famiglia Feroni ha origine da una diramazione della famiglia Baldacci di Vinci; tra la fine del Cinquecento e i primi anni del Seicento, Paolo Baldacci e suo figlio Baldo assumono progressivamente il cognome Feroni derivato verosimilmente dal nome di Ferone Baldacci, padre di Paolo. Baldo Feroni si insedia con la famiglia ad Empoli e avvia una bottega di tintoria; forse è proprio a Baldo che va assegnato un primo tentativo di ascesa sociale della famiglia. Con pratica comune il Feroni avvia uno dei figli (Paolo) alla carriera militare, un altro (Tommaso) a quella ecclesiastica e affianca a sé il figlio Francesco nell’attività di tintore, alla quale si unisce presto quella di mercante. È comunque a Francesco Feroni (1614 - 1696) che si deve l’inizio delle fortune della famiglia; entrato in contatto con il senatore e mercante fiorentino Lorenzo Buonaccorsi (con il quale in seguito si apre un feroce contenzioso) Francesco si stabilisce prima a Livorno e poi si trasferisce, nella prima metà degli anni ‘40 del Seicento, ad Amsterdam incrementando i propri investimenti e specializzandosi nel commercio di cereali. Verso l’inizio del decennio successivo il Feroni sposa Prudenza, figlia di Silvio Tensini (un mercante di cereali russi originario di Crema, ma insediatosi da tempo ad Anversa), saldando così i suoi legami con il mondo dei ricchi mercanti italiani emigrati nel nord Europa. Contemporaneamente amplia i propri orizzonti commerciali impegnandosi sulla piazza di Lisbona, rendendosi mediatore dell’esportazione di zucchero brasiliano, spezie e tessuti, e impegnandosi nella tratta degli schiavi. Il prestigio che il toscano acquisisce ad Amsterdam induce il granduca Ferdinando II ad incaricare Francesco, prima in via ufficiosa - durante la guerra anglo-olandese (1652-1654) - e poi in via ufficiale (dal 1666), di agire come rappresentante degli interessi medicei presso le Provincie Unite; in queste occasioni il Feroni dimostra, a quanto pare, una certa sfrontatezza, un notevole acume e uno spirito di iniziativa che incuriosiscono ancora di più la corte medicea. I legami con la Corte granducale si saldano definitivamente quando Francesco Feroni ospita tra il dicembre del 1667 e il gennaio del 1668 il gran principe Cosimo (futuro granduca col nome di Cosimo III) durante il suo viaggio in incognito per l’Europa. In questa occasione il mercante arriva ad impegnarsi per anticipare in proprio le spese del principe di casa Medici. L’intensificazione dei contatti con la Corte coinvolge il Feroni nel nuovo ruolo di intermediario per il commercio di oggetti suntuari e di opere d’arte, ma pone soprattutto le basi per la progettazione di un rientro in patria. Inizia così un estenuante periodo di trattative per l’investimento del proprio capitale nell’acquisto di una vasta tenuta agricola in Toscana. L’invasione francese dell’Olanda e il raggiunto accordo per la vendita della fattoria medicea di Bellavista in Valdinevole, con possibilità di erezione in contea o marchesato, inducono il Feroni ad abbandonare di nascosto Amsterdam una sera di febbraio del 1673. Rientrato in Toscana, stabilitosi a Firenze e ottenutane la cittadinanza per concessione granducale, Francesco chiude finalmente il contratto per l’acquisto della tenuta di Bellavista il 27 settembre 1673. Qualche anno dopo (1676) si installa nel cinquecentesco palazzo Zanchini, posto nella prestigiosa via Maggio in Oltrarno (via nella quale qualche anno prima si sistema anche il fratello di Francesco, il capitano Paolo Feroni; si veda n. 242.12, n. 242.20). Qui, e in alcune case adiacenti prese in affitto, la famiglia risiede fino agli acquisti del palazzo Spini di Santa Trinita ad opera del marchese Antonio Francesco e del palazzo di S. Frediano ad opera del marchese Francesco Giuseppe (entrambi gli edifici acquistati dopo il 1764). Famiglia Feroni - Inventario dell’archivio - 6 - Segue serrata l’ascesa politica del mercante che nel 1674 ottiene la nomina a senatore e Depositario generale, l’anno successivo entra nella Deputazione per le riforme dei Magistrati e in seguito viene incaricato della soprintendenza della Magona del ferro e dello Scrittoio delle possessioni e della Guardaroba generale (1682). Nel 1681 arriva l’agognata investitura feudale con titolo marchionale della fattoria di Bellavista, due anni dopo il primogenito Fabio sposa Costanza Lotteringhi della Stufa - rappresentante di una famiglia fiorentina di antica nobiltà - nel contempo si progettano i matrimoni delle figlie di Francesco in casa Vecchietti e in casa Portinari e si pongono le basi per la carriera ecclesiastica del cadetto Silvio Feroni, che si rivela però fallimentare. Per sancire il prestigio raggiunto e perpetuare la propria memoria Francesco non si impegna nell’acquistare o costruire un grande palazzo in città, ma decide di occuparsi della propria sepoltura: appena giunto in Firenze (1673) si interessa di una cappella in S. Maria Maggiore (parrocchiale della sua prima abitazione cittadina), indirizza poi (1680) la sua attenzione sulla rinomata cappella Brancacci al Carmine per ottenere infine nel 1691 il patronato della cappella di S. Giuliano alla SS. Annunziata. Quest’ultima viene dedicata dal Feroni a S. Giuseppe e trasformata in un suntuosissimo ambiente dopo una campagna triennale di restauri ad opera del gruppo di artisti più in voga presso la corte medicea. Il marchese Francesco Feroni muore nella villa di Montughi il 17 gennaio 1696 dopo avere dettato un definitivo testamento - sono otto le differenti versioni di ultime volontà che il Feroni fece rogare tra il 1684 e il 1695 - che vincola la sua eredità in due fidecommessi, uno relativo alla linea di primogenitura e l’altro relativo alla linea di secondogenitura. Il secondo marchese di Bellavista, Fabio Feroni (1674?-1702), eredita in parte le cariche paterne e prosegue il progetto di inserimento della casata tra la nobiltà fiorentina. Ancora prima della morte del padre intraprende una campagna di lavori nella tenuta di Bellavista, volti ad affiancare all’antica fattoria medicea un vero e proprio palazzo. Sotto la direzione dell’architetto Antonio Ferri nasce così il complesso di villa, fattoria e cappella, con i giardini all’italiana e il vasto parco. Fabio muore il 31 ottobre del 1702 lasciando i figli minori Francesco, Ubaldo, Giuseppe Maria e Alessandro sotto la tutela della