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L'amore al tempo del fascio imp 15-05-2014 11:31 Pagina 3 Patrizia Salvetti L’AMORE AI TEMPI DEL FASCIO Un carteggio (1932-1939) L'amore al tempo del fascio imp 15-05-2014 11:32 Pagina 287 INDICE 5 PREFAZIONE L’ AMORE AI TEMPI DEL FASCIO 11 Le lettere come fonte 20 Il linguaggio 24 Famiglia 29 Lyda: famiglia, infanzia, adolescenza 33 Vittorio: famiglia, infanzia, adolescenza 38 Innamorarsi ad Ancona: i giovani, la scuola, la vita quotidiana, il tempo libero 49 Amore e identità di genere 71 Sessualità e morale pubblica 105 Genere e lavoro 114 Genere e politica 124 La guerra, la patria, l’amore 144 Verso il lieto fine 147 LETTERE 275 INDICE DEI NOMI 279 FOTO L'amore al tempo del fascio imp 15-05-2014 11:31 Pagina 5 PREFAZIONE Pochi anni fa, nel 2010, svuotando la cantina dei miei suo- ceri, Lyda Iapoce (1914-1989) e Vittorio Palazzi (1915- 1996), ho trovato, quasi a sorpresa, uno scatolone di carto- ne che conteneva una grande quantità di lettere d’amore che i due, da fidanzati, si erano scritti quasi quotidianamente tra il 1932 e il 1939. Si tratta di un piccolo ma imponente ar- chivio di lettere, diari e lettere di taglio diaristico, poesie, car- toline illustrate e cartoline postali, telegrammi, per un insie- me di oltre 2.500 documenti, gelosamente custoditi, dispo- sti in ordine cronologico, fino alla loro morte. Pur stando attenta a non farmi coinvolgere troppo dall’i- nevitabile fascino del documento inedito, ho cominciato a sfogliarle, poi a leggerle e a rifletterci su e subito mi sono ac- corta dell’interesse e della rilevanza che questo materiale po- teva avere in vari campi della storia contemporanea e per la storia del fascismo e del rapporto tra fascismo e società civile negli anni Trenta: storia di genere, storia delle generazioni, storia dei giovani, storia dei sentimenti, storia della sessualità, storia della famiglia, storia della mentalità, storia del lavoro, della vita quotidiana, del tempo libero e, più in generale, sto- ria sociale della piccola borghesia e dell’opinione pubblica in provincia, nel caso specifico, nella città di Ancona. Naturalmente mi è rincresciuto non aver intervistato i miei suoceri “da storica” su tanti temi presenti nelle lettere, quando erano ancora in vita: allora non avevo alcun inte- resse a farlo, in un contesto diverso e con ruoli diversi, non potendo ipotizzare un eventuale utilizzo di questa fonte, di 5 L'amore al tempo del fascio imp 15-05-2014 11:31 Pagina 6 cui a mala pena conoscevo l’esistenza. Tuttavia, la “scoperta” di questo piccolo patrimonio mi ha spinto a cercare testi- monianze, informazioni, chiarimenti presso alcuni parenti ormai anziani dei miei suoceri, oltre che, naturalmente, presso i due figli. Inevitabile è stato il confronto tra l’imma- gine dei miei suoceri che si ricava dalle loro lettere e i ricor- di personali di me che li ho conosciuti, ritrovando, a tanti anni di distanza, molte conferme ma anche molte sorprese. Naturalmente mi sono subito chiesta se e quale diritto io avessi di leggere, analizzare e, eventualmente, di rendere pubblica questa corrispondenza privata, questo “amore di carta”, di “rubare” i loro segreti, interrogandomi se avesse- ro voluto o meno lasciare traccia di sé e del loro privato at- traverso il carteggio e, in caso positivo, se solo in ambito fa- miliare1. È vero che nel carteggio ho trovato di frequente da parte di tutti e due la convinta decisione di conservare tut- te le lettere, addirittura di farle rilegare per poterle rilegge- re insieme una volta fidanzati ufficialmente e poi da spo- sati, per ripercorrere insieme le tappe del loro contrastato amore. Scrive Vittorio: “Sai cosa ho pensato? Quando sare- mo fidanzati ufficialmente, prenderemo tutti i fogli che ci siamo scritti da quando ci conosciamo, li mettiamo in or- dine cronologico tutti insieme e poi li facciamo rilegare, pensa un po’ che bel libro… manoscritto verrà e come ci divertiremo a rileggerlo e a rivivere tutto il tempo passato, tutte le varie fasi del nostro amore” (V. 7-3-35)2. Chissà quante volte le avranno rilette, insieme o da soli, nel tem- po, mantenendo vivo il loro rapporto col passato, riandan- do con la memoria ai lunghi anni di divieti e lontananza. 1 Mio interesse principale è stato che il materiale non andasse perduto: per questo motivo, d’accordo con i figli, ho deciso di destinarne copia all’Archi- vio Diaristico Nazionale di Pieve di Santo Stefano. 2 Molto frequenti anche negli anni seguenti sono, da parte di entrambi i giovani, gli inviti a conservare tutte le lettere. Fra i tanti: “Vorrei che tu con- servassi i miei scritti, tutti…” (V. 26-5-37). 6 L'amore al tempo del fascio imp 15-05-2014 11:31 Pagina 7 Scrive ancora Vittorio: “Ho riletto ancora le nostre lettere, il tuo diario, quanta passione. C’è da farne un romanzo! Che ne dici tu? Mah, vedremo in seguito!” (V. 9-7-34). An- cora dopo anni di fidanzamento, seppure clandestino, lui le propone: “è bene che i nostri scritti siano ben conserva- ti. Tu li hai tutti quelli che fino ad ora ti ho scritto, vero? Me li restituirai a Roma. Conservali, sai, che poi sarà no- stro immenso piacere rileggerli a due voci” (V.5-6-38). Dal canto suo, lui conserva accuratamente e amorosamente tutte le lettere, per riunirle insieme a quelle conservate da lei e rileggerle insieme da sposati (cfr. V. 29-6-39). Quello che ho verificato nei due fidanzati è un certo au- tocompiacimento nel comporre gli scritti, una ricerca stili- stica che non parrebbe destinata solo a loro stessi; talvolta al- cune loro lettere vengono lette, con una qualche dose di or- goglio, se non di esibizionismo, ad amiche e amici, come so- spese tra dimensione privata e pubblica. Addirittura Vitto- rio pensa di farle leggere al padre di Lyda, come prova della purezza e sincerità del loro amore: “Tuo padre dovrà arren- dersi di fronte alle prove che porgeremo della nostra vici- nanza ideale, prove costituite dai nostri scritti fino alle ulti- me date” (V. 29-11-33). Lyda chiede a lui se i suoi genitori leggono le sue lettere, non perché le dispiaccia ma perché non è del tutto sicura di come verrebbero interpretate: “Tu fai leggere le mie lettere ai tuoi? Non che mi dispiaccia, ma ho paura che alle volte loro non conoscendomi bene possa- no dare qualche altro significato alle mie frasi” (L. 1-7-34). Naturalmente non avrebbero voluto mostrare alcune delle lettere scritte in seguito con riferimenti “scabrosi”. La lettera diviene per loro una sorta di feticcio, al di là del suo contenuto, come oggetto in sé, degno quasi di venera- zione. Sostiene giustamente Passerini: “L’esigenza di conser- vare le lettere […] era […] un tipo di narcisismo che si proiettava oltre la vita, nella speranza dell’individuo di ‘con- tinuare a vivere in una forma o nell’altra e nonostante tut- 7 L'amore al tempo del fascio imp 15-05-2014 11:31 Pagina 8 to’: il tempo sembra vinto perché la propria voce, fissata sul- la carta, sopravvive grazie a questo”3. Inoltre, la mia conoscenza diretta dei due protagonisti, oltre alla ovvia constatazione che loro stessi da anziani ave- vano deciso di non distruggere il carteggio, neanche quando lui è rimasto vedovo, mi ha convinta che i miei suoceri mai avrebbero ostacolato, forse avrebbero addirittura favorito, la diffusione delle loro lettere, in una battaglia contro l’oblio, quasi fossero consapevoli che i loro scritti fossero un mezzo per conservare la memoria, tramandare un patrimonio di vita, di amore, di esperienze, almeno in ambito familiare ma forse anche in ambito pubblico. Il fatto poi che io sia non la figlia, ma la nuora, seppure molto affezionata, ha permesso un distacco e una libertà che sono ben più difficili, se non impossibili, quando si è figli. 3 Luisa Passerini, L’Europa e l’amore, Il Saggiatore, Milano 1999, p. 317. 8 L'amore al tempo del fascio imp 15-05-2014 11:31 Pagina 9 L’ AMORE AI TEMPI DEL FASCIO L'amore al tempo del fascio imp 15-05-2014 11:31 Pagina 11 LE LETTERE COME FONTE Tra le tipologie di fonti, i carteggi privati da vari decenni so- no ormai largamente impiegati nella ricerca storica, offren- do molteplici possibilità di studi e ricerche, come fonte sup- plementare ma anche come fonte privilegiata per approfon- dire una dimensione privata, in quanto materiale con un forte impatto emotivo, che non è mai solo privato. Lo “sto- rico del privato” infatti non può non cogliere nella specifici- tà e rilevanza di questo tipo di fonte le molte interazioni tra i rapporti privati, familiari, sociali, legati alla quotidianità e, sullo sfondo, la sfera pubblica istituzionale, ridefinendone gli ambiti e superando contrapposizioni o separazioni tra i due piani, in una inevitabile mescolanza tra privato e pub- blico. Le lettere infatti “costituiscono sovente dei veri e pro- pri giacimenti di notizie e di informazioni sugli aspetti mol- teplici della vita pubblica e privata”4. Quindi la trama di una storia minuta, le vicende perso- nali, le emozioni e i sentimenti dei due protagonisti si in- trecciano inevitabilmente con quei processi storici che se- gnano, consapevolmente o inconsapevolmente, le biografie dei due innamorati, facendo emergere la valenza politica del privato, come ponte tra le due sfere, personale e politica, in continua tensione tra loro. Le lettere ci permettono così di ricostruire dal basso eventi “alti”,di esplorare le implicazio- ni politiche e pubbliche dell’ambito personale, laddove “nel- 4 Patrizia Gabrielli, Andare per archivi, in P.Gabrielli (a cura di), Vivere da protagoniste.