Bracco is Culture

Cinquanta azioni di mecenatismo d’impresa BRACCO IS CULTURE Bracco is Culture Cinquanta azioni di mecenatismo d’impresa

CDI – Centro Diagnostico Italiano Milano, 6 dicembre 2017 – 30 aprile 2018 Mostra e catalogo a cura di “L’impresa oggi è sempre più lontana dall’essere chiusa in se delle difficoltà del momento, Elio Bracco, appassionato d’arte, Fondazione Bracco stessa, mero luogo di produzione. Oggi le aziende sono un decise di salvare l’intera opera pittorica di Angiolo D’Andrea, Direzione Comunicazione&Immagine, Gruppo Bracco soggetto sociale attivo e integrato nel territorio. In particolare, artista friulano maestro del Simbolismo attivo anche a Milano le imprese familiari italiane di tutte le dimensioni sono tra le due Guerre. Progetto grafico indissolubilmente legate ai luoghi in cui affondano le radici, È certo questa la scintilla di una passione scaturita in un gesto Dario Zannier e ci tengono a essere attori di un processo di valorizzazione semplice e umano, qualcosa che poi ha germogliato nelle Copyright 2017 – Fondazione Bracco del patrimonio culturale e artistico. Del sostegno alla cultura generazioni successive della famiglia Bracco. Una dinastia di Stampato da Arti Grafiche Bazzi, Milano la mia famiglia ne ha fatto un credo. Abbiamo sempre imprenditori innamorati della bellezza e della responsabilità sentito molto forte l’esigenza di restituire alle comunità in sociale, arrivata oggi alla quarta generazione con Fulvio cui operiamo una parte di ciò che come impresa abbiamo Renoldi Bracco. ricevuto”. Dopo Elio, l’amore per la cultura si è trasmesso dapprima Diana Bracco al figlio Fulvio Bracco, che nel 1934 entra in azienda e la trasforma, anno dopo anno, in un’impresa integrata sul territorio nazionale, scrivendo una pagina importante dello sviluppo industriale del Paese. Imprenditore illuminato, In questo catalogo si racconta non tanto la storia di una amante della musica, creatore di borse di studio per giovani famiglia, o quella di un’impresa leader mondiale in un settore meritevoli, Fulvio Bracco coinvolse la moglie Anita e le tecnologicamente avanzato come l’imaging diagnostico, ma il figlie Diana, Adriana e Gemma in questa passione per il valore di un mecenatismo che potremmo definire ambrosiano mecenatismo che lo accompagnerà per tutta la vita. nel senso più universale del termine. Rappresentare e far Al punto che Gemma Bracco Baratta è oggi una poetessa con crescere il talento attraverso generi quali Musica, Pittura, diverse pubblicazioni autorevoli alle spalle. E Diana Bracco, Architettura, Archeologia, Teatro, Danza, Letteratura e altro attuale Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo, ha ancora, significa essere portatori di un messaggio costruttivo a fatto di questi valori una ragione di vita e una concreta prassi tutti gli effetti. filantropica. Elio Bracco, fondatore nel 1927 dell’azienda ancora oggi di Per trasmetterli alle nuove generazioni, nel 2010 ha creato la famiglia, appartiene a questa schiera, e nel corso della vita Fondazione Bracco, una realtà che ha dato vita a numerosi ha sempre dato prova di attenzione verso la cultura e di progetti internazionali nell’ambito di tre macro-aree quali impegno nella società civile. Tra le sue numerose vicissitudini, Arti, Sociale, Scienza, con un’attenzione particolare rivolta ai patriota irredentista dapprima coinvolto nella repressione giovani talenti e alle donne. Nei suoi cinquant’anni di lavoro in austroungarica durante la Prima Guerra Mondiale, quindi azienda festeggiati proprio in concomitanza col novantesimo esule dall’Istria, emerge un episodio che merita di essere anniversario del Gruppo, Diana Bracco ha dato più volte prova raccontato perché davvero emblematico. Nel 1942, a dispetto della sua sensibilità e del fatto che “Bracco is culture”. Moreno Gentili Sommario

8 Palazzo del Quirinale: 34 Quando la musica italiana emoziona il mondo 60 Chailly e Muti per la scienza 84 Un’eccellenza in mostra: i giovani restauro della Galleria di Papa Chigi dell’Accademia Teatro alla Scala 36 L’acqua negli scatti di Mike Goldwater 62 Gli Etruschi e l’aldilà tra capolavori 10 Lorin Maazel all’Ambasciata d’Italia e realtà virtuale 86 L’Esedra di Palazzo Arese Borromeo negli Stati Uniti 38 La riscoperta di Janello Torriani a Cesano Maderno 64 “Search Me” per promuovere 12 Lettere di Giuseppe Garibaldi 40 Leonardo da Vinci e il “Codice sul volo la cultura scientifica tra i giovani 88 “La regola del talento”. agli operai di Milano degli uccelli” Una mostra dedicata al saper fare italiano 66 Le “Serate Musicali” 14 Il ritorno di Riccardo Muti al Teatro alla Scala 42 “Bellini, Giorgione, Tiziano 90 “Cenerentola” e la magia del balletto e il Rinascimento della pittura veneziana” 68 “Folli50.0”, una fucina creativa 16 I 150 anni del Museo di Storia Naturale nel cuore di Lambrate 92 “Diario di bordo”: la rinascita di Torviscosa 44 Due concerti per l’Anno 18 Le Dame dei Pollaiolo al della Cultura Italiana negli Stati Uniti 70 Un “Vortice” contro l’inquinamento degli oceani 94 La memoria storica di una grande fabbrica-città

20 “Fontanevive”, da Nord a Sud 46 Da Brera al Metropolitan: 72 “Entre Siempre y Jamás” alla Biennale di Venezia 96 Da Scopinich a Sandri, la consacrazione di Fra Carnevale a fianco dell’arte contemporanea 22 Giorgio Strehler: “Un uomo per Milano, 74 La riqualificazione dei Giardini della Guastalla un teatro per l’Europa” 48 Grande musica a Vienna 98 Angiolo D’Andrea: un maestro 76 Curare il corpo, nutrire la mente tra Simbolismo e Novecento 24 Amanti, vittime e traviate 50 “Leoni e tori dall’antica Persia ad Aquileia” 78 L’incanto della Scienza 100 Le “PrimeDonne” di Puccini 26 “Giuseppe Verdi, l’Uomo, l’Opera, il Mito” 52 A San Paolo tra musica e impegno sociale nelle fotografie di Felice Frankel 102 “The Beauty of Imaging” alla 28 “Venezia. Canaletto e i suoi rivali” 54 Accanto ai giornalisti lombardi 80 Le grandi tournée della Filarmonica a Palazzo Serbelloni della Scala tra America e Asia 104 I trent’anni di “Poesia” 30 La Filarmonica della Scala all’Esposizione Universale cinese 56 Giuseppe negli arazzi di Pontormo e Bronzino 82 I Raggi X svelano la magia delle conchiglie 106 Viaggio “Dentro Caravaggio”

32 Le opere d’arte “orgoglio” 58 Costantino, Elena e la tolleranza religiosa di Palazzo Italia all’

6 7 ROMA 2007 | 2011

Palazzo del Quirinale: restauro della Galleria di Papa Chigi La prima volta di un partner privato accolto dalla Presidenza della Repubblica

Il restauro della Galleria di Papa Alessandro VII Chigi al Palazzo del Quirina- le ha riportato alla luce uno dei tesori più straordinari del patrimonio storico artistico italiano. Un progetto di recupero pittorico in un luogo fondamentale per la storia delle nostre Istituzioni. La Galleria di Papa Chigi è collocata infatti all’interno della residenza ufficiale del Presidente della Repubblica e il restauro ne ha messo in luce tutte le caratteristiche peculiari di un tempo, vale a dire la potenza evocativa delle decorazioni seicentesche delle pareti e la loro originale luminosità grazie al ripristino delle finestre sul cortile d’onore. Le tre sale dell’Ala Sista del Quirinale – la Sala Gialla, la Sala di Augusto e la Sala degli Ambasciatori – facevano parte storicamente di una unica e ampia galleria lunga settanta metri decorata da un gruppo di pittori diretto da Pietro da Cortona su commissione di Papa Alessandro VII Chigi. Lo stesso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a proposito di questi restauri, ha scritto: “Con il recupero al termine di dieci anni di lavori delle pitture realizzate tra il 1655 e il 1656 da Pietro da Cortona e dai suoi discepoli nella Galleria di Alessandro VII Chigi, la Presidenza della Repubblica restituisce al patrimonio italiano e mondiale un puro gioiello del barocco romano. Il restauro è frutto di una collaborazione esemplare tra il Segretariato Generale della Pre- sidenza della Repubblica, la Soprintendenza per il Polo Museale della Città di Roma e la Fondazione Bracco che ha finanziato l’ultima parte dei lavori con- dotti nella Sala degli Ambasciatori. Grazie allo sforzo congiunto delle Istituzioni e di una Fondazione privata, il Quirinale, Casa comune degli Italiani, riscopre una delle pagine più gloriose della sua storia secolare”.

Vista della decorazione della parete orientale della Sala degli Ambasciatori, Palazzo del Quirinale

8 9 WASHINGTON 17.III.2011

Lorin Maazel all’Ambasciata d’Italia negli Stati Uniti Uno straordinario concerto per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia a Washington

Washington è una citta speciale e per molti rappresenta addirittura la capitale d’Occidente. Per valorizzare anche negli Stati Uniti la forza del talento italiano nelle arti e nella musica, Fondazione Bracco ha dunque sostenuto nel 2011 un importante concerto in occasione dell’avvio negli USA delle celebrazioni uffi- ciali per i 150 anni dell’Unita d’Italia. In questo evento celebrativo Fondazione Bracco è stata al fianco dell’Amba- sciata d’Italia in qualità di Partner Istituzionale, dando il proprio contributo per la realizzazione di un concerto sinfonico, diretto dal Maestro Lorin Maazel, con l’Orchestra della Fondazione Petruzzelli di Bari. In programma le migliori pagine di Rossini, Verdi, Puccini e Respighi. L’evento ha avuto luogo presso la sede dell’Ambasciata Italiana negli USA a cui hanno partecipato figure di prestigio delle istituzioni americane e internazionali. Il concerto ha fatto parte delle ini- ziative intitolate “La dolce DC”, che la capitale americana ha dedicato al nostro Paese lungo tutto il 2011: un articolato programma che ha visto coinvolte tutte le arti ispirato alla “Dolce Vita” italiana che fa sognare ancora oggi il mondo intero. Un evento di prestigio che si è aggiunto alla lunga storia di collaborazione tra Bracco e Washington, iniziata nel 2006 con l’esposizione dedicata a Giorgione, Bellini e Tiziano presso la National Gallery of Art, seguita nel 2011 dalla mostra sul Vedutismo Veneziano.

Lorin Maazel dirige l’Orchestra della Fondazione Petruzzelli presso l’Ambasciata d’Italia a Washington, 17 Marzo 2011

10 11 MILANO 16.III.2011

Lettere di Giuseppe Garibaldi agli operai di Milano La Camera del Lavoro e Fondazione Bracco celebrano l’Unità d’Italia

Tutto nasce in occasione delle celebrazioni del 150° dell’Unita d’Italia. La pre- senza dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano all’inaugura- zione della mostra “I giovani ribelli del ‘48”, il 20 marzo 2011 al Palazzo Reale di Milano, crea i presupposti presso la Camera del Lavoro di Milano per una anti- cipazione storica davvero straordinaria. Il 16 marzo, quattro giorni prima dell’a- pertura della mostra, Fondazione Bracco rende pubbliche due preziose lettere per la storia del Paese inviate da Giuseppe Garibaldi agli operai di Milano e parte della collezione privata della famiglia Bracco. “La Fondazione Bracco è felice di offrire il proprio contributo alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, organizzate dalla Camera del Lavoro di Milano, presentando questi vibranti messaggi inediti scritti nel 1861 da Giuseppe Gari- baldi agli operai milanesi in un giorno di marzo carico di sogni e di speranze”, scrive Diana Bracco in occasione dell’evento. La famiglia Bracco ne è venuta in possesso grazie a Elio, fondatore dell’azienda e nonno di Diana, un fervente irredentista che si batteva per affermare l’italia- nità dell’Istria, allora sotto la dominazione austriaca, e che vedeva in Garibaldi una fonte d’ispirazione. Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, Elio Bracco venne arrestato e portato nelle prigioni di Graz in ragione del suo patriottismo. Con quel drammatico evento iniziarono anche le vicissitudini che hanno porta- to la famiglia Bracco da Neresine sull’isola di Lussinpiccolo, a Milano, dove Elio fondò nel 1927 il Gruppo Bracco. La lettera di Giuseppe Garibaldi qui pubblicata, oltre ad essere esposta al Pa- lazzo Reale di Milano nella mostra citata, è stata letta dall’attrice Paola Cortel- lesi il 1° maggio 2011 in una serata al Quirinale insieme ad altri scritti di Mazzini, Cavour e altri patrioti alla presenza del Presidente Napolitano. Lettera di Giuseppe Garibaldi agli operai di Milano, 3 Marzo 1861, proprietà dell’Archivio storico Bracco

12 13 MILANO 20.I.2017

Il ritorno di Riccardo Muti al Teatro alla Scala Il grande Maestro in tour con la Chicago Symphony Orchestra

Il ritorno di Riccardo Muti alla Scala è stato un trionfo grazie anche all’esecu- zione della Chicago Symphony Orchestra, in tour europeo con serate anche a Parigi e Vienna, e a un programma magistrale scelto per le due serate del 20 e del 21 gennaio. Il concerto del 20 gennaio 2017 al Piermarini, diretto dal M° Muti, che della Scala è stato Direttore Musicale dal 1986 al 2005, è stato sostenuto dal Gruppo Brac- co che ha dato il via così ai festeggiamenti del suo novantesimo anniversario con un evento di eccezionale portata artistica. Straordinari i brani eseguiti: Contemplazione di Alfredo Catalani, Don Juan di Richard Strauss, la Sinfonia n. 4 in fa minore, op. 36 di Pëtr Il’ič Čaikovskij. La serata successiva, sostenuta dagli amici di Mapei, ha visto l’esecuzione di Kon- zertmusik op. 50 per archi e ottoni di Paul Hindemith, In the South (Alassio) op. 50 di Edward Elgar, Una notte sul Monte Calvo e Quadri di un’esposizione, (nell’orchestrazione di Maurice Ravel) di Modest Musorgskij. Storicamente il Gruppo Bracco è stato al fianco del Teatro scaligero con il so- stegno a diversi concerti e produzioni. Per la Chicago Symphony Orchestra, di cui Riccardo Muti ha assunto la direzione nel 2010 e che è considerata tra le migliori compagini sinfoniche internazionali, si è trattato della terza presenza alla Scala dopo i concerti diretti da Sir George Solti per la stagione sinfonica nel 1971 e nel 1981. “Muti ci ha emozionato e ha saputo raggiungere il cuore delle persone”, le parole di Diana Bracco al termine dello storico evento.

L’ovazione al termine del concerto al Teatro alla Scala, 20 gennaio 2017

14 15 MILANO X.1988

I 150 anni del Museo di Storia Naturale Il restauro di un’oasi di conoscenza nel cuore di Milano

Se soltanto rileggessimo la qualità delle iniziative che si sono tenute presso il Museo di Storia Naturale di Milano nel 1988, in occasione delle celebrazioni dei suoi 150 anni di vita, potremmo capire come a volte sia utile, se non indi- spensabile, coniugare pubblico e privato per il bene della società civile. Il ricco programma celebrativo godeva anche del sostegno del Gruppo Bracco allora guidato da Fulvio Bracco, che finanziò la costruzione di nuovi diorami che an- cora oggi deliziano i visitatori del Museo, primi tra tutti i bambini. Il progetto sostenuto da Bracco ha visto la ristrutturazione e la modernizzazio- ne delle sale espositive che a suo tempo lo collocarono all’avanguardia tra i musei di Storia Naturale del mondo. La nuova sistemazione ha comportato una ricostruzione di ambienti attraverso la tecnica del “Diorama”, vale a dire la raffi- gurazione tridimensionale di varie zone geografiche della terra, complete di flo- ra e fauna. Il Museo di Storia Naturale di Milano è ancora oggi meta di centinaia di migliaia di appassionati visitatori interessati più che mai al mondo animale, e la sua direzione continua a proporre con generosità mostre e itinerari specifici per tenere alto il contatto con una natura che incontra sempre più ostacoli nel progressivo deterioramento dell’habitat umano e animale.

Un diorama del Museo Civico di Storia Naturale di Milano

16 17 MILANO 2014 | 2015

Le Dame dei Pollaiolo al Museo Poldi Pezzoli Una bottega fiorentina del Rinascimento e la bellezza femminile

Una mostra di elevatissimo spessore artistico e scientifico, una preziosa espo- sizione, una storia accattivante sul “saper fare” e sulla bellezza tutta italiana, un primato mai raggiunto in passato. Accanto al Ritratto di giovane donna di Piero del Pollaiolo, eletto a effige della casa museo dai milanesi stessi e considera- to uno dei maggiori capolavori della ritrattistica della seconda meta del ‘400, sono stati esposti per la prima volta nella loro storia gli altri tre ritratti attribuiti nel tempo ai fratelli Pollaiolo, grazie a importanti prestiti da istituzioni nazionali e internazionali: la Galleria degli Uffizi di Firenze, la Gemäldegalerie di Berlino e il Metropolitan Museum of Arts di New York. Quattro opere, probabilmente appartenenti al genere del “ritratto nuziale”, che possono essere lette anche come un mezzo privilegiato per la rappresentazione della società del primo Rinascimento. “Questa mostra non può non essere anche l’occasione per una riflessione sul- la fortuna critica e nell’immaginario collettivo del Ritratto di Dama del Museo

Poldi Pezzoli, una delle icone più celebri di Milano, e sul tema della bellez- Le quattro Dame di za femminile ieri e oggi”, ha scritto Annalisa Zanni, Direttrice del Museo Poldi Piero del Pollaiolo Pezzoli nel catalogo che ha accompagnato l’esposizione, di cui Fondazione riunite per la prima volta: in alto a sinistra Bracco è stata Main Partner. Queste invece le parole dell’allora sindaco Giu- Ritratto di giovane liano Pisapia: “Quattro ritratti di donna, quattro volti della bellezza arrivano al donna, 1465 ca. Museo Poldi Pezzoli [...]. Il risultato è splendido e accattivante: le quattro dame (Gemäldegalerie, Berlino); in alto a destra entrano nella casa-museo di via Manzoni e la abitano per alcuni mesi, consen- Ritratto di giovane tendoci l’incontro con due artisti di straordinaria levatura che si sono distinti nel donna, 1470 ca. (Museo Poldi Pezzoli, Milano); panorama del Quattrocento fiorentino”. in basso a sinistra Ritratto di giovane donna, 1480 ca. (The Metropolitan Museum of Art, New York); in basso a destra Ritratto di giovane donna, 1480 ca. (Galleria degli Uffizi, Firenze)

18 19 GENOVA, NAPOLI, ROMA, PALERMO, VARESE, MILANO 1999 | 2002

“Fontanevive”, da Nord a Sud Un progetto nazionale di restauro urbano

È la cultura urbana e architettonica del Paese la protagonista di questo pro- getto che ha visto restaurare alcune fontane di importanza storica nelle città di Genova, Napoli, Roma, Palermo e Varese, oltre alla piscina di Villa Necchi Campiglio a Milano che ora appartiene al patrimonio del FAI. Il Gruppo Bracco ha restituito alla bellezza originaria alcune fontane italiane lasciate all’incuria del tempo, ma soprattutto all’azione impietosa dello smog e della tossicità di quegli agenti inquinanti che, senza contare poi gli atti vandalici, portano alla dissoluzione di veri e propri patrimoni dell’umanità. Il progetto “Fontanevive” ha avuto inizio nel 1999 a Genova e precisamente in piazza Marsala, con il restau- ro dell’opera cinquecentesca di Giovanni Giacomo della Porta e Nicolò della Corte, e la fontana in via Luccoli, realizzata nel Settecento da un artista ignoto. Dopo Genova, si è voluto salvaguardare un altro straordinario monumento nel- la città di Napoli e precisamente la fontana barocca della Sellaria, voluta dal viceré Inigo Vélez de Guevara di Onate. L’opera, costruita nel 1650 e collocata allora in Piazza della Sellaria da cui prende il nome, fu spostata nel 1903 nella Piazzetta del Grande Archivio. Palermo è stata un’ulteriore tappa di questo pro- getto di restauro che ha visto il recupero nel 2002 della Fontana del Tritone (o Glauco) collocata nel parco di Villa Trabia delle Terre Rosse. Di questo lavoro, voluto dal Gruppo Bracco per valorizzare il patrimonio archi- tettonico del Paese, sono conservate nell’archivio dell’azienda le fotografie di un grande autore quale è stato Gabriele Basilico – un modo per rendere ancora più incisiva la memoria storica di questo itinerario di bellezza.

Fontana della Sellaria, Piazzetta del Grande Archivio, Napoli, 2000

20 21 MILANO 2014 | 2015

Giorgio Strehler: “Un uomo per Milano, un teatro per l’Europa” Una mostra e un volume celebrano un genio della creatività

Un titolo che delinea un viaggio nelle emozioni del teatro a tutto tondo. La mo- stra, realizzata da Fondazione Bracco presso il CDI Centro Diagnostico Italiano dal 15 dicembre 2014 al 31 marzo 2015, in collaborazione con l’Accademia Teatro alla Scala e l’Università degli Studi di Milano, ha rivelato taluni aspetti inediti della complessità di un autore che ha pochi eguali al mondo: Giorgio Strehler. Un’iniziativa, inserita nel palinsesto “Milano cuore d’Europa” del Comune di Mi- lano, che ha inteso mettere in luce l’importante eredità che il regista triestino ha lasciato al teatro italiano e a Milano, sua città d’adozione, che con lui ha conosciuto una caratura europea e internazionale. A partire dalla locandina del mitico spettacolo “La tempesta” di William Shakespeare, l’esposizione, ma an- che il catalogo annesso, sono stati un vero e proprio saliscendi di emozioni che hanno tenuto per mano il visitatore fino in fondo. Il bel volume pubblicato da Fondazione Bracco, ne è una prova. L’apparato iconografico del libro e della mostra non hanno dimenticato i momenti bui della guerra, quando lo stesso Teatro alla Scala subì pesanti bombardamenti e Milano lottava ogni giorno per uscire dal buio di un’oppressione devastante. Un’immagine in proposito rivela la determinazione messa nella ricerca iconografica di questo progetto espositi- vo: la foto illustra il concerto di apertura della Scala dopo la Liberazione, evento di grande forza ideativa da cui prese poi vita quello che Strehler ha lasciato in eredità a tutti noi e cioè quel “Teatro come evento totale” da lui ideato. Ed è proprio questo concetto, rappresentato in una immagine dell’Albergo dei pove- ri, che nel 1947 diede inizio alle nuove stagioni del . E alle nuove stagioni del nostro Paese.

Giorgio Strehler e Riccardo Muti durante le prove del Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, Teatro alla Scala, Stagione 1987/88

22 23 MILANO 2013 | 2014

Amanti, vittime e traviate Le eroine verdiane rivivono grazie alle giovani sarte dell’Accademia scaligera

L’originalità di questo progetto è racchiusa nel suo presupposto di partenza: un connubio tra impresa e formazione dei giovani artigiani come unione prope- deutica tra arte, cultura e saper fare. La mostra “PrimeDonne. Le eroine di Verdi: amanti, vittime e traviate”, promossa da Fondazione Bracco in collaborazione con l’Accademia Teatro alla Scala e allestita negli spazi del Centro Diagnostico Italiano di Milano dal 16 dicembre 2013 al 31 marzo 2014, celebrava il bicentena- rio della nascita di Giuseppe Verdi attraverso l’esposizione dei costumi storici di quattro protagoniste femminili di altrettante opere verdiane, ricostruiti per l’oc- casione dagli studenti dell’Accademia del Teatro alla Scala partendo dai figurini realizzati da alcune fra le più belle firme dell’illustrazione e della scenografia italiana fra Ottocento e Novecento. Lino, cotone, raso, seta liscia e stropicciata, tessuti jacquard, velluti operati, damaschi in seta, broccati, tutti finemente lavo- rati per dare vita alle narrazioni delle eroine di Verdi. La mostra ha presentato i costumi attraverso una raffinata ambientazione delle epoche in cui si sono svolti i fatti rappresentati nelle Opere, che sono la fine del XV secolo in Otello, il 1850 nella Traviata, la Controriforma spagnola nel Don Carlo e il tardo Sei- cento di Un ballo in maschera. A corredo della mostra un ricco percorso foto- grafico: accanto alle immagini che documentano tutte le fasi di lavorazione e che permettono di scoprire tutti gli elementi che vanno a costituire un abito di scena, dalla crinolina alla sottogonna, dal corpetto al bustino, spicca un tributo ai grandi miti del Teatro alla Scala e a quei registi e costumisti che con passione e ingegno hanno creato veri capolavori. Da sinistra, i costumi di Desdemona (Otello), Elisabetta (Don Carlo), Amelia (Un ballo in maschera) e Violetta (La traviata), realizzati dagli allievi del Corso per sarti dello spettacolo dell’Accademia Teatro alla Scala

24 25 MILANO 2000 | 2001

“Giuseppe Verdi, l’Uomo, l’Opera, il Mito” A Palazzo Reale una mostra per celebrare il Centenario della scomparsa del Maestro

La grandezza di Giuseppe Verdi è ormai consacrata non solo dalla sua fama musicale, ma anche dai fatti storici per cui egli stesso ha palpitato scrivendo pagine di eroica vitalità patriottica. Prendere parte alla mostra realizzata nel centenario della sua morte nell’ambito delle Celebrazioni verdiane sotto l’Alto patronato della Repubblica, è stato per il Gruppo Bracco un gesto dovuto alla passione per la musica e all’amore per l’Italia che da sempre sono nel DNA del- la Famiglia di mecenati di origini istriane. La mostra, ospitata dal 17 novembre 2000 al 25 febbraio 2001 al Palazzo Reale di Milano, aveva ricevuto il Patrocinio del Ministero dei Beni e attività culturali, della Regione Lombardia e della Provincia di Milano, ed era stata promossa dalla Fondazione Teatro alla Scala, da Casa Ricordi, dal Comune di Milano con un comitato d’onore presieduto da Riccardo Muti e con un comitato scientifico di grande valore. Una mostra di notevole complessità e, al tempo stesso, ricca di emozioni in cui si è potuta rileggere la figura di Giuseppe Verdi nella sua grandezza artistica grazie anche all’adozione di tecnologie multimediali. Il percorso della stessa mostra aveva infatti portato i visitatori a scoprire attraverso diverse forme di percezione innovativa la sua opera, a partire in primis dalla musica presente in tutto l’itinerario espositivo. Grazie all’uso della multimedialità, il pubblico ha potuto scoprire le diverse componenti di uno spettacolo, entrare sul palcoscenico, sfiorare i costumi d’e- poca e gli strumenti musicali connessi alle scene, leggere lettere autografe, ve- dere fotografie d’epoca. Una narrazione completa di una figura storica che è ormai patrimonio dell’Umanità.

Una sala della mostra. Sullo sfondo, un’immagine del funerale di Giuseppe Verdi a Milano nel 1901

26 27 WASHINGTON 2011

“Venezia. Canaletto e i suoi rivali” Alla National Gallery of Art una mostra tra bellezza, talento e scienza

Se milioni di turisti si riversano ancora oggi su Venezia, è anche perché pittori del talento del Canaletto – cui si devono aggiungere nomi quali Bellotto, Guar- di, Marieschi, Joli e altri – hanno fissato per sempre nell’immaginario collettivo l’immagine della città. Molti di loro facevano uso di una tecnologia pre-fotografica quale è stata la Camera Oscura, una tecnica che prevedeva l’impostazione della prospettiva su tela secondo regole ottiche di grande precisione. Il nesso tra arte e scienza presente in mostra era stato approfondito anche da Dario Camuffo, professore dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR di Padova, a cui la Fondazione Bracco aveva commissionato uno studio specifico sull’uso della camera oscura da parte dei Vedutisti, che ha fornito tra l’altro sorprendenti indicazioni sull’evoluzione del livello del mare a Venezia. Il Vedutismo veneziano è stato al centro anche di un seminario internazionale organizzato a Milano da Fondazione Bracco, in collaborazione con l’Associa- zione Amici di Brera e con la , nel corso del quale sono stati approfonditi i diversi aspetti storici, artistici e scientifici legati a questa straordi- naria stagione pittorica italiana. Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Bracco, ha rafforzato il legame tra il Gruppo e la National Gallery of Art di Washington dopo l’esposizione del 2006 dedicata ai grandi maestri del Cinquecento italiano come Bellini, Giorgione e Tiziano. La mostra, che esponeva oltre sessanta capolavori del Canaletto e dei suoi più

importanti contemporanei, ha avuto uno straordinario successo di pubblico ed Canaletto, L’ingresso è stata uno dei massimi eventi culturali della capitale USA proprio nell’anno in del Canal Grande e cui si celebrava il 150° anniversario dell’Unità d’Italia: un contributo significativo Santa Maria della Salute dal Molo alla cooperazione culturale tra il nostro Paese e gli Stati Uniti. (dettaglio), olio su tela, 1743 ca. (National Gallery of Art, Washington, dono di Mrs. Barbara Hutton)

28 29 SHANGHAI IX.2010

La Filarmonica della Scala all’Esposizione Universale cinese Il trionfo della musica italiana all’Expo 2010 di Shanghai

Con oltre 50 milioni di visitatori, 189 paesi ospiti, 57 organizzazioni internazio- nali, più di 40 singole città partecipanti, Shanghai 2010 è stata una delle più imponenti Esposizioni Universali di sempre. L’Italia, in procinto di ricevere il testimone per Expo 2015, era presente in forze, con un affascinante Padiglione che ha avuto l’onore di essere tra i pochissimi building conservati dopo la manifestazione. Il concerto della Filarmonica della Scala ha rappresentato uno dei momenti più alti della partecipazione italiana all’Expo cinese. “Con questa esibizione della Filarmonica, in effetti, l’Italia manda un messag- gio di dialogo e di fratellanza tra i popoli, interpretando al meglio lo spirito autentico delle Esposizioni Universali, e gettando un ponte ideale tra l’Expo 2010 e l’Expo che Milano ospiterà nel 2015”, scriveva Diana Bracco in qualità di Presidente di Expo 2015 e del Gruppo Bracco, Partner del progetto. Per la Filarmonica della Scala questo concerto è stata la nona tournée in Asia. A con- durla due artisti d’eccezione come il M° Semyon Bychkov e la pianista cinese Yuja Wang, che aveva inaugurato la Stagione 2010/2011 della Filarmonica. Da citare la collaborazione tra Italia e Cina che ha dato a diversi giovani musici- sti l’opportunità di entrare in contatto con realtà internazionali di prestigio nel campo della musica. Il programma del concerto è stato apprezzatissimo dagli ospiti cinesi e dalle rappresentanze di tutti i Paesi partecipanti all’Expo: di Ser- gej Rachmaninov il Concerto per pianoforte n. 3, di Gioacchino Rossini l’Ouver- ture del Guglielmo Tell, di Giacomo Puccini l’Intermezzo della Manon Lescaut, di Pietro Mascagni l’Intermezzo della Cavalleria Rusticana, di Giuseppe Verdi l’Ouverture del Nabucco e la Sinfonia della Forza del destino.

La pianista Yuja Wang protagonista del concerto con la Filarmonica della Scala, 17 Settembre 2010, Expo Shanghai 2010

30 31 MILANO 2015

Le opere d’arte “orgoglio” di Palazzo Italia all’Expo 2015 “Jennifer Statuario” di Vanessa Beecroft a confronto con la bellezza classica

Il Padiglione Italia di Expo 2015 è stato, oltre che il teatro delle suggestioni mul- tisensoriali ideate da Marco Balich, anche un prezioso itinerario attraverso alcu- ne splendide opere d’arte selezionate con cura per dare emozioni al pubblico. Nella corte di Palazzo Italia, dal 1° maggio al 31 ottobre 2015, si fronteggiavano l’antico e il moderno al femminile. Da un lato la statua di una Hora, divinità legata alla fecondità della terra realizzata in marmo lunense di Carrara, ap- partenente al I secolo d.C., eccezionalmente prestata dalla Galleria degli Uffizi di Firenze; di fronte, in un ardito accostamento pensato da Marco Balich, era esposta Jennifer Statuario, un allestimento realizzato appositamente per Expo Milano 2015 da Vanessa Beecroft, artista italiana fra le più note nel panora- ma internazionale. Una scultura e quattro blocchi di cava di marmo rivestiti di cera blu. Lo stile utilizzato è quello classico-figurativo, mentre la posizione della scultura, insieme ad altri elementi, ha lo scopo di destabilizzare l’idea di classi- A sinistra. Hora, marmo lunense di Carrara, cità. In un altro spazio della Corte era collocato il Trapezophoros, un sostegno opera del I secolo d.C. di mensa, in marmo dipinto, risalente alla seconda meta del IV secolo a.C. pro- (Galleria degli Uffizi, Firenze) esposta nella veniente da Ascoli Satriano. corte di Palazzo Italia a Altri prestiti straordinari sono stati l’Ortolano d’Arcimboldo, concesso dal Co- Expo Milano 2015 mune di Cremona insieme al violino Stradivari Clisbee del 1669 e l’arazzo Genio A destra, in alto. Futurista di Giacomo Balla, simbolo della sua presenza all’Exposition Interna- Vanessa Beecroft, Jennifer Statuario, tionale des Arts décoratifs modernes di Parigi del 1925. Quest’ultima opera fu marmo, 2015 (Palazzo prestata con grande generosità da Laura Biagiotti, figura simbolo del Made in Visconti, Milano) esposta nella corte di e illuminata mecenate, recentemente scomparsa. Palazzo Italia a Expo “Per due anni abbiamo lavorato perché in Expo fosse plasticamente visibile Milano 2015 al mondo come il nostro patrimonio di bellezza non sia soltanto una grande A destra, in basso. risorsa turistica, ma anche il cuore della nostra identità nazionale”, ha afferma- Antonio Stradivari, Violino Clisbee, 1669 to Ilaria Borletti Buitoni, Sottosegretario al Ministero dei Beni, Attività Culturali (Museo del Violino, e Turismo. “Credo che la scelta dei percorsi, delle iniziative e delle opere che Cremona) esposto nella Sala Delegazioni di oggi mostriamo come uno dei biglietti da visita dell’Italia per Expo ne siano la Palazzo Italia a Expo dimostrazione”. Milano 2015

32 33 MILANO 2015

Quando la musica italiana emoziona il mondo Le melodie dell’Albero della Vita e i giovani musicisti scaligeri a Expo Milano 2015

L’immagine per cui sarà ricordata Expo Milano 2015 è senza dubbio quel- la dell’Albero della Vita, che ha regalato straordinarie emozioni a 21 milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo. Ma il ricchissimo mosaico di cui si è composto il semestre espositivo ha avuto tante altre tessere memorabili. Tra queste, due eventi musicali di grande successo. Il 26 settembre 2015 si è tenuto all’Open Plaza dell’Expo Center un concerto dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala diretta da Pietro Mianiti, offerto da Fondazione Bracco a tutti i visitatori del sito espositivo, nell’ambito del proprio sostegno pluriennale alle attività formative dei giovani artisti scaligeri. Il programma rendeva omaggio ai più grandi compositori italiani – Bellini, Ros- sini, Puccini, Mascagni e Verdi – di cui sono state proposte Sinfonie e Intermezzi delle opere più celebri: Norma, Il barbiere di Siviglia, La gazza ladra, Manon Lescaut, Cavalleria Rusticana, La forza del destino, Nabucco. Brani amatissi- mi dal pubblico, ripresi spesso anche in ambito cinematografico. Il concerto ha permesso a settanta giovani musicisti di esibirsi nell’ambito dell’Esposizio- ne Universale per dimostrare come musica e talento possano rappresentare al meglio l’immagine del nostro Paese nel mondo. Il secondo grande evento mu- sicale che ha visto nuovamente coinvolti i giovani dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala ha avuto luogo il 21 ottobre 2015 nella scenografica arena dell’Open Air Theater di Expo con l’esecuzione dal vivo di tutti i brani composti per gli spettacoli di suoni e luci dell’Albero della Vita dal Maestro Roberto Cac- ciapaglia, eccezionalmente sul palco assieme ai giovani musicisti scaligeri.

Lo spettacolo dell’Albero della Vita illuminato durante Expo Milano 2015

34 35 GENOVA, MILANO, NAPOLI, POTENZA, ROMA 2003

L’acqua negli scatti di Mike Goldwater Una mostra fotografica dedicata a un bene primario dell’umanità

Nel 1993 l’Assemblea della Nazioni Unite, consapevole del fatto che l’acqua sia un bene primario purtroppo però ancora inaccessibile a milioni di persone, ha istituito la “Giornata mondiale dell’acqua”, che cade ogni 22 marzo. In occasio- ne del decennale, nel 2003 si celebrò anche “l’Anno internazionale dell’acqua” e Bracco decise di partecipare a questo appuntamento sostenendo la grande mostra fotografica di Mike Goldwater, realizzata in collaborazione con Green Cross, associazione non governativa riconosciuta dalle Nazioni Unite, fondata e presieduta da Mikhail Gorbaciov e di cui era stata Presidente d’Onore in Italia Rita Levi Montalcini. L’evento, che è stato parte del progetto “Water For Life and Peace”, si è concretizzato grazie all’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica italiana. Londinese, classe 1951, fondatore e direttore di “Network Photographer” e fo- togiornalista di fama mondiale, Goldwater ha lavorato su questo progetto con attenzione e sensibilità producendo immagini straordinarie. La mostra, corredata da testi scientifici di Mario Tozzi, allora ricercatore presso il CNR e conduttore del programma RAI “Gaia”, presentava la preziosità di un elemento indispensabile per qualunque forma di vita grazie a una serie di im- magini straordinarie. Un viaggio completo che toccò le città di Genova, Milano, Napoli, Potenza e Roma, e che accompagnava il lettore alla scoperta di un Mike Goldwater, Le bene prezioso e di un bisogno di forte attualità internazionale. porte dello sfioratore della diga Itaipu, costruita attraverso il fiume Paranà, sul confine Paraguay- Brasile, vengono aperte per la prima volta. Per fornire elettricità ai due Paesi confinanti la diga ha inondato vaste aree di terreno arabile e ha costretto 40.000 persone a trasferirsi, 1982

36 37 CREMONA 2016 | 2017

La riscoperta di Janello Torriani Inventore e maestro del Rinascimento in mostra a Cremona

Una mostra dedicata a un genio italiano del Rinascimento di incredibile poten- za creativa e di idee che all’epoca incutevano timori in tanti cortigiani: Janello Torriani, nato a Cremona nel 1500 e morto a Toledo nel 1585. Il suo nome in Italia è poco conosciuto, anche se in vita era spesso affiancato a quello di Archimede. Riuscì ad affascinare i due più potenti sovrani del suo tempo, Carlo V e suo figlio Filippo II di Spagna, che lo vollero al loro fianco, considerandolo un genio come per noi oggi è Leonardo da Vinci. A differenza di Leonardo, Janello Torriani non sapeva dipingere, eppure le sue mani sapevano creare meraviglie che tutta l’Europa ambiva: meccanismi sofisticatissimi, gestiti da combinazioni meccaniche elaborate che a noi oggi sono garantite dalla tec- nologia più avanzata. Janello Torriani fu inventore e artista insieme, come era tipico nel periodo in cui ricerche scientifiche, scoperte e invenzioni viaggiavano di pari passo. Strappato alla Milano leonardesca da Filippo II di Spagna, questo scienziato visionario costruì sistemi idraulici e meccanici tanto perfetti da dare un impulso alla stessa nazione spagnola. Sostenuta da Fondazione Bracco, la prima esposizione mai realizzata dedicata a questo incredibile personaggio si è tenuta negli spazi del Museo del Violino di Cremona nel 2016: una mostra organizzata dal Comune di Cremona, a cura del giovane ricercatore Cristiano Zanetti e di Cinzia Galli, a capo dei musei scientifici della città, in collaborazione con la Fondazione Arvedi Bruschini e la Fundación Juanelo Turriano di Toledo. Un percorso espositivo che ha esplorato e ricostruito una storia creativa di rara e indomabile efficacia. Torriani fu infatti ingegnere idraulico e civile, matematico di corte, inventore, abile fabbro ferraio e orologiaio di fama internazionale.

Ritratto di Janello Torriani, pittore spagnolo XVI sec., olio su tela, Cremona, Museo Civico Ala Ponzone

38 39 WASHINGTON 2013

Leonardo da Vinci e il “Codice sul volo degli uccelli” Un manoscritto visionario del genio italiano esposto allo Smithsonian National Air and Space Museum

“Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare”, scriveva Leonardo da Vinci a proposito di una delle sue fascinazioni più profonde. Volare non era per lui un sogno e nem- meno un’ossessione, ma una certezza. E non solo. Uomo del Rinascimento per eccellenza, fu pittore, scultore, architetto, ingegnere, matematico, geologo, anatomo-patologo, cartografo, botanico. A tutto questo e molto altro, si ag- giungono le “Macchine volanti”, o meglio i suoi studi sul volo. Leonardo studiò il volo degli uccelli già nei primi anni del ‘500, sia per curiosità scientifica, sia per riuscire a realizzare il sogno primigenio degli esseri umani, volare appunto. In questa mostra, organizzata a Washington dal 13 settembre al 22 ottobre 2013 dal Ministero degli Affari Esteri italiano, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, dall’Ambasciata d’Italia negli USA e realizzata anche grazie al soste- gno di Fondazione Bracco, si è data ampia dimostrazione del “Codice sul volo degli uccelli”, un piccolo manoscritto del 1505 di sole 18 carte e oggi conservato nella Biblioteca Reale di Torino, su cui Leonardo annotò le osservazioni che lo portarono ben presto ad ammettere che l’Uomo non avrebbe mai potuto volare, se non grazie a congegni meccanici. E le sue macchine volanti erano cosi all’avanguardia da essere capaci di sfruttare quei principi aerodinamici che consentono agli uccelli di alzarsi in volo. Questa mostra, realizzata nel 2013 in occasione dell’Anno della Cultura italiana negli Stati Uniti, ha permesso al pub- blico americano di ammirare uno dei codici che ha generato la scienza moder- na e ha posto le basi per una ingegneria in grado di cambiare il mondo.

Leonardo descrive l’uso di apparecchiature di prova per il volo per comprendere l’aerodinamica. La presenza della foglia indica un foglio di carta riutilizzato (Biblioteca Reale di Torino)

40 41 WASHINGTON 2006 VIENNA 2006 | 2007

“Bellini, Giorgione, Tiziano e il Rinascimento della pittura veneziana” Arte e scienza in due eventi culturali alla National Gallery of Art e al Kunsthistorisches Museum

L’esposizione, allestita alla National Gallery of Art di Washington dal 18 giugno all’8 settembre 2006 e al Kunsthistorisches Museum di Vienna dal 17 ottobre 2006 al 7 gennaio 2007, ha messo in evidenza le profonde analogie tra l’in- novazione portata dall’arte e quella scientifica. “Questa nuova iniziativa con la National Gallery rappresenta un altro passo in avanti nel nostro tradizionale impegno per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano, in particolare negli Stati Uniti, che ci vedono protagonisti da anni con una pre- senza diretta e anche con importanti attività di ricerca e sviluppo clinico”, spie- gava Diana Bracco, con la sua azienda a fianco del progetto. Ad avvalorare questo principio era la singolarità di questa esposizione, che oltre a esporre opere di Maestri straordinari quali Giovanni Bellini, Giorgione e Tiziano, pre- sentava uno studio comparato tra tecniche di diagnostica medicale e tecniche di rilievo scientifico universale. Le opere esposte sono state infatti studiate con tecnologie radiologiche, oltre ad altre tecniche sofisticate, usando piattaforme analoghe a quelle che Bracco aveva sviluppato per applicazioni mediche di avanguardia. Grazie dunque alle tecniche di applicazione dell’Imaging, la mostra ha dato alla National Gallery di Washington e al Kunsthistorisches Museum l’occasione per svolgere una valutazione congiunta dei risultati delle indagini tecniche su sei dipinti. Una sezione speciale della mostra ha offerto al pubblico la possibilità di esaminare gran parte di tali informazioni tecniche in cui, per la prima volta dopo diversi secoli, sono venuti alla luce elementi inediti sulle intenzioni originali dei pittori e come queste abbiano poi condizionato le loro scelte pittoriche defini- tive, anche diversamente dagli intenti di base.

Giovanni Bellini e Tiziano, Festino degli Dei, olio su tela, 1514 e 1529 (National Gallery of Art, Washington, Widener Collection)

42 43 CHICAGO, WASHINGTON 2013

Due concerti per l’Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti La prima volta in America dei giovani artisti dell’Accademia del Teatro alla Scala

Nel 2013, Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti, i Solisti e l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala hanno varcato per la prima volta l’oceano­ per due concerti di prestigio diretti dal giovane Maestro Daniele Rustioni. Gra- zie al sostegno della Fondazione Bracco, i giovani artisti si sono esibiti prima all’Harris Theater for Music and Dance di Chicago (2 dicembre 2013) e poi pres- so la prestigiosa Strathmore Concert Hall di Bethesda a Washington (4 dicem- bre 2013). I due concerti sono stati un tributo al patrimonio operistico italiano molto ama- to in America, con Ouverture e Arie delle più note opere di Gioachino Rossi- ni, Gaetano­ Donizetti, Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini, oltre a un’incursione nella musica da film, con l’interpretazione sinfonica della colonna sonora firma- ta da Nino Rota per “La strada” di Federico Fellini. Un programma apprezzato ovunque dal pubblico e dalla critica che hanno tributato un riconoscimento a questa esperienza di altissimo profilo professionale. Per l’Orchestra dell’Ac- cademia i concerti statunitensi sono stati un’esperienza estremamente impor- tante che ha arricchito il loro palmares, dopo numerose esibizioni significative nel corso del 2013, tra cui di Seta di Gioachino Rossini nell’ambito del Progetto Accademia del Teatro alla Scala e il Gala per i 200 anni della Scuola di Ballo, dove hanno accompagnato i ballerini con la direzione di David Coleman. Un progetto pienamente in linea con la mission della Fondazione Bracco che intende favorire la crescita culturale e al contempo offrire ai giovani l’opportu- nità di sviluppare i propri talenti in Italia e nel mondo. Il soprano Ludmilla Bauerfeldt e il tenore Jaeyoon Jung al termine del concerto dell’Accademia Teatro alla Scala presso il Music Center at Strathmore di Bethesda (Washington), 4 dicembre 2013

44 45 MILANO 2004 | 2005 NEW YORK 2005

Da Brera al Metropolitan: la consacrazione di Fra Carnevale Una mostra sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica che ha portato nuova luce su una pagina del Rinascimento

Opere di un artista rimasto per secoli un enigma riunite insieme per la prima volta in una mostra che ha dato la definitiva collocazione nella storia dell’arte al pittore di origini marchigiane Fra Carnevale, al secolo Bartolomeo Corradini. E ha anche permesso di scoprire molti segreti, attraverso le sofisticate analisi tecniche e le indagini radiologiche che fanno vedere i quadri “dal di dentro”. Tecniche basate sugli stessi principi della diagnostica per immagini non invasi- va applicate all’uomo, ovvero il “life from inside”, settore in cui il Gruppo Bracco è leader mondiale. Nella mostra “Fra Carnevale: un artista rinascimentale da Filippo Lippi a Piero della Francesca”, prodotta sotto l’Alto Patronato del Pre- sidente della Repubblica con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività culturali e la Soprintendenza per il Patrimonio storico-artistico e Demoetnoan- tropologico di Milano, è stata definitivamente stabilita l’attribuzione delle sue opere, provenienti da grandi musei mondiali (New York, Boston, Washington, Monaco, Berlino, Londra, Vienna) e dopo secoli sono state riunite le Tavole Barberini. A queste sono stati affiancati capolavori di alcuni Maestri del Rina- scimento, con cui Fra Carnevale ebbe modo di interagire, come Filippo Lippi, Domenico Veneziano, Paolo Uccello e il giovane Piero della Francesca. La mo- stra sostenuta da Bracco ha avuto due sedi straordinarie quali la Pinacoteca di Brera a Milano (13 ottobre 2004 – 9 gennaio 2005) e il Metropolitan Museum of Arts di New York (1 febbraio – 1 maggio 2005).

Fra Carnevale, La Nascita della Vergine, tempera e olio su tavola, 1467 (The Metropolitan Museum of Art, New York)

46 47 VIENNA 2002, 2003, 2012

Grande musica a Vienna Dalle voci bianche dei Wiener Saengerknaben a Renato Bruson e Pretty Yende

“Celebrare eventi e simposi scientifici nel segno della musica classica è una tradizione per noi”, scrive Diana Bracco in questa occasione viennese. “Ricordo che nel 1995 festeggiammo il centenario della scoperta dei Raggi X con tre concerti della Filarmonica della Scala a Milano, Roma, e Palermo. E ricordo il nostro sostegno ai primi concerti sinfonici e da camera, le pubblicazioni de- dicate agli interpreti, le borse di studio dedicate ai giovani musicisti, le serate all’Opera e le mostre, tra cui quella dedicata a Giuseppe Verdi nel centenario della morte”. A Vienna, dove ogni anno a marzo si svolge il più importante con- gresso di radiologia europeo, Bracco ha organizzato spesso grandi concerti: nel 2002 con il famoso Coro di voci bianche, Wiener Saengerknaben nella Cap- pella della Hofburg e nel 2003, nella sala più famosa in tutti i continenti grazie al Concerto di Capodanno, il Musikverein, gli ospiti hanno potuto vivere la vera atmosfera della vecchia Vienna con i Valzer e le Polke della famiglia Strauss. Nel 2012 protagonista nella Grosser Redoutensaal della Hofburg di Vienna è stata l’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala diretta dal Maestro Pietro Mianiti con le voci del leggendario baritono Renato Bruson (allora Direttore dell’Acca- demia di Canto e mentore) e del giovanissimo soprano sudafricano Pretty Yen- de, che all’Accademia si era perfezionata nel 2011 e che oggi è stella affermata In alto, il baritono del panorama lirico internazionale. Un incontro magistrale tra maestro e allievi. Renato Bruson, il soprano Pretty Un concerto nell’ambito della partnership pluriennale con l’Accademia Teatro Yende (allora allieva alla Scala, per valorizzare i giovani artisti in Italia e all’estero, con un’attenzione dell’Accademia Teatro alla Scala) e il particolare ai talenti al femminile. Maestro Pietro Mianiti a conclusione del concerto presso la Grosser Redoutensaal dell’Hofburg, Vienna, marzo 2012 In basso. Concerto nella Sala d’Oro del Musikverein, Vienna, marzo 2003

48 49 AQUILEIA 2016

“Leoni e tori dall’antica Persia ad Aquileia” Tesori, ori e sculture achemenidi e sasanidi dal Museo di Teheran e da Persepoli

La mostra “Leoni e tori, dall’antica Persia ad Aquileia”, voluta dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con il Polo museale del Friuli Venezia Giulia, il Na- tional Museum of Iran, l’Iranian Cultural Heritage Handcrafts and Tourism Orga- nization e sostenuta dalla Fondazione Bracco, ha presentato una straordinaria collezione di gioielli in parte mai esposti in Occidente. Allestita presso il Museo nazionale archeologico di Aquileia (Udine) dal 25 giugno al 30 settembre 2016 ha restituito lo splendore della cultura artistica di un mondo, quello islamico, che oggi si ritrova al centro di tensioni e conflitti interetnici di rara violenza. L’e- sposizione, che univa idealmente la memoria di due grandi città, Persepoli e Aquileia, presentava preziosi reperti che coprono un arco temporale assai lun- go, testimonianza di due dinastie fondamentali dell’Iran preislamico quali gli Achemenidi e i Sasanidi. I Tori e i Leoni richiamati dal titolo della mostra sono legati non solo alla tradizione mesopotamica e alamita, ma anche a quella del mondo iranico dell’Età del Ferro in cui la presenza della simbologia animale è molto forte. Per parte italiana, la mostra è stata sostenuta dal Ministero dei Beni Culturali, dalla Regione Friuli e dal Ministero degli Esteri. Un modo per essere partner di uno sviluppo pacifico e prospero nell’ambito della collaborazione fra i popoli, ivi compresi i valori di un interscambio culturale imprescindibile per l’umanità.

Rhyton con terminazione a protome di leone alato, oro, V secolo a.C., Hamadan, Iran occidentale

50 51 SAN PAOLO DEL BRASILE 2013

A San Paolo tra musica e impegno sociale L’Orchestra sinfonica brasiliana di Heliópolis insieme ai solisti dell’Accademia della Scala

In occasione della 43a Giornata Paulista di Radiologia (JPR), la più importan- te conferenza dell’America Latina sull’Imaging diagnostico, il 2 maggio 2013 i giovani cantanti lirici dell’Accademia di perfezionamento del Teatro alla Scala di Milano si sono misurati in un concerto con i musicisti dell’Orchestra sinfoni- ca di Heliópolis dell’Istituto Baccarelli di San Paolo. Sostenuta da Fondazione Bracco, l’esibizione ha ricevuto un grande apprezzamento dal pubblico in sala, composto da rappresentanti delle istituzioni e professionisti del settore. Al di là del magistrale programma musicale scelto come di consueto dalla Fon- dazione in collaborazione con l’Accademia, va riportato in primis che l’Orchestra dell’Istituto Baccarelli è composta da giovani studenti provenienti dalle favelas della periferia di San Paolo, zone caratterizzate da un forte degrado, oltre che da una microcriminalità diffusa a causa della cronica mancanza di infrastrutture utili alla popolazione e soprattutto ai giovani. In questo quadro, l’Orchestra di Heliópolis ha offerto ai ragazzi la possibilità di un riscatto sociale attraverso la conoscenza e l’esercizio della musica. Con il direttore Edilson Venturelli, il so- prano Ludmilla Bauerfeldt, il tenore Jaeyoon Jung dell’Accademia Teatro alla Scala e l’Orchestra sinfonica di Heliópolis, sono state presentate al pubblico l’Ouverture de Il barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini, Arie da Lucia di Lam- mermoor e Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, l’Ouverture dell’opera Fosca del brasiliano Antônio Carlos Gomes, l’Ouverture de La forza del destino, parti del Rigoletto e de La traviata di Giuseppe Verdi.

Un giovane violinista dell’Orchestra Sinfonica di Heliópolis, Alfa Theatre di San Paolo del Brasile, 2 maggio 2013

52 53 MILANO 1996

Accanto ai giornalisti lombardi a Palazzo Serbelloni Il restauro del Salone Napoleonico dello storico Circolo della Stampa a Milano

Nato grazie all’Associazione Lombarda dei Giornalisti sotto la presidenza ono- raria del Presidente della Repubblica italiana Luigi Einaudi, il Circolo della Stampa nello storico Palazzo Serbelloni è stato uno dei luoghi della rinascita culturale di Milano. Qui per anni si sono incontrati professionisti della società civile – giornalisti, imprenditori, scrittori e intellettuali – per dare vita a mani- festazioni di carattere internazionale. Tanti gli eventi storici, tra cui la visita nel 1959 del generale De Gaulle e la conferenza stampa del Dalai Lama S.S. Tenzin Gyatso in occasione della sua visita a Milano nel 1982. Cornice di questi stra- ordinari eventi, ma anche di centinaia di convegni, simposi e presentazioni, è stato Palazzo Serbelloni, uno degli edifici storici di Corso Venezia nel centro di Milano a due passi da Piazza San Babila. Come tutte le architetture ricche di opere d’arte, il Palazzo iniziò a richiedere interventi di manutenzione e restauro. A metà degli anni Novanta il Circolo della Stampa, lanciò un accorato appello per restituire all’antico splendore il Salone principale del Palazzo. La richiesta di aiuto fu accolta da Fulvio Bracco e da sua figlia Diana, che si impegnarono in un intenso lavoro di restauro. Nel febbraio del 1996 si arrivò così alla cerimonia inaugurale del rinnovato Salone Napoleonico, riportato alla bellezza originaria e restituito finalmente alla città, a cui è stato dato il nuovo nome di Sala Brac- co. La cerimonia avvenne nel corso della consegna del Premio Internazionale “Carlo Guidetti 1995” assegnato dall’Unione Medico-Scientifica di Informazione all’Associazione italiana di radiologia medica.

Sala Napoleonica di Palazzo Serbelloni a Milano dopo i restauri

54 55 ROMA 2015 MILANO 2015 FIRENZE 2015 | 2016

Giuseppe negli arazzi di Pontormo e Bronzino Al fianco del Quirinale per una straordinaria mostra sui capolavori medicei riuniti dopo 150 anni

Fondazione Bracco ha sostenuto con convinzione questo progetto davvero straordinario che ha riunito per la prima volta dopo centocinquanta anni i pre- ziosissimi arazzi di Pontormo e Bronzino. La mostra “Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino” presentava infatti i venti arazzi cinquecenteschi commissionati da Cosimo I de’ Medici per la Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio. Gli arazzi, che raffigurano la storia di Giuseppe, nel 1882 furono divisi per volere dei Savoia tra Firenze e il Palazzo del Quirinale. Dal 17 febbraio 2015 per un intero anno sono tornati eccezionalmente a essere esposti insieme, per volere della Presidenza della Repubblica Italiana e del Comune di Firenze, in una mostra unica, che ha toccato le città di Roma (Salone dei Corazzieri del Palazzo del Quirinale, 17 febbraio-12 aprile), Milano (Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, 29 aprile-23 agosto) e Firenze (Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio, 16 settembre-15 feb- braio 2016). Nella mostra, a cura di Louis Godart, allora Consigliere del Presidente della Re- pubblica per la Conservazione del Patrimonio artistico, si raccontava la storia di Giuseppe che la dinastia medicea teneva in forte considerazione. Questo progetto ha rappresentato per Fondazione Bracco una iniziativa di grande importanza che costituisce anche un bell’esempio di collaborazione virtuosa tra pubblico e privato nella valorizzazione dei nostri capolavori.

Una sala della mostra “Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino”, Palazzo del Quirinale, Roma

56 57 MILANO 2012 | 2013 ROMA 2013

Costantino, Elena e la tolleranza religiosa Una mostra sull’Editto del 313 d.C. e un libro su una donna straordinaria, che fu madre, imperatrice e santa

Un evento espositivo dedicato all’emanazione di un Editto storico che ha legit- timato la libertà del pensiero religioso, è prima di ogni altra cosa un grande atto di civiltà verso l’uomo e i suoi bisogni più interiori. Una mostra dal titolo emblematico “Costantino 313 d.C.”, allestita prima a Mila- no a Palazzo Reale (25 ottobre 2012 – 17 marzo 2013) e poi a Roma negli spazi del Colosseo (11 aprile – 15 settembre 2013). Ideata e progettata dal Museo Dio- cesano di Milano e curata da Gemma Sena Chiesa e Paolo Biscottini, promossa e prodotta dal Comune di Milano in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma, la Fondazione Aquileia, l’Arcidiocesi di Milano, l’Università degli studi di Milano, sostenuta come Main Partner dalla Fondazione Bracco. Una mostra che ha ce- lebrato dopo settecento anni l’emanazione nel 313 d.C. dell’Editto di Milano da parte dell’imperatore romano d’Occidente Costantino e del suo omologo d’O- riente, Licinio, che ha reso libero il Cristianesimo dopo secoli di persecuzioni. Importantissimo, nel percorso della mostra, il focus sulla figura della madre di Costantino, Elena. Fondazione Bracco, che ha nella gender question uno dei propri fil rouge, ha dedicato a questa eccezionale figura femminile la mono- grafia “Elena. All’ombra del potere”, scritta da Elena Calandra, ricca di notizie storiche e di uno splendido apparato iconografico, pubblicata con Electa in occasione della mostra. Una biografia illustrata che svela i segreti della santa imperatrice madre di Costantino il Grande, nata nella prima metà del III secolo d.C. Un testo che ci restituisce il “vero volto” di Elena contestualizzandolo nel periodo storico in cui visse.

Statua di Elena, marmo greco, 324 d.C. (Musei Capitolini, Roma) nell’allestimento della mostra al Colosseo

58 59 ROMA, MILANO, PALERMO 1995

Chailly e Muti per la scienza Grande musica a Santa Cecilia, al Teatro Biondo e alla Scala per il Centenario dei Raggi X

Nel centenario della scoperta dei Raggi X, avvenuta nel novembre del 1895 grazie alle ricerche del fisico tedesco Wilhelm Conrad Röentgen, Bracco ha ce- lebrato tale ricorrenza con tre concerti dell’Orchestra Filarmonica della Scala in altrettante città italiane. Roma, Milano e Palermo hanno vissuto tre grandi eventi musicali in cui Riccardo Chailly e Riccardo Muti hanno fatto onore al loro nome. Il 4 novembre 1995, presso l’Auditorium di Santa Cecilia a Roma, Riccardo Chail- ly ha diretto l’Orchestra della Filarmonica con il violinista Vadim Repin, mentre Riccardo Muti ha diretto l’Orchestra a Milano il 13 novembre alla Scala con il violoncellista Yo-Yo Ma. L’11 dicembre Riccardo Muti al Teatro Biondo di Paler- mo ha portato la Filarmonica nella città siciliana con un programma dedicato a Beethoven e Mussorgskij. I tre concerti sono stati dedicati all’AIL – Associazione Italiana contro le Leuce- mie senza fini di lucro e costituitasi a Roma nel 1969. A prescindere da quella che sarà l’evoluzione della diagnostica, la cultura della ricerca scientifica – re- gola aurea in Bracco – non si ferma certo in laboratorio o in un’alchimia digitale, ma si estende a tutte le attività creative che possano arricchire la qualità della vita come l’arte, la musica e l’ambiente. E questi tre concerti sono stati un modo per dimostrarlo una volta di più.

Concerto della Filarmonica della Scala, diretta dal Maestro Riccardo Muti, al Teatro Biondo di Palermo in occasione dei festeggiamenti del Centenario della scoperta dei Raggi X, 1995

60 61 BOLOGNA 2014 | 2015

Gli Etruschi e l’aldilà tra capolavori e realtà virtuale Raffinati ologrammi e tecnologie immersive fanno risplendere il Sarcofago degli sposi

Nella splendida cornice del Museo della Storia di Bologna a Palazzo Pepoli ha visto la luce la mostra “Il viaggio oltre la vita. Gli Etruschi e l’aldilà tra capolavori e realtà virtuale”. Un progetto nato da un’idea congiunta di Genus Bononiae Musei della Città, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Museo Nazio- nale di Villa Giulia a Roma, realizzata in collaborazione con l’Università di Bo- logna, il Museo Civico Archeologico di Bologna, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna e dell’Etruria Meridionale, con il sostegno di Fondazione Bracco. Una mostra che ha rivelato le tradizioni connesse al mon- do ultraterreno degli Etruschi da molteplici punti di vista. L’esposizione, che ha presentato numerosi interventi multimediali al fine di valorizzare la fruizione dei suoi contenuti, ha visto una parte storico-scientifica che ha permesso di ammi- rare reperti di straordinaria importanza grazie all’ausilio di tecnologie virtuali in grado di creare ambienti immersivi in cui Arte e Scienza, in perfetto equilibrio tra loro, hanno restituito al pubblico una serie di effetti spettacolari. Tra gli oggetti, i manufatti e i segni esposti, uno in particolare merita di essere riportato con attenzione: il Sarcofago degli sposi – in questa occasione rico- struito virtualmente con una nuovissima tecnologia. La complessa produzione era opera di CINECA, che ha coordinato anche tut- ta la fase scientifica di acquisizione digitale del Sarcofago insieme a una nu- merosa equipe di ricercatori e specialisti. Un altro passo verso l’attenzione alle qualità dei linguaggi creativi che la scienza mette a disposizione della cultura e che Fondazione Bracco ha sostenuto per spingere in avanti le frontiere della conoscenza.

Ricostruzione virtuale in 3D del Sarcofago degli Sposi, conservato al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma

62 63 IVREA 2007

“Search Me” per promuovere la cultura scientifica tra i giovani Un film di animazione digitale da Newton a Einstein

Search Me è un progetto di “infotainment” curato da Moreno Gentili rivolto ai giovani ricercatori delle Università italiane per divulgare il valore della cultura scientifica. Un viaggio in cui si racconta di figure di prestigio quali Einstein, New- ton e altri scienziati per studiare a fondo le questioni primarie dell’esistenza, guardare oltre le certezze acquisite, sperimentare il non vedibile, condividere i risultati di anni e anni di consapevolezza e di crescita della società civile. È que- sto lo spirito del film Search Me, un gioco di parole in cui il Gruppo Bracco ha invitato migliaia di giovani, che spesso si ritrovano a lavorare all’estero portando il proprio know-how fuori dal nostro Paese, a riflettere sui valori della cultura scientifica italiana. Il film, presentato nel 2007 in occasione dell’apertura del Centro Ricerche Brac- co collocato nel Bioindustry Park del Canavese alla presenza dell’allora Ministro della Sanità Livia Turco, ha riunito una troupe di giovani esperti di tecnologie cinematografiche di avanguardia, padroni di un linguaggio narrativo semplice e diretto, a tratti anche avventuroso, per dimostrare come la scienza dia modo di conoscere e utilizzare tecnologie emozionanti e coinvolgenti. Con Search Me, Bracco ha voluto proporre ai giovani ricercatori l’opportunità di avvicinarsi al mondo del lavoro e alle sue diverse fasi di esperienza professionale.

Sequenza dal film di animazione “Search me”, 2007

64 65 MILANO 1986 | 1998

Le “Serate Musicali” Una passione di famiglia che si tramanda di generazione in generazione

Tra i diversi generi artistici sostenuti da Bracco da sempre, ve ne è uno che rappresenta più di altri la storia dell’azienda, della Fondazione e della famiglia omonima: la musica. Una passione cresciuta nel tempo che continua senza flessioni. Una consolidata tradizione dunque e non solo semplice sostegno materiale. Da qui è nata, sin dal lontano 1986, la collaborazione con l’Associa- zione “Serate Musicali”, una delle più importanti in Italia e la più influente per la musica da camera a Milano, dove fu fondata nel 1968. Qualche esempio? Tra i musicisti coinvolti si possono citare Mstislav Rostropo- vich, Nathan Milstein, Martha Argerich, Henryk Szeryng, Shlomo Mintz, Nikita Magaloff, Pierre Fournier, Vladimir Ašhkenazy, Anne Sophie Mutter, Uto Ughi, Friedrich Gulda, Sviatoslav Richter, Claudio Arrau, Itzhak Perlman, Vicktorija Mullova, Lang-Lang. Tra i direttori Claudio Abbado, Riccardo Muti, Kurt Masur, Riccardo Chailly, Pierre Boulez, Wolfang Sawallisch, Sergiu Celibidache, John Eliot Gardiner, Lorin Maazel, Myung-Whun Chung e tra le orchestre Wiener Philharmoniker, Royal Philharmonic, Philharmonia Orchestra, Gewandhaus Or- chestra, Staatskapelle di Dresda e altre, sono l’esempio di un’affinità che si è esplicitata attraverso la promozione di concerti, mostre e pubblicazioni, con borse di studio per giovani musicisti e con un’intensa collaborazione con pre- stigiose istituzioni italiane, tra cui il Teatro alla Scala. La qualità delle iniziative, il coinvolgimento di direttori e musicisti di ogni parte del mondo, e soprattutto la costanza nei decenni dell’impegno a favore della musica, sono valsi a Bracco numerosi riconoscimenti. Uno su tutti, il Premio Guggenheim “Impresa & Cul- tura” ottenuto nel 1997 “Per la sistematicità, l’intelligenza, l’efficacia di un pro- getto che punta alla diffusione e alla conoscenza, con particolare attenzione al In alto, da sinistra. mondo giovane, della cultura musicale”. Anne-Sophie Mutter Vladimir Ašhkenazy In basso, da sinistra. Georges Prêtre Itzhak Perlman Mstislav Rostropovič

66 67 MILANO 2015

“Folli50.0”, una fucina creativa nel cuore di Lambrate Un cantiere artistico, culturale e sociale negli storici spazi industriali di Bracco

In occasione di Expo Milano 2015 il Gruppo Bracco ha prestato a giovani artisti italiani e stranieri i suoi spazi storici del quartiere Lambrate a Milano. L’insedia- mento industriale di via Folli, oggi non più operativo, è divenuto così un luogo di aggregazione sociale aperto alla cittadinanza in cui i visitatori hanno potuto osservare forme di creatività libere e costruttive. Dopo una prima apertura rea- lizzata durante il Salone del Mobile del 2015, “Mostrami [email protected]” è diventato un progetto dedicato ai linguaggi creativi metropolitani che ha preso vita nei mesi di Expo dando modo agli artisti di esporre le proprie ricerche nel campo delle arti visive fino a realizzare performance e concerti. Il partner scelto da Bracco era Mostrami, un collettivo che si occupa della pro- mozione della giovane arte contemporanea come driver di sviluppo sociale e culturale. Mostrami ha sempre voluto avvicinare nuovi pubblici e istituzioni ai linguaggi dell’arte e oggi conta un collettivo di oltre ottocento artisti e una com- munity di oltre ventimila appassionati di arte contemporanea. Lo spazio Folli50.0 è stato dunque un vero e proprio “cantiere” artistico, cul- turale e sociale, nel quale alle attività strettamente espositive si sono associati spettacoli teatrali, laboratori per bambini, cinema all’aperto, musica live, serate danzanti, attività ricreative e formative per ogni età che hanno creato una con- taminazione culturale vivace e creativa. Nei sette mesi di apertura la factory ha ospitato 5 MostrEvento, 20 mostre di Associazioni partner, 4 workshop e, inoltre, 9 spettacoli e performance teatrali, 2 serate cinema, 11 concerti e 5 party & Djset, nonché 76 corsi e laboratori per bambini e 62 corsi dedicati agli adulti.

Alcuni momenti di Mostrami Factory@ Folli50.0

68 69 MILANO 2015

Un “Vortice” contro l’inquinamento degli oceani L’opera per “Folli 50.0” firmata da Maria Cristina Finucci con il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente

Un’opera d’arte contemporanea bellissima, ma anche un progetto di natura scientifica in difesa dell’ambiente marino per sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale. Questa l’essenza di “The Garbage Patch State”, progetto “eco- logista” che dopo aver toccato siti di prestigio quali l’Unesco a Parigi, la Bien- nale di Venezia, la Gran Via di Madrid, il Maxxi di Roma e il Palazzo dell’Onu a New York, è approdato a Milano nel cantiere artistico “Mostrami Factory @ Folli 50.0” voluto da Fondazione Bracco per promuovere la creatività italiana e internazionale durante l’Expo 2015. L’opera site specific, inaugurata il 15 giugno 2015 negli spazi della storica area industriale della Bracco in via Folli 50 a Milano nella zona di Lambrate, rappre- senta una grande massa che porta con sé una miriade di tappi di bottiglia in plastica racchiusi in un “Vortice” multicolore alto sette metri, opera dell’artista Maria Cristina Finucci, che da anni è impegnata in un percorso creativo ed edu- cativo su uno dei fenomeni più importanti del pianeta: il tragico aumentare dei rifiuti plastici dispersi negli oceani. Diana Bracco, Presidente della Fondazione Bracco, ha affermato: “Un progetto perfettamente in linea con il cantiere arti- stico, culturale e sociale voluto dalla nostra Fondazione. Un tema, quello della promozione della sensibilità e del rispetto verso l’ambiente affrontato dal Vor- tice, di primaria importanza, a cui abbiamo voluto dare voce nella convinzione che l’arte possa essere uno strumento di lettura privilegiato per comprendere e approfondire al meglio la realtà globale e i suoi molteplici aspetti”. L’opera è stata realizzata con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente.

Maria Cristina Finucci, Vortice, 2015

70 71 VENEZIA 2011

“Entre Siempre y Jamás” alla Biennale di Venezia Una mostra sulla cultura latinoamericana alla 54. Esposizione Internazionale d’Arte

In occasione del Bicentenario dell’Indipendenza dell’America Latina, Fonda- zione Bracco ha sostenuto la Mostra “Entre Siempre y Jamás” del Padiglione America Latina alla 54. Biennale di Venezia nel 2011. Per la prima volta la totalità dei 20 Paesi della regione latinoamericana sono stati rappresentati nel Padiglione, attraverso un viaggio lungo la storia dell’Indi- pendenza del subcontinente da un punto di vista contemporaneo. Il titolo della mostra – “Entre Siempre y Jamás” (Fra sempre e mai) – è la ci- tazione di una poesia dedicata al Bicentenario dell’Indipendenza latinoame- ricana dallo scrittore uruguayano Mario Benedetti. Il progetto, risultato di uno sforzo creativo collettivo al quale hanno preso parte 20 artisti latinoamericani e 5 europei, si è infatti sviluppato recuperando il concetto di Indipendenza e il significato delle sue influenze socio-culturali grazie ai linguaggi artistici e con- cettuali utilizzati in mostra. La Fondazione Bracco si è resa promotrice di un momento di incontro impor- tante tra la cultura dell’America Latina, con le sue istanze artistiche, politiche e morali, e la cultura europea, da sempre attenta a quelle istanze. “Entre Siempre y Jamàs” è stata anche un momento di collaborazione tra artisti già affermati e molti giovani talenti, tra cui spiccano diverse figure femminili: fra tutte Regina Galindo del Guatemala, che nella Biennale 2008 era stata in- signita del Leone d’Oro come miglior artista giovane. Il sostegno ai giovani, e in particolare alle donne, è un altro tratto caratterizzante dell’impegno della Fondazione Bracco.

Una opera in mostra nel Padiglione America Latina, Biennale d’Arte di Venezia 2011

72 73 MILANO 1997 | 1998

La riqualificazione dei Giardini della Guastalla Un progetto di cura ambientale dello storico parco nel cuore di Milano

È un piccolo gioiello nel cuore di Milano. Un magico giardino amato da ge- nerazioni di cittadini e studenti della vicina Università Statale. I Giardini della Guastalla, fra i più antichi spazi verdi pubblici di Milano, sono davvero un luogo speciale, che ospita all’interno, al posto dell’originario laghetto, una pregevo- le vasca peschiera seicentesca, in stile barocco, formata da due terrazzamenti comunicanti tramite scale e arricchita da balaustre in granito bianco. Tra gli al- tri elementi si possono trovare un’edicola, sempre seicentesca, contenente il gruppo di statue in terracotta policroma della Maddalena penitente confortata da angeli, e un tempietto neoclassico del Cagnola. Vi è un’area giochi per i bambini e ai cani sono riservate due piccoli spazi cintati. Situata invece all’e- sterno del giardino, all’angolo di via San Barnaba e via della Commenda, una pregevole fontana barocca. Nel 1997, Bracco, in occasione delle celebrazioni del settantesimo anniversario della sua fondazione, ha realizzato un progetto di riqualificazione ambientale di questa oasi verde riconsegnando alla città i Giardini della Guastalla intera- mente ristrutturati. Un restauro durato circa sei mesi che ha riportato le tipologie arboree e vegetali alla configurazione originaria del Giardino storico risalente al 1939 e che ha riguardato anche la preziosa “Edicola” a tema sacro. Il 9 maggio 1998 si è svolta l’inaugurazione ufficiale dei Giardini rinnovati con una festa che ha valorizzato la memoria storica di un luogo caro ai Milanesi, un tempo irrigato dalle acque del Naviglio.

Una delle statue che ornano i Giardini della Guastalla, Milano

74 75 MILANO 2005 | 2017

Curare il corpo, nutrire la mente Giovani artisti e fotografi espongono negli spazi del Centro Diagnostico Italiano

Il Centro Diagnostico Italiano è un luogo di prevenzione e cura della salute, ma non solo. Grazie a Fondazione Bracco, che ha nella propria mission il connubio tra Arte e Scienza e l’attenzione per i giovani, la sede del CDI di via Saint-Bon è divenuta negli anni un polo espositivo per far conoscere e valorizzare giova- ni promesse e talenti nel campo delle arti figurative, con un duplice obiettivo: da una parte l’attenzione alle giovani generazioni, che hanno l’occasione di esporre i propri lavori in uno spazio pubblico, dall’altra la fruizione culturale nei luoghi di cura, che evidenze scientifiche provano avere un effetto positivo sul benessere psicologico. Tra i molti talenti che hanno esposto le proprie opere, si possono citare Marco Anelli con il progetto “Nella luce” e Laila Pozzo e le sue splendide immagini del “Sapere fare italiano”. Gli stessi spazi hanno ospitato immagini di progetti di grande complessità, a partire da “Start Living Again”, una serie di immagini scattate da molti fotografi di ogni età per contribuire alla ricerca sulla SLA (Scle- rosi laterale amiotrofica), fino al progetto “Oggettivamente meglio, prendersi cura per un maggiore benessere” a cura degli allievi della Domus Academy di Milano. Infine la mostra “Recondite Armonie, l’arte della Bellezza”, del collettivo di giovani artisti “Mostrami”, altro progetto sostenuto dalla Fondazione Brac- co. Le mostre del CDI sono state spesso accompagnate da pubblicazioni, per completare una valorizzazione di giovani talenti altrimenti spesso inascoltati in ambiti non sempre attenti alle nuove generazioni.

Alessandro Di Vicino Gaudio, Their Kiss, acrilico su faesite, anni Duemila. Opera esposta durante la mostra “Recondite Armonie. L’arte della Bellezza”, CDI, Milano, 16 dicembre 2015-31 marzo 2016

76 77 GENOVA, FERRARA, ROMA, NAPOLI, PERUGIA, MILANO 2004 | 2006

L’incanto della Scienza nelle fotografie di Felice Frankel Un singolare percorso che va oltre l’inquadratura per rivelare la vita “da dentro”

“Come le equazioni in matematica e le formule strutturali in chimica, queste fotografie intendono comunicare idee. Sono una rappresentazione visiva di fe- nomeni fisici che svelano le ore di riflessione degli scienziati, gli anni di prepa- razione e una vita di scoperte”, scrive Felice Frankel nel catalogo che accom- pagnava la mostra “L’incanto della Scienza. Visions of Science”, presentata da Bracco in Italia e negli Stati Uniti tra il 2004 e il 2006. L’esibizione ha restituito al pubblico innumerevoli informazioni di natura scientifica dando vita a una tournée espositiva in luoghi diversi, quali il Festival della Scienza di Genova, il Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Ferrara, il Chiostro del Bramante a Roma, la Città della Scienza a Napoli, la Rocca Paolina a Perugia e il CDI di Milano. Fino alle tappe americane presso la Casa Italiana Zerilli-Marimò della New York University, il Bakken Museum di Minneapolis e l’Istituto Culturale Italiano a Chicago. Spiega Diana Bracco nel catalogo della mostra: “Lontana dalla pura riproduzione fotografica, l’opera di Felice Frankel racconta la scienza con l’oc- chio dell’immaginazione: un singolare percorso che va oltre l’inquadratura per rivelare la vita dal di dentro. E in questo risiede la sintonia con la mission della nostra azienda, protagonista mondiale nella diagnostica per immagini: vedere oltre, attraverso tecnologie d’avanguardia, per comprendere sempre meglio la vita e migliorarne la qualità”. Una comune passione per la ricerca e per l’inno- vazione ha dunque portato Bracco all’incontro fecondo con questa protagoni- sta della fotografia scientifica. Un incontro di visioni, una convergenza di cultura e scienza, un obiettivo condiviso: avvicinare il pubblico, con uno sguardo nuo- vo, al meraviglioso mondo della scienza.

Felice Frankel, Gocce d’acqua su oro

78 79 TOKYO, SEOUL, SHANGHAI, PECHINO, NEW YORK, WASHINGTON 2007 | 2008

Le grandi tournée della Filarmonica della Scala tra America e Asia Una scia di emozioni con Chailly, Chung e Lang Lang

Il Gruppo Bracco ha spesso scelto la musica per presentarsi in ogni parte del mondo. Un esempio emblematico è la doppia tournée in Asia e Stati Uniti della Filarmonica della Scala. Un ideale itinerario di amicizia e valorizzazione del- la nostra cultura compiuto tra il 2007 e il 2008 da due eccellenze italiane: la Filarmonica e una Famiglia imprenditoriale di grandi mecenati. Tokyo, Seoul, Shanghai, Pechino nella parte asiatica e New York e Washington, per la parte nordamericana. Due lunghi viaggi che hanno visto unire in un fil rouge un percorso dove le cul- ture si fondono una nell’altra grazie al linguaggio musicale e che, per la Scala, ha un precedente illustre, raccontato dallo stesso Maestro Chailly: “La presenza negli Stati Uniti ha un significato particolare nella storia dell’attività sinfonica scaligera: fu infatti con una leggendaria tournée americana che Toscanini inau- gurò nel 1921 l’attività dell’Orchestra che aveva appena rifondato, facendone il fulcro del rinnovamento del teatro. [...] Toscanini volle sempre che l’Orchestra della Scala fosse l’ambasciatrice dell’Arte italiana senza sottrarsi al confronto con il grande repertorio internazionale”. Un auspicio pienamente confermato dal successo delle serate scaligere sostenute da Bracco negli Stati Uniti, che hanno visto anche la presenza entusiasta dell’allora First Lady Laura Bush e dell’allora Sindaco di Milano Letizia Moratti. Enrico Girardi, inviato del Corriere della Sera all’evento, nel suo resoconto scriveva: “Sul volto di tutti i presenti la gioia per una serata perfettamente riuscita, per il tripudiante successo, per la soddisfazione di avere concluso una tournée storica raccogliendo ovunque ovazioni di critica e di pubblico”. Il Maestro Myung- Whun Chung riceve gli applausi del pubblico alla fine del concerto con la Filarmonica della Scala alla Suntory Hall di Tokyo, 6 settembre 2008

80 81 MILANO 2006

I Raggi X svelano la magia delle conchiglie Uno straordinario connubio di arte, scienza e natura in una pubblicazione presentata all’Acquario di Milano

“Difficile per me, fotografa, giustificare il mio ruolo in un progetto dove la foto- grafia non c’è. Non c’è più perché si è arresa alla esattezza trasparente della radiografia, alla sua capacità di rendere evidenti, senza mediazioni, la relazio- ne tra funzione e bellezza, tra matematica e creazione”, afferma Donata Pizzi nel volume “Conchiglie ai raggi X” dato alle stampe dal Gruppo Bracco per av- vicinare una volta di più scienza, arte e natura, i tre filoni in cui si esprime una responsabilità sociale d’impresa che intrecciano il dovere della conoscenza, il piacere dello sguardo e la qualità dell’ambiente in cui viviamo. La scienza, così come la lungimiranza di chi ha intravisto in questa ricerca la bellezza matematica di una forza scoperta grazie alla tecnologia nonché all’in- tuito di Donata Pizzi, suggerisce di non fermarsi mai alle apparenze e di andare oltre per scoprire quello che permane invisibile agli occhi, ma non alla sensibi- lità delle persone. “Le conchiglie portano traccia della vita che con sapienza di milioni di anni le ha ricostruite”, ha scritto in proposito Mauro Mariani, direttore dell’Acquario e Civica Stazione Idrobiologica di Milano, dove il volume è stato presentato nel 2006 con un grande successo di pubblico.

Cymbiola imperialis, Lightfoot, 1786

82 83 MILANO 2010 | 2014

Un’eccellenza in mostra: i giovani dell’Accademia Teatro alla Scala Il CDI Centro Diagnostico Italiano ospita il lavoro creativo degli allievi scaligeri

Tra i progetti sviluppati nell’ambito della Partnership tra Fondazione Bracco e Accademia Teatro alla Scala, grande importanza rivestono le mostre allestite al CDI Centro Diagnostico Italiano, che hanno visto coinvolti negli anni gli allievi di diversi corsi, in linea con i fini statutari di Fondazione Bracco, attenta al mondo dei giovani, della ricerca progettuale e della cultura. Gli ampi spazi del CDI si presentano infatti come un’area aperta e facilmente fruibile, adatta all’allesti- mento di esposizioni d’arte temporanee che affianchino le finalità tipiche del Centro Diagnostico (prevenzione e diagnosi) in un’ottica complessiva attenta al miglioramento della qualità della vita. Dal 12 novembre 2010 al 19 febbraio 2011 ha visto la luce la mostra fotografica “Lo spettacolo del corpo”. Una mostra a cura di Roberto Mutti e dedicata al corpo e alle sue espressioni sceniche, in un ponte che dall’arte fotografica e coreutica tocca il mondo della salute. Dal 29 maggio al 30 settembre 2012, in occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano, è stata invece la volta di “Famiglia ad arte. 100 mt lineari x 8 scenografi”, mostra dei lavori realiz- zati dagli allievi del Corso per Scenografi dell’Accademia Teatro alla Scala. Nel 2013 la Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala ha festeggiato i suoi 200 anni e lo splendido volume “Album di compleanno 1813 – 2013. La Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala”, ha fatto da filo conduttore alla rela- tiva mostra fotografica allestita dal 4 luglio al 31 ottobre 2013. Dal 20 maggio al 31 ottobre 2014 ha trovato spazio la mostra fotografica “Andiamo all’opera! Come si costruisce uno spettacolo”, che ha permesso di far conoscere al grande Dal catalogo della pubblico il mondo che si cela dietro le quinte e che opera incessantemente af- mostra fotografica finché sul palcoscenico si ripeta, ad ogni rappresentazione, la magia del teatro. “Andiamo all’opera!”, Tutti tasselli importanti nella partnership pluriennale tra Fondazione Bracco e 2014: un particolare dell’allestimento di Accademia Teatro alla Scala, progetto che promuove la cultura italiana in Italia Ascanio in Alba di e nel mondo e offre al tempo stesso a tanti giovani l’opportunità di sviluppare Wolgang Amadeus Mozart, andato in scena i propri talenti. al Teatro alla Scala nel 2006

84 85 CESANO MADERNO 1995 | 1996

L’Esedra di Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno Un restauro di grande fascino

Voluto da Giulio Arese nel 1626 e concluso dal figlio Bartolomeo nel 1640, il Pa- lazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno è considerato uno dei più importanti monumenti della Lombardia. Un edificio di fattura straordinaria che ancora oggi conserva oltre che la perfetta struttura architettonica, anche un meraviglioso giardino. L’Esedra, ideale proscenio alla narrazione storica del Palazzo, è una parte ar- chitettonica di migliaia di metri quadri di rara pietra di Angera. Questo spazio è oggi fruibile dal pubblico dopo un restauro con tecniche di avanguardia grazie al sostegno del Gruppo Bracco, che proprio a Cesano Maderno possiede il suo più importante stabilimento per la produzione dei mezzi di contrasto. Il legame tra Bracco e Cesano è continuato nel tempo. E nel 2017, anno in cui si celebra il novantesimo anniversario della nascita del Gruppo, il Sindaco Pietro Luigi Ponti ha deciso di intitolare una via alla memoria del Cavaliere del Lavoro Fulvio Bracco, padre di Diana e pioniere di quel capitalismo familiare che ha fatto dell’Italia uno dei Paesi più avanzati del mondo. “Cesano è particolarmen- te legata e grata al Gruppo Bracco per la lungimiranza degli interventi che i suoi vertici hanno effettuato sul nostro territorio”, ha spiegato il Sindaco sabato 18 marzo a Palazzo Arese Borromeo. “Interventi non solo di ambito culturale, a iniziare dal restauro del Palazzo Arese Borromeo, ma anche nel sociale, quale ad esempio il supporto fornito all’attività del Centro Psico-Pedagogico di via Misurina, a dimostrazione di una interlocuzione attenta e sensibile alle esigen- ze della collettività”.

Palazzo Arese Borromeo visto dall’Esedra

86 87 MILANO 2015 SPILIMBERGO 2016

“La regola del talento”. Una mostra dedicata al saper fare italiano Un progetto fotografico che valorizza il giovane artigianato italiano

Nella mostra fotografica allestita prima al CDI di Milano (26 maggio – 31 ot- tobre 2015), poi in Friuli a Spilimbergo (18 marzo – 1 maggio 2016) e realizzata con Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, Fondazione Bracco ha aiutato a ridare voce, attraverso gli scatti di Laila Pozzo, alle più importanti Scuole di arti e mestieri italiane e al loro prezioso lavoro di aggiornamento tra tradizione e innovazione: una paziente tessitura per non perdere gli insegnamenti preziosi In alto a sinistra. dei nostri artigiani oggi divenuti un “Brand” italiano a tutti gli effetti. “Formare e Particolare della lavorazione della sostenere le nuove generazioni di maestri d’arte significa promuovere e proteg- ceramica presso gere la grande tradizione italiana di cultura, bellezza e saper fare: una necessi- l’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica tà oggi più che mai vitale anche per il nostro sistema economico e produttivo”, “Gaetano Ballardini”, la dichiarazione della Fondazione Bracco. Tra le scuole fotografate, quella dei Faenza (Ravenna) Mosaicisti di Spilimbergo in Friuli, del Vetro di Murano, della Ceramica di Faenza In alto a destra. e Caltagirone, dell’Oreficeria di Padova, dell’Orologeria di Marcianise, dell’Inci- Particolare della fase di restauro di un sione dei metalli di Roma, della Pelletteria di Scandicci, della Calzatura di Vi- manoscritto presso gonza (PD), della Sartoria di Penne (PE), dei Mestieri dello spettacolo del Tea- la Scuola di Alta Formazione, Istituto tro alla Scala di Milano, della Liuteria a Cremona, fino all’Enogastronomia nella Centrale per il Restauro scuola Alma di Colorno in provincia di Parma. Un viaggio affascinante all’interno e la Conservazione del del saper fare di eccellenza nel nostro Paese. Patrimonio Archivistico e Librario, Roma In basso a sinistra. Particolare della lavorazione di alcune monete presso la Scuola dell’Arte della Medaglia, Istituto Poligrafo e Zecca dello Stato, Roma In basso a destra. Particolare di una fase della lavorazione di pelli presso l’Alta Scuola di Pelletteria Italiana, Scandicci (Firenze)

88 89 MILANO 2015 | 2016 | 2017 PAVIA 2016 LUBLINO (POLONIA) 2016 GENOVA 2016 “Cenerentola” e la magia del balletto La Fondazione Bracco a sostegno della giovane creatività

Una nuova produzione di un celebre titolo che appartiene al repertorio coreu- tico, Cenerentola, su musiche di Sergej Prokof ’ev, affidato alla coreografia del Direttore della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, Frédéric Olivieri, è nata per volere di Fondazione Bracco nel 2015, anno di Expo Milano, nell’ot- tica del Vivaio e della giovane creatività. Le scene sono firmate da Angelo Sala, i costumi degli interpreti principali sono stati disegnati da Maria Chiara Donato. Alla messa in scena dello spettacolo sono chiamati oltre 60 ragazzi, molti allievi ed ex allievi dell’Accademia, dai sarti agli scenografi, dai parruccai ai truccatori e parrucchieri, ai fotografi. Sul palcoscenico oltre 100 allievi della Scuola. I ruoli principali sono affidati ad allievi dal sesto all’ottavo corso (tra i 16 e i 18 anni). Un balletto nato nel 2015 per Milano e per il Teatro Strehler (29 aprile – 3 maggio), e poi portato sempre con grande successo al Teatro Fraschini di Pavia (12 aprile 2016), al Teatro di Lublino in Polonia (7 maggio 2016), al Teatro Carlo Felice di Genova (11 – 13 novembre 2016), per tornare a Milano nel dicembre 2016 e ap- prodare al Teatro alla Scala il 22 aprile 2017. Una produzione che continuerà a essere presente sui palcoscenici italiani nei prossimi anni. “Questa nuova produzione del balletto Cenerentola, realizzata da Fondazione Bracco con Accademia Teatro alla Scala nel periodo di Expo aspira proprio a esaltare il meglio del nostro Paese: tradizione e innovazione, creatività, orgo- glio” dice Diana Bracco, Presidente della Fondazione, “Dai giovani truccato- ri ai macchinisti, dai ballerini agli scenografi, insieme all’Accademia vogliamo accendere i riflettori sulla grande tradizione italiana della musica, dell’arte e dell’alto artigianato, vere eccellenze del saper fare italiano”.

Gli allievi della Scuola di Ballo impegnati nel balletto Cenerentola

90 91 UDINE, MILANO 1999 | 2002

“Diario di bordo”: la rinascita di Torviscosa Un volume fotografico di Moreno Gentili ha documentato passo passo una delle massime operazioni di archeologia industriale italiana

Il recupero di un’area di archeologia industriale dei primi del ‘900 di rara bel- lezza, la rivalutazione di un territorio a fini ambientali e produttivi, un progetto di documentazione video-fotografica sulla nascita di una fabbrica tecnologica- mente avanzatissima: tutto questo è racchiuso nel grande restauro di Torvisco- sa realizzato dal Gruppo Bracco nel 1999-2002 e narrato nel volume “Diario di bordo”. Un libro che raccoglie questa epica vicenda, e che è diventato anche una mostra che si tenne al Castello di Udine e in Assolombarda a Milano. Gli edifici di Torviscosa in Friuli Venezia Giulia restaurati da Bracco avevano alle spalle una lunga storia. Erano stati voluti negli anni Trenta dall’allora Presidente della SNIA Viscosa, Cavaliere del Lavoro Franco Marinotti. Il progetto urbanistico, che fu commissionato al celebre architetto Giuseppe De Min, prevedeva la bonifica delle paludi per la realizzazione non soltanto di una fabbrica, ma di un intero villaggio operaio con grandi spazi destinati allo sport, al teatro, alle attività ricreative e alla vita sociale dei lavoratori. Alla fine degli anni ’90 del ‘900, il Gruppo Bracco scelse quest’area per creare un nuo- vo e moderno stabilimento in grado di rifornire i mercati. Obiettivo tecnico del progetto era ricostruire gli edifici dall’interno, senza modificarne l’architettura esterna di grande valore storico. Così è nata Spin, società controllata da Brac- co che oltre a un impianto di produzione vanta anche un nuovo laboratorio di ricerca. Quella di Bracco a Torviscosa è una sfida vinta anche per la chimica italiana. Mai come adesso infatti l’Italia deve difendere i suoi siti produttivi. La vocazione chimica di Torviscosa, tra l’altro, è stata rivitalizzata anche dall’arri- vo di nuovi investimenti che hanno generato ulteriore occupazione. Tra i vari progettati sviluppati sul territorio, nel 2017 Fondazione Bracco ha sostenuto il restauro delle due statue dello scultore Leone Lodi (1900-1974) che si trovano davanti allo stabilimento di Torviscosa, dedicate all’agricoltura (La continuità Le storiche torri della stirpe nel lavoro) e all’industria (Sintesi di Forza, Ragione e Fede) e che che caratterizzano il sito produttivo di fanno parte del volume “Le creature di pietra di Leone Lodi – Viaggio nell’Italia Torviscosa, in Friuli della scultura”, pubblicato in novembre. Venezia Giulia

92 93 TORVISCOSA 2016

La memoria storica di una grande fabbrica-città La mostra “Labor Omnia Vincit” e un concerto celebrano la digitalizzazione dell’Archivio fotografico SNIA a Torviscosa

“Attraverso la digitalizzazione dello storico Archivio SNIA Viscosa abbiamo vo- luto contribuire a tenere viva la storia di un luogo in cui la vita della comunità e la vita dell’industria sono sempre state inseparabili”, ha affermato Diana Brac- co. “Per noi, poi, è stato un modo per rafforzare un rapporto con la comunità locale a cui teniamo moltissimo, avendo creato qui un importante sito per la produzione dei mezzi di contrasto”. Oggi, grazie al recupero degli Archivi SNIA, possiamo studiare come si è evoluto l’habitat industriale in questo sito e come si è riusciti a recuperare, grazie a bonifiche di grande entità, i danni all’ambiente dovuti alle gestioni del passato. I documenti digitali sono oggi fruibili online per tutti. Gran parte di essi sono stati anche esposti nella mostra “Labor Omnia Vincit” allestita negli spazi del CID di Torviscosa dal 30 aprile al 2 ottobre 2016. Tutti i materiali sono stati suddivisi in tre filoni. Il primo ha per titolo “Torre di Zuino, la bonifica idraulica e i lavori agricoli”; il secondo capitolo riguarda “La grande costruzione”; il terzo capitolo racconta “La nascita di Torviscosa” in funzione di Company-Town. Per celebrare la conclusione di questo progetto, Fondazione Bracco, Spin e il Comune di Torviscosa hanno organizzato un grande concerto dell’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala diretto dal maestro Pietro Mianiti aperto a tut- ta la cittadinanza. Il programma del concerto, che si è tenuto il 15 luglio 2016 e che ha visto la presenza di oltre mille persone assiepate nello spazio antistante la fabbrica Bracco, è stato un omaggio ai più grandi compositori italiani quali Verdi, Bellini, Rossini, Puccini e Mascagni di cui sono state proposte Sinfonie e Intermezzi delle opere più celebri tra cui Norma, Il barbiere di Siviglia, I vespri siciliani, Manon Lescaut, Cavalleria rusticana, Nabucco e altri.

Vista panoramica dello stabilimento SNIA (oggi Spin), anni Quaranta del ‘900

94 95 La confezione Progetto ARTE di Franco Rognoni contenente le stampe delle sue opere d’arte Franco Rognoni’s ARTS Project package containing prints of his works of art

MILANO 1990 | 2000

Da Scopinich a Sandri, a fianco dell’arte contemporanea Tante le mostre dedicate alla pittura italiana del Novecento

Come con la musica, anche in campo pittorico la famiglia Bracco ha prestato un’attenzione costante non soltanto a grandi artisti classici come Giorgione, Bellini, Fra Carnevale, Canaletto, ma anche a quella maestria italiana moder- na e contemporanea tanto apprezzata dal pubblico. Molte sono state infatti le mostre e le pubblicazioni sostenute: Gino Viviani, Ugo Nespolo, Gino Meloni, Luigi Scopinich, Gino Sandri, Angiolo D’Andrea e tanti altri pittori sono stati se- guiti con passione e perseveranza al fine di tutelarne a volte persino l’integrità dell’opera, come nel caso di D’Andrea, proprio per la particolarità della vicenda, anche umana, che ha legato Elio Bracco, il fondatore dell’Azienda, al pittore friulano. Tra gli artisti amati e sostenuti nel tempo, a Gino Meloni è stata dedi- cata una mostra al Circolo della Stampa di Milano nel 2000 e a Ugo Nespolo una straordinaria personale al Palazzo Reale di Milano nel 1990. Un cenno a parte merita un ultimo progetto, molto significativo: la “riscoperta” di un gran- de artista come Gino Sandri, il “Van Gogh” italiano. A questo pittore geniale e sfortunato, l’Amministrazione di Ceriano Laghetto, Comune alle porte di Milano, volle dedicare la prima monografia completa. Il Gruppo Bracco, che proprio a Ceriano realizzò con la sua Società Dibra Spa un importante stabilimento pro- duttivo, decise di sostenere convintamente questa bella iniziativa, testimonian- do una volta di più la sua attenzione alla vita culturale dei territori in cui opera.

Alcune copertine dei cataloghi delle mostre che Bracco ha sostenuto nel corso degli anni

96 97 MILANO 2012 | 2013 PORDENONE 2014

Angiolo D’Andrea: un maestro tra Simbolismo e Novecento L’opera del pittore friulano “salvata” dall’amico mecenate Elio Bracco

Il pittore Angiolo D’Andrea, friulano ma milanese d’adozione, si è rivelato al pubblico come un maestro del Simbolismo. Un artista a lungo ignorato, nono- stante il suo iter creativo di indubbio valore: nei primi anni del ‘900 espose a Brera, alla Galleria Pesaro di Milano fino ad arrivare alla Biennale di Venezia, ol- tre che avere decorato luoghi particolari del capoluogo lombardo quali il Caffè Camparino in Galleria Vittorio Emanuele (suo il disegno dei mosaici), Palazzo Berri-Meregalli in via Cappuccini, il Salone dei Benefattori del nuovo Ospedale Maggiore di Niguarda. Il legame del pittore con la famiglia Bracco ha inizio con l’intuizione di Elio Bracco, capostipite della dinastia industriale, che nel 1942 alla morte di Angiolo D’Andrea salvò tutte le sue opere. In una lettera di Elio Bracco alla famiglia si riportano le fasi di questa scelta allora coraggiosa, considerato il periodo in cui il Paese versava a causa della guerra. “Tutti i quadri del povero Angelo D’An- drea sono stati salvati e sono sempre in mio possesso. Mi riprometto il prossimo anno di fare una mostra postuma a Milano, dopo che avrò preparato un ca- talogo generale di tutte le sue opere”. Il desiderio del capostipite si è compiuto solo settant’anni dopo grazie ad una mostra monografica fortemente voluta da Diana Bracco in concomitanza con l’ottantacinquesimo anniversario della nascita dell’azienda. Le opere di Angiolo D’Andrea, esposte prima a Palazzo Morando a Milano dall’8 novembre 2012 al 17 febbraio 2013 e poi dal 10 aprile al 21 settembre 2014 alla Galleria d’Arte Moderna “Armando Pizzinato” di Por- denone in omaggio alle origini friulane dell’artista, hanno rivelato un autentico talento pittorico e una storia di mecenatismo d’impresa che si è diffuso in più generazioni della famiglia Bracco. Angiolo D'Andrea, Gratia plena, olio su tela, 1920-1921, Milano (collezione Famiglia Bracco), esposto alla Biennale di Venezia del 1922

98 99 MILANO 2012 | 2013

Le “PrimeDonne” di Puccini Da Mimì a Tosca, una sfilata di abiti di scena indimenticabili

In questo progetto espositivo ed editoriale che fa rivivere la qualità musicale e operistica di Giacomo Puccini, si è anche rivelata tutta l’abilità sartoriale dei giovani dell’Accademia Teatro alla Scala. La mostra, sostenuta dalla Fondazione Bracco e allestita negli spazi del Cen- tro Diagnostico Italiano dal 17 dicembre 2012 al 31 marzo 2013, ha avuto per protagonisti gli allievi del Corso per Sarti, Scenografia e Make-Up dell’Accade- mia Teatro alla Scala che hanno stupito il pubblico per qualità e preparazione. Attraverso l’esposizione di abiti ricostruiti fedelmente, si sono rivissute pagine suggestive dell’Opera italiana tra Ottocento e Novecento, grazie all’abilità dei talenti che hanno appreso i segreti della scena e dei costumi nella scuola scali- gera. “Madama Butterfly, Turandot, Manon, Mimì, Musetta, Tosca... Le donne di Puccini compongono un mosaico di figure femminili indimenticabili che proba- bilmente non ha equivalenti nella storia dell’opera lirica. Personaggi centrali in ognuna delle sue opere, le donne pucciniane sono piene di fascino, di seduzio- ne, di passione. Caratteri sfaccettati, complessi, a volte tormentati”, scrive Diana Bracco nell’introduzione del catalogo. L’esposizione è il frutto di un progetto che ha coinvolto per un anno, sotto la guida di Maria Chiara Donato, oltre 40 allievi di alcuni corsi dell’Accademia, provenienti dall’Italia e dall’estero: i sarti, che hanno ripreso i figurini delle prime rappresentazioni, gli allievi del corso di effetti speciali per l’elaborazione dei manichini, i fotografi di scena per le immagini del backstage e gli scenografi, che hanno ideato nuovi costumi di diverse eroine pucciniane.

Figurino di Musetta (La bohème) con relativa cartella colori

100 101 MILANO 2017

“The Beauty of Imaging” alla Triennale di Milano Una mostra rivela l’importanza della diagnostica

Quella della Diagnostica per immagini può essere considerata una delle dieci scoperte più importanti nella storia della Medicina. In questa mostra innovati- va, realizzata dallo stesso team creativo del Padiglione Italia all’Expo di Milano 2015 (direzione artistica di Marco Balich, progetto allestimento dello Studio Giò Forma, Mauro Belloni responsabile dei contenuti) nella sede della Triennale di Milano dal 30 maggio al 3 luglio 2017, sono stati svelati al pubblico in un modo innovativo e coinvolgente i segreti dell’imaging. L’esposizione, un connubio riuscito tra arti visive e tecnologie immersive, invita- va il fruitore a muoversi in libertà coinvolgendolo da più parti – per esempio un tavolo che esprime un concetto di “open lab” sperimentale (tavolo della ricer- ca) su cui poggiano strumenti diagnostici, libri, immagini e strumenti – per spin- gerlo ad approfondire le funzioni della Diagnostica in una forma di condivisone multisensoriale. Al centro della scena, come è costume di Marco Balich e del suo team, la volontà di stupire senza rinunciare a una narrazione precisa e sce- nografica. Tra le invenzioni della mostra sono da citare due grandi installazioni antropomorfe che rappresentano l’Uomo e la Donna come centralità dell’esse- re umano nell’Universo, un gigantesco Bronzo di Riace composto da centinaia di immagini sovrapposte che rappresenta perfettamente il motto “Mens sana in corpore sano”, e un video spettacolare che accompagna il visitatore in un viaggio all’interno del corpo umano. Qui gli organi, le strutture vascolari, le reti neurali si svelano nella loro bellezza grazie agli enhancer (mezzi di contrasto/ vettori). Un viaggio che termina nell’Imaging molecolare, nell’Imaging armonico (insonazione) e nel predittivo (macchine learning, intelligenza artificiale) come messaggio positivo e ottimista per il futuro della genetica e della medicina.

Radiografie rivisitate in chiave artistica

102 103 MILANO 2017

I trent’anni di “Poesia” L’anniversario della rivista che diffonde la poesia nel mondo

Da ormai trent’anni la rivista “Poesia” è una delle realtà più autorevoli nel mon- do letterario internazionale. Fondata da Nicola Crocetti, oggi responsabile delle collane di poesia per il Corriere della Sera, ha portato la poiesis italiana nel mondo e viceversa. Un magazine divenuto un punto di riferimento, che oltre a essere presente nelle maggiori università e biblioteche internazionali, ha avuto, e ha, nel Comitato di Redazione premi Nobel per la Letteratura quali Joseph Brodsky, Derek Walcott, Seamus Heaney, Odisseas Elitis, Czeslaw Milosz, To- mas Tranströmer, oltre a poeti di fama internazionale tra cui Yves Bonnefoy, Tony Harrison, Charles Wright e molti altri. Nei 320 numeri finora usciti sono stati pubblicati più di 3.300 poeti e oltre 35.000 poesie in 38 lingue diverse con una distribuzione capillare nelle edicole che raggiunge punte di 35.000 lettori. La cultura diffusa di Poesia ha dato vita a una fondazione culturale a carattere nazionale senza scopo di lucro quale è la Italian Poetry Foundation, impegnata da molti anni nella divulgazione della cultura in generale e della poesia in par- ticolare. La famiglia Bracco, la cui storia s’intreccia con la poesia grazie all’opera di Gemma Bracco, autrice che ha pubblicato diversi volumi con editori di presti- gio tra cui Mondadori, ha deciso di sostenere nel 2017 la celebrazione di questo trentennale importante per la cultura italiana e internazionale.

Angiolo D’Andrea, Maternità, olio su tavola, anni Dieci/ Venti del ‘900, Milano, collezione Famiglia Bracco. L’opera è stata riprodotta sulla IV di copertina di Poesia per celebrare i novant’anni del Gruppo Bracco e il trentesimo anniversario della rivista fondata da Nicola Crocetti

104 105 MILANO 2017 | 2018

Viaggio “Dentro Caravaggio” Una mostra sui misteri e la tecnica del grande maestro

Una mostra su Caravaggio con tanti aspetti inediti e sorprendenti, come scrive la curatrice Rossella Vodret, già Soprintendente per il Polo Museale di Roma, che per anni con il suo team di esperti ha indagato su questa figura irrequieta e ancora poco conosciuta. Nella mostra allestita a Palazzo Reale, in collaborazione con il Comune di Mi- lano, dal 29 settembre 2017 al 28 gennaio 2018, una serie di opere illustra le modalità tecnico-esecutive di Caravaggio e il loro sviluppo nel tempo. Accanto a questi esempi di un’epoca decisiva della grande pittura italiana, sono esposte le immagini diagnostiche più significative emerse dalle più recenti analisi, in particolare radiografie, macrofoto e riflettografie. Uno studio scientifico reso possibile da Bracco e che ha visto coinvolti, oltre al MIBACT, importanti centri di ricerca e di restauro che hanno offerto ricerche diagnostiche e documentali di alto valore. Esposti anche i documenti più signi- ficativi sulle vicende umane e artistiche del pittore. Tra le opere del Caravaggio in mostra possiamo citare il San Francesco in meditazione del Museo Civico di Cremona, il Ragazzo morso da ramarro della Fondazione Longhi di Firenze, il San Giovanni Battista delle Gallerie Nazionali d’arte antica di Palazzo Corsini di Roma, la Buona ventura dei Musei Capitolini di Roma, Riposo durante la fuga in Egitto della Galleria Doria Pamphilj di Roma, Salomè con la testa di Battista della National Gallery di Londra, il San Francesco in estasi del Museo di Hartford (USA), la Sacra Famiglia del Metropolitan Museum di New York, per concludere con Marta e Maddalena dell’Institute of Arts di Detroit.

Michelangelo Merisi da Caravaggio, La Buona Ventura, olio su tela, 1597 (Musei Capitolini- Pinacoteca Capitolina, Roma)

106 107 Fondazione Bracco Il Gruppo Bracco La cultura dei valori e dell’impegno responsabile

La Fondazione Bracco nasce dal patrimonio di valori maturati I principali filoni sviluppati nel campo dellearti e della cultura Il Gruppo Bracco è una multinazionale che opera nel settore le cui unità sono ubicate a Milano (Italia), Costanza in 90 anni di storia della Famiglia e del Gruppo Bracco, vengono scelti con specifici contenuti scientifico – tecnologici delle scienze della vita ed è leader mondiale nella diagnostica (Germania), Parigi (Francia), Monroe e Long Island (Stati in primo luogo dalla responsabilità sociale d’impresa, con e formativi: per esempio nelle arti figurative la diagnostica per immagini. Fondato nel 1927, oggi ha un fatturato Uniti), Montreal (Canada), Città del Messico (Messico), San l’intento di creare e diffondere espressioni della cultura, applicata allo studio e al recupero delle opere d’arte, i rapporti consolidato di circa 1,3 mld di euro di cui l’87% sui mercati Paolo (Brasile), Pechino (Cina), Tokyo (Giappone). Grazie a dell’arte e della scienza quali mezzi per migliorare la qualità tra cultura e benessere, ecc. Particolare attenzione è riservata esteri e occupa all’incirca 3450 dipendenti. Il Gruppo investe continui investimenti nei processi operativi, Bracco Imaging ha della vita e la coesione sociale. alla cultura musicale, attraverso il sostegno a primarie ogni anno in R&S all’incirca il 10% del fatturato di riferimento raggiunto eccellenti livelli di qualità, in piena ottemperanza a istituzioni musicali in Italia e all’estero. nell’imaging diagnostico e nei dispositivi medicali avanzati – tutte le norme vigenti in tutti i paesi in cui opera, con grande Gli Obiettivi vanta un patrimonio di oltre 1800 brevetti. attenzione a una produzione ecologicamente sostenibile e di La Fondazione promuove la valorizzazione del patrimonio Nell’area della scienza la Fondazione privilegia le scienze Bracco Imaging S.p.A. è la società capofila nel core business conformità per una produzione ecologicamente sostenibile. culturale, storico e artistico a livello nazionale e internazionale, biomediche con l’obiettivo di contribuire al miglioramento del Gruppo, rappresentato dalla diagnostica per immagini Le attività produttive di Bracco Imaging sono localizzate la creazione di una sensibilità ambientale, la promozione della della qualità della vita, grazie ad approcci e soluzioni dove Bracco, grazie ad un esteso ed innovativo portafoglio in Italia (Ceriano Laghetto, Torviscosa e Colleretto Giacosa), ricerca scientifica e la tutela della salute, favorisce l’istruzione innovative. Particolare focus viene posto sulla diagnostica di prodotti e soluzioni, frutto della ricerca interna, vanta Canada (Montreal), Svizzera (Ginevra), Germania (Singen), e la formazione professionale dei giovani, sviluppa iniziative e sulla prevenzione, la medicina personalizzata, lo studio posizione di leadership a livello globale. Giappone (Saitama) e Cina (Shanghai). solidali come contributo al benessere della collettività. delle interrelazioni fra le problematiche della salute e quelle Prodotti principali del Gruppo sono i mezzi di contrasto, Nel settore dell’imaging diagnostico l’offerta di prodotti Bracco socioculturali. specialità medicinali utilizzate per migliorare l’accuratezza è completata attraverso la statunitense Acist da numerosi Le Attività diagnostica dell’imaging biomedico e la gestione dei pazienti dispositivi medicali avanzati e da strumentazioni per la La Fondazione sviluppa e realizza progetti, anche Nell’area del sociale vengono promossi progetti operativi, che affetti da malattie di diversa natura e gravità.I mezzi di somministrazione dei liquidi diagnostici nella cardiologia e internazionali, all’interno delle due macroaree “arti e cultura” portino un valore aggiunto alla comunità in termini di know- contrasto sono utilizzati in tutte le modalità di diagnostica nella radiologia. La società, acquisita da Bracco nel 2001, e “scienza e sociale”, privilegiando ricerca e innovazione. how e contributo scientifico, oltre al beneficio filantropico. per immagini, quali procedure radiografiche, compresa la ha la sua sede centrale e un avanzato centro di ricerca e Particolare attenzione viene riservata all’universo femminile e In questo campo è stato sviluppato il “ProgettoDiventerò - tomografia computerizzata (TC), la tomografia a risonanza produzione a Minneapolis (Minnesota - USA), ed è presente al mondo giovanile nei vari ambiti della vita. Fondazione Bracco per i giovani”, un’iniziativa pluriennale magnetica (RM), l’ecografia e la medicina nucleare. in Europa e in Asia con due uffici commerciali. I suoi iniettori La multidisciplinarietà di ambiti e l’integrazione tra dedicata a studenti e giovani neolaureati per facilitare il I mezzi di contrasto Bracco sono commercializzati in oltre 100 sono utilizzati in più di 70 paesi nei centri ospedalieri diversi saperi sono criteri qualitativi importanti sia nella passaggio tra il mondo universitario e lavorativo grazie anche Paesi, sia direttamente che indirettamente tramite filiali, joint più avanzati mentre 10 milioni di persone sono già state progettazione, sia nella selezione delle attività. a un supporto di “mentorship”. venture, accordi di licenza e distribuzione. Grazie alla qualità sottoposte a procedure di angiografia cardiovascolare con le ed affidabilità dei propri prodotti, il Gruppo vanta posizioni strumentazioni Acist. Tramite la partecipazione ad associazioni di fondazioni di leadership nelle aree geografiche più rilevanti quali il Nord Un’altra attività importante del Gruppo Bracco è quella d’impresa e tavole rotonde di settore, promuoviamo anche la America, l’Europa ed il Giappone dei servizi per la salute svolta attraverso il CDI - Centro cultura d’impresa. Le attività di Ricerca e Sviluppo sono concentrate nei Diagnostico Italiano. laboratori di Ginevra e Losanna (Svizzera), Monroe e Silicon In tutti i campi di attività, che siano direttamente legati Valley (Stati Uniti) e Italia (Colleretto Giacosa). Ogni centro al business o meno, Bracco è da sempre un’azienda di ricerca possiede esperienze e competenze specializzate socialmente responsabile, fortemente impegnata nei campi di assoluta avanguardia in differenti modalità di imaging e sociale ed educativo, nella difesa dell’ambiente, nel sostegno opera sinergicamente con la direzione medica e regolatoria, alla cultura e nella promozione delle pari opportunità. www.fondazionebracco.com

108 109 CDI - Centro Diagnostico Italiano: da oltre 40 anni al servizio della salute

Il Centro Diagnostico Italiano, attivo a Milano dal 1975, è una Sempre alla ricerca dell’eccellenza clinica, in accordo con la Crediti fotografici struttura sanitaria ambulatoriale a servizio completo orientata propria mission, il CDI dispone oggi di due apparecchiature Lorenzo Altieri: pag. 21 Archivio Fondazione Bracco, Milano: pag. 31, 33 in basso a dx, 49, 53 alla prevenzione, diagnosi e cura in regime di day hospital. Cyberknife, il rivoluzionario robot radiochirurgico, che pone il Archivio Storico Bracco, Milano: pag. 11, 13, 61, 67 in basso, 87 È presente sul territorio lombardo attraverso un network Centro Diagnostico all’avanguardia nella terapia dei tumori. Gianluca Baronchelli: pag. 51 di 24 strutture, collocate in Milano, Corsico, Rho, Legnano, Biblioteca Reale, Torino: pag. 41 Luca Binetti: pag. 69, 71 Cernusco sul Naviglio, Corteolona, Pavia e Varese. È certificata Attualmente, sono 50 i servizi riguardanti numerose aree Marco Brescia/Teatro alla Scala: pag. 85 ISO9000 e dal 2006 la sede centrale è accreditata dalla Joint terapeutiche che, grazie all’altissima professionalità dei Domenico Cicchetto: pag. 75, 97 Commission International. suoi medici, CDI mette a disposizione per la prevenzione, la CINECA, Casalecchio di Reno (Bologna): pag. 63 Clive Barda/ArenaPAL/ALINARI: pag. 67 in alto a dx diagnosi e la cura, per un totale di oltre 450.000 prestazioni Comune di Cremona: pag. 39 All’interno di CDI lavorano oltre 1000 persone tra medici annue. Tra questi: il CDI-Check, check up personalizzato, Comune di Torviscosa (Udine), Archivio storico SNIA: pag. 95 specialisti, tecnici sanitari, infermieri e impiegati, al servizio di che si svolge sotto la tutela di uno Specialista internista Alessandro Di Vicino Gaudio: pag. 77 Felice Frankel: pag. 79 800mila pazienti all’anno. Coordinatore; la Day Surgery, un’attività chirurgica che Moreno Gentili: pag. 17, 65, 93 CDI è accreditato con il SSN per le aree di laboratorio, permette al paziente di tornare a casa il giorno stesso Mike Goldwater: pag. 37 imaging, medicina nucleare e radioterapia, specialistiche dell’intervento; il Centro di Consulenza in Anatomia Enzo Laiacona: pag. 33 a sx e in alto a dx Silvia Lelli: pag. 15 (per gentile concessione ambulatoriali (sedi Viale Monza, Rho e Cernusco sul Naviglio). Patologica Oncologica, vero e proprio punto di riferimento per di www.riccardomutimusic.com), 81 Dispone di un’area privata e in convenzione con i maggiori la second opinion delle patologie oncologiche. Lelli & Masotti: pag. 23 Fondi Assicurativi e di un’area a servizio delle aziende. Daniele Leoni: pag. 57 Malcangi/Museo Poldi Pezzoli, Milano: pag. 19 Infine l’area aziende: CDI, attraverso una struttura sanitaria Andrea Martiradonna: pag. 27 Il laboratorio del CDI si avvale della catena automatizzata più tecnicamente e scientificamente avanzata, è in grado di offrire The Metropolitan Museum of Art, New York: pag. 47 grande d’Italia garantendo sicurezza dei dati, e al contempo, alle 3650 aziende clienti non solo un servizio che ottempera Musei Capitolini - Pinacoteca Capitolina, Roma: pag. 107 National Gallery of Art, Washington: pag. 29 (dono di Mrs. Barbara un numero elevato di analisi che supera, in un anno, i 4 a tutte le prescrizioni di medicina del lavoro obbligatorie per Hutton), 43 (Widener Collection) milioni. legge, ma anche un’attività di monitoraggio ambientale e corsi Adele Neotti: pag. 25, 101 (assieme agli allievi del Corso per fotografi di di prevenzione. scena dell’Accademia Teatro alla Scala coordinati da Filippo Toppi) Palazzo Serbelloni, Milano: pag. 55 La Diagnostica per Immagini e la Medicina Nucleare offrono Elisabetta Patti: pag. 59 le strumentazioni più evolute e innovative: TAC a 64 strati Dual Donata Pizzi: pag. 83 Source, TAC / Pet, 4 Risonanze Magnetiche (di cui due aperte) Laila Pozzo: pag. 89 Giovanni Ricci-Novara: pag. 9 per un totale di oltre 190.000 esami refertati all’anno. Alessia Santambrogio: pag. 91 Jonathan Timmes: pag. 45 Ullstein Bild-Breuel Bild/ALINARI: pag. 67 in alto a sx Paolo Vandrash: pag. 99, 105 Federico Vespignani: pag. 35 Giorgio Zucchiatti/La Biennale di Venezia, Fototeca/ASAC: pag. 73

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110 Fondazione Bracco +39 02 2177 2929 [email protected] www.fondazionebracco.com