Tesi Di Dottorato Sara Cipolla

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Tesi Di Dottorato Sara Cipolla Capitolo primo «Les Neuf Preux»: genesi del tema letterario Nella tradizione letteraria cortese, consolidata nei secoli XI e XII, attraverso la chanson de geste , il romanzo e la lirica d’amore, si individuano precise linee tematiche che mettono capo al topos dei Neuf Preux e delle Neuf Preuses 1. Le prime testimonianze di impiego del genere si riscontrano già verso la metà del secolo XI in testi provenienti dall’area anglosassone; tuttavia dalla metà del Duecento in poi si registra una produzione di opere, in larga misura di origine francese, che costituiscono le basi della fortuna di questo motivo. Un testo in particolare diede origine al tema letterario così come oggi lo conosciamo: i Voeux du paon di Jacques de Longuyon, in cui la sequela dei prodi assume la forma canonizzata dei nove eroi, divisi in tre triadi di pagani (Ettore, Alessandro e Cesare), giudei (Giosuè, Davide e Giuda Maccabeo) e cristiani (Artù, Carlomagno e Goffredo di Buglione). È a partire da quest’opera, infatti, che il ciclo dei Prodi si diffuse ed ebbe notevole fortuna tanto in ambito poetico che figurativo. Si pensi ai versi tratti dal Chevalier Errant di Tommaso III di Saluzzo, iscritti nei riquadri sottostanti le figure dei 1 Premetto che non è mia intenzione indagare nel dettaglio le motivazioni che spingono tuttora i critici letterari francesi a discutere sulle origini della courtoise e dei valori a essa correlati, rischiando di entrare nel merito di un dibattito non definito e ancora in corso. Il mio lavoro, infatti, consiste nell’esame di alcune testimonianze letterarie, principalmente di area transalpina, con l’esclusiva finalità di comprendere come una serie di temi di matrice cortese confluiscano nella formazione e stabilizzazione del topos letterario dei Preux . Per avere un quadro più preciso della questione si veda Courtoise et société de cour au Moyen Âge , in HFL , t. I, Naissances, Renaissances. Moyen Âge-XVI siècle , pp. 622-644. 1 Nove Prodi e delle Nove Eroine, affrescate nel Castello della Manta 2: singolare esempio di «visibile parlare» 3 in cui il motivo poetico si inserisce armonicamente nella superficie dipinta, dando voce alle immagini. Nonostante i numerosi esempi che tra i secoli XI e XV contribuiscono a delineare lo sviluppo cronologico del topos , ancora oggi è difficile trovare un’esatta collocazione del tema nelle tradizionali categorie letterarie. La definizione di genere letterario riferita alla sequela dei Preux , infatti, non è ancora del tutto accettata dalla critica francese e neppure riconosciuta dagli studiosi italiani; in parte a causa delle scarse e frammentarie attestazioni in ambito letterario, ma soprattutto per via dell’eccessiva versatilità di questo tema che si presenta in diversi modi e con differenti intenzioni nelle poche testimonianze a noi pervenute, senza rispondere a un preciso canone stilistico. Lo studio del tema si è concentrato soprattutto sulla definizione del Dit des IX Preux , inteso come forma di poesia, le cui prime testimonianze sono attestate intorno al secolo XIV, che canta le virtù e celebra le imprese di tre eroi pagani (Ettore, Alessandro e Cesare), tre eroi giudei (Giosuè, David e Giuda 2 Per quanto riguarda gli studi finora condotti sul Chevalier Errant in relazione allo sviluppo del tema letterario dei prodi si veda A. M. Finoli, “Le donne, e’ cavalier …”: il ‘topos’ dei Nove Prodi e le Nove Eroine nel “Chevalier Errant” di Tommaso III di Saluzzo , «Il confronto letterario», VII (1990), pp. 109-122; A. M. Finoli, Un gioco di società, ‘le roi qui ne ment’, e ‘le demandes en amour’ nel «Chevalier Errant» di Tommaso III di Saluzzo , «Studi Francesi», 80 (1983), pp. 257-264 . Per quanto riguarda invece la scrittura della rappresentazione pittorica degli eroi e delle eroine del castello della Manta nel Marchesato di Saluzzo si vedano gli studi di M. Piccat, Le scritte in volgare dei prodi e delle eroine della sala affrescata nel castello della Manta , in «Studi piemontesi», XX, 1991, pp. 141- 166; M. L. Menghetti: ‘Sublimus’ et ‘humilis’: due stili di scrittura e due modi di rappresentazione alla Manta , in Visibile parlare , pp. 397-408. 3 A proposito del visibile parlare si veda quanto detto nel Capitolo secondo del presente lavoro. 2 Maccabeo) e tre eroi cristiani (Artù, Carlo Magno e Goffredo di Buglione) 4. Il mio intento è quello di risalire, attraverso l’esame delle opere prodotte nell’ambito della letteratura d’Oltralpe, in cui troviamo l’impiego del tema, a una definizione più dettagliata dei motivi che confluiscono nel topos dei Nove. I La tradizione letteraria cortese nell’Europa medievale A partire dal secolo XI, in Europa, inizia a farsi strada, nell’ambito dell’epica feudale e della letteratura di corte, il gusto per il racconto delle gesta di eroici cavalieri e valorosi re. In Francia questa tendenza portò alla realizzazione del nuovo genere letterario della chanson de geste , che trattava principalmente delle imprese di cavalieri e vassalli vissuti al tempo di re Carlomagno 5. Il genere della chanson , diffusa prima di tutto nell’ambiente giullaresco, grazie alla tradizione orale, si consolidò successivamente attraverso l’opera amanuense degli scribi nei monasteri 6. Questo tema, per la 4 Cfr. S. I. James, Dit des Neuf Preux , in DLF , p. 386; Piccat, Le scritte in volgare , cit., p. 142; P. Meyer, Lez dis des IX preus , «Bulletin de la Société des Anciens Textes Français», II, 1876, pp. 90-93. Gli studi di Meyer sono ricordati anche da F. Novati, Prefazione , in Istoria di Patroclo e d’Insidoria. Poemetto popolare in ottava rima non mai pubblicato , a cura di F. Novati, Torino, Società Bibliofila 1888, p. XI, n. 1. 5 Come a esempio Orlando, il cavaliere dell’esercito franco, le cui gesta sono materia letteraria della Chanson de Roland , primo esempio di impiego del genere letterario della chanson , scritta intorno alla metà del secolo XI. 6 Sullo sviluppo del genere epico della chanson cfr. G. Macchia, Le «chanson de geste» , in LeFr. , vol. I, Dal Medioevo al Settecento , pp. 51-62; M. Zink, La letteratura francese nel Medioevo , Bologna, Il Mulino 1992, pp. 37-50. Si veda M. L. Menghetti, La nascita delle letterature romanze , in SLeIt ., vol. I, Dalle origini a Dante , Roma, Salerno Editrice 1995, pp. 186-188. Per quanto riguarda la trasmissione orale delle chansons si veda HFL , t. I, cit., pp. 203-209. 3 capacità di incarnare tanto i valori laici, come l’eroismo e l’attaccamento alla patria, quanto le virtù morali (difesa della fede cristiana e lotta contro gli infedeli), divenne presto uno dei canali preferenziali della letteratura “ufficiale”, volta a propagandare il sistema sociale, politico ed economico promosso dalle corti del tempo. Se nella fabula è raccontata la lotta tra le roi chrétien e gli infedeli, il nucleo narrativo delle chansons coincide in realtà con lo scontro tra gruppi sociali: «la chanson de geste – sottolinea Maria Luisa Menghetti – rispecchia in maniera abbastanza realistica la situazione della classe dominante dell’Europa occidentale dalla seconda metà del secolo XI a tutto il secolo successivo. Anzi, spesso nell’epica sono proprio i contrasti tra sovrano e vassalli a venire in primo piano, costituendo il vero fulcro della vicenda narrata» 7. Accanto alla chanson , e leggermente in ritardo rispetto a essa, si sviluppa un altro genere letterario che ebbe notevole fortuna nel Medioevo occidentale: il romanzo. Argomento dei romanzi non è più quello tratto dai racconti delle gesta di Carlo e dei suoi cavalieri, bensì, le storie del ciclo troiano, tebano e alessandrino, e particolarmente in Inghilterra del ciclo bretone 8. Così nascono opere come il Roman de Troie, di Benoît de Saint- Maure, il Roman de Thèbes , l’ Enéas , o il Roman de Brut di Robert Wace, in cui è narrata la leggenda di re Artù, simbolo del sovrano perfetto, fondatore insieme ai suoi cavalieri di un regno di pace e giustizia. Dietro la figura di Brut, nipote di Enea, di Artù e dei suoi cavalieri si nasconde l’immagine della 7 Cfr. ivi , p. 187 8 J. C. Payen, Il romanzo nei secoli XII e XIII , in SLF , vol. I, Dalle origini al 1789 , pp. 112- 145. 4 dinastia normanna dei Palageneti che mira a rendersi autonoma e indipendente dal re di Francia, a cui era legata da vincoli di vassallaggio; l’idea di recuperare un passato leggendario di un’Inghilterra conquistata dai troiani, era funzionale al piano di Enrico II di consolidare l’autonomia inglese dotandola di un passato glorioso e mitico 9. Le storie del ciclo arturiano si fondono, in testi come la Vulgate 10 , alla leggenda, circolante sempre nei secoli XII e XIII, del ritrovamento del Santo Graal. Il gusto per il racconto delle imprese di questi personaggi, difensori della fede in Cristo, capaci di incarnare le virtù morali e fisiche e di essere i protagonisti di intense vicende amorose, costituisce l’argomento dei romanzi cortesi. Questi temi, come abbiamo visto, risultarono particolarmente adatti a ricordare gli antichi valori della cavalleria, condivisi nell’ambito del sistema di corte che ne fece, seppur in modi diversi 11 , programma di propaganda politica. Mentre il sistema di valori di riferimento sembra non essere mutato, accanto all’argomento storico (cantato dall’ epos degli chansonniers ), si fa avanti il gusto per il racconto fantastico e gli eventi storici si arricchiscono di fabuleux 12 . In questo clima di favolosità è 9 Cfr. Menghetti, La nascita delle letterature romanze , cit., pp. 193-194. 10 La Vulgate , opera scritta in area francese tra il 1215 e il 1235, si compone di cinque testi: l’ Estoire del Saint Graal , Merlin , tratti entrambe dai romanzi di Robert de Boron (autore della trilogia di romanzi che comprendeva il Roman de l’Estoire du Graal , il Merlin e il Perceval ) Lancelot , Queste del Saint Graal e Mort Artu .
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