DI CALIMERA

PROVINCIA DI

Nota di aggiornamento al

Documento Unico di Programmazione 2016-2018

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INDICE PREMESSA ...... 5 L’armonizzazione dei sistemi e degli schemi contabili ...... 5 Il Documento unico di programmazione degli enti locali (DUP) ...... 6 I nuovi documenti di programmazione ...... 7 DUP 2016-2018 ...... 7 La composizione del DUP ...... 7 Il nuovo ciclo di programmazione degli enti locali ...... 8 DUP Sezione Strategica (SeS) Periodo 2016-2018 ...... 9 LINEE PROGRAMMATICHE E POLITICHE DI MANDATO ...... 10 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ...... 12 La legislazione europea ...... 12 Patto di stabilità e crescita europeo, fiscal compact e pareggio di bilancio ...... 12 Raccomandazioni UE all’Italia 2015 ...... 13 Raccomandazioni UE all’Italia 2016 ...... 14 Sfide riguardanti il contesto degli investimenti negli Stati membri – ITALIA ...... 15 Europa 2020 e fondi europei 2014-2020 ...... 17 Le strategie di EU2020 ...... 17 Le iniziative di EU2020 ...... 18 Nuove direttive sugli appalti pubblici ...... 18 La legislazione nazionale e obiettivi dell’azione di governo ...... 19 DEF 2015 – SEZ. I – Programma di stabilità ...... 22 DEF 2016 – SEZ. II – Programma di stabilità ...... 24 Pareggio di bilancio nella Costituzione ...... 26 Revisione della spesa pubblica ...... 26 Obiettivi di risparmio complessivi nuova spending review (DL 66/2014 ) ...... 27 Il pagamento dei debiti pregressi della Pubblica Amministrazione ...... 27 Delega fiscale ...... 28 La revisione del prelievo locale ...... 29 Gli obiettivi della Regione Puglia e il riordino istituzionale ...... 30 Il POR Puglia 2014-2020: sintesi delle priorità strategiche ...... 30 L'asse prioritario I (OT 1): Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione ...... 31 L'asse prioritario II (OT II): Migliorare l'accesso, l'impiego e la qualità delle ICT ...... 32 L'asse prioritario III (OT III): Competitività delle piccole e medie imprese ...... 32 L'asse prioritario IV (OT IV): Energia sostenibile e qualità della vita ...... 32 Asse prioritarioV(OT V): Adattamento al cambiamento climatico, prevenz. e gestione dei rischi ...... 33 L'asse prioritario VI (OT VI): Tutela dell'ambiente e promozione delle risorse naturali e culturali ...... 34 L'asse prioritario VII (OT VII): Mobilità sostenibile di persone e merci ...... 35 L'asse prioritario VIII (OT VIII): Occupazione ...... 35 L'asse prioritario IX (OT IX): Inclusione sociale e lotta alla povertà ...... 36 L'asse prioritario X (OT X): Istruzione e formazione ...... 37 L'asse prioritario XI (OT XI): Capacità istituzionale e amministrativa ...... 37 L'asse prioritario XII (OT XII): Sviluppo urbano e sostenibile ...... 38 GLI INDIRIZZI GENERALI DI PROGRAMMAZIONE ...... 38 ANALISI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI ESTERNE ...... 39 Il concorso delle autonomie locali agli obiettivi di governo ...... 39 Il Pareggio di bilancio e il contenimento del debito...... 39 La spending review ...... 40 Gli obiettivi di risparmio della spending review per i comuni (dati in milioni di euro) ...... 40 Le spese di personale...... 41 Le società partecipate ...... 43 Situazione socio-economica del territorio ...... 45 Il contesto territoriale ...... 45 Economia del territorio ...... 46 La popolazione...... 50 Economia insediata ...... 60 Dinamica delle esportazioni, imprese e addetti in provincia di Lecce ...... 60 Parametri economici essenziali ...... 63 ANALISI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI INTERNE ...... 64 3

Organizzazione e modalità di gestione dei servizi pubblici locali ...... 64 Servizi gestiti in economia, anche tramite appalto ...... 64 Servizi gestiti tramite delega di funzioni o gestioni associate ...... 64 Elenco partecipazioni in società di capitale ...... 64 Risorse finanziarie ...... 65 Investimenti in corso di realizzazione e non conclusi ...... 66 Investimenti programmati ...... 66 Indirizzi generali in materia di tributi e tariffe dei servizi pubblici ...... 67 Spesa corrente per l’esercizio delle funzioni fondamentali ...... 67 Indirizzi generali in materia di gestione del patrimonio ...... 69 Il reperimento e l’impiego di risorse straordinarie ed in conto capitale ...... 69 Indebitamento ...... 70 Equilibri di parte corrente e generali di bilancio ed equilibri di cassa ...... 72 Equilibri di parte corrente ...... 72 Equilibrio generale ...... 72 Equilibri di cassa ...... 72 Programmazione dei lavori pubblici ...... 74 Risorse umane ...... 76 Struttura organizzativa ...... 76 Dotazione organica ...... 76 Andamento spesa di personale ex art. 1, comma 557, della legge n. 296/2006 ...... 79 Coerenza bilancio e vincoli di finanza pubblica ...... 80 Una sinatesi: analisi swot del contesto di Calimera ...... 81 OBIETTIVI STRATEGICI DELL’ENTE ...... 82 Premessa ...... 82 Gli obiettivi strategici per missioni di spesa ...... 82 Le modalità di rendicontazione ...... 84 DUP Sezione Operativa (SeO) 2016-2018 ...... 85 Quadro riassuntivo 2016 -2018 ...... 86 Valutazione generale sui mezzi finanziari ...... 87 Analisi delle risorse ...... 89 Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa (Titolo 1) – Triennio 2016/18...... 89 Indirizzi generali in materia di tributi e tariffe dei servizi ...... 97 Indirizzi sul ricorso all’indebitamento per il finanziamento degli investimenti ...... 98 La compatibilità con gli equilibri finanziari e con i vincoli di finanza pubblica ...... 99 SPESA: Riepilogo generale delle spese e degli obiettivi operativi per missioni e programmi ...... 102 Riepilogo generale delle spese per missioni ...... 102 Riepilogo generale degli obiettivi operativi per missioni e programmi ...... 103 Missione 01 Programma 1-12: Servizi istituzionali, generali e di gestione ...... 105 Missione 03 Programma 1-3: Ordine pubblico e sicurezza ...... 115 Missione 04 Programma 1-8: Istruzione e diritti allo studio ...... 119 Missione 05 Programma 1-3: Tutela e valorizzazione dei beni e delle attivita’ culturali...... 121 Missione 06 Programma 1-3: Politiche giovanili, sport e tempo libero ...... 125 Missione 08 Programma 1-3: Assetto del territorio ed edilizia abitativa ...... 128 Missione 09 Programma 1-9: Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente ...... 130 Missione 10 Programma 1-6: Trasporti e diritto alla viabilità...... 135 Missione 11 Programma 1-3: Soccorso civile ...... 137 Missione 12 Programma 1-10: Diritti sociali, politiche sociali e famiglia ...... 139 Missione 14 Programma 1-5: Sviluppo economico e competitività ...... 146 Missione 20 Programma 1-3: Fondi e accantonamenti ...... 149 Missione 50 Programma 1-2: Debito pubblico ...... 150 Missione 60 Programma 1: Anticipazione finanziaria ...... 151 Missione 99 Programma 1-2: Servizi per conto terzi ...... 152

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PREMESSA L’armonizzazione dei sistemi e degli schemi contabili

L’armonizzazione contabile prevista dal decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118 recante “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, ha introdotto una profonda ridefinizione dei principi contabili che, per i comuni che non hanno partecipato alla sperimentazione, trova applicazione dal 2015 pur con una disciplina transitoria graduale che si completerà nel 2017.

Ricordiamo in proposito che l’armonizzazione dei sistemi e degli schemi contabili costituisce il cardine della riforma della contabilità pubblica (legge n. 196/2009) e della riforma federale prevista dalla legge n. 42/2009. In particolare i principi ispiratori della legge delega sul federalismo fiscale sono finalizzati a garantire:  AUTONOMIA DI ENTRATA E DI SPESA;  SUPERAMENTO GRADUALE DEL CRITERIO DELLA SPESA STORICA A FAVORE DEI COSTI E FABBISOGNI STANDARD;  ADOZIONE DI:  regole contabili uniformi;  comune piano dei conti integrato;  comuni schemi di bilancio articolati in MISSIONI E PROGRAMMI coerenti con la classificazione economico-funzionale;  sistema e schemi di contabilità economico-patrimoniale;  bilancio consolidato per aziende, società ed organismi controllati;  sistema di indicatori di risultato semplici e misurabili;

 RACCORDABILITA’ DEI SISTEMI CONTABILI E DEGLI SCHEMI DI BILANCIO DEGLI ENTI TERRITORIALI CON QUELLI EUROPEI AI FINI DELLA PROCEDURA PER I DISAVANZI ECCESSIVI.

Sotto l’aspetto, che qui interessa, dell’ordinamento contabile, la riforma – meglio nota come “armonizzazione” - ha lo scopo di:  consentire il controllo dei conti pubblici nazionali (tutela della finanza pubblica nazionale);  verificare la rispondenza dei conti pubblici alle condizioni dell’articolo 104 del Trattato istitutivo UE;  favorire l’attuazione del federalismo fiscale.

Uno dei cardini della nuova contabilità è rappresentato dal principio della “competenza finanziaria potenziata”, il quale prevede che tutte le obbligazioni giuridicamente perfezionate, che danno luogo ad entrate e spese per l’ente, devono essere registrate in contabilità nel momento in cui sorgono, con imputazione all’esercizio in cui vengono a scadenza. E’ comunque fatta salva la piena copertura degli impegni a prescindere dall’esercizio in cui essi sono imputati, attraverso l’istituzione del Fondo pluriennale vincolato. La nuova configurazione del principio contabile della competenza finanziaria potenziata: a) impedisce l’accertamento di entrate future, rafforzando la valutazione preventiva e concomitante degli equilibri di bilancio; b) evita l’accertamento e l’impegno di obbligazioni inesistenti, riducendo in maniera consistente l’entità dei residui attivi e passivi; c) consente, attraverso i risultati contabili, la conoscenza dei debiti commerciali degli enti, che deriva dalla nuova definizione di residuo passivo conseguente all’applicazione del principio della competenza finanziaria potenziata; d) rafforza la funzione programmatoria del bilancio; e) favorisce la modulazione dei debiti finanziari secondo gli effettivi fabbisogni degli enti; f) avvicina la competenza finanziaria alla competenza economica; g) introduce una gestione responsabile delle movimentazioni di cassa, con avvicinamento della competenza finanziaria alla cassa (potenziamento della competenza finanziaria e valorizzazione della gestione di cassa);

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h) introduce con il fondo pluriennale vincolato uno strumento conoscitivo e programmatorio delle spese finanziate con entrate vincolate nella destinazione, compreso il ricorso al debito per gli investimenti.

L’avvio a regime della riforma degli enti territoriali, costituisce una tappa fondamentale nel percorso di risanamento della finanza pubblica e favorisce il coordinamento della finanza pubblica, il consolidamento dei conti delle Amministrazione Pubbliche anche ai fini del rispetto delle regole comunitarie, le attività connesse alla revisione della spesa pubblica e alla determinazione dei fabbisogni e costi standard.

Il Documento unico di programmazione degli enti locali (DUP) Il principio contabile della programmazione all. 4/1 al d.Lgs. n. 118/2011 prevede un nuovo documento unico di programmazione, il DUP, in sostituzione del Piano Generale di Sviluppo e della Relazione Previsionale e Programmatica. La programmazione nelle pubbliche amministrazioni garantisce l’attuazione del principio costituzionale del buon andamento (art. 97) in quanto è diretta ad assicurare un ottimale impiego delle risorse pubbliche secondo i canoni della efficacia, efficienza ed economicità. Essa inoltre rende concreto il principio della democrazia partecipativa, in quanto fornisce gli strumenti per “valutare” l’operato dell’azione amministrativa conoscendo preventivamente gli obiettivi dichiarati e, successivamente, i risultati raggiunti. In sostanza, dunque, un corretto processo di programmazione è espressione di una amministrazione moderna che intende fronteggiare in modo permanente, sistemico e unitario le discontinuità ambientali e organizzative ed anche finanziarie. Già l’Osservatorio per la finanza e la contabilità degli enti locali, scriveva nel 2003, come la programmazione rappresentasse “il «contratto» che il governo politico dell’ente assume nei confronti dei cittadini e degli altri utilizzatori del sistema di bilancio stesso. L’attendibilità, la congruità e la coerenza dei bilanci è prova della affidabilità e credibilità dell’Amministrazione. Gli utilizzatori del sistema di bilancio devono disporre delle informazioni necessarie per valutare gli impegni politici assunti e le decisioni conseguenti, il loro onere e, in sede di rendiconto, il grado di mantenimento degli stessi”1.

Nel precedente ordinamento il processo di programmazione non aveva raggiunto le finalità preposte, fallendo l’obiettivo a causa di: a) un gap culturale dovuto alla scarsa propensione alla programmazione; b) l’eccesivo affollamento e ridondanza dei documenti di programmazione; c) un quadro normativo instabile e caotico, associato alla incertezza sull’ammontare delle risorse disponibili, il quale conduce oramai sistematicamente a continue proroghe del termine di approvazione dei bilanci. La riforma intende superare questo deficit, rafforzando il ruolo della programmazione attraverso:  l’anticipazione e l’autonomia del processo rispetto a quello di predisposizione del bilancio. L’art. 170 del Tuel prevede che il DUP venga approvato entro il 31 luglio dell’anno precedente a valere per l’esercizio successivo. Questo evita di ricadere nell’ errore di invertire il processo di programmazione ed appiattirlo su quello della predisposizione del bilancio, come accaduto sinora. Il DUP infatti non costituisce più un allegato al bilancio – come la RPP - ma piuttosto costituisce la base di partenza per l’elaborazione delle previsioni di bilancio, da formularsi nei mesi successivi;

1 Principio contabile della programmazione, n. 1.3 6

 la riduzione dei documenti di programmazione, che da cinque diventano principalmente tre: il DUP, il bilancio di previsione ed il PEG. Il successo della riforma è tuttavia strettamente correlato ad un parallelo processo di riforma della finanza locale, necessario per restituire certezza sulle risorse disponibili e garantire in questo modo efficacia ed efficienza del processo di programmazione. Senza questo presupposto fondamentale la nuova programmazione è destinata a rimanere “un sogno nel cassetto”.

I nuovi documenti di programmazione

DUP 2016-2018

Il Comune di Calimera nel 2015 ha predisposto il DUP 2016-2018, approvato con delibera di Giunta Comunale n.133 del 31.12.2015. Con la presente nota di aggiornamento il documento viene aggiornato:  alle nuove disposizioni contenute nella legge n. 208/2015 (legge di stabilità 2016) ed al decreto legge n. 210/2015, cosiddetto decreto milleproroghe, conv. in legge n. 21/0216;  alla predisposizione dello schema di bilancio di previsione 2016-2018. Come già ricordato sopra, la riforma del processo di programmazione non può prescindere dalla riforma della finanza locale che, ancora oggi, sembra lontana dal compiersi. La perenne precarietà e situazione “emergenziale” in cui si trovano i bilanci locali rende pressoché impossibile qualsiasi tentativo serio di programmazione, che si fonda, principalmente, sulla certezza delle risorse disponibili. La problematica del fondo IMU/TASI; la riforma della riscossione, la riforma del catasto, la riforma della tassazione locale rendono precari non solo gli equilibri di bilancio ma anche il processo stesso di programmazione, la cui serietà viene fortemente compromessa.

La composizione del DUP Ricordiamo che il DUP si compone di due sezioni: la Sezione Strategica (SeS) e la Sezione Operativa (SeO). La prima ha un orizzonte temporale di riferimento che coincide con quello del mandato amministrativo, la seconda pari a quello del bilancio di previsione. In particolare: 1) la Sezione Strategica sviluppa e concretizza le linee programmatiche di mandato, Mission, Vision e indirizzi strategici dell’ente, in coerenza con la programmazione di Governo e con quella regionale. Tale processo è supportato da un’analisi strategica delle condizioni interne ed esterne all’ente, sia in termini attuali che prospettici, così che l’analisi degli scenari possa rilevarsi utile all’amministrazione nel compiere le scelte più urgenti e appropriate. 2) la Sezione Operativa ha carattere generale, contenuto programmatico e costituisce lo strumento di supporto al processo di previsione di indirizzi e obiettivi previsti nella Sezione Strategica. Questa infatti, contiene la programmazione operativa dell’ente, avendo a riferimento un arco temporale triennale. Per ogni programma, e per tutto il periodo di riferimento del DUP, sono individuati gli obiettivi operativi annuali da raggiungere. I 7

programmi rappresentano dunque il cardine della programmazione, in quanto, costituendo la base sulla quale implementare il processo di definizione degli indirizzi e delle scelte, sulla base di questi verrà predisposto il PEG e affidati obiettivi e risorse ai responsabili dei servizi. La Sezione Operativa infine comprende la programmazione in materia di lavori pubblici, personale e patrimonio.

Il nuovo ciclo di programmazione degli enti locali

Nel 2016 trova, per il Comune di Calimera, piena applicazione il nuovo ciclo di programmazione e rendicontazione disegnato dal principio all. 4/1 e dal nuovo Tuel, che prevede, in particolare: a) entro il 31 luglio l’approvazione del DUP per il triennio successivo; b) entro il 15 novembre la nota di aggiornamento al DUP e l’approvazione dello schema di bilancio; c) entro il 31 dicembre l’approvazione del bilancio di previsione; d) entro 20 giorni dall’approvazione del bilancio l’approvazione del PEG; e) entro il 31 luglio la salvaguardia e l’assestamento generale di bilancio; f) entro il 30 aprile l’approvazione del rendiconto della gestione; g) entro il 30 settembre l’approvazione del bilancio consolidato.

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DUP

Documento Unico di Programmazione

Sezione Strategica

(SeS)

Periodo 2016-2018

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LINEE PROGRAMMATICHE E POLITICHE DI MANDATO

A seguito delle elezioni amministrative tenutesi il 31 maggio 2015, con deliberazione di Consiglio Comunale n. 10 in data 16/06/2015 sono state approvate le linee programmatiche del mandato amministrativo 2015-2020. Dalle linee programmatiche di mandato e dal connesso programma elettorale della lista emergono la Mission, i Valori e la Vision dell’amministrazione per il Comune di Calimera.

MISSIONE Promuovere lo sviluppo ed il progresso civile, (perché esistiamo) sociale ed economico della nostra comunità. VALORI Ispirarsi ai valori della Costituzione e della (quali sono i nostri principi guida) solidarietà, delle pari opportunità, legalità, trasparenza e partecipazione. VISIONE Fare di Calimera un bel luogo per tutti, un (cosa vogliamo fare) luogo bello per davvero, giusto sano e di qualità.

Analogamente dalle linee programmatiche di mandato e dal programma elettorale emergono gli indirizzi strategici e le aree di intervento, riassunte nella seguente tabella e proposte in relazione alle diverse prospettive: dei cittadini, economico-finanziaria, dei processi interni e dell’innovazione e crescita:

Visione Fare di Calimera un “bel luogo” per tutti, un luogo bello per davvero, giusto sano e di qualità. Ambito n. 1 Ambito n. 2 Ambito n. 3 Indirizzi strategici Il lavoro e lo sviluppo La riqualificazione urbana La qualità della vita economico

Sensibilizzare la Porre Porre Sostenere la partecipazione attenzione attenzione famiglia e le dei cittadini all’uso del alle criticità fasce deboli territorio della viabilità

Prospettiva cittadini

Strutturare Sviluppare le Promuovere lo progetti potenzialità Sviluppare educativi per le il turismo sviluppo naturalistiche economico scuole e storiche

Razionaliz zare i Ricorrere a Risanare Prospettiva economico costi finanziamenti finanziariamente finanziaria europei statali e l’ente regionali

Prospettiva Processi Semplificare le Potenziare i interni procedure controlli

Prospettiva innovazione Potenziare i Formare il e crescita sistemi personale informatici

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Nel corso del mandato amministrativo si intendono perseguire le seguenti politiche, racchiuse in tre ambiti strategici, nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e partecipazione: 1) il lavoro e lo sviluppo economico; 2) la riqualificazione urbana; 3) la qualità della vita.

AMBITO STRATEGICO FINALITA’ Partecipazione, trasparenza e Promuovere modelli o sistemi che favoriscano la partecipazione, l’accessibilità, la semplificazione trasparenza, la tempestività e l’efficacia dell’azione amministrativa e gestionale Avviare l’opera di risanamento del bilancio comunale e la riduzione dell’indebitamento. Bilancio Garantire un efficace impiego delle risorse nel rispetto degli equilibri di bilancio. Prevedere agevolazioni e riduzione alle categorie più deboli o più esposte Promuovere la sostenibilità ambientale (nelle dimensioni paesaggistiche, forestali, Valorizzazione del territorio e faunistiche, architettoniche, storiche, culturali e turistiche) per favorire lo sviluppo del turismo dell’economia territoriale e della collettività anche attraverso la valorizzazione dell’identità locale e delle differenti identità presenti sul territorio. Promuovere azioni finalizzate al rispetto dell’ambiente, al recupero dei rifiuti, al decoro urbano per una città “pulita e alla sensibilizzazione del territorio. Ripensare un modo nuovo di costruire con sistemi di bio architettura a basso impatto ambientale. Promuovere un Ambiente ed edilizia modello architettonico più omogeneo che si adatti al territorio. Promuovere ed incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente con modifiche agli strumenti urbanistici ed ai regolamenti edilizi ormai superati. Creare sistema tra l’ufficio ed il cittadino.

Ottimizzare le risorse disponibili per il mantenimento in efficienza della rete stradale e del patrimonio pubblico. Aumentare la vigilanza e il controllo del territorio attraverso il potenziamento del presidio locale di Polizia Municipale e la sinergia con le forze dell’Ordine. Realizzare progetti per l’identificazione dei punti sensibili ed il controllo dei medesimi, per la formazione del Viabilità, sicurezza ed personale, per la sicurezza delle persone e delle cose. Utilizzare sistemi informativi e infrastrutture tecnologiche sinergie per accorciare i tempi della burocrazia. Mantenere un carattere identitario ed autonomo, nelle more della convenzione in essere. Sviluppare attraverso progetti volti soprattutto alle scuole primarie, la formazione e la sensibilizzazione alla cultura della prevenzione. Aumentare l’efficienza delle infrastrutture tecnologiche hardware e software dell’Amministrazione Promuovere progetti formativi su temi che possano creare nelle nuove generazione la Giovani e scuole cultura della sostenibilità e della prevenzione (ambiente, fiscalità, sicurezza, volontariato, socializzazione) Promuovere il territorio e le realtà del territorio attraverso la facilitazione e ove possibile l’aiuto economico delle iniziative. Cultura, sport e tempo libero Promuovere l’immagine e la conoscenza di Calimera attraverso il Museo, le manifestazioni e le iniziative locali e esterne Coriano ha una forte identità rivolta al sociale. Occorre mantenere e favorire questa identità attraverso la promozione di specifici progetti. Occorre altresì sostenere le persone in Sociale e fasce deboli difficoltà attraverso azioni volte ad aumentare la possibilità di reinserimento lavorativo e mantenere lo stanziamento di fondi per le emergenze, in particolare quelle abitative.

I principi dell’azione amministrativa saranno ispirati:  “alla chiarezza nei progetti e nelle decisioni, indispensabili per la credibilità necessarie a governare;  alla partecipazione: si intende favorire il coinvolgimento dei cittadini alla partecipazione democratica, politica, sociale, culturale e di volontariato utilizzando tutti gli strumenti anche informatici in grado di avvicinare tutta la cittadinanza ;  all’ informazione: la conoscenza serve sia per poter influire sulle scelte sia per avere una piena consapevolezza dei bisogni e dei diritti;  alla trasparenza: riteniamo tale principio alla base della chiarezza, della partecipazione ed informazione ed in grado di creare quelle condizioni necessarie per eliminare imparzialità o favoritismi, ma che anzi siano in grado di fare nuove possibilità di confronto e collaborazione;  all’efficacia/efficienza: ovvero un monitoraggio costante sulla propria azione amministrativa e sulla loro capacità di raggiungere gli obiettivi politici prefissati.

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QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO La legislazione europea

Patto di stabilità e crescita europeo, fiscal compact e pareggio di bilancio Con la stipula nel 1992 del Trattato di Maastricht la Comunità Europea ha gettato le basi per consentire, in un contesto stabile, la nascita dell’EURO e il passaggio da una unione economica ad una monetaria (1° gennaio 1999). La convergenza degli stati verso il perseguimento di politiche rigorose in ambito monetario e fiscale era (ed è tuttora) considerata condizione essenziale per limitare il rischio di instabilità della nuova moneta unica. In quest'ottica, venivano fissati i due principali parametri di politica fiscale al rispetto dei quali era vincolata l'adesione all'unione monetaria. L’articolo 104 del Trattato prevede che gli stati membri debbano mantenere il proprio bilancio in una situazione di sostanziale pareggio, evitando disavanzi pubblici eccessivi (comma 1) e che il livello del debito pubblico debba essere consolidato entro un determinato valore di riferimento. Tali parametri, definiti periodicamente, prevedono: a) un deficit pubblico non superiore al 3% del Pil; b)un debito pubblico non superiore al 60% del Pil e comunque tendente al rientro.

L’esplodere nel 2010 della crisi della finanza pubblica e il baratro di un default a cui molti stati si sono avvicinati (Irlanda, Spagna, Portogallo, Grecia e Italia) ha fatto emergere tutta la fragilità delle regole previste dal patto di stabilità e crescita europeo in assenza di una comune politica fiscale. E’ maturata di conseguenza la consapevolezza della necessità di giungere ad un “nuovo patto di bilancio”, preludio di un possibile avvio di una Unione di bilancio e fiscale. Il 2 marzo 2012 il Consiglio europeo ha firmato il cosiddetto Fiscal Compact (Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria), tendente a “potenziare il coordinamento delle loro politiche economiche e a migliorare la governance della zona euro, sostenendo in tal modo il conseguimento degli obiettivi dell'Unione europea in materia di crescita sostenibile, occupazione, competitività e coesione sociale”. Il fiscal compact, entrato ufficialmente in vigore il 1° gennaio 2013 a seguito della ratifica da parte di 12 stati membri (Italia, Germania, Spagna, Francia, Slovenia, Cipro, Grecia, Austria, Irlanda, Estonia, Portogallo e Finlandia), prevede:

 l’inserimento del pareggio di bilancio (cioè un sostanziale equilibrio tra entrate e uscite) di ciascuno Stato in «disposizioni vincolanti e di natura permanente – preferibilmente costituzionale» (in Italia è stato inserito nella Costituzione con una modifica all’articolo 81 approvata nell’aprile del 2012);  il vincolo dello 0,5 di deficit “strutturale” – quindi non legato a emergenze – rispetto al PIL;  l’obbligo di mantenere al massimo al 3 per cento il rapporto tra deficit e PIL, già previsto da Maastricht;  per i paesi con un rapporto tra debito e PIL superiore al 60 per cento previsto da Maastricht, l’obbligo di ridurre il rapporto di almeno 1/20esimo all’anno, per raggiungere quel rapporto considerato “sano” del 60 per cento. I vincoli di bilancio derivanti dalle regole del patto di stabilità e crescita ed i conseguenti condizionamenti alle politiche economiche e finanziarie degli stati membri sono da tempo messi sotto accusa perché ritenuti inadeguati a far ripartire l’economia e a ridare slancio ai consumi, in un periodo - come quello attuale- di crisi economica mondiale che, esplosa nel 2008 interessa ancora molti paesi europei, in particolare l’Italia. Da questo punto di vista è positiva la chiusura – avvenuta a maggio del 2013 - della procedura di infrazione per deficit eccessivo aperta per lo sforamento – nel 2009 - del tetto del 3% sul PIL, sforamento imposto dalle misure urgenti per sostenere l’economia e le famiglie all’indomani dello scoppio della crisi. La chiusura della procedura di infrazione ha consentito all’Italia maggiori margini di spesa, che hanno portato ad un allentamento del patto di stabilità interno, finalizzato soprattutto a smaltire i debiti pregressi maturati dalle pubbliche amministrazioni verso i privati. La ri-espansione della spesa pubblica decisa dal governo negli ultimi dodici mesi e l’andamento del PIL

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al di sotto delle aspettative di crescita riavvicina pericolosamente l’Italia al tetto del 3%, rendendo concreto il rischio di manovre correttive per il rispetto dei parametri europei. Il Consiglio Europeo, il 5 marzo 2014, in occasione dell’esame del Programma nazionale di riforma 2014 presentato dal Governo italiano, ricorda come ancora “l'Italia presenta squilibri macroeconomici eccessivi che richiedono un monitoraggio specifico e un'azione politica decisa. In particolare, il persistere di un debito pubblico elevato, associato a una competitività esterna debole, entrambi ascrivibili al protrarsi di una crescita fiacca della produttività e ulteriormente acuiti dai persistenti pessimi risultati di crescita, richiedono attenzione e un'azione politica risoluta”2.

Raccomandazioni UE all’Italia 2015

2.1.2 Raccomandazioni UE all’Italia Con la raccomandazione n. 413 del 2 giugno 2014, il Consiglio Europeo si esprime sul Programma nazionale di riforma 2014 e sul Programma di stabilità 2014 dell’Italia, invitando il nostro paese a: 1. rafforzare le misure di bilancio per il 2014 alla luce dell emergere di uno scarto rispetto ai re uisiti del patto di stabilità e crescita, in particolare alla regola della riduzione del debito, stando alle previsioni di primavera 2014 della Commissione; nel 2015, operare un sostanziale rafforzamento della strategia di bilancio al fine di garantire il rispetto del requisito di riduzione del debito, per poi assicurare un percorso sufficientemente adeguato di riduzione del debito pubblico; portare a compimento l'ambizioso piano di privatizzazioni; attuare un aggiustamento di bilancio favorevole alla crescita basato sui significativi risparmi annunciati che provengono da un miglioramento duraturo dell'efficienza e della qualità della spesa pubblica a tutti i livelli di governo, preservando la spesa atta a promuovere la crescita, ossia la spesa in ricerca e sviluppo, innovazione, istruzione e progetti di infrastrutture essenziali; garantire l'indipendenza e la piena operabilità dell'Ufficio parlamentare di bilancio il prima possibile ed entro settembre 2014, in tempo per la valutazione del documento programmatico di bilancio 2015; 2. trasferire ulteriormente il carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi, ai beni immobili e all'ambiente, nel rispetto degli obiettivi di bilancio; a tal fine, valutare l'efficacia della recente riduzione del cuneo fiscale assicurandone il finanziamento per il 2015, riesaminare la portata delle agevolazioni fiscali dirette e allargare la base imponibile, soprattutto sui consumi; vagliare l'adeguamento delle accise sul diesel a quelle sulla benzina e la loro indicizzazione legata all'inflazione, eliminando le sovvenzioni dannose per l'ambiente; attuare la legge delega di riforma fiscale entro marzo 2015, in particolare approvando i decreti che riformano il sistema catastale onde garantire l efficacia della riforma sulla tassazione dei beni immobili sviluppare ulteriormente il rispetto degli obblig i tributari, rafforzando la prevedibilità del fisco, semplificando le procedure, migliorando il recupero dei debiti fiscali e modernizzando l'amministrazione fiscale; perseverare nella lotta all'evasione fiscale e adottare misure aggiuntive per contrastare l'economia sommersa e il lavoro irregolare; 3. nell'ambito di un potenziamento degli sforzi intesi a far progredire l'efficienza della pubblica amministrazione, precisare le competenze a tutti i livelli di governo garantire una migliore gestione dei fondi dell con un azione risoluta di miglioramento della capacità di amministrazione, della trasparenza, della valutazione e del controllo di ualità a livello regionale, specialmente nelle regioni del ezzogiorno potenziare ulteriormente l efficacia delle misure anticorruzione, in particolare rivedendo l istituto della prescrizione entro la fine del e rafforzando i poteri dell autorità nazionale anticorruzione; monitorare tempestivamente gli effetti delle riforme adottate per aumentare l'efficienza della giustizia civile, con l'obiettivo di garantirne l'efficacia, e attuare interventi complementari, ove necessari; 4. rafforzare la resilienza del settore bancario, garantendone la capacità di gestire e li uidare le attività deteriorate per rinvigorire l'erogazione di prestiti all'economia reale; promuovere l'accesso delle imprese, soprattutto di quelle di piccole e medie dimensioni, ai

2 L’accordo di diritto internazionale è stato sottoscritto da 25 Stati membri, tutti ad eccezione del Regno Unito e della Repubblica Ceca. Raccomandazioni del Consiglio sul Programma nazionale di riforma dell’Italia 2014 del 2 giugno 2014. Lo stesso Consiglio afferma che “Nel 2014 è prevista una deviazione dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo a medio termine che, se si ripetesse l'anno successivo, potrebbe essere valutata come significativa, anche in base al parametro di riferimento per la spesa. Il raggiungimento degli obiettivi di bilancio, inoltre, non è totalmente suffragato da misure sufficientemente dettagliate, soprattutto a partire dal 2015”.

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finanziamenti non bancari; continuare a promuovere e monitorare pratiche efficienti di governo societario in tutto il settore bancario, con particolare attenzione alle grandi banche cooperative (banche popolari) e alle fondazioni, al fine di migliorare l'efficacia dell'intermediazione finanziaria; 5. valutare entro la fine del 2014 gli effetti delle riforme del mercato del lavoro e del quadro di contrattazione salariale sulla creazione di posti di lavoro, sulle procedure di licenziamento, sul dualismo del mercato del lavoro e sulla competitività di costo, valutando la necessità di ulteriori interventi; adoperarsi per una piena tutela sociale dei disoccupati, limitando tuttavia l'uso della cassa integrazione guadagni per facilitare la riallocazione dei lavoratori; rafforzare il legame tra le politiche del mercato del lavoro attive e passive, a partire dalla presentazione di una tabella di marcia dettagliata degli interventi entro settembre 2014, e potenziare il coordinamento e l'efficienza dei servizi pubblici per l'impiego in tutto il paese; intervenire concretamente per aumentare il tasso di occupazione femminile, adottando entro marzo 2015 misure che riducano i disincentivi fiscali al lavoro delle persone che costituiscono la seconda fonte di reddito familiare e fornendo adeguati servizi di assistenza e custodia fornire in tutto il paese servizi idonei ai giovani non registrati presso i servizi pubblici per l impiego ed esigere un impegno pi forte da parte del settore privato a offrire apprendistati e tirocini di ualità entro la fine del , in conformità agli obiettivi della garanzia per i giovani per far fronte al risc io di povertà e di esclusione sociale, estendere gradualmente il regime pilota di assistenza sociale, senza incidenza sul bilancio, assicurando un'assegnazione mirata, una condizionalità rigorosa e un applicazione uniforme su tutto il territorio e rafforzandone la correlazione con le misure di attivazione migliorare l efficacia dei regimi di sostegno alla famiglia e la ualità dei servizi a favore dei nuclei familiari a basso reddito con figli; 6. rendere operativo il sistema nazionale per la valutazione degli istituti scolastici per migliorare i risultati della scuola e, di conseguenza, ridurre i tassi di abbandono scolastico; accrescere l'apprendimento basato sul lavoro negli istituti per l'istruzione e la formazione professionale del ciclo secondario superiore e rafforzare l'istruzione terziaria professionalizzante; istituire un registro nazionale delle qualifiche per garantire un ampio riconoscimento delle competenze assicurare c e i finanziamenti pubblici premino in modo pi congruo la ualità dell'istruzione superiore e della ricerca; 7. approvare la normativa in itinere volta a semplificare il contesto normativo a vantaggio delle imprese e dei cittadini e colmare le lacune attuative delle leggi in vigore; promuovere l'apertura del mercato e rimuovere gli ostacoli rimanenti e le restrizioni alla concorrenza nei settori dei servizi professionali e dei servizi pubblici locali, delle assicurazioni, della distribuzione dei carburanti, del commercio al dettaglio e dei servizi postali; potenziare l'efficienza degli appalti pubblici, specialmente tramite la semplificazione delle procedure attraverso l'uso degli appalti elettronici, la razionalizzazione delle centrali d'acquisto e la garanzia della corretta applicazione delle regole relative alle fasi precedenti e successive all'aggiudicazione; in materia di servizi pubblici locali, applicare con rigore la normativa che impone di rettificare entro il 31 dicembre 2014 i contratti che non ottemperano alle disposizioni sugli affidamenti in house; 8. garantire la pronta e piena operatività dell' torit di regolazione dei trasporti entro settembre 2014; approvare l'elenco delle infrastrutture strategiche del settore energetico e potenziare la gestione portuale e i collegamenti tra i porti e l'entroterra.

Raccomandazioni UE all’Italia 2016 Il semestre europeo 2016 si è inaugurato con l'analisi annuale della crescita, che ha confermato la strategia della Commissione per la crescita e l'occupazione articolata su tre pilastri: rilancio degli investimenti, proseguimento delle riforme strutturali per modernizzare le nostre economie e politiche di bilancio responsabili. Al fine di integrare meglio gli aspetti , della governance economica dell'UE, quelli nazionali e quelli dell’area dell’euro, l’analisi annuale della crescita 2016 è accompagnata da una serie di raccomandazioni per l’area dell’euro. Si tratta di un importante cambiamento rispetto ai cicli precedenti in cui le raccomandazioni relative alla zona euro venivano proposte assieme alle raccomandazioni specifiche per paese verso la fine del semestre. Da quando è iniziata la crisi, gli investimenti sia pubblici che privati hanno seguito un'evoluzione diversa nei vari paesi. Inoltre, restano da affrontare le sfide legate agli aspetti regolamentari e non che interessano gli investimenti. L’individuazione e l’eliminazione delle sfide che riguardano gli 14

investimenti rientrano tra le iniziative volte a migliorare le condizioni quadro e a rimuovere gli ostacoli burocratici e normativi, nell’ambito del cosiddetto "terzo pilastro" del piano di investimenti per l’Europa. Per aiutare gli Stati membri, i servizi della Commissione hanno iniziato a individuare settori e strumenti strategici al fine di fornire una panoramica delle sfide principali nel campo degli investimenti a livello nazionale. Le principali sfide finora individuate e riassunte nelle descrizioni relative agli investimenti specifiche per ciascun paese saranno ulteriormente analizzate nel quadro del semestre europeo, in particolare nelle relazioni sui singoli paesi. I servizi della Commissione intendono ora impegnarsi in un dialogo con gli Stati membri per individuare le sfide in questione e le possibili azioni per superarle, anche attraverso discussioni tematiche nell’ambito del Consiglio e dei suoi comitati.

Sfide riguardanti il contesto degli investimenti negli Stati membri – ITALIA AMMINISTRAZIONE PUBBLICA/CONTESTO OPERATIVO DELLE IMPRESE

Ostacoli normativi e oneri amministrativi:

 Gli oneri normativi e la qualità insufficiente della regolamentazione rendono meno favorevole il contesto operativo delle imprese e frenano gli investimenti.

 Le frequenti modifiche di una legislazione complessa e i ritardi nell’effettiva attuazione delle misure adottate hanno un’incidenza negativa sugli investimenti.

Amministrazione pubblica:

 Le strozzature e le carenze amministrative a livello degli enti locali e, in misura limitata, a livello dell’amministrazione centrale determinano una scarsa efficacia nell’uso dei Fondi strutturali e di investimento europei in termini di assorbimento e di uso efficace ed efficiente delle risorse.

 Il coordinamento insufficiente e le sovrapposizioni di competenze tra i diversi livelli di governo incidono negativamente sulla certezza e sulla prevedibilità del diritto (una legge costituzionale volta a risolvere questo problema è attualmente all’esame del Parlamento).

 Il livello di corruzione percepito rimane un ostacolo agli investimenti.

Appalti pubblici/Partenariati pubblico-privato:

 La complessità e la lunghezza delle procedure, una certa instabilità del quadro giuridico e istituzionale e il sistema di vigilanza e controllo possono scoraggiare gli investimenti. La conformità con le norme UE sugli appalti pubblici è inadeguata.

 Il livello di concorrenza nel settore degli appalti è insufficiente e vi è un ampio ricorso alle procedure negoziate senza pubblicazione di un bando di gara.

Sistema giudiziario:

 La lunghezza dei procedimenti giudiziari in materia civile e commerciale potrebbe frenare gli investimenti.

Quadro normativo in materia di insolvenza:

 Nonostante i numerosi sforzi per ammodernare le normative sull’insolvenza, potrebbero essere necessarie alcune modifiche della legislazione (attualmente all’esame delle autorità italiane).

 L’uso delle procedure di ristrutturazione anticipata non è ottimale. Non è ancora stato introdotto un meccanismo efficiente di allerta rapida.

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Concorrenza e quadro normativo:

 Il fatto che la maggior parte delle imprese di proprietà dello Stato che erogano servizi pubblici a livello locale non sia ancora soggetto alla concorrenza può determinare una carenza di investimenti, ad esempio nel settore idrico o nel settore dei trasporti pubblici locali.

MERCATO DEL LAVORO/ISTRUZIONE

Legislazione sulla tutela dell’occupazione e quadro per i contratti di lavoro:

 A causa delle risorse insufficienti dei servizi pubblici per l’impiego, potrebbe risultare difficile conciliare la domanda e l’offerta di lavoro e individuare le competenze appropriate.

Retribuzioni e fissazione delle retribuzioni:

 L’insufficiente contrattazione collettiva di secondo livello (livello aziendale) ostacola l’allineamento delle retribuzioni alla produttività e alle competenze e l’adozione di soluzioni innovative ai problemi di produttività.

Istruzione, competenze e apprendimento permanente:

 Gli squilibri tra domanda e offerta di competenze (elevate percentuali di lavoratori sovraqualificati e sottoqualificati) frenano gli investimenti.

SETTORE FINANZIARIO/FISCALITÀ RICERCA, SVILUPPO

Fiscalità:

 Elevato carico fiscale sui fattori produttivi (specialmente il lavoro).

Accesso ai finanziamenti:

 Un aumento della redditività delle imprese che hanno sofferto negli ultimi anni potrebbe rendere più agevole l’accesso al credito bancario e incrementare gli investimenti privati.

 Il crescente stock di prestiti in sofferenza incide sull’erogazione di nuovi crediti da parte delle banche italiane in quanto assorbe capitale regolamentare e svia le risorse verso il riassorbimento delle attività in sofferenza.

 Il miglioramento del governo societario delle banche potrebbe agevolare un’allocazione ottimale del credito, in linea con l’attuazione delle recenti misure.

 I mercati dei capitali potrebbero essere ulteriormente sviluppati al di là delle recenti misure per migliorare l’accesso ai finanziamenti, in particolare per le PMI.

RICERCA, SVILUPPO E INNOVAZIONE

Finanziamento della RSI:

 Gli investimenti privati nell’innovazione risentono della frammentazione e dell’incertezza degli incentivi fiscali per la ricerca e sviluppo, nonché della carenza di venture capital.

REGOLAMENTAZIONE SETTORIALE SPECIFICA

Edilizia:

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Le formalità da espletare per l’ottenimento delle licenze possono essere molto complesse (con differenze particolarmente marcate tra una regione e l’altra) e frenare gli investimenti.

Servizi alle imprese/Professioni regolamentate:

 Le persistenti restrizioni alla concorrenza in alcuni settori del terziario possono frenare gli investimenti.

Energia/Trasporti/Economia digitale /Telecomunicazioni:

 La mancanza di stabilità e di trasparenza nel quadro normativo, il costo elevato del capitale e le complesse procedure amministrative scoraggiano gli investimenti privati.

Europa 2020 e fondi europei 2014-2020

Nel 2010 l’Unione Europea ha elaborato “Europa 2020”, una strategia decennale per la crescita che non mira soltanto a uscire dalla crisi che continua ad affliggere l'economia di molti paesi, ma vuole anche colmare le lacune del nostro modello di crescita e creare le condizioni per un diverso tipo di sviluppo economico, più intelligente, sostenibile e solidale. Cinque sono le strategie e gli obiettivi di EU2020, da realizzare entro la fine del decennio. Riguardano l'occupazione, l'istruzione, la ricerca e l'innovazione, l'integrazione sociale e la riduzione della povertà, il clima e l'energia.

Le strategie di EU2020

Strategie Obiettivi innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 Occupazione anni)

aumento degli investimenti in ricerca e Ricerca e sviluppo sviluppo al 3% del PIL dell'UE riduzione delle emissioni di gas serra del 20% rispetto al 1990 (o persino del 30%, se le condizioni lo permettono) 20% del Cambiamenti climatici e sostenibilità energetica fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili aumento del 20% dell'efficienza energetica Riduzione dei tassi di abbandono scolastico Istruzione precoce al di sotto del 10% aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione universitaria almeno 20 milioni di persone a rischio o in Lotta alla povertà e all'emarginazione situazione di povertà ed emarginazione in meno

La strategia comporta anche sette iniziative prioritarie che tracciano un quadro entro il quale l'UE e i governi nazionali sostengono reciprocamente i loro sforzi per realizzare le priorità di Europa 2020, quali l'innovazione, l'economia digitale, l'occupazione, i giovani, la politica industriale, la povertà e l'uso efficiente delle risorse.

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Le iniziative di EU2020 Iniziative prioritarie Finalità Agenda digitale europea • istruzione (incoraggiare le persone ad apprendere, studiare ed aggiornare le loro competenze) Unione dell'innovazione • ricerca/innovazione (creazione di nuovi Crescita intelligente prodotti/servizi in grado di stimolare la crescita e l'occupazione per affrontare le sfide della società) Youth on the move • società digitale (uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione)

Un'Europa efficiente sotto il • costruire un'economia a basse emissioni di CO2 profilo più competitiva, capace di sfruttare le risorse in modo delle risorse efficiente e sostenibile • tutelare l'ambiente, ridurre le emissioni e prevenire la perdita di biodiversità • servirsi del ruolo guida dell'Europa per sviluppare nuove tecnologie e metodi di produzione verdi • introdurre reti elettriche intelligenti ed efficienti Crescita sostenibile Una politica industriale per • sfruttare le reti su scala europea per conferire alle l'era della globalizzazione nostre imprese (specie le piccole aziende industriali) un ulteriore vantaggio competitivo • migliorare l'ambiente in cui operano le imprese, in particolare le piccole e medie (PMI) • aiutare i consumatori a fare delle scelte informate. • aumentare il tasso di occupazione dell'UE con un Agenda per nuove numero maggiore di lavori più qualificati, specie competenze e per donne, giovani e lavoratori più anziani • aiutare le persone di ogni età a prevedere e gestire il Crescita solidale nuovi lavori cambiamento investendo in competenze e formazione • modernizzare i mercati del lavoro e i sistemi Piattaforma europea contro previdenziali la povertà • garantire che i benefici della crescita raggiungano tutte le parti dell'UE

L'Unione Europea fornisce finanziamenti e sovvenzioni per un'ampia gamma di progetti e programmi nei settori più diversi (istruzione, salute, tutela dei consumatori, protezione dell'ambiente, aiuti umanitari). Tali fondi rappresentano la principale fonte di investimenti a livello di UE per aiutare gli Stati membri a ripristinare e incrementare la crescita e assicurare una ripresa che porti occupazione, garantendo al contempo lo sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi di Europa 2020. Cinque sono i fondi gestiti dall’UE:

• Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR); • Fondo sociale europeo (FSE); • Fondo di coesione; • Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) • Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP). Ha già preso il via la programmazione dei fondi per il settennato 2014-2020. Nonostante la difficoltà dimostrata dall’Italia e dalle regioni a spendere i fondi europei 2013-2017, i finanziamenti comunitari rappresentano una importantissima occasione di reperire le risorse necessarie per il territorio.

Nuove direttive sugli appalti pubblici

Sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea L 94 del 28 marzo 2014, le nuove direttive sugli appalti pubblici nei settori ordinari e speciali e nel settore delle concessioni, ovvero: – Direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici – Direttiva 2014/25/UE sulle utilities – Direttiva 2014/23/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione Si tratta di un pacchetto di norme che punta alla modernizzazione degli appalti pubblici in Europa. In due casi, le nuove norme sostituiscono disposizioni vigenti: la direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici che abroga la direttiva 2004/18/CE e la direttiva 2014/25/UE sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali che abroga la direttiva 2004/17/CE. Completamente innovativa è invece la direttiva 2014/23/UE 18

sull'aggiudicazione dei contratti di concessione. Le direttive sono entrate in vigore il 17 aprile 2014. Gli stati membri hanno due anni di tempo per il recepimento delle direttive a livello nazionale (scadenza 18 aprile 2016). Il Governo ha predisposto i decreti delegati per la riforma del codice dei contratti pubblici varati in tempo utile per rispettare il termine concesso dall’Unione europea. La legislazione nazionale e obiettivi dell’azione di governo

Il nostro paese sta ancora attraversando un periodo di profonda crisi economica, con recessione del PIL e conseguente aumento della disoccupazione, frutto delle ripercussioni della crisi globale che ha colpito i paesi industrializzati (Europa, Nordamerica). Tuttavia, mentre nel resto dell’Europa e in America la situazione sta lentamente migliorando, in Italia la ripresa stenta a farsi vedere. Le cause vanno ricercate nella debolezza della domanda interna, che ha risentito delle politiche fiscali restrittive, e nelle difficoltà di aumentare l’offerta di credito alle imprese nonostante la politica monetaria espansiva adottata dalla Banca Centrale Europea. Nel Documento di Economia e Finanza approvato dal Governo il 10 aprile 2015 e presentato al Parlamento italiano e all’Unione Europea, il Governo intende portare il paese fuori dalla crisi attraverso le riforme strutturali da tempo sollecitate. “Al fine di attivare in un’unica coordinata strategia interazioni positive con la politica d i bilancio, il Governo sta realizzando un ampio programma di riforme strutturali, che si articola lungo tre direttrici fondamentali: i) l’innalzamento della produttività del sistema mediante la valorizzazione del capitale umano (Jobs Act, Buona Scuola, Programma Nazionale della Ricerca); ii) la diminuzione dei costi indiretti per le imprese connessi agli adempimenti burocratici e all’attività della Pubblica Amministrazione, mediante la semplificazione e la maggiore trasparenza delle burocrazie (riforma della Pubblica Amministrazione, interventi anti-corruzione, riforma fiscale); iii) la riduzione dei margini di incertezza dell'assetto giuridico per alcuni settori, sia dal punto di vista della disciplina generale, sia dal punto di vista degli strumenti che ne assicurano l'efficacia (nuova disciplina del licenziamento, riforma della giustizia civile). Gli effetti del programma risultano potenziati dagli interventi istituzionali volti a riformare la legge elettorale, differenziare le funzioni di Camera e Senato, accelerare il processo decisionale di approvazione delle leggi” ( PNR 2015, pag. IV). Il pacchetto di riforme contenuto nel Piano Nazionale delle Riforme (PRN) si muove lungo le seguenti aree di policy:

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Ricorda il Governo come “La strategia di riforma si incardina nel processo di consolidamento dei conti pubblici: per un Paese ad alto debito come l’Italia la stabilità di bilancio rappresenta infatti una condizione indispensabile per avviare un solido e duraturo percorso di sviluppo . Questa strategia richiede contemporaneità e complementarietà di azioni: il consolidamento fiscale e la riduzione del debito pubblico; il rilancio della crescita, per garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche; un ritorno alla normalità dei flussi di credito al sistema delle imprese e alle famiglie anche attraverso il rafforzamento dei sistemi alternativi al credito bancario e il pagamento dei debiti commerciali della Pubblica Amministrazione; l'adozione di riforme strutturali che rilancino la produttività e allentino i colli di bottiglia come la burocrazia, la giustizia inefficiente o i condizionamenti mafiosi e la corruzione. I notevoli sforzi profusi dal Paese nel controllo dei conti, premiati dai mercati finanziari, ci consegnano l’opportunità di uscire da un a fase di severa austerità; ma qualsiasi scelta di politica economica non può derogare dalla stabilità di bilancio, cui guardano con attenzione i finanziatori del nostro debito. Realizzare compiutamente il programma di riforme strutturali per rilanciare la capacità competitiva e quindi il prodotto interno, senza far venir meno il sostegno alla ripresa, consentirà di proseguire nel percorso di consolidamento fiscale” (DEF 2014). 21

DEF 2015 – SEZ. I – Programma di stabilità

Nel DEF 2015 vengono evidenziati gli interventi di politica economica del Governo che nel 2014 hanno mirato a rilanciare l’economia mediante azioni di sostegno dei redditi e di riduzione del carico fiscale, progredendo inoltre verso la soluzione definitiva al problema dei debiti arretrati delle Amministrazioni pubbliche. Nonostante il perdurare di una fase di debolezza ciclica il Governo ha

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garantito l’equilibrio dei conti pubblici; l’avanzo primario si è mantenuto tra i più elevati nell’Area dell’Euro, l’incidenza dell’onere del debito sul PIL ha continuato a ridursi, l’indebitamento netto è rimasto entro la soglia del 3,0 per cento. Il quadro macroeconomico prefigurato nel DEF è in linea con quello prevalente tra i principali previsori nazionali e internazionali. Lo scenario programmatico segna il ritorno della crescita dopo un prolungato periodo di recessione. Per il 2015 si riscontra un incremento del PIL pari allo 0,7 per cento, che si porterebbe all’1,4 e all’1,5 per cento nel 2016 e 2017, rispettivamente. Rispetto al tendenziale la crescita risulta lievemente più elevata, in particolare negli ultimi anni dell’orizzonte previsivo; vi contribuiscono gli effetti della politica di bilancio orientata alla crescita, unitamente a quelli delle riforme. Vengono confermati gli obiettivi di indebitamento netto per il triennio 2015-2017 – rispettivamente pari a 2,6, 1,8 e 0,8 per cento del PIL. Si riduce la pressione fiscale, al netto della classificazione contabile del bonus IRPEF 80 euro. Viene scongiurata l’attivazione delle clausole di salvaguardia per il 2016 – volte a garantire il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica – che avrebbero prodotto aumenti del prelievo pari all’1,0 per cento del PIL. Questo obiettivo viene raggiunto in parte grazie al miglioramento del quadro macroeconomico – che si riflette in un aumento del gettito – e alla flessione della spesa per interessi rispetto alle previsioni, con un effetto complessivo valutabile in 0,4 punti percentuali del PIL; in parte per effetto delle misure di revisione della spesa, per un importo pari allo 0,6 per cento del PIL. Si tratta di un intervento cruciale che determina un abbattimento significativo della pressione fiscale contemplata dal quadro tendenziale.

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DEF 2016 – SEZ. II – Programma di stabilità Sono pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2015 ed in vigore dal primo gennaio la legge di stabilità per il 2016 (legge n. 208/2015) e il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018 (legge n. 209/2015) approvati definitivamente dal Senato il 22 dicembre. La legge di stabilità definisce la politica di bilancio per il 2016 e gli anni successivi, che si associa strettamente al processo di attuazione delle riforme strutturali. Essa si propone di ricondurre stabilmente l’economia italiana su un sentiero di crescita sostenuta e favorire l’occupazione. Si fonda su una graduale e incisiva riduzione del carico fiscale, volta a incoraggiare l’offerta di lavoro e gli investimenti in capitale fisico e umano e a sostenere i consumi delle famiglie. Le principali misure della manovra finanziaria 2016 si possono così sintetizzare: Clausole di salvaguardia - vengono rimossi i previsti aumenti dell'IVA e delle accise che sarebbero dovuti scattare all’inizio del 2016 (16,8 miliardi, circa 1 punto percentuale del PIL). Tasi e Imu - si abolisce la Tasi sugli immobili residenziali adibiti ad abitazione principale (ad esclusione degli immobili di particolare pregio, ville e castelli), che interessano circa l’80 per cento dei nuclei familiari. Lo sgravio fiscale complessivo ammonta a circa 3,5 miliardi. Si elimina l’Imu sui terreni agricoli (405 milioni) e sui macchinari d’impresa cosiddetti ‘imbullonati’ (sgravio di 530 milioni). La Tasi viene abolita anche per gli inquilini che detengono un immobile adibito a prima casa. Sugli immobili locati a canone concordato i proprietari verseranno Imu e Tasi ridotta del 25%. I Comuni saranno interamente compensati dallo Stato per la conseguente perdita di gettito. Irap - dal 2016 viene azzerata per i settori dell'agricoltura e della pesca. Accertamenti fiscali - sono allungati di un anno i termini per l'accertamento dell'IVA e delle imposte sui redditi. Si passa quindi dal 31 dicembre del quarto anno al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione contestata. Nel caso di dichiarazione IVA nulla i termini per l'accertamento diventano gli stessi di quelli già previsti per la mancata dichiarazione: l'accertamento può essere effettuato fino all'ottavo anno successivo. Viene abolita la norma che raddoppia i termini per l'accertamento dell'IVA e delle imposte dirette nel caso in cui la violazione comporti l'obbligo di denuncia per reato tributario. Edilizia – per favorire il rilancio del settore delle costruzioni, vengono prorogate le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni immobiliari (detrazione del 50%) e finalizzate al risparmio energetico (65%). Nella stessa direzione si muove la possibilità concessa ai Comuni di utilizzare una parte degli avanzi di cassa per effettuare investimenti in deroga alla regola che impone loro il pareggio del bilancio. Nel complesso, si delinea un insieme di interventi che, congiuntamente all’azione di accelerazione dei tempi di realizzazione delle infrastrutture e dei progetti cofinanziati, dovrebbe porre termine alla stagnazione che da vari anni caratterizza il settore delle costruzioni. Investimenti privati – si introduce il cosiddetto ‘superammortamento’, ossia una maggiorazione del 40 per cento del costo fiscalmente riconosciuto per l’acquisizione (dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016) di nuovi beni strumentali, in modo da consentire l’imputazione al periodo d’imposta di quote di ammortamento e canoni di locazione finanziaria più elevati. Questa misura, immediatamente attiva e di semplice applicazione è direttamente mirata ad incentivare le imprese a crescere ed investire per il futuro. Sud - Il Governo ritiene che nel Mezzogiorno sia necessario migliorare l’implementazione delle politiche nazionali. In questo quadro, analogamente alla misura del Superammortamento valida sull’intero territorio nazionali, si introducono benefici fiscali aggiuntivi nella forma di un credito d’imposta per l’acquisto di nuovi beni strumentali destinati a strutture produttive nelle regioni del Mezzogiorno (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo) dal 1° gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2019. La misura dell’agevolazione è differenziata in relazione alle dimensioni aziendali: 20 per cento per le piccole imprese, 15 per cento per le medie imprese, 10 per cento per le grandi imprese. Il tetto massimo per ciascun progetto di investimento agevolabile è di 1,5 milioni di euro per le piccole imprese, di 5 milioni per le medie imprese e di 15 milioni per le grandi imprese. La norma vale 617 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017, 2018 e 2019. Sarà un provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate a definire le modalità di richiesta del credito da parte dei soggetti interessati.

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A favore del Mezzogiorno sono anche le misure della Legge di Stabilità volte a superare il patto di stabilità interno e ad attivare meccanismi di gestione del bilancio che consentono di disporre complessivamente di risorse pari a 11 miliardi per investimenti pubblici, di cui più di 7 per il Sud. Sono poi previsti specifici interventi per la Terra dei Fuochi e l'area di Bagnoli. Avviamento attività - Si stabiliscono incentivi alle aggregazioni aziendali per favorire la crescita della dimensione delle imprese, consentendo ai contribuenti di ridurre il periodo di ammortamento previsto per l’avviamento e i marchi d’impresa da 10 a 5 quote. Ires - Il percorso di alleggerimento della pressione fiscale sulle imprese continuerà nel 2017 anche attraverso la riduzione dell’aliquota d’imposta sui redditi delle società (IRES). Dal 1° gennaio 2017 quest’ultima viene ridotta dal 27,5 al 24%. Questo provvedimento, che fa seguito alla detassazione dal 2015 della componente del costo del lavoro assoggettata all’IRAP, mira a condurre il prelievo sui risultati di impresa verso i livelli medi europei. Canone Rai - si riduce da 113,500 euro a 100 euro e si pagherà con la bolletta elettrica. Sgravi fiscali sulle assunzioni - si agisce con la prosecuzione, in forma ridotta (al 40%), degli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato, che nel 2015 ha prodotto effetti importanti e ha accompagnato le riforme introdotte nel mercato del lavoro con il c.d. Jobs act. A queste misure si affiancherà la detassazione del salario di produttività, volta a favorire la negoziazione salariale di secondo livello. Istruzione - La manovra di bilancio include importanti interventi per l’istruzione, la ricerca e il sistema della cultura. Si intende premiare il merito e accrescere il livello delle nostre università. Questi interventi completano lo sforzo in favore della creazione di capitale umano effettuato con la Buona Scuola, operante dall’anno scolastico 2015-16. Pensioni – la legge di stabilità interviene per tutelare alcune fasce di soggetti prossimi al pensionamento in condizioni di disoccupazione. In particolare, in chiave di flessibilità, si garantiscono misure di salvaguardia per una quota residua di ‘esodati’ e si prevedono misure agevolative per le donne che intendano lasciare il lavoro con 35 anni di contributo a fronte di una decurtazione del trattamento pensionistico (“opzione donna”). Si introduce inoltre una misura volta a favorire il ricambio generazionale attraverso l’utilizzo della leva del part time per i lavoratori vicini al pensionamento. Va rilevato che non viene modificato l’assetto del sistema pensionistico e che le misure sono finanziate nell’ambito del sistema previdenziale, in parte estendendo l’intervento sull’indicizzazione delle pensioni introdotto nel 2013. In tema di indicizzazione dei trattamenti pensionistici viene stabilito il principio secondo cui, nel caso si registrasse per un dato anno un tasso di inflazione negativo, comunque le prestazioni previdenziali e assistenziali in sede di adeguamento nell’anno successivo non potranno subire riduzioni. No-tax area – per i pensionati viene anticipato al 2016 l'innalzamento della soglia di reddito al di sotto della quale non si paga l’Irpef. Nel dettaglio, per gli ultrasettantacinquenni la soglia sale da 7.750 euro a 8.000 euro, per i pensionati sotto i 75 anni la soglia sale da 7.500 a 7.750 euro. Tutela lavoratori - viene prorogata al 2016 l’indennità di disoccupazione riservata ai lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa e a progetto iscritti alla gestione separata INPS (c.d. DIS-COLL), al fine di garantire una protezione in caso di perdita del lavoro per i giovani precari. Infanzia – sono estese al 2016 le misure di congedo di paternità e il riconoscimento di voucher per l'acquisto di servizi di baby-sitting, ovvero per fare fronte agli oneri per l’accesso a servizi per l'infanzia, con estensione della possibilità di beneficiare di voucher anche alle lavoratrici autonome. Sicurezza - sono stanziati 300 milioni di euro per l'ammodernamento delle strumentazioni e delle attrezzature dei comparti difesa e sicurezza e per gli investimenti volti ad adeguare le capacità di contrasto al terrorismo. Per rafforzare la cyber security è prevista una dotazione di 150 milioni. Al personale delle forze di polizia e delle forze armate, per il riconoscimento dell'impegno profuso per fronteggiare le eccezionali esigenze di sicurezza nazionale, viene corrisposto un contributo straordinario pari a 80 euro netti al mese. Persegue l'obiettivo di migliorare la sicurezza dei cittadini anche il programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana, per il quale sono stanziati 500 milioni- Il programma include anche lo sviluppo di pratiche per l'inclusione sociale, la

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realizzazione di nuovi modelli di welfare metropolitano, l'adeguamento delle infrastrutture legate ai servizi sociali. Cultura - vengono resi immediatamente utilizzabili dai Comuni 500 milioni per interventi di edilizia scolastica. Ai giovani che nel 2016 compiono 18 anni si attribuisce una Carta elettronica di importo di 500 euro, da utilizzare per l'ingresso a musei, teatri, cinema, mostre. Viene inoltre incrementato di 50 milioni di euro il Fondo per la concessione di borse di studio. Carta famiglia - la card, istituita a partire dal 2016, è rivolta alle famiglie che ne fanno richiesta, costituite da cittadini italiani o stranieri regolarmente residenti in Italia con almeno tre figli minori a carico. La carta, emessa dai Comuni secondo criteri fissati con un successivo decreto ministeriale, viene erogata in base all'ISEE e consente l'accesso a sconti o tariffe agevolate per l'acquisto di beni e servizi. La card può essere utilizzata anche per costituire gruppi di acquisto familiare, gruppi di acquisto solidale o per usufruire di biglietti o abbonamenti familiari a servizi di trasporti, culturali, sportivi, turistici. I partner potranno valorizzare la loro partecipazione all'iniziativa a scopi promozionali o pubblicitari.

Pareggio di bilancio nella Costituzione La Legge Costituzionale n.1/2012 sull’’Introduzione del principio dell’e uilibrio di bilancio nella Carta costituzionale’ e quella ‘rinforzata’ (L. n. 243/2012) hanno riformato la Costituzione introducendo e dettagliando il principio dell’equilibrio di bilancio in conformità con le regole europee. La nuova legislazione nazionale recepisce i princìpi del Patto di Stabilità e Crescita, modificato dal regolamento UE n. 1175/2011 (Six Pack), e sancisce che il pareggio di bilancio si ottiene qualora il saldo strutturale eguagli il livello dell’Obiettivo di Medio Periodo (MTO), la cui definizione viene rimandata ai criteri stabiliti dall’ordinamento dell’Unione Europea. A fronte della volontà di procedere al pagamento della componente residua dei debiti pregressi della P.A e di avviare un ambizioso programma di riforme strutturali, il Governo si impegna a rispettare il piano di rientro verso gli obiettivi programmatici coincidenti con il quadro di finanza pubblica programmatico delineato nel DEF. Il rallentamento del raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2014 viene compensato dall’impegno del Governo, a partire dal 2015, ad attuare un piano di rientro che permetta di raggiungere pienamente l’obiettivo nel 2016. L’art. 3, comma 4 della L. n. 243/2012 e il regolamento UE n. 1175/2011, all’art. 5, prevedono esplicitamente una forma di flessibilità sul calendario di convergenza verso l’Obiettivo di medio periodo in presenza di riforme strutturali significative che producano un impatto positivo sul bilancio nel medio periodo, anche attraverso un aumento della crescita potenziale, e quindi sulla sostenibilità di medio-lungo periodo delle finanze pubbliche. Tali riforme sono valutate dalla Commissione con riferimento alla loro coerenza con gli orientamenti europei di politica economica. La deviazione temporanea dal percorso di convergenza verso obiettivi di medio periodo è consentita a condizione che sia mantenuto un opportuno margine di sicurezza rispetto al valore di riferimento del rapporto deficit/PIL e che la posizione di bilancio ritorni all’Obiettivo di Medio Periodo entro il periodo coperto dal Programma di Stabilità. Revisione della spesa pubblica Per il Governo, la revisione della spesa pubblica costituisce una primaria riforma strutturale dei meccanismi di spesa e di allocazione delle risorse, da attuare attraverso una sistematica verifica e valutazione delle priorità dei programmi e d’incremento dell’efficienza del sistema pubblico. I principali interventi riguardano: a) i trasferimenti alle imprese; b) le retribuzioni della dirigenza pubblica, che appaiono elevate nel confronto con la media europea; c) la sanità, con una particolare attenzione agli elementi di spreco, nell’ambito del cosiddetto ‘Patto per la Salute’ con gli enti territoriali, e tramite l assunzione di misure contro le spese c e eccedono significativamente i costi standard; 26

d) i ‘costi della politica’ e) le auto di servizio e i costi dei Gabinetti dei ministri e degli altri uffici di diretta collaborazione; f) gli stanziamenti per beni e servizi, attualmente molto consistenti, sui quali si rendono necessari rilevanti interventi di controllo (la presenza nel nostro Paese di circa 30 mila stazioni appaltanti può dar luogo a evidenti inefficienze). A fronte di ciò, si devono concentrare gli appalti pubblici in capo alla CONSIP e ad alcune altre centrali di acquisto presso le Regioni e le Città Metropolitane consentendo di ottenere dei risparmi già nel medio periodo. Risparmi sono anche possibili a seguito del miglioramento nella puntualità dei pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni, che dovrebbe avere un effetto favorevole sui prezzi di acquisto; g) la gestione degli immobili pubblici; h)la riduzione delle commissioni bancarie pagate dallo Stato per la riscossione dei tributi; i) il migliore coordinamento delle forze di polizia, evitando sovrapposizioni nei comparti di specialità; j) la razionalizzazione degli enti pubblici, e procedure di fatturazione e pagamento telematici e la concentrazione dei centri di elaborazione dati delle pubbliche amministrazioni; k) le numerose partecipate degli enti locali esamindo le loro funzioni con la prospettiva di una sostanziale riduzione o eliminazione delle stesse; l) revisione delle spese per la Difesa, anche considerando le eventuali conclusioni di un apposito ‘Libro Bianco’, nella consapevolezza c e l’elevato debito pubblico consente all’Italia investimenti più limitati anche in questo settore; m) una mirata revisione dei costi di Autorità indipendenti e Camere di Commercio.

Obiettivi di risparmio complessivi nuova spending review (DL 66/2014 )

2014 2015 Dal 2016

4,5 mld 17 mld 32 mld

Il pagamento dei debiti pregressi della Pubblica Amministrazione Dal 2013 il Governo si è fortemente impegnato a disporre gli strumenti necessari per assicurare un percorso che consenta di rispettare, a regime, la direttiva europea sui tempi di pagamento, che prevede pagamenti a 30 gg. I provvedimenti, a partire dal decreto legge n. 35/2013 (conv. in legge n. 64/2013), passando per il decreto legge n. 102/2013 (L. n. 124/2013), per arrivare al decreto legge n. 66/2014 (conv. in legge n. 89/2014), si muovo lungo tre direttrici:  completare il pagamento dei debiti commerciali residui;  favorire la cessione dei debiti commerciali certificati a intermediari finanziari e potenziare le vigenti modalità di compensazione con crediti tributari e contributivi;  potenziare il monitoraggio dei debiti e dei relativi tempi di estinzione, anche per assicurare il rispetto della direttiva europea sui termini di pagamento. Per smaltire lo stock di debiti accumulato, senza incidere sulla dimensione del deficit di bilancio, è stato previsto:  l’aumento della dotazione del fondo per assicurare la liquidità alle regioni e agli enti locali per il pagamento dei debiti commerciali, istituito con il decreto legge n. 35 del 2013;  la riduzione dei debiti commerciali delle società partecipate dagli enti locali attraverso l’ulteriore incremento del predetto fondo per fornire agli enti stessi anticipazioni finanziarie;

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 la concessione di anticipazioni di liquidità per il pagamento dei debiti inclusi nei piani di riequilibrio finanziario pluriennale dei comuni in squilibrio strutturale;  misure per favorire il riequilibrio della gestione di cassa del settore sanitario ampliando il perimetro dei debiti sanitari finanziabili con anticipazioni di liquidità. Nel DEF 2014 il Governo afferma che per affrontare strutturalmente la questione dei tempi di pagamento della P.A. è necessaria una adeguata attività di monitoraggio e la predisposizione di strumenti che consentano di rilevare l’effettiva consistenza ed evoluzione dell’ammontare dei debiti. Ad oggi, è già previsto l’obbligo della fatturazione elettronica per tutte la P.A., compresi gli enti locali. In aggiunta sarà previsto che tutti i creditori della P.A. possano, tramite la piattaforma di certificazione dei crediti, fornire evidenza dei loro crediti anche nei confronti degli enti che passeranno alla fattura elettronica nel 2015. Queste innovazioni sono accompagnate da un processo di informatizzazione della P.A., già avviato per gli enti centrali, che consenta di monitorare l’intero ciclo di vita delle fatture (ricezione, registrazione, pagamento o eventuali contestazioni). Ciò permetterà di disporre della piena conoscenza dei flussi di formazione dell’indebitamento e di verificare l’effettiva attuazione della direttiva europea sui pagamenti. Per questo è stato disposto: i) l’obbligo per le Amministrazioni di protocollare le fatture all’atto del ricevimento e di annotarle nel registro delle fatture; ii) l’obbligo di allegare alle relazioni ai bilanci consuntivi o di esercizio un prospetto che attesti l’importo dei pagamenti relativi a transazioni commerciali effettuate dopo la scadenza dei termini previsti dalla Direttiva europea in materia di tempi di pagamento, nonché il tempo medio dei pagamenti effettuati; iii) un meccanismo incentivante per gli enti locali soggetti al patto di stabilità interno; iv) un meccanismo sanzionatorio per le Amministrazioni pubbliche che registrano ritardi oltre una certa soglia temporale nei pagamenti dei debiti. Contribuisce in maniera sostanziale, infine, l’armonizzazione della contabilità e dei bilanci degli enti territoriali, già avviata in fase sperimentale e divenuta definitiva dal 1 gennaio 2016.

Tali misure sono state inserite nel decreto-legge n. 66/2014 (L. n. 89/2014), il quale prevede: · l’anticipo al 31 marzo 2015 della fatturazione elettronica per gli enti locali; · l’obbligo, a partire dal 1° luglio 2014, di registrare le fatture sulla PCC e di gestire su tale piattaforma l’intero ciclo passivo (pagamenti, anticipazioni, certificazioni, ritardi); · l’obbligo di certificare i tempi medi di pagamento delle fatture in allegato al rendiconto; · sanzioni per gli enti locali che registrano ritardi eccessivi nel pagamento delle fatture (90gg nel 2014 e 60gg nel 2015). “Nelle intenzioni del Governo, il pagamento della componente residua dei debiti pregressi della P.A. ha come finalità quella di rispondere alle gravi condizioni cicliche che hanno colpito l’economia italiana nel corso dell’ultimo biennio e di mitigare le restrizioni sulla li uidità comuni a molte imprese. Tuttavia, come descritto sopra, l’intervento non si limiterà al solo pagamento dei debiti commerciali in essere ma abbrevierà i tempi di pagamento in linea con le regole europee, dando luogo a effetti positivi di riduzione delle barriere all’entrata come stimato recentemente dalla Commissione Europea. Proseguendo su questa direzione, il DL 78/2015 (art. 8) stanzia ulteriori 2 miliardi di euro sul Fondo istituito ai sensi del DL 35/2013, volto a favorire il pagamento dei debiti certi liquidi ed esigibili maturati a tutto il 31/12/2014 da parte degli enti locali.

Delega fiscale Con la legge 11 marzo 2014, n. 23 è stata approvata la legge delega recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita. La cosiddetta legge delega fiscale ha lo scopo di: · semplificare il rapporto tra il fisco e i contribuenti;

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· prevedere la revisione sistematica delle ‘spese fiscali’; · rivedere l’imposizione sui redditi d’impresa e i regimi forfetari per i contribuenti di minori dimensioni; assicurare la stabilità delle regole fiscali e la certezza del diritto; · riformare il catasto dei fabbricati per correggere le sperequazioni delle attuali rendite e ripristinare un sistema equo e trasparente di determinazione delle basi imponibili di natura catastale; · migliorare il funzionamento del contenzioso e della riscossione dei tributi degli enti locali; · tutelare l’ambiente attraverso nuove forme di fiscalità energetica e ambientale che possano consentire anche la riduzione del prelievo sui redditi; · migliorare la trasparenza e l’accessibilità alle procedure fiscali attraverso la revisione delle norme in materia di tutoraggio e ‘cooperative compliance’. Il termine del 27 marzo 2015 inizialmente previsto per l’attuazione della delega è stato prorogato di sei mesi, mentre per la riforma del catasto occorreranno almeno 4 anni. “Allineando i valori catastali ai valori economici reali, il nuovo Catasto permetterà di correggere i problemi di equità orizzontale e verticale determinato dal sistema vigente in materia di imposizione sugli immobili. Il nuovo processo estimativo abbandonerà il sistema che classifica gli immobili su categorie e classi e si baserà solo su due classificazioni di fabbricati, «ordinari» e «speciali». A ogni unità immobiliare sarà attribuita una rendita e un relativo valore patrimoniale. Le unità immobiliari saranno individuate non più attraverso il sistema attuale basato sul numero dei vani disponibili nell’unità, ma mediante il pi oggettivo criterio della superficie misurata in metri uadrati. Rilevata la superficie di ogni immobile, le rendite e i valori patrimoniali saranno determinati per gli immobili «ordinari» applicando apposite funzioni statistiche che mettano in relazione il reddito e il valore medio ordinario di mercato con le specifiche caratteristiche legate alla posizione dell’immobile e ad altri fattori in grado di aumentarne o diminuirne il valore complessivo. Per determinare i valori dei fabbricati «speciali» si procederà mediante stima diretta, mentre le relative rendite saranno calcolate applicando saggi di redditività media ai valori patrimoniali. Una revisione generale degli estimi potrà essere effettuata ogni dieci anni e con cadenza uin uennale saranno adottati coefficienti di adeguamento” (PNR 2015, pag. 15). Di particolare interesse per gli enti locali è la riforma della riscossione, da tempo attesa nel panorama normativo in quanto l’attuale sistema di riscossione alternativo ad Equitalia è fondato sul Regio Decreto del 1939, del tutto inadeguato a rispondere all’esigenza di garantire celerità, efficacia della riscossione e tutela del contribuente. L’improrogabilità e l’urgenza di un riordino della materia appare quanto mai inderogabile considerata l’entrata a regime della riforma dell’ordinamento contabile (cosiddetta “armonizzazione”), prevista dal d.Lgs. n. 118/2011, con la quale si limita la spendita di risorse degli enti locali a quelle che effettivamente vengono riscosse in un arco temporale di cinque anni. Migliorare la capacità di riscossione equivale quindi a garantire maggiori risorse ai bilanci comunali per assicurare lo svolgimento dei servizi cui sono preposti.

La revisione del prelievo locale Il prelievo sugli immobili è stato interessato negli ultimi anni da frequenti modifiche normative. già la Legge di Stabilità per il 2014 ha introdotto una revisione della tassazione degli immobili finalizzata a rafforzare il legame fra l’onere dell’imposta e il corrispettivo ricevuto sotto forma di servizio locale. Il nuovo tributo IUC (Imposta Unica Comunale) si articola su una componente di natura patrimoniale (IMU- Imposta Municipale Propria) e una relativa ai servizi fruiti dal proprietario o dal possessore dell’immobile (TASI – Tributo per i Servizi Indivisibili e TARI – Tassa sui Rifiuti). Il quadro dei tributi locali sugli immobili si presenta quindi estremamente articolato e prevede, oltre alle imposte sulle proprietà e sui servizi e a una addizionale comunale all’IRPEF, anche una serie di tributi minori e canoni sull’occupazione di spazi e aree pubbliche e sulla diffusione dei messaggi pubblicitari. Per semplificare il quadro dei tributi locali sugli immobili e ridurre i costi di compliance per i contribuenti, il Governo ha introdotto nel 2015 la local tax, che ha unificato IMU e TASI e semplificato il numero delle imposte comunali. A regime, le risorse a disposizione degli enti locali per il finanziamento della spesa non dipendono più dai costi effettivamente sostenuti, che possono inglobare inefficienze, ma da quelli che dovrebbero sostenere se si allineassero a un fabbisogno standard. I fabbisogni standard, assieme alle capacità fiscali (ovvero il gettito che ciascun ente potrebbe ottenere applicando un’aliquota standard alle proprie 29

basi imponibili) rappresentano i cardini su cui costruire i nuovi meccanismi per la perequazione delle risorse – così come delineati dalla legge delega sul federalismo fiscale - per assicurare il finanziamento integrale delle funzioni fondamentali e dei livelli essenziali delle prestazioni inerenti i diritti civili e sociali.

Gli obiettivi della Regione Puglia e il riordino istituzionale

La Regione Puglia, con Deliberazione n. 4 del 21-01-2016 ha approvato il DEFR 2016, articolato in due parti. La prima contiene una descrizione sintetica del contesto economico internazionale, europeo, nazionale e regionale che ha portato alla definizione delle azioni operative che caratterizzeranno l'azione del Governo regionale. E' descritto l'assetto organizzativo dell'ente, le politiche di bilancio regionali, la programmazione comunitaria 2014-2020, le politiche di contenimento della spesa, etc.. La seconda parte del documento riporta gli obiettivi strategici distinti per aree di intervento, che ricalcano la strutturazione per Dipartimenti e Sezioni della regione Puglia. Per ogni obiettivo, vengono indicate le azioni atte a perseguirne il raggiungimento, nonché, relativamente a queste ultime, la spesa prevista, gli strumenti e le modalità di attuazione, i risultati attesi delle politiche per l'anno 2016 ed il triennio 2016-2018, le modalità di finanziamento, i destinatari, gli indicatori e i target nel rispetto del principio della trasparenza e della comprensibilità. Il POR Puglia 2014-2020 prevede una strategia integrata incentrata sui seguenti aspetti: a) focus prioritario sull'ampliamento dell'occupazione sia in termini di mantenimento dei livelli attuali, sia soprattutto di creazione di nuovi e stabili posti di lavoro; b) rafforzamento delle politiche economiche, sociali ed ambientali per elevare la competitività del sistema produttivo e la qualità della vita dei cittadini pugliesi; c) promozione della strategia regionale di specializzazione intelligente orientata a sostenere gli obiettivi di innovazione a livello industriale, ambientale, urbano, sociale. Le risorse finanziarie del POR Puglia per il periodo 2014-2020 ammontano, per la parte comunitaria, a 3.560.479.496,13 euro (2.788.070.046,87 euro quota FESR e772.409.449,26 euro quota FSE) e costituiscono il 50% dell'ammontare complessivo delle risorse a disposizione (attraverso l'ulteriore quota del 50% rinveniente dal contributo nazionale). Vale ricordare come la regione Puglia sia stata l'unica delle maggiori regioni meridionali a mantenere il cofinanziamento nazionale dei programmi comunitari al 50% confidando nella consolidata capacità di spendita degli stessi.

Il POR Puglia 2014-2020: sintesi delle priorità strategiche Il Programma Operativo della regione Puglia 2014-2020 è stato elaborato tenendo conto di quanto disposto dal Regolamento (UE) n. 1303/2013, che individua 11 obiettivi tematici alla base dell'attuazione della politica di coesione, allineati a loro volta alle priorità e agli obiettivi della strategia Europa 2020. Ciascun obiettivo tematico, all'interno dei programmi attuativi, è stato declinato in Assi che contengono al loro interno Priorità' d'investimento e Linee di Intervento. A ciò si aggiunge un asse specifico inerente lo sviluppo urbano e territoriale costruito in attuazione degli artt. 7-8 del Reg.1301/2013. La definizione del Programma è stata predisposta: a) tenendo conto degli obiettivi di Europa 2020, nonché delle priorità comunitarie e nazionali di sviluppo (per il Paese quelle contenute nel Piano Nazionale di Riforma); b) secondo gli indirizzi, la metodologia e le priorità strategiche definite dal documento dell'allora Ministro della Coesione Territoriale Fabrizio Barca "Metodi ed Obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari nel 2014-2020"; c) sulla base degli indirizzi definiti per l'Italia dalla Commissione Europea nei documenti e nei Regolamenti ufficiali inerenti la nuova programmazione. In particolare, le scelte di programmazione sono state definite tenendo conto delle osservazioni e delle proposte scaturite nel corso dei tavoli di concertazione con il partenariato istituzionale e socioeconomico, nonché delle scelte prioritarie individuate dal Governo regionale incentrate sui seguenti aspetti:

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a) mettere al centro degli interventi l'obiettivo dell'ampliamento del mercato del lavoro sia in termini di mantenimento dei livelli attuali, sia soprattutto di creazione di nuovi e stabili posti di lavoro; b) rafforzare le politiche economiche, sociali ed ambientali che hanno già dato risultati positivi negli ultimi anni ed intervenire per risolvere alcune aree di criticità che hanno connotato l'attuazione dell'attuale ciclo di programmazione; c) rafforzare il carattere integrato dell'utilizzo dei fondi comunitari, a partire dalla scelta di predisporre un unico Programma multifondo per la gestione congiunta e coordinata del FESR e del FSE. In questo scenario la strategia definita nel Programma punta a creare nel periodo 2014-2020 una Puglia: più attrattiva per imprese e giovani talenti; più competitiva attraverso tutte le forme di innovazione tecnologica, sociale e territoriale; più inclusiva verso i soggetti più deboli; più consapevole e responsabile verso l'ambiente e la propria cultura e tradizione; più connessa nel contesto nazionale ed internazionale, ed in particolare nel Mediterraneo; più integrata nelle politiche di sviluppo per convergere e sostenersi reciprocamente. Di seguito si riporta una descrizione sintetica dei contenuti relativi agli Assi in cui è suddiviso il POR Puglia 2014-2020.

L'asse prioritario I (OT 1): Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione SmartPuglia2020, la Smart Specialisation Strategy della regione Puglia, mira a determinare e accompagnare un riposizionamento del sistema produttivo regionale, finalizzato a potenziarne la competitività sui mercati globali e a promuovere occupazione maggiormente qualificata e benessere diffuso. Obiettivo specifico dell'Asse I è quello di sviluppare programmi e interventi nel campo della ricerca industriale e dell'innovazione aventi a riferimento i paradigmi della "open innovation" e della "quadrupla elica" (ampio coinvolgimento e partecipazione di imprese, centri di ricerca, PA e cittadini), attraverso tipologie di interventi che consentano di: *** stimolare l'innovazione nelle piccole e medie imprese anche attraverso la sperimentazione e l'integrazione di tecnologie e di asset non tecnologici (organizzazione, marketing, design, creatività, ect); *** superare le difficoltà di accesso al mercato di risultati della ricerca, prototipi, nuovi processi e servizi anche attraverso la sperimentazione, la dimostrazione e l'utilizzo delle infrastrutture di ricerca; *** aumentare sia la capacità di assorbimento che di sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali (key enab.ling technologies), verso cui far convergere e rafforzare masse critiche di competenze e connettere a reti lunghe di collaborazione; *** accompagnare la creazione di nuova impresa creativa ed innovativa, anche attraverso l'accesso al capitale di rischio, e la capacità di attivare nuovi percorsi imprenditoriali connessi alle opportunità di nuovi mercati offerte dalle tecnologie emergenti (emerging technologies); *** realizzare interventi multidisciplinari e integrati guidati dalla domanda pubblica di innovazione promuovendo meccanismi di partecipazione diretta, emersione delle esigenze dal basso, inclusione dei diversi ambiti e competenze, connessione a sfide sociali e fabbisogni di efficienza delle risorse pubbliche, il riuso e la circolazione delle migliori pratiche; *** sperimentazione di nuovi strumenti di policy e delle potenziali sinergie con le altre politiche regionali, nazionali e comunitarie (sia di tipo diretto che indiretto). Nell'ambito dell'Obiettivo Tematico "Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione", la SmartPuglia2020 trova la sua applicazione attraverso:

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1) l'aggiornamento ed il completamento degli strumenti finalizzati a sostenere l'offerta di innovazione (aiuti per il rafforzamento degli attori del sistema innovativo regionale e della loro cooperazione) e la domanda pubblica di innovazione (appalti pubblici innovativi); 2) le integrazioni con il sostegno alla crescita digitale, la connessione tra bisogni formativi e professionali del sistema produttivo e l'offerta formativa a livello regionale e gli interventi di sostegno all'accesso al credito per l'investimento privato in ricerca e sviluppo; 3) la messa a disposizione di aiuti alla ricerca e all'innovazione per le imprese; sia per le grandi che per quelle di piccola e media dimensione.

L'asse prioritario II (OT II): Migliorare l'accesso, l'impiego e la qualità delle ICT In coerenza con l'Agenda digitale europea, con il quadro normativo nazionale vigente, nonché con quanto già dispiegato sul territorio pugliese, e con particolare riferimento agli obiettivi della strategia regionale di specializzazione intelligente La Regione Puglia intende rafforzare il sistema digitale regionale attraverso un'ancora piu forte integrazione tra infrastrutture qualificate, servizi e contenuti digitali ad alto valore aggiunto in grado di garantire sia cittadinanza, competenza ed inclusione digitali che crescita digitale in termini di economia della conoscenza e della creatività e creazione di condizioni favorevoli allo sviluppo di nuove imprese. In tal senso la Regione Puglia intende agire in maniera sinergica su ambiti quali: a) realizzazione delle infrastrutture abilitanti ed interoperabili, banda larga ed ultra larga, volta ad annullare il digital divide ed a fornire reti a banda ultralarga nelle aree industriali e nelle città di medio-grande dimensione; b) servizi e contenuti digitali pubblici ed alto valore aggiunto, anche nei settori della sanità, del turismo, della giustizia; c) diffusione della cultura e dell'uso dell'ICT, qualificazione del sistema dell'offerta di ICT regionale a favore dello sviluppo di servizi e contenuti digitali rivolti a cittadini ed imprese.

L'asse prioritario III (OT III): Competitività delle piccole e medie imprese La politica regionale di sostegno all'ampliamento ed alla qualificazione dei mercato del lavoro si basa in primo luogo sul rafforzamento della competitività del tessuto economico e imprenditoriale pugliese con particolare rilievo al sostegno agli investimenti materiali ed immateriali, a misure di sostegno all'accesso al credito, al rafforzamento dei processi di internazionalizzazione. Coerentemente con gli orientamenti comunitari e con la strategia che la regione ha adottato con particolare successo nella predisposizione ed attuazione di un articolato sistema di aiuti a finalità regionale, si mette a disposizione delle PMI operanti sul territorio pugliese un sistema di incentivi agli investimenti industriali mirato e selettivo. Nell'ambito degli interventi a sostegno della competitività delle PMI pugliesi, particolare rilievo continuano ad avere gli strumenti di miglioramento di accesso e di gestione del credito finalizzati a sostenere un più ampio e qualificato accesso al mercato dei capitali ed a rafforzare il sostegno a nuovi investimenti produttivi ed occupazionali; tale sostegno viene effettuato attraverso sia il ricorso a strumenti già attuati in passato con risultati positivi (come, ad esempio, nel caso del sostegno alle garanzie per sostenere l'accesso al credito bancario), sia mediante l'utilizzo di strumenti di finanza innovativa come quelli concernenti il capitale di rischio ed il sostegno ad alcune nuove forme obbligazionarie specificamente create per gli investimenti delle PMI (quali, ad esempio, i minibond).

L'asse prioritario IV (OT IV): Energia sostenibile e qualità della vita Gli obiettivi di Europa 2020 in tema di cambiamenti climatici ed energia non sono raggiungibili mediante semplici aggiustamenti del modo di produrre e consumare, ma richiedono una vera e propria transizione verso una società low carbon nella quale i vecchi modi di produzione e consumo sono soggetti a profondi cambiamenti. Il nuovo modello di green economy che occorre rafforzare anche in Puglia è incentrato su un utilizzo dei fondi comunitari che contribuisce alla individuazione di politiche e misure adatte a raggiungere gli obiettivi di lungo periodo conciliandoli con gli obiettivi di breve-medio termine, al fine di evitare i rischi connessi all'adozione di scelte, specialmente in campo infrastrutturale, che precludano o rendano difficile un cambiamento duraturo. 32

Il perseguimento di un nuovo sistema di green economy in Puglia è incentrato su diversi ambiti di intervento che trovano nell'attuazione dell’ Asse IV un rilievo strategico rispetto al più ampio Programma Operativo nel suo complesso. Una prima tipologia di azioni concerne il rafforzamento, rispetto a quanto già avviato con la programmazione 2007-2013, delle azioni di efficientamento energetico promosse sia dagli operatori pubblici, sia dalle PMI. Considerando che l'industria privata e le amministrazioni pubbliche sono responsabili di più dell'80% del consumo di energia e dei livelli di emissioni in atmosfera, le azioni finalizzate alla razionalizzazione e riduzione dei consumi energetici rivestono un ruolo strategico sia dal punto di vista ambientale, sia economico, a partire dalla riduzione dei fabbisogni. L'ulteriore incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili della Puglia negli ultimi anni contribuisce a sottolineare ulteriormente l'esigenza di assicurare sul territorio regionale una rete di distribuzione intelligente in grado di sostenere i consistenti flussi produttivi già raggiunti allo stato attuale e consentire un pieno e duraturo utilizzo di tale energia a favore di cittadini ed imprese: da qui la necessità di sostenere programmi di realizzazione di sistemi intelligenti di stoccaggio e di distribuzione di energia prodotta da fonti rinnovabili (smart grid) capaci di elevare i livelli di efficacia della produzione ed utilizzo di energia da rinnovabili già conseguiti in Puglia negli anni più recenti (le principali fonti di energia rinnovabile in fase di sviluppo in Puglia sono: l'energia eolica di cui la Puglia ospita il 25% della produzione nazionale; l'energia solare, di cui la Puglia conta per il 14% della capacità fotovoltaica in Italia; l'agroenergia, con 1'11% della produzione nazionale da biomassa). Tra i molteplici benefici ambientali ed economici del ricorso a tali nuovi reti e sistemi di distribuzione dell'energia prodotta, con particolare riferimento a quella da fonti rinnovabili, si segnala un consistente incremento dell'affidabilità e qualità nella fornitura dell'energia elettrica; una maggiore efficacia nella distribuzione dei flussi di energia e flessibilità nella gestione dei picchi della domanda (con conseguente minore necessità di nuovi impianti di generazione); miglior supporto alla diffusione delle energie rinnovabili e della mobilità elettrica, contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO2. Una terza area di intervento riguarda il settore della mobilità e dei trasporti sostenibili che riveste un ruolo particolarmente importante per quanto concerne il conseguimento degli obiettivi di Europa 2020 se si considera che il settore dei trasporti produce da solo la metà delle emissioni di polveri sottili (PM10) in Italia, di cui oltre il 65% connesso al trasporto stradale. L'Asse prevede pertanto azioni specifiche rivolte alla qualificazione dei percorsi di mobilità urbana con il duplice obiettivo di elevare la qualità della vita dei cittadini ed allo stesso tempo promuovere forme e modalità di trasporto pubblico e privato (per quanto concerne in particolare i flussi urbani di distribuzione delle merci) in grado di generare positivi impatti ambientali sul versante della riduzione delle emissioni e dei livelli di inquinamento.

Asse prioritario V (OT V): Adattamento al cambiamento climatico, prevenzione e gestione dei rischi La strategia dell'Asse corrispondente all'OT V riguarda in primo luogo gli interventi di messa in sicurezza di quella parte del territorio connotato da fenomeni di rischio idraulico ed idrogeologico, così come di erosione delle coste (la fascia costiera si estende per circa 985 km ed è costituita per il 29% da spiagge sabbiose, per il 31% da coste rocciose basse, per il 22% da alte falesie, e per il 9% da tratti antropizzati; il fenomeno dell'erosione riguarda sia i tratti di costa alta aggredita dai moti ondosi che minacciano crolli delle falesie anche in aree urbanizzate, sia i tratti di costa sabbiosa interessati da arretramento costante della linea di battigia che danneggia anche le attività di balneazione e turistico-alberghiere). In accordo con il nuovo Piano Paesaggistico Territoriale e con il Piano di Assetto Idrogeologico, nonché con l'Accordo di Programma per la mitigazione del rischio idrogeologico, la Regione interviene con il sostegno dell'Unione per ridurre la pericolosità del verificarsi di eventi dannosi, in particolare frane e alluvioni, attraverso il finanziamento degli interventi nelle aree che presentano i livelli di massimo rischio e per contrastare il fenomeno dell'erosione costiera, al fine di mettere in sicurezza e riqualificare il territorio. Una seconda macro tipologia di interventi riguarda la messa in sicurezza degli edifici collocati in aree a rischio sismico, anche in relazione agli edifici pubblici strategici destinati a centri funzionali ed operativi, così come lo sviluppo di sistemi di prevenzione sismica ,e delle calamità naturali.

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L'asse prioritario VI (OT VI): Tutela dell'ambiente e promozione delle risorse naturali e culturali L'Asse VI interviene in tema di valorizzazione delle risorse naturali e turistico-culturali. In tema di rifiuti, la strategia regionale contempla sia l'obiettivo di favorire la riduzione della produzione dei rifiuti sia quello d'incentivare i migliori modelli e strumenti per aumentare le percentuali di raccolta differenziata attraverso la riorganizzazione dei servizi. Inoltre s'intende promuovere l'adozione di Piani di Prevenzione della produzione di rifiuti in ambito ARO, incentivare la diffusione di pratiche di compostaggio domestico e di comunità, favorire la riduzione dei rifiuti nell'ambito delle mense pubbliche, ridurre la produzione di plastica attraverso l'acquisto di stazioni comunali di microfiltrazione dell'acqua pubblica, stimolare l'adozione di procedure per Acquisti Verdi nella PA oltre che avviare una campagna di comunicazione sul consumo sostenibile e la riduzione dei rifiuti. All'interno della strategia regionale occupa un posto di rilievo la realizzazione di sistemi di raccolta differenziata pneumatica e la costruzione di Centri di raccolta comunale o intercomunale di rifiuti urbani ed assimilati agli urbani differenziati. Previsto inoltre il rafforzamento delle dotazioni impiantistiche per il trattamento e per il recupero, anche di energia, in base ai principi di autosufficienza, prossimità territoriale e minimizzazione degli impatti ambientali. In questo senso è da considerare la realizzazione di impianti per il trattamento della frazione organica (con processo di digestione aerobico e/o anaerobico), la riconversione degli impianti pubblici di biostabilizzazione; l'installazione di impianti di trattamento e recupero di materie prime secondarie, il Revamping degli impianti pubblici esistenti; e la riattivazione dei CMRD pubblici non in esercizio. In linea con la strategia europea volta a migliorare l'ambiente urbano, il Programma persegue l'obiettivo di restituire all'uso produttivo aree inquinate, attraverso azioni mirate ad agevolare e supportare la bonifica, il disinquinamento, la messa in sicurezza secondo le priorità previste dal Piano Regionale di bonifica e realizzazione di infrastrutture per l'insediamento di imprese da collegare a progetti di sviluppo e occupazione. Nell'ambito della strategia regionale occupa uno spazio specifico il tema del miglioramento del Servizio ldrico Integrato per usi civili e la riduzione delle perdite di rete di acquedotto. In tal senso sono previsti interventi destinati alla realizzazione di opere per l'attuazione specifica del Piano d'Ambito, con particolare attenzione a quelli strategici, di accumulo e adduzione. Sono inoltre previsti interventi di potenziamento ed adeguamento del Servizio Idrico Integrato per ogni agglomerato in conformità al Piano di Tutela delle Acque. In programma anche incentivi all'installazione di sistemi di monitoraggio delle perdite di rete e di contabilizzazione dei consumi. Sono state inoltre programmate misure innovative in materia di risparmio idrico, depurazione per il contenimento dei carichi inquinanti, riabilitazione dei corpi idrici degradati attraverso un approccio ecosistemico. Un'azione specifica sarà poi rivolta all'integrazione e al rafforzamento dei sistemi informativi di monitoraggio della risorsa idrica. Ulteriori interventi saranno orientati sulle infrastrutture per il pretrattamento, stoccaggio e riutilizzo delle acque reflue depurate oltre che per convogliamento e stoccaggio delle acque pluviali. Complessivamente, la strategia di valorizzazione del patrimonio territoriale pugliese per il periodo 2014-2020 è orientata prioritariamente alla attuazione di interventi integrati in aree di attrazione culturale e naturale per la tutela e valorizzazione del patrimonio di cui tali aree sono dotate. La strategia è finalizzata a potenziare l'attrattività dei territori regionali attraverso il miglioramento delle condizioni di conservazione e fruizione delle risorse culturali e naturali e la loro integrazione. L'azione locale ed il coinvolgimento delle comunità dove contribuire in modo consistente all'attuazione di questa strategia. Costituisce parte integrante di quest’ultima l'estensione e la diversificazione delle filiere dell'industria culturale e creativa, al fine di determinare impatti rilevanti e spill-over territoriali nei processi di generazione produttiva e di trasformazione sociale. Le politiche per il turismo sono orientate a promuovere e valorizzare la fruizione di queste risorse, agendo in particolare sul versante della qualità dell'offerta di servizi. Vengono promossi prodotti turistici coerenti con la realtà regionale e con le sue potenzialità territoriali, anche attraverso la promozione di sistemi turistici locali e "club di prodotto" connotati da specializzazioni tematiche e territoriali. L'azione di sostegno al turismo, così come alle filiere economiche collegate alla fruizione delle risorse naturali e culturali, persegue la crescita della produttività delle imprese, il ricorso diffuso all'innovazione e la generazione di nuova imprenditorialità, la nascita di imprese sociali, ecc..

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Gli interventi effettuati nel campo della valorizzazione integrata del patrimonio territoriale promuove il pieno coinvolgimento del tessuto produttivo, lo sfruttamento di economie di distretto, economie di scopo, la generazione di nuova imprenditorialità, la formazione di partenariati pubblico-privati. Un effetto atteso di questi interventi è anche la crescita di attrattività e di identità del territorio pugliese nello spazio mediterraneo e nella euroregione adriatica. Specificamente, inoltre, l'azione sulla valorizzazione culturale è diretta a favorire l'inclusione sociale, intesa come accesso di tutti i cittadini ai diritti necessari "per partecipare pienamente alla vita economica, sociale e culturale". La strategia da intraprendere in questo campo, pertanto, è finalizzata a potenziare il ruolo degli istituti di cultura e, in particolare, delle biblioteche per il miglioramento della qualità di vita dei cittadini e di accesso e fruibilità ai servizi necessari per l'esercizio dei diritti di cittadinanza.

L'asse prioritario VII (OT VII): Mobilità sostenibile di persone e merci Le politiche per la mobilità efficiente e sostenibile che la Puglia intende promuovere nel presente ciclo di programmazione sono finalizzate ad accelerare l'evoluzione delle comunità locali verso lo sviluppo sostenibile, la coesione sociale e la competitività del sistema produttivo locale. L'obiettivo di fondo di questa strategia, coerentemente con gli indirizzi europei e nazionali e in continuità con il precedente ciclo di programmazione, è il completamento e il perfezionamento di una rete regionale per il trasporto di passeggeri e di merci fondata sulla comodalità (uso della combinazione di mezzi che garantiscono le condizioni di spostamento più efficienti e, quindi, anche più sostenibili sotto il profilo ambientale) e sull'integrazione. L'integrazione, in particolare, riguarda diversi aspetti: l'integrazione tra infrastrutture e tra servizi di sistema o di rango differenti, ma anche integrazione paesaggistica, mirando a soluzioni che non solo evitino danni al rinomato paesaggio pugliese ma offrano un significativo contributo alla sua valorizzazione. Le linee tematiche di intervento che caratterizzano l'asse trasporti nel ciclo di programmazione 2014 - 2020, sono: le reti ferroviarie integrate, le infrastrutture immateriali intelligenti per la mobilità, la compatibilità ambientale delle modalità di spostamento di passeggeri e merci. Sempre per quanto riguarda il traffico merci, si opererà per il consolidamento delle piattaforme logistiche a servizio dei sistemi produttivi locali presso centri merci, incentivando, ad esempio, forme di trasporto internodale.

L'asse prioritario VIII (OT VIII): Occupazione In continuità con gli interventi realizzati attraverso il Piano Straordinario per il lavoro, la Regione considera prioritario incrementare i livelli occupazionali, riducendo il differenziale esistente tra regione Puglia e Italia, in accordo con il primo obiettivo della strategia Europa 2020, con il Position Paper realizzato dai Servizi della Commissione per l'Italia, nonché con le Raccomandazioni specifiche del Consiglio sul programma nazionale di riforma 2013, nell'ambito del mercato del lavoro e dei percorsi di istruzione e formazione (raccomandazione n.4), dello sviluppo del mercato dei capitali (raccomandazione n.3) e della riforma dell'amministrazione pubblica (raccomandazione n.2). Poiché l'occupazione viene considerata elemento imprescindibile per la ripresa economica, la strategia regionale nel periodo 2014-2020 è orientata prioritariamente a incrementare, in termini qualitativi oltre che quantitativi, l'offerta di occupazione attraverso interventi di incentivazione all'occupazione stabile e di lunga durata e alla stabilizzazione del lavoro precario anche nell'ottica di contribuire al conseguimento dell'obiettivo del lavoro come "diritto di cittadinanza", a realizzare interventi di politica attiva che incoraggino la creazione di nuove imprese e lo spirito imprenditoriale, a promuovere misure di supporto all'incontro tra domanda e offerta all'interno del mercato del lavoro, nonché di rafforzamento dell'offerta qualificata di occupazione attraverso politiche di sviluppo delle competenze e del capitale umano. Tali interventi risultano complementari a quelli rivolti ad incrementare la competitività delle imprese, ad innalzare le capacità di crescita del sistema produttivo, anche attraverso l'accrescimento degli investimenti in R&S e il miglioramento delle infrastrutturazioni e delle economie esterne. Le misure previste da tale Asse sono, inoltre, coerenti con quelle programmate all'interno del Programma Operativo Nazionale Occupazione e al Piano italiano di attuazione della Garanzia per i Giovani. Inoltre, il Programma si prefigge di rafforzare l'occupabilità dei giovani e delle donne, nonché degli immigrati e delle persone con disabilità, in accordo con il principio di non discriminazione, di promuovere forme organizzative a sostegno dei lavoratori anziani e dell'invecchiamento attivo, di 35

ridurre il numero dei disoccupati e in particolar modo di quelli di lunga durata, di migliorare il funzionamento dei Centri per l'impiego.

L'asse prioritario IX (OT IX): Inclusione sociale e lotta alla povertà All'incremento dei livelli di disoccupazione e al conseguente peggioramento delle condizioni economiche, si accompagnano problematiche di tipo sociale. Particolarmente critico per la regione Puglia, è il trend dell'indicatore relativo alla popolazione a rischio povertà. Difficoltà permangono nell'ampliamento dei servizi per l'infanzia. In maniera speculare cresce il numero di persone anziane che necessitano di cure e che non trova ancora adeguati livelli di servizio. Con riferimento agli interventi in favore della popolazione straniera, la regione Puglia sostiene una spesa pro capite superiore al dato del Mezzogiorno e alla media nazionale. Rispetto ai servizi socio-sanitari, la Regione ha chiuso il 2013 con un bilancio in attivo sul fronte della spesa, dopo gli sforzi messi in atto per l'attuazione del Piano di Rientro Sanitario, cui le politiche di coesione hanno contribuito attraverso il sostegno all'avvio della trasformazione del sistema verso un modello caratterizzato dalla presenza di presidi territoriali con elevati standard di qualità dei servizi, garantiti dal rafforzamento della dotazione tecnologica. In particolare, con il FSE, la regione Puglia si prefigge di ridurre la povertà e l'esclusione sociale attraverso l'innovazione sociale, di incrementare l'occupabilità e la partecipazione al mercato del lavoro, attraverso percorsi integrati e multidimensionali di inclusione attiva delle persone maggiormente vulnerabili (vittime di violenza o grave sfruttamento e a rischio di discriminazione). Il FSE sarà utilizzato, inoltre, per il finanziamento di interventi volti a migliorare l'offerta di servizi sociali, anche a carattere innovativo, a beneficio delle persone in difficoltà, nell'ottica di un processo di presa in carico che non sia meramente assistenziale ma preveda un percorso di inclusione attiva, che favorisca il reinserimento lavorativo, fondamentale fattore di inclusione per le persone maggiormente svantaggiate, in coerenza con la Raccomandazione del 3 ottobre 2008 della Commissione europea. La Regione attribuisce un ruolo di fattore produttivo alle politiche sociali che costituiscono un investimento concreto per promuovere uno sviluppo economico inclusivo, in particolare nei confronti delle componenti più deboli della società, come coloro che patiscono disabilità fisiche e/o mentali e le loro famiglie, nonché delle persone che vivono condizioni di emarginazione a causa di eventi che ne hanno precluso la collocazione o ricollocazione nella società, come ex detenuti, persone vittime di violenza o di tratta, gruppi soggetti a discriminazioni, minoranze. Il FESR, invece, impegnerà risorse per il potenziamento e la riqualificazione del patrimonio abitativo e per il recupero di alloggi dei Comuni e degli ex IACP al fine di incrementare la disponibilità di alloggi sociali, anche mediante la sperimentazione di modelli innovativi di cohousing sociale e di abitare sostenibile. A ciò si aggiunge un intervento specifico per la riqualificazione delle abitazioni del patrimonio pubblico e privato. A questo riguardo saranno ammissibili interventi rivolti a rimuovere le barriere architettoniche per lo svolgimento della vita in ambiente domestico, in condizioni di autonomia possibile, per persone non autosufficienti, prioritariamente in condomini ad elevata densità abitativa, e interventi finalizzati a sperimentare l'implementazione di dispositivi per l'AAL — Ambient Assisted Living - nelle abitazioni del patrimonio residenziale pubblico. Una misura specifica sarà orientata al potenziamento di una anagrafe unica regionale degli assegnatari di edilizia residenziale pubblica, per contrastare il rischio di frodi e migliorare la gestione delle priorità di accesso agli alloggi sociali. Un obiettivo specifico è quello rivolto all'aumento della legalità nelle aree ad alta esclusione sociale e al miglioramento del tessuto urbano nelle aree a basso tasso di legalità, favorendo percorsi di rigenerazione urbana e sociale. Il FSE mira alla promozione di networking, di servizi e azioni a supporto di enti pubblici e organizzazioni del Terzo Settore per la gestione di beni confiscati alle mafie. Previsto inoltre il sostegno della funzione educativa nella famiglia, nelle scuole e nelle comunità locali, con il coinvolgimento delle organizzazioni del Terzo Settore e della cittadinanza attiva senza trascurare un impegno specifico nel supporto della attività di animazione sociale e partecipazione collettiva di ricostruzione della identità dei luoghi e delle comunità. Il FESR, invece, finanzia interventi per il sostegno di aziende confiscate alle mafie per la promozione sociale ed economica oltre che Interventi di recupero funzionale e riuso di vecchi immobili e di beni confiscati alle mafie, in collegamento con attività di animazione sociale e partecipazione collettiva.

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L'asse prioritario X (OT X): Istruzione e formazione Il secondo indicatore della strategia Europa 2020 è rappresentato dal tasso di abbandono prematuro dei percorsi di istruzione e formazione da parte dei ragazzi con età compresa tra 18 e 24 anni. Il settore dell'istruzione ha fatto registrare significativi miglioramenti nel corso degli ultimi anni, grazie ai quali la Puglia si è avvicinata di molto al target previsto per la nuova fase di programmazione. Nello specifico, si osserva una sensibile riduzione del tasso di abbandono scolastico, analogamente, il numero dei NEET si è ridotto. Positivi sono inoltre i risultati riferiti alle competenze degli studenti, tale andamento è confermato dalla rilevazione OCSE-PISA 2012, secondo la quale la Puglia presenta valori pressoché simili a quelli del Centro del Paese e nettamente superiori a quelli delle altre Regioni della Convergenza. Emergono, quindi, i principali filoni d'intervento della strategia regionale per il periodo 2014-2020: per un verso è necessario insistere sull'istruzione primaria e secondaria, al fine di migliorare ulteriormente i risultati conseguiti sul versante delle competenze e degli abbandoni scolastici e concludere il processo di costruzione di un sistema scolastico di qualità, che, a regime, sia inclusivo, in particolare nei confronti degli studenti a più alto rischio di dispersione, e allo stesso tempo sia in grado di fornire indirizzi e competenze che consentano ai ragazzi di entrare nel mercato del lavoro oppure di proseguire con percorsi di formazione universitaria o professionale.

L'asse prioritario XI (OT XI): Capacità istituzionale e amministrativa La strategia Europa 2020 fa chiaramente emergere quanto e come il rafforzamento della capacità amministrativa (RCA) rappresenti inevitabilmente una condizione decisiva in qualunque intervento rivolto alla crescita ed alla coesione. In tal senso, la Regione non potrà prescindere da azioni che potenzino la qualità delle risorse umane (skills), le caratteristiche dell'organizzazione, la solidità dei sistemi di performance management, il livello di digitalizzazione, ma anche la gestione delle relazioni interistituzionali e delle relazioni con gli stakeholder. In effetti, l'obiettivo di una Pubblica Amministrazione efficiente e al servizio delle politiche di sviluppo va ad inserirsi in un percorso già tracciato anche dalla Commissione Europea nel Position Paper sull'Italia; il Programma Nazionale di Riforma (PNR) pone il proprio accento sull'esigenza del contributo della Pubblica Amministrazione allo sviluppo economico e sociale del Paese. Nello specifico, la Regione imposta sinergicamente la propria azione su diverse linee di intervento: la riduzione degli oneri burocratici (semplificazione), la prevenzione ed il contrailo della corruzione e la trasparenza (in aggiunta ai provvedimenti relativi alla digitalizzazione), nonché il maggiore ricorso a modalità di intervento condivise, basate sul coinvolgimento dei territori e al network di attori strategici che su questo agiscono.

L'asse prioritario XII (OT XII): Sviluppo urbano e sostenibile Si intende realizzare prototipi di interventi a contenuto fortemente innovativo rispetto sia alle prassi correnti sia anche al livello medio degli interventi di rigenerazione urbana realizzati nello scorso ciclo di programmazione. Si prevede di realizzare azioni integrate in centri urbani di medie dimensioni, anche mediante interventi pilota o sperimentali, in aree periferiche e marginali interessate da degrado degli edifici e degli spazi aperti, ivi compresi i contesti urbani storici e le aree dismesse, parzialmente utilizzate e degradate. Interventi, quindi, che possano svolgere un ruolo di sprone ai fini della diffusione della riqualificazione di quartieri periferici delle città medie, interpretando la sostenibilità soprattutto in chiave ecologica, con particolare riferimento a: ridisegno e modernizzazione di infrastrutture e servizi urbani per i residenti e gli utilizzatori delle città, riducendo il consumo delle risorse naturali e delle varie forme di inquinamento e assicurando una gestione sostenibile; sviluppo della mobilità sostenibile, anche in integrazione con interventi di ripermeabilizzazione degli spazi pubblici finalizzati a ridurre il rischio idrogeologico; realizzazione, manutenzione e rinaturalizzazione di infrastrutture verdi anche per la fruizione collettiva; rafforzamento delle connessioni infrastrutturali e delle attrezzature a scala territoriale; miglioramento della qualità del territorio attraverso la messa in sicurezza, l'aumento della resilienza dei territori più esposti a rischio idrogeologico e di erosione costiera, la manutenzione e rinaturalizzazione di infrastrutture verdi e servizi ecosistemici; promozione di forme di cittadinanza attiva, realizzazione e gestione di interventi per lo sviluppo locale.

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I problemi di vivibilità dell'ambiente urbano, connessi all'inquinamento atmosferico, alla congestione del traffico, alla cattiva qualità dello spazio edificato, alla presenza di suoli e immobili abbandonati, alle emissioni di gas serra, alla produzione di rifiuti e di acque reflue, sono particolarmente complessi e interrelati. Per questa ragione richiedono un approccio integrato, che, attingendo a diverse priorità di investimento e a diversi obiettivi tematici, siano progettate in maniera unitaria e pertanto capaci di produrre azioni sinergiche e risultati che vadano oltre la sommatoria degli effetti delle singole azioni, dando luogo a veri .e propri quartieri ecologici, con elevato standard di qualità dell'abitare, tali da assumere il ruolo di modelli replicabili in altre realtà pugliesi.

GLI INDIRIZZI GENERALI DI PROGRAMMAZIONE

Nella programmazione complessiva delle attività dell’amministrazione si dovrà tenere conto dei seguenti indirizzi generali: · rispettare il pareggio di bilancio, come prioritario obiettivo di stabilità della finanza pubblica a garanzia della sostenibilità del sistema paese per le generazioni future; · rispettare i limiti di spesa imposti dalle leggi finanziarie nel rispetto dell’autonomia organizzativa e gestionale dell’ente, sanciti dalla Costituzione (artt. 117 e 119); · procedere nell’attività di risanamento già avviata; · realizzare gli investimenti necessari allo sviluppo del territorio; · sviluppare l’attività di controllo sul corretto funzionamento della “macchina comunale”; · ricercare nuove risorse regionali, statali e comunitarie aggiuntive a quelle ordinarie provenienti dai trasferimenti iscritti in bilancio attraverso la redazione di progetti specifici in coerenza con gli obiettivi europei e regionali;

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ANALISI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI ESTERNE

Il concorso delle autonomie locali agli obiettivi di governo Gli enti locali sono chiamati direttamente a concorrere alla realizzazione degli obiettivi di governo principalmente attraverso: a) il rispetto del pareggio di bilancio ed il contenimento del debito; b) le misure di risparmio imposte dalla spending review ed i limiti su specifiche voci di spesa; c) i limiti in materia di spese di personale; d) i limiti in materia di società partecipate.

Il pareggio di bilancio e il contenimento del debito.

La legge n. 208/2015 (legge di stabilità 2016) ha introdotto per tutte le autonomie territoriali nuovi vincoli di finanza pubblica: il patto di stabilità interno (disapplicato dal 2016) è stato infatti sostituito dal pareggio di bilancio, attuativo della legge n. 243/2012, in base al quale tutti gli enti devono garantire un saldo non negativo in termini di competenza pura, tra le entrate finali e le spese finali. Viene quindi abbandonato il sistema della competenza mista (competenza per la parte corrente e cassa per la parte capitale) e favore della competenza pura, che prende in considerazione solamente accertamenti ed impegni di competenza. Per il solo anno 2016 negli aggregati rilevanti di accertamenti ed impegni viene considerato il FPV di entrata ed il FPV di spesa, fatta eccezione per le quote provenienti dal debito.

Nella sostanza quindi ogni ente potrà finanziare spese attraverso applicazione dell’avanzo di amministrazione o ricorso al debito, limitatamente agli spazi disponibili pari a:  spesa per rimborso quota capitale mutui (Tit. IV);  fondo crediti di dubbia esigibilità e altri accantonamenti destinati a confluire nel risultato di amministrazione  disavanzo di amministrazione. Sono previsti meccanismi di compensazione orizzontale e verticale sia a livello nazionale che a livello regionale.

Sotto il profilo soggettivo vengono assoggettati agli obblighi anche i comuni fino a 1.000 abitanti – sinora esclusi - e i comuni istituiti a seguito di processo di fusione, i quali beneficiavano di una esclusione per i primi cinque anni dalla nascita. Sotto il profilo oggettivo la nuova disciplina presenta indubbi aspetti migliorativi e di vantaggio per gli enti, tra i quali evidenziamo:  un minore carico della manovra a carico degli enti locali e invarianza dell’obiettivo;  il rilancio degli investimenti locali;  rilancio della funzione programmatica dei documenti contabili, avvilita in passato dalle continue modifiche degli obiettivi e della normativa;  garanzia di una gestione ordinata del bilancio, grazie alla quale viene reso più semplice e controllabile il rispetto dei vincoli;  riduzione del grado di dipendenza dallo Stato e dalle regioni connesso alla riscossione dei trasferimenti;  superamento del blocco dei pagamenti a favore dello smaltimento dei residui passivi di parte capitale;  neutralità nelle gestioni degli enti capofila e degli enti di area vasta.

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Restano tuttavia dei nodi da risolvere, quali:  la mancata rilevanza del FPV nel 2017-2018 per problemi di copertura finanziaria;  l’assenza di meccanismi premiali per enti virtuosi poco indebitati e con una buona capacità di riscossione;  la problematica dell’applicazione dell’avanzo (in particolare le quote accantonate e quote vincolate) che con il nuovo sistema contabile assumerà dimensioni molto più elevate rispetto a prima.

La spending review Gli obiettivi di risparmio connessi alla revisione della spesa pubblica vengono tradotti, per gli enti locali, in tagli alle risorse trasferite dallo Stato. Le minori entrate “dovrebbero” trovare adeguata compensazione nei risparmi conseguibili dagli enti nell’attuazione delle misure previste dalle varie disposizioni.

Gli obiettivi di risparmio della spending review per i comuni (dati in milioni di euro)

Anno Anno Anno Anno Anno Anno Provvedimenti 2012 2013 2014 2015 2016 2017 DL 95/2012: beni e servizi 500 ml 2.250 ml 2.500 ml 2.600 ml 2.600 ml 2.600 ml DL 66/2014: beni e servizi 340 ml 510 ml 510 ml 510 ml DL 66/2014: autovetture 0,7 ml 1 ml 1 ml 1 ml DL 66/2014: consulenze 3,8 ml 5,7 ml 5,7 ml 5,7 ml

Tenuto conto degli ambiziosi obiettivi di risparmio enunciati dal Governo nel DEF (32 miliardi a regime), ai tagli sopra indicati se ne dovranno aggiungere sicuramente altri connessi alla creazione di soggetti aggregatori per l’espletamento delle procedure di acquisto, all’individuazione di parametri di costo per l’acquisto di beni e servizi, allo svolgimento in forma associata delle funzioni, ecc. La legge n. 190/2014 (legge di stabilità 2015) ha disposto ulteriori tagli di risorse ai comuni, attraverso la riduzione del Fondo di solidarietà comunale, pari a 1,2 miliardi, che pur non collegati a nessun obiettivo di risparmio specifico, si sommano a quelli già previsti dalle precedenti disposizioni legislative, azzerando, di fatto, le risorse che lo Stato stanziava per il finanziamento dei bilanci comunali.

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Le spese di personale Trattandosi di una delle maggiori voci di esborso per le finanze pubbliche, il contenimento delle spese di personale è da tempo uno degli obiettivi del Governo. Il quadro normativo pressoché consolidato, contenuto nell’articolo 1, commi 557 e seguenti, della legge n. 296/2006 e nell’articolo 9 del decreto legge n. 78/2010 (conv. in legge n. 122/2010), è stato recentemente modificato ad opera del decreto legge n. 90/2014, con il quale è stata concessa maggiore flessibilità nella copertura del turn-over, garantendo a regime (dal 2018) l’integrale sostituzione del personale cessato. Riepiloghiamo nella tabella seguente le principali norme che impongono il contenimento della spesa di personale: Misura di contenimento Validità Norma temporale Obbligo di riduzione della spesa di personale. In caso di sforamento del tetto scatta il divieto di A regime assunzioni. La Corte dei conti, Sez. Autonomie n. 27/2015, prevede anche l’obbligo di riduzione dell’incidenza percentuale delle spese di personale rispetto alle spese correnti*. Nella spesa sono considerati tutti gli oneri per il personale a tempo indeterminato e Art. 1, commi 557 e determinato, comprese le forme di lavoro flessibile, ad eccezione di: seguenti, della a) gli oneri dei rinnovi contrattuali; legge n. 296/2006 b) le spese rimborsate da altre amministrazioni pubbliche; c) le spese per le categorie protette; d) gli incentivi di progettazione; e) la formazione. Dal 2014 il tetto della spesa di personale è rappresentato dalla spesa media 2011-2013 (comma 557-ter, introdotto dall’art. 3, comma 5-bis, del DL 90/2014) Dal 2014 Le norme prevedono: . il blocco degli incrementi dei fondi per le risorse decentrate al livello del 2010; 2011-2014 Art. 9, commi 2 e . il blocco dei rinnovi contrattuali fino al 2017, con diritto alla sola corresponsione dell’IVC. ss.gg. del D.L. n. Sul punto si rammenta che la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 178/2015 ha 2011-2015 78/2010 (L. n. dichiarato illegittimo il blocco dei rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici disposto dal 122/2010) D.L. 78/2010, senza effetto retroattivo. La legge di stabilità 2016 dovrà pertanto farsi carico di stanziare le risorse per finanziare il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti. . il tetto alla retribuzione individuale, che non può superare quella in godimento nel 2010. 2011-2014 Tetto alla spesa sostenuta per forme flessibili di lavoro, in misura pari al 50% del 2009 (ovvero A regime Art. 9, comma 28, alla media 2007-2009). Il tetto di spesa viene innalzato a quanto speso complessivamente nel DL 78/2010 (L. n. 2009, a condizione che sia rispettato il limite complessivo della spesa di personale di cui al 122/2010) comma 557 della legge n. 296/2006. Possibilità di assumere (turn-over) secondo i seguenti limiti di risorse corrispondenti al Dal 25 giugno personale cessato nell’esercizio precedente: 2014 al 31 ANNI 2014-2015: 60% spesa cessati dicembre 2015 ANNI 2016-2017: 80% spesa cessati DAL 2018: 100% spesa cessati Art. 3, comma 5, DL A decorrere dall'anno 2014 è consentito il cumulo delle risorse destinate alle assunzioni per un 90/2014 (conv in arco temporale non superiore a tre anni. Il DL 78/2015 (art. 3, comma 5) ha previsto la legge n. 114/2014) possibilità di utilizzare i residui ancora disponibili delle quote percentuali delle facoltà assunzionali riferite al triennio precedente. Abrogato l’articolo 76, comma 5, del decreto legge n. 112/2008 (conv. in legge n. 133/2008), che poneva il limite di incidenza delle spese di personale sulle spese correnti in misura pari al 50%, pena il divieto totale di assunzioni e poneva limiti al turn-over nella misura del 40% della spesa dei cessati. Al fine di favorire l’assorbimento del personale delle province, la legge n. 190/2014 (co. 424) 2015-2016 disciplinare il regime assunzionale di regioni ed enti locali nel 2015-2016, prevedendo che le risorse disponibili a legislazione vigente per le assunzioni a tempo indeterminato siano destinate, nell’ordine: a) all’immissione in ruolo dei vincitori di concorsi pubblici collocati nelle proprie Legge n. 190/2014 graduatorie; (legge di stabilità b) all’assunzione tramite mobilità dei dipendenti delle province in esubero. 2015) Per favorire il processo di riallocazione del personale delle province si: . “amplia” la capacità assunzionale degli enti portandola – nel 2015 e 2016 – al 100% delle cessazioni intervenute nell’anno precedente; . esclude la spesa relativa al personale delle province in soprannumero dal computo della spesa di personale rilevante ai fini del rispetto dei limiti previsti dalla legge n. 296/2006. Congela la dotazione organica dirigenziale delle pubbliche amministrazioni al 15/10/2015, con Dal 2016 Legge n. 208/2015 obbligo di rideterminarla al fine di conseguire risparmi di spesa, eliminando la duplicazione di posti e di figure dirigenziali. 41

Modifica le capacità assunzionali degli enti locali, riducendola ordinariamente al 25% della 2016-2018 spesa dei cessati dell’anno precedente, salvo casi particolari di seguito riepilogati:

Limiti capacità assunzionali 2016-2018 Limiti Incremento per assorb. Comuni istituiti a seguito di Anni Limiti enti virtuosi ordinari personale province fusione 2016 25% 80% 100% 100% 2017 25% 80% disapplicata 100% 2018 25% 100% disapplicata 100%

Nelle more del riordino della dirigenza pubblica, viene reintrodotto il limite alle risorse decentrate Dal 2016 delle pubbliche amministrazioni, che dal 2016 non possono superare l’ammontare del 2015, salva la riduzione proporzionale alla riduzione del personale in servizio.

Per gli enti locali che fino al 2015 non erano soggetti al patto di stabilità interno viene confermata la disciplina delle spese di personale contenuta nel comma 562 dell’articolo 1 della Dal 2016 legge n. 296/2006.

* La deliberazione della Corte dei conti – Sezione Autonomie n. 27/2015 ha interpretato l’articolo 1, comma 557, della legge n. 296/2006 nel senso della cogenza dell’obbligo di riduzione dell’incidenza % delle spese di personale sulle spese correnti rispetto al valore medio 2011-2013. Tale interpretazione, che si pone in contrasto con il carattere di “norma di principio” del comma 557 laddove indica agli enti locali alcune misure per il contenimento della spesa, è stata rinviata all’esame della Sezione Autonomie ad opera della Corte dei conti – Sezione regionale di controllo per la Lombardia con la deliberazione n. 28/2016.

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Le società partecipate

Il quadro normativo che regola le società partecipate degli enti locali presenta da ormai parecchi anni una forte instabilità. Di fronte ad un favor legislativo registratosi a partire dagli anni ’90 sino al 2005, dal 2006 in avanti inizia un cambio di rotta, anche a causa del dilagare del fenomeno delle partecipate, spesso sinonimo di cattive gestioni, elusione dei vincoli finanziari e foriero di oneri per i bilanci degli enti locali derivanti dall’obbligo di ripianamento delle perdite. Nascono quindi una serie di disposizioni volte a limitare, o in alcuni casi a vietare l’istituzione o il mantenimento delle società partecipate, ovvero ad estendere alle partecipate stesse i vincoli previsti per gli enti soci. Il riferimento va, principalmente: a) all’articolo 18 del decreto legge n. 112/2008 in merito all’assoggettamento al patto di stabilità interno e ai limiti sul personale; b) all’articolo 14, comma 32, del decreto legge n. 78/2010 (L. n. 122/2010), che vieta ai comuni fino a 30.000 abitanti di istituire nuove società e consente il loro mantenimento solo nel caso di gestioni virtuose; c) all’articolo 1, commi 27-32 della legge n. 244/2007, che imponeva la ricognizione delle società partecipate funzionali al perseguimento dei fini istituzionali nonché all’obbligo di rideterminazione della dotazione organica in caso di esternalizzazione dei servizi.

Con la legge di stabilità del 2014 (legge n. 147/2013) si compie l'ennesimo e ormai ricorrente cambio di strategia del legislatore in ordine all'obiettivo, sempre rappresentato, di ridurre drasticamente l'universo delle partecipazioni degli enti locali, ovviamente con l'esclusione delle società emittenti strumenti finanziari quotati e le loro controllate. Il legislatore rinuncia ad intervenire attraverso l'imposizione puntuale di singoli obblighi, vincoli o divieti (difficili da monitorare in ordine all'esatto e puntuale adempimento, nonché oggetto delle più diverse e in qualche caso fantasiose interpretazioni giuridiche da parte dei soggetti tempo per tempo obbligati, ed ancor più difficili da sanzionare in caso di inosservanza), e compie una consistente abrogazione di norme che a vario titolo proibivano la costituzione o il mantenimento di partecipazioni in società o altri enti. La nuova strategia si realizza, con una certa coerenza anticipatrice della logica di gruppo pubblico locale e di consolidamento dei conti di bilancio, mediante l'imposizione di una diretta correlazione tra bilanci previsionali degli enti locali coinvolti e i risultati di esercizio delle società (ed enti) partecipate. Il quadro di parziale deregulation introdotto dalla legge di stabilità per il 2014 non è tuttavia da considerarsi definitivo. Uno degli obiettivi enunciati dal Governo è infatti quello di ridurre il numero delle società partecipate, anche in capo agli enti locali. L’articolo 23 del decreto legge n. 66/2014 (L. n. 89/2014), demanda al Commissario straordinario Cottarelli la predisposizione di un programma di razionalizzazione delle aziende speciali, delle istituzioni e delle società direttamente o indirettamente controllate dalle amministrazioni locali incluse nell'elenco di cui all'articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196 avendo come strumenti: a. la liquidazione o trasformazione per fusione o incorporazione degli organismi sopra indicati, in funzione delle dimensioni e degli ambiti ottimali per lo svolgimento delle rispettive attività; b. l'efficientamento della loro gestione, anche attraverso la comparazione con altri operatori che operano a livello nazionale e internazionale; c. la cessione di rami d'azienda o anche di personale ad altre società anche a capitale privato con il trasferimento di funzioni e attività di servizi. In questo contesto si è inserita la legge di stabilità del 2015 (L. n. 190/2014) operando una netta distinzione tra norme relative alla riorganizzazione ed alla riduzione delle partecipazioni pubbliche e le misure volte specificamente alla promozione delle aggregazioni organizzative e gestionali dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. La prima categoria di disposizioni presenta prevalentemente natura di indirizzo politico attraverso un piano triennale di razionalizzazione predisposto da ciascuna amministrazione e recante un

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cronoprogramma attuativo ed il dettaglio dei risparmi da conseguire, da approvare entro il 31/3/2015 (art. 1, comma 611). L’obiettivo di tale ultimo intervento normativo è quello di conseguire la riduzione in termini numerici delle società partecipate ed il contenimento della spesa. Gli enti pubblici e quindi il Comune di Calimera (che con deliberazione di Giunta Comunale n. 24 del 31.3.2015 ha effettuato la ricognizione degli organismi partecipati), sono stati chiamati ad adottare, un piano di razionalizzazione delle proprie società partecipate dirette e indirette da inviare poi alla Sezione regionale della Corte dei Conti. Per quanto riguarda i servizi pubblici locali di rilevanza economica le disposizioni sono largamente orientate a introdurre misure volte a favorire processi di aggregazione, sia mediante specifici obblighi rivolti a Regioni ed Enti locali, sia, soprattutto, tramite incentivazioni per Amministrazioni pubbliche e gestori. Pertanto, al fine di promuovere processi di aggregazione e di rafforzare la gestione industriale dei servizi pubblici locali a rete di rilevanza economica viene previsto l’esercizio dei poteri sostitutivi del Presidente della Regione, previa diffida all'ente locale ad adempiere entro il termine di trenta giorni, qualora gli enti locali non aderiscano agli enti di governo entro il 1° marzo 2015 oppure entro sessanta giorni dall'istituzione o designazione dell'ente di governo dell'ambito territoriale ottimale.

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Situazione socio-economica del territorio Il contesto territoriale Il Comune di Calimera sorge nel centrale, a 16 km da Lecce e dal mare Adriatico. Le origini del paese sono incerte. Seguendo un criterio cronologico possiamo dedurre, vista la presenza nelle campagne limitrofe del Dolmen Placa e della dei Mori (Segla u demonìu in griko), che il territorio fu abitato sin dall'Età del Bronzo. Inserita nel sistema viario romano della Via Traiana Calabra che collegava a Lecce e Brindisi, rappresentò subito un sito adatto a essere popolato. Come per gli altri centri ellenofoni del Salento, il dibattito storiografico lega la sua nascita a una presunta colonizzazione bizantina o a più antiche radici magnogreche. Probabilmente il primo nucleo del paese nacque nell'area della Masseria San Biagio, dove esisteva un casale. Solo successivamente nacque il nucleo attuale. La primitiva pianta del paese era a "T", con tre strade e un vicolo abbastanza profondo nella zona dell'attuale piazza. Le vie primitive corrispondono alle attuali vie Costantini, Mayro e Montinari. Il vico era invece chiamato "corte Ospizio", a causa della presenza di un ospizio di proprietà dei Francescani. Su tutte e tre le strade erano presenti le tradizionali e caratteristiche case a corte. Solo lentamente iniziò la costruzione di nuove strade in quello che era un casale aperto medievale. Vennero realizzate l'attuale via Roma e solo nell'Ottocento venne creata la prima via costruita in maniera diritta, via Umberto I, venendo a mancare le esigenze difensive che avevano obbligato il piccolo centro griko a costruire vie contorte. Sino e per tutto il XIX secolo il paese era completamente ellenofono, con un'economia limitata alla produzione del carbone e solo successivamente delle patate dolci. Agli inizi del XX secolo, vennero aperte le prime scuole pubbliche, che si tenevano spesso all'interno della casa dell'insegnante. Fu così che le prime famiglie (inizialmente solo quelle nobili) iniziarono ad apprendere l'italiano come seconda lingua. A partire dal secondo dopoguerra, i genitori, nel timore che i bambini non riuscissero ad apprendere l'italiano, iniziarono a non trasmette più alla prole l'idioma greco, passando al dialetto o ad un rudimentale italiano. Con l'avvento della scuola dell'obbligo, a partire dagli anni '60 nessun bambino imparò più il griko. Attualmente la società calimerese si è completamente omologata linguisticamente a quella italiana. Pochi sono gli appassionati che cercano di riportate la lingua greca all'antico splendore, con risultati anche soddisfacenti: si sta infatti riscoprendo la propria identità grika, con diverse persone che hanno imparato volontariamente il griko. Sono state riprese anche le antiche tradizioni musicali: si è ritornato a cantare la passione in griko durante la Settimana Santa, i gruppi musicali che hanno parte del proprio repertorio in griko si moltiplicano e anche se una resurrezione linguistica sembra ancora lontana, è stato garantito un proseguimento culturale all'antica lingua. È probabile che l'attuale centro urbano sia sorto nei pressi di un insediamento risalente all'XI secolo, al centro di un'area archeologica che mostra frequentazioni dal II al XV secolo d.C. A testimoniare quanto detto, rimangono le tracce di un insediamento medievale (tombe, fosse frumentarie, grotte, tracciati viarii). Sino agli inizi del XVII secolo il credo della popolazione era di Rito bizantino, anche se la parrocchia apparteneva alla diocesi di Otranto di rito latino. A seguito dei rigori imposti dal Concilio di Trento, il rito greco iniziò rapidamente a declinare. L'ultimo papas greco di Calimera, Sigismondo o Gismondo de Matteis, venne assassinato da mani ignote e sostituito da un parroco latino, don Troylo Licci. Rapidamente venne abbattuto il tempio greco, sostituito dall'attuale matrice, e l'archivio parrocchiale andò bruciato. Curioso è il fatto che fino a 50 anni fa il parroco veniva ancora chiamato papas o papa. Interessata dalle numerose invasioni dei saraceni e dei Turchi ottomani, la cittadina fu legata alle vicende della vicina , di cui fu "annesso borgo" (frazione), e alle famiglie che la ebbero in feudo. Verso la metà del XVI secolo era di proprietà del marchese Del Monte, passò poi a Don Luigi Trani, al duca Lorenzo Brunossi e al marchese Sebastiano Gadaleta. Il territorio del comune di Calimera, posto nella parte centro-orientale del Salento, ha una superficie di 11,14 km² per una densità abitativa di 656 abitanti per chilometro quadrato. La morfologia del territorio è pianeggiante; sorge a 56 m s.l.m. e confina a nord con i comuni di e , a est con i comuni di e , a sud con i comuni di Martano e , a ovest con i comuni di e . La provincia di Lecce è stata caratterizzata, nel 2010, da una flessione del PIL dello 0,6% e dal persistere della tendenza depressiva sul piano economico. In precedenza il territorio leccese era risultato in grado di limitare le perdite di produttività del sistema economico causate dalla

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recessione mondiale, mentre nel 2010 non è riuscito a beneficiare degli effetti della ripresa dell’attività economica, che, a livello nazionale, è stata trainata dalla domanda estera, col relativo rilancio delle esportazioni. Economia del territorio La scomposizione settoriale del valore aggiunto prodotto dalle imprese attive fa emergere la particolare rilevanza assunta dal settore terziario che contribuisce per il 76,3% circa della ricchezza creata sul territorio. La struttura del tessuto imprenditoriale provinciale evidenzia il significativo contributo alla creazione di ricchezza ascrivibile alle attività ricettive della provincia, che registrano un incremento del numero di strutture pari al 5,6%, grazie all’aumento degli esercizi sia alberghieri (+8%) che complementari (+5,1%). (Fonte: L’Economia del Territorio dal punto di Osservazione della Camera di Commercio - Anno 2011). Abbastanza vivace risulta l’economia industriale del territorio, come si evince dai dati dell’Osservatorio della Camera di Commercio di Lecce:

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La popolazione Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a Calimera per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2015. La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati.

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Distribuzione della popolazione 2015 – Calimera

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Popolazione per età scolastica Distribuzione della popolazione di Calimera per classi di età da 0 a 18 anni al 1° gennaio 2015. Elaborazioni su dati ISTAT. Il grafico in basso riporta la potenziale utenza per l'anno scolastico 2015/2016 le scuole di Calimera, evidenziando con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola dell'infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado).

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Distribuzione della popolazione per età scolastica 2015

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Struttura della popolazione dal 2002 al 2015 L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce di età: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana.

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Indicatori demografici Principali indici demografici calcolati sulla popolazione residente a Calimera.

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Cittadini stranieri Calimera Popolazione straniera residente a Calimera al 1° gennaio 2015. Sono considerati cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia.

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Distribuzione per area geografica di cittadinanza

Censimenti popolazione Calimera 1861-2011 Andamento demografico storico dei censimenti della popolazione di Calimera dal 1861 al 2011. Variazioni percentuali della popolazione, grafici e statistiche su dati ISTAT. Il comune ha avuto in passato delle variazioni territoriali. I dati storici sono stati elaborati per renderli omogenei e confrontabili con la popolazione residente nei nuovi confini.

I censimenti della popolazione italiana hanno avuto cadenza decennale a partire dal 1861 ad oggi, con l'eccezione del censimento del 1936 che si tenne dopo soli cinque anni per regio decreto n.1503/1930. Inoltre, non furono effettuati i censimenti del 1891 e del 1941 per difficoltà finanziarie il primo e per cause belliche il secondo.

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Variazione percentuale popolazione ai censimenti dal 1861 al 2011

Le variazioni della popolazione di Calimera negli anni di censimento espresse in percentuale a confronto con le variazioni della provincia di Lecce e della regione Puglia.

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Dati popolazione ai censimenti dal 1861 al 2011

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Economia insediata

Dinamica delle esportazioni, imprese e addetti in provincia di Lecce

La tabella successiva mostra la dinamica delle imprese relativa ai gruppi di attività economica in cui sono stati registrati i migliori risultati in termini di esportazioni nel primo semestre 2015 per la provincia di Lecce. Dal confronto tra l’andamento delle esportazioni (si veda la tab. 8) e, appunto, la dinamica delle imprese relative allo stesso periodo, emergono interessanti spunti di riflessione relativamente a questi gruppi di attività export oriented. In generale i gruppi di attività che hanno avuto buone performance in termini di esportazioni, nel primo semestre 2015, hanno registrato nel contempo sofferenze sul lato occupazionale e nella dinamica delle imprese. Il calo più vistoso riguarda il gruppo A011 “Prodotti di colture agricole non permanenti” che, nonostante un incremento del +34% nelle esportazioni perde 12 imprese e circa 1.500 addetti; si tratta della contrazione più netta tra i gruppi in analisi (pari al 25% del totale del gruppo). Interessanti sono le dinamiche del gruppo “Fabbricazione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura” (C283) che, pur segnando un eccezionale +160% per le esportazioni, registra una sostanziale stabilità in termini sia di imprese che di addetti. Dello stesso segno sono invece i due fenomeni analizzati relativamente ai gruppi “Confezione di articoli di abbigliamento” (C141), “Fabbricazione di calzature” (C152) e “Fabbricazione di altre macchine di impiego generale” (C282). Il primo mostra andamenti negativi sia nell’export sia nei valori di imprese e addetti. Questi ultimi crescono sia nelle esportazioni (specialmente le calzature con un +145%) sia nell’occupazione sebbene registrino una lieve riduzione delle imprese, segno di forti interventi di ristrutturazione aziendale già in atto.

Tab. 12 - Imprese registrate, addetti e rispettive variazioni in provincia di Lecce (dati al 31/12/014 e al 30/06/2015) per selezionati gruppi di attività. Divisione Imprese Addetti Imprese Addetti Var % Var % Var ass. Var ass 2015 2015 2014 2014 imprese addetti imprese addetti

011 - Prodotti di colture agricole non permanenti 2.942 4.554 2.954 6.097 -0,4 -25,3 -12 -1.543

108 - Produzione di altri prodotti alimentari 43 257 42 262 2,4 -1,9 1 -5

110 - Industria delle bevande 72 278 72 286 - -2,8 - -8

11 02 - Vino 49 234 50 240 -2,0 -2,5 -1 -6

141 - Confezione di articoli di abbigliamento 708 6.187 715 6.233 -1,0 -0,7 -7 -46

152 - Fabbricazione di calzature 202 5.513 205 5.471 -1,5 0,8 -3 42

235 - Produzione di cemento, calce e gesso 10 44 10 43 - 2,3 - 1

251 – Elementi da costruzione in metallo 545 2.080 548 2.151 -0,5 -3,3 -3 -71 282 - Fabbricazione di altre macchine di impiego 63 577 64 529 generale -1,6 9,1 -1 48 283 – Fabbr. macchine per l’agricoltura e la 40 127 40 129 silvicoltura - -1,6 - -2 289 – Fabbr. di altre macchine per impieghi 53 130 53 132 speciali - -1,5 - -2 Fonte: ns. elaborazione in base ai dati CCIAA Lecce, 2015.

Di seguito, si riportano alcune carte che mostrano la distribuzione territoriale nei comuni della provincia di Lecce per le sezioni maggiormente rappresentative dei fenomeni illustrati. Più diffuse sul territorio provinciale sono le attività di fabbricazione di macchinari ed apparecchiature (C28) maggiormente presenti nel capoluogo e nella fascia ionica della provincia. Le imprese di questa divisione, seppur numericamente contenute e con un numero di addetti relativamente basso, guidano la classifica provinciale in termini di volumi di export e con dinamiche di crescita positive (in particolare il gruppo C289 “Fabbricazione di altre macchine per impieghi speciali”, si veda la tab. 8).

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Fig. 1 - Provincia di Lecce - Numero di imprese e numero di addetti (I semestre 2015) per selezionate divisioni di attività economica.

Fonte: ns. elaborazione su dati CCIAA Lecce, 2015.

Il rapporto trasmesso dalla Camera di Commercio di Lecce mette la lente d’ingrandimento sull’imprenditoria femminile leccese alla data del 31 dicembre 2014. Sono 13.976 le imprese attive di donne e pesano per il 22% sull’intero tessuto imprenditoriale della provincia. Quasi quattro imprese rosa su cinque hanno meno di quindici anni e una su tre meno di cinque. Le aziende guidate da donne iscritte al registro delle imprese nel periodo 2000-2009 sono 6.038 e incidono per il 22,8% sul complesso delle aziende loro coetanee, mentre le 5.842 nate negli ultimi quattro anni vedono aumentare il loro peso al 26,3%. L’incidenza delle imprenditrici sul tessuto produttivo, raggiunge punte più elevate rispetto alla media in alcuni settori nei quali si concentra la presenza di realtà in rosa, quali quelli dei servizi alla persona (44,4%), della sanità e assistenza sociale (37,5%) e dell’istruzione (28,6%) e ancora nella filiera turistica (28,8%) e agroalimentare (27,8%) e nelle attività finanziarie e assicurative (28%). In altri settori, prettamente a vocazione maschile, tale incidenza è molto al di sotto della media, come il settore dell’edilizia nel quale sono presenti appena 550 imprese guidate da donne (su 10.333) con un’incidenza di poco superiore al 5% e il settore estrattivo appena 4 cave (6,15%) su 65 presenti sul territorio provinciale. A termine del 2014, però, la provincia salentina ha chiuso il 2014 con un saldo di -7 imprese un tasso di sviluppo pari a -0,04%, anche la provincia di Taranto registrato un saldo negativo: -25 aziende e un tasso di crescita pari a – 0,21%. Le altre province pugliesi hanno chiuso positivamente il bilancio della nati-mortalità delle imprese femminili: la provincia di Bari registra, in valore assoluto, il saldo più elevato con 99 imprese (+0,32%), segue Brindisi + 42 (0,52%) e Foggia che aumenta il suo tessuto imprenditoriale di 12 aziende (+0,07%). Riguardo alla veste giuridica adottata dalle imprese femminili, più del 72% è un’impresa individuale, contro il 67% della struttura imprenditoriale complessiva; le società di capitale rappresentano il 16% (contro il 18% delle imprese totali), le società di persone il 7% (contro l’11% del totale), solo le altre forme societarie con il 4% hanno la medesima incidenza sia per le imprese femminili che per le imprese in generale. 61

Dato particolare emerge dal focus sui singoli comuni della provincia. Anche per il 2014 si confermano i comuni del versante adriatico a vocazione turistica quelli con la più elevata incidenza di imprese gestite da donne: Otranto con il 32,5% di imprese femminili, Santa Cesarea con il 31,4% e Castro con il 28,1% preceduto però dal comune di con il 28,8%. Il comune di Castrì, invece, è quello in cui la presenza di imprese al femminile è più bassa appena il 15,8% preceduto da (16,6%) e (16,8%). Analizzando i tassi di crescita delle imprese guidate da donne operanti nei 97 comuni salentini, le donne imprenditrici del piccolo comune di hanno dimostrato una maggiore “vivacità” imprenditoriale: 5 imprese in più registrate al 31 dicembre e un tasso di sviluppo del 14,29%, il comune di Calimera risulta comunque in buona posizione in quaste speciale classifica con un tasso di natalità del 10.9%.

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Parametri economici essenziali

I parametri economici essenziali per la formulazione delle previsioni economico-finanziarie del bilancio comunale sono rappresentati da: · il tasso di inflazione programmato (TIP), che costituisce un parametro di riferimento per l’attualizzazione di poste di bilancio e di emolumenti fissati per legge, ad esempio appalti pubblici, affitti, assegni familiari, rette mense scolastiche, ecc..; · l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA). E’ un indicatore che guida la dinamica degli adeguamenti salariali all’aumento del costo della vita, depurato dei prezzi dei beni energetici importati, assunto a seguito della definizione dell’Accordo Quadro sulla Riforma degli Assetti Contrattuali siglato da Governo e Parti Sociali. Altri indicatori significativi non tanto per l’attualizzazione delle poste di bilancio quanto piuttosto perché consentono di elaborare previsioni sulla possibile dinamica delle entrate (gettito dei tributi correlato alla capacità di assolvere agli obblighi di versamento delle tasse, proventi concessioni edilizie, ecc.) e delle spese (domanda di sussidi e di servizi) sono rappresentati dal PIL e dal tasso di disoccupazione/occupazione. Tali indicatori sono stati assunti dal DEF 2015 presentato dal Governo al Parlamento nel mese di aprile 2015 (Programma di stabilità, pag. 10).

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ANALISI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI INTERNE Organizzazione e modalità di gestione dei servizi pubblici locali

Servizi gestiti in economia, anche tramite appalto

Servizio Modalità di svolgimento Biblioteca In economia Refezione scolastica Appalto Manutenzione immobili strade e piazze Diretta Recupero evasione tributaria ICI e TARSU Diretta Accertamento e riscossione imposta comunale sulla pubblicità Diretta Raccolta RSU - Spazzamento strade –Ecocentro Appalto Asilo Nido Appalto Trasporto Scolastico Appalto

Servizi gestiti tramite delega di funzioni o gestioni associate Soggetto gestore/Comune Servizio Modalità di capofila svolgimento Servizi sociali ricadenti nelle seguenti aree di intervento: famiglia e minori – compresa funzione di Ambito di Martano · tutela minori Forma associata · disagio adulti · anziani · immigrazione

Forma Ambito di raccolta Ottimale – ARO ARO 2 Associata

Forma Area Vasta – Pit 9 Associata Area Vasta di Lecce

Forma Associata – Unione Unione Comuni Grecia Centrale unica di Committenza Comuni Grecìa Salentina Salentina

Elenco partecipazioni in società di capitale

Quota detenuta dal Attivit Svolta / Funzioni Comune di Progressivo Denominazione attribuite Calimera

1 FARMACIA Servizi sanitari erogati ai 51% COMUNALE cittadini

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Risorse finanziarie Una componente essenziale dell’analisi strategica è costituita dalle risorse finanziarie a disposizione dell’ente per la realizzazione dei propri programmi. Va preliminarmente osservato come il contesto di riferimento – mondiale, europeo e nazionale – delineato in precedenza, alquanto complesso e caratterizzato da una fortissima crisi economica, unito ad un percorso di riforma federalista incompiuta e ad un legislatore ondivago che fa e disfa il quadro normativo con devastanti effetti destabilizzanti, rende alquanto difficoltosa la gestione dei bilanci comunali. La necessità di mantenere adeguati livelli dei servizi e di rispondere ai bisogni della popolazione deve fare i conti con un drenaggio di risorse che conduce, molte volte, a scelte difficili: tagliare i servizi o aumentare la pressione fiscale? Uscire da questo circolo vizioso è la sfida che attende l’Italia ed anche tutte le amministrazioni locali, impegnati sul fronte comune dell’efficientamento della spesa, della lotta agli sprechi e del reperimento di risorse “alternative”, quali i fondi europei, la valorizzazione del patrimonio o il contrasto all’evasione fiscale. La situazione già difficile è, per il comune di Calimera, aggravata dalla precaria situazione economica che vedrà l’ente obbligato a compiere un piano di risanamento ai sensi dell’art.243-bis del TUEL.. La situazione del Comune di Calimera sotto questo profilo è emblematica in quanto rispecchia, in una realtà contenuta, i “mali” che affliggono il nostro paese. Una crisi finanziaria esplosa nel 2011 dopo anni in cui erano evidenti i segnali di uno squilibrio latente che non avrebbe tardato a manifestarsi: costante anticipazione di cassa, residui attivi inesistenti o di dubbia esigibilità, una spesa corrente irrigidita dall’elevato indebitamento e da spese obbligatorie (personale, utenze, contratti di servizio). Con deliberazione n.82/PRSP/2016 adottata dalla Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, a seguito di esame del rendiconto 2012, veniva accertato che lo squilibrio strutturale del bilancio del Comune di Calimera presenta caratteri di gravità tale che, in caso di mancata adozione di adeguate misure di salvaguardia necessarie al ripristino degli equilibri finanziari e di cassa, si sarebbe dovuto procedere alla dichiarazione di dissesto”. In particolare, con la deliberazione indicata, la Sezione Regionale della Corte dei Conti, in relazione all’esercizio 2012 del Comune di Calimera (LE), accertava numerose violazioni di legge e criticità finanziarie:  Tardiva approvazione del rendiconto  Superamento del parametro di deficitarietà strutturale n.4 a causa della eccessiva presenza di residui passivi di parte corrente  Mancata costituzione del fondo svalutazione crediti allora previsto dall’art.6, co.17, del D.L. n.95/2012  Costante ricorso all’anticipazione di tesoreria non interamente restituita a fine esercizio  Superamento dei tempi previsti dalla vigente normativa per il pagamento delle transazioni commerciali  Presenza di debiti fuori bilancio  Errata imputazione di voci di spesa nei servizi per conto terzi  Mancato aggiornamento dell’inventario  Eccessiva presenza di residui vetusti  Carente attività di riaccertamento dei residui  Insufficiente riscossione delle entrate; nella medesima relazione n.193/2015 veniva evidenziato che l’ampio e sistematico utilizzo della anticipazione di tesoreria e con forti difficoltà anche a rimborsare integralmente, a fine esercizio, l’anticipazione di tesoreria ottenuta…. ha comportato, a carico dell’ente, rilevanti spese per interessi passivi… che la costante e str tt rale crisi di liq idit del Com ne di Calimera risulta in progressivo peggioramento e di gravità tale da poter

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condurre, in assenza di immediate e incisive misure correttive, al dissesto finanziario dell’ente; Alla luce di quanto sopra, si formulano i seguenti indirizzi strategici relativi alle risorse ed agli impieghi e alla loro sostenibilità economico-finanziaria attuale e prospettica. Investimenti in corso di realizzazione e non conclusi La crisi economico-finanziaria vissuta dal Comune di Calimera, unitamente alla crisi economica generale, ha determinato una forte contrazione degli investimenti in opere pubbliche. Sono state impiegate le risorse disponibili rinvenienti da finanziamenti comunitari, statali e regionali. Lo stato di attuazione delle opere al 31/12/2015 è il seguente: Oggetto Fase attuativa

1 Piazza del Sole: lavori di riqualificazione urbana ultimazione lavori

ultimi adempimenti 2 Museo Storia Naturale: installazione impianto fotovoltaico di allaccio

Museo Storia Naturale: implementazione nuove strutture (Butterfly 3 lavori in corso House)

4 Palazzetto dello Sport lavori in corso

5 La Mandra: realizzazione punto informazione turistica rendicontazione

6 Villa Comunale: abbattimento barriere architettoniche (Innovability) lavori conclusi

aggiudicazione 7 Scuole Media: riqualificazione ed efficientamento energetico definitiva

8 Asilo Nido: Messa a norma ai fini dell'iscrizione al registro regionale lavori in corso

9 Ecocentro: realizzazione Centro Comunale di Raccolta RSU lavori conclusi

10 Canile rifugio: lavori di messa a norma lavori in corso

Piazzette Antonio Montinaro, Isonzo e IV Novembre: rifacimento 11 lavori conclusi piazzette e ripiantumazione alberi

Investimenti programmati Il fabbisogno per la realizzazione degli investimenti programmati nel periodo dovrà essere interamente soddisfatto da finanziamenti statali, regionali ed europei stante la situazione di precario equilibrio finanziario che sconsiglia l’accensione di nuovi mutui.

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Indirizzi generali in materia di tributi e tariffe dei servizi pubblici In materia di tributi e di tariffe dei servizi pubblici si forniscono i seguenti indirizzi di carattere generale: · utilizzo di criteri di equità sociale nella distribuzione del carico tariffario e tributario locale (in ragione dei redditi e dei patrimoni familiari disponibili), riducendo l'evasione e aumentando la pressione tariffaria nei redditi medio - alti; · sviluppo dell’azione di controllo dell’evasione dei tributi e delle tasse comunali e di recupero di basi imponibili non completamente dichiarate, in particolare per l’Ici (immobili e aree fabbricabili), l’IMU e la TARI; · sviluppo della collaborazione con l’Agenzia delle Entrate per attuare possibili forme di partecipazione alle azioni di contrasto all’evasione dei tributi erariali acquisendo in tal modo al Comune la quota destinata delle eventuali maggiori somme riscosse dall’Agenzia sulla base di accertamenti fiscali definitivi;

Spesa corrente per l’esercizio delle f nzioni fondamentali Il mancato esercizio della delega conferita al Governo per l’individuazione delle funzioni fondamentali dei comuni prevista dall’articolo 2 della legge 5 giugno 2003, n. 131, attuativa della riforma del Titolo V della Costituzione, ha condotto per anni ad un vuoto legislativo che solo di recente è stato colmato con interventi d’urgenza. Dopo una prima, provvisoria, individuazione delle funzioni fondamentali nell’ambito del processo di attuazione del cosiddetto “federalismo fiscale”, prevista dall’art. 21, comma 3, della legge 5 maggio 2009, n. 42, le funzioni fondamentali dei comuni sono state individuate dall’articolo 14, comma 32, del d.L. n. 78/2010, convertito con modificazioni dalla legge n. 122/2010, come modificato dall’articolo 19, comma 1, del d.L. n. 95/2012 (L. n. 135/2012). Si tratta nello specifico delle funzioni di: · organizzazione generale dell'amministrazione, gestione finanziaria, contabile e di controllo; · organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi compresi i servizi di trasporto pubblico comunale; · catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente; · la pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonché la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello sovracomunale; · attività, in ambito comunale, di pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi; · l'organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio, smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi; · progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini inclusa la cabina di regia dell’Ambito sociale di Zona; · edilizia scolastica per la parte non attribuita alla competenza delle province, organizzazione e gestione dei servizi scolastici; · polizia municipale e polizia amministrativa locale; · tenuta dei registri di stato civile e di popolazione e compiti in materia di servizi anagrafici nonché in materia di servizi elettorali, nell'esercizio delle funzioni di competenza statale;

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Con riferimento all’esercizio 2016, la spesa corrente per l’esercizio di tali funzioni risulta essere la seguente:

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Indirizzi generali in materia di gestione del patrimonio Il patrimonio immobiliare del comune rappresenta contemporaneamente una fonte di reddito ed una voce di spesa. Una fonte di reddito in quanto, in un quadro di crescenti ristrettezze delle risorse di bilancio derivanti dai tagli ai trasferimenti erariali e dalla diminuzione delle entrate proprie dell’ente, la valorizzazione del patrimonio pubblico assume una rilevanza strategica sia per ridurre i costi che per innalzare il livello di redditività. Una voce di spesa in quanto il patrimonio immobiliare assorbe notevoli risorse per essere mantenuto ad un livello di decoro soddisfacente. La manutenzione della città e degli edifici è strumento fondamentale per affermare un diffuso senso di cura che si riflette, inevitabilmente, su un generale miglioramento della qualità urbana. Il tema del decoro urbano che comprende sia la manutenzione della viabilità, dei marciapiedi, del verde e degli arredi urbani, che la manutenzione degli edifici pubblici (scuole, municipio, cimiteri, ecc.) è da sempre uno dei temi sensibili nell’ambito dei rapporti con la cittadinanza. Le possibilità di intervento in questi ambiti sono fortemente limitate dai vincoli imposti dal patto di stabilità e solamente con un’efficace programmazione (pluriennale) degli interventi è possibile far fronte alle esigenze fisiologiche (dovute alla normale usura) del patrimonio e mantenere una efficace capacità di intervento per bisogni straordinari ed emergenze. Per concludere, quindi, gli indirizzi strategici in materia di gestione del patrimonio sono i seguenti: a) valorizzazione del patrimonio e miglioramento dei livelli di redditività, anche attraverso sinergie con soggetti privati; b) valutazione e ponderazione delle esigenze allocative di spazi pubblici; c) miglioramento del livello di manutenzione del patrimonio in grado di garantire un impiego ottimale delle risorse, anche attraverso il ricorso a forme gestionali esterne ovvero a forme di volontariato (per il verde).

Il reperimento e l’impiego di risorse straordinarie ed in conto capitale La crisi economica che ha colpito il paese si avverte in maniera ancora più forte nel settore dell’edilizia, entrato in una fase di stagnazione dal 2008 ad oggi. Le stime per una ripresa del mercato prevedono tempi molto lunghi (decenni) prima di ritornare ai livelli pre-crisi, forse non più ripetibili. Questa situazione ha determinato una forte contrazione delle risorse a disposizione dei comuni per il finanziamento degli investimenti, connesse ai proventi dell’attività edilizia (permessi di costruire) e ai proventi delle alienazioni che, peraltro, per ciò che concerne il comune di Calimera devono essere prioritariamente impiegati per il risanamento dell’ente. Un discorso a parte merita la cessione dei diritti di superficie delle aree PEEP, che potrebbe rappresentare, sebbene con valori non significativi, un canale di finanziamento degli investimenti, data la presenza di un interlocutore preventivamente individuato. Anche sul fronte dell’indebitamento non vi sono particolari margini di acquisizione delle risorse, per quanto si dirà specificatamente nel paragrafo seguente. Degne di nota risultano invece alcune risorse di natura straordinaria e a destinazione vincolata rappresentate dai proventi delle sanzioni per violazioni al Codice della Strada che nel corso degli anni hanno portato all’introito di volumi consistenti di proventi delle multe che in quota parte possono finanziare interventi di miglioramento della viabilità e di manutenzione delle strade. Al di là di quanto già detto sopra, appare quindi evidente che per il finanziamento degli investimenti sarà necessario attivare canali alternativi quali: · finanziamenti regionali finalizzati; · fondi europei; · investimenti privati (operazioni di Partenariato Pubblico-Privato). 69

Indebitamento Al 1 gennaio 2016 lo scadenziario mutui presenta la seguente situazione relativamente al residuo debito: CASSA DD PP

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ALTRI ISTITUTI Anno di Opera Importo mutuo Importo erogato concessione

2003 PRESTITO OBBLIGAZIONARIO 2.676.000,00 2.676.000,00

2004 FINANZIAMENTO DEBITI FUORI BILANCIO 307.984,28 307.984,28

2006 IMPIANTI SPORTIVI 1.315.245,00 1.315.245,00

L’indebitamento dell’ente subisce la seguente evoluzione:

anno 2014 2015 2016 2017 2018

debito residuo 6.518.090,10 6.191.075,65 7.281.543,29 6.880.729,83 6.469.840,58 nuovi prestiti 120.000,00 1.559.712,15

prestiti rimborsati -447.014,45 -469.244,51 -400.813,46 -410.889,25 -426.999,86

estinzioni anticipate

totale fine anno 6.191.075,65 7.281.543,29 6.880.729,83 6.469.840,58 6.042.840,72 abitanti al 31/12 7.207 7.159 7.160 7.160 7.160 debito medio per € 859,04 € 1.017,12 € 961,00 € 903,61 € 843,97 abitante

Gli oneri finanziari per ammortamento prestiti ed il rimborso degli stessi in conto capitale registrano la seguente evoluzione:

Utilizzo di anticipazione di liquidità Cassa depositi e prestiti L’ente ha ottenuto nel 2015, ai sensi del decreto del MEF 7/8/2015 una anticipazione di liquidità di euro 1.559.712,15 dalla Cassa depositi e prestiti da destinare al pagamento di debiti certi liquidi ed esigibili alla data del 31/12/2014, da restituirsi con un piano di ammortamento a rate costanti di anni 30. L’anticipazione è stata rilevata come indicato nell’art 2, comma 6 del d.l. n. 78/2015.

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Equilibri di parte corrente e generali di bilancio ed equilibri di cassa

Equilibri di parte corrente L’art. 162, comma 6, del TUEL impone che il totale delle entrate correnti (i primi 3 titoli delle entrate, ovvero: tributarie, da trasferimenti correnti ed extratributarie) sia almeno sufficiente a garantire la copertura delle spese correnti (titolo 1) e delle spese di rimborso della quota capitale dei mutui e dei prestiti contratti dall’Ente. Per gli enti in sperimentazione, alle entrate correnti è necessario sommare anche l’eventuale fondo pluriennale vincolato di parte corrente stanziato in entrata nonché i contributi in conto interessi che ora vengono contabilizzati al Titolo 4.02.06. L’eventuale saldo positivo di parte corrente è destinato al finanziamento delle spese di investimento. All’equilibrio di parte corrente possono concorrere anche entrate diverse dalle entrate correnti (entrate straordinarie) nei soli casi espressamente previsti da specifiche norme di legge. A tale proposito il comma 737 dell’articolo 1 della legge n. 208/2015, per il 2016 e 2017, dà la possibilità ai comuni di destinare fino al 100% degli oneri di urbanizzazione e relative sanzioni a spese correnti ed in particolare per:  spese di manutenzione ordinaria del verde;  spese di manutenzione ordinaria delle strade;  spese di manutenzione ordinaria del patrimonio;  spese di progettazione.

Il bilancio dell’ente presenta alcuni elementi di criticità circa il rispetto dell’equilibrio di parte corrente, dato dalla forte rigidità della spesa corrente (mutui, personale e contratti di servizio) e dall’incidenza di entrate non ricorrenti come il recupero evasione tributi che rendono difficile il suo mantenimento. Nel 2016-2018 esso è garantito, oltre che dalle suddette entrate, anche dall’utilizzo di oneri di urbanizzazione per spese correnti per un importo di 50.000 euro annui. Tale sbilancio è sintomo di una criticità che deve essere attentamente monitorata e oggetto di oculate politiche di bilancio, onde evitare di compromettere gli equilibri futuri.

Equilibrio generale L’equilibrio finale considera il totale delle entrate e delle spese, al netto delle anticipazioni di tesoreria e dei servizi per conto di terzi. Dal 2016, in attuazione della legge n. 243/2012, l’equilibrio finale è garantito senza la gestione dell’indebitamento (assunzione prestiti e rimborso di prestiti). TIT TIT. ENTRATE . SPESE I Entrate tributarie I Spese correnti II Entrate da trasferimenti correnti II Spese in c/capitale III Entrate extra-tributarie IV Entrate da alienazioni III Acquisizione attività finanziarie V Riduzione di attività finanziarie EQUILIBRIO LEGGE 243/2012 EQUILIBRIO LEGGE 243/2012 VI Accensione mutui IV Spese per rimborso di prestiti TOTALE A PAREGGIO TOTALE A PAREGGIO Coerentemente a quanto già esposto sopra a proposito dell’indebitamento, nel periodo 2016-2018 si prevede un equilibrio ai sensi della legge n. 243/2012 positivo, con la presenza di un saldo netto da impiegare dato dalla mancata previsione di assunzione di mutui a fronte della loro riduzione per pagamento delle ordinarie quote di capitale.

Equilibri di cassa Il Comune ha vissuto negli anni precedenti una crisi strutturale di liquidità anche ad una politica di finanziamento delle spese con entrate accertate ma non effettivamente riscosse.

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A questa disfunzione si è aggiunto, aggravandola, l’utilizzo di entrate vincolate per spese correnti, vincolo che, seppur consentito in via temporanea, non è stato mai ripristinato determinando un deficit di cassa cronico che, insieme all’enorme volume di residui attivi e passivi presenti in bilancio, all’esistenza di debiti fuori bilancio per spese di funzionamento e alla nutrita presenza di procedure esecutive a carico dell’ente, ha concorso allo stato di disequilibrio finanziario. L’ente attualmente, nel tentativo di superamento della crisi di liquidità, sta attuando una politica di finanziamento delle spese nei limiti delle entrate effettivamente riscosse a cui si aggiunge l’operazione di pulizia dei residui attivi inesigibili o inesistenti. Nel periodo 2016-2018 si intende proseguire nel rafforzamento degli equilibri di cassa, grazie anche all’introduzione, con il nuovo ordinamento contabile, dell’obbligo di accantonare al Fondo crediti di dubbia e difficile esazione la percentuale delle entrate non riscosse negli ultimi cinque esercizi.

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PROGRAMMAZIONE DEI LAVORI PUBBLICI

La realizzazione dei lavori pubblici degli enti locali deve essere svolta in conformità ad un programma triennale e ai suoi aggiornamenti annuali che vengono pertanto ricompresi in questa sezione del DUP. Di seguito viene proposto il piano triennale delle OO.PP. 2016- 2018 redatto in conformità al DM 11/11/2011.

PIANO TRIENNALE OO.PP. 2016-2018

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Risorse umane

Struttura organizzativa

La programmazione del fabbisogno di personale prevista dall’art.39, comma 1 della Legge 449/1997 e dall’art.6 del D.Lgs. 165/2001 è stata approvata con delibera di Giunta Comunale n.72 del 30.7.2015. Su tale atto l’organo di revisione ha formulato il parere ai sensi dell’art.19 della Legge 448/2001. La dotazione organica alla data odierna prevede n.41 posti a tempo pieno, di cui 9 vacanti e 32 coperti. La struttura organizzativa dell’ente, approvata con la citata deliberazione di Giunta Comunale è composta da sei settori e sottostanti servizi.

Dotazione organica Categorie Profili Posti Posti Dotazione Professionali Occupati Vacanti Organica A Operatore 1 0 1 B Esecutore 2 0 2

B3 Collaboratore 1 0 1

C Istruttore 24 5 30 (di cui 2 part time al 66% e 1 al 50% ) D1 Istruttore Direttivo 2 4 6 (di cui 1 part time al 50%) D3 Funzionario 1 0 11

TOTALE 32 9 41

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Il personale attualmente in servizio, viene suddiviso nei singoli settori individuati come segue:

Settore Primo - AFFARI GENERALI Responsabile: Funzionario D1 dott. Alessio SACCOMANNO

DOTAZIONE TOTALE DEL SETTORE

CATEGORIE DOTAZIONE COPERTI VACANTI

D1 1 1 0

C 7 6 1

B3 1 1 0

B1 1 1 0

A 1 1 0

TOTALE 11 10 1

Settore Secondo - POLITICHE SOCIALI ED EDUCATIVE CULTURALI Responsabile: Funzionario D1 dott. Alessio SACCOMANNO

DOTAZIONE TOTALE DEL SETTORE

CATEGORIE DOTAZIONE COPERTI VACANTI

D1 2 0 2

C 7 7 0

TOTALE 9 7 2

Settore Terzo -_ SERVIZI FINANZIARI Responsabile: Funzionario D1

Dott. Giuseppe SICILIA

DOTAZIONE TOTALE DEL SETTORE

CATEGORIE DOTAZIONE COPERTI VACANTI

D1 1 1 0

C 6 5 1

TOTALE 7 6 1

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Settore Quarto - P.M. ED IGIENE AMBIENTALE ______Responsabile: Funzionario D3

Ing. Antonio CASTRIGNANO’

DOTAZIONE TOTALE DEL SETTORE

CATEGORIE DOTAZIONE COPERTI VACANTI

D1 1 0 1

C 6 5 1

TOTALE 7 5 2

Settore Quinto - LAVORI PUBBLICI Responsabile: Funzionario D3

Ing. Antonio CASTRIGNANO’

DOTAZIONE TOTALE DEL SETTORE

CATEGORIE DOTAZIONE COPERTI VACANTI

D3 1 1 0

C 3 2 1

B1

TOTALE 4 3 1

Settore Sesto - URBANISTICA Responsabile: Funzionario D3

Ing. Antonio CASTRIGNANO’

DOTAZIONE TOTALE DEL SETTORE

CATEGORIE DOTAZIONE COPERTI VACANTI

D1 1 0 1

C 1 0 1

B1 1 1 0

TOTALE 3 1 2

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Andamento spesa di personale ex art. 1, comma 557, della legge n. 296/2006 La spesa del personale effettuata nell’esercizio 2015 è pari ad €.1.064.013,27 riferita a n.32 dipendenti, pari a euro 33.250,41 per dipendente, tiene conto della programmazione del fabbisogno, del piano delle assunzioni e: · dei vincoli disposti dall’art. 3, comma 5 del d.l. 90/2014 sulle assunzioni di personale a tempo indeterminato; · dei vincoli disposti dall’1/1/2013 dall’art. 9, comma 28 del D.L. 78/2010 sulla spesa per personale a tempo determinato, con convenzioni o con contratti di collaborazione coordinata e continuativa; · dell’obbligo di riduzione della spesa di personale disposto dall’art. 1 comma 557 della Legge 296/2006; · degli oneri relativi alla contrattazione decentrata previsti per euro 105.635,06 pari al 9,93% delle spese dell’intervento 01.

Le spese di personale, come definite dall’art.1, comma 557 della Legge 296/2006, subiscono la seguente variazione:

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Coerenza bilancio e vincoli di finanza pubblica

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Una sintesi: analisi swot del contesto di Calimera

I contesti economici locali sono in costante evoluzione, soprattutto in un periodo come quello attuale, caratterizzato da una fase di recessione economica piuttosto consistente che sembra abbia imposto delle importanti ristrutturazioni all’interno dei settori economici locali come unica via per affrontare una crisi di non breve durata, di cui peraltro non si vedono segnali di uscita a breve termine. Questo scenario impone di analizzare con precisione e scientificità il piano di sviluppo del territorio del Comune di Calimera. Per permettere di identificare in modo più chiaro i risultati emersi da questa fase di indagine è stata utilizzata “l’analisi SWOT”, metodologia di supporto ai processi decisionali che viene utilizzata dalle organizzazioni nella fase di pianificazione strategica o per la valutazione di fenomeni che riguardano il territorio. Lo scopo di questo strumento è evidenziare i punti di forza del territorio per ideare nuove metodologie che li sviluppino e li utilizzino per difendersi dalle minacce, eliminare le debolezze per attivare nuove opportunità. La SWOT Analysis si costruisce tramite una matrice divisa in quattro campi nei quali si hanno: · i punti di forza (Strengths); · i punti di debolezza (Weaknesses); · le opportunità (Opportunities); · le minacce (Threats).

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

Bellezza del paesaggio e vicinanza al mare Sistema industriale, artigianale e creditizio assai indebolito dalla recente crisi economica Capacità imprenditoriale Scarsa innovazione tecnologica (Es. servizi wi-fi e banda larga) Presenza di strutture culturali di alta qualità (Teatro, Cinema, Musei, Biblioteca, Mediateca) Rete viaria obsoleta e di difficile manutenzione

Situazione debitoria significativa

Obsolescenza infrastrutture hardware software comunali

Struttura organizzativa non adeguata alle nuove esigenze di un comune moderno

OPPORTUNITA’ MINACCE

Turismo legato alla riviera salentina L’incertezza economica del Paese

Sviluppo dell’enogastronomia attraverso aziende agricole locali, Rischio di risorse pubbliche insufficienti (mancanza di fondi per gli agriturismi e ristoranti investimenti programmati);

Creare sinergie (tra altri comuni, amministrazione, cittadini e Presenza di impianti cosiddetti “insalubri” imprenditori) per sviluppare nuove idee che portino ad un maggior sviluppo economico del territorio Microcriminalità

Creare sinergie tra le associazioni del territorio al fine di concentrare le energie e di promuovere integrazione tra i giovani.

Promuovere il rilancio del Comune attraverso il rinnovo delle infrastrutture

Recupero del territorio e del sistema edilizio in chiave ambientale

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OBIETTIVI STR TEGICI DELL’ENTE Premessa

Al momento dell’insediamento di questa amministrazione il Comune scontava una situazione di grave crisi finanziaria, evidenziata negli anni dal 2012 al 2015 dalla Sezione regionale di controllo per la Puglia della Corte dei Conti, situazioni che sono sfociate nella dichiarazione di ricorso al piano di riequilibrio di cui all’art.243-bis del TUEL. Ciò premesso durante il mandato amministrativo 2015-2020 l’azione di governo deve essere suddivisa in due fasi: Fase 1: “da meno (-) a p nto 0: scire dall’emergenza” (periodo giugno 2015 – giugno 2016), corrispondente all’attività ricognitoria della situazione finanziaria dell’ente e al ricorso al piano di riequilibrio. In questa fase la priorità assoluta è stata data alla conoscenza della reale situazione finanziaria dell’ente e alla ricognizione dei debiti fuori bilancio che ha portato alla decisione di ricorrere al piano di riequilibrio finanziario di cui all’art.243-bis del TUEL. Contemporaneamente si è avviato un percorso di graduale recupero della situazione di arretratezza attraverso: a) razionalizzazione delle spese e riorganizzazione della macchina amministrativa; b) adeguamento tecnico, tecnologico e normativo volto a garantire la conformità alle leggi sovraordinate (adeguamento informativo ed informatico dell’ente, aggiornamento modulistica e regolamenti);

Fase 2: “da p nto 0 a più (+): la ripresa” (luglio 2016 – dicembre 2018): le azioni che caratterizzeranno questa fase saranno improntate alla redazione del piano di riequilibrio e alla rinascita del Comune. La chiave di lettura sarà quella di considerare il Comune come una Famiglia la cui gestione è affidata al buon padre/madre (amministrazione) improntata a criteri di responsabilità, efficienza ed economicità, nella consapevolezza della centralità del ruolo e delle esigenze dei figli (cittadini). Quindi occorrerà valutare e considerare le esigenze espresse e non espresse del cittadino, senza dimenticare le esigenze della struttura interna e nel rispetto dei vincoli legislativi, contabili, finanziari e strutturali, che talvolta non permettono o sono in conflitto con le esigenze immediate del cittadino. Coesistono due tipologie di servizio erogato: - quello VISIBILE erogato direttamente al cittadino, facilmente misurabile e di immediato impatto - quello NON VISIBILE al cittadino, perché non immediatamente valutabile e spesso obbligato da vincoli legislativi o contabili che però crea beneficio se mantenuto nelle generazioni future ( es. illuminazione pubblica, riduzione dell’indebitamento). L’azione di questa amministrazione dovrà essere condotta nel rispetto dei principi di trasparenza, correttezza amministrativa e eguaglianza e secondo principi di sostenibilità e rilevanza, condivisione e lealtà.

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Sarà fondamentale continuare nel percorso intrapreso della formazione del personale dell’Amministrazione Comunale, che è lo strumento fondamentale per raggiungere gli obiettivi prefissati aumentando la sua competenza e la consapevolezza del proprio ruolo. L’attuazione della fase 2 si concentrerà su tre ambiti strategici: Ambito n. 1: Il lavoro e lo sviluppo economico La Ambito n. 2: La riqualificazione urbana riqualificazione Il lavoro e lo Ambito n. 3: La qualità della vita urbana sviluppo economico

La qualità

della vita

Partendo dall’assunto che il comune sia la casa di tutti i cittadini intendiamo lavorare per sviluppare un modello di amministrazione vicino alle persone, dove si possano trovare risposte ai bisogni e non, al contrario, un ostacolo; dove i cittadini si possano riconoscere come partecipi della gestione del bene comune. La partecipazione e la trasparenza sono infatti le modalità concrete attraverso cui si esprime una democrazia moderna. Per riuscire in questa sfida sarà necessario anche garantire una maggiore efficienza nella erogazione dei servizi ai cittadini ed alle imprese ampliando l’accessibilità degli stessi servizi e delle informazioni. Per rilanciare e rendere finalmente protagonista la nostra realtà a livello provinciale occorre progettare il futuro in maniera organica, partendo dalle necessità dei nostri cittadini e degli ospiti che vengono a Calimera. L’immagine che il nostro paese offre sia al visitatore che a coloro che abitano è fondamentale. La cura nel patrimonio ed il decoro urbano sono elementi qualificanti di un benessere diffuso. Gli interventi dovranno essere mirati affinché si eliminino le criticità maggiori soprattutto sulle vie con maggior traffico veicolare. Insieme alle strade è importante per il rilancio di Calimera la manutenzione dell'arredo urbano, delle aree verdi e degli immobili comunali. Il degrado è sinonimo di abbandono e per chi vive a Calimera questo è frustrante. Lo sviluppo di progetti e investimenti in questi settori sono necessari per migliorare anche la qualità della vita delle famiglie di Calimera. Nel 2016 importanti lavori di ristrutturazione interesseranno alcuni edifici scolastici grazie a progetti intrapresi nell’anno 2015. Nel prossimo triennio l’impegno sarà rivolto ad intercettare finanziamenti per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e per la valorizzazione delle aree urbane più degradate.

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LE MOD LIT ’ DI RENDICONT ZIONE L’attuale ordinamento prevede già delle modalità di rendicontazione dell’attività amministrativa finalizzate anche ad informare i cittadini del livello di realizzazione dei programmi e di raggiungimento degli obiettivi: a) durante il mandato attraverso: • la ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi finalizzata alla salvaguardia degli equilibri di bilancio; • l’approvazione, da parte della Giunta, della relazione sulla performance, prevista dal D. Lgs. 150/2009. Il documento rappresenta in modo schematico e integrato il collegamento tra gli strumenti di rendicontazione, in modo da garantire una visione unitaria e facilmente comprensibile della performance dell’ente, evidenziando altresì i risultati conseguiti in relazione agli obiettivi rilevanti ai fini della valutazione delle prestazioni del personale; • l’approvazione, da parte della Giunta Comunale, della relazione illustrativa al rendiconto, prevista dal D.Lgs. n. 267/2000. b) a fine mandato, attraverso la redazione della relazione di fine mandato, ai sensi dell’art. 4 del D.Lgs. 149/2011. In tale documento sono illustrati l’attività normativa e amministrativa svolta durante il mandato, i risultati conseguiti rispetto agli obiettivi programmatici, la situazione economico-finanziaria dell’Ente e degli organismi controllati, gli eventuali rilievi mossi dagli organismi esterni di controllo. Tutti i documenti di verifica, insieme ai bilanci di previsione ed ai rendiconti, devono essere pubblicati sul sito internet del Comune, al fine di assicurarne la più ampia diffusione e conoscibilità.

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DUP

Documento Unico di Programmazione Sezione Operativa (SeO)

2016 - 2018

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Quadro riassuntivo 2016 -2018

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Valutazione generale sui mezzi finanziari Il quadro generale della finanza locale ha assunto in questi anni un carattere endemico di forte instabilità, a causa delle persistenti modifiche delle fonti di finanziamento decise - a livello centrale - da un legislatore ondivago ed affetto da quello che, oramai, pare una incurabile bulimia normativa. Sul fronte della tassazione immobiliare si è registrato, nel 2012 il debutto dell’IMU in luogo dell’ICI, suddivisa in quota comunale e quota statale; nel 2013 il riparto del gettito tra comuni e Stato si è modificata attraverso la devoluzione pressoché integrale del gettito IMU a favore dei comuni, fatta eccezione per gli immobili del gruppo D, accompagnata dalla introduzione del Fondo di solidarietà comunale quale strumento di compensazione delle sperequazioni a livello territoriale volto a superare il sistema dei trasferimenti erariali. Sempre nel 2013 si è assistito al graduale superamento dell’imposizione sulla prima casa e su altre fattispecie imponibili (fabbricati merce, fabbricati rurali strumentali, ecc.), il cui mancato gettito è stato sostituito dai trasferimenti compensativi statali. Sul fronte della tassazione sui rifiuti e sui servizi, sempre il 2013 ha visto – in attuazione del DL n. 2012/2011 - l’entrata in vigore della nuova TARES, composta dalla quota di prelievo sui rifiuti (sostitutiva della TARSU/TIA) e dalla quota sui servizi indivisibili dei comuni (pari a €. 0,30/mq), incassata direttamente dallo Stato. Ciononostante ad ottobre 2013, per effetto del DL n. 102/2013 (conv. in legge n. 124/2014) vi è stato un ripensamento del legislatore, che ha reso facoltativa la TARES, dando la possibilità ai comuni di mantenere il prelievo sui rifiuti applicato nel 2012, in vista della introduzione della nuova IUC. Arriviamo così al 2014, quando la legge n. 147/2013 ha introdotto la IUC, di cui si dirà specificatamente in seguito, che include l’IMU, la TASI e la TARI. La Tasi, in particolare, sostituisce l’IMU sulla prima casa ed il tributo sui servizi indivisibili, ma presenta forti problemi di coperture in quanto i comuni, che avevano applicato lo sforzo fiscale sull’IMU non riescono, attraverso la TASI, per effetto delle clausole di salvaguardia, a garantire l’invarianza di risorse per i propri bilanci. Sembra invece dissolta la riforma della fiscalità locale in chiave federalista, che dal 2015, in base al D.Lgs. n. 23/2011, doveva portare al debutto dell’IMU secondaria (sostitutiva della TOSAP e della imposta di pubblicità). La legge n. 208/2015 ha infatti abrogato l’articolo 11 del d.Lgs. n. 23/2011 che prevedeva l’IMU secondaria. Lo slittamento al 2017 della riforma della tassazione locale, all’insegna della semplificazione, attraverso il superamento del dualismo IMU-TASI e l’istituzione di un nuovo tributo su base immobiliare ha spinto il Governo, per il 2016, a nuove misure “estemporanee” codificate nella legge n. 208/2015, in cui si prevede l’abolizione della TASI sull’abitazione principale e altre misure agevolative, il cui gettito per i bilanci comunali viene sostituito – sulla carta - dall’incremento del Fondo di solidarietà comunale. Tale misura è accompagnata dalla sospensione dell’efficacia – per il 2016 - degli aumenti dei tributi locali rispetto alle aliquote e tariffe vigenti per il 2015 (art. 1, comma 20, della legge n. 208/2015), fatta eccezione per:  gli incrementi della TARI, finalizzati a garantire l’integrale copertura dei costi del servizio;  gli enti in dissesto finanziario;  gli enti che dichiarano il predissesto. Questa brevissima ricostruzione è sufficiente a tratteggiare uno scenario caratterizzato da gravi incertezze sull’ammontare delle risorse disponibili, che preclude ogni serio tentativo di programmazione volta a garantire efficacia ed efficienza nella gestione delle risorse e nella erogazione dei servizi ai cittadini ed aumenta i rischi di squilibri dei bilanci locali, anche a causa di una progressiva erosione di risorse disponibili per il finanziamento delle spese, sia correnti che di investimento. Tale erosione discende anche:  dal taglio delle risorse garantite dallo Stato attraverso i trasferimenti o i fondi fiscalizzati (Fondo sperimentale di riequilibrio prima e Fondo di solidarietà comunale poi), non solo legati al processo di razionalizzazione della spesa pubblica (la cosiddetta spending review). Ai tagli già previsti dai DD.LL. 95/2012 e 66/2014, la legge di stabilità 2015 ha previsto un nuovo taglio di oltre 1,2 miliardi sul Fondo di solidarietà comunale che, dal 2015, non viene più alimentato da risorse statali bensì sono i comuni a cedere una quota di propria IMU allo Stato. Nei fatti quindi, ancora prima del completamento del processo di revisione della spesa attraverso i costi e fabbisogni standard, tutta la perequazione fiscale dei comuni viene finanziata dai comuni stessi attraverso il fondo di solidarietà comunale, che preleva una quota di gettito perché venga redistribuito in funzione della capacità fiscale (gettito IMU/TASI stimato ed effettivo);  dalla modifica delle fonti di finanziamento tributarie (IMU/IMU Stato/TASI) e la modifica dell’imposizione IMU e TASI (esenzione dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale,

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esenzioni sui fabbricati rurali strumentali, fabbricati merce, AIRE, equiparazioni abitazioni principali da un lato, riduzione 50% per i comodati gratuiti, riduzione per le unità immobiliari concesse in affitto a canone concordato, nuovi criteri di accatastamento degli “imbullonati”) che oltre a privare i comuni di una quota consistente del gettito IMU (circa il 40% nel 2014) ha determinato ulteriori perdite di risorse in quanto:  le riduzioni del gettito IMU e TASI non vengono adeguatamente compensate dai trasferimenti compensativi, in quanto basati su stime mai supportate dagli effettivi incassi;  il contributo compensativo IMU/TASI attribuito per il 2014 ed il 2015, è stato finanziato per il 2016 per 390 milioni di euro contro i 625 milioni del 2014 (-40% circa). Tutto ciò ha spesso condotto i comuni a garantire l’equilibrio economico finanziario attraverso entrate di tipo straordinario non ricorrenti (oneri di urbanizzazione, recupero evasione tributaria, ecc.), ovvero ad accertamenti di entrate di dubbia e difficile esazione che, mantenuti in bilancio, hanno condotto a croniche difficoltà di cassa e a dissesti latenti. Su questo versante decisivo è stato l’intervento della riforma dell’ordinamento contabile contenuta nel D.Lgs. n. 118/2011, che da un lato impedisce l’accertamento di entrate future, rafforzando la valutazione preventiva e concomitante degli equilibri di bilancio dall’altro l’accertamento e l’impegno di obbligazioni inesistenti, riducendo in maniera consistente l’entità dei residui attivi e passivi. In prospettiva quindi, complici anche i vincoli di finanza pubblica imposti dal patto di stabilità interno, i comuni dovranno fare i conti con una certa e consistente riduzione di risorse a disposizione. Il Comune di Calimera in questo contesto presenta una situazione del tutto peculiare. La precaria situazione economica venuta alla luce nel 2015 ha condotto, da un lato, ad una politica di forte contrazione della spesa corrente e, dall’altro, all’inasprimento della pressione tributaria, resasi necessaria per coprire la massa debitoria. Dal 2015 la spesa corrente è stata ridotta drasticamente e si è perseguito un percorso di risanamento che ha condotto all’utilizzo degli oneri di urbanizzazione per il finanziamento delle spese correnti, allo smaltimento dei residui attivi inesistenti ovvero di dubbia esigibilità ed al conseguente miglioramento dei tempi medi di pagamento. Visto al di fuori della situazione emergenziale, il quadro delle risorse disponibili nel triennio 2016- 2018 presenta ancora delle criticità connesse alla necessità di reperire le risorse finanziare (perlopiù di cassa) per il pagamento dei debiti pregressi. Come si è già avuto modo di osservare, la manovra di bilancio comunale, sia per l’anno 2015 che nella prospettiva triennale, continua a dover affrontare l’andamento divergente tra la dinamica delle entrate in calo e mantenimento delle attività necessarie per garantire il volume dei servizi necessari alla città, in un contesto di progressiva riduzione e razionalizzazione della spesa. Le entrate da tributi comunali sono poco sensibili agli effettivi andamenti dei valori dei redditi e dei patrimoni, mentre quasi tutte le altre entrate non sono collegate alla crescita dei prezzi. Le spese, invece, pur a fronte delle azioni di contenimento programmate, tendono a crescere sia per la dinamica inflattiva, per quanto contenuta, che per la necessità di sviluppo dei servizi, a sua volta collegata alla crisi economica e occupazionale. Per questo, nel rispetto delle esigenze di erogazione dei servizi ritenuti indispensabili per la collettività, sarà necessario proseguire in una politica di riduzione delle spese, con particolare riguardo a quelle per i consumi intermedi (già fortemente compresse) e a quelle per l’ammortamento dei prestiti, con la priorità di non dover ricorrere, se non in via residuale, ad inasprimenti della pressione fiscale e tributaria locale.

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Analisi delle risorse

Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa (Titolo 1.00) – triennio 2015 – 2017

Imposta unica comunale La disciplina sulla tassazione degli immobili è stata rivista interamente dalla Legge di Stabilità 2014 che ha istituito l’imposta unica comunale (IUC). Tale imposta comprende: i. l’imposta municipale propria (IMU), di natura patrimoniale, dovuta dal possessore dell’immobile con esclusione delle abitazioni principali; ii. una componente riferita ai servizi, articolata in un tributo per i servizi indivisibili (TASI), a carico sia del possessore che dell’utilizzatore dell’immobile e una tassa sui rifiuti (TARI) destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico dell’utilizzatore. IMU. La disciplina dell'IMU nell’anno 2014 ha subito profonde modifiche tra le quali, la principale, può essere rintracciata nella stabilizzazione del tributo. A riguardo, si ricorda che l'imposta, originariamente prevista dall'art. 8 del D.Lgs. n. 23/2011 sul cosiddetto federalismo municipale, si caratterizzava nella prima formulazione dalla esclusione dal suo campo di applicazione dell'abitazione principale e delle relative pertinenze. A causa delle note difficoltà della finanza pubblica, con la L. n. 214/2011 di conversione del D.L. n. 201/2011, se ne dispose l'anticipazione rispetto al 2014 dell'entrata in vigore, seppur in forma "sperimentale", estendendone l'applicazione anche all'abitazione principale ed alle relative pertinenze. La Legge di stabilità 2014 pone fine al carattere sperimentale del tributo il quale, sulla base delle previsioni dell'art. 13 del D.L. n. 201/2011, diviene la versione permanente ripristinando, nel contempo, l'esclusione per l'abitazione principale. La Legge di stabilità 2015 conferma l'esclusione di alcune fattispecie dal campo di applicazione del tributo, la più importante delle quali, come detto, riguarda l'abitazione principale e le relative pertinenze, purché trattasi di abitazioni non "di lusso". Le altre esclusioni riguardano: • le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale dei propri soci; • i fabbricati di civile abitazione destinati ad alloggi sociali; • la casa coniugale assegnata al coniuge a seguito di provvedimento di separazione legale o di cessazione degli effetti del matrimonio; • l'unico immobile posseduto e non concesso in locazione dal personale delle forze armate, polizia, carriera prefettizia e vigili del fuoco. Oltre alle fattispecie in precedenza elencate, quali: immobili appartenenti alle cooperative a proprietà indivisa adibite ad abitazione principale dei soci, immobili posseduti dal personale delle forze armate, polizia ecc…, nonché immobili destinati ad alloggi sociali, la Legge di stabilità 2014 permette ai Comuni di equiparare, con apposita disposizione regolamentare, all'abitazione principale le unità immobiliari concesse in comodato gratuito a parenti in linea retta fino al primo grado, subordinandola alternativamente: 89

• alla sola quota di rendita catastale dell'immobile concesso in comodato non superiore ad euro 500; • al possesso da parte del nucleo familiare beneficiante di un valore ISEE non superiore ad euro 15.000 annui. Restano infine confermate le ulteriori ipotesi di equiparazione previste per gli immobili posseduti da anziani o disabili residenti in istituti di ricovero, viene invece modificata la possibilità di assimilare le abitazioni possedute dai cittadini italiani non residenti alle prime case, con conseguente esenzione dall’imposta, infatti in sede di conversione del D.L. 47/2014, la Legge 80/2014 ha introdotto l’art. 9- bis il quale elimina, per l’anno 2014 tale agevolazione. Inoltre, a partire dal 1 Gennaio 2015 è considerata direttamente adibita ad abitazione principale una ed una sola unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato e iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE), già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza, a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata o data in comodato d'uso. Con Decreto 28 novembre 2014 - Ministero dell'Economia e delle Finanze (GU Serie Generale n.284 del 6-12-2014 - Suppl. Ordinario n. 93) viene modificato l’Ambito applicativo dell'esenzione dall'imposta municipale propria sui terreni agricoli escludendo il Comune di Calimera dall’esenzione in argomento, con conseguente decurtazione dal fondo di solidarietà comunale del relativo gettito, confermato anche per l’anno 2015 sul bilancio di previsione in euro 123.653,72. Le aliquote relative all’Imposta Municipale Propria avevano già subìto per il Comune di Calimera la revisione prevista dall’art. 251 del TUEL poiché l’ente aveva fatto ricorso alla procedura di Riequilibrio finanziario pluriennale, le stesse, dunque, restano fissate al massimo per tutta la durata del risanamento

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La valutazione del gettito è stata disposta considerando aliquote invariate per il periodo 2016-2018:

Fattispecie Aliquota

Abitazione principale e relative pertinenze (solo categorie A/1, A/8 e A/9) 0,55%

Detrazioni abitazione principale (solo categorie A/1, A/8 e A/9) €.200,00

Unità immobiliari ad uso produttivo appartenenti al gruppo catastale D 1,06%

Aree fabbricabili 1,06%

Abitazioni tenute a disposizione 1,06%

Altri immobili 1,06%

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TARI. La Tari, all’interno della IUC, si associa alla Tasi per quanto riguarda le due componenti dell’imposta unica destinate a finanziare servizi comunali, differenziandosi dall’Imu per la sua natura patrimoniale. La normativa della nuova tassa sui rifiuti impone la “copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio, ricomprendendo anche i costi di cui all’articolo 15 del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, ad esclusione dei costi relativi ai rifiuti speciali al cui smaltimento provvedono a proprie spese i relativi produttori comprovandone l’avvenuto trattamento in conformità alla normativa vigente.” Il comma 641 della Legge n. 147/2013 si pone a fondamento della Tari, viene stabilito che “il presupposto della Tari è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani”, precisando subito dopo che “sono escluse dalla TARI le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, non operative e le aree comuni condominiali di cui all’articolo 1117 del codice civile che non siano detenute o occupate in via esclusiva”. La TARI, tassa sostanzialmente ricalcata sulla base dei precedenti prelievi tributari sui rifiuti, sostituisce la TARES ed è destinata alla copertura dei costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati. L’importo della TARI dovuta sarà sempre correlato alla superficie degli immobili occupati nonché commisurato alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte. Il gettito complessivo è finalizzato a coprire tutti i costi approvati sulla base del piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani, tenuto conto degli obiettivi di miglioramento della produttività e della qualità dei servizi stessi. All’importo della Tassa è aggiunta la percentuale a titolo di Tributo Ambientale a favore della Provincia di Lecce (5%).

TASI. Il presupposto del tributo è il possesso o la detenzione, a qualsiasi titolo, di fabbricati, ivi compresa l’abitazione principale e di aree edificabili, come definiti ai fini dell’imposta municipale propria. Per gli immobili concessi in locazione finanziaria, soggetto passivo è il locatario a decorrere dalla data della stipulazione e per tutta la durata del contratto; per durata del contratto deve intendersi il periodo intercorrente dalla data della stipulazione alla data di riconsegna del bene al locatore, comprovata dal verbale di consegna. Nel caso in cui l’unità immobiliare sia occupata da un soggetto diverso dal titolare del diritto reale sull’unità immobiliare, quest’ultimo e l’occupante sono titolari di un’autonoma obbligazione tributaria; l’occupante versa la TASI nella misura del 20%, dell’ammontare complessivo della TASI, la restante parte deve essere corrisposta dal titolare del diritto reale sull’unità immobiliare. La TASI destinata a finanziare i servizi indivisibili presenta la stessa base imponibile dell’IMU con l’aliquota pari al 2,5 per mille, deliberata con atto di consiglio comunale n. 27 del 30 luglio 2015 e si versa sui fabbricati di categoria A ad eccezione delle categorie A1 A8 A9 per effetto del vincolo in base al quale la somma delle aliquote della TASI e dell’IMU, per ciascuna tipologia di immobile, non sia superiore all’aliquota massima consentita dalla legge statale per l’IMU, alla data del 31.12.2013. Al fine di assicurare la copertura finanziaria delle spese correnti nella misura superiore al 50% dei servizi relativi a pubblica sicurezza e vigilanza, servizi di manutenzione strade e del verde pubblico, di illuminazione pubblica per un importo stimato in euro 1.404.582,93 e così composto:

Addizionale comunale IRPEF L’addizionale comunale sul reddito delle persone fisiche è stata istituita, a decorrere dal 1° gennaio 1999, dal d. lgs n. 360/98. La stima del gettito dell’addizionale comunale all’IRPEF fino al 2007 era basata sui dati statistici dei redditi imponibili (per l’anno 2007 si faceva riferimento ai redditi 2005) comunicati dal ministero e da questo utilizzati per l’erogazione dei saldi.

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La legge Finanziaria 2008 introduce il versamento diretto da parte dei sostituti d’imposta, tramite F24, dell’importo dell’addizionale IRPEF alle tesoreria comunali, la cui valutazione gettito rimane legata alla tempistica delle dichiarazioni dei redditi. Per i lavoratori dipendenti la ritenuta viene effettuata e versata mensilmente, mentre per i lavoratori autonomi è previsto un acconto nell’anno in corso e il saldo in sede di dichiarazione dei redditi (di fatto l’anno successivo a quello di competenza). Le previsioni per gli anni 2015/2017 sono state effettuate sulla scorta dell’aliquota già fissata all’8 per mille (anche in questo caso il risanamento non ha potuto beneficiare dell’innalzamento dell’aliquota), per effetto del ricorso al Piano di riequilibrio finanziario, utilizzando la procedura resa disponibile dal sito del Federalismo demaniale utilizzando come base di calcolo l’anno d’imposta 2012. L’importo iscritto in bilancio è quello risultante dalla stima del gettito minimo, importo pressoché invariato rispetto all’accertato 2014/2015.

Il Fondo di solidarietà comunale La legge di stabilità per il 2013 (legge n. 228/2012), nell’attribuire ai comuni la maggior parte del gettito IMU – ad eccezione degli immobili del gruppo D - ha sostituito al comma 380 il Fondo sperimentale di riequilibrio con il Fondo di solidarietà comunale, alimentato prevalentemente da una quota parte degli incassi IMU che vengono trattenuti dai comuni per poi essere ripartiti secondo criteri perequativi. Il Fondo di solidarietà comunale – esteso anche alle regioni a statuto speciale - mantiene le stesse dinamiche del Fondo sperimentale di riequilibrio (e dei soppressi trasferimenti), nella misura in cui subisce variazioni connesse alle disposizioni di legge che impongono tagli ai comuni. A tale proposito ricordiamo: a) l’articolo 16, comma 6, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, come da ultimo modificato dal decreto legge 35/2013, conv. in legge n. 64/2013 (art. 10-quinquies, comma 1), con il quale è stata disposta una riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio nonché dei trasferimenti erariali spettanti ai comuni della Sicilia e della Sardegna di 500 milioni per il 2012, di 2.250 milioni per l’anno 2013, di 2.500 per l’anno 2015 e di 2.600 a decorrere dal 2016. Dal 2013 tale riduzione viene applicata “in proporzione alla media delle spese sostenute per consumi intermedi nel triennio 2010- 2012, desunte dal SIOPE, fermo restando che la riduzione per abitante di ciascun ente non può assumere valore superiore al 250 per cento della media costituita dal rapporto fra riduzioni calcolate sulla base dei dati SIOPE 2010-2012 e la popolazione residente di tutti i comuni, relativamente a ciascuna classe demografica di cui all'articolo 156 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267”. Per l’anno 2014, ferma restando la riduzione complessiva, i tagli non sono applicati nei confronti dei comuni colpiti dal terremoto dell’Abruzzo del 6 aprile 2009, rientranti nel cosiddetto “cratere sismico” (art. 20, comma 6, del d.L. n. 16/2014); b) l’articolo 9 del decreto legge 6 marzo 2014, n. 16, convertito in legge n. 68/2014, il quale ha esteso a tutti i comuni, in proporzione alla popolazione residente, il taglio di 118 milioni di euro previsto dall’articolo 2, comma 183, della legge n. 191/2009 per i costi della politica; c) l’articolo 47, commi da 8 a 13 del decreto legge 24 aprile 2014, n. 66, che ha ridotto di ulteriori 375,6 ml per il 2014 e di 563,4 ml per il triennio 2015-2017 le risorse spettanti ai comuni, in relazione a risparmi di spesa connessi alle autovetture, agli incarichi di studio, ricerca e consulenza e co.co.co. e alle acquisizioni di beni e servizi da effettuarsi tramite convenzioni CONSIP o altri strumenti messi a disposizioni dalle centrali di committenza; d) la legge n. 190/2014 che ha ridotto ulteriormente il FSC di 1,2 miliardi a partire dal 2015; e) la legge n. 20872015 che ha previsto:  una quota incrementale per il mancato gettito IMU e TASI (3.7 miliardi);  della revisione delle capacità fiscali in base ai costi e fabbisogno standard, il cui peso è aumentato dal 20% al 30% nel 2016, ed è destinato ulteriormente ad incrementarsi nel 2017 e successivi;  della minore quota di prelievo dal gettito IMU ad alimentazione del FSC (dal 38,22% al 23,8%).

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Il fondo di solidarietà comunale 2016 determinato dal Ministero (dati pubblicati sul sito il 30 marzo 2016) per il Comune di Calimera ammonta a €. 1.120.589,68.

Andamento Fondo di solidarietà comunale 2012-2015 (dati Ministero Interno)

Descrizione Anno 2012 Anno 2013 Anno 2014 Anno 2015 Assegnazioni da federalismo €.122.586,97 €.388.292,10 €.358.347,72 €.266.303,55 municipale Fondo di solidarietà comunale €.1.490.692,00 €.1.172.003,00 €.1.092.219,00 €.916.344,41

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Trasferimenti correnti (Titolo 2.00)

Per quanto riguarda i trasferimenti da amministrazioni pubbliche si registra un andamento altalenante dovuto in particolare alle vicende tributarie ed ai contributi compensativi del mancato gettito dei tributi. A proposito si evidenzia come: a) a livello europeo: non si prevedono contributi; b) a livello statale: il livello dei trasferimenti correnti dallo Stato registra un andamento altalenante dovuto alle correlate modifiche dei tributi locali. Il livello massimo viene registrato nel 2013, per effetto dei trasferimenti compensativi dell’IMU sulla prima casa & C previsti dai DD.LL. n. 102/2013 e n. 133/2013. c) a livello regionale: il Comune di Calimera, riceve finanziamenti per funzioni delegate che trovano la corrispettiva previsione nelle spese..

Entrate extratributarie (Titolo 3.00)

Proventi per sanzioni per violazioni al Codice della Strada: Le sanzioni stradali rappresentano un’entrata a destinazione (parzialmente) vincolata, ovvero a (parziale) specifica destinazione, il cui concetto è stato definito dalla Corte dei Conti, affermando il carattere straordinario di tale tipologia di risorse, derogatorio rispetto al tradizionale principio di unità del bilancio, ammissibile pertanto solo nei casi espressamente previsti. Giova precisare che l’art. 208 del Codice dalla strada si riferisce chiaramente a tutti «i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie per violazioni previste dal presente codice», non facendo alcuna distinzione sul momento in cui vengono incassate, pertanto, vi rientrano senz’altro sia gli importi relativi alle sanzioni, sia le maggiorazioni previste dall’art. 27, legge 24 novembre 1981, n. 689. Diversamente, si ritiene che le uniche cifre sottratte dal vincolo di destinazione in bilancio, sono le spese di riscossione evidenziate nella cartella esattoriale piuttosto che nell’ingiunzione fiscale, dovendo procedere al loro recupero in via coattiva.

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Affinché l’attività di programmazione dell’ente possa definirsi tempestiva, efficiente ed efficace, l’organo esecutivo dovrebbe individuare le spese (tra quelle vincolate) da finanziare col 50 per cento delle entrate da contravvenzioni, già all’inizio dell’esercizio finanziario, cosı` da poter avviare al più presto le azioni e gli interventi previsti; tuttavia tale scelta, attenendo all’allocazione delle risorse in bilancio, può essere adottata, ovvero modificata, fino alla scadenza del termine utile previsto per le variazioni di bilancio: pertanto, anche in corso d’esercizio ed entro il 30 novembre di ogni anno, è legittimo disporre l’impiego delle suddette entrate per il finanziamento delle spese rientranti tra le finalità di cui all’art. 208 citato. L’art. 208, c. 4, D. Lgs. n. 285/1992 impone dunque agli enti locali un vincolo di destinazione sul 50 per cento dei proventi delle sanzioni del Codice della strada, che gli enti sono tenuti a rispettare non solo in fase previsionale, ma anche a consuntivo. La previsione di entrata per l’anno 2015 rileva una forte contrazione, stanziandosi per l’importo di euro 13.000,00.

Entrate in conto capitale (Titolo 4.00) - Triennio 2016-2018

I proventi derivanti dal rilascio delle concessioni edilizie art. 18 L. 10/97 allocati al Titolo IV dell’entrata sono stati adeguati con le seguenti deliberazioni: Oneri di Urbanizzazione: C.C. n. 28 del 20.11.2012 Determinazione Costi di Costruzione: C.C. n. 28 del 20.11.2012 Aggiornamento ISTAT: Determinazione n. 28 del 5.02.2014. Tali proventi, nell’anno 2016, saranno utilizzati nella misura del 50% per finanziare il Titolo I della spesa. Accensione di prestiti (Titolo 6.00)

Non si prevede l’assunzione di nuovi prestiti nel periodo considerato.

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Indirizzi generali in materia di tributi e tariffe dei servizi Nel triennio considerato si perseguiranno i seguenti obiettivi: • invarianza di aliquote e di tariffe dei tributi e delle tasse comunali relative alle affissioni e alla Tosap. • mantenimento delle tariffe dei servizi sociali, educativi, sportivi ed economici, mantenendo, per i servizi alle famiglie, i criteri di equità sociale nella distribuzione del carico tariffario locale (in ragione dei redditi e dei patrimoni familiari disponibili), riducendo l'evasione e aumentando la pressione tariffaria nei redditi medio - alti; • sviluppo dell’azione di controllo dell’evasione dei tributi e delle tasse comunali e di recupero di basi imponibili non completamente dichiarate, in particolare per l’Ici (immobili e aree fabbricabili), l’IMU e la Tassa rifiuti; potenziamento dell’attività di recupero crediti da sanzioni arretrate al codice della strada; • sviluppo della collaborazione con l’Agenzia delle Entrate per attuare possibili forme di partecipazione alle azioni di contrasto all’evasione dei tributi erariali acquisendo in tal modo al Comune la quota del 100% delle eventuali maggiori somme riscosse dall’Agenzia sulla base di accertamenti fiscali definitivi. Per quanto riguarda le aliquote e le tariffe dei tributi locali, nel 2016-2018 si prevede: a) invarianza delle aliquote IMU approvate nel 2015; b) invarianza dell’addizionale comunale IRPEF fissata nella misura dello 0,8%; c) per la TARI, conferma della piena copertura del costo del servizio, con un riparto degli oneri del Piano Finanziario tra utenze domestiche e non domestiche in misura analoga al 2015.

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Indirizzi s l ricorso all’indebitamento per il finanziamento degli investimenti

Debito consolidato e capacità di indebitamento

Nel rinviare alla sezione strategica l’analisi dell’indebitamento del comune, si riporta di seguito il prospetto inerente la capacità di indebitamento dell’ente per l’anno 2016:

Gli indirizzi in materia di indebitamento

Pur avendo il Comune di Calimera una residua capacità di indebitamento, ordinaria e straordinaria, nel triennio considerato non si prevede la contrazione di nuovi mutui al fine di continuare la strada intrapresa della riduzione dell’indebitamento pro capite e per effetto del ricorso al riequilibrio di cui all’art. 243-bis del TUEL.

Nuove forme di indebitamento

Non si prevede il ricorso a nuove forme di indebitamento.

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La compatibilità con gli equilibri finanziari e con i vincoli di finanza pubblica

Di seguito si riporta il prospetto di coerenza del bilancio di previsione con gli equilibri di finanza pubblica:La compatibilità con gli equilibri finanziari e con i vincoli di patto

Tabella degli equilibri finanziari 2016-2018

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Di seguito si riporta il prospetto di coerenza del bilancio di previsione con gli equilibri di finanza pubblica:

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SPESA - Riepilogo generale delle spese e degli obiettivi operativi per missioni e programmi

Riepilogo generale delle spese per missioni

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Riepilogo generale degli obiettivi operativi e delle spese per missioni e programmi

MISSIONE 01 SERVIZI ISTITUZIONALI, GENERALI E DI GESTIONE

RISORSE FINANZIARIE

2016 2017 2018

PROGRAMMA Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 1 - Titolo 1 - Titolo 1 - Spese in Spese in Spese in Spese Spese Spese conto conto conto correnti correnti correnti capitale capitale capitale

01.01 ORGANI ISTITUZIONALI 82.760,00 74.468,14 74.468,14

01.02 SEGRETERIA GENERALE 606.071,97 393.076,55 358.561,84

GESTIONE ECONOMICO, 01.03 FINANZIARIA, PROGRAMMAZIONE 185.916,00 185.916,00 185.916,00 E PROVVEDITORATO GESTIONE DELLE ENTRATE 01.04 158.874,16 130.426,16 130.426,16 TRIBUTARIE E SERVIZI FISCALI

GESTIONE DEI BENI DEMANIALI E 01.05 15.000,00 102.414,16 15.000,00 300.000,00 15.000,00 PATRIMONIALI

01.06 UFFICIO TECNICO 231.558,00 255.735,00 255.735,00

ELEZIONI E CONSULTAZIONI 01.07 POPOLARI – ANAGRAFE E STATO 121.995,00 92.915,00 92.915,00 CIVILE STATISTICA E SISTEMI 01.08 INFORMATIVI ASSISTENZA TECNICO- 01.09 AMMINISTRATIVA AGLI ENTI LOCALI

01.10 RISORSE UMANE

01.11 ALTRI SERVIZI GENERALI 186.980,00 233.680,00 308.180,00

POLITICA REGIONALE UNITARIA 01.12 PER I SERVIZI ISTITUZIONALI, GENERALI E DI GESTIONE

Totale Missione per Titolo 1.589155,13 102.414,16 1.381.216,85 300.000,00 1.421.202,14 0,00

TOTALE MISSIONE 01 1.691.569,29 1.681.216,85 1.421.202,14

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MISSIONE 01 SERVIZI ISTITUZIONALI, GENERALI E DI GESTIONE PROGRAMMA 01 ORGANI ISTITUZIONALI RESPONSABILITA’ POLITICA FRANCESCA DE VITO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA

Amministrazione, funzionamento e supporto agli organi esecutivi e legislativi dell'ente. Comprende le spese relative a: 1) l’ufficio del capo dell’esecutivo a tutti i livelli dell’amministrazione: l’ufficio del governatore, del presidente, del sindaco, ecc.; 2) gli organi legislativi e gli organi di governo a tutti i livelli dell’amministrazione: assemblee, consigli, ecc.; 3) il personale consulente, amministrativo e politico assegnato agli uffici del capo dell’esecutivo e del corpo legislativo; 4) le attrezzature materiali per il capo dell’esecutivo, il corpo legislativo e loro uffici di supporto; 5) le commissioni e i comitati permanenti o dedicati creati dal o che agiscono per conto del capo dell’esecutivo o del corpo legislativo. Non comprende le spese relative agli uffici dei capi di dipartimento, delle commissioni, ecc. che svolgono specifiche funzioni e sono attribuibili a specifici programmi di spesa. Comprende le spese per lo sviluppo dell'ente in un'ottica di governance e partenariato; le spese per la comunicazione istituzionale (in particolare in relazione ai rapporti con gli organi di informazione) e le manifestazioni istituzionali (cerimoniale). Comprende le spese per le attività del difensore civico.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Creare un collegamento tra la democrazia diretta e rappresentativa, aprire l’Istituzione alla partecipazione dei cittadini non relegandola a norme esclusivamente consultive, istituire nuovi spazi e nuovi strumenti di discussione. L’obiettivo di questi processi è, non solo la nascita di un nuovo patto di collaborazione tra cittadini e amministrazione per una gestione condivisa della città, ma anche l’attuazione di un percorso di innalzamento del livello di benessere della comunità che non sia basato esclusivamente sulla crescita economica, ma che individui come elementi fondamentali: la qualità delle relazioni sociali, la solidarietà, l’inclusione sociale e la partecipazione attiva dei cittadini.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio Affari Generali.

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MISSIONE 01 SERVIZI ISTITUZIONALI, GENERALI E DI GESTIONE PROGRAMMA 02 SEGRETERIA GENERALE RESPONSABILITA’ POLITICA VIRGINIA PANESE E ANTONIO MONTINARO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA

Amministrazione, funzionamento e supporto, tecnico, operativo e gestionale alle attività deliberative degli organi istituzionali e per il coordinamento generale amministrativo. Comprende le spese relative:  allo svolgimento delle attività affidate al Segretario Generale e al Direttore Generale (ove esistente) o che non rientrano nella specifica competenza di altri settori;  alla raccolta e diffusione di leggi e documentazioni di carattere generale concernenti l'attività dell'ente;  alla rielaborazione di studi su materie non demandate ai singoli settori;  a tutte le attività del protocollo generale, incluse la registrazione ed archiviazione degli atti degli uffici dell'ente e della corrispondenza in arrivo ed in partenza.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Obiettivo del programma è creare e approvare uno strumento che consenta una stretta collaborazione tra cittadini e amministrazione nella cura, tutela, valorizzazione e gestione dei beni comuni. La collaborazione tra cittadini e amministrazione si estrinseca nell’adozione di atti amministrativi di natura non autoritativa detti “patti di collaborazione” disciplinati dall'art. 5 del modello tipo di regolamento: “Il patto di collaborazione è lo strumento con cui Comune e cittadini attivi concordano tutto ciò che è necessario ai fini della realizzazione degli interventi di cura, gestione condivisa e rigenerazione dei beni comuni”. Si tratta della traduzione tecnico-giuridica dell'alleanza che viene a stabilirsi tra cittadini e amministrazione per rispondere alla complessità delle esigenze e che, lungi dal supplire alle vacatio della pubblica amministrazione, ne integra competenze e risorse consentendo il conseguimento del fine.

ALTRE FINALITA’ DA CONSEGUIRE

1. Aggiornamento dei regolamenti di competenza dell’area di maggiore rilevanza; 2. Adottare e promuovere all’interno dell’ente uniformità: a) nella redazione degli atti amministrativi (delibere, determine…); b) nell’utilizzo della modulistica; c) nella composizione dei fascicoli; d) nella gestione dell’archivio corrente. 3. Promuovere processi di semplificazione dei procedimenti amministrativi dell’attività dell’ente affinché venga garantita la trasparenza nei confronti del cittadino.

Quanto sopra al fine di introdurre e consolidare sistemi che garantiscano omogeneità nei comportamenti attraverso procedure standard condivise e adottate. Ciò potrà consentire:  di evitare il classico effetto “spoletta” tra gli uffici, tipico della pubblica amministrazione;  di ridurre i tempi procedimentali;  di semplificare ed uniformare procedure complesse;  di assicurare piena legittimità a ciascuna procedura;  garantire l’imparzialità dell’operato dell’ente.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio Affari Generali .

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MISSIONE 01 SERVIZI ISTITUZIONALI, GENERALI E DI GESTIONE PROGRAMMA 03 GESTIONE ECONOMICO-FINANZIARIA, PROVVEDITORATO E CONTROLLO DI GESTIONE RESPONSABILITA’ POLITICA VIRGINIA PANESE RESPONSABILE AMMINISTRATIVO GIUSEPPE SICILIA

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA

Amministrazione e funzionamento dei servizi per la programmazione economica e finanziaria in generale. Comprende le spese per la formulazione, il coordinamento e il monitoraggio dei piani e dei programmi economici e finanziari in generale, per la gestione dei servizi di tesoreria, del bilancio, di revisione contabile e di contabilità ai fini degli adempimenti fiscali obbligatori per le attività svolte dall'ente. Amministrazione e funzionamento delle attività del provveditorato per l’approvvigionamento dei beni mobili e di consumo nonché dei servizi di uso generale necessari al funzionamento dell’ente. Comprende le spese per incremento di attività finanziarie (titolo 3 della spesa) non direttamente attribuibili a specifiche missioni di spesa. Sono incluse altresì le spese per le attività di coordinamento svolte dall’ente per la gestione delle società partecipate, sia in relazione ai criteri di gestione e valutazione delle attività svolte mediante le suddette società, sia in relazione all’analisi dei relativi documenti di bilancio per le attività di programmazione e controllo dell’ente, qualora la spesa per tali società partecipate non sia direttamente attribuibile a specifiche missioni di intervento. Non comprende le spese per gli oneri per la sottoscrizione o l’emissione e il pagamento per interessi sui mutui e sulle obbligazioni assunte dall'ente.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Proseguire nella complessa attività di adeguamento dell’attuale sistema contabile ed organizzativo nonché informatico dell’ente al fine di rendere possibile l’attuazione del processo di “armonizzazione” avviato nell’anno 2015, in ossequio al decreto legislativo n. 118 del 2011. In particolare provvedere all’aggiornamento delle procedure informatiche necessarie per la contabilità economico-patrimoniale, l’aggiornamento dell’inventario e del patrimonio secondo il piano dei conti integrato, la valutazione delle voci dell’attivo e del passivo nel rispetto del principio applicato della contabilità economico patrimoniale. Adottare tutte le iniziative dirette a continuare ad assicurare, ai sensi delle disposizioni vigenti, la tempestività dei pagamenti dei debiti contratti dal Comune per forniture di beni e servizi e per opere pubbliche, tenere conto dei vincoli derivanti dalle norme sul Pareggio di Bilancio, che si ritengono comunque prioritarie. Il 2015 ha segnato la presa d’atto della “emergenza” finanziaria dell’ente, nel 2016 a seguito di tale emergenza è stata avviata, con il ricorso alla procedura di cui all’art.243-bis del TUEL, la fase di riequilibrio della gestione finanziaria dell’Ente, conciliando le esigenze di sviluppo del territorio con il perseguimento degli equilibri finanziari generali e dei vincoli di finanza pubblica. Sono stati avviati i processi operativi e gestionali interni per eliminare le inefficienze e gli sprechi e garantire un efficace e tempestivo impiego delle risorse.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: Risorse assegnate al servizio Finanziario.

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MISSIONE 01 SERVIZI ISTITUZIONALI, GENERALI E DI GESTIONE PROGRAMMA 04 GESTIONE DELLE ENTRATE TRIBUTARIE E FISCALI RESPONSABILITA’ POLITICA VIRGINIA PANESE RESPONSABILE AMMINISTRATIVO GIUSEPPE SICILIA

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento dei servizi fiscali, per l'accertamento e la riscossione dei tributi, anche in relazione alle attività di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale, di competenza dell'ente. Comprende le spese relative ai rimborsi d’imposta. Comprende le spese per i contratti di servizio con le società e gli enti concessionari della riscossione dei tributi, e, in generale, per il controllo della gestione per i tributi dati in concessione. Comprende le spese per la gestione del contenzioso in materia tributaria. Comprende le spese per le attività di studio e di ricerca in ordine alla fiscalità dell'ente, di elaborazione delle informazioni e di riscontro della capacità contributiva, di progettazione delle procedure e delle risorse informatiche relative ai servizi fiscali e tributari, e della gestione dei relativi archivi informativi. Comprende le spese per le attività catastali.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Finalità da conseguire L’acquisizione delle entrate tributarie (IMU, tassa rifiuti, addizionale IRPEF, pubblicità, TOSAP, ecc.) provenienti dal proprio territorio rappresenta la principale fonte di finanziamento della spesa comunale. Per questo motivo garantire la partecipazione di tutti i cittadini alla spesa dell’ente secondo criteri di equità, progressività e sostenibilità è l’obiettivo prioritario dell’amministrazione da attuarsi mediante: a) lotta all’evasione e all’elusione fiscale; b) potenziamento dell’attività di riscossione; c) sviluppo della compliance in materia fiscale; d) trasparenza ed equità nella distribuzione del carico tributario; e) semplificazione degli adempimenti a carico dei contribuenti e accessibilità alle informazioni; f) tutela delle fasce deboli.

Motivazione delle scelte “Pagare tutti per pagare meno” è slogan dietro al quale può essere riassunta la necessità, da un lato, di contrastare l’evasione e l’elusione fiscale, attraverso l’attività di controllo e di accertamento dei tributi e, dall’altro, di sviluppare azioni volte a migliorare la capacità di riscossione delle entrate accertate. La crisi economica in corso e la riduzione delle disponibilità finanziarie delle famiglie e delle imprese rende ancora più stringente la necessità di non inasprire la pressione tributaria, con il rischio di ottenere l’effetto inverso. Se è vero infatti che negli ultimi anni vi è stata una erosione del gettito fiscale a causa delle crescenti difficoltà finanziarie delle imprese e delle famiglie (notevole è l’aumento dei fallimenti come pure l’aumento delle ore di cassa integrazione), e pertanto una percentuale di “evasione” o di “mancato pagamento” derivi da uno stato di necessità non comprimibile, altrettanto vero che permane una quota da imputare alla “volontà” ovvero alla “scarsa propensione” del contribuente a concorrere alle spese mediante il pagamento dei tributi. Ridurre o eliminare il più possibile tale quota risulterà fondamentale per la sostenibilità sociale a lungo periodo del sistema di imposizione fiscale. Tale obiettivo dovrà essere perseguito da un lato attraverso la lotta all’evasione (attività accertativa) e, dall’altro, attraverso l’aumento della riscossione delle somme accertate. Il nuovo ordinamento contabile (armonizzazione) limita infatti la capacità di spesa delle amministrazioni pubbliche rapportandola alle sole entrate che nel medio periodo (cinque anni) vengono effettivamente riscosse. Diventa quindi centrale migliorare la capacità di riscossione delle proprie entrate accertate, per cercare di mantenere e migliorare il livello dei servizi erogati. Conseguentemente continuerà l’attività di recupero evasione già avviata nel 2011 con l’affidamento del servizio di accertamento delle entrate ICI e TARSU e di creazione della banca dati immobiliare e territoriale, attività che dovrà essere proseguita ed implementata con l’accertamento dell’IMU e con l’avvio della collaborazione con l’Agenzia delle entrate sul fronte dell’evasione fiscale. Nel contempo dovranno essere intraprese azioni finalizzate a migliorare la riscossione delle entrate, attraverso lo sviluppo di azioni volte a migliorare la compliance fiscale. La contribuzione alle spese dovrà sempre di meno essere avvertita come una imposizione (una

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costrizione) e sempre più come un modo di contribuire alla crescita del territorio e allo sviluppo economico e sociale. L’efficacia dell’azione in questa direzione non può prescindere altresì da: a) una semplificazione degli adempimenti ed una maggiore accessibilità e chiarezza delle informazioni; b) una equa ripartizione del carico tributario.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio Finanziario.

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MISSIONE 01 SERVIZI ISTITUZIONALI, GENERALI E DI GESTIONE PROGRAMMA 05 GESTIONE DEI BENI DEMANIALI E PATRIMONIALI RESPONSABILITA’ POLITICA FRANCESCA DE VITO E ANTONIO MONTINARO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ANTONIO CASTRIGNANO’

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento del servizio di gestione del patrimonio dell'ente. Comprende le spese per la gestione amministrativa dei beni immobili patrimoniali e demaniali, le procedure di alienazione, le valutazioni di convenienza e le procedure tecnico-amministrative, le stime e i computi relativi ad affittanze attive e passive. Comprende le spese per la tenuta degli inventari, la predisposizione e l’aggiornamento di un sistema informativo per la rilevazione delle unità immobiliari e dei principali dati tecnici ed economici relativi all’utilizzazione del patrimonio e del demanio di competenza dell'ente. Non comprende le spese per la razionalizzazione e la valorizzazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Alienazione del patrimonio non destinato a finalità istituzionali, ai fini del reperimento di risorse da destinare ad investimenti ed individuazione di immobili, suscettibili di valorizzazione attraverso lo strumento della concessione ai fini della loro riqualificazione e riconversione tramite interventi di recupero, restauro, ristrutturazione; tutto ciò previa approvazione da parte del C.C. del Piano delle Alienazioni e valorizzazioni immobiliari e successivamente alla effettuazione di verifiche ed adempimenti tecniche necessari (messa norma impianti tecnologici, certificazione energetica edifici, ecc…) per procedere alla alienazione/affidamento in concessione di valorizzazione (frazionamento, accatastamento, verifica legittimità edilizia/urbanistica, calcolo del valore di vendita della proprietà/canone di concessione).

Motivazione delle scelte Il programma di gestione dei beni demaniali e patrimoniali è principalmente orientato alle operazioni atte a riqualificare e valorizzare il patrimonio comunale, con conseguente riduzione dei costi di gestione ed incremento delle risorse finanziarie collegate, attraverso la riduzione di sottoutilizzi e diseconomie, la risoluzione di problematiche connesse alla sua gestione, l'implementazione di interventi di recupero, restauro, ristrutturazione con spese a carico dei gestori, l'alienazione di immobili non destinati a finalità istituzionali.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al settore Tecnico.

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MISSIONE 01 SERVIZI ISTITUZIONALI, GENERALI E DI GESTIONE PROGRAMMA 06 UFFICIO TECNICO – LAVORI PUBBLICI RESPONSABILITA’ POLITICA FRANCESCA DE VITO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ANTONIO CASTRIGNANO’

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento dei servizi per l'edilizia relativi a: gli atti e le istruttorie autorizzative (permessi di costruire, dichiarazioni e segnalazioni per inizio attività edilizia, certificati di destinazione urbanistica, condoni ecc.); le connesse attività di vigilanza e controllo; le certificazioni di agibilità. Amministrazione e funzionamento delle attività per la programmazione e il coordinamento degli interventi nel campo delle opere pubbliche inserite nel programma triennale ed annuale dei lavori previsto dal D.Lgs. 12 aprile 2006 n. 163, e successive modifiche e integrazioni, con riferimento ad edifici pubblici di nuova edificazione o in ristrutturazione/adeguamento funzionale, destinati a varie tipologie di servizi (sociale, scolastico, sportivo, cimiteriale, sedi istituzionali). Non comprende le spese per la realizzazione e la gestione delle suddette opere pubbliche, classificate negli specifici programmi in base alla finalità della spesa. Comprende le spese per gli interventi, di programmazione, progettazione, realizzazione e di manutenzione ordinaria e straordinaria, programmati dall'ente nel campo delle opere pubbliche relative agli immobili che sono sedi istituzionali e degli uffici dell'ente, ai monumenti e agli edifici monumentali (che non sono beni artistici e culturali) di competenza dell'ente.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

 Garantire una corretta, efficace e tempestiva programmazione, progettazione ed esecuzione opere e lavori pubblici;  Occorre procedere in un’azione di snellimento e/o velocizzazione di alcuni procedimenti che in questa fase sono "congelati";  Ulteriore sviluppo potrebbe essere dato dall'attivazione di convenzioni con gli Ordini/Collegi professionali al fine di permettere ai neo diplomati/laureati di acquisire le conoscenze tecnico/amministrative interne dell'Amministrazione Comunale così da poterne fruire nella successiva attività libero professionale. Da non trascurare anche le attività di "stage" che gli istituti scolastici possono attivare con la Pubblica Amministrazione

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al settore Tecnico.

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MISSIONE 01 SERVIZI ISTITUZIONALI GENERALI E DI GESTIONE PROGRAMMA 07 ELEZIONI E CONSULTAZIONI POPOLARI - ANAGRAFE E STATO CIVILE RESPONSABILITA’ POLITICA FRANCESCA DE VITO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA

Amministrazione e funzionamento dell'anagrafe e dei registri di stato civile. Comprende le spese per la tenuta e l'aggiornamento dei registri della popolazione residente e dell'A.I.R.E. (Anagrafe Italiani Residenti all'Estero), il rilascio di certificati anagrafici e carte d'identità, l'effettuazione di tutti gli atti previsti dall'ordinamento anagrafico, quali l'archivio delle schede anagrafiche individuali, di famiglia, di convivenza, certificati storici; le spese per la registrazione degli eventi di nascita, matrimonio, morte e cittadinanza e varie modifiche dei registri di stato civile. Comprende le spese per notifiche e accertamenti domiciliari effettuati in relazione ai servizi demografici. Amministrazione e funzionamento dei servizi per l'aggiornamento delle liste elettorali, il rilascio dei certificati di iscrizione alle liste elettorali, l'aggiornamento degli albi dei presidenti di seggio e degli scrutatori. Comprende le spese per consultazioni elettorali e popolari

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Le attività di anagrafe e stato civile sono attribuite al Sindaco quale Ufficiale di Governo. L'anagrafe provvede alla tenuta e all'aggiornamento dell’anagrafe della popolazione residente e dell’A.I.R.E (anagrafe italiani residenti all’estero), al rilascio di certificazioni, alberi genealogici, al controllo delle dichiarazioni sostitutive di certificazione, alla parifica dell'anagrafe alle risultanze del Censimento. L'anagrafe provvede inoltre: - all’autentica di firme e documenti; - al rilascio delle carte di identità cartacee per i residenti e i non residenti; - alla autentica delle dichiarazione di vendita di veicoli a motore; - a fornire informazioni e prenotazioni per rilascio passaporto; - a far fronte alle verifiche di dati provenienti da altre pubbliche amministrazioni; - al rilascio degli attestati di soggiorno per cittadini comunitari. Lo stato civile provvede alla cura degli atti di stato civile in tutte le loro fasi e al rilascio di certificati, estratti e copie integrali degli atti medesimi; agli adempimenti di competenza comunale relativi alle liste di leva, dà attuazione alle disposizioni in materia di autorizzazione alla cremazione, conservazione / dispersione delle ceneri. L'Ufficio elettorale provvede a tenere costantemente aggiornate le liste elettorali generali e di sezione; provvede alla ripartizione del corpo elettorale e del territorio comunale in sezioni stabilendone le sedi ed assegnandovi gli elettori in base all'indirizzo di abitazione. Provvede, attraverso due revisioni semestrali, all'iscrizione di coloro che acquistano il diritto di voto per età e a cancellare coloro che sono dichiarati irreperibili dall'anagrafe. Attraverso le revisioni dinamiche, provvede alla cancellazione degli elettori che hanno riacquistato il diritto di voto. Si occupa della tenuta e dell'aggiornamento dell'Albo dei Presidenti di seggio e dell'Albo degli scrutatori. Vengono formati e aggiornati, negli anni dispari, tramite un'apposita Commissione comunale, gli elenchi dei cittadini in possesso dei requisiti per l'esercizio delle funzioni di Giudice Popolare di Corte di Assise e di Corte di Assise di Appello. Si occupa del rilascio dei seguenti certificati e documenti: - certificato di iscrizione alle liste elettorali; - certificato di godimento dei diritti politici; - tessera elettorale. La statistica segue lo svolgimento di tutte le funzioni nel campo della produzione, elaborazione, analisi e diffusione dei dati statistici demografici, sociali, economici ed ambientali, attribuite dalla normativa nazionale all’Ufficio di Statistica comunale nell’ambito del Sistema statistico nazionale, nel quadro metodologico e tecnico definito dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT). Svolgimento di tutte le funzioni attribuite all’Ufficio Comunale di Censimento.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio demografico- elettorale

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MISSIONE 01 SERVIZI ISTITUZIONALI, GENERALI E DI GESTIONE PROGRAMMA 08 STATISTICA E SISTEMI INFORMATIVI RESPONSABILITA’ POLITICA ANTONIO MONTINARO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento delle attività per la realizzazione di quanto previsto nella programmazione statistica locale e nazionale, per la diffusione dell'informazione statistica, per la realizzazione del coordinamento statistico interno all'ente, per il controllo di coerenza, valutazione ed analisi statistica dei dati in possesso dell'ente, per la promozione di studi e ricerche in campo statistico, per le attività di consulenza e formazione statistica per gli uffici dell'ente. Amministrazione e funzionamento delle attività a supporto, per la manutenzione e l'assistenza informatica generale, per la gestione dei documenti informatici (firma digitale, posta elettronica certificata ecc.) e per l'applicazione del codice dell'amministrazione digitale (D. Lgs. 7 marzo 2005 n° 82). Comprende le spese per il coordinamento e il supporto generale ai servizi informatici dell'ente, per lo sviluppo, l'assistenza e la manutenzione dell'ambiente applicativo (sistema operativo e applicazioni ) e dell'infrastruttura tecnologica (hardware ecc.) in uso presso l'ente e dei servizi complementari (analisi dei fabbisogni informatici, monitoraggio, formazione ecc.). Comprende le spese per la definizione, la gestione e lo sviluppo del sistema informativo dell'ente e del piano di e-government, per la realizzazione e la manutenzione dei servizi da erogare sul sito web istituzionale dell'ente e sulla intranet dell'ente. Comprende le spese per la programmazione e la gestione degli acquisti di beni e servizi informatici e telematici con l'utilizzo di strumenti convenzionali e di e-procurement. Comprende le spese per i censimenti (censimento della popolazione, censimento dell'agricoltura, censimento dell'industria e dei servizi).

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MISSIONE 01 SERVIZI ISTITUZIONALI, GENERALI E DI GESTIONE PROGRAMMA 10 RISORSE UMANE RESPONSABILITA’ POLITICA ANTONIO MONTINARO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento delle attività a supporto delle politiche generali del personale dell'ente. Comprende le spese: per la programmazione dell'attività di formazione, qualificazione e aggiornamento del personale; per il reclutamento del personale; per la programmazione della dotazione organica, dell'organizzazione del personale e dell'analisi dei fabbisogni di personale; per la gestione della contrattazione collettiva decentrata integrativa e delle relazioni con le organizzazioni sindacali; per il coordinamento delle attività in materia di sicurezza sul lavoro. Non comprende le spese relative al personale direttamente imputabili agli specifici programmi di spesa delle diverse missioni.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

1. Promozione del benessere organizzativo del personale. Nel corso del si avvierà una indagine di tipo informale volta a rilevare lo stato di benessere organizzativo del personale dipendente, sulla base di un nuovo strumento di rilevazione elaborato a partire dal modello definito dall’A.N.AC. (Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche) ai sensi dell’art. 14, comma 5, d.Lgs. n. 150/2009, in vista della futura riorganizzazione della macchina comunale. 2. Piano della formazione del personale. Nel corso dell’anno 2016 si procederà, dopo l’analisi dei fabbisogni rilevati, alla stesura ed approvazione del primo Piano della formazione. Tale piano sarà completato nel 2017. Tale piano riguarderà tra l’altro il codice di comportamento, le norme in tema di trasparenza e anticorruzione e la sicurezza sul lavoro. 3. Sicurezza degli ambienti di lavoro. Dovrà essere garantito da parte del competente settore tecnico l’adeguamento dell’ente alle norme in materia di sicurezza sul lavoro previsto dal d.Lgs. n. 81/2008. 4. Aumentare l’efficienza della macchina comunale. Le politiche volte all’incremento di efficienza del Comune passeranno da un lato attraverso la valorizzazione delle risorse umane interne e, dall’altro, attraverso l’implementazione e la conseguente razionalizzazione delle posizioni apicali.

Motivazione delle scelte Il fattore produttivo “lavoro” da sempre rappresenta uno degli snodi fondamentali per garantire una pubblica amministrazione efficiente e di qualità. Sul fronte del personale interno, si intende procedere alla:  valorizzazione e riqualificazione delle professionalità;  introduzione di premi legati ai risultati ottenuti, basati su sistemi di valutazione affidabili;  orientamento verso la soddisfazione degli utenti. Occorre inoltre continuare il cammino intrapreso per il miglioramento dei comportamenti organizzativi e la qualità professionale del personale. Questi obiettivi si ottengono attraverso azioni combinate che riguardano: - lo sviluppo di azioni positive per favorire il miglioramento dei comportamenti e della competenza professionale del personale anche attraverso la valutazione della soddisfazione degli utenti/cittadini; - la pianificazione della formazione necessaria, la formazione tecnica e comportamentale del personale del Comune; - promuovere la cultura della legalità e dell’anticorruzione; - implementare se possibile attività volte al conseguimento di un maggior benessere organizzativo ma nel contempo presidiare anche gli aspetti disciplinari.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio personale, Nucleo di valutazione, Segretario comunale.

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MISSIONE 01 SERVIZI ISTITUZIONALI, GENERALI E DI GESTIONE PROGRAMMA 11 ALTRI SERVIZI GENERALI - SPORTELLO POLIFUNZIONALE PER IL CITTADINO – AFFARI LEGALI RESPONSABILITA’ POLITICA FRANCESCA DE VITO - ANTONIO MONTINARO - VIRGINIA PANESE RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA

Amministrazione e funzionamento delle attività e dei servizi aventi carattere generale di coordinamento amministrativo, di gestione e di controllo per l'ente non riconducibili agli altri programmi di spesa della missione 01 e non attribuibili ad altre specifiche missioni di spesa. Comprende le spese per l'Avvocatura, per le attività di patrocinio e di consulenza legale a favore dell'ente. Comprende le spese per lo sportello polifunzionale al cittadino

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

1. Veicolare attraverso sistemi automatici l’utenza verso gli uffici e aumentare il risparmio di risorse umane. 2. Attivazione di strumenti dedicati all’assistenza utenza debole; 3. Attivazione di sistemi di customer satisfaction per consentire alla cittadinanza di esprimere valutazioni sul servizio reso all’utenza al fine consentirne il miglioramento e recepire aree di miglioramento.

1) CONTENZIOSO Procedere alla completa riorganizzazione dei contenziosi dell’ente e dei contratti attraverso la Mappatura completa del contenzioso dell’Ente nelle differenti giurisdizioni ordinaria e amministrativa con indicazione per ciascuno di essi di tutti gli elementi necessari che consentano di avere massima chiarezza del quadro delle posizioni dell’ente nei rapporti con i terzi e dell’eventuale esposizione dell’ente. 2) CONTRATTI Mappatura dei Contratti, stipulati e stipulandi dell’Ente, al fine di poter realizzare un’attività di monitoraggio delle scadenze degli stessi, attivando tempestivamente le procedure necessarie prima della relativa scadenza; 3) Supporto agli uffici dell’ente nella fase di stipulazione e successiva registrazione dei contratti dell’ente:  in forma pubblica amministrativa, anche telematica;  in forma semplificata mediante la predisposizione di scritture private, migliorandone al contempo l’efficienza. 4) ATTI NON REPERTORIABILI Avviare la raccolta degli atti interni non repertoriabili, (es. scritture private registrate in caso d’uso), predisponendo un apposito registro interno.

MOTIVAZIONE DELLE SCELTE Risulta necessario poter garantire omogeneità e continuità nel supporto amministrativo, ridurre il contenzioso legato a possibili profili di non correttezza delle procedure e degli atti, portare a conclusione contenziosi pregressi con conseguente definizione sia della posizione dell’Ente sia di eventuali pendenze economiche. Il raggiungimento della mappatura generale dei procedimenti contenziosi è necessario al fine di avere contezza dell’esposizione del Comune di Calimera avverso probabili esborsi di spese legali ad oggi non previste. La definizione dei contratti stipulati e la reductio ad unum di quelli stipulandi presso un unico ufficio, garantisce un’attività amministrativa più efficiente con notevoli ricadute sulla riduzione dei tempi procedimentali.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio Affari Generali

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MISSIONE 03 ORDINE PUBBLICO E SICUREZZA

RISORSE FINANZIARIE

2016 2017 2018

PROGRAMMA Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 1 - Titolo 1 - Titolo 1 - Spese in Spese in Spese in Spese Spese Spese conto conto conto correnti correnti correnti capitale capitale capitale

03.01 POLIZIA LOCALE E AMMINISTRATIVA 167.099,00 156.309,00 153.309,00

SISTEMA INTEGRATO DI SICUREZZA 03.02 URBANA

POLITICA REGIONALE UNITARIA PER 03.03 L’ORDINE PUBBLICO E LA SICUREZZA

Totale Missione per Titolo 167.099,00 156.309,00 153.309,00

TOTALE MISSIONE 03 167.099,00 156.309,00 153.309,00

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MISSIONE 03 ORDINE PUBBLICO E SICUREZZA PROGRAMMA 01 POLIZIA LOCALE E AMMINISTRATIVA RESPONSABILITA’ POLITICA ANTONIO MONTINARO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ANTONIO CASTRIGNANO’

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA

Amministrazione e funzionamento dei servizi di polizia municipale e locale per garantire la sicurezza urbana, anche in collaborazione con altre forze dell'ordine presenti sul territorio. Comprende le spese per le attività di polizia stradale, per la prevenzione e la repressione di comportamenti illeciti tenuti sul territorio di competenza dell'ente. Amministrazione e funzionamento dei servizi di polizia commerciale, in particolare di vigilanza sulle attività commerciali, in relazione alle funzioni autorizzatorie dei settori comunali e dei diversi soggetti competenti. Comprende le spese per il contrasto all'abusivismo su aree pubbliche, per le ispezioni presso attività commerciali anche in collaborazione con altri soggetti istituzionalmente preposti, per il controllo delle attività artigiane, commerciali, degli esercizi pubblici, dei mercati al minuto e all'ingrosso, per la vigilanza sulla regolarità delle forme particolari di vendita. Comprende le spese per i procedimenti in materia di violazioni della relativa normativa e dei regolamenti, multe e sanzioni amministrative e gestione del relativo contenzioso.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

1. Potenziare l’organico del servizio polizia municipale con la figura del Comandante; 2. Implementazione della sicurezza stradale reale e percepita sul territorio; 3. Aumentare la coscienza nei bambini sull’importanza del rispetto delle regole del codice della strada; 4. Tutela dell’utenza debole (bambini, anziani e disabili); 5. Razionalizzazione delle procedure amministrative.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio Polizia Municipale

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MISSIONE 04 ISTRUZIONE E DIRITTO ALLO STUDIO

RISORSE FINANZIARIE

2016 2017 2018

PROGRAMMA Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 1 - Titolo 1 - Titolo 1 - Titolo 2 - Spese in Spese in Spese Spese Spese Spese in conto conto correnti correnti correnti conto capitale capitale capitale

04.01 ISTRUZIONE PRESCOLASTICA 1.000,00 89.830,00 1.000.00 45.000,00 1.000,00

ALTRI ORDINI DI ISTRUZIONE NON 04.02 21.610,00 1.081.014,84 21.610,00 21.610,00 UNIVERSITARIA

EDILIZIA SCOLASTICA (SOLO PER 04.03 REGIONI)

04.04 ISTRUZIONE UNIVERSITARIA

04.05 ISTRUZIONE TECNICA SUPERIORE

SERVIZI AUSILIARI 04.06 158.697,43 ALL’ISTRUZIONE

04.07 DIRITTO ALLO STUDIO

POLITICA REGIONALE UNITARIA 04.08 PER DIRITTO ALLO STUDIO

Totale Missione per Titolo 181.307,43 1.170.844,84 21.610,00 45.000,00 22.610,00 0,00

TOTALE MISSIONE 04 1.352.152,27 66.610,00 22.610,00

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MISSIONE 04 ISTRUZIONE E DIRITTO ALLO STUDIO PROGRAMMA 01 ISTRUZIONE PRESCOLASTICA RESPONSABILITA’ POLITICA SERENELLA PASCALI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione, gestione e funzionamento delle scuole dell'infanzia (livello ISCED-97 "0") situate sul territorio dell'ente. Comprende la gestione del personale, delle iscrizioni, delle rette, del rapporto con gli utenti, della pulizia e sanificazione degli ambienti, della rilevazione delle presenze degli alunni. Comprende le spese per il sostegno alla formazione e all'aggiornamento del personale insegnante e ausiliario. Comprende le spese per l'edilizia scolastica, per gli acquisti di arredi, gli interventi sugli edifici, gli spazi verdi, le infrastrutture anche tecnologiche e le attrezzature destinate alle scuole dell'infanzia. Comprende le spese a sostegno delle scuole e altre istituzioni pubbliche e private che erogano istruzione prescolastica (scuola dell'infanzia). Comprende le spese per il diritto allo studio e le spese per borse di studio, buoni libro, sovvenzioni, prestiti e indennità a sostegno degli alunni. Non comprende le spese per la gestione, l'organizzazione e il funzionamento dei servizi di asili nido, ricompresi nel programma "Interventi per l'infanzia e per i minori" della missione 12 "Diritti sociali, politiche sociali e famiglia". Non comprende le spese per i servizi ausiliari all’istruzione prescolastica (trasporto, refezione, alloggio, assistenza ...).

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MISSIONE 04 ISTRUZIONE E DIRITTO ALLO STUDIO PROGRAMMA 02 ALTRI ORDINI DI ISTRUZIONE NON UNIVERSITARIA RESPONSABILITA’ POLITICA SERENELLA PASCALI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione, gestione e funzionamento delle attività a sostegno delle scuole che erogano istruzione primaria (livello ISCED-97 "1"), istruzione secondaria inferiore (livello ISCED-97 "2") , istruzione secondaria superiore (livello ISCED-97 "3") situate sul territorio dell'ente. Comprende la gestione del personale, delle iscrizioni, delle rette, del rapporto con gli utenti, della pulizia e sanificazione degli ambienti, della rilevazione delle presenze degli alunni. Comprende le spese per il sostegno alla formazione e all'aggiornamento del personale insegnante e ausiliario. Comprende le spese per l'edilizia scolastica, per gli acquisti di arredi, gli interventi sugli edifici, gli spazi verdi, le infrastrutture anche tecnologiche e le attrezzature destinate alle scuole che erogano istruzione primaria, secondaria inferiore e secondaria superiore. Comprende le spese a sostegno delle scuole e altre istituzioni pubbliche e private che erogano istruzione primaria. Comprende le spese per il diritto allo studio e le spese per borse di studio, buoni libro, sovvenzioni, prestiti e indennità a sostegno degli alunni. Comprende le spese per il finanziamento degli Istituti comprensivi. Non comprende le spese per i servizi ausiliari all’istruzione primaria, secondaria inferiore e secondaria superiore (trasporto, refezione, alloggio, assistenza ...).

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Il mondo della scuola è centrale per un territorio che intende rinascere senza dimenticare le proprie radici e la propria identità. Per questo è innanzitutto fondamentale che gli edifici scolastici siano adeguati, sicuri e dotati delle infrastrutture tecnologiche necessarie per affrontare l’era digitale. Occorre inoltre fare in modo che le scuole ed i bambini non rimangano un universo a sé stante ma siano integrate con la comunità in cui operano ed il contesto in cui vivono. I servizi relativi all'istruzione includono attività a garanzia dell'adeguato funzionamento delle scuole e della manutenzione delle strutture, nonché attività di supporto alle istituzioni scolastiche per quanto concerne le iniziative educative e didattiche e al diritto allo studio. Il Programma comprende gli interventi di supporto alla scuola materna, elementare e media in ordine ai servizi che competono all’ente locale. Consolidare la qualità educativa dell’offerta formativa e la qualità dei servizi comunali per sostenere l’accesso all'istruzione. Rispondere al bisogno di assistenza e custodia di minori durante il periodo estivo, offrendo ai ragazzi l’opportunità di ricreazione, sport, gioco e svago, attraverso attività ludiche, formative e socializzanti, riqualificazione delle strutture scolastiche e delle loro aree adiacenti, risparmio energetico, sicurezza e ambiente adatto ai bambini. Contribuire alle spese di ordinaria amministrazione degli istituti scolastici e alle spese per il diritto allo studio dei bambini frequentanti. Garantire scuole sicure, efficienti ed in buono stato di conservazione;

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio Socio-culturale

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MISSIONE 04 ISTRUZIONE E DIRITTO ALLO STUDIO PROGRAMMA 06 SERVIZI AUSILIARI ALL’ISTRUZIONE RESPONSABILITA’ POLITICA SERENELLA PASCALI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento e sostegno ai servizi di trasporto, trasporto per gli alunni portatori di handicap, fornitura di vitto e alloggio, assistenza sanitaria e dentistica, doposcuola e altri servizi ausiliari destinati principalmente a studenti per qualunque livello di istruzione. Comprende le spese per il sostegno alla frequenza scolastica degli alunni disabili e per l'integrazione scolastica degli alunni stranieri. Comprende le spese per attività di studi, ricerche e sperimentazione e per attività di consulenza e informativa in ambito educativo e didattico. Comprende le spese per assistenza scolastica, trasporto e refezione.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Garantire i servizi di refezione e trasporto scolastico secondo criteri di qualità e professionalità potenziandone i metodi di pagamento con mezzi in grado di ridurre il disagio da parte dell’utenza: a titolo esemplificativo ma non esaustivo: bancomat, bonifico online ecc..

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio Socio-culturale

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MISSIONE 05 TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI BENI E DELLE ATTIVITA’ CULTURALI

RISORSE FINANZIARIE

2016 2017 2018

PROGRAMMA Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 1 - Titolo 1 - Titolo 1 - Spese in Spese in Spese in Spese Spese Spese conto conto conto correnti correnti correnti capitale capitale capitale VALORIZZAZIONE DEI BENI DI 05.01 11.840,00 301.983,44 110.840,00 85.340,00 INTERESSE STORICO

ATTIVITA’ CULTURALI E INTERVENTI 05.02 85.262,00 45.262,00 45.262,00 DIVERSI NEL SETTORE CULTURALE

POLITICA REGIONALE UNITARIA PER 05.03 TUTELA BENI E ATTIVITA’ CULTURALI

Totale Missione per Titolo 97.102,00 301.983,44 156.102,00 130.602,00

TOTALE MISSIONE 05 399.085,44 156.102,00 130.602,00

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MISSIONE 05 TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI PROGRAMMA 01 VALORIZZAZIONE DEI BENI DI INTERESSE STORICO RESPONSABILITA’ POLITICA FRANCESCA DE VITO – SERENELLA PASCALI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA: .

Amministrazione e funzionamento delle attività per il sostegno, la ristrutturazione e la manutenzione di strutture di interesse storico e artistico (monumenti, edifici e luoghi di interesse storico, patrimonio archeologico e architettonico, luoghi di culto). Comprende le spese per la conservazione, la tutela e il restauro del patrimonio archeologico, storico ed artistico, anche in cooperazione con gli altri organi, statali, regionali e territoriali, competenti. Comprende le spese per la ricerca storica e artistica correlata ai beni archeologici, storici ed artistici dell'ente, e per le attività di realizzazione di iniziative volte alla promozione, all'educazione e alla divulgazione in materia di patrimonio storico e artistico dell'ente. Comprende le spese per la valorizzazione, la manutenzione straordinaria, la ristrutturazione e il restauro di biblioteche, pinacoteche, musei, gallerie d’arte, teatri e luoghi di culto se di valore e interesse storico.

MOTIVAZIONE DELLE SCELTE

"Stato, Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà" (Costituzione, art. 118, ultimo comma). Parte da questa disposizione costituzionale, introdotta nella modifica del Titolo V con la legge n.3/2001, l'innovazione in materia di gestione della cosa pubblica. Si tratta di un paradigma completamente nuovo, una modalità del tutto innovativa di stare nelle comunità, quella introdotta da Labsus, laboratorio per la sussidiarietà, avviata per la prima volta nel febbraio 2014 dal Comune di Bologna e sperimentata ormai in Italia da 65 municipi e in Puglia da sei. Un modello che trova legittimazione sulle fragilità del paradigma “interesse pubblico - interesse privato” ratificato attraverso la delega, cioè il mandato affidato dai cittadini alla pubblica amministrazione a curare l'interesse pubblico così come definito dalle leggi. Con la nuova disposizione costituzionale viene introdotto un nuovo punto di vista che modifica profondamente il modello bipolare. La costituzione italiana è l'unica in Europa ad introdurre questo principio, cioè a riconoscere che i cittadini non sono solo portatori di bisogni ma anche di capacità e risorse che autonomamente mettono in gioco nell'interesse generale. I cittadini attivi operano non nel proprio interesse, ma per quello generale che è interesse superiore rispetto a quello pubblico. In questo principio è radicata l'idea di cosa vuol dire essere cittadini oggi che integra e arricchisce il modo tradizionale di intendere la cittadinanza. Ma cosa vuole prodigarsi per l'interesse generale? La cura dei beni comuni è nell'interesse generale. I beni comuni non sono né pubblici né privati, ma sono mossi da un interesse superiore che è l'interesse della comunità. I beni comuni sono al contempo locali e globali, perché riguardano il territorio su cui insistono ma riguardano tutti, infatti nella definizione di “comune” vi è anche quella di condivisione. I beni comuni collegano quindi i cittadini alla dimensione della responsabilità, fuoriuscendo dal modello della delega: responsabilità individuale e collettiva perché attorno alla cura dei beni comuni si ricostruiscono le comunità. Quindi i beni privati rimangono privati i beni pubblici rimangono pubblici ma tra i due poli ci sono i beni comuni che possono essere curati assieme all'amministrazione, attraverso la condivisione delle risorse. I beni comuni sono beni condivisi di cui ci si prende cura condividendo responsabilità e risorse e tutto questo è all'interno di un nuovo modello di economia che va sempre più affermandosi, il modello dello sharing, la sharing economy, la sharing society, che si basano sul principio che è più importante l'uso del bene rispetto al suo possesso. Questo modello sta scardinando il diritto di proprietà che si fonda invece sostanzialmente sul veto, lasciando spazio ad un mondo in cui, anziché vietare, è incoraggiata la condivisione del bene. Il tema della cura condivisa dei beni comuni è interamente all'interno di questo movimento. Questa condivisione si basa su due pilastri: la fiducia reciproca e la reputazione che sono gli assi fondamentali dei Patti di collaborazione che si sottoscrivono tra cittadini e pubblica amministrazione nella cura dei beni comuni e in attuazione del Regolamento per l'amministrazione condivisa dei beni comuni.

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FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Valorizzare l’identità locale e il senso di appartenenza responsabile alla comunità. Valorizzare le bellezze del territorio creando le occasioni e i presupposti per il rilancio turistico. Dotare il patrimonio storico – artistico di adeguata cartellonistica.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio Socio-culturale

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MISSIONE 05 Tutela e valorizzazione dei beni e delle attivita’ culturali PROGRAMMA 02 Attivita' culturali e interventi diversi nel settore culturale RESPONSABILITA’ POLITICA SERENELLA PASCALI - ANTONIO MONTINARO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA

Amministrazione e funzionamento delle attività culturali, per la vigilanza e la regolamentazione delle strutture culturali, per il funzionamento o il sostegno alle strutture con finalità culturali (biblioteche, musei, gallerie d’arte, teatri, sale per esposizioni, giardini zoologici e orti botanici, acquari, arboreti, ecc.). Qualora tali strutture siano connotate da un prevalente interesse storico, le relative spese afferiscono al programma Valorizzazione dei beni di interesse storico. Comprende le spese per la promozione, lo sviluppo e il coordinamento delle biblioteche comunali. Comprende le spese per la valorizzazione, l'implementazione e la trasformazione degli spazi museali, della progettazione definitiva ed esecutiva e direzione lavori inerenti gli edifici a vocazione museale e relativi uffici (messa a norma, manutenzione straordinaria, ristrutturazione, restauro). Comprende le spese per la realizzazione, il funzionamento o il sostegno a manifestazioni culturali (concerti, produzioni teatrali e cinematografiche, mostre d’arte, ecc.), inclusi sovvenzioni, prestiti o sussidi a sostegno degli operatori diversi che operano nel settore artistico o culturale, o delle organizzazioni impegnate nella promozione delle attività culturali e artistiche. Comprende le spese per sovvenzioni per i giardini e i musei zoologici. Comprende le spese per gli interventi per il sostegno alle attività e alle strutture dedicate al culto, se non di valore e interesse storico. Comprende le spese per la programmazione, l'attivazione e il coordinamento sul territorio di programmi strategici in ambito culturale finanziati anche con il concorso delle risorse comunitarie. Comprende le spese per la tutela delle minoranze linguistiche se non attribuibili a specifici settori d'intervento. Comprende le spese per il finanziamento degli istituti di culto. Non comprende le spese per le attività culturali e artistiche aventi prioritariamente finalità turistiche. Non comprende le spese per le attività ricreative e sportive.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

I LUOGHI DELLA CULTURA A CALIMERA 1. CINE TEATRO “ELIO”; 2. BIBLIOMEDIATECA; 3. MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DEL SALENTO; 4. CASA MUSEO DELLA CIVILTA’ CONTADINA E DELLA CULTURA GRIKA.

Il Programma intende declinarsi in più calendari di iniziative con l'obiettivo di offrire alla Comunità Calimerese e ai turisti momenti ricreativi unitamente a percorsi di approfondimento culturale. Le iniziative, per l'indotto turistico-commerciale e culturale che intendono recare, contribuiscono allo sviluppo sociale ed economico del paese in continuità ad un'attiva partecipazione popolare, alle tradizioni artistiche, storiche e dei costumi locali. I calendari, con cadenza invernale ed estiva, a copertura dell'intero arco temporale annuale, comprenderanno proposte volte alla valorizzazione della cultura locale e degli artisti calimeresi, della cultura nazionale ed internazionale, oltre che essere di richiamo per artisti di spessore nazionale ed internazionale. Offrire più momenti nell'arco dell'anno di approfondimento culturale e di ricreazione, anche allo scopo di contribuire allo sviluppo sociale ed economico del paese, oltre a favorire la partecipazione dei cittadini alla vita della comunità. Si prevedono nell'ambito dei programmi culturali: mostre fotografiche, pittoriche, concerti musicali, l'annuale MOSTRA del LIBRO, eventi a tema in concomitanza con ricorrenze internazionali (giornata mondiale dell'infanzia, giornata mondiale dei diritti umani, giornata mondiale del volontariato etc). Le iniziative culturali saranno condivise all'interno di laboratori di partecipazione istituiti ad hoc.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio Socio-culturale

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MISSIONE 06 POLITICHE GIOVANILI, SPORT E TEMPO LIBERO

RISORSE FINANZIARIE

2016 2017 2018

PROGRAMMA Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 1 - Titolo 1 - Titolo 1 - Spese in Spese in Spese in Spese Spese Spese conto conto conto correnti correnti correnti capitale capitale capitale

06.01 SPORT E TEMPO LIBERO 2.000,00 253.510,90 2.000,00 0,00 2.000,00 0,00

06.02 GIOVANI 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

POLITICA REGIONALE UNITARIA PER I 06.03 GIOVANI, LO SPORT E IL TEMPO 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 LIBERO

Totale Missione per Titolo 2.000,00 253.510,90 2.000,00 0,00 2.000,00 0,00

TOTALE MISSIONE 06 255.510,90 2.000,00 2.000,00

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MISSIONE 06 POLITICHE GIOVANILI SPORT E TEMPO LIBERO PROGRAMMA 01 SPORT E TEMPO LIBERO RESPONSABILITA’ POLITICA ANTONIO DE LUCA – FRANCESCA DE VITO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento delle attività ricreative, per il tempo libero e lo sport. Comprende le spese per l'erogazione di sovvenzioni e di contributi ad enti e società sportive. Comprende le spese per il funzionamento, la realizzazione e la manutenzione delle strutture per le attività ricreative (parchi, giochi, spiagge, aree di campeggio ...). Comprende le spese per iniziative e manifestazioni sportive amatoriali e dilettantistiche e per le attività di promozione e diffusione della pratica sportiva in collaborazione con: associazioni sportive dilettantistiche locali, enti di promozione sportiva, società e circoli senza scopo di lucro,centri di aggregazione giovanile, oratori, CONI e altre istituzioni. Comprende le spese per la promozione e tutela delle discipline sportive della montagna e per lo sviluppo delle attività sportive in ambito montano. Comprende le spese per la realizzazione di progetti e interventi specifici per la promozione e diffusione delle attività e iniziative sportive e motorie rivolte a tutte le categorie di utenti. Comprende le spese per l'incentivazione, in collaborazione con le istituzioni scolastiche, della diffusione delle attività sportive anche attraverso l'utilizzo dei locali e delle attrezzature in orario extrascolastico. Comprende le spese per la formazione, la specializzazione e l'aggiornamento professionale degli operatori dello sport anche montano per una maggior tutela della sicurezza e della salute dei praticanti. Comprende le spese per gli impianti natatori e gli impianti e le infrastrutture destinati alle attività sportive (stadi, palazzo dello sport...). Comprende le spese per iniziative e manifestazioni sportive e per le attività di promozione sportiva in collaborazione con le associazioni sportive locali, con il CONI e con altre istituzioni, anche al fine di promuovere la pratica sportiva. Non comprende le spese destinate alle iniziative a favore dei giovani, ricompresi nel programma "Giovani" della medesima missione.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Sostegno alla diffusione della pratica sportiva non agonistica tra la popolazione, con l’obiettivo di conseguire il miglioramento dei benefici effetti dello sport, sia sul piano sociale, sia su quello della salute pubblica. Incrementare e appoggiare la cooperazione sociale ed il volontariato nell'ambito dei servizi sportivi e aggregativi, con particolare attenzione per adolescenti e giovani. Incentivare l’attività sportiva sul territorio e garantire alla collettività l’accesso all’impiantistica sportiva pubblica, concedere alle associazioni, società sportive o gruppi sportivi amatoriali l’uso delle palestre scolastiche, negli orari non coperti da esigenze didattiche degli Istituti scolastici. Cercare di connotare gli impianti sportivi, sia come punti dove praticare le varie discipline sportive, che come luoghi di riferimento di socialità per la comunità intera. Promozione ed avviamento all'attività sportiva in collaborazione con le associazioni sportive.

Per quanto riguarda le spese di investimento l’Amministrazione si impegna ad avviare una riqualificazione delle strutture sportive per una offerta completa di attività amatoriali ed agonistiche. Lavori previsti:  Completamento dei lavori di realizzazione del Palazzetto dello Sport;  Interventi di riqualificazione e ristrutturazione dell’impiantistica sportiva comunale: Stadio “G. Colaci”, Bocciodromo “Paperi”, Palestra edificio scuola secondaria (già incluso nei lavori di ristrutturazione avviati), Palestrone comunale (già incluso nella previsione dei lavori di edilizia scolastica).  Interventi per una fruibilità del Parco La Mandra ai fini della pratica sportiva.  Gestione più equa ed efficace delle concessioni (già approvato Regolamento per l’utilizzo degli impianti sportivi).  Realizzazione di Calimera Città dello Sport, grazie alla valorizzazione e promozione del lavoro svolto dalle associazioni sportive già presenti sul territorio.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio Socio-culturale

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MISSIONE 06 POLITICHE GIOVANILI SPORT E TEMPO LIBERO PROGRAMMA 02 GIOVANI RESPONSABILITA’ POLITICA SERENELLA PASCALI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento delle attività destinate ai giovani e per la promozione delle politiche giovanili. Comprende le spese destinate alle politiche per l'autonomia e i diritti dei giovani, ivi inclusa la produzione di informazione di sportello, di seminari e di iniziative divulgative a sostegno dei giovani. Comprende le spese per iniziative rivolte ai giovani per lo sviluppo e la conoscenza dell'associazionismo e del volontariato. Comprende le spese per i centri polivalenti per i giovani. Non comprende le spese per la formazione professionale tecnica superiore, ricomprese nel programma "Istruzione tecnica superiore" della missione 04 "Istruzione e diritto allo studio"

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Favorire l’utilizzo di spazi nella disponibilità del Comune per attività rivolte ai giovani ed improntate all’educazione culturale, all’aggregazione, alla formazione in campo professionale, allo svago.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio Socio-culturale

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MISSIONE 08 ASSETTO DEL TERRITORIO ED EDILIZIA ABITATIVA

RISORSE FINANZIARIE

2016 2017 2018

PROGRAMMA Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 1 - Titolo 1 - Titolo 1 - Spese in Spese in Spese in Spese Spese Spese conto conto conto correnti correnti correnti capitale capitale capitale URBANISTICA E ASSETTO DEL 08.01 0,00 58.815,50 0,00 50.000,00 0,00 50.000,00 TERRITORIO EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA E 08.02 LOCALE E PIANI DI ASSETTO DEL 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 TERRITORIO POLITICA REGIONALE UNITARIA PER 08.03 L’ASSETTO DEL TERRITORIO E 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 L’EDILIZIA ABITATIVA

Totale Missione per Titolo 0,00 58.815,50 0,00 50.000,00 0,00 50.000,00

TOTALE MISSIONE 08 58.815,50 50.000,00 50.000,00

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MISSIONE 08 ASSETTO DEL TERRITORIO ED EDILIZIA ABITATIVA PROGRAMMA 01 URBANISTICA E ASSETTO DEL TERRITORIO RESPONSABILITA’ POLITICA FRANCESCA DE VITO - ANTONIO MONTINARO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ANTONIO CASTRIGNANO’

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento delle attività e dei servizi relativi all'urbanistica e alla programmazione dell'assetto territoriale. Comprende le spese per l'amministrazione dei piani regolatori, piani urbanistici, piani di zona e dell’utilizzo dei terreni e dei regolamenti edilizi. Comprende le spese per la pianificazione di zone di insediamento nuove o ripristinate, per la pianificazione del miglioramento e dello sviluppo di strutture quali alloggi, industrie, servizi pubblici, sanità, istruzione, cultura, strutture ricreative, ecc. a beneficio della collettività, per la predisposizione di progetti di finanziamento per gli sviluppi pianificati e di riqualificazione urbana, per la pianificazione delle opere di urbanizzazione. Comprende le spese per l'arredo urbano e per la manutenzione e il miglioramento qualitativo degli spazi pubblici esistenti (piazze, aree pedonali..). Non comprende le spese per la gestione del servizio dello sportello unico per l'edilizia incluse nel programma "Edilizia residenziale pubblica" della medesima missione.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

L’intento dell’azione amministrativa in questo settore è quello di riqualificare il costruito, specie nei suoi aspetti storico-architettonici, e dare al territorio strumenti di regolazione e programmazione adeguati alle reali esigenze del paese. Per raggiungere tali obiettivi vengono previsti:  Studio e adozione di un nuovo strumento urbanistico basato sulle reali necessità del territorio e della popolazione; uno strumento di programmazione reale e di regolamentazione del territorio basato sui seguenti presupposti: o Valorizzazione del centro urbano e del tessuto storico ancora emergente attraverso il completamento della ristrutturazione del centro storico e del tracciato delle sue vie principali: via Montinari, via Mayro, via Costantini, compreso il sistema delle corti e le piazze, creando un’area pedonale; o implementazione di piani del colore e della luce e salvaguardia di tutti i segni importanti per una maggiore tutela del “bello”; o riqualificazione delle piazzette periferiche per una maggiore integrazione, accoglienza e fruibilità delle periferie.  Manutenzione della rete stradale e della rete di raccolta delle acque pluviali;  Studio di un nuovo piano traffico mirato a decongestionare la zona della Piazza;  Connessione tra centro urbano e area dei boschi per una più agevole e sicura fruizione del polmone verde ai margini del paese; valorizzazione delle aree boschive, del Parco La Mandra, delle chiesette di San Biagio e San Vito e interconnessione non solo fisica con il Museo di Storia Naturale;  Lavori ed interventi che permettano una completa fruibilità dei parchi cittadini (Villa comunale, Parco La Mandra) alle persone con disabilità motorie;  Implementazione di sistemi di connettività diffusa su tutto il territorio ai fini di una maggiore fruibilità delle tecnologie e di una maggiore sicurezza del territorio.

. Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al settore Tecnico

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MISSIONE 09 SVILUPPO SOSTENIBILE E TUTELA DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE

RISORSE FINANZIARIE

2016 2017 2018

PROGRAMMA Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 1 - Titolo 1 - Titolo 1 - Spese in Spese in Spese in Spese Spese Spese conto conto conto correnti correnti correnti capitale capitale capitale

09.01 DIFESA DEL SUOLO 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

TUTELA, VALORIZZAZIONE E 09.02 2.000,00 0,00 2.000,00 0,00 2.000,00 0,00 RECUPERO AMBIENTALE

09.03 RIFIUTI 810.623,12 46.960,78 811.623,12 0,00 811.623,12 0,00

09.04 SERVIZIO IDRICO INTEGRATO 0,00 862.500,00 0,00 0,00 0,00 0,00

AREE PROTETTE, PARCHI 09.05 NATURALI. PROTEZIONE 30.000,00 0,00 22.000,00 0,00 22.000,00 0,00 NATURALISTICA E FORESTAZIONE TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLE 09.06 RISORSE IDRICHE SVILUPPO SOSTENIBILE 09.07 TERRITORIO MONTANO PICCOLI COMUNI QUALITA’ DELL’ARIA E RIDUZIONE 09.08 DELL’INQUINAMENTO

09.09 POLITICA REGIONALE UNITARIA

Totale Missione per Titolo 842.623,12 909.460,78 835.623,12 0,00 835.623,12

TOTALE MISSIONE 09 1.752.083,90 835.623,12 835.623,12

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MISSIONE 09 SVILUPPO SOSTENIBILE E TUTELA DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE PROGRAMMA 01 DIFESA DEL SUOLO RESPONSABILITA’ POLITICA ANTONIO MONTINARO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ANTONIO CASTRIGNANO’

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento delle attività per la tutela e la salvaguardia del territorio, dei fiumi, dei canali e dei collettori idrici, degli specchi lacuali, delle lagune, della fascia costiera, delle acque sotterranee, finalizzate alla riduzione del rischio idraulico, alla stabilizzazione dei fenomeni di dissesto idrogeologico, alla gestione e all'ottimizzazione dell'uso del demanio idrico, alla difesa dei litorali, alla gestione e sicurezza degli invasi, alla difesa dei versanti e delle aree a rischio frana, al monitoraggio del rischio sismico. Comprende le spese per i piani di bacino, i piani per l'assetto idrogeologico, i piani straordinari per le aree a rischio idrogeologico. Comprende le spese per la predisposizione dei sistemi di cartografia (geologica, geo-tematica e dei suoli) e del sistema informativo territoriale (banche dati geologica e dei suoli, sistema informativo geografico della costa). Comprende le spese per la programmazione, il coordinamento e il monitoraggio delle relative politiche sul territorio anche in raccordo con la programmazione dei finanziamenti comunitari e statali.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al settore Tecnico

MISSIONE 09 SVILUPPO SOSTENIBILE E TUTELA DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE PROGRAMMA 02 TUTELA, VALORIZZAZIONE E RECUPERO AMBIENTALE RESPONSABILITA’ POLITICA ANTONIO MONTINARO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ANTONIO CASTRIGNANO’

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento delle attività collegate alla tutela, alla valorizzazione e al recupero dell’ambiente naturale. Comprende le spese per il recupero di miniere e cave abbandonate. Comprende le spese per sovvenzioni, prestiti o sussidi a sostegno delle attività degli enti e delle associazioni che operano per la tutela dell'ambiente. Comprende le spese per la formulazione, l'amministrazione, il coordinamento e il monitoraggio delle politiche, dei piani e dei programmi destinati alla promozione della tutela dell'ambiente, inclusi gli interventi per l'educazione ambientale. Comprende le spese per la valutazione di impatto ambientale di piani e progetti e per la predisposizione di standard ambientali per la fornitura di servizi. Comprende le spese a favore dello sviluppo sostenibile in materia ambientale, da cui sono esclusi gli interventi per la promozione del turismo sostenibile e per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Comprende le spese per sovvenzioni, prestiti o sussidi a sostegno delle attività, degli enti e delle associazioni che operano a favore dello sviluppo sostenibile (ad esclusione del turismo ambientale e delle energie rinnovabili). Comprende le spese per la programmazione, il coordinamento e il monitoraggio delle relative politiche sul territorio anche in raccordo con la programmazione dei finanziamenti comunitari e statali. Comprende le spese per la manutenzione e la tutela del verde urbano. Non comprende le spese per la gestione di parchi e riserve naturali e per la protezione delle biodiversità e dei beni paesaggistici, ricomprese nel programma "Aree protette, parchi naturali, protezione naturalistica e forestazione" della medesima missione. Comprende le spese per la polizia provinciale in materia ambientale. Non comprende le spese per la tutela e la valorizzazione delle risorse idriche ricomprese nel corrispondente programma della medesima missione.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al settore Tecnico

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MISSIONE 09 SVILUPPO SOSTENIBILE E TUTELA DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE PROGRAMMA 03 RIFIUTI RESPONSABILITA’ POLITICA ANTONIO MONTINARO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ANTONIO CASTRIGNANO’

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione, vigilanza, ispezione, funzionamento o supporto alla raccolta, al trattamento e ai sistemi di smaltimento dei rifiuti. Comprende le spese per la pulizia delle strade, delle piazze, viali, mercati, per la raccolta di tutti i tipi di rifiuti, differenziata e indifferenziata, per il trasporto in discarica o al luogo di trattamento. Comprende le spese per sovvenzioni, prestiti o sussidi a sostegno del funzionamento, della costruzione, della manutenzione o del miglioramento dei sistemi di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti, ivi compresi i contratti di servizio e di programma con le aziende per i servizi di igiene ambientale. Comprende le spese per i canoni del servizio di igiene ambientale

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

L’azione amministrativa in questo ambito sarà incentrata sulla riduzione della produzione dei rifiuti indifferenziati da avviare alle discariche e sulla promozione delle buone pratiche. Per raggiungere tali obiettivi vengono previsti: • Completamento dell’Ecocentro con implementazione di sistemi per la riduzione dei rifiuti indifferenziati in discarica attraverso la preselezione, il trattamento e il riuso della frazione umida; • Progetti di miglioramento della raccolta differenziata attraverso la sensibilizzazione e l’educazione dei cittadini di tutte le età e per una diminuzione della produzione della quantità di rifiuti indifferenziati; • Installazione di centraline di monitoraggio della qualità dell’aria;

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al settore Tecnico

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MISSIONE 09 SVILUPPO SOSTENIBILE E TUTELA DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE PROGRAMMA 05 AREE PROTETTE, PARCHI NATURALI, PROTEZIONE NATURALISTICA E FORESTAZIONE RESPONSABILITA’ POLITICA ANTONIO MONTINARO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ANTONIO CASTRIGNANO’

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento delle attività destinate alla protezione delle biodiversità e dei beni paesaggistici. Comprende le spese per la protezione naturalistica e faunistica e per la gestione di parchi e aree naturali protette. Comprende le spese per sovvenzioni, prestiti, sussidi a sostegno delle attività degli enti, delle associazioni e di altri soggetti che operano per la protezione della biodiversità e dei beni paesaggistici. Comprende le spese per le attività e gli interventi a sostegno delle attività forestali, per la lotta e la prevenzione degli incendi boschivi. Non comprende le spese per le aree archeologiche, ricomprese nel programma "Valorizzazione dei beni di interesse storico" della missione 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali".

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Valorizzazione del museo civico di storia naturale del Salento.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al settore Tecnico

133

MISSIONE 09 SVILUPPO SOSTENIBILE E TUTELA DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE PROGRAMMA 08 QUALITA' DELL'ARIA E RIDUZIONE DELL'INQUINAMENTO RESPONSABILITA’ POLITICA ANTONIO MONTINARO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ANTONIO CASTRIGNANO’

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento delle attività relative alla tutela dell’aria e del clima, alla riduzione dell’inquinamento atmosferico, acustico e delle vibrazioni, alla protezione dalle radiazioni. Comprende la costruzione, la manutenzione e il funzionamento dei sistemi e delle stazioni di monitoraggio; la costruzione di barriere ed altre strutture anti-rumore (incluso il rifacimento di tratti di autostrade urbane o di ferrovie con materiali che riducono l’inquinamento acustico); gli interventi per controllare o prevenire le emissioni di gas e delle sostanze inquinanti dell’aria; la costruzione, la manutenzione e il funzionamento di impianti per la decontaminazione di terreni inquinati e per il deposito di prodotti inquinanti. Comprende le spese per il trasporto di prodotti inquinanti. Comprende le spese per l'amministrazione, la vigilanza, l'ispezione, il funzionamento o il supporto delle attività per la riduzione e il controllo dell’inquinamento. Comprende le sovvenzioni, i prestiti o i sussidi a sostegno delle attività collegate alla riduzione e al controllo dell’inquinamento. Comprende le spese per la programmazione, il coordinamento e il monitoraggio delle relative politiche sul territorio anche in raccordo con la programmazione e i finanziamenti comunitari e statali. Non comprende le spese per le misure di risanamento e di tutela dall'inquinamento delle acque (comprese nel programma "Tutela e valorizzazione delle risorse idriche") e del suolo (comprese nel programma "Difesa del suolo").

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Monitoraggio della qualità dell’aria sul territorio comunale.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al settore Tecnico.

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MISSIONE 10 TRASPORTI E DIRITTO ALLA MOBILITA’

RISORSE FINANZIARIE

2016 2017 2018

PROGRAMMA Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 1 - Titolo 1 - Titolo 1 - Spese in Spese in Spese in Spese Spese Spese conto conto conto correnti correnti correnti capitale capitale capitale

10.01 TRASPORTO FERROVIARIO 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

10.02 TRASPORTO PUBBLICO LOCALE 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

10.03 TRASPORTO PER VIE D’ACQUA 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

10.04 ALTRE MODALITA’ DI TRASPORTO 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

VIABILITA’ E INFRASTRUTTURE 10.05 410.000,00 190.327,14 410.000,00 600.000,00 410.000,00 0,00 STRADALI

POLITICA REGIONALE UNITARIA PER I 10.06 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 TRASPORTI E DIRITTO ALLA MOBILITA’

Totale Missione per Titolo 410.000,00 190.327,14 410.000,00 600.000,00 410.000,00 0,00

TOTALE MISSIONE 10 600.327,14 1.010.000,00 410.000,00

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MISSIONE 10 TRASPORTI E DIRITTO ALLA MOBILITA’ PROGRAMMA 05 VIABILITA' E INFRASTRUTTURE STRADALI RESPONSABILITA’ POLITICA ANTONIO MONTINARO - FRANCESCA DE VITO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ANTONIO CASTRIGNANO’

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento delle attività per la viabilità e lo sviluppo e il miglioramento della circolazione stradale. Comprende le spese per il funzionamento, la gestione, l'utilizzo, la costruzione e la manutenzione, ordinaria e straordinaria, delle strade e delle vie urbane, di percorsi ciclabili e pedonali, delle zone a traffico limitato, delle strutture di parcheggio e delle aree di sosta a pagamento. Comprende le spese per la riqualificazione delle strade, incluso l'abbattimento delle barriere architettoniche. Comprende le spese per la sorveglianza e la presa in carico delle opere previste dai piani attuativi di iniziativa privata o convenzioni urbanistiche. Comprende le spese per il rilascio delle autorizzazioni per la circolazione nelle zone a traffico limitato, per i passi carrai. Comprende le spese per gli impianti semaforici. Comprende altresì le spese per le infrastrutture stradali, tra cui per strade extraurbane e autostrade. Amministrazione e funzionamento delle attività relative all’illuminazione stradale. Comprende le spese per lo sviluppo e la regolamentazione degli standard di illuminazione stradale, per l'installazione, il funzionamento, la manutenzione, il miglioramento, ecc. dell’illuminazione stradale.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Attivare finanziamenti finalizzati a garantire la sicurezza della rete viaria, tramite il ripristino dei sottofondi e dei manti stradali della segnaletica orizzontale e verticale, ed eliminazione dei punti critici.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al settore Tecnico

136

MISSIONE 11 SOCCORSO CIVILE

RISORSE FINANZIARIE

2016 2017 2018

PROGRAMMA Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 1 - Titolo 1 - Titolo 1 - Spese in Spese in Spese in Spese Spese Spese conto conto conto correnti correnti correnti capitale capitale capitale

11.01 SISTEMA DI PROTEZIONE CIVILE 1.138,50 0.00 1.583,50 0,00 1.583,50 0,00

INTERVENTI A SEGUITO DI 11.02 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 CALAMITA’ NATURALI POLITICA REGIONALE UNITARIA 11.03 PER IL SOCCORSO E LA 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 PROTEZIONE CIVILE

Totale Missione per Titolo 1.138,50 0,00 1.583,50 0,00 1.583,50 0,00

TOTALE MISSIONE 11 1.138,50 1.583,50 1.583,50

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MISSIONE 11 SOCCORSO CIVILE PROGRAMMA 01 SISTEMA DI PROTEZIONE CIVILE RESPONSABILITA’ POLITICA FRANCESCA DE VITO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ANTONIO CASTRIGNANO’

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento delle attività relative agli interventi di protezione civile sul territorio (gestione degli eventi calamitosi, soccorsi alpini, sorveglianza delle spiagge, evacuazione delle zone inondate, lotta agli incendi, etc.), per la previsione, la prevenzione, il soccorso e il superamento delle emergenze. Comprende le spese a sostegno del volontariato che opera nell'ambito della protezione civile. Comprende le spese per la programmazione, il coordinamento e il monitoraggio degli interventi di protezione civile sul territorio, nonché per le attività in forma di collaborazione con le altre amministrazioni competenti in materia. Non comprende le spese per interventi per fronteggiare calamità naturali già avvenute, ricomprese nel programma "Interventi a seguito di calamità naturali" della medesima missione o nei programmi relativi agli specifici interventi effettuati per ripristinare le condizioni precedenti agli eventi calamitosi.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al settore Tecnico

138

MISSIONE 12 DIRITTI SOCIALI, POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA

RISORSE FINANZIARIE

2016 2017 2018

PROGRAMMA Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 1 - Titolo 1 - Titolo 1 - Spese in Spese in Spese in Spese Spese Spese conto conto conto correnti correnti correnti capitale capitale capitale INTERVENTI PER L’INFANZIA E I 12.01 95.000,00 0,00 95.000,00 0,00 95.000,00 0,00 MINORI E PER ASILI NIDO

12.02 INTERVENTI PER LA DISABILITA’ 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

12.03 INTERVENTI PER GLI ANZIANI 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

INTERVENTI PER I SOGGETTI A 12.04 230.166,00 0,00 206.219,55 0,00 206.219,55 0,00 RISCHIO DI ESCLUSIONE SOCIALE

12.05 INTERVENTI PER LE FAMIGLIE 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

INTERVENTI PER IL DIRITTO ALLA 12.06 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 CASA PROGRAMMAZIONE E GOVERNO 12.07 DELLA RETE DEI SERVIZI 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 SOCIOSANITARI E SOCIALI COOPERAZIONE E 12.08 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 ASSOCIAZIONISMO

SERVIZIO NECROSCOPICO E 12.09 28.000,00 0,00 28.000,00 0,00 28.000,00 0,00 CIMITERIALE POLITICA REGIONALE UNITARIA 12.10 PER I DIRITTI SOCIALI E LA 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 FAMIGLIA

Totale Missione per Titolo 353.166,00 0,00 329.219,55 0,00 329.219,55 0,00

TOTALE MISSIONE 12 353.166,00 329.219,55 329.219,55

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MISSIONE 12 DIRITTI SOCIALI, POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA PROGRAMMA 01 INTERVENTI PER L'INFANZIA E I MINORI E PER ASILI NIDO RESPONSABILITA’ POLITICA SERENELLA PASCALI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento delle attività per l'erogazione di servizi e il sostegno a interventi a favore dell'infanzia, dei minori. Comprende le spese a favore dei soggetti (pubblici e privati) che operano in tale ambito. Comprende le spese per indennità in denaro o in natura a favore di famiglie con figli a carico, per indennità per maternità, per contributi per la nascita di figli, per indennità per congedi per motivi di famiglia, per assegni familiari, per interventi a sostegno delle famiglie monogenitore o con figli disabili. Comprende le spese per l'erogazione di servizi per bambini in età prescolare (asili nido), per le convenzioni con nidi d'infanzia privati, per i finanziamenti alle famiglie per la cura dei bambini, per i finanziamenti a orfanotrofi e famiglie adottive, per beni e servizi forniti a domicilio a bambini o a coloro che se ne prendono cura, per servizi e beni di vario genere forniti a famiglie, giovani o bambini (centri ricreativi e di villeggiatura). Comprende le spese per la costruzione e la gestione di strutture dedicate all'infanzia e ai minori. Comprende le spese per interventi e servizi di supporto alla crescita dei figli e alla tutela dei minori e per far fronte al disagio minorile, per i centri di pronto intervento per minori e per le comunità educative per minori.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Creare le condizioni per fruire dei buoni servizi di conciliazione erogati dalla Regione Puglia.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al Servizio Sociale

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MISSIONE 12 DIRITTI SOCIALI, POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA PROGRAMMA 02 INTERVENTI PER LA DISABILITA’ RESPONSABILITA’ POLITICA SERENELLA PASCALI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento delle attività per l'erogazione di servizi e il sostegno a interventi per le persone inabili, in tutto o in parte, a svolgere attività economiche o a condurre una vita normale a causa di danni fisici o mentali, a carattere permanente o che si protraggono oltre un periodo di tempo minimo stabilito. Comprende le spese a favore dei soggetti (pubblici e privati) che operano in tale ambito. Comprende le spese per indennità in danaro a favore di persone disabili, quali indennità di cura. Comprende le spese per alloggio ed eventuale vitto a favore di invalidi presso istituti idonei, per assistenza per invalidi nelle incombenze quotidiane (aiuto domestico, mezzi di trasporto, ecc.), per indennità erogate a favore di persone che si prendono cura di invalidi, per beni e servizi di vario genere erogati a favore di invalidi per consentire loro la partecipazione ad attività culturali, di svago, di viaggio o di vita collettiva. Comprende le spese per la costruzione e la gestione di strutture dedicate alle persone disabili. Comprende le spese per la formazione professionale o per favorire il reinserimento occupazionale e sociale dei disabili

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

La Regione Puglia, Assessorato regionale al Welfare finanzia attraverso l’Avviso 1-2015 la realizzazione di nuove strutture e nuovi servizi sociali e sociosanitari in Puglia, promossi da soggetti pubblici. L’atto dirigenziale n. 367 (Avviso n. 1/2015 per soggetti pubblici) reca le modalità di partecipazione alla procedura a sportello avviata lo scorso 28 settembre 2015 che prevede una compartecipazione del 10% dell’importo richiesto a finanziamento. L’avviso 1-2015 è finanziato dalle risorse FSC 2007-2013 assegnate all'APQ "Benessere e Salute", per la selezione dei progetti di investimento di Comuni, ASP e altri soggetti pubblici coerenti con i criteri di selezione dichiarati nell'Avviso e in applicazione dell'intero quadro normativo vigente. Il Comune di Calimera intende ricollocare il Centro diurno Il Girasole per persone con disabilità al fine di renderlo agibile e conforme alle norme regionali in materia (art. 105 R.R. 4/2007 e smi.).

Motivazione delle scelte Le scelte programmatiche, coerenti con il programma e gli obiettivi individuati dall’organo di indirizzo politico-amministrativo dell’Ente, scaturiscono dall’esigenza di: • Promuovere sul territorio comunale l’adeguamento delle strutture e dei servizi esistenti alle norme nazionali e regionali esistenti; • Qualificare l’offerta delle strutture e dei servizi; • Far emergere il lavoro di cura e presa in carico delle fasce deboli della popolazione al fine di regolarizzarne gli standard minimi; • Ampliare la platea dei fruitori dei servizi e delle strutture; • Accedere a fondi pubblici dedicati alla gestione e al sostegno del carico di cura familiare.

Investimento L'obiettivo prioritario è la ricollocazione e messa a norma del Centro diurno per persone con disabilità ai fini di renderlo agibile e adeguato alle norme regionali (art. 105 R.R. 4/2007 e smi.). Ulteriore finalità è la qualificazione dell’offerta dei servizi per persone con disabilità al fine di accedere ai finanziamenti pubblici dedicati e ampliare la platea dei fruitori. Il progetto sarà finanziato dalle risorse FESR 2014-2020 per un ammontare complessivo di circa 500mila euro. Il finanziamento prevede un cofinanziamento minimo del 10%. La struttura sarà ubicata nell'ex asilo infantile delle suore sito in via Mayro.

Risorse umane da impiegare Le risorse umane da impiegare nel programma constano di quelle esistenti nell’organico dell’Ente e formalmente assegnate al Centro diurno disabili Il Girasole.

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MISSIONE 12 DIRITTI SOCIALI, POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA PROGRAMMA 03 INTERVENTI PER GLI ANZIANI RESPONSABILITA’ POLITICA SERENELLA PASCALI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento delle attività per l'erogazione di servizi e il sostegno a interventi a favore degli anziani. Comprende le spese per interventi contro i rischi collegati alla vecchiaia (perdita di reddito, reddito insufficiente, perdita dell’autonomia nello svolgere le incombenze quotidiane, ridotta partecipazione alla vita sociale e collettiva, ecc.). Comprende le spese a favore dei soggetti (pubblici e privati) che operano in tale ambito. Comprende le spese per indennità in danaro, quali indennità di cura, e finanziamenti erogati in seguito a pensionamento o vecchiaia, per l'assistenza nelle incombenze quotidiane (aiuto domestico, mezzi di trasporto, ecc.), per indennità a favore di persone che si prendono cura di persone anziane, per beni e servizi di vario genere erogati a favore di persone anziane per consentire la partecipare ad attività culturali, di svago, di viaggio, o di vita collettiva. Comprende le spese per interventi, servizi e strutture mirati a migliorare la qualità della vita delle persone anziane, nonché a favorire la loro mobilità, l'integrazione sociale e lo svolgimento delle funzioni primarie. Comprende le spese per le strutture residenziali e di ricovero per gli anziani.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

L'invecchiamento della popolazione, garantita anche da migliorate e sempre più efficaci cure sanitarie, ha determinato una crescente domanda di assistenza per il sollievo del carico di cura delle famiglie sempre più proiettate nel mondo del lavoro e difficilmente disponibili a reperire al proprio interno tempo ed energie sufficienti per la cura e l'assistenza dei propri congiunti. Nasce da qui l'esigenza di intercettare al di fuori dell'ambito familiare adeguate figure di sostegno per la cura e l'assistenza dei familiari con ridotta autonomia, i cosiddetti assistenti familiari, comunemente noti come badanti. Il reperimento di queste figure è spesso estremamente difficoltoso giacché non esiste un elenco, un'anagrafe a carattere provinciale, distrettuale o comunale che, garantendo alcuni requisiti indispensabili nel lavoro di cura, fornisca il profilo delle competenze necessarie per mettere le famiglie al riparo da eventuali avventori o improvvisati assistenti.

Finalità

Obiettivo del programma è creare anagrafi cittadine finalizzate per tema (assistenti familiari) al fine di supportare la domanda di assistenza e circoscriverla nell'ambito della legalità, della trasparenza e dell'accertamento delle competenze.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio Socio-culturale

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MISSIONE 12 DIRITTI SOCIALI, POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA PROGRAMMA 04 INTERVENTI PER I SOGGETTI A RISCHIO DI ESCLUSIONE SOCIALE RESPONSABILITA’ POLITICA SERENELLA PASCALI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento delle attività per l'erogazione di servizi e il sostegno a interventi a favore di persone socialmente svantaggiate o a rischio di esclusione sociale. Comprende le spese a favore di persone indigenti, persone a basso reddito, emigrati ed immigrati, profughi, alcolisti, tossicodipendenti, vittime di violenza criminale, detenuti. Comprende le spese a favore dei soggetti (pubblici e privati) che operano in tale ambito. Comprende le spese per indennità in denaro a favore di soggetti indigenti e socialmente deboli, quali sostegno al reddito e altri pagamenti destinati ad alleviare lo stato di povertà degli stessi o per assisterli in situazioni di difficoltà. Comprende le spese per sistemazioni e vitto a breve o a lungo termine forniti a favore di soggetti indigenti e socialmente deboli, per la riabilitazione di alcolisti e tossicodipendenti, per beni e servizi a favore di persone socialmente deboli quali servizi di consultorio, ricovero diurno, assistenza nell’adempimento di incombenze quotidiane, cibo, indumenti, carburante, ecc.. Comprende le spese per la costruzione e la gestione di strutture dedicate alle persone a rischio di esclusione sociale

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Il Comune di Calimera sostiene una spesa annua di 45.000,00 per interventi indifferibili, cioè per il collocamento di minori in situazioni di grave disagio familiare costretti, anche temporaneamente, ad essere allontanati dal nucleo familiare di origine per essere collocati in strutture residenziali. Al fine di implementare la pratica dell'affido familiare, di gran lunga più protettiva per i minori e meno dispendiosa per l'Ente, si intende istituire un'anagrafe delle famiglie affidatarie per allargare la platea dei nuclei e supportarli con adeguata formazione indirizzata al sostegno e alla gestione delle relazioni nel nucleo familiare.

Finalità

Obiettivo del programma è creare anagrafi cittadine finalizzate per tema (famiglie affidatarie) al fine di supportare la domanda di assistenza e circoscriverla nell'ambito della legalità, della trasparenza e dell'accertamento delle competenze.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio Socio-culturale

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MISSIONE 12 DIRITTI SOCIALI, POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA PROGRAMMA 05 INTERVENTI PER LE FAMIGLIE RESPONSABILITA’ POLITICA SERENELLA PASCALI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Amministrazione e funzionamento delle attività per l'erogazione di servizi e il sostegno a interventi per le famiglie non ricompresi negli altri programmi della missione. Comprende le spese a favore dei soggetti (pubblici e privati) che operano in tale ambito. Comprende le spese per la promozione dell'associazionismo familiare e per iniziative di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro non ricompresi negli altri programmi della missione. Comprende le spese per interventi di finanza etica e di microcredito alle famiglie. Non comprende le spese per l'infanzia e l'adolescenza ricomprese nel programma "Interventi per l'infanzia e per i minori e gli asili nido" della medesima missione.

MISSIONE 12 DIRITTI SOCIALI, POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA PROGRAMMA 06 INTERVENTI PER IL DIRITTO ALLA CASA RESPONSABILITA’ POLITICA SERENELLA PASCALI - FRANCESCA DE VITO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA: Amministrazione e funzionamento delle attività per il sostegno al diritto alla casa. Comprende le spese per l'aiuto alle famiglie ad affrontare i costi per l’alloggio a sostegno delle spese di fitto e delle spese correnti per la casa, quali sussidi per il pagamento di ipoteche e interessi sulle case di proprietà e assegnazione di alloggi economici o popolari. Comprende le spese a favore dei soggetti (pubblici e privati) che operano in tale ambito. Non comprende le spese per la progettazione, la costruzione e la manutenzione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ricomprese nel programma "" della missione 08 "Assetto del territorio ed edilizia abitativa".

MISSIONE 12 DIRITTI SOCIALI, POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA PROGRAMMA 08 COOPERAZIONE E ASSOCIAZIONISMO RESPONSABILITA’ POLITICA SERENELLA PASCALI - VIRGINIA PANESE RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA: Amministrazione e funzionamento delle attività e degli interventi a sostegno e per lo sviluppo della cooperazione e dell'associazionismo nel sociale. Comprende le spese per la valorizzazione del terzo settore (non profit) e del servizio civile. Non comprende le spese a sostegno dell'associazionismo che opera a supporto dei programmi precedenti e che, come tali, figurano già come trasferimenti "a sostegno" in quei programmi. Non comprende le spese per la cooperazione allo sviluppo, ricomprese nella missione relativa alle relazioni internazionali.

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MISSIONE 12 DIRITTI SOCIALI, POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA PROGRAMMA 09 SERVIZIO NECROSCOPICO E CIMITERIALE RESPONSABILITA’ POLITICA ANTONIO MONTINARO - ANTONIO DE LUCA RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ANTONIO CASTRIGNANO’

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA: Amministrazione, funzionamento e gestione dei servizi e degli immobili cimiteriali. Comprende le spese per la gestione amministrativa delle concessioni di loculi, delle inumazioni, dei sepolcreti in genere, delle aree cimiteriali, delle tombe di famiglia. Comprende le spese per pulizia, la sorveglianza, la custodia e la manutenzione, ordinaria e straordinaria, dei complessi cimiteriali e delle pertinenti aree verdi. Comprende le spese per il rilascio delle autorizzazioni, la regolamentazione, vigilanza e controllo delle attività cimiteriali e dei servizi funebri. Comprende le spese per il rispetto delle relative norme in materia di igiene ambientale, in coordinamento con le altre istituzioni preposte.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Approvazione del regolamento sui servizi cimiteriali.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio Tecnico

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MISSIONE 14 SVILUPPO ECONOMICO E COMPETITIVITA’

RISORSE FINANZIARIE

2016 2017 2018

PROGRAMMA Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 2 - Titolo 1 - Titolo 1 - Titolo 1 - Spese in Spese in Spese in Spese Spese Spese conto conto conto correnti correnti correnti capitale capitale capitale

14.01 INDUSTRIA, PMI E ARTIGIANATO 60.000,00 0,00 60.000,00 0,00 60.000,00 0,00

COMMERCIO, RETI DISTRIBUTIVE, 14.02 200,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 TUTELA DEI CONSUMATORI

14.03 RICERCA E INNOVAZIONE 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

RETI E ALTRI SERVIZI DI PUBBLICA 14.04 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 UTILITA’ POLITICA REGIONALE UNITARIA 14.05 PER LO SVILUPPO ECONOMICO E 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 LA COMPETITIVITA’

Totale Missione per Titolo 60.200,00 0,00 60.000,00 0,00 60.000,00 0,00

TOTALE MISSIONE 01 60.200,00 60.000,00 60.000,00

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MISSIONE 14 SVILUPPO ECONOMICO E COMPETITIVITA’ PROGRAMMA 01 INDUSTRIA, PMI E ARTIGIANATO RESPONSABILITA’ POLITICA ANTONIO MONTINARO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA: Amministrazione e funzionamento delle attività per la programmazione e lo sviluppo dei servizi e delle imprese manifatturiere, estrattive e edilizie sul territorio. Comprende le spese per lo sviluppo, l'espansione o il miglioramento delle stesse e delle piccole e medie imprese; le spese per la vigilanza e la regolamentazione degli stabilimenti e del funzionamento degli impianti; le spese per i rapporti con le associazioni di categoria e le altre organizzazioni interessate nelle attività e servizi manifatturieri, estrattivi e edilizi; le spese per sovvenzioni, prestiti o sussidi a sostegno delle imprese manifatturiere, estrattive e edilizie. Comprende le spese per gli interventi a favore dell'internazionalizzazione delle imprese, in particolare per l'assistenza per le modalità di accesso e di utilizzo degli strumenti promozionali, finanziari e assicurativi disponibili, per l'assistenza legale, fiscale e amministrativa in materia di commercio estero, per il supporto e la guida nella selezione dei mercati esteri, nella scelta di partner in progetti di investimento. Comprende le spese per la programmazione, il coordinamento e il monitoraggio delle relative politiche sul territorio anche in raccordo con la programmazione dei finanziamenti comunitari e statali. Comprende le spese per la competitività dei territori (attrattività). Amministrazione e funzionamento delle attività relative alla programmazione di interventi e progetti di sostegno e sviluppo dell'artigianato sul territorio. Comprende le spese per l'associazionismo artigianale e per le aree per insediamenti artigiani. Comprende le spese per sovvenzioni, prestiti o sussidi a sostegno delle imprese artigiane. Comprende le spese per la programmazione, il coordinamento e il monitoraggio delle relative politiche sul territorio anche in raccordo con la programmazione e i finanziamenti comunitari e statali. Comprende le spese per la gestione dei rapporti con le associazioni di categoria e gli altri enti e organizzazioni interessati.

MISSIONE 14 SVILUPPO ECONOMICO E COMPETITIVITA’ PROGRAMMA 02 COMMERCIO RESPONSABILITA’ POLITICA ANTONIO MONTINARO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA: Amministrazione e funzionamento delle attività e dei servizi relativi al settore della distribuzione, conservazione e magazzinaggio, e per la programmazione di interventi e progetti di sostegno e di sviluppo del commercio locale. Comprende le spese per l'organizzazione, la costruzione e la gestione dei mercati rionali e delle fiere cittadine. Comprende le spese per la produzione e diffusione di informazioni agli operatori commerciali e ai consumatori sui prezzi, sulla disponibilità delle merci e su altri aspetti della distribuzione commerciale, della conservazione e del magazzinaggio. Comprende le spese per sovvenzioni, prestiti o sussidi a sostegno del settore della distribuzione commerciale e per la promozione delle politiche e dei programmi commerciali. Comprende le spese per la tutela, l'informazione, la formazione, la garanzia e la sicurezza del consumatore; le spese per l'informazione, la regolamentazione e il supporto alle attività commerciali in generale e allo sviluppo del commercio.

FINALITA’ DA CONSEGUIRE

Collaborare strettamente con l’associazione dei commercianti, esercenti ed artigiani per creare sinergie con le attività del territorio per mezzo delle associazioni che le rappresentano. Il tavolo di confronto deve avere come scopo e come finalità il recepimento delle richieste, formalizzate da chi ogni giorno si confronta con le problematiche del lavoro e dei lavoratori, con l’intento di raccogliere proposte e studiare risposte adeguate, affinché le aziende locali possano essere innovative e competitive sul mercato globale.

Risorse umane e strumentali da utilizzare: risorse assegnate al servizio Commercio

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MISSIONE 14 SVILUPPO ECONOMICO E COMPETITIVITA’ PROGRAMMA 04 RETI E ALTRI SERVIZI DI PUBBLICA UTILITA’ - SUAP RESPONSABILITA’ POLITICA ANTONIO MONTINARO RESPONSABILE AMMINISTRATIVO ALESSIO SACCOMANNO

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA: Amministrazione e funzionamento delle attività e degli interventi a sostegno dei servizi di pubblica utilità e degli altri settori economici non ricompresi negli altri programmi della missione. Comprende le spese per la vigilanza e la regolamentazione della centrale del latte, dei mattatoi e dei servizi connessi. Comprende le spese per la vigilanza, la regolamentazione e il monitoraggio delle attività relative alle farmacie comunali. Comprende le spese relative allo sportello unico per le attività produttive (SUAP). Comprende le spese per lo sviluppo della società dell'informazione (es. banda larga). Comprende le spese relative ad affissioni e pubblicità

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MISSIONE 20 FONDI E ACCANTONAMENTI

RISORSE FINANZIARIE

2016 2017 2018 PROGRAMMA Titolo 1 – Titolo 1 – Titolo 1 – Spese correnti Spese correnti Spese correnti

20.01 FONDO DI RISERVA 30.389,00 19.359,01 19.137,78

20.02 FONDO CREDITI DUBBIA ESIGIBILITA’ 89.601,17 49.000,00 39.000,00

20.03 ALTRI FONDI

TOTALE MISSIONE 20 119.990,17 68.359,01 58.137,78

MISSIONE 20 FONDI E ACCANTONAMENTI PROGRAMMA 01 FONDO DI RISERVA RESPONSABILE AMMINISTRATIVO GIUSEPPE SICILIA

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Fondi di riserva per le spese obbligatorie e fondi di riserva per le spese impreviste.

MISSIONE 20 FONDI E ACCANTONAMENTI PROGRAMMA 02 FONDO SVALUTAZIONE CREDITI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO GIUSEPPE SICILIA

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Accantonamenti al fondo crediti di dubbia esigibilità

MISSIONE 20 FONDI E ACCANTONAMENTI PROGRAMMA 03 FONDO DI RISERVA RESPONSABILE AMMINISTRATIVO GIUSEPPE SICILIA

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Fondi speciali per le leggi che si perfezionano successivamente all'approvazione del bilancio. Accantonamenti diversi. Non comprende il fondo pluriennale vincolato che va attribuito alle specifiche missioni che esso è destinato a finanziare.

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MISSIONE 50 DEBITO PUBBLICO

RISORSE FINANZIARIE

2016 2017 2018 PROGRAMMA Titolo 4 – Titolo 4 – Titolo 4 – Debito Pubblico Debito Pubblico Debito Pubblico

QUOTA INTERESSI AMMORTAMENTO MUTUI E PRESTITI 50.01 261.085,58 245.756,09 228.734,28 OBBLIGAZIONARI

QUOTA CAPITALE AMMORTAMENTO MUTUI E PRESTITI 50.02 400.813,46 410.889,25 426.999,86 OBBLIGAZIONARI

Totale Missione per Titolo 661.899,04 656.645,34 655.734,14

TOTALE MISSIONE 50 661.899,04 656.645,34 655.734,14

MISSIONE 50 DEBITO PUBBLICO PROGRAMMA 01 QUOTA INTERESSI AMMORTAMENTO MUTUI E PRESTITI OBBLIGAZIONARI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO GIUSEPPE SICILIA

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Spese sostenute per il pagamento degli interessi relativi alle risorse finanziarie acquisite dall'ente mediante l'emissione di titoli obbligazionari, prestiti a breve termine, mutui e finanziamenti a medio e lungo termine e altre forme di indebitamento e relative spese accessorie. Non comprende le spese relative alle rispettive quote capitali, ricomprese nel programma "Quota capitale ammortamento mutui e prestiti obbligazionari" della medesima missione. Non comprende le spese per interessi per le anticipazioni di tesoreria, ricomprese nella missione 60 "Anticipazioni finanziarie". Non comprende le spese per interessi riferite al rimborso del debito legato a specifici settori che vanno classificate nelle rispettive missioni.

MISSIONE 50 DEBITO PUBBLICO PROGRAMMA 02 QUOTA CAPITALE AMMORTAMENTO MUTUI E PRESTITI OBBLIGAZIONARI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO SICILIA Giuseppe

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Spese sostenute per la restituzione delle risorse finanziarie relative alle quote di capitale acquisite dall'ente mediante titoli obbligazionari, prestiti a breve termine, mutui e finanziamenti a medio e lungo termine e altre forme di indebitamento e relative spese accessorie. Comprende le spese per la chiusura di anticipazioni straordinarie ottenute dall'istituto cassiere. Non comprende le spese relative agli interessi, ricomprese nel programma "Quota interessi ammortamento mutui e prestiti obbligazionari" della medesima missione. Non comprende le spese per le quote di capitale riferite al rimborso del debito legato a specifici settori che vanno classificate nelle rispettive missioni.

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MISSIONE 60 ANTICIPAZIONI FINANZIARIE

RISORSE FINANZIARIE

2016 2017 2018 PROGRAMMA Titolo 5 - Titolo 5 - Titolo 5 - Anticipazioni Anticipazioni Anticipazioni Finanziarie Finanziarie Finanziarie

60.01 RESTITUZIONE ANTICIPAZIONE DI TESORERIA 1.865.695,78 1.865.695,78 1.865.695,78

Totale Missione per Titolo 1.865.695,78 1.865.695,78 1.865.695,78

TOTALE MISSIONE 60 1.865.695,78 1.865.695,78 1.865.695,78

MISSIONE 60 ANTICIPAZIONI FINANZIARIE PROGRAMMA 01 RESTITUZIONE ANTICIPAZIONE DI TESORERIA RESPONSABILE AMMINISTRATIVO GIUSEPPE SICILIA

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MISSIONE 99 SERVIZI PER CONTO TERZI

RISORSE FINANZIARIE

2016 2017 2018 PROGRAMMA Titolo 7 –Servizi Titolo 7 –Servizi Titolo 7 –Servizi per conto terzi per conto terzi per conto terzi

99.01 SERVIZI PER CONTO TERZI 3.540.000,00 3.540.000,00 3.540.000,00

TOTALE MISSIONE 99 3.540.000,00 3.540.000,00 3.540.000,00

MISSIONE 99 SERVIZI PER CONTO TERZI PROGRAMMA 01 SERVIZI PER CONTO TERZI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO GIUSEPPE SICILIA

DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA:

Comprende le spese per: · ritenute previdenziali e assistenziali al personale; · ritenute erariali; altre ritenute al personale per conto di terzi; · restituzione di depositi cauzionali; spese per acquisti di beni e servizi per conto di terzi; · spese per trasferimenti per conto terzi; · anticipazione di fondi per il servizio economato; · restituzione di depositi per spese contrattuali.

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