Da sportello a sportello! La tutela delle lingue minoritarie nelle altre regioni italiane:

lo sportello linguistico della Comunità Montana “incontra” la minoranza greca d’Italia.

La Legge 482/99 tutela le minoranze linguistiche della nostra penisola. In molte altre regioni d’Italia sono presenti comunità linguistiche che formano il ricco e variegato patrimonio linguistico nazionale. Con questa rubrica, “Da sportello a sportello! La tutela delle lingue minoritarie nelle altre regioni italiane” è nostra intenzione entrare in contatto con queste realtà per avviare un proficuo scambio di idee e magari di collaborazione. In questo numero del notiziario dell’Ente abbiamo deciso di conoscere la realtà dei Greci presenti nella Bovesia in Calabria, e nella Grecia Salentina in Puglia.

LA MINORANZA LINGUISTICA GRECA

La minoranza linguistica greca d'Italia (così come riconosciuta dallo Stato italiano) è composta dalle due isole linguistiche della Bovesia in Calabria e della Grecìa Salentina in Puglia, che di fatto costituiscono la totalità delle aree ellenofone esistenti in Italia. Il grecanico o griko, idioma praticato in queste comunità, è un dialetto (o gruppo di dialetti) di tipo neo-greco residuato probabilmente di una più ampia e continua area linguistica ellenofona esistita anticamente nella parte costiera della Magna Grecia. I greci odierni chiamano la lingua Katoitaliótika (Greco: Κατωιταλιώτικα, "Italiano meridionale") oppure, in riferimento al solo dialetto della Bovesìa, calabrese. Il numero complessivo di coloro che ancora parlano la lingua grika in Italia è stimato intorno alle 20.000 unità.

LA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DELLE DUE COMUNITA’ ELLENOFONE DELLA CALABRIA E DEL

In questa cartina si possono riconoscere le aree nelle quali è distribuita la comunità grecanica. Le due piccole comunità grecaniche ancora esistenti oggi si trovano nelle regioni italiane della Calabria (Bovesìa) e della Puglia (Salento). L'area salentina di lingua grecanica comprende nove comuni nella regione storica definita Grecìa Salentina: Calimera, Castrignano de' Greci, Corigliano d', , , , , , . Gli abitanti di questi nove comuni sono poco più di 40.000. I grecanici calabresi sono riuniti in nove località attorno al di Bova, ma questa popolazione è in numero inferiore.

LO STATUS DELLA LINGUA

Il parlamento italiano ha riconosciuto la comunità greca del Salento come gruppo etnico distinto e come minoranza linguistica col nome di "Minoranza linguistica grica dell'Etnia Grico-salentina". Ugualmente avviene per la minoranza grecofona della provincia di Reggio Calabria. In seguito all'approvazione della legge sulle Minoranze Linguistiche ha cominciato ad essere attivo l'IRSSEC, Istituto Regionale Superiore di Studi Ellenocalabri, di cui fanno parte i rappresentanti delle Associazioni e dei Comuni grecocalabri, che sarà l'ente ufficialmente deputato alla cura e alla tutela del patrimonio ellenocalabro. Il comune di Bova ha anche istituito un Osservatorio Permanente per la Lingua e Cultura Greca in Calabria che si occupa del monitoraggio, lo studio, la programmazione e l'organizzazione di attività volte alla salvaguardia della lingua e della tradizione greca della Calabria. L'ente è stato intitolato a Rohlfs e Karanastasis, due fra i maggiori studiosi di minoranze etniche e linguistiche calabresi.

ATTIVITA’ DI TUTELA La minoranza grecanica è tutelata a livello nazionale dalla L.482/1999. Alcune Associazioni greche, come l'Associazione Internazionale degli Ellenofoni (SFEE), hanno stabilito relazioni con le Associazioni grecocalabre e hanno invitato ufficialmente i greco-calabri a partecipare ai meeting che si tengono ogni due anni in Grecia. In realtà gli incontri non hanno avuto più seguito dopo il 1999. La Regione Calabria ha accordato la tutela alle minoranze greche accanto a quelle albanesi ed occitane e ha promosso l'istruzione bilingue. Nel 1993 la stessa regione ha istituito un Istituto Regionale Superiore di Studi Ellenofoni, IRSSEC, a Bova Marina. Tuttavia l'attività formativa ha avuto inizio molto tardi e risente del problema del reclutamento di insegnanti di lingua per le attività didattiche. Lo stesso dichiarato bilinguismo è rimasto sostanzialmente sulla carta, senza radicarsi nell'amministrazione pubblica: ad esempio solo i comuni di Bova e di Bova Marina hanno cartelli stradali nelle due lingue.

L'abbandono progressivo della lingua è dovuto al fatto che essa è stata indicata per molti anni come dialetto, subendo peraltro tutti i pregiudizi legati ad una tale associazione, soprattutto l'essere considerata una forma "bassa" di espressione, appannaggio di popolazioni rurali o pastorali e analfabete. La scarsezza di registri linguistici, inoltre, ne condiziona la sopravvivenza. La lingua si è conservata finché la popolazione è rimasta isolata sulle montagne dell'Aspromonte. Con il dilagare del fenomeno dell'emigrazione buona parte della popolazione ha lasciato la zona perdendo, col progredire delle generazioni, le forme espressive tipiche. Inoltre la scolarizzazione che incentiva l'uso di altre lingue, come l'italiano, anche nell'uso quotidiano, ha operato un livellamento linguistico, che ha contribuito al diradamento della platea dei parlanti il Greco di Calabria. Le attività di tutela, anche se riconosciute dagli organi amministrativi, sono di fatto bloccate. La legge promuove la presenza di ellenofoni nelle scuole e nelle università ma, come già detto, non vi sono, o sono rari, insegnanti o lettori con una conoscenza adeguata del greco-calabro da utilizzare per la didattica. L'attività di formazione è dovuta soprattutto all'iniziativa dei gruppi culturali a livello locale, con supporto finanziario di qualche comune. Anche l'insegnamento nelle scuole non è stato condotto nella forma del bilinguismo, ma, negli anni scorsi, è stato offerto come corso opzionale parallelo alle attività scolastiche o come corso obbligatorio negli asili e nella scuola primaria, grazie ai fondi regionali e della Comunità Europea. Tali attività hanno comunque registrato uno scarso numero di adesioni. Nelle scuole secondarie, dove, soprattutto nei licei, potrebbe invece essere utile, la situazione è ancora peggiore dovuta al fatto che gli insegnamenti riguardanti il greco-calabro sono totalmente assenti. Le associazioni culturali, da parte loro, organizzano attualmente soprattutto corsi per adulti. Il grosso problema resta, comunque, la scarsa conoscenza della lingua da parte degli insegnanti a cui non viene richiesto il bilinguismo come condizione per l'abilitazione all'insegnamento. Qualche attività di formazione sugli stessi docenti viene fatta da qualche associazione culturale come Jalò tu Vúa, ma solo grazie a contributi della Comunità Europea. Quest'ultima associazione ha anche operato per creare una "grammatica greco-calabra". Tuttavia cresce l'interesse, soprattutto tra i giovani, per il neogreco a discapito della forma greco-calabra.

IL GRECO DI CALABRIA

Il dialetto greco-calabro o greco di Calabria, è un idioma parlato in provincia di Reggio Calabria. È chiamato localmente grecanico o greco vutano (da Vùa che significa Bova), ed è formalmente una dialetto appartenente alla minoranza linguistica greca d'Italia insieme alla Grecìa Salentina Tale lingua era parlata in tutta la Calabria meridionale fino al XV-XVI secolo, quando fu progressivamente sostituita dal dialetto romanzo, influenzato comunque dal greco-calabro nella grammatica e in molti vocaboli (nel XVIII secolo il dialetto calabrese aveva ancora moltissimi grecismi). Ancora in età angioina la lingua greca veniva usata in una vasta area, compresa tra Seminara, Taurianova, la valle del Mésima e l'altopiano del Poro, caratterizzata da dialetti, toponimi e forme folcloristiche. Per molti anni gli ellenofoni di Calabria sono rimasti nell'oblio. Persino in Grecia si ignorava la loro esistenza. La rinascita dell'attenzione su tale fenomeno linguistico si deve al pioneristico lavoro del glottologo e filologo tedesco Gerhard Rohlfs, che contribuì molto alla salvaguardia della lingua. La lingua ha molti punti in comune col neogreco. La sua origine è molto discussa: alcuni sostengono che sia un dialetto derivato dal greco bizantino, mentre altri affermano che derivi dal greco parlato nella Magna Grecia dal quale si sarebbe evoluta indipendentemente dal greco ellenistico. Forte è quindi l'idea che si tratti di tracce rimaste nella zona dall'antico possesso di Bisanzio o della Magna Grecia. Ne è prova il fatto che è una lingua arcaica, che presenta parole che oggi in Grecia sono sconosciute o scomparse, e possiede nel suo vocabolario molte parole derivate dal greco dorico. Resta comunque il concetto che il greco calabro, diffuso nella Bovesìa, sia una parte peculiare dei dialetti ellenofoni parlati in Italia, probabilmente con una sua propria evoluzione, che si è distinta da quella greca molti secoli fa.

LA BOVESIA La Bovesìa (o Bovesia), nota anche come Area grecanica e Area ellenofona, è un'area geografica della provincia di Reggio Calabria. La zona è culla secolare della minoranza linguistica ellenofona di Calabria; il versante Jonico meridionale dell'Aspromonte custodisce infatti immutate le tracce della sua antica natura di crocevia sul bacino del Mediterraneo. Quest'area ha assunto per molti secoli il ruolo di vera e propria isola e roccaforte culturale per una serie di motivi come la precarietà storica dei collegamenti ed un entroterra particolarmente impervio. Il greco di Calabria parlato qui è oggetto di studi e ricerche nonché motivo di scambio culturale e di iniziative a tutela delle minoranze linguistiche storiche.

La chiesa della Madonna della Grecia a Gallicianò (RC) Gallicianò è un borgo di circa 200 abitanti, frazione del Comune di Condofuri, in provincia di Reggio Calabria. Questo paesino è definito l’Acropoli della Magna Grecia. Si tratta dell'unico borgo attualmente interamente ellenofono, anche se il greco di Calabria anche qui permane utilizzato in un ambiente sempre più esclusivamente domestico. Gallicianò è nota in tutta l'area per l'alta conservatività delle tradizioni grecaniche, non solo in ambito linguistico ma anche musicale, gastronomico e rituale. Nei pressi dei ruderi della Chiesa bizantina della Madonna della Grecia è stata ricostruita l'omonima chiesetta, che nel 1999 venne consacrata dal metropolita Iennadio. Una volta al mese viene celebrata la messa secondo il rito greco-ortodosso. La chiesetta è affidata al monastero di S. Giovanni Theristis di Bivongi.

LA GRECIA SALENTINA

La Grecìa Salentina è un'isola linguistica del Salento situata all'estremità meridionale della Puglia, consistente in nove comuni in cui si parla un dialetto neo-greco noto come grecanico o griko. A partire dal 1990, il termine Grecìa Salentina è stato, però, in parte snaturato dal suo significato originario, diventando l'espressione di un Consorzio di Comuni, patrocinato anche dall'Unione Europea. Ai nove comuni originari (Calimera, Castrignano de' Greci, Corigliano d'Otranto, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia, Zollino), si sono infatti recentemente aggiunti altri due ( e ) non ellenofoni, per riunirsi nell'Unione dei Comuni della Grecìa Salentina, comprendente circa 54.000 abitanti. I comuni dell'Unione condividono non solo la cultura e (in parte) la lingua, ma anche una serie di servizi comprensoriali.

La penetrazione greca nella penisola salentina si ebbe sia in epoca antica (Magna Grecia), sia con la successiva dominazione bizantina, in particolare con l'emigrazione di molti religiosi nel periodo delle contese sull'iconoclastia nell'VIII secolo e ancora con l'immigrazione massiccia a seguito delle campagne militari dell'imperatore Basilio I, che proseguì anche nei secoli successivi. I numerosi villaggi avevano cultura e lingua greca e praticavano la religione greco-ortodossa. A partire dalla conquista normanna (dall'XI secolo) e ancor più con le successive dominazioni sveva, angioina, aragonese e spagnola, il clero e i monaci cattolici soppiantarono gli ortodossi. Anche la lingua greca fu progressivamente abbandonata e nel Settecento era ancora parlata solo in tredici villaggi. Dopo la seconda guerra mondiale, sia a causa del fenomeno dell'emigrazione, sia per la diffusione dei mezzi radiotelevisivi, il numero dei parlanti è ancora diminuito. A partire dagli anni novanta, prende corpo un processo di cooperazione tra i Comuni di lingua ellenofona menzionati precedentemente, al fine di valorizzare e promuovere la cultura e le tradizioni grike. Ai sensi dell’art. 25 della legge 8 giugno 1990 n. 142, è stato istituito ufficialmente il Consorzio dei Comuni della Grecìa Salentina. Nel 1996 dopo una serie di tentativi, i nove comuni, con la collaborazione della Provincia di , hanno stabilito di formalizzare un piano di coordinamento dei propri interventi per dare maggiore efficacia e unitarietà al proprio operato amministrativo, dando vita così all’Associazione dei Comuni della Grecìa salentina. L’obiettivo dell’associazione era quello di promuovere la conoscenza dell’area grecanica del Salento e di salvaguardare la cultura e la lingua che nel tempo si stavano perdendo, attuando anche la gestione associata delle funzioni e dei servizi turistici. Nel 2001, per iniziativa dei nove comuni, viene istituita l’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina. Dal 1° gennaio 2005 anche il comune di Carpignano Salentino entra a far parte dell’ente; il 1° gennaio 2007 vi aderisce il comune di Cutrufiano. Attualmente la popolazione di riferimento dell’Unione è di 54.278 abitanti.

Fontane Monumentali e Sculture in Pietra Leccese a Martano Nell’ambito della fiera-mercato Agorà si svolge in agosto, a Martano, con cadenza biennale, un laboratorio all’aperto di scultura in pietra leccese. Le opere, realizzate da artisti provenienti da varie parti d’Italia, diventano poi elementi di arredo urbano: statue, fontane, gruppi scultorei abbelliscono il centro più popoloso della Grecìa Salentina.

L’UNIONE DEI COMUNI DELLA GRECIA SALENTINA L’Unione dei Comuni è un Ente Locale con autonomia statutaria nell’ambito dei principi fissati dalla Costituzione, dalle norme comunitarie, statali e regionali. Lo Statuto determina le norme fondamentali dell’organizzazione e dell’attività dell’Unione che svolge una pluralità di funzioni e servizi dei Comuni aderenti. Suo compito è quello di promuovere l’integrazione dell’azione amministrativa tra i Comuni e garantire un coordinamento delle politiche di programma e sviluppo del territorio, migliorando la qualità dei servizi erogati ai cittadini, e sviluppando nello stesso tempo economie di scala. Il suo ambito territoriale coincide con quello dei Comuni che la costituiscono.

CALIMERA Calimera (7.363 abitanti) è un comune del Salento in provincia di Lecce, il secondo centro più popoloso della Grecìa Salentina, area ellenofona dalla caratteristica lingua di origine greca, il griko, di cui attualmente presiede il consorzio.

Nella foto il Dolmen Placa. Nei dintorni di Calimera si trovano numerosi monumenti megalitici, fra cui i dolmen, monumenti sepolcrali costituiti da tre o più lastre conficcate nel suolo e sormontate da un'altra lastra di dimensioni maggiori, poggiante sulle prime. A 3 Km. dal paese, sulla strada che porta a , addentrato di un chilometro sulla destra, si trova il famoso Dolmen Placa, scoperto da Giuseppe Palumbo.

I dolmen, risalenti al XVI secolo a.C., sono l’esempio di costruzione più antica che troviamo nel territorio della Grecìa. La struttura di tali monumenti megalitici consiste in una serie di pietrefitte, in genere da tre a sette elementi, che sostengono una grande lastra di copertura orizzontale (plaka in griko). La loro funzione rimane ignota anche se è ipotizzabile un uso funerario del megalite, oppure un uso legato alla pastorizia. Tali blocchi di pietra grezza di sezione rettangolare, sono alti da un metro e mezzo a cinque - sei metri e infissi nel terreno per circa un metro, un metro e mezzo. Nel Salento sembra che il dolmen sia stato utilizzato in epoca romana come primitivo segnale stradale, poiché si trova spesso in corrispondenza di incroci viari. La connotazione religiosa è evidente soprattutto per il fatto di avere la parte piatta della pietra rivolta sempre verso il sole.

Nell’immagine la Stele greca a Calimera. E' di puro marmo attico e proviene dal Museo Nazionale di Atene. Reca incise le parole Patroclia di Proclide da Atmon, località presso Marussi, nei sobborghi di Atene, dove venne rinvenuta. La Stele, di fattura perfetta, con un bassorilievo rappresentante il Saluto di Patroclia, è sormontata da una palmetta ed è ornata di fiori simboleggianti la serenità rassegnata della morte. E' uno dei migliori esemplari di monumenti funebri conosciuti: per la sua perfetta armonia incanta chi la guarda anche se il bassorilievo centrale è un po’ corroso dal tempo e il fusto, rotto trasversalmente, è saldato.E' sistemata nei Giardini Pubblici in una edicola in pietra viva di Soleto.

IL FOLKLORE Il folklore grecanico è ricco nella tradizione orale. Le canzoni grecaniche, la musica e la poesia sono particolarmente famose in Italia e in Grecia. Esistono gruppi folcloristici e di ricerca etnomusicale all'interno del territorio della Bovesia calabrese come i Cumelca, i Megàli Ellàda e i Delia del Jalò tu Vúa, che cantano in grecanico. A fine agosto si tiene a Bova Marina "O Nostos", un festival annuale di musica greco-calabra con la partecipazione di quasi tutti i gruppi grecanici. Gruppi musicali del Salento che ripropongono i brani in lingua grika sono invece i Ghetonia, gli Aramirè e i Manekà. Inoltre artisti greci influenti come Dionysis Savvopoulos e Maria Farantouri hanno interpretato canzoni in grecanico. La musica, il ballo e il canto tradizionale, hanno rappresentato nei secoli l’unico divertimento che si concedevano i grecanici. La musica tradizionale suonata da strumenti di tipo arcaico accompagnava le fasi del ciclo della vita: nascita, battesimi, fidanzamenti, matrimoni, nonché le feste comandate e religiose: il Santo patrono, Natale, Capodanno, Carnevale, Pasqua. Inoltre all’interno delle famiglie ogni occasione di festa era accompagnata da canti, suoni e balli. Il ballo rappresentava un momento di divertimento e socializzazione nonchè l’occasione di scambiarsi sguardi ed emozioni tra giovani fidanzati. Un cenno particolare va fatto al canto alla scafota. Oggi sono ancora vive queste tradizioni nelle famiglie di origine grecanica, non manca occasione per suonare e ballare.

Notizie e foto tratte dai siti: www.wikipedia.org http://www.sternatia.com/grec%ECa_salento_pizzica.htm http://www.provincia.rc.it/turismo/Contents/artecultura/it/art_grecanica.htm www.comune.calimera.le.it www.provincia.rc.it