Senato Della Repubblica Camera Dei Deputati
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Mafia Linguaggio Identità.Pdf
EDIZIONI MAFIA LINGUAGGIO IDENTITÁ di Salvatore Di Piazza Di Piazza, Salvatore <1977-> Mafia, linguaggio, identità / Salvatore Di Piazza – Palermo : Centro di studi ed iniziative culturali Pio La Torre, 2010. (Collana studio e ricerca) 1. Mafia - Linguaggio. 364.10609458 CDD-21 SBN Pal0224463 CIP – Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace” 5 Nota editoriale di Vito Lo Monaco, Presidente Centro Pio La Torre 7 Prefazione di Alessandra Dino, sociologa 13 Introduzione Parte Prima 15 Il linguaggio dei mafiosi 15 Un linguaggio o tanti linguaggi? Problemi metodologici 17 Critica al linguaggio-strumento 18 Critica al modello del codice 19 Critica alla specificità tipologica del linguaggio dei mafiosi 19 Mafia e linguaggio 20 La riforma linguistica 21 Le regole linguistiche: omertà o verità 22 La nascita linguistica: performatività del giuramento 23 Caratteristiche del linguaggio dei mafiosi 23 Un gergo mafioso? 26 Un denominatore comune: l’“obliquità semantica” 30 Impliciti, non detti, espressioni metaforiche 36 Un problema concreto: l’esplicitazione dell’implicito Parte Seconda 41 Linguaggio e identità mafiosa 41 Sulla nozione di identità 42 Linguaggio e identità mafiosa tra forma e contenuto 43 Prove tecniche di appartenenza: così parla un mafioso 44 La comunicazione interna 45 La comunicazione esterna 49 La rappresentazione linguistica: un movimento duplice 49 Dall’interno verso l’esterno 51 Dall’esterno verso l’interno 52 Un caso emblematico: i soprannomi 54 Conclusioni 57 Bibliografia di Vito Lo Monaco Il presente lavoro di Salvatore Di Piazza fa parte delle ricerche promosse dal Centro Studi La Torre grazie alla collaborazione volontaria di autorevoli comitati scientifici e al contributo finanziario della Regione Sicilia. -
Mafia E Mancato Sviluppo, Studi Psicologico- Clinici”
C.S.R. C.O.I.R.A.G. Centro Studi e Ricerche “Ermete Ronchi” LA MAFIA, LA MENTE, LA RELAZIONE Atti del Convegno “Mafia e mancato sviluppo, studi psicologico- clinici” Palermo, 20-23 maggio 2010 a cura di Serena Giunta e Girolamo Lo Verso QUADERNO REPORT N. 15 Copyright CSR 2011 1 INDICE Nota Editoriale, di Bianca Gallo Presentazione, di Claudio Merlo Introduzione, di Serena Giunta e Girolamo Lo Verso Cap. 1 - Ricerche psicologico-cliniche sul fenomeno mafioso • Presentazione, di Santo Di Nuovo Contributi di • Cecilia Giordano • Serena Giunta • Marie Di Blasi, Paola Cavani e Laura Pavia • Francesca Giannone, Anna Maria Ferraro e Francesca Pruiti Ciarello ◦ APPENDICE • Box Approfondimento ◦ Giovanni Pampillonia ◦ Ivan Formica Cap. 2 - Beni relazionali e sviluppo • Presentazione, di Aurelia Galletti Contributi di • Luisa Brunori e Chiara Bleve • Antonino Giorgi • Antonio Caleca • Antonio La Spina • Box Approfondimento ◦ Raffaele Barone, Sheila Sherba e Simone Bruschetta ◦ Salvatore Cernigliano 2 Cap. 3 - Un confronto tra le cinque mafie • Presentazione, di Gianluca Lo Coco Contributi di • Emanuela Coppola • Emanuela Coppola, Serena Giunta e Girolamo Lo Verso • Rosa Pinto e Ignazio Grattagliano • Box Approfondimento ◦ Paolo Praticò Cap. 4 - Psicoterapia e mafia • Presentazione, di Giuseppina Ustica Contributi di • Graziella Zizzo • Girolamo Lo Verso • Lorenzo Messina • Maurizio Gasseau Cap. 5 - Oltre il pensiero mafioso • Presentazione, di Antonio Caleca Contributi di • Leoluca Orlando • Maurizio De Lucia • Alfredo Galasso Conclusioni, di Girolamo Lo Verso e Serena Giunta Bibliografia Note 3 Nota editoriale di Bianca Gallo Questo Quaderno CSR, il n° 15, riporta le riflessioni sviluppate attraverso i diversi interventi durante il Convegno Mafia e mancato sviluppo, studi psicologico- clinici, che si è tenuto a Palermo il 20-23 maggio 2010. -
Relazione Al Parlamento Sull’Attività Delle Forze Di Polizia E Sullo Stato Dell’Ordine E Della Sicurezza Pubblica Nel Territorio Nazionale (Art
Ministero dell’Interno Dipartimento della Pubblica Sicurezza Relazione al Parlamento sull’attività delle Forze di Polizia e sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica nel territorio nazionale (Art. 113 legge 1° Aprile 1981, n. 121) Anno 2002 ________________________________________________ Premessa La Relazione annuale al Parlamento sullo stato dell’ordine e sicurezza pubblica, costituisce ormai non solo l’adempimento del precetto contenuto nell’art. 113 della legge 1° aprile 1981, ma si propone anche come tradizionale appuntamento per divulgare - nella maniera più ampia e compiuta sul piano della comunicazione - i progetti e le strategie di intervento attuate, nel campo della sicurezza, per la prevenzione e la repressione dei reati e, più in generale, sulle predisposizioni organizzative intese a raccordare sistematicamente l’apparato sicurezza alle istanze del Paese. Istanze che nel 2002, ed in particolare dopo i noti attentati terroristici dell’11 settembre negli Stati Uniti d’America, hanno profondamente improntato lo scenario complessivo, già ampiamente segnato - nel recente passato - dalla crescita della percezione dell’insicurezza, connotandolo di nuove apprensioni per le minacce che insidiano il pieno godimento dei diritti e delle libertà fondamentali. Ed è in tale contesto che si rende indispensabile, da parte di coloro che sono deputati istituzionalmente a garantire l’ordine e la sicurezza pubblica, un ulteriore impegno, mirato e costante, in termini di risorse umane, mezzi e qualificazione professionale, finalizzato a consolidare la trasparenza del rapporto fra Stato e cittadini, migliorare la circolazione delle informazioni sul territorio, utilizzando al meglio gli strumenti informatici di cui dispone la Pubblica Amministrazione ed infine, rafforzare la fiducia del cittadino nei confronti delle forze dell’ordine. -
La Mafia Imprenditrice
INFILTRAZIONI MAFIOSE mafiosa e non, ci rendiamo conto, in- L’ultimo rapporto di Sos Impresa fatti, che questa incide direttamente sul mondo dell’impresa, superando i 92 miliardi di euro di fatturato, una cifra intorno al 6% del Pil nazionale. Sostan- La mafia zialmente, ogni giorno, una massa enorme di denaro passa dalle tasche dei commercianti e degli imprenditori italiani a quelle dei mafiosi, qualcosa imprenditrice come 250 milioni di euro, 10 milioni l’ora, 160 mila euro al minuto. Ci troviamo di fronte a una mafia im- Come vere e proprie holding, le mafie sono dentro al “merca- prenditrice, ormai presente in ogni to”, ne seguono gli sviluppi, pianificano investimenti. Si con- comparto economico e finanziario del sistema Paese, non solo per quanto ri- frontano con la concorrenza ora conquistando posizione di guarda l’attività predatoria, rappresen- tata dal racket delle estorsioni e monopolio in forza della capacità di intimidazione, ora stabi- dall’usura, ma anche per quella del lendo rapporti collusivi con “pezzi” di imprenditoria fautori di reinvestimento di denaro sporco. L’attività imprenditoriale delle mafie ha quella doppia morale per cui “gli affari, sono affari” prodotto un’organizzazione interna ti- picamente aziendale con tanto di ma- di Bianca La Rocca strutturati e agguerriti. E questi, ben- nager, dirigenti, addetti e consulenti. ché duramente colpiti dall’azione delle La gestione delle estorsioni, dell’usura, on un fatturato di 130 miliardi di forze dell’ordine e della magistratura, dell’imposizione di merce, dello spac- Ceuro e un utile che sfiora i 70 continuano a mantenere pressoché cio di stupefacenti, necessita, di fatto, miliardi la Mafia Spa si conferma la inalterata la loro forza e, per ora, la lo- di un organico in pianta stabile, che più grande holding company italia- ro strategia, che si dimostra vincente. -
Le Mani Della Criminalità Sulle Imprese, 2011
Le mani della criminalità sulle imprese XIII Rapporto di Sos Impresa Aliberti Editore SosImpresa.indd 5 09/11/11 12:18 © 2011 Aliberti editore Tutti i diritti riservati Sede legale: Via dei Cappuccini, 27 - 00187 Roma Sede operativa: Via Meuccio Ruini, 74 - 42124 Reggio Emilia Tel. 0522 272494 Fax 0522 272250 - Ufficio Stampa 329 4293200 Aliberti sul web: www.alibertieditore.it blog.alibertieditore.it [email protected] SosImpresa.indd 6 09/11/11 12:18 A Libero Grassi, nel ventennale della scomparsa SosImpresa.indd 7 09/11/11 12:18 SosImpresa.indd 8 09/11/11 12:18 Il Rapporto di Sos Impresa Le mani della criminalità sulle imprese è frutto di numerosi apporti e collaborazioni senza i quali non sarebbe stato possibile realizzarlo. Un ringraziamento particolare va a Danila Bellino, Laura Galesi, Massi- mo Giordano, Nino Marcianò, Marcello Ravveduto, Valeria Scafetta e Ga- briella Sensi. I testi sono di Lino Busà e Bianca La Rocca. I dati che forniamo sono nostre elaborazioni sulla base delle statistiche Istat, delle rilevazioni fornite dal Ministero dell’Interno, dei sondaggi condotti da Swg per Confesercenti, delle ricerche del Centro Studi TEMI e delle numerose informazioni e testimo- nianze raccolte da Sos Impresa. Il Rapporto come sempre contiene molti nomi di persone, aziende, luo- ghi. Nomi presenti nelle inchieste giudiziarie, nelle relazioni degli organismi antimafia e delle Forze dell’ordine, nelle cronache giornalistiche. Per tutti coloro che sono chiamati in causa, eccezion fatta per quelli condannati in via definitiva, valgono la presunzione d’innocenza e le garanzie individuali costituzionalmente garantite. 9 SosImpresa.indd 9 09/11/11 12:18 Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia Quali sono le ragioni dell’inaudita potenza di alcuni? Dov’è la forza che assicura l’impunità ai loro delitti? Si chiede se sono costituiti in associazio- ni, se hanno statuti, pene per punire i membri traditori: tutti rispondono che lo ignorano, molti che non lo credono. -
Giuseppe Falsone BOSS MAFIOSO Di Agrigento, Arrestato a Marsiglia/ FOTOSERVIZIO
1 Estradato in Italia: Giuseppe Falsone BOSS MAFIOSO di Agrigento, arrestato a Marsiglia/ FOTOSERVIZIO di Fabrizio Tenerelli – 11 Agosto 2010 – 8:48 E’ stato estradato, stamani, in Italia ad opera della Gerdarmeria francese, che lo ha consegnato alla Polizia di Frontiera di Ventimiglia: Giuseppe Falsone, noto boss agrigentino, arrestato lo scorso 10 giugno a Marsiglia da personale delle Squadre Mobili di Palermo ed Agrigento e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato. L’ex latitante eccellente della mafia agrigentina e’ stato consegnato alle autorita’ di Polizia italiane, dopo aver oltrepassato la frontiera di Ventimiglia. Ad attenderlo c’e’ un carcere di massima sicurezza italiano. Giuseppe Falsone, detto ‘Ling Ling’, latitante dal 1999 al giugno del 2010 e inserito nell’elenco del Ministero dell’Interno dei 30 ricercati piu’ pericolosi, rappresenta un personaggio di spicco della criminalita’ organizzata, non solo per quanto e’ testimoniato dal suo gia’ corposo dossier ricco di precedenti penali tra i quali una condanna all’ergastolo, ma anche per le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia. Le indagini di Polizia hanno accertato come Falsone sia l’attuale reggente di ‘cosa nostra’ della provincia di Agrigento, nonche’ capo della famiglia mafiosa di Campobello di Licata. L’11 aprile del 2006, in occasione della cattura di Bernardo Provenzano, nel covo di Riviera24 - 1 / 4 - 24.09.2021 2 ‘Montagna dei Cavalli’ furono rinvenute delle lettere che, per stile e contenuto, sono state chiaramente attribuite a Falsone. L’ascesa criminale di Falsone fu irrimediabilmente segnata dall’uccisione del padre e del fratello maggiore, caduti a colpi di fucile, nella contesa tra mafiosi e stiddari che insanguino’, negli anni Novanta, il territorio dell’agrigentino e del nisseno. -
Processo Lima
CORTE DI ASSISE - SEZIONE SECONDA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO L’anno millenovecentonovantotto il giorno quindici del mese di luglio, riunita in Camera di Consiglio e così composta: 1. Dott. Giuseppe Nobile Presidente 2. Dott. Mirella Agliastro Giudice a latere 3. Sig. Spinella Giuseppe Giudice Popolare 4. “ Cangialosi Maria “ “ 5. “ Arceri Mimma “ “ 6. “ Vitale Rosa “ “ 7. “ Urso Rosa “ “ 8. “ Rizzo Giuseppe “ “ Con l’intervento del Pubblico Ministero rappresentato dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Gioacchino Natoli, e con l’assisstenza dell’ausiliario Lidia D’Amore ha emesso la seguente SENTENZA nei procedimenti riuniti e iscritti ai N 9/94 R.G.C.A, 21/96 R.G.C.A. 12/96 R.G.C. A. CONTRO 1 1) RIINA Salvatore n. Corleone il 16.11.1930 Arrestato il 18.01.1993 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO- Detenuto per altro - Assente per rinunzia Assistito e difeso Avv. Cristoforo Fileccia Avv. Mario Grillo 2) MADONIA Francesco n. Palermo il 31.03.1924 Arrestato il 21.04.1995 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Giovanni Anania Avv. Nicolò Amato del foro di Roma 3) BRUSCA Bernardo n. San Giuseppe Jato il 09.09.1929 Arrestato il 21.10.1992 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Ernesto D’Angelo 4) BRUSCA Giovanni n. San Giuseppe Jato il 20.02.1957 Arrestato il 23.05.1996 - Scarcerato il 10.04.1998 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Luigi Li Gotti del foro di Roma Avv. -
La Criminalità Organizzata E I Consumi Alimentari: L'intermediazione E La Ristorazione
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTA’ DI SCIENZE POLITICHE Corso di Laurea Magistrale in Relazioni Internazionali LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA E I CONSUMI ALIMENTARI: L’INTERMEDIAZIONE E LA RISTORAZIONE TESI DI LAUREA DI: Sofia Cavazzoni RELATORE: Prof. Fernando Dalla Chiesa CORRELATRICE: Dott.ssa Martina Panzarasa ANNO ACCADEMICO 2011/2012 LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA E I CONSUMI ALIMENTARI: L’INTERMEDIAZIONE E LA RISTORAZIONE INDICE Introduzione p. 2 1° CAPITOLO – L’IMPRESA MAFIOSA 1.1 Fenomeni diversi, origini simili p. 4 1.2 Il contesto di sviluppo p. 5 1.3 Il mafioso imprenditore p. 15 1.4 L’impresa mafiosa p. 22 1.5 Il riciclaggio: “Separazione del bene dalla propria p. 28 provenienza” 1.6 Legislazione antimafia e antiriciclaggio p. 32 2° CAPITOLO – L’INTERMEDIAZIONE E I MERCATI GENERALI 2.1 L’intermediazione e il network criminale p. 37 2.2 Le agromafie p. 43 2.3 Un’intera filiera controllata: il caso “Rosarno” p. 51 2.4 Trasporti e mercati ortofrutticoli p. 58 2.5 L’ortomercato di Milano p. 64 2.6 Il sistema distributivo: il caso “Despar” in Sicilia p. 68 3° CAPITOLO – LA RISTORAZIONE 3.1 Dove c’è pizza c’è mafia p. 79 3.2 L’Operazione “Wall Street” e la famiglia Coco Trovato p. 91 3.3 L’Operazione “Cafè de Paris” e la famiglia Alvaro p. 104 3.4 L’Operazione “Megaride” e la famiglia Potenza – Iorio p. 112 3.5 La strage di Duisburg p. 121 Conclusioni p. 128 Bibliografia p. 132 1 LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA E I CONSUMI ALIMENTARI: L’INTERMEDIAZIONE E LA RISTORAZIONE INTRODUZIONE La criminalità organizzata è un fenomeno che, sin da piccola, ha sempre attirato la mia attenzione. -
Il Dizionario Della Mafia [Archivioantimafia]
27 MARTEDÌ 1DICEMBRE 2009 IL DIZIONARIO DELLA MAFIA CORAGGIO/1 Falcone e Borsellino Due giudici contro Amici d’infanzia, coetanei e colleghi Foto Ansa AMANINUDE CONTRO LA VIOLENZA IL COLPO PIÙ DURO ACOSANOSTRA Nicola Tranfaglia STORICO oraggio è una parola che non è faci- le usare quando si scrive di mafia. Il C mondo mafioso, infatti, per rag- giungere i suoi obiettivi, piuttosto che il coraggio utilizza l’astuzia e, contro chi non si adegua, la violenza. Una violenza im- provvisa e oscura. Ma di coraggio bisogna parlare quando raccontiamo la storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che hanno perduto la vita perché hanno combattuto fino all’ultimo la mafia siciliana. Erano coscienti di quello che li aspettava. Sapevano per l’esperienza accumulata nella loro breve vita che non c’era da farsi illusio- ni. Cosa Nostra, questo è il nome che in Sici- lia è stato assunto dalla mafia, aveva identifi- cato in quei due giudici i nemici principali dell’organizzazione. Questo perché negli an- ni Ottanta il cosiddetto «maxi-processo» - che da Falcone e Borsellino era stato istruito -avevasferratoaCosaNostrauncolpodeci- sivo: decine di capi e sottocapi erano stati condannati come agenti di un potere che comminava pene anche mortali, senza ap- pello, a chi provava a opporsi. Anche a don- ne e bambini se si ribellavano o, semplice- mente, avevano avuto la sfortuna di vedere qualcosa che non avrebbero dovuto vedere. Falcone e Borsellino lottarono fino all’ulti- mo, in un certo senso attesero la morte, con- tro un’organizzazione che ormai era diventa- ta parte dello Stato e delle istituzioni pubbli- che. -
Cosa Nostra: Lobby O Partito ?
COSA NOSTRA: LOBBY O PARTITO ? Ideali e convenienze. Francesco Campanella è conosciuto come l’uomo che mise il timbro sulla falsa carta di identità con cui Provenzano affrontò il viaggio per Marsiglia. Ma quella immagine è riduttiva. La sua storia esprime un metodo politico, un sistema di rapporti d’affari, un costume nella gestione della res publica. La sua storia permette di comprendere come possono intersecarsi agire politico e agire mafioso; quale sia il contenuto delle richieste che Cosa Nostra formula ad politico che si muove nella sua orbita. Lo confessa lui stesso ai giudici142. Non ha mai partecipato a riti di affiliazione, “punciute”, presentazioni formali. Cosa Nostra, però, la conosce bene, l’ha servita, l’ha sostenuta. Cosa Nostra lo ha condizionato fin da quando era ragazzo. Di quella organizzazione è in grado di indicare uomini, strategie, investimenti, debolezze. Molte informazioni le ha assunte stando vicino a Nicola Mandalà, suo compaesano di Villabate, diventato “uomo d’onore” per volontà di Francesco Pastoia, uno della ristretta cerchia dei boss che dalla fine degli anni novanta risponde direttamente a Bernardo Provenzano. Una amicizia, quella con Mandalà, che nasce dalla regia occulta dei “padrini” dietro le elezioni della amministrazione 142 Cfr. esame Francesco Campanella innanzi al giudice dell’abbreviato, udienza 30 ottobre 2007; interrogatori innanzi al Pm del 19.9.2005; 23.10.2005, 19.10.2005. 292 comunale. Una amicizia che si consolida con gli interessi della famiglia mafiosa di Villabate nel settore del gioco d’azzardo e del traffico della droga, negli investimenti della grande distribuzione organizzata143. Ha solo diciotto anni e già è molto attivo sulla scena politica di Villabate, una roccaforte della mafia di circa ventimila abitanti. -
Il Boss Rassicurava Provenzano «Mi Ha Scritto Riina
12 IN ITALIA martedì 25 aprile 2006 L’INCONTRO IN CARCERE Ai familiari: «Gli agenti Il boss rassicurava Provenzano mi vogliono bene» «Amo la custodia».Tra- dotto: «gli agenti di custo- dia». È stata questa la rispo- sta di Bernardo Provenzano «Mi ha scritto Riina, tutto ok» alla domanda «Come stai papà?» rivoltagli da Ange- lo e Francesco Paolo duran- te il primo colloquio nel su- Nei pizzini inviati a zio Binnu il giovane Matteo Messina Denaro percarcere di Terni dove il boss è rinchiuso da martedì 11 aprile, giorno della cattu- si firma Alessio e chiede consigli al padrino: «Mi affido a Lei» ra. All’incontro di ieri con i fa- miliari era presente anche ■ di Sandra Amurri prestanome. E poi ancora. «Ma gli privati delle vocali. Ma Riina non è la compagna Saveria Palaz- sbirri ci stanno con il fiato sul collo sottoposto al carcere duro che impe- zolo, che, come ha detto e come ci muoviamo sequestrano... disce la veicolazione di notizie? Provenzano ai magistrati, il SVUOTANO IL COVO di Provenzano, in atte- Sta diventando un problema rim- Evidentemente le vie per eludere le boss vuole sposare al più piazzare anche i rincalzi dei rincal- restrizioni del 41 bis sono infinite presto anche se l’ha già fat- sa dell'arrivo delle ruspe che ricercheranno na- zi» in quanto gli arresti che si sono come quelle del Signore e come to «con il suo cuore». «Gli susseguiti hanno indebolito le fila. quelle della Bibbia, anzi delle sei agenti mi vogliono tanto be- scondigli segreti, ma le misteriose relazioni af- Con il messaggio «Per accelerare i Bibbie utilizzate da Provenzano. -
Girgenti Acque Sempre Nel Mirino
Tele Video Agrigento Lcn 92 in tutta la Sicilia www.grandangoloagrigento.it Amica TV Lcn 628 - Prov. AG -TP - PA - CL - EN DIRETTORE: FRANCO CASTALDO ANNO XII - NUMERO 5 - SABATO 6 FEBBRAIO 2016 1,50 Blitz Icaro, “Riesame” accoglie ricorso: rischiano il carcere Pietro campo e due Marrella C’è il rischio carcere per tre persone coinvolte nel - associazione a delinquere di stampo mafioso, Porto Empedocle; Domenico Cucina, 48 anni, di Marrella, 41 anni, di Montallegro; Vincenzo l’inchiesta antimafia “Icaro” condotta dalla estorsione e traffico di stupefacenti. L’ operazione Lampedusa; Rocco D’Aloisio, 46 anni, di Marrella, 60 anni, di Montallegro; Francesco Squadra mobile di Agrigento che il 2 dicembre ha evidenziato come non si sia mai interrotto lo Sambuca di Sicilia; Diego Grassadonia, 54 anni, di Messina, 58 anni, di Porto Empedocle; Francesco scorso ha portato all’emissione di 13 misure cau - storico sodalizio tra Cosa Nostra palermitana ed Cianciana; Antonino Grimaldi, 55 anni, di Pavia, 35 anni, di Porto Empedocle; Giuseppe telari (6 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 4 agrigentina, così come dimostrato dai documenta - Cattolica Eraclea; Piero Guzzardo, 37 anni, di Picillo, 53 anni, di Favara; Emanuele Riggio, 45 con obbligo di firma). ti summit andati in scena nelle campagne agrigen - Santa Margherita Belice; Antonino Iacono, 61 anni, di Monreale; Pasquale Schembri, 53 anni, di Si tratta di Pietro Campo, ritenuto un boss di tine tra ruderi ed appezzamenti di terreno. anni, di Giardina Gallotti (frazione di Agrigento); Montallegro; Gaspare Nilo Secolonovo, 47 anni, di Santa Margherita Belice e di Vincenzo Marrella e Gli indagati sono Antonino Abate, 29 anni, di Francesco Messina, Antinino Iacono e Pietro Campo Gioacchino Iacono, 36 anni, di Realmonte; Santo Santa Margherita Belice; Francesco Tarantino, Stefano Marrella, entrambi di Montallegro.