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Corso di Laurea magistrale (ordinamento ex D.M. 270/2004) in Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici

Tesi di Laurea

Franco Farina a : trent’anni di mostre a (1963-1993).

Relatore Prof. Nico Stringa Correlatrice: Prof.ssa Stefania Portinari

Laureanda Erica Marabese Matricola 828328

Anno Accademico 2014 / 2015

Indice INTRODUZIONE ...... 3 1. FERRARA: CENNI STORICI E AMBIENTE CULTURALE (anni ’50-’60-’70-’80-’90) ...... 6 1.2 Storia ...... 6 Le origini di Ferrara ...... 6 Da ducato a libero comune ...... 7 Ferrara nella lotta fra impero e papato ...... 8 La dominazione estense ...... 9 Da capitale di uno stato a provincia periferica ...... 15 Dalla dominazione francese all’Unità d’Italia...... 16 Ferrara dopo l’Unità e nell’epoca contemporanea ...... 17 2. Ferrara ambiente culturale e artistico: la situazione prima degli anni ‘60 ...... 19 2.1 Situazione artistica a Ferrara: due mostre di arte contemporanea negli anni ‘60 ...... 20 La mostra il Rinnovamento dell’arte in Italia: 1930-1945 (1960) ...... 20 La mostra Il dopoguerra: la pittura italiana dal 1945 al 1955 (1962-1963) ...... 36 3. PALAZZO DEI DIAMANTI: MOSTRE DAL 1963 AL 1993 ...... 51 3.1 Palazzo dei Diamanti: nozioni storiche e ambiente espositivo ...... 51 3.2 Franco Farina: direttore delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo dei Diamanti, Ferrara, dal 1963 al 1993 ...... 64 INTERVISTA A FRANCO FARINA, ex direttore del Palazzo dei Diamanti ...... 80 3.3 ELABORAZIONE DATI RICAVATI DALLA REDAZIONE DELLA TABELLA: “MOSTRE A PALAZZO DEI DIAMANTI: 1963-1993” ...... 84 3.4 SELEZIONE DI MOSTRE (schede analitiche) ...... 90 a) Periodo: 1963-1973 ...... 92 3.4.1 Mostra personale di (1970) ...... 92 3.4.2 Mostra personale di (1970)...... 101 3.4.3 Mostra personale di Filippo De Pisis (1973) ...... 111 3.4.4 Mostra collettiva 5 artisti ferraresi: Fioravanti, Maini, Orsatti, Tassini, Virgili (1966) ...... 122 3.4.5 Mostra collettiva Participio Presente (1973) ...... 138 b) periodo 1973-1982 ...... 150 3.5.1 Mostra personale di Felice Casorati (1981) ...... 150 3.5.2 Mostra personale di (1974) ...... 161 3.5.3 Mostra personale di Corrado Cagli (1977) ...... 170 3.5.4 Mostra collettiva Grafica (1975)...... 182 3.5.5 Mostra Internazionale d’Arte: un futuro possibile – nuova pittura (1973) ...... 191 c) periodo 1983-1993 ...... 200 3.6.1 Mostra personale di Salvador Dalì: sculture, illustrazioni, multipli (1989)...... 200 1

3.6.2 Mostra personale di Luciano Minguzzi (1986) ...... 211 3.6.3 Mostra personale di Mauro Reggiani (1987) ...... 218 3.6.4 Mostra collettiva Black and White (1989) ...... 226 3.6.5 Mostra collettiva Figure dallo sfondo 2: magma / 10 anni dopo (1986) ...... 232 4. Oltre le mostre di Palazzo dei Diamanti: omaggi e revival...... 239 4.1 Mostra PinArt – La periferia in arte (Ro Ferrarese, 2015) ...... 246 CONCLUSIONI ...... 259 Rassegna stampa: ...... 264 Appendice: Tabella 1- Mostre a Palazzo dei Diamanti dal 1963 al 1993...... 269 Indice delle figure: ...... 324 Bibliografia: ...... 331

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INTRODUZIONE

Il presente lavoro vuole analizzare il contesto dell’arte contemporanea in un ambito decentrato rispetto alle grandi città artistiche, come Ferrara e nello specifico vuole indagare il periodo storico svoltosi tra gli anni sessanta e novanta del novecento, porzione di tempo nel quale ha operato, a capo delle Gallerie dell’Arte Moderna e Contemporanea, il Maestro Franco Farina.

L’ex direttore, in un lasso temporale durato trent’anni (dal 1963 al 1993), ha compiuto a Ferrara un’instancabile operazione di divulgazione di artisti e opere d’arte contemporanee, in una città che fino a quel momento doveva la sua fama a epoche storiche precedenti, come il Medioevo e il Rinascimento, i cui echi risultano oggi inglobati nello stesso tessuto cittadino. Farina ha avuto il merito di far rivivere il fasto e lo splendore del Palazzo dei Diamanti dandogli una nuova destinazione d’uso, ovvero trasformandolo in un perfetto contenitore museale, all’interno del quale ha allestito una quantità considerevole di piccole e grandi mostre, che lo hanno reso uno dei luoghi più rappresentativi per l’arte contemporanea in Italia e all’estero. Il periodo in questione può essere definito come “i trent’anni d’oro del Palazzo dei Diamanti” in virtù del grande fermento artistico che ha coinvolto questa sede nel passare degli anni e che l’ha reso noto a livello nazionale e internazionale.

Farina ha creato durante il suo mandato, una condizione assolutamente prolifica per il propagarsi dell’arte contemporanea e per la sua conoscenza a un pubblico che prima non comprendeva pienamente questo momento artistico. Il Maestro, con la sua vivace personalità e instancabile curiosità verso tutte le manifestazioni artistiche contemporanee, è stato in grado di offrire al pubblico di visitatori un circuito di mostre eterogeneo ma completo, analizzando con perizia sia il movimento delle Avanguardie sia delle Neoavanguardie e studiando un sistema ben strutturato di spazi espositivi inseriti in palazzi storici della città, adatti a ospitare i vari allestimenti.

Lo scopo del presente lavoro è indagare quali conseguenze abbia prodotto una tale operazione culturale sul pubblico e sulla città di Ferrara e quanto sia stata determinante per la divulgazione dell’arte contemporanea in un ambito così decentrato.

Lo studio preliminare del contesto artistico e culturale presente a Ferrara negli anni ’60, periodo appena precedente alla nomina di direttore di Farina, permette di poter ricostruire la situazione dell’arte contemporanea e la considerazione di cui godeva agli occhi dei cittadini. L’indagine prende in considerazione le esposizioni ufficiali, promosse da Enti pubblici locali, realizzate nel

3 periodo in questione e analizzato il sistema di gallerie d’arte e ambienti espositivi, anche privati, allora presenti in città.

Dopo aver messo in luce il contesto locale nel quale andava a inserirsi l’intervento culturale e artistico di Farina, è stato possibile addentrarsi nella disquisizione, ovvero in quei lunghi trent’anni di attività nei quali Farina ha potuto esprimere la propria personalità artistica con esposizioni temporanee e divulgare l’arte contemporanea.

L’analisi preventiva delle tipologie di mostre organizzate dal Maestro durante il suo mandato, è basilare per raccogliere dati utili alla costruzione di una tabella, strutturata secondo parametri cronologici, che possa restituire delle informazioni atte ad avvalorare o contraddire la tesi in oggetto. Attraverso la consultazione e lo studio dei cataloghi delle mostre è stato possibile ricavare dati indispensabili per comprendere i gusti artistici di Farina, le tendenze dell’arte contemporanea dell’epoca, la vivacità dell’attività espositiva e capire l’importanza del progetto culturale e artistico che il direttore aveva pensato per la città di Ferrara.

Per offrire una ricostruzione plausibile del percorso culturale a Palazzo dei Diamanti, delle peculiarità espositive e delle scelte artistiche compiute, senza la pretesa di completezza assoluta, le analisi sono proseguite con la selezione di alcune mostre, ritenute le più rappresentative sotto l’aspetto del riscontro del pubblico, dell’originalità degli allestimenti e per le azzardate scelte degli artisti coinvolti, e la conseguente redazione di schede tecniche delle stesse, al fine di offrire un excursus ragionato di motivazioni, allestimenti e artisti coinvolti.

Nel primo capitolo si ripercorre la storia di Ferrara, dalla sua nascita fino a giungere al novecento, soffermandosi su uno dei periodi aurei vissuti dalla città, in altre parole quello della dominazione estense; nel secondo, invece, si analizza il contesto artistico ferrarese prima della copiosa attività espositiva a Palazzo dei Diamanti, citando due mostre rappresentative delle “mode” o gusti del novecento e gli artisti in voga: il Rinnovamento dell’arte in Italia: 1930-1945 (1960) e Il dopoguerra: la pittura italiana dal 1945 al 1955 (1962-1963). Il terzo capitolo entra più nello specifico della dissertazione andando a indagare il contenitore museale del Palazzo dei Diamanti, quindi la sua storia e architettura, e le mostre che vi sono state allestite tramite la redazione di una tabella contenente tutte le esposizioni. Nella parte successiva del capitolo si trovano redatte le schede di alcune mostre più rappresentative dei trent’anni di esposizione, scelte secondo una selezione, dettata da precisi criteri, che possa offrire una panoramica sulla particolarità e valenza del progetto artistico ed espositivo operato da Farina a Ferrara. Il quarto capitolo menziona alcune 4 mostre organizzate dopo la fine del mandato di Farina, come capo delle Gallerie di Palazzo dei Diamanti, a Farrera e nella provincia analizzando nello specifico la recente esposizione Pin Art - La periferia in arte (2015-16) che, attraverso la collezione Droghetti, ripercorre, con opere come manifesti, litografie, prove d’artista, copie e cataloghi, il periodo d’oro di Palazzo dei Diamanti, con lo scopo di informare, ricordare al pubblico e celebrare trent’anni di storia artistica della città ferrarese.

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1. FERRARA: CENNI STORICI E AMBIENTE CULTURALE (anni ’50-’60-’70-’80-’90)

Ferrara per la sua ubicazione geografica, situata nella pianura emiliana, si pone in un contesto apparentemente decentrato rispetto alle grandi città artistiche vicine, come ad esempio Bologna, Ravenna e Venezia, centri artistici di antichissima tradizione, ma fin dalla sua costituzione ha rivestito un ruolo singolare e di primo piano nella storia italiana.

Ripercorrendo le tappe salienti della storia di Ferrara, dalla sua nascita fino al periodo contemporaneo, si può comprendere come questa da piccolo centro rinascimentale si sia trasformata lentamente in un bacino che accoglie oggi le tendenze artistiche più disparate, rappresentando sotto certi aspetti un avamposto avanguardista per la ricerca artistica contemporanea/del novecento.

1.2 Storia

Le origini di Ferrara Ferrara nasce nel VI secolo come borgo situato tra la biforcazione del fiume Po in ramo di Volano e Primario, che per volere del papa nel 657 diventa la nuova sede vescovile poiché quella precedente, Voghenza1, fu distrutta in seguito alle incursioni barbariche2. Ferrara ebbe così origine solo al termine dell’esperienza, prima di epoca romana e poi paleocristiana, dell’antica Voghenza.

Ferrara era originariamente nominata “Ferrariola” in virtù della forma urbana somigliante a un ferro di cavallo, ma vi sono ipotesi contrastanti in merito: alcuni studiosi ritengono che il nome derivi da fara, termine con cui i longobardi indicavano il nucleo gentilizio al quale apparteneva il dux, cioè il magistrato cui era affidato il governo di un ducato; secondo altri l’appellativo sarebbe da ricondurre alla presenza di numerose fucine di fabbri ferrai o a un ipotetico tributo di ferro che la città avrebbe dovuto versare annualmente all’esarca; altri ancora ritengono invece che il termine tragga origine da farri area, cioè area del farro, un cereale largamente coltivato in epoca romana3.

1 Voghenza era stata nominata sede vescovile nel 330 da papa Silvestro I. G. Giubelli, Ferrara: storia, arte, cultura, Ferrara, Lanza, 1996, p. 145. 2 A. Santini, Il mito di Ferrara, in Ferrara: voci di una città, rivista semestrale di cultura, informazione e attualità della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, a. 10, n. 18 (giu 2003), pp. 12-14. 3 O. Bacilieri, L’antica Voghenza: storia ed economia di un antico vicus romano, rivista semestrale di cultura, informazione e attualità della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, a. 10, n. 18 (giu 2003), pp. 21-25.

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Le prime notizie pervenute sulla città risalgono all’ottavo secolo e più precisamente al 753, quando il re longobardo Astolfo4 utilizzò il nome “Ferrara” in un atto ufficiale5 indicando con questo la località come appartenente all’esarcato di Ravenna. Il dominio longobardo dura pochi anni e nel 756 questo terminò in seguito all’intervento armato di Pipino il Breve6 che donò il Ducato alla Santa Sede7. I longobardi sotto la guida di Desiderio, successore di Astolfo, rioccuparono Ferrara nel 772, la quale tornò ex novo a far parte dei territori della Chiesa grazie all’azione militare di Carlo Magno. La Chiesa di Roma ufficialmente poté riaffermare il diritto di sovranità sulla città solo nel 777, dopo la morte di Leone vescovo di Ravenna8.

Il territorio ferrarese per la sua conformazione fu afflitto da periodiche alluvioni nel corso dei secoli, ma nel novembre del 589 ne dovette subire una più catastrofica rispetto alle precedenti, che mutò il corso abituale dei diversi rami del fiume Po e sconvolse l’idrografia del territorio9.

In epoca romana il centro ricevette un notevole impulso e divenne un attivo porto fluviale, supportato dalla posizione strategica che gli permetteva di controllare tutte le vie d’acqua interne.

Da ducato a libero comune Le notizie che si riferiscono al periodo che parte dall’instaurazione del potere pontificio alla signoria dei Canossa sono molto incerte. Il margravio Tebaldo di Canossa, fedele all’imperatore e benvoluto dal papa, fu investito nel 986 della contea di Ferrara10. Alla morte di Tebaldo succedette Bonifacio, che durante il suo incarico fu per lunghi periodi lontano/assente da Ferrara e questo provocò la mancanza di un’autorità stabile in città. Dopo la morte di Bonifacio, prossima in linea di

4 Astolfo, re dei Longobardi eletto nel 749, occupò Ravenna nel 751 ponendo fine alla dominazione bizantina in Italia. Nel 754 Astolfo fu sconfitto dal re franco Pipino, chiamato dal papa Stefano II in sua difesa. Il re morì nel 756 dopo aver ceduto al papa le terre tolte ai bizantini e che poi andarono a formare lo Stato della Chiesa. Maximus – Dizionario Enciclopedico, Novara, Istituto Geografico DeAgostini, 1993, s.v., “Astolfo”, p. 251. 5 L’atto ufficiale sopraenunciato sarebbe un diploma concesso dal re longobardo all’Abbazia di Nonantola, in cui la città è menzionata come titolare di un ducato; è da supporre che per assurgere a tale rango il luogo possedesse già una propria struttura di civitas, con poteri politici, militari e religiosi definiti. G. Giubelli, Ferrara: storia, arte, cultura, cit., p. 145. 6 Pipino III (715-768), detto il Breve, fu re dei Franchi dal 751. Il padre di Carlomagno scese due volte in Italia, nel 754 e 756, per combattere contro i Longobardi. Maximus – Dizionario Enciclopedico, cit., “Pipino III”, p. 1894. 7 Santini A., Il mito di Ferrara, cit., a. 10, n. 18 (giu 2003), pp. 12-14. 8 G. Giubelli, Ferrara: storia, arte, cultura, cit., p. 146. 9 Ivi, p. 145. 10 Ivi, p. 146.

7 successione, fu Matilde di Canossa, ma i cittadini, forti dell’appoggio di Enrico III, rifiutarono di riconoscere come autorità l’allora infante contessa e proclamarono il libero Comune11.

Ferrara nella lotta fra impero e papato Nella lunga lotta fra Enrico IV e Matilde di Canossa, l’imperatore non uscì vincente, questo in parte per la lontananza che lo costrinse in Germania per diverso tempo, la contessa seppe approfittare della situazione e organizzando una potente armata, nel 1101 riconquistò Ferrara12.

Qualche decennio più tardi in seguito all’accesa lotta tra le famiglie guelfe, Adelardi e Giocoli e quelle ghibelline, Salinguerra e Torelli, Ferrara viene contesa dalle due fazioni per lungo tempo e solo nel 1151 prevalse la seconda che assunse il comando con Salinguerra I. Nel 1183, nel tentativo di porre fine alle discordie divenute sempre più aspre tra guelfi e ghibellini, Guglielmo III degli Adelardi affida il comando della città agli Este, in seguito ad un patto di matrimonio intercorso tra Marchesella Adelardi e Obizzo I d’Este, anche se questo non fu in realtà mai celebrato per la morte prematura della donna13.

Nella lotta per la supremazia del Ducato la casata degli Este14 trionfò e nel 1196 Azzo VI marchese d’Este, conosciuto come Azzolino, è nominato podestà di Ferrara. Il culmine degli scontri avvenne quasi un secolo più tardi: nel 1264 muore Azzo VII Novello e mentre si tenevano i funerali, il popolo fu chiamato a eleggere il suo sostituto, il nome prescelto fu quello di Obizzo II15. Quella decisione rappresentò un momento che segnò la storia della città perché nessun popolo prima

11 Ivi, p. 147. 12 Ibidem. 13 Ivi, p. 148. 14 Gli Este sono un’antica famiglia principesca italiana, che ebbe come capostipite Alberto Azzo II, e prese nome dal luogo fissato come loro residenza dal 1073 circa: Este. La famiglia si divise in due rami uno dei quali si trasferì in Germania (Guelfo), dove ottenne il Ducato di Baviera nel 1070, l’altro invece si affermò in Italia, ottenendo la Signoria di Ferrara con Azzo VI e Azzo VII e di e Reggio con Obizzo II. Dopo un periodo di alterne vicende, che videro gli Estensi cacciati da Modena, Reggio e Ferrara, furono richiamati a Ferrara nel 1317 e a Modena nel 1336, e con Niccolò III la potenza della casata si affermò definitivamente. A lui successero i figli Leonello e Borso, che fecero di Ferrara un centro di cultura e di arte; nel 1452 Borso otteneva dall'imperatore Federico III i titoli di duca di Modena e Reggio e di conte di , nel 1471 quello di duca di Ferrara da papa Paolo II. Al loro fratello legittimo Ercole I, che seppe abilmente destreggiarsi nelle guerre scatenate dalle imprese di Carlo VIII, successero Alfonso I, che perse e riconquistò Modena e Reggio, Ercole II e Alfonso II, alla cui morte, non avendo avuto figli nonostante i suoi tre matrimoni, si aprì una grave crisi dinastica conclusasi con la rinuncia nel 1598 al ducato di Ferrara da parte dell'erede Cesare, figlio illegittimo di Alfonso I. Maximus – Dizionario Enciclopedico, cit., “Este”, p. 954. 15 C. Bassi, Breve storia di Ferrara, Ferrara, 2G Editrice, 2005, p. 31.

8 aveva scelto di cedere la propria sovranità a un tiranno riconoscendolo come perpetuus dominus civitatis Ferrariae.16

La dominazione estense Ferrara era all’epoca il centro di uno stato di natura variegata che comprendeva le marche di Modena e Reggio di nomina imperiale, il territorio della Contea di Rovigo, più volte contesa con Venezia, e le provincie di confine della Romagna e della Garfagnana in Toscana17.

Ferrara, sotto la dominazione degli Este, attraversò un periodo d’oro lungo due secoli: il marchese Leonello portò presso la propria corte artisti, musicisti e letterati raffinati; il fratello Borso compì delle opere di bonifica sul territorio e commissionò la realizzazione del famoso ciclo pittorico profano a ; Ercole I d’Este viene ricordato per aver promosso la cultura del teatro e della letteratura cavalleresca e per aver realizzato l’addizione erculea; Alfonso I ebbe il merito di rafforzare la cinta muraria della città. Ferrara raggiunse il massimo splendore tra la seconda metà del XV secolo e la prima metà del XVI e diviene uno dei maggiori centri culturali europei, la fondazione della sua Università risale al 1391, splendido cenacolo di poeti, scrittori e artisti di ogni genere, e sede di una famosa manifattura di arazzi.

Gli Este s’impegnarono negli anni a mantenere il potere tramite l’ostentazione del fasto, esibito come prova di liberalità e magnificenza, questo fu uno dei mezzi preferiti di propaganda e legittimazione utilizzato nelle corti europee tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età Moderna18. Lo strumento essenziale per la conservazione del potere era individuato principalmente nell’uso politico delle immagini, queste avevano un forte e diretto ascendente sul popolo perché comprensibili a tutti nel veicolare il messaggio che l’autorità voleva diffondere. Gli intellettuali di corte elaborarono il concetto di magnificentia nel quale il potere trovò espressione simbolica e di rappresentazione concreta. Il fasto delle corti con lo splendore del suo entourage, l’erezione di monumenti dinastici, le cerimonie solenni, gli spettacoli pubblici e la decorazione di splendidi edifici offrivano un’immagine ben precisa di autorevolezza e prestigio agli occhi dei cittadini.

16 Ivi, p. 32. 17 S. Bertelli, F. Cardini, E. Garbero Zorzi, Le Corti italiane del Rinascimento, Mondadori, Milano 1985, pp. 182-200. 18 Ibidem.

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Gli Este hanno sempre prestato particolare attenzione allo sviluppo della città durante gli anni di governo dimostrando una coscienza e un senso urbano che nessun altro potentato della penisola aveva palesato di possedere in quell’epoca. Gli interventi urbanistici si pongono nell’ottica della rappresentazione di un’autorità di governo tesa a legittimare un nuovo assetto politico: questi diventano tasselli di un programma coerente avente il fine di adeguare il territorio ferrarese alla nuova supremazia rivendicata dagli Este, marcando il distacco dalle precedenti matrici comunali e di vassallaggio del potere papale.

Gli Este videro minacciata più volte la loro posizione dalle lotte fratricide fra pretendenti al trono e dalle ricorrenti minacce da parte del papa di revocare l’investitura feudale, nonostante ciò riuscirono a mantenere la proprietà del ducato.

Nel 1310 avvengono nuovi e sanguinosi conflitti tra i sostenitori di Francesco d’Este e Salinguerra III, capo dei fuoriusciti ghibellini, per il predominio sulla città.

Sul finire del secolo l’aumento delle tasse, per mantenere alto il prestigio del principe anche in tempi di gravi calamità, scatena una violenta rivolta e nel 1385, viene incendiato il Palazzo Comunale di Ferrara19. In seguito a questo grave accadimento Nicolò II decide di abbassare i tributi e di erigere un edificio più sicuro a tutela della propria incolumità, che avesse il compito di controllo politico e militare sulla città, per questo fu costruito il Castello, uno dei monumenti architettonici più importanti realizzato dagli Este20.

Le premesse per la fioritura culturale di Ferrara furono poste durante il regno di Nicolò III (1393- 1441), che usando la diplomazia in maniera sapiente riuscì a rafforzare lo stato estense e ne fece l’ago della bilancia nei difficili equilibri fra le maggiori potenze italiane21. Segno del prestigio guadagnato da Nicolò III fu la designazione di Ferrara a sede del Concilio Ecumenico che, nel 1438 avrebbe dovuto ricomporre lo Scisma d’Oriente e riunire le forze della cristianità in una crociata contro il nemico turco22.

Dopo la morte di Nicolò III si aprì un nuovo periodo caratterizzato da un diverso modo di gestire il potere, più diplomatico, anche se rimane nei suoi successori la tipicità di governo connotato in parte da soprusi e violenze.

19 C. Bassi, Breve storia di Ferrara, cit., p. 37. 20 G. Giubelli, Ferrara: storia, arte, cultura, cit., p. 150. 21 S. Bertelli, F. Cardini, E. Garbero Zorzi, Le Corti italiane del Rinascimento, cit., pp. 182-200. 22 Ibidem.

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Nel 1429 Nicolò III designa come suo successore uno dei figli illegittimi, Leonello (1441-1450) e chiama in città come suo precettore uno dei più grandi umanisti dell’epoca, Guarino da Verona, il suo arrivo e il formarsi di una cerchia di letterati attorno alla figura di Leonello aumentano considerevolmente il prestigio della corte estense23. Guarino portò a Ferrara uno dei maggiori pittori della sua epoca, Pisanello24, che soggiornò presso la corte dal 1443 al 144825. Sotto il governo di Nicolò III furono chiamati a insegnare nell’Università di Ferrara insigni studiosi quali Giovanni Aurispa26, Michele Savonarola27, oltre al già citato Guarino. La corte di Ferrara con Leonello sarà il luogo dove la cultura diventerà vera e propria attività di governo e nuovo strumento di potere28.

Nel frattempo dall’unione di Nicolò III e Ricciarda di Saluzzo nasce Ercole, che sarebbe diventato duca molti anni dopo. Leonello affianca il padre sul trono fin dal 1434 e con la sua reggenza può dirsi compiuto il passaggio dalla Signoria medievale al Principato rinascimentale: egli, infatti, fu figura esemplare di principe umanista, aumentò notevolmente il prestigio culturale della dinastia chiamando presso la corte i maggiori artisti e intellettuali dell’epoca29. In questo preciso momento storico, Ferrara vede giungere in città diversi artisti forestieri: nel 1438 Leon Battista Alberti30 partecipa alla costruzione del campanile della cattedrale; nel 1449 dipinge un

23 Ibidem. 24 Antonio Pisano, detto il Pisanello (Pisa 1395 - Roma 1455), è stato un pittore e medaglista italiano. Dopo la morte del padre (1395) si trasferisce a Verona dove ricevette la prima formazione. Pisanello lavorò assieme a Gentile da Fabriano nel ciclo di affreschi della sala del Maggior Consiglio nel Palazzo Ducale a Venezia (ora perduti). Dal 1422 al 1426 egli visse tra Verona e Mantova, eseguendo per i Gonzaga opere oggi perdute e la decorazione pittorica del monumento a N. Brenzoni in San Fermo a Verona (Annunciazione). Dal 1426 Pisanello fu chiamato a Roma da Gentile da Fabriano per collaborare con lui agli affreschi di San Giovanni in Laterano. Nel 1433 passò per Ferrara, dove offrì un suo quadro a Leonello D’Este. Nel 1438-39 iniziò l’attività di medaglista di Pisanello. L’Enciclopedia tematica, Gruppo Editoriale L’Espresso, Roma, v. III, 2005, “Pisanello”, pp. 1776-1778. 25 S. Bertelli, F. Cardini, E. Garbero Zorzi, Le Corti italiane del Rinascimento, cit., pp. 182-200. 26 Giovanni Aurispa (1376-1459) è stato un umanista italiano noto come scopritore di testi classici e attore instancabile nell’attività di divulgazione degli stessi. Tra i codici greci che portò in Italia dai viaggi in Oriente vi sono l’Illiade, le tragedie di Eschilo e Sofocle, opere di Pindaro e Platone, Apollonio Rodio, l’Antologia Palatina e Plutarco. Maximus – Dizionario Enciclopedico, cit., “Aurispa Giovanni”, p. 269. 27 Michele Savonarola (1384-1468) fu medico dal 1440 di Nicolò D’Este a Ferrara. C. Crisciani-G. Zuccolin (a cura di), Michele Savonarola: medicina e cultura a corte, Firenze, Sismel Edizioni, 2011, p. 251-252. 28 C. Bassi, Breve storia di Ferrara, cit., p. 44. 29 S. Bertelli, F. Cardini, E. Garbero Zorzi, Le Corti italiane del Rinascimento, cit., pp. 182-200. 30 Leon Battista Alberti (Genova 1404 – Roma 1472) è stato un architetto, umanista e trattatista italiano. Compì gli studi umanistici a Padova e quelli scientifici a Bologna, dove si laureò in Diritto Canonico nel 1428. Dal 1431 al 1434 studiò e misurò a Roma gli antichi monumenti, ma all’attività architettonica approdò solo anni dopo. Nel 1434 a Firenze l’Alberti ebbe l’occasione di stringere rapporti con Brunelleschi e Donatello, dedicandosi alla pratica della scultura e della pittura. Nel 1444 l’Alberti torna a Roma e vi si stabilì come esperto di urbanistica presso il papa Niccolò V. Le sue opere furono spesso terminate o eseguite da altri: a Rimini (1447); Palazzo Rucellai (1447-51) e il completamento della facciata di Santa Maria Novella a Firenze. A Mantova costruì la chiesa di San Sebastiano (1460-70) e lasciò il disegno per quella di Sant’Andrea. L’Enciclopedia tematica, Roma, Gruppo Editoriale L’Espresso, v. 1, 2005, “Alberti Leon Battista”, pp. 49-50.

11 ritratto di Leonello; nel 1450 Rogier Van Der Weyden visita la città; Piero della Francesca31 realizza degli affreschi nella corte e nella chiesa di Sant’Andrea, ora perduti32. Presso la corte estense viene attribuita un’importanza notevole alla promozione del signore e della dinastia attraverso il patrocinio dell’arte e della cultura, anche in relazione alla necessità di accreditare un potere che si era spesso trasmesso con linee non legittime: sia Nicolò III che il figlio Leonello a lui succeduto, erano figli naturali33. La corte estense tra tutti i generi artistici ha prediletto il ritratto ufficiale, al quale è stato attribuito il valore di attestazione del potere e di legittimazione dinastica.

Alla morte di Leonello successe Borso, figlio di Nicolò III e Stella de’ Tolomei. Elevato a duca di Modena e Reggio nel 1452 sotto nomina imperiale per le doti diplomatiche dimostrate, egli fece dell’ostentazione dello sfarzo uno strumento per ottenere il titolo ducale anche su Ferrara, obiettivo che riuscì a raggiungere solo nel 147134. Durante il regno di Borso gli artisti di corte assimilarono le esperienze artistiche dell’epoca precedente e svilupparono il linguaggio dell’officina ferrarese35, la città continua ad espandersi e appare sempre più prospera: viene costruito un nuovo quartiere edificato sull’area che era stata il sedimento del Po Grande, chiamata “Addizione di Borso”. Relativamente agli ampliamenti territoriali, Leonello e Borso operarono sostanzialmente per consolidare i beni acquisiti e per condurre una politica di prestigio culturale.

Dopo la morte di Borso il trono fu di Ercole I (1471-1505), facente parte del ramo legittimo della discendenza di Nicolò III, che dovette fronteggiare le mire di Nicolò, figlio di Leonello36. Ercole I fu un grande intenditore di architettura e durante il suo mandato si preoccupò di trasformare Ferrara in una capitale degna del ducato appena istituito37. La disastrosa guerra di Ferrara del 1482-1484 vide papa Sisto IV e Venezia schierati contro Ferrara e i suoi alleati: Ferdinando I di Napoli, Firenze, Mantova e Milano. Il papa mirava al territorio ferrarese per ampliare i domini del nipote Girolamo

31 Piero di Benedetto de’ Franceschi, detto (Borgo San Sepolcro 1415/1420-1492), è stato un pittore e artista tra i maggiori del Rinascimento italiano, fu anche teorico della prospettiva e matematico (De prospectiva pingendi, De quinque corporibus regularibus). Dopo un primo apprendistato nella città natale, si recò a Firenze e lavorò a fianco di Domenico Veneziano. La sua opera, caratterizzata dal rigore della stesura prospettica e della geometria e dall’uso in funzione espressiva della luce, influenzò tutta la pittura dell’Italia settentrionale, soprattutto la scuola veneta e ferrarese (a Ferrara lavorò nel periodo tra il 1448 e il 1450). Maximus – Dizionario Enciclopedico, cit., “Della Francesca Piero”, pp. 1883-1884. 32 Bertelli S., Cardini F., Garbero Zorzi E., Le Corti italiane del Rinascimento, Milano, cit., pp. 182-200. 33 Zuffi S. (a cura di), La Storia dell’Arte: il Quattrocento, vol. 6, Roma, Editoriale L’Espresso, 2006, p. 112.

34 S. Bertelli, F. Cardini, E. Garbero Zorzi, Le Corti italiane del Rinascimento, cit., pp. 182-200. 35 Ibidem. 36 Ibidem. 37 Ibidem.

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Riario, signore di Imola e Forlì, mentre Venezia desiderava appropriarsi del Polesine. Lo scontro si concluse a sfavore di Ercole I, che in seguito alla Pace di Bagnolo del 1484 perse la Contea di Rovigo, questo indusse il duca a commissionare un progetto di espansione urbanistico nominato “Addizione erculea”, proprio per fare fronte al ridimensionamento del ducato nello scacchiere politico italiano38. Secondo la visione di Ercole I, la costruzione di una città in grado di resistere a un assedio ma ricca di palazzi sontuosi degni di ospitare illustri famiglie, si rivela una strategia atta a favorire alleanze matrimoniali che avrebbero garantito il mantenimento del prestigio e potere acquisito dalla casata. Le alleanze create furono molte e coinvolsero anche lo stesso duca: Ercole, infatti, sposa nel 1473 Eleonora d’Aragona39, figlia del re di Napoli; egli promette in moglie le figlie Isabella40 e Beatrice rispettivamente a Francesco II Gonzaga e Ludovico il Moro, signori di Mantova e Milano; nel 1502 si celebra il matrimonio fra l’erede Alfonso e Lucrezia Borgia, figlia di papa Alessandro VI41.

Per Ferrara inizia un periodo di splendore mai conosciuto prima: feste, tornei e spettacoli tornarono a intrattenere popolo e cortigiani; l’Università diventa una delle più fiorenti d’Europa; la biblioteca viene arricchita da manoscritti, opere di stampa e codici greci e latini; la musica e il teatro rinascono. La città è conosciuta soprattutto per questo suo periodo aureo tant’è che lo storico Burckardt42 afferma: “[…] Ferrara è stata la prima città moderna d’Europa […]43”, questo in seguito ad alcuni interventi urbanistici commissionati nel 1492 dal Duca Ercole I d’Este, in particolare l’addizione erculea. L’importante intervento urbanistico determinò una conseguente espansione dell’area cittadina verso nord, secondo uno schema razionale di vie e palazzi,

38 Ibidem. 39 Il matrimonio rivela la grande considerazione che la casata degli Este godeva presso le famiglie dei nobili potenti della penisola. 40 La figlia di Ercole I, Isabella d’Este, vanterà poi la fama di primadonna del Rinascimento per le sue straordinarie doti di amante della bellezza, animatrice della cultura, arbitra dell’eleganza di tutte le corti d’Europa. 41 S. Bertelli, F. Cardini, E. Garbero Zorzi, Le Corti italiane del Rinascimento, cit., pp. 182-200. 42 Jacob Burckhardt (Basilea 1818-1897) è stato uno storico svizzero tra i più importanti del XIX secolo. La sua passione per la Storia dell’Arte lo portò in Italia nel 1846, dove restò affascinato dal patrimonio artistico del luogo e diventò un forte estimatore della opere artistiche del Rinascimento. Insegnò Storia dell’Arte al Politecnico di Zurigo e all’Università di Basilea. Nel 1853 pubblicò Il tempo di Costantino Il Grande. Classico modello di storia della cultura è considerato il suo capolavoro La civiltà del Rinascimento in Italia (1860), opera in cui l’epoca rinascimentale è vista come il momento in cui l’uomo fa la scoperta di sé e del mondo. Altre sue opere sono: Cicerone. Guida al godimento delle opere d’arte in Italia (1855), Considerazioni sulla storia universale. Maximus – Dizionario Enciclopedico, Novara, “Burckhardt Jacob”, p. 457. 43 J. Burckhardt, La civiltà del Rinascimento in Italia, s.n., Basilea, 1860.

13 ridisegnandone la forma e raddoppiando la sua superficie, e diventando sempre più simile ai grandi centri europei dell’epoca44.

Nello stesso momento storico in città si stava consolidando la scuola ferrarese di pittura (fine XIV- XVI secolo) che vantava nomi di artisti illustri come Cosmè Tura45, Bono da Ferrara46, Francesco del Cossa47, Ercole de’ Roberti48, Lorenzo Costa49, il Garofalo50, I. Scarsellino51, G. B. Benvenuti l’Ortolano52 (facenti parte dell’Officina ferrarese53) e altri.

L’erede legittimo Alfonso I sale al trono nel 1505 e durante la sua reggenza dovette affrontare momenti storici connotati da gravi calamità come peste, carestia, inondazioni e terremoto. Gli anni di governo di Alfonso I furono travagliati dalle ambizioni e dal nepotismo di papi come Giulio II, Leone X, Clemente VII e Paolo III, che avevano mire su Ferrara54. Alfonso I, seguendo le tradizioni familiari della sua casata, seppe destreggiarsi nelle rivalità fra Carlo V e Francesco I,

44 La città di Ferrara – breve storia in (16/02/2015).

45 Cosimo Tura (Ferrara ca. 1430 – 1495), detto Cosmè, è stato un artista tra i maggiori interpreti della pittura rinascimentale ferrarese. Frequentò a Padova la bottega dello Squarcione dove venne a contatto con l’arte di Mantegna e di . L’artista risentì anche dell’influsso di pittori attivi alla corte ferrarese come Roger Van Der Weyden, Piero della Francesca, Pisanello e Iacopo Bellini. Nel 1471 fu nominato ufficialmente ritrattista della corte estense. L’Enciclopedia tematica, Roma, Gruppo Editoriale L’Espresso, v. III, 2005, “Tura Cosimo”, pp. 2319-2320. 46 Bono da Ferrara è stato un pittore ferrarese, allievo presumibilmente di Pisanello, si avvicinò poi a Piero della Francesca e ad Andrea del Castagno. Maximus – Dizionario Enciclopedico, cit., “Bono da Ferrara”, p. 407. 47 (Ferrara ca. 1436 – Bologna 1478), pittore ferrarese, si formò sugli esempi del Mantegna e di Cosmè Tura, trasse dalla pittura di Piero della Francesca la lucida scansione spaziale e la luminosa volumetria delle sue opere migliori. Ivi, “Del Cossa Francesco”, p. 816. 48 Ercole de’ Roberti (Ferrara ca. 1450 - 1496), pittore ferrarese, seguace di Cosmè Tura, si stacca dal linguaggio del maestro per una maggiore ampiezze della composizione spaziale e per una più ricca sostanza coloristica di derivazione veneziana. Ivi, “De’ Roberti Ercole”, p. 2098. 49 (1460-1535) è stato un pittore ferrarese, la sua pittura ispirata ad Ercole De’ Roberti e al Francia, rivela moduli manieristici raffinati. Ivi, “Costa Lorenzo”, p. 757. 50 Benvenuto Tisi Garofalo (1481-1559), detto il Garofalo, è stato un pittore ferrarese del tardo Rinascimento. Fece parte della Scuola Ferrarese di pittura. La particolarità del suo soprannome è dovuta dal suo paese di origine Garofalo in provincia di Rovigo, inoltre, era solito firmare le sue opere con un piccolo garofano. Dopo aver visitato diverse città nel suo periodo di formazione, come Cremona, Roma, Bologna, Mantova, Benvenuto nel 1512 si fermò a Ferrara per lavorare a diverse opere commissionate dal duca Alfonso D’Este. Ivi, “Benvenuto Tisi Garofalo”, p. 1097. 51 Ippolito Scarsella (1550-1620), detto lo , è stato un pittore italiano. Ultimo rappresentante della civiltà pittorica ferrarese, dopo una prima formazione manieristica completò la sua formazione a Venezia, dove conobbe Veronese. Scarsellino realizza durante la sua attività copiosa, dipinti di piccolo formato a soggetto sacro o profano e grandi pale d’altare per chiese di Ferrara. Ippolito Scarsella in (27/03/2015). 52 Giovan Battista Benvenuti (1487-1527 ca.), detto l’Ortolano, è stato un pittore ferrarese. La sua arte, naturalistica e ricca di effetti cromatici, ha risentito degli influssi di Lorenzo Costa, Boccaccino, Perugino e de’ Roberti. L’Ortolano fu a lungo confuso con il Garofalo, la distinzione tra i due artisti è ormai consolidata. Maximus – Dizionario Enciclopedico, Novara, cit., “Giovan Battista Benvenuti”, p. 1765. 53 L’Officina Ferrarese è un saggio critico di , pubblicato a Roma nel 1934, fondamentale per la conoscenza dell’ambiente artistico e della pittura ferrarese nei secoli XV e XVI. L’Enciclopedia tematica, Roma, Gruppo Editoriale L’Espresso, v. II, 2005, “Officina ferrarese”, p. 1608. 54 G. Giubelli, Ferrara: storia, arte, cultura, cit., p. 154.

14 appoggiandosi ora all’uno ora all’altro, questo gli permise di mantenere i suoi possedimenti originari intatti. Nei primi del cinquecento con Alfonso I, gli Este raggiunsero una serie importante di titoli di sovranità: duchi per investitura pontificia di Ferrara, duchi per investitura imperiale di Modena e Reggio, conti di Rovigo, principi di Carpi, Signori della Garfagnana, vicari apostolici nelle terre di Romagna e altri55.

Successore di Alfonso I fu Ercole II (1534-1559) che, su esempio dei suoi avi, decise di perseguire la politica di neutralità e nel 1539 riuscì ad ottenere dal papa il rinnovo dell’investitura del ducato di Ferrara previo il versamento di una somma di risarcimento a papa Paolo II. Ercole II s’impegnò per aumentare il prestigio della casata, fece del Castello una reggia fastosa e diede nuovo impulso a Università e teatro.

A Ercole II seguì il figlio Alfonso II (1559-1597), il cui governo trascorse senza particolari avvenimenti politici di rilievo e fu caratterizzato da un’esagerata esteriorità sfarzosa.

Da capitale di uno stato a provincia periferica Nel 1598 avviene l’annessione di Ferrara agli Stati Pontifici, dopo che l’ultimo discendente degli estensi Alfonso II non lasciò alcun erede e, come prescritto dalla bolla di papa Pio V, era proibita che la successione avvenisse a favore di figli illegittimi; inizia da quel momento il periodo di decadenza economica e intellettuale della città56. Con la devoluzione57 del ducato di Ferrara al rango di città di frontiera, il cui territorio doveva servire esclusivamente come avamposto difensivo dello Stato Pontificio, termina il periodo aureo estense. Il trasferimento a Modena della corte estense, della biblioteca e delle collezioni artistiche, contribuì ad aggravare il declino della vita cittadina58. I cambiamenti furono sostanziali: sul territorio si moltiplicarono chiese, conventi, organizzazioni e istituzioni religiose; fu istituito un consiglio di reggenza retrivo e conservatore; fu progettato un sistema d’imposte dirette e indirette, dazi e gabelle che appesantì la pressione

55 C. Bassi, Breve storia di Ferrara, cit., p. 53. 56 Ferrara in < http://www.treccani.it/enciclopedia/ferrara/ > (03/03/2015). 57 Con il termine “devoluzione” si indica la trasmissione o passaggio di un diritto, del godimento di un bene da una persona all’altra, per effetto di una legge, di un contratto, di una disposizione testamentaria. In questo senso si configura come il diritto del proprietario del fondo enfiteutico (il papa) a far cessare l’enfiteusi (agli estensi) riconquistando il dominio utile del fondo. Devoluzione in < http://www.treccani.it/vocabolario/devoluzione/ > (22/03/15). 58 A. Santini, Il mito di Ferrara, Ferrara: voci di una città: rivista semestrale di cultura, informazione e attualità della Fondazione Cassa di risparmio di Ferrara, n. 18 (giu. 2003), Ferrara: Fondazione Cassa di risparmio di Ferrara, 1994, p. 12.

15 fiscale sui cittadini; il commercio subì un’inflessione e scomparve quasi del tutto l’attività manifatturiera59. Nonostante la convinzione comune degli storici di considerare il periodo di governo dello stato pontificio, durato quasi centocinquant’anni, un momento di involuzione per Ferrara, i cardinali legati prestarono attenzione alla difesa e valorizzazione del territorio attraverso l’attuazione di opere idrauliche importanti, che permisero di controllare i frequenti disastri naturali che affliggevano il territorio ferrarese.

Per tutto il periodo storico seguente, fino alla metà del settecento, non si registrano accadimenti particolarmente degni di nota a Ferrara.

Dalla dominazione francese all’Unità d’Italia Nel periodo napoleonico (1796-1814) il territorio ferrarese entra a far parte della Repubblica Cisalpina e del Regno Italico con la denominazione di Dipartimento del Basso Po. Durante questa fase furono attuate diverse riforme amministrative, politiche ed economiche, il ripristino delle libertà e autonomie comunali, l’apertura della vita politica a ceti prima esclusi, l’utilizzo del calendario francese, l’istituzione di servizi di pubblica sicurezza, e altro60. I beni appartenenti alle confraternite e agli istituti religiosi vengono venduti a privati dando così inizio/impulso alla redistribuzione e circolazione della ricchezza.

Con la caduta di Napoleone, dopo le sconfitte di Russia e Lipsia ha inizio il balletto tragico che vede Ferrara nuovamente contesa tra Francia e Austria: nel 1813 gli austriaci tornarono a occupare la città ma sempre nello stesso anno i francesi ripresero il sopravvento. Con il trattato di Vienna cambiò di nuovo l’assetto politico dell’Europa e dell’Italia: Ferrara ritorna a far parte dello Stato Pontificio che la dovrà governare sotto la protezione austriaca.

I moti del 1831 innescarono una fiammata rivoluzionaria: i cittadini insorsero, disarmarono le milizie pontificie, occuparono il castello e istituirono un proprio governo provvisorio, ma poco dopo gli austriaci repressero gli insorti e restaurarono il governo pontificio61.

L’Austria tra il 1847 e il 1859 occupò Ferrara militarmente ma poi questa fu riunita nel Regno d’Italia nel 1860 in seguito ai moti che videro la cacciata del governo pontificio. A proposito

59 G. Giubelli, Ferrara: storia, arte, cultura, cit., p. 155. 60 Ivi, p. 157. 61 Ferrara in < http://www.treccani.it/enciclopedia/ferrara/ > (03/03/2015).

16 dell’unificazione italiana, Massimo Felisatti62 afferma: “[…] con l’unità del 1860 l’Italia è fatta, ma a Ferrara c’è quasi o tutto da rifare”. Lo storico rileva la necessità da parte del nuovo governo di dedicarsi alla costruzione di nuovi rapporti politici ed economici tra gli istituti di potere e le masse popolari trascinate nell’avventura risorgimentale.

Ferrara dopo l’Unità e nell’epoca contemporanea All’indomani del plebiscito del 1860, i nuovi amministratori trovarono una situazione catastrofica dovuta alla grave crisi economica che imperversava sul territorio. Lo sviluppo di opere di bonifica e la conseguente nascita di aziende agricole di notevoli dimensioni, pose le basi per il copioso afflusso di manodopera che portò con sé considerevoli risvolti sociali, sfociati sovente in veri conflitti. Le condizioni di vita del proletariato agricolo erano caratterizzate da malattie, denutrizione, sporcizia, alto tasso di mortalità e analfabetismo. Le rivendicazioni della popolazione si manifestarono a più riprese durante gli scioperi d’Argenta (1897, 1901, 1906, 1907), di Tresigallo (1901), di Massafiscaglia (1913) e nella “Settimana rossa”63 (1914)64.

Dopo la fine della prima guerra mondiale, il fascismo dilagò anche a Ferrara attecchendo soprattutto tra gli appartenenti al ramo agricolo, nonostante la provincia fosse una delle zone più “rosse” dell’Italia. L’anno 1920 segna il momento di massima resistenza delle organizzazioni socialiste e contemporaneamente l’inizio del loro tracollo: la borghesia dei ceti medi e agrari si sentiva accerchiata dalle forze socialiste e cercò di organizzarsi in un’opposizione compatta, nacquero così i Fasci. Durante gli anni della dittatura non mancarono iniziative culturali di un certo prestigio, come le celebrazioni ariostesche della “Ottava d’Oro”, la grande esposizione di pittori ferraresi del Rinascimento, la fondazione del Museo archeologico di Spina, il riordino di biblioteche e archivi, e il ripristino di molti monumenti storici della città65.

La seconda guerra mondiale lasciò segni ben visibili nel tessuto cittadino di Ferrara, la città subì pesanti bombardamenti che distrussero diversi edifici e rasero al suolo tutta la zona industriale.

62 M. Felisatti, Storia di Ferrara, Milano, Camunia Editrice, 1986, p. 40. 63 La settimana rossa fu la conseguenza di un’insurrezione popolare verificatasi in varie città d’Italia, tra il 7 e il 14 giugno 1914, per contestare una serie di riforme messe in atto da Giolitti. La vicenda passò alla storia per un episodio grave: la polizia fece fuoco sui manifestanti. Maximus – Dizionario Enciclopedico, cit., “settimana rossa”, p. 2233. 64 G. Giubelli, Ferrara: storia, arte, cultura, cit., p. 160. 65 Ibidem.

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Nelle tornate elettorali svoltesi dopo il ripristino della democrazia (aprile 1945), saranno riconfermate le lontane radici socialiste della città e sotto questa concezione la provincia sarà governata per oltre sessant’anni66.

Parallelamente alle vicende politiche scorre quella culturale che all’inizio del secolo si rivela particolarmente intensa a Ferrara: artisti come Giorgio De Chirico, Corrado Govoni e Filippo De Pisis, hanno realizzato opere fondamentali nella ricerca poetica pittorica e letteraria dell’epoca.

La seconda metà del XX secolo vide la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della città che culmina nel 1995, con il conferimento da parte dell’UNESCO del titolo di “patrimonio mondiale dell’umanità” a Ferrara, come città del Rinascimento67. Nel 1999 la città ricevette un ulteriore riconoscimento per le tipicità del suo territorio, nello specifico il Delta del Po.

66 M. Felisatti, Storia di Ferrara, Milano, cit., p. 40. 67 Ivi, pp. 41-42.

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2. Ferrara ambiente culturale e artistico: la situazione prima degli anni ‘60

Dopo aver ricostruito la storia di Ferrara, dalle sue origini ai giorni odierni, e aver per questo compreso il luogo nel quale l’intervento culturale e artistico di Farina si è inserito, è opportuno analizzare anche il contesto artistico cittadino, la sua struttura espositiva e le tendenze artistiche fino agli anni ‘60.

Prima del mandato di Farina, l’arte contemporanea a Ferrara non era stata proposta e sostenuta con decisione dal pubblico e dai privati, poche gallerie hanno esposto opere di artisti contemporanei e non si ricordano mostre rilevanti per questo tipo di arte, la città risultava essere non coinvolta in maniera attiva nelle ricerche artistiche del tempo, come invece accadeva per altre città “storiche”68 come Venezia e Milano.

All’inizio degli anni sessanta solo due sono state le mostre degne di nota che furono organizzate e che hanno rappresentato per così dire una fonte d’ispirazione per Farina e per lo sviluppo della sua successiva attività espositiva. Le mostre in questione, il Rinnovamento dell’arte in Italia: 1930-1945 e il Dopoguerra: la pittura italiana dal 1945 al 1955, hanno avuto come oggetto due periodi artistici considerati oscuri e corrispondenti a momenti storici tragici per la vicenda italiana. La dittatura del regime fascista e la seconda guerra mondiale hanno destabilizzato il mondo dell’arte in maniera significativa e irreversibile. Nonostante il regime non abbia apertamente/integralmente impedito ad artisti non in linea con la politica dell’epoca di continuare a esprimersi, gli artisti hanno risentito del clima vigente e, talvolta, hanno espresso nelle opere il proprio pensiero politico. Nasce in questo momento un movimento di opposizione all’arte di regime e di propaganda che assumerà un certo peso artistico come testimonianza storica del periodo. L’arte di contestazione per diverso tempo è stata etichettata dai critici come arte antifascista, di rivolta, priva di contenuti originali e spunti innovativi, se non nell’attacco politico al regime. Le due mostre trattate sono consecutive e complementari dal punto di vista dei decenni che trattano e cercano di offrire al pubblico una rilettura del periodo in oggetto.

68 Con il termine “storiche” si intende, di tradizione o tradizionalmente considerate come città artistiche. Ad esempio Venezia e Milano vengono considerate di lunga tradizione artistica, proprio per il ruolo e il peso che hanno rivestito nei fermenti dei primi decenni del Novecento.

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2.1 Situazione artistica a Ferrara: due mostre di arte contemporanea negli anni ‘60

La mostra il Rinnovamento dell’arte in Italia: 1930-1945 (1960) Gli anni sessanta si aprono a Ferrara con una mostra intitolata il Rinnovamento dell’arte in Italia: 1930-1945, che esplora l’arte nata e sviluppatasi durante il periodo fascista. La mostra si è tenuta nelle magnifiche sale di Casa Romei69 da giugno a settembre 1960, a cura di Antonio Del Guercio70. L’esposizione ha esaminato l’offerta artistica del periodo dal 1930 al 1945, mostrando sia singoli artisti sia movimenti collettivi e facendo dell’arte figurativa il punto cardine della mostra71. L’obiettivo di questa è stato quello di analizzare un periodo storico-artistico talvolta sottovalutato, perché identificato in maniera semplicistica come arte di contestazione al regime, e dare una risposta al seguente interrogativo: è esistito veramente, in quegli anni, un rinnovamento delle arti oppure la rivolta antifascista è coincisa con l’effettivo rinnovamento anche nell’arte?72

Raffaele De Grada73 ha affermato che la situazione artistica dopo il 1930 abbia vissuto un periodo di estrema incertezza in cui il dibattito sull’arte ha rischiato di essere confuso con la polemica storica contingente, e di essere ricondotto alla mera distinzione tra arte fascista e arte di resistenza, classificazione non del tutto corretta e riduttiva. Il periodo in esame merita di essere studiato innanzitutto con un certo distacco temporale e valutato in maniera critica alla luce dei

69 Casa Romei è uno dei complessi architettonici più interessanti della cultura ferrarese perché si tratta dell’unica abitazione nobile ancora esistente e in buone condizioni risalente all’epoca di Leonello e Borso d’Este. Costruita a partire dal 1442, la casa fu completata con logge e dipinti attorno al 1452. L’apparato decorativo della casa rende omaggio al suo committente Giovanni Romei, noto mercante e banchiere rinascimentale. Con l’acquisizione da parte del demanio dello Stato alla fine del XIX, l’edificio viene restaurato e riportato allo splendore primitivo per adibirlo a luogo espositivo. La fruizione al pubblico è stata fortemente limitata fino al 1987, nonostante siano state organizzate alcune mostre di grande risonanza in ambito locale. C. Di Francesco, Casa Romei, in Quaderni di Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici, n. 1, 1995, Angelo Longo Editore, Ravenna, pp. 71-73. 70 Antonio Del Guercio è uno storico dell’arte italiano, specializzato nell’arte moderna e contemporanea. Ha curato ed organizzato diverse mostre in Italia e all’estero, in particolare a Parigi, sua città natale. È stato docente universitario di storia dell’arte contemporanea nelle università di Lecce e Firenze e scrittore di numerosi testi e saggi sull’arte moderna e contemporanea come Conflittualità dell’arte moderna, La pittura del novecento in Italia, Storia dell’arte presente, Arte e critica d’arte nel centro della modernità ed altri. A. Del Guercio, Arte e vita moderna: situazioni dell’immagine tra Ottocento e Novecento, Editori Riuniti, Roma, 2001, p. 1. 71 A. Rotunno, La pittura alla Mostra di Casa Romei, in Ferrara viva: rivista storica e di attualità, Bologna, 1959, a. II, n. 5-6, 1960, pp. 169-179. 72 E. Riccomini (a cura di), Rinnovamento dell’arte in Italia: 1930-1945, Bologna, Edizioni Alfa, 1960, p. 11. 73 Raffele De Grada (1916-2010), critico d’arte svizzero, scrittore, professore e politico italiano, aderisce al movimento artistico Corrente di Treccani e fonda l’omonima rivista, protagonista della rivolta anti-novecentista della pittura lombarda del periodo e fronte di opposizione al regime fascista. Durante la sua carriera collabora con importanti giornali come il Corriere della Sera e realizza pubblicazioni e cataloghi d’arte. S’impegna anche sul fronte politico come dirigente della Federazione milanese del Partito Comunista Italiano e deputato della III legislazione. Diventa membro della commissione artistica della di Venezia, consigliere del Teatro alla Scala e del Museo Poldi Pezzoli. S. Grasso, Raffaele De Grada, dalla resistenza alla critica d’arte, in Corriere della Sera, 3 ottobre 2010, p. 47.

20 fermenti artistici che agitavano l’Italia in quel frangente e degli sviluppi artistici negli altri paesi stranieri.

Gli anni trenta furono caratterizzati da elementi di continuità con il decennio antecedente, soprattutto per quanto concerne le pratiche culturali e artistiche, ma vi furono anche delle novità, nello specifico l’impegno proficuo dello stato per sostenere le arti visive nazionali tramite l’organizzazione di un sistema di contributi finanziari, esposizioni, premi, acquisti e la creazione di enti preposti alla conservazione dei materiali lasciati dagli artisti74. Tutto questo fu disciplinato da leggi che predisposero le basi del sistema espositivo fascista; lo stato metteva così la cultura in primo piano, come strumento di propaganda del regime. La legge del 24 giugno 1929 riconosceva al Sindacato nazionale fascista delle Belle arti il potere di controllo capillare su tutto il territorio italiano tramite la pianificazione e organizzazione di mostre provinciali e regionali75. Questo impianto scardinava quello precedente e toglieva il predominio alle società di amatori e cultori che erano nate nell’Ottocento all’ombra delle accademie d’arte e delle amministrazioni municipali. Le manifestazioni sindacali erano il luogo prediletto per il reclutamento di forze giovani, adeguatamente selezionate, per la partecipazione alle esposizioni vertice del sistema, come la Quadriennale d’arte (1931) e la Biennale d’arte (1930)76. Questo rigoroso sistema di controllo artistico era nato con l’intento di promuovere la produzione italiana e offrire uno sbocco a un mercato dell’arte piuttosto arretrato77.

La dittatura ebbe quindi pretese d’intervento artistico-culturale: attivo, attraverso la promozione di attività strumentali per ottenere il consenso, e passivo, con la cesura e autarchia verso le forme d’arte che non rispecchiavano lo stile e l’ideale di arte fascista78. In realtà non sarebbe del tutto corretto affermare che il corso pittorico italiano sia stato meccanicamente condizionato dal fascismo o solo subalterno a esso, ma l’intervento del regime si avvertì più come un rafforzamento dei limiti di chiusura entro la tradizione italiana, riducendo drasticamente i contatti con l’estero e la circolazione delle idee oltre confine79.

74 La politica delle arti, in S. Bignami, P. Rusconi, Le arti e il fascismo: Italia anni trenta, Art e Dossier, n. 291 (2012), Firenze, Giunti Editore, p. 13. 75 Ivi, p. 14. 76 Ibidem. 77 Ivi, p. 15. 78 A. Del Guercio, La pittura del novecento, Collana Storia dell’Arte Italiana, Torino, Utet, 1980, p. 45. 79 Ivi, p. 46.

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Gli anni, che vedono la maturazione politica del regime fino allo scoppio della seconda guerra mondiale (1930-45), sono stati soprannominati “anni perduti”, questa mostra ha cercato di eliminare l’accezione dispregiativa attribuita a quel periodo, che fu invece un momento ricco di spunti, contraddizioni e realizzazioni importanti nel settore artistico80. Gli artisti che hanno partecipato alla mostra sono stati selezionati con criteri di merito, per essersi contraddistinti per una certa originalità di percorso artistico, e per aver vissuto in maniera totalizzante il periodo. Sono stati invece esclusi i creativi che avevano già raggiunto la fama nel decennio precedente. Gli artisti che calcarono il palcoscenico in quegli anni avvertirono la necessità e maturarono la consapevolezza di prendere parte a un movimento rinnovatore delle arti, nonostante non vi fosse alla base tra di loro un comune raggruppamento ideologico81. In quel momento di grande fermento artistico, le idee sull’arte erano le più differenti, ma il principio unificatore fu la lotta per la libertà, che divenne il volano del processo di rinnovamento artistico al quale i creativi vi presero parte nella misura in cui ne colsero la forza e l’impulso82.

Le ricerche artistiche dell’epoca spaziavano dallo studio e confutazione della più recente realtà culturale e figurativa italiana allo studio delle fonti e problematiche della modernità europea, in quanto, secondo Argan83, la modernità e lo sviluppo dell’arte non sono lineari e non è nemmeno puntuale84. In ambito nazionale, ma non solo, la fase artistica tra le due guerre appare caratterizzata da segni programmatici meno decisi e perentori rispetto al periodo precedente delle avanguardie storiche85. Questo non significa che la ricerca artistica sia stata meno brillante e convincente solo per la difficoltà a rinchiuderla in una sfera unitaria teorico-programmatica pari a quella delle avanguardie, ma si tratta di comprendere un’apparenza frammentaria e discontinua, reciprocamente contaminata, delle diverse proposte artistiche del periodo. Dalla metà degli anni

80 E. Riccomini (a cura di), Rinnovamento dell’arte in Italia: 1930-1945, cit., p. 13. 81 Ivi, pp. 15-16. 82 Ivi, p. 17. 83 Giulio Carlo Argan (1909-1992), storico e critico d’arte italiano, dirige la di Modena dal 1933 al 1936 e diventa poi ispettore centrale alla direzione generale delle Antichità e delle Belle Arti dal 1939 al 1955 a Roma. Studioso di fama internazionale, è anche professore universitario dal 1956. È redattore del Dizionario Enciclopedico Italiano, fonda e dirige inoltre la rivista Storia dell’arte. Il suo pensiero razionale attraversa l’arte a trecentosessanta gradi da quella antica a quella contemporanea. Negli anni sessanta il suo pensiero critico è determinante nel dibattito sullo sviluppo delle correnti più moderne: pop art, arte informale, arte povera, arte gestaltica, inoltre, elabora la famosa tesi della morte dell’arte. Vasto fu il campo dei suoi interessi, da problemi generali di metodologia, a singoli periodi o artisti: e la (1951), Borromini (1951), Architettura barocca in Italia (1957). Pubblicò tra i tanti libri: Intervista sulla fabbrica dell’arte (1980), Occasioni di critica (1981), Storia dell’arte come storia della città (1983), Arte e critica d’arte (1984), Classico e anticlassico (1984). L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Argan Giulio Carlo”, pp. 126-127. 84 E. Riccomini (a cura di), Rinnovamento dell’arte in Italia: 1930-1945, cit., p. 24. 85 A. Del Guercio, La pittura del novecento, cit., p. 65.

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’20 e soprattutto nei ’30, le ricerche artistiche si allontanano dalle idee di restaurazione e le nuove proposte si articolano in un ventaglio di soluzioni e idee fortemente contrassegnate da una rivendicazione del carattere personale e individuale dei singoli artisti. Le tendenze artistiche, se si vogliono suddividere, si muovono essenzialmente su due fronti: da una parte chi vuole rifarsi rispetto alle avanguardie storiche e utilizzare quegli apporti artistici in un libero e contaminato impiego di nuove strutture del linguaggio artistico, quindi per creare una specie di comunicazione moderna di contenuti e valori passati; dall’altra parte alcuni artisti si agganciano a valori locali tradizionali orientandosi verso una rappresentazione critica delle proprie realtà ambientali (come la pittura americana degli anni ’20,’30 e ’40, Hopper, Shann e altri)86. Questi due orizzonti non sono separati da un limite invalicabile, in Italia la situazione sembra essere più frammentaria rispetto ad altre nazioni come Francia e Usa, perché le basi storiche di una tradizione moderna sono ancora fragili e non si è ancora dimenticata la tradizione pittorica ottocentesca87.

Il supporto a questo tipo di arte rivoluzionaria giunse, in quegli anni, dalla borghesia liberista che nel 1929 fu in grado di acquistare, nonostante le restrizioni del regime, opere artistiche di matrice non fascista e nel 1943 si strutturò in monopoli acquisendo così un’ingente quantità di opere pittoriche88. Durante quel periodo alcuni artisti di quella generazione raggiunsero la fama, vinsero premi e rientrarono a pieno titolo nel mercato degli acquisti ufficiali.

Lo spirito di rinnovamento delle arti si tradusse, da parte degli artisti, nella disperata ricerca di rendere autonoma l’arte italiana, di creare uno sviluppo artistico nazionale aperto anche ad altre esperienze straniere ma non meramente condizionato o succube di esse89. La fine del Novecento, secondo Persico90, è iniziata quando gli artisti hanno spostato la battaglia dal piano mistico a quello politico, in altre parole da un piano ideale a uno pratico91. Negli anni ’30 la nuova

86 Ibidem. 87 Ivi, p. 66. 88 E. Riccomini (a cura di), Rinnovamento dell’arte in Italia: 1930-1945, cit., p. 25. 89 Ivi, p. 20. 90 Edoardo Persico (1900-1936), insegnante, giornalista e critico d’arte italiano. Personalità importante nelle vicende storico artistiche italiane, prende parte al gruppo dei Sei di Torino, movimento che riveste una parte fondamentale nell’opposizione al Novecento nazionalista e accademico. Fonda una propria casa editrice, e assieme e Pagani dirige la rivista Casabella, esercitando una forte influenza sulla cultura architettonica, diffondendo l’interesse per il Bauhaus e per le opere di alcuni fra i più significativi architetti contemporanei, come Gropius e Wright. È direttore della Galleria di Brera (attuale Galleria del Milione) a Milano, sostenendo giovani artisti come Birolli, Manzù e Sassu. Persico è ricordato per certi scritti che hanno indagato il mondo dell’arte come La città degli uomini d’oggi, Arte romana: la scultura romana e quattro affreschi della villa dei misteri, Profezia dell’architettura, Punto e a capo con l’architettura, Profezia dell’architettura ed altri. Maximus – Dizionario Enciclopedico, cit., “Persico Edoardo”, p. 1860. 91 E. Riccomini (a cura di), Rinnovamento dell’arte in Italia: 1930-1945, cit., p. 28.

23 generazione tende a costituirsi in raggruppamenti o schieramenti polemici e, nonostante la ricerca del singolo artista continui ad esistere, la ripresa dei modi di aggregazione indica la necessità di prendere una decisione culturale che tende a opporsi alla frammentarietà e discontinuità92. In tutti questi gruppi, oltre alle predette differenze estetiche, è presente lo sforzo per rendere esplicite e culturalmente fondate le possibili ipotesi di un nuovo corso artistico in Italia. Significative appaiono le differenze tra le diverse forme di raggruppamento. Nel gruppo dei Sei pittori di Torino (1929), tra cui troviamo Boswell93, Chessa94, Galante95, Levi96, Menzio97 e Paulucci98 e stimolati dai due critici Persico e Venturi99, l’indicazione culturale si orienta verso

92 A. Del Guercio, La pittura del novecento, cit., pp. 70-71. 93 Jessie Bowell (1881-1956), pittrice inglese che trascorre gran parte della sua vita in Italia, ottenendone poi nel 1936 la cittadinanza. Si trasferisce in Italia molto giovane nel 1906 e a Torino (1913) si avvicina al mondo della pittura con il ritrattista Mario Micheletti e il maestro Casorati. Espone per la prima volta nel 1923 a Torino e poi alla Biennale di Venezia nel 1926 e 1928. Per un breve periodo si avvicina al Gruppo dei Sei di Torino, ma poi prosegue autonomamente la propria carriera. Le sue tele rappresentano soprattutto tranquilli ambienti familiari, scene d’interni, paesaggi e fiori. A. Bovero, Archivi dei Sei pittori di Torino, Roma, 1965, pp. 17-19. 94 Luigi Chessa (1898-1935), pittore torinese, fa parte del gruppo dei sei. Artisticamente è influenzato dalla pittura di Felice Casorati. Nella sua vita si occupa di diversi ambiti artistici come scenografia, ceramica, decorazione, pittura di vetri e costruzioni di mobili. Maximus – Dizionario Enciclopedico, cit., “Chessa Luigi”, p. 611. 95 Nicola Galante (1883-1969), artista italiano, si perfeziona in ebanisteria presso la Scuola delle arti e mestieri di Chieti, nel 1907 si trasferisce a Torino dove apre una propria attività. Si specializza in xilografia e realizza diversi lavori in questo campo, partecipando nel 1914 alla rassegna internazionale di Stoccolma e l’anno successivo alla terza mostra della Secessione romana. La sua prima personale si tiene nel 1920 al Chelsea Art Club di Londra. Prende parte al Gruppo dei Sei di Torino, con il quale espone in diverse occasioni. Dopo aver preso le distanze dal movimento per differenze interne al gruppo, Galante continua in solitario il proprio percorso artistico e partecipa ad alcune edizioni della Biennale di Venezia. M. Bandini, I Sei di Torino: un impegno civile, una cultura europea, in I Sei pittori di Torino 1929-1931 (catal. a cura di Bandini M.), Torino, Mole Antonelliana, 1993, pp. 9-38. 96 (1902-1975), scrittore e pittore italiano, dopo la prima formazione in medicina, si avvicina alla pittura e viene introdotto da Gobetti alla scuola di Felice Casorati a Torino. Levi porta a maturazione il suo percorso artistico dopo il soggiorno parigino del 1927-28, durante il quale indaga il mondo postimpressionista. Di ritorno da Parigi Levi conosce personalità di spessore come Pavese, Gramsci, Enaudi, Persico, Venturi ed altri, che segnano il suo pensiero critico. Nel 1929 partecipa al Gruppo dei Sei di Torino ed espone in varie città italiane ed europee. Qualche anno dopo il suo arresto da parte del regime, Levi riprende la sua attività pittorica: nel 1954 aderisce al gruppo neorealista e partecipa alla Biennale di Venezia. D. Ward, Carlo Levi, La Nuova Italia, s.n., Milano, 2002. 97 Francesco Menzio (1899-1979), pittore italiano, membro del gruppo dei Sei di Torino, sviluppa nei suoi temi preferiti, ovvero nature morte, vedute, figure e ritratti, un raffinato colorismo che lo avvicina a volte ai tonalisti romani per levità e trasparenza di tinte, come nel Ritratto di Erika (Roma, Galleria Nazionale d’arte moderna). L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. II, 2005, “Menzio Francesco”, pp. 1420-1421. 98 Enrico Paulucci (1901-1999), pittore italiano che in un primo momento aderisce al movimento Futurista, nel 1929 entra a far parte del gruppo dei Sei di Torino. All’elegante ed estrosa facilità dei primi paesaggi sostituisce forme più salde e costruite, come nelle seguenti opere: Renata con lo scialle, Natura morta con fruttiera. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. III, 2005, “Paulucci Enrico”, p. 1711. 99 Lionello Venturi (1885-1961), storico dell’arte italiana, professore di storia dell’arte all’università di Torino dal 1915, nel 1932 lascia la cattedra per non aver prestato giuramento di lealtà al regime fascista, ed emigra a Parigi. Nel 1939 si reca negli Stati Uniti, dove insegna in diverse università. Nel 1945 rientra in Italia e gli viene affidata la cattedra di Storia dell’arte moderna a Roma fino al 1960. Si avvia in quegli anni alla ricerca filologica ed erudita, impostando un nuovo indirizzo critico con lo studio delle poetiche inteso quale premessa all’interpretazione delle singole personalità degli artisti, e polemizzando contro il classicismo nel fondamentale saggio: Il gusto dei primitivi (1926) aprì i successivi studi sull’arte moderna come, Cézanne (1936), Gli archivi dell’Impressionismo (1939), Pittori moderni (1936). L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. III, 2005, “Venturi Lionello”, p. 2380.

24 l’arte francese100 dagli Impressionisti al Fauvismo, ovviamente declinata nelle varie versioni dei singoli artisti, poiché ritenuto un periodo artistico con potenzialità comunicativo-espressiva ancora attuale e tale da porsi come base per la fondazione di una nuova ricerca italiana101. Il gruppo creò in quegli anni un’arte aperta verso il contesto internazionale, anticonformista, di contestazione al regime e al formalismo tipo di Novecento.

A Milano si forma nel 1930 il Chiarismo, formato da artisti come Lilloni102, De Rocchi103, Spilimbergo104 e De Amicis105 e sostenuto dal 1932 anche da Persico, in opposizione al pesante chiaroscuro dei novecentisti lombardi, Sironi e Carrà e, alle contemporanee ricerche astratte. Il gruppo professa una pittura dai toni chiari e luminosi, frutto anche di esperienze en plein air, caratterizzata da un tratto di matrice postimpressionista e da temi di tipo intimistico106.

Nella o Scuola di Via Cavour (1928) gli artisti si raggruppano formando un sodalizio spontaneo senza condividere in modo troppo perentorio programmi e obiettivi. Tra gli artisti, la pittrice russa Raphaël107, Mafai108, lo scultore Mazzacurati109, ma l’anima del gruppo fu Scipione110

100 Questo tipo di corrente rivendica a Torino il suo tradizionale e storico legame con la cultura francese. 101 A. Del Guercio, La pittura del novecento, cit., p. 75. 102 Umberto Lilloni (1898-1980), pittore italiano, allievo di Tallone e Alciati all’Accademia di Brera a Milano. Dopo l’esperienza novecentista, si dedica prevalentemente alla natura morta e alla veduta. Il raffinato colorismo dei suoi paesaggi intimi e silenziosi prende spunto da esperienze postimpressioniste. Tra le sue opere più significative si ricorda: La collina (1930) e Lo specchio (1933), esposte presso la Galleria d’arte moderna di Milano. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. II, 2005, “Lilloni Umberto”, p. 1238. 103 Francesco De Rocchi (1902-1978), pittore italiano, frequenta l’Accademia di Brera e nei secondi anni venti si avvicina al . Nel 1926 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia, a cui prenderà parte più volte nelle edizioni successive. Negli anni trenta cambia la sua pittura e si avvicina la movimento chiarista. Il suo segno diventa sempre più delicato e semplificato nella definizione dei particolari di paesaggi e ritratti. Fra le sue opere più note: Figura in rosa (1931), Giovane contadina (1935) ed altre. R. Margonari, R. Modesti (a cura di), Il chiarismo lombardo (catal.), Milano, Vangelista, 1986, pp. 80-89. 104 Adriano Spilimbergo (1908-1975), pittore italiano, come i suoi compagni De Rocchi e Lilloni, frequenta l’Accademia di Brera a Milano. Nel periodo iniziale della sua carriera si avvicina al realismo pittorico e al monumentalismo di Novecento, gruppo con il quale espone per la prima volta nel 1930 alla Galleria Bardi e l’anno successivo alla Galleria del Milione con Fontana. Successivamente Spilimbergo abbandona quel tipo di pittura e si avvicina al movimento chiarista. E. Pontiggia, I Chiaristi. Milano e l'Alto Mantovano negli anni Trenta, s.n., Milano, 1996. 105 Cristoforo De Amicis (1902-1987), pittore italiano, si forma all’Accademia albertina di Torino e successivamente a quella di Brera. Tra il 1927 e il 1930 partecipa a diverse mostre del gruppo Novecento. Nel 1934, in seguito alle frequentazioni con architetti razionalisti, De Amicis si avventura nel campo dell’arte astratta, ma pochi anni più tardi ritorna alla figuratività seguendo le orme artistiche di Cézanne. Da quel momento prende parte a diverse mostre, come la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma, e partecipa al Premio Bergamo. Negli anni cinquanta gli assegnano la cattedra all’Accademia di Brera e nel decennio successivo la sua ricerca si concentra nel nudo, riprendendo però anche il tema della natura morta. M. Galli, Cristoforo De Amicis: 1902-1987, Canelli, La Finestrella, 2007. 106 G. C. Argan, L’arte moderna: 1770-1970, Milano, Sansoni Editore, 2003, p. 195. 107 Antonietta Raphaël (1900-1975), pittrice e scultrice lituana, la cui opera è caratterizzata da una concezione profondamente antiaccademica, studia a Londra con e dopo vari viaggi, tra cui anche Parigi, nel 1924 si trasferisce a Roma dove stringe amicizia con Mario Mafai (con il quale si sposa l’anno successivo), Scipione ed altri artisti contemporanei. Dopo una serie di pitture che uniscono a ricordi francesi il folclore orientale, dal 1930 si dedica

25 che, nonostante la sua esperienza breve (muore nel 1933), fu d’indiscutibile intensità/importanza tale da porsi per diverso tempo sia al centro della ricerca artistica romana, sia del dibattito critico. Simile posizione anche per Mafai, erede di Scipione, che ha come base il profondo rapporto con la città, dove questa è vista e vissuta sotto lo sguardo confidenziale popolano.

Una posizione più rilevante, in particolar modo dalla seconda metà degli anni ’30, assume l’esperienza astratta milanese che ha come protagonisti Reggiani111, Licini112, Soldati113, Veronesi114, Fontana115, Rho116 e Radice117. Questo gruppo, come altri orientamenti coetanei,

esclusivamente ad un nuovo medium, la scultura. Il sodalizio tra i due coniugi e il forte carattere anticonformista della Raphaël, le permettono di diventare una delle principali animatrici della Scuola Romana. Nelle sue opere si ritrova un’assoluta essenzialità di forme e una molto vaga ispirazione classica. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. III, 2005, “ Antonietta”, p. 1892. 108 Mario Mafai (1902-1965), artista romano, fondatore con la moglie Raphaël della Scuola Romana, che si opponeva al linguaggio arcaicizzante e monumentale della pittura italiana ufficiale. Si avvicina inizialmente ad una pittura di gusto tonale, si accosta poi ad un realismo personalissimo, e giunge infine nel dopoguerra all’esperienza informale. Con la serie delle Demolizioni e Fantasie, ispirate al tema della guerra, raggiunge esiti di grande originalità. Maximus – Dizionario Enciclopedico, cit., “Mafai Mario”, p. 1488. 109 Marino Mazzacurati (1908-1969), scultore e pittore bolognese, fondatore assieme a Scipione e Mafai della Scuola Romana, è autore di opere di un realismo ironico e polemico. Durante la sua carriera sperimenta e si avvicina a diverse correnti artistiche: Cubismo, Espressionismo e Realismo. Tra le sue creazioni si ricordano il Monumento del partigiano () e quello allo Scugnizzo delle Quattro Giornate di Napoli. Ivi, “Mazzacurati Marino”, p. 1549. 110 Gino Bonichi (1904-1933), alias Scipione, pittore e poeta, esponente della Scuola Romana, si ricorda per i suoi ritratti e visioni della Roma barocca trasfigurati in maniera grottesca ed allucinata, che portano gli echi di una pittura di matrice espressionistica tedesca. Ivi, “Bonichi Gino”, p. 2200. 111 Mauro Reggiani (1897-1980), pittore astrattista italiano, studia inizialmente presso le accademie di Modena e Firenze. Nel 1934 è tra i firmatari, assieme a Ghiringhelli, del primo Manifesto dell’Astrattismo Italiano e successivamente partecipa alla prima mostra del movimento presso la Galleria del Milione a Milano. Da quel momento è tra i protagonisti dell’arte non figurativa con opere costruite sui rapporti cromatici tra le varie forme geometriche. Nel 1935 aderisce, inoltre, al gruppo internazionale Abstraction-Création. Durante la sua carriera partecipa alle maggiori rassegne internazionali di arte e, dopo una pausa dovuta al secondo conflitto bellico, riprende la sua attività espositiva a Milano con il gruppo Munari, Radice, Dorfles ed altri. Verso la fine della sua attività riceve diversi premi tra cui quello della Biennale di Venezia e della Quadriennale di Roma. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. III, 2005, “Reggiani Mauro”, p. 1900. 112 Osvaldo Licini (1894-1958), pittore e scrittore italiano, si forma inizialmente all’Accademia di belle arti di Bologna con alcune importanti personalità come Morandi, Bacchelli, Vespignani e Pozzati, e nel 1914 espone in una mostra futurista all’Hotel Baglioni di Bologna; successivamente conosce Modigliani e Kandinskij. Nel 1926 partecipa alla Prima Mostra del Novecento Italiano. Dopo una breve parentesi figurativa tonale in cui aderisce al Novecento, negli anni trenta cambia direzione e approda all’astrattismo. Le sue opere astratte dimostrano alcuni legami con Kupka e Kandinskij, ma anche affinità con Braque e Klee soprattutto per la componente fantastica. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. II, “Licini Osvaldo”, p. 1233. 113 Atanasio Soldati (1896-1953), pittore italiano, si ricorda per la sua esperienza metafisica che lascia tracce profonde in tutta la sua produzione artistica. Tra il 1930 e il 1935 aderisce al movimento astratto nell’ambito del gruppo milanese riunito attorno alla Galleria del Milione. In quegli anni si afferma come uno dei maggiori esponenti della pittura astratta, e nelle sue opere rivela una lucida visione dello spazio e un senso del colore geometricamente disposto in una programmatica linearità. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. III, 2005, “Soldati Atanasio”, p. 2155. 114 Luigi Veronesi (1908-1998), pittore, incisore, fotografo e scenografo italiani, è tra i primi pittori astratti che si avvicina ai costruttivisti russi e olandesi oltre che ad artisti emigrati dal Bauhaus. Nel 1948 entra a far parte del movimento MAC (Movimento Arte Concreta). Insegna dal 1948 al 1971 al corso di Industrial Design e dal 1973

26 sosteneva il superamento della separazione dell’arte italiana dal contesto artistico internazionale e la costruzione di una continuità organica di un corso moderno nazionale118.

Il movimento milanese Corrente fu nell’ultimo scorcio degli anni trenta la forma più complessa e di più ampio respiro tra le diverse unioni culturali, attraverso le quali prendono coscienza di sé le generazioni successive a quelle dell’avanguardia storica e del primo novecento. Gli artisti che vi presero parte furono: Birolli119, Sassu120, Migneco121, Cassinari122 e altri. L’elemento di coesione non fu determinato da un preciso indirizzo artistico del gruppo, ma fu la ribellione morale comune cromatologia all’Accademia di Brera. Durante la sua carriera intraprende, oltre alle ricerche pittoriche e grafiche, anche altri medium, come la fotografia astratta, il cinema e la scenografia teatrale. Ivi, “Veronesi Luigi”, p. 2387. 115 Lucio Fontana (1899-1968), scultore e pittore di origine argentina, realizza i suoi primi lavori nel suo paese natale con il padre scultore. Trasferitosi in Italia frequenta l’Accademia di Brera, dove studia con Wildt. Dopo un esordio novecentista, si dedica ad esperimenti d’avanguardia. Le sue opere, composte da materiali semplici come ferro, gesso, cemento, sono create secondo un ritmo di contorni e volumi che si articolano nello spazio. Nel 1940 torna in Argentina e vi resta fino al 1947, là elabora il Manifesto Blanco, dichiarazione stilistica che applica nelle opere spazialiste realizzate dopo il suo ritorno in Italia. Dal 1951 la sua ricerca si volge verso le ricerche d’arte spaziale, dove il problema dello spazio è affrontato attraverso la perforazione o il taglio del supporto. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. II, 2005, “Fontana Lucio”, p. 837. 116 Manlio Rho (1901-1957), pittore italiano, è tra i pionieri dell’arte non figurativa in Italia. Durante la sua formazione iniziale frequenta Terragni e Radice. Nel 1938 partecipa alla nascita del gruppo Valori primordiali e nel 1940 firma il relativo manifesto. Conduce, inoltre, un’intensa attività in campo industriale che influenza il suo stesso modo di concepire la pittura, portandolo ad interessarsi alle esperienze del Bauhaus e indirizzandolo verso ricerche sulle forme e i colori condotte con metodi scientifico-tecnici. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. III, 2005, “Rho Manlio”, p. 1920. 117 Mario Radice (1898-1987), pittore italiano, è tra i primi ad avventurarsi nel mondo dell’astrattismo. Durante la sua attività artistica si confronta e rapporta positivamente con altri artisti non figurativi del tempo, dai quali si distingue per l’uso di un colore più vibrante. Collabora con artisti come Rho e Galli, e architetti come Terragni e Cattaneo. I suoi interessi non si fermano all’arte pittorica ma occupa anche di critica d’arte. Ivi, “Radice Mario”, p. 1881. 118 A. Del Guercio, La pittura del novecento, cit., p. 95. 119 Renato Birolli (1905-1959), pittore italiano, fondatore assieme a Sassu ed altri del gruppo Corrente. La sua arte rivela un’approfondita meditazione sulle opere di Van Gogh, Cézanne, Picasso e del Cubismo, con una netta predilezione per i colori puri, senza ombre, che si pongono in rapporti cromatici violenti. Negli ultimi anni partecipa anche al movimento “astratto-concreto”. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Birolli Renato”, p. 243. 120 (1912-2000), pittore, ceramista, incisore e scultore italiano, aderisce in giovane età al futurismo e poi al movimento Corrente. Nelle prime serie pittoriche il suo linguaggio si basa sulla forza del colore ricco e sensuale. Negli anni cinquanta si dedica invece a grandi composizioni e ad un nuovo mezzo, la scultura. Nell’arco della sua carriera realizza diversi mosaici per alcune chiese a Cagliari e a Lodi. Dal 1963 apre uno studio a Majorca e inizia a dipingere i suoi Tori e le Corride. Importante è anche la sua vasta produzione grafica e l’attività di scenografo. Negli anni ottanta si verifica un ritorno ai soggetti dei primi anni, alla pittura acrilica e ad olio. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. III, 2005, “Sassu Aligi”, p. 2075. 121 Giuseppe Migneco (1908-1997), pittore e scultore italiano, dopo essersi accostato al gruppo Corrente, intraprende ricerche di tipo espressionistiche con una pittura di violenza cromatica. Nel secondo dopoguerra, invece, indirizza la sua pittura verso un nuovo realismo dagli interessi sociali sempre più dichiarati. Tra i soggetti prediletti vi sono: marine, paesaggi siciliani e immagini di contadini e pescatori. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. II, “Migneco Giuseppe”, p. 1452. 122 Bruno Cassinari (1912-1992), pittore e litografo italiano, si forma all’Accademia di Brera a Milano. Dal 1940 partecipa al gruppo Corrente e successivamente alla Nuova Secessione. La sua pittura, di base espressionista, è ispirata alle esperienze picassiane, mentre per la composizione più espressamente figurativa il suo riferimento è Modigliani. La sua sperimentazione artistica si snoda anche attorno all’ambito grafico. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Cassinari Bruno”, pp. 385-386.

27 verso il regime. Il movimento ebbe indubbiamente un aspetto interdisciplinare, vi erano al suo interno artisti, critici, scrittori, poeti e cineasti e, fu di cultura antifascista. Corrente fu influenzato principalmente dall’arte europea di Picasso e Van Gogh, ma oltre a questi elementi di convergenza si deve riconoscere la libera e articolata ampiezza delle diverse posizioni artistiche, che si diversificheranno ancor di più nel dopoguerra e proseguiranno per vie differenti123.

La mostra in analisi ripropone le vicende artistiche che si sono susseguite tra il 1930 e il 1945 per esaminarle criticamente secondo una nuova prospettiva storica e di coscienza. Questa è stata una delle manifestazioni artistiche più prestigiose degli inizi degli anni ‘60 nonostante abbia ricevuto critiche e obiezioni per aver escluso alcuni importanti artisti locali come i ferraresi De Pisis e Melli124, e non abbia ricevuto un riscontro adeguato da parte del pubblico125. L’obiettivo della mostra non è stato quello di assurgere alla completezza storica e di rappresentare esaustivamente tutti i movimenti o correnti artistiche, infatti, la sezione degli astrattisti fu esigua e, in questa, Osvaldo Licini ricoprì un ruolo minore, così come per altri pittori figurativi, mentre a Badodi126 fu riservato uno spazio espositivo maggiore per mettere in risalto la sua validità indiscutibile come pittore127. Gli artisti ai quali è stato riservato maggiore spazio sono: Badodi, Birolli, Cagli128,

123 A. Del Guercio, La pittura del novecento, cit., pp. 91-93. 124 Roberto Melli (1885-1958), scultore e pittore ferrarese, è tra i primi scultori futuristi. Nel 1915 partecipa alla Secessione romana e nel 1919 diventa uno degli esponenti del movimento . Le composizioni di quegli anni sono costruite da forme create mediante armoniosi accostamenti di toppe colorate. Durante il primo conflitto bellico torna a Ferrara, dove conosce De Chirico e la Metafisica. Una volta rientrato a Roma, abbandona la scultura per dedicarsi solo alla pittura. Fino al 1936 la sua attività espositiva continua copiosa, ma in seguito all’emanazioni delle leggi razziali viene escluso da tutte le manifestazioni artistiche dell’epoca. Nel secondo dopoguerra riprende l’attività creativa ed espositiva in mostre collettive e personali, e ottiene la cattedra all’Accademia delle Belle Arti di Roma. Nel 1950 è invitato a partecipare alla Biennale di Venezia, e questo vale come riconoscimento alla sua carriera artistica. Maximus – Dizionario Enciclopedico, cit., “Melli Roberto”, p. 1560. 125 A. Rotunno, La pittura alla Mostra di Casa Romei, cit., p. 179. 126 Arnaldo Badodi (1913-1943), pittore italiano appartenente al gruppo di Corrente. È allievo e poi insegnante all’Accademia di Brera a Milano. Durante il secondo conflitto mondiale parte per il fronte come tenente, ma viene incarcerato e nel 1943 si ammala e muore di tifo. Nelle sue opere accentua, per mezzo di contrasti, l’intensità espressiva del colore. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Badodi Arnaldo”, p. 171. 127 A. Rotunno, La pittura alla Mostra di Casa Romei, cit., p. 178. 128 Corrado Cagli (1910-1976), pittore italiano, aderisce alla Scuola Romana nel 1932. Dopo questa esperienza afferma il suo spirito sperimentale e speculativo passando dalla pittura figurativa alla pittura di segno con ricorso alle più svariate tecniche. Interessato a civiltà diverse dalla propria si cimenta nell’arte precolombiana, africana e primitiva. Nel tempo accoglie le suggestioni da De Chirico, Ernst e Klee, sperimentando tecniche diverse in soggetti magici- simbolici. La pittura non è l’unica espressione che cattura la sua attenzione, nella sua carriera realizza sculture, progetti architettonici, scenografie e decorazioni murali. Il disegno diventa per l’artista lo strumento prediletto che gli permette di liberarsi dalle sollecitazioni intellettuali e sociali dell’epoca per abbandonarsi al puro virtuosismo. Dal 1937 con l’intensificazione degli attacchi della stampa fascista nei suoi confronti, perché ebreo, alcune sue opere vengono etichettate degenerate. Dopo il suo trasferimento a Parigi, l’artista torna in Italia e prosegue la sua attività artistica partecipando anche a diverse esposizioni. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Cagli Corrado”, p. 324.

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Cassinari, Guttuso129, Levi, Mafai, Sassu, Spazzapan e Vedova130. Tra questi gli appartenenti al movimento di Corrente hanno partecipato con un maggior numero di opere.

Hanno esposto gli artisti della cosiddetta Scuola Romana, del gruppo Corrente, dei Sei di Torino, del Chiarismo, dell’astrattismo e altre individualità. La sezione di artisti astratti è stata piuttosto contenuta ed è stata rappresentata da Fontana, Licini, Radice, Reggiani, Rho, Soldati e Vedova, mentre la parte figurativa domina l’intera rassegna.

Il supporto prediletto è stato quello pittorico che ha predominato rispetto alla scultura, infatti, sul totale di 226 opere solo 19 sono sculture. I soggetti o temi delle opere d’arte esposte, sono stati quelli più tradizionali, rispettivamente: ritratti, autoritratti, paesaggi, nature morte, scene di guerra e infine composizioni astratte.

Di seguito l’elenco degli artisti che hanno partecipato alla mostra e delle rispettive opere:

- ALFREDO AGOSTONI (CIRI): 2 Bucranio (1944); Natura morta (1944) - ATTILIO ALFIERI: 2 Figura (1933); Ritratto (1933) - ARNALDO BADODI (corrente): 6 La battaglia di (1938); Presagio di Buchenwald (1938); Sartoria (1940); Donne al mattino (1941); Il caffè (1941), Il geneceo - LUIGI BARTOLINI (corrente): 3 Storia del Martin Pescatore (1935); Fanciulla in bicicletta (1939); Ragazza che si pettina - AFRO BASALDELLA: 3 Composizione (1938); Autoritratto; Fiori - : 1 Il neofita (1936) scultura - RENATO BIROLLI (corrente): 8

129 (1912-1987), pittore siciliano, dopo essersi formato all’Accademia palermitana si trasferisce presto nella capitale, dove entra in contatto con i maggiori esponenti della Scuola Romana. Dal 1935 al 1937 soggiorna a Milano e conosce Birolli, Mnazu e Sassu, proprio in quegli anni si va a delineare la sua arte, verso i modi della figurazione naturalistica. Successivamente aderisce al gruppo Corrente dal 1940-42 e crea la sua opera più famosa; la Crocifissione. Rinnovando il suo realismo con occhio sempre al mondo d’Oltralpe, come la Nuova Oggettività tedesca, continua a dipingere attingendo i temi dalla vita politica e sociale del tempo. La sua ricerca artistica nella seconda parte degli anni ’70 si indirizza su tre filoni: gli affreschi murali, la rivisitazione di capolavori rinascimentali e i paesaggi siciliani. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. II, 2005, “Guttuso Renato”, pp. 1030-1031. 130 Emilio Vedova (1919-2006), pittore autodidatta veneziano, si dedica in giovane età alla pittura. Nel 1942 partecipa al movimento Corrente tenendo a Milano la sua prima personale. Fondatore del Fronte Nuovo delle Arti nel 1946, aderisce poi nel 1952 al Gruppo degli Otto. Abbandona la pittura figurativa per passare, dopo una breve esperienza di collage a composizioni geometriche nere. Dal 1946, anno in cui risalgono le sue “geometrie nere”, inizia a sviluppare una pittura accentuatamente dinamica e nel 1951 con gli Scontri di situazione esprime la sua concezione ormai ben definita. La riflessione sui confini dell’arte lo porta a concentrarsi sullo spazio e poi anche sul tempo. La sua attività espositiva rimane viva anche negli ultimi anni di carriera e partecipa a molte mostre, vincendo anche prestigiosi premi. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. III, 2005, “Vedova Emilio”, p. 2366.

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Signora di campagna (1933); La nuova ecumene (1935); Paesaggio con gasometro (1938); Difesa di un fortino (1940); Ritratto della madre (1940); Gineceo (1941); Rosa che dorme con i girasoli (1942); Vigna morta (1942) - CESARE BREVEGLIERI (corrente): 2 Domenica ai giardini (1934); Il cacciatore a Lambrate - LUIGI BROGGINI: 3 Il carro (1933) scultura; Nudo (1934) scultura; Figura (1937) scultura - CORRADO CAGLI (corrente): 6 Capo Circeo (1933); Mirko a Monte Tarpeo (1933); Omaggio a Strawinsky (1933); Il trombettiere (1943); I napoletani (1944); Buchenwald (1945) - DOMENICO CANTATORE (corrente): 3 Donna appoggiata al tavolino (1939); Nudo nella stanza (1943); Donna di schiena (1945) - : 3 Giocatore di ping-pong (1935); Paesaggio romano (1940); Ragazzo che dorme - BRUNO CASSINARI (corrente): 8 Bozzetto della pietà (1942); Natura morta (1942) (2); Ritratto di Morlotti (1942); Il vecchio (1943); Ritratto di vecchia (1943); Il lume - : 2 Bagnante (1935); Natura morta (1937) - SANDRO CHERCHI: 1 La Maddalena (1939) scultura - GIGI CHESSA: 3 Autoritratto (1928); Figura al sole (1928); Natura morta (1928) - ANGELO DEL BON (chiarismo): 1 Paesaggio a San Siro - PERICLE FAZZINI (scuola romana): 2 Uscita dall’arca (1932) scultura; Ritratto di Ungaretti (1936) scultura - LUCIO FONTANA (astrattismo): 3 Le amanti dei piloti (1931) scultura; Le ospiti (1933) scultura; Scultura astratta (1934) scultura - NICOLA GALANTE (i 6 di Torino): 2 Collegno (1930); Paesaggio (1939) - TULLIO GARBARI: 1 Vigna (1933) - PIERO GAULI: 3 Autoritratto in rosso (1942); Fichi sul tavolo (1942); Paesaggio (1943) - FRANCO GENTILINI: 2 Ritratto del pittore Pinna (1936); Ragazze nello studio (1937) - LUIGI GROSSO: 1 Signora in abito da sera (1941) scultura - RENATO GUTTUSO (scuola romana): 8 Fucilazione in campagna (1938); Autoritratto (1939); Bicchiere rotto (1942); La crocefissione (1942); Natura morta con gabbia (1942); Ritratto di Moravia (1942); Battaglia e cavalli feriti (1942); Gott mit uns (1943) - VIRGILIO GUZZI (scuola romana): 4 Natura morta (1940); Nudo (1941); Natura morta (1944); La bottiglia di wisky (1945) - GUGLIELMO JANNI: 3 Cassandra (1934); Settimana di passione (1937); Tribunale (1937) - DINO LANARO: 2 Il muro rosso (1938); Paesaggio di giardino (1942) - CARLO LEVI (i 6 di Torino): 7 L’eroe cinese (1930); Il dormiente (1931); Ritratto di Rosselli (1932); Ritratto di Ginsburg (1933); Grassano come Gerusalemme (1935); Le figlie della strega e il bambino (1935); Campo di concentramento (1942) 30

- OSVALDO LICINI (astrattismo): 3 Paesaggio (1928); Ritmo rosso (1932); Natura morta - UMBERTO LILLONI (chiarismo): 1 Nudo azzurro (1938) - MINO MACCARI (corrente): 3 Illustrazione da “Il selvaggio” (1933); Promenade al Bois de Boulogne (1933); Al bar (1935) - MARIO MAFAI (scuola romana): 9 Case del Foro Romano (1930); Demolizione dei borghi (1939); Autoritratto (1941); Fantasia (1941) (3); Autoritratto (1942); Demolizione - ALBERTO MAGNELLI (astrattismo): 1 Rocce (1932) - GIACOMO MANZÙ (corrente): 4 Annunciazione (1931) scultura; Bassorilievo (1934); Generale col Cristo (1939) scultura; Ritratto della moglie (1939) - MARIO MARCUCCI: 1 Ritratto (1940) - PIERO MARTINA: 1 Ritratto di Carlo Levi (1942) - ONOFRIO MARTINELLI (scuola romana): 2 Natura morta in rosso (1938); Natura morta (1939) - QUINTO MARTINI - MARINO MAZZACURATI (scuola romana): 3 Maison Tellier (1932); Il “Dollaro” a Civitavecchia (1935); Il Conte Narciso (1937) scultura - GINO MELONI: 2 Donna astrale (1945); Donna sul divano (1945) - FRANCESCO MENZIO: 3 Figura con cappello (1929); Figura con vaso giallo (1930); Figura classica (1929) - GIUSEPPE MIGNECO (corrente): 4 L’uomo che legge il giornale (1940); Amanti (1940); I gamberetti (1940); Cacciatori di lucertole (1942) - LUIGI MONTANARINI: 2 Donne al bagno (1938); Nudi in un interno - ENNIO MORLOTTI (corrente): 5 Paesaggio (1939); Bucranio (1942); Natura morta (1942); Paesaggio di Mondonico (1942); Le donne di Varsavia (1945) - GABRIELE MUCCHI: 3 Ritratto di donna (1929); Nudo sul divano verde (1937); La madre del pittore (1942) - GIOVANNI OMICCIOLI (scuola romana): 2 Ritratto (1943); Orto n. 47 (1944) - GIOVANNI PAGANIN: 3 Maternità (1938) scultura; Figura (1939) scultura; Eva (1940) scultura - ENRICO PAULUCCI: 3 Fruttiera (1929); San Pietro di Novella (1930); Ulivi (1930) - CESARE PEVERELLI: 1 Natura morta (1942) - FAUSTO PIRANDELLO (scuola romana): 5 La madre (1931); Bagnanti (1935); Bagnanti sulla spiaggia (1935); La ciociara (1935); La volpe (1935) - ARMANDO PIZZINATO: 4 Natura morta (1943) (2); Ragazza dal tamburello (1943); Busto di donna (1944-45) - HIERO PRAMPOLINI: 2 La bottiglia nera (1939); Natura morta (1939) 31

- MARIO RADICE (astrattismo): 2 Composizione C.F.A. (1933); Composizione B.A.I.C. (1934) - ANTONIETTE RAPHAEL (scuola romana): 3 Simona in fasce (1928); Via del mare (1931); Le due sorelle - MAURO REGGIANI (astrattismo): 3 Composizione (1932); Composizione (1935); Composizione (1939) - MANLIO RHO (astrattismo): 1 Composizione (1934) - PAOLO RICCI: 3 Doppio ritratto (1930); Paesaggio della campagna napoletana (1935); Ritratto di Benedetto Croce (1941) - GIUSEPPE SANTOMASO: 2 Composizione con figura (1939); Natura morta (1941) - ALIGI SASSU (corrente): 7 I minatori (1928); I ciclisti (1931); I giocatori di dadi (1931); La fucilazione nelle asturie (1935); Caffè (1941); Concilio di Trento (1943); I ritratti di Piazzale Loreto (1944) - ANGELO SAVELLI: 1 Fiori sulla poltrona (1944) - SCIPIONE (scuola romana): 5 Cavalli al mattatoio (1929); Il cavallino; La via che porta a San Pietro; Studio di Piazza Navona (1929); Piramide di Caio Cestio - ATANASIO SOLDATI (astrattismo): 3 Provincia (1932); Composizione (1936); Composizione (1937) - LUIGI SPAZZAPAN: 6 Nudo femminile (Genia) (1927-36); Uomo con cravatta rossa (1927-36); Ritratto della modista C.M. (1937); Casa da thè (1939); Interno con figura maschile (1941-43); Crocefisso (1945) - GIOVANNI STRADONE (scuola romana): 2 Frammenti (1938); Paesaggio del Tevere (1943) - FILIPPO TALLONE: 1 Figura accoccolata (1935) scultura - ORFEO TAMBURI (scuola romana): 2 Piccolo nudo rosa (1939); Trinità dei Monti (1940) - FIORENZO TOMEA (corrente): 3 Maschere (1938); Candele e maschere 81942); La visita (1945) - ERNESTO TRECCANI: 3 I tetti (1941); Arlecchina (1942); Fucilazione (1943) - GIANFILIPPO USELLINI (corrente): 2 Le lavandaie (1934); Il diavolo (1943) - ITALO VALENTI: 2 I bicicli incantati (1938); Il bue squartato (1940) - EMILIO VEDOVA (astrattismo): 6 Autoritratto sul letto (1938); Composizione di musicisti (1943); La musica (1943); Vendemmia (1943); Assalto alle prigioni (1945); Bombardamento del villaggio (1945) - MARIO VITTORIO: 2 Il focolare (1931); Ritratto (1935) - GIUSEPPE VIVIANI: 2 La gamba sul tavolo (1939); Bicicletta e mare (1941) - TONO ZANCANARO: 4 Ritratto di mia madre (1936); Ritratto di mio padre che riposa (1940); Il gobbo (1943); Gibbo gran centurione gladiatorio (1944) - (scuola romana): 5 32

Solitudine (1937); Una rissa (1937); Donna che si trucca (1938); Faustina (1939); Ritratto di Lèlo Fiaux (1939).

FOTOGRAFIE

Figura 1 - Badodi, Presagio di Buchenwald (1938). Figura 2 - Birolli, Paesaggio con gasometro (1938).

Figura 3 - Cagli, Buchenwald (1945).

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Figura 4 - Cassinari, Ritratto di Morlotti (1942). Figura 5 - Guttuso, Got mit uns (1943).

Figura 6 - Mafai, Demolizione di borghi (1939).

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Figura 7 - Spazzapan, Interno con figura maschile (1941-43). Figura 8 - Vedova, Bombardamento del villaggio (1945).

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La mostra Il dopoguerra: la pittura italiana dal 1945 al 1955 (1962-1963) La mostra Il dopoguerra: la pittura italiana dal 1945 al 1955 curata da Renato Sitti131 e allestita presso il di Ferrara, da dicembre 1962 a febbraio 1963, si pone come la prosecuzione cronologica della precedente esposizione del ’60, Rinnovamento dell’arte in Italia: 1930-1945, e procede nell’analisi della tumultuosa situazione artistica italiana dell’epoca.

Del Guercio, membro della Commissione della mostra, sosteneva che il periodo preso in esame in questa rassegna non potesse essere analizzato criticamente con un certo distacco perché troppo vicino temporalmente, e per questo non comprensibile nella sua interezza, poiché ancora influenzato dalle opinioni critiche contemporanee ad esso. L’arco di tempo in esame non si poneva ancora con la precisa e definita chiarezza, con la stessa compiutezza, con la stessa possibilità di omologazione storica del periodo precedente132.

Gli anni dal 1945 al 1955, videro affacciarsi artisti di diversa caratura e stile e, sempre secondo Del Guercio, non si poteva dire ancora compiuto quel processo che, iniziato nei primi anni del Novecento, porterà al costituirsi di un vero e proprio movimento d’arte moderna133. Dopo le prime rivolte nei confronti del tardo ottocento italiano, molte cose mutarono, gli artisti intrapresero strade diverse per costruire un nuovo percorso artistico moderno, ma questi sforzi furono segnati ordinariamente dalla disorganicità e frammentarietà delle basi della cultura figurativa in Italia.

La prima metà degli anni ’40 si consuma quasi senza accadimenti degni di nota, o meglio con una storia che si mosse come appendice del movimento Corrente, contro i residui di ordine impartiti dal regime, all’epoca prossimo al collasso134. La seconda metà del decennio vide, invece, un’accentuata riflessione degli artisti su fatti e accadimenti internazionali, e grazie alla guerra, il dissesto dei vecchi equilibri in campo.

I movimenti e gli artisti che si formarono in quel decennio ebbero tre caratteristiche essenziali: la prima è il rapporto in parte intenso con i temi della ricerca filosofica, come l’irruzione delle

131 Renato Sitti (1923-1992), ex direttore del Museo del Risorgimento e della Resistenza e del Centro Etnografico di Ferrara, è autore di numerosi saggi e scritti che spaziano tra varie arti e tematiche: poesia, pittura, storia ed etnografia. Tra le pubblicazioni si ricordano: Boldini a Palazzo dei Diamanti (1960), Sul risorgimento ferrarese (1970), ed altro. G. Savioli, Renato Sitti: in memoria, in Atti e memorie, vol. 12, ser. 4 (1996), Rovigo, STER, pp. 23-24. 132 M. Poli-R. Sitti R. (a cura di), Il dopoguerra: la pittura in Italia dal 1945 al 1955, Ferrara, Comitato manifestazioni culturali, 1962, p. 19. 133 Ididem. 134 R. Barilli, Storia dell’arte contemporanea in Italia: da Canova alle ultime tendenze, Torino, Bollati Boringhieri, 2007, p. 383.

36 filosofie dell’esistenza135 (di cui Sartre136 è stato il rappresentante maggiore), il rilancio del marxismo, la ripresa dell’interesse per la psicologia del profondo; la seconda è il problema sul destino della creatività nell’era delle nuove scienze, tecniche e della produzione industriale di massa; l’ultima è l’interpretazione delle diverse problematiche in chiave conflittuale, fondata su criteri di contraddizione, di urto e di pressione intensa e urgente137. Per quanto riguarda il primo punto, sul piano delle idee, la crisi dell’arte vide il recupero critico dei grandi temi della cultura artistica della prima metà del secolo con l’obiettivo di collegarli alla prospettiva ideologica del marxismo, che coincise storicamente con la speranza rivoluzionaria della cultura europea tipica delle ideologie di sinistra138.

Gli anni in questione, furono quelli subito posteriori al secondo conflitto bellico, dove la violenza stravolse la realtà di tutti, artisti compresi. La guerra lasciò un segno ben visibile sul volto del bel paese, su quello dei cittadini, sul profilo delle città, sui monumenti storici e luoghi culturali d’interesse ma, più di ogni altra cosa, segnò profondamente gli animi di tutti e, gli artisti con una maggiore sensibilità, si trovarono a dover mettere in discussione le precedenti concezioni artistiche alla luce di quell’avvenimento. De Grada sostiene che in questo momento: “[…] l’arte italiana perde la sua serenità ottocentesca, in seguito al manifestarsi di una tragedia che lascia gli uomini impotenti. Ma dopo la guerra, come dopo un incubo, si sente l’esigenza di tornare alla semplicità, agli aspetti eterni della natura, di riscoprire la vita degli uomini che lavorano in campagna, sul mare”139. Finita la guerra, gli artisti ripresero a incontrarsi, scambiarsi idee e a dibattere sul tipo di arte che più rappresentava la nuova condizione umana.

135 L’Esistenzialismo, movimento di pensiero sviluppatosi tra il 1930 e il 1940, comprende diversi indirizzi al suo interno e interessa vari ambiti, dalla filosofia, alle arti e alla letteratura, affermando l’importanza del valore dell’esistenza umana individuale rispetto ad altri principi filosofici. Questa filosofia punta a valorizzare l’individuo e il suo carattere precario e finito sull’assurdo e il vuoto che caratterizzano la condizione dell’uomo moderno. Maximus – Dizionario Enciclopedico, cit., “esistenzialismo”, p. 950. 136 Jean Paul Sartre (1905-1980), filosofo francese, negli anni trenta si interessa alla fenomenologia di Husserl e all’analitica esistenziale di Heidegger. Interprete, nei primi anni dell’immediato dopoguerra, della profonda disgregazione dei valori tradizionali, sviluppa poi il suo pensiero e la sua vasta produzione letteraria in termini di costante polemica anti-borghese. Nel tempo, questa polemica subisce una profonda evoluzione. Nella seconda fase del suo pensiero, Critica della ragion dialettica del 1960, maturata dopo un lungo e attento ripensamento del marxismo e una serie di esperienze personali di lotta e azione politica, i problemi centrali non sono più l’individuo e la sua coscienza in rapporto al mondo esterno, ma il condizionamento sociale e storico dell’individuo. Maximus – Dizionario Enciclopedico, cit., “Sartre J. P.”, p. 2171. 137 A. Del Guercio, La pittura del novecento, cit., pp. 97-99. 138 G. C. Argan, L’arte moderna: 1770-1970, cit., p. 264. 139 R. De Grada, in M. Poli-R. Sitti (a cura di), Il dopoguerra: la pittura in Italia dal 1945 al 1955, cit., p. 12.

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Nelle occasioni ufficiali, le esposizioni artistiche furono interrotte pubblicamente prima della guerra nel 1942 con il Premio Bergamo140, che vide come protagonisti gli artisti del movimento Corrente, ma nella vita privata, sostiene Valsecchi141, l’attività creativa continuò a testimonianza del fatto che: “[…] per i veri artisti l’arte non è un fregio retorico, un’azione esornativa per i momenti distesi della vacanza, ma un modo sincero di essere, di manifestare la nozione della verità, di rappresentare la natura dell’uomo”142. Marchiori143, infatti, dichiarò che: “tra il 1945 e il 1946, nell’immediata reazione alla guerra, ci fu l’esigenza, sentita in modo collettivo, di ridare all’arte la perduta umiltà, il suo significato primitivo di lavoro manuale; di esaurire in un linguaggio anonimo l’individualismo prepotente e orgoglioso di un’arte senza distinzioni, giudicata come espressione della civiltà borghese finita nell’orrore delle stragi disumane”144.

Del Guercio sosteneva che la mostra qui esaminata fu utile per analizzare un periodo caratteristico dell’arte italiana del dopoguerra, ovvero quegli anni che vanno dal 1944 al 1948, dove si riscontrò una particolare congiunzione artistica denotata da nuove ricerche da parte di artisti dell’anteguerra e da alcuni giovani personalità di rilievo145. Prendendo spunto dalle lezioni delle avanguardie, nello specifico del Cubismo e dell’Espressionismo, i creativi meditarono e rielaborarono questi orientamenti espressivi adattandoli ai tempi a loro attuali senza trascurare le

140 Il Premio Bergamo è ideato e organizzato durante il regime fascista ed è promosso dall’allora Ministro dell’Educazione Nazionale Giuseppe Bottai. Questo nasce nel 1939 e si interrompe nel 1942, in quanto l’edizione prevista per l’anno successivo è sospesa a causa dell’inizio del conflitto bellico. La manifestazione non segue un preciso indirizzo stilistico o ideologico, ma assegna temi sostanzialmente di natura generica. Durante le quattro edizioni presero parte alle rassegna circa 330 artisti, tra cui: Capogrossi, Cassinari, De Pisis, Guttuso, Mafai, Pizzinato ed altri. Tra i vincitori delle edizioni: Mafai nel 1940, Cassinari nel 1941 e Guttuso nel 1942. AA.VV., Gli anni del Premio Bergamo: arte in Italia intorno agli anni Trenta, Milano, Electa, 1993, p. 20-22. 141 Marco Valsecchi (1913-1980) critico d’arte italiano tra i più attivi studiosi di arte contemporanea. Negli anni quaranta contribuisce alla scoperta critica di numerosi artisti stranieri ed italiani. La sintesi di questa sua attività è raccolta in Maestri moderni pubblicato nel 1957. I suoi interessi si spingono anche in altri campi, come la pittura lombarda e veneta, come testimoniano i testi: Il Piccio e gli artisti bergamaschi del suo tempo (1974) e La pittura veneziana (1954). Valsecchi è critico d’arte di Il Giorno, Il Giornale e del settimanale Tempo. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. III, 2005, “Valsecchi Marco”, p. 2346. 142 M. Valsecchi, in M. Poli-R. Sitti (a cura di), Il dopoguerra: la pittura in Italia dal 1945 al 1955, cit., p. 29. 143 Giuseppe Marchiori (1901-1982), critico d’arte e articolista rodigino, scrive diversi anni per il quotidiano ferrarese Corriere Padano. Dopo un inizio come pittore, durante il quale espone opere anche alla collettiva di Ca’ Pesaro dal 1925 al 1930, abbandona poi il campo per cimentarsi nella scrittura. Nel 1946 è tra i fondatori della Nuova Secessione artistica, diventata poi Fronte Nuovo delle Arti (1947-50), a cui partecipano Birolli, Vedova, Guttuso, Cassinari, Corpora, Morlotti, Afro, Santomaso e Pizzinato. Scrive su artisti italiani e stranieri tra i più significativi che, spesso, conosce personalmente e con i quali intrattiene lunghi rapporti epistolari. Nei primi anni cinquanta è, inoltre, nominato ispettore onorario ai Monumenti della provincia di Rovigo e partecipa in questa veste al censimento delle ville venete. S. Salvagnini (a cura di), Giuseppe Marchiori e il suo tempo. Mezzo secolo di cultura artistica e letteraria europea vista da un critico d'arte, (mostra Palazzo Roncale, Rovigo), Padova, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, 1993, p. 118. 144 M. Poli-R. Sitti (a cura di), Il dopoguerra: la pittura in Italia dal 1945 al 1955, Ferrara, Comitato manifestazioni culturali, 1962, p. 11. 145 M. Poli-R. Sitti (a cura di), Il dopoguerra: la pittura in Italia dal 1945 al 1955, cit., 1962, p. 23.

38 influenze dell’arte internazionale. Questo periodo artistico si può identificare come il tempo più vivace, magmatico e contrastato del novecento. È il racconto del voltar pagina, del cambiamento di una generazione alla ricerca, affannosa e creativa, di nuove possibilità espressive.

Nel 1945 si operò una vera e propria cesura rispetto all’arte espressionista di matrice tedesca, dalla pennellata agitata e secessionista e dai tagli occasionali. La nascita del movimento sociale rivoluzionario conseguente alla liberazione offrì gli spunti giusti per la ripresa della pittura a temi, e in breve tempo si riscontrò un’unità di generazione tra gli artisti che si mobilitano in varie posizioni, da Oltre Guernica al Fronte nuovo delle Arti. Questa stagione tuttavia durò poco e con la scomparsa del movimento antifascista ebbe inizio, anche nelle arti, il fenomeno della dispersione in più rami delle avanguardie.

Attraverso la ricostruzione storica dei movimenti artistici che segnarono il corso della storia dell’arte in quegli anni, si rende comprensibile perché tale periodo fu trattato durante la mostra ferrarese del ’62.

Nel 1943 fu redatto il primo documento che può essere considerato il predecessore del Realismo, nello scritto di De Micheli146, De Grada, Morlotti, Vedova e Treccani si condannavano la metafisica, il surrealismo, l’espressionismo, il novecentismo e si affermava la necessità di dare all’arte un carattere nazionale e popolare147. Diverse vicende politiche impedirono la pubblicazione del manoscritto ma questo circolò ugualmente qualche anno dopo nel 1944-45. De Micheli pubblicò, inoltre, nel 1946 il saggio Realismo e poesia, primo manifesto ufficiale del movimento (detto anche Oltre Guernica). Il Realismo nacque come rigetto dell’accademismo novecentista e soprattutto in opposizione al formalismo, termine negativo con il quale si comprendono tutte le avanguardie storiche che hanno costituito l’arte europea della prima metà del secolo giudicate inadeguate o devianti di fronte alle esigenze di formulare in immagini realistiche la storia presente148. Gli artisti manifestarono la funzione realistica dell’arte, con contenuti sociali e collettivi nuovi e attuali, fu inoltre rifiutato anche l’espressionismo perché giudicato troppo sentimentale, individualista,

146 Mario De Micheli (1914-2004), critico d’arte italiano, partecipa al movimento Corrente durante gli studi a Milano. Dà vita alla rivista Il Realismo. L’indirizzo realistico unito a una visione marxista dei problemi culturali è alla base del suo lavoro come critico d’arte all’Unità e della propria attività di studioso attento ai rapporti fra le arti. Tra le sue pubblicazioni si ricordano: Le avanguardie artistiche del novecento (1955), Idee e storie di artisti (1980), Difesa dell’immagine (1995) ed altre. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “De Micheli Mario”, p. 607. 147 G. De Marchis, L’arte in Italia dopo la seconda guerra mondiale, in Storia dell’arte italiana, F. Zeri (a cura di), vol. 7 (Il novecento), Torino, Einaudi, 1982, pp. 554-559. 148 Ibidem.

39 intimista e superficiale149. Tra tutte le arti, il linguaggio privilegiato nel quale si espresse il movimento, non è né la pittura né la scultura, bensì il cinema. Il realismo dell’immediato dopoguerra nasce e resta un’esigenza morale.

Nel 1947 con l’evoluzione del movimento secessionista in Fronte Nuovo delle Arti, si riuscì a superare il bipolarismo Roma-Milano con la convinzione da parte degli artisti di lavorare tutti assieme e in un'unica direzione, e Venezia rivestì in questo senso un ruolo di spicco nello scenario artistico italiano150. Venezia fu il luogo dove le Biennali diventarono veri e propri canali d’informazione e aggiornamento artistico del pubblico. A fare da mediatore e padrino di questo gruppo fu, tra i più quotati protagonisti dell’epoca, fu il critico Giuseppe Marchiori. Gli artisti che vi presero parte furono: Birolli, Vedova, Guttuso, Morlotti151, Viani152, Pizzinato153, Turcato154 e altri. Il movimento non ebbe la stessa matrice stilistica per tutti i partecipanti, non si identificò in determinati codici estetici, ma in un’appartenenza soprattutto generazionale. Nel tempo vi fu l’ampliamento del gruppo verso artisti nuovi, uniti sotto una stessa coscienza storica, come Afro155, Cagli, Mirko156, Treccani157 e altri. Nel luglio del ’47 ci fu la prima mostra organizzata del

149 Ibidem. 150 R. Barilli, Storia dell’arte contemporanea in Italia: da Canova alle ultime tendenze, Torino, Bollati Boringhieri, 2007, p. 385. 151 Ennio Morlotti (1910-1992), pittore lombardo, aderisce al gruppo Corrente passando poi attraverso le esperienze di Morandi e Picasso. Nel dopoguerra partecipa al movimento Fronte Nuovo delle Arti e aderisce nel 1952 al Gruppo degli Otto. Nella sua visione pittorica il fattore espressivo fondamentale è il colore, attraverso il quale esprime una pittura di stampo naturalista, lirica e impetuosa. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. II, 2005, “Morlotti Ennio”, p. 1510. 152 Alberto Viani (1906-1989), scultore italiano, si forma a Venezia con Arturo Martini, di cui diventa poi assistente all’Accademia delle Belle Arti. Nel 1946 prende parte al Fronte Nuovo delle Arti. Partecipa durante la sua carriera a diverse esposizioni: prima mostra alla Galleria della Spiga a Milano (1933), XXIV Biennale di Venezia (1948) e, nel dopoguerra, alla prima Quadriennale di Roma. Nel 1940 vince il Premio Bergamo. Nel 1943 sospende momentaneamente l’attività artistica per partecipare alla lotta di liberazione. La sua sperimentazione non interessa solo le forme, ma anche i materiali, utilizza infatti gesso, carta, marmo e bronzo. Attratto dalla suggestione delle opere di Moore, Arp e Brancusi, semplifica la resa formale dei corpi in forme più essenziali e pure. Durante la sua professione riceve vari premi, tra cui: nel 1966 l’internazionale di scultura e nel 1984 il premio Feltrinelli. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. III, 2005, “Viani Alberto”, p. 2391. 153 Armando Pizzinato (1910-2004), pittore italiano, allievo di Guidi negli anni trenta all’Accademia di Venezia. Nel dopoguerra è tra gli artisti che si approcciano al cubismo e alla lezione picassiana. Aderisce al Fronte Nuovo delle Arti e dal 1950 al movimento realista, a questo periodo risale in suo impegno civile e lavora spesso sul tema del lavoro e della libertà. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1952 e 1966 e ad altre mostre, anche antologiche. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. III, 2005, “Pizzinato Armando”, pp. 1785-1786. 154 (1912-1995), pittore lombardo, appartiene al movimento dell’astrattismo. Nel 1947 partecipa alla redazione del Manifesto del formalismo, poi l’anno successivo al Fronte Nuovo delle Arti e nel 1952 al Gruppo degli Otto. Negli anni ’80 inizia ad interessarsi anche alla scenografia. Espone al Palazzo delle esposizioni a Roma (1974), alla Galleria d’arte moderna (1986) e a Ca’ Pesaro (1990). L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. III, 2005, “Turcato Giulio”, p. 2320. 155 Afro, alias Oreste Basaldella (1912-1976), pittore friulano, considerato uno dei più rappresentativi dell’informale italiano. Espone da giovane assieme ai fratelli Dino e Mirko alla prima Mostra della Scuola Friulana d’Avanguardia (1928). Nel 1935 partecipa alla Quadriennale di Roma e l’anno successivo alla Biennale di Venezia, dove torna anche

40 movimento presso la Galleria della Spiga di Milano, alla quale partecipano anche altri creativi come Corpora158, Fazzini159 e Franchina160. L’anno successivo il Fronte partecipò anche alla Biennale di Venezia, la prima del dopoguerra. Tra gli artisti che parteciparono al Fronte Nuovo delle Arti alcuni di questi, come Guttuso, seguirono l’ammonimento di Togliatti161 a favore di un’arte riconoscibile, più confortevole e da questo prese vita, il Neorealismo. L’Italia in quell’epoca subì molti cambiamenti dal punto di vista politico sotto la guida di Togliatti, anche per quanto riguarda l’impianto economico. Lo stesso Togliatti classificò l’arte della Prima Mostra Nazionale di

nel ’40 e ’42. Partecipa alla Scuola Romana avvicinandosi a Scipione e Mafai, momento nel quale realizza diverse opere di pittura murale. Il 1940 è l’anno di svolta dove passa dal figurativo alla pittura astratta. Nel 1952 entra a far parte del Gruppo degli Otto e prende parte alla XXVI Biennale di Venezia. La consacrazione dell’artista arriva nel 1956 con l’assegnazione del premio come miglior pittore italiano alla Biennale. Tra il 1959 e il 1960 è occupato nuovamente all’estero e si reca spesso in America. Realizza mostre personali in varie città internazionali come: Cambridge, Parigi, Lucerna, Monaco e Berlino. Buon colorista e raffinato decoratore, influenzato dal cubismo di Braque, poi dall’espressionismo americano, si orienta infine verso un astratto e raffinato lirismo. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Afro”, p. 192. 156 Mirko Basaldella (1910-1969), scultore friulano, fratello di Afro, come lui realizza lo stesso percorso di formazione. Nel 1936 tiene la sua prima personale alla Galleria della Cometa. Autore di numerose sculture raffinate ispirate all’antica plastica mediterranea. L’opera più celebre è il cancello in bronzo per le Fosse Ardeatine a Roma (1950). Parallelamente alla produzione scultorea si interessa anche al disegno e pittura, realizzando un cospicuo corpus di opere e nel 1947 espone per la prima volta i suoi lavori alla galleria l’Obelisco di Roma. Partecipa alla Biennale del 1954 dove gli viene riservata una sala intera. Gli attribuiscono diversi riconoscimenti tra cui: il premio internazionale per la scultura a Carrara (1957), il primo premio per la scultura alla Quadriennale di Roma (1966) ed altri. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Basaldella Mirko”, p. 192. 157 Ernesto Treccani (1920-2009), pittore milanese, figlio del fondatore dell’enciclopedia Treccani. Dirige nel 1938 il settimanale di arti e lettere Vita giovanile che diventa poi Corrente, e con l’omonimo gruppo espone in diverse occasioni. Nel dopoguerra si avvicina al realismo e realizza opere di impegno sociale e politico utilizzando un linguaggio scarno ed essenziale. Espone in Italia e all’estero: Milano (1986), Mantova (1987), Padova (2001), Berlino (1981), Barcellona (1984 e 1987), Vienna (1989) ed altre. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. III, 2005, “Treccani Ernesto”, p. 2303. 158 Antonio Corpora (1909-2004), artista italiano, compie la sua prima formazione a Tunisi (città natale) e poi dal 1930 al ‘34 vive a Parigi, dove subisce l’influenza del cubismo. Dal 1934 al 1937 è a Milano e si avvicina all’astrattismo del gruppo di artisti riuniti attorno alla Galleria del Milione. Il 1939 è l’anno del ritorno al figurativo e il suo linguaggio si trasforma in una sorta di realismo espressionista. Nel dopoguerra aderisce al Fronte Nuovo delle Arti e poi al Gruppo degli Otto. Gli anni ’50 e ’60 lo vedono impegnato in composizioni di tipo astratto-informali. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Corpora Antonio”, p. 537. 159 Pericle Fazzini (1913-1987), scultore italiano legato alla Scuola Romana, scolpisce le prime opere in pietra e legno con una intonazione fortemente espressionistica, come ad esempio nel Ritratto di Ungaretti (1936). Nella sua ultima produzione prevale invece un gusto raffinatamente arcaicizzante, tra le sue opere di questo periodo si ricordano: la fontana dell’ENI (1961-65), la Resurrezione (1970-77) del Vaticano e il monumento a Padre Pio (1987) a San Giovanni Rotondo. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Fazzini Pericle”, p. 782. 160 Nino Franchina (1912-1987), scultore friulano, compie gli studi all’Accademia delle Belle Arti di . Si trasferisce poi a Milano dove entra in contatto con l’ambiente di Corrente. A Parigi si avvicina all’avanguardia e all’astrattismo, e frequenta Picasso, Calder ed altri. Le sue opere sono caratterizzate da forme geometriche realizzate su lamiera policroma e influenzate dal surrealismo. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. II, 2005, “Franchina Nino”, p. 859. 161 Palmiro Togliatti (1893-1964), uomo politico, tra i fondatori del PCI (Partito Comunista Italiano) nel 1921 né diventa uno dei massimi esponenti. È Ministro senza portafoglio nei governi di Badoglio e Bonomi, e di Grazia e Giustizia con Parri e De Gasperi. Nel 1956, dopo il Congresso del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica), propende per una via italiana al socialismo e poi per il policentrismo all’interno del comunismo internazionale. Maximus – Dizionario Enciclopedico, cit., “Togliatti Palmiro”, p. 2421.

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Arte Contemporanea del 1948 a Bologna in maniera dura e dispregiativa, come “raccolta di cose mostruose e di scarabocchi”162. Nel 1950 il movimento si sciolse e i singoli artisti continuarono le proprie ricerche in diverse direzioni.

Gli artisti che decisero di proseguire il proprio percorso in avanti fondarono poi il Gruppo degli Otto, con la convinzione che l’impegno politico-sociale non si trovi solo nei contenuti assunti, ma soprattutto nelle forme con cui questi vengono raggiunti e modellati163. Il loro impegno civile fu quello di agevolare la nazione a crescere lungo tappe che si lasciassero alle spalle l’arretratezza del mondo contadino per avanzare verso il progresso tecnologico. Rappresentante e bandiera del gruppo fu il critico d’arte Lionello Venturi, mentre tra i personaggi provenienti dal Fronte Nuovo delle Arti, Birolli e Afro, tennero il controllo rispettivamente della situazione artistica milanese e romana164. Gli artisti che aderirono al gruppo furono, oltre ai già menzionati, Moreni165, Corpora, Morlotti, Santomaso166, Turcato e Vedova. La prima mostra del movimento si svolse nel 1952 nel contesto espositivo per eccellenza, la Biennale di Venezia. Venturi in un testo di apertura alla mostra precisò che il Gruppo degli Otto prendeva le distanze dalla mera classificazione tra artisti realisti e astrattisti, e che il loro linguaggio pittorico prendeva le mosse sì dal cubismo, dall’astrattismo ed espressionismo, accettando però l’ispirazione da qualsiasi avvenimento senza negarla a priori167. Il critico sottolineò, inoltre, l’apertura verso le esperienze artistiche europee, riprendendo i propositi del Fronte Nuovo delle Arti, ma ribadendo la libertà d’espressione e il primato della coerenza formale dell’opera su qualsiasi condizionamento ideologico. Il gruppo non fu connotato dalla coerenza stilistica e identificare l’arte prodotta con il termine di “astratto-

162 G. Marchiori, Il Fronte Nuovo delle Arti, Giorgio Tacchini Editore, Vercelli, 1978, pp. 139-142. 163 R. Barilli, Storia dell’arte contemporanea in Italia: da Canova alle ultime tendenze, cit., pp. 389-390. 164 Ibidem. 165 Mattia Moreni (1920-1999), pittore italiano, si forma all’Accademia albertina di Torino con Maggi e Paulucci. Inizialmente legato ad una figurazione di tipo espressionista, si accosta poi allo stile informale. Dopo questa esperienza ritorna però alla figurazione segnata da una forte impronta di trasfigurazione lirica dell’oggetto, mediante una sorta di espressionismo crepuscolare. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. II, 2005, “Moreni Mattia”, p. 1507. 166 Giuseppe Santomaso (1907-1990), pittore veneziano, si forma sulla conoscenza delle avanguardie internazionali e dopo il secondo conflitto bellico è tra i firmatari della Nuova Secessione artistica Italiana. Nel 1952 prende parte al Gruppo degli Otto. Nella sua opera l’antica forza del colorismo veneziano approda a risultati di un astrattismo lirico, fino ad arrivare, tra il ’68 e ’69, alla monocromia dei quadri realizzati con una tecnica a spolvero di sua invenzione. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. III, 2005, “Santomaso Giuseppe”, p. 2064. 167 L. Venturi, Otto pittori italiani, De Luca Editore, Roma, 1952.

42 concreto” non sarebbe pienamente corretto, infatti, le differenze tra i singoli componenti furono accese e, dopo l’uscita di Morlotti e Vedova, il movimento si sciolse nel 1954168.

In quegli anni, oltre a raggruppamenti di artisti in movimenti eterogenei, esiti particolarissimi raggiunsero anche singole personalità, com’è accaduto nel caso di Fontana, dove a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta sviluppò la propria strada inconfondibile169. Con Fontana si realizzò una vera e propria cesura rispetto alle premesse e obiettivi delle avanguardie storiche (dalle quali nasceva), il suo operato stabilì una sorta di trasferimento della intenzionalità creatrice dall’opera all’ambito stesso, psicologico e visivo, di una realtà così fortemente segnata dalle nuove tecnologie e della scienza170. Questo trasferimento non si concretizzò come alienazione della capacità creativa umana nel prodotto tecnico o industriale, ma piuttosto come sforzo per annettere a quella capacità una dimensione utopico-scientifica intesa essenzialmente come moltiplicazione di libertà171. Lisa Ponti172 accolse il ritorno di Fontana in Italia nel ’47 con queste parole: “Fontana s’imbarca a piedi sul mare segreto della scultura spaziale: deve trovare, egli dice, un modo nuovo di scultura che, come la televisione, approfitti dello spazio, del moto e delle luci, ora che tutti i vecchi moti sono esauriti, per ridare vita all’arte”173. Nel Primo manifesto dello spazialismo (1947), sottoscritto da lui e da un gruppo di artisti e intellettuali che si riconoscevano nelle sue idee (come Joppolo, Kaisserlian, Milani), si evidenziarono i concetti di antimateria e gesto, auspicando l’unità di arte e scienza nel superamento di forme passate d’espressione174. Nella tematica dello “spazialismo”, il “buco” corrompe l’integrità di un piano spaziale, quale quello della tela o del dipinto. Fontana sostiene che: “la scoperta del cosmo è una dimensione nuova, è l’infinito: allora io buco questa tela, che era alla base di tutte le arti e ho creato una dimensione infinita, una x che per me è alla base di tutta l’arte contemporanea”175. Fontana eleva a mito l’artificiosità del mondo moderno, questa natura artificiale ha però la sua controparte nell’effimero, nella caducità del

168 R. Barilli, Storia dell’arte contemporanea in Italia: da Canova alle ultime tendenze, cit., pp. 391-394. 169 Ivi, p. 395. 170 A. Del Guercio, La pittura del novecento, cit., pp. 101-102. 171 Ibidem. 172 Lisa Ponti (Milano 1922), figlia dell’architetto Gio Ponti, è artista, scrittrice, collezionista e critica d’arte. Dal 1940 al 1947 scrive nella rivista del padre, Stile, pubblicata con Garzanti. Dal 1948 collabora con Domus, una delle più prestigiose riviste italiane di architettura e design. Tiene la sua prima mostra di disegni alla Galleria Toselli di Milano nel 1992 e nel 1998 organizza una personale presso la sala Nemesio Orsatti di Pontelagoscuro (FE). Realizza opere su carta decorate con disegni e collages in stile fiabesco. I suoi disegni sono spesso essenziali, interrotti, concepiti per far risaltare il foglio bianco. G. Turola, Lisa Ponti: una storia di amicizia, in La Pianura: mensile economico della Camera di Commercio, industria, artigianato e agricoltura di Ferrara, nr. 2 (set. 1998), Ferrara, pp.75-76. 173 L. Ponti, Prima astratto, poi barocco, ora spaziale, cit., in Domus, 229, IV, 1948, p. 36. 174 P. Campiglio, Fontana, Firenze-Milano, Giunti Editore, 2008, p. 22. 175 Ivi, p. 24.

43 momento176. L’innovazione dei concetti spaziali forati, la riduzione del dipinto a una superficie monocroma, la nozione concettuale di quadro-oggetto sono elementi che pongono Fontana come maestro dell’informale europeo e anticipatore del superamento dello stesso che si verificherà a livello internazionale a partire dal 1957-1958177. La Biennale di Venezia del 1954 segnò per l’artista l’inizio della diffusione delle sue opere, e la retrospettiva riscosse un certo apprezzamento anche da parte delle generazioni di artisti più giovani, nonostante la diffidenza espressa dalla critica ufficiale dell’epoca178.

In concomitanza con la nascita del Fronte Nuovo delle Arti, si formò a Roma nel 1947 un gruppo di artisti (per la maggior parte siciliani) che, attraverso il manifesto Forma 1, si prefissero l’obiettivo di sostenere un’arte strutturata, ma non realistica, e di indirizzare l’attenzione sulla forma e sul segno nel loro significato essenziale179. Il nome prese origine dall’omonima rivista che fu pubblicata in un solo numero a Roma nel 1947 per volontà di alcuni artisti: Turcato, Consagra180, Accardi181, Sanfilippo182, Guerrini183, Dorazio184 e Perilli185. Fu rivendicata l’autonomia

176 D. Carlesi, I pittori italiani dopo il novecento – prima serie: dal 1940, Milano, Vangelista Editore, 1970, p. 68. 177 P. Campiglio, Fontana, cit., p. 26. 178 Ivi, pp. 27-28. 179 R. Barilli, Storia dell’arte contemporanea in Italia: da Canova alle ultime tendenze, cit., p. 411. 180 (1920-2005), scultore siciliano, si forma nell’ambiente della pittura tonale romana, in seguito si dedica alla scultura simbolico-astratta in legno, marmo e ferro. Dalla fine degli anni sessanta si concentra principalmente su due filoni: il primo è l’utilizzo di nuovi materiali in rapporto alle nuove scoperte tecnologiche, il secondo la riscoperta del marmo e il rispetto per questo materiale. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Consagra Pietro”, p. 517. 181 (1924-2014), artista siciliana, si forma tra Palermo, Roma e Parigi. Nel 1947 aderisce al movimento Forma 1, di cui firma il manifesto. Partecipa alle Biennali di Venezia del 1948, 1964 e 1976. Nel 1956 tiene la sua prima mostra personale a Parigi. Fino agli anni sessanta la sua produzione artistica è di tipo astratta con echi costruttivisti, in seguito scopre la materia plastica come mezzo espressivo nella costruzione e decorazione degli oggetti. Espone le sue opere in Italia e anche all’estero. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Accardi Carla”, p. 24. 182 Antonio Sanfilippo (1923-1980), pittore siciliano, si diploma a Palermo con Consagra e Attardi, poi frequenta l’Accademia di Belle Arti di Firenze come allievo di Felice Carena. A causa degli eventi bellici è costretto a tornare in Sicilia e completare gli studi all’accademia di Palermo. Dopo una passione iniziale per la scultura si indirizza poi verso l’arte pittorica. Nel 1947 è tra i firmatari del manifesto di Forma 1, e frequenta lo studio di Guttuso. Con il gruppo espone a Praga, e più volte a Roma. Nel ’49 sposa l’artista Carla Accardi. Torna con la moglie più volte a Parigi, dove conosce Magnelli e Hartung. Espone alle Biennali del 1948, 1954 e 1964, e con una sala a lui dedicata nel 1966. Negli anni cinquanta realizza diverse personali a Roma, Firenze, Venezia ed altre città. Verso la fine del decennio inizia la sua attività espositiva anche all’estero: New York, Bruxelles, ed altre. Dopo aver sperimentato la vena cubista dove gli elementi sono organizzati in forme geometriche ma senza rigore, anzi con grande libertà, e aver risentito dell’influenza di Guttuso, si sposta verso una pittura più astratta, continuando a dare importanza alla forma. P. Bucarelli-F. Abbate (a cura di), Antonio Sanfilippo: opere 1949-1971, Erice, “La salernitana”, 1986. 183 Mino Guerrini (1927-1990), pittore, scultore, sceneggiatore, regista e attore italiano, idea e firma il manifesto del gruppo Forma 1. Nel 1948 partecipa alla Quadriennale di Roma. Realizza molte opere su carta e accantona successivamente la tela per la scultura. Tra gli artisti del gruppo rimane il più fedele al concetto iniziale della forma pura e scolpisce le pietre con rigore geometrico facendo però attenzione all’inclinazione della luce. In un secondo momento abbandona la scultura per dedicarsi al giornalismo e al cinema. P. Bucarelli-F. Abbate (a cura di), Antonio Sanfilippo: opere 1949-1971, cit.

44 dell’esperienza e della creatività dell’artista nei confronti di interferenze o codificazione accademica e di eventuali condizionamenti esterni al fatto creativo186. Questo movimento si pose a metà tra due tendenze allora in voga e opposte, cioè l’arte astratta e quella figurativa realista, di impegno civile187. Nel Manifesto gli artisti sostennero: “[…] Noi ci proclamiamo formalisti a marxisti, convinti che i termini marxismo e formalismo non siano inconciliabili, specialmente oggi che gli elementi progressivi della nostra società debbano mantenere una posizione rivoluzionaria e avanguardistica e non adagiarsi nell’equivoco di un realismo spento e conformista che nelle sue più recenti esperienza in pittura e in scultura ha dimostrato quale strada limitata e angusta esso sia”188. E ancora: “[…] Nel nostro lavoro adoperiamo le forme della realtà oggettiva come mezzi per giungere a forme astratte oggettive, ci interessa la forma del limone, e non il limone”189.

Con la breve esperienza del Gruppo Origine ci fu un nuovo modo di riferirsi al concretismo, che ebbe il merito di ripartire da zero rispetto alle precedenti istanze. Il gruppo nacque a Milano all’inizio degli anni cinquanta e rispose al binomio venturiano dell’astratto-concreto evidenziando la tendenza a usare un binomio stridente, con sacrificio reciproco delle due componenti della definizione190. Per gli artisti di Origine, nello specifico per Ballocco191, suo mentore, fu più utile andare ricercare un’origine incontaminata, al di fuori del binomio di opposti citati. I membri del

184 (1929-2005), pittore italiano, inizia giovanissimo a dipingere nell’immediato dopoguerra ed espone con il gruppo Arte Sociale di Roma, coltivando un interesse per il Futurismo. Negli anni si dedica sempre di più alla pittura astratta e nel 1947 prende parte al movimento Forma 1, accogliendo nella sua ricerca motivi futuristi e costruttivisti. Nel 1951 partecipa alla Triennale di Milano e nel 1952 collabora con il gruppo Origine. Fonda con Burri, Colla, Perilli e altri nel 1962 la rivista Arti visive. La sua ricerca si focalizza nel tempo verso l’uso del colore per definire lo spazio, prima con linee sottili poi via via con segni sempre più larghi. Espone a mostre personali in Italia e all’estero. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Dorazio Piero”, p. 669. 185 Achille Perilli (1927), artista romano, si forma in Italia e a Parigi. Nel 1947 è cofondatore del gruppo Forma 1. In seguito aderisce al MAC (Movimento Arte Concreta), nel 1948. Negli anni cinquanta fonda assieme a Colla, il gruppo Origine. La sua pittura in quel periodo è di tipo formale con valenze segniche, successivamente nelle sue opere inserisce elementi geometrizzanti. Partecipa a numerose mostre in Italia e all’estero, con presenza alla Biennale di Venezia nel 1962 e 1968, alla Triennale e Quadriennale. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. III, 2005, “Perilli Achille”, p. 1726. 186 P. Bucarelli-F. Abbate (a cura di), Antonio Sanfilippo: opere 1949-1971. 187 R. Barilli, Storia dell’arte contemporanea in Italia: da Canova alle ultime tendenze, cit., p. 412. 188 AA.VV., Forma 1 (Roma 1946/1949) (cat. mostra Palazzo del Popolo, Todi, 1976), Venezia, Alfieri, 1976. 189 Ibidem. 190 R. Barilli, Storia dell’arte contemporanea in Italia: da Canova alle ultime tendenze, cit., p. 401. 191 Mario Ballocco (1913-2008), artista astrattista milanese, fondatore del gruppo Origine. Si forma all’Accademia di Brera e nel 1947 in Argentina conosce Fontana, incontro che segnerà la sua futura concezione artistica. Fonda e dirige dal 1949 al ’52 la rivista AZ, e dal 1957 al ’64 la rivista Colore. Estetica e logica. La sua importanza è riconosciuta nell’aver contribuito alla diffusione del design e alle indagini sul colore e la percezione visiva. Durante la sua carriera cura diverse esposizioni, da quelle di design a quelle fotografiche. Espose alla Biennale di Venezia nel 1970 e nel 1986. P. Bolpagni (a cura di), Mario Ballocco, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2009, pp. 19-22.

45 movimento furono: Ballocco, Colla192, Capogrossi e Burri193 e il gruppo ebbe vita breve, nel 1951 i componenti decisero di sciogliere il sodalizio artistico.

Dopo la disgressione storica sui movimenti artistici che animarono il decennio a cavallo tra gli anni ’40 e ‘50, è opportuno ritornare sull’analisi della mostra Il dopoguerra: la pittura italiana dal 1945 al 1955. L’esposizione fu costituita da opere esclusivamente a carattere pittorico, come riporta il titolo stesso della mostra, e un solo artista che partecipò al Rinnovamento dell’arte in Italia con sculture, qui vi prese parte presentando quadri, si tratta di Fontana.

In questa rassegna fu dato ampio spazio alla pittura astratta diversamente dalla mostra che indagava il decennio precedente. Il dato figurativo fu comunque presente ma le due parti assunsero un peso più misurato ed equilibrato.

I soggetti rappresentati furono per lo più, escludendo il folto gruppo di opere astratte, ritratti e d autoritratti, mentre ai paesaggi e nature morte furono dedicati spazi più ridotti.

Tra gli artisti cui fu riservata una maggiore visibilità, troviamo: Birolli, Cassinari, Guttuso, Levi e Vespignani, che esposero un maggior numero di opere. Più della metà degli artisti partecipanti, esposero anche alla precedente mostra del ’60 e furono: Basaldella, Birolli, Cagli, Capogrossi, Cassinari, Fontana, Gentilini, Guttuso, Levi, Maccari, Mafai, Meloni, Migneco, Morlotti, Mucchi, Peverelli, Pirandello, Pizzinato, Santomaso, Sassu, Treccani, Vedova e Ziveri.

La componente artistica risulta essere sostanzialmente la stessa in entrambe le rassegne vista la cospicua parte di artisti presero parte ad ambedue le mostre, ma è possibile definire almeno due elementi distintivi fondamentali: il primo è che nella mostra in esame furono esclusi, o meglio la cerchia dei partecipanti fu più ristretta, si trattò, infatti, di un’esposizione più contenuta per

192 Ettore Colla (1896-1968), scultore italiano, dopo la prima formazione all’Accademia delle Belle Arti di Parma, si trasferisce a Parigi dove lavora negli ateliers di scultori come Bourdelle e Brancusi. La sete di conoscenza lo porta a visitare l’Europa frequentando lo studio di Lehmbruck a Monaco e quello di Rousseau a Bruxelles. Rientra poi in Italia e si stabilisce a Roma, dove subisce l’influenza di Martini ed inizia la sua produzione di busti in gesso e in terracotta policroma. Negli anni ’40 intraprende il graduale passaggio dalla scultura figurativa a quella astratta. Aderisce al gruppo Origine. Da questo momento alcune sue sculture in ferro diventano famose e il suo nome si afferma anche sulla scena internazionale. Nel 1964 partecipa alla Biennale con una sala a lui dedicata. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Colla Ettore”, pp. 493-494. 193 Alberto Burri (1915-1995), pittore italiano, si avvicina alla pittura durante la seconda guerra mondiale durante la sua permanenza in un campo di prigionia. La sua arte di tipo informale si avvale di varie materie: colori, terra, sabbia, sacchi, legno, catrame, metallo, e si ricollega al collage cubista e postcubista. La gradazione luminosa dei suoi colori crea di per sé delle strutture spaziali. Tra i fondatori di Origine, la sua ricerca negli anni ’50 e ’60 si rivolge all’arte informale. Nel tempo la sua attenzione si concentra anche su altri tipi di materiali, come la plastica trasparente, che ha utilizzato per collages e scenografie. Partecipa, inoltre, a varie manifestazioni artistiche tra cui nel 1984 e 1988 alla Biennale di Venezia. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Burri Alberto”, pp. 317-318.

46 quanto concerne il numero delle opere; il secondo è che cambiarono le tendenze da una all’altra, il figurativo in quel preciso momento cedette il posto all’astratto e alla nascita, ancora allo stato embrionale, dell’informale.

Di seguito l’elenco di artisti e opere in mostra:

- AJMONE GIUSEPPE: 2 Interno con natura morta (1952-53); Ortensie (1955) - ATTARDI UGO: 3 Natura morta (1945); La fine di un giorno (1945); Il muro d’ombra (1952) - BASALDELLA AFRO: 4 Composizione (1950); Composizione (1951); Cronaca nera (1953); Cronaca nera n. 2 (1953) - BIROLLI RENATO (nuova secessione) (fronte nuovo delle arti): 5 La donna e la luna (1946); Paesaggio Brettone (1949); Barche a Fano (1953); La luna nella roggia (1955); Incendio di giorno nelle cinque terre (1955) - BRINDISI REMO: 2 Composizione (1955); Uomini con colomba (1955) - CAGLI CORRADO: 2 Paesaggio (1951); Ritratto (1953) - CAPOGROSSI GIUSEPPE: 3 Superficie 77 (1951); Superficie 74 (1953); Superficie 378 (1954) - CARMASSI ARTURO: 2 Composizione (1949-50); Composizione (1950) - CASSINARI BRUNO (Corrente): 5 Paesaggio Stoppie (1946); Natura morta con fruttiera (1949); Ritratto (1949); Madre (1954-55); Festa nel porto (1954-55) - CHIGHINE ALFREDO: 3 Paesaggio (1946); Donna sdraiata (1953); Composizione (1954-55) - CLERICI FABRIZIO: 2 Il Minotauro accusa pubblicamente sua madre (1952); Il sonno romano (1955) - CRIPPA ROBERTO: 2 Composizione (1952); Composizione (1953) - DOVA GIANNI: 3 Natura morta con testa (1947-48); Natura morta (1952); Elementi del sole e della terra (1952) - FONTANA LUCIO (Spazialismo): 3 Concetto spaziale (1949); Attese (1951); Concetto spaziale verde-viola (1951) - FRANCESE FRANCO: 2 Ragazzo con vitello (1953); La madre (1952) - GENTILINI FRANCO: 4 Ragazze in periferia (1945); Composizione di figure (1946); Personaggi (1947); Piazza del Popolo (1951) - GUTTUSO RENATO (fronte nuovo delle arti): 5 La pesca del pesce spada (1949); Bambino del sud (1951); Lo sciopero nella miniera (1953); Donna nuda prona (1954); Eroina (1954) - LEVI CARLO: 5 Funghi (1947); Demetra e Persefone (1948); Ritratto di (1950); Melissa (1953); Lamento per Rocco Scotellaro (1953-54) - MACCARI MINO: 4 Conversazione (1954); tre figure (1954); I commendatori (1955); I commendatori incatenati (1955) - MAFAI MARIO: 4

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Paesaggio panoramico (1955); Tetti (1948); Natura morta con viole (1949); Fiori (1951) - MELONI GINO: 2 Donna brianzola (1950); Gallo sui tetti (1953) - MIGNECO GIUSEPPE: 3 Asino nero (1946); Il soldato (1947); Autoritratto (1947) - MORENI MATTIA: 2 Tramonto a Grado (1951); Bufera (1953) - MORLOTTI ENNIO (fronte nuovo delle arti): 4 Figura (1948); Motivo di granoturco (1954); Paesaggio (1955); Fiori (1955) - MUCCHI GABRIELE: 3 Contadina (1946); Legittima difesa (1950); Die ermorderte (1950) - MUCCINI MARCELLO: 1 Donna che si spoglia (1955) - PEVERELLI CESARE: 2 Composizione (1953); Orchidea nera (1955) - PIRANDELLO FAUSTO: 3 Bagnanti distese (1947); Autoritratto (1948); Forma sul mare (1948) - PIZZINATO ARMANDO (nuova secessione) (fronte nuovo delle arti): 3 Dragamine e faro (1947); Un fantasma percorre l’Europa (1950); Pesca in laguna (1951) - SANTOMASO GIUSEPPE (nuova secessione) (fronte nuovo delle arti): 3 Il paniere (1948); Strutture nella nebbia (1952); Dai concerti d’Arzignano (1953) - SASSU ALIGI: 3 Maison Tellier (1948); Minatori (1950); Patroclo (1951) - TETTAMANTI AMPELIO: 2 Bovisa (1947); Operai che mangiano angurie (1948) - TRECCANI ERNESTO: 3 Una fiaba lombarda (1946-48); Ritorno a Fragalà (1953); L’ultimo naviglio a San Marco (1954) - TURCATO GIULIO (fronte nuovo delle arti): 2 Ritratto di Luisa (1947); Primo maggio (1948) - VEDOVA EMILIO (nuova secessione) (fronte nuovo delle arti): 3 Osteria della libertà (1943); Reticolati (1946-51); Composizione (1954) - VESPIGNANI RENZO: 7 Saisa (1946); Rottami nel cortile della fabbrica (1946); Rifiuti che bruciano (1945); Casa e rottami (1945); Case sventrate (1945); Gobbo (1946); Personaggio (1947) - ZIGAINA GIUSEPPE: 2 Occupazione delle terre (1950); Ritorno dal bosco (1953) - ZIVERI ALBERTO: 3 Ritratto di giovane donna (1945); Ritratto di giovane (1948); Ritratto dell’architetto L. Quaroni (1949).

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FOTOGRAFIE

Figura 9- Attardi, Natura morta (1945). Figura 10 - Birolli, Paesaggio brettone (1949).

Figura 11 - Cassinari, Madre (1954-55). Figura 12 - Fontana, Concetto spaziale verde-viola (1951).

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Figura 13 - Levi C., Ritratto di Umberto Saba (1950). Figura 14 - Vespignani, Gobbo (1946).

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3. PALAZZO DEI DIAMANTI: MOSTRE DAL 1963 AL 1993

3.1 Palazzo dei Diamanti: nozioni storiche e ambiente espositivo Storia e architettura

Il Palazzo dei Diamanti è il complesso rinascimentale più conosciuto di Ferrara, il cui nome deriva dal caratteristico paramento esterno composto di pietre a forma di diamante194. L’edificio, progettato nel 1492 dall’architetto Biagio Rossetti195, fu commissionato da Sigismondo D’Este con lo scopo di simboleggiare il prestigio e la gloria della sua casata; la costruzione del palazzo ha interessato un lasso di tempo relativamente breve, dal 1493 al 1503, per una struttura architettonica di una tale dimensione196.

Analizzando il palazzo dal punto di vista architettonico, l’esterno è composto di particolari bugne a diamante disposte con il vertice leggermente inclinato, verso il basso nella fascia del basamento e verso l’alto nella fascia superiore, mentre nella zona mediana gli assi dei vertici sono disposti perpendicolarmente alla facciata197. Le bugne sono allineate in maniera alternata da fila a fila, creando un disegno che può essere interpretato in senso orizzontale, verticale, ma anche obliquo, arricchendo il valore plastico dell’insieme che, con le paraste e il balcone d’angolo, evidenzia la particolare dinamicità del Quadrivio degli Angeli.

194 M. A. Trasforini, La città d’arte come oggetto culturale. Ferrara: uno studio di cultura urbana, Polis, fascicolo 2, volume 15, 2001, pp. 249-268. 195 Biagio Rossetti (1447ca. – 1516), architetto ferrarese di età rinascimentale, durante la sua carriera lavora all’ampliamento di Palazzo Schifanoia a Ferrara e, dal 1483 è nominato Architetto e Ingegnere ducale. Nel 1492 elabora il piano di rinnovamento urbanistico di Ferrara, progettando, tra l’altro, l’abside del Duomo, la chiesa di San Francesco e il Palazzo di Ludovico il Moro. Riceve, inoltre, l’incarico da Ercole I d'Este a progettare il rinnovamento urbanistico della città, piano denominato “addizione erculea”, che diventa uno dei primi esempi d’impegno urbanistico concreto, svincolato dalle elaborazioni della “città ideale” e progettato in rapporto con lo sviluppo cittadino nel suo insieme. L’operazione di espansione della città offre così un volto nuovo a Ferrara. Maximus – Dizionario Enciclopedico, Novara, Istituto Geografico DeAgostini, 1993, “Rossetti Biagio”, p.2118-2119. 196 AA. VV., Il Palazzo dei Diamanti, in La tua Ferrara: mensile informazione e attualità locale, n. 3 (2000), Ferrara, Fabbri, p. 2.

197 L. Scardino, Guida turistica di Ferrara: 8 itinerari per scoprire la città, Ferrara, Musi, 1985, pp. 57-59.

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Figura 15- Palazzo dei Diamanti, Ferrara. (Foto di Melisenda2010 - © tutti i diritti riservati).

Figura 16 - Palazzo dei Diamanti, Ferrara. Dettagli facciata (foto di A. Acocella). Figura 17 - Palazzo dei Diamanti, Ferrara. Dettaglio angolare (foto di A. Acocella).

Il palazzo sorge al centro del suddetto spazio, ossia all’intersezione delle due arterie principali dell’addizione erculea, Corso Ercole I d’Este e Corso Biagio Rossetti e fu pensato e progettato per una visione diagonale, essendo proprio l’angolo il suo punto focale198.

198 C. Bassi, Il palazzo dei Diamanti in Ferrara 1492-1992. La strada degli angeli e il suo quadrivio, utopia disegno e storia urbana, Ferrara, 1992, p. 147.

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Figura 18 – Il Quadrivio degli Angeli, Ferrara (da C. Di Francesco).

Il fabbricato rappresenta una sintesi tra vecchio e nuovo, tra antico e odierno, fra tradizione e modernità, proprio per la posizione nella quale sorge, diventa punto di raccordo tra la città medievale, sviluppata attorno al Duomo e al Castello, e la città rinascimentale, destinata ad avere come centro Piazza Nuova, oggi Piazza Ariostea199.

Il Palazzo dei Diamanti rappresenta una delle tappe fondamentali dell’intervento urbanistico realizzato da Rossetti per la casata d’Este, che vede modificare sensibilmente l’aspetto urbanistico di Ferrara. Prima dell’addizione “erculea” (dal nome del suo fautore), la città era già stata interessata da operazioni urbanistiche che avevano gettato le basi per i successivi interventi. La prima “addizione”, infatti, risale al 1386 e fu affidata a Bartolino da Novara, l’ingegnere militare che avrebbe successivamente costruito il Castello di Ferrara200. Bartolino eresse una cinta muraria attorno all’area da urbanizzare, che fu divisa in lotti pressoché regolari da una maglia viaria determinata dall’innesto di strade trasversali su un asse longitudinale, disposti parallelamente al fiume Po201. A questo intervento seguì la seconda “addizione”, iniziata da Leonello e terminata da Borso nel 1466, che ebbe le stesse finalità e metodi operativi della precedente e portò a un’ulteriore espansione dei limiti meridionali della città202.

199 M. Toffanello, Ferrara. La città rinascimentale e il delta del Po, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2005, pp. 87-90. 200 Ibidem. 201 S. Bertelli, F. Cardini, E. Garbero Zorzi, Le Corti italiane del Rinascimento, Milano, Mondadori, 1985, pp. 182-183. 202 Ivi, pp. 184-185.

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Il terzo intervento, la vera e propria “addizione erculea”, permise all’area urbana ferrarese di estendersi fino a raddoppiare la propria superficie, rivelandosi un’impresa più ambiziosa rispetto alle precedenti e rendendo concreto una nuova concezione di abitato cittadino, che si evolve rispetto ai tipici impianti medievali203. Questo ha permesso di realizzare importanti palazzi cittadini come: Palazzo medico ducale Francesco Castelli, Palazzo Bevilacqua, Palazzo dei Diamanti e Palazzo Turchi204. L’architetto Rossetti con questa operazione reinterpretò i principi rinascimentali fiorentini alla luce della tradizione costruttiva locale, nonostante l’impostazione topologica di base tipica del castrum romano205 che prevede l’applicazione di determinati criteri geometrici nella disposizione della pianta206. Il risultato urbanistico contrappone quindi il carattere regolare delle strade rettilinee fiancheggiate da palazzi sfarzosi, a quello più raccolto della città vecchia, che interagiscono tramite precisi raccordi stradali.

L’ampliamento della città può essere considerato un intervento complesso e collocato all’interno del processo che porterà alla nascita della futura urbanistica moderna, la cui importanza non risiede solo nelle dimensioni dell’opera ma soprattutto nell’originalità della sua concezione che riesce ad accordare la volontà di autorappresentazione simbolica della corte come da ideali umanistici, con le esigenze funzionali della città reale207. La volontà del Duca di essere riconosciuto come mecenate delle arti e dell’architettura, non esclude l’attenzione verso le esigenze concrete della popolazione, come il notevole sviluppo demografico e la necessità di rendere la città più sicura da punto di vista difensivo, messo a dura prova durante la guerra contro Venezia208.

L’impianto che Ferrara ha assunto, dopo l’ultimo intervento urbanistico, è stato quello di una capitale, continuità è stata la parola chiave utile a identificare la struttura cittadina: il tessuto urbano è stato progettato e integrato senza creare fratture, e risulta per questo libero di espandersi209. La pianificazione della progressiva e futura espansione edilizia ha permesso a Ferrara di potersi sviluppare in modo non traumatico all’interno delle proprie mura, consentendo

203 P. De Vecchi, E. Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999, p. 113. 204 M. Toffanello, Ferrara. La città rinascimentale e il delta del Po, Roma, cit., pp. 87-90. 205 Con il termine castrum o castro romano si indica la fortezza costruita in pianta stabile o temporaneamente per un’unità dell’esercito romano. È l’elemento base della forza militare dell’esercito romano. Il castro assume l’aspetto di piccole città con vari servizi al suo interno. Il castro ha una pianta regolare ed è suddiviso in cardo e decumano, dalla cui intersezione nasce una croce. P. Connolly, Greece and at war, Londra, 1998, p. 14. 206 S. Bertelli, F. Cardini, E. Garbero Zorzi, Le Corti italiane del Rinascimento, cit., p. 200.

207 S. Zuffi (a cura di), La Storia dell’Arte: il Quattrocento, vol. 6, Roma, Editoriale L’Espresso, 2006, p. 51. 208 Ivi, p. 52. 209 Ivi, p. 142.

54 di poter ragionare sul recupero delle sue forme collegabili in una rete di nuove valorizzazioni d’uso210. Secondo Benevolo in questo consiste la modernità di Ferrara, nel formulare un piano, un disegno coordinatore di singoli interventi211. Il piano è moderno e anticipa gli sviluppi urbanistici futuri proprio in virtù dell’avvenuta separazione delle scelte in due gruppi distinti, ossia in scelte urbanistiche e scelte architettoniche. Il fervore della vita culturale della corte e della città, avviato da Lionello d’Este, “conduce, verso la fine del quattrocento, a una trasformazione dell’organismo urbano senza paragone in Europa per la vastità del disegno”212. Proprio per questo motivo Zevi chiama: “Ferrara la prima città moderna”213.

Ripercorrendo a tappe la storia dell’edificazione del palazzo si può desumere che l’edificio, progettato e realizzato dall’architetto Rossetti, nel 1496 sarebbe già dovuto essere pressoché terminato. Il cronista dell’epoca de’ Bianchi afferma che in quell’anno il palazzo era << […] molto alto e la fazada ascharpada de fora a malmora e diamanti […] >>214, ciò significa che i lavori di costruzione del palazzo erano giunti a uno stadio molto avanzato e che addirittura il paramento esterno era praticamente ultimato.

Secondo le fonti, le sculture della facciata del palazzo furono assegnate a Gabriele Frisoni215, i lavori di falegnameria a Paolo da Tamara, mentre a Bartolomeo Tristano fu affidata la direzione del cantiere come responsabile e capomastro, con il compito di far eseguire materialmente le opere216. Le paraste in pietra d’Istria che caratterizzano l’angolo del palazzo che si affaccia sulla

210 J. Bentini (a cura di), La Pinacoteca Nazionale di Ferrara: catalogo generale, Nuova Alfa Editoriale, Bologna, 1992, p. XI. 211 L. Benevolo, Storia dell’architettura del Rinascimento, Laterza, Bari, 1968. 212 B. Zevi, Saper vedere la città: Ferrara di Biagio Rossetti, la prima città moderna, Torino, Einaudi, 1997, p. 44-45. 213 Ivi, p. 131. 214 Jacopo de’ Bianchi, chiamato Lancellotti, scrittore, banchiere, notaio, riceve dal Duca Alfonso d’Este importanti onorificenze e l’incoraggiamento a proseguire la sua opera di cronista. J. De’ Bianchi, Cronaca modenese, in Serie delle cronache, Mon. Di Storia patria delle prov. Modenesi, 1861, p. 62. 215 Gabriele Frisoni, taglia pietra e lapicida originario di Mantova, le notizie esistenti su di lui sono poche e frammentarie, è documentata la sua presenza a Ferrara nel 1485 in seguito ad un atto di pagamento del duca Ercole D’Este per la fornitura di pietre per una stanza del suo palazzo. A Ferrara lavora per la committenza estense e dal 1486 inizia a collaborare con Biagio Rossetti, architetto ducale, con il quale avvia un importante sodalizio artistico fondamentale per la sua carriera. Inoltre, intesse rapporti anche con altre famiglie di committenti come Opizzi, Rainaldi e altri. Nel 1495 Frisoni e Rossetti si impegnano a completare il palazzo cittadino di Sigismondo d'Este, oggi palazzo dei Diamanti, ma nel 1503 abbandonano l'incarico e sono sostituiti da Cristoforo da Milano. A Frisoni è assegnata la realizzazione del pilastro d'angolo del palazzo dei Diamanti, un elemento importante per la qualità architettonica e per l'impatto di definizione urbanistica: la grande struttura si evidenzia per il raffinato rilievo che lo decora. Realizza anche altri interventi importanti in diversi edifici ferraresi: palazzo di Giacomo Trotti, palazzo di Pandolfo Cabianca, palazzo sulla via degli Angeli, l'attuale Corso Ercole I d'Este. Non si conosce l'anno esatto di morte ma nel 1507 risulta essere già deceduto. P. Kehl, Il progetto originario e le modifiche del XVI secolo, in Palazzo dei Diamanti. Contributi per il restauro, Di Francesco C. (a cura di), Ferrara, 1991, pp. 91-99. 216 F. Scafuri, Il palazzo dei Diamanti, Ferrara, Comune di Ferrara, 1995, p. 10.

55 strada (realizzate da Frisoni), furono ideate con una decorazione a candelabra e interrotte al centro da un piccolo balcone con balaustra, creando nell’insieme un punto di vista privilegiato per immaginare la fuga prospettica desiderata da Rossetti217.

Il cortile interno è nobilitato da un portico con colonne e capitelli scolpiti da Frisoni. Il giardino, di gusto cinquecentesco, è abbellito da un portale, proveniente dalla demolizione di un antico magazzino di granaglie, e da un pozzo centrale decorato con rilievi di fogliame e stemmi estensi218.

Per quanto riguarda la particolarità del nome assegnato a questo edificio, lo storico Luigi Napoleone Cittadella219 sosteneva che il palazzo dei Diamanti, già nel 1543, fosse stato soprannominato in quel modo in virtù della dicitura che lui stesso aveva rinvenuto nell’archivio comunale ferrarese durante le sue ricerche220.

In seguito alla costruzione del palazzo e, nel corso del ‘500 (almeno fino al 1558), non si rilevano notizie degne di nota sull’edificio per mancanza di documentazioni d’archivio.

Un recente studio, eseguito dalle Soprintendenze ai Beni Architettonici di Ravenna e dei Beni Artistici e Storici di Bologna durante il restauro del palazzo, ha riscontrato che l’edificio avrebbe subito delle trasformazioni importanti che avrebbero mutato sensibilmente il suo aspetto originario221. Gli interventi che interessarono il prospetto delle facciate furono: la sostituzione e lo spostamento delle finestre della facciata principale su Corso Ercole I d’Este e di quelle del piano

217 C. Di Francesco, Palazzo dei Diamanti: la vicenda di un restauro ancora incompiuto in Quaderni di Soprintendenza / Ministero per i beni culturali e ambientali, Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici, Ravenna, Longo, n. 1, 1995, pp. 27-36. 218 L. Scardino, Guida turistica di Ferrara: 8 itinerari per scoprire la città, cit., p. 59. 219 Luigi Napoleone Cittadella (1806-1877), ingegnere civile originario di Ferrara, rimane orfano da giovane e compie gli studi liceali presso i gesuiti. Frequenta l’università d’ingegneria civile, conseguendo il titolo di baccelliere. Nel 1834 è assunto fra il personale amministrativo del Comune di Ferrara, dove esercita le funzioni di segretario delle commissioni di sanità e di belle arti ed è incaricato di redigere gli inventari dell'Archivio storico. Le mansioni comunali gli permettono di intraprendere il progetto di ricerca che avrebbe sempre voluto sviluppare: portare a termine degli studi sui monumenti e l'arte locale, che pubblica fra il 1843 e il 1860. Il Cittadella nel 1862 è designato alla direzione della Biblioteca comunale, dove può riprendere e ampliare la sua produzione storico-erudita, dal volume di Notizie relative a Ferrara pubblicato nel 1864, ricchissima silloge di minuzie e curiosità storiche messe insieme in ventott'anni di custodia dell'Archivio municipale. L’opera è divisa in due parti: la prima, amministrativa e storica, fornisce informazioni intorno all'amministrazione comunale, mentre la seconda è dedicata all’arte e alle manifatture. Lascia incompiuta questa iniziativa a un anno dalla morte, avvenuta a Ferrara nel 1877. L. N. Cittadella, Autobiografia del cav. Luigi Napoleone Cittadella storico ferrarese, Ferrara, Tipografia Ferrariola, 1913. 220 C. Bassi, Il Palazzo dei Diamanti in Ferrara 1492-1992. La strada degli Angeli e il suo quadrivio, utopia disegno e storia urbana, (a cura di) C. Bassi, M. Peron, G. Savioli, Ferrara, 1992, p. 147. 221 G. Papillo, Il rilievo architettonico come strumento di lettura critica della facciata est, in C. Di Francesco (a cura di), Palazzo dei Diamanti – Contributi per il restauro, Ferrara, 1991, pp. 61-90.

56 nobile del fronte su Corso B. Rossetti; la sopraelevazione del cornicione e del tetto; l’ampliamento verso sud del prospetto su Corso Ercole I d’Este222.

Si ritiene oggi che l’aspetto attuale del palazzo sia il risultato di trasformazioni architettoniche operate nel tardo cinquecento, che modificarono parzialmente l’idea originale di Rossetti, inoltre, la sua struttura interna, caratterizzata da tre ali distinte su una pianta a U originariamente simmetrica, è stata probabilmente alterata da rifacimenti seicenteschi223.

Il palazzo fin dalla sua nascita e per molto tempo, è stato di proprietà degli Este, anche se insediato in maniera discontinua dalla discendenza fino alla devoluzione di Ferrara alla Santa Sede nel 1598.

Ripercorrendo le tappe cronologiche dei vari trasferimenti di proprietà del palazzo, si può riscontrare che nel 1559 Ercole II d’Este lasciò l’abitazione in testamento al suo secondogenito, il Cardinal Luigi, assieme ad una somma di 600 scudi d’oro per concludere la fabbrica e 14000 scudi d’oro per l’abbellimento interno delle stanze con suppellettili, tappezzerie e argenti224. Il nuovo proprietario fece realizzare, infatti, tra il 1567 e il 1570, dall’architetto Galeazzo Alghisi da Carpi225, lo scalone d’onore e la copertura dell’ampio salone al primo piano226. In seguito il Cardinale lasciò in eredità l’edificio a Cesare d’Este nel 1586, cugino del duca Alfonso II d’Este, che abitò il palazzo con la moglie Virginia de’ Medici fino alla Devoluzione della città227. Il palazzo in quel periodo fu riccamente abbellito con la decorazione di tre ambienti che si affacciano su Corso Rossetti e che coincidevano con l’appartamento di Virginia de’ Medici, il pittore Giulio Belloni fu incaricato di

222 Ibidem. 223 C. Di Francesco, Palazzo dei diamanti: la vicenda di un restauro ancora incompiuto in Quaderni di Soprintendenza / Ministero per i beni culturali e ambientali, Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici, Ravenna, Longo, n. 1, 1995, pp. 27-36. 224 L. N. Cittadella, Notizie Amministrative Storiche, Artistiche relative a Ferrara, 1868, vol. I, p. 347. 225 Galeazzo Alghisi (1523-1573), conosciuto come Galeazzo da Carpi, architetto e ingegnere militare, collabora alla progettazione di Palazzo Farnese a Roma, a Loreto è impegnato nella costruzione della Basilica della Santa Casa e a Macerata inizia il tempio di Santa Maria delle Vergini. Arriva a Ferrara nel 1558 per lavorare per la corte estense e vi rimane fino al 1573. Nella città costruisce il campanile della Chiesa di San Cristoforo alla Certosa e si occupa di alcuni interventi nel Castello. Tra il 1567 e il 1570 lavra al rifacimento del palazzo dei Diamanti dove, in un documento del 1558, risulta alloggiato in qualità di architetto. Maximus – Dizionario Enciclopedico, Novara, Istituto Geografico DeAgostini, 1993, “Alghisi Galeazzo”, p. 92. 226 S. Cavicchioli, La decorazione di palazzo dei Diamanti al tempo di Cesare d’Este, in La Pinacoteca Nazionale di Ferrara. Catalogo generale, J. Bentini (a cura di), Bologna, 1992, pp. XXV – XLIII. 227 S. Cavicchioli, Nei secoli della magnificenza. Committenti e decorazione d'interni in Emilia nel Cinque e Seicento, Argelato (BO), Minerva, 2008, pp. 105-125.

57 decorare i soffitti a cassettoni e i fregi della stanza matrimoniale e di quella del parto228. Uno degli ambienti più suggestivi è proprio la camera matrimoniale che conserva quasi intatta la decorazione originaria, infatti, sopra il letto, si trova un affresco raffigurante divinità e scene che simboleggiano il tema della fedeltà coniugale229. Di lato a questa stanza si trovano le vestigia di un antico camerino, che conteneva probabilmente i preziosi volumi di Cesare, il cui soffitto si dice fosse stato decorato da Gaspare Venturini230. All’epoca di Cesare d’Este, il Salone d’onore era un luogo destinato a sfarzosi ricevimenti, di ampio volume e con un prezioso soffitto tardo cinquecentesco, e fu scelto per la celebrazione dei giochi in onore del matrimonio tra Cesare e Virginia.

Figura 19 - Pianta piano nobile di Palazzo dei Diamanti con i locali dell'appartamento di Virginia de'Medici (da C. Di Francesco).

228 J. Bentini (a cura di), Sovrane passioni: studi sul collezionismo estense, Milano, F. Motta, 1998, p. 14. 229 C. Di Francesco, Palazzo dei diamanti: la vicenda di un restauro ancora incompiuto cit., pp. 27-36. 230 Gaspare Venturini, pittore ferrarese, si forma nell’ambiente del manierismo del capoluogo assieme a Scarsellino e Bastarolo. Realizza tra il 1580 e il 1590 la decorazione dei soffitti di Palazzo dei Diamanti. Crea prevalentemente opere a carattere religioso per chiese. G. Degli Espositi, Gaspare Venturini in Bastianino e la pittura a Ferrara nel secondo Cinquecento, J. Bentini (a cura di), Bologna, Nuova Alfa editoriale, 1985, pp. 172-173.

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Nonostante la devoluzione allo Stato Pontificio e il trasferimento degli Este a Modena, il palazzo rimase comunque di proprietà della casata. Nel 1641 l’edifico fu ceduto da Francesco I d’Este, nipote e successore di Cesare, al marchese Guido I Villa, che negli anni apportò delle modifiche al palazzo, come l’aggiunta delle modanature sul portale d’ingresso e il posizionamento delle due candelabre laterali231. La dinastia dei Villa abitò il palazzo per anni ma gli eredi, dopo la morte nel 1808 dell’ultimo discendente diretto, lasciarono disabitato il palazzo causandone il conseguente e inevitabile deperimento fisico.

Nel 1842 il palazzo passò sotto la proprietà dal Comune di Ferrara, gli ambienti furono destinati a nuovi utilizzi e adibiti a ospitare la Pinacoteca232 e l’Ateneo Civico della città233.

231 J. Bentini, La Pinacoteca Nazionale di Ferrara: origini, acquisizioni, restauri in J. Bentini (a cura di), La Pinacoteca Nazionale di Ferrara. Catalogo generale, Bologna, Nuova Alfa editoriale, 1992, p. XII. 232 La Pinacoteca Nazionale ferrarese, collocata al primo piano del Palazzo dei Diamanti, ospita importanti dipinti della scuola ferrarese che comprendono il periodo storico tra il Duecento e il Settecento di artisti come: Serafino De’ Serafini, Gentile da Fabriano, Cosmé Tura, Ercole De’ Roberti, Vicino da Ferrara, Michele Pannonio, Andrea Mantegna, Garofalo, , , Ortolano, Manieri, Panetti, Coltellini, Maestro dagli Occhi Spalancati e tanti altri. La formazione del nucleo originario della pinacoteca fu dovuta a circostanze di salvaguardia del patrimonio locale, compromesso da un destino di degrado sempre più accelerato dopo le soppressioni napoleoniche e l’attività speculativa sulle vendite dei beni delle chiese e dei conventi e, non ultima, quella sulle collezioni private. J. Bentini, La Pinacoteca Nazionale di Ferrara: origini, acquisizioni, restauri in J. Bentini (a cura di), La Pinacoteca Nazionale di Ferrara. Catalogo generale, Bologna, Nuova Alfa editoriale, 1992, p. XII-XIV.

233 Ibidem.

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Figura 20 - Pianta del piano terra del Palazzo dei Diamanti, Ferrara (da C. Di Francesco).

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Figura 21 - Pianta piano nobile del Palazzo dei Diamanti, Ferrara (da C. Di Francesco).

Con lo scopo di mettere in sicurezza l’edificio degli esperti fecero una stima degli interventi da apportare e furono commissionati diversi interventi di riparazione e abbellimento234. La Pinacoteca, collocata nei primi cinque locali del piano nobile dell’edificio, rappresentava un deposito di opere artistiche locali visibile e fruibile dai cittadini, restituendo così alla città il suo volto abituale depauperato, da più di due secoli, da un governo centralizzato che aveva bramato di

234 Ibidem.

61 cancellare le testimonianze più significative del potere estense. Ferrara negli anni aveva subito alla fine del cinquecento un processo di periferizzazione della cultura in seguito al trasferimento della corte estense a Modena e il governo del papato, aveva favorito l’allontanamento e il trasferimento di molte opere artistiche verso Roma e altre sedi, privando i cittadini della loro memoria storico- artistica locale.

Agli inizi del novecento il Palazzo dei Diamanti accolse il Museo del Risorgimento Italiano che fu allestito nelle sale del piano terra e, dagli anni trenta ai settanta nel piano nobile fu ospitata la Mostra di Pittura Ferrarese del Rinascimento235. Con la seconda guerra mondiale il palazzo subì gravi danni in seguito ai bombardamenti e il museo fu quasi completamente distrutto, per il ripristino e la nuova apertura al pubblico del complesso architettonico si dovette attendere fino al 1958, nonostante le prime riparazioni iniziarono diversi anni prima, nel 1945236.

Figura 22 - Pianta piano terra del Palazzo dei Diamanti dopo il restauro del secondo dopoguerra (da C. Di Francesco).

235 La Mostra di pittura ferrarese del Rinascimento aperta al pubblico nel 1933 presso il Palazzo dei Diamanti, curata da Nino Barbantini, è stata una delle manifestazioni più significative tra le innumerevoli tenutesi a Ferrara per il quarto centenario della morte dell’Ariosto, sia da un punto di vista artistico e culturale, ma anche per fini politici e propagandistici. L’esposizione, con più di 250 opere del Rinascimento ferrarese ed emiliano, ha attirato un gran numero di visitatori, circa 215.000 persone provenienti da ogni parte del mondo. La traccia su cui Barbantini imposta inizialmente il progetto è un’esaustiva trattazione dell’arte del quattrocento, che si potrebbe datare dal 1450 quando inizia l’attività di Tura a poco dopo la morte di Roberti, avvenuta nel 1496, ma durante lo sviluppo del progetto il curatore decide di comprendere anche l’arte del cinquecento. S. Onofri, C. Tracchi (a cura di), L’indimenticabile mostra del ’33, Ferrara, TLA, 1933, pp. 30-33. 236 AA.VV., Il Palazzo dei Diamanti cit., pp. 2-3.

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La Soprintendenza nel 1976 e 1982 si impegnò a effettuare restauri di ristrutturazione, ampliamenti e riqualificazioni espositive con l’obiettivo di accrescere gli ambienti destinati alla Pinacoteca237.

Il piano inferiore dell’edificio, ora accoglie le Gallerie d’arte Moderna e Contemporanea, che ospitano mostre temporanee di una certa caratura e che, negli anni settanta, è stata la sede del Centro Video Arte238 diretto da Lola Bonora, un vero e proprio centro all’avanguardia per l’arte contemporanea, ormai tristemente scomparso239.

237 Ibidem. 238 Il Centro Video Arte, fondato da Lola Bonora nel 1974 e da lei diretto fino al 1994, ha scoperto e reso noto uno dei periodi più fecondi, più discussi e più densi di nuovi eventi del novecento. Si tratta di un periodo che ha visto fiorire molte esperienze artistiche iniziate negli anni ’50 e ’60 e venute a maturazione solo più tardi come la pop art, il concettuale, la body art, la poesia visiva e sonora e altri, nonché le manifestazioni d’installazioni e performance e, in generale delle arti del corpo, realizzate tramite il nuovo medium televisivo. Il centro ha realizzato una cospicua attività di ricerca e documentazione degli artisti contemporanei con lo scopo di aggiornare il pubblico locale sulle ultime forme di espressione artistica. Il centro, negli anni, è stato in grado di lanciare dei programmi di produzione autonomi e di ospitare e diffondere le opere dei maggiori specialisti internazionali. Tra questi hanno preso parte a questo imponente progetto: Christo, Giuman, Agnetti, Pane, Xerra, Vedova, Patella, Isgrò, Ghirri, Mulas e altri. G. Dorfles-L. Magri (a cura di), Centro Video Arte: 1974-1994, videoarte, performance, partecipazioni, Ferrara, Corbo, 1995, pp. 9- 18. 239 AA. VV., Il Palazzo dei Diamanti cit., pp. 2-3.

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3.2 Franco Farina: direttore delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo dei Diamanti, Ferrara, dal 1963 al 1993 La personalità artistica di Farina, direttore delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara per circa trent’anni, si comprende analizzando il dinamico percorso espositivo da lui intrapreso nel periodo 1963-1993, che ha permesso la divulgazione di artisti e tendenze contemporanee provenienti da tutto il mondo in una città come Ferrara, precedentemente priva di tale tradizione240. La conduzione artistica di Farina ha permesso al Palazzo dei Diamanti di diventare una vera e propria istituzione italiana, centro di riferimento artistico anche a livello internazionale241.

La formazione e il bagaglio culturale di Farina hanno permesso di creare un vasto e originale programma espositivo, sia dal punto di vista delle scelte artistiche, che spesso si sono rivelate rivoluzionarie, sia per quanto riguarda l’impostazione dell’intero progetto, che comprendeva più sedi espositive, sia per il coinvolgimento diretto del pubblico alle varie rassegne, tramite laboratori ed incontri con artisti. Farina, infatti, si è laureato in Pedagogia e prima di essere nominato a capo delle gallerie svolgeva la professione di Maestro delle scuole elementari, da qui il suo interesse a mantenere i contatti con i giovani e offrire loro attività e servizi. Per alcuni anni è stato, inoltre, assistente dell’allora direttore del Palazzo dei Diamanti Gualtiero Medri, dove ha l’occasione di portare avanti le sue ricerche artistiche e di accostarsi a un ruolo che in futuro gli sarà assegnato242.

Durante il suo mandato, Farina cura e realizza un numeroso corpus di mostre temporanee dimostrando, secondo Janus243, “una ricca intelligenza e un’inesauribile attività espositiva”244, documentata dalla pubblicazione di più di 900 cataloghi. La figura del direttore risulta centrale in

240 R. Soffritti, in E. Lopresti-L. Magri (a cura di), Palazzo dei Diamanti, 1963-1993: artisti, mostre, cataloghi, Ferrara: Corbo, 1993, p. 7.

241 Ibidem. 242 G. Turola, Lo spirito cosmopolita di Franco Farina in La pianura: mensile economico della Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Ferrara, n. 1, Ferrara, 2007, p. 88. 243 Janus, critico d’arte e giornalista, collabora a lungo con La Gazzetta del Popolo di Torino, Graphie, Il Pianeta, Arte in, Il Caffè, l’Oracolo e altri, dirige inoltre le riviste d’arte: Arte Illustrata (Torino), Quaderni d’Arte (Valle d’Aosta), Quinta Parete. Tra gli anni ’80 e ’90 realizza più di cento esposizioni e avvia il programma per la costituzione di una pinacoteca d’arte moderna e contemporanea in Valle d’Aosta. Cura durante la sua carriera molte mostre nazionali e internazionali. Realizza pubblicazioni su molti artisti contemporanei come: Warhol, , Schifano e altri. Janus, , 17/12/2015. 244 R. Barilli, in E. Lopresti-L. Magri (a cura di), Palazzo dei Diamanti, 1963-1993: artisti, mostre, cataloghi, cit., p. 18.

64 un progetto così ampio e prestigioso, e si identifica come guida e regia di un percorso ben individuabile e scelto tra le diverse e caotiche testimonianze artistiche del presente245.

Janus, inoltre, sostiene che Farina è un provocatore e “[…] ha una fede sconfinata nell’arte, anche se abilmente nascosta, nei dogmi di quella grande chiesa che è l’arte” 246, lui rispetta ogni opera dalla più famosa a quella meno nota, ha una forte volontà e un grande fervore intellettuale che lo porta sempre verso nuove direzioni. La stessa opinione è espressa anche da un altro critico dell’epoca, Barilli247, che rileva l’importanza di un personaggio come Farina nel panorama culturale ferrarese e addirittura italiano in particolare negli anni settanta, riconosciuto come uno tra i più brillanti, appassionati e generosi direttori italiani per la sua instancabile attività: “Se un giorno si farà la storia delle attività espositive in Italia, nell’ambito dell’ente pubblico e relativamente all’arte contemporanea, un capitolo di esse dovrà riguardare Franco Farina, forse il caso più perspicuo nel corso degli anni settanta”248.

La città di Ferrara prima degli anni ’60 non aveva accolto mostre di arte contemporanea di un certo spessore, se non in sporadiche e occasionali circostanze in spazi privati o in piccole gallerie pubbliche su iniziative singole. Farina con il suo arrivo cambiò il volto della città e la preparò al nuovo, cercando di divulgare le istanze dell’arte contemporanea ai suoi concittadini. Lo stesso Farina in un’intervista con Patruno249 ammette: “[…] Creare i presupposti perché la conoscenza

245 P. Nicolin, L’arte delle mostre, , 19/12/2015. 246 R. Barilli, in E. Lopresti-L. Magri (a cura di), Palazzo dei Diamanti, 1963-1993: artisti, mostre, cataloghi, cit., p. 19. 247 Renato Barilli (Bologna 1935), critico letterario e d’arte italiana, consegue la laurea in Lettere nel 1958. Negli anni sessanta aderisce alla corrente letteraria neoavanguardista Gruppo 63. Negli anni settanta è docente di estetica e storia dell’arte all’università di Bologna. Ha scritto diversi saggi di storia dell’arte e di critica letteraria, indagando prevalentemente l’ambito contemporaneo e postmoderno, tra questi si ricordano: L’informale (1964), Dall’oggetto al comportamento (1971), L’arte contemporanea. Da Cézanne alle ultime tendenze (1984). Ha curato, inoltre, numerose mostre tra cui: Metafisica: gli Anni Venti, I nuovi/nuovi (1980), Il ciclo del postmoderno. La ricerca artistica degli anni Ottanta (1987), Informale oggetto e comportamento (1988), Corso di estetica (1989) e altre. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Barilli Renato”, pp. 186-187. 248 F. Patruno-M. Marchetti (a cura di), Equivalenze o dello scrivere l’Arte: Scritti per “L’Osservatore Romano”, Fondazione Carife Cassa di Risparmio di Ferrara, Ferrara, 2011, p. 40. 249 Don Franco Patruno (1938-2007), direttore dell’Istituto di cultura Casa Giorgio Cini di Ferrara, è stato critico d’arte, televisivo e cinematografico de L’Osservatore Romano. Intervista per il quotidiano vari personaggi del mondo della letteratura, dell’arte e dello spettacolo. Dagli anni ’60 collabora con la Voce di Ferrara-Comacchio, settimanale del quale diventa poi direttore responsabile. Fa parte della Commissione per i Beni Culturali e Artistici della Conferenza Episcopale Italiana. Cura molti cataloghi di mostre. Come artista espone sia in Italia sia all’estero. Inizia nel 1958 con la mostra Piccola città organizzata a Ferrara. Dal 1966 è sacerdote e prosegue nella sua attività artistica. Espone in varie gallerie di Ferrara e nel 1974 è invitato a esporre al Diamanti in occasione del Centenario di . Nel 2006 gli è dedicata un’antologica presso il padiglione di Arte Contemporanea di Ferrara intitolata Percorsi. F. Patruno-M. Marchetti (a cura di), Equivalenze o dello scrivere l’Arte: Scritti per “L’Osservatore Romano”, Fondazione Carife Cassa di Risparmio di Ferrara, Ferrara, 2011, p. 221.

65 dell’arte non sia ridotta al provincialismo che ha pesato su molte città, questo sì, è un fattore pedagogico, quasi un’energia educativa. Non sottovaluterei però il peso sociale ed anche politico delle quasi mille mostre organizzate: una città che si apre al mondo, che favorisce l’internazionalità delle relazioni, che non concepisce la propria identità come nostalgico sguardo al proprio passato, anche se glorioso. Provincialismo è proprio questo: credere che l’identità coincida con le barriere e le preclusioni”250.

Ha quindi avuto il merito di far conoscere l’arte contemporanea a Ferrara, arricchendo la cultura degli abitanti, e innalzando la città a vero e proprio polo artistico a livello nazionale ed internazionale, scegliendo come location d’onore il Palazzo dei Diamanti251.

La grande mole di lavoro affrontata dal direttore è stata supportata da un sistema artistico con leggi e regole diverse da quello che conosciamo oggi, questo gli ha permesso avere una discreta autonomia di scelta nelle tipologie di mostre da organizzare, nonostante abbia comunque dovuto lottare per mantenere, in certe circostanze, la propria indipendenza intellettuale e decisionale.

In fase di progettazione di una nuova mostra Farina studiava con spirito avventuriero i nuovi possibili soggetti, iniziando dalla ricerca di ciò che potesse interessare maggiormente il pubblico, tutto questo ha dato vita a scelte azzardate e inizialmente poco popolari, come ad esempio la decisione di esporre nel ’71 alla mostra Piero Manzoni opere non ancora storicizzate come la famosa “scatoletta” (apposta nella locandina della mostra), rischiando così di non incontrare il favore della critica e non ottenere un adeguato riscontro da parte degli spettatori, in quel caso, l’epilogo fu diverso e la rassegna raccolse il giusto successo252. La mostra personale Piero Manzoni fu organizzata a Ferrara, presso la Galleria Civica d’arte Moderna di Palazzo dei Diamanti, dal 23 ottobre al 28 novembre 1971. Le opere esposte furono ottantasei e si trattava essenzialmente di serie di opere come gli achrome, la linea metri, il fiato d’artista, la merda d’artista, i pani, i sassi, la lana di vetro, i batuffoli di cotone e altri. La scelta di esporre questi lavori derivava dalla volontà di offrire al pubblico una panoramica abbastanza esaustiva della produzione artistica di Manzoni e delle sue teorie esistenziali. Argan, nell’introduzione alla mostra spiega che: “Pure avendo

250 F. Farina, Il provincialismo: un pericolo che insidia la conoscenza dell’arte, in F. Patruno-M. Marchetti (a cura di), Equivalenze o dello scrivere l’Arte: Scritti per “L’Osservatore Romano”, Fondazione Carife Cassa di Risparmio di Ferrara, Ferrara, 2011, p. 44. 251 G. Turola, Lo spirito cosmopolita di Franco Farina in La pianura: mensile economico della Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Ferrara, n. 1, Ferrara, 2007, p. 85. 252 Ibidem.

66 antiveduto una quantità di cose, Manzoni non è stato un artista d’avanguardia: non può esserci avanguardia quando ci si spinge a punti oltre i quali non si può andare, e ci si lascia alle spalle la terra bruciata. È stato invece uno sperimentalista ad oltranza, il primo e forse il solo in Italia”253. Risulta comprensibile perché Farina avesse scelto di dare spazio all’arte di Manzoni, per rendere più comprensibile e noto un tale percorso artistico agli occhi di spettatori ancora a digiuno oppure per stanare preconcetti e screditare reazioni indignate nei confronti di opere che potrebbero sembrare scioccanti, ma che hanno invece un significato ben preciso.

Farina sostiene che: “[…] Non è sufficiente organizzare mostre d’arte di provata qualità, ma occorre un certo tipo di mostre in cui gli autori abbiano interessato il pubblico attraverso mezzi di comunicazione e facciano notizia. Le peculiarità intrinseche dell’arte restano le stesse cambia il fattore catalizzante che varia da artista ad artista. Rumore che una mostra del genere può creare. […]254”. In tutte le sue esposizioni Farina garantisce un momento dialettico per il visitatore e, oltre a questo, cerca di aderire ai vari gusti e alle varie formazioni culturale del proprio pubblico255.

Di seguito le immagini della locandina della mostra postuma dedicata a Piero Manzoni nel 1971 e il relativo articolo pubblicato su Il Resto del Carlino (ed. Ferrara) con la recensione della mostra.

Figura 23 - Locandina mostra Manzoni (1971).

253 Introduzione al catalogo mostra: AA.VV., Piero Manzoni, cat. Mostra Palazzo dei Diamanti (23 ottobre – 28 novembre 1971), Cento:Fe, Siaca, 1971. 254 F. Farina, L’equivoco del popolare in Emilia Romagna, Milano, Mondo Economico, 1985, p. 94. 255 F. Farina, in AA.VV., Il Museo parla al pubblico 1989-1990: convegno. Bologna 19-20-21 ottobre 1989, Roma, Editoriale Test, 1990, p. 225.

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Figura 24 – Articolo mostra Manzoni (1971), Il Resto del Carlino ed. Ferrara, 20/09/1971, p. 9.

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Le scelte e le linee metodologiche seguite da Farina hanno rappresentato una nuova maniera d’agire, il direttore con lo sguardo rivolto sempre verso il futuro, ha affiancato ad artisti in parte tradizionali altri più trasgressivi e rivoluzionari, facendo coesistere queste due anime e offrendo uno spaccato della situazione artistica e dei gusti dell’epoca.

Nell’intessere relazioni con artisti, italiani e non, Farina dimostra dinamismo e spirito cosmopolita, la sua è una vera e propria missione, dove le scelte artistiche rispecchiano uno stile di vita, una filosofia e un’apertura intellettuale verso tutto ciò che può risultare innovativo256. Farina non ha sposato apertamente una determinata corrente artistica e non è stato un sostenitore di certi movimenti ma vi ha spaziato esplorando l’arte contemporanea nella sua totalità. Ha dato visibilità ad artisti del Dadaismo, del Cubismo, dell’Astrattismo, del Surrealismo, dell’Informale, dell’Arte Povera e Concettuale, un vero e proprio proliferare di posizioni artistiche differenti, dando come valore aggiunto la possibilità di esporre nella splendida sede di Palazzo dei Diamanti, certificato di validità di un percorso artistico prestigioso257. Le relazioni con gli artisti erano curate personalmente da Farina, viaggiava molto in quegli anni, li conosceva, andava a trovarli e li convinceva a esporre nella sua città. Farina in un’intervista per L’Osservatore Romano afferma: “Sai, restare, se mi permetti l’autoironia nell’affermarlo, nella cabina di comando è facile; ma riempire l’agenda d’impegni con la visita agli atelier, in gran parte fuori città, è esperienza diversa: significa conoscerli da vicino, avvertire i drammi di chi fatica a mantenersi con le mani di pittore o scultore. Trovare loro spazi espositivi, fargli un catalogo decente, consigliargli poi per gallerie significative senza perder tempo in altre che spillano solo soldi senza dare riscontro critico, è come diventare loro prossimi, vicini, amici”258.

Tra gli aneddoti che Farina ha raccontato, vi è la realizzazione della mostra di Andy Warhol del 1975 a Palazzo dei Diamanti di Ferrara. L’idea iniziale di far esporre il grande artista americano venne da un gallerista e editore di Milano, Luciano Anselmino, che vantava importanti legami e conoscenze internazionali, suo consulente fu il critico Janus (che curò inoltre il catalogo della mostra ferrarese)259.

256 G. Turola, Lo spirito cosmopolita di Franco Farina, cit., p. 85. 257 G. Cerioli, Franco Farina, 80 anni per l'arte, , 16/12/15. 258 F. Farina, Il provincialismo: un pericolo che insidia la conoscenza dell’arte, in F. Patruno-M. Marchetti (a cura di), Equivalenze o dello scrivere l’Arte: Scritti per “L’Osservatore Romano”, Fondazione Carife Cassa di Risparmio di Ferrara, Ferrara, 2011, p. 42. 259 L. Scardino (a cura di), Andy Warhol: red carpet, Ferrara, Liberty House, p. 88.

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I rapporti successivi per l’organizzazione della mostra furono regolati tramite contatti epistolari, lettere che ancora oggi Farina conserva gelosamente nel suo studio. La mostra, intitolata Ladies and gentlemen, era essenzialmente monotematica e rappresentava immagini serigrafiche, disegni e oli di travestiti neri260.

Di seguito alcune fotografie del soggiorno ferrarese di Warhol in occasione dell’inaugurazione della sua mostra a Palazzo dei Diamanti.

Figura 25 - Warhol in volo verso l'Italia (foto Dino Pedriali) . Figura 26 - Warhol in aeroporto in Italia (foto Dino Pedriali).

Farina racconta che l’artista arrivò all’aeroporto di Bologna su un jet privato (forse di proprietà di Agnelli) e che lo andarono a prendere con cinque automobili per portarlo a Ferrara261. Warhol si fermò in città per tre giorni, soggiornando in un albergo del centro e mangiando presso i ristoranti locali262.

Figura 27 - L'arrivo di Warhol a Palazzo dei Diamanti (foto Dino Pedriali). Figura 28 - Warhol firma un pannello della mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975) (foto Dino Pedriali).

260 Ibidem. 261 F. Farina, in Scardino L. (a cura di), Andy Warhol: red carpet, cit., p. 88. 262 Ibidem.

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Il Maestro ricorda che Warhol firmò alcune serigrafie, circa una quarantina di esemplari, sul verso della stampa e un pannello reclamistico che sarebbe poi stato collocato sul portale del Palazzo dei Diamanti263.

Figura 29 - Ingresso dei Diamanti con locandina mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975) (foto Dino Pedriali).

Figura 30 - Interno mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975), locandine strappate (foto Dino Pedriali).

Il giorno dell’inaugurazione della mostra, il 25 ottobre del 1975, Warhol realizzò una specie di performance, ossia ruppe e strappò i manifesti incollati sulle porte di accesso da una sala all’altra, si venne così a formare un curioso effetto prospettico una sorta di ‘caleidoscopio’, se osservato di fronte. A tal proposito Farina ricorda: “[…] I posters rimasero attaccati alle porte per tutto il periodo della mostra, venendo ulteriormente sbrecciati dai visitatori”264.

263 Ivi, p. 89. 264 Ibidem.

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Figura 31 - Interno mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975), allestimento e opera (foto Dino Pedriali).

Figura 32 - Warhol e Liza Minnelli (foto Dino Pedriali).

Figura 33 - Warhol e Minnelli alla mostra (foto Dino Pedriali). Figura 34 - Warhol e Minnelli alla mostra (foto Dino Pedriali).

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Figura 35 - Intervista a Warhol, mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975) (foto Dino Pedriali).

Figura 36 - Warhol risponde ad una domanda (foto Dino Pedriali).

Figura 37- Warhol, Farina e il suo staff alla Pinacoteca di Palazzo dei Diamanti (foto Dino Pedriali).

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Figura 38 - Warhol e Farina con un giornalista (foro Dino Pedriali). Figura 39 - Intervista a Warhol e Farina all'inaugurazione della mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975) (foto Dino Pedriali).

Figura 40 – Conferenza stampa di Warhol e Farina all'inaugurazione della mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975) (foto Dino Pedriali).

Figura 41 - Conferenza stampa di apertura mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975) (foto Dino pedriali).

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La conferenza stampa si svolse nell’ultima sala dell’esposizione che si affacciava sul giardino e Warhol durante questa, si divertiva a scattare fotografie con la sua polaroid, registrando suoni, voci e rumori265. Di seguito la locandina della mostra del 1975 di Warhol e una delle opere esposte in quell’occasione.

Figura 42 - Locandina della mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975). Figura 43 - Mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975).

Vista la caratura e l’importanza della rassegna, si potrebbe pensare agli enormi costi sostenuti per organizzare questa mostra ma Farina sottolinea che: “[…] Non è costata una lira al Comune di Ferrara e poi è stata acquistata in blocco da un industriale lombardo”266.

A proposito della riuscita o meno della mostra il Maestro precisa: “[…] La rassegna ebbe un grandissimo successo di pubblico: oltretutto allora ai ‘Diamanti’ non si pagava il biglietto e abbiamo venduto tutte le copie del catalogo, che l’editore Mazzotta ci aveva lasciato in conto

265 Ibidem. 266 F. Farina, in Scardino L. (a cura di), Andy Warhol: red carpet, cit., p. 88.

75 vendita” e continua “[…] credo di poter affermare senza essere smentito che in Italia il mito popolare di Warhol come ‘principe della Pop Art’ sia nato grazie alla mostra di Ferrara”267.

Questo non fu l’unico episodio degno di nota, ve ne furono molti altri, perché Farina ha sempre amato esporsi in prima persona e, mosso da una forte passione, ha saputo avvicinarsi agli artisti ponendosi dal loro punto di vista.

Il direttore non concretizza solo i progetti delle mostre, l’allestimento e la scelta degli artisti ma pensa anche a una serie di servizi e attività culturali che possono interessare vari target di pubblico. Realizza, infatti, in collaborazione con il Laboratorio di Ceramica e Educazione Visiva di Eva Zambonati e Lucia Boni delle attività didattiche rivolte ad alunni delle scuole superiori268. Farina ha quindi dato la possibilità agli insegnati di visitare le mostre e di far partecipare gli studenti a laboratori pensati ad hoc sul tema delle varie esposizioni. Hanno preso parte a queste attività ludico-ricreative artisti anche di un certo calibro che hanno tenuto lezioni e workshop, come il ceramista Leoncillo269, inoltre, è stata data la possibilità ai ragazzi di esporre le loro opere nel percorso mostra affianco a quelle degli artisti270. Esperienze di questo genere mettono in luce l’intenzione di Farina di coinvolgere tutti nel mondo dell’arte senza schemi, né accademismo o elitarismo e indipendentemente dal livello di cultura del fruitore.

267 Ivi, p. 90. 268 G. Turola, Lo spirito cosmopolita di Franco Farina, cit., p. 85. 269 (1915-1968), scultore e ceramista italiano, dopo essersi formato presso l’Istituto d’Arte di frequenta l’Accademia delle Belle Arti di Roma. Frequenta in quel periodo Guttuso, Cagli, Mirko, Scipione e Mafai. Crea le sue opere con uno stile vicino alla scuola espressionista romana di pittura, tra queste: Arpia, San Sebastiano, Il cerco e i cani (Galleria nazionale di arte moderna di Roma). Partecipa nel 1940 alla Triennale di Milano. Nel dopoguerra è presente a diverse mostre personali e collettive nel territorio nazionale: nel 1949 realizza la sua prima mostra a Firenze. A Venezia nel 1946 è tra i firmatari del Manifesto della Nuova Secessione Artistica Italiana. Espone in varie edizioni della biennale di Venezia nel 1948, 1950, 1952, 1954, 1960 e nel ’68 gli è riservata una sala intera. Nell’ultimo periodo di attività si accosta alla tendenza informale. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. II, 2005, “Leonardi Leoncillo”, p. 1213. 270 G. Turola, Lo spirito cosmopolita di Franco Farina, cit., p. 86.

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Figura 44 – Proiezione cinematografica sulla vita di Picasso, Il Resto del Carlino ed. Ferrara, 11/11/1981, p I.

Tornando alle mostre realizzate, Farina ha avuto il merito di comprendere come stessero mutando le abitudini di fruizione delle opere d’arte da parte del pubblico e di adottare un sistema espositivo idoneo a soddisfare le richieste dei visitatori, vale a dire concentrando maggiormente il suo lavoro sulle esposizioni temporanee rispetto alle collezioni permanenti271.

In generale, le mostre permanenti e temporanee rappresentano uno strumento importante per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, costituendo il veicolo primario di diffusione delle produzioni più innovative272. Gli eventi espositivi temporanei sono però identificati come i più idonei per la valorizzazione culturale e la promozione territoriale273. La mostra temporanea è il medium più dinamico ed efficace per trasmettere e far conoscere l’arte contemporanea che, per

271 Janus, in E. Lopresti-L. Magri (a cura di), Palazzo dei Diamanti, 1963-1993: artisti, mostre, cataloghi, p. 23. 272 G. Guerzoni, Le mostre al tempo della crisi. Il sistema espositivo italiano negli anni 2009-2011, , 19/12/2015. 273 G. Guerzoni, Le mostre al tempo della crisi. Il sistema espositivo italiano negli anni 2009-2011, , 19/12/2015.

77 artisti e coordinatori, non è solamente una mera esposizione di opere, ma rappresenta un vero e proprio tentativo di scrivere la storia, di organizzare idee o movimenti artistici, asserire progetti o valori estetici, figurare simboli e utopie274. Tramite queste è possibile affrontare tematiche, geografie e interrogativi sempre diversi, inoltre, si è in grado di spostare il centro della questione dalle ragioni dell’esporre le opere migliori di certi artisti alla necessità e alle ragioni del vero atto del mostrare275. Le mostre rappresentano un veicolo per conoscere gli artisti, la loro vita, la parabola in parte felice di un movimento, e presentare il talento individuale di un genio, ma si spingono oltre, ossia inducono lo spettatore a capire sé stesso attraverso l’esposizione dell’opera dei suoi contemporanei276.

Negli anni ’60 e ’70 le esposizioni temporanee attirano e incuriosiscono maggiormente i fruitori rispetto alle collezioni permanenti, tant’è che gli Assessorati alla Cultura degli Enti locali le utilizzano come strumento per innovare le politiche nel campo dell’arte, della cultura e per ampliare la base sociale del proprio pubblico277. Si riscontrano così la proliferazione di questo tipo di eventi e anche una loro crescente differenziazione, si tratta di mostre di qualità e impatto differente, sia sul piano economico e occupazionale che su quello culturale278.

Per comprendere maggiormente il fenomeno si portano in evidenza i seguenti dati: nel periodo 1920-1940 si sono registrate circa quaranta esposizioni temporanee d’arte (su tutto il territorio italiano), dal 1945 al 1959 il loro numero ha superato le 300 unità, mentre tra il 2009 e il 2011 sono state organizzate più di 17.500 mostre, in prevalenza di arte contemporanea279.

Farina, in un’intervista sulla rivista Emilia Romagna, parla della condizione in cui è posta l’arte contemporanea, sottolineando l’atto di strumentalizzazione che può essere applicato su essa e sostenendo che questa “[…] si presta a parecchie operazioni di copertura e offre alibi. Non intendo dire che è ‘socialmente negativa’, intendo precisare che all’interno di indiscutibili valori può essere

274 J. M. Poinsot, Large exhibitions. A sketch of a typology in Thinking about exhibitions, ed. Greenberg R., Ferguson B. W., Nairne S., 1996, pp. 37-66. 275 P. Nicolin, L’arte delle mostre, , 19/12/2015. 276 P. Nicolin, L’arte delle mostre, , 19/12/2015. 277 Mostre – spettacolo e musei: i pericoli di una monocultura e il rischio di cancellare le diversità culturali,

279 La precedente stima è fornita dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT). G. Toneguzzi, , 19/12/2015.

78 agevolmente strumentalizzata. Può incentivare il terziario, l’industria turistica, richiamare stranieri, spostare persone. […]280”. Con questo intende marcare il potere che può esercitare l’arte contemporanea nell’attirare persone da luoghi diversi per recarsi a visitare una mostra, evidenziando che questa propensione allo spostamento è messa in moto da un desiderio conscio o inconscio di fruire le opere d’arte e della ricerca del piacere, e che l’arte può quindi essere sfruttata per ottenere un certo controllo o suscitare determinate reazioni.

Le mostre temporanee, con il loro susseguirsi a ritmo incalzante, permettono di creare un flusso di persone più dinamico che si sposta nel territorio per visitare opere che altrimenti non avrebbe l’occasione di ammirare. La temporaneità permette al curatore di sperimentare percorsi espositivi e tematiche diverse rispetto alla tradizionale esposizione museale, creando percorsi critici alternativi e non convenzionali. Il criterio cronologico di esposizione delle opere non dev’essere obbligatoriamente rispettato e le soluzioni di allestimento si fanno molteplici e creative.

Negli anni ‘60 e ’70 non si era ancora verificato il boom culturale, l’affluenza di massa e le file di visitatori, non si pagava regolarmente il biglietto d’ingresso e non esistevano le visite guidate281. Chi organizzava le mostre si muoveva all’interno di un mercato ristretto a bassa competitività, soprattutto a Ferrara, città decentrata rispetto ad altri poli culturali di più grande tradizione, sfruttando conoscenze e rapporti personali sia di natura nazionale sia internazionale282; a tal proposito Farina racconta: “[…] io ero finanziato solo dal Comune. Non ho speso una lira in pubblicità [...]. Non pagavo neppure le spese di viaggio ai critici, che venivano lo stesso. Non avevo un ufficio stampa. L’importante, dicevo, era fare le cose. Se poi ha ali vola, se no cade. Non mi sono mai preoccupato del turismo [...]. Per me era importante l’incidenza dell’artista e la ricaduta sulla città [...]”283. Farina durante il suo mandato ha dovuto affrontare la sfida di progettare, organizzare e allestire mostre con un budget ristretto, in quanto il suo progetto artistico pareva essere ambizioso e sovradimensionato rispetto alle capacità finanziarie a disposizione284: determinate tipologie di mostre, come ad esempio quelle dedicate ai maestri del primo novecento, sono risultate più onerose e richiedere un tempo di preparazione maggiore rispetto a quelle di altri artisti emergenti.

280 F. Farina, L’equivoco del popolare, cit., p. 94. 281 G. Turola, Lo spirito cosmopolita di Franco Farina, cit., p. 86. 282M. A. Trasforini, La città d’arte come oggetto culturale. Ferrara: uno studio di cultura urbana, cit., pp. 249-268. 283 G. Turola, Lo spirito cosmopolita di Franco Farina, cit., p. 87. 284 E. Lopresti-L. Magri (a cura di), Palazzo dei Diamanti, 1963-1993: artisti, mostre, cataloghi, cit., p. 11.

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Farina, anche dopo aver portato a termine il suo incarico a palazzo dei Diamanti, non ha abbandonato il mondo dell’arte e per diversi anni esercita un’intensa attività di consulenza per Fondazioni private285.

INTERVISTA A FRANCO FARINA, ex direttore del Palazzo dei Diamanti di Erica Marabese

Figura 45 - Franco Farina. Ferrara, febbraio 2014

La seguente intervista è stata realizzata dalla sottoscritta, durante un incontro concordato con Franco Farina, nel febbraio 2014 nella sua casa di Ferrara.

EM: Signor Farina, qual era la situazione artistica a Ferrara quando è diventato Direttore delle Gallerie d’arte moderna e contemporanea di Palazzo Diamanti? Ferrara all’epoca era considerata soprattutto per il suo patrimonio artistico medievale e rinascimentale, quale posizione occupava invece l’arte contemporanea? Esistevano gallerie, anche private, che diffondevano opere d’arte contemporanea?

285 D. Leoni, Franco Farina va in pensione in Tutto Ferrara: mensile della C.d.L.T. – C.G.I.L., n. 47 (mar. 1993), Ferrara, Arti, p. 53-54.

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FF: Prima del mio mandato come direttore delle Gallerie dall’arte moderna, l’arte contemporanea a Ferrara era poco diffusa. Le esposizioni di arte contemporanea erano sporadiche. Erano state realizzate solo due mostre dedicate a Boldini e De Pisis.

Negli anni ’40-’50 non esistevano ancora a Ferrara gallerie pubbliche di arte contemporanea, ma erano presenti dal 1950 solo tre gallerie private di modeste dimensioni: si trattava di due stanze piccole adibite all’esposizione di opere artistiche che ospitavano un esiguo numero di manufatti artistici.

Le poche mostre di arte contemporanea allestite, prima del mio arrivo, sono state: “Rinnovamento dell’arte: 1930-1945” e “il dopoguerra. La pittura dal 1945-1955”. Queste esposizioni mi sono servite come fonte d’ispirazione per i futuri progetti espositivi e hanno rappresentato un precedente ufficiale dell’attività artistica contemporanea a Ferrara. L’attività espositiva di arte contemporanea esisteva, ma era molto contenuta.

Sono partito dalle esposizioni citate per sviluppare la mia ricerca artistica. I filoni artistici che ho approfondito sono stati: l’arte italiana del ‘900 con tutti i suoi movimenti e correnti artistiche, il movimento Surrealista in Belgio e le correnti artistiche d’oltreoceano, come la Pop Art americana.

Farina rivela, a chi gli attribuisce il merito di aver aperto una nuova strada per l’arte contemporanea a Ferrara, che: “nessuno inventa niente, si parte sempre da qualcosa e poi si elabora secondo il proprio estro”. Farina aveva proprio fatto questo: aveva sfruttato la sua curiosità verso l’arte contemporanea, da quella istituzionalizzata fino a giungere all’artista poco noto, e l’aveva usata per metterla al servizio del pubblico. L’arte è stata usata come memoria storica, come provocazione, come reinterpretazione, come elemento di conoscenza da diffondere.

EM: Ho letto che Lei ha curato un grandissimo numero di mostre, che erano allestite in vari spazi espositivi come ad esempio Palazzo dei Diamanti, Palazzo Massari, che le mostre avevano una durata breve e che ne organizzava diverse simultaneamente. Perché ha scelto di utilizzare diversi contenitori espositivi e con che criterio li sceglieva per ospitare una determinata esposizione?

FF: Ho potuto lavorare e organizzare le esposizioni usando otto spazi espositivi (gallerie), come Palazzo dei Diamanti, Palazzo Massari, Parco Massari, Palazzo del Principato, e altri.

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Ho realizzato anche tre mostre contemporaneamente in spazi espositivi diversi. Sceglievo i luoghi in base alle loro caratteristiche fisiche, alla grandezza degli spazi e alla loro adattabilità al tipo di arte che dovevano ospitare, che si trattasse di quadri, sculture, installazioni o videoarte. Le opere per me dovevano creare con l’ambiente una certa sinergia.

EM: Tra tutte le mostre che ha curato, ricorda quali sono state le maggiormente apprezzate dal pubblico? Quali artisti sono stati i più acclamati dal pubblico?

FF: Durante il mio mandato ho curato un numero esiguo di mostre collettive, e mi sono concentrato soprattutto sulle personali trattando prevalentemente artisti della seconda metà del ‘900. Gli artisti erano di varie nazionalità, sia italiani sia stranieri, ed erano in parte affermati. Hanno esposto anche personalità che poi sono diventate famose, in una certa maniera si può affermare che li ho “lanciati”.

Il Centro Videoarte, ad esempio, rappresenta una parte molto importante del corpus di mostre realizzate nel trentennio 1960-1990, perché questo tipo di arte è quella più vicina alla nostra epoca che utilizza sistemi di comunicazione più vicini e comprensibili. Gli artisti della sezione videoarte erano praticamente tutti internazionali, in virtù soprattutto della collaborazione di Lola Bonora con la scuola americana. Le mostre sono state, infatti, seguite da un vasto pubblico che si spostava per l’occasione per visitarle. Il Centro Videoarte è nato nel 1973 e fino al 1993 è esistito, questo tipo di arte si è poi esaurito verso gli anni 2000.

EM: Le mostre che ha curato durante la sua carriera rispecchiano sostanzialmente i suoi gusti in fatto di arte oppure nella scelta ha considerato anche altre variabili (come le preferenze del pubblico, la fama degli artisti e altro)? Lei ha scelto artisti di diversa provenienza sia come nazionalità sia per tipologia d’arte sia per notorietà. Come ha contattato con i suoi artisti? Ho letto che ha dato risalto con le sue esposizioni anche ad artisti emergenti locali e non? Qual era il suo intento?

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FF: Ho curato personalmente i contatti con gli artisti, come nel caso di Warhol, dove un fitto carteggio mostra la relazione instauratasi. Farina mi mostra un raccoglitore con buste trasparenti, all’interno delle quali ci sono lettere autentiche di Warhol.

Avevo stabilito degli agganci e collaborazioni con molte gallerie internazionali che mi hanno permesso di andare in America per incontrare Warhol e convincerlo ad esporre le sue opere a Ferrara.

Farina a proposito dei suoi incontri con diversi artisti durante la sua carriera afferma che: “ogni artista è convinto di essere l’ombelico del mondo, gli artisti non sono modesti, devi capire il loro punto debole e sfruttarlo. Bisogna trattare con ogni artista sempre con modi diversi, non si può usare la stessa tattica. Ogni artista ha un mondo a sé”.

Per quanto riguarda la durata delle esposizioni, ho dedicato alle mostre più importanti una maggiore durata fino ai tre mesi, solitamente per le altre mostre non andavo oltre i classici quaranta giorni, ma ce ne sono state anche altre di durata addirittura inferiore, circa due settimane.

Ho scelto gli artisti per le mie mostre sulla base dei miei gusti artistici, senza scendere a compromessi con nessuno. Ho chiamato a esporre diversi artisti affermati ma ho anche svolto attività di proposta, dando spazio a giovani promesse, che arrivavano a Ferrara accompagnati e sostenuti dai lori critici, e talvolta proprio i critici li presentavano all’apertura della mostra. Io li ho semplicemente ospitati offrendo loro un luogo dove poter allestire la mostra, come stanze all’interno di palazzi storici. In verità non ho promosso molti artisti locali.

Diciamo che l’obiettivo o l'intento di realizzazione di un tale progetto espositivo era quello di tenere viva l’arte contemporanea in città e di diffonderla anche a chi non aveva avuto modo di conoscerla. Questo è quello che ho fatto, semplicemente diffondere l’arte e le tendenze contemporanee a Ferrara, e penso di esserci in parte riuscito, anche se è stata una vita intensa.

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3.3 ELABORAZIONE DATI RICAVATI DALLA REDAZIONE DELLA TABELLA: “MOSTRE A PALAZZO DEI DIAMANTI: 1963-1993” Per comprendere i gusti artistici di Farina e ripercussioni che le sue scelte espositive hanno avuto sulla città di Ferrara e il suo pubblico, è stato necessario analizzare tutte le mostre, sia personali sia collettive, che ha promosso durante i trent’anni di direzione delle Gallerie d’arte Moderna e Contemporanea.

Il presente lavoro si è incentrato sulla redazione di una tabella, ordinata cronologicamente, contenente l’elenco dell’ingente corpus di mostre allestite nel periodo 1963-1993 a Ferrara286. Le esposizioni realizzate sono state più di 900 a testimonianza della copiosa attività di ricerca ed espositiva intrapresa dal vivace direttore, ma sono state inserite nella tabella poco meno di 900 mostre in quanto alcune si sono ripetute a distanza di poco tempo, oppure sono riedizioni.

La fonte bibliografica per eccellenza, consultata per elaborare i dati di cui sopra, è il catalogo Palazzo dei Diamanti: 1963-1993, a cura di Lopresti e Magri, base di partenza di tutta l’analisi. Il testo si rivela fondamentale per avere un sunto di tutti i cataloghi pubblicati inerenti alle mostre organizzate da Farina, le informazioni hanno carattere di completezza e riportano i titoli delle mostre con riferimenti espliciti di anni, location e artisti partecipanti per ogni esposizione.

I dati, ricavati dall’analisi del catalogo generale delle mostre, sono utili per comprendere le tendenze artistiche che hanno influito e arricchito il panorama artistico ferrarese nel trentennio in questione. L’analisi dei dati e la redazione della tabella hanno offerto diverse informazioni sulle scelte e i gusti artistici di Farina e l’importanza del suo progetto espositivo per la città, la provincia e i suoi abitanti.

La tabella, ordinata secondo un criterio cronologico, riporta le singole esposizioni indicando per ognuna:

- titolo dell’esposizione; - tipologia di mostra (personale o collettiva); - location espositiva (scelta tra luoghi di prestigio o secondari); - periodo espositivo.

286 Si veda tabella 1 - Mostre a Palazzo dei Diamanti: 1963-1993, in appendice (p. 269).

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Una piccola precisazione è d’obbligo in merito alla scelta della location espositiva, poiché Farina ha utilizzato un sistema diversificato di luoghi per organizzare le sue mostre, non ha puntato solo sulle sale di Palazzo dei Diamanti, ma ha creato un apparato ad hoc di edifici dislocati nel centro della città pronti ad accogliere differenti tipologie di mostre in base alla grandezza e adattabilità degli spazi in riferimento alle necessità allestitive di ogni evento. Farina spiega: “Allora mi venne l’idea di diverse collocazioni, soprattutto quando mi furono affidati ambienti come Palazzo Massari ed altri, adiacenti ai Diamanti, che lentamente furono adattati, come oggi si dice, ad ospitare dei ‘generi’ o ‘linguaggi’ più vicini alle sperimentazioni degli ultimi decenni. Così, se nella sede centrale dei Diamanti organizzavo una mostra di De Chirico, cioè di un maestro consacrato, al Padiglione d’Arte Contemporanea del Massari, potevo far esporre Tadini, Pozzati, Ghermandi e quegli artisti, allora giovani, che si stavano imponendo nel panorama non solo nazionale”287.

Questi parametri sono stati utili a identificare e a collocare nello spazio e nel tempo le singole esposizioni, mentre per classificare i protagonisti delle varie rassegne, le informazioni raccolte hanno seguito le categorie qui riportate:

- individuazione artista o artisti presenti; - distinzione tra artisti appartenenti al XIX o XX secolo; - dati anagrafici degli artisti (date di nascita e morte); - nazionalità degli artisti; - genere/i artistico/i; - movimento o gruppi di appartenenza dell’artista; - individuazione di esposizioni omaggio (postume alla morte dell’artista).

I dati anagrafici di nascita e morte sono importanti per comprendere se le mostre siano state organizzate come omaggio all’artista, mentre l’individuazione della nazionalità serve per verificare quanto Farina durante il suo mandato abbia diffuso artisti italiani o stranieri e in quale misura. Il genere artistico offre invece informazioni sul mezzo o mezzi scelti dagli artisti ed è utile per individuare a quale ambito il direttore abbia dato più risalto, se alla pittura, alla scultura alla fotografia o altri. La categoria ‘movimento o gruppi artistici’ aiuta a identificare quali di questi siano stati maggiormente indagati ed esplorati negli anni.

287 F. Farina, Il provincialismo: un pericolo che insidia la conoscenza dell’arte, in F. Patruno-M. Marchetti (a cura di), Equivalenze o dello scrivere l’Arte: Scritti per “L’Osservatore Romano”, cit., p. 41.

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Dal seguente studio emerge che la maggior parte degli eventi espositivi realizzati hanno promosso artisti ancora in vita, che si accingevano a fare il loro ingresso nel panorama artistico contemporaneo o che ne erano già alla ribalta, come ad esempio artisti locali oppure grandi nomi come Warhol, De Chirico, Guttuso, Vedova, Picasso, solo per citarne alcuni. Farina ha però riservato uno spazio, anche se minoritario rispetto al precedente, all’organizzazione di mostre commemorative o di omaggio ad artisti scomparsi, sia si trattasse di personaggi famosi a cui dedicare una retrospettiva, tra cui Gauguin, Boldini, Manzoni, Fontana, Casorati, oppure di personalità meno note ma a lui care per aver portato avanti percorsi artistici innovativi o particolari, come Madoi, Tomea, Murabito, Rosselli ed altri.

Dall’analisi si evidenzia che Farina ha organizzato prevalentemente mostre personali, nonostante si sia dedicato anche a un numero cospicuo di collettive (più impegnative da organizzare), per un totale di circa 730 su oltre 900 esposizioni, dando l’opportunità al singolo artista di mostrare al pubblico il suo percorso e le concezioni estetiche che l’hanno dominato. Le collettive, circa 150 su 900 mostre, sono state pensate, studiate e organizzate in maniera intelligente dal Maestro scegliendo tematiche di attualità e d’interesse pubblico, come fu per la Biennale donna (della quale ci furono varie edizioni), il Progetto Antigone (riservato agli studenti), Un museo immaginario per De Chirico, Mostra d’arte sacra e molte altre. Farina raramente ha realizzato mostre di artisti che avevano già esposto al Diamanti, tra le eccezioni si trova ad esempio De Chirico che espose personalmente nel 1970 mentre negli anni 1985 e 1991 gli furono dedicate due retrospettive, anche a Dalì furono riservate due mostre personali la prima del 1984 che riguardava la produzione pittorica e la seconda del 1989, postuma rispetto la morte dell’artista e presentava la grafica e la scultura.

La realizzazione di un numero così ingente di mostre, spesso anche contemporanee tra loro, è stata resa possibile dall’utilizzo di più luoghi, Farina ha avuto a disposizione un variegato apparato espositivo ed ha potuto così diversificare, in base alle caratteristiche intrinseche dei singoli spazi, i contenitori per funzioni, così certi tipi di arte sono stati destinati a luoghi che potevano essere più adatti per ospitarli tenendo conto delle esigenze intrinseche del luogo stesso e delle varie opere da esporre288. Il fiore all’occhiello di questo vasto complesso museale, è uno degli spazi espositivi più maestosi e densi di storia della città, cioè il Palazzo dei Diamanti, nucleo principale nel quale

288 R. Barilli, Janus, in E. Lopresti-L. Magri (a cura di), Palazzo dei Diamanti, 1963-1993: artisti, mostre, cataloghi, cit., pp. 9-11.

86 sono state collocate le mostre degli artisti ritenuti più rilevanti289. Altri contenitori utilizzati sono stati: il Centro Attività Visive, dotato di spazi disadorni e diversamente fungibili, che ha rappresentato una sorta di vetrina per i giovani talenti; Palazzo Massari290 e i suoi giardini, diventato Padiglione d’Arte Contemporanea (PAC), con spazi eleganti e curati che ha ospitato mostre titolate ma di modeste dimensioni; la Sala Polivalente (al Palazzo dei Diamanti) con il suo auditorio, ha accolto il Centro Video Arte di Lola Bonora291. Tutti questi nuclei secondari hanno ospitato mostre di artisti minori e arti di vario genere, dalla fotografia alla Videoarte292, dalla scultura alla pittura, e sono stati usati spesso come spazi per sperimentazioni e ricerche espositive.

Figura 46 - Palazzo Massari, Ferrara.

289 Ivi, pp. 10-14. 290 Palazzo Massari è un edificio nobiliare di Ferrara, costruito nell’ultimo decennio del ‘500 come Palazzo Bevilacqua (prese il nome dal suo committente Onofrio Bevilacqua), sorge nel Quadrivio degli Angeli. Nei secoli il palazzo subisce diverse variazioni e aggiunte architettoniche e molti passaggi di proprietà: circa nel 1770 l’edificio è ampliato con la costruzione della Palazzina dei Cavalieri di Malta. Dalla fine degli anni ’70 il giardino ospita una collezione di sculture contemporanee donate da artisti che hanno esposto a Palazzo dei Diamanti. Attualmente l’edificio ospita tre musei: il Museo Giovanni Boldini, il Museo dell’Ottocento e il Museo Filippo De Pisis. AA.VV., Palazzo Massari, , 21/12/2015. 291 R. Barilli, Janus, in E. Lopresti-L. Magri (a cura di), Palazzo dei Diamanti, 1963-1993: artisti, mostre, cataloghi, cit., pp. 10-14. 292 Con il termine videoarte si indica la forma d’arte legata alla TV che viene considerata vero e proprio mezzo espressivo a sé stante, non soltanto quindi riproduttrice di esperienze creative realizzate con altri mezzi (come il cinema, la pittura, il teatro), ma creatrice autonoma capace di operare una riformulazione dell’opera visiva. Le origini posso essere identificate negli esperimenti di registrazioni di performance che si svilupparono nell’ambiente newyorkese della fine degli anni ’60 intorno al gruppo di Warhol. Con la diffusione di telecamere e videoregistratori con caratteristiche migliori e costi più accessibili, la registrazione televisiva su nastro (videotape) ha rimpiazzato quasi completamente il mezzo cinematografico, ed è stata usata come fonte di immagini in movimento da inserire nell’ambito di opere d’arte come le installazioni. In Italia il settore della videoarte ha un riferimento ormai consolidato nel Centro Videoarte del Diamanti, che organizzava rassegne, gestiva un archivio e un centro di produzione. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. III, 2005, “Videoarte”, pp. 2394-2395.

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Figura 47 - Giardini di Palazzo Massari, Ferrara.

Durante i trent’anni di attività le rassegne artistiche si sono susseguite e accavallate con un ritmo incalzante, furono, infatti, allestite più mostre contemporaneamente. Tramite la creazione e l’utilizzo di una simile struttura espositiva, Farina, ha diffuso e portato la cultura in vari punti della città, trasformando le mostre in veri e propri appuntamenti fissi per il suo pubblico che attendeva con curiosità la successiva esposizione293.

Procedendo nell’analisi dei dati, le esposizioni hanno riguardato prevalentemente artisti appartenenti al XX secolo dedicando maggiore spazio alle mostre personali. Gli artisti che hanno esposto furono soprattutto personaggi affermati nel panorama artistico nazionale e internazionale, ma non solo, Farina rivolse la sua attenzione anche a personalità minori talvolta decretando il loro successo, infatti, alcuni di questi hanno raggiunto determinati riconoscimenti pubblici successivamente all’esposizione ferrarese. La voglia di sperimentare ha accompagnato costantemente la carriera del direttore, che ha accolto in spazi espositivi secondari (talvolta anche in piccole sale) giovani artisti sconosciuti che, accompagnati e accreditati da un critico di fiducia, potevano avere la possibilità di presentarsi per la prima volta pubblicamente.

La categoria ‘nazionalità’ degli artisti dimostra che il progetto ferrarese ha dato ampio spazio sia ad artisti italiani sia stranieri, con una maggior prevalenza dei primi, artisti famosi ed esordienti per quanto riguarda il contesto italiano, mentre per il comparto internazionale grandi nomi

293 R. Barilli, Janus, in E. Lopresti-L. Magri (a cura di), Palazzo dei Diamanti, 1963-1993: artisti, mostre, cataloghi, cit., p. 11.

88 dell’arte contemporanea, solo per citarne alcuni: Duchamp, Warhol, Mirò, Dalì, Chagall, Picasso e molti altri.

Farina ha dimostrato un’eccezionale sensibilità artistica spaziando tra i numerosi filoni in cui si è articolata la ricerca visiva contemporanea. Le mostre, attraverso i temi e artisti scelti, hanno messo in risalto al pubblico il variegato panorama artistico dell’epoca composto di maestri, giovani eredi, affermati e promesse; svariati generi e tecniche artistiche come pittura, fotografia, scultura, video, arti applicate e performance294. Il direttore, inoltre, ha agito sempre libero da vincoli e restrizioni, resistendo alle leggi consumistiche e alle imposizioni dell’epoca, dimostrando una forte personalità e una ferrea concezione artistica295.

Proseguendo lo studio dal punto di vista delle tecniche artistiche si evince che una delle preferite da Farina è proprio la pittura, che è stata indagata in maniera accurata durante le sue esposizioni; scultura e fotografia sono state sondate in modo discretamente completo, alla Videoarte è stato riservato uno spazio ad hoc individuato nel Centro Videoarte e seguito con successo da Lola Bonora296. Le correnti dell’Avanguardia storica e della hanno avuto un peso considerevole all’interno del corpus di mostre organizzate, ma anche al Postmoderno è stato riconosciuto uno spazio rilevante. Questo denota la spinta progressista di Farina e la sua curiosità verso le tendenze sempre nuove dell’arte contemporanea.

Nel complesso Farina ha organizzato più di 900 esposizioni e ha fatto conoscere circa 1.700 artisti, italiani e non, tra i quali: Morandi, Guttuso, De Chirico, Savinio, De Pisis, Casorati, Manzù, Vespignani, Boldini, Monet, Tapiès, Ensor e molti altri. Alcuni di questi hanno visto l’esposizione ferrarese come un momento di consacrazione della propria carriera già brillante e riconosciuta dal pubblico, mentre per altri questa ha rappresentato una vera e propria vetrina per mostrare le opere per la prima volta pubblicamente. Il fil rouge che ha congiunto tutte le rassegne è stato la brillante personalità di Farina che ha saputo capire le esigenze del suo pubblico e realizzare un progetto artistico innovativo per Ferrara candidandola come nuovo centro all’avanguardia per l’arte contemporanea297. La città in quegli anni ha vissuto una vera e propria rinascita artistica, ha conosciuto una grande quantità di artisti e movimenti contemporanei, ha innalzato la cultura dei suoi abitanti e ha fatto la sua comparsa sulla scena artistica nazionale e internazionale. Infine,

294 Ivi., p. 9. 295 G. Turola, Lo spirito cosmopolita di Franco Farina, cit., pp. 85-88. 296 L. Magri, Centro Video Arte, 1974-1994: videoarte, performance, partecipazioni, cit., p. 7. 297 L. Dante, Franco Farina va in pensione, cit., pp. 53-54.

89 durante i trent’anni d’oro di Palazzo dei Diamanti (1963-1993) è stato intrapreso un articolato racconto artistico dove, voglia di rinnovamento e universalità estetica, sono stati guida e valore di un’intensa attività espositiva operata da Farina298.

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3.4 SELEZIONE DI MOSTRE (schede analitiche) Le esposizioni, catalogate nella tabella generale analizzata sopra, sono state ulteriormente suddivise nei seguenti decenni:

a) periodo 1963-1973; b) periodo 1973-1982; c) periodo 1983-1993.

Per ogni periodo sono state selezionate cinque esposizioni così composte:

- 1 mostra personale di artisti famosi; - 2 mostre personali di artisti “minori”; - 2 esposizioni collettive.

La suddivisione in decenni e l’individuazione di determinate mostre, come da parametri riportati, permettono di entrare nel dettaglio e ripercorrere le tappe più significative del cammino espositivo intrapreso da Farina per arrivare a comprendere la diversificazione dell’offerta culturale che è stata in grado di mettere a disposizione del pubblico.

Le mostre selezionate sono state scelte secondo criteri di originalità nell’allestimento, nel tema della mostra, e nella scelta dell’artista o gruppi di artisti, inoltre, come parametro aggiuntivo è stato tenuto in considerazione il riscontro del pubblico e quindi il successo dell’esposizione. Per ogni mostra selezionata sono stati consultati il catalogo ufficiale pubblicato, altre pubblicazioni e articoli di giornale con recensioni delle mostre. Un’ulteriore precisazione circa la consultazione o il

298 F. Farina, Le mostre e il museo d’arte moderna di Ferrara, in Arte progetto restauro, Bologna, Nuova Alfa, 1991, p. 203.

90 reperimento delle fonti documentarie è d’obbligo, è importante specificare che le esposizioni erano aperte a tutti e gratuite, per cui non è possibile avere un riscontro preciso circa i dati di affluenza delle stesse, questa gratuità ha però consentito un maggior coinvolgimento del pubblico alle singole mostre e una diffusione maggiore dell’arte che interessava l’amatore, lo studioso e anche il ‘profano’. Inoltre, da una ricerca intrapresa sulle fonti giornalistiche, si è riscontrato che non sono reperibili in numero sufficiente articoli o rassegne stampa delle esposizioni realizzate, in quanto all’epoca non era stato istituito un apposito ufficio stampa e un archivio ai Diamanti che raccogliesse i documenti concernenti le mostre. Qualche articolo è stato pubblicato sulle testate giornalistiche locali come Il Resto del Carlino di Bologna (ed. Ferrara) e la Nuova Ferrara, ma si trattava soprattutto di brevi trafiletti, spesso privi d’immagini, informativi contenenti i riferimenti della mostra: periodo, luogo, artista/i. Per quanto riguarda le fonti documentarie degli allestimenti delle rassegne si evidenzia la mancanza d’immagini e fotografie relative agli stessi, perché nei cataloghi delle mostre e negli articoli trovati, non vi è stata fatta menzione.

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a) Periodo: 1963-1973 Mostra personale di artisti “famosi”

3.4.1 Mostra personale di Giorgio De Chirico (1970)

TIPOLOGIA DI MOSTRA Arte contemporanea, pittura, scultura e disegno, personale, antologica TITOLO Giorgio De Chirico: I De Chirico di De Chirico LUOGO Galleria Civica d’Arte Moderna di Palazzo dei Diamanti, Ferrara DATA 10 ottobre – 8 dicembre 1970 CURATORE - ARTISTA Giorgio De Chirico OPERE 132 opere: 88 dipinti 22 disegni 22 sculture PROGETTO DI Franco Farina ENTE PROMOTORE Amministrazioni comunale e provinciale - Ente provinciale per il Turismo - Cassa di Risparmio di Ferrara IN COLLABORAZIONE CON - CON IL SOSTEGNO DI - RESPONSABILE DEL PROGETTO - COMITATO SCIENTIFICO - ENTE/SOGGETTO PRESTATORE Giorgio De Chirico COORDINAMENTO - PROGETTO ALLESTIMENTO - CATALOGO Schmied W. (a cura di), I De Chirico di Giorgio De Chirico, Cento FE: Siaca Arti Grafiche, Ferrara, 1970. PUBBLICO -

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PROGETTO DELLA MOSTRA

La mostra Giorgio De Chirico: I De Chirico di De Chirico, realizzata dal 10 ottobre al 8 dicembre 1970 al Palazzo dei Diamanti a Ferrara, ha rappresentato secondo Farina, un momento di originalità rispetto alle precedenti mostre allestite in onore dell’artista.

L’esposizione antologica ripercorre attraverso le opere, l’excursus artistico di De Chirico e la novità della rassegna ferrarese risiede proprio nella disposizione non tradizionale di queste, le opere sono state raggruppate per soggetti e argomenti come: ritratti, manichini, piazze d’Italia e altre categorie299. In questa esposizione vi è un differente allestimento rispetto alla precedente mostra milanese della primavera del 1970 a Palazzo Reale, nella quale era stato seguito l’ordine cronologico di fattura degli oggetti artistici.

La mostra ha voluto rendere omaggio a un’artista che aveva ormai raggiunto la propria maturità creativa e aveva dato alla luce alcune delle sue opere migliori proprio nel capoluogo ferrarese, durante la sua permanenza in seguito allo scoppio del primo conflitto mondiale. De Chirico era l’uomo dei particolari, poche cose attiravano la sua attenzione, pochi oggetti, ambienti e paesaggi300. A Ferrara l’artista restò impressionato da alcune tipicità culinarie e architettoniche come: le copie (il tipico pane ferrarese), alcune tipologie di biscotti, l’architettura del castello estense e alcuni caratteristici quartieri cittadini. De Chirico aveva descritto Ferrara come la città più metafisica di tutte proprio per l’ordine e la pulizia del suo impianto urbanistico e la linearità delle sue architetture301.

Tra le opere più famose di quel periodo si ricordano: Le Muse Inquietanti, Ettore e Andromaca, Il Trovatore e una serie di interni metafisici ispirati a certi interni ferraresi, vetrine, botteghe, abitazioni e quartieri (come l’antico ghetto, dove si trovavano biscotti e dolci dalle forme metafisiche e strane)302.

299 F. Farina, in De Chirico G., “I De Chirico di De Chirico”, Palazzo dei Diamanti, 10 ottobre – 8 dicembre 1970, Ferrara, Comune di Ferrara, 1970. 300 G. De Chirico, “I De Chirico di De Chirico”, cit. 301 F. Franco, L’equivoco del popolare in Emilia Romagna, cit., p. 94. 302 G. De Chirico, “I De Chirico di De Chirico”, cit.

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ARTICOLAZIONE DELLA MOSTRA

La mostra di De Chirico, all’epoca ancora in vita, vede esposte opere pittoriche, sculture, disegni e litografie, con l’obiettivo di delineare l’intero arco di attività dell’artista, dalle opere giovanili fino alla maturità ma seguendo un percorso improntato secondo categorie tipologiche ben definite, ossia, il raggruppamento per tematiche.

Le sezioni della mostra non sono ordinate per generi, quindi ritratto, paesaggio, natura morta, ma questi attraversano trasversalmente le varie parti tematiche dell’esposizione.

Suddividendo le opere esposte per tecnica, si osserva che i dipinti non sono stati esposti in ordine cronologico, mentre i disegni e le sculture invece hanno seguito un criterio temporale.

Nella mostra sono esposti prevalentemente ritratti e interni “metafisici”, seguiti da nature morte e paesaggi, a testimonianza della volontà di rappresentare in maniera esaustiva l’intera attività artistica di De Chirico.

OPERE ESPOSTE

1. Melanconia (1915) – Olio su tela cm. 50,5 x 64 2. Pomeriggio d’Autunno (1916) - Olio su tela cm. 108 x 74 3. Piazza d’Italia (1918 ca.) - Olio su tela cm. 40 x 50 4. La Torre (1920) - Olio su tela cm. 89,5 x 35 5. Pomeriggio in Autunno (1946) - Olio su tela cm. 48,5 x 92 6. La nostalgia (1962) - Olio su tela cm. 65 x 80 7. La partenza dell’amico (1969) - Olio su tela cm. 60 x 80 8. La tristezza della Primavera (1970) - Olio su tela cm. 90 x 70 9. Composizione metafisica (1958) - Olio su tela cm. 70 x 48 10. Interno metafisico con villa e fontana (1959) - Olio su tela cm. 70 x 94 11. Interno metafisico con biscotti (1959) - Olio su tela cm. 80 x 60 12. Interno metafisico con trovatore (1960) - Olio su tela cm. 73 x 60 13. Interno metafisico con pere (1968) - Olio su tela cm. 80 x 65 14. Interno metafisico con nudo atomico (1968) - Olio su tela cm. 80 x 60 15. Interno metafisico con sole (1969) - Olio su tela cm. 80 x 60 16. Le muse inquietanti (1925) - Olio su tela cm. 97 x 67 17. Gli archeologi (1927 ca.) - Olio su tela cm. 118 x 91 18. Manichini coloniali (1943) - Olio su tela cm. 83 x 55 19. Il figliol prodigo (1965) - Olio su tela cm. 59 x 80 20. Il trovatore (1968) - Olio su tela cm. 89,5 x 60 21. Ettore e Andromaca - Olio su tela cm. 60 x 82 22. Edipo e la sfinge (1968) - Olio su tela cm. 90 x 70 23. La solitudine di Oreste (1968) - Olio su tela cm. 90 x 70 24. Oreste e Pilade (1969) - Olio su tela cm. 90 x 70

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25. Il rimorso di Oreste (1969) - Olio su tela cm. 90 x 70 26. Ritorno alla Villa Avita (1969) - Olio su tela cm. 90 x 70 27. Gli archeologi (I cercatori di quello che fu) (1969) - Olio su tela cm. 90 x 82 28. Ritratto della madre (1911 ca.) - Olio su tela cm. 85 x 63 29. Autoritratto nello studio di Parigi (1934) - Olio su tela cm. 53 x 47 30. Atelier a Parigi (1934) - Olio su tela cm. 53 x 47 31. Ritratto di donna con vestito nero (1935) - Olio su tela cm. 96 x 78 32. Le due amiche (1940) - Olio su tela cm. 54 x 72 33. Dama in mantello di Leopardo (L’inverno) (1940) - Olio su tela cm. 82 x 57 34. Autoritratto nudo seduto (1945) - Olio su tela cm. 62 x 51 35. Autoritratto con corazza (1948) - Olio su tela cm. 50 x 40 36. Autoritratto in costume nero (1948) - Olio su tela cm. 148 x 96 37. Autoritratto in costume azzurro dei Seicento (1949) - Olio su tela cm. 83 x 60 38. Autoritratto in abito nero (1950) - Olio su tela cm. 50 x 40 39. Autoritratto con testa di Minerva (1956) - Olio su tela cm. 80 x 60 40. Autoritratto in costume del Seicento (1959) - Olio su tela cm. 159 x 98 41. Natura morta con coltello (1932) - Olio su tela cm. 140 x 80 42. Mele con paesaggio (1942) - Olio su tela cm. 40 x 50 43. Testa di Minerva con due pesche e uva (1944) - Olio su tela cm. 60 x 50 44. Natura morta con melegrane e fichi (1946) - Olio su tela cm. 28 x 50 45. Natura morta con castello (1947) - Olio su tela cm. 40 x 50 46. Frutta in un paesaggio (1948) - Olio su tela cm. 40 x 50 47. Mele e uva (1955) - Olio su tela cm. 40 x 50 48. Natura morta con argenteria (1962) - Olio su tela cm. 97 x 138 49. Testa di cavallo bianco con criniera al vento (1958) - Olio su tela cm. 50 x 40 50. Cavallo bianco nel bosco (1958) - Olio su tela cm. 50 x 40 51. Due cavalli in riva al mare con sella e castello (1963) - Olio su tela cm. 99 x 80 52. Cavalli con sfondo di mare e templi (1963) - Olio su tela cm. 87 x 98 53. Die cavalli in riva al mare con corazza ed elmo (1964) - Olio su tela cm. 99 x 80 54. Cavalli antichi con raggi di sole (1964) - Olio su tela cm. 58,5 x 80 55. Cavalli antichi ai piedi di un castello (1968) - Olio su tela cm. 76 x 100 56. Personaggi antichi in una camera (1933 ca.) - Olio su tela cm. 61 x 51 57. Il combattimento (1939) - Olio su tela cm. 80 x 102 58. Teste di gladiatori (1958) - Olio su tela cm. 83 x 60 59. Gladiatori nella stanza (1965) - Olio su tela cm. 70 x 90 60. Combattimento con leone (1968) - Olio su tela cm. 67 x 50 61. Gladiatore a riposo (1968) - Olio su tela cm. 50 x 83 62. Combattimento di gladiatori (1969) - Olio su tela cm. 100 x 60 63. Le tre grazie (1946) - Olio su tela cm. 37 x 48 64. Il mattino delle ninfe (1948) - Olio su tela cm. 24 x 50 65. Cavalieri e cavalli (1960) - Olio su tela cm. 64,5 x 45 66. Serenità antica (1968) - Olio su tela cm. 60 x 80 67. Villa Falconieri (1946) - Olio su tela cm. 40 x 50 68. Ponte di Rialto (1947) - Olio su tela cm. 62 x 51,5 69. Isola di S. Giorgio (1947 ca.) - Olio su tela cm. 119 x 116 70. Rocce misteriose (1948) - Olio su tela cm. 50 x 60 71. Chiesa della Salute (1948) - Olio su tela cm. 50 x 70 72. Palazzo Ducale (1956) - Olio su tela cm. 60 x 80 73. Notre Dame De (1962) - Olio su tela cm. 65 x 55 74. I bagni misteriosi (1947) - Olio su tela cm. 50 x 70 95

75. Bagni misteriosi con cigno (1958) - Olio su tela cm. 70 x 50 76. Bagni misteriosi nel pomeriggio (1968) - Olio su tela cm. 60 x 80 77. Il ritorno di Ulisse (1968) - Olio su tela cm. 60 x 80 78. Bagni misteriosi al mattino (1969) - Olio su tela cm. 80 x 60 79. La partenza verso il mare (1969) - Olio su tela cm. 60 x 80 80. Mobili nella valle (1968) - Olio su tela cm. 100 x 80 81. Sole in una stanza (1967) - Olio su tela cm. 60 x 50 82. Sole e luna (1967) - Olio su tela cm. 60 x 50 83. Il sole (1970) - Olio su tela cm. 50 x 70 84. Sole sorgente e sole spento (1968) - Olio su tela cm. 65 x 55 85. Battaglia sul ponte (con elementi metafisici) (1969) - Olio su tela cm. 82,5 x 60 86. Ritorno al castello Avito (1969) - Olio su tela cm. 90 x 70 87. Lucrezia (1922) - Olio su tela cm. 169 x 73 88. Angelica liberata da Ruggero (1940) - Olio su tela cm. 77 x 142 89. Manichino (1918) – Matita cm. 24 x 16 90. Il bosco (1932) – Matita su carta cm. 33 x 23 91. Cavaliere Frigio (1934) – Acquarello cm. 32 x 25 92. Dioscuro con cavallo (1937) – Acquarello cm. 44 x 35 93. Nudo sdraiato in paesaggio romano (1939) – Matita su carta cm. 39 x 50 94. Ritratto di Isa (1939) – Matita su carta cm. 25 x 33,5 95. Bruno Barilli (1941) – Matita su carta cm. 14,5 x 11,5 96. Giardino a Venezia (1944) – Carbone su cartone cm. 40 x 70 97. Dama del 700 (1949) – Carbone cm. 60 x 35 98. Dante: Purgatorio (1950) – Carbone cm. 60 x 35 99. Paride (1966-67) – Matita su carta cm. 30 x 21 100. Interno metafisico con Marina (1967) – Matita su carta colorata cm. 36 x 25 101. Omaggio a Boccaccio (1968) – Carbone cm. 40 x 50 102. Ettore e Andromaca (1968) – Carbone cm. 31 x 25 103. Due cavalli con ruderi (1969) – Carbone cm. 40 x 50 104. Cavallo policromo (1970) – Acquarello cm. 40 x 50 105. La stanza del mistero (1970) – Carbone cm. 40 x 50 106. La scala misteriosa – carbone acquerellato cm. 50 x 60 107. Bagni misteriosi (1970) – Carbone cm. 50 x 40 108. Apparizioni di rose (1970) – Carbone acquerellato cm. 50 x 40 109. Apollo e tulipani (1970) – Carbone cm. 50 x 40 110. Due cavalli con tempio (1970) – Carbone cm. 40 x 50 111. Le muse inquietanti (1968) – Bronzo dorato cm. 35,5 x 16 x 16 112. Il trovatore (1968) – Bronzo argenteo cm. 30 x 11,5 x 8,5 113. Il trovatore (1968) – Bronzo cm. 39,5 x 13,5 x 13 114. Il pittore (1968) – Bronzo cm. 49 x 26 x 24 115. Minotauro pentito (1969) – Altorilievo in bronzo cm. 38 x 32 x 14,5 116. Ettore e Andromaca (1969) – Bronzo cm. 48 x 29 x 27 117. I grandi archeologi (1969) - Bronzo cm. 170 x 107 x 90 118. Ippolito (Efebo greco su cavallo) (1969) - Bronzo cm. 46 x 21,5 x 36 119. Cavalli antichi (1969) - Bronzo cm. 36,5 x 23 x 32 120. Le muse (1970) - Bronzo cm. 48 x 22,5 x 21,5 121. Le sibille (1970) - Bronzo cm. 54 x 38,5 x 18 122. Il consolatore (1970) - Bronzo argentato cm. 34 x 19,5 x 19 123. Il poeta solitario (1970) - Bronzo cm. 52 x 30 x 21 124. Ajace (1970) - Bronzo cm. 41,5 x 20 x 19,5 125. Orfeo (1970) - Bronzo cm. 45 x 22,5 x 19 126. Il grande metafisico (1970) - Bronzo cm. 52 x 23 x 17,5 127. Gli archeologi (1970) - Bronzo cm. 43 x 31 x 23,5 128. Ganimede e il suo cavallo (1970) - Bronzo cm. 37,5 x 22 x 34 129. Manichini coloniali (1970) - Bronzo cm. 40 x 38 x 26 130. Ettore e Andromaca (1970) - Bronzo cm. 53 x 27 x 19 96

131. Penelope e Telemaco (1970) - Bronzo cm. 42 x 23 x 21 132. Il trovatore – Bronzo argentato.

BIOGRAFIA

De Chirico nasce a Volos, in Grecia, il 10 luglio 1888 da famiglia italiana: il padre era un ingegnere di Palermo mentre la madre era una nobildonna genovese303.

Sin da bambino De Chirico mostra una certa propensione alla pittura, copiando immagini di riviste illustrate, ambienti e oggetti dal vero. Nel 1900 si iscrive all’Istituto politecnico di Atene, nel quale frequenta per due anni la scuola di disegno e pittura. Alla morte del padre nel 1905, la famiglia parte per Monaco di Baviera e, all’inizio del 1906, visita città italiane come Roma, Venezia e Milano304. Negli anni 1906-1909 De Chirico è a Monaco, dove frequenta l’Accademia delle Belle Arti studiando con Gabriel Ritter von Hackl e frequentando le lezioni di pittura di Carl von Marr.

Nel 1909 l’artista si reca nuovamente in Italia, a Milano e l’anno successivo si trasferisce con la famiglia a Firenze, dove dipinge il primo quadro metafisico: Enigma di un pomeriggio d’autunno. Nel 1911 visita Torino, città che esercita una profonda suggestione sulla sua fantasia, durante il viaggio per andare a Parigi a trovare il fratello Savinio. Negli anni che trascorre a Parigi, l’artista partecipa a varie esposizioni: Salon D’Automne (1912) e Salon D’Indépendants (1913 e 1914) e, frequenta l’ambiente dell’Ecole de Paris305. Nel maggio 1915 De Chirico è richiamato in Italia dalle autorità militari e assegnato presso il Reggimento di Fanteria a Ferrara. Nella cittadina trascorre tre anni ed entra in contatto con l’ambiente instaurando rapporti con artisti come Carrà e De Pisis. L’impressione prodotta dall’ambiente urbano e architettonico di Ferrara è fondamentale per lo sviluppo della sua visione artistica, De Chirico in questi anni avvia un’intensa attività pittorica.

Nel 1918-19 l’artista si trasferisce a Roma con la madre, dove frequenta musei, artisti, letterati e circoli culturali. Nella capitale partecipa a diverse collettive, tra cui la I Mostra d’arte Indipendente con Carrà, Prampolini, Riccardi, Soffici e Ferrazzi, e organizza la sua prima personale nella galleria di Bragaglia esponendo opere metafisiche dipinte durante il soggiorno a Ferrara306.

303 Ibidem. 304 Ibidem. 305 Ibidem. 306 Ibidem.

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Dal 1920 inizia un’intensa e instancabile attività, che vede in parte riconosciuto il suo lavoro da altri artisti e pubblico, e visita città artistiche come Milano, Parigi, Venezia, con le sue creazioni. L’artista sbarca anche nel “nuovo mondo” e nel 1928 realizza la sua prima personale a New York. Nel 1932 partecipa alla Biennale di Venezia e nel 1935 gli è dedicata una sala alla Quadriennale di Roma. Nel 1948 partecipa nuovamente alla Biennale di Venezia e polemizza con Arcangeli per la scelta delle opere e intenta causa alla Biennale stessa.

De Chirico è un abitante del mondo e cambia residenza molteplici volte nei decenni seguenti. Nel 1950, in seguito alla polemica contro la Biennale, organizza nella sede della Società Canottieri Bucintoro una “Antibiennale”307. Proseguono negli anni le collaborazioni con il teatro per il quale realizza diverse scenografie di opere teatrali.

Nel 1970 è organizzata la prima antologica al Palazzo Reale di Milano, la mostra a Hannover, dove l’artista è presentato da Wieland Schmied e la personale a Ferrara presso la Galleria civica d’arte Moderna308.

De Chirico muore a Roma il 2 novembre 1978.

307 Ibidem. 308 Ibidem.

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FOTOGRAFIE

Figura 48 - Locandina mostra De Chirico (1970). Figura 49 – Cat. mostra De Chirico (Palazzo dei Diamanti, 10/10- 08/12/1970).

Figura 50 – De Chirico, Il Trovatore. Figura 51 - De Chirico, Interno metafisico con biscotti.

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Figura 52 - De Chirico, Le muse inquietanti.

Figura 53 - De Chirico, Ettore e Andromaca.

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Mostra personale di artisti “minori” 3.4.2 Mostra personale di Renato Birolli (1970)

TIPOLOGIA DI MOSTRA Arte contemporanea, pittura, disegno, personale, antologica TITOLO Renato Birolli LUOGO Galleria Civica d’Arte Moderna di Palazzo dei Diamanti, Ferrara DATA 17 maggio – 30 luglio 1970 CURATORI - ARTISTA Renato Birolli OPERE 108 opere: 87 dipinti 21 disegni PROGETTO DI Franco Farina ENTE PROMOTORE Comune di Ferrara IN COLLABORAZIONE CON - CON IL SOSTEGNO DI - RESPONSABILE DEL PROGETTO - COMITATO SCIENTIFICO - MUSEI / SOGGETTI PRESTATORI Collezione Birolli Galleria Civica d’Arte Moderna, Milano Collezione Figini, Milano Collezione Bini, Milano Collezione Boschi, Milano Collezione G. Rossi, Milano Collezione Corna, Milano Collezione De Bellis, Milano Pinacoteca di Brera, Milano Collezione Locatelli, Milano Collezione Damiano, Milano Collezione Grossetti, Milano

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Collezione Cavellini, Brescia Galleria Civica d’Arte Moderna, Brescia Collezione Baggio, Adria Collezione Mattioli, Milano Collezione Pinottini, Torino Collezione Leonini, Milano PROGETTO ALLESTIMENTO Franco Farina CATALOGO AA.VV, Renato Birolli, Cento FE: Siaca Arti Grafiche, Ferrara, 1970.

PROGETTO DELLA MOSTRA

La mostra antologica su Birolli, tenutasi nel 1970 presso Palazzo Diamanti, ha visto la riscoperta di un personaggio allora poco noto che si è sempre sottratto al sistema del consumismo artistico e che per questo non aveva ricevuto la giusta considerazione artistica309. L’esposizione postuma rappresenta un omaggio tardivo al maestro e tratta l’arte dagli anni ’30 ai ’50, periodo storico che ha visto nascere, sviluppare e morire l’arte del regime (anni di cesura per artisti e letterati ma non per questo meno prolifici). Con questa mostra non si intende recuperare o riproporre solamente la figura dell’artista, ma si vuole approfondire, attraverso la personalità di Birolli espressa nelle sue opere, gli umori e i tormenti che hanno animato artisti insofferenti e preoccupati per quanto stava accadendo in Italia e in Europa310. L’artista vive determinati momenti storici con grande pathos e responsabilità: la guerra segna inevitabilmente il suo percorso artistico, rendendolo autentico nell’espressione della sofferenza e del disgusto dello scenario che gli si presenta311. Birolli rivela tutto il suo impegno civile e, assieme ad altri artisti, fonda il movimento Corrente, fronte resistenziale contro l’ideologia fascista della romanitas in arte, partecipando anche al Fronte Nuovo delle Arti. L’artista guarda all’arte italiana ma non solo, il suo interesse è più ampio: Van Gogh, Cézanne, Ensor e Kokoschska, Grosz e Nolde, lo ispirano312. La sua ricerca si avvia verso un orizzonte culturale e artistico di matrice europea, ricercando un’arte radicata nel presente e moralmente impegnata. In alcune

309 F. Farina, in AA.VV, Renato Birolli, Cento FE: Siaca Arti Grafiche, Ferrara, 1970. 310 Ibidem. 311 C. Maltese, Renato Birolli, in AA.VV, Renato Birolli, cit. 312 L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Birolli Renato”, p. 243.

102 opere degli anni ’30 Birolli esprime in senso emblematico un nuovo colorismo veneto, che durante il soggiorno parigino rielabora secondo le inflessioni coloristiche dell’arte francese313. Questo periodo dura fino a quando, nel dopoguerra, non entra nel Gruppo degli Otto e approda alle proprie elaborazioni definitive: alla base del linguaggio vi è una commistione di lezioni di pittura astratta lirico-espressivo e di un senso concreto del rapporto con le realtà naturali314.

ARTICOLAZIONE DELLA MOSTRA

La mostra antologica si basa sull’esposizione cronologica delle opere di Birolli. La mostra vuole avere carattere di completezza ed espone quadri inediti del primo periodo dell’artista, fino alla contestazione dei movimenti artistici novecenteschi. Le opere del suo “secondo” periodo sono conosciute soprattutto all’estero, dove ha realizzato più mostre315. La disposizione delle opere evidenzia il percorso artistico ed evolutivo dell’artista: dal periodo iniziale, alla svolta drammatica caratterizzante il periodo bellico per giungere alla parabola finale con quadri che tendono sempre più all’astratto e all’informale.

Le opere esposte sono in maggioranza oli su tela, Birolli, infatti, preferiva questo medium rispetto ad altri (come ad esempio matita, penna o cere), perché più adatto a esprimere il colore: traduceva ciò che vedeva con macchie di colore, tanto da estremizzare questa visione soprattutto nell’ultimo periodo di attività dove si avvicina sempre più all’astrazione. L’artista realizza però opere usando anche le cere, tecnica completamente differente rispetto alla precedente ma più rapida in quanto permette di tradurre il dato reale con una certa immediatezza316. Questo mezzo permette di creare trasparenze, pastosità e densità di colore, elementi caratteristici della pittura di Birolli.

Una delle prime opere esposte è il San Zeno (1931), dipinto nel quale l’artista esprime la sua personale posizione nei confronti della situazione artistica italiana e la necessità di chiarire la problematica relazione tra arte e vita, ritornando alla libertà dell’immaginazione e recuperando l’idea della pittura come momento morale317. In quest’opera afferma l’autonomia del pensiero creativo rispetto alla mera rappresentazione della realtà. Con dipinti come Natura morta (1932), Il

313 G. Bruno, Percorso di Birolli in AA.VV, Renato Birolli, cit. 314 A. Del Guercio, La pittura del novecento, cit., p. 96. 315 F. Farina, in AA.VV, Renato Birolli, cit. 316 C. Maltese, Renato Birolli, in AA.VV, Renato Birolli, cit. 317 G. Bruno, Percorso di Birolli in AA.VV, Renato Birolli, cit.

103 ritratto del padre e Il ritratto della madre (1932), Eva (1933) e I giocatori di polo (1933), l’artista studia la contaminazione tra arte e vita, la felice condizione del sogno e il disprezzo per la realtà che rifiuta l’immaginazione318. Birolli afferma il fare artistico e l’estrinsecazione della coscienza dell’artista come partecipazione al dramma della vita e alla situazione tragica che lo circonda319.

Il secondo periodo è quello segnato dal dramma della guerra. Nei suoi quadri è rappresentato il grigiore della guerra, reso con l’uso di colori spenti e con le espressioni angosciose disegnate sul volto dei personaggi ritratti. L’artista in questo momento storico insegue la piena adesione al vero in pittura, per cercare l’accettazione della realtà, di quel tragico periodo che sembra avergli tolto l’ispirazione320. Nonostante il periodo drammatico Birolli non sospende l’attività creativa, ma limita la rappresentazione di soggetti e temi alla fattura di quadri con personaggi agresti, come i contadini. In queste opere traspaiono la sofferenza e l’angoscia per i fatti a lui contemporanei e la piena coscienza che ormai il mondo non può essere rappresentato attraverso una visione idilliaca.

Nella sezione finale della mostra sono esposte le opere che corrispondono cronologicamente all’ultimo periodo di attività, momento nel quale l’artista tenta una nuova strada e si avvia verso l’astrazione: trasforma così il paesaggio in materia, i singoli elementi non si distinguono più ma tutto diventa solo esclusivamente colore321. L’artista si spinge al limite del linguaggio, capovolgendolo e spezzandolo, creando a sua volta involontariamente un nuovo codice artistico.

OPERE ESPOSTE

1. San Zeno pescatore (1931) – Olio su tela cm. 150 x 75, Galleria Civica d’Arte Moderna, Milano 2. Arlecchino (1931) – Olio su tela cm. 84 x 56, Collezione Birolli. 3. Arlecchino (1931) – Olio su tela cm. 52 x 46, Collezione Figini, Milano. 4. Composizione (1931) – Olio su tela cm. 35 x 40, Collezione Figini, Milano 5. Natura morta (1932) – Olio su tela cm. 48 x 55,5, Collezione Birolli. 6. Nudo disteso (1932) – Olio su tela cm. 73 x 152, Collezione Birolli. 7. La sposa (1932) - Olio su tela cm. 84 x 57, Collezione Birolli. 8. Ritratto del padre (1932) - Olio su tela cm. 86,5 x 56,5, Collezione Birolli. 9. Ritratto della madre (1933) - Olio su tela cm. 82 x 55, Collezione Birolli. 10. Periferia (1933) - Olio su tela cm. 65 x 70, Collezione Birolli. 11. Giocatori di polo (1933) - Olio su tela cm. 140 x 130, Collezione Birolli. 12. Eva (1933) - Olio su tela cm. 120 x 75, Collezione Birolli.

318 Ibidem. 319 Ibidem. 320 M. Rosci, Spazio, tempo e storia nell’ultimo Birolli, in AA.VV, Renato Birolli, cit. 321 Ibidem.

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13. Piccolo gineceo (1933) - Olio su tela cm. 66 x 57, Collezione Birolli. 14. Figura di donna (1934) - Olio su tela cm. 87 x 43, Collezione Birolli. 15. Autoritratto (1934) - Olio su tela cm. 83,5 x 57, Collezione Birolli. 16. Composizione (1936) – Olio su tela cm. 45 x 50, Collezione Birolli. 17. Il Caos (1936) – Olio su tela cm. 110 x 90, Collezione Bini, Milano 18. Eden (1937) – Olio su tela cm. 80 x 90, Collezione Boschi, Milano 19. Le grandi mistiche (1938) – Olio su tela cm. 99 x 60, Collezione Boschi, Milano 20. Ritratto delle signorine Rossi (1938) - Olio su tela cm. 100 x 120, Collezione G. Rossi, Milano 21. Bozzetto per “le due rive” (1938) - Olio su tela cm. 31,5 x 41, Collezione Birolli. 22. Ritratto di Gianna (1939) - Olio su tela cm. 38 x 31, Collezione G. Rossi, Milano. 23. Ritratto di Rosa (1940) - Olio su tela cm. 85 x 50, Collezione Birolli. 24. I lumi (1940) - Olio su tela cm. 40 x 35, Collezione Corna, Milano. 25. La Sicilia (1940) - Olio su tela cm. 90 x 130, Collezione Birolli. 26. Cilindro giallo (1942) - Olio su tela cm. 85 x 68, Collezione De Bellis, Milano 27. Gineco (1941) - Olio su tela cm. 100 x 80, Pinacoteca di Brera, Milano 28. Valpolicella x 100, Collezione Locatelli, Milano 29. San Michele (1941) - Olio su tela cm. 71 x 61,5, Collezione Damiano, Milano 30. Girasoli (1943) - Olio su tela cm. 48,5 x 56, Collezione Birolli. 31. Contadina (frammento di “Contadini”) (1944) - Olio su tela cm. 48 x 32, Collezione Birolli. 32. Contadino con l’anguria (1945) – Olio su tela cm. 50 x 40, Collezione Boschi, Milano 33. Contadino tra i girasoli (1945) – Olio su tela cm. 78 x 91, Collezione Birolli. 34. Aringhe (1947) - Olio su tela cm. 61 x 50, Collezione Birolli. 35. Montmartre (1947) - Olio su tela cm. 65 x 46, Collezione Birolli. 36. Trinité sur mer (1947) – Olio su carta cm. 48 x 66, Collezione Birolli. 37. Studio per ragazza alla finestra (1947) – Olio su tela cm. 40 x 29,5, Collezione Birolli. 38. Ragazza alla finestra (1949) – Olio su tela cm. 83 x 66, Collezione Grossetti, Milano 39. Adriatico (1950) - Olio su tela cm. 80 x 69, Collezione Birolli. 40. Tavola del pescatore (1951) - Olio su tela cm. 123 x 102, Collezione Grossetti, Milano 41. Contadina in risaia (1951) - Olio su tela, Collezione Grossetti, Milano 42. Verde e blu per la Liguria (1952) - Olio su tela cm. 91 x 65, Collezione Cavellini, Brescia 43. Vigna e acqua (1952) - Olio su tela cm. 92 x 63,5, Collezione Birolli. 44. Contadino nella vigna (1952) - Olio su tela cm. 135 x 70,5, Collezione Birolli. 45. Canale nero n. 1 (1952) - Olio su tela cm. 200 x 190, Collezione Birolli. 46. Vigna e strada bianca (1953) - Olio su tela cm. 145 x 97, Collezione Cavellini, Brescia 47. Murcia di cenere (1953) - Olio su tela cm. 86 x 73, Collezione Birolli. 48. La vigna (1954) - Olio su tela cm. 128 x 63, Collezione Birolli. 49. La trebbiatrice (1954) - Olio su tela cm. 82 x 110, Collezione Birolli. 50. Ora forte meridiana (1954) - Olio su tela cm. 107 x 121, Collezione Birolli. 51. Quantità di una collina (1954) - Olio su tela cm. 108 x 126, Collezione Birolli. 52. Sezione di mare (1954) - Olio su tela cm. 64 x 200, Collezione Birolli. 53. Inverno (1955) - Olio su tela cm. 92 x 73, Collezione Birolli. 54. Incendio nelle Cinqueterre (1955-56) - Olio su tela cm. 118 x 107, Galleria Civica d’Arte Moderna, Brescia 55. Fulmine sul colle (1955) - Olio su tela cm. 60 x 40, Collezione Baggio, Adria 56. Cinqueterre: Manarola (1955) - Olio su tela cm. 63 x 54, Collezione Mattioli, Milano 57. Lampare a Manarola (1955) - Olio su tela cm. 58 x 85, Collezione Grossetti, Milano 58. La luna nella roggia (1955) - Olio su tela cm. 105 x 120, Galleria Civica d’Arte Moderna, Brescia 59. La Liguria è verticale (1955-56) - Olio su tela cm. 117 x 74, Collezione Pinottini, Torino 60. Incendio nelle Cinqueterre (1956) - Olio su tela cm. 91 x 146, Collezione Birolli. 61. Vendemmia nelle Cinqueterre (1956) - Olio su tela cm. 114 x 197, Collezione Cavellini, Brescia 62. Anversa (1957) - Olio su tela cm. 114 x 88, Collezione Birolli. 105

63. Uomo vegetale (1957) - Olio su tela cm. 115 x 72, Galleria Civica d’Arte Moderna, Milano 64. Uomo nella landa (1957) - Olio su tela cm. 81 x 100, Collezione Leonini, Milano 65. La terra è verde (1957) - Olio su tela cm. 160 x 130, Collezione Birolli. 66. Composizione (1957) - Olio su tela cm. 30 x 40, Collezione Birolli. 67. Vigna d’autunno (1957) - Olio su tela cm. 45,5 x 27,5, Collezione Birolli. 68. Verdi e bianchi (1957) - Olio su tela cm. 30 x 40, Collezione Birolli. 69. Macchina in nero (1957) - Olio su tela cm. 27,5 x 45,5, Collezione Birolli. 70. Piccola espansione (1957) - Olio su tela cm. 25 x 34,5, Collezione Birolli. 71. Bis fuoco che si spegne (1957-58) - Olio su tela cm. 113 x 12, Collezione Birolli. 72. Cronache della necropoli etrusca (1957-58) - Olio su tela cm. 156 x 250, Collezione Birolli. 73. Canto italiano (1958) - Olio su tela cm. 82 x 130,5, Collezione Birolli. 74. Canto d’inverno (1958) - Olio su tela cm. 108 x 84, Collezione Birolli. 75. Luce dissolvente (1958) - Olio su tela cm. 91,5 x 74,5, Collezione Birolli. 76. Bianco in espansione (1958) - Olio su tela cm. 117 x 74, Collezione Birolli. 77. Natura selvatica (1958) - Olio su tela cm. 100 x 130, Collezione Birolli. 78. Il verde delle Cinqueterre (1958) - Olio su tela cm. 112 x 145, Collezione Pinottini, Torino 79. Ora calda (1958) - Olio su tela cm. 78 x 64, Collezione Birolli. 80. Composizione (1959) - Olio su tela cm. 24 x 18, Collezione Birolli. 81. Chiaro di luna (1959) - Olio su tela cm. 146 x 90, Collezione Birolli. 82. Bianco in contrasto (1959) - Olio su tela cm. 89,5 x 146, Collezione Birolli. 83. Bianco in espansione (1959) - Olio su tela cm. 98 x 74,5, Collezione Pinottini, Torino 84. Opera ultima (1959) - Olio su tela cm. 173 x 100, Collezione Birolli. 85. Profeta (1931) – Disegno a penna su carta cm. 35 x 26,5, Collezione Birolli. 86. Figura seduta (1931) – Disegno a penna su carta cm. 35 x 26,5, Collezione Birolli. 87. Le ossesse (1932) – Disegno a penna su carta cm. 24 x 34, Collezione Birolli. 88. San Zeno pescatore (1932) – Disegno a penna su carta cm. 34 x 24,5, Collezione Birolli. 89. Bis la moltiplicazione dei pesci (1932) – Disegno a penna su carta cm. 17,5 x 25, Collezione Birolli. 90. Passaggio per i tre poeti (1934) – Disegno a penna su carta cm. 27 x 32,5, Collezione Birolli. 91. Studio per Eldorado (1935) – Disegno a penna su carta cm. 17,3 x 17,1, Collezione Birolli. 92. Studio per Eldorado (1935) – Disegno a penna su carta cm. 20,3 x 27, Collezione Birolli. 93. Gruppo di pastelli su carta (1935) – Ritratto, Figura nel bosco, Gineco, L’angelo, Contadini che danzano, Collezione Birolli. 94. Studi (tre) preparatori per le “Metamorfosi” (1935) - Disegni a penna su carta cm. 22 x 28, Collezione Birolli. 95. Studi (due) da Delacroix (1936) - Disegni a penna su carta cm. 22 x 28, Collezione Birolli. 96. Disegni (otto) delle “Metamorfosi” (1936) – Penna su carta cm. 22 x 28, Collezione Birolli. 97. Composizione (1937) – Acquerello su carta cm. 25 x 35, Collezione Birolli. 98. Gli uomini che giocano con la luna (1937) – Disegno a penna su carta cm. 24,5 x 35, Collezione Birolli. 99. Composizione con figure (1938) - Acquerello su carta cm. 24 x 36, Collezione Birolli. 100. Studio per gineceo (1941) – Disegno a china su carta cm. 22 x 33, Collezione Birolli. 101. Composizioni (otto) con figure animali (1942) - Disegni a penna su carta e acquerello cm. 17,2 x 19,8, Collezione Birolli. 102. Disegni della Resistenza – Italia 44 (dodici) (1944) - Penna su carta cm. 16 x 21,5, Collezione Birolli. 103. Illustrazioni (tre) per il Catullo (1944) - Disegno a penna su carta cm. 29,2 x 20,5, Collezione Birolli. 104. Composizioni (due) di Parigi (1947) - Disegni a penna colorati a cera cm. 37,5 x 28, Collezione Birolli. 105. Composizioni (tre) di Parigi (1947) – Tempere su carta cm. 21 x 16, Collezione Birolli. 106. Composizioni (quattro) di Parigi (1947) – Disegni a matita e cera su carta cm. 23 x 31,5, Collezione Birolli. 107. Studi (sei): di Porto Buso (1951), di Bocca di Magra (1952) , Collezione Birolli. 108. Gruppo di pastelli a cera su carta: Manarola (1955), di Tellaro e delle Cinqueterre (1956), di Manarola (1958) , Collezione Birolli. 109. Incendio d’alberi (1956) - Acquerello su carta cm. 36 x 48, Collezione Birolli. 106

110. Gruppo di tempere su carta (1959) – Composizioni, Collezione Birolli.

BIOGRAFIA ARTISTA

Renato Birolli nasce a Verona nel 1905 da una famiglia operaia. Dopo aver compiuto gli studi presso l’Accademia Cignaroli di Verona, si trasferisce a Milano, dove entra a far parte di un movimento di avanguardia assieme a Guttuso, Manzù, Sassu, Persico e altri322. Negli anni ’30 organizza, assieme a Manzù e Sassu, una mostra alla Galleria Il Milione di Milano, dove espone alcune tra le sue opere migliori, come il San Zeno323. In quel periodo nasce l’amicizia con Persico e il clima di fermento nel quale viveva il gruppo di artisti genera contatti proficui con altri centri della provincia permettendo scambi e aggiornamenti culturali-artistici. Dal ’36 inizia a redigere scritti di poetica e riflessione che convertiranno nei suoi “taccuini”: rappresentazione di come l’artista viva e veda il mondo attorno a lui324.

Tra il 1938 e il 1942 l’artista abbraccia il movimento Corrente ed elabora un linguaggio che si avvicina sempre più alla coscienza politica e a una partecipazione antifascista325. Durante la guerra dipinge pochi quadri, quelli che crea hanno come tema la lotta contadina e partigiana nelle campagne e per un certo periodo, sospende perfino la sua attività creativa. Nel 1946 si fa promotore della Nuova Secessione artistica, divenuta poi seguente Fronte Nuovo delle Arti326.

Dopo la guerra Birolli parte per Parigi e la sua pittura subisce una vera e propria evoluzione: con il trasferimento inizia ufficialmente il suo secondo periodo. L’artista resta affascinato e colpito soprattutto da alcune personalità di grande spessore artistico come Matisse e Picasso, e la loro influenza si avverte nella sua produzione di quadri, come nelle opere Aringhe, Tavola del pescatore per poi avvicinarsi sempre di più al lirismo astratto come in Lampare a Manarola o La luna nella roggia327.

La partecipazione alla Biennale di Venezia del 1950 gli permette di entrare a far parte del Gruppo degli Otto, fondato da Venturi, di cui fanno parte Basaldella, Moreni, Corpora, Vedova, Turcato,

322 AA.VV, Renato Birolli, Palazzo dei Diamanti, 17 maggio – 30 luglio 1970, Ferrara, Siaca Arti Grafiche, 1970. 323 Ibidem. 324 Ibidem. 325 AA.VV, L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, p. 243. 326 Ibidem. 327 M. Rosci, Spazio, tempo e storia nell’ultimo Birolli in AA.VV, Renato Birolli, cit.

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Morlotti e Santomaso328. Inizia per Birolli il periodo di maggior successo, sancito da due importanti personali a New York nel 1951 e 1958. In quegli anni viaggia molto in solitudine per le varie province italiane e approfondisce la sua ricerca come conoscenza di genti e paesi, rifiutando le posizioni tradizionali sull’arte italiana. L’artista si sofferma più volte nel paesaggio ligure, visitando le Cinque Terre, luoghi che hanno ispirato parte della sua produzione artistica come la serie degli Incendi329.

Negli anni ’50 Birolli entra in contatto con alcuni rappresentanti di movimenti avanguardisti americani, come l’Action , senza però subirne direttamente l’influenza, l’artista, infatti, non si riconosce apertamente in nessuna corrente contemporanea e continua a portare avanti la sua personale ricerca330. Gli anni tra il ’55 e il ’57 sono i più intensi, produce, infatti, una grande quantità di opere artistiche.

Birolli muore improvvisamente nel maggio del 1959, lasciando un corpus cospicuo di opere che testimoniano il percorso travagliato affrontato dall’artista e la sua costante ricerca di avvicinare l’arte alla vita. Egli stesso scrisse: “Voglio che di me si ricordi soltanto la pittura che faccio e farò”331.

328 L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Birolli Renato”, p. 243. 329 M. Rosci, Spazio, tempo e storia nell’ultimo Birolli, in AA.VV, Renato Birolli, cit. 330 A. Del Guercio, La pittura del novecento, cit., p. 96. 331 C. Maltese, Renato Birolli: 1949-1959, in Arte oggi, II (1960), n. 7, pp. 11-14.

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FOTOGRAFIE

Figura 54 - Locandina mostra Birolli (1970).

Figura 55 – Birolli, San Zeno pescatore. Figura 56 - Birolli, Contadino tra i girasoli. 109

Figura 57 - Birolli, Lampare a Manarola. Figura 58 - Birolli, La tavola del pescatore.

Figura 59 - Birolli, Bianco in espansione (particolare).

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Mostra personale di artisti “minori”

3.4.3 Mostra personale di Filippo De Pisis (1973)

TIPOLOGIA DI MOSTRA Arte contemporanea, pittura, disegno, personale, omaggio TITOLO Filippo de Pisis LUOGO Galleria civica d’arte moderna, Palazzo dei Diamanti DATA 1 luglio – 30 settembre 1973 CURATORI - ARTISTA Filippo Tibertelli de Pisis OPERE 181 opere: 116 dipinti 18 acquerelli 34 disegni 6 litografie 5 varie PROGETTO DI Franco Farina ENTE PROMOTORE Comune di Ferrara IN COLLABORAZIONE CON Ente Provinciale per il Turismo e Cassa di Risparmio di Ferrara CON IL PATROCINIO DI Regione Emilia Romagna RESPONSABILE DEL PROGETTO Franco Farina COMITATO SCIENTIFICO - MUSEI / SOGGETTI PRESTATORI Collezione Ballardini, Ferrara

Eredità Ernesta Tibertelli

Collezione De Mandriargues, Parigi

Collezione Passigli, Bologna

Collezione Signorelli, Roma

Collezione R. Medici, Roma

Collezione Dalla Chiesa, Roma

Collezione Filippo Tibertelli, Milano

Collezione Broussard, Roma

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Collezione Porcella, Roma

Collezione Sapegno, Roma

Collezione Verrando, Firenze

Collezione Allaria, Cortina

Collezione F.lli Rimondi, Cortina

Collezione Bona de Pisis, Venezia

Collezione Malabotta, Montebelluna

Collezione Medici-Guerra, Roma

Collezione Giardini-Caponeri, Roma

Collezione Galleria civica d’arte moderna, Ferrara

Collezione Canfora, Roma

Collezione Cassa di Risparmio, Ferrara

Collezione Zanini, Roma

Collezione Petrassi, Roma

Collezione Barbara Tibertelli, Milano

Collezione Magnani-Marniano, Parma

Collezione Novacco, Venezia

Collezione Verrando, Firenze

Collezione Briganti, Roma

Collezione Pediconi, Roma

PROGETTO ALLESTIMENTO Franco Farina CATALOGO AA.VV., Filippo De Pisis, Comune di Ferrara, Galleria civica d’arte Moderna, Cento, Siaca, 1973.

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PROGETTO DELLA MOSTRA

La mostra postuma di De Pisis è pensata come un omaggio all’artista ferrarese scomparso quasi vent’anni prima, ma la sua peculiarità risiede nel taglio critico dato, poiché attraverso la vicenda umana e artistica dell’artista è indagata la complessità delle componenti sociali che operano a Ferrara all’inizio del ‘900 e che influiscono nella sua produzione artistica332.

Tramite l’esposizione è possibile rileggere l’arte di De Pisis in un modo differente da com’era stata considerata dalla critica dell’epoca, Marchiori sostiene che: “Nel 1930 la critica italiana riteneva di aver esaurito il fenomeno de Pisis con una definizione piuttosto facile di spontaneità, che limitava il carattere della sua arte a un rapporto esteriore di eccitazione ottica, a una specie di orgasmo visivo, risolto nel gesto dell’annotazione immediata, al di fuori di ogni problema relativo al tempo”333. Apparentemente si poteva pensare che de Pisis negasse l’attualità poiché nel 1930 si trovava a Parigi chiuso in solitudine e lontano dalle proposte di altri movimenti e artisti, invece la vicenda non può essere etichettata in maniera così semplicistica. Infatti, sempre Marchiori afferma: “[…] C’era in lui, invece, una verità irresistibile, una capacità di vedere anche di là dell’oggetto, trasformato spesso in un effetto di luce, in una sintesi di pochi toni inventati”334.

La selezione delle opere esposte in questa mostra e la particolarità del progetto stesso risiede proprio in una scelta critica di quadri da una produzione vastissima, che cerca di liberare l’arte di de Pisis da ingannevoli sovrastrutture, attraverso lo studio dei suoi scritti e poesie rivelando lo stretto rapporto esistente tra parola e pittura335. I suoi taccuini rappresentano per questo un commento, ricco d’intuizioni astute, ai motivi pittorici tipici dell’artista. La revisione critica della figura e delle opere di de Pisis è importante per capire la portata innovativa del suo percorso artistico, Farina, infatti, asserisce che: “[…] l’artista ha operato utilizzando la massima espressione d’avanguardia consentita e con lui rispondente, che non interrompe il dialogo con un entroterra culturale moderatamente disponibile alla novità”336. Ferrara all’epoca non consentiva aperture culturali e artistiche diverse dal retaggio storico che l’aveva sempre caratterizzata e di cui si è liberata solo negli anni successivi, de Pisis quindi non poteva conoscere e sperimentare novità

332 R. Costa, in AA.VV., Filippo De Pisis, Comune di Ferrara, Galleria civica d’arte Moderna, Cento:Fe, Siaca, 1973. 333 G. Marchiori, in AA.VV., Filippo De Pisis, cit. 334 Ibidem. 335 Ibidem. 336 F. Farina, in AA.VV., Filippo De Pisis, cit.

113 artistiche con la stessa facilità di altri suoi coetanei residenti in grandi città, ma questa non è una motivazione sufficiente per rinchiudere la sua arte entro semplici e riduttive categorie.

ARTICOLAZIONE DELLA MOSTRA

La mostra è composta di opere di differenti fatture, la parte più cospicua è rappresentata dai dipinti, che segue un ordinamento cronologico, a completare la visione d’insieme sull’artista alcune opere documentarie come disegni, acquerelli e litografie. Il corpus esposto offre un secondo contributo importante per la comprensione dell’attività di de Pisis, avviatosi già con la mostra del 1951 al Castello Estense di Ferrara, e un mezzo per intendere l’ambiente circostante.

I soggetti e i temi dei quadri della rassegna sono essenzialmente quelli cari all’artista, in prima istanza nature morte, seguite da paesaggi e ritratti. L’itinerario immaginario da seguire è quello che parte dagli anni ’30 di Parigi passando poi per Venezia, con varie tappe intermedie a Londra, Cortina, Rimini e Milano, e utile per ricostruire i vari momenti della poetica di de Pisis337.

Nell’esposizione sono presenti anche collages a tecnica mista che testimoniano l’avvenuto approccio di de Pisis con le avanguardie di inizio ‘900, come Dadaismo e Metafisica, con opere come Composizioni (1916) e Non c’è la fine (1916), senza però farsi mai coinvolgere totalmente. Tra le nature morte figurano alcuni omaggi che de Pisis compie per altri artisti, tra questi: Natura morta maggio a Van Gogh (1923) e altre contenenti significati nascosti ma riconoscibili come nel caso di Natura morta con tela di de Pisis (1928). In generale nelle sue nature morte l’artista combina diversi oggetti e sfondi marini come pesci e cipolle, funghi e frutti vari, e altri bizzarri oggetti, realizzando accostamenti casuali fissati in uno spazio inventato, al limite tra fantasia e realtà338. Gli accostamenti di diversi elementi e la composizione fantasiosa delle opere dipendono quasi esclusivamente dagli stati d’animo dell’artista, mutevoli e sempre differenti, che si riflettono sulla tela: da qui l’originalità del suo percorso e l’uguaglianza tra arte e vita.

Durante la sua permanenza a Parigi l’artista dedica alla città alcuni paesaggi e interni particolari, come Veduta di Notre Dame (1926), Riva sulla Senna (1930) e Fiori nello studio di Parigi (1936), dove immortala la capitale con tocchi veloci di colore. De Pisis anche se abbandona l’Italia non

337 G. Marchiori, in AA.VV., Filippo De Pisis, cit. 338 Ibidem.

114 dimentica le sue origini e la sua terra, e continua a sentirsi un emiliano all’estero, realizza poi al suo rientro opere come Piazza Ariostea (1935) e molte nature morte.

Le opere rappresentano negli anni l’evoluzione della vita e del pensiero artistico ed anche lo stato d’animo di de Pisis, infatti, con il progredire della malattia muta la sua visione artistica e della vita e si opera il distacco da ogni piacere visivo spegnendo quell’insaziabile volontà d’amare e il turbamento davanti al miracolo della natura339. Questo si nota particolarmente in due ritratti, Beato Labre (1942) e Infermiera Norina (1950), e in Interno di stalla a Brugherio (1940) e Cascina a Brugherio (1951), dove la sua vita interiore è segnata dal progredire della patologia e dalla coscienza di una solitudine che si aggrava sempre più fino alla fine340.

La mostra riporta anche opere eseguite da altri artisti in onore di de Pisis, si tratta di ritratti figuranti l’artista dipinti da De Chirico (1926), Leonor Fini (1936), Marino Marini (1942), Orfeo Tamburi (1942) e Galetti (1950) a testimonianza dei rapporti che l’artista ha intrecciato durante la sua carriera e della stima riscontrata.

OPERE ESPOSTE

1. Uccelli (1908) – olio su tavola cm. 39x39, Collezione Ballardini, Ferrara 2. Composizione I° (1916) – collage e tecnica mista carta cm. 21,3x15,7, Eredità Ernesta Tibertelli 3. Composizione II° (1916) – collage e tecnica mista carta cm. 21,3x15,7, Eredità Ernesta Tibertelli 4. Composizione III° (1916) – collage e tecnica mista carta cm. 21,3x15,7, Eredità Ernesta Tibertelli 5. Composizione IV° (1916) – collage e tecnica mista carta cm. 21,3x15,7, Eredità Ernesta Tibertelli 6. Non c’è la fine (1916) – collage e tecnica mista carta cm. 28x28, Eredità Ernesta Tibertelli 7. Il pellegrino (1918) – olio su cartone cm. 50x36, Collezione De Mandriargues, Parigi 8. Cani da caccia (1920) – olio monocromo su cartone cm. 55x74, Eredità Ernesta Tibertelli 9. Natura morta omaggio a Van Gogh (1923) – olio su tela cm. 90x70, Collezione Passigli, Bologna 10. Natura morta con oliera (1924) – olio su cartone cm. 47x65,5, Eredità Ernesta Tibertelli 11. Il poveraccio (1924) – olio su tela cm. 68x50, Collezione Signorelli, Roma 12. Natura morta con vino rosso e disegno (1924) – olio su tela cm. 46x59, Collezione R. Medici, Roma 13. Natura morta con uccello e lanterna (1924) – olio su tela di sacco cm. 46,5x59, Collezione Signorelli, Roma 14. Le lettere del caro (1924) – olio su cartone cm. 34x50, Collezione Signorelli, Roma 15. Campagna ferrarese (1924) – olio su tela cm. 56x78, Eredità Ernesta Tibertelli 16. La via degli orti d’Alibert a Roma (1924) – olio su tela cm. 54x42,5, Collezione Dalla Chiesa, Roma 17. Contadino del Cadore (1924) – olio su tela iuta cm. 98x71, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 18. Natura morta con zucca e candeliere (1924) – olio su tela di sacco cm. 47x65, Collezione Broussard, Roma 19. Il galletto natura morta (1924) – olio su tela iuta cm. 58x67, Eredità Ernesta Tibertelli 20. Ritratto di Amadore Porcella (1924) – olio su tela cm. 75x63, Collezione Porcella, Roma

339 Ibidem. 340 Ibidem.

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21. Natura morta con il Martin Pescatore (1925) - olio su cartone cm. 47x73, Collezione Ballardini, Ferrara 22. Natura morta con orologio e fiori (1925) - olio su tela cm. 50x61, Collezione Sapegno, Roma 23. Veduta di Notre Dame (1926) - olio su tela cm. 65x50, Collezione Verrando, Firenze 24. Natura morta col guanto (1927) - olio su cartone cm. 69x53, coll. Privata, Ferrara 25. Il pastore eremita (1928) - olio su tela cm. 34x53, Collezione De Mandriargues, Parigi 26. Natura morta con tela di de Pisis (1928) - olio su cartone cm. 53x63, Collezione Allaria, Cortina 27. Fiori (1928) - olio su cartone cm. 94x51, Collezione F.lli Rimondi, Cortina 28. Natura morta con conchiglia e carciofo (1928) - olio su tela cm. 37x54, Collezione Bona de Pisis, Venezia 29. Pesci nel paesaggio di Pomposa (1928) - olio su cartone cm. 50,5x70, Collezione Malabotta, Montebelluna 30. Riva della Senna (1930) - olio su tela cm. 81x53, Collezione Allaria, Cortina 31. Interno luminoso (1931) - olio su tela cm. 90x65, Collezione Medici-Guerra, Roma 32. Nudino rosa (1931) - olio su tela cm. 46x27, Collezione Malabotta, Montebelluna 33. Sera d’inverno (1931) - olio su cartone cm. 70x50, Collezione Giardini-Caponeri, Roma 34. Natura morta “alla dolce patria” (1932) - olio su tela cm. 50x64,5, Collezione Galleria civica d’arte moderna, Ferrara 35. Paesaggio cadorino - olio su tela cm. 67x65, Collezione Canfora, Roma 36. Testa di cavallo (1932) - olio su compensato cm. 45x27, Collezione F.lli Rimondi, Cortina 37. Frutta in riva al mare (1933) - olio su tavola cm. 43x76, Collezione Cassa di Risparmio, Ferrara 38. Natura morta con oggetti e scarpetta (1933) - olio su tela cm. 46x55, Collezione Bona de Pisis, Venezia 39. Natura morta con cartella (1934) - olio su tela cm. 73x92, Collezione Galleria civica d’arte moderna, Ferrara 40. Paesaggio del Gers (1934) - olio su tela cm. 70x57, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 41. Una stalla al Gers (1934) - olio su tela cm. 50x70, Eredità Ernesta Tibertelli 42. Bel gallo, gallo, gallo (1934) - olio su tavola cm. 19,5x9,5, Collezione Malabotta, Montebelluna 43. Gli indumenti del pittore (1935) - olio su tela cm. 45x68, Collezione Giardini-Caponeri, Roma 44. Piazza Ariostea – Ferrara (1935) - olio su tela cm. 50x65, Collezione Bona de Pisis, Venezia 45. Natura morta con bottiglie e gamberi (1936) - olio su tela cm. 78x61, Collezione Sapegno, Roma 46. Fiori nello studio di Parigi (1936) - olio su tela cm. 72x56, Collezione Zanini, Roma 47. Natura morta con fiori e libri (1936) - olio su tela cm. 54x81, Collezione Allaria, Cortina 48. Fiori (1937) - olio su cartone cm. 75x53,5, Collezione F.lli Rimondi, Cortina 49. Cortile dello studio di via Rugabella (1938) - olio su tela cm. 69,5x50, Collezione Galleria civica d’arte moderna, Ferrara 50. Rose per terra (1938) - olio su tela cm. 47x72, Collezione Zanini, Roma 51. Interno con rose (1939) - olio su tela cm. 80x55,5, Collezione Petrassi, Roma 52. Natura morta con pomidoro (1939) - olio su tela cm. 55x80, Collezione Zanini, Roma 53. Cortile a Vicenza (1939) - olio su tela cm. 80x60, coll. Privata, Roma 54. Fiori sul davanzale (1939) - olio su tela cm. 80x60, Collezione F.lli Rimondi, Cortina 55. Natura morta con fiasco (1939) - olio su compensato cm. 58x79, Collezione F.lli Rimondi, Cortina 56. Interno con fiori (1939) - olio su tela cm. 70x54,5, Collezione F.lli Rimondi, Cortina 57. Nevio (1939) - olio su tavola cm. 45,7x30,5, Collezione F.lli Rimondi, Cortina 58. Finestra di rue Servandoni (1939) - olio su tela cm. 144x63, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 59. Vaso con zinnie (1939) - olio su tela cm. 61x50, Eredità Ernesta Tibertelli 60. Pesce (1940) - olio su tavola cm. 11x26, Collezione Allaria, Cortina 61. Interno di stalla a Brugherio (1940) - olio su tela cm. 50x40, Collezione Bona de Pisis, Venezia 62. Bicchiere con fiori, mela e conchiglia (1940) - olio su tela cm. 50x40,5, Collezione Allaria, Cortina 63. Testa di vecchio (1940) - olio su cartone cm. 34,5x27, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 64. Natura morta (1940) - olio su tela cm. 42x45, Collezione F.lli Rimondi, Cortina 65. San Remo (1940) - olio su tela cm. 55x41, Collezione Zanini, Roma 66. Rose nel vaso – a Barbara (1940) - olio su tela cm. 75x55, Collezione Barbara Tibertelli, Milano 67. Burattini (1940) - olio su tela cartonata cm. 37x28, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 68. Vaso di fiori con scatola fiammiferi (1940) - olio su cartone cm. 28x19,5, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 116

69. Porto di Rimini (1940) - olio su cartone cm. 50x64, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 70. Marina (1940) - olio su cartone cm. 45x59, Collezione F.lli Rimondi, Cortina 71. Natura morta (1940) - olio su tela cm. 68x51, Collezione Allaria, Cortina 72. Paesaggio con tromba (1940) - olio su faesite cm. 20,5x48,5, Collezione Magnani-Marniano, Parma 73. Ragazzo con pappagallo (1941) - olio su tela cm. 78x44, Collezione Dalla Chiesa, Roma 74. S. Gerolamo (1941) - olio su tagliere cm. 23x42, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 75. Interno dello studio (1941) - olio su tela cm. 83x55, Collezione Magnani-Marniano, Parma 76. Fiori – Pisis malato (1941) - olio su tela cm. 80x50, Collezione F.lli Rimondi, Cortina 77. Ragazzo nello studio (1941) - olio su tela cm. 40x31,5, coll. Privata, Udine 78. Natura morta con i peltri S. B. (1941) - olio su tela cm. 36x40, Collezione Novacco, Venezia 79. Natura morta (1941) - olio su tela cm. 50x60,5, Collezione Verrando, Firenze 80. La gondola (1942) - olio su tela cm. 50x80, Collezione Zanini, Roma 81. Campo San Fantin (1942) - olio su tela cm. 70x100, Collezione Zanini, Roma 82. Natura morta con pipa (1942) - olio su cartone cm. 45,5x35,5, Collezione F.lli Rimondi, Cortina 83. Fioro con fondo scuro S. B. (1942) - olio su tela di sacco cm. 60x40, Collezione Allaria, Cortina 84. Il ciclista (1942) - olio su cartone cm. 53x38, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 85. La pesca (1942) - olio su cartone cm. 17x32, Collezione F.lli Rimondi, Cortina 86. Nudo sdraiato (1943) - olio su tela cm. 28x67, Collezione Giardini-Caponeri, Roma 87. Vaso con fiori (1943) - olio su carta cm. 48x33, Eredità Ernesta Tibertelli 88. Ragazzo (1943) - olio su tela cm. 35,5x30,5, Collezione Zanini, Roma 89. Rio a San Barnaba (1943) - olio su tela cm. 65x50, Collezione Passigli, Bologna 90. Natura morta, marina con prugne e pesche (1943) - olio su tela cm. 38x55, Collezione Briganti, Roma 91. Natura morta, marina con foglia e banana (1943) - olio su cartone cm. 49x86, Collezione Briganti, Roma 92. Natura morta (1943) - olio su tela cm. 70x50, coll. Privata, Udine 93. L’Aia (1944) - olio su tavola cm. 25,5x36, Collezione F.lli Rimondi, Cortina 94. Il giardinetto di de Pisis (1944) - olio su tela cm. 100x80, Collezione Malabotta, Montebelluna 95. Rio a San Barnaba S. B. (1944) - olio su tela cm. 58x43,5, Collezione Allaria, Cortina 96. Seggiola con frutta (1944) - olio su tela cm. 50x60, Collezione Passigli, Bologna 97. Piazza San Marco (1944) - olio su tela cm. 68x79, Collezione Novacco, Venezia 98. Il cacciatore S. B. (1944) - olio su tavola diametro cm. 10,5, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 99. Campo S. Margherita (1945) - olio su tela cm. 88x50, Collezione Allaria, Cortina 100. Rio dei Mendicanti (1945) - olio su tela cm. 65x50, Collezione Novacco, Venezia 101. Colette (1946) - olio su tela cm. 45x35, Collezione F.lli Rimondi, Cortina 102. W i fiori (1946) - olio su cartone cm. 20x36, Collezione Malabotta, Montebelluna 103. Studio per un sacro cuore (1947) - olio su tela cm. 66x49, Collezione Pediconi, Roma 104. Via Margutta (1947) - olio su tela cm. 70x50, Collezione Zanini, Roma 105. Rio San Stin (1947) - olio su tela cm. 90x73, Collezione Zanini, Roma 106. Paesaggio a Siusi (1947) - olio su cartone cm. 60x50, Collezione Malabotta, Montebelluna 107. Fiori (1947) - olio su tela cm. 78x66, coll. Privata, Ferrara 108. Vasetto con fiori (1947) - olio su cartone telato cm. 39x25, Collezione Barbara Tibertelli, Milano 109. Portantina esotica (1947) - olio su vassoio di legno cm. 26x42, Collezione Barbara Tibertelli, Milano 110. Campanile a Cortina (1948) - olio su tela cm. 80x53,5, Collezione F.lli Rimondi, Cortina 111. Natura morta con le mele (1950) - olio su tela cm. 30x40, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 112. La rosa nella bottiglia (1950) - olio su tela cm. 60x50, Collezione Malabotta, Montebelluna 113. Natura morta con w Pippo II (1950) - olio su tela cm. 49,5x39,5, Collezione Malabotta, Montebelluna 114. Cascina a Brugherio (1951) - olio su tela cm. 43x53, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 115. Natura morta in grigio-viola (1952) - olio su tela cm. 35x45, Collezione Allaria, Cortina 116. Paesaggio di Muggio (1952) - olio su tela cm. 50x60, Collezione De Mandriargues, Parigi 117. La donna (1919) – tecnica mista su cartone cm. 25,5x16,2, coll. Privata Ferrara 118. Figura di soldato sdraiato (1925) – tecnica mista su cartone cm. 35x50, Collezione Barbara Tibertelli, Milano 117

119. Autoritratto (1927) – acquerello su carta cm. 30x40, Collezione Bona de Pisis, Venezia 120. Interno metafisico (1927) – acquatinta su carta cm. 30,5x24,5, Collezione Bona de Pisis, Venezia 121. Nudo acefalo sdraiato (1930) – tecnica mista su carta cm. 21x27, Collezione Malabotta, Montebelluna 122. Le pont Marie à l’Ile Saint Louis (1930) – acquerello su carta cm. 35x50, Collezione Malabotta, Montebelluna 123. Cristo fra i critici – tecnica mista su carta cm. 25x21,5, Collezione Broussard, Roma 124. Nudo acefalo sdraiato (1932) - acquerello su carta cm. 32x39, Collezione Malabotta, Montebelluna 125. Mela e banana in riva al mare (1933) - acquerello su carta cm. 26x31,5, Eredità Ernesta Tibertelli 126. Una rosa sta buttando (1938) – tecnica mista su carta cm. 63x54, Collezione Malabotta, Montebelluna 127. Fiori e pipe (1938) - acquerello su carta cm. 48x31, Collezione Malabotta, Montebelluna 128. Nudo (1938) – tecnica mista cm. 28x44, Collezione Malabotta, Montebelluna 129. I fiori dell’Appia Antica (1939) - acquerello su cartone cm. 50x38, Collezione Zanini, Roma 130. Fiori (1943) - acquerello su carta cm. 24x33,5, Eredità Ernesta Tibertelli 131. Nudo sdraiato (1943) – tecnica mista su carta cm. 25x38, Eredità Ernesta Tibertelli 132. Pollo e frattaglie (1944) – tecnica mista su carta cm. 31x46, Collezione Malabotta, Montebelluna 133. Rosa nella bottiglia (1950) - acquerello su carta cm. 50x34, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 134. Vaso con rapanelli (1950) - acquerello su carta cm. 50x35, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 135. Margherite con boccettino d’inchiostro (1952) - acquerello su carta cm. 65x47,5, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 136. Studio metafisico (1918) – matita su carta cm. 28x22, Collezione Bona de Pisis, Venezia 137. Due peasaggini di collina (1920) – matita verde su carta cm. 15x20, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 138. Fumatori (1924) – schizzi anche a colori (volume rilegato) 139. Testa di giovane (1925) - matita su carta cm. 14x11, Collezione Malabotta, Montebelluna 140. Composizione (1927) – disegno colorato su carta cm. 31,5x40, coll. Privata Ferrara 141. Cane (1928) – matita su carta cm. 18x23,7, Eredità Ernesta Tibertelli 142. Testa (1929) – matita su carta cm. 29x23, Collezione Malabotta, Montebelluna 143. Tavolo con cesto (1929) – inchiostro su carta cm. 20,5x29, Collezione Bona de Pisis, Venezia 144. Studio di bambino (1929) – matita su carta cm. 27x21,4, Eredità Ernesta Tibertelli 145. Studio di aragosta (1929) – matita su carta cm. 21,4x27, Eredità Ernesta Tibertelli 146. Nudo acefalo (1930) – inchiostro su carta cm. 45x31,5, Collezione Malabotta, Montebelluna 147. Figura acefala sdraiata (1930) – inchiostro e matita su carta cm. 22x32, Collezione Malabotta, Montebelluna 148. Nudo acefalo (1930) – matita su carta cm. 47x32, Collezione Malabotta, Montebelluna 149. Nudo di schiena sdraiato (1930) – sanguigna su carta cm. 35,5x51, Collezione Malabotta, Montebelluna 150. Nudo acefalo sdraiato (1930) – sanguigna su carta cm. 35x50, Collezione Malabotta, Montebelluna 151. Testa (1930) – matita su carta cm. 43x31, Collezione Malabotta, Montebelluna 152. Lorenzo (1930) – matita su carta cm. 32x23, Collezione Malabotta, Montebelluna 153. Donna che lava - matita nera su carta cm. 34x24, Collezione Malabotta, Montebelluna 154. Appunti per un paesaggio (1930) – matita su carta cm. 24x34, Collezione Malabotta, Montebelluna 155. Al caro Chichi (1930) – sanguigna su carta cm. 31x21, Collezione Malabotta, Montebelluna 156. Osvaldo (1930) – sanguigna su carta cm. 31x21, Collezione Malabotta, Montebelluna 157. Studio di ritratto (1930) – matita su carta cm. 21,5x15,4, Eredità Ernesta Tibertelli 158. Studio di ritratto (1930) – matita su carta cm. 34x24,5, Eredità Ernesta Tibertelli 159. Profilo di vecchio (1930) – inchiostro e matita colorata su carta cm. 31,5x22, Eredità Ernesta Tibertelli 160. Studio di ritratto (1930) – matita su carta cm. 34x24,5, Eredità Ernesta Tibertelli 161. Studio di ritratto con berretto (1930) – matita su carta cm. 27x21, Eredità Ernesta Tibertelli 162. Nudo acefalo sulla pelle di leopardo (1932) – inchiostro su carta cm. 24x30,5, Collezione Malabotta, Montebelluna 163. Nudo acefalo sdraiato (1932) – matita gialla cm. 27x42, Collezione Malabotta, Montebelluna 164. Figura sdraiata e bocca (1932) – sanguigna su carta cm. 34,5x42, Collezione Malabotta, Montebelluna 165. Robert sulla pelle di leopardo (1932) – sanguigna su carta cm. 35x50, Collezione Malabotta, Montebelluna 166. Veliero (1939) – matita su carta cm. 21x31, Collezione Malabotta, Montebelluna 118

167. Cacciagione (1942) – matita su carta cm. 24x19, Collezione Malabotta, Montebelluna 168. Cagnolino (1942) – matita su carta cm. 21x31, Collezione Malabotta, Montebelluna 169. Amanti (1943) – matita verde su carta cm. 25x33, Collezione Malabotta, Montebelluna 170. Casa a Brugherio (1951) – sanguigna su carta cm. 23x31, Collezione Malabotta, Montebelluna 171. Tre illustrazioni da “I carmi di Catullo” (1944) – litografia su carta japan cm. 33x25, Collezione Malabotta, Montebelluna 172. Le trappole (1944) – litografia cm. 48x68, Collezione Malabotta, Montebelluna 173. I piccioncini – litografia cm. 62x50, Collezione Malabotta, Montebelluna 174. Sei litografie di de Pisis – venezia (1944), Collezione Malabotta, Montebelluna 175. Il pesce (1945) – litografia cm. 45x63, Collezione Malabotta, Montebelluna 176. Rose in un bicchiere (1945) 177. Ritratto di de Pisis (1926), eseguito da Giorgio De Chirico – matita su carta cm. 22x14,3, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 178. Ritratto di de Pisis (1936), eseguito da Leonor Fini – penna su carta cm. 27x21, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 179. Ritratto di de Pisis (1942), eseguito da Marino Marini – inchiostro su carta cm. 26,5x21,5, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 180. Ritratto di de Pisis (1942), eseguito da Orfeo Tamburi – inchiostro su carta cm. 28x22,4, Collezione Filippo Tibertelli, Milano 181. Ritratto di de Pisis (1950), eseguito da Galetti – inchiostro su carta cm. 29x22, Collezione Filippo Tibertelli, Milano

BIOGRAFIA ARTISTA

Luigi Filippo Tibertelli, alias de Pisis, nasce a Ferrara l’11 maggio del 1896 da una famiglia di nobiltà papale. Compie gli studi classici di un ragazzo appartenente alla borghesia, non frequenta scuole pubbliche e collegi ed è iniziato agli studi di disegno dal suo precettore Domenichini341. Nel 1909 apre il suo primo studio nel granaio di palazzo Calcagnini. De Pisis studia intensamente le opere d’arte ferraresi e nel 1914 s’iscrive alla facoltà di Lettere dell’Università di Bologna342. Durante gli anni a Bologna entra in contatto con diversi artisti e letterati locali come Raimondi, Cavicchioli, Saba, Ravegnani, Moretti e Neppi. Nel 1916 conosce presso l’ospedale psichiatrico di Ferrara De Chirico, Savinio, Carrà e Soffici343. Comincia una fitta corrispondenza con Tzara, Breton e Apollinaire.

Negli anni ’20 de Pisis si laurea a Bologna, si trasferisce a Roma e inizia a insegnare in una scuola media344. Il trasferimento a Roma rappresenta un momento fondamentale per l’evoluzione della sua pittura e per le scelte culturali. Nel 1920 inaugura, inoltre, la sua prima mostra di disegni e

341 Note Biografiche, in AA.VV., Filippo De Pisis, cit. 342 Ibidem. 343 Ibidem. 344 Ibidem.

119 acquerelli curata dalla casa d’Arte Bragaglia345. Il primo novembre del 1924 allestisce la sua personale di pittura nel ridotto del Teatro Nazionale di Roma, dove espone opere ancora esistenti e l’anno successivo partecipa alla III Biennale romana e la Casa d’Arte Bragaglia gli organizza un’altra personale346. Nello stesso anno si trasferisce a Parigi, dove espone alla Galleria L’epoque e Carmine. Torna in Italia per prendere parte, con tre opere, alla I Mostra del Novecento italiano alla Permanente di Margherita Sarfatti347. Nel 1926 partecipa con alcune opere di natura morta alla collettiva della Bevilacqua La Masa a Venezia, dove conosce Pio Semeghini e Nino Barbantini, mentre l’anno successivo sarà impegnato in un’intensa attività espositiva e di studio dei pittori ferraresi348.

Gli anni ’30 si aprono con l’esposizione alla Quadriennale di Roma, poi nel ’32 espone a Venezia, Firenze, Roma e Parigi e continuano le collaborazioni letterarie con giornali famosi. Per tutto il decennio de Pisis viaggia intensamente tra le capitali europee e le grandi città italiane, realizzando mostre importanti. In questi anni, dopo aver ricevuto un riscontro positivo da parte del pubblico, de Pisis si sente un pittore di successo, frequenta artisti come Braque, Cocteau, Soutine e Derain349. Continua la sua partecipazione a mostre collettive, biennali e personali organizzate in Italia e in Francia.

Nel 1940 si stabilisce a Milano, dove collabora con settimanali e quotidiani, e la sua casa diventa un punto di ritrovo per amici, letterati e artisti350. Nel 1943 la Galleria del Cavallino di Venezia gli dedica una personale. In seguito ai bombardamenti bellici, rientra a Venezia e si stabilisce in un palazzetto in San Sebastiano, in questo periodo intensifica i rapporti con la nipote Bona che è a Venezia per studiare arte351. Dal 1944 compaiono nel mercato artistico molte sue opere false e questo segna definitivamente la sua notorietà352. Nel ’47 è allestita una sua grande mostra a New York e nell’anno successivo ritorna a Parigi in seguito ad un collasso e questo sarà l’inizio della sua lunga malattia. De Pisis continua l’attività espositiva fino al 1956, anno della sua morte353.

345 L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “De Pisis”, p. 608. 346 Ibidem. 347 Note Biografiche, in AA.VV., Filippo De Pisis, cit. 348 Ibidem. 349 L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “De Pisis”, p. 608. 350 Ibidem. 351 Note Biografiche, in AA.VV., Filippo De Pisis, cit. 352 Ibidem. 353 L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “De Pisis”, p. 608.

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FOTOGRAFIE

Figura 60 – De Pisis, Natura morta col guanto (1927). Figura 61 - De Pisis, Natura morta con fiori e libri (1936).

Figura 62 - De Pisis, Piazza San Marco (1944). Figura 63 - De Pisis, Rio dei Mendicanti (1945).

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Mostra collettiva

3.4.4 Mostra collettiva 5 artisti ferraresi: Fioravanti, Maini, Orsatti, Tassini, Virgili (1966)

TIPOLOGIA DI MOSTRA Arte contemporanea, pittura, scultura, collettiva TITOLO 5 artisti ferraresi: Fioravanti, Maini, Orsatti, Tassini, Virgili LUOGO Galleria civica d’arte moderna, Palazzo dei Diamanti DATA 16 luglio – 18 dicembre 1966 CURATORI Franco Farina ARTISTI Ervardo Fioravanti, Gigi Maini, Nemesio Orsatti, Marcello Tassini, Giuseppe Virgili OPERE 168 opere: 100 dipinti 36 disegni 9 sculture 23 acqueforti PROGETTO DI Franco Farina ENTE PROMOTORE Comune di Ferrara IN COLLABORAZIONE CON - CON IL PATROCINIO DI - RESPONSABILE DEL PROGETTO Franco Farina COMITATO SCIENTIFICO - MUSEI / SOGGETTI PRESTATORI Collezione Luigi Tinebra, Ferrara Collezione Gino Pamini, Ferrara Collezione Guido Muratori, Ferrara Collezione Claudio Tubi, Ferrara Collezione Flavio Pusinanti, Ferrara Collezione Renzo Rossoni, Ferrara Collezione Norma Gala, Milano Collezione Nicola Filiberto di Matteo, Bologna Collezione Alberto Augusto Picchio, Bologna Collezione Mario Bolgeri, Bologna

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Collezione Eligio Mazzoni, Ferrara Collezione Galleria d’Arte Moderna, Ferrara Collezione Auro Aventi, Ferrara Collezione Maria Elena Cariani, Ferrara Collezione Giorgio Bissi, Ferrara Collezione Carlo Rossi, Ferrara Collezione Alberto Bonazzi, Ferrara Collezione Riccardo Gallottini, Ferrara Collezione Bargellesi, Ferrara Collezione Marassovich, Ferrara Collezione Ernesto Brunelli, Ferrara Collezione Bruno Villani, Ferrara Collezione Giulio Vayra, Ferrara Collezione Francesco Guzzinati, Ferrara Collezione Aroldo Guzzinati, Ferrara Collezione privata, Modena PROGETTO ALLESTIMENTO Franco Farina CATALOGO Farina F. (a cura di), 5 artisti ferraresi: Fioravanti, Maini, Orsatti, Tassini, Virgili, Ferrara, Tipografia Sociale, 1966.

PROGETTO DELLA MOSTRA

La mostra tratta cinque artisti ferraresi: Fioravanti, Maini, Orsatti, Virgili e Tassini, personalità diverse per orientamento culturale, abilità tecniche e plastiche, ma che sono accumunate da un legame anagrafico, dallo stesso contesto geografico e dal medesimo clima culturale nel quale hanno fatto la formazione giovanile354. Infatti, quasi tutti gli artisti sono nati nello stesso anno e sono di Ferrara. Quasi tutti, tranne Fioravanti, hanno frequentato l’Istituto “” di Ferrara e poi, dopo qualche anno, vi hanno fatto ritorno come insegnanti. Il clima culturale e artistico nel quale hanno vissuto questi artisti è stato quello provinciale di una piccola città che era

354 R. Sitti, in F. Farina (a cura di), 5 artisti ferraresi: Fioravanti, Maini, Orsatti, Tassini, Virgili, Ferrara, Tipografia Sociale, 1966.

123 lontana dai fervori avanguardistici di altri centri italiani, nonostante questo il circolo culturale ferrarese Al Filò355 ha rappresentato un avamposto artistico e intellettuale rivoluzionario nel territorio locale, raccogliendo tra le sue file i cinque artisti in questione e organizzando mostre collettive e documentari.

In questa rassegna alcuni artisti, come Fioravanti e Orsatti, sperimentano in maniera più incisiva, soprattutto come un esercizio temporaneo di aggiornamento piuttosto che come momento di nuova ricerca artistica356. Su tragitti più tranquilli e collaudati invece gli altri tre artisti: Virgili, Maini e Tassini. Nell’esposizione gli sviluppi della ricerca, che non si annunciano prevedibili specialmente per qualche artista rispetto ad altri, tendono verso la rappresentazione di personaggi e paesaggi in grado di rispecchiare le inquietudini e le tragedie di un mondo che era in drammatica evoluzione357. Nella mostra vi è l’alternarsi quindi di esperienze diverse da un artista all’altro e, a volte, anche sostanziali diversità stilistiche da un’opera all’altra dello stesso autore, ma tutti i personaggi sono cresciuti nello stesso ambiente e clima culturale ottenendo differenti esiti artistici che in questa mostra sono stati doverosi analizzare.

ARTICOLAZIONE DELLA MOSTRA

La mostra è divisa in cinque sezioni corrispondenti ad altrettante piccole personali che si compongono in maniera a sé stante come storia singola di ogni artista presente ma anche come narrazione globale di un certo periodo storico-artistico di Ferrara.

La prima sezione riguarda Giuseppe Virgili e mette in mostra trentacinque opere, di cui ventisei disegni e nove sculture. La mostra si apre quindi con l’esposizione di una serie di disegni e schizzi preparatori che anticipano le opere scultoree esposte in seguito358. I disegni sono resi con immediatezza e il tratto sembra influenzato dalla concezione artistica che Virgili aveva nel

355 Il Filò è stato un sodalizio d’intellettuali che si ritrovavano presso l’osteria Croce Verde a Ferrara. Tra gli aderenti vi erano: Sitti, Felisatti, Loperfido, Fioravanti, Zucchini, Tassini, Orsatti, Cattabriga, Virgili e altri stranieri come Melli, Mafai, Birolli, Zancanaro, ecc. Gli artisti hanno dipinto sulle pareti del locale sopracitato una grande decorazione a tempera. In breve tempo il sodalizio prese un’impostazione politica, di stampo socialista. Il gruppo ha organizzato alcune mostre e nel 1953 un documentario di Vacini come testimonianza del periodo artistico di Ferrara nel dopoguerra. M. L. Pacelli (a cura di), Ervardo Fioravanti, Ferrara, Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, 2001, p. 110. 356 R. Sitti, in F. Farina (a cura di), 5 artisti ferraresi: Fioravanti, Maini, Orsatti, Tassini, Virgili, cit. 357 Ibidem. 358 F. Farina (a cura di), 5 artisti ferraresi: Fioravanti, Maini, Orsatti, Tassini, Virgili, cit.

124 momento in cui li ha creati359. Le sculture, in terracotta e bronzo, appartengono a tre periodi diversi e interessano quindici anni di attività, l’elemento comune a tutte le opere è l’estremo rigore formale che indica l’evoluzione stilistica subita dall’artista360. La maggior parte delle sculture è stata esposta precedentemente in importanti rassegne artistiche, connotando il taglio e lo spessore della mostra. Quello che colpisce in queste opere è la vitalità espressa, intesa come un mix di poesia e amore, imprigionata in una struttura plastica non improvvisata ma frutto di attente ricerche formali361.

Nella parte dedicata a Tassini sono esposte opere inedite create per la mostra, ma non solo sono, inoltre, presenti quadri che esprimono i generi più cari al pittore come paesaggi, nature morte e ritratti362. Le opere esposte sono trentadue di cui dieci disegni e ventidue dipinti. I disegni a olio, di recente produzione, rappresentano un fattore di novità, non tanto per i soggetti che il pittore ha già potuto sperimentare ma per l’utilizzo di un unico colore su un disegno dal tratto incisivo e sicuro dove, si percepisce la componente moderna e personale dell’artista363. Un elemento innovativo si ravvisa anche gli ultimi quadri: si avverte una maggiore autonomia di utilizzare soluzioni cromatiche più libere e l’impegno ad abbandonare lo stile romantico per dare un più ampio respiro alle proprie opere364.

Fioravanti per la mostra seleziona opere dalla sua produzione più recente, nella quale l’artista, pur restando sul terreno della ricerca di un linguaggio adatto a manifestare ed esprimere la sua visione del mondo, rimane fedele alla tematica di sempre che interessa l’uomo e il suo ambiente365. Le condizioni umane e ambientali nelle quali ha vissuto Fioravanti in Polesine sono la fonte per motivi e personaggi che l’artista ha ritratto rielaborandoli con brutale efficacia, liveri da ogni retorica e sentimentalismo366. In questa rassegna è interessante notare come l’artista sia riuscito a risolver l’annoso problema di rendere attraverso le immagini una condizione alienante psico- filosofica e sociale dell’uomo367. I trentaquattro quadri sembrano essere non coerenti stilisticamente tra di

359 Ibidem. 360 Ibidem. 361 Ibidem. 362 Ibidem. 363 Ibidem. 364 Ivi. 365 Ivi. 366 Ivi. 367 Ibidem.

125 loro, ma nella complessità concorrono a creare una narrazione continua che investe l’essere umano nella sua varietà. I temi prediletti sono essenzialmente paesaggi e ritratti.

Maini, nella sezione a lui riservata, decide di esporre una ristretta selezione delle opere reperite nella maggior parte da collezionisti e amatori d’arte368. I quadri sono ventotto e rappresentano soprattutto ritratti, autoritratti e mazzi di fiori. I dipinti in mostra occupano un periodo di attività artistica lungo dieci anni e rappresentano lo sviluppo del percorso intrapreso da Maini. Dalle opere si deduce che l’artista non è aperto a sollecitazioni esterne e lavora prevalentemente in maniera individuale cercando di ricreare atmosfere fini e particolarità psicologica ed espressiva per i suoi ritratti369. Maini cerca di penetrare nell’opera in modo quasi totale mettendo la sua personale visione e stato d’animo. Le sue opere sono stilisticamente lontane dal decorativismo e spingono invece verso l’essenzialità e la sintesi.

Nella parte dedicata a Orsatti, sono presenti opere dallo stile informale che abbandonano la salda strada della figurazione per avventurarsi in nuove realtà. I pezzi in totale sono trentanove e si dividono in sedici dipinti e ventitré acqueforti. I temi rappresentati sono per lo più paesaggi, fiori e nature morte. L’artista nelle varie opere si è rinnovato utilizzando però le stesse tematiche, ossia passando da una visione generale a una più analitica del particolare oppure bloccando e fissando l’immagine di un ricordo e rendendolo nell’istante370. In alcuni momenti più analitici e d’introspezione l’artista diventa amante della natura e riesce a raggiungere un certo lirismo pittorico371. Infatti, sia nelle pitture sia nelle acqueforti Orsatti richiama particolarità e sfumature naturalistiche, che il ritmo della vita quotidiana ci induce a dimenticare a non vedere più, per portarle ai nostri occhi e riscoprirle. La sua impostazione richiama quella classica.

OPERE ESPOSTE

Virgili:

1. Interno – disegno 2. Una espressione di sorpresa – disegno 3. Un rimprovero – disegno 4. Dopo la lettura – disegno

368 Ibidem. 369 Ibidem. 370 Ivi. 371 Ibidem.

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5. Un attento lettore – disegno 6. Impressioni – disegno 7. Smarrimento – disegno 8. Ragazza in attesa – disegno 9. Nudo di ragazza – disegno 10. Nudo femminile – disegno 11. Studio per scultura – disegno 12. Gattino in attesa – disegno 13. Gattino in agguato – disegno 14. Gattino sospettoso – disegno 15. Gattino che giuoca – disegno 16. Gattino che si pulisce – disegno 17. Il balzo del gatto – disegno 18. Gattino che si lava – disegno 19. Bimbo – disegno 20. Nudo di bambina – disegno 21. Espressione penosa – disegno 22. Studio per balletto – disegno 23. Studio per centauri – disegno 24. Studio n. 1 per scissione – disegno 25. Studio n. 2 per la nascita di Eva – disegno 26. Studio per la morte di una amazzone – disegno 27. Il falciatore – bronzo, scultura 28. Il serparo – bronzo, scultura 29. Inferno – bronzo, scultura 30. Le ballerine – bronzo, scultura 31. Assunta – gesso, scultura 32. I centauri – bronzo, scultura 33. Amanti – terracotta, scultura 34. La luca che abbaglia – terracotta, scultura 35. Deposizione – terracotta, scultura

Tassini:

1-5. Lotte di centauri – disegni a olio

6. Uragano – disegni a olio 7. Circo – disegni a olio 8. L’amazzone – disegni a olio 9. Cavalli – disegni a olio 10. Cavalli – disegni a olio 11. Pescherecci in disarmo – dipinto 12. Golena – dipinto, Coll. Luigi Tinebra, Ferrara 13. Golena – dipinto 14. Paesaggio – dipinto 15. I narcisi – dipinto 16. Il trenino – dipinto, Coll. Gino Pamini, Ferrara 17. Alberi – dipinto 18. Ansa di fiume – dipinto 19. Fiori – dipinto, Coll. Guido Muratori, Ferrara 20. Figura – dipinto

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21. Fiori – dipinto, Coll. Claudio Tubi, Ferrara 22. Figura – dipinto, Coll. Flavio Pusinati, Ferrara 23. Fiori – dipinto 24. Giovane studentessa – dipinto, Coll. Renzo Rossoni, Ferrara 25. Frutta – dipinto 26. Natura morta – dipinto, Coll. Guido Muratori, Ferrara 27. La siesta – dipinto, Coll. Gino Pamini, Ferrara 28. Natura morta – dipinto, Coll. Gino Pamini, Ferrara 29. Pannocchie – dipinto 30. Giaggioli – dipinto, Coll. Norma Gala, Milano 31. Natura morta con piatto – dipinto, Coll. Guido Muratori, Ferrara 32. Oggetti – dipinto, Coll. Claudio Tubi, Ferrara

Fioravanti:

1. Gli uomini di fuoco – dipinto 2. La rissa – dipinto 3. Le case rosse – dipinto 4. Le ferraresi – dipinto 5. La passarella - dipinto 6. Giorno d’ira – dipinto 7. Il picchetto – dipinto 8. L’uomo rosso e l’albero verde – dipinto 9. Uomini tra le rovine – dipinto 10. Piccolo teatro – dipinto 11. La barca dei sogni – dipinto 12. Lo sfregiato – dipinto 13. In memoria – dipinto 14. Il realista – dipinto 15. La palla verde – dipinto 16. I mafiosi – dipinto 17. Pan sul Po – dipinto 18. La tristezza di Pan – dipinto 19. Il labirinto – dipinto 20. Convalescenza del pugile – dipinto 21. Prigioniero di guerra in America – dipinto 22. Gli esasperati – dipinto 23. Lolita – dipinto 24. I busti – dipinto 25. L’aggressione – dipinto 26. Ritorno dal weekend – dipinto 27. I due poeti (1965) – dipinto 28. Il giovane poeta – dipinto 29. Il sogno – dipinto 30. Il venditore di quadri – dipinto 31. Doppio spettacolo – dipinto 32. Il magnaccia – dipinto 33. Divertimento – dipinto 34. Figure – dipinto 35.

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Maini:

1. Ritrattino – dipinto, Coll. Nicola Filiberto di Matteo, Bologna 2. Giovane attrice – dipinto 3. Pierino – dipinto, Coll. Alberto Augusto Picchio, Bologna 4. Autoritratto – dipinto, Coll. Mario Bolgeri, Bologna 5. Autoritratto – dipinto, Coll. Nicola Filiberto di Matteo, Bologna 6. Figura metafisica – dipinto, Coll. Eligio Mazzoni, Ferrara 7. Piera – dipinto, Coll. Galleria d’Arte Moderna, Ferrara 8. Rosa, la cuoca – dipinto, Coll. Auro Aventi, Ferrara 9. Ritratto di giovane signora – dipinto 10. Conchita – dipinto 11. L’attesa – dipinto, Coll. Maria Elena Cariani, Ferrara 12. Foglie verdi – dipinto, Coll. Giorgio Bissi, Ferrara 13. I fiori di Ercole – dipinto, Coll. Giorgio Bissi, Ferrara 14. Peonie – dipinto, Coll. Alberto Bonazzi, Ferrara 15. Calendule – dipinto, Coll. Riccardo Gallottini, Ferrara 16. La seggiola verde – dipinto, Coll. Bargellesi, Ferrara 17. Composizione – dipinto, Coll. Bargellesi, Ferrara 18. Verso l’alto – dipinto, Coll. Massovich, Ferrara 19. Rami fioriti – dipinto, Coll. Ernesto Brunelli, Ferrara 20. Sintesi (1966) – dipinto 21. Rose – dipinto, Coll. Giorgio Bissi, Ferrara 22. Fiori di valle – dipinto, Coll. Bruno Villani, Ferrara 23. Notturno di rose – dipinto, Coll. Giulio Vayra, Ferrara 24. Rose mature – dipinto, Coll. Francesco Guzzinati, Ferrara 25. Fiori nello spazio – dipinto, Coll. Aroldo Guzzinati, Ferrara 26. Armonie – dipinto 27. Angolo dello studio – dipinto, Coll. Privata, Modena 28. Oggetti nello studio – dipinto, Coll. Mario Bolgeri, Bologna

Orsatti:

1. Cespuglio – dipinto 2. Estate – dipinto 3. Palude – dipinto 4. Nel giardino – dipinto 5. In golena – dipinto 6. La quercia – dipinto 7. Valli paludose – dipinto 8. Fiori – dipinto 9. Primavera – dipinto 10. La grande foglia – dipinto 11. Notturno – dipinto 12. Armonia – dipinto 13. Sinfonia di notte – dipinto 14. Giardino d’estate - dipinto 15. Autunno – dipinto 16. Golena – dipinto 17. Onicera etrusca (1959) – acquaforte 18. Fiori di campo (1959) – acquaforte

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19. Sterpi (1959) – acquaforte 20. Nel folto del bosco (1959) – acquaforte 21. Riflessi (1962) – acquaforte 22. Nel macero (1961) – acquaforte 23. L’orto abbandonato (1960) – acquaforte 24. Il Po in piena (1962) – acquaforte 25. Vento di notte (1962) – acquaforte 26. Foschia sul fiume (1962) – acquaforte 27. Rami secchi (1962) – acquaforte 28. Rete sul fiume (1962) – acquaforte 29. Fiori nel giardino (1962) – acquaforte 30. Guizzo di pesci (1961) – acquaforte 31. Prime luci nel bosco (1962) – acquaforte 32. Spiaggia abbandonata (1961) – acquaforte 33. Quercia schiantata (1961) – acquaforte 34. Palude (1962) – acquaforte 35. Lentamente sull’acqua (1962) – acquaforte 36. Visione sul Po (1962) – acquaforte 37. Autunno (1962) – acquaforte 38. Gioco d’ombre (1962) – acquaforte 39. Rugiada all’alba (1962) – acquaforte

BIOGRAFIA ARTISTI

Giuseppe Virgili nasce a Voghiera nel 1894 da una famiglia di artigiani, e come prima formazione frequenta il Liceo artistico “Dosso Dossi” di Ferrara372. Una volta conseguito il diploma nel 1914 all’Accademia delle Belle Arti di Bologna specializzandosi in Plastica, realizza i suoi primi ritratti373. La sua attività artistica si interrompe con la Prima Guerra Mondiale e riprende nel 1919 al suo rientro dal fronte. Nel 1920 è per la prima volta a Milano dal suo amico Minerbi374 e in seguito si sposta in Toscana per approfondire la tecnica di lavorazione del marmo375. Realizza nello stesso anno un altorilievo di gesso per la certosa di Ferrara. La produzione degli anni ’20 risente dell’influsso espressionista di Wildt376. Nel 1924 lo scultore riceve la sua prima grande soddisfazione vincendo il concorso per l’esecuzione del Monumento ai Caduti di Vergato

372 A. Fornasari, Giuseppe Virgili - Prima ipotesi di catalogo completo, Ferrara, Liberty House, 2014. 373 L. Scardino, Appunti su Giuseppe Virgili, scultore vicoaventino in Sculture di Giuseppe Virgili – Museo di Belriguardo, Ferrara, Liberty House, 1989, p. 14. 374 Arrigo Minerbi (1881-1960), scultore ferrarese, è allievo di Wilde e lavora per molto tempo a Milano, Firenze e Genova. Scolpisce statue e rilievi di soggetto prevalentemente storico e religioso, nei quali unisce la tradizione della scultura quattrocentesca con echi più moderni. Una delle sue opere più famose è la Vittoria del Piave. L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. II, 2005, “Minerbi Arrigo”, pp. 1459-1460. 375 A. Fornasari, Giuseppe Virgili - Prima ipotesi di catalogo completo, cit. 376 L. Scardino, Appunti su Giuseppe Virgili, scultore vicoaventino in Sculture di Giuseppe Virgili, cit., p. 15.

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(nell’appennino bolognese)377. Rientrato nella sua città natale, dal 1928 è chiamato a insegnare al “Dosso Dossi”, istituto cittadino dove si è formato e inizia, inoltre, l’attività espositiva partecipando a mostre Sindacali ferraresi378. Negli anni ’30 procede con la realizzazione di statue per tombe e chiese, e il primo Monumento ai Caduti (1934-35) a Voghenza. Nel 1940 partecipa e vince il premio per il Bassorilievo alla Biennale di Venezia e nel 1943 è presente anche alla Quadriennale di Roma, queste esposizioni segnano un momento importante nella carriera di Virgili facendolo conoscere al pubblico379. Negli anni ’50 aderisce al circolo artistico ferrarese Al filò, dove lavora assieme a Orsatti, Tassini, Fioravanti e altri380. Il decennio successivo vede l’artista impegnato nell’esecuzione di monumenti pubblici e, inoltre, muta anche il suo stile, avvicinandosi maggiormente all’astrazione, al cubismo e assottigliando le forme. Continua anche la sua attività espositiva, organizza personali alla galleria Barbaroux e alla Biennale di Brera a Milano (rispettivamente 1952 e 1953), alla Mostra delle Arti Figurative a Roma (1953), alla Biennale di Venezia (1954), alla Mostra Nazionale del Centenario a Verona (1957), alla Quadriennale di Roma (1959), alla Mostra cinque artisti ferraresi a Ferrara (1966) e altre381. In seguito ad una breve ma acuta malattia muore nel 1968 a Bologna382.

Marcello Tassini nasce a Ferrara nel 1911 e, dopo una prima formazione umanistica, decide nel 1927 d’iscriversi a una scuola privata d’arte a Bologna383. Rientrato a Ferrara, studia pittura e disegno presso lo studio di Oreste Forlani. Nel 1930 esordisce nella collettiva presso Palazzo Sant’Anna Tassini, poi partecipa ad altre due mostre nel ’32 rispettivamente al Castello estense e al Teatro Comunale di Ferrara384. Continua la sua ancora timida attività espositiva e nel 1939 prende parte alla Mostra Sindacale presso il Castello. Con la seconda guerra mondiale è chiamato a combattere all’estero, prima in Grecia e poi in Albania, dove nel 1942 espone in una mostra a Tirana e si aggiudica il primo premio385. In quel periodo Tassini si avvicina la scultura e inizia a modellare opere. Al suo rientro in patria nel 1945 è allestita la sua prima personale al Teatro

377 L. Scardino (a cura di), Sculture di Giuseppe Virgili, cat. Mostra Museo di Belriguardo, Ferrara, Liberty House, 1989, p. 10. 378 L. Scardino, Appunti su Giuseppe Virgili, scultore vicoaventino in Sculture di Giuseppe Virgili, cit., p. 15. 379 A. Fornasari, Giuseppe Virgili - Prima ipotesi di catalogo completo, cit. 380 L. Scardino, Appunti su Giuseppe Virgili, scultore vicoaventino in Sculture di Giuseppe Virgili, cit., p. 15. 381 L. Scardino (a cura di), Sculture di Giuseppe Virgili, cit., pp. 15-16. 382 A. Fornasari, Giuseppe Virgili - Prima ipotesi di catalogo completo, cit. 383 L. Scardino (a cura di), Marcello Tassini: pittore del Novecento ferrarese, Ferrara, Liberty House, 2002, p. 17. 384 Ivi, pp. 17-18. 385 Ivi, p. 19.

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Comunale di Ferrara, consistente in un corpus di cinquanta opere386. Da quel momento l’artista intensifica la sua attività espositiva ed espone in varie rassegne. All’inizio degli anni ’50 Tassini aderisce al circolo culturale ferrarese Al Filò esponendo in varie collettive organizzate dal gruppo. Sul finire degli anni ’50 Tassini fonda il Gruppo di Ferrara, assieme a Magri, Virgili, Vallieri e Baruffardi, che espone in gallerie private di varie città italiane387. Nel 1966 è presente al palazzo dei Diamanti assieme ad altri artisti del gruppo il Filò nella rassegna 5 artisti ferraresi. Molte sono le mostre alle quali partecipa negli anni ’70: personale alla galleria La Linea di Ferrara (1970), all’Autosalone Chiari di Ferrara (1972), al Club Amici dell’Arte (1975 e 1979), ad Altamura in Puglia (1976) e a Firenze (1981)388. Nel 1982, in seguito ad un edema polmonare, Tassini muore a Ferrara.

Luigi Alfredo Maini, nome d’arte Gigi, nasce a Ferrara nel 1912. Negli anni ’20 frequenta la scuola d’arte “Dosso Dossi” a Ferrara e vince il Premio Torreggiani nel 1938 e 1940, questo da l’impulso alla sua carriera e inizia l’attività espositiva nelle mostre sindacali ferraresi389. Nel 1941 partecipa alla mostra presso il gruppo rionale ‘Natalino Magnani’ e nel ’43 è al Palazzo dei Diamanti con quattro ritratti390. Fino a quel momento il genere preferito dall’artista resta il ritratto, i quadri di paesaggio sono solo una piccola quantità. Nel 1945 si trasferisce a Bologna, dove lavora per la NAAFI (Navy Army Air Force Institutes) realizzando ritratti veloci di militari391. Maini si reca più volte a Roma dove, tramite conoscenti, incontra Melli con il quale instaura un proficuo rapporto di scambio artistico. Quest’amicizia si rivela fondamentale l’artista che in questo periodo raggiunge la sua maturazione artistica, Melli gli fa rivivere le esperienze delle Avanguardie storiche di cui a Roma era stato protagonista392. Negli anni ’50 Maini partecipa alle mostre del Filò e nel ’55 tiene un’importante personale al Palazzo di Re Enzo a Bologna con presentazione scritta dell’amico Melli393. Nel ’58 muoiono Melli e la madre di Maini, avvenimenti tragici che lo spingono ad abbandonare Ferrara per trasferirsi a Lizzano nei colli bolognesi394. Qualche anno dopo rincasa nella sua città natale e nel ’66 partecipa alla mostra al Diamanti esponendo con alcuni suoi colleghi

386 Ibidem. 387 Ivi, p. 21-22. 388 Ivi, pp. 26-27. 389 L. Scardino (a cura di), Per il centenario del pittore Gigi Maini: Ferrara, 1912-1995, cat. Mostra Galleria Il Rivellino (17-30 marzo 2012), Ferrara, Liberty House, 2012, p. 5. 390 Ibidem. 391 Ivi, p. 6. 392 Ivi, p. 7. 393 Ivi, p. 8. 394 Ivi, p. 9.

132 del circolo: Tassini, Virgili, Orsatti e Fioravanti. Dopo di questa importante mostra Maini non espone più in nessun altro luogo altrettanto famoso, se non in piccole sale affittate e nel 1995, turbato dal progredire della malattia, decide di porre fine alla sua vita gettandosi dalla finestra dello studio di Ferrara395.

Ervardo Fioravanti nasce nel 1912 a Calto in provincia di Rovigo, dopo una prima formazione alla Scuola d’Arte Professionale di Castelmassa si iscrive nel 1931 all’Istituto di Belle Arti di Urbino396. È datata 1936 la sua collaborazione con Il Polesine Fascista, quotidiano rodigino, dove pubblica costantemente suoi scritti e disegni397. Durante la seconda guerra mondiale è trasferito a combattere in vari paesi e poi arrestato398. La scarcerazione avviene nel 1946 e, nello stesso anno, è chiamato a insegnare all’Istituto di Belle Arti di Urbino399. Fioravanti ritorna poi al giornalismo gestendo la rivista, il Corriere del Po, nel 1950 allestisce a Roma una personale e a Ferrara aderisce al sodalizio culturale il Filò400. Dal ’52 è insegnante presso la scuola “Dosso Dossi” e questo momento coincide con l’inizio di una cospicua produzione di opere che espone in varie personali e collettive nelle città italiane (Milano, Bologna, Ferrara, Roma, Rovigo e Novara)401. Gli anni sessanta continuano all’insegna di esposizioni collettive e personali e la sua produzione di xilografie cresce. Nel ’66 partecipa alla mostra 5 artisti ferraresi, ospitata al Palazzo dei Diamanti, assieme a alcuni suoi colleghi di Filò. Le mostre si fanno sempre più copiose negli anni settanta e ottanta e la sua opera pittorica e incisoria diventa nota. Fioravanti muore nel 1996 e cinque anni dopo le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara gli dedicano un’ampia retrospettiva402.

Nemesio Orsatti nasce a Pontelagoscuro nel 1912 e, dopo una prima attività come decoratore di edifici assieme al padre, si iscrive nel 1931 alla scuola d’arte “Dosso Dossi” di Ferrara, dove

395 Ivi, p. 10. 396 M. L. Pacelli (a cura di), Ervardo Fioravanti, Ferrara, Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, 2001, p. 109. 397 Ibidem. 398 Ibidem. 399 Ivi, p. 110. 400 Ibidem. 401 Ivi, p. 111. 402 Ivi, p. 115.

133 s’interessa particolarmente al movimento simbolista e divisionista403. Nel 1934 allestisce la sua prima personale a Pontelagoscuro presso la ‘Vetrina Cencio Pescarini’ riscuotendo un certo successo404. Durante gli studi si riacutizzano i sintomi di una malattia ed è costretto a curarsi in una struttura ad Arco di Trento. Nel ‘37 frequenta l’Accademia delle Belle Arti a Bologna e nel 1942 ottiene un incarico temporaneo al “Dosso Dossi”, ma dovrà sospendere per un nuovo ricovero405. L’anno successivo, ripresosi e rientrato a Ferrara, Orsatti partecipa alla collettiva Ferrara-Munster che si tiene al Palazzo dei Diamanti. A causa del secondo conflitto bellico l’artista abbandona la sua città e vi fa ritorno soltanto nel ’46 con una mostra di sue incisioni al Castello estense. Espone, inoltre, in varie rassegne tra cui: la collettiva Mostra Nazionale dell’Incisione Italiana (Brasile, 1948), la personale alla Galleria Grande di Milano (1948), V Quadriennale di Roma (1948), la Biennale di Venezia (1950) e molte altre406. Dal ’50 al ’53 prende parte al circolo culturale Al Filò. L’anno 1955 è caratterizzato da un’intensa attività espositiva, e da questo momento in poi la carriera dell’artista ottiene i giusti riconoscimenti. Gli anni sessanta vedono la svolta informale nella pittura di Orsatti, una stagione piena di esposizioni e partecipazioni a premi nazionali e internazionali e nel 1968 la ripresa anche dell’attività plastica, abbandonata un decennio prima407. Gli anni settanta e ottanta trascorrono tra varie mostre collettive e personali in diverse città d’Italia e l’ultima è al “Dosso Dossi” nel 1985. Orsatti muore dopo una lunga malattia nel 1988408.

403 M. Menegatti, Biografia in Nemesio Orsatti: 1912-2012 centenario della nascita, cat. Mostra Galleria Liceo Artistico Dosso Dossi (20 ottobre – 4 novembre 2012), Ferrara, 2012. 404 Ibidem. 405 Ibidem. 406 Ibidem. 407 Ibidem. 408 Ibidem.

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RASSEGNA STAMPA

Figura 64 – Cinque artisti ferrarese, Il Resto del Carlino ed. Ferrara, 20/09/1966, p. 5.

FOTOGRAFIE

Figura 65 - Virgili, Il serparo. Figura 66 - Virgili, Gli amanti.

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Figura 67 - Tassini, L'amazzone. Figura 68 - Tassini, Pannocchie.

Figura 69 - Fioravanti, I due poeti (1965). Figura 70 - Fioravanti, Tristezza di Pan.

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Figura 71 - Maini, Sintesi (1966). Figura 72 - Maini, Piera.

Figura 73 - Orsatti, Notturno. Figura 74 - Orsatti, Autunno (1962).

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Mostra collettiva

3.4.5 Mostra collettiva Participio Presente (1973)

TIPOLOGIA DI MOSTRA Arte contemporanea, pittura, scultura, collettiva TITOLO Participio Presente LUOGO Galleria civica d’arte moderna, Palazzo dei Diamanti DATA 18 febbraio – 1 aprile 1973 CURATORI Franco Farina ARTISTI Agnetti Vincenzo, Albers Josef, Altamira Adriano, Arakawa Shusaku, Arico Rodolfo, Arman Fernandez, Baj Enrico, Bianco Remo, Bill Max, Blake Peter, Buren Daniel, Burri Alberto, Castellani Enrico, Cavellini G. Achille, Ceroli Mario, Cesar, Christo, Costa Claudio, Cruz Diez Carlos, Davie Alan, Del Pezzo Lucio, Deschamps, Dias Antonio, Dine Jim, Dorazio Pietro, Equipo Cronica, Fabro Luciano, Fahlstroem Oyvind, Fayer Carlo, Fontana Lucio, Francis Sam, Gaul Winfred, Gerstner Karl, Gilardi Pietro, Gilli, Gotlieb Adolph, Hains Raymund, Hartmut Bohm, Hockney David, Hoyland John, Klein Yves, Kossuth, Kounellis Jannis, Jones Allen, Le Parc Julio, Lewitt Sol, Lohse Richard Paul, Manzoni Piero, Morellet Francois, Muhari Bruno, Paolini Giulio, Peter Phillips, Peter Saul, Pistoletto , Rauschenberg Robert, Raysse Martial, Richard Smith, Rosenquist James, Rotella Mimmo, Scheggi Paolo, Schifano Mario, Soto J. Rafael, Spinelli Aldo, Stenvert Curt, Tilson Joe, Tinguely Jean, Twombly, Spoerri, Vsarely Victor, Vautier Ben, Warhol Andy, Wesselmann Tom, Wilding. OPERE 147 opere PROGETTO DI Franco Farina ENTE PROMOTORE Comune di Ferrara IN COLLABORAZIONE CON - CON IL PATROCINIO DI - RESPONSABILE DEL PROGETTO Franco Farina COMITATO SCIENTIFICO - MUSEI / SOGGETTI PRESTATORI Coll. Maioli-Nova, Milano Coll. Malabarba, Milano Coll. Consolandi, Milano Coll. Magistretti, Piacenza

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Coll. Manzoni, Milano Collezionisti privati PROGETTO ALLESTIMENTO Franco Farina CATALOGO AA.VV., Participio Presente, cat. Mostra Palazzo dei Diamanti (18 febbraio – 1 aprile 1973), Cento, Siaca, 1973.

PROGETTO DELLA MOSTRA

La mostra in questione vuole divulgare, senza pretese di completezza, artisti italiani e internazionali per offrire un quadro generale dei movimenti artistici e delle singole visioni di personaggi che stavano compiendo un determinato percorso artistico innovativo all’epoca. A tal proposito Farina nell’introduzione del catalogo mostra enuncia: “La rassegna Participio Presente ha il titolo più indicato per sottolineare con un modo verbale la situazione della vicenda artistica internazionale, in alcuni suoi aspetti, senza peraltro avere la pretesa di offrire una carrellata panoramica esauriente e ampiamente informativa sulle maniere di fare arte oggi nel mondo”409. All’esposizione partecipano artisti di livello addirittura mondiale e questo connota l’alta caratura della mostra e la sua importanza: realizzare una rassegna di tale valenza a Ferrara, in una città in periferia che non aveva avuto modo di conoscere direttamente artisti di fama internazionale, è un’occasione importante per avvicinare maggiormente il pubblico all’arte contemporanea e informarlo su ciò che stava accadendo nel mondo artistico in quel momento.

Per quanto riguarda il coinvolgimento del pubblico e ciò che si vuole ottenere dalla mostra, Farina spiega: “Non è chiesto ai visitatori di condividere o identificarsi con questa o quella formula artistica, quanto, piuttosto, di comprendere i presupposti ideali e le spinte di ricerca che sono a fondamento di ciascuna, perché così facendo l’arricchimento della propria cultura risulterà inevitabile, in quanto sottoposta a continuo confronto dialettico”410. Le motivazioni che sono alla base del progetto risiedono nel mettere a disposizione dei cittadini un materiale artistico che ha precise intonazioni e di dare l’opportunità di ricercare nessi logici e spiegazioni dirette411.

409 F. Farina, in AA.VV., Participio Presente, cat. Mostra Palazzo dei Diamanti (18 febbraio – 1 aprile 1973), Cento:Fe, Siaca, 1973. 410 Ibidem. 411 Ibidem.

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La rassegna è la prosecuzione ideale di altre mostre prima ospitate a Palazzo dei Diamanti, e costituisce degli antecedenti logici, così lo spettatore che ha seguito anche le personali passate può essere in grado di leggere l’arte in maniera criticità e sarà in grado di collocare i diversi artisti in certi movimenti o tendenze dell’arte contemporanea. Farina afferma: “Va da sé che rassegne come questa altro non mirano che a sollecitare in chi ha interessi lo spirito di ricerca e approfondimenti, e nella più parte dei casi costituisce un incontro che non mancherà certamente di lasciare traccia comunque”412. L’esposizione è pensata per attirare e stimolare l’amatore che vi ricercherà dei nessi logici, ma anche per suscitare una certa curiosità in chi si avvicinerà come semplice spettatore. Lo scopo della rassegna è di ottenere una ricaduta positiva sul pubblico, ossia di aggiornare e ampliare le conoscenze dei fenomeni artistici. L’esposizione rientra così in un unico grande progetto conoscitivo elaborato dal direttore che segue il principio della continuità nella divulgazione dell’arte contemporanea a un pubblico locale, ancora scarsamente informato.

ARTICOLAZIONE DELLA MOSTRA

Le opere presenti alla rassegna sono datate dal 1954 al 1973 e rappresentano uno spaccato della situazione artistica nazionale e internazionale di quel periodo. Gli artisti in mostra sono personalità che possono essere collocate tra l’arte informale, la pop art e l’arte concettuale che si stava sviluppando pian piano negli anni ’60.

Nel decennio che inizia dalla fine degli anni ’50 e occuperà tutti i ’60, la generazione di artisti nati negli anni trenta espande le sue ricerche a tutti gli ambiti artistici, sviluppando delle componenti che poi andranno a sedimentarsi nell’arte concettuale413. Artisti come Manzoni, presente in mostra con le celebri merda di artista, i fiati e le sue Linee, Burri con il sacco e Dorazio, rappresentano il gruppo della corrente informale, anche se alcuni di questi poi evolveranno la propria concezione in altre correnti. Schifano e Pistoletto sono i rappresentanti italiani rispettivamente la scuola Pop romana e torinese, mente sul versante internazionale troviamo Warhol, Jones e Rauschemberg.

412 Ibidem. 413 G. De Marchis, L’arte in Italia dopo la seconda guerra mondiale, in Storia dell’arte italiana, F. Zeri (a cura di), vol. 7 (Il novecento), Torino, Einaudi, 1982, pp. 607-608.

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Con Agnetti, Buren, Klein, Kossuth, Lewitt, Manzoni e altri si apre la sezione della mostra che analizza la neonata arte concettuale. Nei Paragraphs on pubblicati nel 1967 da Sol Lewitt, è definito il termine arte concettuale: un’arte in cui l’idea costituiva la parte più importante del lavoro414. Progettazione e scelte erano compiute prima dell’esecuzione materiale, ponendo ai margini le capacità manuali e artigianali. Per essere efficace l’idea doveva essere semplice, priva di aspetti soggettivi e arbitrari415. Così isolata e definita, questa semplice idea compositiva era considerata ‘arte’ come e più di qualunque altro prodotto finito416. Il modo in cui l’opera d’arte appariva allo sguardo non era più importante. Verso la fine degli anni ’60 i lavori non si basano più sulla disposizione del colore o della forma, e questa sorta di negazione si traduce trasferendo il lavoro artistico su due piani: quello dell’idea e quello dell’azione417. Il lavoro individuale viene quindi sottotratto alla logica evolutiva o alla continuità stilistica. L’opera d’arte diventa il luogo di un’inedita e costante apertura verso problemi nuovi418. L’arte concettuale permette così il proliferare di diversi risultati artistici ognuno differente dall’altro e il venir meno, unitamente al manufatto tradizionale di pittura e scultura, la possibilità stessa di uno stile, ovvero di un protocollo comune atto a omologare visivamente una serie di opere419. Rifiutando un medium specifico, l’arte concettuale si appropria di tutte le tecniche disponibili, dal ready made, all’azione, alla documentazione fino alla parola scritta420. Le tecniche usate nelle opere in mostra sono le più diverse, si moltiplicano i supporti e sono sdoganati i generi tipici della tradizione artistica. Le opere sono spesso caratterizzate da significati contradditori e sarcastici. L’opera d’arte non è più vista secondo la visione tradizionale ma prendono il sopravvento il concetto o l’idea rispetto alla realizzazione, perché l’arte nasce nell’idea.

Farina, nello scritto di presentazione della rassegna specifica che: “Ai fini dell’informazione più precisa sarebbe stato auspicabile organizzare singole rassegne di artisti raggruppati per tendenze o correnti, ma stante, la difficoltà di reperimento delle opere, senza contare i costi e i tempi di realizzazione, sarebbe venuto sicuramente meno il gusto della quasi novità, anche se nella precisa circostanza si tratta per la maggioranza degli operatori artistici di avanguardia che ora dalla critica militante sono ritenuti dei classici della vicenda artistica in questa seconda metà del nostro

414 S. Lewitt, Paragraphs on Conceptual Art, in Artforum, V (1967), n. 10, pp. 79-83. 415 A. Del Puppo, L’arte contemporanea: il secondo Novecento, Torino, Einaudi, 2013, p. 78. 416 Ibidem. 417 Ivi, pp. 79-80. 418 Ivi, p. 81. 419 Ivi, pp. 81-82. 420 Ivi, p. 82.

141 secolo”421. Il direttore ammette qualche limite nella realizzazione e allestimento dell’esposizione chiarendo però quali fattori hanno influito sull’organizzazione e le difficoltà incontrate per mettere in scena una rassegna di questa importanza a Ferrara.

OPERE ESPOSTE

Agnetti:

1. Libro dimenticato a memoria (1970) – plexiglas, cm. 70x50, Coll. Maioli-Nova, Milano 2. Entropia (1970) – plexiglas, cm. 38x30, Coll. Maioli-Nova, Milano 3. Semiosi (1970) – tela emulsionata, cm. 90x80 4. Assioma (1971) – plastica, cm. 70x70, Coll. Malabarba, Milano

Albers:

1. Constellation VII (1958) – incisione, cm. 58x76, Coll. Consolandi, Milano 2. Engreaving constellation n. 30 (1965) – collage, cm. 49x65, Coll. Consolandi, Milano 3. Encreasing – tela, cm. 60.5x60.5, Coll. F. M., Milano

Altamira:

1. Trittico polittico (1970) – foto, cm. 50x70, Coll. Maioli-Nova, Milano

Arakawa:

1. Diagram (1969) – olio su tela, cm. 122x183 2. My properties (1969) – olio su tela, cm. 122x183 3. Look at it – olio su tela, cm. 86x160

Aricò:

1. Triangolo – olio su tela, cm. 200x150 2. Volume geometrico – olio su tela, cm. 126x192 3. Figura geometrica – olio su tela, cm. 143x90

Arman:

1. Violoncelli (1965) – oggetti, cm. 160x120 2. Telefoni (1968) – oggetti, cm. 80x100 3. Rotelle orologi (1963) – oggetti, cm. 135x44 4. Saracinesca (1967) – oggetti, cm. 79x84 5. Coloraggio (1967) – oggetti, cm. 82x87 6. Impronte (1964) – tecnica mista su carta, cm. 70x55, Coll. Consolandi, Milano

Baj:

1. Meccanuby (1963) – tecnica mista su tela, cm. 100x125 2. Rappresentante sindacale (1968) – plastica, cm. 60x49

421 Farina F. in AA.VV., Participio Presente, cit.

142

Bianco:

1. Scultura calda (1965) – marmo di Carrara, cm. 45

Bill:

1. Rombo (1959-67) – olio su tela, cm. 47x47 2. Rombo (1959) – olio su tela, cm. 56x56 3. Due gruppi di colore selezionati 1, 2, 3, 4 (1968) – olio su tela, cm. 62x62, Coll. Consolandi, Milano

Burèn:

1. Tessuto (1971) – tela, cm. 133x144

Burri:

1. Sacco e rosso (1954) – materie diverse su tela, cm. 80x100, Coll. Malabarba, Milano

Castellani:

1. Superficie esagonale bianca (1969) – tela verniciata, cm. 104x120 2. Tela sagomata rossa (1960-61) – olio su tela, cm. 100x80, Coll. Malabarba, Milano 3. Quadrato – tecnica mista su tela, cm. 30x30

Cavellini:

1. La nausea (1973) – olio su tela, cm. 140x100 2. Trattato della pittura – olio su tela, cm. 140x100

Ceroli:

1. I poeti (1965) – collage, cm. 70x100 2. Castellani (1966) – legno, cm. 80x80 3. Guerra (1967) – legno, cm. 100x100, Coll. Malabarba, Milano

Cèsar:

1. Disegno (1961) – carta, cm. 72x102 2. Auto schiacciata (1970) – tecnica mista, cm. 33x43 3. Espansione – oggetto, cm. 138x24x43 4. Compressione (1968) – oggetto, cm. 36x21, Coll. Consolandi, Milano

Christo:

1. Ricordo di Venezia – pacco legato, cm. 80x65 2. Store front projet (1964) – scatola con luce, cm. 90x61x10, Coll. Malabarba, Milano

Costa:

1. Evoluzione – involuzione (1972) – tecnica mista su tela, cm. 100x150

Cruz-Diez:

1. Physichromie (1969) – tecniche miste, cm. 61x61

Davie:

1. Jean’s tail (1960) – olio su tela, cm. 204x122

143

Del Pezzo:

1. De divina proportione (1965) – legno, cm. 130x160 2. Mensola 2 – legno, cm. 77x94x13

Deschamps:

1. Foulards – stoffe stampate, cm. 94x74

Dias:

1. The image (1970) – olio su tela, cm. 120x120 2. The travaller - olio su tela, cm. 120x120 3. The day as a prisoner - olio su tela, cm. 130x165

Dine:

1. Red knife (1962) – olio su tela, cm. 60.5x50.5

Dorazio:

1. Lingua classica (1962) – acrilico su tela, cm. 74x55 2. Arc en terre (1967) – olio su tela, cm. 105x80, Coll. Consolandi, Milano

Equipo:

1. Vietnam (1968) – acrilico su tela, cm. 72x70, Coll. Maioli-Nova, Milano 2. Che (1968) – acrilico su tela, cm. 100x90, Coll. Maioli-Nova, Milano

Fabro:

1. Edera (1958) – assemblage, cm. 80x150

Fahlstroem:

1. Douleur de chambre (1960) – olio su tela, cm. 147x113

Fayer:

1. Globovision – oggetto, cm. 40x40x20, Coll. Magistretti, Piacenza

Fontana:

1. Fine di Dio (1962-63) – olio su tela ovale verde, cm. 180x120 2. Concetto spaziale (1959) – olio su tela, cm. 120x165

Francis:

1. Pittura (1958) – inchiostro su carta intelata, cm. 203x150

Gaul:

1. Scala (1970) – olio su tela, cm. 90x90

Gerstner:

1. Color sound II (1969-72) – plastiche, cm. 119x119

Gilardi:

1. Tappeto (1967) – gommapiuma, cm. 170x170

144

Gilli:

1. Eva (1964) – legno laccato, cm. 130x125x5, Coll. Malabarba, Milano 2. 3 vasi n. 646 – legno, cm. 177x65x8, Coll. Malabarba, Milano

Gotlieb:

1. Pink ground (1959) – olio su tela, cm. 92x152

Hains:

1. Dubuffet a Venis (1964) - decollage, cm. 79x83 2. Fiammifero seita (1970) – legno, cm. 80x98x9 3. Biennale (1966) – decollage, cm. 100x114

Hartmut:

1. Quadratrelief (1967) – plastica, cm. 58x58x3.5

Hockney:

1. Theatrical landscape (1965) – olio su tela, cm. 183x122 2. Due alberi – olio su tela, cm. 122x122

Hoyland:

1. 15-2-1969 – acrilico su tela, cm. 213x92

Klein:

1. Monocromo rosso (1957) – tecnica mista su tela, cm. 61x61, Coll. Malabarba, Milano 2. Etude atmosphérique – watercolor, cm. 35x45, Coll. Consolandi, Milano

Kossuth:

1. Specific (1966) – foto, cm. 100x100

Kounellis:

1. Senza titolo (1959) – olio su tela, cm. 75x60, Coll. Malabarba, Milano 2. Senza titolo (1961) – olio su tela, cm. 52x62 3. Senza titolo (1961) – olio su tela, cm. 55x75 4. Senza titolo (1960) – olio su tela, cm. 156x200

Jones:

1. Pleated skirt (1965) – olio su tela, cm. 120x120

Le Parc:

1. Serie 23 m. 11-3 – olio su tela, cm. 130x130

Lewitt:

1. Disegno china (1971) – carta, cm. 30x30 2. Tovagliolo (1971) – carta, cm. 31x31

Lohse:

1. Composizione – olio su tela, cm. 6x60

145

Manzoni:

1. Bianco achrome (1957-58), tela, cm. 70x90, Coll. Manzoni, Milano 2. Fiato d’artista (2 opere) – cm. 18x18 cadauno, Coll. Maioli-Nova, Milano 3. Linea m. 1,95 – 9/59 - Coll. Maioli-Nova, Milano 4. Linea m. 0,78 – 10/59 - Coll. Maioli-Nova, Milano 5. Linea m. 5,70 –11/59 6. Merda d’artista n. 17 7. Linea m. 7,37 – 10/59 - Coll. Consolandi, Milano 8. Linea m. 3,54 – 11/59 - Coll. Consolandi, Milano 9. Merda d’artista n. 034 - Coll. Consolandi, Milano 10. Merda d’artista n. 016 - Coll. Consolandi, Milano 11. Uovo con impronta (1960) - Coll. Consolandi, Milano

Morellett:

1. Bianco-nero – tela, cm. 100x100 2. Grigliato (1970) – metallo, cm. 100x100 3. 40.000 carres-50% jaunes 50% gris (1962) – serigrafia su tavola, cm. 80x80, Coll. Consolandi, Milano

Munari:

1. Carta ricostruzione giallo (1969) – cm. 70x70 2. Carta ricostruzione giallo (1970) – cm. 69x70 3. Carta ricostruzione giallo (1970) – cm. 70x70

Paolini:

1. L’ultimo quadro di Velasquez (1968) – foto-tela, cm. 62x93

Peter B.:

1. Zebra (1965) – tecnica mista su tavola, cm. 26x55

Peter P.:

1. Cartacolor (1968) – tecnica mista su carta, cm. 70x100

Peter S.:

1. Composizione (1963) – tecnica mista su carta, cm. 70x80 2. Composizione (1963) – tecnica mista su carta, cm. 70x80

Pistoletto:

1. Specchio – tenda-vetro, cm. 70x115

Rauschemberg:

1. Cronaca (1969) – fotolito, cm. 88x90, Coll. Maioli-Nova, Milano

Raysse:

1. Ritratto (1963) – tela, cm. 35x63

Rosenquist:

1. Sketch for esp tomate (1966) – plastica, cm. 58x58

146

Rotella:

1. Fuga (1959) – decollage, cm. 45x32 2. Novo realistico (1962) - decollage, cm. 92x126 3. Mec-art - decollage, cm. 49x72, Coll. Malabarba, Milano 4. Ore 21,30 - decollage, cm. 86x54, Coll. Malabarba, Milano 5. Pronto per l’applicazione (1962) - decollage, cm. 54x104, Coll. Consolandi, Milano

Scheggi:

1. Intersuperficie curva dal rosso + giallo – tela, cm. 150x80, Coll. Malabarba, Milano

Schifano:

1. Esterno (1962) – olio su carta intelata, cm. 140x180 2. Incidente (1960) - olio su carta intelata, cm. 200x200 3. 6 formelle – cm. 50x50 4. Ore 21,15 – maestri italiani del 900 Giorgio De Chirico (1972) (2 pezzi) – tela, cm. 70x110 cadauno, Coll. Malabarba, Milano

Smith:

1. Miami (1966) – olio su tela, cm. 162x102x20

Soto:

1. Pequeno Naranja (1968) – scultura, cm. 23x85

Spinelli:

1. Analisi dell’aria (1972) – foto, cm. 135x85, Coll. Maioli-Nova, Milano

Stenvert:

1. Macchina da cucire – opus 464, oggetto, cm. 38x53x62 2. Brillanti (1971) – oggetto, cm. 72x52x12

Spoerri:

1. Pane (1970) – tecniche miste, cm. 45x90x10

Tinguely:

1. Disegno colorato (1966) – tecnica mista su tela, cm. 33x50

Twombly:

1. Senza titolo (1963) – tecnica mista, cm. 147x126

Tilson:

1. Reliep (1962) – legno, cm. 175x125

Vasarely:

1. Bianco nero (1960-63) – tela, cm. 40x46 2. Folklore (1969) – tela, cm. 30x30 3. Yla (1965) – tela, cm. 80x80 4. Izzo II (1969) – acrilico su legno, cm. 87x77, Coll. Consolandi, Milano

147

Vautier:

1. Rosso (1970) – tela.cm. 50x60 2. Geste: ne pas voir. Ne pas entendre, ne pas parlier (1966) – foto, cm. 75x75 3. Geste: jeter dieu à la mar (1962) – foto, cm. 75x75

Warhol:

1. Flowers (1965) – cm. 55x55 2. Campbells (1964) – foto, cm. 95x60, Coll. Maioli-Nova, Milano 3. Tickets (1969) – serigrafia, cm. 68x124, Coll. Consolandi, Milano

Wesselmann:

1. Mouth (1966) – cm. 90x145

Wildig:

1. Single (1970) – plexiglas, cm. 100x100.

FOTOGRAFIE

Figura 75 – Burri, Sacco e rosso (1954). Figura 76 – Christo.

148

Figura 77 - Schifano e Rotella.

Figura 78 – Baj, Meccanubi. Figura 79 – Kounellis, Senza titolo.

Figura 80 – Fontana, Fine di Dio e Manzoni, Merda d’artista n. 34

149 b) periodo 1973-1982

Mostra personale di artisti “famosi”

3.5.1 Mostra personale di Felice Casorati (1981)

TIPOLOGIA DI MOSTRA Arte contemporanea, pittura, scultura, personale TITOLO Felice Casorati LUOGO Galleria civica d’arte moderna, Palazzo dei Diamanti DATA 4 luglio – 5 ottobre 1981 CURATORI Franco Farina ARTISTA Felice Casorati OPERE 157 opere: 109 dipinti 40 disegni 8 sculture PROGETTO DI Franco Farina ENTE PROMOTORE Comune di Ferrara IN COLLABORAZIONE CON - CON IL PATROCINIO DI Regione Emilia-Romagna RESPONSABILE DEL PROGETTO Franco Farina COMITATO SCIENTIFICO Francesco Casorati MUSEI / SOGGETTI PRESTATORI Galleria civica d’arte moderna, Torino Galleria pubblica di Milano Museo Revoltella, Trieste Museo d’arte moderna, Venezia Coll. Stiav, Saint Vincent Galleria Gian Ferrari di Milano Galleria Farsetti di Prato Galleria Salomon di Torino Galleria Le Immagini, Torino Galleria Gissi di Torino Galleria La Bussola di Torino

150

Galleria Mareschalchi di Bologna Galleria Tavoni di Bologna Galleria Zanini di Roma PROGETTO ALLESTIMENTO Franco Farina CATALOGO AA.VV., Felice Casorati, cat. Mostra Palazzo dei Diamanti (4 luglio- 5 ottobre 1981), Siaca, Cento:Fe, 1981.

PROGETTO DELLA MOSTRA

La mostra rappresenta un omaggio a un indiscusso maestro del novecento italiano, Felice Casorati, l’artista, infatti, era morto quasi vent’anni prima nel 1963, e questa rassegna s’inserisce nel più ampio progetto espositivo di Palazzo dei Diamanti come prosecuzione dell’opera di informazione di movimenti artistici nazionali e internazionali, in questo caso di divulgazione di tutti quegli artisti che hanno avuto una qualche contaminazione con la Metafisica422. Dopo le mostre precedentemente realizzate su De Chirico, Savinio, Morandi e altri, si procede nella trattazione di quelle valenze e vicinanze con i principi della Metafisica, corrente tanto cara a Ferrara.

Farina spiega che Casorati non si poteva certo definire un metafisico in quanto l’artista stesso sfugge a questa definizione, ma si può comunque ricondurre a questo movimento: “Per quanto concerne Felice Casorati, il legame non è evidentemente di adesione al movimento, il partecipativo rapporto quindi è piuttosto dovuto al recupero di un rigore e di una disciplina, in reazione all’eccesso di faciloneria ideologica e operativa che ha caratterizzato gli epigoni dell’Avanguardia Storica; di conseguenza diventa regola una certa perfezione tecnica e l’ambientazione che richiamano la Metafisica, ma con risultanze che sono diverse, perché diverse sono le poetiche: realistica quella casoratiana, enigmatica e fuorviante l’altra”423. Per il direttore il recupero che opera Casorati della Metafisica è indirizzato alla differenziazione rispetto agli altri movimenti di avanguardia ritenuti non rispondenti all’ideologia dell’artista, e il recupero si consiste solo in qualche aspetto senza sposare totalmente questa corrente.

422 F. Farina, in AA.VV., Felice Casorati, cat. Mostra Palazzo dei Diamanti (4 luglio- 5 ottobre 1981), Siaca, Cento:Fe, 1981. 423 Ibidem.

151

Lo scopo della presente rassegna è specificato da Farina nella sua prefazione al catalogo: “La critica contemporanea, infatti, scopre in Felice Casorati potenzialità e valori che, ragioni certo non sciovinistiche avevano relegato in posizione di secondo piano nel panorama artistico nazionale. Se questa rassegna contribuirà a ‘fare giustizia’ di misconoscenze non disinteressate avrà sicuramente raggiunto il suo scopo”424.

ARTICOLAZIONE DELLA MOSTRA

La mostra, articolata in varie sezioni corrispondenti ai mezzi e supporti scelti dall’artista, riporta dipinti, disegni e sculture creati da Casorati durante la sua carriera, si tratta di opere che meglio possono riassumere i momenti salienti e le tematiche care all’artista per offrire un ritratto generale della sua arte. La sezione più ampia è rappresentata dai dipinti, dove l’artista esprime in maniera più completa la propria arte scegliendo come genere prediletto il ritratto (prevalentemente di donne o gruppi di donne), seguito poi dalle nature morte e dai paesaggi. I disegni sono un nucleo più ridotto e sono essenzialmente studi di persone utili alla realizzazione di dipinti o sculture. Alla scultura è riservato un piccolo spazio con opere di bronzo datate prevalentemente negli anni ’20.

Una parte importante dell’esposizione riguarda i quadri degli anni ’20, ossia quelli che hanno fatto conoscere Casorati al pubblico e alla critica, e che costituiscono un punto di svolta importante nella sua carriera425. All’inizio del decennio in questione l’artista si sarà già trasferito a Torino, città che gli offrirà molte opportunità in ambito artistico, dopo un lungo periodo di viaggi e trasferimenti con la famiglia d’origine. La produzione di questo periodo si pone esattamente a metà tra le ricerche iniziali e quelle finali: partendo dalle conoscenze di Klimt, che influisce in alcune sue opere come Sogno della melograna, Le signorine e Marionette, Casorati si è mosso tra la Metafisica, il Realismo per giungere nell’ultimo periodo al suo personalissimo stile artistico426. Secondo Farina: “Gli slanci e le tensioni trovano collocazione, sublimati quasi, nella griglia architettonica del quadro, dove le figure così ambientate emanano una rassegnata malinconia, come a significare che per l’uomo la sola condizione possibile è quella dell’ineffabile solitudine

424 Ibidem. 425 L. Carluccio, in AA.VV., Felice Casorati, cat. Mostra Palazzo dei Diamanti (4 luglio- 5 ottobre 1981), Siaca, Cento:Fe, 1981. 426 Ibidem.

152 dovuta a complessità che turbano e angustiano i sentimenti”427. E continua: “L’universo casoratiano si incentra quindi sulla condizione esistenziale, vista con estrema lucidità e pacatezza, sottilmente profana, per una carica di insinuante sensualità che testimonia componenti culturali contrastanti profondamente assimilate, oscillanti tra un senso religioso dell’esistenza e le tentazioni pagane”428.

La critica dell’epoca e in questo caso specifico Mario Soldati, nel suo catalogo della Galleria civica d’arte moderna di Torino, etichetta la pittura di Casorati con il termine ‘neoclassico’, secondo Carluccio il suo classicismo è il risultato di una scelta operata dall’artista per esprimere adeguatamente e senza stravolgere il proprio io le figure del mondo429.

Le opere come il Ritratto di Silvana Cenni, uno dei dipinti più conosciuti dell’artista, o Uova sul cassettone esprimono il pensiero estetico di Casorati, in quest’ultimo la forma dell’uovo è il limite estremo di una ricerca della forma chiusa, che la luce può avvolgere facilmente e che l’occhio può immaginare e ricostruire per intero430.

In ultima analisi la pratica intellettuale di Casorati è sollecitata da una vasta cultura, da un’acuta sensibilità ottica e dal bisogno di libertà che onori nel frattempo l’esistenza e la coscienza dell’uomo: queste sono le due tendenze che accompagnano l’artista dal principio alla fine della sua produzione artistica431.

OPERE ESPOSTE

1. Ritratto della sorella Elvira (1907) – olio su tela, cm. 135x72, Coll. Privata Torino 2. Paesaggio (1907) – olio su cartone, cm. 27x40, Coll. Privata Torino 3. Ritratto della madre (1908) – olio su cartone, cm. 93x67, Coll. Privata Torino 4. Figure (1910) – tempera, cm. 120x120, Coll. Privata Torino 5. Marina (1911) – olio su tela, cm. 42x35, Coll. Privata Torino 6. Lionello (1911) – olio su tela, cm. 95x83, Coll. Privata Torino 7. Ragazze padovane (1912) – olio su cartone, cm. 19x17.5, Coll. Privata Torino 8. Bambina nel bosco (1912) – olio su cartone, Coll. Privata Torino 9. Paesaggio (1913) – olio su tavola, cm. 23.5x25.5, Coll. Privata Torino 10. Uova sul tappeto verde (1914) – Coll. Privata Torino 11. Giocattoli (1915) – tempera, cm. 61x57, Coll. Privata Torino

427 F. Farina, in AA.VV., Felice Casorati, cit. 428 Ibidem. 429 L. Carluccio, in AA.VV., Felice Casorati, cit. 430 Ibidem. 431 Ibidem.

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12. Tiro a bersaglio (1918) – tempera, cm. 130x120, Coll. Privata Torino 13. Ritratto di Elvira (1919) – olio su tela, cm. 61x46, Coll. Privata Biella 14. Le sorelle (1919) – olio su tela, cm. 83x60, Coll. Privata Milano 15. Nudo seduto (1919) – olio su cartone, cm. 55x39, Coll. Privata Pordenone 16. L’uomo delle botti (1919) – tempera, cm. 172x147, Galleria civica d’arte moderna, Torino 17. Le scodelle (1919) – tempera, cm. 66.5x50, Coll. Privata Milano 18. Anna Maria De Lisi (1919) – tempera, cm. 141x140, Coll. Privata Torino 19. Una donna (L’attesa) (1919) – tempera, cm. 137x127, Coll. Privata Milano 20. Interno (Ragazza con scodella) (1919) – tempera, cm. 147x115, Galleria civica d’arte moderna, Torino 21. Mattino con colazione (1920) – tempera, cm. 168x145, Coll. Privata Firenze 22. Uova sul cassettone (1920) – olio su tavola, cm. 58x48, Coll. Privata Torino 23. Ritratto di Raja (1920) – olio su tavola, cm. 51x37, Coll. Privata Torino 24. La donna e l’armatura (1921) – olio su tavola, cm. 147x145, Coll. Privata Torino 25. Silvana Cenni (1922) – tempera, cm. 205x105, Coll. Privata Torino 26. Studio per ritratto di Renato Gualino (1920) – olio su tavola, cm. 70x50, Coll. Privata Torino 27. Meriggio (1922) – olio su tavola, cm. 120x131, Museo Revoltella, Trieste 28. Le melanzane (1922) – olio su tavola, cm. 50x68, Coll. Privata Torino 29. Lo studio (1922-25) – olio su tela, cm. 200x200, Coll. Privata Genova (replica) 30. Doppio ritratto (1924) – tempera, cm. 122x91, Coll. Privata Milano 31. Ovale di Cinzia (1924) – olio su tavola, cm. 54.5x40, Coll. Privata Milano 32. Bambina con scodella (1924) – olio su tavola, cm. 54x40, Coll. Privata Seregno 33. Conversazione platonica (1925) – olio su tavola, cm. 78x100, Coll. Privata Firenze 34. Modella (1926) – olio su tela, cm. 48x40, Coll. Privata Milano 35. Natura morta con rape (1927) – olio su tavola, cm. 53x40, Coll. Privata Torino 36. Ritratto di Mario Tarello (1927) – olio su tela, cm. 100x78, Coll. Privata Genova 37. Ritratto di Mario Tarello (1927) – olio su tela, cm. 100x78, Coll. Privata Genova 38. Ragazze dormienti (1927) – olio su compensato, cm. 100x134.5 39. Brocca con tulipani (1928) – olio su tavola, cm. 70x55, Coll. Farsetti, Prato 40. Ritratto della signora Wolf (1927) – olio su tavola, cm. 45x45, Coll. Privata Torino 41. L’osteria (1928) – olio su tavola, cm. 70x50, Coll. Privata Torino 42. Uova e bottiglia (1928) – olio su cartone, cm. 51x49, Coll. Privata Torino 43. Beethoven (1928) – olio su tavola, cm. 145x14, Coll. Privata Bolzano 44. Nudo (1928) – olio su cartone, cm. 65x50, Coll. Farsetti, Prato 45. Ritratto di Giovanni Tarello (1928) – olio su tela, cm. 96x82, Coll. Privata Genova 46. Il manichino rosa (1928) – olio su tavola, cm. 89.5x59.5, Coll. Privata, Biella 47. Ragazze a Nervi (1929) – olio su tela, cm. 141x101, Museo d’arte moderna, Venezia 48. Ritratto di Casella (1929) – olio su tavola, cm. 98x73, Coll. Privata Firenze 49. Natura morta (1930) – olio su tavola, cm. 48x62, Coll. Privata Milano 50. Nudo di donna con maschera (1930) – olio su cartone, cm. 76x63.5, Coll. Privata Villanova d’Asti 51. Uova nella scodella (1930) – olio su tavola, cm. 62.5x47.5, Coll. Privata Milano 52. Nudo femminile (1930) – olio su tavola, cm. 63.5x49.5, Coll. Boschi, Gall. Civica d’arte moderna, Milano 53. Ritratto di Olga Tarello (1932) – olio su tela, cm. 105x80, Coll. Privata Genova 54. Donna che legge (1933) – olio su tela, cm. 43x34, Coll. Privata Genova 55. Il malatino (1933) – olio su tavola, cm. 56x48.5, Coll. Privata Milano 56. Nudo (1933) – olio su tavola, cm. 59.8x49, Coll. Privata Milano 57. Orfeo (1933) – tempera, cm. 48x62, Coll. Privata Firenze 58. Il mestolo (1933) – olio su carta, cm. 65x52, Coll. Boschi, Gall. Civica d’arte moderna, Milano 59. Nudo dormiente (1933) – olio su tela, cm. 55x45, Coll. Boschi, Gall. Civica d’arte moderna, Milano 60. Ragazza seduta (1934) – olio su tela, cm. 64x54, Museo d’arte moderna, Venezia 61. Nudo di ragazza a mezzo busto (1934) – olio su tela, cm. 61x46, Coll. Privata, Biella 154

62. La donnaccia (1934) – olio su cartone, cm. 64.5x51, Coll. Boschi, Gall. Civica d’arte moderna, Milano 63. Giovinetta (1935) – olio su tavola, cm. 40x30, Coll. Privata Torino 64. Natura morta (1935) – olio su cartone, cm. 31x36.5, Coll. Privata Milano 65. Rosetta (1935) – olio su cartone, cm. 62x46, Coll. Privata Milano 66. Il giardino di via Mazzini (1935) – olio su tavola, cm. 52.7x39, Coll. Privata Milano 67. Bambina (1935) – olio su tavola, cm. 45.5x35, Coll. Privata Vicenza 68. La famiglia (1935) – olio su tela, cm. 200x40, Coll. Privata Genova 69. Anna (1936) – olio su cartone, cm. 49x35, Coll. Privata Venezia 70. Bambino nello studio (1937) – olio su tela, cm. 100x75, Coll. Privata Firenze 71. Ragazza di Pavarolo (1937) – olio su tela, cm. 130x90, Coll. Civica d’arte moderna, Torino 72. Natura morta con caffettiera (1938) – olio su tavola, cm. 69.5x54, Coll. Privata Torino 73. Donna seduta e chitarra (1938) – olio su tela, cm. 119x79, Coll. Privata Torino 74. Teste (1940) – olio su tela, cm. 76x57, Coll. La Bussola, Torino 75. Nudi nello studio (1940) – olio su tela, cm. 40x30, Coll. privata, Ferrara 76. Vocazione (1940) – olio su tavola, cm. 78x59, Coll. Farsetti, Prato 77. Nudino seduto (1943) – olio su tela, cm. 70x60, Coll. Gian Ferrari, Milano 78. Dormiente su divano verde (1943) – olio su tavola, cm. 55x65, Coll. Privata, Bologna 79. Crocefissione (1944) – olio su tela, cm. 90x45, Coll. Farsetti, Prato 80. San Maurizio (1944) – olio su tavola, cm. 60x23, Coll. Farsetti, Biella 81. Ritratto di Fulvia (1945) – Coll. Privata Firenze 82. Natura morta (1945) – olio su tavola, cm. 47x42, Coll. Zanini, Roma 83. Nudo seduto (1946) – olio su tela, cm. 82x53, Coll. Zanini, Roma 84. Nudo giallo (1947) – olio su tela, cm. 75x60, Coll. Privata, Milano 85. Fanciulla con libro (1947) – olio su tavola, cm. 78.5x55.5, Coll. Privata, Milano 86. Nudo che legge (1948) – olio su cartone, cm. 44x35, Coll. Boschi, Gall. Civica d’arte moderna, Milano 87. Fanciulla (1949) – olio su tela, cm. 85x50, Coll. Farsetti, Prato 88. Paralleli (1949) – olio su tela, cm. 90x60, Coll. Stiav, Saint Vincent 89. L’astrolabio (1950) – olio su tavola, cm. 70x60, Coll. Privata, Torino 90. Claviere (1950) – olio su tela, cm. 58.5x45, Coll. Privata, Torino 91. Mele gialle (1950) – olio su tavola, cm. 35x50, Coll. Privata, Torino 92. Figura con uova (1950) – olio su tela, cm. 90x55, Coll. Privata, Torino 93. I pesci (1950) – olio su tela, cm. 80x170, Coll. Privata, Milano 94. Uova e limoni (1950) – olio su tela, cm. 55x46, Coll. Privata, Milano 95. Natura morta alla finestra (1952) – Coll. Privata, Prato 96. Strumenti musicali (1952) – olio su tela, cm. 65x50, Coll. Privata, Ferrara 97. Limoni (1952/53) – olio su tavola, cm. 58x42.5, Coll. Privata, Torino 98. Paesaggio (1953) – olio su cartone, cm. 60x50, Coll. Privata, Bologna 99. Ritratto di Germana Zanini (1953) – olio su tela, cm. 80x65, Coll. Zanini, Roma 100. Notturno a Torino (1954) – olio su compensato, cm. 50x70, Gall. Civica d’arte moderna, Milano 101. Natura morta con canarini (1955) – olio su tela, cm. 85x50, Coll. Privata, Torino 102. Le torri (1956) – olio su tela, cm. 130x90, Coll. Privata, Bologna 103. Le arance (1956) – olio su tela, cm. 90x55, Coll. Farsetti, Prato 104. Maternità (1958) – tempera, cm. 50x60, Coll. Privata, Bologna 105. Natura morta su drappo rosso (1959) – olio su tavola, cm. 60x53, Coll. Privata, Milano 106. Natura morta con uova (1959) – olio su tela, cm. 75x50, Coll. Privata, Firenze 107. Composizione con uova (1959) – olio su tela, cm. 80x50, Coll. Farsetti, Prato 108. Interno con nudo (1960) – tempera, cm. 49.5x68.5, Coll. Privata, Bologna 109. Ragazza addormentata (1960) – olio su tela, cm. 90x60, Coll. Privata, Torino 110. Nudo seduto (1918) – matita, Coll. Privata, Torino 111. Studio di nudi maschili (1920) – matita, Coll. Privata, Torino 155

112. Testa (1920) – matita, Coll. Privata, Torino 113. Fanciulla e teschio (1920) – olio su carta, Coll. Privata, Torino 114. Nudo sdraiato (1930) – matita, Coll. Privata, Torino 115. Suonatore di flauto (1930) – matita, Coll. Privata, Torino 116. Studio per composizione di ambiente (1931) – matita, Coll. Privata, Torino 117. Nudo (1937) – penna, Coll. Privata, Torino 118. Nudo di ragazzo (1938) – matita, Coll. Privata, Torino 119. Donna seduta (1938) – matita, Coll. Privata, Torino 120. Crocefissione (1939) – matita, Coll. Privata, Torino 121. Dormiente sulle pietre (1945) – matita, Coll. Privata, Torino 122. Angelo dormiente (1948) – matita e penna, Coll. Privata, Torino 123. Studio per nudo (1948) – matita, Coll. Privata, Torino 124. Contadina (1948) – matita, Coll. Privata, Torino 125. Nudo sul divano (1948) – matita, Coll. Privata, Torino 126. Nudo e paralleli (1948) – matita, Coll. Privata, Torino 127. Studio di nudo (1949) – matita, Coll. Privata, Torino 128. Le modelle nello studio (1949) – penna, Coll. Privata, Torino 129. Testa di ragazzo (1950) – matita e penna, Coll. Privata, Torino 130. Nudino n. 1 (1950) – china, Coll. Privata, Torino 131. Nudino n. 2 (1950) – matita, Coll. Privata, Torino 132. Ritratto (1950) – matita e carboncino, Coll. Le Immagini, Torino 133. Studio per paesaggio (1952) – matita, Coll. Privata, Torino 134. Pagina di schizzi (1953) – penna, Coll. Privata, Torino 135. Due suore (1954) – matita, Coll. Privata, Torino 136. Bozzetto per costume (1954) – tempera, Coll. Le Immagini, Torino 137. Bozzetto per costume (1954) – tempera, Coll. Le Immagini, Torino 138. Studio di figure (1954) – matita, Coll. Le Immagini, Torino 139. Tre figure (1955) – matita e penna, Coll. Privata, Torino 140. La bellezza è lo splendore dell’ordine n. 1 (1955) – penna, Coll. Privata, Torino 141. La bellezza è lo splendore dell’ordine n. 2 (1955) – matita e penna, Coll. Privata, Torino 142. Testa di donna (1956) – matita e penna, Coll. Privata, Torino 143. Studio per composizione (1956) – matita, Coll. Privata, Torino 144. Studio per fanciullo (1958) – matita, Coll. Privata, Torino 145. Figure (1958) – matita, Coll. Privata, Torino 146. Nudo di schiena (1959) –penna, Coll. Privata, Torino 147. Busto di donna (1960) – matita e penna, Coll. Privata, Torino 148. Due figure (1960) – matita e penna, Coll. Privata, Torino 149. Preghiera (1960) – matita, Coll. Privata, Torino 150. Bozzetto per fontana (1914) – bronzo, cm. 16 h. 151. Ada (1915) – bronzo, cm. 28 h. 152. Testa con mano (1924) – bronzo, cm. 28 h. 153. La sorella (1915) – bronzo, cm. 25 h. 154. La vecchia (1924) – bronzo, cm. 29 h. 155. Figura seduta con cespuglio (1924) – bronzo, cm. 27 h. 156. Testa appoggiata (1924) – bronzo, cm. 27 h. 157. Figura con albero (1924) – bronzo, cm. 35 h.

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BIOGRAFIA ARTISTA

Felice Casorati nasce a Novara nel 1883 e fin da giovane, per esigenze lavorative del padre che era ufficiale amministrativo dell’esercito, si trasferisce in varie città, tra cui Milano, Reggio Emilia, Sassari per approdare nel 1895 a Padova, dove si laurea in Giurisprudenza e inizia a dipingere432. Nel 1907 prende parte alla VII Biennale di Venezia con il quadro Ritratto di signora e poi si trasferisce a Napoli, dove la sua pittura non è contagiata dal clima locale e diventa piuttosto triste e grigia433. Dopo aver partecipato a varie edizioni della Biennale, nel 1910 conosce dal vivo le opere di Klimt a Venezia, artista dal quale rimane affascinato e che influenzerà la sua produzione artistica. Nel 1911 Casorati si trasferisce a Verona e questo gli permette di intensificare i rapporti con i rappresentanti di Ca’ Pesaro e nel 1912 esporrà in diverse occasioni con il gruppo434. Il 1913 è un anno importante per l’artista che partecipa alla I Secessione romana e realizza la sua prima personale a Ca’ Pesaro, presentando quarantuno opere435. Nel 1915 è chiamato alle armi e questi anni coincidono con una scarsissima attività creativa di Casorati. Nel 1917 muore il padre e Casorati si trasferisce l’anno seguente a Torino, dove rimarrà fino alla morte, nella città conosce grandi musicisti e ritrova la sua antica passione per la musica436. Negli anni ’20 prosegue la sua partecipazione a mostre e rassegne: Esposizione delle Tre Venezie (1918), Esposizione degli artisti dissidenti di Ca’ Pesaro (1920), Mostra della Mole antonelliana (1921), Quadriennale di Torino (1923) dove espone assieme a De Chirico, Carrà, Tosi, Chessa, Menzio, Galante e Viani, e altre437. Nel 1923 Casorati apre la sua scuola-bottega e nello stesso anno è scritta la prima monografia sull’artista, nell’anno seguente partecipa alla Biennale di Venezia, dove gli è dedicata una grande sala per la personale e riceve le attenzioni di Lionello Venturi; nello stesso anno espone anche a Bruxelles e Milano438. Nel 1925 fonda, con altri artisti, la Società di Belle Arti “Antonio Fontanesi”, con la quale organizza mostre selezionate sia di artisti dell’Ottocento italiano sia di artisti contemporanei italiani e stranieri439. Nel 1926 interviene alla I Mostra del Novecento Italiano a Milano con Ritratto della sorella e Conversazione platonica440. Fino alla fine del decennio prende

432 F. Poli, Casorati, Art e Dossier, n. 232, Firenze-Milano, Giunti, 2007, p. 48. 433 Biografia, in AA.VV., Felice Casorati, cat. Mostra Palazzo dei Diamanti (4 luglio- 5 ottobre 1981), Siaca, Cento:Fe, 1981. 434 Ibidem. 435 F. Poli, Casorati, cit, p. 48. 436 Ibidem. 437 Ibidem. 438 Biografia, in AA.VV., Felice Casorati, cit. 439 Ibidem. 440 F. Poli, Casorati, cit., p. 48.

157 parte a varie esposizioni anche di livello internazionale, fa parte della giuria dell’International Carnegie di Pittsburg, dove conosce diversi artisti contemporanei americani, e nel 1928 ottiene la cattedra di Arredamento e Decorazione all’Accademia Albertina441. Nel 1931 vince il terzo premio alla I Quadriennale di Roma e nello stesso anno si verifica un danno alla sua produzione: nove suoi dipinti bruciano nel rogo del Glastpalast di Monaco (La lezione, Lo studio, Fanciulla dormiente, La sorella, Rape, Natura morta, Paesaggio, Studio di nudo, Ritratto della sorella)442. Nel 1933 inizia la sua carriera come scenografo e costumista lavorando per La Vestale di Spontini a Firenze e altre rappresentazioni teatrali, come La Norma di Bellini, Orfeo di Monteverdi443. Nel ’34 apre la galleria d’arte La Zecca, dove presenta giovani artisti e gli astrattisti del Gruppo del Milione. Prosegue negli anni ’30 l’intensa attività espositiva: Biennale di Venezia (1934), II Quadriennale di Roma (1935), Mostra d’arte italiana a Parigi (1935), al Salone La Stampa di Torino si tiene una personale antologica di opere datate 1920-1936 (1938)444. Nel 1939 è nella giuria del Premio Bergamo. Gli anni ’40 precedono sulla scia dei precedenti e vedono la partecipazione di Casorati a diverse rassegne prestigiose e la prosecuzione dell’attività di scenografo e costumista. Nel 1952 diventa direttore dell’Accademia Albertina e nel ’54 ne sarà nominato presidente445. Tra la fine degli anni ’50 e l’inizio del decennio successivo, l’artista ottiene i giusti riconoscimenti alla carriera e gli è assegnata la medaglio d’oro per la sua attività446. Tra il ‘61 e il ‘63, le sue condizioni di salute si aggravano e porteranno alla morte dell’artista nel marzo del ’63447.

441 Ibidem. 442 Biografia, in AA.VV., Felice Casorati, cit. 443 F. Poli, Casorati, cit, p. 49. 444 Ibidem. 445 Ibidem. 446 Ibidem. 447 Ibidem.

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FOTOGRAFIE

Figura 81 - Locandina mostra Casorati (1981).

Figura 82 – Casorati, Ritratto della sorella Elvira (1907). Figura 83 - Casorati, Ragazza con scodella (1919). 159

Figura 84 - Casorati, Uova su tappeto verde (1914). Figura 85- Casorati, Ritratto di Anna Maria De Lisi (1919).

Figura 86 - Casorati, Ritratto di Silvana Cenni (1922). Figura 87 - Casorati, Meriggio (1922).

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Mostra personale di artisti “minori” 3.5.2 Mostra personale di Ernesto Treccani (1974)

TIPOLOGIA DI MOSTRA Arte contemporanea, pittura, scultura, personale TITOLO Ernesto Treccani LUOGO Galleria civica d’arte moderna, Palazzo dei Diamanti DATA 3 marzo – 7 aprile 1974 CURATORI Franco Farina ARTISTA Ernesto Treccani OPERE 144 opere: 126 dipinti 8 sculture 10 varie PROGETTO DI Franco Farina ENTE PROMOTORE Comune di Ferrara IN COLLABORAZIONE CON Ernesto Treccani CON IL PATROCINIO DI - RESPONSABILE DEL PROGETTO Franco Farina COMITATO SCIENTIFICO - MUSEI / SOGGETTI PRESTATORI Coll. Treccani, Milano Coll. Muzio, Milano Coll. Brambilla, Busto Arsizio Coll. Forni, Bologna Coll. privata, Milano Galleria d’Arte Moderna, Milano Coll. Municipale, Crotone Coll. Lombardi, Valenza Po Coll. Ardemagni, Milano Coll. Garavagna, Busto Arsizio Coll. Lodi, Buscate (Milano) PROGETTO ALLESTIMENTO Franco Farina

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CATALOGO AA.VV., Ernesto Treccani, cat. Mostra Galleria civica d’arte moderna (3 marzo – 7 aprile 1974), Cento: FE, Siaca, 1974.

PROGETTO DELLA MOSTRA

La mostra di Ernesto Treccani rientra nell’ampio programma informativo di conoscenza di tendenze artistiche e personaggi del novecento intrapreso da Farina a Palazzo dei Diamanti. Farina stesso nella sua introduzione al catalogo della mostra del ’74 enuncia la motivazione della realizzazione della rassegna: “[…] Un appuntamento caldeggiato e atteso, perché la Personalità e l’Opera di Ernesto Treccani sono tali che occupano spazio nella vicenda artistica italiana a far capo dal 1940 con peculiarità distinte e variate, sempre aventi come denominatore comune la coerenza, la solidarietà e un preciso impegno morale e civile”448. L’artista durante la sua vita è sempre stato attento alle questioni culturali del suo tempo partecipando in prima persona ai vari dibattiti dell’epoca, tant’è che nel suo scritto Arte per amore definisce il suo pensiero e concezione artistica: “ciò che importa in un quadro è la verità dell’immagine, non la coerenza formale del linguaggio e delle derivazioni”449.

La mostra non ha l’intento di fungere da riconoscimento o premio all’attività dell’artista, ma desidera creare un momento dialettico e culturale sulla vigente situazione delle arti figurative in Italia passando attraverso la vicenda artistica di un personaggio come Treccani450 e lo fa mostrando opere spesso inedite dell’artista. L’esposizione è stata realizzata mentre l’artista era in vita e operava a grande ritmo ed ha giovato dell’aiuto, per la selezione delle opere da presentare, dell’artista stesso.

448 F. Farina, in AA.VV., Ernesto Treccani, cat. Mostra Galleria civica d’arte moderna (3 marzo – 7 aprile 1974), Cento: FE, Siaca, 1974. 449 M. De Micheli, in AA.VV., Ernesto Treccani, cit. 450 F. Farina, in AA.VV., Ernesto Treccani, cit.

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ARTICOLAZIONE DELLA MOSTRA

Nella presente mostra sono state esposte opere che non sono mai apparse in precedenti rassegne e relativi cataloghi, come le due monografie della galleria Il Milione del 1962 e 1970, il testo Il segno ambiguo: 230 disegni di Ernesto Treccani curato da De Bartolomeis nel 1973 e Opera grafica di Ernesto Treccani di Sitti del 1962451.

I lavori esposti sono suddivisi in dipinti, sculture e tecniche varie. I primi sono la voce più numerosa e i soggetti rappresentati sono per lo più paesaggi, fiori, giardini e siepi, quest’ultima categoria fa parte di una vasta serie dipinta dall’artista tra gli anni 1970 e 1973. A proposito di questo soggetto, Treccani spiega: “La figura mi riesce difficile. Ma non per inclinazioni verso i fiori, o scelte: forse ho poco amore verso gli uomini. Me ne è rimasto poco. Quando dipingo la natura, mi si affollano immagini, posso abbandonarmi a me stesso con la certezza di ritrovare la gioia del dipingere. La figura mi fa pensare”452. Gli altri generi sono trattati in maniera più ristretta sono ritratti e nature morte. Le sculture e i bassorilievi appartengono agli anni ’60, più precisamente fanno parte della produzione che si snoda dal 1946 al 1971. Compaiono tra le opere esposte anche due mosaici realizzati per le pareti della Fondazione Corrente. Tutte le opere in mostra occupano la produzione dagli anni ’40 ai ’70, il nucleo più consistente presentato riguarda il periodo dei primi anni ’70.

Nella poetica e ideologia di Treccani si riconoscono degli elementi acquisiti dall’esperienza che l’artista compie a Corrente, ossia: il rifiuto di una cultura gerarchica e di stampo accademico, un interesse critico nei confronti della realtà, la ricerca di un’espressività immediata e comunicativa453. Treccani rifiuta la pittura come diario dell’anima o come pura passività naturalistica, non desidera dipingere per qualcosa o qualcuno, vuole invece fare un’arte di comunicazione, ossia di espressione cosciente, oggettiva, riproducibile nella mente e nel cuore degli altri perché unitaria fonte d’ispirazione, un’arte quindi figurativa, essendo la figurazione il medium costante, nella variabilità delle espressioni, per essere riconosciuti454.

451 AA.VV., Ernesto Treccani, cit. 452 F. Loi, in AA.VV., Ernesto Treccani, cit. 453 V. Fagone, in AA.VV., Ernesto Treccani, cit. 454 M. De Micheli, in AA.VV., Ernesto Treccani, cit.

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OPERE ESPOSTE

1. Ritratto di Jappolo (1940) – olio su tela, cm. 45x35, Coll. Treccani, Milano 2. Arlecchina (1941) – olio su tela, cm. 123x74, Coll. Muzio, Milano 3. Autoritratto (1941) – olio su tela, cm. 40x35, Coll. Brambilla, Busto Arsizio 4. Lavamano (1941) – olio su tela, cm. 60x40, Coll. Brambilla, Busto Arsizio 5. Fucilazione (1942/43) – olio su tela, cm. 63x87, Coll. Forni, Bologna 6. Natura morta in rosa (1943) – olio su tela, cm. 45x60, Coll. Brambilla, Busto Arsizio 7. La donna e il serpente (1947) – olio su tela, cm. 89x142, Coll. privata, Milano 8. La timida colomba (1947) – olio su tela, cm. 110x120, Galleria d’Arte Moderna, Milano 9. Pianto delle madri (1951) – olio su tela, cm. 95x180, Coll. Muzio, Milano 10. Arlecchinata (1953/54) – olio su tela, cm. 250x200, Coll. privata, Milano 11. L’ultimo naviglio (1954) – olio su tela, cm. 80x100, Coll. Treccani, Milano 12. La terra di Melissa – bis (1955) – olio su tela, cm. 300x500, Coll. Municipale, Crotone 13. Due generazioni (1959/60) – olio su tela, cm. 160x120, Coll. Lombardi, Valenza Po 14. Mia madre sulla collina (1963) – olio su tela, cm. 120x100, Coll. Treccani, Milano 15. Ragazzo fiore (1965) – olio su tela, cm. 200x300, Coll. Forni, Bologna 16. Nudo contro la siepe (1966) – olio su tela, cm. 100x90, Coll. Muzio, Milano 17. Tancredi e Clorinda (1967) – (bozzetto) olio su tela, cm. 40x60, Coll. Treccani, Milano 18. Tancredi e Clorinda (1967) – olio su tela, cm. 130x180, Coll. Forni, Bologna 19. Firenze (1968) – olio su tela, cm. 100x80 20. L’ultimo comizio di Mario (1968/69) – olio su tela, cm. 130x130, Coll. Forni, Bologna 21. Siepe di margherite (1969) – olio su tela, cm. 60x60, Coll. Ardemagni, Milano 22. Grande girasole (1969) – olio su tela, cm. 180x180, Coll. Garavagna, Busto Arsizio 23. Siepe (1970) – olio su tela, cm. 60x70, Coll. Lodi, Buscate (Milano) 24. Siepe (1970) – olio su tela, cm. 95x80, Coll. Lodi, Buscate (Milano) 25. Giglio chiuso (1970) – olio su tela, cm. 40x50 26. Fabrizio (1970) – olio su tela, cm. 35x50, Coll. privata, Milano 27. Siepe verticale (1971) – olio su tela, cm. 25x100 28. Siepe Macugnaga (1971) – olio su tela, cm. 50x70 29. Fiori a Macugnaga (1971) – olio su tela, cm. 50x70 30. Siepe e fiorellini (1971) – olio su tela, cm. 70x20 31. Fiori fondo chiaro (1971) – olio su tela, cm. 70x20 32. Mare e sabbia (1971) – olio su tela, cm. 100x80 33. Un giglio (1972) – olio su tela, cm. 50x70 34. Fiori rossi (1972) – olio su tela, cm. 50x70 35. Autunno (1972) – olio su tela, cm. 50x70 36. Rondine nel sole (1972) – olio su tela, cm. 50x70, Coll. privata, Milano 37. Erbe di montagna (1972) – olio su tela, cm. 50x70, Coll. privata, Milano 38. Siepe bruciata (1972) – olio su tela, cm. 30x40 39. Rose d’autunno (1972) – olio su tela, cm. 25x35 40. Foglie chiare (1972) – olio su tela, cm. 35x50, Coll. privata, Milano 41. Siepe e fiori (1972) – olio su tela, cm. 35x50 42. Un compagno (1972) – olio su tela, cm. 35x50 43. Filippo (1972) – olio su tela, cm. 35x50, Coll. privata, Milano 44. Ricordo di Metaponto (1972) – olio su tela, cm. 70x30 45. Siepe splendente (1972) – olio su tela, cm. 70x50 46. Il verde gentile (1972) – olio su tela, cm. 70x50 47. Pina, verde antico (1972) – olio su tela, cm. 80x45, Coll. privata, Milano 48. Fiori bianchi e rossi (1972) – olio su tela, cm. 70x90 164

49. Siepe ombra luce (1972) – olio su tela, cm. 100x80 50. Primavera (1972) – olio su tela, cm. 100x80 51. Pesce (1972) – olio su tela ovale, cm. 35x50 52. Pesce serpente (1972) – olio su tela, cm. 60x20 53. Pesce (1972) – olio su tela, cm. 25x35, Coll. privata, Milano 54. La tinca (1972) – olio su tela, cm. 25x35 55. Nella pioggia (1972) – olio su tela, cm. 50x40 56. L’uccellino di primavera (1972) – olio su tela, cm. 160x95 57. Grande siepe con fiori rossi (1972) – olio su tela, cm. 120x80 58. Taci sulle soglie del bosco (1972) – olio su tela, cm. 80x120 59. Siepe splendente (1972) – olio su tela, cm. 100x70 60. Siepe con foglie ruggine (1972) – olio su tela, cm. 100x70 61. Fanciulla in piedi (1972) – olio su tela, cm. 100x30 62. Ragazza sdraiata (1972) – olio su tela, cm. 100x30 63. Rondine e siepe (1972) – olio su tela, cm. 90x70 64. Ragazza in azzurro (1972) – olio su tela, cm. 85x35 65. Paesaggio al mare (1972) – olio su tela, cm. 70x55, Coll. privata, Milano 66. Siepe nel buio (1972) – olio su tela, cm. 65x50 67. Luce di primavera (1972) – olio su tela, cm. 60x40 68. Fiori rossi e gialli (1972) – olio su tela, cm. 60x40 69. Siepe in una luce chiara (1972) – olio su tela, cm. 50x50 70. Grande siepe con fiori arancio (1972) – olio su tela, cm. 180x130 71. Il temporale (1972) – olio su tela, cm. 120x80, Coll. Garavagna, Busto Arsizio 72. Grande albero (1972/73) – olio su tela, cm. 150x350 73. L’amore gentile (1972/73) – olio su tela, cm. 150x150, Coll. privata, Milano 74. Grande albero studio n. 2 (1972/73) – olio su tela, cm. 25x55 75. Grande albero studio n. 1 (1972/73) – olio su tela, cm. 25x55 76. Sterpi dorati (1973) – olio su tela, cm. 30x40 77. Siepe di primavera (1973) – olio su tela, cm. 150x100, Coll. Garavagna, Busto Arsizio 78. Primavera (1973) – olio su tela, cm. 50x70, Coll. Lodi, Buscate (Milano) 79. Siepe accesa (1973) – olio su tela 80. Piccola siepe ovale (1973) – olio su tela, cm. 25x35 81. Tenero fiore (1973) – olio su tela, cm. 35x50 82. Il sole (1973) – olio su tela, cm. 130x130 83. Emilio (1973) – olio su tela, cm. 50x70, Coll. privata, Milano 84. Piero (1973) – olio su tela, cm. 50x50 85. Sole girasole (1973) – olio su tela, cm. 50x50 86. Foglie (1973) – olio su tela, cm. 40x50 87. Antonio il ciclista (1973) – olio su tela, cm. 40x50 88. Siepe di mare (1973) – olio su tela, cm. 40x50 89. Siepe dorata (1973) – olio su tela, cm. 50x70 90. Siepe buia e fiore rosso (1973) – olio su tela, cm. 50x70 91. Pina il gabbiano (1973) – olio su tela, cm. 50x150, Coll. privata, Milano 92. Fanciulla primavera (1973) – olio su tela, cm. 50x150 93. Siepe in piena luce (1973) – olio su tela, cm. 80x120 94. Il volo (1973) – olio su tela, cm. 70x90 95. Girasole (1973) – olio su tela, cm. 50x90 96. Foglie verdi (1973) – olio su tela, cm. 55x70 97. Siepe di dicembre (1973) – olio su tela, cm. 30x60 98. Fanciulla n. 2 (1973) – olio su tela 165

99. Fanciulla n. 1 (1973) – olio su tela 100. Stelle a Metaponto (1973) – olio su tela, cm. 60x30 101. Volo di rondini (1973) – olio su tela, cm. 50x50 102. Siepe con ortensia (1973) – olio su tela, cm. 50x50, Coll. privata, Milano 103. Autoritratto d’autunno (1973) – olio su tavola, cm. 55x100 104. Castelserpio (1973) – olio su tela, cm. 100x100, Coll. privata, Milano 105. Siepe di Versilia (1973) – olio su tela, cm. 80x90 106. La Bohème (1973) – olio su tela, cm. 70x50 107. Ricordo del Castellaccio (1973) – olio su tela, cm. 70x50, Coll. privata, Milano 108. Volo di gabbiano n. 2 (1973) – olio su tela, cm. 20x50 109. Volo di gabbiano n. 1 (1973) – olio su tela, cm. 20x50 110. Mimì (1973) – olio su tela, cm. 50x35 111. Girasole chiuso (1973) – olio su tela, cm. 50x35 112. Figura foglia (1973) – olio su tela, cm. 50x35, Coll. privata, Milano 113. Siepe verde (1973) – olio su tela, cm. 50x35, Coll. privata, Milano 114. Un volto per ponte Albersano (1973) – olio su tela, cm. 35x50, Coll. privata, Milano 115. Girasole (1973) – olio su tela, cm. 50x35 116. Nella siepe (1973) – olio su tela, cm. 35x50, Coll. privata, Milano 117. Bozzetto per ponte Albersano (1973) – olio su tela, cm. 35x50 118. Pina (1973) – olio su tela, cm. 35x50, Coll. privata, Milano 119. La piccola Pia (1973) – olio su tela, cm. 35x50 120. Ultimo autunno (1973) – olio su tela, cm. 20x40 121. Verde d’inverno (1973) – olio su tela, cm. 30x40 122. Siepe d’inverno (1973) – olio su tela, cm. 40x40 123. Rametti e fiore rosso (1973) – olio su tela, cm. 50x70, Coll. privata, Milano 124. Siepe di fiori rossi (1973) – olio su tela, cm. 50x70 125. Siepe d’autunno (1973) – olio su tela, cm. 50x70 126. Gabbiano (1973) – olio su tela, cm. 50x70 127. 10 piccoli bronzi (1946/69) (figure) – 4 bassorilievi (1946/69) 128. Girasole (1971) – ceramica, cm. 50x33, Coll. Ardemagni, Milano 129. Nudino (1971) – ceramica, cm. 50x33, Coll. Ardemagni, Milano 130. Fiori (1971) – ceramica, cm. 50x33, Coll. Ardemagni, Milano 131. Garofano (1971) – ceramica, cm. 50x30, Coll. Ardemagni, Milano 132. Ragazza con berretto (1971) – ceramica, cm. 50x33, Coll. Ardemagni, Milano 133. Ragazza (1971) – ceramica, cm. 50x33, Coll. Ardemagni, Milano 134. Piatto con margherite (1971) – ceramica, cm. 60, Coll. Ardemagni, Milano 135. La luna e i falò n. 5 (1972) – smalto su rame, cm. 15x20, Coll. privata, Milano 136. La luna e i falò n. 4 (1972) – smalto su rame, cm. 15x20, Coll. privata, Milano 137. La luna e i falò n. 3 (1972) – smalto su rame, cm. 15x20, Coll. privata, Milano 138. La luna e i falò n. 2 (1972) – smalto su rame, cm. 15x20, Coll. privata, Milano 139. La luna e i falò n. 1 (1972) – smalto su rame, cm. 15x20, Coll. privata, Milano 140. Mia madre sulla collina (1972) – smalto su rame, cm. 20x30, Coll. privata, Milano 141. Nudi sul verde (1972) – smalto su rame, cm. 35x20, Coll. privata, Milano 142. Contadino calabrese (1973) – resina plastica colorata, cm. 50, Coll. privata, Milano 143. Narciso (1973) – mosaico, cm. 200x200, Coll. privata, Milano 144. Il contadino e il ragazzo (1973) – mosaico, cm. 100x120, Coll. privata, Milano

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BIOGRAFIA ARTISTA

Treccani nasce a Milano nel 1920, il padre Giovanni fu il fondatore dell’Istituto Treccani, ed entra in giovane età nei gruppi di avanguardia artistica e di orientamento antifascista455. Fonda alla sola età di diciotto anni la rivista Corrente, di cui è anche il direttore, e con l’omonimo gruppo espone nel 1940 alla Bottega di Corrente assieme a Birolli, Sassu, Guttuso e Migneco e, nel 1943 alla Galleria di Corrente e della Spiga con i compagni Cassinari e Morlotti456.

Durante la guerra di liberazione Treccani fu attivo nell’azione clandestina e in questo periodo non prende parte a nessuna rassegna artistica, pur non arrestando la sua attività pittorica457.

Treccani diventa redattore della rivista Il ’45, assieme a De Micheli, De Grada, Vittorini e altri, ed è poi animatore del Gruppo Pittura con gli artisti: Francese, Chighine, Testori, Ajmone e altri458. Nel 1949 la galleria del Milione gli dedica la prima mostra personale ed è redatto per l’occasione un catalogo con le sue opere459.

La nascita del movimento realista era ormai compiuta e Treccani scende in campo diventando redattore della rivista Realismo e uno degli artisti più rappresentativi del medesimo gruppo. Negli anni ’50 il pittore partecipa a più edizioni della Biennale di Venezia, nel 1950, 1952 e 1956, con mostre personali di pittura e disegno460. L’artista raggiunge la notorietà in questo decennio e la sua attività espositiva si fa sempre più intensa: prende parte a rassegne artistiche in Italia ma anche all’estero (Londra, New York, ecc.), accompagnando la presentazione delle opere da un’energica azione di diffusione della cultura e del dibattito artistico461.

Negli anni Treccani si reca spesso nel mezzogiorno, in particolare visita la Calabria, e quei luoghi diventano fonte di ispirazione per i suoi quadri come: Sulla terra (1951-52), La terra di Melissa (1955), Sciopero di minatori (1958-59) e ritratti di personaggi vari462. Altra fonte d’ispirazione è

455 Notizie Biografiche, in AA.VV., Ernesto Treccani, cit. 456 Ibidem. 457 Ibidem. 458 Ernesto Treccani, < http://www.ernestotreccani.net/biografia.htm>, 06/01/2016. 459 Notizie Biografiche, in AA.VV., Ernesto Treccani, cit. 460 Ibidem. 461 Ibidem.. 462 Ernesto Treccani, < http://www.ernestotreccani.net/biografia.htm>, 06/01/2016.

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Milano, sua città natale, e la sua periferia industriale realizzando opere come: Milano (1952), Nella città (1959), Sulla vespa (1958), Le notti bianche (1958) e una serie di paesaggi urbani463.

Negli anni ’60 procede l’instancabile attività creativa dell’artista che realizza diversi cicli pittorici come: La luna e i falò (1962-63) (ispirati a Pavese), Da Melissa a Valenza (1964-65) e la serie delle siepi e giardini464. Nel 1976 si tiene una grande mostra di Treccani in diverse città russe: San Pietroburgo, Mosca e Volgograd e, nel ’78 l’artista crea la Fondazione Corrente con l’obiettivo di costituire un archivio che documenti il periodo storico-artistico inerente all’omonimo movimento465. Negli anni ’80 Treccani porta avanti la sua attività pittorica spostandosi in diversi luoghi sia in Italia sia all’estero per trovare la sua fonte d’ispirazione e realizza anche opere in ceramica, tra cui si ricorda La casa delle rondini466.

Ernesto Treccani muore a Milano nel 2009.

FOTOGRAFIE

Figura 88 - Locandina mostra di Treccani (1974).

463 Notizie Biografiche, in AA.VV., Ernesto Treccani, cit. 464 Ernesto Treccani, < http://www.ernestotreccani.net/biografia.htm>, 06/01/2016. 465 Ernesto Treccani, < http://www.ernestotreccani.net/biografia.htm>, 06/01/2016. 466 Ernesto Treccani, < http://www.ernestotreccani.net/biografia.htm>, 06/01/2016.

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Figura 89 – Treccani, La luna e i falò n.1 (1972). Figura 90 - Treccani, La luna e i falò n.2 (1972).

Figura 91 - Treccani, La luna e i falò n.3 (1972). Figura 92 - Treccani, La luna e i falò n.5 (1972).

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Mostra personale di artisti “minori” 3.5.3 Mostra personale di Corrado Cagli (1977)

TIPOLOGIA DI MOSTRA Arte contemporanea, pittura, scultura, personale TITOLO Corrado Cagli LUOGO Galleria civica d’arte moderna, Palazzo dei Diamanti DATA 13 febbraio – 3 aprile 1977 CURATORI Franco Farina ARTISTA Corrado Cagli OPERE 86 opere: 38 dipinti 28 disegni 12 sculture 8 arazzi PROGETTO DI Franco Farina ENTE PROMOTORE Comune di Ferrara IN COLLABORAZIONE CON Franco Muzzi CON IL PATROCINIO DI - RESPONSABILE DEL PROGETTO Franco Farina COMITATO SCIENTIFICO - MUSEI / SOGGETTI PRESTATORI Famiglia Cagli PROGETTO ALLESTIMENTO Franco Farina CATALOGO AA.VV., Corrado Cagli, cat. Mostra Galleria civica d’arte moderna (13 febbraio – 3 aprile 1977), Cento: Fe, Siaca, 1977.

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PROGETTO DELLA MOSTRA

La mostra di Corrado Cagli rappresenta un omaggio al maestro a un anno esatto dalla sua scomparsa. L’esposizione è stata concepita dall’artista stesso, di concerto con Farina, qualche settimana prima della sua morte467. Il direttore ricorda che Cagli desiderava: “[…] una mostra non retorica, imperniata sulle ultime cose: dipinti, sculture, disegni ed arazzi; per lo più inedite, quelle che mi sono costate fatica e che ho ancora nello studio. Sarebbe quasi insufficiente mostrare i soli arazzi per cogliere una panoramica esauriente della mia ricerca […]”468. Farina quindi non ha apportato modifiche all’impianto della rassegna perché ciò avrebbe significato alterare un percorso critico dove l’autore stesso si esprime rafforzando così il significato e la valenza della mostra. Questa rassegna cerca di offrire una panoramica dell’arte di Cagli, atto che Farina stesso ritiene non semplice perché inquadrare un personaggio del genere dentro gli schemi tradizionali, non è possibile, Cagli è sempre stato “[…] un personaggio poliedrico, dotato di sensibilità sottili e raffinate, eclettico e nello stesso tempo razionale e pragmatico”469. La particolarità dell’artista risiede proprio nella mancanza di un modulo espressivo costante atto a comunicare qualsiasi tipo di messaggio, lui adotta stilemi diversi per esprimere esigenze e tematiche differenti e mutevoli nel tempo: “[…] ma sono via via le esigenze, le tematiche, il tipo di coinvolgimento che intende determinare a focalizzare quella precisa figurazione che è diversa dalla precedente e che si differenzia dalla futura, e che insieme possiedono quel quid che le pone sotto lo stesso comune denominatore”, ovvero la forte personalità dell’artista filo conduttore riconoscibile in tutte le sue opere470.

Per Farina è indiscutibile il contributo elargito da quest’artista alla cultura nazionale di cui è un rappresentante assolutamente antiaccademico, non conformista e proiettato verso la sperimentazione e la ricerca, caratteristiche e impostazioni di vita che lo stesso direttore sente vicine a lui.

467 F. Farina, in AA.VV., Corrado Cagli, cat. Mostra Galleria civica d’arte moderna (13 febbraio – 3 aprile 1977), Cento: Fe, Siaca, 1977. 468 Ibidem. 469 Ibidem. 470 Ibidem.

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ARTICOLAZIONE DELLA MOSTRA

Le opere esposte in mostra, su progetto dello stesso artista, consistono in dipinti, disegni, sculture e arazzi. La prima categoria occupa uno spazio più rilevante e i lavori sono datati tra il 1971 e il 1976, corrispondenti quindi agli ultimi anni di produzione di Cagli. Il disegno, uno dei suoi mezzi preferiti, taglia trasversalmente la sua attività artistica e per questo interessa un arco di tempo più lungo, ossia dal ’59 al ’73. Il disegno rappresenta una parte essenziale e basilare della riflessione ed elaborazione artistica di Cagli, che lo ritiene uno dei mezzi più autonomi nell’espressione, e lo dimostra la scelta di presentare solo questa parte grafica in determinate mostre471.

L’uso del disegno a olio è una peculiarità che accumuna varie opere grafiche dell’artista, e il mezzo prediletto per realizzare la maggior parte dei suoi disegni. In questa tecnica il disegno è realizzato attraverso la pressione di una punta non scrivente sul verso di un foglio trattato precedentemente a olio o inchiostro grassi, il risultato è una specie di carta copiativa, il segno è così trascritto sul foglio sottostante e la traccia costituiva poi l’opera definitiva472. Questo processo ha la caratteristica di restituire un’opera nella quale il virtuosismo dell’artista era attenuato e di conseguenza questa assumeva una certa spersonalizzazione. Inoltre, il processo era eseguito senza un controllo diretto da parte dell’artista ottenendo una trascrizione automatica e non mediata dell’opera473. Il disegno a olio diventa la tecnica che accumuna tutti gli artisti della Scuola romana, fin dal 1932.

I primi disegni di Cagli del ’32-33 riflettono un carattere primitivo, sintetico e arcaico, mentre in quelli della maturità si aggiunge, allo stesso stile degli anni precedenti, una maggior compattezza e risolutezza nei modi474. Invece, nel periodo parigino (1939-1940) il tratto si fa più leggero, svolazzante e si condensa in una visione, talvolta barocca o rinascimentale, delle sue allegorie, come ad esempio nei reportage sui campi di guerra o di concentramento475. Dopo il rientro in Italia (1948), Cagli compie nuove ricerche nel campo dell’astrazione, ma i disegni sembrano non risentire di questi influssi, in quanto l’artista attribuisce ai disegni una decisa inclinazione figurativa, diversamente dai dipinti nei quali alterna entrambe le tendenze476. Pare che l’artista

471 F. Benzi, Cagli, cat. Mostra Mole Vanvitelliana (12 febbraio – 4 giugno 2006), Milano, Skira, 2006, p. 291. 472 Ibidem. 473 Ibidem. 474 Ivi, p. 292. 475 Ibidem. 476 Ibidem.

172 abbia una doppia visione: da una parte l’affezione per l’immagine che lui trascrive sulla carta e dall’altra un interesse intellettuale verso le forme pure, astratte, che riteneva più adatte a esprimere i tempi477. Il disegno dagli anni ’50 in poi, infatti, si concretizza in richiami e rivisitazioni appartenenti a meditazioni fatte in passato478.

La parte riservata alla scultura, con opere realizzate in bronzo, argento e legno, e dell’arazzo è numericamente inferiore rispetto al corpus di dipinti e disegni, ma non per questo sono secondarie, tant’è che l’artista durante il progetto iniziale aveva espresso la volontà di esporre solo gli arazzi ma poi decise di accrescere la varietà delle opere.

Per quanto riguarda la scultura, Cagli si pone sulla linea di confine tra le due tendenze sopraenunciate, l’astratto e il figurativo; i tratti dei manufatti sono pochi, essenziali ma precisi: il nucleo di opere si rifà alle antiche tradizioni, alle armature medievali, agli elmi dei guerrieri e a figure umane479.

L’arazzo, invece, rappresenta per l’artista il sostituito, a livello operativo e teorico, della pittura murale480: nasce dalla crisi dell’architettura contemporanea la necessità di una collaborazione tra le arti, il problema della funzione e destinazione della pittura in rapporto al muro, inteso come spazio dell’uomo e per l’uomo481. L’arazzo diventa quindi un’alternativa alla pittura murale, un’altra via, l’anello di congiunzione fra arte e architettura482. Negli arazzi Cagli riesce a far rivivere lo spazio dell’arte senza perdere di vista la realtà architettonica e produttiva dell’opera, ricreando così quell’antico rapporto esistente tra artista, artigiano e committenza483.

I soggetti delle opere in mostra sono in maggioranza ritratti singoli o gruppi di persone, dove l’uomo è l’elemento basilare del quadro. Nei dipinti, appartenenti all’ultimo periodo, lo stile di Cagli muta completamente, passa da un insieme fitto e intricato di curve e linee che rendono quasi irriconoscibile il soggetto, alla rappresentazione fedele della realtà, a figure e motivi caratterizzati da tratti primitivi, essenziali che si rifanno all’arte africana. In questo consistono l’importanza e la

477 Ibidem. 478 Ibidem. 479 H. Werner Grahn, in AA.VV., Corrado Cagli, cit. 480 Cagli formula negli anni ’30 l’espressione, poi passata alla storia, ‘muri ai pittori’, pubblicata dalla rivista Quadrante nel suo primo numero (1933). Nell’articolo l’artista prende una posizione contestando l’architettura moderna, inoltre, fa delle precisazioni sulla sua poetica e visione artistica. F. Benzi, Cagli, cit., p. 384. 481 Ibidem. 482 Ibidem. 483 Ivi, p. 385.

173 caratura di Cagli, nel non aver scelto e portato avanti negli anni un solo stile, ma averne sperimentati diversi, assieme ai mezzi artistici adottati, secondo il messaggio che si voleva esprimere.

OPERE ESPOSTE

1. Buglione (1971) – pittura, cm. 200x150 2. Boidea (1971) – pittura, cm. 200x150 3. Fruttiera chez eux (1971) – pittura, cm. 112x150 4. Sistema di curve a Usbergo (1971) – pittura, cm. 140x103 5. Lungo il fiume (1971) – pittura, cm. 105x59 6. Batu-Batu (1972) – pittura, cm. 90x66 7. Arsura e pioggia (1973) – pittura, cm. 90x50 8. Belfagor (1973) – pittura, cm. 98x66 9. Motivi cannibalici (1973) – pittura, cm. 67x105 10. Enigma solare (1973) – pittura, cm. 88x55 11. Invocando la pioggia – i raccolti (1973) – pittura, cm. 90x90 12. Ibo del campiello (1973) – pittura, cm. 135x100 13. Nenufar (1973) – pittura, cm. 141x106 14. Dona Gaetano (1973) – pittura, cm. 130x95 15. Il navigatore (1973) – pittura, cm. 135x100 16. Dona Kaulza (1973) – pittura, cm. 104x133 17. Elica grande (1973) – pittura, cm. 125x180 18. Intreccio palindromo (1973) – pittura, cm. 145x159 19. Pale (1973) – pittura, cm. 200x150 20. Lao (1973) – pittura, cm. 72x50 21. Capo Frelimo (1973) – pittura, cm. 72x55 22. Dona De Arriaga (1973) – pittura, cm. 72x56 23. Sibilla (1973) – pittura, cm. 73x50 24. Il nocchiero (1973) – pittura, cm. 72x54 25. Capo Coremo (1973) – pittura, cm. 72x50 26. Lino De Burgos (1973) – pittura, cm. 72x52 27. Pedro De Burgos (1973) – pittura, cm. 74x55 28. Discesa nello Sceol (1974) – pittura, cm. 94x67 29. Le nutrici (1974) – pittura, cm. 68x93 30. La grande madre (1974) – pittura, cm. 64x86 31. Variazione cromatica a un centro (1974) – pittura, cm. 70x70 32. Variazione cromatica a quattro centri (1974) – pittura, cm. 70x100 33. Variazione cromatica a due centri (1974) – pittura, cm. 67x94 34. Variazione cromatica a un centro (1974) – pittura, cm. 67x93 35. Memorie dei basket-makers (1975) – pittura, cm. 94x54 36. Madre del popolo (1975) – pittura, cm. 60x83 37. Narciso (1976) – pittura, cm. 75.5x69.5 38. Narciso (1976) – pittura, cm. 80x80 39. Migratori (1959) – inchiostro su carta, cm. 51x69 40. Riposo in collina (1962) – inchiostro su carta, cm. 53x67 41. Adamo (1962) – inchiostro su carta, cm. 54x42 174

42. Clarice (1962) – inchiostro su carta, cm. 53x38 43. Orfeo (1962) – inchiostro su carta, cm. 68x52 44. Milarepa (1967) – inchiostro su carta, cm. 44x32 45. Enigma la torre (1967) – inchiostro su carta, cm. 46x35 46. Girasoli (1967) – inchiostro su carta, cm. 56x42 47. Trigone (1968) – inchiostro su carta, cm. 72x50 48. Nur-ad-din (1968) – inchiostro su carta, cm. 70x50 49. Margotta (1968) – inchiostro su carta, cm. 69x50 50. Il boss (1973) – olio su carta, cm. 47x34 51. Zarlino (1973) – olio su carta, cm. 47x34 52. Otto boy (1973) – olio su carta, cm. 47x34 53. Otto re (1973) – olio su carta, cm. 47x34 54. Guerriero frelimo (1973) – olio su carta, cm. 47x34 55. Il cugino (1973) – olio su carta, cm. 47x34 56. Yafe (1973) – olio su carta, cm. 47x34 57. Hillstrom (1973) – olio su carta, cm. 47x34 58. Lao (1973) – olio su carta, cm. 47x34 59. Il figlio di Batu (1973) – olio su carta, cm. 47x34 60. Kenneth (1973) – olio su carta, cm. 47x34 61. Il custode (1973) – olio su carta, cm. 47x34 62. Il missionario (1973) – olio su carta, cm. 47x34 63. L’antenato (1973) – olio su carta, cm. 47x34 64. Marpa (1973) – olio su carta, cm. 47x34 65. Fidel (1973) – olio su carta, cm. 47x34 66. Maschera per Trebbiare (1973) – olio su carta, cm. 47x34 67. Cloridano (1961) – bronzo, cm. 48x23 68. Capo Cheyenne (1961) – bronzo, cm. 41x22 69. Un busto al Pincio (1961) – bronzo, cm. 44x20 70. Madre senza figlio (1961) – bronzo, cm. 40x25 71. Guerriero (1962) – bronzo, cm. 51x30 72. A ganesh (1966) – argento, cm. 100x150 73. Samarkanda (1967) – argento, cm. 100x70 74. Colloquio (1969) – legno, cm. 121x162 75. Incontro (1970) – legno, cm. 182x123 76. Curcurù (1973) – legno, cm. 116x49 77. Il maggio (1973) – legno, cm. 146x88 78. Stella (1975) – legno, cm. 120x120 79. La caccia (1968) – arazzo, cm. 270x330 80. Enigma solare (1973) – arazzo, cm. 330x205 81. Tripudio (1973) – arazzo, cm. 330x264 82. Belfagor (1974) – arazzo, cm. 325x232 83. Danza bassa (1974) – arazzo, cm. 300x300 84. Paesaggio marchigiano (1974) – arazzo, cm. 330x330 85. La tregua (1975) – arazzo, cm. 322x444 86. Ai martiri dell’Uganda (1975) – arazzo, cm. 344x229

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BIOGRAFIA ARTISTA

Corrado Cagli nasce ad Ancona nel 1910, qualche anno dopo si trasferisce con la famiglia a Roma, dove ha modo di compiere gli studi classici e frequentare l’Accademia di Belle Arti484. Fin da giovane s’interessa alla pittura e alcuni suoi disegni sono pubblicati sul Corriere dei Piccoli, rivista con la quale collabora la madre485. Durante il periodo giovanile lavora la ceramica, realizza sculture e dipinge un murales a Roma (ora perduto) nel salone adibito a teatro del gruppo rionale Campo Marzio-Trevi-Colonna del PFN, rappresentando temi cari al regime come: scene di vita nei campi, oppure la cura per il corpo condensato nell’esercizio fisico e altri486. Nel 1929 lavora nella fabbrica di ceramiche d’arte Rometti a Umbertiade, della quale diventa poi direttore. Negli anni ’30 partecipa a varie rassegne artistiche come la II Mostra del Sindacato laziale (1930), dove espone nella sala futurista assieme a Balla, Prampolini, Dottori e Fillia, e la Mostra del Centenario della Società amatori e cultori di belle arti (1930) e nel ’32 organizza la sua prima mostra personale alla Galleria Bardi a Roma fondando, con Capogrossi e Cavalli, il Gruppo dei Nuovi Pittori Romani, con i quali espone nel ’33 alla Galleria Il Milione a Milano487. Nel 1932 si reca a Paestum e Pompei e resta affascinato dalla pittura antica, questo influsso è quindi tradotto nelle sue opere come: I Dioscuri al lago Regillo (decorazione di una sala alla mostra romana dell’edilizia)488. Il suo soggiorno a Milano, per l’inaugurazione della mostra Cagli, Capogrossi e Cavalli alla Galleria Il Milione, gli porta nuove frequentazioni, conosce lo scultore Martini e Mirko Basaldella, partecipa, inoltre, alla V Triennale del 1933489. Nello stesso anno avvia collaborazioni con la rivista Quadrante, per la quale prepara scritti e disegni490. Il pensiero artistico di Cagli si colloca nel segno della riscoperta del primordiale e nella critica del neo-formalismo novecentista, in opere come La corsa dei berberi (1935), La battaglia di Solferino e San Martino (1936)491. Dalla metà degli anni ’30 l’artista sperimenta con insistenza le possibilità del disegno realizzando opere virtuose come Giuditta e Oloferne e nel ’35 allestisce la prima mostra personale di disegni alla Galleria La

484 A. Guarnaschelli, Corrado Cagli, , 07/01/2016. 485 A. Guarnaschelli, Corrado Cagli, , 07/01/2016. 486 F. Benzi, Cagli, cit., p. 429. 487 Ibidem. 488 Ivi, p. 430. 489 Ibidem. 490 A. Guarnaschelli, Corrado Cagli, , 07/01/2016. 491 A. Guarnaschelli, Corrado Cagli, , 07/01/2016.

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Cometa492. Negli ultimi anni del decennio gli attacchi antisemiti della stampa fascista si fanno sempre più feroci etichettando le opere dell’ebreo Cagli come ‘degenerate’ e nel ’39 è costretto a trasferirsi a Parigi, dove inaugura anche una personale alla Galleria Chemins (1939)493. Nel 1940, in seguito all’intensificarsi delle leggi razziali, abbandona la capitale francese per New York e, diventato cittadino americano, l’anno successivo si arruola nell’esercito e parte per la guerra, periodo durante il quale non cessa la sua attività artistica494. Il periodo americano (1940-45) gli regala consapevolezza dei propri mezzi, sperimentazione e nuovi contatti con movimenti d’avanguardia come il Post-cubismo, l’espressionismo e altri. In quegli anni espone in molte città americane da New York, San Francisco, Los Angeles, Hartford, a Seattle495. La doppia anima figurativa e astratta dell’artista esce soprattutto nelle opere di questo periodo. Nel 1948 Cagli rientra ufficialmente in Italia, risiedendovi stabilmente, ed espone tra le tante rassegne alla Quadriennale di Roma, a New York e alla Biennale di Venezia, dove è presentato il Fronte Nuovo delle Arti496. L’attività espositiva diventa sempre più incalzante e nel 1951 è presente alla Mostra Arte Astratta e Concreta in Italia alla Galleria d’Arte Moderna di Roma.497 L’attività scultorea si concretizza in opere create con materiali poveri come la serie Cicute (1950-55). La voglia di sperimentazione lo porta anche a svolgere attività di scenografo per teatri di fama mondiale come il teatro della Scala di Milano, e altri498. Negli anni ’60 e ‘70 continua la sua attività espositiva, inoltre, realizza diverse sculture di acciaio di stampo avanguardistico e lavora a scene e costumi di varie rappresentazioni teatrali tra cui il Filottete di Sofocle a Roma (1975)499. Dopo il 1970 si verifica in Cagli un ritorno ai suoi primi amori, cioè alla grafica e al disegno, dirigendosi verso una figurazione che vuole rendere omaggio all’uomo500.

Corrado Cagli muore improvvisamente, per un edema polmonare, nella sua casa di Roma nel 1976501.

492 F. Benzi, Cagli, cit., p. 432. 493 Ivi, p. 435. 494 Ibidem. 495 Ivi, p. 436. 496 Ivi p. 437. 497 Ivi p. 440. 498 Ivi p. 445. 499 Ivi, p. 456. 500 A. Guarnaschelli, Corrado Cagli, , 07/01/2016. 501 F. Benzi, Cagli, cit., p. 457.

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RASSEGNA STAMPA

Figura 93 – Cagli, Il Resto del Carlino ed. Ferrara, 12/04/1977, p. III.

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FOTOGRAFIE

Figura 94 - Locandina mostra di Cagli (1977).

Figura 95 – Cagli, Fruttiera Chez Eux, 1971. Figura 96 - Cagli, Narciso, 1976.

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Figura 97 - Cagli, Lungo il fiume, 1971. Figura 98 - Cagli, Arsura e pioggia, 1973.

Figura 99 - Cagli, Il navigatore, 1973. Figura 100 - Cagli, Margotta, 1968.

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Figura 101 - Cagli, Madre senza figlio, 1961.

Figura 102 - Cagli, Ai martiri dell'Uganda, 1975.

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Mostra collettiva

3.5.4 Mostra collettiva Pop Art Grafica (1975)

TIPOLOGIA DI MOSTRA Arte contemporanea, pittura, collettiva TITOLO Pop Art Grafica LUOGO Centro Attività Visive, Palazzo dei Diamanti DATA 26 ottobre – 30 novembre 1975 CURATORI Franco Farina ARTISTI James Rosenquist, Claes Oldenburg, Robert Rauschenberg, Robert Indiana, Allen Jones, Jim Dine, Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Bruce Nauman, Richard Serra, Andy Warhol OPERE 82 opere PROGETTO DI Franco Farina ENTE PROMOTORE Comune di Ferrara IN COLLABORAZIONE CON Ginevra Grigolo, Renzo Lazzarin - Studio G7, Bologna CON IL PATROCINIO DI - RESPONSABILE DEL PROGETTO Franco Farina COMITATO SCIENTIFICO - MUSEI / SOGGETTI PRESTATORI - PROGETTO ALLESTIMENTO Franco Farina CATALOGO AA.VV., Pop Art Grafica, cat. Mostra Centro Attività Visive – Palazzo dei Diamanti (26 ottobre – 30 novembre 1975), Cento: Fe, Siaca, 1975.

PROGETTO DELLA MOSTRA

La mostra sulla Pop Art Grafica si colloca all’interno del progetto di pianificazione culturale ideato da Farina a Palazzo dei Diamanti, e rientra tra gli eventi più clamorosi realizzati a Ferrara negli anni ‘70. Il direttore sceglie, in questo caso, di indagare anche movimenti artistici d’oltreoceano che stavano riscuotendo un certo interesse nel panorama internazionale e di portarli alla vista dei suoi concittadini. Attraverso la rassegna s’indagano le motivazioni artistiche alla base del gruppo per far conoscere le opere, i protagonisti, e anche i percorsi artistici più singolari.

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Portare artisti del calibro di Warhol, Rauschenberg, Dine, e altri in un contesto periferico e con una scarsa tradizione in materia di arte contemporanea, come Ferrara, si rivela un’impresa ambiziosa per il direttore, che personalmente ha messo in campo tutte le sue competenze per intessere relazioni con gli artisti in questione.

L’Europa aveva già consacrato il gruppo nella Biennale di Venezia del 1964, dove esposero alcuni rappresentanti della pop art americana come Rauschenberg, Johns, Dine e Oldenburg502, per cui si trattava di un movimento che ormai era all’apice della fama nel 1975, ma che a Ferrara conoscevano in pochi.

L’interesse e l’occasione di avere in città artisti pop permettono a Farina di organizzare, nello stesso anno e periodo, anche la personale di Warhol, presso le Gallerie d’arte Moderna, intitolata Ladies and gentlement, che occupa un lasso temporale maggiore rispetto alla collettiva delle Pop Art.

ARTICOLAZIONE DELLA MOSTRA

La mostra collettiva si compone di varie sezioni identificate da molteplici artisti che presentano tematiche in linea con i portati del movimento, ma rielaborate in una chiave più personale. Le finalità del gruppo sono di integrarsi nella realtà sociale adeguando il proprio linguaggio e tecnica all’universo tecnologico e massificato dell’epoca. Secondo Boatto: “Con tali strumenti linguistici si provvede a rifare l’immagine e l’oggetto-campioni; il rifacimento in cui consiste l’operazione centrale degli artisti pop ha valora di mimesi conoscitiva, e come tale arriva a ricomporre e a trasformare il modello, ma non si spinge mai ad alterare la primaria nozione”503. Attraverso questa operazione si vuole risvegliare negli uomini la consapevolezza di far parte di una serie, di essere sottoposto a una catena di stimoli preordinati e nel frattempo la presa di coscienza di poter discernere e attuare la propria libertà anche all’interno di un sistema congegnato in tal modo504. La libertà di scelta, nel rapporto con gli oggetti che condizionano, si esercita solo con una

502 M. Calvesi, Ricognizione e reportage, in M. Calvesi, A. Boatto, Pop Art, Art e Dossier, Firenze – Milano, Giunti, 2008, p. 5. 503 AA.VV., Pop Art Grafica, cat. Mostra Centro Attività Visive – Palazzo dei Diamanti (26 ottobre – 30 novembre 1975), Cento: Fe, Siaca, 1975. 504 Ibidem.

183 consapevole e vigile conoscenza degli oggetti stessi e proprio in questo consiste l’operazione pop, cioè nell’insegnare alle persone a guardarli, o meglio, a ‘guardare’505.

Espongono nella rassegna: Nauman, Indiana, Lichtenstein, Warhol, Oldenburg, Rosenquist, Rauschenbreg, Dine, Jones, Johns e Serra.

In questi, i risultati artistici si differenziano uno dall’altro, pur mantenendo di fondo la base ideologica pop: Warhol, ad esempio, analizza il processo di assorbimento e dissoluzione dell’immagine di cronaca nella psicologia di massa e si pone domande sulla fine che fanno le immagini una volta pubblicate e diffuse, su come sono percepite, quale valenza assumono e altre; Rosenquist invece parte da enormi cartelloni pubblicitari per aggredirli scomponendo le immagini in mille pezzi e rimontandole in maniera grottesca e derisoria; Oldenburg progetta monumenti enormi, sovradimensionati, ispirati alle forme più banali per spingere al limite dell’impossibile i modelli che prende dalla vita di tutti i giorni; Serra riflette invece, anche sullo spazio circostante nel quale inserisce le sue opere, come ad esempio delle lamiere metalliche distribuite in grandi spazi, dove gli oggetti sono visti in maniera provocatoria e decontestualizzati; Rauschenberg si concentra sugli oggetti, che porta in primo piano nelle sue opere e che completa con veloci pennellate, realizzando, inoltre, collages e assemblamenti con cose raccolte dalla vita quotidiana, scartate a priori, che vengono così ad assumere una dignità; Nauman, invece, si muove in un contesto multidirezionale, ossia video, camera, performance ed altri mezzi, collocando la sua produzione a metà tra la Body Art e il Concettuale, privilegiando giochi di parole, anagrammi e allitterazioni; Indiana e Jones lavorano rispettivamente, sull’oggetto-modello spogliato da ogni significato pedante, e su immagini erotiche che riproduce moltiplicandole all’infinito; Lichtenstein decontestualizza principalmente immagini prese dai fumetti per riportarle sulla tela ingrandendo il soggetto e estraniandolo dalla narrazione originaria, oppure realizza serie di opere, ormai entrate nell’olimpo delle immagini più conosciute, per rivisitarle secondo stili diversi ripercorrendo così le tappe di un linguaggio artistico consacrato; Johns invece, inserisce oggetti concreti in un fondo creato ad hoc, tenendo conto delle ombre generate, lavorando sul rapporto tra pittura e oggetto; infine, Dine conduce una ricerca del tutto indipendente e, concentrandosi sull’oggetto, realizza interventi pittorici tesi a spiazzare l’immagine, per indicarne una sostanziale mutabilità: questa

505 Ibidem.

184 viene spostata dal suo contesto, la sua funzione e denominazione cambia e si crea una nuova relazione col nostro percepire506.

Le opere esposte sono, come espresso dal titolo stesso della mostra, un nucleo di serigrafie e litografie numerate e alcune, anche firmate dall’artista.

OPERE ESPOSTE

Rosenquist:

1. Horse blinders – North ed. 85 2. Horse blinders – South ed. 85 3. Horse blinders – East ed. 85 4. Horse blinders – West ed. 85 5. Charcoal Shed – serigrafia + collage ed. 80 6. Universal star leg – serigrafia + collage ed. 80 7. Silkscreans – serigrafia + collage ed. 80 8. Untiled – serigrafia + collage ed. 80 9. Pale angel – serigrafia ed. 100 10. Sack – serigrafia + litografiae d. 69

Oldenburg:

1. Lake union – tecnica mista

Serra:

1. Circuit (1972) – litografia ed. 50 2. 183 RD Webster Avenue (1972) – litografia ed. 62 3. Double rinf. II° (1972) – litografia ed. 65 4. Du Cormion (1972) – litografia ed. 59 5. Spoleto Circle (1972) – litografia ed. 65 6. Balance (1972) – litografia ed. 68 7. Eigh by eigh (1972) – litografia ed. 55

Rauschenberg:

1. Currents – serigrafia ed. 50 2. Lichen – litografia + serigrafia ed. 100 3. Yppies – litografia + serigrafia ed. 175 4. Uretitled – manifesto firmato 5. Poster for peace – litografia ed. 250 6. Support – litografia ed. 250 7. Hoop – litografia + serigrafia ed. 79 8. Rack – litografia + serigrafia ed. 54 9. Sack (1969) – tecnica mista

506 Ibidem.

185

Nauman:

1. Eat Death (1973) – litografia + serigrafia ed. 68 2. Sugar / Ragus (1973) – litografia + serigrafia ed. 57 3. Cllar Vision (1973) – litografia + serigrafia ed. 50 4. Pay attention (1973) – litografia + serigrafia ed. 50 5. Suck cuts (1973) – litografia + serigrafia ed. 34 6. Vision (1973) – litografia + serigrafia ed. 40 7. Raw – serigrafia ed. 100 8. Composizione chiara – litografia ed. 100 9. Composizione scura – litografia ed. 100 10. Perfect door – serigrafia ed. 60 11. Perfect odor – serigrafia ed. 60 12. Perfect rodo – serigrafia ed. 60 13. M. Ampere – serigrafia ed. 50 14. Dol fawn – serigrafia ed. 30 15. Normal desires – serigrafia ed. 58

Indiana:

1. Parrot – serigrafia ed. 205 2. Terre haute – serigrafia ed. 205 3. Mississippi – serigrafia ed. 205

Jones:

1. Janet is wearing – litografia

Lichtenstein:

1. The melody – serigrafia ed. 200 2. Sole – serigrafia firmata 3. CRAK – serigrafia ed. 300 4. Haystak (1969) – serigrafia ed. 100 5. Bull’s head (serie) – serigrafia ed. 100 6. Mirror 7 (1972) – serigrafia ed. 80 7. Pyramids – serigrafia 8. Chem. I° 9. As I opened fire – serigrafia ed. 250

Dine:

1. Attrezzi – litografia ed. 100 2. Shol – incisione colorata ed. 30 3. Tomato – litografia + incisione colorata ed. 75 4. Hearts – litografia + collage ed. 75 5. Self portrait (tre vestaglie) – incisione colorata ed. 75 6. Shoe (1973) – incisione

Johns:

1. Sketch from untiled 2. Untiled 3. Buttoks 4. Torso 186

5. Feet 6. Leg 7. Knee 8. Face 9. Hand foot 10. Sack floor 11. Otto 12. Device 13. Evion 14. Viola 15. Bent stencil (1971) – tecnica mista

Warhol:

1. Marilyn (1967) – serigrafia ed. 250 2. Campbell’s – serigrafia ed. 250 3. Omaggio a Man Ray – serigrafia ed. 100 4. Electric chair (1971) – serigrafia ed. 250 5. Hand colured flowers (1974) – serigrafia 6. Mao (1972) – serigrafia ed. 250

FOTOGRAFIE

Figura 103 - Warhol, Electric chair (1971). Figura 104 - Indiana, Mississippi (1971).

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Figura 105 - Johns, Bent stencil (1971). Figura 106 - Dine, Shoe (1973).

Figura 107 – Lichtensterin, Crak (1964).

188

Figura 108 - Jones, Janet is wearing (1965). Figura 109 - Nauman, Normal desires.

Figura 110 - Rauschenberg, Sack (1969). Figura 111 - Serra, Balance (1972).

189

Figura 112 - Oldenburg, Lake union (1972).

Figura 113 - Rosenquist, Silk screams.

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Mostra collettiva

3.5.5. Mostra Internazionale d’Arte: un futuro possibile – nuova pittura (1973)

TIPOLOGIA DI MOSTRA Arte contemporanea, pittura, collettiva TITOLO Mostra Internazionale d’Arte: un futuro possibile – nuova pittura LUOGO Centro Attività Visive, Palazzo dei Diamanti DATA 16 settembre – 14 ottobre 1973 CURATORI Franco Farina ARTISTI Rodolfo Aricò, Carlo Battaglia, Maurizio Bottarelli, Vincenzo Cecchini, Bernard Cohen, Paolo Cotani, Robyn Denny, Ulrich Erben, Franco Fumelli, Marco Gastini, Winfred Gaul, Rupprecht Geiger, Raimund Girke, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Vittorio Guarneri, John Hoyland, David Leverett, Elio Marchegiani, Vittorio Mascalchi, Carmen Morales, Robert Ryman, Vincenzo Satta, Aldo Schmid, Piet Teraa, Dan Van Severen, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini. OPERE 114 opere PROGETTO DI Franco Farina ENTE PROMOTORE Comune di Ferrara IN COLLABORAZIONE CON - CON IL PATROCINIO DI - RESPONSABILE DEL PROGETTO Franco Farina COMITATO SCIENTIFICO - MUSEI / SOGGETTI PRESTATORI Rodolfo Aricò Carlo Battaglia Maurizio Bottarelli Vincenzo Cecchini Paolo Cotani Urlich Erben Franco Fumelli Marco Gastini Winfred Gaul Rupprecht Geiger 191

Raimund Girke Giorgio Griffa Riccardo Guarneri Vittorio Guarneri Elio Marchegiani Vittorio Mascalchi Carmen Morales Robert Ryman Vincenzo Satta Aldo Schmid Piet Teraa Dan Van Severen Claudio Verna Gianfranco Zappettini Galleria La Città, Verona Galleria Ferrari, Verona Galleria Peccolo, Livorno Galleria La Nuova Loggia, Bologna Renato Da Pian Giorgio Fasol Mario Orsatti Giuliano Perazzani Gino Polin PROGETTO ALLESTIMENTO Franco Farina CATALOGO Cortenova G., Mostra Internazionale d’Arte: un futuro possibile – nuova pittura, cat. Mostra Centro Attività Visive, Palazzo dei Diamanti (16 settembre – 14 ottobre 1973), Cento:Fe, Siaca, 1973.

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PROGETTO DELLA MOSTRA

La rassegna in questione, secondo Fatina, rientra in un’obiettiva e dettagliata informazione artistica che tiene conto degli accadimenti testimonianti la sua dinamicità, ed è messa in luce da una posizione critico-culturale attenta e non preclusiva nei confronti di altri settori operativi del ‘fare arte’507.

Il titolo, Un futuro possibile, non vuole essere soltanto ipotecario di una situazione ventura, intende più che altro sottolineare motivazioni interne alla rassegna che, ha essa stessa, presupposti operativi tali da garantire proiezioni future508.

L’esposizione vuole rappresentare uno scenario internazionale per quanto possibile, viste le difficoltà geografiche, economiche e organizzative riscontrate509. Scegliere Ferrara come location non è una scelta puramente casuale, secondo Cortenova: “Qui nella città del silenzio, lo scontro tra neo-naturalismo e il nuovo realismo è stato a volte subito con malcelato fastidio, a volte sopportato con incredula pazienza. Non dimentichiamoci che Ferrara si è assunta, in passato non proprio remoto, il compito di ponte verso i fermenti europei e che la patria della metafisica può ascoltare le ragioni della ‘terra’, ma non arrendersi al suo mito510. La rassegna parte dalla volontà di dare spazio a quella generazione giovane che ha compreso l’attività divoratrice dei tempi moderni e la conseguente crisi delle avanguardie, il loro veloce consumo e ridotto impatto sociale- ideologico per riportare il discorso su un piano più attinente al mondo circostante e l’esigenza di lavorare in ambiti inaccessibili all’aggressione consumistica511. Se un futuro è immaginabile, questo può svilupparsi solo contrapponendo una coscienza raccolta, che recepisce le proprie esigenze interne, a quelli di una ragione diretta dalle regole del marketing e della quantità512.

Questa rassegna s’inserisce nell’ambito dell’attività e costituisce un apporto per un più ampio e costruttivo dibattito delle idee513.

Farina sostiene, inoltre, che è interessante notare, in questa mostra, che “[…] tipo di rispondenze si verificano a livello di un più vasto pubblico per questo settore di ricerca artistica che, stante il

507 F. Farina, in Cortenova G., Mostra Internazionale d’Arte: un futuro possibile – nuova pittura, cat. Mostra Centro Attività Visive, Palazzo dei Diamanti (16 settembre – 14 ottobre 1973), Cento:Fe, Siaca, 1973. 508 Ibidem. 509 Ibidem. 510 Ibidem. 511 Ibidem. 512 Ibidem. 513 F. Farina, in Cortenova G., Mostra Internazionale d’Arte: un futuro possibile – nuova pittura, cit.

193 singolare interesse per il contingente, non offre alcuna possibilità di lettura, se le ragioni non vengono ricercate nell’opera stessa”514.

ARTICOLAZIONE DELLA MOSTRA

Gli artisti che espongono, secondo Cortenova: “[…] ‘dipingono la pittura’, cioè lasciano che essa si auto-costruisca, percependo, nella fredda asetticità della materia, lontane e affascinanti suggestioni”515. Questo significa che gli autori non intervengono oltre lo stadio artigianale nelle loro opere, astenendosi da tutti quei ritocchi o interventi che non rientrino nel ‘mettere’, ‘togliere’ e ‘distendere’ il colore sul supporto516. La creazione s’identifica in operazioni minimali, ma ciò non vuol dire che queste siano esenti dalla coscienza della storia stessa della pittura e della sua percezione517. Tutti gli artisti presenti partono in qualche modo dall’idea essenziale di privilegiare la fantasia rispetto all’immaginazione, cioè il momento proiettivo e psicologico, rispetto a quello statico e speculativo, inoltre, l’operazione di accostare, o far coincidere, il ‘progettare’ e il ‘fare’ rappresenta la base della Nuova pittura518. Cortenova sottolinea a tal proposito che: “Il ‘fare’ realizza se stesso solo nella coincidenza del ‘progettare’, che a sua volta è stimolato dal puro atto operativo”519.

I lavori degli autori in questione si possono collegare apertamente alle esperienze storiche del razionalismo astratto, anche se diverso e autentico rimane il loro spazio520. Non mancano in questi chiari riferimenti alle esperienze americane come, Reinardt, Albers, Newmann, e nel frattempo guardano al purismo e al razionalismo di matrice europea: Malevic, Bauhaus, Kandinskij, Mondrian, Klee, Licini e Fontana521.

La mostra è formata solo da opere pittoriche realizzate su supporti differenti, vi sono presenti l’olio su tela, l’acrilico su tela e tecniche miste di composizione. Nel caso degli artisti inglesi i lavori sono stati esposti in progressione di date. La maggioranza delle opere è datata tra gli anni ’60 e ’70, anche se i primi anni del secondo decennio sono maggiormente rappresentati. Gieger, ad

514 Ibidem. 515 G. Cortenova, Mostra Internazionale d’Arte: un futuro possibile – nuova pittura, cit. 516 Ibidem. 517 Ibidem. 518 Ibidem. 519 Ibidem. 520 Ibidem. 521 Ibidem.

194 esempio, è uno dei pochi autori a essere presente con ben otto lavori, collocabili tra il 1958 e il 1971522.

Il progetto iniziale avrebbe voluto coinvolgere anche autori che operano nello spazio, ma la limitata capienza delle sale del Centro Attività Visive ha prevalso523.

La rassegna figurava la prima volta in cui si rappresenta un tale vasto orizzonte artistico, orientato in una direzione comune e coerente; il materiale stesso ha offerto la possibilità di mettere a fuoco ipotesi e contributi diversi ma paralleli, e assicurare un’irrinunciabile complessità dialettica interna524.

OPERE ESPOSTE

Aricò:

1. I merli (1970) 2. Assonometria scatola blu (1970-71)

Battaglia:

1. Temenos (1971) – tempera e olio su tela, cm. 100x300 2. Cibele (1971) – tempera e olio su tela, cm. 100x300 3. Amadeus

Bottarelli:

1. Senza titolo 2. Senza titolo 3. Senza titolo

Cecchini:

1. Senza titolo (1973) – tecnica mista su tela, cm. 150x90 2. Senza titolo (1973) – tecnica mista su tela, cm. 150x90

Cohen:

1. Panel painting (1963) – olio su tela, cm. 100x128, coll. Fasol, Legnago 2. Little (1964) – olio su tela, cm. 100x77, coll. Fasol, Legnago 3. Connection 4 (1972) – acrilico su tela, cm. 94x94, coll. Da Pian, Verona 4. First random yellow spot (1970) – olio su tela, cm. 94x94, coll. La Città, Verona 5. White panel painting (1970) – acrilico su tela, cm. 245x245, coll. La Città, Verona

522 Ibidem. 523 Ibidem. 524 Ibidem.

195

Cotani:

1. Paesaggi (1973) – tecnica mista su tela, cm. 100x100 2. Paesaggi (1973) – tecnica mista su tela, cm. 200x200 3. Paesaggi (1973) – tecnica mista su tela, cm. 300x100

Denny:

1. CP 12A (1968) – olio su tela, cm. 54x62, coll. Polin, Verona 2. CP 11A (1968) – olio su tela, cm. 54x62, coll. La Città, Verona 3. CP 5A (1968) – olio su tela, cm. 54x62, coll. La Città, Verona 4. Haze (1970) – olio su tela, cm. 183x163, coll. La Città, Verona 5. A view (1972) – olio su tela, cm. 190x240, coll. La Città, Verona 6. Here and there series (1968-72) 7. A life - Here and there series (1968-72)

Erben:

1. Ohne titel (1972) 2. Ohne titel (1972)

Fumelli:

1. S 11 (1973) – acrilico su tela, cm. 140x140 2. S 12 (1973) – acrilico su tela, cm. 140x140 3. E 5 (1973) – acrilico su tela, cm. 100x200 4. E 6 (1973) – acrilico su tela, cm. 100x200

Gastini:

1-7. 7 lastre (1973) – plexiglass graffiato, cm. 407x41,3

Gaul:

1. Vorstellung und Waavarnehmung (2 tele) (1972) – tecnica mista su tela, cm. 180x160 2. Schwarz weiss diagonal in quadrat (1972) 3. Markierungen XXII (1973) 4. Markierungen XXVI (1973) – tecnica mista su tela, cm. 180x180 5. Markierungen XXIX (1973) – tecnica mista su tela, cm. 160x280

Geiger:

1. 458/67 (1957) 2. OE 283 (1958) – olio su tela, cm. 71x71 3. 315 (1961) – olio su tela, cm. 100x80 4. 435 (1965) – olio su tela, cm. 98x92 5. 446 (1966) – olio su tela, cm. 80x90 6. 458 (1967) – acrilico su tela, cm. 100x100 7. 542 (1969) – acrilico su tela, cm. 90x100 8. 537 (1969) – acrilico su tela, cm. 90x100 9. 621 (1971) – acrilico su tela, cm. 90x100

Girke:

1. Senza titolo (1967) 2. Kontraction (1970) – acrilico su tela, cm. 85x85 3. Oben unten (1970) – acrilico su tela, cm. 85x85 196

4. In besegung (1970) – acrilico su tela, cm. 95x71 5. Abla F. (1970) – acrilico su tela, cm. 95x71

Griffa:

1. Senza titolo

Guarneri R.:

1. Geometria come poesia (1972) 2. Un quadrato e tre rettangoli (1973) 3. Spazi orizzontali (1973) – tecnica mista su tela, cm. 180x140 4. Strisce colore-luce (1973) – tecnica mista su tela, cm. 180x140 5. Nove rettangoli rosa-dinamico (1973) – tecnica mista su tela, cm. 180x140

Guarneri V.:

1. Zero alla terza (1973) – olio su tela, cm. 180x200 2. Euritmia del bianco (1973) – olio su tela, cm. 104x200 3. Recuperando (1973) – olio su tela, cm. 150x150 4. Polimorfismo monocromatico (1973) – olio su tela, cm. 104x200 5. Valori luministico-posizionali di un punto zero (1973) – olio su tela, cm. 140x200

Hoyland:

1. Senza titolo (1967) – acrilico su tela, cm. 360x200, coll. Orsatti, Verona 2. Senza titolo (1972) – acrilico su tela, cm. 182x219, coll. La Città, Verona 3. Senza titolo (1972) – acrilico su tela, cm. 212x244, coll. La Città, Verona 4. Senza titolo (1973) 5. Senza titolo (1973) 6. Orange and Khaki (1969) – acrilico su tela, cm. 336x200, coll. La Città, Verona 7. Brown and two pinks (1970) – acrilico su tela, cm. 51x71, coll. La Città, Verona 8. Orange violet (1973) – acrilico su tela, cm. 71x71, coll. Perezzani, Sanguinetto

Leverett:

1. Green runner (1969) – acrilico su tela, cm. 122x130, coll. Fasol, Legnago 2. Envelope (1970) – acrilico su tela, cm. 86x225, coll. La Città, Verona 3. Central gentle orange (1971) – acrilico su tela, cm. 315x54, coll. La Città, Verona 4. Colour structure (1972) – acrilico su formica, cm. 107x153, coll. La Città, Verona 5. Colour structure (1973) – acrilico su fibra di vetro, cm. 184x121, coll. La Città, Verona

Marchegiani:

1. Rettangolo giallo (1973) – matita grassa su caucciù, cm. 200x100 2. Rettangolo rosso (1973) – matita grassa su caucciù, cm. 200x100 3. Rettangolo verde (1973) – matita grassa su caucciù, cm. 80x100

Mascalchi:

1. Visitando U.B. (1973) – acrilico su tela, cm. 200x200, coll. La Nuova Loggia, Bologna 2. Alfa + Beta (1973) – acrilico su tela, cm. 200x200 3. Intersezione (1973) – acrilico su tela, cm. 240x80, coll. La Nuova Loggia, Bologna

197

Morales:

1. Dittico R-72-11-1 (1972) – acrilico su tela, cm. 200x2x200 2. Dittico R-72-10-3 (1972) – acrilico su tela, cm. 50x2x250 3. Dittico R-73-5-1 (1973) – acrilico su tela, cm. 70x2x70

Ryman:

1. Senza titolo (1970)

Satta:

1. Senza titolo (1973) – olio su tela, cm. 200x200 2. Senza titolo (1973) – olio su tela, cm. 200x150 3. Senza titolo (1973) – olio su tela, cm. 200x200

Schmid:

1. Labirinth 30/7 (1973) – acrilico-plastico su tela, cm. 200x200 2. Struttura colore 29/7 (1973) – acrilico-plastico su tela, cm. 150x150 3. Struttura colore 28/7 (1973) – acrilico-plastico su tela, cm. 150x150

Teraa:

1. Composition P. 71/2 (1971) 2. Composition P. 72/5 (1972) – acrilico su tela, cm. 130x130 3. Composition P. 72/7 (1972) – acrilico su tela, cm. 130x130 4. Composition P. 73/7 (1973) – acrilico su tela, cm. 90x90 5. Composition P. 73/9 (1973) – acrilico su tela, cm. 130x130

Van Severen:

1. Composition (1972) – tecnica mista su tela, cm. 80x100 2. Composition (1972) – tecnica mista su tela, cm. 80x100 3. Composition (1972/73) – tecnica mista su tela, cm. 90x65 4. Composition (1972/73) – tecnica mista su tela, cm. 90x65

Verna:

1. 138 (1972) – acrilico su tela, cm. 200x140 2. 139 (1972) – acrilico su tela, cm. 200x140 3. 172 (1973) – acrilico su tela, cm. 140x140

Zappettini:

1. Luce bianca su ventotto rettangoli (1973) – acrilico su tela, cm. 130x195 2. Tre linee luce bianche verticali (1973) – acrilico su tela, cm. 130x195 3. Quattro linee luce bianche orizzontali (1973) – acrilico su tela, cm. 130x195 4. Tre linee luce bianche orizzontali (1973) 5. Nove linee luce bianca verticale (1973)

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FOTOGRAFIE

Figura 114 - Cohen, Connection 4 (1972). Figura 115 – Denny, Here and There (1968-72).

Figura 116 - Schmid, Labirinth (1973).

199

c) periodo 1983-1993

Mostra personale di artisti “famosi”

3.6.1 Mostra personale di Salvador Dalì: sculture, illustrazioni, multipli (1989)

TIPOLOGIA DI MOSTRA Arte contemporanea, pittura, grafica, scultura, personale TITOLO Dalì: sculture - illustrazioni - multipli LUOGO Galleria civica d’arte moderna, Palazzo dei Diamanti DATA 23 aprile – 18 giugno 1989 CURATORI Franco Farina, Elisabetta Lopresti, Nella Martinelli, Maurizia Ghelli ARTISTA Salvador Dalì OPERE 98 opere: 4 dipinti 40 grafica 39 sculture 15 multipli PROGETTO DI Franco Farina ENTE PROMOTORE Comune di Ferrara IN COLLABORAZIONE CON Stratton Foundation, Ginevra Galleria Master Fine Art, Milano CON IL PATROCINIO DI - RESPONSABILE DEL PROGETTO Franco Farina COMITATO SCIENTIFICO - MUSEI / SOGGETTI PRESTATORI Collezionisti italiani e stranieri Coll. Privata, Verona Coll. Privata, Milano Galleria dello Scudo, Verona Galleria Marescalchi, Bologna Master Fine Art, Milano PROGETTO ALLESTIMENTO Franco Farina

200

CATALOGO AA.VV., Dalì: sculture – illustrazioni – multipli, cat. Mostra Galleria Civica d’arte moderna (23 aprile – 18 giugno 1989), Cento:Fe, Siaca, 1989.

PROGETTO DELLA MOSTRA

La presente mostra è la prima per importanza che è realizzata pochi mesi dopo la morte di Dalì, avvenuta nel gennaio dello stesso anno, e raccoglie in maniera quasi integrale la totalità di sculture e illustrazioni realizzate dall’artista, rappresentando così una testimonianza altrettanto valida del fare artistico in confronto con la sua più storicizzata produzione pittorica525.

L’esposizione si inserisce nell’ambito d’indagine sulla produzione di Dalì, intrapresa già nel 1984 con la precedente esposizione di dipinti a Palazzo dei Diamanti, e presenta soprattutto opere che non hanno avuto modo di essere conosciute prima in maniera globale e unitaria, ma solamente in modo frammentario e sporadico526.

Nella rassegna le opere indicano sommariamente l’evolversi e la sviluppo del pensiero dell’artista attraverso l’esposizione di diversi cicli illustrativi, raccolti per proporre una panoramica delle sue inclinazioni letterarie527. Farina a tal proposito sostiene che: “[…] È interessante ripercorrere passo passo, attraverso le immagini il tipo di lettura e interpretazione che lo stesso Dalì ha compiuto quando si è accinto a illustrare testi sacri e, le opere dei grandi maestri della letteratura, osservare quanto di barocco e di narcisistico sono state gravate, quanto di disfacimento calcolato e spesso volutamente visionario sono state imbevute”528.

La rassegna si pone, inoltre, nel più ampio e ambizioso progetto di informazione intrapreso da Farina, nelle gallerie di Palazzo dei Diamanti, di divulgazione e analisi dei movimenti artistici della contemporaneità, inserendo nella programmazione più mostre dedicate a Dalì, in quanto ritenuto uno dei maggiori artisti del ventesimo secolo.

La mostra è stata inaugurata da Sandro Pertini e ha riscontrato un numero alto di visitatori.

525 F. Farina, in AA.VV., Dalì: sculture – illustrazioni – multipli, cat. Mostra Galleria Civica d’arte moderna (23 aprile – 18 giugno 1989), Cento:Fe, Siaca, 1989, p. 5. 526 Ibidem. 527 Ibidem. 528 Ibidem.

201

ARTICOLAZIONE DELLA MOSTRA

Nella presente rassegna l’esposizione delle opere non segue un criterio di disposizione cronologica, ma l’allestimento procede attraverso una distinzione tra diversi supporti artistici. La prima parte a essere rappresentata è l’esiguo numero dei dipinti, eseguiti a olio, seguita poi da sculture e multipli, realizzati prevalentemente in bronzo, e infine dal corpus più ampio delle illustrazioni grafiche riferite a testi letterari cari all’artista, si tratta di un materiale vario formato da acqueforti, litografie, incisioni e puntesecche.

Le opere create da Dalì nascono dall’artista-personaggio che è, da tutto ciò che egli percepisce, pensa e sente, e questo accumuna la sua intera produzione artistica. L’artista stesso aveva affermato: “[…] tutta la mia opera è un riflesso, uno degli innumerevoli riflessi di ciò che faccio, scrivo e penso”529. Nei suoi lavori esprime il suo mondo interiore, i mostri del suo subconscio, la ribellione verso chiusure familiari e sociali, e soprattutto l’impegno costante di adeguarsi a tempi e nuovi modi di organizzazione e comunicazione sociale530. Queste intenzioni e sensibilità unite ad altri interessi personali e curiosità dell’artista per varie discipline come la psicologia, il cinema, la tecnologia, la fisica e la chimica e altre, dimostrano la capacità indagatrice di chi visse in costante lacerazione psicologica e la cui sensibilità andò di pari passo con la violenza e il masochismo531. Dalì asserisce e conferma, nel suo manifesto Mi lucha (La mia lotta) del 1941, il suo spirito contradditorio: “[…] contro la semplicità, complessità; contro l’uniformità, diversificazione; contro il collettivo, l’individuale; contro la politica, la metafisica; contro la rivoluzione, la tradizione; contro la medicina, la magia; contro lo scetticismo, la fede, ecc.”532. Attraverso questa frase si comprende l’anima rivoluzionaria di Dalì, intesa non solo in quell’accezione ma anche come libera da schemi convenzionali.

Per quanto riguarda la sua produzione scultorea Dalì estrae dalle sue sculture figure, volumi, oggetti ricchi di fantasia formale e vari nella scelta dei materiali: qualsiasi cosa diventa suscettibile di essere trasformata in oggetto animato dall’arte533. Bronzo, oro, metalli vari, pietre preziose,

529 D. Giralt Miracle, in AA.VV., Dalì: sculture – illustrazioni – multipli, cat. Mostra Galleria Civica d’arte moderna (23 aprile – 18 giugno 1989), Cento:Fe, Siaca, 1989, p. 10. 530 Ibidem. 531 Ibidem. 532 Ibidem. 533 D. Giralt Miracle, in AA.VV., Dalì: sculture – illustrazioni – multipli, cit., p. 11.

202 oggetti trovati, arricchiscono una scultura che predilige deformazioni anatomiche e seduzioni visive rispetto alla purezza tridimensionale534.

All’interno delle singole sezioni si possono riconoscere dei cicli di illustrazioni letterarie, come ad esempio il ciclo de La Divine Comédie, eseguito su incarico del Governo Italiano per il centenario di Dante, oppure Le Château d’Otrante, Bible Sacre e con i Temi dal Surrealismo, rappresenta gli elementi e tematiche identificative del movimento.

OPERE ESPOSTE

1. Chavalier en parade (1942) – olio su cartone, coll. Privata, Verona 2. Femmes metamorphosees (1957) – olio su cartone, cm. 72x92, coll. Privata, Verona 3. Composition (1964) – tecnica mista su tela, cm. 143x54.6, coll. Marescalchi, Bologna 4. Picador (1969) – olio su tela, cm. 146x114, coll. Privata, Milano 5. Buste de femme retrospectif (1933/70) – tecnica mista, cm. 54x35x10 6. Nu féminin hystérique et aérodynamique (1934/73) – bronzo patinato bianco, cm. 46x26x15 7. Téléphon homard (1936) – scultura tecnica mista 8. Divan lèvres de mae west (1936/37) – tessuto, cm. 86x182x80 9. Vénus de Milo aux Titoirs (1936/64) – bronzo patinato bianco, cm. 98x32.5x34 10. Veston aphrodisiaque (1936/70) – tessuto 11. La chaise aux cuillieres (1960/74) – bronzo a cera persa, cm. 111x36.5x46.5 12. Kennedy (1963) – bronzo, coll. Privata, Verona 13. Béatrice (1965) – bronzo e pietre dure, cm. 30x26x18.5, coll. Privata, Verona 14. Le violon (1966) – bronzo a cera persa, cm. 50x20.5x6 15. L’esclave de Michelin (1966) – bronzo a cera persa, cm. 30x15x15 16. Lilith et la double victorie de Samothrace (1966) – bronzo a cera persa, cm. 74x78x47 17. Le cygne éléphant (1967) – bronzo a cera persa, cm. 12.5x20 18. Homme oiseau (1968) – bronzo a cera persa, cm. 83 19. Vestiges ataviques apres le pluie (1969) – bronzo patinato, cm. 28x20x34 20. Hommage à Newton (1969) – bronzo a cera persa, cm. 132 21. Masque funéraire de Napoléon (1970) – bronzo a cera persa, cm. 22x19x28 22. Castor et pollux (1970) – tecnica mista, coll. Privata, Verona 23. Toreador allucynogen (1970/76) – bronzo e vari materiali, cm. 208 24. Mannequin javanais (1971) – bronzo a cera persa, cm. 25x19x7 25. Le papillon à la flamme (1972) – bronzo a cera persa, cm. 60x11x9 26. Premonition des tiroirs (1973) – bronzo a cera persa, cm. 20.5x38.5x27.5 27. Vénus à la girafe (1973) – bronzo a cera persa, cm. 157 28. Jang et ying (1973) – bronzo patinato oro, cm. 35x20x25 29. Aigle blanc (1974) – bronzo patinato policromo, cm. 52.5x47.5x25 30. Hommage à terpsichore (1977) – bronzo a cera persa, cm. 181x103x55 31. La noblesse du temps (1977/84) – bronzo a cera persa, cm. 154x89x70 32. Alice an pays des merveilles (1977) – bronzo a cera persa, cm. 227x46x111.5 33. Saint George et le dragon (1977/84) – bronzo a cera persa, cm. 141x135x84

534 Ibidem.

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34. L’escargot et l’ange (1977/84) – bronzo a cera persa, cm. 151x183x108 35. Le profil du temps (1977/84) – bronzo a cera persa, cm. 150x100x73.3 36. La vision de l’ange (1977/84) – bronzo a cera persa, cm. 140x98.5x99 37. La persistance de la memoire (1977) – bronzo a cera persa, cm. 131x90x40 38. Venus spatiale (1977/84) – bronzo a cera persa, cm. 124x61x62.5 39. L’unicorne (1977/84) – bronzo a cera persa, cm. 183x165x112.5 40. Femme en flamme (1980) – bronzo a cera persa, cm. 176x46x56.5 41. Eléphant spatial (1980) – bronzo a cera persa, cm. 227.6x59x144 42. Le cabinet antropomorphique (1982) – bronzo a cera persa, cm. 96x180x60 43. Hommage a Breccelli (1982) – metallo saldato, cm. 240 44. Les chants de Maldoror (1934) – acqueforti, cm. 32x24 45. Le bestiaire de la fontaine-dalinise (1950) – incisioni, cm. 75x54 46. Don Quichotte (1957) (Miguel de Cervantes) – 12 litografie a colori, n. 3 cm. 64x41, n. 9 32x20 47. Le tricorne (1958/59) – litografie, cm. 32x25 48. La vida es sueno (1962) – acqueforti, cm. 39x29 49. La divine comédie (1963) – illustrazioni, cm. 27x33 50. Le château d’Otrante (1964) – acqueforti, cm. 24x46 51. La bibbia (1964) – illustrazioni, cm. 48x35 52. Poèmes (Mao Tze Tung) (1967) – incisioni, cm. 38x29 53. Casanova (1967) – incisioni su rame, cm. 38x28 54. Les amours de Cassandra (1968) – incisioni, cm. 28x39 55. Poèmes secréts (1968) – incisioni, cm. 28x38 56. Il Marchese de Sade (1963) – litografie, cm. 65x51 57. Faust (1969) – punte secche, cm. 38x30 58. Dix recettes d’immortalité (1973) – incisioni + libro, cm. 75.7x58x13 59. Pantagruelle (1973) – litografie, cm. 75x54 60. Les douze tribus d’israel (1973) – puntesecche, cm. 67x50 61. Paradis perdu (1974) – puntesecche 62. Après 50 ans de Surreàlisme (1974) – puntesecche, cm. 70x50 63. Les amours jaunes (1974) – incisioni 64. Moïse et le monotheisme (1974) – incisioni + volume argento, cm. 65x50 65. Le qûete du graal (1975) – puntesecche, cm. 40x30 66. Alchimie des philosophes – 10 lastre su pergamena, cm. 75x55 67. L’art d’aimer de Ovidio (1976) – incisioni su legno, cm. 55x38 68. Les chevaux de Dalì (1983) – litografie, cm. 38x58 69. 24 temi dal Surrealismo (1979) – litografie 70. Tarocchi (1960) – pannello 71. L’echapre – incisione, cm. 80x58 72. La femme au perroquet – incisione, cm. 80x58 73. Messager dans un paysage palladien – incisione, cm. 58x80 74. Hoi – Même à l’âge de six ans soulevant avec une extrême précaution le pean de la mer pour observer un chien dormant à l’ombre de l’ean – incisione, cm. 58x80 75. Apparition du visage de l’aphrodite de chinde dans un pysage – litografia, cm. 109x75.8 76. Lincoln – litografia, cm. 95x75 77. Visage paranoïque – litografia, cm. 77x93 78. Fontaine coulant dans piano à queue – litografia, cm. 58x80 79. La madone de Raphaël – litografia, cm. 80x60 80. Ma femme nue regadant son propre corps devenir marches, trois vertebrs d’une colonne, ciel et architecture – incisione, cm. 80x58 81. Neptune – serigrafia, cm. 90x90 204

82. La noblesse du temps (1975) – multiplo, cm. 60x39x29 83. L’escargot et l’auge (1977) – multiplo, cm. 44x35.5x60 84. La vision de l’auge (1977) – multiplo, cm. 42x35x35 85. Alice an pays des merveilles (1977) – multiplo, cm. 90.5x48x20 86. Hommage à Newton (1977) – multiplo, cm. 35x20x9 87. La vénus spatiale (1977) – multiplo, cm. 65x36x36.5 88. Le profil du temps (1977) – multiplo, cm. 51x35x34 89. Saint Goerges et le dragon (1977) – multiplo, cm. 46x50x28 90. La licorne (1977) – multiplo, cm. 57x48x32.5 91. Hommage à terbischore (1979) – multiplo, cm. 70.5x45x22 92. La femme en flammes (1980) – multiplo, cm. 84x35x23 93. L’elephant spatial (1980) – multiplo, cm. 94x43x22 94. L’homme – olseau (1980) – multiplo, cm. 25x8x8 95. La persistance de la mémoire (1980) – multiplo, cm. 37 96. Le cheval avec la montre molle (1981) – multiplo, cm. 44x55x17 97. La conquista del cosmo – piatti in porcellana, ø22.5 a/ girafe saturnienne b/le ceducée de mars alimenté par la boule de fen de Jupiter c/Dalì martien mundi d’un double microscope holo-électrique d/ philosophe écrasé par le cosmos e/ les montrés gelatines de l’espace temps f/ l’unicorno che disintegra le corna del rinoceronte cosmico 98. Anamorfosi – litografie, cm. 60x39x29, coll. Privata, Milano a/lis – cm. 87.5x60.5 b/ arlecchino – cm. 88x62 c/ teschio – cm. 76x56.6 d/ nudo – cm. 88x62 e/ chevalier – cm. 63x72.3

BIOGRAFIA ARTISTA

Salvador Dalì nasce a Figueras, in Catalogna, nel 1904. Fin da giovane si avvicina alla pittura e all’età di quattordici anni presenta alcuni quadri in una mostra nella sua città natale, riscuotendo un certo interesse da parte della critica535. Nel 1921 s’iscrive all’Accademia di Belle Arti di San Fernando a Madrid, dove conosce Garcia Lorca e Bũnuel536. Determinanti nell’orientamento del gusto del pittore sono i paesaggi di Port Lligat in Catalogna, sua terra natale537. Qualche anno più tardi, nel 1925, realizza la sua prima personale alla Galleria Dalmau di Barcellona538. L’anno successivo è un periodo importante per Dalì, perché durante il suo soggiorno a Parigi conosce

535 AA.VV., Dalì, I Classici dell’Arte – Il Novecento, Milano, Corriere della Sera, 2004, p. 174. 536 Ibidem. 537 L’enciclopedia tematica, Milano, L’Espresso, vol. I, 2005, “Dalì Salvador”, p. 584. 538 AA.VV., Dalì, cit., p. 174.

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Picasso, e in seguito è espulso dall’Accademia perché indisciplinato539. Gli anni fino alla fine del decennio sono intensi: realizza pubblicazioni come San Sebastià, scenografie per Garcia Lorca, elabora nel 1928 il Manifesto Giallo (detto anche Manifesto Antiartistico), scrive assieme a Bũnuel il film Un chien andalou540. Nel 1929 conosce a Parigi diversi personaggi come Mirò, Tzara, Eluard, Breton ed entra a far parte del movimento surrealista541.

Negli anni ’30 Dalì scrive articoli sulla rivista Minotaure, entra in conflitto con il gruppo surrealista a causa di un quadro: L’Enigma di Guglielmo Tell, e nel 1934 organizza una mostra personale con disegni e incisioni a New York da Julien Levy e questo decreta il successo dell’artista542. Da questo momento fino all’inizio del decennio successivo, Dalì continua la sua attività di scrittore di scenografie come quella per Harpo Marx, pittore e partecipa a varie rassegne come l’Esposizione Internazionale dei surrealisti a Parigi e ad Amsterdam543. Nel 1940, e fino al ’48, Dalì vive a New York, dove allestisce molte vetrine di negozi e magazzini e lavora nel campo della moda realizzando cappelli per Elsa Schiapparelli544. L’anno seguente espone, assieme a Mirò, al Museum of e nel 1946 disegna le scene del film di Hitchcock545. L’attività di scenografo prosegue in Europa con Visconti e Brook e negli anni ’50 continua la sua intensa attività espositiva con mostre a Roma e Venezia nel 1952, a Washington presso la nel 1956546. Agli inizi degli anni ’60 è presentato a Venezia il Ballet de Gala, scritto da Dalì547. La fama dell’artista e il suo personaggio crescono sempre più negli anni ’60, realizzando un discreto numero di esposizioni e nel 1971 si apre il Salvador Dalì Museum (Cleveland), nel ’78 realizza una mostra al Guggenheim di New York mentre nell’anno successivo il Centre Pompidou e la Tate Gallery gli dedicano una retrospettiva548. Nel 1983 organizza un’antologica a Madrid e Barcellona e dipinge il suo ultimo quadro: La coda di rondine, l’anno dopo organizza presso il Palazzo dei Diamanti un’esposizione antologica intitolata I Dalì di Dalì549. In questo momento l’artista è gravemente malato e la sua produzione artistica ormai è terminata.

539 AA.VV., Dalì: sculture – illustrazioni – multipli, cit., p. 43. 540 AA.VV., Dalì, cit., p. 174. 541 Ibidem. 542 AA.VV., Dalì: sculture – illustrazioni – multipli, cit., p. 55. 543 AA.VV., Dalì, cit., p. 175. 544 Ibidem. 545 AA.VV., Dalì, cit., p. 176. 546 AA.VV., Dalì: sculture – illustrazioni – multipli, cit., p. 64. 547 AA.VV., Dalì, cit., p. 177. 548 AA.VV., Dalì: sculture – illustrazioni – multipli, cit., p. 75. 549 Ivi, p. 76.

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Dalì muore nel 1989 e viene sepolto nella cripta del museo a lui intitolato a Figueras.

FOTOGRAFIE

Figura 117 - Locandina mostra di Dalì (1989).

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Figura 118 – Dalì, Hommage a Newton (1969). Figura 119 - Dalì, Venus Spatiale (1977-1984).

Figura 120 - Dalì, Saint Georges et le dragon (1977-1984). Figura 121 - Dalì, Temi del Surrealismo: il tempo.

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Figura 122 - Dalì, Temi del Surrealismo: il pesce. Figura 123 - Dalì, Temi del Surrealismo: l'esaltazione mistica.

Figura 124 - Dalì, Le Divine Comédie: l'inferno.

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Figura 125 - Dalì, Le Divine Comédie: il purgatorio.

Figura 126 - Dalì, Le Divine Comédie: il paradiso.

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Mostra personale di artisti “minori”

3.6.2 Mostra personale di Luciano Minguzzi (1986)

TIPOLOGIA DI MOSTRA Arte contemporanea, scultura, disegno, personale TITOLO Minguzzi LUOGO Galleria civica d’arte moderna, Palazzo dei Diamanti DATA 29 giugno – 5 ottobre 1986 CURATORI Franco Farina, Diego Tait ARTISTA Luciano Minguzzi OPERE 34 opere: 18 disegni 16 sculture PROGETTO DI Franco Farina ENTE PROMOTORE Comune di Ferrara IN COLLABORAZIONE CON Diego Tait CON IL PATROCINIO DI - RESPONSABILE DEL PROGETTO Franco Farina COMITATO SCIENTIFICO Elisabetta Lopresti, Nella Martinelli, Maurizia Ghelli MUSEI / SOGGETTI PRESTATORI - PROGETTO ALLESTIMENTO Franco Farina e Diego Tait CATALOGO AA.VV., Minguzzi, cat. Mostra Palazzo dei Diamanti (29 giugno – 5 ottobre 1986), Milano, Mazzotta, 1986.

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PROGETTO DELLA MOSTRA

La mostra di Luciano Minguzzi è pensata per palesare il divenire artistico e lo sviluppo più recente della sua produzione artistica, segnata fin dall’inizio dalle problematiche, talvolta anche drammatiche, dei vari accadimenti quotidiani, e nonostante consti di un numero esiguo di opere queste sono sufficiente a delineare la sua visione artistica550. Farina sottolinea: “[…] La condizione esistenziale costituisce sicuramente argomento dominante, ma sottesa è sempre la ricerca, rispondente anche ad una ribellione di amministrare soluzioni formali e tecniche conseguite e di largo successo, ricerca che lo spinge ad rinnovarsi, rifacendosi ai grandi movimenti del passato, dando vita così ad espressività più stratificate, accresciute dei valori attinenti tutti i tempi”551. Minguzzi quindi è un uomo proiettato sempre nel futuro, in continua evoluzione, ma che ancora la sua arte alle realtà e ai fatti di tutti i giorni, e proprio questo vuole mettere in luce la presente rassegna.

L’esposizione è organizzata dopo quasi dodici anni di assenza dell’artista, solo la Galleria del Milione l’ha preceduta, e riprende le tematiche già affrontate in passato intrecciandole con nuove e più mature trame che portano a un arricchimento della produzione plastica di Minguzzi552.

ARTICOLAZIONE DELLA MOSTRA

Le opere in mostra sono una ristretta selezione, ossia 34 pezzi, si tratta di sculture e disegni a colori ordinate cronologicamente con l’intento di evidenziare l’evoluzione linguistica e tematica di compiuta dall’artista nella sua produzione più recente. I lavori, infatti, occupano per lo più gli anni tra il 1970 e il 1985. Nella maggior parte di questi Minguzzi esprime una riflessione esterna e una forte introspezione, e questo determina la sua forte individualità, che non si concretizza però in forme narcisistiche ma, restando fedele alla realtà, si manifesta nella rappresentazione di situazioni vere, che ognuno potrebbe riconoscere e aver vissuto, permettendo letture e interpretazioni differenti di vari temi, dal mito, alla memoria e infine all’esistenza stessa553.

550 AA.VV., Minguzzi, cat. Mostra Palazzo dei Diamanti (29 giugno – 5 ottobre 1986), Milano, Mazzotta, 1986, p. 7. 551 Ibidem. 552 M. De Micheli, in AA.VV., Minguzzi, cit., p. 9. 553 Ivi, p. 7.

212

Nei lavori esposti di Minguzzi è possibile riscontrare ricchezza inventiva, immaginazione e cifra artistica, non solo nelle sue opere scultoree, ma soprattutto nei disegni dove acquista una certa autonomia espressiva che non ha nulla da invidiare alla scultura554. Le opere grafiche talvolta fungono come studi per realizzare i concetti dalla mente alla materia ma, nella maggior parte dei casi, la produzione grafica è addirittura posteriore alla realizzazione delle sculture affini.

Nelle sue opere, in generale, riesce a raggiungere la sintesi dell’ideazione progettuale artistica unita a una forte compenetrazione psicologica che attualizza le figure rappresentate e soprattutto negli ultimi lavori è presente un certo dinamismo che caratterizza la sua scultura, come rilevato da Farina: “[…] C’è nelle ultime opere di Luciano Minguzzi evidenziato il senso dello spettacolo, dove personaggi senza tempo sono colti in un loro recitativo, apparizioni deliberatamente individuali nel loro dinamismo vitale, dovuto agli equilibri e ai rapporti fra le masse plastiche e i vuoti che si inseriscono nello spazio ideale di un ipotetico palcoscenico”555. L’artista giunto a maturazione realizza vere e proprie scene, quasi teatrali, e di forte impatto estetico. È importante notare come Minguzzi riesca a mantenere, viva e costante la forza della sua immaginazione nel tempo, in quanto per la realizzazione delle sue sculture impiega anche molti anni, ma il periodo trascorso non lascia trasparire sulla materia ripensamenti o titubanze556.

OPERE ESPOSTE

1. Donna con gufo (1940-45) – legno, cm. 120x68x130. 2. Acrobata (1950) – bronzo, cm. 106x67x76. 3. Due figure (1950-52) – bronzo, cm. 140x80x68. 4. Donna che salta la corda (1954) – bronzo, cm. 130x69x57. 5. Bozzetto per Gli uomini del lager (1957) – ferro e bronzo, cm. 180x100x20. 6. Gli uomini del lager (1967) – disegno a colori, cm. 70x50. 7. Oronte (1970) – bronzo, cm. 115x92x72. 8. Coniugi del nr. 7 (1972) – bronzo, cm. 97x159x40. 9. Le amanti (1974) – legno, cm. 130x80x210. 10. L’uomo di Hiroshima (1974) – bronzo, cm. 192x60x50. 11. Due figure in poltrona (1974-80) – legno, cm. 160x130x300. 12. Coniugi del nr. 7 (1975) – disegno, cm. 78x62. 13. Le nuove polene (1975) – disegno a colori, cm. 70x50. 14. Figure in rosso (1975) – disegno a colori, cm. 70x50. 15. Gli uomini del lager (1980) - disegno a colori, cm. 185x110. 16. Tre figure in poltrona (1980) – bronzo, cm. 23x17x30.

554 Ibidem. 555 Ivi, p. 8. 556 Ibidem.

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17. Bozzetto n.1 per Due figure in poltrona (1980) – bronzo, cm. 16x15x30. 18. Studio per Gli impiccati di Casalecchio (1981) – disegno a colori, cm. 77x53. 19. Gli impiccati di Casalecchio (1981) – disegno a colori, cm. 176x111. 20. Dafne (1981-84) – bronzo, cm. 181x66x180. 21. Due figure sul fondo dell’armadio (1982) – disegno a colori, cm. 175x85. 22. Le pendu – Da Francois Villon (1982) – disegno a colori su tavola, cm. 187x64. 23. I fiori della notte (1982) – disegno a colori, cm. 143x117. 24. Le parche – i fiori della notte (1982-84) – bronzo, cm. 314x76x160. 25. Orlando furioso (1983) – disegno a colori, cm. 87x58. 26. Donna che salta la corda (1983) – disegno a colori, cm. 84x63. 27. Il gioco del yo-yo (1983) – disegno a colori, cm. 140x100. 28. Studio per Due figure in poltrona (1984) – disegno a colori, cm. 99x58. 29. Le amanti (1984) – disegno a colori, cm. 179x90. 30. Il grande urlo (1985) – disegno a colori su tavoli, cm. 216x117. 31. Bozzetto per i Coniugi del n. 7 (1985) – bronzo, cm. 39x25x48. 32. Atropo (1985) – disegno a colori, cm. 200x137. 33. Atropo – il fiore della notte (1985) – legno, cm. 165x65x130. 34. I nuotatori (1986) – disegno a colori, cm. 186x132.

BIOGRAFIA ARTISTA

Luciano Minguzzi nasce a Bologna nel 1911, a diciassette anni s’iscrive all’Accademia delle Belle Arti della sua città, dove studia sotto la guida di Ercole Drei per la scultura e di Giorgio Morandi per la parte grafica557. Nel 1934 vince una borsa di studio che gli consente di soggiornare per due mesi a Parigi e frequentare così i musei cittadini558. Nello stesso anno partecipa alla XIX Biennale di Venezia (alla quale parteciperà più volte e con una certa continuità) senza ottenere il riscontro sperato559. Tra gli anni ’30 e i ’50 approfondisce lo studio della plasticità del corpo umano e plasma donne, acrobati, giocolieri560. Nel ’35 è a Verona per prestare il servizio militare, dove approfondisce i suoi studi artistici, ed espone a Roma alla II Quadriennale riscuotendo in quest’occasione critiche lusinghiere561. Nel lustro successivo si ripresenta alla Biennale veneziana (1936), è nominato insegnante alla Scuola d’arte P. Selvatico di Padova (1937) e partecipa nuovamente alla Quadriennale (1939)562. Nel 1942 sono diversi gli avvenimenti importanti: riscuote un grande successo alla Biennale di Venezia, dove gli è riservata una sala personale, con la scultura Ritratto della madre, mentre l’anno successivo si trasferisce a Bologna per motivi di

557 AA.VV., Minguzzi, cit., p. 85. 558 L. Minguzzi, Diritti e rovesci, Verona, 1996, p. 90. 559 M. Zattini (a cura di), Luciano Minguzzi: sinestesie & coscienza, Cesena, 2005, p. 23. 560 C. Pirovano, Minguzzi Sculture, Milano, 2002, p. 70. 561 AA.VV., Minguzzi, cit., p. 85. 562 Ibidem.

214 insegnamento, vince il terzo premio alle IV Quadriennale di Roma ed esce la sua prima monografia563. Da questo momento in poi Minguzzi trova la fama e la celebrazione partecipando a diverse mostre e rassegne d’arte e vincendo il premio per la scultura della Galleria della Spiga a Milano (1946)564. Nel 1948 torna a Parigi e vi si ferma per sei mesi, in quel periodo conosce Giacometti, Birolli, Guttuso, Cassinari e altri artisti565. Dal 1951 fino al 1975 è titolare della cattedra all’Accademia di Brera di Milano566. Gli anni ’50 vedono Minguzzi impegnato su più fronti tra la creazione di opere ed esposizioni collettive e personali, prende parte tra le tante alla XXV Biennale di Venezia (1950-1952), alla I Biennale di San Paolo del Brasile (1951), espone a Rottendam (1954), alla Galleria del Milione (1955-1958-1965), a Londra (1955), a New York (1955), alla VII Quadriennale di Roma (1956) e a molte altre567. Nel 1958 Minguzzi vince il concorso per la realizzazione della V porta del Duomo di Milano, che è inaugurata nel 1965568. Nel 1960 è nominato accademico nazionale di S. Luca, uno dei massimi riconoscimenti italiani agli artisti più meritevoli569. I decenni successivi procedono sulla scia dei precedenti e la carriera dell’artista è costellata di premi e riconoscimenti anche all’estero, in Europa e oltreoceano. Nelle sculture degli anni ’80 e ’90 Minguzzi affronta e si concentra sul tema del mito e del ricordo, in quei momenti l’attività grafica si fa più intensa e realizza numerosi disegni dai colori accesi e vigorosi570. Nel 1989 realizza la porta di legno di una chiesa a Porto Cervo e più tardi le formelle della porta della Chiesa di S. Fermo Maggiore a Verona571. Fino alla fine la sua attività creativa è instancabile: continua a realizzare mostre e a creare opere pubbliche per varie committenti. Nel 1996 è inaugurato il Museo Minguzzi a Milano, con l’obiettivo di raccogliere materiale documentario sull’artista.

Luciano Minguzzi muore nel 2004 a Milano.

563 Ivi, p. 86. 564 Ibidem. 565 Ibidem. 566 Ivi, p. 87. 567 Ibidem. 568 G. A. Sannazzaro, Le porte di bronzo del duomo di Milano, Milano, 1991, p. 92. 569 AA.VV., Minguzzi, cit., p. 87. 570 F. Butturini (a cura di), Minguzzi: sculture e disegni, Verona, Ed. d’arte Ghelfi, 1999, p. 200. 571 C. Pirovano, Minguzzi. La porta di S. Fermo Maggiore a Verona, Verona, Ed. d’arte Ghelfi, 1997.

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FOTOGRAFIE

Figura 127 - Locandina mostra di Minguzzi (1986).

Figura 128 – Minguzzi, Due figure in poltrona (1974-80). Figura 129 - Minguzzi, Studio per due figure in poltrona (1984).

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Figura 130 - Minguzzi, Il grande urlo (1985). Figura 131 - Minguzzi, Dafne (1981-84).

Figura 132 - Minguzzi, Le parche - I fiori della notte (1982-84).

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Mostra personale di artisti “minori”

3.6.3 Mostra personale di Mauro Reggiani (1987)

TIPOLOGIA DI MOSTRA Arte contemporanea, pittura, personale TITOLO Mauro Reggiani LUOGO Galleria civica d’arte moderna, Palazzo dei Diamanti DATA 27 giugno – 4 ottobre 1987 CURATORI Franco Farina ARTISTA Mauro Reggiani OPERE 108 opere PROGETTO DI Franco Farina ENTE PROMOTORE Comune di Ferrara IN COLLABORAZIONE CON Elena Pontiggia CON IL PATROCINIO DI - RESPONSABILE DEL PROGETTO Franco Farina COMITATO SCIENTIFICO Elisabetta Lopresti, Nella Martinelli, Maurizia Ghelli, Silvia Palombi MUSEI / SOGGETTI PRESTATORI Collezionisti privati PROGETTO ALLESTIMENTO Franco Farina CATALOGO AA.VV., Mauro Reggiani, cat. Mostra Galleria Civica d’arte Moderna, Palazzo dei Diamanti (27 giugno – 4 ottobre 1987), Cento:Fe, Siaca, 1987.

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PROGETTO DELLA MOSTRA

La mostra su Mauro Reggiani si pone come omaggio all’artista modenese scomparso sette anni prima. In precedenza, al Palazzo dei Diamanti, gli era già stata dedicata una mostra antologica nel 1977-78, allestita quando ancora era in vita per testimoniare l’importanza delle sue ricerche artistiche572.

La presente rassegna non vuole costituire una ripetizione della mostra antecedente ma desidera rappresentare un ulteriore tributo a uno dei più grandi artisti dell’arte italiana573. Farina precisa perché la scelta sia ricaduta proprio su Reggiani: “[…] Il suo curriculum, per attività svolte, partecipazioni, mostre effettuate e per l’interesse critico sollevato, è tale che non lascia dubbi di sorta circa la validità della sua ricerca e della sua problematica, entrambe affrontate con molta chiarezza risolte in termini artistici”574. Realizzare una mostra posteriore dell’artista significa poter tirare le somme di un’intera carriera artistica e mostrare al pubblico la valenza e l’importanza di un tale discorso artistico, che aveva già avuto modo di iniziare qualche anno prima.

ARTICOLAZIONE DELLA MOSTRA

Le opere esibite provengono in gran parte dall’esposizione organizzata dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano dal titolo La gioia della riflessione e curata da Elena Pontiggia, ma nell’edizione ferrarese si integra il corpus espositivo con altre opere scelte personalmente da Farina575. Si tratta di trenta opere su carta tra cui: acquerelli, pastelli, collages, serigrafie e xilografie, che sono state aggiunte per ampliare la parte dei disegni e della grafica di Reggiani al fine di comprendere come queste rivestano una parte non minoritaria della sua produzione artistica.

Le opere di Reggiani sono improntate con un rigore irreprensibile che non lascia adito a fantasia e immaginazione, si tratta di lavori razionali e poetici insieme, le forme sono organizzate nello spazio e si integrano perfettamente con le scelte cromatiche delle sue figure, raggiungendo così un equilibrio sottile e significante nel suo complesso576. Questo tipo d’impostazione si riscontra tanto

572 F. Farina, in AA.VV., Mauro Reggiani, cat. Mostra Galleria Civica d’arte Moderna, Palazzo dei Diamanti (27 giugno – 4 ottobre 1987), Cento:Fe, Siaca, 1987, p. 1. 573 Ibidem. 574 Ibidem. 575 Ibidem. 576 Ibidem.

219 nelle sue opere grafiche quanto nelle tele. Il disegno per Reggiani si configura come un prima, nell’atto di progettazione stessa dell’opera, ma si può porre anche come un poi, nel quale si concretizzano alcuni aspetti fondamentali del dipinto577. Nella produzione dell’artista ci sono opere su carta che non hanno avuto un riscontro nelle pitture, come nel caso della figurazione cubista degli anni ’30, o delle chine del periodo di guerra578. Entrando nello specifico dell’attività grafica, questa è stata molto intensa e, in particolare il procedimento serigrafico diventa la tecnica più congeniale a Reggiani dagli anni ’70 in poi579.

Farina spiega come porsi davanti a queste opere e cosa dev’essere ricercato: “[…] Chi cercasse motivazioni fuori dal contesto di ogni singola opera commetterebbe un errore grossolano e non trarrebbe alcun insegnamento dall’incontro con l’opera di Mauro Reggiani, in quanto i valori da ricercare sono intrinseci, sono nell’opera stessa poiché l’astrattismo privilegia appunto lo specifico pittorico”580. Gli spettatori devono porre l’attenzione all’interno dell’opera e analizzarla attraverso alcuni elementi importanti, come la luce che attraversa lo spazio, il colore e le figure geometriche; la combinazione particolare tra questi rende unica l’opera stessa581.

OPERE ESPOSTE

1. Ritratto di Ines (1926) – matita, 19x24 cm 2. Colline modenesi (1932) – acquarello, 13.1x28 cm 3. Colline modenesi con lago (1932) – acquarello, 18.8x28 cm 4. Ritmo geometrico (1932-73) – serigrafia, 84x66 cm 5. Composizione (1933) – seppia e sanguigna, 26x28 cm 6. Composizione (1934) – china e sanguigna, 32.8x44 cm 7. Composizione (1934) – acquaforte, 19.4x13 cm 8. Composizione R 1-34 (1934) – acquaforte, 7x11.3 cm 9. Composizione R 2-34 (1934-35) – acquaforte, 8.5x14 cm 10. Composizione R 35 (1935) – acquaforte, 14.5x22.2 cm 11. Composizione 5S (1935) – xilografia, 14.1x23.5 cm 12. Composizione 7S (1935) – xilografia, 10.7x18 cm 13. Composizione 3S (1936) – xilografia, 10.7x18 cm 14. Composizione R 36 (1936) – acquaforte, 10.2x13 cm 15. Figura femminile (1938) – matita, 37.5x26 cm 16. Figura femminile (1938-39) – carboncino, 39x29 cm

577 E. Pontiggia (a cura di), Mauro Reggiani: la gioia della riflessione, cat. Mostra Milano 1987, Milano, Mazzotta, 1987, p. 11. 578 Ibidem. 579 Ivi, p. 14. 580 F. Farina, in AA.VV., Mauro Reggiani, cit., p. 1. 581 Ibidem.

220

17. Testa di bambina (1938) – matita, 31x21 cm 18. Composizione (1939) – china, 32x24.7 cm 19. Composizione (1940) – china, 15.5x19.5 cm 20. Alberi (1941) – china, 12.5x19 cm 21. Composizione (1948) – acquaforte, 37.5x50 cm 22. Composizione (1950) – tempera, 28x40 cm 23. Composizione (1950) – pastello, 40x28 cm 24. Composizione (1950) – china, 53x48 cm 25. Composizione (1950) – matita, 48x33 cm 26. Composizione (1950) – acquarello, 22.5x32.3 cm 27. Composizione (1950) – matita e pastello, 46.5x32 cm 28. Composizione (1951) – tempera, 39.5x122 cm 29. Composizione (1951) – matita e pastello, 83x89 cm 30. Bozzetto per vetrata (1952) – acquarello, 59x37 cm 31. Bozzetto per vetrata (1952) – acquarello, 57x37.6 cm 32. Composizione (1952) – china, 70x50 cm 33. Composizione (1953) – acquarello e collage, 31x18.5 cm 34. Composizione (1953) – acquarello, 19.5x8 cm 35. Composizione (1953) – carboncino, 15.7x38 cm 36. Composizione (1953) – pastello e carboncino, 20x37.5 cm 37. Composizione (1953) – tempera, 28x35 cm 38. Composizione (1953) – acquarello, 19.5x13 cm 39. Cartone per arazzo (1954) – tempera su carta intelata, 160x130 cm 40. Composizione (1954) – acquarello, 27x37 cm 41. Composizione (1954) – acquarello, 13x16 cm 42. Composizione 61 (1954) – xilografia a 3 colori, 27.3x21.1 cm 43. Composizione (1954) – pastello, 49.5x36 cm 44. Composizione (1954) – tempera e china, 28x22 cm 45. Composizione (1954) – collage, 23x12 cm 46. Composizione (1958) – tempera, 14.5x19.4 cm 47. Composizione (1955) – acquarello, 25x35.5 cm 48. Composizione (1962) – acquarello, 33x24 cm 49. Bozzetto per vetrata (1962) – tempera su carta intelata, 45x45 cm 50. Composizione (1962) – acquerello, 22.5x22 cm 51. Composizione (1964) – tempera, 49x37 cm 52. Composizione (1964) – tecnica mista, 31x21 cm 53. Composizione (1966) – tempera, 18x19 cm 54. Composizione (1967) – tempera, 21x19 cm 55. Composizione (1968) – collage, 40x39.5 cm 56. Composizione (1969) – tecnica mista, 24x18.5 cm 57. Composizione (1969) – acquarello, 16x11 cm 58. Composizione (1969) – acquarello, 35x25 cm 59. Composizione (1970) – tempera e collage, 29.5x29.5 cm 60. Composizione (1970) – tecnica mista, 48x43.5 cm 61. Composizione (1971) – tempera, 51x38 cm 62. Composizione (1973) – serigrafia a 6 colori, 37.5x33 cm 63. Composizione (1973) – collage, 22.2x15.5 cm 64. Composizione (1973) – tempera, 48x32 cm 65. Composizione (1972) – tempera, 55x49 cm 66. Composizione (1973) – collage, 48.5x35.4 cm 221

67. Composizione (1973) – collage, 25x25 cm 68. Reticolo (1973) – tempera, 43x31 cm 69. Composizione (1974) – collage, 41x41 cm 70. Composizione (1974) – tecnica mista, 24x24 cm 71. Composizione (1975) – tempera, 45x42 cm 72. Composizione (1975) – collage, 47x60.5 cm 73. Composizione (1975) – collage e tempera, 31x47 cm 74. Composizione (1976) – tempera e collage, 27.5x32.5 cm 75. Composizione (1977) – tempera e collage, 37.5x42 cm 76. Composizione n. 1 (1978) – tempera e collage, 47.5x47.5 cm 77. Composizione (1979) – serigrafia collage a 9 colori, 50x47 cm 78. Composizione (1979) – tempera, 58x58 cm

Integrazione della mostra ferrarese:

1. Composizione (1940) – china, cm. 24x22.2 2. Composizione (1950) – acquarello, cm. 33.5x50 3. Composizione (1950) – acquarello, cm. 37x27 4. Composizione (1950) – pastello intelato, cm. 51x31 5. Composizione (1954) – acquarello, cm. 19x28 6. Composizione n. 8 rosso-giallo (1957) – collage intelato, cm. 51x69 7. Composizione (1962) – acquarello intelato, cm. 28.5x22.5 8. Composizione (1964) – acquarello, cm. 23x17 9. Composizione (1964) – acquarello, cm. 20.3x18.5 10. Composizione 6S (1934-35) – xilografia, cm. 14x19.8, editore Scheiwiller, Milano, 1968, stampatore Allegretti, Milano 11. Composizione D1 (1971) – serigrafia a 10 colori, cm. 61x50, editore Dialogo, Milano, stampatore Upiglio, Milano 12. Composizione D3 (1971) – serigrafia a 4 colori, cm. 61x50, editore Dialogo, Milano, stampatore Upiglio, Milano 13. Composizione D2 (1971) – serigrafia a 7 colori, cm. 61x50, editore Dialogo, Milano, stampatore Upiglio, Milano 14. Composizione D5 (1971) – serigrafia a 7 colori, cm. 61x50, editore Dialogo, Milano, stampatore Upiglio, Milano 15. Composizione D4 (1971) – serigrafia a 9 colori, cm. 61x50, editore Dialogo, Milano, stampatore Upiglio, Milano 16. Composizione D8 (1971) – serigrafia a 8 colori, cm. 61x50, editore Dialogo, Milano, stampatore Upiglio, Milano 17. Composizione D6 (1971) – serigrafia a 8 colori, cm. 61x50, editore Dialogo, Milano, stampatore Upiglio, Milano 18. Composizione D7 (1971) – serigrafia a 3 colori, cm. 61x50, editore Dialogo, Milano, stampatore Upiglio, Milano 19. In quarto (12 tavole) (1974) – serigrafia a 2 colori, cm. 20x20, editore e stampatore Lucini, Milano 20. Composizione 5-35 (1976) – serigrafia a 4 colori, cm. 61x75, editore La Rosa Baralis, Torino, stampatore Montali, Milano 21. Composizione 36 (1976) – serigrafia a 3 colori, cm. 61x75, editore La Rosa Baralis, Torino, stampatore Montali, Milano 22. Composizione 2-37 (1976) – serigrafia a 6 colori, cm. 61x75, editore La Rosa Baralis, Torino, stampatore Montali, Milano 222

23. Composizione 63 (1976) – serigrafia a 2 colori, cm. 61x75, editore La Rosa Baralis, Torino, stampatore Montali, Milano 24. Composizione 25-63 (1976) – serigrafia a 5 colori, cm. 61x75, editore La Rosa Baralis, Torino, stampatore Montali, Milano 25. Composizione 7-69 (1976) – serigrafia a 5 colori, cm. 75x61, editore La Rosa Baralis, Torino, stampatore Montali, Milano 26. Composizione 25-72 (1976) – serigrafia a 3 colori, cm. 75x61, editore La Rosa Baralis, Torino, stampatore Montali, Milano 27. Composizione 30-74 (1976) – serigrafia a 6 colori, cm. 61x75, editore La Rosa Baralis, Torino, stampatore Montali, Milano 28. Composizione 75 (1976) – serigrafia a 6 colori, cm. 61x75, editore La Rosa Baralis, Torino, stampatore Montali, Milano 29. Serigrafia Palazzo dei Diamanti (1977) – serigrafia a 6 colori, cm. 81.5x65, editore e stampatore Berardinelli, Verona, Comune di Ferrara 30. Composizione 15-73 (1976) – serigrafia a 5 colori, cm. 75x61, editore La Rosa Baralis, Torino, stampatore Montali, Milano

BIOGRAFIA ARTISTA

Mauro Reggiani nasce a Nonantola, nel modenese, nel 1897. Dal 1914 al 1917 si forma all’Accademia delle Belle Arti di Modena e tra il 1917 e il 1919 è arruolato in guerra582.

Dopo il primo conflitto bellico studia all’Accademia di Firenze e dal 1925 si trasferisce a Milano, dove frequenta Carrà, Funi e Marussig583. In più occasioni si reca a Parigi, dove nel 1926 conosce le opere di Cézanne, e nel 1930 incontra Kandinsky, Arp, Magnelli, Gris ed Ernst, personalità che influiscono sulla sua visione pittorica e stilistica, facendogli compiere un’evoluzione dal cubismo verso l’abbandono del figurativo584.

Nel 1934 prende parte alla prima mostra dell’astrattismo italiano presso la Galleria Il Milione a Milano ed è tra i fondatori del movimento firmando il relativo manifesto, da questo momento in poi la sua ricerca si indirizza verso un rigoroso astrattismo di matrice geometrica585. L’anno successivo inizia l’insegnamento presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera, espone nella Galleria di Casorati e Paulucci e, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, è presente alle maggiori rassegne artistiche anche internazionali586. Durante la guerra la produzione creativa di Reggiani si

582 E. Pontiggia (a cura di), Mauro Reggiani: la gioia della riflessione, cit., p. 89. 583 Ibidem. 584 Ibidem. 585 Ibidem. 586 Ivi, p. 90.

223 interrompe, riprendendo solo con l’esposizione assieme al gruppo di Dorfles, Munari, Rho, Radice e Soldati.

Nel dopoguerra prosegue le proprie ricerche astratte e aderisce al movimento MAC, di cui diventa presidente tra il 1954 e il 1955587. Negli anni ’50 e ’60 l’artista raggiunge il successo: partecipa nel 1960 alla mostra Construction and Geometry in Painting a New York, è premiato alla VI Biennale di Venezia (1965) e nello stesso anno si aggiudica anche il premio della IX Quadriennale romana588. Nel 1967 gli è assegnata la medaglia d’oro dal presidente della Repubblica “per la scuola, la cultura e l’arte”589.

Mauro Reggiani muore nel 1980 nella sua abitazione a Milano.

FOTOGRAFIE

Figura 133 – Reggiani, Ritmo geometrico (1932-73). Figura 134 - Reggiani, Composizione (1970).

587 Ivi, p. 89. 588 Ivi, p. 90. 589 Ivi, p. 89.

224

Figura 135 - Reggiani, Composizione 2-37 (1976). Figura 136 - Reggiani, Composizione (1977).

Figura 137 - Reggiani, Serigrafia Palazzo dei Diamanti (1977). Figura 138 - Reggiani, Composizione (1979).

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Mostra collettiva

3.6.4 Mostra collettiva Black and White (1989)

TIPOLOGIA DI MOSTRA Arte contemporanea, pittura, scultura, collettiva TITOLO Black and White LUOGO Padiglione d’arte Contemporanea, Palazzo Massari DATA 22 novembre – 8 dicembre 1989 CURATORI Franco Farina, Getulio Alviani, Angela Vettese ARTISTI Yaacov Agam, , Getulio Alviani, Richard Anuszkiewicz, Marina Apollonio, Mario Ballocco, Henryk Berlewi, Max Bill, , Sergio Camargo, Enrico Castellani, Andreas Christen, Gianni Colombo, Toni Costa, Ad Dekkers, Lucio Fontana, Ellsworth Kelly, Julije Knifer, Imre Kocsis, Julio Le Parc, Peter Lowe, Wolfgang Ludwig, Enzo Mari, Almir Mavignier, Francois Morellet, Marcello Morandini, Bruno Munari, Bridget Riley, Paolo Scheggi, Jesus Soto, Ettore Spalletti, Fausta Squatriti, Jeffrey Steele, Paul Talmann, Victor Vasarely, Gerhard Von Graevenitz, Ludwig Wilding, Ryszard Winiarski.

OPERE 38 opere PROGETTO DI Franco Farina ENTE PROMOTORE Comune di Ferrara IN COLLABORAZIONE CON Tommaso Fontana, Piero Marinoni, Fernanda Marzuttini, Attilio Seno CON IL PATROCINIO DI - RESPONSABILE DEL PROGETTO Franco Farina COMITATO SCIENTIFICO - MUSEI / SOGGETTI PRESTATORI - PROGETTO ALLESTIMENTO Franco Farina CATALOGO Farina F., Vettese A., Alviani G. (a cura di), Black and White, cat. Mostra Padiglione d’arte Contemporanea, Palazzo Massari (22 novembre – 8 dicembre 1989), Cento:Fe, Siaca, 1989.

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PROGETTO DELLA MOSTRA

La mostra Black and White, idealmente potrebbe comprendere la quasi totalità degli artisti visivi, in quanto di concetto la maggior parte delle opere è creata sulla carta, il disegno, lo schizzo, il progetto sono realizzati in bianco e nero590. In questo stadio si viene a formare il contrasto tra poli negativi e positivi, e secondo Vettese: “[…] la riduzione dell’immagine, invece, ai suoi valori di chiaro e di scuro, di assenza e di presenza del segno, risponde alle esigenze formali di un’estetica razionalista e kantiana”591. Scendendo nel particolare, le opere selezionate per la mostra sono essenzialmente quelle in cui il bianco e nero mette in luce i valori strutturali dell’opera stessa, come rileva Vettese: “[…] La struttura di un’immagine, così come quest’arte in bianco e nero la porta in luce e la rende protagonista, è appunto quel reticolo di linee di forza che ne tiene le redini e che la risolve in un insieme necessario, semplificandone i termini ed escludendo che essa si manifesti come un casuale agglomerato di segni”592.

La mostra si colloca coerentemente nel piano di divulgazione di movimenti artistici contemporanei a Ferrara, con l’obiettivo di incrementare il bagaglio culturale dei visitatori e porre loro in un continuo rapporto dialettico con una tipologia di arte non di facile comprensione e di scarsa diffusione.

ARTICOLAZIONE DELLA MOSTRA

Nella presente mostra sono presentate trentotto opere di altrettanti artisti, sia di nazionalità italiana sia straniera, affermati e noti già al pubblico, ma non solo. I lavori presentati risalgono tutti tra gli anni ’50 e ’80 del novecento, coprendo un periodo piuttosto ampio di studio, ricerca e maturazione dei risultati esposti. In questi è possibile identificare delle analogie, tutti gli artisti propongono opere dove l’immagine è ridotta all’essenziale: si preferisce la linea e si opera una semplificazione sintattica, questo in seguito alla ripresa della ricerca costruttiva operata negli anni ’50593. Questa logica poteva essere interpretata in due modi, in senso costruttivo o percettivo: la prima sfocia in un’arte di forte impronta matematica, la seconda invece conduce all’arte optical e,

590 A. Vettese, in F. Farina, A. Vettese, G. Alviani (a cura di), Black and White, cat. Mostra Padiglione d’arte Contemporanea, Palazzo Massari (22 novembre – 8 dicembre 1989), Cento:Fe, Siaca, 1989, p. 1. 591 Cfr. A. Vettese, in F. Farina, A. Vettese, G. Alviani (a cura di), Black and White, cit., p. 1. 592 Ibidem. 593 Ibidem.

227 attraverso questa, al cinetismo. Il dato che accumuna entrambi gli sviluppi è la cancellazione di ogni richiamo all’espressività individuale, preferendole lo studio dei dati oggettivi dell’immagine594.

Indagando la prima componente, vale a dire la ricerca costruttiva, alcuni degli artisti dimostrano di essersi approcciati inizialmente a queste ricerche soprattutto nel periodo tra le due guerre, quando il Bauhaus rappresentava uno degli esempi più esplicativi dell’identificazione tra la struttura dell’opera e la sua funzione. Albers negli anni ’30 compie le sue indagini in bianco e nero e, a tal proposito, Vettese afferma: "[…] In Albers avanza la consapevolezza dell’opera come fatto meramente conoscitivo, da un lato, e dall’altro come stimolo a una risposta percettiva”595. Le ricerche nell’artista matureranno fino a giungere, nel secondo dopoguerra, alle Structural constellation, dove convive la vocazione matematica del disegno e quella ottica che, intrecciandosi, danno vita a un inganno percettivo che si svolge su un solo piano, spingendo l’occhio ad allungarsi nello spazio596. Sempre appartenente alla corrente costruttiva anche Max Bill, suo iniziatore e principale esponente, che utilizza come elementi basilari delle sue composizioni: il carattere rettilineo, obliquo, circolare della linea o il peso visivo di una massa597. Nell’opera di Berlewi, invece, i dodici quadrati sono posizionati su due file e riportano, lavorando per sottrazione e inversione di positivo e negativo, ventitré righe nere su fondo bianco; procedimento analogo anche per Mavignier che combina tra loro due fasce composte di piccoli punti sfumati al centro o ai lati, formando così otto quadrati alternati con contorni definiti o sfumati598.

Per quanto riguarda la ricerca sulla percezione visiva, il bianco e nero si presta come medium ideale per mettere a fuoco le norme e le deviazioni più comuni della stessa e le opere di questa tipologia si presentano come strutture di ripetizione di un segno o come sistemi seriali in cui l’aumento della complessità del motivo corrisponde a un proporzionale innalzarsi dell’ordine stesso che lo regola599. L’indagine sulla percezione visiva però non sarebbe possibile senza quella costruttiva, Vettese chiarisce: "[…] in quanto è chiaro che anche la disamina del fenomeno visivo si avvale soprattutto di immagini fortemente matematizzate; spesso le opere di Mavignier, di Riley,

594 Ibidem. 595 Ibidem. 596 Ibidem. 597 A. Vettese, in F. Farina, A. Vettese, G. Alviani (a cura di), Black and White, cit., p. 2. 598 Ibidem. 599 Ibidem.

228 di Jeffrey Steele e di molti altri sono difficilmente collocabili in uno solo dei due ambiti”600. Viene, inoltre, ampliato il presupposto base dell’arte optical secondo cui la ricezione dell’opera da parte dello spettatore si configura come un’attività e non come mero atto passivo, Vettese precisa: "[…] L’introduzione del movimento nel ‘quadro’ si configura così come un’esplicitazione del movimento oculare e fisico, dello spostamento del punto di vista, che anche l’optical non cinetica presuppone da parte dello spettatore”601.

OPERE ESPOSTE

1. Yaacov Agam: Tableau transformable (1953), legno e metallo verniciati, cm. 61x76 2. Josef Albers: Structural constellation (1956), resopal, cm. 21.5x33 3. Getulio Alviani: Positivo negativo (1962/64), pittura su legno, cm. 65x455 4. Richard Anuszkiewicz: To Josef Albers II (1968), acrilico su masonite, cm. 48x48 5. Marina Apollonio: Dinamica circolare (1966/82), ferro verniciato, cm. 104x104x4 6. Mario Ballocco: Alternanze di contrasto (1962), olio su tela, cm. 80x80 7. Henryk Berlewi: Transformation der geraden bis zum quadratischen punkt, mechano-faktur, cm. 104x312 8. Max Bill: 22 (1953), marmo, cm. 78x58.5 9. Alexander Calder: Black on pyramid (1956), ferro dipinto, cm. 118x138x52 10. Sergio Camargo: releve 336 (1971), legno dipinto, cm. 61x50x4 11. Enrico Castellani: superficie bianca b (1979), tela estroflessa, cm. 102x150x5.5 12. Andreas Christen: Monoforma (1959-78), poliestere, cm. 30x30x6 13. Gianni Colombo: Spazio elastico intermutabile 2 doppie parallele (1973-76), legno verniciato acciaio e pvc, cm. 101x202 14. Toni Costa: Dinamica virtuale (1961-71), polietilene su legno, cm. 104x104 (diagonale) 15. Ad Dekkers: Cirkelvornige freesijn in cirkel (1972), poliestere, cm. 60 ø 16. Lucio Fontana: Concetto spaziale (1964), cartone, cm. 47.5x70 17. Ellsworth Kelly: Black (1964), tempera su carta, cm. 88x60 18. Julije Knifer: Sp. VIII 7 (1960-73), olio su tela, cm. 70x90.5 19. Imre Kocsis: O. III (1983-85), legno verniciato, cm. 200x32x32 20. Julio Le Parc: Continuel-mobil (1960-64), legno alluminio verniciati e pvc, cm. 98.5x40x8 21. Peter Lowe: Plus minus exhibition (4 elementi) (1976), legno verniciato 1 elemento, cm. 100x20x2.5 22. Wolfgang Ludwig: Kinematische malerei (1964), tempera su carta, cm. 55x110 23. Enzo Mari: Struttura 1219 a (1976), cartone fustellato, cm. 65.6x65.6 24. Almir Mavignier: Konkav-konvex (1969), serigrafia su pvc 3 superfici, cm. 85x30 25. Francois Morellet: 3 doubles trames (1958-75), pittura su legno, cm. 80x80 26. Marcello Morandini: Progressione formale (1965), legno verniciato, cm. 52x54x13 27. Bruno Munari: negativo-positivo (1953-84), legno laccato, cm. 60x60 28. Bridget Riley: Mouvement (1965), pittura su plaxiglas, cm. 60x78 29. Paolo Scheggi: Intersuperficie curva dal bianco (1966), 3 tele sovrapposte, cm. 100x70x5 30. Jesus Soto: Escritura (1974), legno dipinto e acciaio, cm. 102.5x200x13 31. Ettore Spalletti: Equilibrio (1970), legno verniciato e laccato, cm. 71x61.5x10

600 Ibidem. 601 Ibidem.

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32. Fausta Squatriti: Progetto per cubo (1987), acquarello cera e grafite su cartoncino, cm. 102x101, granito, cm. 14x14x14 33. Jeffrey Steele: Triangulation (1960), olio su tela, cm. 71x53.5 34. Paul Talmann (1965), laminato plastico da ping pong, cm. 55x55x3.5 35. Victor Vasarely: Sorata (1956), olio su legno, cm. 110x100 36. Gerhard Von Graevenitz: Kinetisches objekt 19 schwarze punkte auf weies (1965), ferro verniciato e motore, cm. 62 ø 37. Ludwig Wilding: Stereoskopisches bild psr. 85-7 (1979), plexiglas e pvc, cm. 85x85x6 38. Ryszard Winiarski: I. 100 10x10 (1978), acrilico su tela, cm. 100x100

FOTOGRAFIE

Figura 139 - Calder, Black on pyramid (1956). Figura 140 - Munari, Negativo-positivo (1953-84).

Figura 141 - Mari, Struttura 129 a (1976). Figura 142 - Mavignier, Konkav-konvex (1969). 230

Figura 143 - Fontana, Concetto spaziale (1964).

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Mostra collettiva

3.6.5 Mostra collettiva Figure dallo sfondo 2: magma / 10 anni dopo (1986)

TIPOLOGIA DI MOSTRA Arte contemporanea, pittura, scultura, collettiva TITOLO Figure dallo sfondo 2: magma / 10 anni dopo LUOGO Centro Attività Visive, Palazzo dei Diamanti DATA 8 marzo – 13 aprile 1986 CURATORI Franco Farina, Romana Loda ARTISTI Daniela Alastra, Daniela Barzaghi, Silvia Bertola, Lucia Buono, Viviana Buttarelli, Luigia Cappello, Lucilla Catania, Titti di Stefano, Maria Grazia Ferrari, Fukushi Ito, Fatma Lootah, Adele Lotito, Flavia Malacarne, Tiziana Mantovani, Annalisa Marini, Beatrice Marotta, Giuliana Natali, Laura Panno, Cristina Saccomani, Barbara Strathdee, Silvana Zambanini, Francesca Zoboli. OPERE 44 opere PROGETTO DI U.D.I. di Ferrara, Franco Farina ENTE PROMOTORE Comune di Ferrara IN COLLABORAZIONE CON Amministrazione Provinciale CON IL PATROCINIO DI Regione Emilia - Romagna RESPONSABILE DEL PROGETTO Franco Farina COMITATO SCIENTIFICO - MUSEI / SOGGETTI PRESTATORI - PROGETTO ALLESTIMENTO Romana Loda, Franco Farina CATALOGO Loda R. (a cura di), Figure dallo sfondo: magma / 10 anni dopo, cat. Mostra Centro Attività Visive, Palazzo dei Diamanti (8 marzo – 13 aprile 1986), Cento:Fe, Siaca, 1986.

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PROGETTO DELLA MOSTRA

La presente mostra è organizzata in occasione dell’8 marzo, Festa Internazionale della Donna, con l’obiettivo di individuare le problematiche e la condizione complessiva in cui lavorano le operatrici estetiche senza aver la pretesa di rappresentare esaustivamente il periodo in oggetto poiché troppo lungo e complesso602. Il titolo e la tipologia di rassegna non sono nuovi, era stata organizzata una precedente collettiva già nel 1984 intitolata Figure dallo Sfondo, nata congiuntamente dall’idea dell’U.D.I. di Ferrara603 e sposata da Farina. Il titolo rappresenta appieno la significazione della mostra come spiega il direttore: “[…] ‘Figure dallo Sfondo’ dove in senso emblematico dallo ‘sfondo’ socio-culturale del Paese avanzava nel mondo dell’arte la Donna occupando spazi sempre più vasti604.

La rassegna si colloca coerentemente all’interno del disegno artistico di Farina, che sceglie di approfondire in determinate circostanze e a più riprese il ruolo e lo spazio conquistato dalle donne in campo artistico. Sono state realizzate negli anni diverse esposizioni aventi per protagoniste figure femminili, solo per citarne alcune, Paola Forlani, Maria Camilla Pallavicini, Giosetta Fioroni, Titina Maselli, Luisa Bertani e altre.

Questa iniziativa ha riscontrato un discreto successo da parte della critica e del pubblico e per questo Farina ha deciso di rendere la manifestazione biennale, come chiarisce lui stesso, con l’obiettivo di: “[…] sopperire a carenze anche di carattere istituzionale e fare spazio alle emergenze che via via si affacciano alla ribalta artistica nazionale”605. Romana Loda, organizzatrice e curatrice della mostra ricorda che: “[…] questa Civica Galleria ha saputo dimostrare nel tempo una apertura programmatica ragguardevole. Inoltre ho valutato con interesse la dichiarata intenzione di trasformare la presente manifestazione in un appuntamento stabile con scadenza biennale, fato che, se correttamente sfruttato, potrebbe riservare interessanti possibilità di approfondimento ed espansione”606.

602 F. Farina, in R. Loda (a cura di), Figure dallo sfondo: magma / 10 anni dopo, cat. Mostra Centro Attività Visive, Palazzo dei Diamanti (8 marzo – 13 aprile 1986), Cento:Fe, Siaca, 1986. 603 U.D.I. (Unione Donne in Italia) nasce nel 1945 con l’obiettivo di conquistare leggi, strutture e servizi atti a raggiungere la piena libertà e autodeterminazione femminile, promuovendo una nuova cultura nei rapporti tra i generi. Realizza progetti artistici e culturali che possano portare al recupero della memoria e della storia delle donne. AA.VV., , 26/01/2016. 604 F. Farina, in R. Loda (a cura di), Figure dallo sfondo: magma / 10 anni dopo, cit. 605 Ibidem. 606 Dichiarazione espressa nel testo scritto di presentazione del catalogo della mostra del febbraio 1986 a Ferrara. R. Loda, in R. Loda (a cura di), Figure dallo sfondo: magma / 10 anni dopo, cit.

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ARTICOLAZIONE DELLA MOSTRA

La mostra rappresenta opere di un piccolo nucleo di giovani artiste selezionate, alcune delle quali con limitate esperienze espositive e altre ancora sconosciute, che mostrano gli esiti di un lavoro fino allora in pieno divenire607. Sono presenti artiste italiane ma anche straniere che vivono in Italia.

Le opere in mostra sono accompagnate da brevi presentazioni scritte dalle singole artiste con l’intento di fornire una traccia delle intenzioni estetiche e poetiche agli spettatori608. Da queste si evince che le poetiche sono differenti da un’artista all’altra: Alastra riproduce le trasparenze mai statiche dell’acqua reinterpretate nella rappresentazione della figura umana; Barzaghi attraverso le macchie ricerca ordine, chiarezza e luce; Buttarelli approfondisce il tema della memoria e crea immagini che ogni volta possano rievocare ricordi passati e dimenticati. Cappello, invece, non propone nessun racconto, non vuole esprimere alcun significato, ma lavora esclusivamente sulla materia per indagare le varie possibilità espressive; Lotito dipingendo indaga la sua mente, il suo stomaco, le sue contraddizioni, restituendo l’immagine di se stessa agli altri; Mantovani lega il proprio lavoro alle sue origini, alla sua terra natia, cioè la Pianura Padana e riproduce il macro dettaglio di crepe, sabbie, sassi, realizzando varie stratificazioni nelle sue tele; Saccomani opera, invece, sulle opposizioni di colore, di ritmo e di segno, ma non si tratta di contrasti netti e radicali in quanto questi trovano poi un equilibrio sulla tela decretando ‘pulizia’ dell’opera finale.

All’interno dell’esposizione ogni artista presenta due lavori, si tratta per lo più di opere appartenenti agli anni ’80 o meglio, comprese nel periodo che va dal 1983 al 1986. La maggior parte dei lavori sono realizzati su tela, non manca però qualche scultura, come nel caso di Catania, e opere create con utilizzo di tecniche miste come ad esempio il frottage, e l’utilizzo di supporti diversi.

L’obiettivo della rassegna, sottolinea Loda, è stato quello di esporre opere provocatorie, stimolanti che dessero la spinta verso un rinnovato entusiasmo e interesse verso l’arte delle donne, che non fosse visto solo come uno spazio offerto per mettere a tacere questo comparto, all’epoca ancora sottovalutata, ma che avesse il fine di portare alla luce le emergenze di questo mondo609.

607 Ibidem. 608 Ibidem. 609 Ibidem.

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OPERE ESPOSTE

Alastra:

1. Senza titolo (1985) – tecnica mista, cm. 200x280 2. Senza titolo (1985) – tecnica mista, cm. 100x280

Barzaghi:

1. Senza titolo (1985) – acrilico su carta, cm. 200x150 2. Senza titolo (1985) – acrilico su carta, cm. 200x150

Bertola:

1. Senza titolo (1985) – tempera e pastelli su tela, cm. 140x132 2. Senza titolo (1985) – olio e pastelli su tela, cm. 145x125

Buono:

1. Genesi ritmiche n. 2 (1985) – acrilico su juta, cm. 110x150 2. Genesi ritmiche (1985) – acrilico su juta, cm. 110x150

Buttarelli:

1. Senza titolo (1984) – tempera, acrilico, gesso, sabbia, cera, cm. 120x60 2. Senza titolo (1985) – carte, gesso, terra, cm. 60x120

Cappello:

1. Equilibri (1986) – terre, oroe ducotone su carta, cm. 200x100 2. Salomè (1986) – tempera e vernici su velina nera, cm. 75x240

Catania:

1. Colonna (1984) – altezza cm. 225 2. Monyema (1983) – altezza cm. 90

Di Stefano:

1. Squarci (1985) – acquarello, collage, pastello, cera, cm. 142x96 2. Squarci (1985) – tecnica mista, cm. 142x96

Ferrari:

1. Senza titolo (1985) – tecnica mista, cm. 200x210 2. Senza titolo (1985) – tecnica mista, cm. 200x210

Ito:

1. Nello spazio e nel tempo (1985) – tecnica mista su carta giapponese, cm. 190x97 2. Nello spazio e nel tempo (1985) – tecnica mista su carta giapponese, cm. 190x97

Lootah:

1. Senza titolo (1985) – tecnica mista, cm. 200x270 2. Senza titolo (1985) – tecnica mista, cm. 140x140

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Lotito:

1. Pietre taglienti (1985) – cera su tela, cm. 60x162 2. Gabbia (1985) – cera su tela, cm. 60x90

Malacarne:

1. Senza titolo (1985) – olio su tela, cm. 120x80 2. Senza titolo (1985) – olio su tela, cm. 120x80

Mantovani:

1. Primitive ‘aurea’ (1986) – acquarello su carta giapponese, cm. 96x128 2. Primitive ‘celeste’ (1986) – acquarello su carta giapponese, cm. 90x183

Marini:

1. Aquiluna (part. Dell’opera Teatramorfo) (1985) – ceramica, legno, cere colorate, cm. 30x20 2. Sibellencore (1985) – specchio, cartone, acrilico, cm. 74x46

Marotta:

1. Senza titolo (1985) – olio su tela, cm. 150x190 2. Senza titolo (1985) – olio su tela, cm. 150x100

Natali:

1. Il passaggio di Ofelia (1985) – tecnica mista su tela, cm. 122x222 2. Le rotte del pensiero (1985) – tecnica mista su tela, cm. 122x222

Panno:

1. Senza titolo (parte di 5 pannelli) (1985) – tecnica mista su tela, cm. 180x60 2. Senza titolo (1985) – tecnica mista, cm. 220x200

Saccomani:

1. Verticale bianca e nera (1986) – china, acquarello, tempera, matita, cm. 230x100 2. Verticali con colatura (1986) – china, acquarello, tempera, matita, cm. 230x100

Strathdee:

1. Blue soldier (1985) – tecnica mista, cm. 125x100 2. Pacific light (1985) – tecnica mista, cm. 125x123

Zambanini:

1. Viaggio dei petali (1985) – tecnica mista su tela, cm. 150x150 2. Natura pittura (1986) – tecnica mista su tela, cm. 230x155

Zoboli:

1. Geografia marina (1985) – cera, inchiostri e frottage su carta, cm. 170x180 2. Foglia (1985) – cera, inchiostri e frottage su carta, cm. 170x180

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FOTOGRAFIE

Figura 144 - Alastra, allestimento di due opere (Senza titolo, 1985). Figura 145 - Ferrari, Senza titolo (1985).

Figura 146 - Natali, Il paesaggio di Ofelia (1985).

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Figura 147 - Buono, Genesi ritmiche (1985).

Figura 148 - Zambanini, Natura pittura (1986).

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4. Oltre le mostre di Palazzo dei Diamanti: omaggi e revival

L’intensa attività espositiva intrapresa da Farina per la città di Ferrara, ha generato negli anni a venire, e dopo il termine del suo mandato, alcuni episodi di revival, rivisitazioni e omaggi alle mostre passate, tramite l’organizzazione di rassegne che ripercorrevano la stessa tematica, o allestimento delle precedenti. Avvenimenti rilevanti per stabilire l’importanza o l’ampiezza della ricaduta artistica generata dopo i trent’anni d’oro di Palazzo dei Diamanti e quanto sia stata efficace e capillare la diffusione dell’arte contemporanea tra il pubblico. La riedizione di mostre oppure la riproposizione di allestimenti e temi è dovuta in parte all’instancabile attività espositiva intrapresa da Farina ma al contempo alla presa di coscienza che l’arte contemporanea ormai è assimilata nella vita di tutti i giorni, è contingente e una sua parte è ormai storicizzata.

Entrando nello specifico si citano solo alcune esposizioni ‘omaggio’ realizzate, perché più recenti, alcune delle quali addirittura contemporanee alla presente stesura, senza aspirare alla completezza, in quanto uno studio più approfondito e vasto dovrebbe essere intrapreso analizzando fonti provenienti anche fuori la provincia ferrarese. Le rassegne in questione si collocano geograficamente all’interno della stessa regione e, in alcuni casi, della stessa città, come riconoscimento implicito, ma talvolta anche esplicito, e apprezzamento nei confronti di esposizioni che hanno avuto la loro importanza a Ferrara e come spunto dl quale partire per ampliare il discorso. Sono state, infatti, organizzate, privatamente da gallerie, delle mostre basate su quelle prima allestite al Diamanti, non si tratta solo di una copiatura del progetto antecedente, ma di una riproposizione di alcuni aspetti come l’allestimento, l’ulteriore approfondimento di artisti e tematiche. Un esempio è rappresentato dalla mostra curata da Lucio Scardino presso la Galleria Benini di Ferrara, intitolata Andy Warhol: Red Carpet (15 novembre – 14 dicembre 2008), che ha riproposto il nucleo delle opere esposte già nel 1975 nella rassegna curata da Warhol e Farina, Ladies and gentlemen, ma ampliato e integrato da altri lavori. La mostra era composta di diciotto opere risalenti agli ultimi dieci anni di attività dell’artista e rappresentava ritratti di soggetti e oggetti eterogenei come le dive cinematografiche, pistole, fiori, rinoceronti e dieci opere del cosiddetto ‘ciclo’ delle drag queen afroamericane presentate nel '75 a Ferrara610. L’intento della mostra, esplicitato anche nell’introduzione del relativo catalogo da Laura Benini, consisteva in una sorta di ritorno al passato, una rievocazione della mostra in precedenza allestita per rendere

610 L. Scardino (a cura di), Andy Warhol: red carpet, Ferrara, Liberty House, p. 1.

239 omaggio il ‘principe della Pop Art’, Warhol611. Alla mostra fu invitato anche Farina che compare anche in un’intervista all’interno del catalogo della mostra del 2008612. Di seguito si riporta la recensione della mostra e del catalogo curati da Lucio Scardino.

Figura 149 – Articolo di G. Muscardini, mostra Andy Warhol. Red carpet (2008), Cronaca Comune di Ferrara, 23/02/2009 (ed. online http://www.cronacacomune.it/notizie/8229/la-segnalazione-emandy-warhol-red-carpetem-a-cura-di-lucio-scardino.html).

611 Ivi, p. 2. 612 Ivi, p. 87.

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Procedendo nella citazione, è stata allestita e inaugurata il 25 gennaio 2016 una mostra dedicata sempre all’artista americano, organizzata presso la Galleria Cavour di Bologna, e intitolata Andy Warhol. Ladies and gentlemen 1975-2016 (25 gennaio – 2 febbraio 2016), anche in questa rassegna il rimando alla precedente esposizione ferrarese del 1975 è chiara e resa esplicita negli articoli di comunicazione dell’evento stesso, dove si cita che l’allestimento è riprodotto dalla mostra curata da Warhol in precedenza613. Anche in quest’occasione sono riproposte le opere viste al Diamanti che hanno per protagonisti travestiti di colore614. La mostra è gratuita e visitabile solo per un breve periodo. Di seguito alcune foto scattate da Vito Montemurro durante l’allestimento e pubblicate on line sul sito della Galleria Cavour e l’articolo di presentazione della mostra pubblicato su Il Resto del Carlino di Bologna a gennaio 2016.

Figura 150 - Allestimento mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen 1975-2016, Galleria Cavour, Bologna, (Ph Vito Montemurro).

Figura 151 - Allestimento mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen 1975-2016, Galleria Cavour, Bologna, (Ph Vito Montemurro).

613 Come da articolo di giornale: P. Pacoda, Signori e signore ecco a voi Andy Warhol, in Il Resto del Carlino di Bologna, (21/01/2016). 614 P. Pacoda, Signori e signore ecco a voi Andy Warhol, in Il Resto del Carlino di Bologna, (21/01/2016).

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Figura 152 –Articolo di P. Pacoda, mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen 1975-2016, Il Resto del Carlino di Bologna (21/01/2016).

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La terza mostra citata, dedicata all’attività sperimentale del Centro Videoarte, intitolata Videoarte a Palazzo dei Diamanti: 1973-1979. Reenactment (26 settembre – 18 ottobre 2015) e curata dall’allora responsabile Lola Bonora, si è svolta tra settembre e ottobre del 2015 ed è stata allestita presso la Sala Benvenuto Tisi da Garofalo a Palazzo dei Diamanti615. La rassegna ha ripercorso le tappe iniziali delle esposizioni del Centro Videoarte e ha proiettato video restaurati e finalmente visibili che riguardano artisti che sono intervenuti durante gli anni ’70 con performances, installazioni e altro616. Gli artisti rappresentati sono stati: Marchegiani Elio, Fabrizio Plessi, Cintoli Claudio, Zoccola Claudio, Lazzarini Lorenzo, Kubish Christina e Giuman Giuliano617. La mostra revival in questo caso è stata curata dalla stessa persona che lavorò a fianco a fianco con Farina per quasi trent’anni, Lola Bonora, e si pone come memoria storica e mezzo divulgativo degli esiti artistici di un periodo florido per la sperimentazione di un genere come la Videoarte a Ferrara. Di seguito si cita un articolo uscito su La Nuova Ferrara il 25 settembre 2015, il giorno prima dell’inaugurazione della mostra, cui ha partecipato anche il Maestro Farina, e una foto degli allestimenti interni618.

Figura 153 – Allestimento sala Mostra Videoarte a Palazzo dei Diamanti: 1973-1979. Reenactment (2015).

615 AA.VV., Videoarte a Palazzo dei Diamanti. 1973-1979, , 28/01/2016. 616 AA.VV., Videoarte a Palazzo dei Diamanti. 1973-1979, , 28/01/2016. 617 AA.VV., Opere in mostra, , 28/01/2016. 618 AA.VV., Allestimento, , 28/01/2016.

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Figura 154 - Particolare dell'allestimento Videoarte a Palazzo dei Diamanti. 1973-1979 Reenactment (2015), tavolo-teca porta documenti (Ph Dino Buffagni).

Figura 155 - Particolare dell'allestimento Videoarte a Palazzo dei Diamanti. 1973-1979. Reenactment (2015), macchina da ripresa (Ph Dino Buffagni).

Figura 156 - Particolare allestimento mostra Videoarte a Palazzo dei Diamanti. 1973-1979. Reenactment (2015), stanza con tavolo (Ph Dino Buffagni).

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Figura 157 – Articolo mostra Videoarte, in La Nuova Ferrara (25/09/2015), (ed. online http://lanuovaferrara.gelocal.it/tempo- libero/2015/09/25/news/a-palazzo-dei-diamanti-rivive-la-ferrara-capitale-della-videoarte-1.12153589).

______4.1 Mostra PinArt – La periferia in arte (Ro Ferrarese, 2015).

PinArt – La periferia in arte è una rassegna che racchiude opere di varia fattura appartenenti alla collezione di Donato Droghetti e prestate dalla figlia Riccarda per allestire la mostra presso CasadiRo, sede del Cantiere delle Idee Chiare e Sfuse (Associazione culturale di Ro ferrarese).

La mostra, inaugurata il 17 ottobre 2015, e tuttora aperta al pubblico, è realizzata in collaborazione con l’Atelier Il Passaggio - Fabbrica di Idee619 e il Centro Studi Territorio Ambiente R. Bacchelli620.

619 L’Atelier Il Passaggio - Fabbrica di Idee è uno spazio culturale e intellettuale ideato da Giuliana Berengan e Massimo Roncarà, nato nel 1984 a Ferrara, un vero e proprio centro indipendente di produzione e circolazione di eventi e progetti culturali e artistici. L’atelier ferrarese ha riunito durante i suoi anni di attività interessi diversi, dal teatro, alla pittura, alla fotografia, al cinema, alla letteratura e a tutte quelle forme intellettuali e artistiche innovative che spesso non trovavano posto in occasioni ufficiali. Ha ospitato artisti, personaggi illustri e semplici appassionati. Ha creato eventi, appuntamenti e momenti culturali a Ferrara, oltre a 100 eventi, ponendosi come polo di aggregazione della città. Ha stimolato, incuriosito il suo pubblico che attendeva e partecipava alle varie iniziative e serate. Berengan G., Roncarà M. (a cura di), Favolosi anni Ottanta: Ferrara fabbrica di idee, Ferrara, Arbos, 2009, pp. 4-5. 620 Il Centro Studi Territorio Ambiente è un’associazione con sede a Ro ferrarese convenzionata con il Comune di Ro per l’organizzazione di programmi e iniziative di promozione e valorizzazione culturale, ambientale e artistica del territorio. L’associazione ha lo scopo di divulgare e diffondere la conoscenza del territorio locale attraverso eventi e visite guidate di tipo artistico-culturale. AA.VV., Centro Studi Territorio Ambiente Riccardo Bacchelli, < http://www.mulinodiro.it/site/cultura/centro-studi-bacchelli >, 03/01/2016.

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Il titolo, PinArt – La periferia in arte, richiama il ruolo marginale che ha rivestito Ferrara negli anni ’60 per l’arte contemporanea rispetto ad altri grandi centri artistici di tradizione come Bologna, Venezia e Padova e altri, ma non solo, rileva anche la tendenza, ormai diffusa, di realizzare mostre in luoghi più piccoli, periferici per valorizzare il territorio e portare la conoscenza in posti meno frequentati dal turismo culturale, come ad esempio il centro di Ro Ferrarese.

La mostra, attraverso le opere collezionate da Droghetti durante gli anni di attività lavorativa presso il Palazzo dei Diamanti, racconta la storia delle esposizioni ferraresi tenutesi nel palazzo sotto la direzione di Franco Farina e rappresenta, di conseguenza, un sunto dell’intensa attività espositiva realizzata durante il trentennio 1963-1993. Il periodo in questione è stato uno dei momenti d’oro vissuti da Ferrara, l’arte contemporanea vi ha fatto la sua comparsa ed è stata diffusa con un costante impegno dal direttore. Le mostre organizzate hanno goduto di un buon riscontro da parte del pubblico locale ma anche straniero, ed hanno avuto una cassa di risonanza nazionale e, a volte, addirittura internazionale. Attraverso la mostra PinArt è possibile riscontrare in maniera tangibile quale periodo florido e innovativo fu stato quel trentennio, soprattutto sotto l’aspetto artistico-culturale, e quali artisti e personalità di spicco si sono fermati per lasciare una testimonianza del loro lavoro.

Il fondo della mostra proviene dalla collezione di Donato Droghetti, ex dipendente dello staff di Farina a Palazzo dei Diamanti. Le opere, gentilmente concesse dall’erede di Droghetti, quali prove d’artista, disegni, litografie numerate, manifesti, copie e cataloghi delle varie mostre, sono state raccolte negli anni di lavoro da questo poliedrico personaggio. Droghetti, infatti, è stato il guardia- sala al Palazzo dei Diamanti dal 1963 al 1992 (anno della sua scomparsa), ma non solo, ha rappresentato una “pedina” indispensabile per la realizzazione del piano culturale e artistico intrapreso da Farina per la città, e l’ha accompagnato per quasi trent’anni durante gli allestimenti delle mostre.

Una parte delle opere in mostra è stata donata a Droghetti direttamente dagli artisti durante la loro permanenza a Ferrara, a testimonianza del fatto che Farina e il suo entourage conoscevano gli artisti e trascorrevano del tempo con loro instaurando relazioni personali, che talvolta sfociavano in rapporti di amicizia e stima reciproca.

Si tratta di litografie, disegni, schizzi e quadri, dove, in alcuni di questi, si trovano dediche scritte di proprio pugno dagli artisti con affetto e gratitudine nei confronti di Droghetti oppure veri e propri ritratti o schizzi del guardia-sala. 247

Per quanto riguarda l’ingente corpus dei cataloghi, questi sono stati raccolti nel tempo personalmente da Droghetti al termine delle varie esposizioni, con lo scopo di creare un archivio storico documentario e tangibile (di proprietà privata) dell’attività del Palazzo dei Diamanti. Una parte dei cataloghi delle mostre riporta dediche autentiche degli artisti accompagnati da frasi, firme e ringraziamenti, acquistando così un valore aggiunto rispetto alle semplici pubblicazioni. Alcuni di questi riportano firme, dediche personalizzate e schizzi, talvolta anche piccole prove d’artista sulla prima pagina interna al catalogo. Questa parte è il nucleo più cospicuo ed è composto di circa 600 pezzi, ripercorrendo gli anni dal 1963 al 1993.

Di seguito alcune pagine estratte dai cataloghi mostra:

Figura 158 – Cat. Mostra di Vaccarone (Pal. Diamanti, 10/09-10/10/’77). Figura 159 - Cat. Mostra di Marabini (Pal. Diamanti, 12/12/’76-16/01/’77).

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Figura 160 - Cat. Mostra di Zancanaro copertina e pagina interna (Palazzo dei Diamanti 17/12/1972-04/02/1973).

Figura 161 - Cat. Mostra di Rauschenberg, copertina e pagina interna (Palazzo dei Diamanti 18/01-07/03/1976).

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Nello scritto d’introduzione alla mostra Giuliana Berengan621 racconta: “[…] Entrare nella casa- galleria di Donato Droghetti è stato come avere accesso a quel luogo segreto, percorrere i sentieri di una memoria piena di mille sentori che attraversava oltre trent’anni di quella grande arte che Ferrara, nella sua stagione aurea iniziata negli anni Sessanta, ha accolto e incontrato attraverso grandi Esposizioni al Palazzo dei Diamanti, volute e realizzate con piglio innovativo da Franco Farina, il Padiglione di Arte Contemporanea di Palazzo Massari, la Sala Polivalente tempio della fascinosa e intrigante Videoarte che, grazie alla lungimiranza di Lola Bonora, fece della città una capitale internazionale di questo rivoluzionario linguaggio espressivo”.

Le opere in mostra sono di: Gabriele Amadori, Aldo Conti, Renzo Vespignani, Antonio Music Zoran, Adriana Mastellari, Ernesto Treccani, Luigi Spacal, Mario Padovan, Cesare Siviglia, Giuseppe Guerreschi, Maurizio Bonora, Walter Pregnolato, Ulrich Erben, Mauro Reggiani, Marino Mazzacurati, Tono Zancanaro, Giovanni D’Agostino, Andy Warhol, Ermanno Leinardi, Lino Marzulli, Flavio Costantini, Ludovico De Luigi, Salvatore Viaggio, Renato Guttuso, Ugo Attardi, Giorgio Balboni, Sergio Vacchi, Orfeo Tamburi, Gianni Guidi, Marcolino Gandini, Luigi Veronesi, Raimondo Rimondo, Silvio Craia, Francesco Vaccarone, Matta, Giovanni Gromo e Walter Valentini.

Il progetto espositivo è stato concepito da Giovanni Dalle Molle622, gallerista e titolare dello spazio espositivo, e Massimo Roncarà623. La fase di ricerca, catalogazione del materiale, riorganizzazione e allestimento sono stati affidati a un gruppo di persone eterogenee, tra cui la sottoscritta, Mirca Mantovani624 e alcuni rappresentanti del Centro Studi R. Bacchelli, sotto l’attenta supervisione di

621 Giuliana Berengan, scrittrice, classicista, performer e regista teatrale, saggista e autrice di drammaturgie, è un personaggio poliedrico e di elevata caratura sulla scena ferrarese, ma anche internazionale. Ha ideato e promosso la Campagna Internazionale In difesa delle Parole, per salvaguardare il piacere del dire e dell’ascoltare e di restituire alla parola la sua originaria forza evocativa. Tra le sue pubblicazioni: Cronache inedite di fine secolo (1993), I Monumenti del cuore (1997), Le Dame della corte estense (1998), Le Custodi del sacro (1999), I Book Notes (2000), Favolose parole (1993/2005), La cucina delle donne (2006) e altri. C. Bassi, Giuliana Berengan, < http://wsimag.com/it/authors/285- giuliana-berengan>, 05/01/2016. 622 Giovanni Dalle Molle, gallerista e curatore, ha realizzato diverse mostre ed eventi presso CasadiRo (Ro ferrarese), sua abitazione e sede della sua azienda agricola di prodotti biologici. Negli anni si è fatto conoscere nel suo paese e nei centri limitrofi per aver curato e organizzato mostre in luoghi insoliti, come bar, hotel e altri e, per aver ospitato presso la sua sala espositiva diversi artisti ferraresi ma non solo. Dalle Molle, inoltre, fa parte dell’Associazione Il Cantiere delle Idee Chiare e Sfuse, con la quale ha organizzato in collaborazione con il Centro Studi Territorio Ambiente R. Bacchelli, diversi percorsi conoscitivi nel territorio per condurre i partecipanti alla riscoperta delle tradizioni culturali, alimentari e le particolarità dei territori locali. 623 Massimo Roncarà, in collaborazione con Giuliana Berengan, ha ideato e organizzato eventi e rassegne culturali con L’Atelier Il Passaggio, di cui è stato il direttore creativo. Come associato dell’Arbos Fine Ecological Paper ha realizzato Save the words, Photomonumentario di , Venezia segreta e altri. 624 Mirca Mantovani, insegnante e grande appassionata di Storia dell’Arte, ha curato con l’Associazione di cui fa parte, il Centro Studi Territorio R. Bacchelli, diversi eventi e mostre legate alla riscoperta del territorio locale di Ro ferrarese.

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Dalle Molle e Roncarà. Continua Berengan: “[…] E con rispetto e cura si è messa mano all’impresa di catalogare e staccare dalle pareti quelli che, viene da dire, sono stati compagni di vita per il nostro protagonista e che ora trovano posto in questa Mostra che suggerisce un percorso, anche di carattere didattico e informativo, attraverso il quale tornano alla luce le tappe di un momento esaltante dell’arte a Ferrara, in un connubio fecondo tra gli allora giovani artisti, e penso a Bonora, a Guidi, a Zanni, a Goberti, a Plessi, a Camerani e i già affermati esponenti di quelle correnti novecentesche che hanno portato nella nostra città un fermento mondiale, uno spirito di scoperta che ha segnato una insuperata stagione di bellezza e forza creatrice”625.

L’intera collezione è stata esaminata in ogni suo pezzo e suddivisa per categorie artistiche: cataloghi, litografie, disegni, prove d’autore, manifesti e copie. Per ogni categoria, tranne i cataloghi, si è proceduto con le relative attribuzioni delle opere agli artisti e l’identificazione dell’anno di fattura. Il testo di riferimento, per l’identificazione e la datazione dei pezzi della collezione, è il catalogo riassuntivo di tutte le mostre tenute a Ferrara: Palazzo dei Diamanti, 1963- 1993: artisti, mostre, cataloghi, a cura di Lopresti E., Magri L. (1993). Attraverso lo studio del catalogo e di altre fonti bibliografiche è stato possibile catalogare le opere e pervenire all’identificazione del valore del fondo, valore intenso non solo da un punto di vista economico ma soprattutto come testimonianza di un’epoca passata della quale oggi si hanno poche informazioni. Le opere documentarie e i cataloghi sono successivamente stati suddivisi per anni e riordinati cronologicamente in tre macro-periodi: anni ’70, ’80 e ’90.

La collezione principia con opere che risalgono ai primi anni Settanta, come ad esempio la litografia di Vespignani, e terminano negli anni Novanta, con il disegno di Guttuso; solo i cataloghi testimoniano anche l’attività espositiva di Farina della metà degli anni Sessanta ma non in maniera esaustiva, poiché Droghetti ha iniziato il suo collezionismo proprio qualche anno dopo l’insediamento del direttore.

Una volta terminata la lunga opera di attribuzione, catalogazione e riordino della collezione, si è proceduto con l’allestimento della sala: si tratta di un vecchio granaio posto al primo piano, ristrutturato e adibito per ospitare eventi come mostre, convegni, circoli e altri tipi di attività

Ha collaborato alcune volte con Dalle Molle alla creazione di mostre congiunte e rassegne periodiche culturali presso CasadiRo e altri luoghi nella provincia ferrarese. 625 Tratto dallo scritto di Giuliana Berengan per l’introduzione alla Mostra PinArt - La periferia in arte.

251 culturali. L’ambiente, di forma rettangolare e senza vincoli fisici particolari, risulta molto duttile e lascia ideare tipologie allestitive varie.

Di seguito qualche immagine della sala durante l’allestimento.

Figura 162- Casa di Ro, allestimento mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16).

Figura 163- Casa di Ro, allestimento Mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16).

In questo caso l’impianto allestitivo scelto è semplice: le opere sono state disposte sulle pareti bianche del granaio in maniera ravvicinata quasi a creare una fascia continua che si sviluppa seguendo un andamento quasi circolare e che induce lo spettatore a individuare facilmente il senso del percorso espositivo. Per alcune opere sono state pensate delle soluzioni espositive differenti perché richiedevano un certo risalto e spazio, come per il nucleo di opere di Zancanaro

252 che sono state appese alle travi del granaio, creando una piccola ‘personale’ dell’artista. Nel corpus artistico quindi vi sono più opere degli stessi artisti che, per coerenza, sono state esposte assieme, ritagliando all’interno della mostra uno spazio dedicato, come per Ermanno Leinardi, De Chirico, Ernesto Treccani e altri.

L’allestimento delle opere e dei cataloghi ha seguito la suddivisione cronologica in decenni, anni ’70, ’80 e ’90. Oltre alle opere appese sono stati disposti i relativi cataloghi, sempre ordinati cronologicamente, su piani e tavoli al di sotto o in prossimità delle opere. I cataloghi non sono stati fissati o posti sotto teca, questo per permettere ai visitatori di poter consultare i testi liberamente per reperire informazioni utili. La grande quantità di cataloghi da esporre ha reso non semplice il lavoro di esposizione e questi sono stati collocati sui tavoli cercando di mantenere un ordine temporale veritiero. Al centro della sala è stato posizionato un grande tavolo di legno massiccio utile per consultare i cataloghi e per ospitare conferenze, convegni, e altre attività. Vicino all’ingresso della sala, dalla quale si accede tramite una scala coperta e adornata con vari manifesti, è dedicato un piccolo spazio per Farina, che vuole ricreare, senza pretese di ricostruzione veritiera, il suo studio a Palazzo dei Diamanti con scrivania, sedia, candela e il primo nucleo di cataloghi pubblicati negli anni Sessanta; a completare lo spazio, sulla parete di fronte sono state appesa fotografie e attestati riguardanti il direttore.

Tutti i materiali utilizzati per l’allestimento della mostra sono materiali di riciclo e del luogo, come un asse da stiro di legno, tavoli e sedie di legno, banchi da chiesa, e altro. La scelta di creare un allestimento semplice, di basso impatto, intuitivo ma originale, risponde al desiderio di ricreare la stanza nella quale Droghetti teneva le sue opere, con le dovute differenze legate al luogo, di dare loro una sistemazione che rispettasse l’impianto originario. Il collezionista conservava le opere e i documenti come in una specie di wunderkammer o camera delle meraviglie, la cui caratteristica formale è la forte concentrazione di oggetti appesi al muro o disposti su vari supporti come mensole e tavoli, creando un effetto horror vacui. Ovviamente in questo caso rimane solo l’impianto visivo della wunderkammer e non gli altri significati di rappresentanza tipici di questa ‘galleria’. A esaltare l’atmosfera intimistica è il sistema d’illuminazione della sala: una luce bassa e accogliente, diffusa in punti strategici dello spazio espositivo, lascia entrare il visitatore in un’atmosfera informale per permettergli di assaporare una dimensione parallela. Una volta trasportato lo spettatore nel coinvolgimento atteso, l’impianto d’illuminazione offrirà anche una visione più particolareggiata attraverso fari apposti sulle travi della sala.

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La mostra, a entrata gratuita, ha riscontrato il favore del pubblico non solo locale ma anche forestiero, che è giunto per visitare la collezione di Droghetti, nel giorno di apertura sono stati registrati più di cinquanta persone. L’esposizione ha l’obiettivo di ricordare un periodo aureo per Ferrara, di riportare alla luce un pezzo di storia dell’arte dimenticato non solo per farlo rivivere alle persone che c’erano o per chi ne ha visti gli echi da distante, ma si prefigge, inoltre, una funzione educativa e didattica nei confronti di quegli utenti che, per ragioni anagrafiche, non potevano essere presenti. Da questo presupposto parte il progetto di sviluppare degli incontri tematici con classi delle varie scuole di Ferrara e provincia per diffondere la conoscenza di un periodo tanto florido per l’arte contemporanea in un contesto periferico.

Figura 164 - CasadiRo, ingresso alla mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16). Figura 165 - CasadiRo, angolo dedicato a Farina nella mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16).

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Figura 166 - CasadiRo, visione generale della sala, mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16).

Figura 167 - CasadiRo, particolare dell'allestimento, mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16).

Figura 168 - CasadiRo, visione generale della sala (lato destro) mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16).

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Figura 169 - CasadiRo, visione generale della sala (lato sinistro) mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16).

Figura 170 - CasadiRo, particolare allestimento, opere di Leinardi e Reggiani, mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16).

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Figura 171 - CasadiRo, sezione opere di Zancanaro, mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16).

Figura 172 - CasadiRo, sezione opere di Zancanaro, mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16).

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Figura 173 - CasadiRo, inaugurazione mostra PinArt– La periferia in arte (17/10/2015).

Figura 174 - CasadiRo, inaugurazione mostra PinArt – La periferia in arte (17/10/2015).

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CONCLUSIONI

Dall’analisi della situazione culturale e artistico ferrarese, dal secondo dopoguerra fino all’inizio degli anni ’60, risulta che Ferrara non rivestiva un ruolo predominante come centro di riferimento per l’arte contemporanea, non esistevano, in un contesto periferico come questo, soggetti o enti promotori di tenenze artistiche tipiche della contemporaneità. La città aveva, nei secoli passati, raggiunto la fama come luogo dove l’arte e l’architettura medievale e rinascimentale avevano trovato la migliore forma espressiva all’interno della città. I cittadini non conoscevano direttamente fenomeni ed espressioni artistiche contemporanee perché il contesto nel quale si trovavano non aveva permesso la trasmissione di questi saperi e conoscenze, anche se un’apertura verso questa tendenza c’era, essa era sporadica e non organizzata, gallerie locali poco conosciute hanno ospitato un numero ristretto di opere di artisti contemporanei, per lo più del luogo e ancora poco noti.

A Ferrara si inizia a esplorare l’arte contemporanea nello specifico con due mostre organizzate negli anni ’60 da istituzioni comunali, la prima è stata il Rinnovamento dell’arte in Italia: 1930-1945 (1960) e Il dopoguerra: la pittura italiana dal 1945 al 1955 (1962-1963). Attraverso queste rassegne gli organizzatori hanno voluto indagare due periodi artistici ritenuti all’epoca, soprattutto il primo, di poca importanza e sottovalutati per gli esiti artistici che hanno prodotto. L’intento delle due esposizioni è di vedere con occhi diversi e rivalutare i risultati artistici sviluppati dalle generazioni di artisti appartenenti agli anni ‘30. Le rassegne in questione sono state importanti per il futuro progetto di Farina, hanno rappresentato, infatti, la base da cui partire, e per il pubblico locale perché, oltre ad aprire in maniera ufficiale un capitolo dell’arte poco conosciuta a Ferrara, una parte dei protagonisti di queste hanno trovato poi spazio all’interno del grande e lungimirante progetto espositivo ideato dal direttore.

Farina assume l’incarico di direttore delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, presso il Palazzo dei Diamanti, nel 1963 e vi rimarrà in carica fino al 1993, questo periodo è ricordato dai cittadini e dalla critica come uno dei momenti d’oro per la città di Ferrara, in seguito al grande lavoro di divulgazione di tendenze artistiche che vi è stato operato. Durante questi trent’anni Farina ha fatto di Ferrara il centro di diffusione dell’arte contemporanea, riconosciuto a livello nazionale e anche internazionale, attraverso l’organizzazione di un corpus ingente di mostre temporanee. Il direttore ha realizzato e curato circa 900 esposizioni allestite principalmente presso il Palazzo dei Diamanti, sede espositiva per eccellenza della città, ma non solo, ha costruito,

259 inoltre, un apparato più ampio valorizzando e riqualificando diverse sedi come: Palazzo Massari e il suo giardino, Casa Romei e altre sale site nel centro storico. Attraverso questo sistema di spazi espositivi Farina è stato in grado di allestire più mostre contemporaneamente, di una durata che variava dalle due settimane, per le mostre più piccole, fino ai tre mesi, per le esposizioni più importanti. Il palazzo dei Diamanti e il Palazzo Massari hanno ospitato principalmente rassegne di artisti noti, mentre nel Centro Attività Visive sono state organizzate esposizioni a carattere sperimentale come quelle proposte e concretizzate dal Centro Videoarte. La realizzazione di esposizioni così assidue ha permesso al pubblico e ai cittadini di Ferrara di visitare e conoscere un gran numero di artisti e di aggiornare il proprio bagaglio culturale, Farina, infatti, ha indagato l’arte contemporanea a 360 gradi offrendo una panoramica delle tendenze discretamente completa. Gli artisti che il Maestro ha chiamato ad esporre sono stati grandi maestri dell’arte italiana e straniera ma contemporaneamente ha dato visibilità anche ad artisti minori, locali, che per la prima volta avevano l’opportunità di mostrare le proprie opere pubblicamente. Il Maestro ha inoltre indagato e approfondito varie correnti artistiche del novecento, dalle più note come la Metafisica, il Cubismo, l’Astrattismo ad altre più piccole. Il direttore si è speso in prima persona per realizzare le rassegne: viaggiava molto per incontrare gli artisti, li conosceva e cercava di capire le loro esigenze, offriva loro un supporto psicologico, consigli e suggerimenti per le future esposizioni, pubblicava cataloghi da lui curati personalmente, lettere di presentazione e curava l’allestimento delle varie mostre. Farina ha saputo anche attirare e coinvolgere il suo pubblico offrendo servizi accessori alle mostre, come l’organizzazione di laboratori didattici realizzati per studenti delle varie scuole con l’intento di diffondere la comprensione dell’arte contemporanea a più livelli, oppure incontri, conferenze e seminari. Le mostre spesso hanno avuto esito positivo, hanno incontrato il favore del pubblico, anche se, come in ogni ambito, non sono mancate le critiche per esposizioni che hanno avuto un taglio più innovativo e sarcastico, nonostante questo il bilancio può dirsi in positivo. Le esposizioni erano aperte a tutti e gratuite, per cui potevano accedere persone interessate, studiosi e anche ‘profani’ che incuriositi, visitavano le mostre. In questo modo la divulgazione dell’arte contemporanea ha potuto raggiungere un numero maggiore di persone. La gratuità degli eventi non ha però permesso un efficace controllo dei numeri dell’affluenza relativi alle singole rassegne, ma solo un conteggio approssimativo. La comunicazione delle varie esposizioni era affidata in parte ad articoli di giornale, pubblicati sporadicamente su Il Resto del Carlino di Bologna (ed. di Ferrara) e sulla Nuova Ferrara, ma si trattavano per lo più di piccoli trafiletti che riportavano le informazioni riguardanti la mostra,

260 come il luogo, il periodo e gli artisti coinvolti, pochi articoli sono stati dedicati al termine delle esposizioni. All’epoca non esisteva al Diamanti un vero e proprio ufficio stampa, ma questo tipo di ambito era gestito internamente e in maniera alterna dal personale delle gallerie: non è presente purtroppo un archivio con le rassegne stampa delle mostre consultabile. Un ulteriore ricerca nelle varie testate giornalistiche dell’epoca è stata fatta, ma si è costatato che la diffusione delle rassegne non avveniva in maniera continua e che erano menzionate soprattutto mostre di artisti importanti.

Farina ha sempre cercato di compiere le proprie scelte in maniera autonoma e libero da spinte esterne, senza scendere a compromessi con la critica e le autorità dell’epoca. L’amministrazione comunale riponeva nel Maestro totale fiducia per cui ogni progetto espositivo che proponeva trovava riscontro positivo. Durante il suo mandato ha lavorato in condizioni economiche difficili, poiché non aveva a disposizione grandi risorse economiche per il suo progetto globale espositivo, che forse era ambizioso per la città di Ferrara. Trasforini, in un’intervista a Farina del 1995, riguardo l’offerta espositiva intrapresa, riporta: “Questa offerta, quasi con caratteristiche da pubblico servizio (ingressi gratuiti e cataloghi a basso prezzo), finì per creare per l’arte una condizione protetta che, con un gioco di assonanze, potremmo definire un caso di welf-art state. Franco Farina ha diretto per trenta anni, fino al 1993, la Galleria d’arte moderna e contemporanea, rappresentando – soprattutto negli anni ’70 – una singolare figura di direttore di una galleria pubblica, particolarmente aperto alla ricerca visiva, alle novità nel campo dell’arte contemporanea e a grandi nomi e correnti internazionali”626. Farina si approcciava a ogni suo progetto con spirito pioneristico e innovativo esaminando le correnti artistiche più significative e nel frattempo permetteva la ricerca e la sperimentazione attraverso ad esempio il Centro Videoarte, la cui responsabile era Lola Bonora, che nel tempo ha riscosso successo per il suo programma di elevata caratura e per la diffusione di un nuovo filone artistico: la videoarte. Hanno partecipato al progetto personalità artistiche che sono poi diventate note negli anni a venire.

Attraverso la redazione di una tabella, contenente tutte le mostre, e le schede di una selezione di queste si è potuto verificare l’immenso sforzo di divulgazione dell’arte contemporanea realizzato da Farina e la ricaduta che avuto sul pubblico locale e non solo, tant’è che ancor oggi si ricordano quei trent’anni di attività espositiva come uno dei periodi aurei di Ferrara. La tabella è stata

626 M. A. Trasforini, La città d’arte come oggetto culturale. Ferrara: uno studio di cultura urbana, Polis, fascicolo 2, volume 15, 2001, pp. 249-268.

261 redatta tenendo conto, in ordine cronologico, delle mostre che sono state realizzate, evidenziando la tipologia di mostre, se collettiva o personale, gli artisti coinvolti e i rispettivi dati anagrafici, le sedi espositive e se si trattava di mostre omaggio. L’incrocio dei vari dati ha restituito una ricostruzione discretamente attendibile delle scelte artistiche operate, della frequenza degli eventi e dei gusti artistici: sono stati analizzati artisti prevalentemente del ‘900 (ad eccezione di poche mostre con protagonisti dell’Ottocento), sia italiani che stranieri anche se una preferenza è stata accordata ai primi, si tratta per lo più di artisti affermati nonostante una numero cospicuo di rassegne abbia interessato anche artisti locali e poco noti al pubblico. Il genere maggiormente indagato è stato la pittura, seguita da scultura, grafica, fotografia e performance. L’avanguardia storica e la neoavanguardia hanno rivestito un ruolo maggiore.

La redazione delle schede delle singole esposizioni qui affrontate riguarda solamente una piccola parte dell’intero corpus di mostre e serve per comprendere le scelte compiute, dalla motivazione principale, agli obiettivi, alla selezione delle opere e alla comprensione del percorso espositivo. Le mostre scelte sono state individuate seguendo diversi criteri, dall’importanza degli artisti e dei movimenti affrontati, al riscontro positivo del pubblico, dall’originalità del percorso espositivo e altre, e sono servite a restituire una panoramica veritiera dei vari elementi che hanno caratterizzato il progetto espositivo globale di Farina. Sarebbe interessante procedere con un’analisi più ampia delle mostre, sia personali sia collettive, per ricostruire in maniera ancora più completa l’offerta artistica presentata a Ferrara e poter approfondire metodi allestitivi adottati e le ricadute culturali sul pubblico e città. Altresì sarebbe auspicabile costruire un archivio con le rassegne stampa delle varie mostre per avere ulteriori riscontri documentati degli esiti ottenuti, vista la penuria di materiale in quest’ambito.

Negli anni successivi al mandato di Farina, sono state organizzate, privatamente da singole gallerie, delle mostre basate sulle precedenti allestite al Diamanti, come nel caso della mostra curata da Lucio Scardino, intitolata Andy Warhol: Red Carpet (15 novembre – 14 dicembre 2008), che sulla base di quella organizzata da Farina nel ’75 ha riproposto una buona parte delle stesse opere, oppure la recente mostra dedicata sempre all’artista americano, organizzata dalla Galleria Cavour di Bologna di gennaio-febbraio 2016. Sempre negli ultimi mesi del 2015 è stata organizzata a Palazzo dei Diamanti una mostra dedicata all’attività del Centro Videoarte, intitolata Videoarte a Palazzo dei Diamanti: 1973-1979 (26 settembre – 18 ottobre 2015) e curata dall’allora

262 responsabile Lola Bonora, ripercorrendo le tappe più significative e gli artisti più rappresentativi che hanno partecipato alle rassegne degli anni ‘70.

Nell’ottobre del 2015 (e tuttora in corso), inoltre, è stata allestita una piccola mostra nella periferia ferrarese dove, attraverso la collezione eterogenea di Donato Droghetti (guardia sala dello staff di Farina), si è reso omaggio e riportato alla luce il periodo d’oro di Palazzo dei Diamanti attraverso l’esposizione di opere, come prove d’artista, litografie, disegni, cataloghi e altro, di artisti che hanno fatto la fortuna del progetto espositivo ideato da Farina.

In ultima analisi, la realizzazione di un tale programma espositivo non sarebbe stata possibile senza la passione e la personalità di Franco Farina, che ha vissuto per l’arte e ne ha fatto la sua ragione di vita. La ricaduta avuta sulla città di Ferrara è stata positiva sotto il profilo della divulgazione di artisti e movimenti contemporanei facendo conoscere il centro a livello nazionale e internazionale, tant’è che il progetto intrapreso dal Maestro è stato portato avanti anche dopo il termine del suo mandato dall’amministrazione comunale e tuttora sono organizzate rassegne artistiche di un certo livello e con una certa frequenza presso il Palazzo dei Diamanti.

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Rassegna stampa:

Figura 1 - Saggio di presentazione di P. Pasolini per la mostra: Andy Warhol, Ladies and gentlemen, Palazzo dei Diamanti (1975). Tratto da Bockris V., Warhol, I Classici dell’Arte – Il Novecento, Milano, Rizzoli, 2004, p. 182.

264

Figura 2 - Saggio di presentazione di P. Pasolini per la mostra: Andy Warhol, Ladies and gentlemen, Palazzo dei Diamanti (1975). Tratto da Bockris V., Warhol, I Classici dell’Arte – Il Novecento, Milano, Rizzoli, 2004, p. 183.

265

Figura 3 – Articolo mostra di Rauschenberg, Il Resto del Carlino ed. Ferrara, 17/01/1976, p. I.

266

Figura 4 – Articolo mostra Nuova Poesia, Il Resto del Carlino ed. Ferrara, 05/10/1981, p. 3.

267

Figura 5 – Rassegna cinematografica Città e metropoli, Il Resto del Carlino ed. Ferrara, 08/10/1981, p. II.

268

Appendice: Tabella 1- Mostre a Palazzo dei Diamanti dal 1963 al 1993.

ANNO GENERE MOVIMENT LUOGO ANNO SECOLO NASCITA/ NAZIONALITÁ TRIBUTO- Dettaglio corrente N. TITOLO MOSTRA ARTISTICO O ESPOSITIVO MOSTRA (artista) MORTE (artista) OMAGGIO artistica (artista) ARTISTICO (artista) Galleria Civica IMPRESSIONIS AVANGUAR d'Arte Moderna, MO - 1 : 1848-1903 Personale 1963 XIX° 1848-1903 STRANIERO PITTURA DIA SI Palazzo dei ESPRESSIONIS STORICA Diamanti MO AVANGUAR Giovanni Boldini (25 luglio - 31 ottobre 2 Personale Casa Romei 1963 XIX° 1842-1931 IT PITTURA DIA SI IMPRESSIONIS 1963) STORICA MO Galleria civica d'arte moderna, 3 Prospettive 1 (13 febbraio - 16 marzo 1966) Collettiva 1966 XX° IT PITTURA Palazzo dei Diamanti Mostra dell'arte grafica polacca contemporanea: Dalle raccolte del Museo 4 "Leon Wyczolkowski" della Regione di Collettiva Casa Romei 1966 XX° STRANIERO GRAFICA Bydgoszcz (29 ottobre - 13 novembre 1966) Galleria civica Mostra "Omaggio a Dante" (30 aprile - 30 d'arte moderna, PITTURA - 5 Collettiva 1966 IT giugno 1966) Palazzo dei DISEGNO Diamanti Galleria civica Immagini degli anni '60: Poesia e verità (27 d'arte moderna, IT - NEOAVANG 6 Collettiva 1966 XX° marzo - 17 aprile 1966) Palazzo dei STRANIERO UARDIA Diamanti AVANGUAR Galleria Civica DIA Giuseppe Motti: "Il Po e le sue genti" (8 d'Arte Moderna, 7 Personale 1966 XX° 1908-1988 IT PITTURA STORICA - NO ottobre - 23 ottobre 1966) Palazzo dei NEOAVANG Diamanti UARDIA REALISMO Galleria civica Fioravanti - Maini - Orsatti - Tassini - Virgili d'arte moderna, PITTURA - 8 Collettiva 1966 XX° IT NO (16 luglio - 18 settembre 1966) Palazzo dei SCULTURA Diamanti Galleria civica Recupero del fantastico (1 novembre - 3 d'arte moderna, 9 Collettiva 1967 XX° IT dicembre 1967) Palazzo dei Diamanti Prospettive 2 (15 gennaio - 12 febbraio Galleria civica 10 Collettiva 1967 XX° IT 1967) d'arte moderna, 269

Palazzo dei Diamanti Galleria civica AVANGUAR Mostra 10 pittori moscoviti - (5 ottobre - 22 d'arte moderna, 11 Collettiva 1967 XX° STRANIERO PITTURA DIA ottobre 1967) Palazzo dei STORICA Diamanti REALISMO 4 pittori dell'avanguardia russa: Galleria civica AVANGUAR Goncjarowa, Larjonov, Mansurov, Sarsun : d'arte moderna, 12 Collettiva 1967 XX° STRANIERO PITTURA DIA opere dal 1907 ai giorni nostri - (2-30 aprile Palazzo dei STORICA 1967) Diamanti Vittorio Giorgini: Strutture soiche (ipotesi Centro Attività ARCHITETT NEOAVANG 13 per un habitat più naturale) (7 dicembre - Personale 1968 XX° 1926-2010 IT NO MORFOLOGISM Visive URA UARDIA 27 dice,bre 1968) O Galleria Civica Sergio Vacchi: Galileo Galilei Semper: d'Arte Moderna, NEOAVANG 14 Ricerca e distruzione (21 gennaio - 18 Personale 1968 XX° n 1925 IT PITTURA NO Palazzo dei UARDIA febbraio 1968) Diamanti INFORMALE AVANGUAR Galleria Civica DIA Renato Guttuso: immagini autobiografiche d'Arte Moderna, 15 Personale 1968 XX° 1912-1987 IT PITTURA STORICA - NO ed altre opere (11 luglio-8 settembre 1968) Palazzo dei NEOAVANG ARTE SOCIALE - Diamanti UARDIA REALISMO Galleria civica Mostra "Omaggio a Giovanni Boccaccio" d'arte moderna, IT - 16 degli artisti contemporanei (1 marzo - 15 Collettiva 1968 Palazzo dei STRANIERO aprile 1968) Diamanti Galleria civica Il mondo dei naïfs (21 aprile - 26 maggio d'arte moderna, 17 Collettiva 1968 XX° STRANIERO PITTURA 1968) Palazzo dei Diamanti Galleria Civica AVANGUAR Fausto Melotti : sculture disegni e pitture, d'Arte Moderna, 18 Personale 1968 XX° 1901-1986 IT SCULTURA DIA NO 1933-1968 (18 luglio-18 agosto 1968) Palazzo dei RAZIONALISMO STORICA Diamanti E METAFISICA AVANGUAR Galleria Civica DIA Emilio Vedova: presenze 1935-1968 (22 d'Arte Moderna, 19 Personale 1968 XX° 1919-2006 IT PITTURA STORICA - NO ESPRESSIONIS set.-17 nov. 1968) Palazzo dei NEOAVANG MO E Diamanti UARDIA NEOCUBISMO Galleria Civica Renzo Vespignani (22 maggio - 15 giugno d'Arte Moderna, NEOAVANG 20 Personale 1969 XX° 1924-2001 IT PITTURA NO 1969) Palazzo dei UARDIA Diamanti REALISMO Maurice Frydman (23 aprile - 11 maggio Centro Attività 21 Personale 1969 XX° n 1928 STRANIERO PITTURA NO 1969) Visive L'opera incisoria di Odilon Rendon e di AVANGUAR Centro Attività 22 incisori simbolisti e decadenti (9 febbraio - Collettiva 1969 XIX°-XX° STRANIERO INCISIONE DIA Visive 3 marzo 1969) STORICA SIMBOLISMO

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AVANGUAR Jose Clemente Orozco (28 dic. 1968-14 Centro Attività 23 Personale 1969 XX° 1883-1949 STRANIERO PITTURA DIA SI gen. 1969) Visive STORICA SIMBOLISMO Gianni Vallieri: Immagini padane (15 Centro Attività PITTURA - 24 Personale 1969 XX° IT NO novembre - 8 dicembre 1969) Visive GRAFICA Galleria Civica AVANGUAR Gaetano Previati (1852-1920) - (luglio- d'Arte Moderna, 25 Personale 1969 XIX°-XX° 1852-1920 IT PITTURA DIA SI ottobre 1969) Palazzo dei STORICA Diamanti DIVISIONISMO NEOAVANG Curt Stenvert: L'art pour l'homme (13 aprile Centro Attività PITTURA - UARDIA - 26 Personale 1969 XX° 1920-1992 STRANIERO NO - 1 maggio 1969) Visive SCULTURA POSTMODE RN NEODADAPOP Bruno Caruso: 100 disegni (15 novembre - Centro Attività PITTURA - 27 Personale 1969 XX° n 1927 IT NO 5 dicembre 1969) Visive GRAFICA PITTURA - Black Power: Carlo Quattrucci (6 marzo - Centro Attività NEOAVANG 28 Personale 1969 XX° 1932-1980 IT SCULTURA - NO 24 marzo 1969) Visive UARDIA GRAFICA REALISMO Galleria civica AVANGUAR d'arte moderna, 29 André Masson (9 febbraio-7 aprile 1969) Personale 1969 XX° 1896-1987 STRANIERO PITTURA DIA NO Palazzo dei STORICA Diamanti SIMBOLISMO Titina Maselli: Dipinti (4 luglio - 5 agosto Centro Attività NEOAVANG 30 Personale 1970 XX° 1924-2005 IT PITTURA NO 1970) Visive UARDIA The Concerned Photographer (18 maggio - Centro Attività FOTOGRAFI 31 Collettiva 1970 XX° STRANIERO 10 giugno 1970) Visive A AVANGUAR Galleria Civica DIA d'Arte Moderna, 32 Renato Birolli (17 maggio - 30 luglio 1970) Personale 1970 XX° 1906-1959 IT PITTURA STORICA - SI ASTRATTISMO - Palazzo dei NEOAVANG ACTION Diamanti UARDIA PAINTING Recherches et experimentation (9 agosto - Centro Attività 33 Collettiva 1970 XX° STRANIERO 8 settembre 1970) Visive Possibilità di relazione: Una mostra dieci anni dopo - Ferrara 1970: Adami Aricò Centro Attività 34 Ceretti Dova Peverelli Pozzati Romagnoni Collettiva 1970 XX° IT Visive Ruggeri Scanavino Strazza Vacchi Vaglieri (8 novembre - 8 dicembre 1970) Galleria civica PITTURA - AVANGUAR (20 agosto-27 settembre d'arte moderna, 35 Personale 1970 XX° 1881-1973 STRANIERO SCULTURA - DIA NO 1970) Palazzo dei INCISIONE STORICA Diamanti CUBISMO Maurizio Bonora (13 giugno - 30 giugno Centro Attività PITTURA - NEOAVANG 36 Personale 1970 XX° n 1940 IT NO 1970) Visive SCULTURA UARDIA AVANGUAR Lucio Fontana (13 giugno - 30 giugno Centro Attività PITTURA - 37 Personale 1970 XX° 1899-1968 IT DIA SI 1970) Visive SCULTURA STORICA SPAZIALISMO Galleria civica I pittori italiani dopo il Novecento - (11 38 Collettiva d'arte moderna, 1970 XX° IT PITTURA gennaio-15 febbraio 1970) Palazzo dei 271

Diamanti

Giuseppe Guerreschi: Dipinti (18 gennaio - Centro Attività NEOAVANG REALISMO 39 Personale 1970 XX° 1929-1985 IT PITTURA NO 15 febraio 1970) Visive UARDIA ESISTENZIALE Giulio Ruffini: Memorie del tempo (12 Centro Attività 40 Personale 1970 XX° 1921-2001 IT PITTURA NO settembre - 30 settembre 1970) Visive Giovanni D'Agostino (22 febbraio - 8 marzo Centro Attività NEOAVANG 41 Personale 1970 XX° 1932-2000 IT PITTURA NO ASTRATTISMO - 1970) Visive UARDIA INFORMALE Galleria civica AVANGUAR Giorgio De Chirico : "I De Chirico di De d'arte moderna, 42 Personale 1970 XX° 1888-1978 STRANIERO PITTURA DIA NO Chirico" (10 ottobre-8 dicembre 1970) Palazzo dei STORICA Diamanti METAFISICA Gianni Guidi (10 ottobre - 1 novembre Centro Attività PITTURA - 43 Personale 1970 XX° n 1942 IT NO 1970) Visive SCULTURA Franco Sarnari: Opere dal 1965 al 1970 Centro Attività NEOAVANG SCUOLA DI 44 Personale 1970 XX° n 1933 IT PITTURA NO (23 aprile - 10 maggio 1970) Visive UARDIA SCICLI Galleria civica Cento anni di pittura belga: Collezione d'arte moderna, 45 Gustave J. Nellens - Knokke - Le Zoute, Collettiva 1970 STRANIERO PITTURA Palazzo dei Belgio (22 febbraio - 19 aprile 1970) Diamanti Basaglia Rieti Savinio Vaiano (8 novembre- Centro Attività 46 Collettiva 1970 XX° IT 8 dicembre 1970) Visive Rodolfo Molari: Proposta per un metodo di Centro Attività 47 progettazione (11 settembre - 3 ottobre Personale 1971 XX° IT NO Visive 1971) Raimondo Raimondi (19 marzo - 9 aprile Centro Attività PITTURA - NEOAVANG 48 Personale 1971 XX° 1922-2007 IT NO 1971) Visive SCULTURA UARDIA Galleria civica Piero Manzoni (23 ottobre-28 novembre d'arte moderna, PITTURA - NEOAVANG 49 Personale 1971 XX° 1933-1963 IT SI 1971) Palazzo dei SCULTURA UARDIA ARTE Diamanti CONCETTUALE Piero Guccione: 80 opere dal 1962 al 1970 Centro Attività NEOAVANG SCUOLA DI 50 Personale 1971 XX° n 1935 IT PITTURA NO (12 giugno - 18 luglio 1971) Visive UARDIA SCICLI NEOAVANG Centro Attività PITTURA - UARDIA - 51 Paolo Conti (11 settembre - 3 ottobre 1971) Personale 1971 XX° n 1938 IT NO Visive SCULTURA POSTMODE RN Paolo Baratella (14 novembre - 8 dicembre Centro Attività NEOAVANG 52 Personale 1971 XX° n 1936 IT PITTURA NO 1971) Visive UARDIA Centro Attività 53 Nani Tedeschi (17 aprile - 9 maggio 1971) Personale 1971 XX° n 1939 IT PITTURA NO Visive Mostra antologica della caricatura europea Centro Attività IT - 54 e della stampa umoristica modenese (23 Collettiva 1971 XX° GRAFICA Visive STRANIERO luglio - 5 settembre 1971) Galleria Civica NEOAVANG Miguel Berrocal (15 maggio - 22 giugno d'Arte Moderna, UARDIA - 55 Personale 1971 XX° 1933-2006 STRANIERO SCULTURA NO 1971) Palazzo dei POSTMODE ANTROPOMORF Diamanti RN ISMO

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Michelangelo Giuliani (9 ottobre - 7 Centro Attività FOTOGRAFI NEOAVANG 56 Personale 1971 XX° IT NO novembre 1971) Visive A UARDIA NEOAVANG Mario Padovan: Opere dal 1964 - 1971 (9 Centro Attività PITTURA - UARDIA - INFORMALE - 57 Personale 1971 XX° n 1927 IT NO ottobre - 7 novembre 1971) Visive SCULTURA POSTMODE POP ART - RN OPTICAL ART Galleria civica AVANGUAR : grafica e ready-made (19 d'arte moderna, PITTURA - DADAISMO E 58 Personale 1971 XX° 1887-1968 STRANIERO DIA SI marzo-9 maggio 1971) Palazzo dei SCULTURA ARTE STORICA Diamanti CONCETTUALE Luisa Bertani H.: Olii (9 gennaio - 31 Centro Attività PITTURA - 59 Personale 1971 XX° 1939-1994 IT NO gennaio 1971) Visive INCISIONE Gianfranco Goberti (19 marzo - 9 aprile Centro Attività NEOAVANG 60 Personale 1971 XX° n 1939 IT PITTURA NO ESPRESSIONIS 1971) Visive UARDIA MO ASTRATTO NEOAVANG Fausto Holban (22 maggio - 6 giugno Centro Attività UARDIA - 61 Personale 1971 XX° n 1940 STRANIERO PITTURA NO 1971) Visive POSTMODE RN PERFORMA NEOAVANG Ernico Job: Autoritratto (6 febbraio - 23 Centro Attività NCE - UARDIA - ARTE 62 Personale 1971 XX° 1934-2008 IT NO febbraio 1971) Visive INSTALLAZI POSTMODE COMPORTAME ONE RN NTALE INFORMALE - Ennio Tamburi: Condizione uomo (9 Centro Attività NEOAVANG 63 Personale 1971 XX° n 1936 IT PITTURA NO ARTE gennaio - 27 gennaio 1971) Visive UARDIA CONCETTUALE Carlo Bonfà: Immissioni - Giuseppe Del Franco: Inconsupertrafra - Ketty La Rocca: Centro Attività 64 Collettiva 1971 XX° IT Novilunio - Luigi Ontani: Teofania (22 Visive maggio - 6 giugno 1971) AVANGUAR DIA Tito Salomoni (9 settembre - 30 settembre Centro Attività 65 Personale 1972 XX° 1928-1989 IT PITTURA STORICA - NO 1972) Visive NEOAVANG UARDIA SURREALISMO Galleria civica Raccolta di sculture della società Henraux - d'arte moderna, IT - 66 Querceta - Lucca (1 luglio - 30 ottobre Collettiva 1972 SCULTURA Palazzo dei STRANIERO 1972) Diamanti Centro Attività 67 Nanni Cortassa (19 aprile - 1 maggio 1972) Personale 1972 XX° IT SCULTURA Visive AVANGUAR Galleria civica DIA Mirko Basaldella (21 ottobre - 3 dicembre d'arte moderna, 68 Personale 1972 XX° 1910-1969 IT SCULTURA STORICA - SI 1972) Palazzo dei NEOAVANG SCUOLA Diamanti UARDIA ROMANA AVANGUAR Mimì Quilici Buzzacchi (11 novembre - 8 Centro Attività DIA 69 Personale 1972 XX° 1903-1990 IT PITTURA NO dicembre 1972) Visive STORICA - NEOAVANG ASTRATTISMO 273

UARDIA

Galleria civica AVANGUAR d'arte moderna, PITTURA - 70 Mario Sironi (19 marzo-30 aprile 1972) Personale 1972 XX° 1885-1961 IT DIA SI Palazzo dei SCULTURA FUTURISMO E STORICA Diamanti METAFISICA Centro Attività PITTURA - NEOAVANG 71 Marina Amadio (6-28 maggio 1972) Personale 1972 XX° m 2004?? IT NO Visive SCULTURA UARDIA Galleria civica AVANGUAR d'arte moderna, FOTOGRAFI 72 Man Ray (20 maggio - 25 giugno 1972) Personale 1972 XX° 1890-1976 STRANIERO DIA NO Palazzo dei A DADAISMO E STORICA Diamanti SIMBOLISMO NEOAVANG Centro Attività PITTURA - UARDIA - 73 Ilija Soskic (13 febbraio - 5 marzo1972) Personale 1972 XX° n 1935 STRANIERO NO Visive SCULTURA POSTMODE RN CONCETTUALE Galleria civica AVANGUAR Giuseppe Mentessi (1857-1931) (1 luglio - d'arte moderna, 74 Personale 1972 XIX°-XX° 1857-1931 IT PITTURA DIA SI 2 ottobre 1972) Palazzo dei IMPRESSIONIS STORICA Diamanti MO Giosetta Fioroni (6 maggio - 28 maggio Centro Attività NEOAVANG 75 Personale 1972 XX° n 1932 IT PITTURA NO 1972) Visive UARDIA NEOAVANG Gianni Colombo (1 luglio - 3 settembre Centro Attività PITTURA - UARDIA - 76 Personale 1972 XX° 1937-1993 IT NO 1972) Visive SCULTURA POSTMODE RN Gabriele Amadori - Paolo Baratella - Narciso Bonomi - Schifano Mario - Centro Attività 77 Collettiva 1972 XX° IT Schlosser Gerard - Volpini Renato (11 Visive novembre - 8 dicembre 1972) NEOAVANG Fabio De Sanctis: La traversata delle Alpi Centro Attività PITTURA - UARDIA - 78 Personale 1972 XX° n 1931 IT NO (9 settembre - 30 settembre 1972) Visive SCULTURA POSTMODE RN Drago Ortelli Plessi Pozzati Sarri (13 Centro Attività 79 Collettiva 1972 XX° IT febbraio - 5 marzo 1972) Visive Carlo Cremaschi - Giuliano Della Casa - Centro Attività 80 Franco Guerzoni - Adriano Spatola: Misura Collettiva 1972 XX° IT Visive (15 gennaio - 6 febbraio 1972) Centro Attività PITTURA - NEOAVANG 81 Bruno Pinto (15 gennaio - 6 febbraio 1972) Personale 1972 XX° n 1935 IT NO Visive SCULTURA UARDIA AVANGUAR Antonio Ligabue (1 luglio-3 settembre Centro Attività 82 Personale 1972 XX° 1899-1965 IT PITTURA DIA SI 1972) Visive STORICA Galleria civica AVANGUAR Annibale Zucchini: Sculture dal 1918 al d'arte moderna, DIA 83 Personale 1972 XX° 1891-1970 IT SCULTURA SI 1969 (29 gennaio - 5 marzo 1972) Palazzo dei STORICA - Diamanti NEOAVANG FUTURISMO 274

UARDIA

Amadori - Frabboni - Mariani: Tre proposte Centro Attività 84 d'immagini alternative (7 ottobre - 1 Collettiva 1972 XX° IT Visive novembre 1972) Galleria civica AVANGUAR Stanislao Lepri (15 aprile - 31 maggio d'arte moderna, 85 Personale 1973 XX° 1905-1980 IT PITTURA DIA NO 1973) Palazzo dei STORICA Diamanti SURREALISMO NEOAVANG Sergio Zanni (1 novembre - 2 dicembre Centro Attività PITTURA - UARDIA - 86 Personale 1973 XX° n 1942 IT NO 1973) Visive SCULTURA POSTMODE RN Galleria civica AVANGUAR Sebastiàn Matta (1 novembre-16 dicembre d'arte moderna, SURREALISMO 87 Personale 1973 XX° 1911-2002 STRANIERO PITTURA DIA NO 1973) Palazzo dei E STORICA Diamanti ASTRATTISMO Piero Albizzati (13 maggio - 10 giugno Centro Attività 88 Personale 1973 XX° 1922-2009 IT PITTURA NO 1973) Visive Galleria civica Participio presente (18 febbraio-1 aprile d'arte moderna, IT - 89 Collettiva 1973 XX° 1973) Palazzo dei STRANIERO Diamanti Mostra Internazionale d'arte: Un futuro Centro Attività 90 possibile: Nuova pittura (16 settembre - 14 Collettiva 1973 XX° STRANIERO PITTURA Visive ottobre 1973) Cortile Palazzo PITTURA - NEOAVANG 91 Mormorelli (16 settembre 1973) Personale 1973 XX° 1921-1994 IT NO dei Diamanti SCULTURA UARDIA ARCHITETT Centro Attività NEOAVANG 92 Mario Nanni (25 febbraio - 25 marzo 1973) Personale 1973 XX° n 1922 IT URA - NO Visive UARDIA SCULTURA INFORMALE NEOAVANG Laura Rivalta (4 novembre - 25 novembre Centro Attività SCULTURA - UARDIA - 93 Personale 1973 XX° n 1933 IT NO 1973) Visive OREFICERIA POSTMODE RN AVANGUAR Guglielmo Achille Cavellini (30 giugno - 9 Centro Attività DIA - 94 Personale 1973 XX° 1914-1990 IT PITTURA NO settembre 1973) Visive NEOAVANG DADAISMO - UARDIA AVANGUAR Galleria civica DIA Filippo De Pisis (1 luglio-30 settembre d'arte moderna, 95 Personale 1973 XX° 1896-1956 IT PITTURA STORICA - SI 1973) Palazzo dei NEOAVANG diamanti UARDIA METAFISICA NEOAVANG Ezio Gribaudo (30 giugno - 9 settembre Centro Attività UARDIA - 96 Personale 1973 XX° n 1929 IT PITTURA NO 1973) Visive POSTMODE RN 275

NEOAVANG Domingo Notaro (13 maggio- 10 giugno Centro Attività UARDIA - 97 Personale 1973 XX° n 1939 IT PITTURA NO 1973) Visive POSTMODE RN NEOAVANG Càbjan (Bianca Rosa Cellura Cusmano) Centro Attività UARDIA - 98 Personale 1973 XX° IT PITTURA (25 febbraio - 25 marzo 1973) Visive POSTMODE RN Angela Ricci Lucchi: Ambiente - Centro Attività PITTURA - 99 comportamento (1 novembre - 30 Personale 1973 XX° n 1942 IT NO Visive CINEMA novembre 1973) ESPRESSIONIS Viaggio Salvatore (12 gennaio - 10 febbraio Centro Attività NEOAVANG 100 Personale 1974 XX° n 1933 IT PITTURA NO MO - 1974) Visive UARDIA ASTRATTISMO Venti illustrazioni di Paola Forlani Da Centro Attività 101 "L'Orlando Furioso" di Ludovico Ariosto (16 Personale 1974 XX° IT PITTURA NO Visive marzo - 7 aprile 1974) Valias Semertzidis (20 aprile - 12 maggio Centro Attività 102 Personale 1974 XX° 1911-1983 STRANIERO PITTURA NO 1974) Visive Trenta illustrazioni di Giovanni Merloni da Centro Attività 103 "L'Orlando Furioso" di Ludovico Ariosto (29 Personale 1974 XX° IT PITTURA Visive giugno - 30 settembre 1974) PITTURA - Quindici serigrafie di Gianni Vallieri Centro Attività GRAFICA - 104 illustranti altrettantiliriche di Franco Personale 1974 XX° n 1928 IT NO Visive FOTOGRAFI Giovanelli (16 febbraio - 10 marzo 1974) A Galleria civica Premio nazionle dei naïfs: Settima d'arte moderna, IT - 105 Collettiva 1974 XX° rassegna (21 aprile - 26 maggio 1974) Palazzo dei STRANIERO Diamanti Personaggio da "L'Orlando Furioso" di Centro Attività PITTURA - 106 Ludovico Ariosto a cura di Franco Patruno Personale 1974 XX° 1938-2007 IT NO Visive DISEGNO (21 aprile - 12 maggio 1974) Galleria civica Omaggio all'Ariosto (29 giugno - 30 d'arte moderna, 107 Collettiva 1974 IT GRAFICA settembre 1974) Palazzo dei Diamanti Mostra d'arte sacra (6 ottobre - 4 novembre Centro Attività IT - 108 Collettiva 1974 XX° 1974) Visive STRANIERO FOTOGRAFI A - NEOAVANG Maurizio Cosua (19 maggio - 23 giugno Centro Attività VIDEOARTE UARDIA - 109 Personale 1974 XX° 1943-2009 IT NO 1974) Visive - POSTMODE INSTALLAZI RN ARTE ONE CONCETTUAE Maria Baldan (16 febbraio - 10 marzo Centro Attività GRAFICA - NEOAVANG 110 Personale 1974 XX° n 1930 IT NO 1974) Visive SCULTURA UARDIA SPAZIALISMO Margherita Benetti (6 ottobre - 4 novembre Centro Attività PITTURA - NEOAVANG 111 Personale 1974 XX° 1928-2014 IT NO 1974) Visive GRAFICA UARDIA ASTRATTISMO

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NEOAVANG Ludovico Muratori: Opere 1968 - 1974 (10 Centro Attività SCULTURA - UARDIA - 112 Personale 1974 XX° n 1927 STRANIERO NO novembre - 1 dicembre 1974) Visive PITTURA POSTMODE METAFISICA - RN ASTRATTISMO Galleria civica Le scritte murali a Roma (16 marzo - 7 d'arte moderna, FOTOGRAFI 113 Collettiva 1974 XX° IT aprile 1974) Palazzo dei A Diamanti Illustrazoni dal "Furioso" - 1474 - V Centenario della nascita di Ludovico Ariosto: Amadori - Baratella - Bonora M. - Centro Attività 114 Bonora P. - Camerani - Crociani - Collettiva 1974 XX° IT GRAFICA Visive Fabbriano - Forno - Goberti -Guarnieri - Guidi - Zanni ( 18 maggio - 23 giugno 1974) Galleria Civica Il manifesto cubano (2 giugno - 23 giugno d'arte moderna, 115 Collettiva 1974 XX° GRAFICA 1974) Palazzo dei Diamanti Gruppo V: Bozzola - De Cambiaire - Centro Attività IT - 116 Davanzo - Laks - Pichette - Lino Tiné (16 Collettiva 1974 XX° Visive STRANIERO febbraio - 10 marzo 1974) AVANGUAR Francesco Cenci (12 gennaio - 10 febbraio Centro Attività SCULTURA - DIA - 117 Personale 1974 XX° IT NO 1974) Visive OREFICERIA NEOAVANG SURREALISMO UARDIA METAFISICO VIDEOARTE Fabrizio Plessi autobiografico (20 aprile - Centro Attività - POSTMODE 118 Personale 1974 XX° n 1940 IT NO 12 maggio 1974) Visive INSTALLAZI RN ONE AVANGUAR Galleria civica DIA d'arte moderna, 33 Ernesto Treccani (3 marzo - 7 aprile 1974) Personale 1974 XX° 1920-2009 IT PITTURA STORICA - NO Palazzo dei NEOAVANG CORRENTE E Diamanti UARDIA REALISMO Egidio Costantini (8 dicembre - 15 Centro Attività AVANGUAR 34 Personale 1974 XX° 1912-2007 IT SCULTURA NO dicembre 1974) Visive DIA NEOAVANG Centro Attività UARDIA - 35 Edival Ramosa (2 giugno - 23 giugno 1974) Personale 1974 XX° n. 1940 STRANIERO PITTURA NO Visive POSTMODE RN Cesare Siviglia (6 ottobre - 4 novembre Centro Attività PITTURA - NEOAVANG 36 Personale 1974 XX° 1918-2003 STRANIERO NO 1974) Visive SCULTURA UARDIA Galleria civica AVANGUAR Aroldo Bonzagni (19 gennaio - 24 febbraio d'arte moderna, 37 Personale 1974 XIX°-XX° 1887-1918 IT PITTURA DIA SI 1974) Palazzo dei STORICA Diamanti FUTURISMO Alberto Cavallari: 1943 - 1963: Grafica dei Centro Attività PITTURA - 38 lager tedeschi al delta del Po (10 novembre Personale 1974 XX° n 1960 IT NO Visive GRAFICA - 1 dicembre 1974) 277

Sala Benvenuto 39 Walter Pregnolato (2 marzo - 1 aprile 1975) Personale 1975 XX° 1931-1989 IT PITTURA NO Tisi Vittorio Guarnieri (28 giugno - 7 settembre Centro Attività 40 Personale 1975 XX° n 1946 IT PITTURA NO 1975) Visive Victor Vasarely (29 giugno - 12 settembre Sala Benvenuto PITTURA - NEOAVANG 41 Personale 1975 XX° 1906-1997 STRANIERO NO 1975) Tisi GRAFICA UARDIA SCULTURA - Silvia Guberti (4 ottobre - 4 novembre Sala Benvenuto 42 Personale 1975 XX° n 1944 IT INSTALLAZI NO 1975) Tisi ONE Galleria civica AVANGUAR d'arte moderna, 43 Roberto Melli (28 giugno - 12 ottobre 1975) Personale 1975 XX° 1855-1958 IT PITTURA DIA SI Palazzo dei SCUOLA STORICA Diamanti ROMANA Pop Art Grafica (26 ottobre - 30 novembre Centro Attività NEOAVANG 44 Collettiva 1975 XX° STRANIERO GRAFICA 1975) Visive UARDIA POP ART Pietro Bisio, Giansisto Gasparini, Piero Centro Attività 45 Leddi, Dimitri Plescan , Pietro Plescan (14 Collettiva 1975 XX° Visive settembre - 12 ottobre 1975) Nillo Tinazzi: Il personaggio (26 ottobre - 30 Centro Attività NEOAVANG 46 Personale 1975 XX° 1922-2003 IT PITTURA NO novembre 19759 Visive UARDIA Marino Mazzacurati: Opere antifasciste nel AVANGUAR FRONTE Centro Attività PITTURA - 47 Tretennale della Liberazione (13 aprile - 18 Personale 1975 XX° 1908-1969 IT DIA SI NUOVO DELLE Visive SCULTURA maggio 1975) STORICA ARTI Marcolino Gandini (14 settembre - 19 Centro Attività NEOAVANG COSTRUTTUIVI 48 Personale 1975 XX° 1937-2012 IT PITTURA NO ottobre 1975) Visive UARDIA SMO PUTTURA - M. Stuarda Varetti (13 aprile - 11 maggio Centro Attività 49 Personale 1975 XX° n 1938 IT TEATRO - NO 1975) Visive CINEMA Galleria civica ARCHITETT Leone Pancaldi (18 maggio - 22 giugno d'arte moderna, NEOAVANG 50 Personale 1975 XX° 1915-1995 IT URA - NO 1975) Palazzo dei UARDIA PITTURA Diamanti INFORMALE PITTURA - Centro Attività 51 Leonardo Savioli (2-31 marzo 1975) Personale 1975 XX° 1917-1982 IT ARCHITETT NO Visive URA PITTURA - Centro Attività NEOAVANG 52 Hsiao (2-31- marzo 1975) Personale 1975 XX° n 1935 STRANIERO SCULTURA - NO Visive UARDIA GRAFICA AVANGUAR Galleria civica DIA d'arte moderna, 53 Giacomo Manzù (2 marzo 27 aprile 1975) Personale 1975 XX° 1908-1991 IT SCULTURA STORICA - NO Palazzo dei NEOAVANG Diamanti UARDIA CORRENTE Gabriele De Stefano (9 novembre - 30 Sala Benvenuto NEOAVANG 54 Personale 1975 XX° n 1936 IT PITTURA NO novembre 1975) Tisi UARDIA PITTURA - Gabriele Amadori: La minoranza silenziosa Centro Attività NEOAVANG 55 Personale 1975 XX° n 1945 IT TEATRO - NO (29 giugno - 7 settembre 1975) Visive UARDIA DESIGN ASTRATTISMO Centro Attività 56 Franco Nordio (2 marzo - 31 marzo 1975) Personale 1975 XX° IT Visive 278

PITTURA - GRAFICA - NEOAVANG Fernardo De Filippi (25 maggio - 22 giugno Sala Benvenuto PERFORMA UARDIA - 57 Personale 1975 XX° n 1940 IT NO 1975) Tisi NCE - POSTMODE INSTALLAZI RN ONE AVANGUAR DIA Sala Benvenuto PITTURA - 58 Carmi (13 aprile - 18 maggio 1975) Personale 1975 XX° n 1920 IT STORICA - NO Tisi SCULTURA NEOAVANG UARDIA Walter Valentini (10 ottobre - 6 novembre Centro Attività PITTURA - NEOAVANG 59 Personale 1976 XX° n 1928 IT NO 1976) Visive SCULTURA UARDIA Sala Benvenuto SCULTURA - NEOAVANG 60 Walter Madoi (19 marzo - 11 aprile 1976) Personale 1976 XX° 1925-1976 IT SI Tisi PITTURA UARDIA Walter Fusi: Penetrazioni (18 gennaio - 8 Sala Benvenuto NEOAVANG 61 Personale 1976 XX° 1924-2013 IT PITTURA NO febbrio 1976) Tisi UARDIA Ugo Dossi "Il motivo della motivazione" Sala Benvenuto 62 oppure "La libertà relativa" (7 novembre - 5 Personale 1976 XX° n 1943 STRANIERO SCULTURA NO Tisi dicembre 1976) Galleria civica d'arte moderna, PITTURA - NEOAVANG 63 Ugo Attardi (14 marzo - 25 aprile 1976) Personale 1976 XX° 1923-2006 IT NO Palazzo dei SCULTURA UARDIA ESPRESSIONIS Diamanti MO ASTRATTO Sergio Sarri: Dipinti 1971 - 1976 (10 Centro Attività 64 Personale 1976 XX° n 1938 IT PITTURA NO ottobre - 6 novembre 1976) Visive Sergio Mabelli: "Chemical Jeans Art" (15 Sala Benvenuto 65 Personale 1976 XX° IT aprile - 2 maggio 1976) Tisi AVANGUAR S.M. Eisenstein: opere grafiche (7 Sala Benvenuto PITTURA - 66 Personale 1976 XX° 1898-1948 STRANIERO DIA SI dicembre-6 gennaio 1976) Tisi CINEMA STORICA Roberto Origgi: Paesaggi per cielo e terra Centro Attività 67 Personale 1976 XX° n 1937 IT PITTURA NO (11 giugno - 20 giugno 1976) Visive Galleria civica PITTURA - Robert Rauschenberg (18 gennaio, 7 d'arte moderna, NEOAVANG 68 Personale 1976 XX° 1925-2008 STRANIERO FOTOGRAFI NO marzo 1976) Palazzo dei UARDIA ESPRESSIONIS A Diamanti MO ASTRATTO NEOAVANG Centro Attività PITTURA - UARDIA - 69 Rita Da Re (15 febbraio - 14 marzo 1976) Personale 1976 XX° 1947-2008 IT NO Visive SCULTURA POSTMODE RN Sala Benvenuto 70 Piero Viti (3 ottobre - 31 ottobre 1976) Personale 1976 XX° n 1931 IT PITTURA NO Tisi Paola Forlani, Pietro Lenzini, Franco Paturno, Roberto Roda: Diapositive e Centro Attività 71 Collettiva 1976 XX° IT tavole per l'Apocalisse e il Vangelo di Visive Giovanni (11 gennaio - 18 gennaio 19769 Luciano Dall'Acqua (30 giugno - 4 Centro Attività 72 Personale 1976 XX° n 1932 IT PITTURA NO settembre 1976) Visive

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Guido Sartorelli: Tempo Spazio Superficie: Centro Attività NEOAVANG 73 16 relazioni (14 novembre - 12 dicembre Personale 1976 XX° IT NO Visive UARDIA 1976) Guglielmo Lusignoli (11 gennaio - 8 Centro Attività PITTURA - NEOAVANG 74 Personale 1976 XX° 1920-2003 IT NO febbraio 1976) Visive SCULTURA UARDIA AVANGUAR Centro Attività 75 Granini (12 settembre - 3 ottobre 1976) Personale 1976 XX° n 1934 IT PITTURA DIA NO Visive STORICA Galleria civica Grafica giapponese (9 maggio - 20 giugno d'arte moderna, 76 Collettiva 1976 XX° STRANIERO GRAFICA 1976) Palazzo dei Diamanti Giuseppe Becca - Giantonio Graziani: Spazio / Immagine: Un progetto di Centro Attività 77 Collettiva 1976 XX° IT comunicazione estetica (11 giugno - 20 Visive giugno 1976) Giuliano Giuman: fenomenologia delle Centro Attività PITTURA - 78 Personale 1976 XX° n 1944 IT NO ombre (9 maggio - 6 giugno 1976) Visive VIDEOARTE Farm Security Administration (La fotografia Centro Attività FOTOGRAFI 79 sociale americana del New Deal) (15 Collettiva 1976 XX° STRANIERO Visive A febbraio - 14 marzo 1976) Centro Attività NEOAVANG 80 Devalle (19 marzo - 11 aprile 1976) Personale 1976 XX° 1940-2013 IT PITTURA NO Visive UARDIA Cristina Roncati (15 febbraio - 14 marzo Centro Attività NEOAVANG DADAISMO - 81 Personale 1976 XX° n 1943 IT SCULTURA NO 1976) Visive UARDIA BODY ART Padiglione d'Arte Concetto Pozzati (24 giugno - 30 settembre NEOAVANG 82 Personale Contemporanea, 1976 XX° n 1935 IT PITTURA NO 1976) UARDIA Palazzo Massari PUTTURA - Carlo Battaglia (28 giugno - 30 settembre Sala Benvenuto NEOAVANG 83 Personale 1976 XX° n 1933 IT TEATRO - NO 1976) Tisi UARDIA CINEMA Bruno Canova: L'arte della guerra: disegni Centro Attività PITTURA - NEOAVANG 84 e documenti storici (15 aprile - 2 maggio Personale 1976 XX° 1925-2012 IT NO Visive INCISIONE UARDIA 1976) REALISMO Galleria civica AVANGUAR Bice Lazzari: "Antologica" (14 novembre - d'arte moderna, 85 Personale 1976 XX° 1900-1981 IT PITTURA DIA NO 12 dicembre 1976) Palazzo dei STORICA Diamanti RAZIONALISMO Artisti figurativi del litorale sloveno '76 (30 Centro Attività 86 Collettiva 1976 XX° STRANIERO giugno - 4 settembre 1976) Visive AVANGUAR Antonio Freiles (30 giugno - 4 settembre Centro Attività 87 Personale 1976 XX° n 1943 IT PITTURA DIA NO 1976) Visive STORICA Anna Esposito (15 maggio - 13 giugno Centro Attività 88 Personale 1976 XX° n 1935 IT PITTURA NO 1976) Visive Alejandro Kokocinski (12 settembre - 3 Centro Attività 89 Personale 1976 XX° n 1948 IT PITTURA NO ottobre 1976) Visive Padiglione d'Arte Alberto Biasi (1 ottobre - 12 dicembre NEOAVANG 90 Personale Contemporanea, 1976 XX° n 1937 IT PITTURA NO 1976) UARDIA Palazzo Massari 280

Agostino Ferrari (19 marzo - 11 aprile Centro Attività NEOAVANG 91 Personale 1976 XX° n 1938 IT PITTURA NO 1976) Visive UARDIA Galleria civica AVANGUAR d'arte moderna, 92 Achille Funi (29 giugno 10 ottobre 1976) Personale 1976 XX° 1890-1972 IT PITTURA DIA SI Palazzo dei FUTURISMO E STORICA Diamanti NOVECENTO Ugo La Pietra: La riappropiazione Centro Attività ARCHITETT NEOAVANG 93 Personale 1977 XX° n 1938 IT NO dell'ambiente (15 maggio - 5 giugno 1977) Visive URA UARDIA PITTURA - Sala Benvenuto 94 Tino Stefanoni (2 luglio - 4 settembre 1977) Personale 1977 XX° n 1937 IT ARCHITETT NO Tisi URA Padiglione d'Arte Sandro Martini (23 gennaio - 20 febbraio PITTURA - 95 Personale Contemporanea, 1977 XX° n 1941 IT NO 1977) SCULTURA Palazzo Massari Renzo Bussotti (13 novembre - 11 Sala Benvenuto PITTURA - 96 Personale 1977 XX° n. 1925 IT NO dicembre 1977) Tisi SCULTURA Pietro Forlani, Pietro Lenzini, Franco Paturno, Roberto Roda: Santo Francesco i Centro Attività 97 Collettiva 1977 XX° IT Fioretti e il Cantico (9 giugno - 26 giugno Visive 1977) Centro Attività NEOAVANG 98 Piero Manai (27 febbraio - 27 marzo 1977) Personale 1977 XX° 1951-1988 IT PITTURA NO Visive UARDIA NEOAVANG Centro Attività UARDIA - 99 Orio Silvani (9 giugno - 26 giugno 1977) Personale 1977 XX° 1930-2007 IT PITTURA NO Visive POSTMODE RN Centro Attività PITTURA - 100 Nastasio (29 giugno - 4 settembre 1977) Personale 1977 XX° n 1934 IT NO Visive INCISIONE Padiglione d'Arte Michele Perfetti: Identikit? (2 giugno - 11 NEOAVANG 101 Personale Contemporanea, 1977 XX° n 1931 IT poeta visivo NO settembre 1977) UARDIA Palazzo Massari PITTURA - Sala Benvenuto IT - 102 Marta e Maria (8 maggio - 19 giugno 1977) Collettiva 1977 FOTOGRAFI Tisi STRANIERO A Manifesti per l'Europa: Esposizione internazionale di manifesti presentata in Centro Attività 103 occasione del ventesimo anniversario della Collettiva 1977 XX° GRAFICA Visive firma dei Trattati di Roma (13 ottobre - 23 ottobre 1977)

Magma: Rassegna internazionale di donne Centro Attività IT - 104 Collettiva 1977 XX° PITTURA artiste (3 aprile - 2 maggio 1977) Visive STRANIERO Luisella Carretta, Mimmo Conenna, Giuliano Giuman, Sergio Putatti, Guido AVANGUAR Centro Attività 105 Sartorelli, Aldo Spinelli, Pierluigi Vannozzi: Collettiva 1977 XX° IT DIA Visive Diversi aspetti dell'arte astratta (29 giugno - STORICA 4 settembre 1977) ASTRATTISMO 281

Longaretti: La madre 1957-1977 (11 Sala Benvenuto 106 Personale 1977 XX° n 1916 IT PITTURA NO settembre - 9 ottobre 1977) Tisi Padiglione d'Arte Il gioco delle parti / 2 (2 giugno - 11 IT - 107 Collettiva Contemporanea, 1977 XX° settembre 1977) STRANIERO Palazzo Massari Helmut Schober (27 febbraio - 27 marzo Centro Attività 108 Personale 1977 XX° n 1947 STRANIERO PITTURA NO 1977) Visive Giovanni Gromo (19 dicembre 1976 - 16 Centro Attività 109 Personale 1977 XX° n 1929 IT PITTURA NO gennaio 1977) Visive AVANGUAR Galileo Cattabriga (13 ottobre - 6 novembre Sala Benvenuto 110 Personale 1977 XX° 1901-1969 IT PITTURA DIA SI 1977) Tisi STORICA Gabriele Partisani (23 gennaio - 20 Centro Attività 111 Personale 1977 XX° 1945-2014 IT PITTURA NO febbraio 1977) Visive Francesco Vaccarone (10 settembre - 10 Centro Attività PITTURA - 112 Personale 1977 XX° n 1940 IT NO ottobre 1977) Visive SCULTURA Centro Attività 113 Fabbriano (30 ottobre - 27 novembre 1977) Personale 1977 XX° Visive Galleria civica d'arte moderna, PITTURA - NEOAVANG 114 Enrico Baj (16 aprile - 22 maggio 1977) Personale 1977 XX° 1924-2003 IT NO Palazzo dei SCULTURA UARDIA PITTURA Diamanti NUCLEARE Padiglione d'Arte Emilio Isgrò: Epilogo del vedere (11 115 Personale Contemporanea, 1977 XX° n 1937 IT PITTURA NO settembre - 6 novembre 1977) Palazzo Massari Padiglione d'Arte Elio Marchegiani: La grande scacchiera (13 PITTURA - NEOAVANG 116 Personale Contemporanea, 1977 XX° n 1929 IT NO marzo - 11 aprile 1977) SCULTURA UARDIA Palazzo Massari Demos Ronchi (30 ottobre - 27 novembre Centro Attività 117 Personale 1977 XX° 1922-1983 IT SCULTURA NO 1977) Visive AVANGUAR Galleria civica DIA d'arte moderna, 118 Corrado Cagli (13 febbraio - 3 aprile 1977) Personale 1977 XX° 1910-1976 IT PITTURA STORICA - SI SCUOLA Palazzo dei NEOAVANG ROMANA - Diamanti UARDIA REALISMO Con Alberti per la Spagna (3 aprile - 2 Centro Attività IT - 119 Collettiva 1977 GRAFICA maggio 1977) Visive STRANIERO PUTTURA - Claudio Cintoli (27 febbraio - 27 marzo Sala Benvenuto 120 Personale 1977 XX° 1935-1978 IT TEATRO - NO 1977) Tisi CINEMA AVANGUAR Galleria civica DIA Carlo Levi: "I Monotipi" (22 ottobre - 11 d'arte moderna, 121 Personale 1977 XX° 1902-1975 IT PITTURA STORICA - SI dicembre 1977) Palazzo dei NEOAVANG Diamanti UARDIA NEOREALISMO AVANGUAR Padiglione d'Arte DIA Carlo Ciussi (13 novembre - 31 dicembre 122 Personale Contemporanea, 1977 XX° 1930-2012 IT PITTURA STORICA - NO 1977) Palazzo Massari NEOAVANG UARDIA 282

Galleria civica AVANGUAR d'arte moderna, 123 Carlo Carrà (2 luglio-9 ottobre 1977) Personale 1977 XX° 1881-1966 IT PITTURA DIA SI Palazzo dei FUTURISMO E STORICA Diamanti METAFISICA Centro Attività 124 Burhan (9 giugno - 26 giugno 1977) Personale 1977 XX° n 1929 STRANIERO PITTURA NO Visive Bruno Donzelli (23 gennaio - 20 febbraio Sala Benvenuto 125 Personale 1977 XX° n 1941 IT PITTURA NO 1977) Tisi Centro Attività 126 Boni (10 settembre - 10 0ttobre 1977) Personale 1977 Visive Beppe Sesia (23 gennaio - 20 febbraio Centro Attività PITTURA - 127 Personale 1977 XX° 1906- IT 1977) Visive SCULTURA Galleria civica AVANGUAR Arturo Carmassi (29 maggio - 26 giugno d'arte moderna, PITTURA - 128 Personale 1977 XX° n 1925 IT DIA NO 1977) Palazzo dei SCULTURA STORICA Diamanti CUBISMO NEOAVANG Armando Marocco (15 maggio - 6 giugno Centro Attività PITTURA - UARDIA - 129 Personale 1977 XX° n 1939 IT NO 1977) Visive SCULTURA POSTMODE RN Padiglione d'Arte NEOAVANG 130 Aricò (23 aprile - 22 maggio 1977) Personale Contemporanea, 1977 XX° 1930-2002 IT PITTURA NO UARDIA Palazzo Massari Padiglione d'Arte Adriano Altamira (13 marzo - 11 aprile FOTOGRAFI NEOAVANG 131 Personale Contemporanea, 1977 XX° n 1947 IT NO 1977) A UARDIA Palazzo Massari Sala Benvenuto NEOAVANG 132 Achille Perilli (3 aprile - 1 maggio 1977) Personale 1977 XX° n 1927 IT PITTURA NO Tisi UARDIA Vincenzo Satta (17 settembre - 11 ottobre Centro Attività NEOAVANG 133 Personale 1978 XX° n 1937 IT PITTURA NO 1978) Visive UARDIA Padiglione d'Arte Umberto Mariani (12 novembre - 10 NEOAVANG 134 Personale Contemporanea, 1978 XX° n 1936 IT PITTURA NO dicembre 1978) UARDIA Palazzo Massari Centro Attività PITTURA - 135 Silvan (30 aprile - 21 maggio 1978) Personale 1978 XX° 1928-1973 IT SI Visive SCULTURA NEOAVANG Padiglione d'Arte Robert Morris (28 maggio - 26 agosto UARDIA - 136 Personale Contemporanea, 1978 XX° n 1931 STRANIERO SCULTURA NO 1978) POSTMODE Palazzo Massari RN Padiglione d'Arte Richard Smith (8 maggio - 14 maggio NEOAVANG 137 Personale Contemporanea, 1978 XX° n 1931 STRANIERO PITTURA NO 1978) UARDIA Palazzo Massari Riccardo Biavati: Riti pietrificati (19 Centro Attività PITTURA - 138 Personale 1978 XX° n 1950 IT NO novembre - 10 dicembre 1978) Visive SCULTURA AVANGUAR Remo Bianco (17 settembre - 15 ottobre Sala Benvenuto 139 Personale 1978 XX° 1922-1988 IT PITTURA DIA NO 1978) Tisi STORICA Progressioni 1975.6.7.8. (28 maggio - 25 Centro Attività 140 Collettiva 1978 XX° IT giugno 1978) Visive

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Pedrazzoli - Schirolli (19 marzo - 18 aprile Centro Attività 141 Collettiva 1978 XX° IT 1978) Visive Paolo Tessari: Battaglie ed altre cose (15 Centro Attività 142 Personale 1978 XX° IT gennaio - 19 febbraio 1978) Visive

Paolo Baratella Pittore - Jim Dine Padiglione d'Arte IT - 143 Coadiutore: J. S. Bach toccata e fuga da / Collettiva Contemporanea, 1978 XX° STRANIERO per il potere (7 gennaio - 19 febbraio 1978) Palazzo Massari

Otello Ceccato (30 aprile - 21 maggio Centro Attività PITTURA - 144 Personale 1978 XX° 1928-2014 IT NO 1978) Visive SCULTURA Galleria civica Antonio Zoran Music (29 ottobre - 17 d'arte moderna, PITTURA - NEOAVANG 145 Personale 1978 XX° 1909-2005 STRANIERO NO dicembre 1978) Palazzo dei INCISIONE UARDIA Diamanti Padiglione d'Arte Mimmo Rotella - (24 settembre-5 novembre NEOAVANG 146 Personale Contemporanea, 1978 XX° 1918-2006 IT PITTURA NO POP ART - 1978) UARDIA Parco Massari INFORMALE Mauro Corbani (25 febbraio - 15 marzo Centro Attività 147 Personale 1978 XX° n 1952 IT PITTURA NO 1978) Visive PERFORMA NEOAVANG Marina Abramovic Ulay (15 ottobre - 12 Centro Attività NCE - UARDIA - 148 Personale 1978 XX° n 1946 STRANIERO NO novembre 1978) Visive INSTALLAZI POSTMODE ONE RN Maria Cecchetti (14 maggio - 23 maggio Sala Benvenuto 149 Personale 1978 XX° IT 1978) Tisi Marcello Morandini: ARCHITETT Sala Benvenuto 150 Strutturasculturarchitettura (5 marzo - 2 Personale 1978 XX° n 1940 IT URA - NO Tisi aprile 1978) SCULTURA NEOAVANG Lynn Hershman (28 maggio - 25 giugno Centro Attività CINEMA - UARDIA - 151 Personale 1978 XX° n. 1941 STRANIERO NO 1978) Visive VIDEOARTE POSTMODE RN Galleria civica ASTRATTISMO PITTURA - AVANGUAR d'arte moderna, E 152 Luigi Veronesi (23 aprile - 10 giugno 1978) Personale 1978 XX° 1908-1998 IT FOTOGRAFI DIA NO Palazzo dei COSTRUTTUVIS A STORICA Diamanti MO AVANGUAR DIA Luigi Montanarini (22 ottobre - 19 Sala Benvenuto 153 Personale 1978 XX° 1906-1998 IT PITTURA STORICA - NO novembre 1978) Tisi NEOAVANG SCUOLA UARDIA ROMANA Padiglione d'Arte L. Spacal: pittura - grafica - scultura (26 154 Personale Contemporanea, 1978 XX° 1907-2000 IT PITTURA NO febbraio - 2 aprile 1978) Palazzo Massari AVANGUAR Giuseppe Virgili (1 luglio - 3 settembre Sala Benvenuto 155 Personale 1978 XX° 1894-1968 IT SCULTURA DIA SI 1978) Tisi STORICA Galleria civica PITTURA - AVANGUAR 156 Giorgio Morandi (1 luglio-8 ottobre 1978) Personale 1978 XX° 1890-1964 IT SI METAFISICA, d'arte moderna, SCULTURA DIA VALORI 284

Palazzo dei STORICA PLASTICI Diamanti Giorgio Balboni (26 novembre - 17 Sala Benvenuto 157 Personale 1978 XX° n 1940 IT PITTURA NO dicembre 1978) Tisi Gianni Carrera: De Ethologia (22 gennaio - Sala Benvenuto 158 Personale 1978 28 febbraio 1978) Tisi AVANGUAR Galleria Massari 159 Fondazione Carlo Levi (1 gennaio 1978) Personale 1978 XX° 1902-1975 IT PITTURA DIA SI 1 STORICA Padiglione d'Arte PITTURA - Cosimo Di Leo Ricatto (15 ottobre - 5 160 Personale Contemporanea, 1978 XX° n 1950 IT FOTOGRAFI NO novembre 1978) Palazzo Massari A Cooperarte 2: L'arte non è lontana (1 luglio Centro Attività 161 Collettiva 1978 XX° IT - 3 settembre 1978) Visive Clemen Parrocchetti - Maria Grazia Sironi: Centro Attività 162 Dalla gabbia all'aquilone (19 novembre - 16 Collettiva 1978 XX° IT Visive dicembre 1978) Bruno Galbiati radicamento: Aspetti vari (15 Centro Attività 163 Personale 1978 XX° 1939-2001 IT SCULTURA NO gennaio - 19 febbraio 1978) Visive Angelo Funghini (16 settembre - 11 ottobre Centro Attività 164 Personale 1978 XX° 1922-1999 IT PITTURA NO 1978) Visive AVANGUAR Galleria civica DIA Alfredo Chighine (19 febbraio - 16 aprile d'arte moderna, PITTURA - 165 Personale 1978 XX° 1914-1974 IT STORICA - SI 1978) Palazzo dei SCULTURA NEOAVANG Diamanti UARDIA PITTURA - Alfeo Capra: Opere dal 1926 al 1978 (20 Sala Benvenuto 166 Personale 1978 XX° n 1902 IT FOTOGRAFI NO aprile - 14 maggio 1978) Tisi A Padiglione d'Arte PITTURA - Testo e immagine: Letture parallele (11 IT - 167 Collettiva Contemporanea, 1979 XX° FOTOGRAFI febbraio - 18 marzo 1979) STRANIERO Palazzo Massari A Padiglione d'Arte Seconda triennale internazionale della IT - FOTOGRAFI 168 Collettiva Contemporanea, 1979 XX° fotografia (13 maggio - 24 giugno 1979) STRANIERO A Palazzo Massari Salvatore Provino (28 gennaio - 25 Centro Attività NEOAVANG 169 Personale 1979 XX° n 1943 IT PITTURA NO febbraio 1979) Visive UARDIA Salvatore Emblema (28 gennaio - 25 Sala Benvenuto NEOAVANG 170 Personale 1979 XX° 1929-2006 IT PITTURA NO febbraio 1979) Tisi UARDIA Padiglione d'Arte RenzoVespignani: Imbarco per Citera (30 NEOAVANG 171 Personale Contemporanea, 1979 XX° 1924-2001 IT PITTURA NO giugno - 7 ottobre 1979) UARDIA Palazzo Massari REALISMO Pippo Spinoccia: Capitoli di una "Storia NEOAVANG d'Italia": Mostra antologica di dipinti e Centro Attività PITTURA - UARDIA - 172 Personale 1979 XX° n 1928 IT NO collages 1966 - 1979 (15 settembre - 13 Visive INCISIONE POSTMODE ottobre 1979) RN Nunzio Solendo opera grafica 64/79 (15 Centro Attività 173 Personale 1979 XX° 1937-2007 IT PITTURA NO settembre - 13 ottobre 1979) Visive

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AVANGUAR Galleria civica DIA Massimo Campigli (30 giugno - 7 ottobre d'arte moderna, 174 Personale 1979 XX° 1895-1971 IT PITTURA STORICA - SI 1979) Palazzo dei NEOAVANG Diamanti UARDIA Galleria civica d'arte moderna, NEOAVANG 175 Mario Schifano (25 febbraio -8 aprile 1979) Personale 1979 XX° 1934-1998 IT PITTURA NO Palazzo dei UARDIA POP ART E Diamanti NEODADA NEOAVANG Lynn Umlauf (21 ottobre - 2 dicembre Centro Attività PITTURA - UARDIA - 176 Personale 1979 XX° n 1942 STRANIERO NO 1979) Visive SCULTURA POSTMODE RN Luigi Sonzini (28 gennaio - 25 febbraio Centro Attività 177 Personale 1979 XX° n 1942 IT PITTURA NO 1979) Visive NEOAVANG SCULTURA - Ignazio Moncada (30 giugno - 9 settembre Centro Attività UARDIA - 178 Personale 1979 XX° 1932-2012 IT INSTALLAZI NO 1979) Visive POSTMODE ONE RN Galleria civica AVANGUAR Giovanni Omiccioli: Mostra antologica d'arte moderna, 179 Personale 1979 XX° 1901-1975 IT PITTURA DIA SI 1901-1975 (18 ottobre - 9 dicmebre 1979) Palazzo dei SCUOLA STORICA Diamanti ROMANA Giangiacomo Spadari: Il 1968: Tra cronaca Centro Attività NEOAVANG 180 Personale 1979 XX° 1938-1997 IT PITTURA NO e storia (14 aprile - 20 maggio 1979) Visive UARDIA Centro Attività PITTURA - 181 Ghislain Mayaud (4 marzo - 8 aprile 1979) Personale 1979 XX° n 1951 STRANIERO NO Visive SCULTURA G. S. Mattioli (30 giugno - 9 settembre Centro Attività NEOAVANG 182 Personale 1979 XX° n 1903 IT collezionista NO 1979) Visive UARDIA Extra media: Espereinze attuali di Padiglione d'Arte FOTOGRAFI 183 comunicazione estetica (14 ottobre - 30 Collettiva Contemporanea, 1979 XX° IT A novembre 1979) Palazzo Massari Padiglione d'Arte Diversi aspetti dell'arte esatta (11 febbraio - 184 Collettiva Contemporanea, 1979 XX° IT 18 marzo 1979) Palazzo Massari Sala Benvenuto 185 Carlo Zauli (12 aprile - 20 maggio 1979) Personale 1979 XX° 1926-2002 IT SCULTURA NO Tisi AVANGUAR DIA Attilio Alfieri: Collages e disegni 1932-1953 Sala Benvenuto 186 Personale 1979 XX° 1904-1992 IT PITTURA STORICA - NO (4 marzo - 8 aprile 1979) Tisi NEOAVANG CORRENTE E UARDIA CHIARISTI FRONTE Armando Pizzinato (14 aprile - 20 maggio Centro Attività NEOAVANG 187 Personale 1979 XX° 1910-2004 IT PITTURA NO NUOVO DELLE 1979) Visive UARDIA ARTI AVANGUAR Padiglione d'Arte Antonio Scordia (25 marzo - 6 maggio DIA 188 Personale Contemporanea, 1979 XX° 1918-1988 STRANIERO PITTURA NO 1979) STORICA - Palazzo Massari NEOAVANG 286

UARDIA

NEOAVANG Antonio Mazzotti: dalla figura alle forme Sala Benvenuto 1914- UARDIA - 189 Personale 1979 XX° IT PITTURA NO inventate (23 settembre - 14 ottobre 1979) Tisi 1985 POSTMODE RN Antonio Corpora (21 ottobre - 20 gennaio Centro Attività NEOAVANG 190 Personale 1979 XX° 1909-2004 STRANIERO PITTURA NO 1979) Visive UARDIA NEOCUBISMO Anne e Patrick Poirier (30 giugno - 9 Sala Benvenuto 191 Collettiva 1979 XX° STRANIERO settembre 1979) Tisi Galleria civica AVANGUAR Alberto Magnelli (22 aprile - 24 maggio d'arte moderna, 192 Personale 1979 XX° 1888-1971 IT PITTURA DIA SI 1979) Palazzo dei STORICA Diamanti ASTRATTISMO Sala Benvenuto POSTMODE 193 Xante Battaglia (5 luglio - 31 agosto 1980) Personale 1980 XX° n 1943 IT PITTURA NO Tisi RN Roberto Mainardi (24 aprile - 18 maggio Centro Attività 194 Personale 1980 XX° 1980) Visive Rita Aldrovandi (14 settembre - 7 ottobre Centro Attività 195 Personale 1980 XX° n 1962 IT SCULTURA NO 1980) Visive Paola Bonora (16 novembre - 14 dicembre Centro Attività PITTURA - 196 Personale 1980 XX° n 1945 IT NO 1980) Visive GRAFICA Otello Brocca (16 novembre - 14 dicembre Centro Attività PITTURA - 197 Personale 1980 XX° IT 1980) Visive INCISIONE Galleria civica AVANGUAR Osvaldo Licini (19 ottobre - 14 dicembre d'arte moderna, ASTRATTISMO 198 Personale 1980 XX° 1894-1958 IT PITTURA DIA SI 1980) Palazzo dei E STORICA Diamanti SURREALISMO Nino Crociani (16 novembre - 14 dicembre Centro Attività PITTURA - NEOAVANG 199 Personale 1980 XX° n 1930 IT NO 1980) Visive INCISIONE UARDIA Nani Tedeschi: Diderot, probablement… Sala Benvenuto 200 Personale 1980 XX° n 1939 IT PITTURA NO (21 settembre - 9 novembre 1980) Tisi Magico Primario (16 novembre - 14 Sala Benvenuto 201 Collettiva 1980 XX° IT dicembre 1980) Tisi Centro Attività POSTMODE 202 Luigi Mazzella (5 luglio - 7 settembre 1980) Personale 1980 XX° n 1936 IT SCULTURA NO Visive RN Galleria civica d'arte moderna, FOTOGRAFI NEOAVANG 203 Luigi Ghirri (11 maggio - 24 giugno 1980) Personale 1980 XX° 1943-1992 IT NO Palazzo dei A UARDIA ARTE Diamanti CONCETTUALE Lorenzo Carraro (31 agosto - 5 ottobre Centro Attività 204 Personale 1980 XX° 1980) Visive NEOAVANG Liliana Cossovel: "Sincerely Yours" (14 Centro Attività UARDIA - 205 Personale 1980 XX° 1924-1984 IT PITTURA NO ottobre - 9 novembre 1980) Visive POSTMODE RN Le alternative del nuovo: Otto giovani artisti Padiglione d'Arte 206 Collettiva 1980 XX° IT presentati da otto critici (23 febbraio - 23 Contemporanea, 287

marzo 1980) Palazzo Massari

James Collins (11 maggio - 22 giugno Sala Benvenuto FOTOGRAFI POSTMODE 207 Personale 1980 XX° n 1939 STRANIERO NO 1980) Tisi A RN AVANGUAR Galleria civica DIA ASTRATTISMO, Giuseppe Capogrossi (2 marzo - 27 aprile d'arte moderna, 208 Personale 1980 XX° 1900-1972 IT PITTURA STORICA - SI SCUOLA 1980) Palazzo dei NEOAVANG ROMANA E Diamanti UARDIA INFORMALE NEOAVANG Padiglione d'Arte UARDIA - 209 Gianni Dova (30 marzo - 11 maggio 1980) Personale Contemporanea, 1980 XX° 1925-1991 IT PITTURA NO POSTMODE Palazzo Massari RN Padiglione d'Arte ARCHITETT Getulio Alviani (22 giugno - 18 agosto 210 Personale Contemporanea, 1980 XX° n 1939 IT URA - NO 1980) Palazzo Massari GRAFICA PITTURA - Sala Benvenuto SCULTURA - POSTMODE 211 Germano Sartelli (2 marzo - 7 aprile 1980) Personale 1980 XX° 1925-2014 IT NO Tisi INSTALLAZI RN ONE Sala Benvenuto POSTMODE 212 Franco Zazzeri (13 aprile - 4 maggio 1980) Personale 1980 XX° n 1938 IT SCULTURA NO Tisi RN PITTURA - Federica Marangoni: Decomposizioni: Centro Attività SCULTURA - POSTMODE 213 Mostra antologica 1974 - 1980 (25 maggio Personale 1980 XX° n 1940 IT NO Visive ARCHITETT RN - 22 giugno 1980) URA Centro Attività 214 Ermanna Chiozzi (2 marzo - 7 aprile 1980) Personale 1980 XX° IT PITTURA Visive Enzo Minarelli: Poema (27 gennaio - 24 Centro Attività PITTURA - POSTMODE 215 Personale 1980 XX° n 1951 IT NO febbraio 1980) Visive VIDEOARTE RN NEOAVANG Padiglione d'Arte Emilio Scanavino (21 settembre - 23 PITTURA - UARDIA - 216 Personale Contemporanea, 1980 XX° 1922-1986 IT NO novembre 1980) SCULTURA POSTMODE Palazzo Massari RN Centro Attività PITTURA - POSTMODE 217 Elio Mazzella (5 luglio - 7 settembre 1980) Personale 1980 XX° n 1938 IT NO Visive SCULTURA RN Elena Bracciolini (27 gennaio - 24 febbraio Sala Benvenuto 218 Personale 1980 XX° IT 1980) Tisi NEOAVANG PITTURA - Bruno Vidoni (27 gennaio - 24 febbraio Centro Attività UARDIA - 219 Personale 1980 XX° 1930-2001 IT FOTOGRAFI NO 1980) Visive POSTMODE A RN INSTALLAZI Angiola Churchill: Paper dreams (5 luglio - Centro Attività ONE - POSTMODE 220 Personale 1980 XX° STRANIERO NO 7 settembre 1980) Visive FOTOGRAFI RN A Andrea Pagnacco: Anatomia di un atelier Centro Attività POSTMODE 221 Personale 1980 XX° n 1937 IT PITTURA NO (27 gennaio - 24 febbraio 1980) Visive RN

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Galleria civica AVANGUAR d'arte moderna, 222 Alberto Savinio (5 luglio-5 ottobre 1980) Personale 1980 XX° 1891-1952 STRANIERO PITTURA DIA SI Palazzo dei STORICA Diamanti METAFISICA Yasmin Brandolini D'adda: Carte in gioco Sala Benvenuto 223 Personale 1981 XX° 1929-2012 STRANIERO PITTURA NO (18 ottobre - 18 novembre 1981) Tisi Galleria civica William Congdon (9 maggio-21 giugno d'arte moderna, NEOAVANG 224 Personale 1981 XX° 1912-1998 STRANIERO PITTURA NO 1981) Palazzo dei UARDIA ACTION Diamanti PAINTING Centro Attività 225 Rita Zabini (10 maggio - 7 giugno 1981) Personale 1981 XX° Visive Renato Spagnoli: la dialettica dell'alfabeto Centro Attività 226 Personale 1981 XX° n 1928 IT NO (4 luglio - 6 settembre 1981) Visive Sala Benvenuto neoavanguar 227 Pirro Cuniberti (8 marzo - 20 aprile 1981) Personale 1981 XX° n 1923 IT PITTURA NO Tisi dia? Centro Attività PITTURA - POSTMODE 228 Oscar Turco (5 aprile - 3 maggio 1981) Personale 1981 XX° n 1949 STRANIERO NO Visive SCULTURA RN Padiglione d'Arte Nespolo: Ieri/Oggi/Domani (13 settembre - PITTURA - NEOAVANG 229 Personale Contemporanea, 1981 XX° n 1941 IT NO 2 novembre 1981) SCULTURA UARDIA Palazzo Massari Padiglione d'Arte Mario Rossello (28 giugno - 6 settembre PITTURA - 230 Personale Contemporanea, 1981 XX° 1927-2000 IT NO 1981) SCULTURA Palazzo Massari NEOAVANG Centro Attività UARDIA - 231 Luigi Campanelli (5 aprile - 3 maggio 1981) Personale 1981 XX° n 1943 IT PITTURA NO Visive POSTMODE RN Padiglione d'Arte La Qualità (Sviluppo dei nuovi - nuovi) (10 232 Collettiva Contemporanea, 1981 XX° IT maggio - 21 giugno 1981) Palazzo Massari Centro Attività 233 Joan Rubin (5 aprile - 3 maggio 1981) Personale 1981 XX° Visive AVANGUAR Ico Parisi: Apocalisse gentile Crolli Centro Attività ARCHITETT 234 Personale 1981 XX° 1916-1996 IT DIA NO edificanti (13 settembre - 26 ottobre 1981) Visive URA STORICA Giorgio Olivieri (24 maggio - 21 giugno Sala Benvenuto POSTMODE 235 Personale 1981 XX° n 1937 IT PITTURA NO 1981) Tisi RN Centro Attività IT - 236 Genius Loci (25 gennaio - 1 marzo 1981) Collettiva 1981 XX° Visive STRANIERO Galleria civica AVANGUAR d'arte moderna, 237 Felice Casorati (4 luglio-5 ottobre 1981) Personale 1981 XX° 1883-1963 IT PITTURA DIA SI Palazzo dei REALISMO STORICA Diamanti MAGICO PITTURA - Fausta Squatriti (4 luglio - 6 settembre Centro Attività 238 Personale 1981 XX° n 1940 IT SCULTURA - NO 1981) Visive GRAFICA Emanuela Marassi (9 maggio - 7 giugno Centro Attività 239 Personale 1981 XX° IT SCULTURA 1981) Visive

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Galleria civica Domenico Cantatore (22 febbraio - 12 d'arte moderna, NEOAVANG 240 Personale 1981 XX° 1906-1998 IT PITTURA NO aprile 1981) Palazzo dei UARDIA Diamanti CORRENTE AVANGUAR DIA Carmelo Cappello: Opere 1960-1981 (28 Sala Benvenuto 241 Personale 1981 XX° 1912-1996 IT SCULTURA STORICA - NO giugno - 6 settembre 1981) Tisi NEOAVANG UARDIA AVANGUAR Padiglione d'Arte DIA Antonio Calderara (22 marzo - 3 maggio 242 Personale Contemporanea, 1981 XX° 1903-1978 IT PITTURA STORICA - SI 1981) Palazzo Massari NEOAVANG UARDIA Padiglione d'Arte Aletheia / Lethe (8 febbraio - 8 marzo 243 Collettiva Contemporanea, 1981 XX° IT SCULTURA 1981) Palazzo Massari Accademia di Belle Arti di Urbino: Centro Attività 244 Collettiva 1981 XX° IT Anteprima '81 (11 giugno - 28 giugno 1981) Visive "Dino Pedriali fotografia" (25 gennaio - 1 Sala Benvenuto FOTOGRAFI 245 Personale 1981 XX° n 1950 IT NO marzo 1981) Tisi A Padiglione d'Arte Zeugma (13 novembre - 28 novembre 246 Collettiva Contemporanea, 1982 XX° IT 1982) Palazzo Massari AVANGUAR Virgilio Guzzi (1902-1978) (24 gennaio - 7 Galleria Massari 247 Personale 1982 XX° 1902-1978 IT PITTURA DIA SI SCUOLA marzo 1982) 1 STORICA ROMANA ARTI Un popò color granata (7 marzo - 12 aprile Centro Attività 248 Collettiva 1982 XX° DECORATIV 1982) Visive E Tutta Klavdij (31 gennaio - 28 febbraio Centro Attività 249 Personale 1982 XX° 1982) Visive Roberto Granata (11 settembre - 17 ottobre Galleria della 250 Personale 1982 XX° 1982) Fotografia Padiglione d'Arte Proposta: Opere su carta di artisti italiani (7 PITTURA - 251 Collettiva Contemporanea, 1982 XX° IT marzo - 12 aprile 1982) DISEGNO Palazzo Massari PITTURA - Pino Settanni (11 novembre - 17 ottobre Centro Attività NEOAVANG 252 Personale 1982 XX° n 1949 IT FOTOGRAFI NO 1982) Visive UARDIA A Opere recenti di 12 artisti e fotografi Centro Attività FOTOGRAFI 253 britannici: Dall'obiettivo all'immagine (16 Collettiva 1982 XX° STRANIERO Visive A maggio - 27 giugno 1982) Max Pellegrini (12 settembre - 17 ottobre Centro Attività NEOAVANG 254 Personale 1982 XX° n 1945 IT PITTURA NO 1982) Visive UARDIA Centro Attività NEOAVANG 255 Max Kuatty (7 marzo - 12 aprile 1982) Personale 1982 XX° 1930-2011 STRANIERO PITTURA NO Visive UARDIA Mauro Cassarà (18 aprile - 16 maggio Centro Attività 256 Personale 1982 XX° 1982) Visive 290

Padiglione d'Arte Maurizio Bonora (31 gennaio - 28 febbraio PITTURA - NEOAVANG 257 Personale Contemporanea, 1982 XX° n 1940 IT NO 1982) SCULTURA UARDIA Palazzo Massari Mariolina Amato (23 maggio - 23 giugno Galleria Massari 258 Personale 1982 XX° 1937-2007 IT PITTURA NO 1982) 1 Mario Schinaia (31 gennaio - 28 febbraio Centro Attività 259 Personale 1982 XX° 1982) Visive Galleria civica Marcello Mascherini (25 aprile - 21 giugno d'arte moderna, NEOAVANG 260 Personale 1982 XX° 1906-1993 IT SCULTURA NO 1982) Palazzo dei UARDIA ARTE DEL Diamanti REGIME NEOAVANG Padiglione d'Arte Lucio Del Pezzo (26 aprile - 27 giugno PITTURA - UARDIA - 261 Personale Contemporanea, 1982 XX° n 1933 IT NO 1982) SCULTURA POSTMODE Palazzo Massari RN Lia Rondelli - Eddie Allen: L'albero della Centro Attività IT - 262 Collettiva 1982 XX° Genesi (23 maggio - 20 giugno 1982) Visive STRANIERO La pittura dell'arte (27 giugno - 5 settembre Galleria Massari 263 Collettiva 1982 XX° IT PITTURA 1982) 1 Grafica rivoluzionaria e proletaria della collezione d'arte dell'Accademia della Centro Attività 264 Collettiva 1982 XX° STRANIERO GRAFICA Repubblica Democratica Tedesca (3 luglio Visive - 5 settembre 1982) Grafica contempoaranea romena (23 Centro Attività 265 Collettiva 1982 XX° STRANIERO GRAFICA ottobre - 28 novembre 1982) Visive NEOAVANG Giuliano Pini: L'edificio del sogno (16 Sala Benvenuto UARDIA - 266 Personale 1982 XX° n 1935 IT PITTURA NO maggio - 27 giugno 1982) Tisi POSTMODE RN Giovanni Greci (24 ottobre - 28 novembre Galleria della 267 Personale 1982 XX° 1982) Fotografia AVANGUAR Giovanni Boldini : Opera incisoria (2 Galleria Massari PITTURA - 268 Personale 1982 XIX° 1842-1931 IT DIA SI IMPRESSIONIS novembre 1981-17 gennaio 1982) 1 INCISIONE STORICA MO Giorgio Cattani: Al di là (7 marzo - 12 aprile Centro Attività 269 Personale 1982 XX° IT 1982) Visive Gigliola Carretti (11 settembre - 17 ottobre Centro Attività 270 Personale 1982 XX° 1934-1990 IT PITTURA NO 1982) Visive Sala Benvenuto PITTURA - 271 Gianni Vallieri (24 aprile - 11 maggio 1982) Personale 1982 XX° IT NO Tisi GRAFICA George Kokines (18 aprile - 16 maggio Galleria Massari 272 Personale 1982 XX° 1930-2012 STRANIERO PITTURA NO 1982) 1 Franco Fontana (27 giugno - 5 settembre Galleria della FOTOGRAFI 273 Personale 1982 XX° n 1933 IT NO 1982) Fotografia A Francesco Martani (31 gennaio - 28 Centro Attività NEOAVANG 274 Personale 1982 XX° n 1931 IT PITTURA NO febbraio 1982) Visive UARDIA PITTURA - Federico De Leonardis (11 settembre - 17 Galleria Massari 275 Personale 1982 XX° n 1938 IT SCULTURA - NO ottobre 1982) 1 ARCHITETT 291

URA

AVANGUAR Galleria civica DIA Fausto Pirandello (3 luglio - 10 ottobre d'arte moderna, 276 Personale 1982 XX° 1899-1975 IT PITTURA STORICA - SI SCUOLA 1982) Palazzo dei NEOAVANG ROMANA E Diamanti UARDIA CORRENTE Enzo e Raffaello Bassotto: Borgo nuovo (7 Centro Attività 277 Collettiva 1982 XX° IT marzo - 12 aprile 1982) Visive Padiglione d'Arte Emilio Tadini: Dipinti 1970-1981 (27 giugno 278 Personale Contemporanea, 1982 XX° 1927-2002 IT PITTURA NO - 12 settembre 1982) Palazzo Massari Galleria civica IMPRESSIONIS AVANGUAR Corneliu Baba (23 ottobre - 28 novembre d'arte moderna, MO - 279 Personale 1982 XX° 1906-1997 STRANIERO PITTURA DIA NO 1982) Palazzo dei ESPRESSIONIS STORICA Diamanti MO Constantin Lucaci (23 ottobre - 28 Sala Benvenuto 280 Personale 1982 XX° 193-2004 STRANIERO SCULTURA NO novembre 1982) Tisi NEOAVANG Carlos Cruz Diez (7 febbraio - 7 marzo Sala Benvenuto INSTALLAZI UARDIA - 281 Personale 1982 XX° n 1923 STRANIERO NO 1982) Tisi ONE POSTMODE RN Padiglione d'Arte Carlo Bonfà: Opere 1963-1982 (11 PITTURA - 282 Personale Contemporanea, 1982 XX° IT settembre - 3 novembre 1982) SCULTURA Palazzo Massari Galleria civica d'arte moderna, NEOAVANG 283 Bruno Saetti (7 febbraio - 12 aprile 1982) Personale 1982 XX° 1902-1984 IT PITTURA NO Palazzo dei UARDIA Diamanti REALISMO Alfredo Zanellato (10 gennaio - 7 febbraio Sala Benvenuto 284 Personale 1982 XX° n 1932 IT PITTURA NO 1982) Tisi Alfredo Catarsini: Il simbolismo meccanico Galleria Massari 285 Personale 1982 XX° 1899-1993 IT PITTURA NO (24 ottobre - 28 novembre 1982) 1 Alessandro Stefani (25 settembre - 19 Sala Benvenuto 286 Personale 1982 XX° ottobre 1982) Tisi Sala Benvenuto 287 Aldo Calò (3 luglio - 5 settembre 1982) Personale 1982 XX° Tisi Padiglione d'Arte Verona Settantottanta (23 ottobre - 27 288 Collettiva Contemporanea, 1983 XX° IT novembre 1983) Palazzo Massari Padiglione d'Arte NEOAVANG 289 Ulrich Erben (8 maggio - 26 giugno 1983) Personale Contemporanea, 1983 XX° n 1940 STRANIERO PITTURA NO UARDIA Palazzo Massari Silvano Spaccesi: Documenti Centro Attività PITTURA - 290 dell'immagine: Testimonianze indizi Personale 1983 XX° n 1940 IT NO Visive DISEGNO attestati (6 marzo - 3 aprile 1983) Galleria Massari 291 Sergio Piccoli (6 marzo - 17 aprile 1983) Personale 1983 XX° n 1946 IT PITTURA NO 2

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Sergio Piccinelli (24 aprile - 15 maggio Galleria della 292 Personale 1983 XX° 1983) Fotografia Centro Attività 293 Seid (16 gennaio - 27 febbraio 1983) Personale 1983 XX° Visive Salvatore Amelio (24 aprile - 15 maggio Centro Attività PITTURA - NEOAVANG 294 Personale 1983 XX° n 1948 IT NO 1983) Visive SCULTURA UARDIA Renzo Crociara: Solamente autoritratti? (16 Centro Attività 295 Personale 1983 XX° n 1950 IT PITTURA NO gennaio - 27 febbraio 1983) Visive Quinto Ghermandi (2 luglio - 11 settembre Sala Benvenuto NEOAVANG 296 Personale 1983 XX° 1916-1994 IT SCULTURA NO 1983) Tisi UARDIA Primo Tamagnini (24 aprile - 15 maggio Galleria Massari 297 Personale 1983 XX° n 1936 IT PITTURA NO 1983) 3 Paesaggi d'arte (18 settembre - 16 ottobre Centro Attività 298 Collettiva 1983 XX° IT 1983) Visive Pablo Echaurren (25 giugno - 11 settembre Galleria Massari NEOAVANG 299 Personale 1983 XX° n 1951 IT PITTURA NO 1983) 3 UARDIA Ottavio Giacomazzi (18 settembre - 16 Centro Attività 300 Personale 1983 XX° 1936-1999 IT PITTURA NO ottobre 1983) Visive AVANGUAR DIA Miroglio: "Maelstrom" (6 marzo - 17 aprile Galleria Massari 301 Personale 1983 XX° 1928-1991 IT PITTURA STORICA - NO 1983) 2 NEOAVANG UARDIA NEOAVANG SCULTURA - Michele Carone (22 maggio - 19 giugno Galleria Massari UARDIA - 302 Personale 1983 XX° n 1952 IT INSTALLAZI NO 1983) 2 POSTMODE ONE RN Galleria civica AVANGUAR d'arte moderna, 303 (30 gennaio-marzo 1983) Personale 1983 XX° 1891-1976 STRANIERO PITTURA DIA SI Palazzo dei STORICA Diamanti SURREALISMO Maurizio Bottarelli (16 gennaio - 27 Sala Benvenuto 304 Personale 1983 XX° n 1943 IT PITTURA NO febbraio 1983) Tisi Mario Lezziero (25 giugno - 11 settembre Galleria Massari 305 Personale 1983 XX° 1983) 2 Luciano Ceschia Scultore (6 marzo - 10 Sala Benvenuto 306 Personale 1983 XX° 1926-1991 IT SCULTURA NO aprile 1983) Tisi Luciano Cacciò: Pitture del ciclo "Le terre Galleria Massari NEOAVANG 307 Personale 1983 XX° 1926-2003 IT PITTURA NO trovate" (23 ottobre - 27 novembre 1983) 3 UARDIA AVANGUAR Galleria civica DIA SURREALISMO d'arte moderna, 308 Leonor Fini (2 luglio - 16 ottobre 1983) Personale 1983 XX° 1907-1996 STRANIERO PITTURA STORICA - NO E Palazzo dei NEOAVANG PRERAFFAELLI Diamanti UARDIA TI Galleria civica AVANGUAR d'arte moderna, 309 Leoncillo (8 maggio-26 giugno 1983) Personale 1983 XX° 1915-1968 IT SCULTURA DIA SI Palazzo dei SCUOLA STORICA Diamanti ROMANA 310 Laura Novello (23 ottobre - 27 novembre Personale Galleria Massari 1983 XX° 293

1983) 2 La pittura a tre facce: S / Culture (22 Centro Attività PITTURA - 311 Collettiva 1983 XX° IT maggio - 26 giugno 1983) Visive SCULTURA Intimità dell'indagine: Psicoanalisi ed arte - Galleria Massari PITTURA - 312 Psicoanalisi ed estetica (22 maggio - 19 Collettiva 1983 XX° IT 1 FOTGRAFIA giugno 1983) Gruppo Aleph: Mario Bardi - Julio Paz - Galleria Massari IT - 313 Togo - Benito Trolese (18 settembre - 16 Collettiva 1983 XX° 1 STRANIERO ottobre 1983) Padiglione d'Arte Graziano Spinosi: Lo spazio felice (18 PITTURA - 314 Personale Contemporanea, 1983 XX° n 1958 IT NO settembre - 16 ottobre 1983) SCULTURA Palazzo Massari Giuliano Ghelli (24 aprile - 15 maggio Galleria Massari PITTURA - 315 Personale 1983 XX° 1944-2014 IT NO 1983) 2 SCULTURA Giorgio Scanferla (18 settembre - 16 Galleria Massari avanguardia 316 Personale 1983 XX° n 1935 IT PITTURA NO ottobre 1983) 3 e neo? Giorgio Colombani: "Gerundio" (6 marzo - 3 Centro Attività 317 Personale 1983 XX° 1947-1993 IT VIDEOARTE NO aprile 1983) Visive PITTURA - Gianni Sani: Vedere la luce: Opere dal Centro Attività SCULTURA - NEOAVANG 318 1975 al 1983 (23 ottobre - 27 novembre Personale 1983 XX° n 1945 IT NO Visive INSTALLAZI UARDIA 1983) ONE Padiglione d'Arte Gianni Guidi (18 settembre - 16 ottobre PITTURA - 319 Personale Contemporanea, 1983 XX° n 1942 IT NO 1983) SCULTURA Palazzo Massari Padiglione d'Arte Gianfranco Baruchello (6 marzo - 30 aprile NEOAVANG 320 Personale Contemporanea, 1983 XX° n 1924 IT PITTURA NO 1983) UARDIA Palazzo Massari PITTURA - SCULTURA - NEOAVANG Gerardo Gerardi: "I caratteri del Galleria Massari INSTALLAZI UARDIA - 321 quotidiano": Opere plurimateriche 1958- Personale 1983 XX° n 1942 IT NO 3 ONE - POSTMODE 1983 (22 maggio - 19 giugno 1983) FOTOGRAFI RN A Gabriele Calzetti (16 gennaio - 27 febbraio Centro Attività 322 Personale 1983 XX° 1953-2000 IT NO 1983) Visive Franco Giuli (16 gennaio - 27 febbraio Galleria Massari 323 Personale 1983 XX° IT PITTURA 1983) 1 SCULTURA - Franca Sonnino: Il filo del segno 1975- Centro Attività 324 Personale 1983 XX° IT INSTALLAZI NO 1983 (24 aprile - 15 maggio 1983) Visive ONE Fernardo Mariotti:"Dalla secessione agli Galleria Massari 325 Personale 1983 XX° 1891-1969 IT PITTURA SI anni 30" (25 giugno - 12 settembre 1983) 1 Sala Benvenuto 326 Federica Galli (24 aprile - 24 giugno 1983) Personale 1983 XX° 1932-2009 IT INCISIONE NO Tisi Enrico Cattaneo (23 ottobre - 27 novembre Galleria della FOTOGRAFI 327 Personale 1983 XX° n 1933 IT NO 1983) Fotografia A Elliot Schwartz (25 giugno - 11 novembre Galleria della 328 Personale 1983 XX° 1983) Fotografia 294

Edmondo Maneglia (18 settembre - 16 Galleria Massari 329 Personale 1983 XX° 1925-2003 IT PITTURA NO ottobre 1983) 2 Padiglione d'Arte Di Salvatore: Mostra antologica (25 giugno NEOAVANG 330 Personale Contemporanea, 1983 XX° 1924-2001 IT PITTURA NO - 11 settembre 1983) UARDIA Palazzo Massari Daniele Masini (23 ottobre - 27 novembre Centro Attività NEOAVANG 331 Personale 1983 XX° n 1951 IT PITTURA NO 1983) Visive UARDIA Cuchi White: Vita finta (22 maggio - 19 Galleria della FOTOGRAFI 332 Personale 1983 XX° n 1930 STRANIERO NO giugno 1983) Fotografia A Galleria della FOTOGRAFI 333 Claudio Gretter (6 marzo - 17 aprile 1983) Personale 1983 XX° IT Fotografia A Clara Scarampella (24 aprile - 15 maggio Centro Attività 334 Personale 1983 XX° IT PITTURA 1983) Visive Carlo Muzzani: Les Pays Fous: Invenzioni Galleria della FOTOGRAFI 335 psicodinamiche (18 settembre - 16 ottobre Personale 1983 XX° IT Fotografia A 1983) NEOAVANG Padiglione d'Arte PITTURA - UARDIA - 336 Carlo Cioni (30 gennaio - 28 febbraio 1983) Personale Contemporanea, 1983 XX° n 1930 IT INSTALLAZI NO POSTMODE Palazzo Massari ONE RN Galleria Massari 337 Becca (6 marzo - 17 aprile 1983) Personale 1983 XX° n 1935 IT PITTURA NO 3 NEOAVANG Augusto Sciacca (22 maggio - 26 giugno Centro Attività PUTTURA - UARDIA - 338 Personale 1983 XX° n 1945 IT NO 1983) Visive TEATRO POSTMODE RN Aspetti della ceramica (24 aprile - 15 Galleria Massari IT - 339 Collettiva 1983 XX° PITTURA maggio 1983) 1 STRANIERO Antonio Massari, Vincenzo Moraca, Vanna Nicolotti: Segni di memorie segni Galleria Massari 340 Collettiva 1983 XX° IT d'esistenza (23 ottobre - 27 novembre 1 1983) Alessandro Gui: Immagini di due sogni anzi Galleria della FOTOGRAFI 341 di un sogno (16 gennaio - 27 febbraio Personale 1983 XX° n 1944 IT NO Fotografia A 1983) Adolf Vallazza (23 ottobre - 27 novembre Sala Benvenuto 342 Personale 1983 XX° n 1924 IT SCULTURA NO 1983) Tisi "Società - Bene di rifugio": Mostra a tema Centro Attività 343 Collettiva 1983 XX° IT (2 luglio - 11 settembre 1983) Visive Vittorio Pescatori (28 ottobre - 9 dicembre Galleria Massari FOTOGRAFI 344 Personale 1984 XX° n 1937 IT NO 1984) 2 A Un'idea meccanica (1 aprile - 6 maggio Centro Attività IT - 345 Collettiva 1984 XX° 1984) Visive STRANIERO Simon Benetton: L'immagine plastica come Sala Benvenuto 346 idea architettonica: sculture 1975-84 (1 Personale 1984 XX° n 1933 IT SCULTURA NO Tisi aprile - 6 maggio 1984) Galleria Massari PITTURA - 347 Sandro Angelotti (1 aprile - 6 maggio 1984) Personale 1984 XX° IT 2 DISEGNO

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Padiglione d'Arte Ruggeri: Opere dal 1962 al 1984 (23 NEOAVANG 348 Personale Contemporanea, 1984 XX° 1930-2009 IT PITTURA NO giugno - 9 settembre 1984) UARDIA Palazzo Massari Renata Rampazzi (13 maggio - 19 giugno Galleria Massari NEOAVANG 349 Personale 1984 XX° IT PITTURA 1984) 3 UARDIA Raffaella Pasqualini (26 febbraio - 25 Galleria Massari 350 Personale 1984 XX° marzo 1984) 2 NEOAVANG Centro Attività PITTURA - UARDIA - 351 Pietro Spica (26 febbraio - 26 marzo 1984) Personale 1984 XX° IT NO Visive SCULTURA POSTMODE RN NEOAVANG PITTURA - Pietro Melecchi (16 settembre - 21 ottobre Galleria della UARDIA - 352 Personale 1984 XX° 1902-1996 IT FOTOGRAFI NO 1984) Fotografia POSTMODE A RN Piera Legnaghi (26 febbraio - 26 marzo Centro Attività 353 Personale 1984 XX° 1984) Visive PITTURA - Pasquale Di Fabio: Dimensione luce (28 Galleria Massari SCULTURA - NEOAVANG 354 Personale 1984 XX° 1927-1998 IT NO ottobre - 9 dicembre 1984) 3 ARCHITETT UARDIA URA Paolo Scirpa (30 giugno - 4 settembre Centro Attività INSTALLAZI POSTMODE 355 Personale 1984 XX° n 1934 IT NO 1984) Visive ONE RN Paola Martelli (15 gennaio - 19 febbraio Galleria Massari PITTURA - NEOAVANG 356 Personale 1984 XX° IT NO 1984) 3 SCULTURA UARDIA Nilde Cipriani (15 gennaio - 19 febbraio Centro Attività NEOAVANG 357 Personale 1984 XX° IT NO 1984) Visive UARDIA Nessi Sconnessi (16 settembre - 21 ottobre Centro Attività 358 Collettiva 1984 XX° IT 1984) Visive Nancy Martin (15 gennaio - 19 febbraio Galleria Massari 359 Personale 1984 XX° 1906-2000 STRANIERO PITTURA NO 1984) 2 Michel Seuphor (15 gennaio - 19 febbraio Galleria Massari 360 Personale 1984 XX° 1901-1999 STRANIERO PITTURA NO 1984) 1 Galleria civica AVANGUAR d'arte moderna, 361 Mario Tozzi (1 aprile - 24 giugno 1984) Personale 1984 XX° 1895-1979 IT PITTURA DIA SI Palazzo dei STORICA Diamanti METAFISICA Marialba Russo: "Né un riscatto né un Galleria della FOTOGRAFI 362 avvertimento" (26 febbraio - 26 marzo Personale 1984 XX° n 1947 IT NO Fotografia A 1984) Maria Pia Fanna Roncoroni (24 giugno - 9 Galleria Massari PITTURA - POSTMODE 363 Personale 1984 XX° n 1925 IT NO settembre 1984) 2 SCULTURA RN Maria Kristina Massari: Lo sguardo (1 aprile Galleria Massari FOTOGRAFI 364 Personale 1984 XX° m 2010 IT NO - 6 maggio 1984) 3 A Galleria Massari NEOAVANG 365 Margonari (23 giugno - 4 settembre 1984) Personale 1984 XX° n 1937 IT PITTURA NO 1 UARDIA Centro Attività NEOAVANG 366 Marano (28 ottobre - 9 dicembre 1984) Personale 1984 XX° n 1938 IT PITTURA NO Visive UARDIA

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PITTURA - Luigi Boille: Centralità 1980-1984 (13 Centro Attività 367 Personale 1984 XX° n 1926 IT ARCHITETT NO maggio - 24 giugno 1984) Visive URA Padiglione d'Arte Ludovico De Luigi (28 ottobre - 9 dicembre PITTURA - 368 Personale Contemporanea, 1984 XX° n 1933 IT NO 1984) SCULTURA Palazzo Massari Le forme dello spazio (1 aprile - 6 maggio Galleria Massari 369 Collettiva 1984 XX° IT 1984) 1 Galleria Massari 370 Keiko Ghio (26 febbraio - 25 marzo 1984) Personale 1984 XX° 1 PITTURA - NEOAVANG Padiglione d'Arte Imago: Immagini degli anni settanta (15 SCULTURA - UARDIA - 371 Collettiva Contemporanea, 1984 XX° IT gennaio - 19 febbraio 1984) INSTALLAZI POSTMODE Palazzo Massari ONE RN Il mestiere dell'architetto: Il progetto nel Padiglione d'Arte rapporto con le condizioni della produzione: ARCHITETT 372 Collettiva Contemporanea, 1984 XX° IT Mario Botta, Vittorio Gregotti, Renzo Piano URA Palazzo Massari (31 marzo - 6 maggio 1984) I mesi mancanti (da Schifanoia 1984) (16 Galleria Massari 373 Collettiva 1984 XX° IT settembre - 21 ottobre 1984) 1 Galleria civica AVANGUAR I Dali di Salvador Dali (1 luglio-30 d'arte moderna, PITTURA - 374 Personale 1984 XX° 1904-1989 STRANIERO DIA NO settembre 1984) Palazzo dei SCULTURA STORICA Diamanti SURREALISMO Guerrino Bonaldo (15 gennaio - 19 febbraio Sala Benvenuto 375 Personale 1984 XX° n 1941 IT GRAFICA NO 1984) Tisi Giuseppe Ferrari (28 ottobre - 9 novembre Sala Benvenuto 376 Personale 1984 XX° n 1921 IT PITTURA NO 1984) Tisi Galleria civica Giuseppe Ajmone (28 ottobre - 9 dicembre d'arte moderna, NEOAVANG 377 Personale 1984 XX° 1923-2005 IT PITTURA NO 1984) Palazzo dei UARDIA Diamanti REALISMO PITTURA - Giovanni Bernardelli: Opere 1935-1982 (15 Galleria Massari 378 Personale 1984 XX° 1911-2000 IT SCULTURA - NO gennaio - 19 febbraio 1984) 2 INCISIONE Gabriella Pompei: Il volto della pietra (16 Galleria Massari PITTURA - 379 Personale 1984 XX° n 1926 IT NO settembre - 21 ottobre 1984) 2 SCULTURA Franco Storti: "Pietre" (28 ottobre - 9 Galleria della FOTOGRAFI 380 Personale 1984 XX° IT NO dicembre 1984) Fotografia A Padiglione d'Arte Figure dallo sfondo (26 febbraio - 25 marzo 381 Collettiva Contemporanea, 1984 XX° IT 1984) Palazzo Massari Padiglione d'Arte Fernando Farulli: Le mura di atlantide (13 382 Personale Contemporanea, 1984 XX° 1923-1997 IT PITTURA NO maggio - 17 giugno 1984) Palazzo Massari Sala Benvenuto 383 Enzo Nenci (13 maggio - 24 giugno 1984) Personale 1984 XX° 1903-1972 IT SCULTURA SI Tisi PITTURA - NEOAVANG Elio Santarella: Dintorni (13 maggio - 24 Centro Attività 384 Personale 1984 XX° n 1961 IT SCULTURA - UARDIA - NO giugno 1984) Visive FOTOGRAFI POSTMODE 297

A RN

Centro Attività INCISIONE - 385 Dino Zuffi (30 giugno - 4 settembre 1984) Personale 1984 XX° IT Visive DISEGNO De via Aemilia: Percorsi critici per tre Padiglione d'Arte 386 generazioni di artisti negli anni '80 (20 Collettiva Contemporanea, 1984 XX° IT settembre - 21 ottobre 1984) Palazzo Massari AVANGUAR Centro Attività 387 Daniel Bec (15 gennaio - 19 febbraio 1984) Personale 1984 XX° 1940-? STRANIERO PITTURA DIA Visive STORICA Contributi per una nuova ceramica: Fulvio Galleria Massari 388 Franco - Luigi Musa - Giovanni Russo (28 Collettiva 1984 XX° IT PITTURA 1 ottobre - 9 dicembre 1984) NEOAVANG PITTURA - Claudio D'Angelo: Transito (24 giugno - 4 Galleria Massari UARDIA - 389 Personale 1984 XX° 1938-2011 STRANIERO INSTALLAZI NO settembre 1984) 3 POSTMODE ONE RN PITTURA - FOTOGRAFI Chiara Dynys (16 settembre - 21 ottobre Galleria Massari POSTMODE 390 Personale 1984 XX° n 1958 IT A - NO 1984) 3 RN INSTALLAZI ONE Bruno Liberatore (13 maggio - 17 giugno Galleria Massari 391 Personale 1984 XX° n 1947 IT SCULTURA NO 1984) 1 Aparicio Basilio De Silva (13 maggio - 17 Galleria Massari 392 Personale 1984 XX° 1935-1992 STRANIERO NO giugno 1984) 2 INSTALLAZI Angiola Churchill: White Papers (1 giugno - ONE - POSTMODE 393 Personale Sala Polivalente 1984 XX° STRANIERO NO 30 giugno 1984) FOTOGRAFI RN A Andrea Attardi: I gesti di pietra (13 maggio - Galleria della FOTOGRAFI 394 Personale 1984 XX° n 1957 IT NO 24 giugno 1984) Fotografia A AVANGUAR Galleria civica DIA d'arte moderna, PITTURA - 395 Aligi Sassu (15 gennaio - 25 marzo 1984) Personale 1984 XX° 1912-2000 IT STORICA - NO FUTURISMO, Palazzo dei SCULTURA NEOAVANG CORRENTE E Diamanti UARDIA SPAZIALISMO Alicia Penalba (26 febbraio - 25 marzo Sala Benvenuto 396 Personale 1984 XX° 1913-1982 STRANIERO GRAFICA SI 1984) Tisi Alberto Caregnato (28 ottobre - 9 dicembre Centro Attività 397 Personale 1984 XX° n 1943 IT PITTURA NO 1984) Visive Vittorio Orsenigo (20 ottobre - 24 novembre Galleria Massari 398 Personale 1985 XX° n 1926 IT CINEMA NO 1985) 3 NEOAVANG PITTURA - Trasparenze: Candida Ferrari (8 settembre Galleria Massari UARDIA - ARTE 399 Personale 1985 XX° IT INSTALLAZI NO - 13 ottobre 1985) 3 POSTMODE CONCETTUALE ONE RN - CINETICA Stanze segrete: Elvira Carciosi (5 maggio - Galleria Massari 400 Personale 1985 XX° n 1939 IT NO 16 giugno 1985) 3 298

Simona Weller: Nessuna onda può Galleria Massari POSTMODE 401 pettinare il mare (8 settembre - 13 ottobre Personale 1985 XX° n 1940 STRANIERO PITTURA NO 2 RN 1985) POESIA VISIVA AVANGUAR Sergio Bonfantini (23 giugno - 18 agosto Galleria Massari 402 Personale 1985 XX° 1910-1989 IT PITTURA DIA NO ESPRESSIONIS 1985) 1 STORICA MO Padiglione d'Arte Piero Gilardi: Un percorso di ricerca dal 403 Personale Contemporanea, 1985 XX° n 1942 IT SCULTURA NO 1963 al 1985 (5 maggio - 16 giugno 1985) Palazzo Massari Personale di Paolo Nani: Zone (5 maggio - Centro Attività 404 Personale 1985 XX° 23 giugno 1985) Visive PITTURA - Paola Falini: Metamorfosi (1 dicembre - 12 Centro Attività SCULTURA - 405 Personale 1985 XX° IT NO gennaio 1985) Visive INCISIONE - GRAFICA Passaggi della memoria: M. Priori (5 Galleria Massari 406 Personale 1985 XX° maggio - 16 giugno 1985) 2 Nino Migliori: "Carteossidate" (16 marzo - Galleria della FOTOGRAFI 407 Personale 1985 XX° n 1926 IT NO 28 aprile 1985) Fotografia A N.Y.C.: David Bruce Cratsley (22 giugno - Galleria della FOTOGRAFI POSTMODE 408 Personale 1985 XX° 1944-1998 STRANIERO NO 30 agosto 1985) Fotografia A RN Maurizio Berlincioni: Giant super et vicinity Galleria della FOTOGRAFI 409 Personale 1985 XX° n 1943 IT NO (5 maggio - 16 giugno 1985) Fotografia A PITTURA - Marco Fidolini: Metropolis ed altro (17 Centro Attività 410 Personale 1985 XX° n 1945 IT SCULTURA - NO marzo - 5 maggio 1985) Visive INCISIONE NEOAVANG Lorenzo Montanari (22 giugno - 25 agosto Galleria Massari UARDIA - 411 Personale 1985 XX° IT PITTURA 1985) 2 POSTMODE RN POP ART INCISIONE - Leo Contini: Retrospettiva (20 ottobre - 24 Galleria Massari 412 Personale 1985 XX° n 1939 STRANIERO PITTURA - NO novembre 1985) 1 GRAFICA Padiglione d'Arte 413 Leinardi (3 febbraio - 10 marzo 1985) Personale Contemporanea, 1985 XX° Palazzo Massari SCULTURA - Galleria Massari 414 Laura Rivalta (2 aprile - 28 aprile 1985) Personale 1985 XX° IT GRAFICA - NO 2 OREFICERIA NEOAVANG La molteplicità della macchina fotografica: Galleria della FOTOGRAFI UARDIA - 415 Christian Lebrat (8 settembre - 13 ottobre Personale 1985 XX° n 1952 STRANIERO NO Fotografia A POSTMODE 1985) RN Galleria civica AVANGUAR d'arte moderna, PITTURA - 416 Joan Mirò (16 marzo 15 giugno 1985) Personale 1985 XX° 1893-1983 STRANIERO DIA SI Palazzo dei SCULTURA STORICA Diamanti SURREALISMO James Rosen: Omaggio a Schifanoia (16 Galleria Massari 417 Personale 1985 XX° n 1933 STRANIERO PITTURA NO marzo - 28 aprile 1985) 3

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Il mistero di architetto: La macchina per abitare: Emilio Battisti, Pietro Derossi, Padiglione d'Arte Grau, Bruno Minardi, Antonio Monestiroli, ARCHITETT 418 Collettiva Contemporanea, 1985 XX° IT Adolfo Natalini, Emilio Puglielli, Franco URA Palazzo Massari Purini, Laura Thermes, Francesco Venezia (23 marzo - 28 aprile 1985) AVANGUAR DIA Ideo Pantaleoni (20 ottobre - 24 novembre Centro Attività 419 Personale 1985 XX° 1904-1993 IT PITTURA STORICA - NO ASTRATTISMO - 1985) Visive NEOAVANG COSTRUTTIVIS UARDIA MO Grafica internazionale: Donazioni Orfeo Galleria Massari 420 Collettiva 1985 XX° IT GRAFICA Tamburi (16 marzo - 31 marzo 1985) 2 Galleria civica AVANGUAR Giorgio de Chirico (30 giugno-6 ottobre d'arte moderna, 421 Personale 1985 XX° 1888-1978 STRANIERO PITTURA DIA SI 1985) Palazzo dei STORICA Diamanti METAFISICA Gianfranco Goberti: Opere 1981/85 (24 Sala Benvenuto NEOAVANG 422 Personale 1985 XX° n 1939 IT PITTURA NO aprile - 22 maggio 1985) Tisi UARDIA Padiglione d'Arte AVANGUAR : Gli anni di Berlino (30 423 Personale Contemporanea, 1985 XX° 1893-1959 STRANIERO PITTURA DIA SI CUBISMO - giugno - 12 ottobre 1985) Palazzo Massari STORICA FUTURISMO Franco Manarini (20 ottobre - 24 novembre Centro Attività 424 Personale 1985 XX° 1985) Visive Francesco Casorati (16 marzo - 21 aprile Sala Benvenuto PITTURA - 425 Personale 1985 XX° 1934-2013 IT NO 1985) Tisi INCISIONE Daniel Dè Angeli: Le città celesti (3 Galleria Massari 426 Personale 1985 XX° n 1954 STRANIERO PITTURA NO febbraio - 10 marzo 1985) 2 Padiglione d'Arte 427 Costantini (22 giugno - 28 luglio 1985) Personale Contemporanea, 1985 XX° 1926-2013 IT PITTURA NO Palazzo Massari Claudio Papola (16 marzo - 5 maggio Galleria Massari 428 Personale 1985 XX° n 1937 IT PITTURA NO 1985) 1 Carlos Mensa (26 maggio - 24 giugno Sala Benvenuto 429 Personale 1985 XX° 1936-1982 STRANIERO PITTURA SI 1985) Tisi PITTURA - NEOAVANG Carlo Gajani: Brani di natura nella valle del Galleria della INCISIONE - UARDIA - 430 Personale 1985 XX° 1929-2009 IT NO Po (20 ottobre - 24 novembre 1985) Fotografia FOTOGRAFI POSTMODE A RN Galleria civica AVANGUAR d'arte moderna, 431 Carlo Corsi (27 ottobre - 8 dicembre 1985) Personale 1985 XX° 1879-1966 STRANIERO PITTURA DIA SI Palazzo dei SCUOLA STORICA Diamanti ROMANA Antonio Masotti: Ritratto d'autore (3 Galleria della FOTOGRAFI 432 Personale 1985 XX° n 1918 IT febbraio - 3 marzo 1985) Fotografia A Anna Veruda: Il ferro: Materia e segno Galleria Massari 433 della memoria (20 ottobre - 24 novembre Personale 1985 XX° m 1984 IT PITTURA SI 2 1985)

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SUPREMANTIS PITTURA - AVANGUAR Alexander Rodchenko (16 dicembre-27 Galleria della MO E 434 Personale 1985 XX° 1891-1956 STRANIERO FOTOGRAFI DIA SI gennaio 1985) Fotografia COSTRUTTIVIS A STORICA MO NEOAVANG Padiglione d'Arte Agostino Bonalumi (6 ottobre - 24 UARDIA - ASTRATTISMO - 435 Personale Contemporanea, 1985 XX° 1935-2013 IT PITTURA NO novembre 1985) POSTMODE ARTE Palazzo Massari RN CONCETTUALE Vasco Ascolini: Le fotografie per il teatro Galleria della FOTOGRAFI 436 Personale 1986 XX° n 1937 IT NO (25 maggio - 22 giugno 1986) Fotografia A Totem e sculture di Sinisca: sculture - PITTURA - Sala Benvenuto 437 pitture - disegni - grafica (25 maggio - 22 Personale 1986 XX° n 1929 IT SCULTURA - NO Tisi giugno 1986) GRAFICA Sguardi a nord-est (19 gennaio - 23 Centro Attività IT - 438 Collettiva 1986 XX° febbraio 1986) Visive STRANIERO Galleria civica AVANGUAR d'arte moderna, 439 Rene Magritte (30 giugno 12 ottobre 1986) Personale 1986 XX° 1898-1967 STRANIERO PITTURA DIA SI Palazzo dei STORICA Diamanti SURREALISMO Pier Paolo Prandi (19 gennaio - 23 febbraio Galleria Massari 440 Personale 1986 XX° n 1945 STRANIERO PITTURA NO 1986) 2 Galleria civica AVANGUAR d'arte moderna, 441 Paul Delvaux (20 aprile-22 giugno 1986) Personale 1986 XX° 1897-1994 STRANIERO PITTURA DIA NO Palazzo dei STORICA Diamanti SURREALISMO Michael Franke (19 gennaio - 23 febbraio Galleria Massari 442 Personale 1986 XX° n 1957 STRANIERO PITTURA NO 1986) 3 Mariette Pathy Allen: The beholder's eye: Galleria della FOTOGRAFI POSTMODE 443 Men as women (29 giugno - 5 ottobre Personale 1986 XX° STRANIERO NO Fotografia A RN 1986) PITTURA - SCULTURA - INSTALLAZI NEOAVANG Mariella Bettineschi (20 aprile - 18 maggio Galleria Massari ONE - UARDIA - 444 Personale 1986 XX° n 1948 IT NO 1986) 3 FOTOGRAFI POSTMODE A - RN ARCHITETT ARTE URA CONCETTUALE Maria Camilla Pallavicini (25 maggio - 15 Galleria Massari 445 Collettiva 1986 XX° giugno 1986) 2 Sala Benvenuto PITTURA - 446 Marcello Tassini (2 marzo - 13 aprile 1986) Personale 1986 XX° 1911-2010 IT NO Tisi GRAFICA Luisa Ronchi Imbesi (2 marzo - 13 aprile Galleria Massari 447 Personale 1986 XX° IT 1986) 2 Luciano Minguzzi (29 giugno - 5 ottobre Sala Benvenuto 448 Personale 1986 XX° 1911-2004 IT SCULTURA NO 1986) Tisi Luca Alinari e Giosetta Fioroni: maschile e Padiglione d'Arte 449 femminile: uso dell'identità (26 ottobre - 30 Collettiva Contemporanea, 1986 XX° IT movembre 1986) Palazzo Massari

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Padiglione d'Arte Lino Marzulli (19 gennaio - 23 febbraio 450 Personale Contemporanea, 1986 XX° 1929-2007 IT PITTURA NO 1986) Palazzo Massari Sala Benvenuto 451 Lia Crippa (26 ottobre - 30 novembre 1986) Personale 1986 XX° n 1922 IT PITTURA NO Tisi Letizia Battaglia: nella terra della mafia (20 Galleria della FOTOGRAFI 452 Personale 1986 XX° n 1935 IT aprile - 18 maggio 1986) Fotografia A Labirinti di creta: Sculture in ceramica di Galleria Massari 453 Personale 1986 XX° IT SCULTURA Giovanni Cimatti (2 marzo - 13 aprile 1986) 1 Padiglione d'Arte AVANGUAR ESPRESSIONIS 454 (30 giugno-12 ottobre 1986) Personale Contemporanea, 1986 XIX°-XX° 1860-1949 STRANIERO PITTURA DIA SI MO E Palazzo Massari STORICA SIMBOLISMO Galleria civica AVANGUAR Gregorio Sciltian (2 febbraio - 13 aprile d'arte moderna, 455 Personale 1986 XX° 1900-1985 STRANIERO PITTURA DIA SI 1986) Palazzo dei FUTURISMO E STORICA Diamanti CUBISMO Giuliana Traverso: Il diametro del mito (2 Galleria della FOTOGRAFI 456 Personale 1986 XX° IT marzo - 13 aprile 1986) Fotografia A Giovanni Soccol (19 gennaio - 23 febbraio Sala Benvenuto 457 Personale 1986 XX° n 1938 IT PITTURA NO 1986) Tisi NEOAVANG Francesco Somaini: L'opera recente (20 Cortile Palazzo UARDIA - 458 Personale 1986 XX° 1926-2005 IT SCULTURA NO aprile - 18 maggio 1986) dei Diamanti POSTMODE ASTRATTISMO - RN INFORMALE Figure dallo sfondo 2: Magma: dieci anni Centro Attività 459 Collettiva 1986 XX° dopo (20 aprile - 18 maggio 1986) Visive AVANGUAR DIA Ferdinando Ambrosino (25 maggio - 22 Galleria Massari 460 Personale 1986 XX° n 1938 IT PITTURA STORICA - NO giugno 1986) 1 NEOAVANG CUBISMO - UARDIA NEOREALISMO Eugenio Monsanto (25 maggio - 25 giugno Galleria Massari 461 Personale 1986 XX° IT 1986) 3 Enzo Lattanzio: Teatroimmagine (19 Galleria della FOTOGRAFI 462 Personale 1986 XX° IT gennaio - 23 febbraio 1986) Fotografia A Enrico Della Torre: una lirica razionalità (29 Galleria Massari PITTURA - NEOAVANG 463 Personale 1986 XX° n 1931 IT NO giugno - 5 ottobre 1986) 2 INCISIONE UARDIA INFORMALE Dragan Stenek (26 ottobre - 30 novembre Centro Attività 464 Personale 1986 XX° n 1964 STRANIERO NO 1986) Visive Dipinti di Rosalba (2 marzo - 13 aprile Galleria Massari 465 Personale 1986 1986) 3 Delfina Camurati (29 giugno - 5 ottobre Galleria Massari PITTURA - 466 Personale 1986 XX° n 1942 IT NO 1986) 1 GRAFICA Claudio Lezoche (19 gennaio - 23 febbraio Galleria Massari NEOAVANG REALISMO - 467 Personale 1986 XX° n 1929 IT PITTURA NO 1986) 1 UARDIA METAFISICA Bartolomeo Gatto (20 ettembre - 19 ottobre Centro Attività PITTURA - 468 Personale 1986 XX° n 1938 IT NO 1986) Visive SCULTURA Annamaria Gelmi (29 giugno - 5 ottobre Galleria Massari PITTURA - NEOAVANG 469 Personale 1986 XX° IT 1986) 3 OREFICERIA UARDIA MINIMALISMO 302

- INSTALLAZI ONE Galleria Massari FOTOGRAFI 470 Zita Noè (7 marzo - 29 marzo 1987) Personale 1987 XX° IT 2 A Transmaniere 1987: Martani, Venturelli, De Centro Attività 471 Nisco, Balanza, Ricchi (7 marzo - 29 marzo Collettiva 1987 XX° IT Visive 1987) Time limits: Paolo Lelli (18 gennaio - 1 Galleria della FOTOGRAFI 472 Personale 1987 XX° IT marzo 1987) Fotografia A NEOAVANG Stefano Scheda: confini sentimentali (18 Centro Attività FOTOGRAFI UARDIA - 473 Personale 1987 XX° n 1957 IT NO gennaio - 1 marzo 1987) Visive A POSTMODE RN BODY ART Padiglione d'Arte Spazialismo a Venezia (25 ottobre - 29 PITTURA - NEOAVANG 474 Collettiva Contemporanea, 1987 XX° IT novembre 1987) SCULTURA UARDIA Palazzo Massari SPAZIALISMO Silvio Monti: Labyrinthos (7 marzo - 3 Galleria Massari 475 Personale 1987 XX° n 1938 IT NO maggio 1987) 1 Sergio Vacchi: sorrisi italiani 1986 (12 Centro Attività 476 Personale 1987 XX° n 1925 IT PITTURA NO settembre - 11 ottobre 1987) Visive Centro Attività 477 Sean Earley (9 maggio - 14 giugno 1987) Personale 1987 XX° 1953-1992 STRANIERO PITTURA NO Visive Sadici Sovvertimenti: Paolo Pennisi (18 Centro Attività NEOAVANG 478 Personale 1987 XX° n 1939 IT PITTURA NO gennaio - 1 marzo 1987) Visive UARDIA NEODADA Patrizia Lanciani (9 maggio - 14 giugno Galleria Massari 479 Personale 1987 XX° IT PITTURA 1987) 2 NEOAVANG Paola De Laurentiis (5 aprile - 3 maggio Galleria Massari UARDIA - 480 Personale 1987 XX° 1935-2012 IT PITTURA NO 1987) 3 POSTMODE RN MINIMALISMO AVANGUAR Museo Palazzo PITTURA - 481 Pablo Picasso (27 giugno - 4 ottobre 1987) Personale 1987 XX° 1881-1973 STRANIERO DIA SI Massari SCULTURA STORICA CUBISMO AVANGUAR DIA Osvaldo Peruzzi (18 gennaio - 1 marzo Sala Benvenuto 482 Personale 1987 XX° 1907-2004 IT PITTURA STORICA - NO 1987) Tisi NEOAVANG FUTURISMO - UARDIA AEREOPITTURA Nader Khaleghpour (5 aprile - 3 maggio Galleria Massari 483 Personale 1987 XX° n 1947 STRANIERO PITTURA NO 1987) 2 Morfo - Cromo - Machia: Giorgio Azzaroni, Ginda Jannini, Domizio Mori, Aldo Galleria Massari 484 Collettiva 1987 XX° IT Pancheri, Renato Pancheri, Franco Ricci 1 (18 gennaio - 1 marzo 1987) AVANGUAR DIA Mauro Reggiani (27 giugno - 4 ottobre 485 Personale Pinacoteca 1987 XIX°-XX° 1897-1980 IT PITTURA STORICA - SI 1987) NEOAVANG UARDIA ASTRATTISMO 303

Mara Corazzari (18 gennaio - 22 febbraio Centro Attività PITTURA - 486 Personale 1987 XX° n 1958 IT NO 1987) Visive GRAFICA Galleria Massari PITTURA - 487 Luisa Bertani (7 marzo - 29 marzo 1987) Personale 1987 XX° 1939-1994 IT NO 3 INCISIONE Centro Attività NEOAVANG 488 Luigi Salvi (5 aprile - 3 maggio 1987) Personale 1987 XX° n 1920 IT PITTURA NO Visive UARDIA ESPRESSIONIS AVANGUAR MO - PITTURA - DIA NEOESPRESSIO Jef Van Tuerenhout (10 maggio - 21 Sala Benvenuto 489 Personale 1987 XX° 1926-2006 STRANIERO SCULTURA - STORICA - NO NISMO - giugno 1987) Tisi OREFICERIA NEOAVANG SURREALISMO - UARDIA MAGICO REALISMO I segni e le forme: Enrico Sotgiu (7 marzo - Galleria della FOTOGRAFI 490 Personale 1987 XX° n 1952 IT NO 29 marzo 1987) Fotografia A Sala Benvenuto 491 Ho Kan (25 ottobre - 29 novembre 1987) Personale 1987 XX° n 1932 STRANIERO PITTURA NO Tisi Graziano Pompili: imago (9 maggio - 14 Galleria Massari 492 Personale 1987 XX° n 1943 IT SCULTURA NO giugno 1987) 1 Golfo Persico (Luca Paini) (12 settembre - Centro Attività 493 Personale 1987 IT 11 ottobre 1987) Visive Giovanna Sciannamé: le rugiade del cielo - Galleria della 494 Patrizia Bellei: la fontana malata (25 Collettiva 1987 XX° IT Fotografia ottobre - 29 novembre 1987) NEOAVANG Giorgio Avigdor: the silent twins' Centro Attività FOTOGRAFI UARDIA - 495 promenade: fotografie 1985-1987 (5 aprile Personale 1987 XX° n 1932 IT NO Visive A POSTMODE - 3 maggio 1987) RN SCULTURA - Gaetano K. Bodanza (18 ottobre - 29 Centro Attività 496 Personale 1987 XX° n 1950 IT VIDEOARTE NO novembre 1987) Visive - CINEMA Padiglione d'Arte AVANGUAR Frantisek Kupka (27 giugno - 4 ottobre 497 Personale Contemporanea, 1987 XIX°-XX° 1871-1957 STRANIERO PITTURA DIA SI 1987) Palazzo Massari STORICA ASTRATTISMO PITTURA - Franco Dugo: la danza di Salomé (25 Galleria Massari 498 Personale 1987 XX° n 1941 STRANIERO DISEGNO - NO ottobre - 29 novembre 1987) 3 INCISIONE Francesco Scianna: rivisitando lo spirito e PITTURA - AVANGUAR le immagini della Miglie Miglia e di Galleria Massari 499 Personale 1987 XX° n 1942 IT ARCHITETT DIA NO un'epoca gloriosa dell'automobilismo (9 3 URA STORICA maggio - 14 giugno 1987) FUTURISMO Ex Chartis: Paolo Bertuzzo, Antonio Buso, Elena Cappello, Annabella Dugo, Galleria Massari 500 Collettiva 1987 XX° IT Annamaria Gelmi, Sergio Piccoli, Simone 3 Ricciardiello (18 gennaio - 1 marzo 1987) Ettore De Conciliis: opere 1983-1987 (10 Centro Attività PITTURA - 501 Personale 1987 XX° n 1941 IT NO maggio - 21 giugno 1987) Visive SCULTURA Ermanno Cristini: Ephemera (1 novembre - NEOAVANG Centro Attività 502 29 novembre 1987) Personale 1987 XX° n 1951 IT PITTURA UARDIA - NO Visive POSTMODE 304

RN

Ennio Calabria: un gioco nel vento 1986 Centro Attività 503 Personale 1987 XX° n 1937 STRANIERO PITTURA NO (12 settembre - 11 ottobre 1987) Visive PITTURA - Edolo Masci: farfalle 1980 (12 settembre - Centro Attività SCULTURA - 504 Personale 1987 XX° 1938-2008 IT NO 11 ottobre 1987) Visive DISEGNO - INCISIONE AVANGUAR PITTURA - Padiglione d'Arte DIA DISEGNO - 505 Dino Boschi (9 maggio - 14 giugno 1987) Personale Contemporanea, 1987 XX° n 1923 IT STORICA - NO POP ART - INCISIONE - Palazzo Massari NEOAVANG INFORMALE - GRAFICA UARDIA IPERREALISMO Dietro le imposte: Antonio Di Maio (5 aprile Galleria della FOTOGRAFI 506 Personale 1987 XX° IT - 3 maggio 1987) Fotografia A Cynthia Mac Adams (27 giugno - 4 ottobre Galleria della FOTOGRAFI 507 Personale 1987 XX° STRANIERO 1987) Fotografia A Galleria civica AVANGUAR Constant Permeke: 1886-1952 (27 giugno - d'arte moderna, 508 Personale 1987 XX° 1886-1952 STRANIERO SCULTURA DIA SI 4 ottobre 1987) Palazzo dei ESPRESSIONIS STORICA Diamanti MO AVANGUAR DIA Centro Attività 509 Carlo Mattioli: composizioni 1983 Personale 1987 XX° 1911-1994 IT PITTURA STORICA - NO Visive NEOAVANG UARDIA Carl Timner: fortun ed immagine (5 aprile - Sala Benvenuto NEOAVANG 510 Personale 1987 XX° 1933-2014 STRANIERO PITTURA NO 3 maggio 1987) Tisi UARDIA REALISMO Padiglione d'Arte Bruno Conte: opere 1970 - 1986 scritti PITTURA - 511 Personale Contemporanea, 1987 XX° IT subteorici (18 gennaio - 1 marzo 1987) SCULTURA Palazzo Massari Padiglione d'Arte NEOAVANG 512 Bobo Piccoli (7 marzo - 29 marzo 1987) Personale Contemporanea, 1987 XX° 1927-1981 IT PITTURA SI UARDIA Palazzo Massari ESPRESSIONIS Galleria della FOTOGRAFI NEOAVANG MO - 513 Attilio Pavin (9 maggio - 14 giugno 1987) Personale 1987 XX° n 1945 IT NO Fotografia A UARDIA INFORMALE - ASTRATTISMO Arnaldo Pomodoro (27 giugno - 11 ottobre Sala Benvenuto NEOAVANG 514 Personale 1987 XX° n 1926 IT SCULTURA NO 1987) Tisi UARDIA INFORMALE Antonio Buso (25 ottobre - 29 novembre Galleria Massari NEOAVANG 515 Personale 1987 XX° n 1954 IT PITTURA NO ASTRATTISMO - 1987) 3 UARDIA INFORMALE Padiglione d'Arte Allitterazioni: dieci artisti del Mac tra ieri e 516 Collettiva Contemporanea, 1987 XX° IT oggi (5 aprile - 3 maggio 1987) Palazzo Massari Galleria Massari 517 Ada Ruberti (18 gennaio - 1 marzo 1987) Personale 1987 XX° 1929-2004 IT PITTURA NO 2

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DISEGNO - Vasi comunicanti: nuova ceramica nuove Sala Benvenuto IT - PITTURA - 518 Collettiva 1988 XX° tendenze (23 aprile - 22 maggio 1988) Tisi STRANIERO FOTOGRAFI A NEOAVANG Ugo Tricoli: Tra segno e simbolo (17 Galleria Massari UARDIA - 519 Personale 1988 XX° IT PITTURA NO gennaio - 21 febbraio 1988) 2 POSTMODE RN Poesia con pittura: Fernanda Fedi, Maria LETTERATU Galleria Massari 520 Luisa Grimani, Emmina Verzella (3 luglio - Collettiva 1988 XX° IT RA - 1 4 settembre 1988) PITTURA NEOAVANG Peter Campus (28 maggio - 26 giugno Sala Benvenuto UARDIA - 521 Personale 1988 XX° n 1937 STRANIERO VIDEOARTE NO 1988) Tisi POSTMODE RN Paola Forlani, Laura Gavioli, Adriana Galleria Massari 522 Collettiva 1988 XX° IT Mastellari (28 febbraio - 5 aprile 1988) 3 Paola Agosti: immagini dal mondo dei vinti Galleria della FOTOGRAFI 523 Personale 1988 XX° n 1947 IT NO (28 febbraio - 5 aprile 1988) Fotografia A NEOAVANG Olivo Barbieri: rilevamenti (28 maggio - 26 Galleria della FOTOGRAFI UARDIA - 524 Personale 1988 XX° n 1954 IT NO giugno 1988) Fotografia A POSTMODE RN Galleria civica Marino Marini (17 gennaio - 20 febbraio d'arte moderna, PITTURA - 525 Personale 1988 XX° 1901-1980 IT SI 1988) Palazzo dei SCULTURA Diamanti PITTURA - NEOAVANG Marcello Diotallevi: lettere al mittente, SCULTURA - Galleria Massari UARDIA - 526 lettere autobiografiche (28 maggio - 26 Personale 1988 XX° n 1942 IT GRAFICA - NO 3 POSTMODE giugno 1988) INSTALLAZI RN ONE MAIL ART Luisa Canovi: Origamore (23 ottobre - 13 Centro Attività 527 Personale 1988 XX° IT SCULTURA NO novembre 1988) Visive Luigi Mastrangelo (17 gennaio - 21 Galleria Massari PITTURA - POSTMODE PITTURA 528 Personale 1988 XX° n 1958 IT NO febbraio 1988) 1 SCULTURA RN MEDIALE NEOAVANG PITTURA - Luciano Proverbio: Opere dal 1967 al 1987 Galleria Massari UARDIA - 529 Personale 1988 XX° 1936-2009 IT GRAFICA(dis NO (17 gennaio - 21 febbraio 1988) 3 POSTMODE egni incisioni) RN Leonardo Santoli (17 gennaio - 21 febbraio Galleria Massari PITTURA - 530 Personale 1988 XX° n 1959 IT NO 1988) 1 SCULTURA Lee Waisler: mostra retrospettiva 1968- Centro Attività 531 Personale 1988 XX° STRANIERO PITTURA 1988 (28 maggio - 30 giugno 1988) Visive Kazuto Kuetani (17 gennaio - 21 febbraio Centro Attività POSTMODE 532 Personale 1988 XX° n 1942 STRANIERO SCULTURA NO 1988) Visive RN Junkyu Muto (17 gennaio - 21 febbraio Centro Attività POSTMODE 533 Personale 1988 XX° n 1950 STRANIERO SCULTURA NO 1988) Visive RN 534 Igor Lecic (23 ottobre - 27 novembre 1988) Personale Galleria Massari 1988 XX° n 1950 STRANIERO PITTURA NO 306

1 Sala Benvenuto Tisi - Centro IT - 535 I Bugatti (3 luglio - 10 ottobre 1988) Collettiva Attività Visive - 1988 XX° STRANIERO Cortile Palazzo Diamanti AVANGUAR Galleria civica DIA Hans Hartung (28 maggio-4 settembre d'arte moderna, 536 Personale 1988 XX° 1904-1989 STRANIERO PITTURA STORICA - NO 1988) Palazzo dei NEOAVANG Diamanti UARDIA ASTRATTISMO Galleria civica AVANGUAR Gustavo Foppiani (28 febbraio - 10 aprile d'arte moderna, 537 Personale 1988 XX° 1925-1986 IT PITTURA DIA SI 1988) Palazzo dei SURREALISMO STORICA Diamanti E METAFISICA Gruppo 18: Nero materico: Pasquale Campanella, Roberto Floreani, Fulvio Galleria Massari 538 Collettiva 1988 XX° IT Giannini, Bruno Lorini, Bartolomeo Migliore 1 (28 maggio - 26 giugno 1988) Padiglione d'Arte Goranka Vrus (17 gennaio - 21 febbraio 539 Personale Contemporanea, 1988 XX° STRANIERO 1988) Palazzo Massari Giovanni Bettolo (23 aprile - 22 maggio Centro Attività PITTURA - 540 Personale 1988 XX° n 1944 IT NO 1988) Visive GRAFICA Padiglione d'Arte NEOAVANG 541 Gino Morandis (23 aprile - 22 maggio 1988) Personale Contemporanea, 1988 XX° 1915-1994 IT PITTURA NO UARDIA Palazzo Massari SPAZIALISMO Gianni Pedullà (17 gennaio - 21 febbraio Galleria Massari PITTURA - 542 Personale 1988 XX° STRANIERO 1988) 1 SCULTURA Giampiero Barchiesi (17 gennaio - 21 Galleria della FOTOGRAFI 543 Personale 1988 XX° n 1959 IT NO febbraio 1988) Fotografia A Padiglione d'Arte Franco Sumberaz (28 maggio - 26 giugno 544 Personale Contemporanea, 1988 XX° n 1939 IT PITTURA NO 1988) Palazzo Massari Fotocopia della Copy Art (8 aprile - 20 Centro Attività IT - 545 Collettiva 1988 XX° aprile 1988) Visive STRANIERO PITTURA - Ezio Francesco Grisanti: anatomie Sala Benvenuto ARCHITETT 546 Personale 1988 XX° n 1948 IT NO morfologie (17 gennaio - 21 febbraio 1988) Tisi URA - SCULTURA AVANGUAR Padiglione d'Arte DIA 547 Ennio Finzi (23 aprile - 22 maggio 1988) Personale Contemporanea, 1988 XX° n 1931 IT PITTURA STORICA - NO Palazzo Massari NEOAVANG ASTRATTISMO - UARDIA OPTICAL ART Dyan Ditolla Grey (2 luglio - 10 ottobre Galleria della FOTOGRAFI 548 Personale 1988 XX° STRANIERO 1988) Fotografia A Padiglione d'Arte IT - 549 Crinali (30 ottobre - 30 novembre 1988) Collettiva 1988 XX° Contemporanea, STRANIERO 307

Palazzo Massari

Claudio Messerotti Benvenuti: dedicata a Galleria della FOTOGRAFI 550 Personale 1988 XX° IT NO Ferrara (23 ottobre - 27 novembre 1988) Fotografia A Carla Tolomeo (23 aprile - 22 maggio Galleria Massari PITTURA - 551 Personale 1988 XX° n 1945 IT NO 1988) 3 SCULTURA Centro Attività Visive - Galleria Biennale Donna: figure dallo sfondo 3 (28 IT - 552 Collettiva Massari 1 - 1988 XX° febbraio - 5 aprile 1988) STRANIERO Galleria Massari 2 Padiglione d'Arte AVANGUAR 553 Bice Lazzari (28 febbraio - 5 aprile 1988) Personale Contemporanea, 1988 XX° 1900-1981 IT PITTURA DIA NO Palazzo Massari STORICA RAZIONALISMO PITTURA - NEOAVANG Berlinghieri Poggiali (23 aprile -22 maggio Galleria Massari SCULTURA - UARDIA - 554 Personale 1988 XX° n 1936 IT NO 1988) 2 INSTALLAZI POSTMODE ONE RN Bellezza aliena (23 aprile - 22 maggio Galleria Massari IT - 555 Collettiva 1988 XX° 1988) 1 STRANIERO Beatrice Wood: disegni: 1970-1988 (29 Galleria Massari PITTURA - 556 Personale 1988 XX° 1893-1998 STRANIERO NO maggio - 26 giugno 1988) 2 SCULTURA Padiglione d'Arte Aspetti della pittura cinese contemporanea 557 Collettiva Contemporanea, 1988 XX° STRANIERO PITTURA (3 luglio - 10 ottobre 1988) Palazzo Massari Centro Attività 558 Art in progress (23 aprile - 22 maggio 1988) Collettiva 1988 XX° IT Visive Antonio D'Acchille: pitture 1984-87 (28 Sala Benvenuto 559 Personale 1988 XX° IT PITTURA febbraio - 5 aprile 1988) Tisi Angelo Corbetta: il mare (23 aprile - 22 Galleria della FOTOGRAFI 560 Personale 1988 XX° IT maggio 1988) Fotografia A AVANGUAR Galleria civica Alberto Sughi: mostra antologica: 70 dipinti DIA d'arte moderna, 561 dal 1958 al 1988 (17 aprile - 22 maggio Personale 1988 XX° 1926-2012 IT PITTURA STORICA - NO Palazzo dei 1988) NEOAVANG REALISMO E Diamanti UARDIA ASTRATTISMO William Crovello (22 ottobre - 26 novembre Sala Benvenuto NEOAVANG 562 Personale 1989 XX° n 1929 STRANIERO SCULTURA NO 1989) Tisi UARDIA NEOAVANG Vittorio Ruglioni (29 gennaio - 5 marzo Galleria Massari UARDIA - 563 Personale 1989 XX° 1936-2003 IT PITTURA NO 1989) 1 POSTMODE RN NEOFIGURATIVI Urss: realtà e poesia nell'immagine (9 luglio 564 Collettiva Pinacoteca 1989 XX° STRANIERO - 15 settembre 1989) Tonino Cragnolini: disegni (24 giugno - 18 Galleria Massari 565 Personale 1989 XX° 1937-2014 IT INCISIONE NO settembre 1989) 1 Sante Arduini: il viaggiatore cosmico (29 Centro Attività 566 Personale 1989 XX° n 1938 IT GRAFICA NO gennaio - 5 marzo 1989) Visive

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Galleria civica AVANGUAR Salvador Dali : sculture illustrazioni multipli d'arte moderna, 567 Personale 1989 XX° 1904-1989 STRANIERO PITTURA DIA SI (23 aprile-18 giugno 1989) Palazzo dei STORICA Diamanti SURREALISMO Progetto Antigone: Enrico Baj, Emilio Vedova, Andy Warhol: La scuola incontra i Sala Benvenuto 568 Collettiva 1989 XX° STRANIERO linguaggi del sapere (18 marzo - 25 aprile Tisi 1989) Padiglione d'Arte Polo donna: immagine nel sociale: IT - FOTOGRAFI 569 Collettiva Contemporanea, 1989 XX° fotografie (2 aprile - 30 aprile 1989) STRANIERO A Palazzo Massari Centro Attività PITTURA - 570 Pippo Gambino (12 marzo - 16 aprile 1989) Personale 1989 XX° 1935-2004 IT NO Visive INCISIONE Galleria civica Nemesio Orsatti: dipinti, acqueforti, disegni d'arte moderna, PITTURA - 571 e sculture: 1934-1975 (25 febbraio - 16 Personale 1989 XX° 1912-1988 IT SI Palazzo dei SCULTURA aprile 1989) Diamanti Nanda Lanfranco: tempo rubato (30 FOTOGRAFI 572 Personale Pinacoteca 1989 XX° n 1935 IT NO settembre - 12 novembre 1989) A Menendez Rojas (29 gennaio - 5 marzo Sala Benvenuto 573 Personale 1989 XX° n 1956 STRANIERO PITTURA NO 1989) Tisi Mario Schifano: inventario con anima e Padiglione d'Arte NEOAVANG 574 senz'anima - (14 maggio al 18 giugno Personale Contemporanea, 1989 XX° 1934-1998 IT PITTURA NO POP ART E UARDIA 1989) Palazzo Massari NEODADA Maria Grazia Federico: l'anima imprigionata Galleria della FOTOGRAFI 575 Personale 1989 XX° IT (22 ottobre - 3 dicembre 1989) Fotografia A Marcela Salcedo (8 dicembre - 14 gennaio Centro Attività 576 Personale 1989 XX° STRANIERO 1989) Visive Ljubomir Percinlic (22 ottobre - 30 Centro Attività 577 Personale 1989 XX° 1939-1998 STRANIERO PITTURA NO novembre 1989) Visive Padiglione d'Arte AVANGUAR 578 Josef Albers (28 gennaio-27 marzo 1989) Personale Contemporanea, 1989 XX° 1888-1976 STRANIERO PITTURA DIA SI ASTRATTISMO Palazzo Massari STORICA E BAUHAUS Galleria civica AVANGUAR Gustave Moreau : 1826-1898 (25 giugno - d'arte moderna, 579 Personale 1989 XIX° 1826-1898 STRANIERO PITTURA DIA SI 30 settembre 1989) Palazzo dei STORICA Diamanti SIMBOLISMO NUOVA Giuseppe Zigaina (24 giugno - 8 ottobre Centro Attività PITTURA - NEOAVANG 580 Personale 1989 XX° n 1924 IT NO OGGETTIVITA' - 1989) Visive DISEGNO UARDIA REALISMO Galleria civica Giovanni Cappelli (22 ottobre - 3 dicembre d'arte moderna, NEOAVANG 581 Personale 1989 XX° 1923-1994 IT PITTURA NO 1989) Palazzo dei UARDIA Diamanti Giovanni Allegri: tra veglia e sonno (29 Galleria della FOTOGRAFI 582 Personale 1989 XX° IT gennaio - 5 marzo 1989) Fotografia A AVANGUAR Franco Ravara: "mistiche astrazioni" (6 Galleria Massari DIA 583 Personale 1989 XX° m 2008 IT PITTURA NO maggio - 11 giugno 1989) 1 STORICA - NEOAVANG ASTRATTISMO 309

UARDIA

NEOAVANG Ezio Gribaudo (9 luglio - 24 settembre Sala Benvenuto UARDIA - 584 Personale 1989 XX° n 1929 IT PITTURA NO 1989) Tisi POSTMODE RN PITTURA - Centro Attività 585 Enrico Ricci (29 gennaio - 5 marzo 1989) Personale 1989 XX° n 1925 IT GRAFICA - NO Visive INCISIONE Elliott Erwitt (25 giugno - 24 settembre Galleria della FOTOGRAFI NEOAVANG 586 Personale 1989 XX° n 1928 STRANIERO NO 1989) Fotografia A UARDIA Padiglione d'Arte AVANGUAR : 100 disegni e acquerelli (25 587 Personale Contemporanea, 1989 XX° 1890-1918 STRANIERO PITTURA DIA SI ESPRESSIONIS giugno-8 ottobre 1989) Palazzo Massari STORICA MO Celiberti: i segni dell'anima (30 settembre - Galleria Massari PITTURA - NEOAVANG 588 Personale 1989 XX° n 1929 IT NO 22 ottobre 1989) 1 SCULTURA UARDIA Bosko Kucanski (22 ottobre - 30 novembre Centro Attività 589 Personale 1989 XX° n 1931 STRANIERO SCULTURA NO 1989) Visive Padiglione d'Arte Black and white (22 ottobre - 30 novembre IT - 590 Collettiva Contemporanea, 1989 XX° 1989) STRANIERO Palazzo Massari NEOAVANG Padiglione d'Arte Anuszkiewicz (29 gennaio - 27 marzo PITTURA - UARDIA - 591 Personale Contemporanea, 1989 XX° n 1930 STRANIERO NO 1989) SCULTURA POSTMODE Palazzo Massari RN OP ART Marco Caselli Nirmal: Progetto Antigone: Galleria della FOTOGRAFI 592 la scuola incontra i linguaggi del sapere (18 Personale 1989 XX° n 1957 IT NO Fotografia A marzo - 25 aprile 1989) NEOAVANG Padiglione d'Arte Umberto Buscioni: un'occhiata sul cielo (21 UARDIA - 593 Personale Contemporanea, 1990 XX° n 1931 IT PITTURA NO gennaio - 25 febbraio 1990) POSTMODE INFORMALE - Palazzo Massari RN CONCETTUALE Terre: Bruby Sartori - Placido Scandura (5 Galleria Massari FOTOGRAFI 594 Collettiva 1990 XX° IT gennaio - 31 gennaio 1990) 1 A Silvana Ballo: il colore dell'architettura (3 Galleria della FOTOGRAFI 595 Personale 1990 XX° IT marzo - 29 aprile 1990) Fotografia A Se brami di vedere, ascolta: fotografia e Galleria Massari FOTOGRAFI 596 musica. Immagini fotografiche dalla Ecm Collettiva 1990 XX° STRANIERO 1 A - MUSICA Records (13 luglio - 31 luglio 1990) NEOAVANG FOTOGRAFI Rosangela Betti: fotografie (27 ottobre - 2 Galleria della UARDIA - 597 Personale 1990 XX° n 1946 IT A - NO dicembre 1990) Fotografia POSTMODE VIDEOARTE RN Renato Volpini: opere dal 1960 al 1990 (7 Centro Attività PITTURA - NEOAVANG 598 Personale 1990 XX° n 1934 IT NO luglio - 20 ottobre 1990) Visive SCULTURA UARDIA POP ART Sala Benvenuto PITTURA - 599 Paola Bonora (23 giugno - 1 luglio 1990) Personale 1990 XX° n 1945 IT NO Tisi GRAFICA

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Nello Rosselli: L'opera artistica: 23 dipinti - Sala Benvenuto PITTURA - 600 Personale 1990 XX° 1900-1937 IT SI 65 disegni (18 marzo - 17 giugno 1990) Tisi DISEGNO Natalia Melgradi Rossi: Eidos (12 maggio - Galleria Massari 601 Personale 1990 XX° IT 17 giugno 1990) 1 Nag Arnoldi (21 gennaio - 25 febbraio Sala Benvenuto PITTURA - 602 Personale 1990 XX° n 1928 STRANIERO NO 1990) Tisi SCULTURA PITTURA - Mauro Balletti (27 ottobre - 2 dicembre Galleria Massari DISEGNO - 603 Personale 1990 XX° n 1952 IT NO 1990) 1 FOTOGRAFI A FOTOGRAFI Maurizio Cosua (27 ottobre - 2 dicembre Sala Benvenuto 604 Personale 1990 XX° 1943-2009 IT A - NO 1990) Tisi VIDEOARTE Marco Silombria: dionisiaca (21 gennaio - Galleria Massari 605 Personale 1990 XX° 1936-2014 IT PITTURA NO 25 febbraio 1990) 1 Luciano Bonacini: il nudo al limite del Galleria della FOTOGRAFI 606 Personale 1990 XX° n 1954 IT NO Metafisico (21 gennaio - 25 febbraio 1990) Fotografia A PITTURA - GRAFICA - Luca Dall'Olio: sediemntazioni sentimentali Centro Attività POSTMODE 607 Personale 1990 XX° n 1958 IT SCULTURA - NO (21 gennaio - 25 febbraio 1990) Visive RN FOTOGRAFI A Lorenzo Perrone fotografie: Chiuso per Galleria della FOTOGRAFI 608 Personale 1990 XX° IT ferie (7 luglio - 20 ottobre 1990) Fotografia A Jesus Cervantes: "i sogni della carne" (21 Centro Attività 609 Personale 1990 XX° STRANIERO PITTURA NO gennaio - 25 febbraio 1990) Visive Galleria Civica d'Arte Moderna, AVANGUAR Ipotesi Helvetia: un certo Espressionismo 610 Collettiva Palazzo dei 1990 XX° STRANIERO DIA (7 luglio - 20 ottobre 1990) Diamanti - Sala STORICA ESPRESSIONIS Benvenuto Tisi MO Padiglione d'Arte I libri di Enrico Baj (7 luglio - 20 ottobre PITTURA - NEOAVANG 611 Personale Contemporanea, 1990 XX° 1924-2003 IT NO PITTURA 1990) SCULTURA UARDIA Palazzo Massari NUCLEARE PITTURA - Guerrino Bardeggia (12 maggio - 17 giugno Centro Attività 612 Personale 1990 XX° 1937-2004 IT DISEGNO - NO 1990) Visive SCULTURA Padiglione d'Arte Francesco Vaccarone: dall'alba al tramonto PITTURA - 613 Personale Contemporanea, 1990 XX° n 1940 IT NO (9 giugno - 24 giugno 1990) SCULTURA Palazzo Massari Cristiana Isoleri (27 ottobre - 2 dicembre Centro Attività 614 Personale 1990 XX° n 1926 IT INCISIONE NO 1990) Visive Padiglione d'Arte Aspetti dell'arte contemporanea spagnola 615 Collettiva Contemporanea, 1990 XX° STRANIERO (27 ottobre - 2 dicembre 1990) Palazzo Massari Galleria civica AVANGUAR d'arte moderna, PITTURA - 616 (18 marzo-17 giugno) Personale 1990 XX° 1884-1920 IT DIA SI Palazzo dei SCULTURA STORICA Diamanti 311

Alvaro Notari: in corpore vili (27 ottobre - 2 Centro Attività 617 Personale 1990 XX° IT PITTURA dicembre 1990) Visive AVANGUAR DIA Allen A. Dutton (12 maggio - 17 giugno Galleria della FOTOGRAFI 618 Personale 1990 XX° n 1922 STRANIERO STORICA - NO 1990) Fotografia A NEOAVANG UARDIA SURREALISMO Centro Attività Visive - Galleria 4a Biennale donna (3 marzo - 29 aprile IT - 619 Collettiva Massari 1 - 1990 XX° 1990) STRANIERO Padiglione Arte Contemporanea Padiglione d'Arte Una alternativa europea (29 giugno - 29 IT - 620 Collettiva Contemporanea, 1991 XX° settembre 1991) STRANIERO Palazzo Massari Un museo immaginario per Giorgio De AVANGUAR Galleria Massari 621 Chirico: 22 progetti (23 giugno - 29 Collettiva 1991 XX° IT PITTURA DIA 1 settembre 1991) STORICA METAFISICA Silvio Zanella: trittici 1988-1991 (12 maggio Galleria Massari 622 Personale 1991 XX° IT PITTURA - 18 giugno 1991) 1 AVANGUAR DIA Rosario Murabito (6 ottobre - 3 novembre Sala Benvenuto 623 Personale 1991 XX° 1907-1972 IT SCULTURA STORICA - SI 1991) Tisi NEOAVANG UARDIA NEOAVANG PITTURA - Roberto Ciaccio: annotazioni di luce (7 Sala Benvenuto UARDIA - 624 Personale 1991 XX° n 1951 IT INSTALLAZI NO settembre - 29 settembre 1991) Tisi POSTMODE ONE RN ASTRAZIONE Padiglione d'Arte Raimondo Raimondi (27 gennaio - 3 marzo 625 Personale Contemporanea, 1991 XX° 1922-2007 IT PITTURA NO 1991) Palazzo Massari Sala Benvenuto NEOAVANG 626 Piero Vignozzi (10 marzo - 7 aprile 1991) Personale 1991 XX° n 1934 IT PITTURA NO Tisi UARDIA INFORMALE AVANGUAR Padiglione d'Arte DIA 627 Philippe Artias (17 marzo - 28 aprile 1991) Personale Contemporanea, 1991 XX° 1912-2002 STRANIERO PITTURA STORICA - NO Palazzo Massari NEOAVANG UARDIA ASTRATTISMO Mistiche nutelle: Vittorio Broccadello, Adriano Tetti, Oscar Baccilleri, Mauro Galleria Massari 628 Collettiva 1991 XX° IT Luccarini, Maurizio Mantovi (24 marzo - 5 1 maggio 1991) Padiglione d'Arte Mimmo Rotella in Berlin 1989 (6 ottobre - 1 NEOAVANG 629 Personale Contemporanea, 1991 XX° 1918-2006 IT PITTURA NO dicembre 1991) UARDIA Palazzo Massari Memoria di porte mai attraversate: Di Centro Attività 630 Gennaro, Galbusera, Jannelli, Miano, Collettiva 1991 XX° IT Visive Zanini (29 giugno - 29 settembre 1991)

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Galleria civica Herbert Pagani: "la scrittura della vita" (28 d'arte moderna, NEOAVANG 631 Personale 1991 XX° 1944-1988 STRANIERO PITTURA SI settembre - 10 novembre 1991) Palazzo dei UARDIA Diamanti Giuseppe Rossetti: "Ex libris" (27 gennaio - Sala Benvenuto PITTURA - 632 Personale 1991 XX° 1946-2008 IT NO 3 marzo 1991) Tisi SCULTURA PITTURA - NEOAVANG Giuliano Tomaino: gli anni 80 (12 maggio - Sala Benvenuto SCULTURA - UARDIA - 633 Personale 1991 XX° n 1945 IT NO 23 giugno 1991) Tisi INSTALLAZI POSTMODE ONE RN ARTE POVERA NEOAVANG Gaetano Pallozzi: opere 1970-1990 (20 Centro Attività UARDIA - 634 Personale 1991 XX° n 1925 IT PITTURA NO gennaio - 3 marzo 1991) Visive POSTMODE RN REALISMO Galleria civica Franco Francese (28 gennaio - 7 aprile d'arte moderna, NEOAVANG 635 Personale 1991 XX° 1920-1996 IT PITTURA NO 1991) Palazzo dei UARDIA Diamanti REALISMO Ferrara contro la guerra: immagini del Galleria della FOTOGRAFI 636 movimento pacifista (18 maggio - 2 giugno Collettiva 1991 XX° IT Fotografia A 1991) Fasoli: spazio interattivo n. 16 (7 settembre Cortile Palazzo 637 Personale 1991 XX° IT - 6 ottobre 1991) dei Diamanti AVANGUAR PITTURA - DIA Elisa Martinetti: le prospettive di una scelta Centro Attività 638 Personale 1991 XX° n 1925 IT FOTOGRAFI STORICA - NO (24 novembre - 15 dicembre 1991) Visive A NEOAVANG UARDIA SURREALISMO NEOAVANG Edgardo Abbozzo: opere antiche e recenti Centro Attività PITTURA - UARDIA - 639 Personale 1991 XX° 1937-2004 IT NO (27 gennaio - 3 marzo 1991) Visive SCULTURA POSTMODE RN INFORMALE PITTURA - NEOAVANG Domenico Difilippo: "Astrattismo magico": Centro Attività SCULTURA - UARDIA - ASTRATTISMO 640 opere recenti 1988-1991 (24 novembre - Personale 1991 XX° n 1946 IT NO Visive INSTALLAZI POSTMODE MAGICO - 15 dicembre 1991) ONE RN INFORMALE Corrado Fanti: materia del sapere e Galleria della FOTOGRAFI 641 archeologia delle forme (10 marzo - 14 Personale 1991 XX° IT NO Fotografia A aprile 1991) Clemente Fava: opere 1975-1990 (10 Centro Attività 642 Personale 1991 XX° n 1947 IT INCISIONE NO marzo - 14 aprile 1991) Visive Arte gravitazionale (7 settembre - 30 Centro Attività IT - 643 Collettiva 1991 XX° settembre 1991) Visive STRANIERO Galleria civica d'arte moderna, NEOAVANG 644 Antoni Tapies (20 aprile-23 giugno 1991) Personale 1991 XX° 1923-2012 STRANIERO PITTURA NO Palazzo dei UARDIA Diamanti INFORMALE Centro Attività 645 Alireza Bahrani (10 marzo - 14 aprile 1991) Personale 1991 XX° n 1955 STRANIERO PITTURA NO Visive

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Alberto Mingotti: sculture: Silenzio e Galleria Massari 646 Personale 1991 XX° n 1954 IT SCULTURA NO meraviglia (16 febbraio - 17 marzo 1991) 1 Akhnaton: sette pittori del moderno Egitto Centro Attività 647 Collettiva 1991 XX° STRANIERO PITTURA (6 ottobre - 10 novembre 1991) Visive Umberto Corsucci: il microcosmo della Centro Attività POSTMODE 648 Personale 1992 XX° n 1951 IT SCULTURA NO scultura (25 ottobre - 6 dicembre 1992) Visive RN Sergio Zanni: i custodi delle pianure (19 Sala Benvenuto PITTURA - 649 Personale 1992 XX° n 1942 IT NO gennaio - 1 febbraio 1992) Tisi SCULTURA DISEGNO - NEOAVANG PITTURA - Selim Abdullah: sculture e disegni (9 Sala Benvenuto UARDIA - 650 Personale 1992 XX° n 1950 STRANIERO SCULTURA - NO maggio - 14 giugno 1992) Tisi POSTMODE GRAFICA - RN INCISIONE Notizie di pittura: mostra nazionale del Centro Attività 651 coordinamento Giovani Artisti Italiani (9 Collettiva 1992 XX° IT PITTURA Visive maggio - 13 giugno 1992) Marco Baldassari: il bosco della Panfilia (19 Galleria della FOTOGRAFI 652 Personale 1992 XX° IT NO gennaio - 1 marzo 1992) Fotografia A Lanfranco Colombo: giramondo in reflex Galleria della FOTOGRAFI 653 Personale 1992 XX° n 1924 IT NO (18 giugno - 31 ottobre 1992) Fotografia A Irene Ugolini Zoli (9 maggio - 10 giugno Galleria Massari PITTURA - NEOAVANG 654 Personale 1992 XX° 1910-1988 IT SI 1992) 1 GRAFICA UARDIA Giuliana Traverso: tracciati colombiani (18 Galleria Massari FOTOGRAFI 655 Personale 1992 XX° IT giugno - 31 agosto 1992) 1 A Gisella Meo - Fernanda Fedi - Andreina Robotti: la poesia delle cinque dita (14 Galleria Massari 656 Collettiva 1992 XX° IT marzo - 3 maggio 1992) [fa parte di 5a 1 biennale donna] Giovanni Pisconti: la cartapesta strutturata Galleria Massari 657 Personale 1992 XX° 1940-2009 IT PITTURA NO oggi (19 gennaio - 27 febbraio 1992) 1 Giampietro Carlesso (12 settembre - 11 Cortile Palazzo POSTMODE 658 Personale 1992 XX° n 1961 IT SCULTURA NO febbraio 1992) dei Diamanti RN AVANGUAR Galleria civica DIA Giacomo Manzù : Opere 1930 - 1990 (18 d'arte moderna, 659 Personale 1992 XX° 1908-1991 IT SCULTURA STORICA - SI Giugno - 6 Settembre 1992) Palazzo dei NEOAVANG Diamanti UARDIA CORRENTE PITTURA - SCULTURA - NEOAVANG Gerardo Gerardi: un grido senza suono (26 Galleria della INSTALLAZI UARDIA - 660 Personale 1992 XX° n 1942 IT NO ottobre - 6 dicembre 1992) Fotografia ONE - POSTMODE FOTOGRAFI RN A Franco Sarnari: aspetti di una ricerca: Padiglione d'Arte 661 cancellazioni (3 ottobre - 15 novembre Personale Contemporanea, 1992 XX° n 1933 IT PITTURA NO 1992) Palazzo Massari Francesco La Monaca: opere dal 1911 al Sala Benvenuto PITTURA - AVANGUAR 662 Personale 1992 XIX°-XX° 1882-1937 IT SI 1937 (14 marzo - 4 maggio 1992) Tisi SCULTURA DIA 314

STORICA

Francesca Archibugi: Mignon è partita: Padiglione d'Arte 663 percorsi per un film (14 marzo - 3 maggio Personale Contemporanea, 1992 XX° n 1960 IT CINEMA NO 1992) [fa parte di 5a biennale donna] Palazzo Massari Franca Squarciapino: tra illusione e realtà: studi, bozzetti e costumi (14 marzo - 3 Centro Attività 664 Personale 1992 XX° n 1940 IT DISEGNO NO maggio 1992) [fa parte di 5a biennale Visive donna] Ferdinando Rossi: spostamenti (12 Galleria della FOTOGRAFI 665 Personale 1992 XX° IT settembre - 18 ottobre 1992) Fotografia A Galleria civica e i suoi amici : la collezione AVANGUAR d'arte moderna, 666 Monet da Giverny al Marmottan (15 Collettiva 1992 XIX° STRANIERO PITTURA DIA SI Palazzo dei IMPRESSIONIS febbraio-15 maggio 1992) STORICA Diamanti MO Beppe Benati: il gioco del rovescio (26 Galleria della FOTOGRAFI 667 Personale 1992 XX° IT ottobre - 6 dicembre 1992) Fotografia A Padiglione d'Arte Artisti di Corrente: 1930-1990 (19 gennaio - 668 Collettiva Contemporanea, 1992 XX° IT 1 marzo 1992) Palazzo Massari PITTURA - Ariel Soulé: paradigma (12 settembre - 18 Centro Attività POSTMODE 669 Personale 1992 XX° n 1952 STRANIERO PERFORMA NO ottobre 1992) Visive RN NCE Antonio Pedretti: color palude (25 ottobre - Centro Attività POSTMODE 670 Personale 1992 XX° n 1950 IT PITTURA NO 29 novembre 1992) Visive RN INFORMALE INSTALLAZI Angiola Churchill: opere recenti (12 Galleria della ONE - POSTMODE 671 Personale 1992 XX° STRANIERO NO settembre - 18 ottobre 1992) Fotografia FOTOGRAFI RN A Padiglione d'Arte Alberto Abate: Opere 1984 - 1992 (9 POSTMODE 672 Personale Contemporanea, 1992 XX° 1946-2012 IT PITTURA NO maggio - 10 giugno 1992) RN Palazzo Massari PITTURA COLTA Maurizio Palcich (17 gennaio - 28 febbraio Centro Attività 673 Personale 1993 XX° 1993) Visive NEOAVANG Padiglione d'Arte Mario Giovanetti: la rivincita della pittura PITTURA - UARDIA - 674 Personale Contemporanea, 1993 XX° n 1932 IT NO (17 gennaio - 28 febbraio 1993) SCULTURA POSTMODE Palazzo Massari RN NEOAVANG PITTURA - Giuseppe Modica (17 gennaio - 28 febbraio Centro Attività UARDIA - 675 Personale 1993 XX° n 1953 IT ARCHITETT NO 1993) Visive POSTMODE URA RN NEOAVANG Cesare Lucchini (10 gennaio - 7 febbraio Sala Benvenuto UARDIA - 676 Personale 1993 XX° n 1941 STRANIERO PITTURA NO 1993) Tisi POSTMODE RN España libre: Esposizione d'arte spagnola Galleria civica 677 contemporanea (15 dicembre 1964 - 15 Collettiva d'arte moderna, 1964-1965 XX° STRANIERO gennaio 1965) Palazzo dei 315

Diamanti

Mostra Internazionale d'arte "Il Presente Galleria civica Contestato": Interventi della terza d'arte moderna, IT - 678 Collettiva 1965-1966 XX° generazione (19 dicembre 1065 - 16 Palazzo dei STRANIERO gennaio 1966) Diamanti Galleria civica Prospettive 3: Rassegna annuale (21 d'arte moderna, IT - 679 Collettiva 1968-1969 XX° dicembre 1968 - 31 gennaio 1969) Palazzo dei STRANIERO Diamanti Galleria Civica Ervardo Fioravanti: Scene della commedia d'Arte Moderna, NEOAVANG 680 umana (22 dicembre 1968 - 19 gennaio Personale 1968-1969 XX° 1912-1996 IT PITTURA NO Palazzo dei UARDIA 1969) Diamanti Prospettive 4 (1 dicembre 1969 - 6 gennaio Centro Attività IT - 681 Collettiva 1969-1970 XX° 1970) Visive STRANIERO De Braque a Tapies: Gravures et Centro Attività 682 lithographies originales numerotees et Collettiva 1969-1970 XX° STRANIERO GRAFICA Visive signees (23 aprile - 11 maggio 1969) Galleria Civica AVANGUAR Afro Basaldella (6 dicembre 1969 - 6 d'Arte Moderna, 683 Personale 1969-1970 XX° 1912-1976 IT PITTURA DIA NO gennaio 1970) Palazzo dei STORICA Diamanti ASTRATTISMO AVANGUAR Galleria Civica DIA Emilio Greco (13 dicembre 1970 - 17 d'Arte Moderna, 684 Personale 1970-1971 XX° 1913-1995 IT SCULTURA STORICA - NO gennaio 1971) Palazzo dei NEOAVANG Diamanti UARDIA Gabriella Benedini A. (12 dicembre 1971 - Centro Attività INSTALLAZI NEOAVANG 685 Personale 1971-1972 XX° n 1932 IT NO 6 gennaio 1972) Visive ONE UARDIA REALISMO AVANGUAR Galleria civica DIA Franco Gentilini (8 dicembre 1971 - 16 d'arte moderna, 686 Personale 1971-1972 XX° 1909-1981 IT PITTURA STORICA - NO gennaio 1972) Palazzo dei NEOAVANG CUBISMO - Diamanti UARDIA SURREALISMO AVANGUAR Galleria civica DIA Tono Zancanaro (17 dicembre 1972 - 4 d'arte moderna, 687 Personale 1972-1973 XX° 1906-1985 IT PITTURA STORICA - NO febbraio 1973) Palazzo dei NEOAVANG REALISMO - Diamanti UARDIA SURREALISMO NEOAVANG Michele Canzoneri (16 dicembre 1972 - 16 Centro Attività UARDIA - 688 Personale 1972-1973 XX° n 1944 IT SCULTURA NO gennaio 1973) Visive POSTMODE RN Giovanni Paparoni (8 dicembre 1973 - 6 Centro Attività POSTMODE 689 Personale 1973-1974 XX° n 1954 IT SCULTURA NO gennaio 1974) Visive RN NEOAVANG Andrea Raccagni (7 dicembre 1973 - 6 Centro Attività 690 Personale 1973-1974 XX° 1921-2005 IT PITTURA UARDIA - NO gennaio 1974) Visive POSTMODE SPAZIALISMO 316

RN

Galleria civica SCUOLA Orfeo Tamburi (15 dicembre 1974 - 3 d'arte moderna, NEOAVANG ROMANA, 691 Personale 1974-1975 XX° 1910-1994 IT PITTURA NO febbraio 1975) Palazzo dei UARDIA CORRENTE E Diamanti REALISMO Galleria civica Andy Warhol: Ladies and gentlemen d'arte moderna, PITTURA - NEOAVANG 692 Personale 1975-76 XX° 1928-1987 STRANIERO NO (26/10/75-06/01/76) Palazzo dei SCULTURA UARDIA Diamanti POP ART Giuseppe Scaiola (19 dicembre 1976 - 16 Centro Attività 693 Personale 1976-1977 XX° n 1951 IT PITTURA NO gennaio 1977) Visive Bruno Marabini (12 dicembre 1976 - 16 Sala Benvenuto 694 Personale 1976-1977 XX° 1921-1996 IT PITTURA NO gennaio 1977) Tisi Galleria civica PITTURA - d'arte moderna, NEOAVANG 695 Jim Dine (31 ottobre 1976-3 gennaio 1977) Personale 1976-77 XX° n 1935 STRANIERO PERFORMA NO Palazzo dei UARDIA NCE Diamanti POP ART Niki Berlinguer (4 dicembre - 9 gennaio Centro Attività ARTE 696 Personale 1977-1978 XX° 1905-1994 IT NO 1978) Visive TESSILE AVANGUAR Galleria civica DIA Mauro Reggiani (17 dicembre - 5 febbraio d'arte moderna, 697 Personale 1977-1978 XX° 1897-1980 IT PITTURA STORICA - SI 1978) Palazzo dei NEOAVANG Diamanti UARDIA ASTRATTISMO Gottardo Ortelli (17 dicembre - 15 gennaio Sala Benvenuto NEOAVANG 698 Personale 1977-1978 XX° 1938-2003 IT PITTURA NO 1978) Tisi UARDIA Benedini, Bonelli, Pescador, Sterlocchi: Centro Attività 699 Metamorfosi: Dalla natura alla ragione (4 Collettiva 1977-1978 XX° IT Visive dicembre - 9 gennaio 1978) : I disegni 1941 / 1975 Sala Benvenuto 700 Personale 1978-1979 XX° 1922-1975 IT PITTURA SI (21 dicembre - 21 gennaio 1979) Tisi Mostra degli Artisti di Sarajevo (17 Centro Attività 701 Collettiva 1978-1979 XX° STRANIERO dicembre - 21 gennaio 1979) Visive

L'Italia nel cassetto: Mostra fotografica dal Padiglione d'Arte FOTOGRAFI 702 programma "Album fotografie dell'Italia di Collettiva Contemporanea, 1978-1979 A ieri" (21 dicembre - 4 febbraio 1979) Palazzo Massari

Galleria civica Remo Brindisi (21 dicembre 1978 - 18 d'arte moderna, PITTURA - NEOAVANG 703 Personale 1978-1979 XX° 1918-1996 IT NO febbraio 1979) Palazzo dei INCISIONE UARDIA Diamanti Galleria civica AVANGUAR Umberto Mastroianni: Rilievi cromatici 1941 d'arte moderna, 704 Personale 1979-1980 XX° 1910-1998 IT SCULTURA DIA NO - 1979 (16 dicembre - 24 gennaio 1980) Palazzo dei STORICA Diamanti Sahlan Momo: L'immagine sottesa (16 Centro Attività 705 Personale 1979-1980 XX° STRANIERO PITTURA dicembre - 13 gennaio 1980) Visive

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Quattro costruttuvisti svedesi: Olle AVANGUAR Baertling, Carl Magnus, Erich Olson, Rolf Centro Attività 706 Collettiva 1979-1980 XX° STRANIERO DIA Wilhelmson (16 dicembre -20 gennaio Visive STORICA COSTRUTTUVIS 1980) MO Procedimento - Process: Riccardo Camoni, Dawn Grimshaw, Eva Hesse, Gordon Centro Attività IT - 707 Matta - Clark, Richard Nonas, Paolo Collettiva 1979-1980 XX° Visive STRANIERO Patelli, Lynn Umlauf (21 ottobre - 2 dicembre 1980) Paolo Cotani (16 dicembre - 20 gennaio Sala Benvenuto 708 Personale 1979-1980 XX° n 1940 IT PITTURA NO 1980) Tisi Galleria civica Iconicittà: Una visione sul reale (16 d'arte moderna, 709 Collettiva 1979-1980 XX° IT dicembre - 16 febbraio 1980) Palazzo dei Diamanti Padiglione d'Arte Titina Maselli (17 dicembre - 20 gennaio NEOAVANG 710 Personale Contemporanea, 1980-1981 XX° 1924-2005 IT PITTURA NO 1981) UARDIA Palazzo Massari Mario Cagnoni (30 dicembre - 22 gennaio Sala Benvenuto 711 Personale 1980-1981 XX° 1981) Tisi NEOAVANG PITTURA - Bruno Vidoni: Sogno e fotografia (21 Centro Attività UARDIA - 712 Personale 1980-1981 XX° 1930-2001 IT FOTOGRAFI NO dicembre - 18 gennaio 1981) Visive POSTMODE A RN Galleria civica Augusto Murer (21 dicembre - 15 febbraio d'arte moderna, NEOAVANG 713 Personale 1980-1981 XX° 1922-1985 IT SCULTURA NO 1981) Palazzo dei UARDIA Diamanti Galleria civica Tancredi Parmeggiani (25 ottobre - 3 d'arte moderna, NEOAVANG 714 Personale 1981-1982 XX° 1927-1964 IT PITTURA SI gennaio 1982) Palazzo dei UARDIA Diamanti SPAZIALISMO Rosario Mazzella (8 novembre - 13 Centro Attività POSTMODE 715 Personale 1981-1982 XX° n 1932 IT PITTURA NO dicembre 1982) Visive RN PITTURA - Riccardo Lumaca (22 novembre - 3 Sala Benvenuto NEOAVANG 716 Personale 1981-1982 XX° 1938-2000 IT FOTOGRAFI NO gennaio 1982) Tisi UARDIA A AVANGUAR Padiglione d'Arte DIA Luca Crippa (22 novembre - 17 gennaio PUTTURA - 717 Personale Contemporanea, 1981-1982 XX° 1922-2002 IT STORICA - NO 1982) TEATRO Palazzo Massari NEOAVANG UARDIA Ersilia Gioia: L'età del legno: sculture (20 Centro Attività 718 Personale 1981-1982 XX° IT SCULTURA dicembre - 24 gennaio 1982) Visive Batia Arowetti (8 novembre - 13 dicembre Centro Attività 719 Personale 1981-1982 XX° 1982) Visive Adriana Mastellari (20 dicembre - 24 Centro Attività NEOAVANG 720 Personale 1981-1982 XX° n 1933 IT SCULTURA NO gennaio 1982) Visive UARDIA 318

Ugolino Da Belluno (5 dicembre - 9 Galleria Massari PITTURA - 721 Personale 1982-1983 XX° 1919-2002 IT NO gennaio 1983) 1 SCULTURA Saverio Ungheri e il polmon pulsante (5 Centro Attività NEOAVANG 722 Personale 1982-1983 XX° 1926-2013 IT SCULTURA NO dicembre - 9 gennaio 1983) Visive UARDIA Romano Masoni (5 dicembre - 9 gennaio Centro Attività PITTURA - 723 Personale 1982-1983 XX° n 1940 IT NO 1983) Visive INCISIONE Galleria civica AVANGUAR Michele Cascella (5 dicembre - 23 gennaio d'arte moderna, 724 Personale 1982-1983 XX° 1892-1989 IT PITTURA DIA NO 1983) Palazzo dei STORICA Diamanti SIMBOLISMO Franco Murer (5 dicembre - 9 gennaio Centro Attività PITTURA - 725 Personale 1982-1983 XX° n 1952 IT NO 1983) Visive SCULTURA Ercole Pignatelli: Donna matura (5 Sala Benvenuto 726 Personale 1982-1983 XX° n 1935 IT PITTURA NO dicembre 1982 - 9 gennaio 1983) Tisi Padiglione d'Arte Bruno Pulga (5 dicembre - 23 gennaio 727 Personale Contemporanea, 1982-1983 XX° 1922-1992 IT PITTURA NO 1983) Palazzo Massari Beppe Benati (5 dicembre - 9 gennaio Galleria della FOTOGRAFI 728 Personale 1982-1983 XX° 1983) Fotografia A Roberto Roberti (4 dicembre - 8 gennaio Galleria Massari NEOAVANG 729 Personale 1983-1984 XX° n 1942 IT PITTURA NO 1984) 2 UARDIA Padiglione d'Arte AVANGUAR Paul Mansouroff (4 dicembre - 8 gennaio 730 Personale Contemporanea, 1983-1984 XX° 1896-1983 STRANIERO PITTURA DIA NO 1984) Palazzo Massari STORICA Galleria della 731 Mauro Buzzi (4 dicembre - 8 gennaio 1984) Personale 1983-1984 XX° Fotografia SCULTURA - Mario De Maio (4 dicembre - 8 gennaio Galleria Massari NEOAVANG 732 Personale 1983-1984 XX° n 1928 IT INSTALLAZI NO 1984) 1 UARDIA ONE Marina Burani: Atelier (4 dicembre - 8 Galleria Massari 733 Personale 1983-1984 XX° IT PITTURA NO gennaio 1984) 3 SCULTURA - Luca Lischetti (4 dicembre - 8 gennaio Galleria Massari 734 Personale 1983-1984 XX° n 1950 IT INSTALLAZI NO 1984) 1 ONE Gianni Brusamolino (4 dicembre - 8 Galleria Massari PITTURA - NEOAVANG 735 Personale 1983-1984 XX° n 1928 IT NO gennaio 1984) 1 SCULTURA UARDIA Galleria civica AVANGUAR Fabrizio Clerici (23 novembre - 8 gennaio d'arte moderna, 736 Personale 1983-1984 XX° 1913-1993 IT PITTURA DIA NO 1984) Palazzo dei STORICA Diamanti SURREALISMO Antonio Bonetti (4 dicembre - 8 gennaio Sala Benvenuto 737 Personale 1983-1984 XX° n 1915 IT PITTURA NO 1984) Tisi Antibo: Opere 1974-1983 (4 dicembre - 5 Centro Attività 738 Personale 1983-1984 XX° 1930-2009 IT SCULTURA NO gennaio 1984) Visive Alvaro e Mazzoleni: Confini provvisori Centro Attività 739 Collettiva 1983-1984 XX° IT dell'impero (4 dicembre - 5 gennaio 1984) Visive Umberto Zanetti (16 dicembre - 27 gennaio Galleria Massari PITTURA - 740 Personale 1984-1985 XX° n 1930 IT NO 1985) 3 SCULTURA

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Galleria civica d'arte moderna, PITTURA - NEOAVANG SCUOLA 741 Purificato (16 dicembre - 27 gennaio 1985) Personale 1984-1985 XX° 1915-1984 IT SI Palazzo dei TEATRO UARDIA ROMANA - Diamanti NEOREALISMO Michele Festa, Paolo Gilardi, Marco Sala Benvenuto 742 Magrini: Tre ipotesi di scultura (16 Collettiva 1984-1985 XX° IT SCULTURA Tisi dicembre - 27 gennaio 1985) Giuliano Menegon: "Uccidiamo il chiaro di Galleria Massari 743 Personale 1984-1985 XX° n 1945 IT PITTURA NO luna" (16 dicembre - 27 gennaio 1985) 1 Padiglione d'Arte Gianni Pisani (16 dicembre - 27 gennaio 744 Personale Contemporanea, 1984-1985 XX° n 1935 IT PITTURA NO 1985) Palazzo Massari Delizie dell'architettura ferrarese: Sculture Centro Attività 745 di Luciano Celli (16 dicembre - 27 gennaio Personale 1984-1985 XX° IT SCULTURA Visive 1985) Alessandro Palladini (16 dicembre - 27 Centro Attività 746 Personale 1984-1985 XX° n 1939 IT PITTURA NO gennaio 1985) Visive Acquaforti di Tina Pascarella (16 dicembre Galleria Massari DISEGNO - 747 Personale 1984-1985 XX° IT - 27 gennaio 1985) 2 INCISIONE Sandro Luporini: Opere dal 1980 al 1983 (1 Galleria Massari NEOAVANG 748 Personale 1985-1986 XX° n 1930 IT PITTURA NO dicembre - 12 gennaio 1986) 3 UARDIA REALISMO Riccardo Pagnozzato: Dee e Voluttà (1 Galleria della FOTOGRAFI 749 Personale 1985-1986 XX° n 1928 IT NO dicembre - 12 gennaio 1986) Fotografia A Galleria civica Renzo Vespignani: Come mosche nel d'arte moderna, NEOAVANG 750 miele: Olii, tecniche miste, disegni (15 Personale 1985-1986 XX° 1924-2001 IT PITTURA NO Palazzo dei UARDIA dicembre - 19 gennaio 1986) Diamanti REALISMO Marcello Avenali: Opere dal 1945 al 1981 Galleria Massari PITTURA - NEOAVANG 751 Personale 1985-1986 XX° 1912-1981 IT SI POSTCUBISMO (1 dicembre - 12 gennaio 1986) 1 SCULTURA UARDIA - ASTRAZIONE Gioxe De Micheli (1 dicembre - 12 gennaio Sala Benvenuto 752 Personale 1985-1986 XX° n 1947 IT PITTURA NO 1986) Tisi Beatrice Marotta (1 dicembre - 12 gennaio Galleria Massari 753 Personale 1985-1986 XX° 1986) 2 Alessio Paternesi: I giardini incantati (1 Centro Attività PITTURA - 754 Personale 1985-1986 XX° n 1937 IT NO dicembre - 12 gennaio 1986) Visive SCULTURA Luisa Zanibelli (26 ottobre - 7 gennaio Galleria Massari PITTURA - 755 Personale 1986-1987 XX° IT 1987) 2 SCULTURA Luciano Marin: "fotosoniche" 1978-1985 Galleria della FOTOGRAFI 756 Personale 1986-1987 XX° n 1945 IT NO (26 ottobre - 7 gennaio 1987) Fotografia A Louis Soutter: carico di destino (7 dicembre Sala Benvenuto PITTURA - NEOAVANG 757 Personale 1986-1987 XX° 1871-1942 STRANIERO SI - 7 gennaio 1987) Tisi DISEGNO UARDIA ART BRUT Daniele Masacci (26 ottobre - 6 gennaio Centro Attività PITTURA - 758 Personale 1986-1987 XX° IT 1987) Visive SCULTURA Galleria civica Carlo Mattioli: opere dal 1970 al 1986 (26 d'arte moderna, NEOAVANG 759 Personale 1986-1987 XX° 1911-1994 IT PITTURA NO ottobre - 11 gennaio 1987) Palazzo dei UARDIA Diamanti INFORMALE

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Adriano Boni: dietro la superficie: incisioni Galleria Massari PITTURA - 760 Personale 1986-1987 XX° n 1939 IT NO 1969 - 1985 (26 ottobre - 7 gennaio 1987) 3 INCISIONE GRAFICA - "Nuvolismi": Sergio Borrini (26 ottobre - 7 Galleria Massari 761 Personale 1986-1987 XX° IT DESIGN - gennaio 1987) 1 VIDEOARTE Paolo Gubinelli: l'opera su carta dal 1973- Galleria Massari PITTURA - 762 Personale 1987-1988 XX° n 1945 IT NO 1987 (6 dicembre - 10 gennaio 1988) 3 GRAFICA PITTURA - NEOAVANG Max Hamlet Sauvage: "The Beats" (i doppi Centro Attività SCULTURA - UARDIA - 763 omaggi ad Andy Warhol) (6 dicembre - 10 Personale 1987-1988 XX° n 1950 IT NO Visive FOTOGRAFI POSTMODE SURREALISMO - gennaio 1988) A RN POP ART Centro Attività NEOAVANG 764 Mario Piva (6 dicembre - 10 gennaio 1988) Personale 1987-1988 XX° n 1931 IT SCULTURA NO FUTURISMO - Visive UARDIA CUBISMO (echi) Giovanni Campus (6 diembre - 10 gennaio Sala Benvenuto PITTURA - NEOAVANG 765 Personale 1987-1988 XX° n 1929 IT NO 1988) Tisi SCULTURA UARDIA AVANGUAR Galleria civica DIA d'arte moderna, PITTURA - 766 Gino Meloni (25 ottobre - 10 gennaio 1988) Personale 1987-1988 XX° 1905-1989 IT STORICA - NO Palazzo dei SCULTURA NEOAVANG Diamanti UARDIA INFORMALE Daniele Cudini, Giovanni Ercoli, Luana Galleria Massari 767 Trapè: gruppo "Il Basilisco" (6 dicembre - Collettiva 1987-1988 XX° IT 1 10 gennaio 1988) Antonio Paradiso (6 dicembre - 10 gennaio Galleria Massari NEOAVANG 768 Personale 1987-1988 XX° n 1936 IT SCULTURA NO 1988) 2 UARDIA Stelman (Stelio Manneschi) (8 dicembre - Centro Attività 769 Personale 1988-1989 XX° IT PITTURA 15 gennaio 1989) Visive PITTURA - SCULTURA - INSTALLAZI Sergio Bernardi: nuova figura (8 dicembre - Centro Attività ONE - 770 Personale 1988-1989 XX° n 1937 IT NO 15 gennaio 1989) Visive VIDEOARTE - PERFORMA NCES Padiglione d'Arte Renato Roverato: dieci anni di performance FOTOGRAFI 771 Personale Contemporanea, 1988-1989 XX° IT NO (9 dicembre - 8 gennaio 1989) A Palazzo Massari Renata Berti: ritratto d'immagine ritratta (8 Galleria della FOTOGRAFI 772 Personale 1988-1989 XX° n 1948 IT NO dicembre - 15 gennaio 1989) Fotografia A NEOAVANG Elisa Montessori: paesaggi (8 dicembre - Galleria Massari PITTURA - UARDIA - 773 Personale 1988-1989 XX° n 1931 IT NO 15 gennaio 1989) 1 DISEGNO POSTMODE RN Galleria Civica Arte e culture ebraiche in Emilia-Romagna d'Arte Moderna, 774 Collettiva 1988-1989 XX° (20 settembre - 15 gennaio 1989) Palazzo dei Diamanti - Sala 321

Benvenuto Tisi

Galleria della FOTOGRAFI 775 Mauro Foli (8 dicembre - 4 febbraio 1990) Personale 1989-1990 XX° IT NO Fotografia A Masataka Kubota: opere recenti (8 Sala Benvenuto NEOAVANG 776 Personale 1989-1990 XX° n 1945 STRANIERO PITTURA NO dicembre - 14 gennaio 1990) Tisi UARDIA ASTRATTISMO Galleria civica Fiorenzo Tomea (8 dicembre - 4 febbraio d'arte moderna, NEOAVANG 777 Personale 1989-1990 XX° 1910-1960 IT PITTURA SI 1990) Palazzo dei UARDIA Diamanti CORRENTE Carlo Marzuttini (8 dicembre -14 gennaio Centro Attività POSTMODE 778 Personale 1989-1990 XX° n 1956 IT SCULTURA NO 1990) Visive RN Anita Laura Stivanin: Negentropia (8 Centro Attività 779 Personale 1989-1990 XX° STRANIERO dicembre - 14 gennaio 1990) Visive Angela Occhipinti: "Coordiante": opere Centro Attività GRAFICA - NEOAVANG 780 Personale 1989-1990 XX° IT NO 1986-1989 (8 dicembre - 14 gennaio 1990) Visive INCISIONE UARDIA PITTURA - Renato Calligaro (16 dicembre - 13 Galleria Massari 781 Personale 1990-1991 XX° n 1928 IT DISEGNO -. NO gennaio 1991) 1 GRAFICO Galleria civica Rafael Canogar (27 ottobre - 6 gennaio d'arte moderna, PITTURA - NEOAVANG 782 Personale 1990-1991 XX° n 1935 STRANIERO NO 1991) Palazzo dei SCULTURA UARDIA ESPRESSIONIS Diamanti MO ASTRATTO Michele Circiello: l'accertatore di tracce (16 Centro Attività PITTURA - 783 Personale 1990-1991 XX° n 1944 IT NO dicembre - 13 gennaio 1991) Visive SCULTURA Padiglione d'Arte PITTURA - Maria Mulas: 1970-90: "scrittura della luce" 784 Personale Contemporanea, 1990-1991 XX° n 1935 IT FOTOGRAFI NO (16 dicembre - 13 gennaio 1991) Palazzo Massari A NEOAVANG Erio Carnevali: Pitture (16 dicembre - 13 Sala Benvenuto UARDIA - 785 Personale 1990-1991 XX° n 1949 IT PITTURA NO gennaio 1991) Tisi POSTMODE ESPRESSIONIS RN MO ASTRATTO Alessandra Visser: segrete astrazioni (16 Galleria della FOTOGRAFI 786 Personale 1990-1991 XX° IT dicembre - 13 gennaio 1991) Fotografia A architetto e designer (1861- ARCHITETT AVANGUAR Centro Attività 787 1947): opere dal Musèe Horta di Bruxelles Personale 1991-1992 XIX°-XX° 1861-1943 STRANIERO URA - DIA SI Visive (21 dicembre - 1 marzo 1992) DESIGN STORICA Galleria civica Pirro Cuniberti (24 novembre - 26 gennaio d'arte moderna, NEOAVANG 788 Personale 1991-1992 XX° n 1923 IT PITTURA NO 1992) Palazzo dei UARDIA Diamanti I fili della memoria: Arte e performance Padiglione d'Arte FOTOGRAFI 789 nelle immagini di Marco Caselli Nirmal Personale Contemporanea, 1991-1992 XX° n 1957 IT NO A 1977-91 (7 dicembre - 12 gennaio 1992) Palazzo Massari Eugenio Miccini: poesie visive (24 Sala Benvenuto LETTERATU NEOAVANG 790 Personale 1991-1992 XX° 1925-2007 IT NO novembre - 12 gennaio 1992) Tisi RA UARDIA POESIA VISIVA Padiglione d'Arte Nosrat Panahi Nejad: "fotocomputergrafia" FOTOGRAFI POSTMODE 791 Personale Contemporanea, 1992-1993 XX° n 1953 STRANIERO NO (12 dicembre - 10 gennaio 1993) A - CINEMA RN Palazzo Massari 322

NEOAVANG Guglielmo Darbo (13 dicembre - 9 gennaio Centro Attività UARDIA - 792 Personale 1992-1993 XX° n 1955 IT PITTURA NO 1993) Visive POSTMODE RN INFORMALE Giordano Pavan (13 dicembre - 10 gennaio Centro Attività 793 Personale 1992-1993 XX° n 1926 IT PITTURA NO 1993) Visive NEOAVANG Enrico Muscetra: l'astrazione lirica (13 Centro Attività PITTURA - UARDIA - 794 Personale 1992-1993 XX° n 1946 IT NO dicembre - 9 gennaio 1993) Visive SCULTURA POSTMODE ASTRAZIONE RN LIRICA Galleria civica AVANGUAR : mostra antologica (20 d'arte moderna, 795 Personale 1992-1993 XX° 1887-1985 STRANIERO PITTURA DIA SI settembre 1992 - 3 gennaio 1993) Palazzo dei CUBISMO E STORICA Diamanti FAUVISMO "Quijote": immagini di teatro di strada (23 Galleria della 796 Collettiva 1992-1993 XX° TEATRO novembre 1991 - 12 gennaio 1993) Fotografia

323

Indice delle figure:

Figura 1 - Badodi, Presagio di Buchenwald (1938). 33

Figura 2 - Birolli, Paesaggio con gasometro (1938). 33

Figura 3 - Cagli, Buchenwald (1945). 33

Figura 4 - Cassinari, Ritratto di Morlotti (1942). 34

Figura 5 - Guttuso, Got mit uns (1943). 34

Figura 6 - Mafai, Demolizione di borghi (1939). 34

Figura 7 - Spazzapan, Interno con figura maschile (1941-43). 35

Figura 8 - Vedova, Bombardamento del villaggio (1945). 35

Figura 9 - Attardi, Natura morta (1945). 49

Figura 10 - Birolli, Paesaggio brettone (1949). 49

Figura 11 - Cassinari, Madre (1954-55). 49

Figura 12 - Fontana, Concetto spaziale verde-viola (1951). 49

Figura 13 - Levi C., Ritratto di Umberto Saba (1950). 50

Figura 14 - Vespignani, Gobbo (1946). 50

Figura 15- Palazzo Diamanti, Ferrara. (Foto Melisenda2010 - © tutti i diritti riservati). 52

Figura 16 - Palazzo dei Diamanti, Ferrara. Dettagli facciata (foto di A. Acocella). 52

Figura 17 - Palazzo dei Diamanti, Ferrara. Dettaglio angolare (foto di A. Acocella). 52

Figura 18 - Il Quadrivio degli Angeli, Ferrara (da C. Di Francesco). 53

Figura 19 - Pianta piano nobile di Palazzo dei Diamanti con i locali dell'appartamento di Virginia de'Medici (da C. Di Francesco). 58

Figura 20 - Pianta del piano terra del Palazzo dei Diamanti, Ferrara (da C. Di Francesco). 60

Figura 21 - Pianta piano nobile del Palazzo dei Diamanti, Ferrara (da C. Di Francesco). 61

Figura 22 - Pianta piano terra del palazzo dei Diamanti dopo il restauro del secondo dopoguerra (da C. Di Francesco). 62

Figura 23 - Locandina mostra Manzoni (1971). 67

Figura 24 - Articolo mostra Manzoni (1971), Il Resto del Carlino ed. Ferrara, 20/09/1971, p. 9. 68

Figura 25 - Warhol in volo verso l'Italia (foto Dino Pedriali) . 70

Figura 26 - Warhol in aeroporto in Italia (foto Dino Pedriali). 70

Figura 27 - L'arrivo di Warhol a Palazzo dei Diamanti (foto Dino Pedriali). 70

Figura 28 - Warhol firma un pannello della mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975) (foto Dino Pedriali). 70

324

Figura 29 - Ingresso dei Diamanti con locandina mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975) (foto Dino Pedriali). 71

Figura 30 - Interno mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975), locandine strappate (foto Dino Pedriali). 71

Figura 31 - Interno mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975), allestimento e opera (foto Dino Pedriali). 72

Figura 32 - Warhol e Liza Minnelli (foto Dino Pedriali). 72

Figura 33 - Warhol e Minnelli alla mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975) (foto Dino Pedriali). 72

Figura 34 - Warhol e Minnelli alla mostra (foto Dino Pedriali). 72

Figura 35 - Intervista a Warhol (foto Dino Pedriali). 73

Figura 36 - Warhol risponde ad una domanda (foto Dino Pedriali). 73

Figura 37- Warhol, Farina e il suo staff alla Pinacoteca di Palazzo dei Diamanti (foto Dino Pedriali). 73

Figura 38 - Warhol e Farina con un giornalista (foro Dino Pedriali). 74

Figura 39 - Intervista a Warhol e Farina all'inaugurazione della mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975) (foto Dino Pedriali). 74

Figura 40 - Conferenza stampa di Warhol e Farina all'inaugurazione della mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975) (foto Dino Pedriali). 74

Figura 41 - Conferenza stampa di apertura mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975) (foto Dino pedriali). 74

Figura 42 - Locandina della mostra di Warhol Andy Warhol. Ladies and gentlemen (1975). 75

Figura 43 - Mostra Andy Warhol. Ladies and Gentlemen (1975). 75

Figura 44 - Proiezione cinematografica sulla vita di Picasso, Il Resto del Carlino ed. Ferrara, 11/11/1981, p I. 77

Figura 45 - Franco Farina. 80

Figura 46 - Palazzo Massari, Ferrara. 87

Figura 47 - Giardini di Palazzo Massari, Ferrara. 88

Figura 48 - Locandina mostra De Chirico (1970). 99

Figura 49 - Cat. Mostra di De Chirico (Palazzo dei Diamanti, 10/10-08/12/1970). 99

Figura 50 - De Chirico, Il Trovatore. 99

Figura 51 - De Chirico, Interno metafisico con biscotti. 99

Figura 52 - De Chirico, Le muse inquietanti. 100

Figura 53 - De Chirico, Ettore e Andromaca. 100

Figura 54 - Locandina mostra Birolli (1970). 109

325

Figura 55 - Birolli, San Zeno pescatore. 109

Figura 56 - Birolli, Contadino tra i girasoli. 109

Figura 57 - Birolli, Lampare a Manarola. 110

Figura 58 - Birolli, La tavola del pescatore. 110

Figura 59 - Birolli, Bianco in espansione (particolare). 110

Figura 60 - De Pisis, Natura morta col guanto (1927). 121

Figura 61 - De Pisis, Natura morta con fiori e libri (1936). 121

Figura 62 - De Pisis, Piazza San Marco (1944). 121

Figura 63 - De Pisis, Rio dei Mendicanti (1945). 121

Figura 64 - 5 artisti ferraresi, Resto del Carlino ed. Ferrara, 20/09/1966, p. 5. 134

Figura 65 - Virgili, Il serparo. 135

Figura 66 - Virgili, Gli amanti. 135

Figura 67 - Tassini, L'amazzone. 135

Figura 68 - Tassini, Pannocchie. 135

Figura 69 - Fioravanti, I due poeti (1965). 136

Figura 70 - Fioravanti, Tristezza di Pan. 136

Figura 71 - Maini, Sintesi (1966). 136

Figura 72 - Maini, Piera. 136

Figura 73 - Orsatti, Notturno. 137

Figura 74 - Orsatti, Autunno (1962). 137

Figura 75 - Burri, Sacco e rosso (1954). 148

Figura 76 - Christo. 148

Figura 77 - Schifano e Rotella. 149

Figura 78 - Baj, Meccanubi. 149

Figura 79 - Kounellis, Senza titolo. 149

Figura 80 - Fontana, Fine di Dio e Manzoni, Merda d’artista n. 34. 149

Figura 81 - Locandina mostra Casorati (1981). 159

Figura 82 - Casorati, Ritratto della sorella Elvira (1907). 159

Figura 83 - Casorati, Ragazza con scodella (1919). 159

Figura 84 - Casorati, Uova su tappeto verde (1914). 160

Figura 85 - Casorati, Ritratto di Anna Maria De Lisi (1919). 160

Figura 86 - Casorati, Ritratto di Silvana Cenni (1922). 160

326

Figura 87 - Casorati, Meriggio (1922). 160

Figura 88 - Locandina mostra di Treccani (1974). 168

Figura 89 - Treccani, La luna e i falò n.1 (1972). 169

Figura 90 - Treccani, La luna e i falò n.2 (1972). 169

Figura 91 - Treccani, La luna e i falò n.3 (1972). 169

Figura 92 - Treccani, La luna e i falò n.5 (1972). 169

Figura 93 - Cagli, Il Resto del Carlino ed. Ferrara, 12/04/1977,p. III. 178

Figura 94 - Locandina mostra di Cagli (1977). 179

Figura 96 - Cagli, Narciso (1976). 179

Figura 97 - Cagli, Lungo il fiume (1971). 180

Figura 98 - Cagli, Arsura e pioggia (1973). 180

Figura 99 - Cagli, Il navigatore (1973). 180

Figura 100 - Cagli, Margotta (1968). 180

Figura 101 - Cagli, Madre senza figlio (1961). 181

Figura 102 - Cagli, Ai martiri dell'Uganda (1975). 181

Figura 103 - Warhol, Electric chair (1971). 187

Figura 104 - Indiana, Mississippi (1971). 187

Figura 105 - Johns, Bent stencil (1971). 188

Figura 106 - Dine, Shoe (1973). 188

Figura 107 - Lichtensterin, Crak (1964). 188

Figura 108 - Jones, Janet is wearing (1965). 189

Figura 109 - Nauman, Normal desires. 189

Figura 110 - Rauschenberg, Sack (1969). 189

Figura 111 - Serra, Balance (1972). 189

Figura 112 - Oldenburg, Lake union (1972). 190

Figura 113 - Rosenquist, Silk screams. 190

Figura 114 - Cohen, Connection 4 (1972). 199

Figura 115 - Denny, Here and There (1968-72). 199

Figura 116 - Schmid, Labirinth (1973). 199

Figura 117 - Locandina mostra di Dalì (1989). 207

Figura 118 - Dalì, Hommage a Newton (1969). 208

Figura 119 - Dalì, Venus Spatiale (1977-1984). 208

327

Figura 120 - Dalì, Saint Georges et le dragon (1977-1984). 208

Figura 121 - Dalì, Temi del Surrealismo: il tempo. 208

Figura 122 - Dalì, Temi del Surrealismo: il pesce. 209

Figura 123 - Dalì, Temi del Surrealismo: l'esaltazione mistica. 209

Figura 124 - Dalì, Le Divine Comédie: l'inferno. 209

Figura 125 - Dalì, Le Divine Comédie: il purgatorio. 210

Figura 126 - Dalì, Le Divine Comédie: il paradiso. 210

Figura 127 - Locandina mostra di Minguzzi (1986). 216

Figura 128 - Minguzzi, Due figure in poltrona (1974-80). 216

Figura 129 - Minguzzi, Studio per due figure in poltrona (1984). 216

Figura 130 - Minguzzi, Il grande urlo (1985). 217

Figura 131 - Minguzzi, Dafne (1981-84). 217

Figura 132 - Minguzzi, Le parche - I fiori della notte (1982-84). 217

Figura 133 - Reggiani, Ritmo geometrico (1932-73). 224

Figura 134 - Reggiani, Composizione (1970). 224

Figura 135 - Reggiani, Composizione 2-37 (1976). 225

Figura 136 - Reggiani, Composizione (1977). 225

Figura 137 - Reggiani, Serigrafia Palazzo dei Diamanti (1977). 225

Figura 138 - Reggiani, Composizione (1979). 225

Figura 139 - Calder, Black on pyramid (1956). 230

Figura 140 - Munari, Negativo-positivo (1953-84). 230

Figura 141 - Mari, Struttura 129 a (1976). 230

Figura 142 - Mavignier, Konkav-konvex (1969). 230

Figura 143 - Fontana, Concetto spaziale (1964). 231

Figura 144 - Alastra, allestimento di due opere (Senza titolo, 1985). 237

Figura 145 - Ferrari, Senza titolo (1985). 237

Figura 146 - Natali, Il paesaggio di Ofelia (1985). 237

Figura 147 - Buono, Genesi ritmiche (1985). 238

Figura 148 - Zambanini, Natura pittura (1986). 238

Figura 149 - Articolo di G. Muscardini sulla mostra Andy Warhol. Red carpet (2008), Cronaca Comune di Ferrara, 23/02/2009, (ed. online). 240

Figura 150 - Allestimento mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen 1975-2016 (2016) presso Galleria Cavour, Bologna (2016), (Ph Vito Montemurro). 241 328

Figura 151 - Allestimento mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen 1975-2016 (2016) presso Galleria Cavour, Bologna (2016), (Ph Vito Montemurro). 241

Figura 152 - Articolo di Pacoda P. sulla mostra Andy Warhol. Ladies and gentlemen 1975-2016 (2016), Il Resto del Carlino di Bologna (21/01/2016). 242

Figura 153 - Allestimento sala Mostra Videoarte a Palazzo dei Diamanti: 1973-1979. Reenactment (2015). 243

Figura 154 - Particolare dell'allestimento della mostra Videoarte a Palazzo dei Diamanti: 1973-1979. Reenactment (2015) , tavolo-teca porta documenti (Ph Dino Buffagni). 244

Figura 155 - Particolare dell'allestimento della mostra Videoarte a Palazzo dei Diamanti: 1973-1979. Reenactment (2015), macchina da ripresa (Ph Dino Buffagni). 244

Figura 156 - Particolare allestimento della mostra Videoarte a Palazzo dei Diamanti: 1973-1979. Reenactment (2015), stanza con tavolo (Ph Dino Buffagni). 244

Figura 157 - Articolo mostra Videoarte, La Nuova Ferrara (25/09/2015). 246

Figura 158 - Cat. Mostra di Vaccarone (Pal. Diamanti, 10/09-10/10/’77). 248

Figura 159 - Cat. Mostra di Marabini (Pal. Diamanti, 12/12/’76-16/01/’77). 248

Figura 160 - Cat. Mostra di Zancanaro copertina e pagina interna (Palazzo dei Diamanti 17/12/1972- 04/02/1973). 249

Figura 161 - Cat. Mostra di Rauschenberg, copertina e pagina interna (Palazzo dei Diamanti 18/01- 07/03/1976). 249

Figura 162- Casa di Ro, lavori di allestimento sala Mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16). 252

Figura 163 - Casa di Ro, lavori di allestimento sala Mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16). 252

Figura 164 - CasadiRo, ingresso alla mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16). 254

Figura 165 - CasadiRo, angolo dedicato a Farina nella mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16). 254

Figura 166 - CasadiRo, visione generale della sala mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16). 255

Figura 167 - CasadiRo, particolare dell'allestimento della sala mostra PinArt – La periferia in arte (2015- 16). 255

Figura 168 - CasadiRo, visione generale della sala (lato destro) mostra PinArt – La periferia in arte (2015- 16). 255

Figura 169 - CasadiRo, visione generale della sala (lato sinistro) mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16). 256

Figura 170 - CasadiRo, particolare allestimento con opere di Leinardi e Reggiani, mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16). 256

Figura 171 - CasadiRo, sezione opere di Zancanaro, mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16). 257

Figura 172 - CasadiRo, sezione opere di Zancanaro, mostra PinArt – La periferia in arte (2015-16). 257

329

Figura 173 - CasadiRo, inaugurazione mostra PinArt – La periferia in arte (17/10/2015). 258

Figura 174 - CasadiRo, inaugurazione mostra PinArt – La periferia in arte (17/10/2015). 258

Figura 175 - Saggio di presentazione di Pasolini per la mostra: Andy Warhol. Ladies and gentlemen, Palazzo dei Diamanti (1975). Tratto da Bockris V., Warhol, I Classici dell’Arte – Il Novecento, Milano, Rizzoli, 2004, p. 182. 264

Figura 176 - Saggio di presentazione di Pasolini per la mostra: Andy Warhol. Ladies and gentlemen, Palazzo dei Diamanti (1975). Tratto da Bockris V., Warhol, I Classici dell’Arte – Il Novecento, Milano, Rizzoli, 2004, p. 183. 265

Figura 177 - Articolo su mostra di Rauschenbreg, Il Resto del Carlino ed. Ferrara, 17/01/1976 p. I. 266

Figura 178 - Articolo mostra Nuova Poesia, Il Resto del Carlino ed. Ferrara, 05/10/1981 p. 3. 267

Figura 179 - Rassegna cinematografica Città e metropoli, Il Resto del Carlino ed. Ferrara, 08/10/1981 p. II. 268

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AA.VV., U.D.I. , 26/01/2016. G. Cerioli, Franco Farina, 80 anni per l'arte, , 16/12/15. A. Guarnaschelli, Corrado Cagli, , 07/01/2016. G. Guerzoni, Le mostre al tempo della crisi. Il sistema espositivo italiano negli anni 2009-2011, , 19/12/2015. Janus, , 17/12/2015. P. Nicolin, L’arte delle mostre, , 19/12/2015. G. Toneguzzi, , 19/12/2015.

______

Cap. 4:

L. Scardino (a cura di), Andy Warhol: red carpet, Ferrara, Liberty House, 2008.

G. Berengan-M. Roncarà (a cura di), Favolosi anni Ottanta: Ferrara fabbrica di idee, Ferrara, Arbos, 2009.

M. A. Trasforini, La città d’arte come oggetto culturale. Ferrara: uno studio di cultura urbana, Polis, fascicolo 2, volume 15, s.n., s.l., 2001.

Riviste:

P. Pacoda, Signori e signore ecco a voi Andy Warhol, in Il Resto del Carlino di Bologna, (21/01/2016).

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Sitografia:

AA.VV., Allestimento, , 28/01/2016.

AA. VV., Centro Studi Territorio Ambiente Riccardo Bacchelli, < http://www.mulinodiro.it/site/cultura/centro-studi-bacchelli >, 03/01/2016.

AA.VV., Opere in mostra, , 28/01/2016. AA.VV., Videoarte a Palazzo dei Diamanti. 1973-1979, , 28/01/2016.

C. Bassi, Giuliana Berengan, < http://wsimag.com/it/authors/285-giuliana-berengan>, 05/01/2016.

G. Muscardini, La segnalazione: Andy Warhol. Red carpet a cura di Lucio Scardino, in Cronaca Comune di Ferrara, 23/02/2009, (ed. online), < http://www.cronacacomune.it/notizie/8229/la- segnalazione-emandy-warhol-red-carpetem-a-cura-di-lucio-scardino.html >, 11/01/2016.

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