La Collezione Bucelli. I Materiali Del Museo Di Firenze

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La Collezione Bucelli. I Materiali Del Museo Di Firenze Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell’ Antichità: Archeologia Prova finale di Laurea La collezione Bucelli. I materiali del Museo di Firenze. Relatore Prof. Adriano Maggiani Laureanda Silvia Alberghina Matricola 815781 Anno Accademico 2011 / 2012 “Tu, ancora inviolata sposa della quiete Figlia adottiva del tempo lento e del silenzio… Tu, forma silenziosa come l’eternità…” (J. KEATS - Ode su un’urna greca ) Alla mia piccola Viviana, figlia dolcissima . 2 Indice Introduzione p. 4 I capitolo. La collezione Bucelli. Alcune considerazioni generali. p. 8 II capitolo. Catalogo. I materiali della collezione Bucelli. p. 13 II. 1 I materiali del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. p. 13 II. 2 I materiali del Museo Civico di Montepulciano. p. 122 III capitolo. La collezione Bucelli: una raccolta epigrafica. p. 136 III. 1 Per un’ “anagrafe” dei gentilizi etruschi: il contributo delle iscrizioni p. 136 della collezione Bucelli. III. 2 Proposta per la ricostruzione dello stemma genealogico di due gentes p. 161 di età ellenistica e romana: i vete/ Vetti e i lecne/Licini . III. 3 Appunti sulla questione del bilinguismo etrusco-latino in agro chiusino p. 170 in età di romanizzazione. IV capitolo. La collezione Bucelli: una raccolta ‘archeologica’. p. 174 IV. 1 Il bassorilievo col gorgoneion sulle urne della collezione Bucelli. p. 174 Proposta di catalogazione e ricerca di alcune botteghe lapidarie. IV. 2 Sistemazione delle urne con gorgoneion entro uno schema tipologico p. 181 basato sulla paleografia delle iscrizioni. IV. 3 I materiali della collezione Bucelli di Montepulciano. Scene p. 184 mitologiche su un’urna in alabastro ed un’urna in terracotta. Conclusione p. 186 Indici p. 188 Appendice p. 216 Bibliografia p. 248 Ringraziamenti p. 258 3 Introduzione Fin dalle ricerche per la realizzazione della mia tesi triennale 1, mi sono interrogata sulla sorte toccata ai materiali della collezione Bucelli che non avevano trovato posto sulla facciata del Palazzo di famiglia a Montepulciano. Era infatti già ben nota, sia attraverso i corpora epigrafici che dal volume di Paolucci e Pasqui edito nel 1989 2, l’ingente mole di materiali raccolta dall’erudito Pietro Bucelli e dispersa dai suoi eredi. Nonostante le loro scoperte, però, recandomi a consultare i documenti d’archivio riguardanti questa collezione antiquaria 3, mi sono accorta che qualcosa era ancora possibile apprendere sull’entità della collezione, riguardo all’ entità di essa e ai materiali che originariamente la componevano. Per questo motivo, in sede di laurea magistrale, ho deciso di approfondire le ricerche in merito al ‘destino’ della collezione Bucelli. L’obiettivo che mi pongo con il presente lavoro, per quanto forse utopico, è quello di provare a riunificare in un’unica sede, e precisamente in un catalogo cartaceo e in un database elettronico, tutto il materiale riferibile con certezza alla suddetta collezione. Intendo inoltre ricercare quante più informazioni archeologiche ed epigrafiche possibili dallo studio dei materiali archeologici bucelliani che mi sarà possibile documentare. Le ricerche sono cominciate con la lettura di alcuni documenti d’archivio, conservati presso gli stessi fondi archivistici consultati da Paolucci e Pasqui, a Siena e a Firenze. Purtroppo le informazioni riguardanti i manufatti della collezione Bucelli non si sono rivelate precise allo stesso modo per ogni classe di materiale. Infatti è stato possibile individuare con sicurezza esclusivamente i manufatti iscritti, etruschi e latini, grazie ad alcuni elenchi di iscrizioni redatti sia da Pietro Bucelli che dal fratello, Orazio 4. A questi si aggiungono altri elenchi, molto scarni, redatti da Ricciardo Bucelli (nipote dell’erudito) e dall’abate Luigi Lanzi, relativi all’acquisto di alcune delle iscrizioni etrusche e latine, tra il 1780 e il 1781 per le Gallerie Granducali 5. Quanto ai materiali anepigrafi, purtroppo, è possibile stimare solamente la grande varietà ed 1 Discussa nel luglio 2010 e riguardante il lapidario etrusco-romano del Palazzo Bucelli di Montepulciano. 2 “Il gentiluomo erudito”, finora l’unica pubblicazione ad avere per argomento la vita di Pietro Bucelli e la formazione della sua collezione di antichità, grazie a un’attenta analisi del carteggio dell’erudito poliziano. 3 I documenti sono conservati nell’archivio di Stato di Siena (mod. n. 25) e nell’archivio Storico delle Gallerie degli Uffizi di Firenze ( Filze XIV, 1781, nn. 29, 42, 83 ). 4 Vd. DOC. 1-5, in Appendice. 5 Vd. DOC. 6-8, in Appendice 4 ipotizzare la quantità di ogni classe 6. La reticenza delle fonti d’archivio riguardo alla sorte toccata ai materiali non iscritti della collezione mi ha portata a scegliere di non affrontare una ricerca più approfondita di questi ultimi, che per quanto teoricamente possibile, avrebbe portato con molta probabilità ad un esito deludente. Focalizzando quindi l’interesse sul materiale epigrafico è stato necessario incrociare i dati ricavati dagli elenchi d’archivio, con quelli riportati nei principali corpora di iscrizioni: CII , CIL e CIE 7. Dal confronto tra questi due database è stato possibile appurare che più della metà delle iscrizioni originariamente presenti nella collezione è da considerare attualmente dispersa 8. Infatti delle almeno 4570 iscrizioni originarie è stato possibile considerarne solo 259, la cui esistenza è accertata attraverso la copiatura nei corpora epigrafici. Affidandosi a quanto riportato nel CIE e nel CIL , oltre che alla documentazione d’archivio, è stato confermato che la maggior parte della collezione epigrafica di Pietro Bucelli, comprata dal Lanzi era poi confluita nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze 9. Essa era composta da almeno 110 oggetti iscritti, soprattutto monumenti funerari di età ellenistica e romana: urne cinerarie e tegole poste a copertura dei nicchiotti che contenevano il cinerario. I materiali non erano più visibili da alcuni decenni, ho pertanto appurato che essi sono attualmente conservati in un magazzino situato all’interno di Villa Corsini a Firenze, in loc. Castello 10 . Nel magazzino ho potuto vedere direttamente una parte delle tegole e delle urne Bucelli grazie alla possibilità che mi è stata concessa di assistere alle operazioni di inventario e riordino dello stesso 11 . Dall’autopsia è emerso un risultato solo parzialmente positivo. Infatti è stato possibile riconoscere la maggior parte delle tegole e delle urne iscritte, 6 La collezione comprendeva anche vasi, statuette bronzee, migliaia di monete, sigilli, lucerne e molto altro. 7 Questa operazione è stata agevolata grazie alla creazione, di alcuni archivi elettronici (in forma di tabelle Excel), che una volta opportunamente compilati, hanno permesso di riunire, visualizzare e utilizzare le iscrizioni della collezione con facilità. 8 Sono escluse dal numero le iscrizioni trascritte in maniera scorretta, quelle ripetute più di una volta e quelle non più decifrabili o perdute. 9 Ciò è confermato dai documenti di archivio della Galleria degli Uffizi che ne confermano la vendita e l’arrivo a Firenze di una grossa parte della collezione: FILZA XIV dell’anno 1781 nn. 29, 42, 83; DOC. 7-8 in Appendice. 10 Le tegole e le urne iscritte erano state fotografate e inventariate negli anni ’70 dalla Soprintendenza e raccolte in un archivio fotografico, che mi è stato possibile consultare, ma purtroppo questo strumento si è rivelato molto lacunoso e non poteva quindi fornire un quadro completo dei materiali archeologi tuttora conservati, 11 È attualmente in corso il riordino del magazzino, per conto della Soprintendenza dei Beni Archeologici della Toscana, progetto affidato alla Dottoressa Settesoldi che si è resa gentilmente disponibile a condividere il materiale fotografico da lei prodotto in quell’occasione e che pertanto tengo a ringraziare ufficialmente in questa sede. 5 precedentemente catalogate nei corpora , ma delle 110 iscrizioni originarie ben 36 mancavano all’appello 12 . A queste 74 iscrizioni ‘fiorentine’ se ne sono aggiunte altre tre che nei corpora erano considerate perdute. Si tratta di sei urne (tre iscritte e tre anepigrafi), conservate al Museo Civico di Montepulciano, esposte da alcuni anni. Una di esse è in travertino, una in alabastro chiusino e quattro in terracotta; ognuna è corredata da un coperchio 13 . Queste urne facevano parte delle ultime acquisizioni, effettuate da Orazio Bucelli, fratello di Pietro, e rimaste sempre a Montepulciano in possesso degli ultimi eredi della famiglia, ed infine acquisite dal museo nel 1990 14 . I reperti del Museo Archeologico Nazionale di Firenze e del Museo Civico di Montepulciano si aggiungono alle iscrizioni murate sulla facciata del Palazzo Bucelli di Montepulciano 15 . In seguito a tali ricerche attualmente sono sicuramente ancora esistenti almeno 200 oggetti che avevano composto la collezione Bucelli e di essi 134 recano iscrizioni 16 . I suddetti materiali sono stati tutti misurati e documentati da foto. Le epigrafi di quelli esposti sulla facciata del Palazzo Bucelli sono state anche riprodotte per con apografi. Ho quindi proceduto con la redazione delle schede epigrafiche. Per trarre le mie considerazioni ho deciso di considerare tutti i reperti rimasti che ho potuto documentare (quelli ‘poliziani’ e quelli ‘fiorentini’ insieme) con lo scopo di ottenere più informazioni possibili, epigrafiche ed archeologiche, senza falsare o negare le vicende storico-antiquarie occorse ai materiali stessi. Pertanto le considerazioni trattate all’interno del III e del IV capitolo del presente lavoro non si riferiscono a
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