Di Ignazio Pisani (1893-1936)
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Mario Massoni Selezione dai DIARI DI IGNAZIO PISANI (1893-1936) (Prefazione di Francesco Filareto) Rossano, 2017 1 Dedico questo lavoro ai coniugi Ignazio e Antonietta Sabatini, che hanno messo a mia disposizione i fascicoli dei “Diari” dandomi il permesso per la presente pubblicazione. La loro disponibilità è stata pari alla stima e all‟affetto reciproco che ci legava e che ci legherà sempre. 2 È una fredda serata di primavera dell‟anno 1924, un uomo di 66 anni, di corporatura minuta, siede alla scrivania intento a vergare, con grafia accurata nonostante un evidente tremolio alla mano destra, le sue memorie; è dal 1893 che annota giorno per giorno ciò che accade a Rossano, in Italia e altrove, non trascurando puntuali osservazioni metereologiche e di cronaca familiare. Una luce fioca proviene dall‟abat-jour verde, sulla scrivania una montagna di quadernetti dalla copertina nera, già fittamente scritti e pronti per i posteri Ancora non sa, Ignazio, che fra tre anni diventerà il primo Podestà di Rossano, carica che reggerà a lungo e che illustrerà con opere di notevole rilievo. Soddisfazioni pubbliche e amarezze private, come quella di veder estinta la propria casata: non avrà figli e il fratello Francesco sei figlie femmine. Questo ramo dei Pisani, dopo secoli di gloria cittadina, è destinato a scomparire nel volgere di pochi anni. I suoi ”Diari” tuttavia resteranno. Qui ci sono decenni di storia e di storie annotate da un testimone attento che per quarant‟anni ha scritto tutto, giorno dopo giorno. (Massoni, Forse mi chiamavano Frate Lappo, romanzo, 2017) 3 NOTE BIOGRAFICHE IGNAZIO PISANI nasce a Rossano il 4.12.1862 da Diego e da Giuseppina dei baroni Giuranna. Laureato in Giurisprudenza presso l‟Università degli Studi di Roma, dal 1865 è iscritto all‟Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Rossano. È Consigliere Comunale di Rossano dal 1894 al 1898 ed è rieletto tale nel 1925. È Consigliere Provinciale, eletto nel Mandamento di Rossano, dal 1897 al 1926 e Presidente della Deputazione Provinciale dal 1912 al 1922. Ricopre importanti incarichi a livello provinciale; per brevità ne citiamo soltanto alcuni: componente del Consiglio di Amministrazione della Cassa di Risparmio di Cosenza (1895 e dal 1923 fino al 1934), Componente della Commissione Provinciale di Beneficenza (1907-1920), componente del Consiglio di Leva (1905-1912), componente della Commissione Provinciale delle Imposte Dirette (1903-1930), componente del Consiglio di Amministrazione dell‟Opera per l‟Infanzia Abbandonata (1916-1919). Il 22 marzo 1927 è nominato Podestà di Rossano e riconfermato con lode dopo cinque anni. Nel 1887 è volontario per un anno nell‟88° Fanteria. Sottotenente di complemento nel 54° Fanteria (1889), è Tenente nella Milizia Mobile (1895). È promosso Capitano nel 1909 e Maggiore, per meriti eccezionali, nel 1916. L‟anno successivo, sempre per meriti eccezionali, è promosso Tenente Colonnello. Sposa Maria Amantea (sorella del Gen. Luigi), ma il loro felice matrimonio non è coronato dalla nascita di prole. Conclude la sua luminosa esistenza terrena nel 1940. Acri Pier Emilio- Lefosse Serafino in “Il monumento ai Rossanesi caduti in guerra, Grafosud, 2005, p.40, nota (3) (Per approfondimenti biografici, consultare testi in bibliografia e cercare nelle pagine dei “Diari” le tante annotazioni autobiografiche scritte dallo stesso Pisani). 4 INTRODUZIONE Ignazio Pisani, rossanese DOC da molte generazioni fortemente radicato nel territorio, impegnato nel sociale e nel politico ha raccontato, giorno per giorno le vicende tragiche e leggere della sua città (ma non solo!), annotando con pignoleria le feste, le ricorrenze religiose e civili, le bande che suonavano in piazza Steri, alla Piazzetta e altrove, le travagliate lotte politiche, le conquiste civiche, i rossanesi illustri, le nascite e le morti, i passaggi di proprietà dei fondi, i matrimoni… Signorotto di campagna e proprietario di terreni in gran parte oliveti, fa precedere da annotazioni metereologiche le sue osservazioni giornaliere: siccità, alluvioni, nevicate, temperature sono viste in connessione , direi in funzione, della loro incidenza sul lavoro dei campi. Si tratta di un database meteorologico probabilmente unico, inedito e utilissimo per studiosi che volessero elaborare tabelle comparative sull‟andamento climatico riscontrabile nel nostro territorio a partire dalla fine dell‟Ottocento. Interesse non secondario dei “Diari” è legato alla descrizione degli avvenimenti di rilievo a livello nazionale e internazionale: prima guerra mondiale in primis, rivoluzione russa, conflitto russo-giapponese, ministeri vari e casa reale, avvento dei moderni mezzi di trasporto, personaggi dell‟arte e della cultura, matrimoni fra regnanti, genesi e affermazione del Fascismo, traversate aeree e imprese sportive…tutta la storia di questo travagliato e denso periodo (1893-1936) viene descritta dal Pisani, a volte diffusamente, a volte con uno stringato paragrafo. Ignazio è stato testimone diretto di buona parte di questi avvenimenti (i suoi incarichi politici lo portavano spesso a Cosenza, Napoli e Roma, soprattutto in occasioni particolari di rappresentanza); anche le vicende di cui non poté essere testimone diretto sono ugualmente di grande interesse: un lettore attento noterà il modo in cui le vivevano i contemporanei e le leggerà con gli occhi di un borghese di quegli anni, ne noterà le riflessioni critiche o di approvazione che le accompagnano. I “Diari” di Ignazio Pisani aprono una straordinaria, sorprendente finestra sul passato. Sono onorato di essere stato io a trascriverli e a curarne la pubblicazione. Lettore, non troverai in questo volume tutte le annotazioni del Pisani: ho ritenuto opportuno eliminare le osservazioni di carattere strettamente familiare (“Ciccio è andato a Matassa”, “Giuseppina ritorna da Roma” …), a meno che queste non contenessero riferimenti di possibile utilità collettiva. Ho inoltre decisamente tagliato i riferimenti eccessivamente denigratori e offensivi nei confronti di persone e famiglie: la loro pubblicazione sarebbe stata sgradevole se non fuorviante (ben altra è l‟importanza dei “Diari”), mentre per il sottoscritto avrebbero potuto costituire motivo di sgradevoli e giustificabili risentimenti, se non di querele vere e proprie da parte di qualche erede. Mi assumo la piena responsabilità dei non pochi tagli effettuati nel testo, nessuno dei quali, tuttavia, ho ritenuto tale da eliminare passi di autentico interesse per i lettori. Il “corpus” dei “Diari” è questo che leggerete ed è intatto nei suoi innumerevoli agganci storici, sociali e di costume. - Le parentesi quadre sono sempre mie e stanno al posto di parole che non sono riuscito a trascrivere [?] o che ho volutamente omesso […], quando non contengono semplici chiarimenti di termini. 5 - Le sottolineature sono sempre del Pisani. - Ho utilizzato il corsivo per distinguere dal resto dei contenuti i riferimenti climatico- metereologici (compresa la loro incidenza su agricoltura e allevamento). Ovviamente li ho trascritti integralmente, considerando l‟estrema rarità di questo corpus di informazioni. - Per consentire un accesso immediato ai tanti e diversi contenuti, ho evidenziato con il grassetto singoli termini o rari passi che ho ritenuto essere “chiavi di lettura” privilegiate: una specie di indice contestuale. - Stante l‟enorme numero delle citazioni e dei riferimenti a persone, luoghi, avvenimenti contenuti nei “Diari”, ho intenzione di pubblicare solo indici toponomastici e per avvenimento, escludendo quello onomastico che risulterebbe eccessivamente corposo. 6 PREFAZIONE 1893-1936: 43 anni di cronaca cittadina condensati in un “Diario” e fissati nella memoria scritta, in controluce nell‟ottica, appassionata e unilaterale, di uno dei massimi rappresentanti della borghesia e della classe dirigente di Rossano di quel periodo. Sono narrazioni autobiografiche, di diverse trattazioni, che ricostruiscono fatti e personaggi della Rossano post-risorgimentale, che, da poco, ha superato, con un mare di sangue, la conquista coloniale del Mezzogiorno e la sua annessione violenta all‟Italia piemontese del Nord, la rivoluzione rumorosa del brigantaggio, la resistenza alla piemontizzazione del Sud, il genocidio delle popolazioni meridionali, il consolidamento dell‟egemonia politico-sociale dei cosiddetti galantuomini, la sconfitta delle classi popolari (1860-1893). Sono anche gli anni dell‟aggravamento della Questione Meridionale, della grande emigrazione o rivoluzione silenziosa del Meridione, che vede partire migliaia di Rossanesi verso le ostili terre dell‟America, specificamente quelle latine del Brasile e dell‟Argentina (1870-1914), una diaspora, un‟emorragia di risorse umane, che è destinata a durare oltre, fino ad oggi (e non se ne intravvede la fine): da Rossano vanno via, i più definitivamente, dal 1882 al 1943, 22.539 cittadini residenti (dal 1882 al 1913, 18.431 e, dal 1914 al 1943, altri 4.108). Sono gli anni della patetica pretesa della monarchia di Umberto I e Vittorio Emanuele III e dei governi borghesi della costruzione di un‟Italia imperialista, attraverso un‟inarrestabile corsa agli armamenti, tesa alla conquista coloniale dell‟Africa orientale e della Libia. Sono gli anni del governo della cosiddetta Sinistra borghese (1876-1903) e dell‟Età Giolittiana (1903-1913), dell‟allargamento del diritto al voto e del suffragio universale maschile (1913), gli anni della Belle époque, ma anche degli anni di un‟Italia fortemente condizionata dai poteri forti conservatori, autoritari, reazionari della monarchia