Università Degli Studi Di Firenze

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Università Degli Studi Di Firenze UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE SCUOLA DI STUDI UMANISTICI E DELLA FORMAZIONE DIPARTIMENTO SAGAS CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE ARCHIVISTICHE E BIBLIOTECONOMICHE L’ARCHIVIO DELL’ACCADEMIA DEI LIBERI DI CITTÀ DI CASTELLO. INVENTARIO (1783-1903) Conservato presso la Biblioteca Comunale “G. Carducci” di Città di Castello (PG) RELATORE LAUREANDO Prof. LAURA GIAMBASTIANI DIEGO BRILLINI CORRELATORE (Matr. 5514448) Prof. ANTONIO ROMITI LIBERTAS, QVAE SERA, TAMEN RESPEXIT INERTES. CIRCOLI, CENACOLI, ACCADEMIE NASCITA ED EVOLUZIONE DELLE ACCADEMIE IN ITALIA Michele Maylender, nella sua opera Storia delle Accademie d’Italia1, composta tra il 1926 e il 1930, nell’operare un censimento quanto più esaustivo possibile delle varie accademie sorte nelle varie epoche, registrò una cosa come oltre 2000 istituzioni di stampo accademico, alcune delle quali presentano la medesima intitolazione, come ad esempio: Accademia degli Accesi, degli Affidati, degli Illuminati, ecc. La mancanza di studi approfonditi a riguardo delle particolarità storiche di queste istituzioni, da imputarsi nella stragrande maggioranza dei casi principalmente ad una inconsistenza, se non addirittura una quasi totale una carenza, della documentazione di cui studi del genere necessitano, condussero il Maylender alla seguente riflessione: «Chi di fatto si desse la pena di compilare una Storia delle Accademie private, limitandosi a raccogliere i dati di ogni singolo sodalizio, darebbe saggio di straordinaria diligenza ed erudizione, ma non riuscirebbe a colmare la lacuna che – come io dissi- evvi in proposito nella storia della letteratura italiana.»2 Con queste parole lo studioso volle dare una spinta in direzione della costituzione di una storia, quanto più possibile, completa delle vicende -scientifiche, letterarie e sociali- delle varie, innumerevoli Accademie ed istituzioni di cultura che nel corso del tempo costellarono il territorio nazionale, dando prova qui in maniera maggiore, lì minore di un comunque sempre fervente interesse culturale, diretto verso ogni ambito dello scibile e spesso meritevole di adeguati approfondimenti. Proseguendo la sua dissertazione, il Maylender affermò che: «[…] se si ha poi riguardo alla circostanza, vantare le città e le provincie di Italia ciascheduna, una storia letteraria cittadina o regionale, - se si riflette che anche le Accademie fiorite nelle singole città hanno avuto il loro illustratore nella persona dello storico patrio o cittadino ovvero comprovinciale, e che di conseguenza manca un’opera in cui questi dati, sparsi in centinaia di storie letterarie locali o regionali, si trovino raccolti ed ordinati, - se si ha riguardo a tutte le sopradette 1 MICHELE MAYLENDER, Storia delle Accademie d'Italia; con prefazione di Luigi Rava, Bologna, Forni, 1976, 5 volumi. Riproduzione facsimilare dell'edizione: Bologna, Cappelli, 1926-1930. 2 Ibidem, v. 1, p. XIV 3 ragioni, non si potrà fare a meno di riconoscere l’assoluta necessità d’una storia particolare di tutte le adunanze letterarie e scientifiche di cui fu ricca l’Italia e l’italiana letteratura quale parte accessoria d’una storia generale della istituzione.»3 Volendo partire dal principio, cosa sono effettivamente le Accademie? Perché il Maylender riteneva queste istituzioni così importanti da farsi iniziatore e poi promotore di un filone di studi volti alla loro riscoperta ed approfondimento? Consultando un qualunque dizionario della lingua italiana alla voce “Accademia” Accadèmia (ant. Acadèmia) s. f. [dal lat. Academīa e pop. Academĭa, gr. ’Ακαδήμεια e᾿Ακαδημία]) questo riporterebbe una vasta gamma di differenti significati ed accezioni. Tra questi, quello da ritenersi maggiormente consonante al tono da me imposto a questa breve dissertazione risulta il seguente: «[…] Associazione permanente di studiosi, retta da un proprio statuto, istituita con lo scopo di curare e promuovere le lettere, le scienze e le arti [...]»4 Storicamente note furono le Accademie della classicità greca e latina (vedi tra tutte la celebre Accademia Platonica5), ma in queste non si poteva ancora riscontrare un’effettiva aderenza alla descrizione riportata. Perché si possa registrare un’evoluzione dell’Accademia in senso “moderno”, ossia un’istituzione composta da eruditi, gestita e regolata da proprie leggi, si dovette attendere il XV secolo, periodo della riscoperta della classicità greca e latina e della nascita di un approccio alla cultura totalmente nuovo che mosse i primi passi rapportandosi strettamente a ciò che ora costituisce la base degli attuali Studi Umanistici. La nascita dell’accademia moderna è di fatto parallelamente collegata allo sviluppo dell'Umanesimo e per questo l’Italia dovette rappresentare un terreno estremamente fertile per il sorgere di queste istituzioni: mentre le università, salvo poche eccezioni, rimasero fedeli al metodo imposto dalla filosofia scolastica durante tutto il periodo del Rinascimento, gli Umanisti crearono delle soluzioni alternative dove poter coltivare il loro modello di cultura. 3 MICHELE MAYLENDER, Storia delle Accademie d'Italia, op. cit., v. 1, p. XIV 4 Accademia in AAVV, Enciclopedia Treccani, edizione on-line, URL: http://www.treccani.it/enciclopedia/accademia_(Enciclopedia-Italiana)/ 5 Per una prima definizione del termine “Accademia” si rimanda direttamente al filosofo ateniese Il nome deriva da quello di un bosco situato a nord ovest di Atene dedicato all'eroe Academo (Ἀκάδημος), dove sorgeva un ginnasio circondato dalle mura di Ippia e ornato dagli alberi di Cimone. 4 La prima accademia dovette inizialmente sorgere nei principali centri politici e culturali d'Italia. Orientandosi in Firenze -dapprima, col Chorus Academiae Florentinae, e poi specialmente con la Platonica di Marsilio Ficino, dedicata ad una riscoperta della cultura ellenistica e ad un nuovo fiorire della filosofia- in altri importanti centri di diffusione della nuova cultura umanistica (a Roma con la Pomponiana, a Napoli con l'Alfonsina o del Panormita -divenuta poi la Pontaniana, a Venezia con l'Aldina) gli interessi muovevano prettamente verso la storia, l’archeologia e la filologia. Primo Motore di questo attivismo culturale furono soprattutto le nuove condizioni della vita intellettuale e sociale, determinatesi con una nuova fioritura degli studi classicisti greco-romani, favoriti da una assidua mobilità di grandi eruditi che percorrevano l’Italia in lungo e in largo (con frequenti viaggi oltre il territorio nazionale: molti umanisti non disdegnarono, volendo parafrasare un aneddoto di manzoniana memoria, la possibilità di “sciacquare i panni in Egeo”) radunandosi nei primi circoli o Cenacoli, costituiti attorno alla figura di generosi ed eruditi mecenati, quali furono –tra gli altri- Cosimo de’ Medici per Firenze o Alfonso d’Aragona per Napoli, senza dimenticare l’importanza che ebbe quel mecenatismo illuminato dei piccoli despoti dei centri minori d’Italia, comunque attivissimi focolai di cultura, come la corte di Federico da Montefeltro ad Urbino. Di questa vivacità culturale restano tuttora cospicue testimonianze; in particolar modo la nascita e diffusione di una variegata ed interessantissima produzione epistolare, nonché periodiche dispute su vari temi culturali, politici e religiosi contribuirono alla continua circolazione delle nuove idee. A questa “neonata” Accademia italiana, sorta nel XV secolo in veste di libera congrega erudita, venne surrogata per naturale evoluzione una vera e propria associazione di eruditi –letterati e/o scienziati- regolamentata da norme e leggi fisse, nata con lo scopo fondamentale di coltivare disinteressatamente ogni tipo di disciplina, letteraria, scientifica o artistica (pittura, disegno, musica) che fosse, con un’organizzazione ed un’attività propria. Questa è la forma che permane tuttora, più o meno immutata nel corso del tempo e degli eventi che interessarono la realtà politica e sociale italiana portando poi alla costituzione di corporazioni accademiche nazionali più o meno vaste, comprensive di lavoro intellettuale e collegiale, senza alcuna limitazione specialistica o necessità di un fine pratico immediato. Ai prototipi accademici di stampo prettamente umanistico del Quattrocento succede nel secolo seguente, moltiplicandosi e diffondendosi non soltanto in Italia, ma da lì anche all’estero, l'accademia letteraria propriamente detta, favorita dal rigoglio e dallo splendore 5 della letteratura italiana che nel Cinquecento, e particolarmente nella prima metà fiorì di innumerevoli opere d'arte. Operando una mappatura generale delle accademie sorte tra Cinque e Seicento si nota la presenza sia di accademie pubbliche (per es., l’Accademia fiorentina, sorta in Firenze nel 1541) che di accademie private, le quali costituirono la stragrande maggioranza del totale: tra le più famose vi furono l’Accademia degli Affidati di Pavia (1525), l’Accademia degli Infiammati di Padova (1540) e l’Accademia degli Alterati di Firenze (1564). Non mancarono accademie impegnate sul fronte delle arti figurative come l’Accademia delle arti del disegno di Firenze (1563), come su quello teatrale (Accademia degli Intronati di Siena, 1525), della lingua (Accademia della Crusca, 1583) o delle nascenti discipline scientifiche “moderne” (Accademia dei Lincei, 1603; Accademia del Cimento, 1657). D’altro canto, la “povertà” della vita politica in una nazione senza effettiva libertà, né tantomeno unità, a cui si associava un culto per così dire prossimo all’ “idolatria” della forma e della retorica classicista, spesso portate all’esasperazione, determinarono nel
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    APPENDICE 4 ELENCO DEGLI ENTI E DELLE ISTITUZIONI Sono di seguito elencati, secondo la ragione sociale e in ordine alfabetico, gli enti e le istituzioni citati nell’inventario e riportati nell’/ndice dei nomi di per- sona, luogoe istituzione sotto la città di appartenenza. Academia theodoro-palatina - Mannheim Archivio reale - Escorial - Accademia colombaria Firenze Archivio capitolare - Vercelli Accademia degli euteleti - San Miniato Archivio comunale - Riva del Garda Accademia degli inestricati - Bologna Archivio comunale - Rovereto Accademia degli occulti - Roma Archivio comunale - Savona - Accademia dei fisiocritici Siena Archivio di stato - Trapani Accademia dei georgofili - Firenze Archivio di stato - Trento Accademia dei lincei - Roma Archivio di stato - Venezia - Accademia dei quirini Roma Archivo general - Simancas Accademia dei rinvigoriti - Cento Arcidiocesi - Trento Accademia del disegno - Ferrara Arcivescovato - Magonza - Accademiadell’ Arcadia Roma Asilo infantile Antonio Rosmini - Rovereto - Accademia della crusca Firenze Assessorato regionale per il turismo - Trento - Accademia delle scienze Bologna Assicurazioni generali - Trieste - Accademia delle scienze Torino Assicurazioni generali - Venezia - Accademia di Napoli Napoli Assicurazioni generali di Trieste - Rovereto - Accademia di scienzee belle lettere Manto- Assicurazioni generali di Venezia - Rovereto va i Associazione fascista della scuola - Rovereto Accademia di scienze lettere ed arti - Modena Associazione ginnastica senese - Siena Accademia di scienze lettere
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    BIBLIOTHECA ENCYCLOPAEDICA Catalogo del fondo storico della Biblioteca dell’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da G. Treccani Presentazione di Rita Levi-Montalcini acuradi Roberto Mauro e Massimo Menna * ISTITUTO DELLA ENCICLOPEDIA ITALIANA FONDATA DA GIOVANNI TRECCANI © PROPRIETÀ ARTISTICA E LETTERARIA RISERVATA Copyright 1997 by Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani s.p.a., Roma A cura della Funzione Documentazione e Attività Culturali dell’Istituto della Enciclopedia Italiana In redazione, Simonetta Paoluzzi e Saverio Ricci Prima edizione, giugno 1997 La composizione elettronica dei testi è stata curata da Giulia Romana Faggiani Indice Rita Levi-Montalcini, Presentazione . Pag. VII Tullio Gregory, Introduzione . » IX Madel Crasta, Per una storia dell’editoria enciclopedica. » XV CATALOGO Gabriella Nisticò, Premessa . » 3 Roberto Mauro e Massimo Menna, Il “bosco dei tituli” . » 5 Il Cinquecento . » 9 Il Seicento . » 21 Il Settecento . » 53 L’Ottocento. » 201 Tavole . » 473 Bibliografia. » 553 Indice dei possessori. » 561 Indice dei nomi e dei titoli . » 567 Rita Levi-Montalcini Presentazione Nello sfogliare il Catalogo del fondo storico della Biblioteca dell’Enciclopedia Italiana, cui è stato dato il felice titolo di Bibliotheca Encyclopaedica, mi è subito tornato alla mente un documento che, esposto nella mostra per i settant’anni della Treccani, mi aveva molto colpito. Si tratta del discorso tenuto per la fondazione dell’Istituto dall’illu- minato industriale Giovanni Treccani, il quale, con chiarezza e fermezza, fissava i tratti essenziali e costitutivi del nascente progetto. Un progetto — avvertiva subito — che non poteva essere “appoggiato a banche ed editori comuni”, e aggiungeva: “Questo dico, senza che se ne possano offendere banche ed editori; ma si tratta di opera troppo complessa e rischiosa, con risultati a troppo lunga scadenza, perché possa essere contenuta nelle necessità di una comune impresa commerciale.
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