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Gabriele Salvatores si La Bottega Teatrale di Generazioni a confronto. Il Guglielmi di Massa. racconta: “Dai tempi . Storia e Dario Marconcini del Teatro La fabbrica del teatro con i dell’avventura dell’Elfo, la testimonianze di una delle di Buti dialoga in ottava rima suoi colpi di scena, accanto mia grande passione resta il esperienze fondamentali del con la giovane compagnia alle piccole storie tra realtà e teatro” teatro italiano Sacchi di Sabbia fantasia pag. 3 pag. 6 pag. 11 pag. 12

RIVISTA DELLA FONDAZIONE TOSCANA SPETTACOLO DIRETTA DA CURZIO MALTESE

TRIMESTRALE - NUMERO ZERO - OTTOBRE 2014 - REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE DI FIRENZE N. 5965 DEL 05/08/2014

di Curzio Maltese e del cinema dimenticati dalla politica, di Sara Nocentini* di Beatrice Magnolfi* una bella inchiesta per il mio giornale o magari un libro per Feltrinelli, e magari lo farò. Ma arriva un passaggio nella Scelte concrete vita in cui non basta più denunciare Un mondo senza Concediamoci quello che non va. Si vuole provare a per la cultura passare dall’altra parte e cercare di limiti: il teatro un sogno cambiare le cose. Per questa ragione mi sono candidato alle ultime elezioni Anni fa, quando ho avviato su europee e da eletto sono entrato nella Viviamo in un’epoca storica complessa, A 25 anni dalla sua nascita, Fondazione Repubblica una polemica contro i commissione cultura del parlamento in cui sembrano sparire ad uno ad uno i Toscana Spettacolo si concede un tagli alla cultura e all’istruzione del europeo, dove la presenza italiana è punti di riferimento che immaginavamo sogno: una nuova rivista che ci aiuti a governo Berlusconi, nella convinzione per questa legislatura assai ampia e intoccabili e parte costitutiva del nostro diffondere l’amore per il teatro. che “con la cultura non si mangia”, può puntare sulla presidenza di Silvia vivere sociale. Non un pensoso prodotto editoriale come si affannava a ripetere a ogni piè Costa. Nella speranza forse ingenua La crisi della politica, la crisi della scritto da specialisti e rivolto ad addetti sospinto il ministro Giulio Tremonti, che si possa trasformare la retorica rappresentanza amplificano la ai lavori. Piuttosto un “giornale”, questa posizione era piuttosto isolata, del “petrolio italiano” in atti concreti solitudine, l’isolamento, la marginalità destinato in primo luogo agli spettatori se non proprio ridicolizzata. Era legislativi per favorire lo sviluppo dell’esistenza di ciascuno/a di noi. che frequentano numerosi (180.000 l’epoca dell’imprenditore come eroe della più grande risorsa di cui gode Percepiamo, talvolta profondamente, presenze nella stagione 2013/14) i sociale, dell’elogio dei quattro milioni il nostro paese, per il vantaggio delle l’inadeguatezza degli strumenti di bellissimi teatri, grandi e piccoli, così di partite Iva, del modello vincente del future generazioni e per gratitudine lettura e di intervento per cambiare, generosamente diffusi in ogni parte Nord Est, fabbrichette e capannoni nei confronti di quelle che ci hanno per migliorare la nostra società e il della Toscana. Un pubblico variegato, a pioggia sulla pianura padana. Per preceduto, lasciandoci un patrimonio rischio di cadere vittime di un senso di che è cresciuto nei numeri anche in quanto mi sforzassi di sciorinare cifre e unico sul pianeta. Per la stessa ragione impotenza diffuso, di generico distacco questi anni difficili, a riprova del fatto argomenti concreti, non c’era verso di ho accettato con entusiasmo l’offerta e disinteresse per l’altro o per la vita che lo spettacolo dal vivo è sentito farsi ascoltare. Scrivevo che il mondo della Fondazione Toscana Spettacolo collettiva sembra ogni giorno più come un antidoto alla crisi, come un dello spettacolo in Italia impiegava 250 di dirigere questa rivista, che nasce incombente. bisogno primario e non un lusso. mila persone, quanto all’epoca la Fiat, per celebrare i 25 anni di felice vita Questo è il mondo, questa è la realtà Una speciale attenzione vogliamo che aveva ricevuto decine di miliardi di della Fondazione, ma soprattutto per con cui dobbiamo misurarci. rivolgere ai non-spettatori, per aiuti di Stato, quando a cinema e teatro prepararne altri 25 ancora più felici. E il teatro? contagiarli col vizio del teatro, porta ne sarebbe bastata un’infima parte Cercando di evitare anche qui le Il teatro è una rappresentazione del di accesso fra le più efficaci per la per creare occupazione e ricchezza. retoriche del caso, la Toscana rimane mondo senza i limiti imposti dalla riflessione critica, lo scambio di Aggiungevo che ogni anno i teatri contenuti, il gusto della partecipazione. italiani raccolgono più spettatori del segue a pag. 15 segue a pag. 15 Il supporto privilegiato della rivista campionato di calcio di serie A, ma sarà quello digitale, con tutta la libertà nessun governo si era mai sognato di offerta dal web non vincolato da licenze immaginare per le compagnie teatrali proprietarie. C’è anche la versione le stesse facilitazioni, sgravi fiscali cartacea, per raggiungere il maggior e regimi di favore inventati invece numero di lettori: se il teatro – lo per la discutibile compagnia dei diceva Orson Welles – è un “divino presidenti dei club calcistici. Senza anacronismo”, il connubio con la carta contare che gli spettatori di teatro, a stampata non si può rescindere del differenza di quelli del calcio, tendono tutto. a non sfasciare i treni e a strappare le Siamo orgogliosi di aver affidato il seggiole e lanciarle in scena, anche progetto a Curzio Maltese, una delle quando lo spettacolo non è piaciuto. poche voci autorevoli della grande Ma ogni epoca ha le sue retoriche stampa italiana che si siano impegnate invincibili. Ora però i tempi sono ad approfondire i problemi e le enormi cambiati. I capannoni si sono svuotati potenzialità, culturali ed economiche, di come il famoso modello Nord Est, le un’eccellenza nazionale qual è il settore partite Iva diminuiscono ogni mese per dello spettacolo. l’effetto della crisi e la Fiat, incassati gli Ci saranno di volta in volta altri ultimi aiuti di Stato, ha chiuso i battenti collaboratori: critici, giornalisti, e trasferito le produzioni altrove, disegnatori e persone di cultura che cambiando perfino nome. Quindi tutti osservano il teatro con lo sguardo si sono messi di colpo a scoprire che appassionato e “ingenuo” di chi fa un “la cultura è il petrolio dell’Italia”. Sono altro lavoro. soddisfazioni, per quanto poi nella La contaminazione è una delle anime realtà concreta non sia cambiato nulla. del progetto, contaminazione fra I governi continuano a tagliare fondi culture, punti di vista, discipline per la cultura, la ricerca e l’istruzione, artistiche. Ci occuperemo di teatro e ma almeno stavolta se ne vergognano. musica, teatro e cinema, teatro e arte Gli addetti allo spettacolo in Italia contemporanea, teatro e cibo, teatro rimangono 250 mila e altrettanti e… vita. lavorano nel settore dei beni culturali e In una società sempre più modellata del turismo. Quando in Francia queste sulla fiction, il teatro con la sua fisicità cifre si possono moltiplicare per due e fatta di polvere, sudore, rapporto fra in Germania per tre. Il petrolio italiano artisti e pubblico non imitabile e non continua a rimanere in fondo al pozzo. riproducibile, può rappresentare uno Potrei fare sul tema della cultura ignorata, dei beni disastrati, del teatro segue a pag. 15

1 foto di Claudio Iannone

2 Gabriele Salvatores si confessa: “Torno al teatro, che resti un segreto” L’artista Premio Oscar racconta la sua lunga ed eclettica carriera di Curzio Maltese

Un ventenne di oggi non lo crederà, la Toscana in lungo e in largo, come Giorgio Strehler è stato il suo maestro genere del tutto nuovo. ma i terribili anni di piombo, i Settanta, abbiamo fatto per anni con l’Elfo. Ma al Piccolo. Che cosa ricorda di furono in realtà bellissimi. Una stagione soprattutto mi manca la presenza fisica quell’insegnamento? Nell’era di internet com’è cambiato il di passioni non soltanto politiche o degli spettatori. Quando esce un mio Tantissimo. Mi piace ricordare una teatro? forse, col senno di poi, soprattutto film mi nascondo spesso nelle ultime frase che mi ripeteva: “Posso insegnarti È l’arte che può meglio sfruttare di passioni che s’inventarono una file del cinema per vedere che effetto a scrivere, non a diventare un poeta”. le nuove tecnologie senza esserne giustificazione politica. Le uniche vere fa agli spettatori. Ma non è davvero la Ma poi aggiungeva: “Questo non cannibalizzata. Il teatro è spettacolo rivoluzioni dalla “generazione che ha stessa cosa. significa che non sia importante dal vivo e quindi insostituibile dalla perso”, come cantava Giorgio Gaber, si conoscere la grammatica”. tecnologia, come accade invece al materializzarono altrove, nell’arte, nel Lo spettatore di teatro diventa in cinema. Esiste da tremila anni ed teatro. Una di queste rivoluzioni felici qualche modo autore del testo. Una Quali sono gli spettacoli esisterà nei prossimi tremila. In più è e pacifiche si chiamava e si chiama possibilità che al cinema è negata. indimenticabili, quelli che l’hanno un lavoro collettivo, dove il pubblico ancora Teatro dell’Elfo. Sì, questo è uno dei fascini del teatro. formata come spettatore e regista? collabora di replica in replica a Il primo ricordo che ho di Gabriele La possibilità di rimettere mano Di sicuro quelli di Giorgio Strehler, in Salvatores è una serata di magia all’opera, sulla base della reazione del particolare i Brecht, così diversi dal surreale, a metà degli anni Settanta, pubblico. Alcuni spettacoli nascono in dogma dei Berliner. Poi Peter Brook, di nel centro sociale Macondo di via un modo e finiscono in un altro. Ricordo cui ricordo in particolare un’edizione Leoncavallo. Era stato chiamato le prime repliche di Vajont di Marco sconvolgente del Sogno di mezza estate Eravamo dei proprio così, Macondo, come il paese Paolini, bello ma ancora lontano dal al Lirico. Ma le vere folgorazioni furono inventato da Gabriel García Márquez capolavoro che è diventato in seguito. l’Orlando Furioso di Luca Ronconi rockettari falliti: in Cent’anni di solitudine ed era ancora in piazza del Duomo, un’emozione uno spazio di allegria e creatività, davvero indimenticabile, il bisogno di prima di essere travolto dalla violenza e naturalmente Le Théâtre du Soleil. dell’epoca. Io ero appena adolescente cambiare tutto ci fra gli spettatori e lui giovanissimo La Mnouchkine del È di quegli anni la sua collaborazione regista di uno spettacolo passato poi con Ariane Mnouchkine. Il teatro come veniva da lì alla storia, Comedians, con un gruppo festa, libertà assoluta d’espressione. di attori allora sconosciuti: Paolo Théâtre du Soleil Qualcosa che non s’era mai visto sulla Rossi, Claudio Bisio, . scena, un po’ come… riscrivere il testo e la regia. Internet Seguirono altri spettacoli straordinari, era una leader, Come vedere il primo Indiana Jones di moltiplica questo feedback. Già oggi come Chiamatemi Kowalski, apoteosi Spielberg? molte compagnie nuove usano la rete del talento di Paolo Rossi, del 1987. un collettore di per “consultare” il pubblico sulle Sembrava il naturale percorso di Ecco, come Spielberg al cinema. soluzioni sceniche. un nuovo maestro di teatro, ma energia: unica Indiana Jones o Jurassic Park che all’improvviso invece la magia svanì faceva rivivere i dinosauri dopo Il linguaggio della comunicazione com’era comparsa. Gabriele abbandonò milioni di anni. La meraviglia di cambia a ogni generazione. Nel la scena per darsi totalmente Ma era successo anche a noi con qualcosa che sembrava impossibile. teatro che è appunto arte millenaria all’avventura del cinema, che l’avrebbe Comedians. Lo vedo ancora oggi con gli Anch’io ho provato questi sentimenti i cicli creativi sono molto più lunghi. portato poco dopo all’Oscar con spettacoli dell’Elfo. guardando al principio il Théâtre Abbiamo parlato molto del teatro del Mediterraneo. Negli intervalli del du Soleil. È stato come assistere passato, ma lei come guarda al futuro montaggio di un nuovo film, Il ragazzo L’Elfo è diventato un’istituzione. alla prima festa da bambini, una sulle scene? invisibile, nelle sale a dicembre, Frost/Nixon, con Ferdinando Bruni meraviglia assoluta. È stato naturale Non è ancora cominciato il futuro. lo obbligo a parlare del suo primo ed Elio De Capitani, è stato uno degli chiedere subito un incontro con Viviamo ancora immersi nel teatro amore, il teatro. Non è una gran fatica, spettacoli più belli della stagione Ariane, scambiarci esperienze, attori, novecentesco che è stato segnato Salvatores ne aveva voglia da tempo. passata. Immaginava un cammino esperimenti. La Mnouchkine non era da una grande invenzione, la regia. L’ultima sua regia in teatro risale al così lungo quando nel ‘72 fondò una grande regista, come Peter Brook Prima non esisteva e comunque non 1989, a cavallo fra Marrakesh Express questa cooperativa di teatranti o Peter Stein, ma era una leader, un era centrale. In teatro le uniche figure e Turné, storia di due attori teatrali sessantottini con troppe idee e troppi collettore di energia, una figura unica. necessarie sono gli attori e almeno uno pochi soldi? Nessuno è stato capace di mischiare spettatore. Non è detto che la regia Certo che no. Ma approfitto tanti generi, teatro tradizionale, circo, sarà altrettanto importante in futuro. dell’occasione di questa rivista per marionette, teatro di strada, Commedia Mi rendo conto che da parte mia è un Senza i teatri ringraziare dopo tanto tempo i teatri dell’Arte, e al contempo di inventare un discorso un po’ autolesionistico. toscani, senza i quali l’Elfo non sarebbe toscani l’Elfo non mai nato. Furono gli unici a crederci, sarebbe nato: sono stati la nostra casa per sedici anni. Il collettivo autonomo teatrale era una delle principali attività della sua furono gli unici generazione, come si evince dai film di . Ma lo consiglierebbe a crederci ai ventenni di oggi che vogliono fare teatro? in tournée con Il giardino dei ciliegi, Lo consiglio di continuo ai giovani che è anche uno struggente congedo che vogliono fare teatro. È vero che da quel mondo. Ricordo che all’epoca l’epoca è cambiata, siamo tutti molto discutemmo della famosa lettera più individualisti, ma costruire dal nulla di Bulgakov a Stalin, quella in cui il una compagnia di giovani, allestire grande scrittore prega il dittatore, che uno spettacolo e sperare che qualcuno gli aveva proibito di pubblicare, almeno lo veda, questa secondo me rimane di farlo tornare al teatro, come autore, la strada migliore. Sono pochissimi regista o anche semplice tecnico, pur di i registi che si sono formati come poter respirare l’atmosfera della scena. assistenti di maestri e anche pochi gli attori giovani che sono riusciti a Sembrava impossibile che Salvatores farsi notare in una vecchia compagnia. si distaccasse dal teatro e invece sono Bisogna provarci, buttarsi, inventare. passati venticinque anni. Che cosa è successo? Allora avete inventato parecchio. Un Il fatto è che il cinema è una droga, ti nuovo teatro popolare. Da dove veniva assorbe completamente. All’inizio non questo bisogno di cambiare tutto? tornavo a teatro neppure da spettatore. Dalla politica, certo. Ma anche dalla Ora spesso, da spettatore, ma anche cultura del rock, del pop, fondamentale alle prove e finanche nei teatri vuoti, nell’estetica di quegli anni. Eravamo in soltanto per annusare la scena. fondo dei rockettari falliti.

È il segnale di un suo ritorno alla regia Quando ha cominciato ad andare a teatrale, dopo tanto tempo? teatro? Credo di sì. Dovevo trovare una grande Da piccolo. Studiavo dai gesuiti e idea e forse l’ho trovata, ma è un avevo un insegnante di francese che ci segreto. portava a vedere Racine e Molière.

Che cosa le manca di più del teatro? Dai gesuiti, non l’avrei mai Il lavoro con gli attori, che è immaginato... completamente diverso da quello Neppure io, ora. Per fortuna mio del set cinematografico. Mi manca la padre mi fece cambiare scuola prima tournée, la possibilità di girare l’Italia che rimbecillissi. E poi naturalmente con una compagnia di attori, città per cominciai ad andare al Piccolo a vedere

città. Tornare per esempio a battere gli spettacoli di Strehler. foto di Maurizio Buscarino

3 Il primo mi mostra tanti e poi tanti vari Il primo mi mostra tanti e poi tanti vari Il primo mi mostra tanti e poi tanti vari Il primo mi mostra tanti e poi tanti vari carat¬teri di persone, me li dipinge carat¬teri di persone, me li dipinge carat¬teri di persone, me li dipinge carat¬teri di persone, me li dipinge così al naturale, che paion fatti apposta così al naturale, che paion fatti apposta così al naturale, che paion fatti apposta così al naturale, che paion fatti apposta per somministrarmi abbondantissimi per somministrarmi abbondantissimi per somministrarmi abbondantissimi per somministrarmi abbondantissimi argo¬menti di graziose ed istruttive argo¬menti di graziose ed istruttive argo¬menti di graziose ed istruttive argo¬menti di graziose ed istruttive Commedie: mi rappresenta i segni, Commedie: mi rappresenta i segni, Commedie: mi rappresenta i segni, Commedie: mi rappresenta i segni, la forza, gli effetti di tutte le umane la forza, gli effetti di tutte le umane la forza, gli effetti di tutte le umane la forza, gli effetti di tutte le umane passioni: mi provvede di avfunimenti passioni: mi provvede di avfunimenti passioni: mi provvede di avfunimenti passioni: mi provvede di avfunimenti curiosi: m’informa de’ correnti costumi: curiosi: m’informa de’ correnti costumi: curiosi: m’informa de’ correnti costumi: curiosi: m’informa de’ correnti costumi: m’intruisce de’ vizi e de’ difetti che m’intruisce de’ vizi e de’ difetti che m’intruisce de’ vizi e de’ difetti che m’intruisce de’ vizi e de’ difetti che son più co¬muni del nostro secolo e son più co¬muni del nostro secolo e son più co¬muni del nostro secolo e son più co¬muni del nostro secolo e della nostra Nazione, i quali me¬ritano della nostra Nazione, i quali me¬ritano della nostra Nazione, i quali me¬ritano della nostra Nazione, i quali me¬ritano la disapprovazione o la derisione de’ la disapprovazione o la derisione de’ la disapprovazione o la derisione de’ la disapprovazione o la derisione de’ Saggi; e nel tempo stesso mi addita Saggi; e nel tempo stesso mi addita Saggi; e nel tempo stesso mi addita Saggi; e nel tempo stesso mi addita in qualche virtuosa Persona i mezzi in qualche virtuosa Persona i mezzi in qualche virtuosa Persona i mezzi in qualche virtuosa Persona i mezzi coi quali la Virtù a codeste corruttele coi quali la Virtù a codeste corruttele coi quali la Virtù a codeste corruttele coi quali la Virtù a codeste corruttele resiste, ond’io da questo libro raccolgo, resiste, ond’io da questo libro raccolgo, resiste, ond’io da questo libro raccolgo, resiste, ond’io da questo libro raccolgo, rivolgendolo sempre, o meditando¬vi, rivolgendolo sempre, o meditando¬vi, rivolgendolo sempre, o meditando¬vi, rivolgendolo sempre, o meditando¬vi, in qualunque circostanza od in qualunque circostanza od in qualunque circostanza od in qualunque circostanza od azione della vita mi trovi, quanto azione della vita mi trovi, quanto azione della vita mi trovi, quanto azione della vita mi trovi, quanto è assolutamente necessario che si è assolutamente necessario che si è assolutamente necessario che si è assolutamente necessario che si sappia da chi vuole con qualche lode sappia da chi vuole con qualche lode sappia da chi vuole con qualche lode sappia da chi vuole con qualche lode esercitare questa mia professione. Il esercitare questa mia professione. Il esercitare questa mia professione. Il esercitare questa mia professione. Il secondo poi, cioè il libro del Teatro, secondo poi, cioè il libro del Teatro, secondo poi, cioè il libro del Teatro, secondo poi, cioè il libro del Teatro, mentre io lo vo ma¬neggiando, mi fa mentre io lo vo ma¬neggiando, mi fa mentre io lo vo ma¬neggiando, mi fa mentre io lo vo ma¬neggiando, mi fa conoscere con quali colori si debban conoscere con quali colori si debban conoscere con quali colori si debban conoscere con quali colori si debban rappresentar sulle Scene i caratteri, le rappresentar sulle Scene i caratteri, le rappresentar sulle Scene i caratteri, le rappresentar sulle Scene i caratteri, le passioni, gli avvenimenti, che nel libro passioni, gli avvenimenti, che nel libro passioni, gli avvenimenti, che nel libro passioni, gli avvenimenti, che nel libro del Mondo si leggono; come si debba del Mondo si leggono; come si debba del Mondo si leggono; come si debba del Mondo si leggono; come si debba ombreggiarli per dar loro il maggiore ombreggiarli per dar loro il maggiore ombreggiarli per dar loro il maggiore ombreggiarli per dar loro il maggiore rilievo, e quali sien quelle tinte, che rilievo, e quali sien quelle tinte, che rilievo, e quali sien quelle tinte, che rilievo, e quali sien quelle tinte, che più li rendon grati agli occhi dilicati più li rendon grati agli occhi dilicati più li rendon grati agli occhi dilicati più li rendon grati agli occhi dilicati degli spettatori. Imparo in somma degli spettatori. Imparo in somma degli spettatori. Imparo in somma degli spettatori. Imparo in somma dal Teatro a distinguere ciò ch’è più dal Teatro a distinguere ciò ch’è più dal Teatro a distinguere ciò ch’è più dal Teatro a distinguere ciò ch’è più atto a far impressione sugli animi, a atto a far impressione sugli animi, a atto a far impressione sugli animi, a atto a far impressione sugli animi, a destar la maraviglia, o il riso, o quel tal destar la maraviglia, o il riso, o quel tal destar la maraviglia, o il riso, o quel tal destar la maraviglia, o il riso, o quel tal dilettevole solletico nell’uman cuore, dilettevole solletico nell’uman cuore, dilettevole solletico nell’uman cuore, dilettevole solletico nell’uman cuore, che nasce principalmente dal trovar che nasce principalmente dal trovar che nasce principalmente dal trovar che nasce principalmente dal trovar

di Dario Fo, La Monaca di Monza di The history boys di Alan Bennet, lo Giovanni Testori e soprattutto nel 2007 scrittore inglese di cui la prossima il poderoso Angels in America, dalla stagione De Capitani-Bruni in scena e saga di Tony Kushner, autentica summa alla regia faranno Il vizio dell’Arte, dopo Quegli Elfi milanesi degli anni Ottanta che si interroga il successo di Frost/Nixon dell’anno sul senso del nostro tempo, a partire scorso. “Il nostro sogno fin dall’inizio dalla liberazione sessuale e dall’incubo era di fare una nostra Schaubuhne, dell’Aids, cui seguiranno incursioni il grande teatro pubblico di Berlino, 40 anni e non sentirli in altre drammaturgie sfrenate e multisala, forte di un repertorio di Anna Bandettini turbolente, con Thomas Bernhard classico e contemporaneo, centro di (L’ignorante e il folle), Sarah Kane cultura attiva – dice De Capitani –. (Blasted), Mark Ravenhill (Shopping & Questo progetto è stato una spinta fucking). fortissima in questi 40 anni e più. Oggi Nella storia del teatro oltre agli attori, firma il Sogno di una notte d’estate, Nel marzo 2010 quando il Teatro possiamo dire di avercela fatta e il ai registi di talento, ci sono i luoghi che, Shakespeare in un musical rock che dell’Elfo si sposta nel Teatro nostro impegno è un altro: lasciare in attraverso quegli artisti, hanno svolto totalizza qualcosa come 200 mila Puccini, in centro a Milano, un ex consegna tutto questo, darci da fare un ruolo importante nel cambiamento, spettatori, risulta chiaro che l’Elfo non cinema ristrutturato con tre sale con progetti che coinvolgano giovani nelle battaglie culturali, nel diventare è solo una novità organizzativa ma un tecnologicamente avanzate, foyer artisti. Pensare al domani”. propulsori di novità produttive. Il nuovo modo di essere “luogo d’arte”, e caffetteria, non si tratta solo di Teatro dell’Elfo è sicuramente uno di un ambiente ricco di identità dove oltre un trasferimento: l’Elfo diventa in questa pagina (foto Maurizio Buscarino): questi. La sua genealogia si radica a Salvatores emergono le personalità “Impresa Sociale”, la prima istituzione in alto il gruppo al gran completo di nella Milano, a cavallo tra gli anni artistiche di Ferdinando Bruni e Elio De teatrale italiana ad aprire a questo Comedians; si riconoscono da sinistra Settanta e Ottanta, quando la città era Capitani. E proprio quest’ultimo nell’82 rivoluzionario modello d’impresa, e sul Renato Sarti, Gigio Alberti, Gianni Palladino, la mecca del teatro alternativo in Italia, dirigerà un lavoro destinato a rimanere piano artistico si allarga su orizzonti Claudio Bisio, , Bebo Storti e ambiente fervido di creatività diffuse, nella memoria, Nemico di classe di artistici meno polverosi e più attuali per Silvio Orlando; sotto Rossi e Bisio di nuovi spazi nei centri sociali o in ex Nigel Williams, che lancia Paolo Rossi guardare al presente. Nasce così il cult nelle pagine precedenti: Gabriele Salvatores cinema riadattati, da dove parte una e Claudio Bisio. Tre anni dopo, sarà un di questi anni firmato a quattro mani da sul set in una foto recente e insieme ai nuova generazione di artisti che, per altro successo, Comedians, che a sua Bruni e De Capitani, la premiatissima suoi attori al tavolo di lavoro ai tempi intelligenza, tecnica, invenzione, dura volta laurea una intera generazione di commedia sul confronto generazionale dell’esperienza con il Teatro dell’Elfo ancora oggi. comici, Bebo Storti, Antonio Catania, Gabriele Salvatores e il gruppo di Silvio Orlando, Gianni Palladino, Gigio amici – Corinna Agustoni, Ferdinando Alberti, ad aprire un altro capitolo Bruni, Cristina Crippa, Elio De Capitani, Ida Marinelli e Luca Toracca – con cui nel ‘72 costituisce il Teatro dell’Elfo, in quel momento sono ex studenti autodidatti; da subito fanno teatro Il “Sogno” contro il teatro, contro la rete delle convenzioni, per stare fuori dalla totalizzò 200 mila tenaglia degli spettacoli commerciali e dell’egemonia culturale del Piccolo di Giorgio Strehler. Il compito non è dei spettatori: e fu più facili, ma Salvatores & compagni sono bravi nel porsi come lo specchio chiaro che era affidabile e creativo della generazione post Sessantotto di cui incarna valori, nato un fenomeno ribellioni, sogni. Spettacoli come 1789: scene dalla rivoluzione francese, Pinocchio Bazaar, Le mille e una notte, segnando l’addio di Salvatores al teatro. tutti diretti da Salvatores, conquistano “A quel punto a tenerci insieme, la tra i Settanta e gli Ottanta, non a caso saldatura, fu il teatro”, racconta oggi un consenso enorme. De Capitani. E il rafforzamento nel E che quello degli “elfi” non sia solo ‘92 dall’unione con il Porta Romana, slancio giovanile, lo si capisce nel fa il resto: insieme costituiscono 1978: entrano in un ex cinema di via Teatridithalia con cui Milano Ciro Menotti dove “prendono casa” guadagna un polo teatrale solido per sul modello del Piccolo Teatro, cui la drammaturgia contemporanea, polemicamente si ispirano. L’esperienza interdisciplinare, aperto alle nuove di radicamento di una compagnia tendenze internazionali, una istituzione “privata” è un’avventura, una cosa culturale riconosciuta, ricompattata completamente nuova nel panorama del intorno alla guida della coppia De teatro italiano che in quel momento a Capitani-Bruni e a spettacoli come Milano si propaga diversamente anche I turcs tal friul di nelle storie del Salone Pierlombardo con le musiche di Giovanna Marini, (oggi Franco Parenti) e del Porta Zoo di vetro di Tennessee Williams, Romana. E quando nell’81 Salvatores Morte accidentale di un anarchico

4 IL TEATRO E LA MUSICA AAA cercasi casa per il teatro musicale di Nicola Piovani

Il teatro, in Italia, non gode di buona rivolta soprattutto all’allora sindaco parlata, che rinnovi i titoli, che impieghi stima fra gli intellettuali, i politici, le Alemanno. Nell’articolo si leggeva: orchestre piccole, agili, giovanili, classi dirigenti: capita spesso di sentire “Da un po’ di tempo il meraviglioso che punti alla produzione di opere qualcuno che dice “io non vado mai Teatro Valle di Roma sta passando musicali nuove, italiane o tradotte, a teatro”, vantandosene. Sia chiaro, per vie travagliate sotto le nuvole di con lunghe teniture. Naturalmente il l’analfabetismo è un diritto civile, in un futuro incerto, e in questi giorni teatro musicale, affidato alla logica ogni campo: ognuno è libero di non è generosamente occupato da artisti del privato puro, è condannato a ascoltare musica, non leggere libri, non che intendono difenderlo da ipotesi di mettere in scena solo repertorio comico frequentare musei. destinazioni equivoche. Pervasi come brillante e a ricorrere a interpreti Ma farsene un vanto mi pare un siamo da un rassegnato pessimismo in di richiamo televisivo. Un teatro gesto di arrogante ignoranza. Nel cui rischiamo di cronicizzarci, ripetiamo musicale incentivato da interventi nostro paese pochi si vanterebbero di spesso che, per affrontare bene certe pubblici potrebbe invece risultare non non conoscere i film di Kiarostami o gestioni, bisognerebbe che si togliesse troppo costoso, diventare un punto di Kubrick, di non mettere piede a mostre di mezzo la politica. Questo perché aggregazione importante per il pubblico di impressionisti e espressionisti, di intendiamo ormai la politica nel senso della città, permettere di sperimentare non leggere né Saramago né Tolstoj. più misero della parola: clientele, nuove forme teatrali, impiegare E chi non ha mai letto I demoni di lottizzazioni, protezioni. Il teatro nuove leve di musicisti sfornati dai Dostoevskij tace la propria lacuna con italiano invece avrebbe bisogno proprio conservatori e, perché no, riscoprire un po’ di vergogna. E invece si pensa di della politica; di una legge scritta da titoli sorprendenti di quel repertorio Pianista, direttore d’orchestra, poter fare giocondamente a meno delle politici competenti e ben consigliati, malvisto che è l’operetta italiana. Roma, compositore di musica per il cinema e il rappresentazioni di Euripide, Goldoni, che abbiano l’amore per l’articolo, come secondo me, avrebbe bisogno di un teatro, di canzoni, di musica da camera Pinter, Eduardo. Questo probabilmente dicevano un tempo i bravi artigiani. teatro musicale, e il Valle ne sarebbe la e sinfonica. Ha scritto partiture per più accade perché la nostra cultura Questa legge è attesa come il Messia, sede perfetta. Giro il consiglio ai nostri di 150 film collaborando fra gli altri con nazionale, dal dopoguerra in poi, ha ma viaggia coi tempi del ponte sullo pubblici amministratori”. Fellini, Bellocchio, Monicelli, Taviani, sviluppato una potente cinematografia, Stretto. I parlamentari italiani, si sa, I pubblici amministratori di allora Moretti. Fuori d’Italia ha lavorato, fra gli con risultati di eccellenza planetaria, e non sono abituali frequentatori di non replicarono, né io me l’aspettavo altri, con Bigas Luna, Jos Stelling, John questo ha fatto sì che l’attività teatrale teatro, a meno che non si tratti di sia chiaro, sicuramente concentrati Irvin, Philippe Lioret, Luis Sepúlveda. diventasse un’attività succedanea, grandi eventi. E torniamo al Valle, il su questioni più importanti, né ebbi Nel 1999, con la musica de La vita è riservata a quegli artisti che non sono cui attuale edificio fu inaugurato nel commenti dagli occupanti. A giugno bella di Benigni, ha vinto il premio riusciti a sfondare nel cinema – ieri – e 1822 non con uno spettacolo di prosa, del 2013 fu eletto il nuovo sindaco di Oscar. Attivissimo in teatro: nel 1990 nella televisione – oggi. Questo ma con un’opera musicale: Il corsaro di Roma, Ignazio Marino. Di lì a poco fonda La Compagnia della Luna vale per molti, ovviamente non per Filippo Celli. Il Valle è infatti un luogo pensai bene di riproporre l’articolo sulla insieme a Vincenzo Cerami e Lello tutti. adattissimo a spettacoli musicali: ha destinazione del Teatro Valle, e ancora Arena; crea, tra l’altro, la commedia Ma, all’interno del pregiudizio un grande palcoscenico, una buona una volta Il Messaggero generosamente musicale I sette re di Roma (1989) di nazionale verso il teatro, vive un altro buca d’orchestra e un’acustica di lo ospitò. Ma neanche stavolta la mia Luigi Magni e Pietro Garinei e Concha pregiudizio insidiosamente persistente: pregio – solo in parte compromessa proposta suscitò qualche interesse Bonita (2002) per il Théâtre de Chaillot il pregiudizio verso il teatro musicale, dai restauri. Si presterebbe bene a dell’amministrazione capitolina. Da di Parigi. Si ricorda la collaborazione ben saldo anche in chi milita nel teatro essere programmato come teatro poche settimane il “problema” del con Fabrizio De André per due album. di prosa. Non vorrei sbagliare, ma credo musicale. Non mi riferisco al teatro Valle è stato, diciamo così, risolto. Lo Nel 2008 è stato nominato Chevalier che in passato abbiamo addirittura lirico, specializzato in melodrammi gestirà il Teatro di Roma e i dirigenti dans l’ordre des Arts et des Lettres dal avuto delle normative nazionali che del passato, titoli antichi, allestimenti lo destineranno a quel che meglio ministro francese della Cultura. Lavori penalizzavano il teatro con musica, impegnativi, grandi cori, poche crederanno. Da parte mia non posso recenti: il preludio sinfonico Sarajevo genere che veniva rubricato tout repliche, biglietti costosi. E nemmeno che rinnovare i consigli che ho dato commissionato dall’Orchestra Sinfonica court come teatro di rivista, teatro mi riferisco al teatro leggero o fatuo, in passato e che sono qui su questa Nazionale della Rai in occasione del commerciale, d’intrattenimento. come ironicamente definiva il suo rivista a disposizione di chi vorrà centenario della Prima Guerra Mondiale Qualcuno dice “teatro d’evasione” (un Sistina Pietro Garinei. Mi riferisco interessarsene. e le musiche di scena de La dodicesima tipo di spettacolo che riserverei agli invece a un teatro in cui abbia un ruolo Anche se non credo che siano maturi notte di Carlo Cecchi. Ha recentemente ergastolani, che l’evasione hanno il fondamentale la musica, che metta in i tempi, e l’operetta italiana dovrà pubblicato La musica è pericolosa diritto di sognarla). campo sia il canto sia la recitazione aspettare ancora un bel po’. (Rizzoli, 2014). Questa diffidenza per il teatro con musica nasce probabilmente dal fatto che il nostro bel paese ha sulle spalle l’immensa e miracolosa tradizione dell’opera, del melodramma, che ci ha lasciato capolavori magnifici sui quali ancora si fonda gran parte del rispetto mondiale per il made in Italy. Basta osservare quanta ammirazione popolare suscita una Traviata a Tokyo, un Barbiere a New York o un Gianni Schicchi nelle Fiandre, per capire la potenza dell’opera di casa nostra. Questo ha fatto sì che il teatro musicale in Italia fosse sacralizzato e relegato alla gestione degli enti lirici, quelli che per vezzo molti chiamano “carrozzoni”, apparati ben attrezzati a riproporre repertorio antico – una ventina di titoli, sempre più o meno gli stessi, una decina di autori – ma poco attrezzati a Simlinger Wolfgang © WienTourismus, creare nuovo repertorio come facevano la Scala, il San Carlo o il Costanzi fino agli anni Venti. Questa premessa è per dire che se oggi uno prova a consigliare ai gestori di un teatro stabile una buona messa in scena de Il paese dei campanelli lo prendono come un provocatore che propone sottocultura. È ben radicata la discutibile convinzione che ci sia più arte e più “cultura” in Sturm und Drang di Friedrich Maximilian Klinger che nelle talentose operette di Lombardi & Ranzato. A giugno del 2011 a Roma è stato occupato da alcuni intraprendenti giovani teatranti il Teatro Valle. Scopo dell’occupazione era scongiurare che fosse trasformato in un bingo, o un supermercato o un ristorante – almeno così si diceva – e molti di noi che nei teatri lavorano, hanno moralmente sostenuto l’iniziativa. Dopo qualche giorno scrissi una nota su quella che secondo me sarebbe la destinazione ideale di quello spazio, e Il Messaggero di Roma la pubblicò gentilmente in prima pagina. Era un’indicazione

a lato il Theater an der Wien e sotto il Teatro Valle occupato

5 La Bottega Teatrale di Gassman Momenti di gloria a Firenze Alvaro Piccardi, tra i primi docenti, racconta quei giorni memorabili di Roberto Incerti

Formidabili quegli anni per il grande Alvaro Piccardi, la sua prolungata come lui era capace di insegnare le Quirino, e fu un successo clamoroso. teatro a Firenze. La città negli anni presenza alla Bottega è stata aperture del verso e delle frasi: su Lo spettacolo era doloroso e forte, ma Ottanta e Novanta – ma già prima fondamentale. questo era veramente esigente. Partiva anche leggero e divertente, per me grazie alla prestigiosa Rassegna Sono stato uno dei primi docenti. Io e da qui per arrivare poi alla complessità un’esperienza straordinaria. Internazionale dei Teatri Stabili – era Vittorio Gassman eravamo molto amici, dell’interpretazione. una delle capitali del teatro. Qui erano lui aveva visto tutti gli spettacoli del Un’ultima considerazione sulla di casa Giorgio Strehler e Paolo Poli, Gruppo della Rocca e mi stimava molto. È vero che insegnanti ed allievi Bottega. Carmelo Bene e i Magazzini Criminali, Fu lui evidentemente a volermi come cenavano insieme? La Bottega è stato un avvenimento Leo De Berardinis e i Krypton, Eduardo docente. Facemmo un saggio finale Certo, ogni cena era un modo per importante per la cultura a Firenze, De Filippo e la Societas Raffaello insieme. Lui lavorò su Alfieri e io su conoscere meglio Vittorio, per ma ebbe anche grande importanza Sanzio. Per un breve periodo, agli inizi Perelà di Palazzeschi. penetrare nella sua storia e nella a livello nazionale. Si è indicata una degli anni Ottanta, nell’Oltrarno di sua arte, entrare ancor di più nel suo strada: la trasmissione del sapere via Santa Maria trovò casa il grande Ci può regalare un suo ricordo mondo ricco di intelligenza e ironia, teatrale da parte di coloro che di teatro maestro Tadeusz Kantor col suo teatro personale di Vittorio Gassman? quest’ultima dote molto rara in Italia. vivevano, lo facevano, ne conoscevano della morte, col suo Cricot 2. Dopo Vittorio era un uomo di grande bravura Spesso si andava alle Mossacce, in a fondo meccanismi e pratiche. Da aver conquistato il mondo con La ed intelligenza. Lui era un magnifico pieno centro storico, vicino a piazza lì prese corpo un modo di pensare classe morta (vista anche a Firenze) attore tragico e al cinema scoprì l’altra San Firenze. e di fare teatro legato a una grande il maestro polacco creò proprio nella parte della sua personalità di attore, tradizione. Un dialogo costruttivo con nostra città il memorabile Wielopole quella comica, che ebbe modo di Ci racconti di quella volta che Vittorio la migliore tradizione è la premessa Wielopole. Subito dopo l’esperienza esprimere in film capolavori come Il Gassman litigò furiosamente con per gettare le basi di un’autentica di Kantor nacque un’altra esperienza sorpasso e Brancaleone. Ma nella vita Carmelo Bene. ricerca innovativa. La cultura teatrale memorabile: la Bottega Teatrale di Vittorio possedeva una grande dote: In quegli anni Carmelo venne a recitare italiana è ricca del grande valore della Firenze, scuola di recitazione fiorentina l’ironia. Passare una serata con lui era a Firenze: Alessandro Gassmann, figlio tradizione: noi abbiamo inventato la fondata nel ‘79 dal mattatore Vittorio davvero stimolante e divertente. A di Vittorio ed allievo della Bottega, lo Commedia dell’Arte, poi con Goldoni Gassman. La Bottega si occupava di lui probabilmente la cosa che piaceva andò a salutare in camerino. Carmelo è stato esplorato il rapporto fecondo formare e preparare giovani attori di più del Gruppo della Rocca era Bene sparò a zero sulla Bottega, e con la società e il realismo che la provenienti da tutta Italia. Aveva sede proprio il lato grottesco, la capacità di naturalmente Alessandro ne parlò racconta. Secoli dopo Pirandello ha ancora una volta in via Santa Maria contaminare la tragedia con l’ironia. al padre. Pochi giorni dopo Carmelo analizzato il confine fra personaggio 25, in Oltrarno, nella sala teatrale oggi Amò molto il mio primo lavoro di Bene tenne una conferenza stampa e interprete, che è la zona più chiamata Goldonetta. regista, Il concerto di Renzo Rosso, per un suo spettacolo. Vittorio ed io ci interessante e rischiosa del teatro La Bottega andò avanti, prima con in cui si raccontava dei contrasti fra sedemmo in ultima fila. Ad un certo moderno contemporaneo. In quegli anni grande nobiltà e poi con qualche un’orchestra ed il suo direttore. Erano punto Gassman si alzò in piedi e disse: a Firenze vennero gettate le premesse miseria, fino al 1993. gli anni in cui Federico Fellini fece il “Carmelo, stai dicendo stronzate!”. perché prendessero corpo linee e Certo è che gli anni di Vittorio e film Prova d’orchestra e si disse che Ne seguì un conflitto verbale anche tendenze che facendo leva sulle doti della Bottega hanno rappresentato venne influenzato proprio da quel testo. violento... Ma i due in fondo si e l’esperienza di grandi personaggi per Firenze un momento irripetibile. stimavano molto. hanno permesso poi lo sviluppo di un Oltre ad aver forgiato tanti attori, Cosa le disse Gassman quando la didattica ricca e articolata. Firenze quest’ultima richiamò a Firenze – che chiamò alla Bottega? Veniamo alla tragica serata del 19 in quel periodo era attenta a queste nell’86 fu anche Capitale europea Mi disse: Alvaro, trasmettere ai giovani febbraio ‘86. A Siena debuttò lo sollecitazioni culturali, ne registrava della cultura – moltissime celebrità l’arte del teatro per noi è un dovere. spettacolo della Bottega – prodotto l’importanza, ne favoriva e promuoveva del teatro e del cinema, impegnate A quei tempi, infatti, l’unica grande dal Teatro Regionale Toscano – I la nascita e il concreto evolversi. come insegnanti dei vari corsi: Giorgio scuola di teatro era l’Accademia d’Arte Albertazzi che è stato vicedirettore, Drammatica. Così nacque la Bottega. misteri di Pietroburgo con Adolfo Orazio Costa, Ettore Scola, Alvaro La inaugurammo proprio io e Vittorio. Celi protagonista insieme agli allievi. Piccardi, Yves Lebreton, Siro Ferrone. Celi però quella sera fu ricoverato Sono poi stati grandi ospiti della Cosa insegnavate agli aspiranti attori? in ospedale e poco dopo morì: Bottega Teatrale Eduardo De Filippo, Vittorio era un insegnate puntiglioso, fu sostituito in scena da Vittorio Antoine Vitez, Andrzej Wajda, Jerzy bravo, precisissimo. Pur essendo un Gassman. Cosa accadde poi? Grotowski, Tadeusz Kantor, Anthony grande conoscitore della complessità Vittorio perse un grande amico, però Quinn, Jeanne Moreau, Vittorio del linguaggio teatrale, il suo volle fermamente che lo spettacolo Mezzogiorno, Guido Davico Bonino, insegnamento partiva dalle cose andasse avanti. Voleva sostituire Susi Cecchi D’Amico, , semplici, come l’esigenza di rispettare Adolfo con Villaggio, poi pensò a me, Ferruccio Soleri, Adolfo Celi, Giancarlo e far sentire la punteggiatura; nessuno che accettai. Lo facemmo a Roma, al Sepe. L’atmosfera era elettrizzante: basti pensare alle serate aperte dove nel piccolo spazio teatrale di via Santa Maria Vittorio Gassman recitava insieme ai suoi giovani allievi-attori, regalando alla città occasioni di spettacolo memorabili, a significare che la Bottega era molto di più di una scuola di teatro. Molti anche gli aspiranti attori fiorentini: fra questi occorre citare la carismatica Alessia Innocenti e Fulvio Cauteruccio, per anni colonna dei Krypton. Fra gli allievi del primo corso c’era quell’Amerigo Fontani che è stato poi fra i protagonisti del film Oscar di Benigni La vita è bella. Altra star uscita dalla Bottega è stato Alessandro Gassmann. Ed ancora Luca Lazzareschi, Sergio Basile, Beatrice Visibelli, Anna Maria Barbera, Antonio Latella. Occorre ricordare che le riunioni preliminari avvennero al Teatro della Pergola allora diretto da Alfonso Spadoni, mentre assessore alla cultura del Comune di Firenze era Franco Camarlinghi. Una dei capisaldi della Bottega Teatrale di Gassman è stato l’attore e regista Alvaro Piccardi, che ha debuttato in teatro a soli 13 anni con la compagnia di Ernesto Calindri ed è stato protagonista de L’isola del tesoro, uno dei primi sceneggiati televisivi. Dal ‘69 all’80 è stato socio della compagnia Gruppo della Rocca – uno dei rari casi di autogestione teatrale in Italia, un vero collettivo di lavoro dove le decisioni venivano discusse e prese in assemblea – ed ha partecipato a spettacoli memorabili come Perelà di Palazzeschi, Candido di Voltaire e Clizia di Machiavelli. E proprio alla Bottega nei primi anni Ottanta ha iniziato la sua attività di docente di teatro. foto di Paolo “Felix” Felicetti

6 Quella volta che Vittorio...

Era il 1993, la Bottega era stata spostata nel fatiscente Cinema Arena Giardino Colonna. Un Vittorio Gassman non allegro, pensieroso, con gli occhi stanchi che miravano altrove, quando gli chiesi: “Ma è vero che a lei piacerebbe creare a Firenze, in Oltrarno, una città del teatro fra Goldoni e Goldonetta?”, improvvisamente si illuminò. E mi rispose: “Città, città... Diciamo una cittadella del teatro, simile a quella che ha fatto Peter Brook a Barcellona”.

“La Bottega Teatrale fu un momento straordinario, per Firenze e per il teatro”. Le parole sono del grande attore Giorgio Albertazzi, che però ha un sassolino nella scarpa: “In realtà doveva chiamarsi Bottega Teatrale Albertazzi-Gassman, poi, non mi ricordo perché, fu chiamata la Bottega Teatrale di Gassman: nessun rimpianto, anzi gioia, perché io credo che il mio contributo sia stato comunque importante”.

Ricorda sorridendo Alessandro Gassmann: “Che gioia quei giorni alla Bottega. Noi allievi eravamo un gruppo, una famiglia. Per pranzo quando si interrompevano le prove andavamo a mangiare in un bar in via dei Serragli: facevano ogni giorno un piatto fisso, magari una bella pastasciutta. Noi ci fidavamo: non chiedevamo neppure cosa c’era. Nel ricordo quei piatti erano buonissimi, li mangiavamo in piedi felici. In quel bar-ristorante sono nati i nostri sogni”.

Il regista Andrea Di Bari – allora giovanissimo – è stato il primo assistente di Gassman (dall’80 all’84). Ricorda: “Nei primi tempi veniva molto spesso a trovarci alla Pergola Roberto Benigni. Lui e Gassman, sia nella sede della Bottega che la sera al ristorante, erano soliti sfidarsi – coinvolgendo anche noi giovani – in duelli verbali fatti di giochi mnemonici, con i numeri, rime di ogni tipo. Alla fine tutti venivano eliminati e rimanevano soltanto loro due, che continuavano a dar vita ad uno spettacolo, senza fine”.

Quella sera del 19 febbraio 1986 Adolfo Celi assieme agli attori della Bottega doveva debuttare come protagonista ne I misteri di Pietroburgo. Il destino però fece un’altra scelta, perché il grande attore siciliano fu ricoverato in ospedale e poco dopo se ne andò. Lo sostituì lo stesso Vittorio Gassman con un’interpretazione magistrale e grottesca. Proprio quella tragica notte io ero ai Rinnovati di Siena, assieme all’amico e collega Gabriele Rizza. Alla fine dello spettacolo ci fu un rinfresco nel foyer del teatro a cui partecipò anche Gassman, che fu gentilissimo con tutti: da grande attore riuscì a mascherare il dolore per la perdita di un vero amico. Una curiosità: il manifesto dello spettacolo era viola e gli attori in scena 17, come diciassettesima era la produzione del Teatro Regionale Toscano. A volte si fa bene ad essere superstiziosi...

Nel 1988, a causa di lavori di ristrutturazione, la Bottega dovette abbandonare la sede storica di via Santa Maria. Poi, venuto a mancare il supporto del Comune di Firenze, la scuola venne spostata, provvisoriamente, prima al Cinema Arena Giardino Colonna di Firenze (oggi Cinema Colonna) e poi al Teatro Fabbrichino di Prato ma, dopo pochi anni dovette chiudere per mancanza di sovvenzioni. Senza più finanziamenti, l’allora direttore Vittorio Esposito (che veniva scherzosamente chiamato “l’altro Vittorio”) tentò di far proseguire la scuola, riuscendo ad organizzare un definitivo corso fra la fine del ‘94 ed il ‘96. Il corso iniziò a Firenze, in una sala privata in borgo San Frediano, e si concluse al Teatro Pacini di Pescia. (r.i.)

nella pagina accanto Vittorio Gassman e Adolfo Celi con gli studenti della Bottega Teatrale e in piccolo Alvaro Piccardi; in

questa pagina il Mattatore foto di Massimo D’Amato

7 IL TEATRO E LA CUCINA Versi euripidei con conigli, e poi c’è l’Etna di Fabio Picchi

Dal proscenio, con la parola e la furtivi nello scavalcare il muro di cinta memoria di un gesto sottratta all’idea di del loro teatro greco, a due passi dal tempo, in ogni presente che la fortuna centro del paese. In lontananza l’Etna, del vivere ci ha regalato sottraendoci opposto ad un dolcissimo tramonto La ricetta dalla falsità del quadrante frazionato, che ben illuminava incredibilmente un ecco che il teatro si dona, si cementa centinaio di conigli selvatici: in assenza con le gesta umane nelle loro molteplici di turisti, data l’ora occupavano gli epiche. Si fa strumento emozionale, spalti come muti spettatori della endorfinico, motivatore di saggezza, di meraviglia di quel luogo. pazienza, di disillusa ed imprescindibile lo, cuoco, vi confesso che sono tornato Passato di peperoni gialli onestà. Mia moglie, Maria Cassi, mi a quarantadue anni fa quando, giunto per 4 persone aveva convinto a scappare per due sulla sommità del vulcano siciliano, fui giorni dal nostro, ma più suo, Teatro accolto da un tavolo apparecchiato con del Sale e dal mio lavoro. Lei aveva una regolamentare tovaglia a scacchi finito due settimane di repliche con il rossi e bianchi ma, più che altro, da 4 peperoni totalmente gialli tutto esaurito del suo ultimo spettacolo un grande tegame dove un’altra santa (non olandesi) Attente al lupo. lo avrei abbandonato aveva cucinato quelle selvatiche carni 3 patate medie un figlio al comando delle mie cucine. con olive nere e un non niente di 1 cipolla rossa L’aereo ci avrebbe portato a Catania e, pomodoro. Un vero e proprio miracolo. 1 foglia di alloro noleggiando una macchina, avremmo Maria, mia moglie, invece, usando 1 carota media Fabio Picchi nasce fiorentino raggiunto Palazzolo Acreide per le sue arti sciamaniche come solo 1 grumolo di sedano il 22 giugno 1954, aspirando quarantotto ore di straordinaria “follia” gli artisti sanno fare, si è seduta con 1 bicchiere di olio extravergine immediatamente, per il labronico per la festa di San Paolo (andate su loro e, spronata da amici, ha parlato di oliva cognome, alla cittadinanza livornese. YouTube e capirete). Esplosioni, declamando e usando la sua memoria 1 litro di brodo vegetale Irrequieto nel suo percorso scolastico, bombe, fuochi d’artificio, scroscianti dei classici. Subito altra vita è corsa in 12 cubetti di pane fritto trova nei cinema pomeridiani e nei cascate multicolori di filamenti di carta quel luogo. Un brivido mi ha sorpreso e, 4 cucchiaini di parmigiano teatri serali felice soddisfazione e che esplodono in una interminabile per intima necessità, l’ho abbracciata. grattugiato profondo insegnamento. Passa dalla sequenza dalla facciata della basilica In quell’attimo, e solo in quell’attimo, facoltà di lettere per 5 minuti, e per 3 di San Paolo. Un intero popolo che la mia anima si è trattenuta da altre ore da scienze politiche. Trova lavoro si fa attore di una fede che non cede golosità. Come sanno bene tutti quelli nell’alba delle prime radio e televisioni niente al pittoresco, ma mantiene che frequentano il nostro teatro, dove Tritare finemente la cipolla, il sedano libere fiorentine fino alla nascita di l’essenza di una speranza del “tutti non a caso i soci cenano prima dello e la carota. Mettere a soffriggere il Giuditta, seguita poi da Giacomo, insieme appassionatamente”. Dove la spettacolo, noi apparecchiamo, con e battuto nell’olio e portarlo fino ad Giulio e Duccio. Si rifugia per 6 minuti concorrenza con l’altra parte della città per gli artisti, il più lungo dei nostri ottenere un bel color rame. Lavare nella ditta paterna annunciando poi che venera San Sebastiano riconferma, tavoli per condividerlo con loro, quando i peperoni ed eliminare i semi e le che avrebbe aperto un ristorante. con le mille parole dette, l’epicità della tutte le sere il metaforico sipario si pellicole che si trovano all’interno. Fu così che l’8 settembre del 1979, battaglia fra le due frazioni che, non chiude. Maria ed io saremmo rimasti lì Mettere a cuocere insieme alle patate dandosi una forte manata sulla fronte, incontrandosi, comunque si parlano all’infinito su quei teatralissimi gradini quando il soffritto è pronto, e fare entra nel mondo adulto con il suo con le reciproche e lontane festività da di pietra. Ma non ci portò via la fame, bollire aggiungendo acqua sino quasi Cibrèo. Dopo l’incontro con sua moglie, sempre e per sempre. bensì la voglia di sedersi intorno ad un a sommergere il tutto per circa 45 l’attrice, autrice-regista, Maria Cassi, Così come le polpettine di carne e gli altro tavolo dove avremmo commentato minuti. Terminata la cottura, passare al nel 2003 fonda con lei il Teatro del arancini di Gianni ed Eros e i mille per tutta la sera lo spettacolo appena passaverdura, avendo cura di eliminare Sale inaugurando una nuova stagione cibi mangiati nella loro trattoria del visto, e dove ci stavano aspettando tutte le bucce, poi frullarlo con un mixer di condivisa creatività che trova nel Gallo. Cibi che, come comprimari, ancora: “al Gallo”, con trippe, acciughe, ad immersione per circa 10 minuti, mensile Ambasciata Teatrale un si intervallavano alle esplosioni e ravioloni con ricotta e il sugo di un correggendolo di sale e unendo il ulteriore luogo d’incontro culturale. alla cassatine che mani generose maiale e altri mille cibi e racconti brodo vegetale per portarlo alla giusta di madri e sorelle ci obbligavano ad bagnati con del vino rosso e gazzosa e densità. Se i peperoni presentano un assaggiare insieme alle straordinarie da un bellissimo regalo di un produttore eccesso di acidità (soltanto in questo granite, ai cannoli e a tutto lo che ci ha raggiunto con la solita caso e non se sono dolci), aggiungere zucchero che riuscite ad immaginarvi. generosità siciliana, facendoci bere un bicchiere di latte. Servire ben caldo Un sovradosaggio assolutamente un Archimede 2011 della Marabino guarnito di crostini, ricavati da pane meraviglioso. un raffinatissimo Nero d’Avola. Alla bianco tagliato a cubetti e fritto in olio Ecco così a fine pomeriggio, sia fine siamo andati a dormire felici, extravergine di oliva, un cucchiaino per passione per ogni teatro che perché sapevamo che il giorno dopo di parmigiano a lato e un filo di olio a incontriamo, ma anche nell’inutile Marzamemi ci stava aspettando con le crudo. un momento della festa di San Paolo a tentativo di limitare pericolosi picchi sue spettacolari architetture di vecchie Palazzolo Acreide; nella pagina accanto il glicemici, con amici siamo arrivati tonnare, giovani e antichi ristoratori. © Cibrèo Teatro Quarticciolo di Roma foto di Sebastiano Puccio

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