Tesi Di Dottorato Di Ricerca Il Monastero Della Visitazione

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Tesi Di Dottorato Di Ricerca Il Monastero Della Visitazione DIPARTIMENTO DI STUDI STORICI CORSO DI DOTTORATO IN STUDI STORICI E DOCUMENTARI (ETÁ MEDIEVALE, MODERNA, CONTEMPORANEA) XXVIII CICLO TESI DI DOTTORATO DI RICERCA IL MONASTERO DELLA VISITAZIONE DI MILANO (XVIII-XIX SECOLO). RELIGIONE, POLITICA, SOCIETÁ SETTORE SCIENTIFICO DISCIPLINARE M-STO/07 Dott.ssa Daniela Sora Matricola: R09936 Tutor accademico Chiar.ma Prof.ssa Paola Vismara Tutor esterno Chiar.mo Prof. Giuliano Ferretti- Université Grenoble Alpes Coordinatore Chiar.mo Prof. Vittorio Criscuolo A.A. 2014-1015 Introduzione Il presente lavoro di ricerca ha preso spunto inizialmente da un capitolo di tesi di laurea magistrale in scienze storiche relativo al monastero della Visitazione di Milano. In seguito, viste l’abbondanza di materiale archivistico e la sua varietà, alla ricerca è stata data una maggiore ampiezza e organicità, elaborando un progetto che ha costituito con poche variazioni la struttura portante della presente tesi di dottorato1. Il titolo scelto, “Il Monastero della Visitazione di Milano (XVIII-XIX secolo). Religione, politica, società”, indica in sintesi i nuclei principali della ricerca stessa che corrispondono in maniera abbastanza precisa ai vari capitoli nei quali è suddiviso il lavoro. Il caso di studio preso in considerazione è il monastero della Visitazione di Santa Sofia a Milano; si tratta di un monastero femminile di clausura fondato nel 1713 e tuttora esistente il cui archivio, pur se non perfettamente riordinato, presenta però una certa continuità e ampiezza del materiale documentario anche per il fatto di non avere subìto spostamenti o traslochi obbligati tra Sette e Ottocento. Uno degli aspetti più interessanti che hanno motivato la decisione di occuparsi di Santa Sofia, è stato il fatto che si tratta di un unicum dal momento che fu l’unico monastero contemplativo milanese, per di più di un ordine d’oltralpe, sopravvissuto ai difficili rivolgimenti storico-politici a cavaliere tra XVIII e XIX secolo. La consapevolezza di trovarsi di fronte a un’eccezione, nel quadro delle riforme teresiano-giuseppine, rivoluzionarie e, almeno in parte, unitarie, ha orientato il lavoro di ricerca in maniera abbastanza chiara, indirizzandolo in primo luogo alla scoperta delle ragioni che permisero la sopravvivenza e la continuità di Santa Sofia sino ai nostri giorni. La scelta di condurre un’analisi storica inerente a un monastero visitandino a Milano si collega inoltre alla ripresa, avvenuta negli ultimi anni, degli studi relativi all’ordine della Visitazione, in particolare in area francese e italiana. La bibliografia recente 1 Colgo l’occasione per ringraziare, e rendere omaggio alla Professoressa Paola Vismara che per prima mi ha aiutata nella scelta e nell’elaborazione del progetto di ricerca sul quale ho lavorato, nel corso del mio dottorato, sotto la sua guida sicura e puntuale. La sua malattia e la morte prematura non hanno d’altra parte impedito di collaborare con lei fino all’ultimo giorno in un appassionante cammino di approfondimento scientifico rigoroso e di crescita umana. Il presente lavoro è, per ciò che può valere, dedicato innanzi tutto alla sua memoria affettuosa. Ringrazio inoltre il Professor Giuliano Ferretti, mio secondo tutor, dell’Université Grenoble Alpes per il prezioso aiuto nel corso del lavoro e in particolare nella sua fase conclusiva. I (specialmente per il caso milanese) non è forse eccessivamente estesa, ma fondamentali sono risultati i lavori di Dompnier, Julia, Henneau, Vismara, Nanni, Lupi e altri studiosi europei diversi dei quali sono stati raccolti e pubblicati negli atti relativi ai convegni tenutisi ad Annecy nel giugno 1999 e 20102. L’interesse per l’ordine della Visitazione è d’altra parte di lungo corso nel quadro dei più generali studi di storia moderna e religiosa relativi alla Riforma cattolica europea. La ricerca è stata condotta, oltre che sulle carte conservate presso l’archivio del monastero della Visitazione di Milano anche sui documenti custoditi presso l’Archivio Storico Diocesano di Milano, l’Archivio di Stato di Milano, la Biblioteca Ambrosiana, l’Archivio Storico della diocesi di Como in deposito presso la Fondazione Centro Studi “Nicolò Rusca” a Como, l’Archivio Opera Pia Visconti di Modrone in deposito presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l’Archivio Segreto Vaticano, l’Archivio del Monastero della Visitazione di Pinerolo, l’Archivio Prepositurale di San Satiro. Una particolare attenzione è stata inoltre dedicata ai documenti disponibili presso gli Archives Départementales de l’Isère, Grenoble; Archives Municipales de Grenoble; Bibliothèque Municipale, Grenoble; Bibliothèque Centre Ville, Grenoble; Bibliothèque Universitaire Droit – Lettres, Domaine Universitaire, Saint Martin d’Hères; Université Pierre Mendès-France, Centre de Recherche en Histoire et Histoire de l’Art. Italie, Pays Alpins (C.R.H.I.P.A.), Domaine Universitaire, Saint Martin d’Hères. 2 Dompnier B.-Julia D. (a cura di), Visitation et Visitandines aux XVIIe et XVIIIe. Actes du Colloques d’Annecy 3-5 juin 1999, Publications de l’Universitè de Saint-Étienne, Saint-Étienne 2001; Henneau M.-Vismara P.-ed altri (a cura di), Pour Annecy et pour le monde. L’ordre de la Visitation (1610-2010). Actes du Colloques international d’Annecy (1er-3 juin 2010), Silvana Editoriale-Archives départementales de la Haute-Savoie, Cinisello Balsamo 2011; Nanni S., Roma religiosa nel Settecento. Spazi e linguaggi dell’identità cristiana, Carocci, Roma 2000; Duvignacq-Glessgen M.-A., L'Ordre de la Visitation à Paris aux XVIIe et XVIIIe siècles, Cerf, Parigi 1994. Ricordo inoltre il fondamentali saggi di Vismara P., Un monastero nella città: la Visitazione di Milano tra tardo Settecento e Ottocento, in «Archivio storico lombardo» 138 (2011), pp. 213- 237 e Ead., Settecento religioso milanese: un secolo salesiano, in Lombardia monastica e religiosa. Per Maria Bettelli, Merlo G. (a cura di), Biblioteca Francescana, Milano 2001, pp. 485-529 che hanno fornito numerosi spunti per l’inizio della ricerca. Per informazioni bibliografiche ampie e specifiche si rimanda alla bibliografia finale oltre che, naturalmente, al contenuto del lavoro stesso. In questa sede mi sono limitata a indicare i testi scientifici principali di riferimento a partire dai quali è stato possibile eseguire un primo inquadramento dell’oggetto di ricerca. II Molto utile è stata inoltre la consultazione di testi e opere a stampa conservate presso la Biblioteca Nazionale Braidense, la Biblioteca Universitaria di Pavia, la Biblioteca “Centro bibliografico e di documentazione” di Regione Lombardia, la biblioteca del PIME di Milano. Lo studio dei documenti d’archivio conservati presso il Monastero della Visitazione di Milano ha costituito il punto di partenza per ogni ulteriore considerazione, collegamento o approfondimento. La ricerca in loco è stata particolarmente fruttuosa, data la presenza di carte di vario tipo che hanno permesso di organizzare e orientare il lavoro su vari piani e differenti linee d’indagine. Il materiale documentario preso in considerazione a Santa Sofia può essere sinteticamente suddiviso in una parte di carattere più religioso-spirituale, vale a dire le raccolte di vite e circolari prodotte dal monastero milanese o da altre case dell’ordine insieme ad alcune cronache, e un’altra parte, più variegata, costituita da carte relative alla fondazione, amministrazione e gestione del monastero oltre che da corrispondenza e libri dei conti. La ricchezza della documentazione disponibile ha quindi permesso un’indagine a tutto campo a partire dalle origini dell’istituto sino agli anni ’70 circa del XIX secolo. Trattandosi di un monastero tuttora esistente e mai incorso nella dispersione toccata invece a molti altri ordini religiosi lombardi, la scelta del limite temporale entro il quale arrestare la ricerca è stata determinata da vari fattori: la necessità di non estendere eccessivamente l’arco cronologico preso in considerazione e la verifica condotta sulle fonti stesse che nella seconda metà dell’800 molti cambiamenti ebbero luogo a Santa Sofia. Tra questi spiccano le leggi unitarie per la liquidazione dell’asse ecclesiastico del 1866 e la chiusura dell’educandato per fanciulle. Quest’ultima, avvenuta intorno al 1878, può essere assunta per diverse ragioni come un momento di svolta nella storia della Visitazione milanese. La decisione di non proseguire l’attività educativa che aveva avuto una grande rilevanza nelle vicende del monastero assume quasi una valenza simbolica, facendo in certo modo da spartiacque tra un “prima” e un “dopo” e prestandosi utilmente ad essere considerata come termine a quo per le riflessioni relative ad essa collegate. Il presente lavoro copre quindi un lungo periodo compreso tra i primi anni del XVIII secolo sino alla metà abbondante del successivo. Alcune digressioni sono state fatte III all’inizio per comprendere ed esporre le origini seicentesche del progetto visitandino milanese; al termine del percorso inoltre è sembrato utile tracciare una linea in avanti che, almeno per alcuni aspetti, mostrasse lo sviluppo delle vicende relative a Santa Sofia sino quasi alle soglie del ’900 pur senza eseguire un’indagine approfondita. L’esposizione articolata dei risultati della ricerca è stata suddivisa in cinque capitoli di ampiezza differente a seconda degli argomenti trattati e della conseguente diversa impostazione del lavoro. Il primo capitolo è stato dedicato all’analisi e alla ricostruzione delle linee di espansione dell’ordine della Visitazione in territorio italiano a partire da cinque
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    (ll arlo ,£i ar t olome o ìlì omilli A R C ! V E S C G V O DIMILA NO. mall ’ antica e nobile famiglia bergamasca dei conti R OMIL LI nas ce v a BA R TOL OME O ai 44 d e l 4 9 marzo 7 6. Fra le doti caratteristiche di u n sublime n ff i gegno , a erma i l filosofo ,essere la preco i à c t ,la quale anche ad onta di poca o ne s s u na ed ucazione delle facoltà intellettuali ,non l T L ME ma m tarda a svilupparsi . n BA R O O O Ro o < s )e assecondato l ’ ingegno da retta educazione che il lustro della famiglia esigeva ,non tardò ’ a dimostrare che l inge gno s uo e d i retti insegnamenti avvalorati da efficace v olontà , favorivano le più care conseguenze . Varche r emo i l periodo di giovinezza di m onsignore ’ R OMILL I, nel quale la diligenza , l ingegno,la condotta lo resero caro ai condiscepoli che ’ in lui 5 avevano un amico ; grato ai maestri , ’ cui rendeva il migliore tributo d e ll imp ar ar e ; amato dai cons anguinei e genitori che tante Speranze in lui avevano riposte . Nei pubblici e nei privati esperimenti e gli diede lodevoli ’ prove di s è ,e l indole s ua docile , pieghe ’ vole , s u niv a a rendere più eminenti i suoi progressi . Erudito nei prim i e ne ce s s arjelementi della l ingua italiana ,che doveva parlare e scrivere i n appresso con tanto buon gusto ,egli avan zava il piede nel tempio delle belle lettere .
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