(ll arlo ,£i ar t olome o ìlì omilli

A R C ! V E S C G V O DIMILA NO.

mall ’ antica e nobile famiglia bergamasca dei conti R OMIL LI nas ce v a BA R TOL OME O ai 44

d e l 4 9 marzo 7 6. Fra le doti caratteristiche di u n sublime n ff i gegno , a erma i l filosofo ,essere la preco i à c t ,la quale anche ad onta di poca o ne s s u na ed ucazione delle facoltà intellettuali ,non

l T L ME ma m tarda a svilupparsi . n BA R O O O Ro o < s )e assecondato l ’ ingegno da retta educazione

che il lustro della famiglia esigeva ,non tardò ’ a dimostrare che l inge gno s uo e d i retti

insegnamenti avvalorati da efficace v olontà ,

favorivano le più care conseguenze . Varche r emo i l periodo di giovinezza di m onsignore ’ R OMILL I, nel quale la diligenza , l ingegno,la condotta lo resero caro ai condiscepoli che ’ in lui 5 avevano un amico ; grato ai maestri , ’ cui rendeva il migliore tributo d e ll imp ar ar e ; amato dai cons anguinei e genitori che tante

Speranze in lui avevano riposte . Nei pubblici e nei privati esperimenti e gli diede lodevoli ’ prove di s è ,e l indole s ua docile , pieghe ’ vole , s u niv a a rendere più eminenti i suoi

progressi . Erudito nei prim i e ne ce s s arjelementi della l ingua italiana ,che doveva parlare e scrivere i n appresso con tanto buon gusto ,egli avan zava il piede nel tempio delle belle lettere .

’ ’ È quella appu nto l e tà in cui l an ima del d giovine si e S p an e ,cerca parole e metro per ff esprimere i s uoi a etti , e t utti s v e lar li nella f loro orza e pienezza . gravi studi del sacro 9 m inistero cu i incombeva e la mal ferma s u a sal ute , non gli impedirono che la fervente anima sua coltivasse la poesia . Molti componi f menti poetici restano di lu i,e fanno ede del ’ suo sapere, della candidezza dell anima sua e delle poetiche espressioni onde vestiva i suoi concetti . Per assecondare molti buoni ed in te llige nti amatori delle scienze e della poesia egli dava alla luce diversi carmi ,ristampati anche su pubblici fogli ,fr a i quali notiamo ’ ’ un ode per una giovine milanese che l abito ’ claustrale vestiva ,un altra per la guarigione di distin ta monaca Salesian a di , un

’ inno sul sonno d e fi or i per nozze , v arj— s o netti , fr a i quali u no sulla s ua prima messa , u n inno pel celebre maestro di musica Mayr ed u n altro per la prima messa di Angelo Z i neroni . Assoggettare il proprio estro alle leggi ’ d un componimento musicale . servire più al ’ ’ l e s ige nz e d un maestro che ai p r Op rjpen sieri ,e impresa difficilissima provata da molti poeti contro i quali s cate nans i di continuo l l sconsigliati o mordaci giornalisti . giovine però pagava da italiano u n tributo alla poesia ed alla m usica, amatissime sorelle ch e nate o < 1 0 >e e cresciute in Italia strettamente avvinte esse ’ v abitan o ancora , ed il vandalismo che al nascere del corrente secolo tutto mano met ’ teva ed all Italia involava,non ha potuto strap

parle dal suo seno . Spunto anche per BOM1 LLI il giorno in cui la Chiesa Bergamasca lo ascriveva fr a uno ’ de suoi sacerdoti , della di cui s aggie z z a va

v i ia quella p v o nc a buon diritto gloriosa . ’ l talenti del novello levita , l indole s ua , i l desiderio di comunicare altrui le proprie cognizioni , di educare giovinetti che qual che giorno comp ir potessero le speranze del clero e della p atr ia c h iam av anlo alla pale

u add ottr i stra degli s t djreligiosi . Dopo aver nato allievi in qualche collegio , nel Vesco

vile di Celana passava R oma m ,già caro per integerrimi costumi e salito a fama non co

mune per il suo sapere . Fra lo stuolo di di s tintis s im i professori di scienze che in quel collegio risiedevano apparve R OMILLIad acqu i

starsi la devota benevolenza degli allievi , la ’ stima e l amicizia dei colleghi ,le congr at u

lazioni del vescovo . Ma anche qui non potè

R oma m fermare costante dimora ,… i d e s id e rj >o

’ degli amici ,la voce della patria ,l intenzione del vesco v o ,un decreto dello Stato lo resti t uiv ano a Bergamo ,appunto allorquando per s a ggio divisamento u na cattedra di istruzione f f religiosa fr a le scienze pro ane si ondava . Viven ti discepoli che gareggiano nel tribu tar gli os s e qujdi riconoscenza e di stima ri ’ ’ peton e e . l eccellenza colla quale 1 astrusa materia svolgeva , ed i modi dolci e d insi nu anti con cui i più ritrosi animava , i ca

r atitu p ar bjvinceva , i buoni premiava . La g dine dei propri scolari essere deve per l ’ attuale monsignore una continuata consolazione ,u na

car n m ricompensa s m a al s u o zelo . La m orte di una persona devota alle belle lettere e di liete ricordanze ,lasciava vacante in Bergamo la carica del censore per la stam

ILL pa . BOM I uomo ad ogni au tor ità p r e s e ntis simo veniva anche di questa carica investito ; sicchè di s aggie z z a ,bontà ed affett uosa pre ’ m u ra n e bb e r o prove continuate i suoi sco lari ; come di accorgimento ,moderazione e d i ntegrità coloro che per la st ampa i loro scritti presentavano . Monsignor vescovo Gritti Morlacchi temen o < 1 3

’ do che nuove cariche tutta quanta s assor bissero l ’ attività del degno professore e censore lo nominò canonico onorario manifestando in ta l guisa come apprezzasse i meri ti di Roma n , e come gl i dolesse che questo distinto per s onaggio venisse interamente occupato di fun zion i quasi estranee alla Chiesa . Dopo breve Spazio di tempo p r e s e ntav as i al vescovo sul lodato monsignor Gritti migliore occasione per premiare le meritevoli fatiche del R OMIL L I, ’ per r id onar lo all assol u to ministero delle ani me , nel quale avrebbe avanzato la fama che acqu is tos s i nella cultura degli intelletti . A tale S C O PO e s or tav alo quindi ad umiliare domanda per la vasta e difficile p ar occhia di Trescorre aH or a vacante . Nel luglio del 4858 la nomina di BA R T O L OME O BOMILLIa p arroco di Trescorre era p ub

li a e b c ta . Dal luglio fino al dicembre nel qual mese entrò ad ass u mere il regime di qu ella

l fu n p ar occh ia cui i l vescovo d e s tinav a o, ro o

mesi di condogl ianze e di congr atulaz mm . Alcun i concittadin i ben e meriti seco congr a

tulav ans i della nuova carica , ma altri alla

mani festazione della gioja,il dolore p ure espri o < 43 >o

’ m v e ano pei loro figli , l educazion e religiosa ’ d e q ua li speravano sarebbe st ata dal mede l simo compita . riconoscenti scolari ,gli amici ’ ’ c o lleghi , s av v ice nd av ano a d is tinli signori

° della bella terra d i Tr e s cor r e per attestare ’ o le varie l ro sensazion i dell anima . Roma m

eco alla gioja ed a l dolore , i p r im i con cor t esi parole ringraziava , i secondi assicu rava d i fare a loro vantaggio quanto le s u e forze li g avrebbero concesso .

È Trescorre , bella terra della Bergamasca

provincia . I l con tinuo concorso di fo restieri ’ e distinti stranieri che specialmente ne ll e s tiv a stagione concorrono in qu el borgo per le s a

lub e r r im e s u e acqu e ,il limpido cielo,le a mene

colline ,i l fertile suolo ,i signori Bergamaschi che colà posseggono ricche ten u te e che nel ’ l a u t un no vi dimorano ,son o t utti favori che

rendono quella terra di delizioso soggiorno . 1 terrazzani di bel sang u e e vivaci come lo

sono i n t u tta Lombardia,e a pr e ferenza nelle provincie Bergamasca e Bresciana volevano approfi ttare del tempo per disporre un degno

ricevimento al loro parroco , che do v izioso l t >e di talenti ,preced uto da distinta fama d oveva ven ire fr a loro,ma desso invece rimossa ogn i

altra c u ra , abdicato ad ogni altro imp e gno , en trava da privato s enza pompe,nè fasto in

Trescorre . ’ Esaminati i luoghi,ent r ato ne ll ab itur o d e l ’ misero e nella villa del ricco , l indole s tu diata di q u elli abitanti , i d is or d ini e d i bi ’ sogn i speciali riconosci u ti , egli s accinse a on frenare gli un i e provvedere agli altri . C

quan to amore , con qual discernimento sag ’ gissimo egli ciò facesse , lo attesta l affetto di q uegli abitan ti, i quali un padre, un pa store, u n fratello,un amico,avevano trovato

l OMIL L I ne R .

’ L a beneficenza però dall attuale A r civ e scovo Milanese , fu fr a le ottime s u e virtù quella che maggiorm ente si distinse . Sicchè ’ n on è da meravigliarsi s e i a Trescorre ver ’ sasse ai bisogn i dei poveri l ingente fru tto del benefizio p ar occh iale ,e solo picciola parte a sè riserbasse . C h e s e avven iva aumento di bisog ni fu visto B OMIL L I privarsi non solo di u i u q anto gli si doveva,ma al s agr ifi c o aggi n gere anche del s u o, bramando q uasi i l m i 45

l Pu g ior essere altrui che il proprio . ò dirsi ’ di lui ciò che d una affettuosa madre : Vi

u veva per i s oi figli e non per s è stesso . I l parroco di Trescorre era dunque il sacer dote saggio ’ e pio nel suo m inistero degli al ’ tari ,colui che tergeva la lagrima d e ll afflitto, che il dole nte serenava col con forto, che il ’ forte conciliava col debole, che all ignorante ’ la l uce m ostrava , all e r r ante la destra por geva sicura, ai timidi ed ai baldi parola di coraggio o s aggie z z a parlava , che i l tapi no alimentava con quei frutti che la società a lui medesimo aveva destinati , o che la for l f tun a av e v ag i a v oriti .

Beata terra di Trescorre ch e tan ti b e ne fi z j ’ ’ ricevesti dal l esimio B OMIL L I! L eterna rico noscenza che t u le pr ofe ssi gli è ben dov u ta per tante privazioni e fatiche ; ed egli anche ’ ’ i il cam o oggid t ama,t ama ancora . Fu p dove sparse a larga m ano i s u oi tesori ,dove s u però ostacoli , appiano di fficoltà,tutto vinse . Egli lo ricorda col piacere d e l capitano che rammenta qu ella cam pagna ,dalla quale on u

sto di gloria per sublimi gesti ri tornava . Ad esercitare tante virtù veniva BO… L L 1 m u domandato da aggiore n mero di bisogni . ì La Provvidenza aveva cos di lui disposto , imprese ed ostacoli di maggior m omento lo aspettano . Nel 4845 il nostro Augu sto Sovrano de s ignav a i l B OMl L L I ad occ upare la vaca nte sede vescovile di , e S . S . Grego l rio XV l o istit u iva , colla concessione di ri ce v e r e i n Bergamo la consacrazione . Oltre la com u ne momentanea esultanza , as p e ttav as i i n Bergamo u n giorno di letizia maggiore , di festa popolare ,di gioja che gli a nimi t u tti

u e u 4 occ pass . Q el giorno esser doveva il 2 u u gi gno 4846. Bergamo e Trescorre in q el di il d olore sen tivan o di perdere un ottimo cittadino, un affett u oso padre, m a i l gi u bi lo ’ dividevano coi Cremon e si che s av e v ano la ’ fo r tuna di possedere l oggetto della loro le d i tizia e doglianza . Era quello il aspettato per la consecrazione . Lasciamo q ui che parli un distinto scrit tore biografico . ’ La piazza maggiore di q ue s t a lta città e r a tutta a pparata a gran fe sta con varie fog

o » 1 8 . >e sta erano raccolti in patri a oltre monsig no r Morlacchi vescovo cons e cr ator e anche gli al tri pa triotti monsignori conte Benaglia ve scovo di Lodi e M u tti vescovo di Verona , i q uali funzionava no come assistenti n ella con s e cr az ione . Oual meraviglia , qual gioja , pei ’ Bergamaschi , i l vedere u na triad e de s u oi figli vescovi , cons acr ar ne u n altro , verso il quale amore, riconoscenza lo legava !

Un to i l novello pastore del sacro Crisma, s i rivolse ai su o i concittadini principali , a i rappresentan ti la Chiesa che lasciava ed a q u ella che gli offriva le redini , poi a lle s ti vato popolo,ed alza ndo la destra per la prima volta li b e ne d iv a . Al pranzo che il vescovo Morlacchi offe riva , i n q u el giorno istesso in tervennero le a utori tà ecclesiastiche , civili , militari non solo,ma anche i p iù distinti personaggi fore s tie r i che erano alle ceri m onie intervenuti e che parte avevano preso alla comune con

z A r t te nte z a . co onare una s i bella giorna a , il solerte Municipio di quella città faceva a l le s tir e una leggiadra e ricca i ll uminazion e , cui spontaneamente fecero eco i cittadini . D ue o < 1 9

’ bande musicali dall alta piazza che facevano ’ ris u onare l aere di festose melodie ,u na folla ’ allegra e vivace , rendevano l esultanza ge ’ N on in u nerale . mancarono q ell occasion e ’ favorevole i devoti alle muse,e l ispirazione ’ del poeta, la n ovità sublime del l argomento resero pu bblici i fasti di quel giorno e le

I L emi nenti virtù di R OM L I.

In mezzo a quelle feste,fr a i l ripetere de gl i evviva , pensava ancora B OMIL L I ai suoi

Tr e s cor r iani . Dopo avere coltivato con tutta la solerzia quelle an ime e frutti avern e rac colti , sen tiva i l dispiacere di abbandonarle per andare al governo di clero che egli non conosceva e che pure domandava in lui i l r e

s tau r a tor e di tan ti m ali , i l donatore di tanti fi b e ne cj. Cinque giorni appresso la sua epi s cop ale consecrazione egli muove ancora all a v olta di Trescorre , a l tramontare del 26 gi u gno . Passò col n u meroso e distinto s u o seguito fr a i villici che eran o sullo stradale accorsi , finchè gli os s e q ujdi molti benemeriti obbli ar ono g la sua carrozza a fermarsi . Ricevute e ricambiate con quella gentilezza e bontà che a lu i sono proprie le cortesi parole di ’ quel convegno , egli mosse al l entrata d e l ’ l accor s o borgo . Fra popolo dai li mi trofi paesi , ed i Tr e s cor r iani egl i entrava al suono di

u tr om i m sicali s e nt che lo precedevano,e fr a un drappello di cavalleria che scortava i l ma

f u gni ico s o cocch io . Nè di riceverlo splen

id am e d nte eran o paghi quei buoni , ma per

’ tutta la sera fu u na gioja , un allegria un i v e r s l MIL L I a e . Viva R O pareva ripetessero l i

contin u i spari dei m or tale tti , viva B OMIL L I i l s uonare a festa dalle campane ,viva ripeteva ogni iscrizione , viva R OMIL L I gridava ogni voce, e fr a m u sicali armon ie, fr a una vivace ’ i lluminazione , l e ntu s iasmo di q u el popolo f S piegava letizia , sti ma , af ezione . E gli rivide i l fr utto delle sue fa tiche, e s e i l testimon io della loro ins tancabililà e di rea ’ lizzate speranze avrà consolato l ill ustre mi trato , la necessità della partenza , des tinata al 48 l u glio 4846avrà forse amareggiato q ual ’ l l che istante per q ue ll anim a sensibilissima . pianto dei buon i Tr e s cor r iani ,era i l più elo ( lll € fl t€ saluto per quel vescovo che la destra alzando li b e ne d iv a ,e la sua benedizione e r a c> < 2 1 >o

di con fort o di speranza , di riconoscenza e

di pace . I l passaggi o del vesc ovo aveva sulla strada chiamati i limitrofi abi tanti avidi essi pu re di vedere i l n u mer oso s e g u ito che avrebbe

' a ccompagnato l illustre prelato il cu i nome su t u tte labbr a s u onav a e la cui destra be i ne d e tt li avrebbe oltrepassando . Fra queste genti gi u nge v a R OMIL U a Soncin o dove n u ovi apparati ,eloq u enti iscrizi o ni dalla circostanz a dettate , una schiera di musican ti e le ma nife s taz ioni cordial i dei principali del clero e signori della terra , gli a p pal e sarono come aspettato e grat o gi unge sse fr a loro . Al pa lazzo magnifico d e l benemerito conte Galan tini scese il m itrato, prendendo q u alche ri storo , e licenziando q u indi con riconoscenti detti la m aggi or par te d e l c orteo che a v e v alo accompagnato . A lle 40 antimeridiane si rimise in cam min o

e per la v scovile dimora di Genivolta . Una schiera dei più prestanti signori e sacerdoti sedettero in q ue l giorn o seco lui a ’ pranzo , dove non mancarono augurjall il ’ l ustre monsignore ,il q uale d o p o d avere nei 4 0 22 >o modi i p i u cortesi rin graziati e q uelli che avevano seguito e gli altri che e r a ns i mossi a d incon trarlo partì agli ultimi raggi d i sole

u fau s t is s im a A l di q ella giornata . morire del di fr a due ale di cittadini , en trava in Cre

mona , e C orto gli facevano le autorità prin cip ali civili ed ecclesiastiche che alla distanza ’ di tre miglia dalla città l avevano accolto . I l giorno appresso dalla ridente piazza di ’ S ant A ga ta in Cremona cominciare d o veva la funzione dei principali stabilimenti di quella città , non che delle precip u e autorità civili ,

ecclesiastiche ,m ilitari ,che cond uceva B OMIL L I al possesso dell a chiesa che Dio a v e v agli data

u n a reggere . Torna q ivi i utile il ridire che quella città per la stima del suo n ovello ve scovo ,con festa e leggiadra illuminazione ne attestasse una prova ; m u oviamo i nvece a ve dere come R OMIL L I superasse la sua fama , ’ co m e i n breve spazio di tempo s acquis tas s e ’ u anche l amore di q egli abitan ti . La scarsezza delle vettovaglie travagliava

u nel passato verno e primavera t u tta E ropa . La nostra Lombardia fe r tilis s im a andava in contro a più deplorabili conseguenze ,se sag 23 gio consiglio governativo non avesse proibita ’ Ma ue l esportazione dei cereal i . intan to che q s te disposizion i s aggrs mm e s i maturavano ,la di fficoltà d ’ an‘ none erasi già fatta sentire ’ sicchè l incar im e nto non tardò a rendere più d ’ olorosa la condizione del m iserabile . L a n im e d e l vescovo C remonese t u tt o d e dito a l m iglioramento del s u o clero , poichè avan ti tutto la moralità e saggezza di qu esto, la co ’ s tu m ate z z a e l ordine della società ne deriva , s u o volse i l pensier suo agli indigenti . I l zelo, il s uo amore , lo i nd ucon o a crearsi capo e centro delle pie elargizion i dei ricchi citta

’ ’ d ini , i qu ali all inge nt e som m a del vescovo ni d eposta ,le proprie oblazion i volonterosi u

v 50 4 . 40 au ro n o , cd in bre e tempo 48 lire striache era la somma che i l vescovo desti nava a sollievo dei m iserabili , i q uali non

dimen ticheran n o mai que sto tratto di carità . Alle preghiere dell ’ indigen te che grazie ren ’ b e deva a Dio , s u n irono qu elle degli stessi ff m ne fa ttor i , i qu ali si a ezionaron o aggior men te a chi il pian to terse di tan ti poveri e alla fame provide di tan te meschine fami n o l . R . G ov e r o glie . Giunte a notizia del nostr — 2 1 > o

q u esta beneficenza , credette s uo avviso con tribu i r e ai p ubblici ringraziamenti , ed atte

stari viva soddisfazione . Maggiori be ni r ip r om e tte v a ns i i Cremonesi

ne i fut uri a nni di regi m e d e l loro vescovo,

p o ichè in soli — nove mesi egli aveva già avan

u o u zato ogni aspettazione . Q ando d op q esto breve spazio di tempo i Cre m onesi d ovevano senti r e che per disposizione sovrana il loro amatissim o vescovo era elett o ad occu mr e la più distinta carica ecclesiastica Lombarda ;

o e u l egli era eletto Arcivescov di Milano . Ne s

tar ono i saggi , fece pla uso i l clero ,ne gioi ’ rono n uovamente i Be r gam as ch i,l animo dei

Milanesi la letizia , divis e , ed a n u ove Spe

e a ranz p r iv as i , ma i miserabili ?… Essi per devan o il l oro padre ,il loro sostegno ,il loro

fa bene ttore . l ’ n nalzato così alla carica d A r civ e s cov o ,egli

‘ avan ti occup ar la v olle u miliare i p r op josse

u u — MM q ja q el S O O , che in u n anno di regime la simpatia e la venerazione d e l clero , dei s u dditi , d e i n emici dei cristiani e m isere d enti , degli Italian i e d e l mondo intero s i u acq istò . Al giorno 9 giugno per tale viaggio

o < 26 >o li aveva invitati poch i di prima la sua par

tenza da Roma . l : i Ai primi di uglio addio, egl i d is s e a S . P e

tro , a l Vaticano : addio alle rovine di Roma ’ addio ai sette colli dell etern a città : addio ai

rinati R om ani : addio Roma e chi ti regge . Ritornò fr a le patrie m u ra narrando le me r av iglie della città di Dio , finchè giungesse ’ i l 4 settembre giorno destinato all ingresso d e l nostro Arcivescovo in Milano . É l qna ttr a s e tt e mb r e

Sono le 5 pomeridiane di questa faus tis s i ma giornata,e sebbene la pu bblica voce non v ociferi l’ arrivo del nostro Arcivescovo che alle 5 pomeridiane,p ure tutte le finestre sono p opolate, di persone sono ridenti i balconi , ’ alc u no d e qu ali è splendidamente ornato ,e le genti affollate traggono pel corso di Porta

’ Orientale all uscita della città ,v ar cano i can «4 28 2o ce lti , e la passeggiata fino a Gorla conti

i è r civ e nua . S a Gorla dove i l nostro A scovo è atteso, dove ei deve lasciare la s u a carrozza da viaggio ,entrare nel magnifico pa d iglione per ricevere gli o maggi del corpo

u e m nicipale e del clero Milanes . A concepire ’ u n idea di q u el l uogo, per chi non lo vide ’ o non lo rico r da , è d u opo conosca come la gran strada che da Loreto conduce alla Vice Beale villa di Monza scorra lateralment e al paese di Gorla , e come q u ivi u nisca u na ’ sponda all altra u n m a gnifico ponte s o tto d e l q uale scorron o a Milano le acq u e ch e q ue ’ s t o ai l aghi di Com o di Lecco ed a ll A d d a

d e l congi u ngono . La parte s u periore ponte anzichè essere racchiusa fr a due sp o nd e , spa zia i nvec e e diseg na u na vasta periferi a,in mezzo della quale scorre app u nto la st r a da e lascia a i lati due semi - circoli i q uali fu r ono dai padiglion i occ upati , conser v a n

e fo u no don anche la rma . Era destinato al ’ cle r o, l altro al corp o mu nicipal e ed ai di stin ti personaggi i nvitati . m A i mag nifici padiglioni gi u nse R onn… , a ricevere le più vive e sincere congratulazion i o < aa che la cittadinanza tutta le porgeva per le ’ parole d e ll amato e nobile signore ,i l solerte t co nte Gabrio Casati , podestà della regia cit à ’ e o A r civ e di Milano . D po di che m ntato l d scovo in cocchio di gala,preceduto dal s u detto podestà,dagli assessori , del corpo m u

fe nicip ale ,entrava in Milano . Dei balcon i a sta dis p osti ,no n dimenticheremo quello con is p e ciale cu ra adornato d e l marchese Il e s calli il lustrissimo signore milanese e vero mece nate ,la cu i splendidezza viene da t utti a p prezzata . Dal balcone della casa altra volt a

Molinari, ora Maestri ,che per la s ua fe licis sima posizione lascia spazio all ’ occhio da Lo reto alla maestosa casa che s ’ innalzò rim u petto al n ovo tempio di S . Carlo , scorge vasi la folla che p e r tutto qu el cammino si divideva al sopraggi ungere delle carrozze e ’ ’ prima che le grida d acclam az ione ,d e v v iv a ’ gi u ngessero al l orecchio delle disti nte signore

’ che q u e balcon i occupavano,si mirava il bat m tere delle pal e, che più vivo e clamoroso ’ s u ccedeva allorchè il cocchio dell illustre p r e ’ v lato s av anz a a . In mezzo a tanto concors o, ’ in mezzo a sincere acclamazioni gi unto l A r o < 30 >e

v ci e s cov o al n u ovo tempio di S . Carlo,avan

z ò verso il Duomo, entrò nella contrada dei

Pattar i, e ne l palazzo dei s u ccessori di Carl o

Borromeo . La piazza Font ana più che ogn i altra stivata di popolo richiamò ai balconi il n ovello pastore il quale alzando la destra b e ne d iv a il s uo popolo i mali del quale fu m v 1 ato ad alleviare e le virtù a premiare . Mt cinq… s e tt e mbr e

E giorno di sacri tr ip udj,di letizia s tr aor d i di maria . Allo spuntare del , che nuvoloso e minacciante la pioggia sorgeva ,le contrade parate a festa che percorrere doveva il m i

à ‘ trato , erano gr di popolo frequen tate , le finestre tutte schiuse e di drappi i davanzali ’ coperti . I l gran tratto di via che dall antica ’ chiesa di Sant Eu s torgio alla Metropolitana o < aa >o conduce era ornato come a festa di massima ecclesiastica solennità ,s e non che alcune porte ed a trj,alcun i stemm i cittadini ,qu alche em blema di antica e gloriosa memoria Milanese r ammentava che q uella festa non era sola mente ecclesiastica,ma una festa patria,festa

m e l di cittadini . Per on deviare la mente d let tore pazien te che fin q ui ci ha segu iti , noi ’ esporremo l ordine della processi one che ac com p agnav a il novello Arcivescovo al possesso della d iocesi che Iddio av e v agli data a reg gere ; ed i cenn i s u gli archi ,le iscrizioni , i principali ornamenti saranno da noi esposti i n appresso , come pure alcune notizie sul G onfa lone od il volgarmente detto Stendardo ’ di S ant A m b r ogio . Alla porta laterale di Sa nt ’ Eustorgio nel ’ borgo di Sa nta Croce scese privatamente l A r civ e s cov o di conserva ai monsignori vescovi

di Mantova , di Bergamo ,di Lodi , di Como

e di Crema . ’ Dopo avere assistito all incr ue nto S acr ifi

e cio . dopo avere sentite nuove parole di ringraziamento e felicitazion i dall ’ illustre no

stro concittadino ,il conte Gabrio Casati ,ve

’ I gonfalone di S ant A m b r ogio ri

s tau r ato .

h 1 - 0 . clero suburbano in abito corale pieve per pieve ciasched una pre ceduto d alla propria croce con ce

r ofe r arj. Q uesto clero e il compreso nella periferia di dodici miglia, i l cui centro è la città,e d è ordinato con quella n orma che una volta v en iva no domandati ai sinodi diocesani .

Parabiago .

I I . Carate . I II. Magenta . I V . a S ronno .

V . Cesan o Boscone .

VI . Lacchiarella . V II. Segrate .

VI II . Abbiategrasso . I X . Tren no .

X . Seveso . X I . Vimerca te .

XII. Corbetta .

XIII . Gorgonzola .

XI . V Melzo .

. u XV S Gi liano . o < 35

Nerviano .

o . XVII . Desi

XVI II . Bollate .

XIX . Locate .

hò . XX . R

b4e z z ate . XXI .

XXII . Settala .

XXI II . Bruzzano .

XXIV . S . Donato .

XXV . Melegnano .

XXVI . Casorate .

XXVI I . Rosate .

XXVI II . Monza .

Gli O spitalieri di S . Giovanni di Dio

e d i Regolari di S . Paolo . Tutti i prevosti de ’ corpi santi con pl uviale bianco , ferula sotto una

sola croce con ceroferari .

Le p ar occh ie ed i capitoli del la città , sotto le singole loro croci , come ne lle procession i solenn i anniv e r sarie d e l C orp us D omini e di Santa

Croce . La cr oce delle cento ferule colla scuola ’ di Sant Ambrogio . 36 te Le livree dei monsignori Vescovi ed

Arcivescovo in abito di gala .

u Gli al nn i dei S e m inarjArcivescovili . I tub a tor i della Congregazione Mun i

ci ale p in abito di gala . Gli aju tanti di camera di monsignore ’ l Arcivescovo .

I professori d e i S e m inarjArcivescovili . Gli ufficiali d e l la Cu ria A rcivescovile

i n veste e cappa nera di seta . I sacerdoti famigliari e cappellani di monsignore Arcivescovo e dei V e

scovi provinciali . I coadjutor i della p ar occh ia della Me l t r op o itana . I m az z e conici colle loro feru le e no tari della Metropolitana in pl uvial e

bianco . L ’ ultimo dei lettori coll ’ almuzia e velo s e r 1 co bianco penden te dagli omeri e portando la preziosa m itra ’ l r civ di monsignor A e s cov o . ’ Due mazzieri d ufficio precedono la croce arcivescovile portata da un notaro della Metropolitana tra m e z - 4 .37 )e

zo a d ue chierici recanti i ce r ofe f r arjponti icali . I monsignori canon ici or d inarjcon m itra di damasc o bianco e para

menti del loro ordine . Monsignor dignitario capitolare fa cente le funzion i di prefetto del ca p itolo in pl uviale e m itr a fi anch e g giato da due sacerdoti famigliare ’ di monsignore l A r civ e s cov o . Un m az z e com co plu v iale con se rico velo bianco portante la verga ’ pastorale di monsi gnore l A r ci

vescovo .

Il d e ll ceri mon iere a Cattedrale . ’ Monsignor l A r civ e s cov o BA R TOL OME O C A R L O R OMIL L I p ontifi calm e nte ve s tito con pl u viale bianco a ricamo ’ ’ fr a d oro, con m itra di tela d oro , d u e diaconi anzian i capitolari con

mitre di bianco damasco . I monsignori vescovi comprovinciali ora seden ti di Bergamo , di Como ,

di Lodi , di Crema e di Mantova . Le autori tà del M u nicipio precedute dal l i llus tr i s s . conte e podestà Ga

brio Casati . Le livree degl i assess ori Municipali e

del podestà . Le carrozze di gala di monsignor ’ l A r civ e s cov o,d e l podestà,dei mon

signori vescovi , di m onsign or vi

cario generale,del Municipio e del

Capitolo . Un drappello di cavalleri a chiude i l

corteo .

Fra mezzo a queste ovazioni , fr a gli ad dobbi d e lla città e dei cittadini , accompa gnato d a religiosi plausi che s ignifi cav ano la ’ gioj a d aver veduto il desti nato del Signore, entrava BOMiLL I verso le 44 an timeridiane nel l tempio della Metropolitana , rialzando a de stra a benedire gli eccelsi consiglieri di Go verno , alcun i distinti cittadini . Seguito an che da questi percorse lo stivato tempio e u ’ gi nse all altare . Compite quivi le cerimonie ’ d uso,si lessero dal pergamo i l beneplacito Sovrano che Arcivesco v o di Milano lo nom i nava , cd in pari tempo le bolle del Ponte a < 3 9

e f ll fico ch ne lo con ermavan o . A a lettura di queste tennero dietro poche m a affettuose parole ch e al n ovello Preside indirizzava i l

r primo d ignita io del Capitolo Metropolitano . l’ Di poi s i int uono Inno A mbr osiano,si cantò

fi Messa solen ne con ri to pon ti ca le . Esa u rite tutte queste cerimo ni e , la fo lla si divise in d ue ale e lasciò un varco a l Mitrato che ac compagnato d a distinto corteo si restitu iva per la sotterranea v ia al palagio ar civ e s co

u e il u vile . Q ivi con g dato M nicipio che sempre zelante le p r ove di sincero affetto e della più osseq u iosa stima gli aveva s ignificate , riti ’ lui s i u fu rossi . L anima di certo per l nga nzione abbatt uta , e per tanto avvicendarsi di sens a

a a zioni , dove va essere spossat . La som m gioja pari al sommo dolore le forze abbattono ’ d e ll intelletto e del corpo . Fra quella ’ spossatezza le grida d evviva dei Milanesi ,

’ quello sfarzo d addobbi , q u ella folla che in due pareti erasi divisa al s uo p assaggio e della qu ale non scorgeva che numero infin i to

di teste, q ue i balconi orna ti carichi di per

sone ,quel solenne canto dei sacerdoti , le au

to r ità che lo accompagnarono , le dimostra zioni che d a q ueste ne ricevette ,q ueste rap presen tazion i e percezi oni t u tte dalla s ua memoria riprodotte , avrann o richiamato il sorriso della gi oja s u lle s ue labbra , o non ’ pi u ttosto vieppiù indebolita q u e ll a nim a già abbattuta ? l l popolo per diverse vie ritornava alle s ue

case . Chi per di qua, chi per di là dilegua

fu u m vasi ,sicchè in quel giorno vi n mo ento

di tregua . Non era ancor gi u n ta la sera che le vie

tutte ri fluirono di gente . Ogni balcon e

aveva u n apparecchio da ulti m are ,ogni bot

‘ tega un ornamento da aggiungere . Al pri mo crepu scolo vesperti no la città fu tutta

spon taneamen te ill umin a ta ,e d il popolo Mi lanese aggir av as i per le s ue belle con trade ’ a rifl uenti d ins olit luce . Le porte od a rchi che veranno descritti furo no sont uosamente

a r i lluminati . V jtripodi fiammeggianti sorge vano fr a lè antiche cori nzie colonne , dette di S . Lorenzo,i padiglioni eretti sulla piazza del Duomo da sottoposti lam p e d arjill u minati , ogni bottega,ogni balcone,ogni finestra ma nife s tav ano s or v iv e r e al bujo d e lla no tte u n

o < n v ar ti i fr a cos gl i altri impacciato . Se pensavi a qualche altra via , più l arga 0 più stretta di solito poco frequen tata che avrebbe potuto u S cond rti alla meta cui curiosità ti pingeva , e ti fossi cavato dal tuo posto per abb r ac ciare il tuo nuovo disegno, dopo un vizioso giro,ti saresti trovato nello stesso stivamento di prima . A noi aman ti perduti delle nostre coste, e dotati di pazienza q ualora con que sta le prime conservare s i posson o,abbiamo aspettato la notte inoltrata ,e non agiatamen te ma senza pericolo abbiamo ved uto quello che veniam o descrivendo . La Fontana che sorge sulla vasta pi azza detta da qu esta Fonta na , (e per chi non lo s a diremo che il pal azzo Arcivescovile è ap p u nto due terzi del lato occidentale della s ud detta piazza) era contornata da alte fi accole di gas , manda nti abb ond antiss im a luce . Fra ’ ’ l una e l altra di queste e r ge v a ns i grandi ’ sistri portanti le sembianze d a lcuni distinti Vescovi di nostra Chiesa e dell ’ attuale Pon ’ s uo te fice . Ogni ritratto era all ingiro del fondo rischiarato da m ille fi am m ice lle pari l a m e nti di gas, e d i ritratti ag i alti candel

o ! 43 io bri delle fiaccole S i univano per mezzo di a feston i di fiori . Sul vertice della Fontan er a no state con piccol tubo segnate le lettere

fr a B . B . C . mezzo il cappel lo arcivescovile, sopra d e l quale era pure tracciato con s om m a maestria lo stemm a gentilizio dei conti

B OMi L L 1 .

’ E le ci fre c ubitali ,e l emblema ar civ e s co vile, e lo stemma BOMIL L i erano una sequela fi m m ice ll di a e . Ma q u esto spettacolo è di quelli che a p pagando direttamente i sensi ,non può essere in tutta la sua maestà ammirato se non cogli occhi 0 colla pitt ura , o con fogli che verace m en te lo Spettacolo rappresentino . Chi potrà significare scrivendo il massimo chiarore di ’ ’ qu ella luce ?Chi descrivere l ordine, l ar m o n ia colla quale ogni cosa venne saggiamente distribuita ? ’ Ma l ordine i l brio di quell a festa not turna venne violato,perocche Ia p ioggia che tutta la giornata aveva sostato sulla nostra ’ testa n on tardò ad irrompere,ed un ora con tinuò dirottamen te disertando le nostre con

trade ed i cittadini obbligando agli alberghi , ff e ai ca è , a restitui rs i all case loro . Ritornò i l seren o e nuovamente si popolarono le v ie ’ u ffl ritornò la p bblica a uenza,l ilarità sospesa .

Al popolo accorso su lla piazza Fontana, e ’ che con replicati evviva domandava l A r ci t f v escovo a t e inestre, donava BOM1 LL I r ingr a z iam e nti e la destra alzava a benedire il s uo

u popolo . Più tardi bande m sicali convennero s u quella piazza a rendere più brillante la festa , e quivi fino a notte inoltrata fu u n con tinuo avvicendarsi di popolo,di viva , di augu rj. N e l successivo giorno 8 festa principale della nostra Metropoli Milanese ,il cui tempio è alla Natività d e lla Vergine dedicato si ri n novarono le solenn i funzion i ecclesiastiche ’ fr a le quali noteremo Ieloquente omelia d e l nostro Arcivescovo . Alla sera dello stesso giorno dietro concessione superiore fu nuo vamente illuminata la piazza del Duomo , l i l cors o Francesco e a piazza Fo ntana .

Ql a b i n cà . i È s r r ig a i r r .

’ S u lla piccola porta della chiesa di S ant E u s tor gio posta in borgo Santa Croce, ed alla

q uale come abbiamo detto , scese privata m en te i l nostro Arcivescovo ,le ggons i q ueste parole

' ' B A R IH O L O I‘IE O C A R O L 0 R O MIL I. IO

P ON 'I‘ IFIC I NOSTRO DESI DERATISSI M O

’ C UIH O P IuE S B IT E R I N E O C OR I

BASILICAE T B IUM REGU M

B E A TIOR E S

QUO D PRI M U M R UM E X C E P E R IN’ 'I‘ F A USTA A D PB E C A N TUR ! OS BONI BONO ANI M O ADESTE ANGELI

PB ÉE S UL I D M A D VE N A N I AD SE E SUA M T T . che recate in italiano suonano lo stesso che

' ’

A B A B I0 L O ME O C A R L O R fi l‘l l l . l l NOSTRO PONTEFICE DESIDERATISSI M O IL PARRO CO I PRETI I PARROCCHIANI DELLA BASILICA DEI TRE R E

IE I II’ A V E R L O I. T RICEVUTO PEI PRI M I

N A A G R II PREGA O F USTI U U . V OIBUONI ANGIOLI G IULIVI SIATE PRESENT I E AL PAST OR CHE ALLA SUA SEDE ARRIVA . ’ Alla casa del prevosto cui l A r civ e s cov o r e cav as i questo au gurio lo salutava

Q UI NOSTRU M C ON C IVIUM INTER OVA TION E S ET FE S TUM TIBI OP TA T S S M E PR /E SUL NUNC ITER S TR UIMUS L ÌE TA N TE S S UBL IMIOR IS QUOQUE IN FULZE M ERITU M HONORE N OS IP S ] Q UA MPR IMUM TE INTER PROCERES E C C L E S UE

S A L UTE M N R US C O S C IPTUM. C > AS >O

N O I CHE FRA LE OVAZIONI E LE FESTE D E ’ NOSTRI C ON C ITTA IIINI A TE DESIDERATISSI M O E SERENISSI M O PAST ORE GIULIVI A BBIA M O SCH IUSO IL CA M M IN O TE MERITEVOLE ANCHE DI PIU ’ AL T E INSEGNE NOI M EDESI M I DA BREVE AI CARDIN A LI DELLA CHIESA

SALUTIA M O AGGIUNTO .

o < 50 >

PER ANTICO RITO AFFR E T TATEVI O CITTADINI AL TE M PIO D ’ E US TOR G IO

B A R T O L O I'IE O C A B I. 0 R O Ml i . l . l

IL PIU ’ ELET TO DE ’ VESCOVI CHE STA PER COPRIRE IL SEGGIO DEL CELE S TE E GRANDE SANT ’ A M BROGIO

CON OSSEQUIO, PLAUSO E FELICI A UG UR II

A C C OG L IE TE L O

CONDUCETELO PER TRIONFALE PASSAGGIO . LA FA M A UNIVERSALE HA D I LUI ANNUNZIATO DOTTRINA NELL ’ A M M AESTRARE IL PUBBLICO IN VERITA’ CRISTIANE ELEGANZA NELLE BELLE LETTERE CO S TU M I CO M POSTI A! SO M M A BONTA ’ IND E OL GENER OSA , FER M A ED ESE M PLARE PIET A ’ o ( 51 >63

V a rcat o i l p adiglione che dalla chiesa di ’ S ant E us tor gio s te nd e v as i per t utto il tratt o che g u ida alla via di Cittadella , la proces sione piegava a destra pass ando sotto un pri

mo arco di sti le romano . Dodici colonne sottostanno a quel arco sul vertice del quale e le v as i fr a la Fede e la

Speranza il divo Ambrogio , e varii angio

letti coronano q uelle figure . Ouattr o iscrizioni le ggons i anche su que ’ s t arco .

PRENDI O A M BROGIO IN TUA DOLCE TUTEL A IL NUOVO PASTORE DI QUESTA C HIESA NEL TUO NO M E G LORIOS A T UGRANDE NELLA PAROLA E N E L L ’ OPE R A TU FORTE A V IN C E R UO M INI E CASI IM PETR A CHE QUAL TU FOSTI EGLI S IA VESCOVO A DIFESA DEL VERO

R ’ ’ PAD E A TRAVIATI, A RAVVEDUTI FRATELLO

’ M AESTRO DI SAPIENTE CARITA . c> ( 52 z o

NE ’ T UOI M AG N ANI M I E S E MP Mo GRAN PADR E S ICONFORTI Q UE S T ’ E R E DE DALLA SUBLI M E TUA CAT TEDRA CUSTODE DELLA PAROLA C H E N ON M UTA E M ULATORE D E L TUO Mi TE CORAGGIO

I N N i A N ON LUSINGH , N O ASPREGGI, N O TA OO

E L ’ E TE R NE R A G i O D ID i o

P PERSUADA ALLE M ENTI i M ONG A A I CUORI . o 53 f > ( .

SEVERO A TEODOSIO COLPEVOLE TU L ’ ABBRACCIAVI PENTITO DINANZI AL DIO DE ’ M ESCHINI E DEI R E B E H ! I M PARI D A TE QUESTO ELETTO L A FRANCA L IBERTA ’ DEL RI M PROVERO

’ LA DOLCE PIETA DEL PERDONO . LA SOAVE FACONDIA

VINCEVA IL DUBITANTE AGOSTINO ‘ E IL RIDONAVA ALLA FE DE D E I] ! I M PETRI PER TE QUESTO PIO L ’ E L OQ UIO CHE PARTE DAL CUOR E

’ N E A CUORI DIRETTO S A P PR E D E .

’ L A r civ e s cov o giunse al ponte del nostro l ricco naviglio,passò lateralmente al e colonne di Massi m iano , e la destra alzava a benedire

’ ’ l affollato popolo e l A . I . del nostro Vice

R e del regno Lombard o - Veneto , che cogli Arcid uchi suoi figli dal balcone della casa dei negozianti Balestrin i ammiravano la pro

cessione . Al Carrobbio u n grande arco quadrilatero di stile lombardo - antico come il vestibolo della basilica Ambrosiana , rammenta le glo ’ rie e le virtù d u n altro milanese ar civ e

scovo , di S . Galdino . Sopra i p ie d e s talli stanno accovacciati quat tro leoni portanti s ul dorso qu attro colonne

con base e bizzarro capitello indorato . La v ò lta è di fondo azz urro t e mpestato di s te lle ’ ’ e l e s te r ior e dell arco porta nelle mezze - lune i ritratti degli Evangelisti e dei Dottori di

’ u u f Santa Chiesa . S l l ltima ascia superiore

stanno rappresentate le gesta di S . Galdino, ’ u la cui stat a sorge sul vertice dell arco . E q uesto fr a gli archi i l più armonico in

tutte le s ue parti , il più grazioso p e r la leg giad r ia del disegno e per la vivacità dei cO n h lori . Fra addobbi bia c i e rossi dai quali è 0 0 perta la v ia pendono corone di fiori e gli emblema delle varie porte milanesi .

Alla processione che sbocca s u lla piazza d e l ’ ’ D uomo dalla v ia de Mercanti d Or o , tosto affaccias i un arco del XVIsecolo,s ov r acar ico

s m e pesante per sporti e cariatidi . Sulla o ’ m e r e i fr a l Um iltà ità g s la statua di S . Carlo e la Carità , virtù che cotanto lo distinsero . ’ ’ Oue s t a r co s unisce a l padiglione che conti nua f i no alla cattedrale . Ecco le molteplici iscrizioni che riferiva ’ u e q s t ar co .

( o 584 °

TU SI ’ POVERO PER TE D ’ OG N I COSA SI ’ M UNIFICO PE R GLI INDIGENTI CHE N ON DI SOLO PANE NUTRIVI M A DI SANTA E D UTIL DOTTRINA TU SI ’ OPEROSO E M OLTIPLICE IN OGNI M ISERICORDIA TU PR ODIGO DELL A VITA NE ’ LUTTI DI QUESTA PATRIA DEI] ! OTTIENI CHE L ’ EREDE DEL TUO SEGGIO SORGA APO S TOLO DI QUELLA CARIT A ’ PURA DI M ONDANE SPERANZE NON VANAGLORIOSA NON LOQUACE CHE INTENDE A RISTORARE I POVER I N E ’ CORPI NEGLI I N TELLET TI N E ’ CUORI LONGANI M E A CO M PATIRE A CONFORTARE PRUDE N TE INSPIRATRICE DEGLI ALTI PENSIERI ’ A R I IC E D E M AGNANI M I S C F J. VAGO DEL BELLO E DEL GRANDE ’ ] TU INTEGRAVI NE TE M P . LE PO M PE DEL CULTO E D ELL ’ ARTI Z ELATORE DELLE LEG GI SANCITE IN TRENT O TU RIAL ZAVI L ’ ORDINE ECCLESIASTICO E NE CONFOR T AVI GL ] STUD I PROVVIDO DE ’ BISOGNI DEL TUO TE M PO PRESAGO DELL ’ AVVENIRE DEH ! NEL TUO SPIRITO SI RAFFORZI IL NUOVO SPO SO DI QUESTA CHIESA SI ’ CHE IL CLERO A M BROSIANO SALD O A ’ SUOI ISTITUTI E T UOI E S E MPJ DEVO T O A QUELLA SCHIETTA PIETA ’ CHE I CUORI AFFINA E SOLLEVA RIVERENTE DEL SENNO ANTICO DEL NUOVO SENNO NON PAUROSO VIVA NEL TE M PIO E COL POPOLO NOBILITATO D AL SAPERE RESO DALLA VIRTU ’ V ENERABILE E CARO . E in ultimo sulla porta del massimo tem s ta pio ,‘ scritto

A V E no m u : A N TIS TITE S OPTi ME

P R OV IDE N TIS S IMO C ZE S A R IS CONSILII P n i x VERE M AXI M ] A UOTOR ITA TE NOBIS MIR IFIC E D A TUS IN G R E DE R E FAUSTE PE L i Oi T E R A I) AMR R OS i A N IP ON T1 P1 OA TUS JURA C A PIUNDA Q UA TE SOLE N NI C OMi TA N TUR PO M PA ORDO E T P OPULUS ME DIOL A N E N S IS D IE S OS PIR A TOR i S NU M INE E XOR A TO UT TE ANI M O Oi VE MA M ORE PA TR E M

Z R B M OA S T.E D OOTR WE MA G IS T UM E T U G E

Z AFFLATUS USQUE FOV E A T O.E Li TUS

S P IR A N TIS A UR AÈ

IN R E DE UN TE M R C OL E S LE FLOREM

IN A VlT/E B E L IG IONIS FIR MA ME N TUM. e < ti l ;r =»

A VE o R OMIL L I OTTI M O PAS T ORE PE R CONSILIO D E L PR OVV ID IS S IMO CESARE PE R AUTORITA ’ DIm e VERE GRANDISSIMO A NOI M ERAVIGLIOSA M ENTE CONCESSO C ON FAUSTI E FELICI AUSPICI ENTRA A D ASSU M ERE IDIRITTI DELLA CHIES A D ’ A M BROGIO TE C ON SOLENNE PO M PA ACCO M PAGNANO IL M UNICIPIO E D i L P OP OLO M ILANESE i N QUESTO D I’ DI FESTA FR A L E PREGHIERE A L L ’ E TE R N O PERCHE TUP E R ANI M O CITTADINO E PADRE PE R A M OR E D I CASTA DOTTRINA M AESTRO E ]) UC E S i i DALL ’ AURA PARACLETA ISPIRAT O N E L P ARE R IPIOR iR E L A CHIESA

N E L L ’ R CONSOLIDARE AVITA ELIGIONE . * az p

Ne s ia permesso d e po avere ri ferito q ueste

iscrizioni , il dire una parol a di critica s u di

esse . Non parliamo dell ’ ultima testè riferita ed an ch e delle altre latine ; ma b e ns ì delle altre spar

se sugli archi . I n generale sono fredde ,tutte

hanno la stessa struttura ,tu tte da una virtù ’ d e l santo cui l arco e dedicato traggono una preghiera perchè Iddio conceda al novello o pas tore la virtù che venne specificata . N n

si accusi di freddezza lo stile, poichè anche

questo è suscettibile di forti pen 51 er 1 , di forti espres sioni ,del resto non sappiamo se ’ lo stile ingiunga in u na quan tità d epigrafi i di seguire sempre la stessa costruzione . D questa osservazione critica ne faccia caso chi vuole . E DA O ’ S T N R D DIS A NT A MBR OG IO.

Sei distinti vessilli avevano i sei diversi q uartieri del la città milanese,ma tutti quan ti come figli ,ad u nico padre riconoscevano su premo , il Con falone o Stendardo di San ’ t A m b r i og o . Riconosci uto di troppo grave mole p ci cam pi il lento Carrocci o da E riberto m ilanese c < 6I>o

arcivescovo instituito (40 26) si pensò a S O ’ s tituir v i un G onfalone ,che dall immagine rap presentante fu detto : lo Stendardo di S an ’ t Ambrogio .

’ d N e ll Op usc ol o e l signor Gi us e pp e C as ati , Or i gine e d e s cr iz ione d e l C onfa lone o S t e nd a r d o d i ’ n m r o i a u n 4847 d uol i n l S a t A b g o, tip . T mb r i i, , c e le g ge r e in m e zz o a tanta s ua e s atte zz a d i d ate e d i cifr e ’ ’ com e gli s tabili s ca l or igine d e l C ar r occi o s ud d e tt o

’ l 43 0 9 e e r e o d e ar o o ne p m zz ll cive sc v Er ib e r t o, m e n t r e i nve c e G ue r r azzi ne ll a s ua B a ttaglia d i B e ne

’ v e nto ca X V I e na anno 40 26. L a d e r e nz a , p . vi s g l iff d i 283 anni è tr opp o s e nsibil e p e r e ss e r e d ubbi os i

a u a a L a a a a i a o ne l p r e cis r e q e sta d t . b tt gli d L e gn n non avve nne pr im a d e l 430 9, e p oc a all a qual e il signor C as ati stabili s ce la c onfe zi one d e l C ar r occio ? A lla b attaglia d i L e gnano non e r av i il C ar r occi o ? D Ip iù t anto il s ignor C as ati ch e il d ottor G ue r r azzi con Ma in ual ve ngono ch e fu d a E r ib e r t o istit uito. q e p oc a v iss e E r ib e r t o ? N e l 40 26 o ne l 430 9 ? C ons ul t and o il d isti nt o cr onol ogista d e gli a r cive sc ovi mil a

A tim a o ne si il signor S assi , l e ggi am o ch e E r ib e r to n i n ’ s alì all e pisc op ato mil ane s e ne l 40 l8 e vi s i m ante nne fi no al 40 46 fr a mille t ur b ol e nz e m e ntr e ne l 430 9 non

ì a vi fu E r ib e r t o alc uno, m a b e ns c e r to C as s one d e ll 1 8 T or r e ch e fu e le tt o ne l 43 . C iò a r la à scr ivi m o p e ve r it .

66

’ l h ie lici l impresa suddetta . tem p i eran o quel ’ li ! la guerra è n emica d ogn i ava n ’ ll ar ti zamen to ne , essa n on porta che fame,

peste e sangue . I vantaggi riportati che bi lanciare s i dovessero colla coscienza di t a nte vi ttime im molate , ogni causa di g uerra s a rebbe u n capriccio che non la gius tifi ch e r e b

be . Lasciamo però tale questione, ed assicu ’ riam o ch e in quell an no appunto la nost r a u Lombardia era da g erra travaglia ta . Dalla g uerra ne sorti q uasi a corollario la care

stia ; e dalla scarsezza dei viveri , la pesti

lenza . Povera Lombardia ! Chi è co l ui che r iap r e n

do i l li bro della tua storia dei secoli passati, n on sen ta raccapriccio alle tu e sciagu re Ogn i t ua pagina narra u na vittima fr a i tuoi figli ,

e la pe ste di S . Carlo, (cos ì detta perchè av ven u ta ai tempi del s uo seggio cardinalizio ) e di Federigo Borromeo non sono meno do lor os e memorie delle stragi di Barbarossa e ’ l e cr and is s im a m n u del e s do inazio e Spagn ola . ’ Decida il letto r e di sen no,più di quello ch i o ’ n on valga,s e u n amministrazione ignorante ’ e d ilap id atn ce , s e l inq u is iz ione ,la tortura, c4 67 >o

’ ’ ’ l ignoranza gigantesca d un governo,l odi o alle arti , alle lettere, e t u tti gli altri delitti

’ della reggenza Spagnuola non s ono p e i sud diti castigh i come un a pestilenza . Non ve diamo n ella storia di Lombardia tempi più tranqu illi , più progressisti p e r questo paese, s e n on quelli che passaro no sotto la domi 1 nazione di Maria Teresa , di Giuseppe 1 ; e ’ ch e l A u s tr ia ci continua dopo la convenzione del 4845 .

Ritorniamo allo Stendard o . Fra qu el le calamità 47 anni passarono senza che il desiderio del popolo potesse sortire il s uo compimento . Dopo questo periodo di tempo ’ a ffidato l incarico del disegno ne l 4565 ad

Urbino di Crema , i Padri di S . Pietro Ce le s tino esegu irono le otto medaglie d e l Con fa lone ,le quali rappresentano principali gesta ’ a t m b r i I u u di S n A og o . n seg ito a q esti prim i lavori di esito fe licissim o , fu ravvivat o il m co u ne desiderio , si passò dalla città a ri mettere nelle man i dei ricamatori Scipion e D e lfi noni e Camillo P u sterla lo Stendard o , p erchè venisse totalmen te per la Pentecoste

4566 u u successiva ltimato . Q esto contratt o < o 68

li 0 fu . r . 472 n sti p ul a to in m il sanzio ato con e nota o atto convenzional dal j Giov . Antonio

S p anz otta . Nel contratto coi suddetti ricamatori erasi la città obbligata a sovvenire a i medesimi i mezzi occorren ti a l relativo com p imen to . A provvedere a ciò la città nominò cassiere il

' nobile patrizi o don Erasmo d A dd a,il quale due a nni in appresso ,con foglio portante la data del 45 dicembre 4568 p resentava la di stinta delle spese , e pagamento p e l totale 8 6 ammontare di milanesi lire 20 4 7. . Si fu adunque nella festa di Pen tecoste del 4566 che i l G on falone fece la s ua prima com parsa . Salutato con grida di gioja ,desi d e r ato in ogni funzione non sol o ecclesiastica m a di festa cittadina ,non andò m olto tempo che cominciasse a sentire i l bisogno di ri

s tau r i .

P e r amore di br evità non accen nerem o gl i ann i in cui ven ne lo Ste ndardo riattato, m a ci con ten teremo solamente di far noto che per ben dodici volte venne ristorato, e ch e qu este Spese i n sole riparazioni costa rono alla città la Compless iva s om ma di mi 69

9 no n fra lan osi lire 59552 . comprendendo ’ la suddetta somma la spesa del l u ltimo ri

s ta ur o . A questa aggiungiamo altra di m ilanesi lire 220 0 com p itas i nel 4842 per la n u ova veste ad uso dei prim i portatori del Con fa i ne o .

Da u ltimo nel 4845 v e gge nd o i l corpo m u nicip ale della città come a grave deteriora mento fosse lo Stendardo ridotto,pensò non gia a sanare le varie parti ,ma a totalmen te ripristinarlo,pensando il saggio avviso essere migliore cosa il ri nn ovare le cose antiche e ’ ’ di cara memoria , a nzichè per l amore d in novazione , porre in non cal e un oggetto che è tutto patri o . l n quest ’ occasione di comune consenso ’ venne l opera confid a ta alla Superiora delle

ar i à Figlie della C t a S . Michele alla Chiusa la signora Maria Caspani , dietro assistenza ancora del signor Francesco Castagnoli , di i s t ntis s im o ricamatore ,e sotto la sorveglianza di delegato assessore del corpo municipale .

I nostri Milanesi , e Specialmente i pittori e le nostre signore,possono essere competenti =< 70 >o giudici della somma perizia colla quale fu

u condotto a termine q el lavoro . La somma sborsata in questa occasione fu di milanesi 40 8 lire 0 0 , più qu alche spesa addizion ale . Dalle suesposte cifr e di confezione e rista u ro dello Ste ndardo ne consta la somma totale

9 . 5 9 44 . di milanesi lire 70 5 . DE LLO

’ MBR OG I S TE NDA R DO DIS A NT A O.

l n t abi o pontificio,impugnato nella sinistra il pastorale ,r ap p r e s e ntas i in fig ura maggiore del vero il divo Ambrogio . L a faccia del santo è i d pinta , e dai vivaci colori ne emana la m ae s tà sdegnosa di quel volto mentre la de stra mano tiene alzata , ed il suo flagello sta per piombare s u d ue militi che r ovesciati a terra temono lo sdegno del gius to . Le con ’ futaz ioni di S ant Amb r ogio contro la fa lsa l’ l dottrin a degl i Arian i , e av v i im e nto di co fi f . storo,sono cosi simbolicamen te e giati Sorge alle spalle d ’ Ambrogio un tempio rischiarato ’ a I da cielo sereno . da un ureola di stelle . m magine della chies a cattolica ,della sua p r os p e r ità , della s ua chiarezza . ’ Alla testa dell arco d ue angioli colle trom be rappresentano la fama che sopravvive a l ’ I estinto patrono, e nei d ue sc udi sono e ffi giati i santi martiri mila nesi Gervaso e Protaso ’ i corpi dei q uali furono da S ant A mb r ogio ri trovati ed esposti alla pubblica venerazione, e pei quali speciale devozione nutriva il no ’ a m i stro santo . La basilica di S nt A b r og o era ai medesimi dedicata . Q uattro m edaglie laterali rappresen tano principali gesta del sa nto . ’ Nella p r im a vedesi uno sciame d a pi che ronzando intorno al divo Ambrogio a ’ ncor bambino v anno a deporre il m iele s u quelle labbra , che in appresso . dovevano comporsi a parole di pace e di g uerra, di conforto e

di rimprovero . Nella s e cond a uno dei piu straordinari e sem

a < 74 io gur ata colpiva di costernazione anche gli arian i . a ta Nella qu r gli ambasciatori di Fitigilde , regina dei Marcomanni ,impetrano un favore dal santo ,offe r e nd ogli ricchi doni per la s ua

Fi i ild e chiesa . La regina t g udite le virtù di Ambrogio aveva mandato quegli ambasciatori perchè ottenessero da lui in iscritto le norme che guidare la dovessero al perfezionamento ’ nella religione di Cristo dappoiche essa l aveva abbracciata . Nella m antov a na v n sono variati 1 colori e le insegne delle antiche bandiere Milanesi . soldati della città portavano bandiera con croce rossa in campo bianco ,quelli di Porta

Orientale con bandiera bianca e nera ,q uelli di Porta Nuova leone bianco,quelli di Porta

C om as ina a scacchi bianchi e rossi , di Porta

Ticinese b ianca, di Porta Romana rossa . Lo stendardo rapprese nta l ’ eguali figure ’ f da una parte e dall altra , i l che lasciò orse a desid e rare ; non mancando nella v ita di ’ S ant A m b r ogio gesta da tessere ben cinquanta m edaglie .

a S . Barnaba, di Cipro, postolo di Gesù Cristo , è tradizione co stante essere stato i l primo a pre dicare in Milano la religione del suo divin Maestro . Egli dopo qual che soggiorno fatto in Milano ri tornava a Ciprio do v e fu marti rizzato . = a… 7s

’ natalone San t A , greco . discepolo di fu l S . Barnaba, e oquentissimo ora

tore,primo vescovo di Milano; m or ì

i n Brescia .

85. S . G ajo , romano , degno suc

ce s s or e ,m or ì in Milano,sepolto in i S . Francesco , poi trasportato n ’ Sant Ambrogio .

as r iz ian ld an m ilane 458 . S . C t o O o, ’ se ; convertì m igliaja d ani me a l

n ì fu e Sig ore . Mor in patria e s

polto nella chiesa di S . Giovann i

i n Conca . 9 4 4 S . Calimero , greco ; marti rizzato egli pure dopo aver con v e r tita la Liguria dagli errori del

paganesimo ; moriva in Milano,si venera nella sua chiesa con festa

speciale 54 luglio .

4. 25 S . Mona, m ila nese ; distinse i quar tie r i della città in p ar r occhia

giace in Duomo .

282 . Ri mase la sede vacante per o < 79 >e

’ tr e ntun anni, per la persecuzione ’ dell imperatore G ale r io .

282 . S . Materno,m ilanese ,riposa in San ’ t Ambrogio .

. i 50 5 . S Mirocleto de Fedel milanese ; soffri il martirio s otto l imperatore

Massimiano . sepolto in S . Vittore

al Corpo .

5 ’ 45. Sant Eustorgio I ,di Costantinopoli , portò a Milano i corpi de ’ santi ’ Re Magi ,d onatigli dall imperatore, e li r ip os a nella basilica che fu ’ r a poi detta di Sant Eustorgio . O di questi tre Santi non esistono

r e li uie e r occh è fu che q ,, p i corpi r ono involati da Federico Barba

r ì rossa . Mo in Milano e fu sepolto i ’ n Sant Eustorgio .

i 5 . l i 54. S Protaso degli A g s , milanese ,

sepolto in S . Vittore al Corpo .

. i 554 al 565. S Dionigi Mar lian ,stette in esilio per dieci anni nella perse

’ zione dell imperatore Costanzo,ed ivi mori ; trasportato a Milano fu

sepolto in D uomo .

9 ’ f 5 7. San t Ambrogio,pre etto ro ’ mano; debello l e m p ie tà di Ario e ’ ’ quella de Manichei e d e Donatis ti; da lui ebbe nome e glori a I l rito che si osserva nella Chiesa mila nese ; sepolto nella basilica ove ave va deposti i corpi de ’ santi martiri

milanesi Gervaso e Protaso,detta

poi Ambrosiana .

’ S or e ini 40 0 . S . Simpliciano de s , milanese; sepolto nella basilica dell a

Vergini , detta poi di S . Simpli

ciano .

. O 40 8 . S Venerio ldrado, milane se; sostenne gagliardamente le ra gion i della Chiesa contro i l rab bioso furore de Goti ; sepolto in

S . Nazaro .

. o 425. S Marolo , della Stiria ; s s te nne le persecuzioni di Alarico

re dei Visigoti; sepolto inS . Nazaro .

82

490 . . S Teodoro de Medici,mila nese ; oppose la più valida resi stenza all ’ empietà dei re Longo in bardi ; sepolto S . Lorenzo .

542 . S . Lorenzo Litta, milanese ; sostenne con maschia virtù i l pontificato in mezzo a procellose . rivoluzioni e fece fiorire la disci

plina ecclesiastica ; sepolto in S . Lo

renzo .

’ a E 542 al 548 . S nt us tor gio Il,greco; r icu però le possessioni che la Chiesa m ilanese teneva in Sicilia ; sepolto

in S . Lorenzo .

’ al 50 Tr inch e r i 548 5 . S . Magno de ,mi

lanese, venerabile per santità ; s e ’ polto in S ant E us tor gio.

l liati 550 a 5 . A 52 S . Dazio g , milanese ; sofferse un esilio di 45 anni per ’ le crudeltà di Vitige , re d e G oti ;

sepolto in S . Vittore .

i 552 al 555. S . Vitale , milanese ; pat le 83 >e p m fiere persecuzioni dai barbari

Longobardi .

566. Sede vacante per undici anni .

’ 567 — S ant A us ano Crivelli,milanese; ebbe mo lto esso pure a soffrire sotto Alboino ; sepolto in Santo

Stefano .

’ S an n r a 570 . t O o to Castiglioni ,mi lanese ; ristoro la s ua Chiesa dai ’ danni patiti d a L ongob ar di; sepolto in ’ San t E ustorgio .

572 . G ionto Frontone,arcivescovo

intruso .

592 . Lorenzo Il,m ilane s e ; pati un 49 ì i n G e nov a . esilio di anni,e mor . 6 0 0 . Costanzo, milanese ; onorò di molti privilegi e prerogative la Chiesa milanese ; mori esso pure

in esilio a Genova . 6 29 . Deodato , milanese ; prose ' ’ guendo l invasione d e b arb ar i; mori

e pur sso a Genova . f c < 3 . >o i 650 al 640 . Asterio, romano ; mor esule

in Genova .

645 . Forte ; anch esso dovette se

dere in Genova, ove mori,per le ’ d e b ar r i prolungate incursioni b a .

660 . S . Giovanni d e C am illi,detto

il Buono , genovese ; combattè e perseguitò sempre i nemici della

f u ede ; sepolto in D omo .

6 ’ 64 . S ant A ntonino Fo ntana . mi

u m lanese . Fs i lu inosa la s ua vita , che come santo veniva chiamatq

sepolto in S . Simpliciano .

aur i ill 662 . S . M c o,governò la Chie ’ sa col l esercizio di sublimi virtù;

sepolto in S . Satiro . 6 72 . S . Ampellio Domno , degno

Mau r icillo successore di S . ; sepolto

in S . Simplicia no

684. S . Mansueto Savelli ,romano; f giace in S . Ste ano . 5 72 . S . Benedetto Crespi, napole

86

845 . Ode l e r p to Mar ionio,milanese; stabili una pace concorde tra la giurisdizione ecclesiastica e d il po ’ tere laicale ; sepolto in S ant Am

brogio .

’ 848 . S ant A ns e lm o Biglia,milanese; incoronò in Monza Lotario; sepolto ’ in S ant A mb r ogio .

8 . f 22 S . B uono Castiglion i ; di ese intrepidamente la giurisdizione ec ’ cle s ias tica ; sepolto in San t A m

brogio .

n e lb e r o 825 . A g t Pusterla l; s e p olto ’ r i in S ant A mb og o .

n e lb e r to ll 859 . A g Pusterla ; a lui devesi il ricchissimo pallio d ’ oro ’ di S ant A mb r ogio; sepolto in S . Na

zaro .

’ a 868 . T d one de Grimaldi , detto il Sapiente ; promulgò s av is s im e ’ costituzioni ; s epolto in S ant A m

brogio . —< sno 884 f . Ansperto Con alonieri da Bias sono ; fu tutto zelo per il s uo popolo in occasione di fune s tis s i ’ ma peste ; sepolto in Sant A m

brogio .

ll 896. Anselmo Capra,m ilanese ; ’ in S ant Amb r o io sepolto g .

899 L f . andol o Grassi , milanese ; ’ m r i polto in S ant A b og o .

90 6. Andrea Lampugnano, mila nese; fu i l primo arcivescovo che facesse entrata solenne ; sepolto in ’ a m r i S nt A b og o .

9 4 A ic ne 8 . o Oldrado , milanese ;

m or ì in R om a , dove molto con tribui a scacciare l’ antipapa Cri

s tofor o .

9 a i 24. G r b e r to da Besana ; se m polto in Duo o .

954 ’ . Lamberto,d animo bellicoso, sostenne molte peripezie ; sepolto

in Duomo . 9 56. l id ui no Tassone , francese ;

sepolto i n Duomo .

9 A r d e r 45. ico Cotta,milanese; se in polto S . Nazaro .

9 lm 55 . Ad e ano Me ncloz io , mila ’ nese ; di cui v uolsi sia effigie l Uo

mo di pietra .

’ 9 e 70 . Valperto d e M d ici,m ilanese; ’ unse re nella basi lica di S a mt Am brogio Ottone con luminosa pom i pa ; sepolto n Duomo .

9 f r u 74 . Arnol o ; diligente,pio e p

i . dente arcivescovo ; sep . n Duomo

9 79 G otifr e d o . ,romano ; resse pia men te la Chiesa milanese ; sepolto

in Duomo . 9 9 f ll 8 . Landol o Carcano,sebbene

eletto in onta del clero , pure se lo a micò colle sue esimie v ir tu'

sepolto in S . Celso . f l l 40 48 . Arnol o da Arsago , mi lanese ; portò da Costantinopoli il

e < 90 ) e

0 . T l 40 75 al 4 85 e d a d o Castiglione, m ila

nese ; esso pure intruso .

— 40 95 . Anselmo da Rho,milanese; tolse lo scisma che regnò nelle due

precedenti elezioni , sedette tran l ui lam e n e . q t ; sepolto in S . Nazaro

40 97. Arnol fo 1 1 1 de Capitani ,

milanese . Sotto i l suo governo si

unì la celebre Crociata lombarda ,

e ben venti m ila nobili italiani ,la

maggior parte Milanesi , animati ’ dal suo zelo,presero l i nsegn a dei

Crociati .

’ 4 4 m I d e alv as r i 4 0 . V V s o Ansel o . ’ m ilanese ; degno su ccessore d Ar

nolfo ; m or ì a Costantinopoli ,ove erasi recato alla testa de ’ Crociati

milanesi .

4420 . Giordano e Grossolano,i l primo nominato dal clero , il s e ’ condo dall imperatore . Dopo molte contestazio ni ed aperta intestina o < 9 1 >e guerra,Grossolano fu costret to ri

nunciare nel 4442 .

44 6 u 2 . Ulrico de Capitani ; v olsi da lui stabilita la festa della com m e m or az ione dei defunti ; sepolto

i n Duomo .

4426 al 4455 . Anselmo V Pusterla

scomunicato e deposto dal papa, ’ per avere incoronato in r e d l

talia Corrado duca di Franconia .

4 4 55. S . Bernardo,sebbene nominato dai Milanesi , p ure egli non accettò ’ l arcivescovado e si r ifuggiò a

Pavia .

' b al 4455 al 4445. Bo o d o; a di lui istanza ’ fu levato d al pontefice l inte r d e tto alla città, e segui la grande ricon ’ ciliaz ione tra la Chiesa e l impero ;

sepolto in Duomo .

4446 al 4466. Uberto Pirovano ; ebbe a soffrire le p e rs e cuzioni di Barba

rossa , che occupò e devastò Mi

lano ; m on esilio . o ( 9 2

4476. S . ,mi lanese ; molto contr ib uì alla rico ’ struzione d i Milano dopo l eccidi o

de l Barbarossa ; mori sul pulpi to, ove ricevette tranquillamente l ’ eu car is tico sacramento ; sepol to in

Duom o . l 4485. A giso Pirovano,milanese; ’ s i oppose intrepido all esercito di Federico e conciliò questo im p e r ator e coi Milanesi ; sepolto in

Duomo . m 4487. Uberto Crivelli ilanes e dopo sette mesi dalla s ua elezione fu assunto al pontificato ; conservò nondimeno il governo della Chies a

milanese ; sepolto in Duomo .

4495. Milone Cardano,milanese; ’ ’ cor onò re d Italia l imperatore E n

rico ; sepolto in D uomo .

! 449 6. Uberto Te rz ago,milanese ’ conciliò le lunghe contese d e Mi

lane s i coi Comaschi .

s i

fu visitata d al papa Innocen te W i l quale fu ricevuto con pompa

straordinaria .

4295. , eletto ar civ e s cov o dopo quattro anni di se de vacante ; sostenne molte guerre contro i Torrian i , e da lui ebbe principio il potere della casa Vi

in u m sconti ; sepolto D o o .

f e luc 4296. Ru fino da Frisett , chese ; mori prima di giungere al

possesso dell a sede .

50 a … 4 8 . Fr ncesco Fontana,parmi

giano ; m orì in Angera , e vuolsi

e r t u p veleno ; sepol o in D omo .

454 7. Cassone ,mila nese ; sotto questo arcivescovo ln rono scacciati i Tor r iani da Mila

no, e lui con essi , e le loro case

vennero distrutte .

45 9 A ntimiano 47 al 455 . Frate Aicardo

C am od io,novarese ; dopo un lungo o < 9 5 >° esilio da Milano scambio la sede

col vescovo di . Il 4554 . Giovann i Viscon ti , fi gliuolo di Matteo ; oltre lo spiri

tuale, gov e r nò anche il vastissimo

ducato di Milano,lasciando un gra n

nome di s è ; sepolto in D uomo .

4564. ebbe qu esti un p lacid is s im o governo; s e

polto in Duomo .

4570 . Gugliel m o P usterla, mila

nese ; mori i n Avignone .

4580 . Simone Borsano,milanese;

mori in Nizza, senza aver mai oc

cupata la propria sede . 4 440 . Antonio dei m archesi di

Saluzzo , p ie m e ntos e ; sepolto in

Duomo . 4 440 . Pietro Filar go, candiotto ; dottissimo in ogni scienza, ascese poi al soglio p ontificio col nome

di Aless andro V . s = 9 6 .

— a r i 4440 al 4445 . Fr ncesco C p p a,m ilane s e ; governò decorosamen te la Chies a

Ambrosiana .

4 4 l 4 5 4 4 a 4 4 . Bartolomeo Capra ,cremo nese ; ebbe incarico dal duca Fi lippo Maria di varie onorevoli le

az r g om . 4 4 5 455 44 . a al Franc ss e Piccolp as s o,b o logne s e ; lasciò chiara fama di sue virtù , e fu venerato per santo ; s e i polto n Duomo .

4445 4 al 450 . Enrico Rampino; s i distinse per la sua carità straordinaria ;

morto in Roma . 4 0 4 45 al 455 . Giovanni 1 1 4 Visconti ; do

‘ nò alla fabbr ica del Duomo molti ’ d e s uoi b e m , e d ivi sepolto .

4 icola Am id ano cr e mone s e 455 al 4454 . N , fu e r uditis s im o e in singolar modo

caritatevole ; sepolto in Duomo .

445 4 . Timoteo Maffeo, veronese ; rinun

! ciò sen z a occup ar la sede .

o < 98 >e

4555. Giovanni Angelo A r cim boldi ; lasci o un cospicuo legato per le pubbliche scuole da lui dette

A r cimb old e ; sepolto in Duomo .

4558 . ,uomo d i

gran m erito , occupò le più emi nenti cariche della Corte di R o

m a ; s e polto in D uomo .

4 . 584 S . Carlo Borromeo eletto

arcivescovo,dopo due an ni di sede vacante nella sola età d ’ ann i ven

v i i titré. Giungeva questo gio an s s mo arcivescovo alla s ua sede, al lor quand o som m a rilassatezza di costumi gli ani m i allontanava dalla ’ v b Chiesa . Non a storico che scriva

di S . Carlo 0 di fatti contemporanei che non r am nì e nti con ribrezzo

anche i costumi del clero . S . Carlo in poco tempo colla sua prodigiosa

attività riparò disordini,rimise al

dovere il clero,ed i cittadini col ’ l e s e mp io di sue virtù e ccitava alla tt moralità della vita . Scorse tu a o < 9 9 >o

la vasti ssi ma diocesi m ilanese re cand o * confor to e soccorsi ai mise

r abili,per visitare i q uali non cu

rava disagi . La sua l aboriosità i n tali viaggi non bastava a qu el cor p o di ferro animato dalla più co

r aggios a volontà ; digiuni , cilicj, ’ i predicazione s aggiunge v ano . B c chis s rm o di s ua prosapia, tutte le ricchezze s acr ifi cav a a vantaggio

altrui , e non r is e r b av as i che ciò

e tornasse indispensabile . Tradizion di lui dice : non esservi stato ar civ e s cov o milanese che i l suo pa lazzo tanto miseramente m ob igliato tenesse e nelle vesti della persona modicamente andasse ; ma che nei giorni di pubbliche solennità,egli m os tr av as i al pubblico riccamente ’ vestito, p l tl ch altr i non usasse,e che le sacre funzion i col massim o decoro vole v a compite . La pe ste che nel 4576 s acr ifi cav a m i gliaja di vittime milanesi , vidd a

S . Carlo aggirarsi per le vie di Mi c«<

’ lano e per l ampio recinto del Laz z ar e tto per con fortare dei Santis f sim i Sacramenti quegli in elici .

Fondò scuole , confraternite, con r e az i ni g g o . I l nostro Duomo con elargizioni faceva abbellire delle due cappelle della Vergine e di l . l r S . Giovanni Bono A o chédi notte u na funerea campana an

’ nunziava co s uoi lenti rintocchi la ’ morte dell arcivescovo fu un pia nto,

una costernazione universale . Fu sepolto in Duomo nella chiesa sot l terranea detto o S cur olo, ove gia ’ ce in u na cassa d arge nto e di i gr os s is s im i cristalli d Boemia . So

vrani ,principi e fede vi aggiunsero

s ua e preziosissimi doni . La mort fu s eguita da u na quantità di mi

racoli .

4595 . milanese; mantenne la disciplina ecclesiasti

' ca in quel vigore e fiorita osser ’ vanza in cui l avea posta santa

c < 40 9

poco cortesi di eredità,hanno però

testato una fama immortale,i l loro

nome è u n eco eterno di pace,sa pienza e carità ! Fu sepolto in

u D omo .

4 : O'o 650 . ,m ilanese v e r nò la Chiesa con somma pru

denza , ardente zelo e fervente ca

rità ; sepolto i n Duomo . f 4679 . Al onso Litta , milanese ; compose alcune turbolenze insorte co ’ regi ministri a cagione di ec cle s ias tica disciplina ; m or ì a R o ma ; trasferito a Milano e sepolto

i n Duomo .

4695 . ; si ado però molto ne lla riforme ecclesia stiche e ne l togliere abusi ed in l decenze u rbane ; sepo to in Duomo .

e 4699 . ,novares fu generoso e caritatevole in s om

mo grado ; sepolto in Duomo .

4742 . , mila o < 1 93

nese ; colla più sole r te vigilanza , fece fiorire la santità in mezzo alla ’ rilassatezza de costumi ; sepolto in

Duomo .

4757. Benedetto Erba Odescalchi milanese ; ottimo pastore che seppe governare i l s uo gregge con a more e con disinteresse sepolto in in S . Giovanni Conca .

4742 . Carlo Gaetano Stampa ,mi lanese ; q uesti pu re si disti nse per

sapere,bontà di costumi e generosa i carità ; sepolto n Duomo .

u 4785 . Gi seppe Poz z ob one lli,m i lanese ; di qu esto esi m io ar civ e scovo non pochi ancora ne r am

men tano le preclare doti , la san

titadella vita ,e lo zelo e la carità nel togliere gli abusi e riparare ai troppo eviden ti disordini ; sepolto

i n Duomo .

° 4784 al 480 4 . Filippo V is conti,m ilane s e fece la terza solen ne traslazion e ' del corpo di S . Carlo ne l 4794 intervenne ai C om iz jdi Lione nel 480 4 , ove m or ì i l 50 dicembre ; trasferito a Milano ; sepol to in

Duomo .

a 4840 . Giovanni B ttista Caprara , bolognese ; n ominato arcivescovo mentre era legato a la te r e a Pa

rigi, ove m or ì nel 4840 ; sebben lontano, s i distinse per la sua ca rità verso i poveri , lasciando ge

’ ne r os o legato anche all Os p edale

Maggiore .

4 846. Carlo Gaetano conte di

Gaisruck,nato in C lage nfur t nell a C 4769 arinzia i l 7. agosto ; nomi nato e presentato da Sua Maestà l ’ imperatore e re Francesco 1 al ’ l ar civ e s cov ato di Milano nel mar zo 4846, fece i l s uo ingresso in questa città i l 46 luglio 4848 ; creato cardinale i l 27 settembre 4824 ; morto il 49 novembre 4846;

IN D IC E

A t C l e ro e d ai C i ttadi ni Mi l ane si

M C B r r. nr R n u A r v v onsignor am o u x o o o o n. ci e sco o

Mil ano

Il q uattro s e tte mb r e Il ci nq ue s e tte mb r e Iscr i z i oni e d A r ch i

’ Il C onfal one o Ste nd ar do d i S ant A mb r ogio

C onfe z ione d e l C onfal one

’ D e s cr i z i one d e ll e Ste nd ar do d i S ant A mb r ogio S e r i e C ronologica d e i Ar ci v e s covi d i Mil ano