Tribunale Di Reggio Calabria

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Tribunale Di Reggio Calabria TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE Il Giudice per le indagini preliminari, Dr. Kate Tassone Letta la richiesta di applicazione della custodia cautelare in carcere formulata dal P.M. nell’ambito del proc. 5275\07 RGNR-DDA nei confronti di: 1. DAL TORRIONE Giorgio nato a Gioia Tauro (RC) il 08/03/1946; 2. SCHIAVONE Rosarno nato a Gioia Tauro (RC) il 09/08/1974; 3. MARTELLI Carlo nato a Napoli il 08/04/1940; 4. PIROMALLI Giuseppe nato a Gioia Tauro (RC) il 04/01/1945; 5. PIROMALLI Gioacchino nato a Gioia Tauro (RC) il 01/01/1969; 6. PIROMALLI Gioacchino nato a Gioia Tauro (RC) il 12/09/1934; 7. PIROMALLI Antonio nato a Polistena (RC) il 29/05/1972; 8. PIROMALLI Girolamo nato a Gioia Tauro il 16/01/1980; 9. MICCICHE’ Aldo nato a Maropati (RC) il 12/04/1936; 10. ARCIDIACO Gioacchino nato a Gioia Tauro (RC) il 21/08/1983; 11. ARCIDIACO Lorenzo Domenico nato a Gioia Tauro il 12/03/1958; 12. ROTONDO Andrea nato a Gioia Tauro il 15/09/1976; 13. BARBIERI Francesco nato a San Ferdinando (RC) il 09/08/1955 1 Indagati in ordine ai seguenti reati: DAL TORRIONE Giorgio;; PIROMALLI Giuseppe, PIROMALLI Gioacchino cl. 1969; PIROMALLI Gioacchino cl. 1934; PIROMALLI Antonio; PIROMALLI Girolamo; MICCICHE’ Aldo; ARCIDIACO Gioacchino; ARCIDIACO Lorenzo; ROTONDO Andrea. A) per il delitto di cui agli artt. 416 bis commi I, II, III, IV, V, VI, 61 n° 9, C.P. perché DAL TORRIONE Giorgio, PIROMALLI Giuseppe, PIROMALLI Gioacchino cl. 1969, PIROMALLI Gioacchino cl. 1934, PIROMALLI Antonio, PI- ROMALLI Girolamo, MICCICHE’ Aldo, ARCIDIACO Gioacchino, ARCIDIACO Lorenzo, ROTONDO Andrea si associavano tra loro, e con altre persone ancora non individuate, nell'ambito della 'ndrangheta di Gioia Tauro, quali appartenenti alla ‘ndrina PIROMALLI, che esercitava il potere criminale sul detto comune, a sua volta inserita nel territorio della Piana di Gioia Tauro siccome federata con le ‘ndrine "Pesce" e "Bellocco", che esercitavano il potere criminale nel territo- rio di Rosarno, e tutte insieme anche nel territorio di San Ferdinando (per come già giudiziariamente accertato nei processi TIRRENO, PORTO, CONCHIGLIA E TALLONE D’ACHILLE), costituendo un'organizzazione mafiosa che - avvalendo- si della forza di intimidazione che scaturiva dalle dette 'ndrine e delle corri- spondenti condizioni di assoggettamento e di omertà che si creavano nei citati territori ove era insediata la potenza criminale delle predette, che sugli stessi attuavano un capillare controllo di ogni aspetto della vita specie pubblica ed economica, affermatasi nel corso del tempo con la commissione di efferati de- litti contro la persona con l’uso di armi di cui avevano ampia disponibilità, ed il patrimonio- aveva come scopo quello: 1) di influire sulla attività delle amministrazioni comunali del territorio medesimo, anche attraverso l’apporto di pubblici ufficiali, o facenti parte della associazione o che si prestavano al perseguimento dei suoi interessi e scopi, onde poterne trarre ingiusti vantaggi o profitti in termini di provvedimenti amministrativi adottati, o adottandi, che potessero favorire la organizzazione e/o i suoi esponenti di vertice e non, e comunque di influenzarne l’andamento in funzione degli interessi della associazione.; 2) di conseguire vantaggi patrimoniali dalle attività economiche che si svolge- vano nel territorio attraverso o la partecipazione alle stesse, ovvero con la ri- scossione di somme di denaro a titolo di compendio estorsivo; 3) di acquisire direttamente o indirettamente la gestione e/o il controllo di attività economiche nei più svariati settori anche attraverso il favore accordato alla associazione, grazie alle caratteristiche sopra descritte, da pubblici uffi- ciali ed esponenti del mondo politico ed imprenditoriale; 2 4) di gestire, attraverso il controllo del territorio di competenza per come sopra specificato, un quantitativo rilevante di voti che offrivano agli esponenti politici di cui sub 3) a seconda del favore accordato alla associazione od ai sin- goli suoi componenti; 5) di influenzare le decisioni dei poteri pubblici, anche con specifico riferi- mento alla modalità di gestione dei detenuti sottoposti al regime dell’art. 41 bis O.P., facenti parte della associazione o vicini alla stessa; 6) di commettere delitti contro il patrimonio (in particolare estorsioni) e contro la pubblica amministrazione (in particolare abusi in atti d’ufficio e corru- zioni); 7) e, comunque, infine, di procurarsi ingiuste utilità. Ed in particolare: a) PIROMALLI Giuseppe e PIROMALLI Antonio (nel ruolo di direzione della associazione) perché, impartendo il primo, già condannato per il delitto di direzione di associazione mafiosa e detenuto, le direttive dal carcere tra- mite i colloqui col figlio Antonio ed operando costui sul territorio, agivano entrambi come sub 3) e 4) e si attivavano come sub 5) onde ottenere il pri- mo la revoca del regime dell’art. 41 bis O.P., ed il secondo funzioni che gli garantissero la immunità (titolo consolare); b) PIROMALLI Gioacchino cl. 1969 perché, dopo essere già stato condan- nato per il delitto di partecipazione ad associazione mafiosa, continuava a partecipare alla attività della medesima soprattutto come sub 1), curando i rapporti con la pubblica amministrazione locale sulle cui decisioni interveni- va onde ottenere ingiusti vantaggi anche di natura economica per sé e la ‘ndrina cui apparteneva; al superiore fine anche concorrendo nella consu- mazione di delitti contro la pubblica amministrazione, con DAL TORRIONE Giorgio, SCHIAVONE Rosarno, MARTELLI Carlo, BARBIERI Francesco, cui richiedeva e dai quali otteneva l’espressione di un illegittimo parere come più analiticamente contestato al successivo capo di imputazione sub c); c) PIROMALLI Gioacchino cl. 1934 , perché, nella sua qualità di zio di PIRO- MALLI Antonio e di PIROMALLI Gioacchino cl. 1969, nonche’ di fratello di PIROMALLI Giuseppe detenuto, avendo sempre anch’egli svolto un ruolo di direzione nell’ambito del sodalizio mafioso, sì da partecipare alle sue deci- sioni avendo cura di non esporsi all’esterno, provvedeva - atteso l’impedi- mento del fratello Giuseppe che se ne era sempre occupato in precedenza - a mantenere i contatti con gli apparati imprenditoriali impegnati nella ese- cuzione dei lavori pubblici nel territorio di Gioia Tauro, in funzione del per- 3 seguimento degli interessi del sodalizio che controllava il territorio, influi- va sulle decisioni della amministrazione comunale relative all’assetto del territorio medesimo, e provvedeva altresì ad impartire le direttive finaliz- zate alle riscossioni delle somme di denaro costituenti compendio estorsi- vo; d) DAL TORRIONE Giorgio perché, quale sindaco di Gioia Tauro costituente stabile punto di riferimento per il sodalizio mafioso per il soddisfacimento dei suoi interessi e scopi, operava come sub 1), anche ponendo in essere la condotta di cui sub C), con la quale così concorreva al perseguimento delle finalità della ‘ndrina o, comunque, ad agevolarle, in particolare adoprandosi perché PIROMALLI Gioacchino cl. 69 si inserisse in maniera stabile e con- tinuativa all’interno della amministrazione da lui diretta, ed evitasse di cor- rispondere una estremamente rilevante somma di denaro liquidata a titolo di risarcimento del danno in favore dei comuni di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando, ed altresì indirizzando le decisioni della amministrazione comunale relative all’assetto del territorio in funzione degli interessi degli appartenenti al sodalizio, ivi compresi quelli di PIROMALLI Girolamo quale gestore di area di servizio nella città di Gioia Tauro, nonché quelli delle persone vicine alla associazione medesima; e) PIROMALLI GIROLAMO perché operava d’intesa con PIROMALLI Anto- nio, che dirigeva il sodalizio, ai fini dell’esercizio del dominio sul territorio di Gioia Tauro, e ponendo anch’egli condotte del tipo di quelle specificate sub 1), essendo destinatario di provvedimenti come sub d), e mantenendo rapporti con pubblici ufficiali, tra cui il sodale ROTONDO Andrea, onde ottenerne il favore; f) MICCICHE’ Aldo perché operava in stretto contatto con PIROMALLI An- tonio, sia direttamente che tramite ARCIDIACO Lorenzo ed ARCIDIACO Gioacchino, ponendo in essere condotte come sub 3), 4) e 5), mettendo in particolare a disposizione del PIROMALLI e dell’intero sodalizio il proprio tessuto relazionale costituito da uomini politici, pubblici ufficiali, imprendi- tori e professionisti nel campo degli affari cui offriva i vantaggi di qualsi- voglia genere che derivavano dal potere esercitato dal sodalizio di cui fa- ceva parte, nonché anche la propria capacità di manipolare e/o controllare l’espressione del voto elettorale; g) ARCIDIACO Lorenzo ed ARCIDIACO Gioacchino perché collaboravano con PIROMALLI Antonio come sub f); 4 h) ROTONDO Andrea perché manteneva stabili rapporti di collaborazione con PIROMALLI Girolamo al fine della realizzazione delle condotte di cui sub e), tenendo anche contatti con ARCIDIACO Lorenzo ed ARCIDIACO Gioacchino. Con le aggravanti, per tutti, dell’essere la associazione armata, dell’utilizzare i proventi della attività delittuosa per finanziare le attività econoniche di cui gli associati intendevano assumere e/o mantenere il controllo e, per il DAL TORRIONE ed il ROTONDO, di aver commesso il fatto con violazione dei do- veri inerenti alle pubbliche funzioni rispettivamente esercitate. Commesso in Gioia Tauro e nei territori della relativa Piana ed accertato dall’anno 2004 sino al mese di maggio 2008. MARTELLI Carlo e SCHIAVONE Rosarno B) Per il delitto di cui agli
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